UNIV.Santa Giulia Rogoredo testi
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UNIV.Santa Giulia Rogoredo testi
UNIVERSALIA 3 IL LINGUAGGIO DELL’ARTE prof. Elena Introzzi EE8 MILANO CHE CAMBIA i grandi interventi urbanistici in corso a cura di Elena Introzzi testi di Piero De Amicis SANTA GIULIA / ROGOREDO gli argomenti IMMAGINI VISUALIZZA LE IMMAGINI, poi clicca “LOOP ALL” - la dismissione delle aree industriali - la variante al PRG nel 1988 ed il P.I.I. - l’operazione immobiliare e la convenzione con il Comune - il progetto di intervento con il masterplan di N.Foster & associati - le caratteristiche dell’intervento - l’avvio della realizzazione - la sospensione dei lavori ed il sequestro dell’intera area - la situazione di fatto la trattazione L’intervento è ubicato nella zona sud-est di Milano, in adiacenza ai vecchi nuclei periferici di Morsenchio e Rogoredo, ai margini del tessuto urbano cittadino, ed interessa le aree un tempo occupate rispettivamente dai complessi industriali, ora dismessi, della Montedison e delle Acciaierie Redaelli, che confinano a nord verso il quartiere di via Mecenate e viale Ungheria, ad ovest con la linea ferroviaria Milano-Bologna, a sud-est con il centro di Rogoredo, ad est con la Tangenziale e la strada Paullese. Le attività produttive dei due complessi citati cessarono quasi contemporaneamente, nel 1987 la Montedison che produceva vernici, solventi e insetticidi (DDT “Rogor”), nel 1988 le Acciaierie Redaelli per gravi problemi economici, lasciando entrambi terreni pesantemente inquinati dalle scorie tossiche dei materiali elaborati. Nello stesso anno 1988, nell’ambito della discutibile gestione, in quel periodo, dell’urbanistica comunale, la destinazione delle aree citate venne trasformata, mediante un’apposita Variante al PRG, da industriale a funzioni terziarie, commerciali e residenziali, con un evidente rilevante aumento del loro valore fondiario, e di conseguenza furono fatte oggetto di successivi passaggi di proprietà, dall’immobiliarista Bonifaci alle società “Città 2000” e “Sviluppo Linate” fino alla acquisizione definitiva da parte del gruppo Zunino Successivamente all’inserimento di tali aree negli ambiti di interessi del Passante Ferroviario, su di esse venne approntato negli anni ’90 dal Comune di Milano un P.I.I. (piano di intervento integrato) sulla cui base venne stipulata il giorno 16 marzo 2005 la convenzione ad edificare fra Comune di Milano e l’operatore immobiliare Risanamento S.p,A. di Luigi Zunino. Inizialmente l’intervento si estendeva sulle sole aree un tempo appartenenti alla Montedison, ubicate verso Taliedo e per questo assunse il nome di Montecity, mentre solo in un secondo tempo venne aggregata anche l’area ex Redaelli in Rogoredo. Obiettivo dichiarato del P.I.I. era di disegnare una nuova porta di accesso al centro città, integrata al sistema del Passante Ferroviario, individuando nella porzione di area a sud-ovest della via Bonfantini, il nuovo Centro Congressi e prevedendo, nella residua parte dell’area, la realizzazione di complessi a destinazione residenziale e terziaria-commerciale, facenti capo ad una centralità costituita da un grande spazio pubblico a verde. Tali previsioni, di importante significato urbanistico e strutturale, tenevano conto della rilevante dotazione di collegamenti delle aree interessate dall’intervento, servite dalle linee della MM, delle Ferrovie e del Passante Ferroviario, lambite dalla Tangenziale, dalla strada Paullese e dalle autostrade A1 e A4, oltreché poco distanti dallo scalo aeroportuale di Linate. Il masterplan, redatto dal gruppo di progettazione di Norman Foster and Partners e da Caputo Partnership, rispondeva adeguatamente alla impostazione dell’intervento richiesta dall’operatore, che si proponeva di coniugare gli aspetti positivi di un centro urbanizzato con le prerogative della campagna lombarda circostante, nella prospettiva di una salutare continuità di