l`AmateurProfessionnel
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l’AmateurProfessionnel Il trasformatore M.C. è l’apparecchio che funziona da interfaccia tra le testine moving coils (a bobina mobile) e l’ingresso phono del preamplificatore e risulta essere a tutt’oggi la soluzione ottimale per ciò che riguarda la silenziosità del funzionamento e le capacità dinamiche e timbriche, se è costruito con criteri di qualità. (II parte) di Marco Fontanelli ([email protected]) F acile da collocare, dal momento che risulta poco sensibile ai ronzii indotti e ai disturbi spuri come le radiofrequenze (basta avere l’accortezza di non collocarlo immediatamente sopra a un trasformatore di alimentazione di qualche apparecchio audio) il trasformatore ha pregi tecnici di vario tipo: elevato rapporto segnale/rumore, bassa sensibilità ai campi magnetici dispersi, bassa sensibilità ai fenomeni di radiofrequenza, facile collocazione che permette di ottenere un ronzio o un rumore residuo del tutto trascurabili. Rispetto ad altri circuiti attivi, come ad esempio i pre-preamplificatori mc elettronici, l’unico svantaggio può essere individuato in una risposta in frequenza variabile a seconda delle caratteristiche dell’impedenza di ingresso dello stesso amplificatore e del preamplificatore cui è collegato; può risentire inoltre, in maniera talvolta sensibile, dell’influenza dei cavi di segnale di collegamento, visto che anche questi ultimi componenti che trattano il segnale presentano proprie caratteristiche di resistenza e capacità 94 Step up, prove sul campo (soprattutto l’aspetto capacitivo può influenzare anche pesantemente il risultato timbrico complessivo e caratterizzate sbilanciamenti della risposta in frequenza, prevalentemente nella zona delle alte e medie frequenze). I trasformatori mostrano fattori di guadagno variabili entro un range che va da almeno 20 db fino ad arrivare ai 40 db (record) del Supex 1000. In alcuni casi è possibile scegliere con appositi selettori le impedenze di ingresso e, quindi, i relativi guadagni, ad es. Fidelity Research, Audio Note AN SC7, ecc. Costitutivamente il trasformatore ha un circuito magnetico di ferro lamellato chiamato “nucleo”, su cui sono avvolte delle spire di avvolgimento separate elettricamente fra loro, dette “primario” e “secondario”; variando il numero delle spire degli avvolgimenti varia il valore della tensione primaria di alimentazione e di quella secondaria che si vuole utilizzare trasformata (rapporto di tra- sformazione del trasformatore). Questo dispositivo si fonda sulla legge dell’induzione elettromagnetica. Il rapporto tra il flusso elettromagnetico del primario e del secondario è uguale al rapporto diretto del numero delle spire dei due avvolgimenti, mentre il rapporto tra corrente primaria e secondaria è uguale al rapporto inverso del numero di spire. È possibile per le varie ditte riuscire a costruire trasformatori dotati di eccellenti caratteristiche tecniche, che, essendo dispositivi passivi, non introducono rumori se non quello di modestissima entità dovuto alla resistenza degli avvolgimenti. L’isolamento nei confronti dei campi magnetici esterni indotti ha trovato soluzioni di vario tipo, più o meno efficaci, ma solitamente ha visto aumentare le schermature anche tra i due canali, onde prevenire fenomeni di crosstalk, che si potrebbero verificare quando due campi magnetici diversi coesistono all’interno di un medesimo contenitore. In alcuni casi estremi si usano due trasformatori mono separati (ad es. l’ART MC 9 o alcune realizzazioni estreme di Imai per Audio Tekne). febbraio 2006• SUONO Step up,prove sul campo Audio Tekne MC6310 L a testina di Imai Sun Audio Tekne MC6310 è una moving coil con un’uscita di soli 0,1 mV (ma probabilmente anche qualcosa meno di quanto dichiarato) e un’impedenza interna di 4 Ohm.Un simile fonorivelatore risulta estremamente difficile da far suonare,soprattutto se oltre alla timbrica siamo interessati a farla esprimere anche sotto il profilo dinamico.La stessa Audio Tekne fornisce alcuni step up al riguardo,ma sia