Scarica - Liceo Amedeo di Savoia Duca D`Aosta
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– 2. Sommario Editoriale Attualità 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. «Vogliono essere considerati terroristi globali». L’invasione è verso Est. Il week end è protagonista… ancora! Turchia, una lotta contro il tempo. Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura”. Genny chi? Una storia da non dimenticare: la nostra storia. Musica 11. Playlist estiva che rifiuta la misoginia. Salute&Benessere 13. 14. 15. Sess…solo si sapesse! Insetti, alghe e rock ‘n roll. Ricette: torta fredda al limone! Speciale Maturità 2014 16. La nascita dell’esame di maturità. Duca’s Got Project 18. 19. Una poesia per Martina: la premiazione. Tutte le poesie premiate. Racconti&Poesie 23. Lui 24. Kids again: disegni da colorare 26. Ipse Dixit 27. Giochi -1- – Editoriale. Come vola il tempo! Quest’anno è volato davvero e, mentre la maggior parte di voi è già con un piede nella… piscina, una ristretta fascia di disgraziati è in balia di domande esistenziali come: “Ma le Commissioni quando escono?!”, “Quando #@*%£ faccio la tesina?”, “Perché esiste la matematica??”. Eh già, questi siamo noi, poveri maturandi sull’orlo di una crisi di nervi. Anche se per il momento sono in una fase di rigetto nei confronti del Duca – insomma, anch’io non vedo l’ora di uscire! – credo che mi mancherà. Mi mancherà camminare per i corridoi sperando che non crolli niente, mi mancherà il solito “oh, hai un fazzoletto? Non c’è carta in bagno”, mi mancheranno le bibliotecarie che prima “shh” e poi parlano tra loro (ma vi vogliamo bene lo stesso), mi mancherà dover diventare parte del muro per poter passare nel corridoio delle macchinette durante l’intervallo. È così strano pensare che l’anno prossimo la mia vita sarà molto diversa; certo, è un passaggio normale, ma ho pur sempre vissuto cinque anni della mia vita passando più tempo tra queste mura che a casa mia. È stato un percorso lungo e so per certo che non sono più la ragazzina che il primo giorno di scuola ha visitato una Sala Carmeli foderata di impalcature e più simile a una piccionaia che a una biblioteca. Dopo anni di comoda - e un po’ noiosa – routine, a noi maturandi si apre un nuovo mondo allettante, ma fatto di scelte che influenzeranno in modo significativo il futuro. Prendere la strada giusta non sarà facile; io per prima vedo solo gigantesche incognite e non so dove andrò a parare, per cui cerco di godermi questo ultimo periodo, con tanta ansia e già un po’ di nostalgia. Credo di aver vissuto il mio ultimo anno appieno e ne sono felice; tra tutte le attività a cui ho preso parte immancabilmente c’è questa, il giornalino, la più gratificante. Avevo sfogliato quello fatto da altri, l’avevo visto sparire e riapparire senza un perché, ma non avevo mai pensato di farne parte, né tantomeno di dirigerlo! In ogni caso, sono fiera della mia Redazione, di come ha lavorato finora, e ringrazio tutti, in particolare chi è rimasto fino alla fine; non è stato facile riuscire a pubblicare sei numeri. Non sono ringraziamenti fatti così, tanto perché li devo fare: sono davvero orgogliosa di quello che abbiamo prodotto e spero che l’anno prossimo l’incostante tradizione del giornalino venga mantenuta. Quindi, in conclusione, e questa volta è proprio una conclusione, in tutti i sensi, quello che mi sento di dire è: grazie Duca. Janitor* *Janitor, nella serie tv Scrubs, è l’Inserviente: il suo nome non si scopre fino alla fine e, nonostante non sia in primo piano né per mansione, né come personaggio, contribuisce a rendere l’ospedale un posto, se non più accogliente, almeno più vivace. -2- – Attualità LE TRECENTO RAGAZZE RAPITE SONO IL SALTO DI QUALITÀ DEI BOKO HARAM: «Vogliono essere considerati terroristi globali». Le liceali rapite sono state convertite all'Islam. Lo si apprende da un nuovo video diffuso dai Boko Haram, il gruppo estremista islamico della Nigeria, che hanno fatto sapere di essere disposti a liberarle in cambio dei loro prigionieri. A parlare, in questo video di diciassette minuti, è Abubakar Muhammad Shekau, il capo dei Boko Haram. Vengono anche mostrate un centinaio di ragazze, presentate come le liceali rapite il 14 aprile scorso, coperte integralmente da un velo e in preghiera in un luogo non identificato. In sottofondo si sente la voce di Abubakar Shekau che propone la liberazione delle adolescenti in cambio del rilascio di prigionieri appartenenti al gruppo estremista. In totale le liceali rapite il mese scorso, mentre erano a scuola, sono quasi trecento. Da quando hanno rapito le ragazze, provocando lo sdegno di tutto il mondo, gli islamisti rilasciano video in continuazione. Si stanno facendo pubblicità? Come tutti i gruppi terroristici, anche Boko Haram affianca a un’intensa attività di propaganda quella militare. Bisogna dire che le loro operazioni terroristiche si sono ampliate in maniera esponenziale: è un incremento che ha colto tutti di sorpresa. Ora, accompagnano ai massacri messaggi video e altre informazioni per mandare un segnale a tutto il mondo. L'Unione europea ha chiesto «l'immediato rilascio» delle studentesse rapite, dando il suo sostegno all'intenzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu di valutare «misure appropriate contro Boko Harama». Questo è stato affermato dai 28 ministri degli esteri Ue riuniti a Bruxelles, ma sulla sorte delle studentesse non vi è ancora nulla di certo. Alessia & Michela -3- – L'invasione è verso Est. Tutto è iniziato il 27 febbraio con l’occupazione dei palazzi di Simferopoli da parte delle milizie pro-russe: la Crimea è diventata, da quel giorno, l’epicentro di forti tensioni geopolitiche. Il 28 febbraio l’operazione è proseguita con il presidio degli aeroporti di Simferopoli e Sebastopoli, mentre l’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich dal rifugio di Rostov ha parlato di un "colpo di Stato" compiuto in Ucraina. Nei primi giorni di marzo il Parlamento di Mosca ha dato il via libera a Vladimir Putin per un eventuale intervento armato in Ucraina, con lo scopo di difendere i cittadini. Le esercitazioni al confine, però, sono state viste come il preludio all’attacco, provocando reazioni in tutto il mondo occidentale, a partire dagli Stati Uniti: ''L’amministratore Obama ha fatto un errore fatale appoggiando i manifestanti ucraini, perchè questo ha aggravato la crisi e ha portato alla caduta del presidente Yanukovich.'' (New York Times). Putin però, ha visto questi sviluppi come una minaccia diretta agli interessi strategici cruciali della Russia. Il premier Yatsenyuk ha ribadito la volontà di non arretrare di fronte alle pretese russe, anche se non ha dato seguito alla minaccia di "risposte". Il 3 marzo sono continuate le manovre delle forze paramilitari, che