n°3 - LUISS Business School
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PRIMA A CURA DI GABRIELE GABRIELLI Sommario Editoriale: Tra i molti record delle Olimpiadi e quelli della “finanza”, c’è posto anche per la persona- Lo spillo- L’aforismaPersone: A colloquio con Marco Giovannini- Processi:: Il Numero 3 Ottobre 2008 Editoriale di Gabriele Gabrielli cambiamento del modello di governance nel settore ICTProfessioni: Le nuove professioni tra tecnologia, craetività e metaversi- Politiche del lavoro: Alitalia: nuovo o vecchio modello di relazioni industriali?- People Manager 1: L’arte della mediazione- 2: Motivazione batte mezzi 4-0- Personal skills 1: La gestione per obiettivi: fu vero cambiamento?- 2: L’efficacia personale nei processi di selezione e valutazione- Progetti: L’equazione vincente: crescita delle persone=crescita dell’Organizzazione e viceversa- Prospettive organizzative: La gestione delle risorse umane approda sull’universo virtuale di Second Life- Prossimità: Ahi, ahi mi fa male il web 2.0- Press: Benessere e malessere nelle organizazioni- Proposte: I Percorsi del Knowledge Center Organizzazione e Human Resources. Tra i molti record delle Olimpiadi e le pagine del quotidiano milanese, commenta tristemente che “la finanza non ha sentimenti e gioca anquelli della “finanza”, che sui lutti”. E’ vero, c’è del raziocinio in tutto ciò, c’è posto anche per la persona ma anche tanta tristezza. Ci si sente sempre più L’estate del 2008 sarà ricordata certa- fragili e oggetto di strumentalizzazioni. Sempre in questa calda estate che ci ha regalato le performance mente per le Olimpiadi di Pechino e per la sua straordinaria ed imponente macchina organizza- straordinarie dei recordmen del nuoto e della corsa, tiva; ma sarà anche ricordata per il conflitto della mentre una parte dell’America seguiva la rincorsa Georgia, le sue vittime e profughi; per il fallimen- dei sondaggi di Obama e McCain, c’era un’altra Ato di banche travolte dagli scandali dei mutui merica che discuteva e scommetteva sulla salute di sub-prime, ma anche per la decisione del Governo Steve Jobs, il “ragazzo d’oro” che da quando è tornadegli Stati Uniti di salvarne alcune dalla banca- to al vertice della Apple ne ha incrementato incredirotta “ferendo così in casa propria” l’economia di bilmente il valore. Qualcuno pensa che stia di nuovo male e che il cancro che aveva sconfitto qualche anmercato secondo l’opinione di Mario Monti [Le no prima sia ancora lì. E’ bastata una sua comparsa conseguenze economiche di Bush, Sole 24 Ore, venerdì in pubblico con il viso più pallido del solito per far 22 agosto 2008]. Cambiando prospettiva, l’estate scattare il gioco e il Mercato ne ha colto subito, e del 2008 sarà ricordata per la “guerra ai fannullo- soltanto, le possibili implicazioni economiche volenni” e la reintroduzione del “voto di condotta” e do saperne di più “perché è un suo diritto”. L’aziendel “maestro unico” nelle scuole; per da risponde che la l’accelerazione del programma di salute di Steve Jobs riforma federalista o, ancora, per le L’aforisma proposto da Franco Fontana* “è una questione manovre, le polemiche e gli slalom privata” e il Mercapolitici e finanziari sull’affaire Alita“Viviamo in un’epoca di iper- to punisce questa lia. produzione e di scarsa istruzio- inaudita “ribellione” ne, un’epoca in cui la gente, così con una perdita di occupata a produrre, si è dimen- valore delle azioni Un’estate insomma ricca di ticata di diventare intelligente”. di oltre il 10%. Maseventi dove comunque il potere della simo Gaggi titola finanza e dell’economia l’ha fatta Wilde O. Aforismi, Mondadori, Milano 1986 così il suo commenancora da padrona, spingendosi ad to sul Corriere della inglobare il dolore e i drammi delle *Direttore LUISS Business School Sera del 25 luglio: persone e dei loro cari. Una vera e “La salute di Jobs? ‘Non propria “finanza pigliatutto”, verrebbe da dire! Qualche altro ricordo estivo può esse- è privata’”. Dietro questi fatti e comportamenti che re di aiuto per collocare questa riflessione. “Il sembrano davvero superare il livello di guardia del titolo schizza in Borsa. ‘E’ il cinismo della finanza’”, così cinismo tollerabile si sta forse consumando, però, la commenta il Corriere della Sera dell’8 agosto crisi più dura mai affrontata sin’ora da un modello (e all’indomani della tragica morte dell’imprendito- dalla sua interpretazione) che nasce da lontano, ma re Andrea Pininfarina e a margine del rialzo del che ora può essere arrivata al suo punto più alto es20% delle azioni della Società con cui il mercato sendo colma la misura. Sono in molti infatti a sosteha “accolto” la drammatica notizia. C’è però una nere, con differenti argomentazioni e da diversi punspiegazione razionale scrive Giacomo Ferrari, ti di vista, che questa forma di capitalismo abbia i l’autore del pezzo, che annota: “il mercato non ha giorni o quanto meno “i secoli contati” [Giorgio Rufcuore. E di ogni evento guarda soltanto i risvolti folo, Il capitalismo ha i secoli contati, Eiunaudi, Torino economici…”. Si replica appena dieci giorni più 2008]. Ci viene anche in mente il discorso di Papa tardi con la scomparsa di Franco Sensi, impren- Benedetto XVI sul Molo di Barangaroo a Sidney, il 17 ditore e Presidente della Roma; così scrive sem- luglio scorso, alla festa di accoglienza dei giovani per pre Il Corriere delle Sera il 19 agosto: “Il titolo vola. la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù. RacconLa vedova verso la presidenza” e Luca Valdiserri, sul- tando lo stupore e la meraviglia che ha provato nell’- Lo spillo di Pierluigi Celli* Il congedo Era arrivato il momento del congedo. Avrebbe voluto che ci fosse silenzio. Non si esce di scena strepitando. “Vorrei solo raccomandarvi il mio successore”, disse. Ma con pudore. Ci aveva messo del tempo a prepararlo: non avrebbe voluto fare brutta figura, ecco tutto. Gli risposero che ci sarebbe stato tempo per decidere. Chi resta ha le sue responsabilità. Chi esce, si dia pace. Se ne è andato con un po’ di amaro. Aver lottato una vita per non sapere chi avrebbe vinto. Ebbe l’impressione di non aver capito. E non riuscì a farsene una ragione. *Direttore Generale LUISS Guido Carli ammirare tutte le belle cose viste durante il viaggio che lo ha portato in Australia, Benedetto XVI non può non ricordare però come la terra sia segnata anche da “ferite” e come si scopra, riflettendo, “che non soltanto l’ambiente naturale, ma anche quello sociale…ha le sue cicatrici; ferite che stanno ad indicare che qualche cosa non è a posto”. Ci fa ben sperare allora che le valutazioni provenienti da molti ambiti della politica e dell’economia, della filosofia, della scienza e degli studi sociali -pur con argomentazioni diverse- sembrano condividere sempre più questa analisi, manifestando l’urgenza di cambiare rotta e la necessità di adottare paradigmi di sviluppo diversi che mettano al centro una credibile antropologia anche nei luoghi di lavoro e nel business