quello di livello di base,sia quello di livello intermedio si sono mostrati alquanto deficitari proprio sotto il profilo dinamico,costringendo il nostro preamplificatore Audio Tekne a lavorare su posizioni esasperate di volumi con conseguente elevazione di qualche inevitabile rumore.Il problema de basso guadagno si ripropone sia usando l’IT 1,sempre della stessa Audio Tekne,sia altri pre di maggior pregio e costo. Con la MC6310 i trasformatori che hanno fornito in assoluto le prestazioni più interessanti considerando l’equilibrio generale dei parametri timbrica-dinamica sono stati quattro:i due Art Mc 8 e Mc 7, l’Audio-Technica AT-1000T e l’Uesugi U.Bros 5, tutti giapponesi. Gli ascolti sono stati effettuati utilizzando la catena composta come segue. Giradischi a cinghia Luxmann D310 PD dotato di pompa di aspirazione a vuoto del disco e di piatto sospeso su cuscino d’aria. Braccio Fidelity Research FR 64. Pre Audio Tekne 8301 MK III (alternato al più economico Audio Tekne IT I). Finale Audio Tekne IT 2 (alternato al Sun Audio SV 300,monotriodo single ended 300 B). Diffusori Altec 14 alternati alle ammiraglie Tannoy Westminster. All’interno del quartetto di trasformatori sopra indicato, l’Art Mc 7 e l’Uesugi si sono mostrati particolarmente adatti ad accoppiarsi alla MC 6310.Entrambi hanno come caratteristiche un alto fattore di guadagno unito a una bas- sa impedenza interna e sono risultati due patner di eccezione,riuscendo a valorizzare appieno tutte le qualità che questo grande fonorivelatore è in grado di esprimere e che purtroppo la maggior parte dei suoi possessori fino ad oggi riescono solo a intravedere,perché la fanno lavorare in accoppiamenti più standard. Questo fonorivelatore,dotato di uno stilo particolarmente lungo,per riuscire a esprimersi al massimo deve essere montato rigorosamente sul suo shell in carbon block e va fatto lavorare su un giradischi dotato di pompa di aspirazione per il disco,in modo tale che le eventuali imperfezioni dovute alle deformazioni del vinile o alle ondulazioni vengano completamente risolte. Solo così questa magnifica testina può essere messa nelle condizioni per leggere adeguatamente i solchi degli ellepi. Consiglio a tutti coloro che l’hanno acquistata e che non posseggono un giradischi dotato di pompa di aspirazione per il disco (tipo Microseiki,Luxman,Sota,ecc.) di usare i dischi più piani possibile in unione con un clamp efficace, evitando di farla lavorare su vinili problematici, tutti poggi e buche. Altrimenti addio dinamica! Grazie alle accoppiate consigliabilissime con l’Art Mc 7 e l’Uesugi,la pulizia del suono,la naturalezza,ma finalmente anche una notevole dinamica si sono liberate da questo fonorivelatore all’ascolto dei migliori vinili.Sono emersi grinta e controllo sul basso e alla grande fluidità nel riproporre i suoni.Generi quali il jazz e il blues hanno trovato finalmente la loro giusta espressione. Immutabile Music Transfiguration AF 1 M i sono divertito a riascoltare,ma in verità è forse la prima volta che sono riuscito ad ascoltarla veramente, questa idiosincratica (ritenuta impossibile da far suonare) testina Immutabile Music Transfiguration AF 1,un progetto che risale al “lontano”1993. Stavo per usare la parola “recente”, visto che a me, in termini esistenziali, il ’93 sembra ieri, ma provate a misurare dodici anni in termini di evoluzione tecnologica e informatica… era il Medioevo! Dunque,questa testina medievale esibisce un valore di tensione di uscita estremamente basso.L’Immutable dichiara 0,1 mV a 3,54 cm/sec.Se consideriamo che lo standard utilizzato dalle ditte costruttrici di testine è di solito 5 cm/sec.,questo valore appare particolarmente basso. Unitelo poi a una impedenza interna di 2 Ohm scarsi e capirete perché questo era considerato un fonorivelatore impossibile. In questa Trasfiguration AF1 le bobine sono collocate al centro di un magnete permanente di forma anulare,la cui corrente è linearizzata e non risulta così influenzata dalla elettricità contromotiva, come invece avviene inevitabilmente nella disposizione convenzionale