gb lascia l``europa

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gb lascia l``europa
MAGAZINE DI INFORMAZIONE
INTERNAZIONALE
3/2016
BREXIT
GB LASCIA L’’EUROPA
SELEKA CAMBIA NOME MA CONTINUA AD UCCIDERE
TUNISIA, LA (NON) SVOLTA DI ENNHADA
02
EU RO PE A N A FFAIRS
SETTEMBRE - OTTOBRE
04.
2015
/
NO.05
BREXIT, LA GR AN BRETAGNA ESCE DALLA COMUNITÀ
EUROPEA
di Alessandro Conte
06.
CENTR AFRICA , SELEK A CAMBIA NOME MA CONTINUA
AD UCCIDERE
di Alessandro Conte
08.
BREXIT: UN TEST PER L’EUROPA?
di Alessandro Forlani
12.
GLI USA AV VERTONO PECHINO NEL MAR CINESE MERIDIONALE
di Luca Marchesini
14.
16.
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L A PROVA DI FOR Z A TR A GERMANI E TURCHIA
di Giulia Fabi
IL CAUCASO IN FERMENTO TR A PETROLIO E FONDAMENTALISMO
di Paolo Balmas
03
20
IL VENEZUELA VERSO IL REFERENDUM REVOCATORIO
di Elena Saroni
L A (NON) SVOLTA DI ENNAHDA
24
di Tommaso Muré
26.
PANAMA PAPERS: COS’È UNA SOCIETÀ OFF-SHORE?
Di Paolo Balmas
24
DI GIANNANTONIO: “ IN LIBIA CI SONO TUTTE LE POTENZIALITÀ PER CUI L’ISIS POSSA CRESCERE
Di Giacomo Pratali
EUROPEAN AFFAIRS MAGAZINE
BIMESTRALE
DI INFORMAZIONE INTERNAZIONALE
DIRETTORE : ALESSANDRO CONTE
REDAZIONE
MONIA SAVIOLI
GIACOMO PRATALI
DOMENICO MARTINELLI
MARTA GATTI
SABIENA STEFANAJ
CONTRIBUTI
PINO SCACCIA
VIVIANA PASSALACQUA
ROBERTO INNOCENZI
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04
BRE XIT, L A G R A N BRETAG N A ESCE DA LL A
CO M U NITÀ EU RO PE A
di Alessandro Conte
La vittoria del si all’uscita dalla
comunità europea ha provocato un
terremoto finanziario che le borse non
sono riuscite a contrastare.
Le dichiarazioni del vertice della
comunità europea non sono riuscite
a calmare le acque che molti analisti
sostengono saranno agitate per molto
tempo.
Le istituzioni si trovano davanti ad
una situazione senza precedenti nella
storia della Comunità Europea, ma
si atterranno alle modalità di uscita
concesse dall’articolo 50 del trattato
sull’unione. La Gran Bretagna resterà
nella commissione fino al momento in
cui termineranno le procedure di uscita
Le modalità di uscita dalla comunità
non sono immediate ed è proprio
l’incertezza che si svilupperà in attesa
del momento fatidico alimenterà la
crisi.
Dalla
commissione
Europea
L’Europarlamentare Maullu di Forza
Italia ha dichiarato nella mattinata che
“Non c’è nulla di cui esultare. Ieri ha
vinto l’egoismo nazionalistico di poter
fare meglio da soli, chiudendosi in una
visione politica senza futuro. “
“In un processo libero e democratico
i cittadini britannici hanno espresso
il loro desiderio di lasciare l’Unione
europea – hanno dichiarato Jumker
e Rutte in una nota congiunta
diffusa nella mattinata di oggi – ci
rammarichiamo per questa decisione,
ma la rispettiamo.
“È vero, l’Europa ha compiuto degli
errori e la Germania – continua
la sua dichiarazione – ha grandi
responsabilità al riguardo. La politica
del rigorismo non ha garantito quella
crescita e ripresa economica che aveva
promesso, ma al contrario ha generato
un clima di sfiducia, indebolendo quel
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sogno di grande Europa in cui io
credo fermamente.”
La politica del rigore a cui si riferisce
l’Onorevole ha sicuramente avuto
l’effetto di bloccare la crescita
economica in un momento storico e
politico in cui era più necessaria.
L’auspicio di Maullu è quello di
riuscire a ripensare un nuovo modello
di Unione Europea che abbia una
maggiore stabilità e sicurezza
economica.
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06
COVER STORY
CENTR AFRICA, SELEK A CAMBIA NOME
MA CONTINUA AD UCCIDERE
di Alessandro Conte
Nella seconda settimana di giugno un
a rifugiarsi nella missione locale.
grave attacco dei SELEKA, oggi “Fronte
popolare per la Rinascita”, si è verificato
Molti i feriti tra la popolazione civile tra i
nel villaggio si Ngaundaye dove un
quali anche dei bambini che hanno avuto
gruppo di guerriglieri che scortava una
bisogno di cure mediche nel villaggio di
mandria ha rifiutato di deporre le armi
Bocarangia.
quando la gendarmeria locale li ha
Le forze di pace della missione Minusca
fermati.
presenti in zona sono intervenuti a
Ne è derivato uno scontro armato che
protezione della popolazione
ha provocato 7 morti tra i Seleka e un
le Forze dell’Esercito Centrafricano
ferito tra i gendarmi locali. Naturalmente
FACA sono arrivati dopo quattro giorni
lo scontro ha provocato una reazione da
percorrendo un tragitto che in genere
parte dei Seleka che sono calati in forze
si può percorrere in 16 ore, non appena
sul villaggio minacciando la popolazione
giunti, come hanno detto alcuni testimoni,
e bruciando le abitazioni costringendoli
sono ripartiti dopo breve tempo, forse
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mentre
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temendo ulteriori attacchi Seleka.
ma
soprattutto
politiche,
lasciando
la popolazione senza cibo, acqua,
La testimonianza dei missionari presenti
educazione, cure mediche.
a Ngaundaye è molto sofferta, sono
È il nuovo presidente Faustin Archange
stati il punto di ritrovo della popolazione
Touadéra, neo eletto al ballottaggio con il
terrorizzata e sono stati più volte attaccati
62,7% dei voti contro lo sfidante Georges
dai gruppi Seleka che si spostavano nel
Dologuele, che dovrà affrontare questa
villaggio combattendo con i gendarmi.
situazione in continuo degrado.
Solo quattro giorni dopo con l’Intervento
delle forze ONU è stato ristabilito un
Sono quasi un milione i cittadini della
minimo di ordine, per il momento.
Repubblica Centrafricana in fuga da
La situazione in Centrafrica continua
fame e guerra. L’Ufficio delle Nazioni
a
Unite per il coordinamento degli affari
deteriorarsi,
le
bande
criminali
assumono ormai il controllo di gran parte
umanitari
(Ocha)
ha
censito
circa
del territorio nonostante la presenza
455mila rifugiati centrafricani, scappi in
dell’ONU che non riesce a fornire il
Congo, Camerun o Chad dall’inizio della
supporto necessario allo sviluppo di una
nuova guerra civile. Dal dicembre 2013
sicurezza generale del paese
si è registrata una costante crescita del
Il paese è ormai stremato da tre anni di
numero di rifugiati, da 235mila ai 455mila
guerra civile che ha tra le sue principali
di marzo 2016. Gli sfollati interni sono al
vittime i bambini.
momento 435mila, dopo aver raggiunto
Lo scontro vede contrapposti cristiani
il picco di 825mila a gennaio 2014.
a musulmani, per motivazioni religiose
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BREXIT: UN TEST SULL’EUROPA ?
di Alessandro Forlani
La campagna già intensa ed accesa
Europea.
sulla permanenza della Gran Bretagna
è rimasta fuori dall’Unione monetaria,
nell’Unione
assunto
dal sistema Schengen sulla libera
connotati di cupa tragedia, con il barbaro
circolazione, da taluni vincoli in materia
delitto di cui è rimasta vittima la giovane
di diritti fondamentali e di giustizia. La
deputata laburista ed europeista Jo
sua resistenza alle forme più stringenti
Cox.