rapporto residenza/natura.; Il progetto stabiliva comunque il principio del “suburbio urbano”, a metà fra il “suburbio dormitorio” (Milano 2) ed il “suburbio di affari” (Milanofiori) rispondendo ai requisiti di autosufficienza, destinazioni miste, uso limitato dell’automobile, presenza di una vivace strada commerciale, molto verde, prossimità al centro città ed alle altre infrastrutture di uso collettivo. Il programma edilizio, formulato sulla base di 191.000 mq di edilizia libera, 66.000 mq di edilizia convenzionata e 13.000 mq di edilizia residenziale pubblica, indicava due insediamenti distinti, a nord verso Morsenchio e a sud verso Rogoredo, separati da una grande area a verde di 160.000 mq attraverata dal prolungamento, oltre l’incrocio con la tangenziale est, della strada Paullese che avrebbe costituito l’asse portante del complesso e la linea di penetrazione veicolare da e verso il centro città. Erano previsti edifici di alto livello qualitativo, interventi delle cooperative, a prezzi concordati, un Centro-Congressi di 8000 posti nella zona nord, una “avenue” alberata fiancheggiata da strutture commerciali, una chiesa (con progetto di Zumthor) vaste zone a parcheggio (96.000 mq di parcheggio pubblico in superficie, 112.000 mq di parcheggio pubblico interrato) e, sulla scorta dei modelli tipologici inglesi, un grande complesso di forma ellittica praticamente al centro dell’intervento, circondato, quale recinzione aperta, da un corso d’acqua. Il programma di attuazione, già poco dopo l’inizio delle operazioni, incontrò grosse difficoltà, quali la criisi finanziaria, con conseguente rinuncia a proseguire l’intervento, della Risanamento S.p.A, cui è poi subentrata, quale unico operatore, la società Santa Giulia S.p.A..ed il blocco, con successivo sequestro, delle aree, in seguito alla denuncia presentata da enti pubblici, associazioni e singole persone per l’insufficienza delle opere di bonifica, fino allora effettuate, delle aree ex industriali. Con il conseguente inquinamento della falda acquifera. In effetti le precedenti destinazioni d’uso con insediamenti produttivi certamente inquinanti, non furono inizialmente valutate con il necessario scrupolo in relazione alle regolamentari operazioni di bonifica del terreno, tanto che in seguito alle indagini effettuate dall’Arpa circa l’insufficienza delle operazioni di bonifica attuate, la Guardia di Finanza provvide nel luglio 2011 al sequestro dell’intero comparto di Montecity Rogoredo. Questa situazione ha determinato per gli operatori e, in particolare per gli utenti, ad edifici già realizzati ed in certi casi addirittura occupati, gravi inconvenienti ed oggettive preoccupazioni sia per la necessità di procedere comunque, anche se in ritardo, ad effettuare ulteriori interventi disinquinanti per sopperire alle carenze riscontrate, sia soprattutto, per il conseguente slittamento della realizzazione, ormai indifferibile, delle infrastrutture relative alla viabilità ed alle reti dei servizi. Attualmente la condizione generale del complesso è ancora molto precaria : il progetto urbanistico iniziale di Foster è stato praticamente abbandonato, il Centro Congressi è stato annullato in quanto nel frattempo realizzato nell’area di Fiera-Milano, il comparto Montecity è rimasto inedificato così come non è stata realizzata la gran parte dei servizi e delle attrezzature pubbliche, mentre molti gruppo commerciali, di cui era previsto l’insediamento, quali, fra gli altri, “Esselunga”, Feltrinelli, La Rinascente, hanno optato per altre localizzazioni meno problematiche. Allo stato dei fatti diventa quindi difficile esprimere un giudizio sull’intervento mancando fra l’altro il tessuto connettivo rappresentato dalle grandi aree verdi centrali previste dal masterplan, ed il completamento della rete stradale e delle infrastrutture della viabilità. Per quello che si vede, relativamente agli edifici realizzati, desta comunque molte perplessità