delle bobine nelle altre testine moving-coils. Questo accorgimento permette di eliminare ogni distorsione residua,non essendoci più un’interazione reciproca tra due elementi magnetici separati e contrapposti in varie geometrie (qui c’è un anello e dunque non c’è più possibilità di saturazione delle bobine).Disponendo di molti trasformatori di altissima qualità e di differenti caratteristiche,è stato invece per me facile riuscire a farla cantare.Con l’Audio-Technica AT 1000 T, collegato con l’ingresso a 3 Ohm, ha sprigionato una quantità dinamica impensabile,unita a una pulizia di suono, a un dettaglio e a una capacità di ricostruzione olografica al limite del tecnicamente riproducibile. Unita con l’Uesugi è diventata decisamente magica per- SUONO • febbraio 2006 ché,oltre a mantenere tutte le qualità olografiche e di limpidezza timbrica che le sono proprie,ha fatto emergere una capacità di coinvolgimento nell’ascolto che fa spalancare un bel sorriso fin dal momento in cui il microscopico profilo di diamante va a intaccare i solchi vinilici.Le note rilevanti di questa accoppiata sono la totale assenza di rumore di fondo,la fluidità e l’eleganza con cui questa testina è stata messa in condizioni di leggere i dischi dal sistema in cui è inserita.A tutto ciò unite una distorsione bassissima,che rende piuttosto scuro quanto normalmente udito. La catena di ascolto in questo caso era formata come segue. Giradischi Microseiki 1500 in doppia configurazione:ossia il blocco motore separato del Microseiki mette in rotazione con una cinghia in kevlar un primo piatto 1500;da questo primo Micro 1500, che ha la funzione di volano e pertanto serve a stabilizzare in modo perfetto la rotazione dei giri, oltre a aumentare enormemente la massa rotante complessiva,parte una cinghia sottilissima collegata a un secondo piatto 1500 completamente disaccoppiato distante circa 1,5 m.Questa base di rotazione del disco inchioda letteralmente qualsiasi stroboscopio di precisione e rende una stabilità e una dinamica nella riproduzione dei vinili inarrivabile per qualsiasi sistema convenzionale. La perentoria dinamica,la nettezza,la plasticità,la tridimensionalità, la stabilità di immagine e la profondità raggiunte in questo modo sono difficili da descrivere avendo presenti i sistemi analogici tradizionali. Il braccio che arma l’Immutabile AF1 è un glorioso Zeta Arm di fattura artigianale inglese, un braccio di massa medioalta,costruito con grande precisione in pochissimi esemplari nei primi anni ‘80,assolutamente adeguato alla complianza della AF 1,che dà l’impressione di non toccare nemmeno il solco durante la lettura. Pre Audio Tekne a trasformatori modello 8201. Finale Audio Note Neiro Silver, prima versione. Diffusori storici Altec 879 A sono un due vie con un altoparlante larga banda da 38 e un tweeter a tromba:98 decibel di efficienza, che lasciano timbricamente di stucco, rimasti in produzione fino all’anno 1970. La cavetteria usata per i cavi di segnale,di potenza e di alimentazione è interamente Audio Tekne. Anche in altre configurazioni,con apparecchi meno costosi e con un sistema di altoparlanti dinamici,le eccezionali qualità di questo complesso sistema di lettura (base Micro 1500 doppia - braccio Zeta - testina AF1 e Uesugi) sono state confermate in maniera nettissima. I diffusori Ensemble hanno sfoderato una dinamica insospettabile, sostenute dalla notevole potenza del finale Triode Otl che le pilotava con grande scioltezza e controllo.Anche i Vandersteen mostravano un livello di riproduzione di qualità elevatissima, unito a una disinvolta eleganza, naturalezza e a un piacere di ascolto che danno un senso a questa passione dell’hi-fi. 95 l’AmateurProfessionnel Audio-Technica AT1000 A nche l’Audio-Technica AT1000 è caratterizzata da un’uscita molto bassa,unita a una bassa impedenza interna,ma la sua specificità consiste nell’avere il cantilever in diamante. Si, avete letto bene, non è soltanto la testina a essere fatta di questo prezioso materiale,ma lo è anche l’asticella che sorregge la testina, che in genere è