torna pioneer velodyne spl-1000r cat sl1 spunti
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coverSUONO_405_0607.qxp 29-05-2007 12:43 Pagina 1 DOLORES O’RIORDAN: DOPO QUATTRO ANNI DI SILENZIO ZOMBIE È SOLO UN RICORDO... 4 0 5 • G I U G N O 2 0 0 7 • I N A N T E P R I M A : M O N A C O H I - E N D, T U T T I I N U O V I P R O D O T T I D I O P E R A E U N I S O N R E S E A R C H , L’ I M P E R D I B I L E L A V I E E N R O S E 6 STEREO HI-FI LA PIÙ AUTOREVOLE RIVISTA AUDIO ANNO X XXVII • N. 405 • GIUGNO 2007 • MENSILE • € 5,00 TORNA PIONEER Mid-price imbattibile VELODYNE SPL-1000R Tutto e sub! C.A.T. SL1 Il miglior pre del reame? SPUNTI & RIFLESSIONI Tracciamo nuove strade JAGUAR + B&W Absolute hi-fi car Hi(fi)ways 070a73_ampr_sist_analogici.qxp 29-05-2007 15:46 Pagina 70 L’AMATEUR PROFESSIONNEL Come le rose: alcune spine e bellissimi fiori... di Roberto Rocchi N onostante sia stato più e più volte espresso negli articoli che SUONO ha dedicato al meraviglioso e poco conosciuto mondo delle sorgenti analogiche, è necessario ripetere e ribadire il presupposto principe affinché un sistema di lettura analogico suoni al meglio: La sorgente analogica rimane tutt’oggi l’unico baluardo di difesa contro lo strapotere del dominio digitale. Qui porremo l’accento sulle difficoltà, e i relativi suggerimenti per risolverle, che si incontrano nel predisporre seriamente un sistema di lettura analogico in grado di offrire prestazioni sonore e musicali di livello assoluto. Tutte le parti che compongono un sistema analogico (giradischi, braccio, testina, pre phono ed eventuale trasformatore) devono interfacciarsi nel rispetto delle proprie caratteristiche in relazione alle caratteristiche degli altri componenti. Con questo assunto, si vuole far percepire l’idea che il sistema analogico deve essere il frutto di un assemblaggio studiato e provato, tenendo conto delle caratteristiche elettriche e meccaniche dei vari apparecchi che lo compongono, ancorché provenienti dal mercato dell’usato. Va da sé, che un assemblaggio di componenti rimediati qua e là senza un criterio razionale, ben difficilmente potrà sortire un risultato positivo e, inoltre, non è neanche vero che assemblare tutti componenti di alta qualità e costosi porti obbligatoriamente a risultati eccellenti. Saltando le pur importanti problematiche legate alla tipologia del giradischi (a telaio rigido, flottante ecc. ecc.) e alla sua installazione e posizione su un tavolino idoneo, appare invece fondamentale, al fine di un ottimo risultato sonoro, la scelta e la verifica dell’esatta combinazione del sistema braccio, testina, pre phono ed eventuale step-up. Cominciamo con l’abbinamento meccanico tra testina e braccio, che si può considerare come un “sistema elastico risonante” in cui, la somma della massa equivalente del braccio e del peso della testina si rapporta all’inverso della cedevolezza del complesso mobile generando una costante elastica espressa in Hz. Il sistema braccio-testina deve essere considerato quindi come un “oscillatore meccanico smorzato, risonante ad una determinata frequenza” in funzione della cedevolezza della testina e della massa totale del sistema stesso. Tale frequenza, che ricade nel range considerato sub-sonico che va dai 2 ai 20 Hz, deve necessariamente ricadere in una fascia che va dagli 8 e i 12 Hz. Infatti le oscillazioni al di sotto degli 8 Hz, pur 70 giugno 2007• SUONO 070a73_ampr_sist_analogici.qxp 29-05-2007 15:46 Pagina 71 Come le rose:alcune spine e bellissimi fiori... 