Lateral ankle sprain
Transcript
Lateral ankle sprain
CLINICAL REASONING & DECISION MAKING Estratto da Il Fisioterapista 1-2015 Lateral ankle sprain Valentina Toscano Fisioterapista, Orthopaedic Manipulative Therapist, Ancona C on distorsione laterale di caviglia s’intende un evento con una serie di possibili sequele, che vanno dallo stiramento alla rottura completa del complesso capsulo-legamentoso del comparto esterno, con conseguente vario grado di instabilità tibiotarsica e sottoastragalica, a seguito di un meccanismo traumatico articolare in genere in inversione, adduzione e flessione plantare del piede. Nei Paesi occidentali ogni giorno si verifica un episodio di ankle sprain ogni 10.000 persone, con un sostanziale incremento se si prende in esame la popolazione giovane e sportiva, soprattutto se coinvolta in attività agonistiche di squadra che prevedono contatto, quali calcio, basket, volley1-2. La maggior parte delle distorsioni riguarda appunto il compartimento capsulo-legamentoso laterale, con un 65% di rotture isolate a livello del legamento peroneoastragalico anteriore (legamento talofibulare anteriore), 1/5 del quale associato a coinvolgimento del legamento peroneocalcaneare (legamento calcaneofibulare) e un’esigua percentuale con lesione del peroneoastragalico posteriore (legamento talofibulare poste- Legamento talofibulare anteriore Legamento talofibulare posteriore Legamento calcaneofibulare Figura 1 Articolazione tibiotarsica di destra (i mezzi di unione delle varie giunzioni sono visti lateralmente; Archivio Edi.Ermes 2014). riore) o della sindesmosi tibiotarsica, di solito a seguito di traumi importanti (figura 1)2. Di fronte a un soggetto che riferisce di aver subito una distorsione a carico di caviglia e piede, l’esclusione di eventuali fratture, sebbene riscontrabili in un 9-15% dei casi, rappresenta una priorità e l’Ottawa Ankle Rules risulta attualmente l’algoritmo più sensibile per determinare la necessità di un’indagine strumentale1-3. L’indicazione alla valutazione radiografica viene posta se è pre- sente dolore a livello dei malleoli o del mesopiede in combinazione con uno dei seguenti segni o rilievi clinici (finding): dolore alla palpazione della faccia posteriore di uno o entrambi i malleoli, della base del quinto metatarso, dell’osso navicolare o inabilità a eseguire almeno quattro passi immediatamente dopo il trauma o al pronto soccorso (figura 2)1,3. Escluso il sospetto di fratture, di danno alla sindesmosi, di lesione muscolo-tendinea e di coinvolgimento vascolare o neurale a 1 – Gennaio/Febbraio 2015 Il Fisioterapista “Il ragionamento clinico è quel processo che ha lo scopo di organizzare in maniera significativa un insieme di dati confusi e di situazioni che si verificano in un preciso contesto clinico e conseguentemente di prendere delle decisioni in relazione alla loro interpretazione” (Higgs J. 1996). Questa rubrica, dedicata proprio al ragionamento clinico in ambito riabilitativo dei disordini neuromuscoloscheletrici, si prefigge di guidare il fisioterapista attraverso l’impegnativo processo di valutazione funzionale, punto imprescindibile di partenza per le decisioni che si dovranno prendere successivamente al fine di scegliere le più appropriate strategie riabilitative disponibili e di prendere decisioni in condizioni di minore incertezza riducendo al minimo l’errore e l’inefficacia. In seguito all’esposizione delle conoscenze fondamentali di background, utili per l’organizzazione di un modello contestuale di riferimento, vengono presentati casi clinici con l’intento di promuovere un processo sistematico di analisi e sintesi dei dati rilevanti e di costruzione del progetto terapeutico in base alle informazioni ottenute e alle più recenti evidenze scientifiche. 