di fatto hanno assunto l’intero controllo della penisola. Il presidente americano, Barack Obama, ha assunto una posizione drastica, affermando: «La Russia è dal lato sbagliato della storia», Il giorno seguente Vladimir Putin definisce un «colpo di stato» quanto avvenuto in Ucraina, annunciando però di non voler intervenire, nonostante si riservi «il diritto di adoperare ogni mezzo per proteggere i cittadini», in riferimento ai russi presenti nella regione. Successivamente il clima è stato relativamente più calmo, con le diplomazie al lavoro per giungere a una soluzione della crisi. Tuttavia, la Russia non ha interrotto le operazioni di posizionamento militare, mentre gli Stati Uniti e l’Europa hanno annunciato aiuti economici da mandare a Kiev per evitare il deafult economico. Il 6 marzo il Parlamento della Crimea ha chiesto di entrare nella Federazione Russa, attuando la secessione. Il primo ministro Yatsenyuk ha però respinto l’ipotesi, dichiarando anche illegittimo il referendum convocato il 16 marzo in Crimea. Kiev, insomma, ha confermato la volontà di conservare l’integrità territoriale. L’Ucraina è sull’orlo del collasso economico, ma resta una pedina fondamentale dello scacchiere geopolitico internazionale e specialmente nei rapporti tra l’Europa e la Russia. I motivi della sua importanza sono molteplici, ma quelli essenziali sono: 1 Il controllo dei gasdotti e la possibilità di influire sul prezzo del gas; ricordiamoci che per l’Europa la sicurezza energetica dipende, oggi, in buona misura da Mosca. 2 Lo sbocco sul Mar Nero, fondamentale per la Russia che non ha porti dal pescaggio sufficiente. Attualmente a Sebastopoli, in Crimea, si trova ancorata la flotta da guerra russa in base a un accordo firmato tra Yanukovich e Putin. 3 La Crimea è al centro degli interessi del Cremlino e le spinte autonomiste vanno viste come un tentativo di Mosca di tornare a controllare la regione. Senza l’Ucraina il peso geopolitico della Russia sarebbe ridotto, ed è per questo che gli Stati Uniti sono da sempre interessati alle vicende ucraine. Alessia & Michela -4- – IL WEEK END È PROTAGONISTA... ANCORA! Lo sapevate che in ospedale è molto più probabile morire durante i fine settimana, indipendentemente dal giorno del ricovero? Questa scoperta arriva da un nuovo studio pubblicato sull’European Respiratory Journal. L'indagine che si è svolta ha analizzato il cosiddetto "effetto weekend" da una prospettiva inedita rispetto a ricerche precedenti, ovvero valutando se il pericolo di morire nei fine settimana aumenti o diminuisca a seconda del giorno di ricovero. Gli esiti hanno rivelato che non ha alcun impatto il giorno in cui si entra in ospedale: durante i fine settimana si muore di più ugualmente. Lo studio della McGill University di Montreal in Canada ha esaminato i tassi dei decessi attraverso le cartelle cliniche di più di trecentomila persone di età superiore ai cinquanta anni, ammesse in ospedale tra il 1990 e il 2007. I risultati hanno dimostrato che, indipendentemente da quando i pazienti sono stati ricoverati in ospedale, se sono rimasti nel sito ospedaliero durante il fine di settimana, il rischio di morte è salito. Le cause sono la ridotta qualità delle cure e il minore accesso alle terapie di urgenza durante i fine settimana. Un effetto che sembra iniziare dal venerdì. Che sia il desiderio di tutti staccare un po' la spina dal lavoro durante il fine settimana è lecito, ma in un ospedale, dove sono in gioco le vite delle persone, un maggior sacrificio è d'obbligo. Non ci resta che augurarci che sia tutta pura casualità! Alessia & Michela -5- – Turchia, una lotta contro il tempo. Sono più di 245 le vittime dell’esplosione in una miniera di carbone turca, avvenuta il 13 maggio 2014. Il Governo ha riferito che gli sforzi per ritrovare vive le persone ancora intrappolate sottoterra sono ormai una corsa contro il tempo. La miniera si trova a Soma, nella provincia occidentale di Manisa, circa 120 km a nord della città di Smirne. Al momento del disastro all'interno c'erano 787 minatori. Le operazioni di soccorso sono proseguite per tutta la notte: delle persone tratte in salvo, ha detto il ministro dell'Energia Taner Yildiz, un’ottantina erano ferite, quattro in modo grave. I minatori indossavano maschere antigas con un'autonomia fra i 45 e i 90 minuti. Dalle 19 di martedì, quando è scattato l’allarme, i soccorritori hanno continuano a pompare aria fresca verso le gallerie, ma non è bastato. All’inizio sono stati raggiunti e liberati alcuni minatori ancora in vita ma poi, con il passare del tempo, sono stati estratti sempre più cadaveri. Le informazioni su quanto accaduto sono imprecise: l'incidente sarebbe avvenuto durante un cambio di turno. Secondo l'emittente Ntv, a provocare l'esplosione, a due chilometri di profondità, sarebbe stato un cortocircuito. Le gallerie sono state poi invase da fiamme e fumo che hanno reso le operazioni di soccorso ancora più difficili. Davanti ai cancelli della miniera si sono riuniti i famigliari dei minatori intrappolati. Alcuni di loro hanno contestato Erdogan con fischi e urla di “dimissioni”. Le proteste, però, hanno interessato anche altre città turche: a Istanbul le unità antisommossa sono intervenute contro migliaia di manifestanti che denunciano le responsabilità del Governo nel crollo della miniera. La polizia ha usato gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e proiettili di gomma. Stesse scene ad Ankara. Le carenze nella sicurezza nelle miniere di carbone turche sono da tempo al centro di polemiche. Nel 2013 sono state 93 le persone decedute nelle varie miniere del Paese. Nel novembre scorso 300 minatori si erano rinchiusi in fondo alla miniera di Zanguldak, dove nel 1992 un’esplosione aveva fatto già 163 morti, per protestare contro le misure di sicurezza insufficienti dell'impianto. Due settimane fa il principale partito di opposizione, il Chp di Kemal Kilicdaroglu, aveva chiesto in Parlamento un'inchiesta sulla sicurezza proprio nella miniera di Soma. La proposta era stata bocciata dall'Akp, che ha la maggioranza assoluta nella Grande Assemblea di Ankara. La tragedia poteva essere evitata? Alessia & Michela -6- – GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II: “NON ABBIATE PAURA”. Due icone di carità, ricche di carisma, che continuano a vivere nella nostra memoria. Domenica 27 Aprile 2014 in Piazza San Pietro a Roma, tutto il mondo ha assistito ad un evento straordinario, a cui hanno preso parte un notevole numero fedeli, rappresentanze di innumerevoli nazioni e istituzioni e tutto il sistema mediatico televisivo e giornalistico. In questo giorno speciale è stata proclamata la santificazione di due grandi pontefici: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Entrambi, durante il loro pontificato, hanno avuto