1 4 2 5 3 Un esempio... Consideriamo un preamplificatore americano ritenuto, a ragione, uno tra i migliori pre in campo internazionale, il Convergent. La sua sezione phono ha un guadagno notevole di 47 dB (26 dB la linea). A ben guardare, la scelta di 47 dB di guadagno è piuttosto intelligente in quanto risulta idonea a elevare dignitosamente un segnale elettrico pari a 0,7 – 0,9 V, vale a dire il dato elettrico medio relativo alle attuali testine MC e MM da 3 – 5 V come VDH, Clearaudio, Grado alcune Benz e The Lyra, naturalmente in considerazione di catene audio con diffusori di medio bassa efficienza. Ma nel caso si voglia utilizzare il Convergent per testine MC a bassa uscita le cose si complicano un tantino. Bisogna infatti considerare che la capacità di guadagno del Convergent risulta insufficiente per una testina MC a bassa uscita, ma eccessiva se si interpone il trasformatore adatto alla testina che si vuole utilizzare. In questo caso è possibile individuare una risoluzione nella scelta di un adeguato trasformatore con un gua- SUONO • giugno 2007 dagno abbastanza basso. Ammettiamo di voler utilizzare una testina come la Koetsu Rosewood: la scelta del braccio, dovrà ricadere tra quelli a massa media come lo SME IV – V o il Fidelity Research fx o l’Ortofon AS212 con contrappeso medio. La scelta del trasformatore potrà ricadere sul SAEC mst100 che con i suoi 2 – 8 Ohm di impedenza di carico ben si adatta all’impedenza della Koetsu e con il suo guadagno basso di appena 10 dB si interfaccia con il Convergent permettendogli di ricevere un segnale elettrico non troppo elevato, stendere un tappeto di rumore molto basso e ottenere un risultato sonoro di eccellente qualità. Naturalmente, in un contesto meno estremo, vale a dire con l’utilizzo di un phono di medio guadagno, il trasformatore giusto sarebbe stato il Uesugi o il Supex o il Kiseki MCT2 o l’ART. 1 • La sezione MC del preamplificatore Convergent è in grado di far suonare in modo adeguato le testine MC con un’uscita elettrica di 0,5 – 0,9 V o anche testine MM con 3-5 V di uscita. 2 • L’Ortofon AS212 è un braccio a massa media che può diventare a massa medio alta utilizzando il contrappeso che vedete in foto alla base del braccio che ne aumenta la massa. 3 • La testina Koetsu Rosewood non ha bisogno di presentazioni, ma sicuramente ha necessità di un braccio di massa media e di un trasformatore di 2-8 Ohm. 4 • Il Fidelity Research FR fx è la versione a massa medio bassa che può essere variata in alta massa utilizzando il contrappeso da 250 grammi che vedete in questa foto sotto la confezione del braccio. 5 • Il trasformatore Uesugi è idoneo per impedenza alla Koetsu Rosewood, ma eccessivo come guadagno per il Convergent. Il rischio è quello, nelle peggiori delle ipotesi, di saturare il segnale che in ogni caso offrirà un suono aspro e invadente. 71 070a73_ampr_sist_analogici.qxp 29-05-2007 15:46 Pagina 72 L’AMATEUR PROFESSIONNEL ...Un altro esempio Una mitica testina è la Transfiguration AF1 che possiede un’uscita elettrica di 0,1 V ed un’impedenza interna di 2 Ohm. La sua cedevolezza è molto bassa e combinata con il suo peso di sei grammi obbliga alla scelta di bracci a massa medio alta come lo Zeta Arm o il Syrinx con doppio contrappeso o il Fidelity Research fx con contrappeso da 250 grammi. Ora, volendo abbinate l’AF1 con un phono come l’I.C.S. Signature a batteria, il cui ingresso MC sarebbe sicuramente insufficiente per una testina con un’uscita elettrica così bassa, si è obbligati se non udibili, una volta amplificate alterano la stabilità dell’immagine sonora, aumentano notevolmente la distorsione e riducono la gamma dinamica a causa della notevole potenza richiesta all’amplificazione per la loro riproduzione. Il tutto si traduce in una saturazione meccanica della testina e dell’intera catena audio. La presenza di questo tipo di reazione è perfettamente riscontrabile allorquando, poggiata la puntina sul piano del disco in rotazione, possono essere notate sui trasduttori ampie escursioni che non producono alcun suono. Proprio queste sono le frequenze in banda sub-sonica. D’altra parte la risonanza tra 13 e 20 Hz ricade in una 72 6 8 7 9 all’utilizzo di un trasformatore di alto guadagno con un’impedenza di 3 – 8 Ohm. La scelta ricade sul Fidelity Research XF-1 low che guadagna 36 dB, collegando naturalmente all’ingresso MM dell’I.C.S. Signature. Anche il Uesugi sarebbe stato idoneo per impedenza, ma il suo guadagno di 20 dB sarebbe stato insufficiente per la TRasfiguration AF1 ed il suono sarebbe risultato goffo e chiuso, con poca dinamica e scarsa linearità timbrica. 