29 2 23 27-64_Guide.indd 29 30/01/15 12:54 Estratto da Il Fisioterapista 1-2015 CLINICAL REASONING & DECISION MAKING Lateral ankle sprain Proiezione laterale Proiezione mediale Zona malleolare A - Margine posteriore (apice) del malleolo laterale, 6 cm B - Margine posteriore (apice) del malleolo laterale, 6 cm Zona del mesopiede C - Base del quinto osso metatarsale D - Navicolare Una serie di radiografie della caviglia è necessaria solo quando il paziente lamenti dolore in zona malleolare e uno di questi segni: Una serie di radiografie del piede è necessaria solo quando il paziente lamenti dolore in zona del mesopiede e uno di questi segni: • dolorabilità ossea in A; • dolorabilità ossea in C; • dolorabilità ossea in B; • dolorabilità ossea in D; • incapacità di carico sia subito dopo l’evento sia in pronto soccorso. • incapacità di carico sia subito dopo l’evento sia in pronto soccorso. Figura 2 Ottawa ankle rules: algoritmo per determinare la necessità di un’indagine strumentale (ridisegnata da Bachmann LM, Kolb E, Koller MT, Steurer J, Ter Riet G. Accuracy of Ottawa ankle rules to exclude fractures of the ankle and midfoot: systematic review. BMJ 2003; 326: 417-23). seguito di un trauma distorsivo, occorre classificare clinicamente la severità del danno legamentoso, non tanto per un’indicazione prognostica, ma per la differen- te gestione iniziale: nel grado III può essere necessario un breve periodo di immobilizzazione e scarico articolare totale, mentre per il I e II grado vengono con- Tabella 1 Caviglia: classificazione delle distorsioni laterali Grado Legamenti coinvolti I Stretch del legamento peroneoastragalico anteriore Presentazione clinica Minimo gonfiore e dolore alla palpazione Minima o assente limitazione funzionale Assenza di instabilità meccanica II Rottura completa del legamento peroneoastragalico anteriore ± rottura parziale del legamento peroneocalcaneare Moderato gonfiore e dolore alla palpazione, presenza di ecchimosi Restrizione del ROM e difficoltà nella deambulazione Moderata instabilità meccanica Il Fisioterapista 1 – Gennaio/Febbraio 2015 III Rottura completa del legamento peroneoastragalico anteriore e del legamento peroneocalcaneare ± rottura parziale del legamento peroneoastragalico posteriore Gonfiore ed ecchimosi diffusi, dolore spiccato alla palpazione Impossibilità al carico Consistente instabilità meccanica sigliati mobilizzazione e carico precoci2,4-6. La tabella 1 descrive la presentazione clinica delle distorsioni laterali di caviglia. Nella maggior parte dei casi, nei pazienti che presentano esiti di distorsione acuta laterale di caviglia il decorso clinico risulta buono: nelle prime due settimane si assiste a un rapido decremento del dolore, sebbene a distanza di tre anni il 5-33% riporti sintomi e instabilità soggettiva e il 3-34% presenti episodi ricorrenti indipendentemente dal grado iniziale1,6. Per quanto concerne i fattori prognostici, la pratica di sport ad alto livello, il riscontro di limitazione in dorsiflessione, la presenza di riduzione della propriocezione, di decremento della forza e un’alterazione del timing di attivazione muscolare potrebbero essere i responsabili di un’evoluzione non ottimale1,4,6. I test più comunemente utilizzati nella valutazione degli esiti di una distorsione tibiotarsica sono l’anterior drawer e il talar tilt, i quali determinano la stabilità, rispettivamente, del legamento peroneoastragalico anteriore e del legamento peroneocalcaneare; in ogni 30 27-64_Guide.indd 30 30/01/15 12:54 caso l’esame clinico non andrebbe eseguito prima di cinque giorni dal trauma per aumentarne i valori di accuratezza diagnostica1,2,4. Un’esatta