realizzata in vari tipi di metalli e di leghe. Quindi si tratta di un fonorivelatore dotato di grande rigidità interna,precisione, bassissime colorazioni,pulizia nella riproduzione dei transienti e delle altissime frequenze. L’AT 1000 ha una risposta in frequenza particolarmente lineare. La massima linearità e la più ampia estensione della risposta in frequenza erano infatti le principali finalità del progetto.Anche in questo caso siamo dinanzi a un fonorivelatore molto difficile da far suonare,sia perché deve essere messo perfettamente a punto sul braccio,e bisogna in questi casi utilizzare un braccio di adeguata massa e caratteristiche meccaniche,se non si vogliono vanificare le potenzialità enormi che questa testina possiede. Va inoltre collegata da un punto di vista elettrico a un trasformatore dotato anch’esso di altissimo guadagno e di adeguati valori costruttivi ed elettrici.L’Audio-Technica ha provvisto a costruirsi un suo trasformatore dedicato,il modello AT 1000 T,che rappresenta la punta della produzione dei trasformatori di questa ditta, una vera chicca per rarità. Ne esistevano anche altri modelli (AT 800 T e AT 700 T), minori di costo e leggermente meno curati nella costruzione,rispetto a questo capostipite.Con Audio-Technica siamo comunque di fronte a uno dei marchi storici delle riproduzione dell’analogico, oltre che a un costruttore dotato di idee innovative, capacità applicative, bre- vetti particolari, che si è particolarmente dedicato a costruire insiemi testine – bracci – trasformatori,e,tra le caratteristiche di Audio-Technica, è interessante sottolineare la grande offerta di oggetti disponibili nei propri listini indirizzati a varie fasce di prezzo. Dagli oggetti più economici fino ad arrivare ai modelli top siamo di fronte a uno specialista del settore.Nel caso dell’AT 1000 T ascoltiamo la massima espressione del costruttore giapponese. 4 kg di trasformatore, una risposta in frequenza che si estende da 10 a 90.000 Hz e un rapporto di guadagno di 34 db a 3 Ohm di impedenza interna. È inutile dire che l’accoppiata testina-trasformatore Audio-Technica è in grado di offrire un risultato di indiscutibile raffinatezza musicale, vista l’eleganza del fraseggio musicale che sa proporre.A questo punto diventa cruciale la base del giradischi e le elettroniche in cui andrà ad inserirsi. Nel nostro caso siamo ancora rassicurati dal monumentale sistema del doppio Microseiki 1500 già descritto. Con la AT 1000 si rivela interessante anche l’interfacciamento con il trasformatore Ortofon T 3000.Anche qua siamo in presenza di uno dei più noti costruttori a livello mondiale di fonorivelatori,di bracci,di trasformatori,di stili per la testa dei torni di incisione - non ci scordiamo che la Ortofon ha prodotto meravigliosi stili incisori, usati dalle maggiori case discografiche produttrici di lacche per dischi di vinile - oltre che produttori di eccellenti cuffie e ottimi microfoni.Siamo in piena tradizione europea,esattamente a Copenhagen. Da sempre questo storico costruttore è riuscito dal vecchio continente a rivaleggiare con i più illustri rivali orientali.A tutt’oggi è,insieme a Benz in Svizzera e,a quanto ne so,a un artigiano belga (si trat- Interfacciamenti e “accordature” È bene ricordare che, quando si devono interfacciare meccanicamente testine di questo livello, è fondamentale sia rispettare i dati di compatibilità tra masse e complicanze in gioco perché l’interfacciamento risulti ottimizzato e quindi la frequenza di risonanza del sistema braccio-testina cada in una zona subsonica rassicurante (ossia per quanto all’interno della fascia non udibile,non scenda troppo,rischiando di sollecitare meccanicamente i woofer e costringendo l’amplificatore a mangiarsi una gran parte della potenza disponibile in inutili oscillazioni subsoniche), sia dimare micrometricamente la posizione della testina,sia regolare in modo certosino l’angolo di tracciamento verticale (VTA). Quest’ultima regolazione,che risulta normalmente un parametro piuttosto critico nei fonorivelatori,diventa una delle chiavi di volta