Il sangue innocente di una
di integrazione non le ha tuttavia
coraggiosa paladina dell’ideale europeo
impedito di concorrere ai notevoli passi
alimenta, da un lato, la carica emotiva
in avanti compiuti dai paesi europei
che
consultazione
nella prospettiva dell’unione politica,
referendaria, dall’altro dovrebbe indurre
nell’ultimo quarto di secolo. E, come la
i sostenitori delle opzioni contrapposte
campagna referendaria ha reso evidente,
a recuperare serenità di analisi e di
buona parte della sua popolazione, che
giudizio. Credo che, innanzitutto, debba
forse giovedì si rivelerà la maggioranza,
essere sgomberato il campo dalle tinte
crede nella prospettiva dell’integrazione
fosche e dagli atteggiamenti ritorsivi
europea.
che, pure, hanno contrassegnato, in
il suo consenso, rispetto alle decisioni
ambito internazionale, la polemica sulla
comuni e caratterizzandosi, in genere,
Brexit.
nel contrasto delle politiche più restrittive
Europea
accompagna
la
ha
Come ci ha recentemente
Patria dell’euroscetticismo,
Pur dosando con attenzione
ricordato un esperto del calibro di Enzo
delle
Moavero Milanesi (Corriere della Sera
Bretagna partecipa alla politica estera e
del 17 giugno scorso), la Gran Bretagna
di sicurezza dell’Unione e costituisce una
ha sempre rivestito una sorta di “status”
risorsa essenziale, ai fini di consolidare
particolare,
il ruolo dell’Europa nei delicati scenari
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all’interno
dell’Unione
sovranità
nazionali,
la
Gran
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globali.
Trovo dunque condivisibili gli
In uno scenario in cui si rafforzano i
appelli
diffusi contro l’opzione Brexit,
populismi e i neonazionalismi antieuropei
ma non gli accenti vagamente ritorsivi
e sembra crescere l’insofferenza verso
ed intimidatori che sembrino precludere
vincoli e oneri derivanti dall’appartenenza
nuovi accordi e trattati con il Regno
all’Unione – basti pensare al tema della
Unito o gravi ripercussioni economiche e
gestione dei flussi migratori – si potrebbe
commerciali. Proprio così si rafforzano
innescare una deriva disgregativa dagli
nell’opinione pubblica britannica, a mio
esiti imprevedibili.
giudizio, le inclinazioni più ostili all’Europa.
un’Europa “a porte girevoli”, in cui
Come rileva puntualmente Moavero
si entra e si esce, a seconda delle
nell’articolo citato, in caso di vittoria
opportunità e del gradimento delle
dei fautori della Brexit, la successiva
politiche comunitarie.
adesione del Regno Unito allo Spazio
favorirebbe,
Economico Europeo (SEE) e la rinnovata
promuovere le cosiddette “cooperazioni
sottoscrizione degli accordi commerciali
rafforzate” e a stimolare nuclei ristretti
di cui ora è parte, quale membro UE,
di paesi di più sicura “osservanza”
attenuerebbero sensibilmente i rischi
europeista a realizzare modelli di più
di
negative.
stringente integrazione, soprattutto su
Ancorché drammatizzare e intimidire,
temi centrali, sotto il profilo politico, come
occorrerebbe
effetti
le relazioni internazionali, la sicurezza e
benefici della permanenza del Regno
la difesa, i flussi migratori, la giustizia,
nell’Unione.
Per l’uno e per l’altra.
i diritti civili, il welfare. Ma le “porte
Perché, se è vero, come ha rilevato
girevoli” determinerebbero anche una
il premier Cameron, che il suo paese
condizione di permanente precarietà del
perderebbe taluni benefici e opportunità
processo di integrazione, la possibilità di
– soprattutto in termini di welfare -, è
disertare in qualsiasi momento le intese
altrettanto vero che, per la prima volta,
intercorse e le obbligazioni assunte,
in caso di Brexit, un Paese membro
poteri decisionali sempre più sbilanciati
lascerebbe l’UE, creando un precedente
a favore degli Stati nazionali – , pronti
che potrebbe rivelarsi contagioso.
magari a minacciare l’uscita, in caso di
ricadute
economiche
sottolineare
gli
forse,
Ci ritroveremmo
Tale condizione
la
tendenza
a
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dissenso dalle politiche comuni – rispetto
di tendere verso quello della CSI,
a quelli delle istituzioni comunitarie. In
sorta per conservare una solidarietà
definitiva, un cammino più incerto e
tra le repubbliche ex sovietiche e ben
discontinuo che potrebbe allentare il
lontana, nel suo concreto sviluppo
vincolo tra i paesi membri e indurre una
storico, dal disegno di integrazione dei
condizione di complessiva debolezza
padri fondatori dell’Europa comunitaria.
dell’Europa nel suo complesso e, forse,
Per questo il referendum su Brexit,
dell’intero occidente, rispetto ai giganti
nell’immaginario collettivo, al di là del
emergenti, in particolare la Cina, come
quesito in se stesso, ha ingenerato
ha rilevato in questi giorni il Premio Nobel
la sensazione di una sorta di giudizio
Shimon Peres.
universale sulla tenuta dell’Unione.
Più che a un modello
di federazione politica, rischieremmo
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GLI USA AVVERTONO PECHINO NEL MAR CINESE MERIDIONALE
di Luca Marchesini
Gli Stati Uniti hanno deciso di mostrare
i muscoli nel Mar Cinese Meridionale
per rassicurare gli alleati regionali e
lanciare un chiaro messaggio alla Cina,
le cui mire sull’area risultano sempre più
esplicite.
Due Carrier Strike Group americani,
composti ognuno da una portaerei e
una formazione di navi militari di grandi
dimensioni, hanno iniziato sabato scorso
una serie di esercitazioni militari nelle
acque territoriali delle Filippine, alleato
chiave nella disputa per il controllo dei
mari dell’Asia del sud.
I drill hanno coinvolto le portaerei a
propulsione nucleare Ronald Reagan e
John C. Stennis, 12 mila marinai, 140
velivoli e altre sei navi da battaglia, a
pochi giorni dalla sentenza che una
corte internazionale emetterà in
merito alle rivendicazioni cinesi
sul tratto di mare conteso. Il
messaggio è chiaro: gli USA
non intendono lasciare campo
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all’avversario cinese e gli alleati regionali,
a partire dalle Filippine, non saranno
lasciati soli di fronte alle pressioni di
Pechino.