management. Sono in molti a crederci; anche tra gli storici. La testimonianza di Aldo Schiavone offertaci nel suo ultimo libro ne è una prova autorevole e molto significativa [Storia e destino, Einaudi, 2007]. E molti imprenditori ed altrettanti manager, senza farsi troppo avvolgere dalla luce e dalla risonanza mediatica, lavorano in questa direzione con collaboratori, comunità locali, clienti e fornitori. L’allenamento è molto duro e i record da superare davvero sfidanti! Ma c’è molta determinazione, almeno così ci pare. Pagina 2 Persone A colloquio con Marco Giovannini Dopo una laurea in Ingegneria Nucleare e Meccanica, Marco Giovannini ha ricoperto incarichi di rilievo in Italia e all’estero, e da ventisei anni lavora nel campo dell’imballaggio. Negli ultimi dieci anni è l’azionista industriale di riferimento, AD e Presidente del Gruppo Guala Closures, multinazionale alessandrina tra i leader della produzione mondiale di chiusure per le bevande alcoliche, bibite ed i mercati dell’olio. In questi momenti difficili per i mercati finanziari ed industriali, ci ha illustrato i suoi quattro “pilastri guida” per avere successo. Solida cultura di base “È importante avere una solida cultura di base. Si può averla nell’area tecnica, in quella commerciale o in quella finanziaria, e questo dipende Processi Il cambiamento del modello di governance nel settore ICT Occupandoci di cambiamento organizzativo e tecnologico abbiamo voluto riportare la significativa testimonianza di un interprete di successo nella gestione del cambiamento nel settore Information and Communication Technology (ICT). Gianni Rossi, che per oltre 30 anni è stato Business Technology Director in primarie aziende multinazionali (Abbott, Fisons, Pfizer), ha governato processi di cambiamento interpretando differenti modelli e contesti, ci racconta la sua prospettiva. D.Come è mutato il modello di gestione del cambiamento nel settore ICT nel corso del tempo? R. Volendo dare una lettura sintetica dell’evoluzione dei modelli di governance negli anni 70 ed 80 l’approccio ha seguito schemi fortemente gerarchici, guidati centralmente dai grandi investimenti in strumenti ed infrastrutture, a supporto dei processi produttivi e di gestione economicofinanziaria: le competenze disponibili erano tutte interne e le conoscenze tecniche si fondevano a quelle relative A CURA DI FABIO MONDINI DE FOCATIIS moltissimo dalle proprie caratteri- Accettare il sacrificio stiche e su come si imposta il pro- Un altro pilastro riguarda strettaprio futuro.” mente la nostra natura umana: Ognuno di noi deve seguire la pro- bisogna essere pronti ad accettare il pria tendenza ed il persacrificio. “Questo corso può essere molto può assumere didiverso, ma bisogna preverse forme: camdiligere la costruzione di biare paese ogni una solida preparazione due anni, ripartenrispetto ad un arricchido da zero con le mento rapido. È difficile proprie amicizie, scegliere a priori il proandare a lavorare in prio bilanciamento tra le un cantiere per tre componenti tecniche ed anni, dover sopportare il proprio capo, interpersonali ma il nostro percorso deve covivere soffrendo il Marco Giovannini munque portare all’accaldo, il freddo o le AD e Presidente del quisizione di una propria zanzare”. Gruppo Guala Closures cultura che abbia delle Ma per avere sucspecificità richieste dal cesso vi sono cose che bisogna impamercato. Marco Giovannini ci dà anche degli esempi in fa- rare sul campo, estremamente diffimiglia: un figlio è un generalista per cili da comprendere a pieno a scuoeccellenza, fortemente orientato al la o seduti in ufficio. “Molte persoproblem solving, un altro sin da ne, appena uscite dal MBA, vogliobambino si è dedicato a costruirsi il no subito fare il direttore generale, proprio computer, successivamente ma la migliore partenza è quella il proprio sistema software ed ha socratica”. L’umiltà continua ad continuato in uno specifico ambito. essere la caratteristica personale più difficile da inculcare. Voglia del confronto “La vera traduzione del termine internazionalizzazione dovrebbe essere voglia di confronto”. Una continua spinta interna a voler capire come si comportano gli altri, le differenze tra le persone ed ad identificare le risorse migliori, con un incessante attenzione alla capacità di risoluzione dei problemi”. La voglia di confronto deve essere non solo a livello personale ma anche di processi, tecnici commerciali e finanziari. Fortuna Molti dei fattori che influenzano le nostre attività non dipendono da noi, ma quello che alla fine conta è il risultato. “Gli antenati dicevano che la fortuna aiuta gli audaci, ma io concordo con Napoleone: non voglio i generali bravi, ma quelli fortunati. Avevo 60-65 stabilimenti in una vasta area e mi sono trovato di fronte a degli ottimi tecnici. Una volta avevo un ingegnere francese bravissimo, che gestiva una fabbrica in Ungheria, ma sono stato costretto a mandarlo via perché per tre anni di seguito mi ha mancato il Budget”. A CURA DI ALESSANDRO DI STEFANO ai processi operativi dell’azienda. necessarie solo delle personalizzaAll’aumentare delle necessità di fles- zione dei parametri di funzionasibilità e rapidità operativa, propria mento, in relazione alle esigenze operative; e dove lo degli anni 80 e sopratsviluppo di codice e’ tutto 90, la delega, o un’eccezione anziche’ la meglio l’Empowerment regola. Quindi non più verso le singole subsidiaesperti di tecnologia, ma ries è stata la parola esperti di organizzaziod’ordine nel settore: ne, capaci di leggere le tutti i paesi hanno riceesigenze interne e travuto ampia autonomia durle in funzionalità nei decisionale ed operativa, sistemi. Infine, dalla fine al fine di garantire il degli anni 90 ai giorni presidio locale dei pronostri, si assiste ad una cessi di cambiamento Gianni Rossi inversione di tendenza, organizzzativo e tecnoSocio fondatore Opera Srl con una forte ripresa logico. La costituzione della centralizzazione, di stabili organizzazioni sia dei processi operatilocali, autonome in tervi che dei sistemi ICT a mini di ampie competenze tecniche e funzionali, ha gene- supporto, con una importante ridurato un cambio di skill set: da com- zione del ruolo dei singoli paesi e pentenze fortemente tecniche, fina- quindi del ICT Manager locale e lizzate alla programmazione e svilup- con un conseguente importante po di applicativi, verso competenze trasferimento di budget ICT da funzionali di analisi e disegno dei livello locale a livello centrale. processi operativi. In questa fase D In questa prospettiva come si iniziano le prime esternalizzazione trasforma, conseguentemente, il dei servizi di scrittura del codice di ruolo dell’ICT Manager? programmazione, non più centrali e sempre più diffusi (commodity); con- Mentre inizialmente (‘70-’80) la seguentemente è diventata critica la competenza tecnologica era sicuragestione delle terze parti. Questa mente distintiva, dalla fine degli ’80 spinta verso profili maggiormente all’inizio del 