la rilevante densità dei volumi edificati che si fronteggiano senza soluzione di continuità, con forme architettoniche discutibili e con una immagine complessiva che certamente non fa pensare a quel felice rapporto fra il costruito e la natura circostante che invece era stato pubblicizzato con immagini attrattive e posto come premessa qualificante dell’intero intervento La grande area trapezioidale costituita dalla copertura del parcheggio collocato fra le due stecche lineari delle residenze è in effetti una superficie vuota, senza una destinazione precisa e diventa molto difficile immaginare che possa in qualche modo configurarsi come luogo di relazione fra gli abitanti della zona, tenuto conto che oltretutto termina, al momento, nello spazio informe, privo di qualsiasi connotazione, risultante dallo spianamento delle preesistenti strutture delle acciaierie Redaelli. Un cavalcavia metafisico, che in realtà non sovra passa alcun vuoto, collega Rogoredo a Morsenchio attraverso un deserto terroso che, nei programmi, avrebbe dovuto essere il prestigioso parco verde, centro attrattivo dell’intero quartiere. L’annullamento della grande “avenue” centrale alberata e dell’insediamento ellittico progettati da Foster quali elementi distintivi nella realizzazione del quartiere nonché i molti dubbi che accompagnano la possibilità di realizzare, in un futuro più o meno prossimo, il previsto spazio verde centrale, la progressiva perdita di significato, sotto il profilo della qualità urbana, dell’intera operazione immobiliare, sono tutti elementi che fanno intravedere una conclusione molto diversa e lontana dalle premesse che, alla fine, potrebbe portare alla formazione dell’ennesimo aggregato urbano privo di identità, non integrato alla città di cui verrebbe a costituire un’appendice periferica anziché l’occasione di una sua armonica e qualificata conclusione. Queste considerazioni inducono una riflessione più generale sui modi e sui tempi di sviluppo della struttura urbana della città, se cioè abbia un senso, nella attuale necessità di risparmio del territorio, procedere alla sua espansione con interventi di tale dimensione fisica ed economica ipotizzando, senza il supporto di alcuna verifica sul reale, massicce dislocazioni di popolazione, funzioni e servizi, o se invece non sia più opportuno procedere con gradualità, dando risposte puntuali ed adeguate, in termini di capacità insediativa e di dotazione di servizi ed infrastrutture, agli effettivi bisogni che progressivamente dovessero emergere nei diversi strati sociali della città. Un’ottica programmatoria diversa, articolata in rapporto alle effettive risorse disponibili e non esclusivamente legata alla previsione di nuove edificazioni, potrebbe fra l’altro consentire la riqualificazione, funzionale e sociale, di parti di città altrimenti destinate al degrado e, insieme, il mantenimento delle loro caratteristiche storiche ed ambientali. bibliografia . Sebastiano Brandolini – Milano, nuova architettura – 2005 – Skira Editore, Milano - Internet Google – voci varie su Rogoredo, Montecity, Acciaierie Redaelli, Montecatini, Santa Giulia Immagini - l’area d’intervento - il progetto originale di insieme - il vecchio borgo - gli edifici realizzati - lo spazio sopraelevato UNIVERSALIA 3 IL LINGUAGGIO DELL’ARTE prof. Elena Introzzi 219 MILANO CHE CAMBIA i grandi interventi urbanistici in corso a cura di Elena Introzzi elaborazione delle immagini Pinuccia Boroni SANTA GIULIA / ROGOREDO Le immagini riguardano - l’area d’intervento - il progetto originale di insieme - l’arrivo a Santa Giulia - le preesistenze - le illusioni - la realtà - le realizzazioni in corso d’opera - il margine nord, verso la città - gli edifici lungo il margine - accesso allo spazio sopraelevato - il viale Cassinari - accesso da sud allo spazio sopraelevato - l’ingresso ai parcheggi coperti - come era nelle intenzioni
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