dell’ottimizzazione della geometria della lettura sia nel caso della Transfiguration AF 1 sia della Audio-Technica AT1000. Un’approssimativa dimatura e collocazione del fonorivelatore nel sistema di lettura ne compromette irrevocabilmente il risultato sonoro. Alcuni sostengono che il sistema complesso rappresentato da giradischi - base d’appoggio - braccio - cavi - testina - trasformatore si rivela entro limiti piuttosto ampi accordabile.In base alla capacità di accordare questi elementi tra loro varia di molto il modo di esprimersi nel sistema, c’è una grande reattività all’interno di sistemi così complessi,per cui più il resto dell’impianto (elettroniche, diffusori e cavi) è ri- 96 velativo,più risulterà sensibile a un’attenta e scrupolosa messa a punto.Ricordatevi che il segnale parte dalla sorgente e che qualsiasi perdita che avviene alla partenza sarà irrimediabilmente persa e nessuna elettronica successiva riuscirà a ricostruire i dati e i segnali che non gli sono mai arrivati.Un ottimo pre e un eccellente finale non potranno far altro che amplificare ciò che gli giunge. Non possono in nessun caso re-inventarsi informazioni (spaziali, olografiche, timbriche) perdute all’inizio del percorso.Tanto per fare un esempio,un vta sballato (perché, poniamo, il braccio è eccessivamente alto) genererà un segnale stridulo e questo difetto dovuto a una non corretta messa a punto si riverbererà su tutto il resto del sistema, che non potrà fare altro che amplificarlo. In quel caso al segnale contenuto nel disco, va ad assommarsi una pecca di lettura che nessun componente sarà in grado di eliminare,attenuare o correggere.Lo stesso vale per il peso di lettura,per una geometria non perfettamente corretta nella dimatura,per un errore di montaggio che non rispetti la distanza del braccio dal perno centrale e falsi l’overhang, ecc. Alcuni degli audiofili più smaliziati sostengono che un’opera di fine accordatura é completamente fuori dalla portata di chi non è esperto. Certo che, indipendentemente da qualsiasi giudizio, lo stesso sistema tarato in maniera corretta o parzialmente starato genera due suoni estremamente diversi tra loro.Talvolta drammaticamente diversi... ta però di una piccola realtà),l’unica azienda europea che costruisce ancora testine sul suolo europeo.Ortofon ha attualmente al suo attivo un’ampia produzione di pregiati fonorivelatori (non conosco lo stato dell’attuale produzione delle testine Decca e per quanto ne so Clearaudio commissiona le varie Insider a costruttori orientali).Il T 3000 è un oggetto piuttosto rassicurante fin dal primo impatto per il peso (1,8 kg),la solidità e la razionalità della costruzione. Lo stesso costruttore ci conferma la correttezza della nostra scelta nell’accoppiamento con la Audio-Technica,dichiarando un accoppiamento ottimale con testine da 2 Ohm di impedenza interna e da 0,1 mV in poi. Questo trasformatore ha un gain di 30 db, è costruito in permalloy, schermato in mu-metal. Si rivela un partner di notevole raffinatezza timbrica, dotato di ottimo spunto dinamico, doti che mettono la AT 1000 in condizioni di fornire un’eccellente performance. ALCUNI CONNUBI PARTICOLARMENTE RIUSCITI Proseguendo il percorso sui trasformatori per testina mc e sugli accoppiamenti, abbiamo analizzato alcuni matrimoni particolarmente riusciti che, in un’epoca di “divorzi e di crisi di coppie” (!) si rivelano felici eccezioni… Si tratta dei trasformatori Uesugi U.Bros 5, Audio-Technica AT-1000T e Ortofon T 3000, e delle testine Audio Tekne MC6310, AudioTechnica AT1000 e Immutabile Music Transfiguration AF 1. Tutte le prove descritte in quest’articolo sono state effettuate, oltre che con i sistemi indicati nei vari box anche con un’altra catena di elettroniche/diffusori, per ulteriori riscontri sulla validità dell’interfacciamento trasformatore-testina: pre a valvole Jadis MC 30, finale Fourier Triode otl, diffusori Ensemble PA1 Reference Silver MK II, alternate a delle Vandersteen II CE, cavi di alimentazione Audio Tekne, cavi di interconnessione tra pre e finale Art 6000, cavi di potenza