2000, la competenza funzionali è derivata anche dalla com- diventa gestionale per mezzo della parsa degli ERP (enterprise resources forte delega: in termini di analisi e planning) che incorporano il software segmentazione della domanda inin modo innovativo e su cui sono terna, scouting delle soluzioni e delle skills, accordi con terze parti, competizione con la linea manageriale nella ricerca di vendor e soluzioni, progettazione, pianificazione e monitoraggio dei progetti, negoziazione interna, etc. L’attuale trend vede invece una centralizzazione delle decisioni e delle competenze, mentre localmente viene richiesta l’esecuzione efficiente ed efficace dei progetti. Oggi le competenze di pianificazione e comunicazione sono essenziali per un ICT Manager: da un lato gli impatti locali e le conseguenti esigenze di supporto possono essere intercettate da una buona pianificazione di dettaglio; dall’altro la presenza nei contesti sovrannazionali in cui vengono operate le scelte consente di interpretare e negoziare al meglio i risultati attesi dai programmi di implementazione. Il ruolo attuale di terminale locale delle strategie ICT sovranazionali viene giocato da ottimi comunicatori / negoziatori interni, con una marcata capacità operativa in grado di mediare tra le esigenze divergenti di centro e periferia. D. Vede una ciclicità tra centralizzazione e localizzazione? Vedo difficile una nuova inversione di tendenza. Le sinergie tecnologiche e di competenza che si sono ottenute per i grandi gruppi sono troppo significative per ipotizzare un’inversione. Inoltre la standardizzazione dei processi operativi consente attualmente una più semplice gestione centrale; cosa che oramai sta avvenendo in modo massivo e pervasivo. Professioni Pagina 3 A CURA DI VALENTINA CASTELLO Le nuove professioni tra tecnologia, creatività e metaversi Come ogni anno, la Harvard Business Review propone una selezione delle idee che avranno un impatto sul mondo del business. Nell’ambito delle proposte per il 2008 (dall’economia peer to peer, alla lobbying socialmente responsabile agli ambienti di lavoro brain friendly), più di una focalizza le caratteristiche della forza lavoro del ventunesimo secolo in termini di virtualizzazione delle competenze e delle reti, di creatività, di impatto delle tecnologie collaborative e del social networking, Tutte correlate alle aspettative ed alle caratteristiche dei lavoratori della generazione Y (i nati fra il 1982 e il 1993), porzione significativa della popolazione lavorativa nei prossimi anni. Generazione digitale, si caratterizza per un’elevatissima propensione alla tecnologia ed alla partecipazione attiva a communities ed ambienti (di gioco ma anche di apprendimento) virtuali; per un’elevata capacità di orientamento (e valorizzazione) nel complesso sistema dell’informazione on line; per approcci e modelli cognitivi comportamentali creativi, non legati alla razionalità sequenziale. Non a caso, rappresentano il target privilegiato dalle più grandi aziende che operano nel settore della comunicazione, della tecnologia, della moda, dell'entertainment. Promuovere le creatività significa agire a diversi livelli. In primo luogo, significa sviluppare, a tutti i livelli del sistema educativo e professionale le competenze di base e trasversali che consentono un continuo rinnovamento del sistema professionale. In secondo luogo, significa, implementare modelli organizzativi e sociali all’interno dei contesti lavorativi che favoriscano lo scambio e la costruzione comune di valori e competenze, oltre che un orientamento diffuso e positivo al cambiamento ed al rinnovamento. Significa, infine, ripensare il sistema che regola le dinamiche del mercato del lavoro, in modo da non trasferire sui lavoratori il rischio della dinamicità competitiva ed economica. Le loro aspettative vanno oltre la stabilità del posto di lavoro verso opportunità di carriera e di crescita professionale. Promuovere la creatività significa sia creare le precondizioni per una piena valorizzazione delle potenzialità degli individui nei contesti lavorativi e per la definizione di percorsi di sviluppo flessibili, che incentivino la mobilità e che siano motivanti sul piano economico ed autorealizzativo. Politiche del Lavoro A CURA DI MARIO DE GENNARO Alitalia: nuovo o vecchio modello di relazioni industriali? Che sia la Thacher o Regan il modello ispiratore del Governo nella nuova stagione delle Relazioni Industriali inaugurata con la vicenda Alitalia non è dato saperlo. Certo è che il piglio assunto nella gestione della spinosa querelle della compagnia di bandiera si insinua nel solco di un decisionismo cui, in particolare le OO.SS. del Settore Trasporto e dei servizi pubblici essenziali più in generale, non erano e non sono abituate. In effetti, è proprio nei comparti -dove la Legge 146/90 era intervenuta (o doveva intervenire) a contemperare le esigenze dell’utenza/clientela con le pur legittime istanze rivendicative- che la stagione dei conflitti ha assunto negli ultimi anni forme di “balcanizzazione” estrema, arrivando in alcuni casi ad epi- sodi di guerriglia urbana o autostradale. Sono nella memoria di tutti sia la vertenza degli autoferrotranvieri finita con una tranche di aumento contrattuale ancora oggi finanziata con parte delle accise sulla benzina, sia il Tir selvaggio che aveva brutalmente piegato il governo Prodi. Il nuovo approccio governativo sembra aprire spiragli di un sistema di relazioni industriali diverse e meno propense al compromesso, ma al tempo stesso capaci di evitare escalation estreme che, coniugate con situazioni ormai da anni in cerca di una soluzione, potrebbero trovare ulteriore declinazione, dopo la pionieristica Alitalia, in Tirrenia, Ferrovie, Rai e via dicendo. UIL e UGL e con la stessa CGIL che, costretta finalmente a fare i conti con le due anime che la caratterizzano, dovrebbe scegliere il suo ruolo e la sua dimensione per il suo futuro. L’effetto potrebbe essere un contingentamento sempre più spinto delle aree di azione e di “sopravvivenza” dei sindacati autonomi, e, di converso, da ciò potrebbe scaturire la ripresa di confronti più costruttivi con CISL, Se non si è disposti a questo meglio lasciar perdere. Peccato che non possiamo più permettercelo. Ovviamente questo richiederà la disponibilità del Governo e del Paese ad affrontare una fase di conflitto necessario, ma che potrebbe essere catartico per riprendere il cammino della crescita. E questo significa, per tornare alla vicenda Alitalia, che chi gestirà nei prossimi mesi quello che nascerà dalle sue ceneri dovrà essere pronto a respingere un tentativo di revangismo sindacale che colpirà nei momenti di maggiore vulnerabilità del business. Pagina 4 People manager A cura di Alessandro Cortesi L’arte della mediazione Prendete un ente pubblico nato nel 1905 con 18 società partecipate impegnate in diverse attività, aggiungete oltre diecimila dipendenti e condite il tutto con la responsabilità di gestire 1.200.000 