6 • Il braccio Zeta Arm è di massa medio alta, il giusto quindi per la Transfiguration AF1. 7 • Il SAEC MST-100 è un trasformatore per testine da 2 banda di frequenze di per sé udibile. È necessario quindi far ricadere la risonanza in un campo che va dagli 8 ai 12 Hz per non generare i problemi testé esposti. Anche le varie tipologie di testine implicano accorgimenti e valutazioni di non poco conto. Per quanto concerne le testine MM si deve tenere in considerazione che il gruppo meccanico mobile del sistema magnetico non è solitamente molto pesante, sono le caratteristiche elettriche a creare qualche piccolo problema peraltro facilmente risolvibile. Questo vuol dire che un braccio di massa medio bassa, caratteristica peculiare di quasi tutti i bracci moder- a 8 Ohm d’impedenza,il suo guadagno è di soli 10 dB ma sufficienti per il Convergent che possiede una capacità di guadagno medio alta. 8 • La Transfiguration AF1 ha un’uscita elettrica di soli 0,1 V ed un’impedenza interna di 2 Ohm. 9 • Il Fidelity Research XF-1 ha un’impedenza di 3 – 8 Ohm ed un guadagno di 36 dB,caratteristiche che si sposano benissimo con la Transfiguration AF1 collegata ad un phono MM con normali caratteristiche,mentre il Uesugi non sarebbe stato in grado di elevare sufficientemente il debole segnale elettrico. ni che vanno per la maggiore attualmente, risulterà idoneo per quasi tutte le testine MM presenti nel mercato. Mentre per quanto riguarda le giuste condizioni di carico elettrico, sarà sufficiente attenersi ai dati forniti dal costruttore della testina che devono essere uguali alla somma delle impedenze dei cavi di segnale e dell’ingresso del pre phono, in questo caso bisogna tener presente che variazioni di 50 Ohm in più o in meno per la capacità e del 10% per la resistenza sono sufficientemente tollerate e non determinano distorsioni e/o aberrazioni sonore. Da notare che, per quanto concerne la resistenza, i dati non possono essere cambiati a giugno 2007• SUONO 070a73_ampr_sist_analogici.qxp 29-05-2007 15:46 Pagina 73 Come le rose:alcune spine e bellissimi fiori... 10 Ancora un esempio? Come non complicarsi la vita. Nella prova condotta sulla testina My Sonic Lab (SUONO n. 401), ci si è trovati nella condizione di poter interfacciare direttamente questa testina con il phono I.C.S. a batteria. Ciò è stato possibile perchè la My Sonic Lab possiede un’uscita di 0,5 V ed un’impedenza interna di 1,8 Ohm con un’impedenza di carico consigliata di 400 Ohm. Ora, la sezione MC dell’I.C.S. è in grado di elevare autorevolmente da 0,3 V a 0,8 V oltre ad adattarsi all’impedenza della testina. Così facendo si ha il vantaggio di eliminare il passaggio del segnale ad un trasformatore e relativo cavo di connessione, oltre a sfruttare le benefiche doti dinamiche di un pre phono a batteria che elimina quindi il rumore di fondo generato dall’alimentazione a corrente alternata. meno che non si tratti di un pre regolabile, mentre la capacità può essere aumentata (ma in nessun caso diminuita a meno di non tagliare qualche cavo di segnale) inserendo piccoli condensatori nel pre o negli spinotti. Altro tipo di valutazioni si devono fare per le testine a bobina mobile. Solitamente si tratta di testine molto costose e delicate che, appena uscite sul mercato, vale a dire qualche lustro fa, si pensava potessero risolvere in parte le problematiche legate all’adattamento elettrico delle testine MM. Niente di più sbagliato in quanto il maggiore peso della testina e la complessità realizzativa di un pre phono MC di buona qualità, sono argomenti che allontanano molto da una facile gestione del sistema braccio testina. In effetti, il maggiore peso e massa di quasi tutte le testine Moving Coil obbligano quasi sempre alla scelta di bracci