Le navi americane hanno iniziato a
svolgere manovre di difesa aerea,
sorveglianza marittima e attacco a lungo
raggio, mettendo in mostra la propria
potenza di fuoco a poca distanza dalle
acque contese, nelle quali la Cina
continua le proprie attività costruttive di
atolli artificiali a scopo civile e militare.
L’intento
delle
esercitazioni,
nel
linguaggio formale dei bollettini informativi
della marina militare, sarebbe quello di
promuovere la libertà di navigazione e di
sorvolo nelle acque e nei cieli dell’area.
Le dichiarazioni che giungono dai
comandi chiariscono meglio lo scopo
dei drill: “Questa è per noi una grande
opportunità, per prepararci ad operare
con CSG (Carrier Strike Group) multipli
all’interno di un ambiente conteso”, ha
spiegato l’ammiraglio John Alexander.
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Da parte filippina, la mobilitazione militare
delle acque contese del Mar Cinese
è la dimostrazione lampante che gli Stati
Meridionale, una delle aree navigabili
Uniti sono determinati a prestare fede
più importanti del mondo, sotto il profilo
all’”impegno corazzato”, ribadito in più
economico e strategico, sulla quale
occasioni, in favore dell’alleato asiatico.
affacciano anche Vietnam, Malesia,
“Accogliamo con favore la cooperazione
Brunei e Taiwan e su cui convergono gli
e la forte partnership con i nostri amici
interessi di Cina, USA e Giappone.
ed alleati, alla luce della disputa nella
La
quale i nostri legittimi diritti sono stati
favorevole alle Filippine, che si erano
oltrepassati”, ha affermato Peter Galvez,
rivolte al tribunale internazionale in
portavoce del Dipartimento di Difesa
prima istanza per tentare di contrastare
filippino.
l’espansionismo cinese. La Cina, dal
Il riferimento è alla sentenza, attesa
canto suo, ha deciso di ignorare la
nel giro di poche settimane, con cui la
corte, alla quale non riconosce alcuna
Corte di Arbitrato Permanente dell’Aia
giurisdizione sulla materia, e non ha
dovrà esprimersi sulla legittimità delle
preso parte al dibattimento.
sentenza
sarà
probabilmente
rivendicazioni di Pechino nei confronti
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LA PROVA DI FORZA TRA GERMANIA E TURCHIA
IL’attuazione dell’accordo tra Unione
europea e Turchia sembra aver
subito una battuta d’arresto. Per
comprenderne le ragioni, bisogna
fare un passo indietro. Al fine di
porre un freno alla crisi migratoria in
Europa, l’accordo è stato promosso
personalmente dalla Cancelliera
tedesca Angela Merkel, potendo
contare su anni di relazioni bilaterali
con la Turchia e su una presenza
considerevole di turchi in Germania.
I primi ingenti flussi migratori dalla
Turchia alla Germania risalgono
agli anni ’60, ossia agli anni del
miracolo
economico
tedesco,
quando la manodopera interna
non era sufficiente a soddisfare la
domanda di lavoro. Attualmente in
Germania vivono più di 3 milioni
di turchi, la metà dei quali ha la
cittadinanza tedesca. Inoltre, dal
2005, Berlino ha sempre incoraggiato
le negoziazioni per l’accesso della
Turchia nell’Unione europea. Nei
primi mesi di quest’anno, alcuni Paesi
dell’Europa centro-orientale hanno
deciso unilateralmente di chiudere
le proprie frontiere, rifiutandosi di
accogliere immigrati e rifugiati. La
Cancelliera, trovandosi di fronte a
un’Europa discordante riguardo le
misure da intraprendere, si è rivolta
alla Turchia, anziché tentare di
risolvere internamente la questione
migratoria. L’accordo tra Ue e Turchia,
siglato il 18 marzo 2016, prevede
il rinvio in Turchia di tutti i migranti
che raggiungono illegalmente il
territorio greco. Questo patto è stato
aspramente criticato da numerose
ONG internazionali, in particolar
modo a causa del trattamento che
la Turchia riserva ai rifugiati siriani.
Ankara, infatti, è accusata di utilizzo
eccessivo della forza contro i rifugiati
che tentano di varcare il confine turcosiriano. La Cancelliera Angela Merkel
ha adottato un comportamento a volte
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contraddittorio nei confronti della
Turchia e questo non ha fatto altro che
confermare la fragilità e la debolezza
dell’Europa, che ha necessariamente
bisogno della Turchia. Angela
Merkel ha infatti criticato le derive
autoritarie del Presidente turco
Recep Tayyip Erdoğan, anche se
lei stessa si è piegata più volte alle
sue richieste. Il Presidente Erdoğan
infatti, consapevole dell’importanza
strategica che la Turchia ha per
l’Europa, è riuscito a ottenere qualche
trionfo simbolico, come quello sulla
vicenda del comico tedesco Jan
Boehmermann.
Erdoğan
aveva
chiesto alla Germania l’eliminazione
del video satirico, in cui veniva preso
di mira dal comico, e aveva avanzato
la richiesta di perseguirlo penalmente.
La questione è diventata ben presto
un affare di Stato. La Cancelliera
si è trovata di fronte a una scelta
ardua: porre un limite alla libertà
di espressione, inimicandosi gran
parte degli elettori, oppure rischiare
di aprire una crisi con la Turchia,
partner privilegiato per la risoluzione
della questione migratoria. La
Cancelliera ha infine accettato di
piegarsi alle richieste del Presidente
turco che però non si è accontentato.
Al momento Erdoğan sta cercando di
alzare la posta in gioco e di ottenere
ulteriori concessioni dall’Europa. In
base all’accordo, la liberalizzazione
dei visti per i cittadini turchi nell’area
Schengen è vincolata a 72 condizioni,
tra le quali vi è la richiesta di modifica
della legislazione antiterroristica
turca. L’Ue considera la definizione
di terrorismo troppo ampia in Turchia
e ritiene inaccettabile che queste
leggi siano usate per perseguire gli
oppositori politici e i giornalisti. Il 6
maggio il Presidente Erdoğan ha
però rifiutato di riformare la legge e,
per legittimare la sua decisione, ha
dichiarato che questo costituirebbe
15
un pericolo per la sicurezza interna,
viste le organizzazioni terroristiche
che minacciano la Turchia. Dopo che
il Parlamento europeo ha sospeso i
lavori sulla liberalizzazione dei visti,
l’11 maggio Burhan Kazu, consigliere
del leader turco, ha minacciato
l’Unione europea di far riprendere il
flusso dei migranti. E’ indubbio che
la Germania e l’Unione europea
hanno bisogno della Turchia e che
sono troppo fragili al suo cospetto
ma ci si domanda quale possa
essere l’esito di questo braccio
di ferro. Dopotutto mantenere dei
buoni rapporti con l’Europa potrebbe
tornare utile perfino alla Turchia,
considerando il suo isolamento a
oriente e la sua volontà di entrare
a far parte dell’Unione europea.