soci con un parco circolante di 34 milioni di veicoli tramite un sistema informatizzato. Ora pensate a come organizzare le trattative sindacali di questo colosso statale. Se vi vengono i brividi al solo pensare di riuscire a trovare il bandolo della matassa, rincuoratevi pure perché al momento questo è il lavoro di Pierluigi Ventura. Pierluigi Ventura, oggi direttore delle Risorse Umane in ACI è, ad oggi, tra i maggiori esperti di contrattazione sindacale in Italia. La negoziazione integrativa è certamente una delle migliori espressioni dell’arte della mediazione. Questo perché in un negoziato “a somma variabile” si deve vincere sempre in due. Come dice lo stesso Ventura, in una trattativa sindacale “gli attori in gioco si conoscono, non cercano una “vittoria” ma un valore aggiunto per en- A cura di Roberto Cardinali Motivazione batte mezzi 4-0 “Perché esiste un capo del personale? Per valorizzare le persone in gamba”. Si racchiude in queste semplici parole il senso di una carriera percorsa nelle principali aziende italiane dei servizi: Italgas, Wind ed Enel. Ed è nella prima di queste che Guido Stratta, Responsabile Personale e Organizzazione di ENEL Energia Divisione Mercato, ha iniziato la sua gavetta. Un sentiero di crescita continua segnato da un’unica parola d’or- trambe le parti [..] I negoziati du- chio “Le interessa la danza signorano nel tempo perciò spesso si rina?” ricevendo come risposta un rinuncia ai risultati a breve termi- secco “Sparisci sgorbio” ed alla ne in favore di obiettivi di lungo domanda degli amici su cosa queperiodo”. sta le avesse risposto egli riportaAlla trattativa formale si aggiunge, va placidamente un “dice che è un sempre nel pieno rispetto del me- po’ stanca”. todo e dei ruoli, quella informale, C’è da mediare, smussare, ammorfatta di battute scambiate alla bidire e per svolgere in maniera macchinetta del caffè, di idee par- efficace questo compito è necestorite di fronte sario possedere una ad un tramezziincredibile capacità no o di interessi di ascolto. Non a difesi durante caso la capacità di una pausa pranascolto è sempre di zo. Ciò che ne più uno degli aspetti deriva è un arricmaggiormente ricerchimento del cati in un direttore contenuto del delle Risorse Umatesto dell’accorne. do, certo, ma Nel sistema statale, soprattutto un tiene a sottolineare Pierluigi Ventura grande arricchipiù volte Pierluigi Direttore Risorse Umane ACI mento umano Ventura, le risorse delle persone economiche sono coinvolte. certe e predefinite La negoziazione integrativa è una perciò la contrattazione si articodelle migliori espressioni dell’arte la più sugli aspetti qualitativi e della mediazione, dicevamo, anche normativi che non nel “Vogliamo perché le prime divergenze di ve- più soldi!” della trattativa con un’adute e le relative necessità di ri- zienda privata. conciliarle, sono quelle interne alla Quando si parla di Pubblica Ampropria compagine. La mediazione ministrazione nel mondo compeall’interno delle proprie fila per titivo odierno si pensa ad un giarrivare ad una posizione comune gantesco elefante impegnato a da presentare alla controparte, districarsi tra le mensole e gli cita scherzosamente Ventura, scaffali di una cristalleria. ricorda un po’ il Woody Allen di Questa iperbole risulta tanto più “Provaci ancora Sam”. Questi avvi- vera nel momento in cui il neocinandosi ad una bella ragazza in ministro della Funzione Pubblica discoteca le sussurrava all’orec- Renato Brunetta dice che “[...] La pubblica amministrazione e' una palla al piede e il 95% degli Italiani e' con me”. La scarsità delle risorse a disposizione di un’azienda pubblica genera una scarsa capacità di incentivare con la parte variabile della retribuzione e questo porta a pochi elementi di innovazione. Se inoltre poca innovazione conduce a poche risorse va da sé che il rischio di cadere in un circolo vizioso diventa assai alto. Eppure l’ACI produce risultati eccellenti ed insieme al gruppo Poste Italiane, di cui guarda caso Ventura faceva parte fino a poco tempo fa, è una delle pietre miliari del comparto pubblico italiano. Uno dei problemi della pubblica amministrazione, chiosa Ventura “è un principio del cambiamento Gattopardesco. D’altronde è difficile chiedere la premiazione del merito quando risulta terribilmente arduo licenziare perfino chi viene colto a rubare”. Per una soluzione al tema della meritocrazia nel comparto pubblico lasciamo la palla al Ministro Brunetta. Nel frattempo la patata bollente del dover continuare a tirar fuori dalle trattative sindacali il meglio del settore pubblico italiano rimane nelle mani di persone come Luigi Ventura. dine: “stare in mezzo alle proprie ne di un team motivato che perpersone”. Ogni azienda infatti può segue gli obiettivi assegnati. “Perché si vince esternalizzare le procollettivamente o prie attività, anche nell’ambito della gesi perde indivistione delle risorse dualmente”. La umane, “ma non può porsfida più grantare fuori la conoscenza dei de è però quelcollaboratori; perché diela di “non avere tro ogni persona ci sono la squadra dei sentimenti, emozioni, capamigliori, ma una cità.” squadra vincente Ed è la diversità di con gente normaqueste componenti a le”. Si raggiunGuido Stratta decretare il successo di Responsabile Personale e gono davvero i una squadra: solo la Organizzazione risultati quanENEL Energia comprensione delle do si ha la Divisione Mercato differenze attraverso il “visibilità della dialogo, l’abbandono di squadra invisibi“soluzioni precostituite, il le”, quando lavoro per competenze e non per indi- tutti concorrono al successo vidualità” e la creazione di una dell’impresa. “partitura”, che guida le azioni del Un direttore del personale sa gruppo, portano alla costituzio- poi interpretare gli eventi, “leggere la partita, capire cosa succede, allinearsi davanti ad una varianza, mettendosi sempre in discussione.” Per questo è necessario simulare sempre scenari critici per saper affrontare le continue e molteplici sfide del mercato. Un direttore del personale sa valorizzare “l’assertività”, sviluppando la capacità personale e dei propri collaboratori di mediare davanti ad una problematica. Un direttore del personale sa coinvolgere i sindacati, creando “tavoli allargati”. Un direttore del personale è “trainer, psicologo, economista, negoziatore, studioso e capace di appassionarsi.” Segreti, da “idealista”, per motivare. E vincere. Pagina 5 Personal skill La gestione per obiettivi: fu vero cambiamento? di Laura Borgogni La gestione per obiettivi sembra entrata ormai nelle nostre organizzazioni. I capi si trovano sempre più spesso ad assegnare obiettivi ai loro collaboratori ed essi, a loro volta, si trovano a veder scandito il loro lavoro verso mete prefissate. Ma ad un esame attento non sempre queste ultime sono dei veri obiettivi, non sempre al sistema per obiettivi corrisponde un vero e proprio sistema di gestione, non sempre le persone sanno identificare e condividere gli obiettivi e farne una propria