la costanza e la volontà di essere, come ha detto Papa Bergoglio, “uomini coraggiosi creatori di pace”, testimoniando, attraverso la fede, la possibilità di riconciliazione e l’amore per prossimo. Alla cerimonia hanno preso parte anche il Papa emerito Benedetto XVI, e 850 religiosi, tra cui vescovi e cardinali. Ma chi erano questi umili testimoni della fede? Erano certamente persone semplici ed umili, che si sono lasciate guidare dall’amore, dalla benevolenza, dal coraggio e dalla speranza, trovando in ogni uomo la figura di Dio e lasciando un segno indelebile nella storia della Chiesa e dell’umanità. Papa Wojtyla e Papa Roncalli, durante la loro vita, ebbero modo di subire gli atroci dolori e le inevitabili sofferenze che i due grandi conflitti mondiali arrecarono all’umanità: le persecuzioni, le uccisioni, gli stermini. Il primo, Papa Giovanni XXIII riuscì, durante il suo breve soggiorno in Bulgaria nel 1925, a riorganizzare la Chiesa Cattolica e ad istaurare contatti anche con la Chiesa Ortodossa. Durante la Seconda Guerra Mondiale mantenne un atteggiamento neutrale, che gli consentì di assistere gli ebrei e la popolazione greca. Il suo più grande contributo dato alla Chiesa fu il Concilio Vaticano II, attraverso cui cercò di conciliare la sensibilità e la morale moderna alla dottrina tradizionale. Il secondo, Papa Giovanni Paolo II, di origine polacca, subì la tremenda occupazione nazista, che lo costrinse a lavorare in una cava e in seguito in fabbrica, per non essere deportato in Germania. Indimenticabile fu il giorno dell’attentato (13 maggio 1981) arrecato contro di lui da parte di un gruppo di estrema destra, chiamato “Lupi grigi”, per mano di un killer professionista turco. In seguito a questa esperienza, Giovanni Paolo II seppe perdonare tale gesto, dimostrando un animo caritatevole e pieno d’amore, insegnando a non manifestare rancore e vendetta. Importate fu la sua idea di organizzare nel 1985, le Giornate Mondiali della Gioventù, che gli permisero di avvicinarsi sempre di più ai giovani e di entrare nei loro cuori. Questi due Pontefici, durante il loro cammino pastorale nella Chiesa di Roma, furono uniti dall’amore per la Chiesa e per il suo popolo, e dalla capacità di fidarsi di Cristo, vera luce e fonte di vita. La suora della porta accanto. -7- – Genny chi? Il 3 Maggio, allo Stadio Olimpico di Roma, in occasione della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, l’ultras napoletano Gennaro de Tommaso, meglio conosciuto con l’appellativo di Genny ‘a Carogna, è salito agli onori delle cronache per aver tenuto in “ostaggio” l’intero stadio per quarantacinque minuti. Al termine di questo tempo interminabile, l’uomo ha concesso il fischio d’inizio della partita. Il gesto era legato agli scontri avvenuti poche ore prima fuori dallo stadio. Alcuni ultras napoletani si sarebbero scontrati con dei tifosi romanisti, che nulla avevano a che fare con il match; nello scontro è stato ferito gravemente un giovane napoletano. Secondo le ricostruzioni, il capo ultras, Genny ‘a Carogna, avrebbe dato il via alla partita solo se avesse ricevuto rassicurazioni sullo stato di salute del ferito. Perché tutto questo clamore per una partita di calcio a cui erano presenti famiglie con bambini, il Presidente del Consiglio e varie autorità? Il fatto ha suscitato scalpore perché lo Stato è sceso a compromessi con un privato cittadino per lo svolgimento di un evento sportivo. Bisogna, inoltre, considerare che il suddetto cittadino indossava una maglietta con stampata la scritta “Speziale libero”, inneggiante la scarcerazione di un altro ultras napoletano condannato per aver ucciso l’agente di polizia Filippo Raciti nel 2007. A livello sociale è notevole rilevare come un uomo, che si sospetta sia implicato con la Camorra, sia riuscito a placare gli animi dell’intera curva del Napoli e a tenere in pugno sia le autorità dello Stato presenti in tribuna, sia i settantamila presenti allo stadio. Se, però, dobbiamo trovare una nota positiva a questo episodio increscioso si può pensare al “selfie” scattato da due bambini seduti tra il pubblico, che seppur di contrapposte tifoserie, si abbracciavano sorridenti e davano un’immagine pura del calcio, così come dovrebbe sempre trasparire. Mouse -8- – Una storia da non dimenticare: La nostra storia. In questi ultimi mesi abbiamo festeggiato (o festeggeremo) due date importanti: il 25 Aprile e il 2 Giugno. Perché si sta a casa il 25 Aprile? La risposta non è ovvia per tutti e molti non riescono a comprendere l’importanza di questa data: il 25 Aprile 1945 l’Italia fu liberata completamente dal regime fascista che segnò la sua storia per ben 23 anni. Per capire le dinamiche della situazione, bisogna tornare un attimo indietro nel tempo. Siamo in piena Seconda Guerra Mondiale, nel 1943: Il 2 febbraio i nazisti vengono sconfitti a Stalingrado; Hitler e Mussolini cominciano a perdere il controllo della situazione. Tra il 9 e il 10 luglio gli Alleati sbarcano in Sicilia e le cose si mettono male per il Duce, che il 25 dello stesso mese viene sfiduciato dal Gran Consiglio del Fascismo, imprigionato e sostituito da Badoglio, il quale tre giorni dopo fa sciogliere il Partito Nazionale Fascista. L’8 settembre l’armistizio tra Badoglio e Alleati è reso noto. A questo punto la situazione comincia a precipitare: alle truppe italiane non viene dato nessun ordine, l’esercito è lasciato solo. Il 12 settembre Mussolini viene liberato dai tedeschi e il 23 fonda la Repubblica Sociale di Salò mentre Badoglio e il Re si rifugiano a Brindisi: l’Italia è divisa in due, a nord Mussolini e a sud ciò che rimaneva del Regno d’Italia. È in questa situazione che la Resistenza italiana ha veramente inizio: il 9 settembre nascono le Brigate Garibaldi e i Gruppi Armati Partigiani. Chi erano i partigiani? Le statistiche dicono che il 75% dei combattenti dell'esercito di liberazione erano giovani, appartenenti alle classi di leva, dal 1922 al 1925. Ragazzi, dunque, nati e vissuti sotto la dittatura fascista, giovani allevati da un regime che aveva trasformato il Paese in una grande caserma, che irreggimentava la gioventù dalle organizzazioni paramilitari dell'Opera Nazionale Balilla alla Gioventù Italiana del Littorio. Per la maggioranza di questi giovani (come per gran parte degli italiani) fu la guerra, con il suo pesante fardello di lutti e di rovine, a "svelare" il vero volto del fascismo, lasciando in loro la disperante sensazione del tradimento e dell'inganno. Lasciati soli anche dal Re e da Badoglio, i giovani decidono di prendere in mano la situazione e, con l’ideale di libertà e la volontà di creare una società migliore, donne e uomini combatterono assieme per la liberazione del loro Paese. -9- – Mentre gli Alleati salivano dalla Sicilia, i partigiani combattevano