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IL CAUCASO IN FERMENTO
FRA PETROLIO E FONDAMENTALISMO
di Paolo Balmas
La vasta regione che si trova al
di idrocarburi del Mar Caspio; la
centro del continente eurasiatico,
seconda, invece, le infrastrutture
che
per i trasporti.
unisce
e
separa
l’Asia,
l’Europa e l’Africa, che comprende
Il Caucaso si trova nel mezzo della
il Medio Oriente, il Caucaso e
rete infrastrutturale definita dal
l’Asia
lo
progetto della nuova Via della Seta,
sviluppano
voluto dalla Cina e generalmente
centrale,
scenario
dove
costituisce
si
che
appoggiato dai paesi che hanno
i
aderito all’iniziativa della Asian
rapporti e i contrasti fra le maggiori
Infrastructure and Investment Bank
potenze
L’attenzione
(Aiib). La regione caucasica sarà
oggi è principalmente puntata sul
uno snodo fra i corridoi settentrionali
conflitto civile siro-iracheno, un
e meridionali e soprattutto il ponte
conflitto che chiaramente si svolge
fra la Russia e l’Asia meridionale,
sulla superficie di una guerra ibrida
ovvero Iran, Pakistan e India.
ben più complessa che coinvolge
Inoltre, nel Caucaso ha origine
molte nazioni esterne.
il Southern Corridor delle fonti di
le
strategie
internazionali
attualmente
Tuttavia,
caratterizzano
mondiali.
nell’intera
regione,
il
energia asiatiche che dovranno
Caucaso ricopre una particolare
sostenere
posizione
europeo.
nelle
dinamiche
l’approvvigionamento
Quest’ultimo
coincide
geostrategiche degli stessi attori
con la prima direttrice di sviluppo
esterni. Le direttrici di sviluppo
di cui si accennava, voluta da
della
sono
Bruxelles per assicurare una via
essenzialmente due. La prima
alternativa alle rotte russe che
riguarda lo sfruttamento dei bacini
passano per l’Ucraina e a South
regione
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caucasica
17
Stream, il progetto guidato da
Gazprom ormai abbandonato.
Si comprende, allora, che se
esiste una politica di contenimento
nei confronti della Federazione
russa (dimostrata dagli eventi in
Ucraina e in Europa orientale),
potrebbe
evolversi
proprio
in
questa regione dove, oltretutto,
Mosca
ha
la
possibilità
di
sfruttare a proprio favore l’eredità
sovietica. Soprattutto nel campo
dell’intelligence e della difesa.
Si
potrebbe
constatare
la
medesima condizione anche in
Asia centrale. Ma nel Caucaso vi
è ormai un ampio coinvolgimento
dell’economia europea. Si pensi,
inoltre, alla proiezione della Nato
verso la Georgia, la quale è
anche interessata a intensificare
il proprio legame con l’Unione
Europea sotto vari punti di vista.
Ad esempio in ambito militare
attraverso il sostegno francese
per l’istallazione di un sistema di
difesa antimissilistico.
Il più ampio scontro fra potenze
esterne, ma strettamente legate
ai paesi dell’area, si intreccia al
tessuto locale condizionato da
conflitti irrisolti, dispute territoriali,
attività
terroristiche
e
bisogno
impellente di nuove infrastrutture,
annesso
alla
necessità
di
difenderle.
I
tre
paesi
del
Caucaso
meridionale, Georgia, Azerbaijan
e Armenia, sono caratterizzati
dallo stretto legame fra i primi
due, che ormai costituiscono una
realtà inscindibile, e l’opposizione
fra Azerbaijan e Armenia, che
attualmente consiste in un conflitto
congelato
ad
alto
rischio
di
incidenti.
Negli ultimi anni, la ricchezza
accumulata da Baku con la vendita
di idrocarburi ha permesso una
crescente spesa per la Difesa che
ha lasciato pensare alla volontà
azerbaigiana di riaprire il conflitto.
La situazione, però, non sembra
essere senza controllo, proprio per
gli interessi delle grandi potenze
esterne
coinvolte.
Nessuno
trarrebbe oggi beneficio dalla totale
destabilizzazione dell’area. Inoltre,
la crisi provocata dalla caduta dei
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prezzi degli idrocarburi ha frenato
cambiare quando altre vie per
la spesa militare di Baku, almeno
l’approvvigionamento
fra il 2015 e il 2016.
verso l’Europa saranno capaci
In qualsiasi caso, si deve constatare
di garantire una fornitura ampia,
che
costante
sarebbe
estremamente
e
ben
energetico
differenziata.
facile riaccendere la tensione e
All’orizzonte, quindi, la riapertura
farla arrivare oltre il limite della
dei conflitti sospesi nel Caucaso
sostenibilità. La Russia, alleata
non è poi così poco probabile,
dell’Armenia in quanto membri
sebbene riguardino un futuro non
dell’Unione economica eurasiatica
molto vicino.
(Uee), potrebbe far saltare il
Tuttavia, si presenta un altro fattore
progetto del Southern Corridor.
in grado di alterare le condizioni
Ma vedrebbe così chiudersi la via
attuali, il fondamentalismo islamico.
verso l’Iran, il Pakistan e l’India.
Mentre
Questa strada rappresenta per
nei tre paesi del Sud sono quasi
Mosca una linea essenziale di
assenti con rischi di insurrezione
sviluppo che corre proprio lungo
molto ridotti, non si può dire lo
le coste azerbaigiane. Di fatto,
stesso delle piccole repubbliche
si tratta dell’unica via, poiché il
federali
Caucaso in realtà rappresenta
Caucaso del Nord, parte integrante
una difficile barriera naturale da
della
superare.
queste, il Dagestan, la Cecenia e
Nel senso inverso la situazione non
l’Inguscezia. Qui, sebbene non ci
cambia. La Nato avrebbe anche
sia stato molto riscontro da parte
la forza di creare una barriera
dei mass-media, gli attentati sono
invalicabile, ma metterebbe a dura
all’ordine del giorno. Mosca è stata
prova la stabilità necessaria per
costretta da tempo ad aumentare
garantire il Southern Corridor.
la presenza militare nell’area. In
Tale situazione di stallo potrà
particolare, nel Dagestan si sono
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le
attività
che
terroristiche
costituiscono
Federazione
russa.
il
Fra
19
ripetuti gli attacchi suicidi, anche
lascia pensare che il rientro sia
mirati contro individui precisi. È
potenzialmente cominciato.
considerato il paese con il maggior
La
numero di attacchi effettuati da
Caucaso del Nord rappresenta il
donne suicide. Molte di queste pare
maggior fattore di destabilizzazione
fossero le vedove di combattenti
della regione e, soprattutto, ha
musulmani. Ciò vuol dire che l’odio
reso necessario una presenza
nei confronti delle istituzioni russe
militare russa a ridosso dei confini
è ben radicato in più generazioni e
con Azerbaijan e Georgia.
non solo nei più giovani.