modalità di lavoro. Tutto ciò, almeno nel nostro paese, è reso più complicato dal fatto che l’introduzione del classico MBO è stata interpretata spesso come esclusivamente L’efficacia personale nei processi di selezione e valutazione di Chiara Consiglio L’efficacia personale, ossia la convinzione personale di possedere le capacità per agire con successo nelle situazioni più rilevanti della vita, è, secondo la più recente letteratura scientifica internazionale di matrice cognitivista, una delle dimensioni psicologiche che meglio riescono a prevedere una prestazione di successo, nel contesto lavorativo come in altri ambiti. Tale caratteristica rappresenta una dimensione individuale tangibile e altamente specifica rispetto ai diversi ambiti di azione della persona e che può essere rafforzata attraverso strategie mirate e facilmente applicabili nelle organizzazioni. Di qui l’importanza di avere a associata ad un sistema di ricompense economiche o come una ripartizione di obiettivi organizzativi generali, tralasciando l’impatto che l’assegnazione ed il lavoro per obiettivi hanno sulla motivazione individuale e nei processi di gestione della relazione capo-collaboratore. Quando parlo di goal setting (Locke e Latham, 2006), una metodologia avanzata in questo ambito, è ricorrente infatti tra i miei interlocutori l’associazione immediata agli incentivi, giustificando l’impossibilità di applicarlo laddove non ci siano disponibilità economiche. In realtà il goal setting nasce in maniera indipendente dal sistema di incentivi, mentre è strettamente connesso con i meccanismi psicologici che orientano e sostengono la prestazione. Avere un obiettivo significa avere una meta da raggiungere, cercare in autonomia la strada più adatta per arrivare ad esso, mettendosi alla prova e rischiando in prima persona. A patto di A CURA DI LAURA BORGOGNI averlo prima condiviso. Questa modalità di gestione per obiettivi è l’espressione massima della delega con cui il capo individua per il collaboratore le mete da raggiungere e le condivide, lasciandogli piena libertà nella scelta di piste, strategie e risorse per poterle raggiungere. Per il collaboratore significa andare senza paracadute, esporsi in prima persona, ma è anche l’esercizio delle proprie abilità, la ricerca del percorso migliore, la possibilità di crescita. In questa accezione la gestione per obiettivi è associata dunque al pensare strategico, è l’espressione della propria individualità, della capacità realizzativa e anche, per chi assegna goal, di aver saputo riconoscere le potenzialità del collaboratore ed il margine entro il quale può muoversi con un senso di sfida perseguibile. Non è facile passare da una cultura del compito ad una per obiettivi, e ovviamente non basta introdurre nelle schede di valutazione la voce “obiettivi”! Si tratta di un cambiamento sostanziale delle modalità gestionali consuete, che promuove nei capi lo sviluppo delle capacità di gestire questi processi di delega e nei collaboratori il rafforzamento delle capacità professionali e, come alcuni moderni autori sostengono, l’aumento della motivazione. La gestione per obiettivi rappresenta una rivoluzione epocale nella gestione delle persone. Pensate che la sperimentazione del goal setting a livello internazionale, con oltre 40.000 persone, ha evidenziato un incremento significativo della prestazione resa. Sarebbe molto interessante replicare questi studi anche in Italia, fino ad oggi restia a raccogliere dati di questo genere, in modo da contestualizzare la metodologia alle specificità del nostro contesto. disposizione metodologie e ziale, riguardano attività che la strumenti in grado di rilevare persona ad oggi non svolge, tale caratteristica in modo pre- come può quest’ultima espriciso e affidabile all’interno dei mere un’attendibile e realistica processi di selezione e valuta- convinzione di avere le capacità per gestire situazioni che zione del poancora non ha sperimentenziale. tato? Infatti, il graIl secondo è invece di do di efficacia carattere metodologico: i personale questionari di rilevazione rispetto a dell’efficacia personale specifiche possono risentire dell’efattività, che fetto della “desiderabilità caratterizzasociale” (la tendenza a no il futuro presentarsi migliorando ruolo organizChiara Consiglio le proprie caratteristizativo in un Docente Università La Sapienza che), in quanto chiedono determinato direttamente alla persona contesto, ci dà di descrivere quanto si informazioni sulle potenzialità della persona sente efficace in una serie di di esprimere una prestazione di situazioni specifiche. Come ovviare a tale effetto, amplificasuccesso in quel ruolo. Pur essendo una dimensione to dal setting valutativo? Infine cruciale da valutare nei contesti è possibile rilevare l’efficacia organizzativi, la sua misurazio- personale, oltre che attraverso i ne a prima vista sembra aprire questionari autodescrittivi, tramite altri strumenti, come alcuni interrogativi. Il primo è di carattere concet- colloqui o assessment center? tuale: se l’efficacia personale è Una possibile soluzione per ancorata a comportamenti spe- sciogliere questi interrogativi cifici, che, nel caso della selezio- sta nell’ampliare il campo d’inne e della valutazione del poten- dagine dal grado di efficacia personale percepito all’analisi delle capacità che, come dice lo stesso Bandura, sono alla base di tale caratteristica: le capacità di “simbolizzazione” (dare significato alle esperienze), di “anticipazione” (prefigurare scenari futuri), di autoregolazione (regolare i propri comportamenti) e di autoriflessione (analizzare i propri processi di pensiero). Queste capacità latenti, che possono essere indagate sia attraverso questionari che con l’impiego di domande o esercizi appositamente messi a punto, costituiscono al contempo anche il punto di partenza per promuovere lo sviluppo di tale caratteristica. Tale ambito, sebbene ancora agli inizi, appare un terreno molto promettente e particolarmente fertile, perché capace di realizzare quel delicato connubio tra le più recenti acquisizioni scientifiche della psicologia e le esigenze e le pratiche della valutazione delle persone nelle organizzazioni. Progetti A CURA DI SILVIA PROFILI L’equazione vincente: crescita delle Persone = crescita dell’Organizzazione e viceversa alla crescita dell’Organizzazione. La creazione e la corretta e trasparente implementazione di un valido ed efficace programma di Valutazione delle Performace è alla base della politica di management di Silvia Fenu per ogni organizzazione di successo. La valutazione delle performance è uno strumento che favorisce il proFondata nel 1888 a Chicago, Abbott cesso di comunicaziosi posiziona oggi tra le prime società far- ne di integrazione tra maceutiche a livello mondiale e, con oltre organizzazione e per60.000 dipendenti, commercializza i suoi sone. prodotti in più di 130 paesi nel mondo. All’interno di Abbott Italia, presente sul questo processo, mercato italiano