soprattutto al Nord, dove erano ancora presenti nazisti e fascisti; dopo la grande liberazione di Roma il 4 giugno del 1944, il 25 aprile 1945 tutte le città del nord furono liberate. Dopo 69 anni noi giovani non dobbiamo dimenticare, non dobbiamo minimizzare i gesti e l’audacia di quei giovani che hanno dato la vita per un mondo migliore, perciò il 25 aprile non deve rimanere solo nel 1945, il 25 aprile deve rimanere sempre. Legato a questa importantissima data bisogna ricordare il 2 giugno 1946. A distanza di un anno dalla fine della Resistenza e della Guerra, gli italiani furono invitati a votare attraverso un referendum per una scelta che avrebbe segnato il futuro del nostro paese: l’Italia Repubblica o Monarchia. Con 12.718.641 voti contro 10.718.502, l'Italia diventava Repubblica e i monarchici di casa Savoia vennero esiliati. Non è forse anche questa una data di grandissima importanza? Gli italiani, dopo anni di guerre, soprusi, umiliazioni e tradimenti, decisero di reagire e di dire sì alla libertà, con 12.718.641 voti gli italiani scelsero una nuova vita per il loro paese, per sé stessi e per i loro figli. Tutto ciò che abbiamo, lo dobbiamo solo a loro, dobbiamo ringraziare, pensare e meditare su ciò che ci hanno donato i nostri avi. Indi - 10 - – Musica Playlist estiva che rifiuta la misoginia. Eccola che arriva: dopo mesi di duro lavoro, di levatacce alle sei del mattino per farsi strapazzare dai professori, di veglie sui libri fino a notte fonda (cercando di rimediare una sufficienza), di “No, non posso, devo studiare”, appare e cala sulle nostre teste come una divinità, fresca, bella e nuova… l’estate! Meraviglioso, ora non resta che attendere la fine della scuola, tirare fuori il costume da bagno, prendere l’mp3 ma, un momento… bisogna aggiornare la playlist estiva! Qui mi rivolgo a voi, donne dotate di coscienza o con un minimo d’autostima e anche a voi, uomini che andate all’essenza delle cose (ahah). Sappiate che io e un team di scienziate femministe abbiamo analizzato un fenomeno che da qualche tempo si presenta sistematicamente. Avete notato come le hit estive degli ultimi anni siano fortemente maschiliste? Come riducano la donna ad un puro oggetto di piacer carnale? Facciamo un esempio; qual è stato il tormentone di giugno/luglio del 2013? “Blurred Lines” di Robin Thincke. Riportiamo uno dei versi più significativi del testo tradotto in italiano: “Ora lui era vicino, provava ad addomesticarti ma tu sei un animale, tesoro è nella tua natura…so che lo vuoi”. Andiamo al 2012? Flo Rida si piazza ai primi posti con “Whistle” dove invita la ragazza appena abbordata in spiaggia a “soffiare nel suo piffero”. Nessuno qui vuole negare che le estati adolescenziali siano un mix di ormoni in subbuglio e avventure brevi ed intense però, diamine, rivendichiamo la nostra dignità! Qui vi proponiamo una decina di hit estive (anche datate) che non solo si adattano perfettamente al clima di relax e spensieratezza della bella stagione ma, non appena le renderete note ai vostri amici e spasimanti, diventerete, ai loro occhi, ragazze ancora più originali e ribelli all’intero “dannato” sistema di quanto già non siate. Buon ascolto, buone vacanze e buona emancipazione! 1. The Beach Boys: Surfin’ USA Come possono mancare i Beach Boys quando si tratta di vacanze? In questo brano i nostri ragazzi da spiaggia canalizzano le loro pulsioni nello sport sognando di cavalcar… le onde! Great Job ragazzi, mantenersi in salute prima di tutto! 2. Ben Harper: Burn one down Bonghi, chitarre acustiche e la calda voce di Ben. Il ragazzone qui parla per metafore, noi scegliamo la chiave interpretativa dello spiritualismo invece che quella sull’uso di droghe leggere, quindi: “If you don't like my fire, Then don't come around' Cause I'm gonna burn one down”. 3. Katrina and the Waves: Wal king on sunshine Energia positiva e tanta grinta! Katrina, anche se canta di una storia che non va a gonfie vele, si dimostra ottimista! Ideale da ascoltare in macchina! - 11 - – 4. Sum 41: Into deep Uno dei video più estivi degli ultimi vent’anni: gara di tuffi tra campioni olimpici dal fisico scolpito vs i Sum! Oltre a rifarvi gli occhi, se vi piace il pop-punk-rock, questa è la canzone giusta! 5. Macy Gray: Try Successone degli anni ’90, è la classica canzone del buon umore. Un mio amico la usava come suoneria della sveglia, ma sta bene anche come sottofondo di un tramonto romantico in riva al mare. Fate come più vi aggrada! 6. Smash mouth: All Star Credi in te stesso, mettiti in gioco! “You'll never know if you don't go, you'll never shine if you don't glow”. Sì, è una hit da delirio di onnipotenza, ma almeno ci incoraggia a non poltrire su un divano con la scusa del relax da vacanza! 7. We’re from Barcellona: I’m from Barcellona Filantropismo a palate, amore incondizionato per qualsiasi essere vivente, il coro e il cantante solista hanno, senza dubbio, mantenuto una paralisi facciale con sorrisone mentre cantavano il pezzo. Ascoltatela abbracciati con i vostri amiconi del cuore. 8. Bob Marley: One Love Fratelli rasta (e non) di tutto il mondo, unitevi!” Let's get together and feel all right”, pace e amore! 9. Beyonce: Crazy in love La hit dance che fa parlare la donna innamorata, eh sì, perché alla fine dei conti il gioco lo conduce la regina della pop-dance. Volete che il ragazzo che vi tiene appese ad un filo crolli definitivamente? Beh, imparate solo a camminare come zia Beyonce e il lavoro è fatto! Buon lavoro di glutei! 10. M iriam Makeba: Pata Pata Questa è l’asso nella manica, il jolly per ogni situazione. Classica scenetta estiva: siete in casa con i vostri amici, fa ancora troppo caldo per uscire, in tv fanno Cento Vetrine… serve un’idea geniale! Mettete su ‘sta canzone e sparatela al massimo, tutti automaticamente inizieranno a ballare in modo esotico e sarà il giorno più bello della vostra vita. RAVIVA - 12 - – Salute & Benessere Sess… solo si sapesse! Filosofando a tempo perso, mi sono trovata a riflettere anche riguardo ad un aspetto abbastanza fondamentale della vita: il sesso. Rimanendo, però, in un ambito puramente teorico e “spirituale”. È da un po’ che, nelle piccole cose, sto cercando di liberarmi dalle barriere mentali che la nostra cultura ci impone senza che ce ne rendiamo conto, riflettendo, anzitutto, sul fatto che queste barriere esistono! Come mi ha suggerito l’amico Bob, mi sto mettendo alla prova pian piano nel liberarmi dai pregiudizi insiti nella natura di tutti noi: «Emancipate yourselves from mental slavery, ‘cause none but ourselves can free our mind» (Redemption Song, Bob Marley). Di recente ho trovato un libro che spazia tra le vite sessuali dei filosofi antichi fino ai più recenti: tra gli impavidi conquistatori come Socrate o Casanova (che… sì, era un filosofo!); lo sventurato