Il
Nella regione si è formato da tempo
nella realizzazione di una rete
l’Emirato del Caucaso che sostiene
terroristica finanziata dalle stesse
la causa dello Stato Islamico.
forze internazionali che hanno
Infatti sono centinaia i foreign
permesso il consolidarsi dello
fighters che da queste repubbliche
Stato Islamico in Iraq e in Siria. Nei
sono andati a combattere in Iraq
prossimi mesi si comprenderà se
e in Siria. Si è calcolato che solo
la volontà di rivalsa nei confronti
dal Dagestan ne sono partiti più
della Russia, che è riuscita a
di 800. Chiaramente, come per i
rompere il sistema clandestino
paesi europei, ciò che teme Mosca
creato nell’area di confine fra Siria
è il rientro dei combattenti che
e Turchia, sarà capace di superare
potenzialmente continueranno la
il bisogno di mantenere lo status
propria jihad in casa.
quo nel Caucaso e mettere in
La situazione che si è creata nelle
discussione l’impegno allo sviluppo
ultime settimane, caratterizzata
delle direttrici economiche che
da uno spostamento massiccio di
rappresentano
miliziani dal territorio siro-iracheno
chi sta lavorando al progresso
alla Libia e dall’indebolimento dello
generale della regione.
presenza
pericolo
dell’Emirato
reale
gli
si
nel
riscontra
interessi
di
Stato Islamico in Siria in seguito
alle
operazioni
militare
russe,
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
20
IL VENEZUELA VERSO
IL REFEREDUM REVOCATORIO
di
Elena Saroni
La crisi economica, politica e soci-
Maduro, pur essendo stato indi-
ale del Venezuela si è acuita con-
cato come auspicabile successore
siderevolmente negli ultimi mesi.
da Chávez, non ha mostrato lo
L’esasperazione della popolazione
stesso carisma del suo predeces-
che fa i conti tutti i giorni con la scar-
sore. Se nel 2013 vinse le elezi-
sità di prodotti alimentari, beni di
oni ottenendo il 50,61% dei voti,
prima necessità e con un’inflazione
contro un 49,12% del candidato
che ha raggiunto il 180%, è ormai
dell’opposizione Capriles Radon-
giunta al culmine. Tutto il Paese è
ski, da quel momento il consenso
in attesa dell’evento di partecipazi-
attorno alla sua figura non ha fatto
one democratica che sembra pros-
che sgretolarsi lentamente.Il segno
pettare un cambiamento di rotta: il
più evidente di tale perdita di con-
referendum revocatorio sul man-
senso, oltre alle numerose mani-
dato presidenziale di Nicolás Mad-
festazioni dell’opposizione, sono
uro, promosso dall’opposizione lo
state senza dubbio le elezioni per
scorso aprile.
il rinnovo dell’Assemblea NazioMaduro
nale tenutesi lo scorso 6 dicembre.
vinse le elezioni nell’aprile 2013,
In tale occasione l’opposizione ri-
sull’onda di commozione che at-
unita nel MUD (Mesa de Unidad
traversava il Paese per la recente
Democrática) ha ottenuto 109 seg-
morte di Hugo Chávez, avvenu-
gi su un totale di 167.
ta il 5 marzo dello stesso anno.
La
Il
Presidente
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
Nicolás
Costituzione
venezuelana,
21
che è stata riscritta nel 1999 sotto
si tratta di firme ripetute più volte
la presidenza Chávez, prevede,
o nominativi riferiti a persone de-
all’articolo 72, la possibilità di sot-
cedute), permettendo comunque
toporre ad un referendum revoca-
all’opposizione di ottenere la con-
torio qualsiasi carica pubblica elet-
valida di un milione e 352 mila
tiva una volta trascorsa metà del
firme (a fronte delle 197.978 richi-
mandato. Per questa ragione, ad
este). Questo ha permesso al CNE
aprile l’opposizione venezuelana
di passare alla terza fase che avrà
ha sottoposto al Consiglio Nazio-
luogo dal 20 giugno al 26 luglio
nale Elettorale (CNE) la richiesta
prossimo e che prevederà la rac-
per indire un referendum sulla per-
colta di almeno il 20% delle firme
manenza in carica del Presidente
degli iscritti ai registri elettorali (si
Maduro. La procedura per orga-
tratta di un minimo di circa 3 mil-
nizzare il referendum secondo la
ioni e 900 mila firme). Una volta
legge venezuelana si articola in
completata anche tale fase, potrà
4 fasi: la prima consiste nel sot-
essere fissata la data per il refer-
toporre la richiesta al CNE. La sec-
endum revocatorio. Il referendum
onda fase consiste nel raccogliere
potrà dunque decretare la fine an-
le firme dell’1% degli iscritti al reg-
ticipata del mandato presidenziale
istro elettorale di tutto il Paese
se voteranno per la revoca un nu-
(197.978 firme) e consegnarla al
mero di elettori almeno uguale a
CNE il quale procede a verificare
coloro che nel 2013 votarono per
la validità di tali firme. Il 10 giug-
l’elezione di Maduro.
no scorso la Presidente del CNE,
Nel frattempo la tensione è elevata
Tibisay Lucena, ha reso pubblici i
ed il rischio di scontri tra chavistas
risultati del processo di convalida
e opposizione nel Paese è con-
delle più di 1 milione e 900 mila
creto, tanto che la Presidente del
firme presentate dall’opposizione.
CNE ha invitato le forze politiche
Sono state ritenute invalide circa
a non intraprendere nessun atto di
605 mila firme (sostenendo che
violenza, pena la sospensione del
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
22
processo di convalida della richi-
ha spesso parlato nei sui discorsi
esta referendaria.
di una “guerra economica” messa
L’instabilità del Paese è causata
a punto dalle élites locali con il so-
in primo luogo dalla crisi econom-
stegno degli Stati Uniti. Ad aggra-
ica provocata dal basso prezzo
vare la crisi si è inoltre aggiunto il
del petrolio a livello internazio-
fenomeno del Niño, una siccità che
nale, il quale rappresenta la prin-
ha ridotto il funzionamento delle
cipale fonte di sostentamento per
principali
l’economia venezuelana. Il Ven-
del Paese (da cui dipende circa
ezuela possiede secondo le stime
il 70% delle forniture energetiche
dell’OPEC le maggiori riserve di
del Paese). Ciò ha costretto il gov-
petrolio a livello internazionale ed
erno ad imporre un risparmio en-
è tra i primi dieci Paesi produttori
ergetico a tutto il Paese, riducendo
nel settore. Tuttavia, il Paese non
per esempio l’orario di lavoro dei
è riuscito a trarre sufficientemente
dipendenti pubblici.
profitto da questa risorsa. Le op-
La prima necessità del Venezu-
poste fazioni politiche si incolpano
ela è oggi ritrovare un clima di
l’un l’altra della situazione di emer-
conciliazione, un compromesso
genza in cui versa il Paese. Da
per il bene collettivo, superare la
un lato l’opposizione ritiene che la
violenta e cieca opposizione tra
crisi sia dovuta alla cattiva gestio-
sostenitori di forze politiche op-
ne del Partito socialista Unito del
poste e sostenere insieme le mi-
Venezuela al governo ormai da 17
sure per risolvere i problemi di
anni, dall’altro il governo incolpa
base del Venezuela: la criminalità,
le élites economiche del Pase di
la forte disuguaglianza tra classi
aver volontariamente interrotto la
sociali, la carenza di servizi pub-
produzione di alcuni beni per far
blici di qualità accessibili a tutti (is-
collassare il governo ed indurre la
truzione e sanità) e la corruzione.
popolazione a preferire un cambio
La creazione di una classe media
di regime. A tale proposito, Maduro
più numerosa, attenuando le dif-
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
centrali
idroelettriche
ferenze economiche sociali e cul-
za della popolazione venezuelana
turali tra la popolazione, non solo
e se l’insoddisfazione generale
andrebbe a risolvere il primo ed il
della popolazione non troverà
secondo problema, ma creerebbe
espressione nel referendum revo-
anche le condizioni per attenuare il
catorio, vi è il rischio di una soll-
clima di polarizzazione e violenza
evazione popolare simile a quella
nelle posizioni politiche. Infine, dal
già avvenuta nel 1989 (Il “Caraca-
punto di vista economico una re-
zo”). Il probabile successo del ref-
distribuzione della ricchezza a so-
erendum revocatorio apre dunque
stegno della classe media favori-
la strada al ritorno dell’opposizione
rebbe un incremento dei consumi,
al governo dopo 17 anni di chavis-
delle piccole attività imprenditoriali
mo, ma lascia aperte le ferite di
e dunque sosterrebbe la ripresa
un popolo socialmente diviso in
economica di un Paese che si tro-
blocchi contrapposti. La vera sfida
va all’orlo del collasso.
consisterà nel riuscire a sanare
Ad oggi il governo di Maduro ha
questa ferita aperta da tempi im-
perso il sostegno della maggioran-
memori.