da circa 50 il ruolo del anni, è tra le principali affiManager è di liate a livello mondiale. Qui fondamentale operano circa 2.000 dipenimportanza. E’ la denti suddivisi principalfigura “centrale” mente nelle due sedi di del cambiamenSilvia Fenu Roma, Campoverde di ATraining and Development to, colui che individua le necesprilia in provincia di Latina, Specialist, sità e bisogni dei suoi collaboraoltre ad alla presenza sul Human Resources Dept. tori e che definisce per ognuno territorio nazionale per di loro il Piano di crescita necesl’informazione scientifica. sario a supportarne lo sviluppo professionale nel corso dell’anno e, più in generale, della sua vita aziendale. In Abbott le Persone sono conside- Per supportare questo modello, l’Arate il fattore strategico di crescita e la zienda ha sviluppato uno strumento chiave fondamentale per il successo dell’- di gestione del personale denominato organizzazione. La Direzione Risorse U- Performance Excellence (PEx), utilizmane ha il compito di valorizzare le perso- zato per definire e valutare il raggiunne, garantendo un servizio qualitativa- gimento degli obiettivi, le competenze mente eccellente ed efficiente a ciascun organizzative e le core job responsabilidipendente e all’organizzazione nel com- ties di ciscun dipendente. Il PEx è caplesso, in un’ottica di business ratterizzato da momenti di incontro partnership. formale tra capo e collaboratore a iniL’obiettivo strategico è quello di garantire zio e fine anno, nei quali vengono ela crescita della Persona congiuntamente splicitati gli interessi di carriera e le aspettative del collaHR Strategy boratore, oltre Leading Our ai suoi punti di Listen People Beyond forza e alle aree • Performance Excellence di sviluppo e • Trust and Our Empowerment • People Development crescita, e da People • Communication diversi momen• Processes Evolution ti di confronto e feedback durante tutto il Tools/KPI periodo, che hanno lo scopo • Support to Change di verificare lo Management scostamento della performance rispetto ai risultati atteChap. II - Managing and Leading People February, 27 2008 Company Confidential © 2008 Abbott 7 Pagina 6 si. La definizione di obiettivi chiari e condivisi e l’identificazione delle aree di sviluppo professionale consentono di allineare le azioni da intraprendere con i valori strategici di Abbott, garantendo un forte senso di realizzazione e commitment quando i risultati vengono raggiunti. Lo sviluppo delle capacità manageriali, relazionali e comunicative sono supportate da strumenti formativi e tool avanzati. L’obiettivo principale della formazione aziendale è quello di sviluppare la capacità manageriale di gestire la complessità e il cambiamento, supportare la crescita e l’efficacia organizzativa oltre a valorizzare i talenti individuali, attraverso la pianificazione di percorsi di sviluppo integrati e personalizzati, in linea con i Valori e con le priorità aziendali. Il Management e la Direzione Risorse Umane collaborano insieme nell’individuazione delle esigenze formative e nella progettazione del piano di formazione individuale e di Team. Lo strumento di base per delineare i programmi di formazione continua è il Catalogo di Formazione Aziendale, che fornisce numerosi programmi formativi tesi ad allineare e costruire la cultura aziendale e a sviluppare le principali skill manageriali, relazionali e gestionali. Accanto alla formazione in aula, i percorsi formativi prevedono sistemi di apprendimento alternativi ed integrati, quali ad esempio: - programmi “outdoor” che utilizzano metodologie di action learning, che permettono di riprodurre metaforicamente azioni e processi aziendali, al fine di acquisire e rafforzare specifiche competenze comportamentali, sviluppare l’intelligenza emotiva e le potenzialità, oltre a accrescere un forte spirito di squadra; - programmi di e-learning per garantire continuità alle attività formative; - programmi interattivi attraverso l’utilizzo di tecnologie multimediali e l’attivazione diretta dei dipendenti; - sessioni di coaching, attività di tutoring e mentoring; - programmi full immersion ed intensivi per particolari ruoli e figure professionali, ad alto potenziale o che in breve tempo Pagina 7 Progetti devono raggiungere determinati livelli di conoscenze e competenze; - programmi tailor made pensati e disegnati per le specifiche esigenze dell’Azienda creati dalla stretta partnership con Università di prestigio quali ad esempio la LUISS Business School. Alla base della strategia di gestione delle risorse umane di Abbott è la convinzione che la varietà, interattività e la soddisfazione dei tool formativi suscitino e CONTINUA... alimentino la motivazione, la quale a sua volta rende possibile un apprendimento maggiormente efficace. Dalla motivazione del singolo e dagli ottimi rapporti interpersonali deriva la “salute” aziendale. Si riduce il tournover, si realizza la fidelizzazione del management e dei dipendenti, si rafforza il commitment, si sostiene un approccio proattivo ed innovativo alle nuove sfide presenti e future. Il sistema Performance Excellence di Abbott Prospettive organizzative A CURA DI ALESSIA SAMMARRA La gestione delle risorse umane approda sull’universo virtuale di Second Life All’inizio sembrava solo un gioco per chi desiderava inventarsi una seconda identità virtuale e vivere una vita parallela a quella reale. Eppure, in pochi anni, Second Life si è trasformata in una vera e propria società, fin troppo simile a quella reale. La scelta degli inventori di Second Life di attribuire agli utenti la proprietà intellettuale degli oggetti o dei servizi virtuali creati ha consentito la nascita di una vera economia integrata, dotata di una propria moneta, in cui è possibile realizzare investimenti e transazioni economiche, creare un proprio business, dar vita a progetti imprenditoriali. E così che Second Life è diventata anche e soprattutto un fenomeno economico, come testimoniano i diversi articoli che importanti giornali finanziari hanno dedicato all’universo virtuale creato nel 2003 dalla società americana Linden Lab. L’opportunità non è passata inosservata al mondo corporate e sono ormai numerose le aziende in Italia e all’estero che hanno deciso di investire in Second Life. Il fenomeno non è limitato alle aziende ICT (ad es. IBM, Microsoft, Sun Microsystems). Dal settore consumer goods all’editoria, dall’immobiliare al credito sono tante le aziende note e meno note che hanno deciso di essere presenti in Second Life. La possibilità di sfruttare la realtà virtuale per svolgere in modo innovativo attività aziendali “reali” non riguarda solo il marketing e branding. Anche il mondo HR non ha tardato a riconoscere in Second Life l’opportunità per realizzare in modo efficace e, spesso anche più efficiente, alcune importanti attività di people management. In un articolo apparso sul Los Angels Times, Alana Samuels citava la scelta di Sun Microsystems di destinare ben cinque delle sette isole possedute su