Rousseau e i suoi traumi; i pentimenti, dopo la pazza gioia, di Agostino; il rammarico di Montaigne per le sue dimensioni e tanti altri… In questo, la filosofia insegnata a scuola ci inganna poiché ci presenta degli “uomini a metà” mostrandoci solo i tratti seriosi dei pensatori, omettendo le loro riflessioni su questo argomento – che non sempre rimangono riflessioni – e tralasciando il significato delle parole di Terenzio: “Sono un uomo: penso che nulla di umano mi sia estraneo” che viene citato, nel libro, in risposta a queste omissioni. Tornando a noi. Le riflessioni che anche questo libro mi ha aiutato a realizzare riguardano l’aspetto “mentale” del sesso. Siamo spesso portati a vedere questo argomento come un tabù, ma non c’è motivo per cui debba esserlo, in quanto è un naturale aspetto della vita; quindi non c’è da giudicare per i gusti o le fantasie e non c’è da vergognarsene – con i dovuti limiti e nel rispetto degli altri, ovviamente! Penso che ci sia ancora troppo puritanesimo nella nostra società, retaggi di una storia non sempre rosea. Riassumiamo con una citazione: “Penso che sia un mondo, quello attuale, che non ha ancora fatto del tutto i conti con la propria sessualità”, ed è proprio nei falsi scandalismi che la nostra società continuerà a ritardare la sua maturazione. Nels - 13 - – Insetti, alghe e rock n roll Vogliamo essere veramente di tendenza e all’avanguardia? Invece di andare a funghi o comprare il filetto migliore dal macellaio, il consiglio che vi do è di allestire in giardino un piccolo allevamento di locuste. A quanto pare, infatti, in futuro i nostri figli mangeranno omogeneizzati di coleotteri, faranno le grigliate del 25 Aprile con le cavallette e porteranno la fidanzata in un ristorante molto chic dichiarandosi davanti ad un piatto di grilli. A noi sembra una realtà davvero molto lontana, ma la Fao afferma che le 1900 specie di insetti commestibili potranno sfamare 9 miliardi di persone entro il 2030, riducendo così il problema della fame nel mondo; inoltre, il loro “allevamento” produce meno gas serra, consuma meno acqua ed energia richiedendo quindi investimenti minimi. Per farsi un’idea, 2 Kg di mangime servono a produrre 1 Kg di insetti a dispetto degli 8 Kg di foraggio necessari per 1 Kg di carne di manzo. Gli insetti, inoltre, hanno valori nutrizionali più elevati della comune carne contenendo un alto tasso di proteine, grassi, minerali e vitamine. Già per 1/3 della popolazione mondiale gli insetti garantiscono il sostentamento quotidiano, ma lo scoglio è rappresentato dall’occidente ancora molto Lo chef Carlo Cracco sulla copertina di “Wired”, una tradizionale: è per questo che, per rivista mensile statunitense: accontentare tutti i palati, si è pensato di che proponga nuovi confezionare Hamburger e salsicce a base di accostamenti patatine e insetti. cavallette? Ma il futuro non ci offre solo vermicelli: la spirulina, un’alga marina la cui coltivazione è iniziata negli anni ’70, non è fonte di inquinamento, impiega meno energia ed acqua di qualsiasi pianta o animale per crescere ed è addirittura trenta volte più veloce della soia. Essa contiene molto più ferro e calcio rispetto agli spinaci e si calcola che un cucchiaio al giorno offra un significativo miglioramento della salute dei bambini malnutriti. Se questo sia il futuro, lo scopriremo solo vivendo… nel frattempo hakuna matata!! Boscaro Giulia - 14 - – Ricette: torta fredda al limone! Ci piace già fantasticare immaginando i caldi pomeriggi estivi scanditi dal frinire delle cicale e dalle chiacchiere che ci faranno compagnia fino a tarda sera. Siamo veramente agli sgoccioli e, forse, questa facile ricetta anticiperà il sapore dell’estate! Difficoltà: Facilissima Cottura: 1 ora in freezer Preparazione: 5 minuti Ingredienti: -› 350 ml di panna -› 4 albumi -› 300 gr di zucchero -› 6 tuorli -› buccia di 3 limoni -› succo di 5 limoni Preparazione: 1. Montate la panna in modo da ottenere una crema semi-liquida. 2. A parte, montate a neve gli albumi con due cucchiai di zucchero. 3. Montate in un’altra ciotola i tuorli con il rimanente zucchero: unite quindi al composto l’albume montato e la panna mescolando sempre dal basso verso l’alto. 4. Aggiungete la buccia di limone e il succo: a questo punto non vi resta che versare il composto in uno stampo e metterlo nel congelatore e attendere che si solidifichi completamente. Quindi sformate e guarnite con fette di limone fresco! - 15 - – Speciale Maturità 2014 : La nascita dell’esame di maturità La fine dell’anno, ormai, è alle porte e non per tutti gli alunni la scuola finisce il 7 Giugno. Le quinte dovranno affrontare i temuti esami di maturità! Beh, forse non tutti sanno che gli Esami di Maturità non sono sempre esistiti: fu il regime fascista, con la Riforma Gentile del 1923, ad introdurli. La Riforma Gentile fu considerata “la più fascista delle riforme”, poiché oltre a rimarcare la differenza tra la cultura tecnico-scientifica e quella umanistica, affermò la completa supremazia di quest’ultima: solo frequentando il liceo classico si poteva accedere a tutte le facoltà universitarie. L’introduzione di questo esame fu sconvolgente: nell’anno scolastico 1924/1925 i ragazzi promossi furono il 59,5% nei licei classici, e il 54,9% nei licei scientifici. Successivamente, a causa della guerra e delle difficoltà che l’esame richiedeva, la Riforma Bottai del 1940 portò alcuni cambiamenti e facilitazioni rispetto alla precedente. L’Esame di Maturità prevedeva quattro prove scritte e orali - le prime due di italiano e latino, mentre le altre due prevedevano greco e latino per il classico, matematica e lingua straniera per lo scientifico - riguardanti tutte le materie dell’intero corso; esistevano i “programmi d’esami”, non “di studio”, perciò gli insegnanti avevano il compito di preparare gli alunni ad affrontare l’esame nel modo migliore che essi ritenevano. La commissione esaminatrice era composta tutta da insegnanti esterni e presieduta dal ministro stesso. Inoltre, la votazione non prevedeva un punteggio unico, ma tanti voti quante erano le materie. Per la complessità dell’esame la Riforma prevedeva degli esami di riparazione. - 16 - – Vediamo a quali cambiamenti fu sottoposta la Riforma nel corso degli anni: ANNO E MINISTRO CAMBIAMENTI 1940 - ministro Giuseppe Bottai 1952 - ministro Guido Gonella 1969 - ministro Fiorentino Sullo 1997 - ministro Luigi Berlinguer Vi è solamente uno scrutinio finale. L’esame viene reintrodotto; La commissione conta alcuni membri interni; I programmi sono limitati agli ultimi tre anni, con cenni dei precedenti. Le prove scritte sono due; La preparazione per l’orale prevede due materie (di cui una a scelta dello studente); La commissione è completamente esterna, con un membro interno; Vengono soppressi gli esami di riparazione e viene liberato l’accesso agli studi universitari; Il punteggio finale è espresso in 60esimi. L’Esame di Maturità diventa Esame di Stato. Le prove scritte sono tre, con l’aggiunta di quella predisposta dalla Commissione; il colloquio si svolge su tutte le discipline dell'ultimo anno. Vengono introdotti il credito scolastico e il credito formativo. La Commissione è composta da 6/8 commissari, metà interni e metà esterni, più un Presidente esterno. La votazione è espressa in centesimi: 45 punti alle prove scritte, 35 al colloquio orale e 20 punti al credito. 