timeline di guarigione legamentosa non è determinabile, comunque diversi studi riportano che una stabilità mec- canica adeguata non viene raggiunta prima di 6-12 settimane 4. A prescindere dal grado di lesione, in letteratura emerge chiaramente un trend verso un trattamento di tipo funzionale, rispetto all’immobilizzazione prolungata in cast o splint o alla ricostruzione Lateral ankle sprain CLINICAL REASONING & DECISION MAKING Estratto da Il Fisioterapista 1-2015 chirurgica, con un vantaggio anche dal punto di vista economico e applicativo. Questa modalità di intervento in genere comprende: mobilizzazione precoce, training propriocettivo, esercizi di rinforzo e coordinazione e l’utilizzo di supporto esterno semirigido7-10. CASO CLINICO VB, studente di 21 anni, si presenta per esiti di trauma distorsivo alla caviglia destra occorso 10 giorni prima e per il quale si è recato immediatamente al pronto soccorso, dove hanno escluso la presenza di fratture a seguito di indagine radiografica, applicato un bendaggio compressivo e consigliato l’impiego di crioterapia, posizioni di drenaggio per l’arto inferiore, l’utilizzo di un tutore e di canadesi per due settimane, con carico a tolleranza e successiva fisiocinesiterapia. Anamnesi Ipotesi diagnostiche funzionali L’obiettivo dell’esame clinico-funzionale, in questo caso, consiste nell’individuazione di quegli aspetti funzionali, biomeccanici e artrocinematici rilevanti che, unitamente all’indagine dei fattori di rischio e prognostici, possano fornire degli elementi specifici per l’impostazione di un progetto terapeutico appropriato. Esame obiettivo segu se guee segue 1 – Gennaio/Febbraio 2015 In ortostatismo e nei pochi passi effettuati per entrare in ambulatorio si nota un atteggiamento in rotazione esterna dell’arto destro e flessione plantare dell’articolazione tibiotarsica, ma non si evidenziano particolari deviazioni assiali o asimmetrie a carico degli arti inferiori. La caviglia si presenta moderatamente gonfia e calda con ematoma localizzato in sede perimalleolare. Indagando, con il soggetto in scarico per il rispetto della fase acuta, la mobilità attiva e passiva di caviglia si riscontra limitazione dolorosa su tutti i piani, soprattutto in flessione plantare e dorsale. In merito all’indagine sulla stabilità meccanica, l’anterior drawer risulta doloroso e positivo per incremento della mobilità rispetto al controlaterale, mentre il talar tilt dà esito negativo. Alla palpazione in sede anterolaterale e del legamento peroneoastragalico anteriore si evoca spiccato dolore, mentre alla valutazione della forza muscolare si evidenzia una debolezza importante in inversione ed eversione. Il Fisioterapista Il soggetto pratica basket (playmaker) da otto anni; afferma di aver subito il trauma atterrando sul bordo esterno del piede destro nel ritorno da un salto in occasione di una partita amichevole; subito dopo è stato in grado di camminare per qualche passo, ma con serie difficoltà e spiccato dolore in sede perimalleolare. Nel frattempo non ha assunto farmaci e ha seguito attentamente le indicazioni che finora ha ricevuto. Dalle radiografie effettuate non si evidenziano lesioni osteocondrali o alterazioni morfologiche di rilievo. Il soggetto attualmente deambula con una canadese e riferisce un miglioramento della sintomatologia dall’esordio: il dolore, lamentato soprattutto in sede anterolaterale, non supera 6/10 di punteggio alla scala VAS (scala visuoanalogica) in carico e 3/10 a riposo; non lamenta altri sintomi tipo parestesie, ipoestesie o disestesie. Per quanto riguarda le mansioni della vita quotidiana, il paziente riporta importante limitazione funzionale e difficoltà a svolgere gran parte delle attività e ha dovuto necessariamente sospendere la partecipazione sportiva. In merito alle informazioni complementari, il soggetto gode di buona salute generale, non ricorda precedenti episodi né altri traumi di rilievo o di essere stato sottoposto a interventi chirurgici, ma un paio di anni fa ha sofferto di tendinopatia achillea all’arto sinistro. La sua richiesta nei nostri confronti è quella di poter recuperare appieno la propria funzionalità e tornare a giocare il prima possibile. 