Second Life ad uso esclusivo dei propri dipendenti per la partecipazione a sessioni di formazione e meeting aziendali. L’efficacia delle attività formative realizzate nel mondo virtuale di Second Life sembrerebbe trovare conferma nella recente sperimentazione di alcuni atenei americani che hanno deciso di ricreare su Second Life i loro campus in modo da permettere agli studenti di interagire in tempo reale e rendere ancora più coinvolgente la partecipazione nell’apprendimento vir- tuale. Ma le potenzialità di Second Life per il mondo HR non si limitano all’area della formazione e della comunicazione interna. Un altro esempio interessante riguarda la recente esperienza della banca italiana BNL (ora BNP Paribas) che ha utilizzato Second Life per reclutare profili legati al mondo dell'informatica, con un avatar che conduceva il primo colloquio nel café virtuale inaugurato dall’azienda. Una ricerca sul mondo virtuale che in solo pochi giorni ha portato al vaglio di 400 candidature consentendo, allo stesso tempo, di comunicare ai potenziali candidati l’immagine di un’azienda attenta alla tecnologia anche in un settore che il pubblico tende a percepire come poco innovativo. In che misura tali esperienze anticipino quello che potrebbe diventare il futuro delle organizzazioni non è facile da prevedere. Sicuramente, accanto alla possibilità di elaborare nuovi modelli di business, queste sperimentazioni ampliano le dimensioni dello spazio organizzativo rendendo potenzialmente possibili nuove forme di partecipazione organizzativa. Prossimità Ahi, ahi mi fa male il web 2.0 Le applicazioni web 2.0 possono facilitare la collaborazione e lo sviluppo dell’intelligenza collettiva e, per questo, sono sempre più utilizzate in azienda. Nel sito di MIT World (l’open directory del MIT) trovate i materiali di un panel su “collaborazione ed intelligenza organizzativa”, con gli interventi di Patrick J. McGovern, direttore del “MIT center for collective intelligence”, e del “Chief Tecnology Officer” di Linden Lab, l’azienda che ha creato http:// “Second Life” (vedi mitworld.mit.edu/video/467/ ). Gli strumenti web 2.0 possono essere utilizzati anche per facilitare lo sviluppo del capitale umano e la comunicazione interna (vedi F. A CURA DI FABRIZIO MAIMONE Maimone, Dalla rete al silos. Modelli e strumenti per comunicare e gestire la conoscenza nelle organizzazioni flessibili, Angeli). Tant’è che si parla di “comunicazione organizzativa 2.0”, per definire la nuova frontiera della comunicazione nelle imprese. Attenzione! Questi strumenti funzionano quando sono gestiti efficacemente e trovano un ambiente adatto per lo sviluppo dei processi di intelligenza collettiva. La tecnologia è uno strumento, non un fine. Alcuni consigli per usare gli strumenti web 2.0 in azienda: - Utilizzare lo strumento giusto per la cultura della propria azienda. Il blog, per esempio, può essere usato per creare un canale tra alta direzione e personale, anche in una azienda gerarchica (ma aperta al dialogo). Le community, invece, hanno bisogno di un contesto aziendale che incentivi la partecipazione dei dipendenti ai processi decisionali. - Scegliere lo strumento più adeguato agli obiettivi da raggiungere ed alle Press Benessere e malessere nelle organizzazioni La pausa estiva rappresenta in genere un’occasione di riposo e di rilassamento, i cui benefici al rientro in azienda sono tanto più effimeri tanto più critico è il vissuto che la persona ha nel suo ambiente di lavoro. Ansia, pressione, stress sono tutti aspetti che sempre più accompagnano la vita nelle organizzazioni ed hanno acquistato crescente rilevanza nel dibattito scientifici, come dimostrano i numerosi contributi presentati nella recente conferenza della British Academy of Management (Harrogate, 9 -11 settembre 2008), di cui vi proponiamo i più interessanti. Philip Gibbs e Simon Burnett nel loro articolo partono da una riflessione sul tema del benessere in azienda e sull’evoluzione di questo concetto. Gli autori sottolineano l’importanza di una maggiore chiarezza su tale definizione che in molti studi viene utilizzata per misurare altri concetti quali la soddisfazione o il coinvolgimento emotivo, creando ambiguità nell’interpretazione dei risultati. Gli autori riconoscono agli studi finora condotti il merito di aver messo in evidenza le ripercussioni in termini comportamentali e psicologici dello stress in ambito esigenze specifiche del potenziale target. Il wiki, ad esempio, va bene per condividere e “conservare” la conoscenza esplicita di un gruppo di progetto, ma se volete fare brainstorming, meglio una riunione in cui le persone si possano guardare in faccia! - Curare la motivazione dei potenziali fruitori dello strumento (Chi è il mio target, quali benefici ottiene dalla fruizione dello strumento, cosa posso offrire al mio cliente interno per spingerlo ad utilizzare lo strumento e fidelizzarlo?). - Definire con attenzione i ruoli, i processi e le regole redazionali (persino il wiki, strumento “anarchico” per definizione, ha bisogno del rispetto di alcune regole, per funzionare). - Integrare lo strumento on line con attività in presenza (il virtuale funziona meglio se si prevedono anche dei momenti di incontro “reale”) Pagina 8 - Pianificare la strategia e le azioni di lancio dello strumento in azienda (pop up su intranet, roadshow, evento virtuale, ecc.), informando i potenziali target e promuovendo la partecipazione alla iniziativa. - Formare i potenziali fruitori all’utilizzo dello strumento. Nessuno “nasce imparato” ad apprendere, comunicare e lavorare on line. - Monitorare costantemente i processi e i risultati raggiunti, affinando progressivamente le strategie comunicative e gestionali. Insomma, il web 2.0 non è una formula magica, ma un nuovo approccio alla comunicazione (anche) interna, che richiede una gestione manageriale, al pari degli altri strumenti di comunicazione e people management. A CURA DI LAURA INNOCENTI lavorativo. Tali risultati hanno giormente ad “intossicare” gli accresciuto la consapevolezza da autori evidenziano l’intenzionaliparte delle organizzazioni delle tà, ovvero comportamenti di soconseguenze e degli impatti che praffazione, l’insensibilità, ovvero condizioni di lavoro stressanti la mancanza di empatia, l’incompossono avere sui dipendenti. petenza, ovvero la carenza di skill Come risulta dal loro articolo, nel tecniche o specialistiche, l’infeperiodo deltà, ovvero la 2 0 0 6- 2 0 0 7 mancanza di solo in Gran fedeltà e l’intruBretagna sione, ovvero 13,8 milioni l’invasione della di giornate sfera della vita lavorative privata. Ciò che sono state risulta particoperse per larmente intestress da ressante in lavoro, ansia questo studio è British Academy of Management e depressioche gli autori Annual Conference ni. Si tratta, sostengono che 9-11 September come si può non siano tanto vedere, di le emozioni significative ripercussioni sia per negative scaturite da queste espegli individui che per le organizza- rienze