2001 - ministro Letizia Moratti Le Commissioni sono costituite da soli membri interni e da un Presidente esterno nominato per tutte le Commissioni operanti in ciascun istituto. 2007 - ministro Giuseppe Fioroni Le Commissioni sono miste Il credito scolastico diventa di 25 punti, mentre quello del colloquio scende a 30. 2010 - ministro Mariastella Gelmini Per essere ammessi all’esame di Stato bisogna riportare almeno la sufficienza in tutte le materie; Nelle scuole private viene introdotto un esame di ammissione all’Esame di stato. Con questo breve excursus riguardante la storia dell’Esame di Stato, auguro buona fortuna a tutti gli alunni di tutte le quinte e buone vacanze agli altri! Indi - 17 - – Duca’s Got Project Una poesia per Martina: la premiazione. Come preannunciato nel precedente numero del giornalino, si è svolta quest’anno la 3^ edizione del Concorso di poesia “Martina Torregrossa”. Molte sono state le poesie presentate alla giuria, composta dal professor Biason (presidente della giuria) e dalle professoresse Andriolo Stagno, Polato e Berti: 10 poesie per il biennio e 22 per il triennio. Alla premiazione tenutasi lunedì 28 aprile alle ore 15.00 in Sala Carmeli il Preside Alberto Danieli ha ricordato come Martina si facesse “notare per il suo sorriso e per il modo in cui camminava per i corridoi”. Ha parlato di Martina come di “un pezzo della nostra storia” a tutti gli effetti, ricordando nello stesso modo e con lo stesso affetto Federico Argenti (per chi non lo ricordasse, un ragazzo della nostra scuola deceduto in seguito ad una caduta dal motorino), rammaricato per il fatto che non fosse nato un progetto simile a quello in memoria di Martina anche per Federico. Nel dare inizio alla premiazione vera e propria il Preside ha ringraziato le ex studentesse del Duca, amiche di Martina, per il loro impegno e per la loro tenacia. Fra le dieci poesie presentate dalle ragazze e dai ragazzi del biennio sul tema “L’amicizia”, due sono state premiate: 1. Prima classificata: Irene Zuppa della classe 2^D con la poesia “Il mio ricordo per te” dedicata ad un’amica scomparsa; 2. Seconda classificata: Natascia Rizzo della classe 2^B con la poesia “??”. In seguito alla lettura di queste poesie è stato proiettato un video dedicato a Martina (con un sottofondo musicale davvero toccante), ricco di fotografie che la ritraevano nei momenti più felici, ma anche in quelli più difficili. La commozione di tutti è stata grande. Fra le ventidue poesie presentate dalle ragazze e dai ragazzi del triennio sul tema “Illusioni e sogni”, si sono posizionate: 1. Prima classificata: Rebecca Milaneschi della classe 5^ A con la poesia “Castelli di illusioni”; 2. Seconda classificata: Giuliana Rosso della classe 5^ C con la poesia “Strappo”; 3. Terza classificata: Juliana Madalina Stan della classe 5^ B con la poesia “Nadia”, dedicata alla ragazzina di Cittadella che si è suicidata, buttandosi dal tetto di un albergo abbandonato. Al termine della premiazione il professor Biason ha ringraziato tutti i partecipanti al concorso perché “si sente in voi una freschezza che non è facile trovare nella poesia” ha detto, aggiungendo che “la poesia è la cosa più bella – accanto alla musica – che un uomo o una donna possano scrivere”. Biason ha fatto anche notare come Martina abbia ricevuto un grande amore dalla famiglia ed una grande amicizia dalle compagne, qualcosa che non tutti, purtroppo, ricevono; esorta, quindi, la famiglia ad essere forte e felice, nella tragedia, almeno per questo aspetto. Il professore invita, infine, tutti gli allievi a scrivere molte poesie, affinché esprimano i loro più forti sentimenti, perché “i sentimenti che restano inespressi sono sentimenti che non danno frutti”. Con l’augurio che questa tradizione possa continuare, riportiamo di seguito le poesie vincitrici, facendo i complimenti alle ragazze che hanno vinto! - 18 - – EDIZIONE 2012 PRIMO PREMIO: Sognando… Sarai cavallo, cavaliere e fante, scrittore di una fiaba tua, la trama del mondo è nelle tue mani tessitore di idee, le lacrime chiare saranno legna per la tua passione, i tuoi occhi neri, luce per questi giorni bui. (Giuliana Rosso) EDIZIONE 2013: PRIMO PREMIO TRIENNIO EDIZIONE 2013: PRIMO PREMIO BIENNIO Sul palco di oggi Ore e giorni di gioia Si apre il sipario La fioca musica inebria la scena È ampio il divario Sullo sfondo solo un’altalena. In punta di piedi, leggiadri, sinuosi Si avvicinano i danzatori scrutando la meta È un passo a due che tinge di rosso i corpi luminosi Un tango passionale su figure di creta. Infiammano ardenti il teatro oscuro Travolgenti e coordinati Persistenti non contemplano il futuro Di inermi passi sconfinati. D’un tratto il tramonto si tinge di cenere La musica a lutto si fa devastante Dal niente risorge la Venere In una scena non più trionfante. Quattro giri veloci, un salto infinito Di scena esce un danzatore Spente le luci, sguardo appassito. Sola rimane la ballerina Nella scena vuota e cupa Di colpo muta la vetrina Una terza figura il palco sciupa. Il danzatore ritorna di nero Stringendo al collo il tutù rosa Lo chignon si disfa e salpa il veliero Ma abbandona desolata la sua sposa. Nulla ha più senso nella scena sfuocata Presunzione, possesso Da dietro le quinte la violenza malata Compie il suo temuto ingresso. Il pubblico applaude senza interesse Il sipario si chiude smarrito La gente parla delle scene stesse In cui l’amore non è mai esistito. (Sara Guerriero) Chiudo gli occhi, mi lascio cullare dal vento che mi stringe in un abbraccio e lentamente ad esso mi abbandono. Piano, da questo silenzio, come per magia, sento sussurri e liete parole, che mi riempiono il cuore d’amore. Sento in me la gioia salire un’irrefrenabile voglia di urlare e far trasparire tutto il bene che sento di avere. Nelle ore passate in questo mondo che vivo e respiro, ripenso più volte ai colori e agli umori che in me si alternano giocosi, ai sentimenti provati e alle esperienze vissute. Tornano alla memoria i giorni tutti che hanno fatto pulsare il mio cuore, i secondi infiniti che mai saranno dimenticati: parole, sorrisi, volti, gli amici; attimi per sempre miei che mi hanno cambiato, formato che sono la mia gioia, il motivo che dà senso alla mia storia. (Federica