31 27-64_Guide.indd 31 30/01/15 12:54 CLINICAL REASONING & DECISION MAKING Lateral ankle sprain Estratto da Il Fisioterapista 1-2015 a Figura 3 Esempi di tecniche manuali: trazione tibiotarsica con interessamento dell’articolazione sottoastragalica (a); traslazione dorsale dell’astragalo in posizione aspecifica per iniziale recupero verso la dorsiflessione (b). Il Fisioterapista Profilo prognostico 1 – Gennaio/Febbraio 2015 b Analizzando e integrando i dati acquisiti durante la valutazione funzionale e le indicazioni ottenute durante il triage, le conseguenze del trauma sembrerebbero limitate a una distorsione laterale di caviglia, in assenza di bandiere rosse o altre lesioni riscontrabili, verosimilmente di II grado, per la presenza di dolore locale alla palpazione, ematoma e positività all’anterior drawer ma non al talar tilt. Per quanto concerne i fattori prognostici, l’unicità dell’episodio e la possibilità di deambulare entro le 48 ore successive al trauma risultano positivi, mentre la pratica di sport a rischio, sebbene non a livello professionistico, potrebbe aumentare la probabilità di recidive. In base alle indicazioni mediche e dal momento che l’approccio di prima scelta nell’affrontare tale problematica muscoloscheletrica è di tipo conservativo, si ritiene ragionevole proporre un intervento riabilitativo. Dopo aver informato il soggetto della natura del problema, del rischio di nuovi episodi e delle strategie terapeutiche disponibili, si deve agire per garantire primariamente un processo ottimale di recupero dall’evento traumatico, quindi adattando i carichi al livello di tolleranza da parte del soggetto. In questo caso, l’intervento manuale, nelle prime fasi, deve focalizzarsi sul controllo del dolore e della reattività, ma parallelamente operare tempestivamente sulla limitazione articolare, dosando e ca- librando le manovre di mobilizzazione in maniera estremamente accurata e nel rispetto costante delle fasi proliferative e di maturazione della lesione. Particolare attenzione va posta al recupero completo della dorsiflessione, considerato importante nel ridurre il rischio di nuovi traumi, parallelamente al ripristino della forza, della resistenza e del controllo neuromotorio di tutta la muscolatura stabilizzatrice tibiotarsica e sottoastragalica (figura 3). La componente attiva del programma riabilitativo, eseguita in modalità domiciliare supervisionata, dovrebbe prevedere una progressione da esercizi propriocettivi statici e di rinforzo muscolare analitico a catena cinetica chiusa, verso compiti più dinamici e funzionali, che comprendano anche il reclutamento e la coordinazione di più gruppi muscolari e gesti specifici. Il ritorno allo sport rappresenta l’obiettivo a medio termine, determinato in base alla progressione soggettiva e oggettiva del recupero, stimata con strumenti di misura adeguati; eventualmente – per prevenire recidive – si può suggerire l’applicazione del tutore nella prima fase di rientro. Se l’evoluzione dovesse deviare rispetto al decorso normale e non si dovesse assistere a un progressivo recupero in un tempo ragionevole occorre fare riferimento allo specialista per un inquadramento di secondo livello. 