Giumaglio nel segno della pace e della fratellanza dei popoli
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Giumaglio nel segno della pace e della fratellanza dei popoli
Comunicato Stampa 06 20 luglio 2015 Giumaglio nel segno della pace e della fratellanza dei popoli Dopo la straordinaria ouverture di Brontallo le due serate di Giumaglio hanno aggiunto ulteriore qualità all'edizione 2015 del Magic Blues e avanti di questo passo (e non ne dubitiamo) sarà davvero, come scritto nella presentazione, la migliore edizione di sempre. Tra il pubblico notato il presidente della Blues Foundation di Memphis. La prima serata si è svolta nel segno dei Playing for Change, che hanno convogliato a Giumaglio un numero di spettatori assolutamente inatteso, visto che a Locarno in contemporanea suonavano Ben Harper e Bob Dylan! E' ormai assodato che la rassegna valmaggese ha i suoi fedelissimi e in numero crescente sono soprattutto i Ticinesi. Non può che essere un buon segnale! Dicevamo dei Playing for Change: il gruppo multietnico da anni, con la propria proposta musicale, intende lanciare un messaggio di pace e fratellanza per un mondo migliore e senza barriere (n.d.R. purtroppo sempre più utopistico con i tempi che corrono). Anche a Giumaglio la solida ed affiatata band ha snocciolato una nutrita serie di cover, anche molto note quali "Pata pata" di Miriam Makeba, i brani soul per eccellenza "Sitting on the dock at the bay" e "Stand by me", tutte trasformate e per nulla stucchevoli, grazie all'abilità dei musicisti (bravo Roberto Luti alla solista) nel creare ritmi semplici e accattivanti e alla grande presenza scenica dei quattro mirabili vocalist, a cominciare da Grandpa Elliott Small, leader storico del gruppo. Dunque festa grande in piazza, gente felice, che, malgrado il caldo afoso, non smetteva di ballare ai ritmi incalzanti propinati dai due percussionisti. In apertura il British Blues di Keith Thompson. Assecondato dalla granitica sezione ritmica della Climax Blues Band, con il bassista Neal Simpson in bella evidenza, il leader ha proposto una serie di brani usciti dalla sua penna (non particolarmente memorabile), destreggiandosi invece da par suo alla chitarra. Chiari i rimandi a Rory Gallagher nei suoi assolo. Musica suonata molto bene, ma resta il dubbio che ormai i molti Power trio in circolazione abbiano già "suonato" tutto quello che c'era da offrire e in generale a queste band manca il sacro fuoco degli anni '70. Non per nulla il momento "più emozionante" è stato il bis, con veloci citazioni a raffica di "Layla" di Eric Clapton e Duane Allman, "Black night" dei Deep Purple,"Purple haze" dell'immancabile Jimi Hendrix e persino i Wishbone Ash di Andy Powell. Il clou della seconda serata era naturalmente la Band of Friends, arricchita per l'occasione dalla presenza di un secondo chitarrista, Tolo Marton, da sempre ammiratore di Rory Gallagher, del quale sono praticamente tutti i brani (ad eccezione di due composti da McAvoy) con i quali la band ha "inondato" la piazza di Giumaglio. Rispetto al concerto di due anni or sono a Maggia il trio è parso più coeso e ne ha guadagnato in intensità lo show. Pura adrenalina e pubblico in visibilio con Ted McKenna (batteria) e Gerry McAvoy (basso) a formare quella che possiamo considerare una delle miglior sezioni ritmiche rock-blues in circolazione e Marcel Scherpentzel sempre più bravo alla chitarra e alla voce. Chiudendo gli occhi si poteva a tratti pensare di sentire proprio al voce e l'indelebile marchio della chitarra di Rory Gallagher. I brani proposti risalgono soprattutto al periodo 1976-1982 dell'irlandese, quello di Photofinish e Top priority per intenderci. Lo si comprende anche per il fatto che a quei tempi alla batteria sedeva proprio McKenna. Set molto lungo con un finale memorabile, un duello all'ultima nota dei due chitarristi in Shadow play e Bad penny. Interruzione forzata a mezzanotte e venti, per evidenti ordini di polizia. Il "master of ceremony" McAvoy avrebbe certo continuato a suonare fino alle ore piccole! Scorte anche magliette raffiguranti lo scomparso Gallagher tra il pubblico, ancora una volta accorso a riempire l'accogliente piazzetta di Giumaglio. A completare la grande serata di musica ha contribuito anche l'opening act, con gli ospiti teutonici dello scambio Swiss e German Blues Award: i Cologne Blues Club dell'ottimo chitarrista Timo Gross, da poco entrato a far parte del Club, dotato anche di una voce interessante. Assente il possente batterista Frank Burns, i quattro hanno proposto un solido set di Blues urbano, con passione e brani rigorosamente originali, stile Chicago con leggere influenze Stax. Vista la presenza di un armonicista il primo nome che viene in mente per situare il sound del quartetto, senza voler fare paragoni improponibili, è quello del grande Billy Branch. Positiva la risposta della piazza. E settimana prossima a Maggia grande attesa per quello che potrebbe essere il miglior concerto del Magic blues: mercoledì 22 luglio Mike Zito con i Wheel, imperdonabile perderlo. Giancarlo De Bernardi Informazioni più dettagliate sul sito: www.magicblues.ch Le foto dei musicisti, promozione, gallery, come pure tutto il materiale per i media (schede dei musicisti, contributi scritti, comunicati stampa, ecc.) si trovano al seguente link: https://www.dropbox.com/sh/qehnpnlv0ruzn2b/AABovKSevrXFjSKo8MCSGOJLa?dl=0 Le foto della manifestazione per la stampa, (ad alta risoluzione, saranno presenti, a partire dalla mattina seguente, al seguente link: https://www.dropbox.com/sh/66ryu0ospl4uas4/AACWvigfItNs1KZvH-JI_V5Pa?dl=0 (Byline: Vallemaggia Magic Blues/Rémy Steinegger).
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