ad essere tossiche quanto zioni. Sempre restando in tema di la loro ripetuta soppressione. È la benessere, o per meglio dire della negazione di queste emozioni che sua mancanza nelle organizzazio- rappresenta il vero veleno per gli ni, Sandra Lawrence e Peter Jor- individui. Quali possono dunque dan propongono una riflessione essere dei rimedi per alleviare il sulle “emozioni tossiche”. La scel- malessere ed accrescere il benesta stessa del termine è di per sé sere nelle organizzazioni? In un significativa poiché richiama altro articolo gli stessi autori inl’esperienza fisica dell’intossica- sieme a Victor Callan individuano zione che avviene quando una nell’attivazione di una rete di sostanza esterna avvelena pro- supporto un’importante risorsa gressivamente l’organismo, fino per fronteggiare situazioni di ad un esito letale. Tra i fattori che disagio nella vita lavorativa. Le in azienda contribuiscono mag- persone nel tentativo di alleviare la sensazione di malessere possono ricercare diverse forme di supporto: una prima modalità è di tipo emotivo che si sostanzia nel cercare ascolto e comprensione; una seconda si esprime attraverso la ricerca di consigli; una terza è di tipo più strumentale attraverso il ricorso ad aiuti concreti, anche economici e, infine, l’ultima modalità è la ricerca di un supporto valutativo che si esprime in indicazioni e feed back alla persona. Possibili fonti di supporto sono identificate sia all’interno, quali supervisori e colleghi, sia all’esterno dell’ambiente di lavoro, quali amici e familiari. La molteplicità delle forme di supporto e delle fonti individuate rappresenta un segnale positivo e suggerisce che sia possibile dare una risposta positiva al malessere nelle organizzazioni, anche se meglio ancora sarebbe non generarlo! Gibbs, P., and Burnett, S. (2008). Wellbeing at work, a new way of doing things? A journey through yesterday, today and tomorrow. British Academy of Management, Harrogate, 9-11 September 2008 Lawrence, S., Jordan, P.J. (2008). What are toxic emotions? British Academy of Management, Harrogate, 9-11 September 2008 Lawrence, S., Jordan, P.J., and Callan, V. (2008) The initial validation of the Support Mobilization for Work Stressors Inventory, British Academy of Management, Harrogate, 9-11 September 2008 Pagina 9 Proposte I Percorsi del A CURA DI SIMONE CAVALLINI -II modulo: Il processo di selezione e inserimento (17-18/10) -III modulo: Performance Organizzazione management (07-08/11) & Human -IV modulo: Knowledge Resources management e formazione (21-22/11) -V modulo: Sviluppo e carriere (1213/12) -VI modulo: Rewarding e compensation (09-10/01) I Percorsi formativi pro- -VII modulo: Le relazioni indugettati e coordinati dal Knowledge striali tra gestione del capitale umano Center Organizzazione & Human e sostenibilità sociale (23-24/01) Resources di LUISS Business School rappresentano la nostra risposta alle diverse aree di fabLe competenbisogno professionale: ze di analisi organizzativa e gestione dei processi di cambiamento ed La gestione e lo evoluzione orgasviluppo del capinizzativa, che costituiscono il tale umano, attraverso la III cuore del nuovo progetto formaedizione del tivo in Sviluppo Organizzativo percorso in & Change Management, dal 22 Human Re- ottobre 2008 al 23 gennaio 2009 sources Management (short we- (I edizione), frequentabile anche singoli moduli ek-end), dal 3 ottobre 2008 al 24 p e r (www.formazionelbs.luiss.it/ gennaio 2009 (III edizione) frequentabile anche per singoli c a t a l o g o / s v i o r c h a n g e / index.aspx moduli ). Per informazioni scrivere a (www.formazionelbs.luiss.it/ Mario Losito [email protected] e catalogo/hrm/index.aspx). Alessia Sammarra asamPer informazioni scrivere a Laura [email protected] o telefonare allo Innocenti [email protected] e 06.85225375-5374. Simone Cavallini [email protected] o telefonare allo 068- -I modulo: Cambiamento organizzativo (22-23/10) 5222264-5375. -II modulo: L’approccio e la meto-I modulo: Allineare persone e strate- dologia di BPR (11-12/11) gie (03-04/10) Knowledge Center processo di certificazione e accreditamento presso l’International Coach Federation (ICF) come Associated Certified Coach (ACC) e come Professional Certified Coach (PCC). Il processo di certificazione e accreditamento richiede oltre alla frequenza di un corso accreditato (come questo Programma) e al superamento dell’esame con Corporate Coach U Italia, la presentazione di due lettere di referenza da parte di Coach certificati, una siGli approcci gnificativa esperienza dio Coae le tecniche ching. utili a favorire lo sviluppo del potenziale individuale, Il Knoweldge Center inoltre che saranno affrontate nella II edizione del progetta e realizza iniziative su percorso in Coaching e Svilup- misura per rispondere agli spepo Personale (formula week-end), cifici bisogni formativi delle dal 6 novembre 2008 - 18 aprile singole organizzazioni, fornen2009 (II edizione) do un supporto ai programmi (www.formazionelbs.luiss.it/ di change management e allo catalogo/coaching/index.aspx) sviluppo organizzativo e garan. Per informazioni scrivere a tendo, al tempo stesso, un utiSilvia Profili [email protected] e lizzo razionale del budget forMaria Rosaria Di Renzo mrdi- mativo dell’azienda. [email protected] o telefonare allo 0685225225-5374. -III modulo: Human Resources Planning e progettazione organizzatiova (07-08/11) -IV modulo: Il Project Management (11-12/12) -V modulo: Le soluzioni ICT a supporto dello sviluppo organizzativo (18-19/12) -VI modulo: Il Change Managemnt: La gestione del cambiamento (2123/01) La frequenza del corso consente di sostenere un esame con Corporate Coach U Italia. Il Diploma e il superamento dell’esame sono il presupposto per accedere al Newsletter a cura del Knowledge Center Organizzazione e Human Resources LUISS Business School CURANO LE PAGINE: Gabriele Gabrielli Fabio Mondini De Focatiis Alessandro Di Stefano Valentina Castello Mario De Gennaro Laura Borgogni Silvia Profili Alessia Sammarra Fabrizio Maimone Laura Innocenti Simone Cavallini LE PERSONE DI QUESTO NUMERO: Docente LUISS Guido Carli Supervisor Knowledge Center Orgnaizzazione e Human Resources LUISS Business School Docente Executive MBA LUISS Business School Docente LUISS Business School Docente Università de L’Aquila Docente LUISS Business School Docente Università La Sapienza e LUISS Business School Docente LUISS Guido Carli e Università Cattolica del Sacro Cuore Docente Università de L’Aquila e LUISS Business School Docente Università LUMSA Docente LUISS Business School Responsabile Formazione LUISS Business School HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Roberto Cardinali Laureato LUISS Alessandro Cortesi Laureato LUISS Chiara Consiglio Silvia Fenu Marco Giovannini Gianni Rossi Guido Stratta Pierluigi Ventura Coordinamento e impaginazione [email protected] [email protected] tel. 06 85.225.374-375 fax. 06 85.225.682
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