Kimber KS 3038. Volendosi cimentare nell’arduo compito di individuare interfacciamenti testine - trasformatori è bene munirsi inoltre di una serie di dischi di riferimento, che si rivelano al di sopra di ogni sospetto per ciò che riguarda la qualità e le caratteristiche dell’incisione quando vogliamo effettuare le prove. Questo è un dato normalmente, non si sa perché, è sottovalutato dagli audiofili, che tendono febbraio 2006• SUONO I DISCHI UTILIZZATI Misa criolla, tenore solista Carreras (Philips, 1980); Lester Bowie, The Great Pretender, (Ecm, 1981); David Munrow, Ecco la primavera (Decca, 1982); Locatelli, Marcello, Vivaldi, Orchestra da camera del Festival di Brescia e Bergamo (fonè, 1986, editione limitata 180 gr.); Gregorio Paniagua, La folia (Harmonia mundi, France, 1980); Gino Paoli, Senza contorno solo ... per un’ora (Wea) (in questo caso attenzione perché le tracce sono molto diverse l’una dall’altra); Eric Clapton, Unplugged (Wea, 1992); Don Cherry, Ed Blackwell, El Corazòn (Ecm, 1982); Ivano Fossati, Lindberg (Sony, 1992); Antonio Vivaldi, Le Quattro Stagioni (fonè, 1995); Giuseppe Verdi, Otello, Del Monaco (Decca); The Weaver, Reunion at Canegie Hall 1963 (Vanguard records, 1986); Handel, Messiah (L’Oiseau Lyre, Decca Rercord, 1981). SUONO • febbraio 2006 In alto: l’Uesugi U.Bros 5,apparecchio che in alcune configurazioni risulta decisamente il migliore dal punto di vista sonoro. A sinistra:Anche l’Ortofon T 3000 esce bene dalla prova ma le sue idiosincrasie sono differenti dal precedente. A destra: Una curiosità; un trasformatore Audio Tekne realizzato da Imai recentemente e in copia unica per un appassionato italiano (anche se, purtroppo, Giulio Cesare, non hai più trent’anni!) si sta dannando l’anima nel tentativo di carpire il punto ideale della sala in cui il suono raggiunge il massimo equilibrio su tutti i vari parametri. Indico alcuni dischi usati come test durante queste sedute d’ascolto. Nessuno di questi pretende di essere perfetto, anzi ciascuno è affetto da qualche connotazione ben identificabile, ma ognuno è estremamente indicativo per qualche particolare caratteristica e/o parametro che sa riproporre. n.b. Tutti gli oggetti indicati, che sono stati provati accuratamente nel corso di varie giornate (ho perso ormai il conto) di ascolti pazienti, talvolta spietati, condotti insieme a vari amici con cui ho la fortuna di condividere questa passione, sono di proprietà di un audiofilo di Livorno, Antonio Palmieri, uomo di consolidata fede hi-fi, collezionista inguaribile di LP (ne possiede oltre 15.000), testine, trasformatori, elettroniche, diffusori rari e valvole di vario tipo. Il suo studio è luogo di incontri, di confronti, talvolta di scontri all’ultimo sangue. Non si fanno prigionieri. Ma così è la passione dell’hi-fi, come ogni vera passione della vita! www.suono.it a pensare che qualsiasi disco possa dare comunque valide indicazioni sul sistema. Vi assicuro che non è facile trovare dischi equilibrati sotto vari parametri, bene incisi, stampati su vinili di ottima qualità, che forniscono doti timbriche appaganti e realistiche e vi propongono una dislocazione credibile degli strumenti. Come non esiste l’impianto perfetto, non esiste analogamente il disco perfetto, e comunque sia ogni incisione sottostà inevitabilmente a una serie di compromessi e rappresenta sempre e comunque un punto di vista, un’interpretazione dell’evento musicale che riflette il gusto, la sensibilità, la cultura, i pre-giudizi e le scelte di chi ha piazzato i microfoni. Questo lo sa benissimo l’amico Giulio Cesare Ricci, che da una vita Basta un click... Step up,prove sul campo Il nuovo portale di SUONO offre informazioni,il comprovendo, lo shopping,le recensioni musicali, le offerte sui prodotti ex demo e vintage, i prodotti di SUONOpoint, l’anteprima sui contenuti della rivista in edicola,nuove rubriche e prove specifiche per la rete, l’elenco dei negozi di qualità, tutti i marchi distribuiti in Italia e i relativi distributori e molto altro ancora...
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