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! BARTOLOMEO SCAPPI Ricerca Scolastica ! INTRODUZIONE: Il primo evento noto della sua carriera fu nell'aprile del 1956 egli organizzò un banchetto al servizio del cardinale Lorenzo Campeggio. Ha servito alla corte di altri cardinali, fino a divenire cuoco delle cucine vaticane sotto il papa Pio IV. Continuò successivamente come cuoco alla corte di Pio V. Morì il 13 aprile del 1577 e fu sepolto nella chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio alla Regola, dedicata ai cuochi e ai fornai. OPERE: Nel 1570 apparve il testo che renderà immortale Bartolomeo Scappi, dimostrandosi il trattato più maturo sulle esperienze culinarie della civiltà rinascimentale italiana, si intitolava “Opera di Bartolomeo Scappi, mastro dell'arte del cucinare, divisa in sei libri”. Nel primo volume, introdotto da una conversazione fittizia tra il maestro e un suo allievo, si tratta del cuoco, della maniera di costruire ambienti a uso di cucina, del metodo di conoscere e conservare le buone vivande. Nel secondo, di carne di quadrupedi e volatili, domestici e selvatici, e della maniera di confezionare salse e sapori. Ricerca Scolastica ! Nel terzo dei pesci, delle uova e delle minestre. Nel quarto delle liste di vivande distribuite secondo le stagioni. Nel quinto di come fare pasticci, crostate, torte e dolci vari. Nel sesto, delle vivande più adatte per infermi e convalescenti. Nella sua opera Scappi si rivela un riformatore sotto tutti i punti di vista. Non si limita a semplici stufati e bolliti, ma applica tecniche più raffinate come la marinata, farcisce torte salate con carciofi, piselli o altre verdure, e riempie i dolci con ricotta o formaggio tenero. Molti suoi piatti erano alla lombarda, alla toscana o alla bolognese, non disdegnando le cucine straniere, come il “cuscus alla moresca” di provenienza araba. Bartolomeo fece conoscere alla gastronomia italiana del Rinascimento anche un altro campo, quello della 'credenza', vale a dire i piatti freddi: dalle sfogliate ripiene alle salsicce, fino ai molluschi e agli antipasti abbinati con i dolci. La lettura dell'Opera ci fa valutare appieno l'importanza e la grandezza di questo cuoco, inventore e interprete della grande cucina italiana del XVI secolo non solo perché utilizza i nuovi alimenti provenienti dalle Americhe che, se si eccettua il tacchino, non sono ancora apparsi stabilmente sulle mense europee, ma soprattutto per la profonda conoscenza delle caratteristiche dei singoli componenti, per i nuovi metodi di cottura e per l'originalità dei suoi piatti. Ricerca Scolastica ! Per la prima volta un cuoco ci illustra nei dettagli nuove tecniche di preparazione che ci vengono proposte con geniali soluzioni: l'uso di un peso per mantenere la carne da lessare sotto il livello dell'acqua; l'infarinatura o l'impanatura del petto di vitello prima di essere fritto, il proteggere con carta unta di strutto i fagiani dal calore eccessivo della fiamma, la cottura a bagnomaria dello zabaione, lo schiumare la gelatina con un cucchiaio di legno e non di ferro, che potrebbe renderla amara. Le ricette sono create con fantasia e inventiva e illustrate con un linguaggio e una terminologia chiari e precisi. Frequentemente lo Scappi offre soluzioni alternative con il variare di una componente per ottenere piatti dalle caratteristiche simili, ma dal gusto finale differente, quasi un'anticipazione della grande cucina modulare che caratterizzerà il secolo seguente. A questo grande cuoco si deve senz'altro attribuire il merito di aver arricchito la cucina italiana del suo tempo, rinnovandola in maniera profonda. Non è riuscito però ad imprimere una svolta completa a questa trasformazione, così che non si può parlare di una vera e propria rivoluzione gastronomica. La sua opera è probabilmente il tassello più importante di un sistema culinario che ha toccato il suo apice nel Rinascimento e più che aprire una nuova pagina della storia della cucina, chiude un capitolo: da questo momento in poi e per lungo tempo la cucina italiana non godrà più del suo primato. Ricerca Scolastica ! RICETTE PIU’ IMPORTANTI: Tortiglione ripieno: Le numerose ricette per tortiglioni rivelano quanto Scappi fosse esperto in pasticceria. Questa particolare ricetta per pasta da pane ripiena di frutta secca e alternata a strati di burro ricorda da vicino una torta da servire col tè. Le istruzioni di Scappi sono piuttosto difficili da eseguire, ma risulta evidente che il suo fine sia di ottenere un miscuglio di spezie alternato a strati di pasta levitata. Spiegazione: Impasta due libre di farina, con sei rossi d’uova freschi, 30gm d’acqua, 15gm di lievito, stemperato con acqua tiepida, 400gm di burro fresco, o strutto, che non abbia triste odore, et sale q.b. Lavorate questa pasta per circa mezz’ora, ora preparate delle sfoglie sottili, ungeteli con del burro fuso, parateli degli orli sporgenti. Spolverati di zucchero e di cannella, cospargete d’uva passa di Corinto spugnata del vino, un po' di datteri cotti nel vino e tagliate finemente unite a dello zibibbo senza acini appena sbollentate del vino, tutte le dette materie siano raccolte e mescolate assieme con zucchero cannella polvere di garofano noce moscata. Tutto questo impasto disponetelo sopra la sfoglia e avvolgerlo come dei cialdoni, avvertendo che non si rompi la pasta. Questo tortiglione, si raccomanda di non dargli non più di tre rivolture per facilitare la cottura, non deve essere troppo calcato, ungetelo di burro e incominciando ad avvolgerlo a forma di lumaca o di labirinto e disporlo in una teglia delicatamente senza calcarlo. Cuocerlo in forno, e di tanto in tanto ungetelo di burro, ma appena sia cotto cospargete di zucchero e acqua sciroppata. Ricerca Scolastica ! Anitra selvatica in salsa piccante: Ingredienti: un’anitra selvatica con le sue rigaglie, tranne il fegato.150g di prosciutto cotto magro finemente tritato, 2 dl di vino rosso 1\2 tazza d’aceto di vino, una puntina di pepe nero macinato, una puntina di cannella, una puntina chiodi di garofano macinato, noce moscata anche per lei una puntina, un po’ di zenzero macinato, una cucchiaiata d’uvetta sultanina una cucchiaiata di zucchero, salvia tritata, due cipolle tagliate per metà 150gm di prugna spugnate e snocciolate. Procedimento: Ponete le anitre con le loro rigagli in una casseruola e aggiungetevi il prosciutto tritato e il vino, l’aceto, il pepe, la cannella, i chiodi di garofano, la noce moscata, lo zucchero, la salvia, l’uvetta, le cipolle, e le prugna. Coprite, e portate a bollore, e cuocete a fuoco basso, o in un forno a calore medio per tre quarti d’ora a seconda della grandezza dell’anitra. Una volta cotta sistemarla su un piatto da portata, disponetevi attorno la cipolla e le prugna e tenere al caldo. Scartate le rigagli. Se necessario fate bollire la salsa riducendola finché sarà abbastanza densa. Assaggiatela prima di salare e servitela a parte. Ricerca Scolastica
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