24
LA (NON) SVOLTA DI ENNAHDA
di Tommaso Muré
Il X congresso del partito sancisce
la fine dell’islam politico e la nascita
dell’islam democratico. Si tratta
del primo caso al mondo in cui un
partito di matrice islamica rinuncia
alla “dawa”. Tuttavia il nuovo corso
del movimento guidato da Rashid
Ghannoushi rischia di rivelarsi
controproducente.
Rashid Ghannoushi, 74 anni,
leader del partito islamico tunisino
Ennahda
prende la parola: “Le
primavere arabe non hanno portato
solo l’inverno dell’Isis: oggi a Tunisi
comincia l’estate delle democrazie
musulmane!”.
Davanti ai 13.000 sostenitori ed i 1.200
delegati riunitisi Stade Olympique
de Rades, 20km dalla capitale, l’ex
professore di filosofia, rientrato nel
2011 in patria dopo 20 anni d’esilio
a Londra, continua: “L’Islam politico
non ha più alcuna giustificazione in
Tunisia. Ci occuperemo solo d’attività
politica, non di religione. Sarà un
bene per i politici, che non saranno
più accusati di strumentalizzare la
religione. E lo sarà per la religione,
mai più ostaggio della politica».
Le parole appena pronunciate
chiudono i lavori del terzo ed ultimo
giorno del X Congresso nazionale
del partito dove, con votazione finale,
l’80.6% dei delegati del movimento
leader dei moti del 2011 si è espresso
a favore dell’abbandono definitivo
della dawa, ovvero la definitiva
separazione dell’attivismo politico
dalle attività religiose in seno a
questo; per la prima volta un partito
di matrice islamica rinuncia all’Islam
politico.
Tale révirement non arriva come un
fulmine a ciel sereno. L’intenzione
di intraprendere un nuovo corso era
già stata annunciata il 19 maggio,
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
dalle colonne del quotidiano francese
Le Monde. In tale occasione il
presidente del partito, intervistato,
aveva affermato: “dopo la rivoluzione
dei gelsomini nel 2011 e l’adozione
nel 2014 della nuova Costituzione ha detto Ghannoushi - in Tunisia non
c’è più’ alcuna giustificazione per
un movimento che si richiami ad un
Islam politico”. Parlare di “svolta”,
tuttavia, è fuorviante. Ennahda ha
infatti, sin dal 2011 intrapreso un
percorso di istituzionalizzazione e
de-radicalizzazione che l’ha resa
un attore politico di primo piano,
parte integrante della competizione
politica democratica tunisina, nonché
uno dei pilastri sui quali poggia il
(fragile) successo della transizione
democratica in corso nel paese.
L’abbandono della dawa rappresenta,
dunque, la culminazione di un
processo che ha luogo da ormai 5
anni; un balzo in avanti, uno strappo
al più, ma non un vero e proprio
cambio di direzione.
Restano, ad ogni modo, dubbi e
criticità. Un primo nodo da scogliere
è quello riguardante l’autenticità di
tale decisione. Molti sono, infatti,
gli analisti e gli opinion leaders che
nutrono dubbi a riguardo, ipotizzando
che quello operato da Ennahda sia
soltato un atto di taqiyya, un precetto
islamico che prevede la possibilità di
dissimulare o addirittura rinnegare
esteriormente la fede islamica in casi
eccezionali. Di tale avviso è lo stesso
Mustapha Tlili, il quale, nel suo
editoriale sul quotidiano Leaders, ha
accusato lo stesso Ghannoucsi di aver
messo in scena una vera e propria
“illusione”, arrivando a chiedere,
come prova di sincerità, l’introduzione
della separazione tra Stato ed Islam
anche nella Costituzione, ad oggi
prevista nel testo costituzionale in
maniera piuttosto vaga.
25
È tuttavia plausibile, se si considera
pragmatismo dimostrato in questi
anni dal fondatore del partito, che
tale scelta, più che un autentico
ripensamento sul rapporto tra
politica e religione, possa essere
una mossa strategica. Presentandosi
infatti come prima forza politica del
paese e definendosi “un movimento
democratico e civile” il movimento
intende avvicinarsi al Presidente della
Repubblica Beji Caid Essebsi, in un
momento in cui il partito secolarista
alla guida del governo di coalizione,
Nidaa-Tounes, si trova ad affrontare
una grave crisi interna ed un rimpasto
di governo sembra ormai inevitabile.
In secondo luogo, poi, bisognerà
trovare una risposta ad una
questione che, nel trionfalismo con
il quale i media di tutto il mondo
hanno accolto “la svolta di Ennahda”
sembra sfuggire al dibattito pubblico,
ma sulla quale si giocherà una partita
importante nel percorso verso un
regime pienamente democratico.
Accettando
la
competizione
democratica e partecipando alle
elezioni dell’Assemblea costituente, il
partito islamico ha progressivamente
abbandonato le posizioni antisistemiche degli anni di Ben-Ali e della
rivoluzione, divenendo un elemento
di mediazione tra i partiti secolaristi
ed i movimenti politici islamisti di
stampo radicale emersi in questi anni
sul territorio nazionale, in un contesto
sempre più polarizzato. Sino ad
oggi, dunque, il “Movimento della
Rinascita” è stato, de facto, l’unica
forza legittima in grado di dialogare
con il nuovo salafismo, assurgendo
a catalizzatore politico delle istanze
islamiche provenienti dalla società
civile.
A tale processo, però, è corrisposta
una reazione uguale e contraria
provocando
molte
spaccature
all’interno dei movimenti islamisti.
Una parte della popolazione,
soprattutto le fasce più giovani, non
ha accettato le scelte intraprese
dal partito, rimanendo su posizioni
anti-sistemiche e, di conseguenza,
affluendo verso i movimenti più
radicali.
Al tempo stesso, proprio all’inclusione
della sezione tunisina dei Fratelli
Musulmani, ha reso possibile la
progressiva marginalizzazione degli
altri movimenti islamisti dal contesto
istituzionale, con ciò contribuendo alla
loro radicalizzazione. Il movimento
Ansar al-Shari’a (AST) ne è una
prova. Questo, infatti, dopo i moti del
2011, in un primo momento non era
andato contro le istituzioni tunisine;
con la progressiva integrazione di
Ennahda nelle dinamiche istituzionali
ed in seguito alle repressioni operate
nei suoi confronti dal governo, da
un lato ha visto allargarsi le sue fila
mentre, dall’altro, è andato incontro
ad una ulteriore radicalizzazione.
Alla luce di quanto detto pare lecito
domandarsi se lo strappo operato
durante l’ultimo congresso, non possa
portare ad effetti controproducenti.
