Vittorio Corcos Yole Biaggini Moschini, 1904 olio su tela cm
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Vittorio Corcos Yole Biaggini Moschini, 1904 olio su tela cm
Vittorio Corcos Yole Biaggini Moschini, 1904 olio su tela cm 170x110 firmato e datato in basso a destra " V. Corcos/1904" Collezione privata Questo stupefacente ritratto di Yole Biaggini Moschini è stato realizzato da Corcos nel 1904 solamente un anno prima della prematura scomparsa dell'effigiata avvenuta il 21 ottobre del 1905. "Giovane, bella, distintissima, destava ammirazione, rispetto e simpatia in tutti quanti l'avvicinavano" ("Il Giornaletto di Venezia", domenica 22 ottobre 1905 riportato in Per Yole Moschini Biaggini. Nel primo anniversario della morte/21 Ottobre 1906, Bergamo 1906, p. 32) "Era la persona stessa della cortesia, l'affabilità perfetta; ma senza volerlo, senza saperlo, metteva sempre un po' di soggezione; e il Suo parlare, il Suo sorriso, l'atto con cui porgeva la mano faceva l'effetto di un dono ("L'Adriatico", lunedì 23 ottobre 1905 riportato in ibidem, p.15) "Donna d'alto intelletto, si compiaceva adunare nei Suoi salotti gli uomini più chiari nelle scienze, nelle lettere e nella politica [...] Rispettata e ammirata per la non comune bellezza e per quello scintillio e per quella prontezza d'ingegno che recava nella conversazione erano molte le Sue amicizie: Gabriele D'Annunzio, Pietro Mascagni, Ogo Ojetti, Antonio Fogazzaro e molti altri Le erano affettuosamente legati" ("La Libertà", sabato 21 ottobre 1905 riportato in ibidem, p.36). Yole Moschini Biaggini è stata, nei primi anni del Novecento, la donna più importante di Padova. Suo marito Vittorio (Torino 11 aprile 1864- Stra 11 maggio 1940) fu infatti sindaco della città nonché senatore del Regno d'Italia nella XXII legislatura. Ma forse la sua imperitura notorietà deriva dall'essere stata colei che ha ispirato ad Antonio Fogazzaro il personaggio di Jeanne Dessalle ne Piccolo mondo moderno. Fogazzaro aveva conosciuto Yole nell'agosto del 1887 nella piccola stazione climatica di San Bernardino ed era rimastro subito folgorato: "Vi è qui una giovane signora seducentissima colla quale si passano alcune ore ogni giorno. E' assai bella, assai elegante, piena d'ingegno". Colta, affascinante e cosmopolita aveva con "i suoi grandi occhi magnetici" turbato il poeta oltre la sua stessa morte come documenta la lirica Nel cimitero di Padova, dedicata alla sua memoria, nella quale Yole sarebbe stata capace di venire dai "sigillati marmi" per guardarlo ancora "nel più occulto dell'anima". Corcos ci restituisce un'immagine molto sofisticata: Yole è raffigurata in piedi davanti alla ricorrente tenda rosa. Il suo viso è pensoso e il capo è leggermente reclinato. I capelli sono raccolti in un morbido chignon, fermato da una collana di perle che è in pendant con i due giri lunghissimi che porta al collo. Indossa una vaporoso vestito bianco, tutto lavorato in pizzo, con profonda scollatura e stretto in vita da un’ alta fascia in raso. Nella mano destra tiene l'immancabile stola di pelliccia bianca. E' un'opera in cui Corcos mostra un ammaliante virtuosismo soprattutto nella resa dell'abito realizzato con pennelate madreperlacee circolari e a virgola, di diverso spessore, che imitano i fiori e i boccioli di serenella, posti oculatamente al suo fianco.
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