Pagin) - 19 - – EDIZIONE 2014: PRIMO PREMIO BIENNIO EDIZIONE 2014: SECONDO PREMIO BIENNIO Il mio ricordo per te Guardo il cielo in alto E mi ricordo di te Compagna d’infanzia mia. I tuoi capelli ricci e scuri Come le penne nere dei merli. Le lepri che si rincorrono nel prato verde Come noi che ci inseguivamo felici. Ci pensi mai alle nostre avventure? Agli spaventosi film, guardati a notte fonda, stringendo forte forte il cuscino fra le braccia. Ai dolcetti rubati dalla dispensa, nascosti nell’albero cavo. I giri in bicicletta, andando veloci come il vento che spinge indietro i capelli. E poi arriva il temporale, quello che ti costringe a rientrare in casa mentre tuoni e lampi sconvolgono il mondo. Sconvolgono la tua vita e la mia. Tutti quei tubicini attaccati al tuo corpo. Il respiro che diventa sempre più flebile, la pelle sempre più pallida e le vene sempre più evidenti. La terra intorno a me è arida e secca, ferma e immobile come il tuo cuore. Un fiore sboccia mentre uno appassisce; il tuo ricordo continua a vivere. Una rosa rossa, il colore del tuo sangue e del mio. Una lacrima salata caduta dall’occhio; una ragazza in ginocchio. Questo è il mio regalo per te, amica cara, il tuo ricordo ardente come un sole vivo nel mio cuore. (Irene Zuppa) Lo sento, il fuoco. Lo sento, il cuore. La sento, la gioia. La sento, l'amicizia. Fuoco che arde dentro di me Lasciando un calore che scalda Il mio cuore che batte, Si espande, esplode di felicità. Lo senti, il fuoco? Lo senti, il cuore? La senti, la gioia? La senti, l'amicizia? Dimmi di si, come all'inizio, Dimmi che il peso del tempo Non sento gravarti addosso, Dimmi che nulla è cambiato. Le vedo, le foto. Li sento, i ricordi. Le leggo, le parole. Lo ricordo, il tuo abbraccio In tutto quello che è stato E che forse mai più sarà Tu c'eri, ci sei. Non cancellarlo dalla tua mente. Le vedi, le foto? Li senti, i ricordi? Le leggi, le parole? Lo ricordi, il mio abbraccio? Segni indelebili, Tratti di penna che narrano Una storia, unica ed irripetibile Con protagoniste tu ed io, amica. Ogni Ogni Ogni Ogni istante passato insieme non tornerà, parola detta non si ripeterà, sguardo non sarà mai lo stesso, sorriso splenderà di luce diversa. Vuoi perdere tutto questo, amica? Non cambiare, non lasciarmi. (Natascia Rizzo) - 20 - – EDIZIONE 2014: PRIMO PREMIO TRIENNIO Castelli di illusioni Sono la regina dei castelli di carta e vivo in me stessa lontana dal vento ho tessuto sogni e trame come un'abile sarta non penso alla realtà nemmeno un momento. Ma pensandoci, se non ci penso, questa è la vera realtà? Senza limiti, confini, rigidi piani per il futuro ho costruito attorno a me la mia gabbia di verità così da non vedere un mondo attorno scuro. Sono più grande ora, aggiungo versi a questa poesia. L'ho ritrovata su una carta del famoso castello il vento da cui mi proteggevo l'ha spazzato via ma ho imparato che esiste qualcosa di bello. Ho imparato che i sogni non son solo illusioni e che più mi nascondevo più fuggivo, più mentivo, soffocavo me stessa e le mie vere emozioni e solo infrangendo sogni purtroppo capivo. Ho dovuto eliminare il castello, alzarmi, reagire prendere le redini del mio futuro in tempo, ho già impiegato troppi giorni a capire che ero io stessa quel temibile vento. In realtà a cadere sono state solo illusioni leggere, opache, ingannevoli, invitanti, hanno dirottato i miei sogni verso false emozioni ma ora io voglio guardare avanti. Illusione diventa delusione, sogno è forza, traguardo e voglio arrivarci tessendo la trama della vera vita sulla linea dell'orizzonte è ora fisso il mio sguardo l'illusione della gabbia è finalmente finita. (Rebecca Milaneschi) - 21 - – EDIZIONE 2014: SECONDO PREMIO TRIENNIO Strappo Squarci il silenzio La stoffa, il sudario del tempo perduto nel labirinto di Creta. Sotto il mio Cielo di carta velina, fragile come uno sguardo bambino, cade il mio mondo di vetro, e il vuoto che riempie, sublima. (Giuliana Rosso) EDIZIONE 2014: TERZO PREMIO TRIENNIO Nadia* Io bambina … Non è un ricordo Ma è un diritto calpestato E distrattamente consumato Dai grandi campioni Che padroneggiano il senso della vita Io adolescente … Non è una condizione immatura Bensì una realtà Che è stata smarrita Come un piccolo oggetto. È stata accantonata Come un’atroce consapevolezza. Non è stata ascoltata Come il suono di infiniti passi Nel tentativo di esistere. È stata dimenticata Come il bisogno della negata innocenza. Io oggi … Chi sono? Un ammasso di aggettivi privo di proporzione Con il quale il perfido appello virtuale Mi definisce. Non ho un tempo né uno spazio Sopravvivo sospesa dentro un’alternanza emotiva. Maschere nere, gelide e disonorevoli Questa sono io? Non ho diritti e non ho un nome ho solo ritratti tenebrosi. Mamma, papà, chi sono? Silenzio. Io adulta … Non è un’aspirazione, non ho più sogni né speranze … decido di gustare l’essenza di me, ma non qui. Chiedo perdono. (Juliana Stan) *Nadia è un nome proprio di persona che nella lingua russa significa SPERANZA. Nadia è lei, la ragazza che forse non conosceva il significato del suo nome. È lei, che in seguito a innumerevoli cadute e umiliazioni da parte dei suoi coetanei virtuali, decide di gettarsi nel vuoto e di concludere la vita 30 metri più in basso. Questo accade a Cittadella nel mese di febbraio. - 22 - – Racconti -Parte 2‹‹Sono qui››, disse una voce gelida alle mie spalle. Loro non potevano vederlo né sentirlo. Tirai un sospiro di sollievo. Lo vidi avanzare inesorabilmente verso il loro capo. Lo attraversò, e mentre lo faceva il suo spettro emise un lampo rosso fuoco. L’uomo urlò, forte, come se gli stessero strappando le viscere. Strabuzzò gli occhi e diventò viola in volto. Stava soffocando, mentre il suo corpo si contorceva, ormai a terra. Il tizio dietro di lui fece la stessa fine. Era raccapricciante, ma lui mi difendeva così. E io non potevo perdere tempo. Tolsi la sicura alla pistola. Caricai. Sparai, colpendo in testa il primo a destra. Un altro rispose al fuoco, ma lui fermò il proiettile e lo respinse; il colpo si conficcò nell’addome dello stesso che aveva osato spararmi. Io non potevo morire, perché avevo due anime. E una delle due era fortissima, invincibile, perché non aveva più un corpo. È il corpo la debolezza dell’uomo. Due dei sette uomini scapparono, ma l’ultimo rimasto voleva dimostrarsi un valoroso combattente. Lui lo lasciò a me, e seguì i fuggitivi. Il superstite sfoderò un AK47 e la mia Colt ebbe un sussulto. Mi lanciai dietro una macchina. I proiettili nemici mandarono in frantumi i vetri dei finestrini, ch emi piovvero addosso procurandomi piccoli tagli al volto. Presi la mira e sparai. Cercò di schivare il colpo, ma lo colpii all’avambraccio e l’arma gli cadde di mano. Corsi, volando sopra il cofano dell’auto. Gli rubai la sua