L’abbandono della dawa da parte
di Ennahda lascia scoperto una
matrice culturale e politica di primaria
importanza della società tunisina
alla quale, dal 2011 ad oggi, il
partito di Ghannoushi ha garantito
un’espressione moderata. La “svolta
di Ennahda” lascia dunque un vuoto
che dovrà essere colmato, ma da
chi?
Sebbene il 73% dei tunisini si sia
espresso a favore della separazione
tra stato e religione, vi è comunque
una fetta importante della popolazione
che, non condividendola, potrà
trovare forme di rappresentanza
dell’Islam politico solo in partiti assai
più radicali, non essendo presente
sul territorio tunisino un’altra forza
politica islamista moderata. Ne
consegue che, se da un lato i Fratelli
Musulmani tunisini, magari memori
dell’esperienza dei cugini egiziani,
hanno preso definitivamente le
distanze dai movimenti estremisti,
quella che, più che un vero
ripensamento potrebbe essere una
scelta strategica per porsi alla guida
dell’esecutivo in caso di deposizione
dell’attuale primo ministro Habib
Essid, invece di portare ad un’ulteriore
stabilizzazione del sistema politico
rischia di rafforzare proprio quelle
forze che vorrebbero destabilizzarlo.
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
26
PANAMA PAPERS: COS’È UNA SOCIETÀ
OFFSHORE?
di Paolo Balmas
Chi si è interessato ai Panama Papers
loro famigliari, grandi imprenditori e non
attende la data del 9 maggio 2016,
solo faccendieri di successo e star dello
giorno in cui l’International Consortium
sport.
of Investigative Journalists (Icij) renderà
Le informazioni raccolte sono rielaborate
pubblica sul proprio sito la lista delle
da 370 giornalisti attivi in 76 paesi. Hanno
persone e delle imprese legate alle
registrato 214.488 società offshore che,
migliaia di società offshore nominate nei
oltre a dimostrare miliardi di dollari, di
documenti di cui è venuto in possesso.
euro e di sterline (ma non solo) evasi o
Si è calcolato che gli oltre undici milioni di
utilizzati per traffici illeciti, rappresentano
documenti, che coprono circa quaranta
una fitta rete di interessi a cui sono
anni di attività finanziarie, occuperanno
connesse migliaia di persone (pubbliche
uno spazio virtuale di circa 2,6 TB. Si
e private) e di imprese provenienti da
tratta di un volume di informazioni di
oltre 200 paesi.
circa tredici volte più grande rispetto a
I documenti sono stati consegnati
quello dello scandalo Offshore Leaks
ai
del 2013 (ormai dimenticato). Già allora
Suddeutsche Zeitung di Monaco di
era stato sollevato il problema delle
Baviera, circa un anno fa. L’origine risale
società offshore e della facilità con cui
a uno studio legale con sede a Panama,
si possono aprire ed essere utilizzate
il Mossack Fonseca. Questo studio
per tutto ciò che le normative giuridiche
ha più di 40 sedi nel mondo, da Hong
degli stati non permettono.
Kong a Zurigo passando per Miami. È
Questa volta, però, la situazione è
specializzato nella creazione e nella
molto più delicata. Fra i nomi venuti in
gestione di società offshore. Il numero di
superficie vi sono capi di governo, politici,
tali società varia continuamente poiché
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
giornalisti
della
testata
tedesca
27
spesso sono aperte per scopi specifici e
la Mossack Fonseca è stata data per
vengono richiuse in tempi brevi. Tuttavia,
coinvolta nell’operazione Lava Jato, alla
il record di Mossack Fonseca è stato di
base dello scandalo che ha coinvolto
circa 82.000 società offshore gestite nel
l’ex presidente Lula.
2009. Attualmente dovrebbero essere
Da allora, per mezzo dei Panama
poco più di 60.000 (secondo i dati
Papers, la Mossack Fonseca è stata
riportati dal Icij).
associata a nomi e traffici di ogni genere,
Il nome dello studio legale deriva da
in quanto gestisce società legate ai
Jurgen Mossack e da Ramon Fonseca.
cartelli messicani della droga, a paesi
Il primo è un cittadino di Panama
la cui economia è limitata da risoluzioni
di origine tedesca. Il padre aveva
internazionali come la Corea del Nord,
servito nelle Waffen-SS durante la
a gruppi come Hezbollah, a migliaia di
Guerra prima di trasferirsi in America
fondi privati utilizzati per investire senza
centrale. È un membro stimato di molte
dover versare le tasse al proprio paese.
associazioni internazionali, fra cui l’Iba e
l’Ima Il secondo, invece, è uno scrittore
Il totale dei parenti citati sui documenti di
di successo che vanta pubblicazioni
capi di stato è di 61 persone. Fra i nomi
che spaziano dall’ambito giuridico al
eccellenti della politica internazionale
romanzo, dai racconti per bambini
emersi fino a ora vi sono:
al teatro. È stato fra i consiglieri del
presidente di Panama.
Petro
Poroshenko,
presidente
dell’Ucraina;
Il nome Mossack Fonseca è apparso
il cognato del presidente cinese Xi
in due fra i più importanti processi degli
Jinping;
ultimi anni, in Germania e in Brasile.
Ian Cameron, padre del primo ministro
Il 15 febbraio 2015, in un articolo
Cameron del Regno Unito;
pubblicato dal Suddeutsche Zeitung, si
Sigmundur David Gunnlaugsson, primo
collegava lo studio legale allo scandalo
ministro d’Islanda;
sull’evasione fiscale in cui era indagata
Mauricio Macrì, presidente d’Argentina;
la Commerzbank. In Brasile, invece,
i figli del primo ministro del Pakistan,
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
28
Nawaz Sharif;
proprietà del capitale.
i figli del presidente dell’Azerbaijan,
La società offshore, quindi, è creata con
Ilham Aliyev;
l’esplicito intento di evadere le tasse, ma
Salman bin Abdulaziz bin Abdulrahman
questa non è altro che la funzione più
Al Saud, re dell’Arabia Saudita.
semplice e innocua fra tutte quelle per cui
Questa è solo una piccola parte.
può essere utilizzata. Infatti, le offshore
Sebbene la Mossack Fonseca sia
sono gli strumenti che si usano per
direttamente coinvolta nella gestione
spostare il denaro volto a corrompere,
e si parli di Panama Papers, le società
attraverso triangolazioni fra più società.
offshore sono registrate in tredici diversi
Vuol dire che il sistema si alimenta da
paradisi fiscali, fra cui Cipro, l’Isola
solo poiché il corrotto è costretto a sua
di Man, il Regno Unito e lo stato del
volta ad aprirsi una società offshore per
Nevada negli Usa. Evidentemente, ciò
incassare. Ogni tipo di traffico illecito
significa che in questi paesi è ancora
passa per società offshore, dalla droga
possibile mantenere il segreto sul denaro
alle armi, dagli organi alle opere d’arte.
depositato, cosa che invece persino in
Esistono, poi, funzioni più sofisticate.