di alta massa, mentre a pre phono MC si preferisce adottare la soluzione dell’utilizzo di un trasformatore elevatore, obbligatorio a causa della bassa uscita elettrica delle testine MC, connesso ad un pre phono MM. Tale scelta, se di fatto abbatte la spesa per l’acquisto di un pre phono MC, risulta una scelta dal percorso non facile in considerazione della difficile realizzazione di trasformatori di elevata qualità e, attualmente, anche della loro reperibilità sul mercato del SUONO • giugno 2007 11 Durante la prova condotta da SUONO, è stato anche utilizzato il trasformatore dedicato My Sonic Lab ottenendo eccellenti risultati; da consigliare a coloro che, non possedendo una sezione MC adeguata, vogliano utilizzare la propria sezione MM. 12 10 • Il braccio Fidelity Research FR64 è del tipo ad alta massa idoneo per la testina My Sonic Lab. 11 • Il phono MM – MC I.C.S.Signature a batteria è in grado di elevare autorevolmente testine con uscita elettrica che va da 0,3 a 0,8 V come,per esempio,la My Sonic Lab ma non è sufficiente per testine con uscite molto basse come la Transfiguration AF1. 12 • La My Sonic Lab possiede una tensione d’uscita di 0,5 V ed una bassa impedenza interna pari a 1,8 Ohm; l’impedenza di carico dichiarata è di 400 Ohm. nuovo. Quindi la testina MC complica un tantino la vita all’audiofilo, costringendolo ad avere a disposizione diversi trasformatori di buona qualità e con carico differente, oltre naturalmente a bracci di elevata massa equivalente. Ma allora, chi ci obbliga a percorrere una strada così impegnativa e piena di difficoltà? Il fatto è che, nonostante tutte queste problematiche, un sistema analogico ben pensato e studiato con una testina MC a bassa uscita correlata dal trasformatore idoneo, è in grado di offrire prestazioni sonore e musicali di livello assoluto, posizionandosi al vertice del grado di godibilità d’ascolto. SUONO vuole porre l’accento e proporre agli appassionati una breve e, purtroppo, parziale carrellata di combinazioni braccio-testina-trasformatore-pre phono che rappresentano i sistemi in grado di dare quelle emozioni d’ascolto di cui si diceva poc’anzi. SINERGIA VÒ CERCANDO Già, ma che cosa è la sinergia? È un qualcosa che si realizza allorquando si riesca a combinare una catena di componenti audio le cui caratteristiche elettriche e meccaniche siano coerenti e corrette tra loro. Questa pratica della ricerca della combinazione giusta è andata un po’ perdendosi con il tempo, a partire proprio dall’avvento della sorgente digitale, vale a dire dal tempo in cui tutte le apparecchiature audio sembravano standardizzarsi su valori tali da dare l’impressione di potersi combinare tra loro senza limiti di tipologia e marca. Tutto ciò naturalmente è molto bello ma vero solo in parte, tanto che attualmente alcuni giovani appassionati assemblano impianti improbabili affidandosi spesso alle “occasioni” che si possono trovare sul mercato dell’usato, anche internazionale, ricorrendo ai mercatini via Internet. La validità della sinergia trova la sua massima espressione nella parte della catena audio dedicata alla linea phono, dove è necessario tenere nella dovuta considerazione le caratteristiche elettriche dei vari componenti e apparecchi poiché le caratteristiche meccaniche, le capacità di guadagno e le loro impedenze se mal assemblate sono in grado di generare rapporti di segnalerumore elevati o, addirittura, saturazioni del segnale e vere e proprie distorsioni. Esporre in modo esaustivo l’argomento richiede un’analisi dettagliata e molto ampia che sarà comunque affrontata in seguito o definita nel libro bianco che SUONO dedicherà all’analogico. Allo scopo di semplificare la questione, in questo articolo trovate tre esempi “calzanti”, che rendono l’idea su alcune problematiche che bisogna affrontare e risolvere per ottenere risultati soddisfacenti ed appaganti sotto il punto di vista dell’ascolto. 73
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