unica ancora di salvezza. Gli sparai prima che potesse realizzare ciò che era accaduto. Era finita, per quella volta. La figura eterea e opalescente di lui fece capolino da un angolo. Lui poteva fare il lavoro sporco senza avere problemi con la legge. Il suo corpo era inconsistente; braccia, gambe, mani e piedi non erano nemmeno definiti. Mi si avvicinò senza alcun rumore. Io ero sopraffatta, esausta, ferita e sporca di sangue, di polvere, di Dio solo sa che cosa. ‹‹Dovresti smetterla – mi rimproverò – Dovresti andartene in un posto tranquillo, recuperare il bambino, cambiare identità. Smettila di fare la pazza, è una battaglia inutile. Ti ho salvata perché ti amavo, ti amo. Non devi vendicarmi››. ‹‹Eppure mi aiuti ogni volta››. ‹‹Non posso farne a meno, se tu mi chiami››. Forse avrei dovuto davvero cambiare vita. Riabbracciare nostro figlio. Ma lui era al sicuro, in una bella famiglia, e non aveva bisogno di sapere che il suo vero padre era morto e sua madre era una ricercata, ribelle e assassina. Pensavo a questo mentre negli occhi di lui leggevo la stessa sofferenza che si rifletteva nei miei. Non aveva senso vivere senza di lui. Avremmo voluto baciarci, stringerci l’uno nelle braccia dell’altro, trovare un po’ di conforto. Ma non potevamo. Lui era furia, era rabbia pura e totale. Era morto colto dall’ira terribile di chi vede la propria amata in pericolo, oltre che da un proiettile fatale. E la sua anima pervadeva ancora il mondo per proteggermi. Il suo spirito aveva raccolto tutta l’ira che aveva provato negli ultimi istanti, e solo toccando qualcuno poteva togliergli la vita. Era progettato per uccidere chiunque, me compresa. Se mi avesse sfiorato, sarei morta. A volte l’avrei voluto. Morire sarebbe stato mille volte meglio di contemplare la sua anima, vedere il suo volto, senza potermi avvicinare. Ma prima dovevo vendicarlo. Restammo a guardarci per un po’, immersi in un nostalgico ricordo di tempi irrecuperabili, bramando l’altro, rimpiangendo e insieme detestando la vita che avevamo vissuto, che pur avventurosa ci aveva divisi in quel modo. Lui. - 23 - – Poi lui disse che doveva andare. Lo vidi sparire. Posai lo sguardo sui cadaveri sparsi a terra. Avrei trovato il loro capo, e l’avrei massacrato, l’avrei ammazzato nel modo più crudele possibile. Così avrei avuto la mia, la nostra vendetta. Avrei lasciato tutto ciò che sapevo all’agenzia, come ultimo amichevole congedo. Avrei contattato i genitori adottivi di mio figlio e li avrei convinti a dargli la mia fede con qualche scusa. L’anello lo avrebbe sempre legato a me e a suo padre, e avremmo potuto proteggerlo molto più di quanto non avevamo fatto da vivi. Poi avrei raggiunto lui. Mentre pianificavo tutto ciò, ero già un fantasma che si allontanava dalla scena del crimine. Lo ero già da un po’. Nulla aveva più importanza. Le cose non avevano più un nome. Kids Again: Disegni da colorare - 24 - – Kids Again: Disegni da colorare Ringraziamo Marta Chiarato (3^G) che ha realizzato tutti i disegni da colorare di questo giornalino! 25 – Ipse dixit... le ultime perle di saggezza! "Ho visto un buco. Io mi ci infilo nei buchi". La prof, durante una lezione di filosofia, sta spiegando la necessità di comprendere l'essenza delle cose. Inizia quindi a dialogare con la scatola degli occhiali. Prof: ”Chi sei?”. Scatola: ”Non lo so!” Dopo cinque anni che una prof insegna nella stessa classe. Prof: “Come ti chiami tu?”. Alunna: “A. B.” Prof: “Aaah, tu sei la B. … e tu chi sei?” Alunna: “C.” Prof: “Aah, tu sei quella che una volta ha copiato”. Prof: “Dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli ass… ass…”. Alunno: “Agli assatanati”. “I figli dei fiori erano dei vegetali”. “Guardate me, guardate il computer, e mi sento abbandonata”. “Vorrei che partiste da questa cavolata di film meraviglioso”. “Penso che Mussolini sia stato liberato dai paracadutisti che sono stati fatti paracadutare”. Alunna: “Ma quando fai attività di sportello vuol dire che ti attacchi all’armadio e fai da anta?”. “Cosa ti viene in mente parlando di Joyce?”. Alunna: “James”. “Lo psicologo del C.I.C. è bravo, non è cattivo, non ha la faccia da Freud”. Un’alunna in aula informatica guarda il monitor con gli occhiali da sole. “Perché hai gli occhiali da sole?”. “Perché non ci vedo!”. “Vado a cercare quel microrganismo bastardo”. Prof: “Non puoi combattere con un Pinocchio se sei contro Schwarzenegger”. Alunno: “Ma prof, Pinocchio è tutto di legno!”. “Ma è un Brocca? No, è un broccolo”. “La raccolta dei dati presto diventa come le uova: marcia”. Un’alunna che soffre di allergia: “Io voglio togliermi l’assetto nasale”. Prof: “Una volta facevano i censimenti per pianificare la riscossione delle tasse, non avevano il computer”. Alunna: “E probabilmente c’era meno evasione di adesso”. 26 Prof: “Diventa un mostro tutta testa e niente cuore”. Alunna: “Una Bratz insomma”. “Maritain era un preveggente”. “Ma prof ma mi prendono in giro perché sono calabrese!”. “Ma noooo piccinina! Ti prendono in giro? E voi, polentine?”. Guardando La leggenda del pianista sull’oceano: “La nave era come il suo utero”. “I bambini molto televisivi hanno difficoltà di concentrazione”. “Un individuo può essere inizialmente integrato, e poi si disintegra”. “I neri una volta erano meno coltivati”. – “Venerdì voi non ci siete. No, venerdì io non ci sono. No, venerdì voi ci siete e io ci sono, ma non nello stesso posto”. “Alla quarta ora vi farà supplenza il professor Cucco” (ndr: la professoressa Montecucco). “Il sogno nel sogno è un sogno al quadrato”. “L’idea che la Germania sia colpelo della Prima Guerra Mondiale” (ndr: colpevole). “Lo storico che ancora se ne sta occupando è V. Moomsen, morto nel 2004”. Alunna A: “Ehi mi presti il diario?”. Alunna B: “No, non ho il righello”. Alunna A: “Va beh, cosa dice quel paragrafo sul romanzo?”. Alunna B: “388”. “Una volta i bambini andavano liberamente al parco, adesso guarda la strada, occhio al pedofilo…”. “Ciccia chiama ciccia, depressione chiama depressione”. “Come all’esame, mettete i libri dentro l’astuccio”. Alunna: “Prof, possiamo andare a ripassare? Stiamo qui fuori”. Prof: “Sì, mi fido, non è che andate a fumarvi le canne”. Sudoku 27 – HANNO PARTECIPATO A QUESTO NUMERO... Giulia Boscaro 3^A Michela Galeazzo 3^B Alessia Chiarini 3^B Celeste Giacometti 3^G Tamara Zancato 5^A Marta Chiarato 3^G Sofia Levorato 5^A Chiara Bagarello 5^A Marta Marcato 5^A Benedetta Binotto 5^A Silvia Bosello 3^A Alessandra Callegaro 5^A Veronica Riello 5^A Con la collaborazione della professoressa Maria Rita Polato. Redattrice: Marta Marcato Viceredattrice: Tamara Zancato Copertina: Benedetta Binotto Impaginazione: Marta Marcato Ricorda! Tutti i numeri del giornalino sono anche online nel sito della scuola! 28
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