32 27-64_Guide.indd 32 30/01/15 12:54 Lateral ankle sprain CLINICAL REASONING & DECISION MAKING Estratto da Il Fisioterapista 1-2015 10 RACCOMANDAZIONI UTILI PER UNA MIGLIORE PRATICA CLINICA Approccio EBM alla pratica clinica, visione indipendente e critica della professione Selezione di misure di outcome adeguate Inquadramento del paziente secondo i modelli biopsicosociale e ICF Impiego del modello pragmatico di carico/capacità di carico Accrescimento delle capacità di clinical reasoning e decision making, prevalentemente tramite l’utilizzo del modello di ragionamento ipotetico-deduttivo Analisi della letteratura come metodologia per aggiornamento continuo e selezione delle fonti Stesura del profilo prognostico di salute e capacità di relazione interdisciplinare con utilizzo della nomenclatura internazionale Conduzione sistematica dell’indagine anamnestica strutturata e impostazione dell’esame funzionale Valutazione dinamica in itinere per confermare o rivedere le strategie applicate Rule in/out per la presa in carico autonoma BIBLIOGRAFIA 1. KERKHOFFS GM, VAN DEN BEKEROM M, ELDERS LA, ET AL. Diagnosis, treatment and prevention of ankle sprains: an evidence-based clinical guideline. Br J Sports Med 2012; 46: 854-60. 2. POLZER H, K ANZ KG, PRALL WC, ET AL. Diagnosis and treatment of acute ankle injuries: development of an evidence-based algorithm. Orthopedic Reviews 2012; vol. 4-5. 3. VAN DER WEES PJ, LENSSEN AF, FEIJTS YAEJ, ET AL. KNGF Guideline for Physical Therapy in patients with acute ankle sprain. Dutch Journal of Physical Therapy 2006; 116 (5): 1-25. 4. HUBBARD TJ, HICKS-LITTLE CA. Ankle ligament healing after an acute ankle sprain: an evidence-based approach. Journal of 5. 6. 7. 8. Athletic Training 2008; 43(5): 523-9. KEITH WC, BRYAN CD, KENNETH JM. Acute and chronic lateral ankle instability in the athlete. Bull NYU Hosp Jt Dis 2011; 69(1): 1726. VAN RIJN RM, VAN OS AG, BERNSEN RM, ET AL. What is the clinical course of acute ankle sprains? A systematic literature review. Am J Med 2008; 121: 324-31. KERKHOFFS GM, ROWE BH, ASSENDELFT WJ, ET AL. Immobilisation and functional treatment for acute lateral ankle ligament injuries in adults. Cochrane Database Syst Rev 2002, 3: CD003762. Update: 2013. KERKHOFFS GM, HANDOLL HH, DE BIE R, ROWE BH, STRUIJS PA. Surgical versus conservative treatment for acute injuries of the lateral ligament complex of the ankle in adults. Cochrane database Syst Rev 2007, 3: CD000380. 9. KERKHOFFS GM, STRUIJS PA, MARTI RK, ET AL. Different functional treatment strategies for acute lateral ankle ligament injuries in adults. Cochrane Database Syst Rev 2002, 3: CD002938. Update: 2013. 10. PETERSEN W, R EMBITZKI IV, KOP PENBURG AG, ET AL . Treatment of acute ankle ligament injuries: a systematic review. Arch Orthop Trauma Surg 2013; 133(8): 1129-41. n Contenuti arricchiti nella versione digitale Scarica la APP di Edi.Ermes 1 – Gennaio/Febbraio 2015 Il Fisioterapista 33 27-64_Guide.indd 33 30/01/15 12:54
Documenti analoghi
AIRCAST - Ortopedia Ospedale
Fatti essenziali: la cavigliera Air-Stirrup® è stata citata in oltre cento riviste mediche per le sue prestazioni superiori nel favorire la guarigione di lesioni
della caviglia.
- Surgical Versus F...
Anterior ankle impingement syndrome
neuromuscoloscheletrici, si prefigge di guidare il fisioterapista attraverso l’impegnativo processo di valutazione funzionale, punto imprescindibile di partenza per le decisioni che si dovranno pre...
060 - cataldo - Medi K - Servizi e Formazione per il mondo della salute
L’isocinetica è una metodica che permette, attraverso particolari
attrezzature computerizzate, di misurare la forza espressa da un arto
durante un determinato movimento.
Requisiti fondamentali per ...