Svizzera non sarà più possibile ottenere
Ad esempio, un trafficante di droga
dal 1 gennaio 2017.
che attende in Europa un carico dal
La legge, almeno in Europa, si concentra
Sud
sulla ricerca dei patrimoni personali
finanziari dovuti ad agenti atmosferici
e non di quelli societari. Per questo
o all’intervento delle forze dell’ordine,
motivo l’unico modo per evadere il fisco
assicura il carico. Certamente non può
è la creazione di una società offshore.
rivolgersi a una compagnia assicurativa
Questo tipo di attività permette inoltre
qualunque. Dovrà utilizzare un fondo
di non far comparire il proprio nome
appositamente costituito. Non esiste
sui relativi documenti pubblici. Si può
altro modo se non rivolgersi a una
fare attraverso un prestanome, figura
società offshore.
strettamente
Di
Al di là dell’utilizzo che ne viene fatto,
norma è la pratica più diffusa, anche
il denaro mantenuto in questo tipo di
se esistono altri metodi per occultare la
società è gestito da investitori, come il
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
legata
all’offshore.
America,
per
evitare
disastri
29
denaro di chiunque altro. Infatti, è tenuto
creazione di società offoshore gestite da
in banche come tutto il denaro esistente.
Mossack Fonseca, sono Hong Kong, il
In altre parole, l’offshore permette una
Regno Unito, gli Stati Uniti, la Svizzera,
libertà maggiore anche per generare
il Lussemburgo.
altro denaro. Le banche più esposte nei
L’analisi dei Panama Papers, che potrà
Panama Papers sembrano essere Ubs
essere collegata a migliaia di avvenimenti
e Hsbc.
che si sono succeduti in quarant’anni
I paesi che sono maggiormente coinvolti a
di storia in tutto il pianeta, rappresenta
livello di numero di intermediari (banche,
la finestra più grande conosciuta fino
avvocati,
a oggi per comprendere il mondo del
commercialisti,
imprese,
eccetera), che hanno contribuito alla
capitale nascosto.
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
30
DI GIANNANTONIO: “ IN LIBIA CI SONO
TUTTE LE POTENZIALITÀ PER CUI L’ISIS
POSSA CRESCERE ”
di Giacomo pratali
Il contesto politico in cui è sorto l’Islam
Afghanistan e la Prima e Seconda
radicale. L’ascesa e la caduta di Al
Guerra del Golfo. Facendo un parallelo
Qaeda prima, la rivincita dell’ISIS poi.
con il fenomeno ISIS, è sbagliato
L’importanza del contesto geopolitico
paragonare la sinistra radicale italiana e
del
i gruppi terroristici degli anni ’70 e ’80.
Mediterraneo
nazionali
del
per
interessi
Sono
Tuttavia, qualche similitudine c’è. C’è
questi i temi principali affrontati da
una sinistra politica – continua - che dice,
Paolo Di Giannantonio, giornalista e
come l’Islam, che è necessario entrare
conduttore Rai, nel corso del convegno
in campo perché le ideologie tradizionali
“La Mezzaluna del fondamentalismo
ottocentesche implodono e perché il
islamico
Libia”,
sistema dei governi mostrano la corda:
organizzato dal Centro Studi Roma 3000
noi stiamo vedendo, nei Paesi arabo-
e tenutosi giovedì 14 aprile a Roma.
islamici e musulmani dentro e fuori
dal
nostro
gli
Paese.
Caucaso
alla
rispetto al contesto del Mediterraneo,
“Vorrei
arrivare
a
parlare
del
un
processo
di
deterioramento
di
Mediterraneo facendo una premessa:
quel sistema venuto a determinarsi
parlando dell’ISIS, noi discutiamo della
dopo la Seconda Guerra Mondiale e il
radicalizzazione
dell’Islam
colonialismo. Un post-colonialismo che
politico. Come giornalista sono stato
era basato tutto sui regimi militari, su
molto sul terreno, sono stato tantissimo
una scarsissima rappresentanza politica
in Libia, Egitto, Medio Oriente e ho avuto
popolare e, quindi, su una strozzatura
anche la fortuna di vedere la guerra in
del dialogo necessario all’interno di
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
estrema
31
una società. Questo è il quadro in cui,
non sono molto d’accordo. Infatti, in
a mio avviso, si determinano gli eventi:
queste centinaia di anni, sono più le
quando viene meno la democrazia,
volte che Sciiti e Sanniti sono andati
entra in campo quell’elemento comune
d’accordo, piuttosto che il contrario. È
che è l’Islam. L’Islam che viene declinato
chiaro che, quando la religione diviene
in mille modi diversi perché è la lingua
materia di scontro nei suoi aspetti più
comune che tutti possono usare e
ampi, può succedere che si arrivi a
che ognuno usa seguendo le proprie
delle faide più o meno importanti. Sta
strategie”.
di fatto che, a parte il caso dell’Iran, gli
Sciiti fossero all’ultimo posto della scala
E ancora: “Pertanto, da una parte,
sociale e, quindi, rappresentavano la
in
Fratellanza
manodopera, coloro che guadagnavano
Musulmana che con fortune alterne
di meno. Il luogo dove si concentra
dialoga con il governo, certe volte arriva
una nuova partecipazione attiva degli
quasi ad essere partito di governo
Sciiti, che sono per loro natura quietisti,
stesso: un movimento legato al mondo
è proprio quel laboratorio di idee che
sindacale e al mondo dell’assistenza
è il sud del Libano, dove le ideologie
al sociale, motivo per cui si radica
socialdemocratiche
molto nella società islamica. Dall’altra
occidentali creano un fermento nuovo
parte, invece, in Iran l’Islam diviene
che
l’emblema della lotta contro un regime,
fermento
quello dello Scia, assolutamente inviso
l’Ayatollah Komeini è in esilio. Da lì,
alla popolazione. La vicenda iraniana
nasce l’idea di un Islam sciita non più
dà una forte scossa a tutto il mondo
quietista ma movimentista. L’esempio
musulmano”.
iraniano dilaga in tutto il Medio Oriente
Egitto,
abbiamo
la
viene
e
assorbito
rimbalza
a
comuniste
tutto.
Parigi,
Questo
dove
e, nonostante fossero Sunniti l’85% dei
Lo Sciismo diventa movimentista
musulmani, c’è una larga simpatia per
“Rifacendomi all’intervento del professor
questo momento d’orgoglio ed ecco che
Dottori,
sorge una nuova situazione”.
che
parlava
di
una
forte
divaricazione tra Sunnismo e Sciismo,
w w w. e u r o p e a n a ff a i r s . i t
32
e ai margini della società; fare presa nei
La nascita di Al Qaeda
Paesi occidentali, dove l’emigrazione
“Qui c’è un problema di tipo storico:
storica è addirittura arrivata alla terza
nessun processo che viene messo in
o quarta generazione. Se andiamo ad
atto per ottenere uno scopo può essere
analizzare i filmati postati dall’ISIS oggi,
governato da chi lo innesca. E allora
sono sceneggiature hollywoodiane con
succede un altro fatto epocale: la Guerra
personaggi vestiti come Rambo: si va
del Golfo, con l’arrivo degli americani
a colpire un immaginario con sistemi
sul suolo saudita. Un fatto che il mondo
assolutamente moderni e occidentali.
musulmano
estrema
Non c’è nessun richiamo ai padri nobili
difficoltà. Ed ecco che arriviamo al
dell’Islam combattente che viene citato
fenomeno Al Qaeda. Fenomeno che è in
in alcune occasioni ma a sproposito”.
assoluto e rapidissimo sviluppo. Da quella
I successi e i limiti di Al Qaeda
società in cui non si poteva ascoltare la
“Tornando ad Al Qaeda – prosegue Di
radio o vedere la televisione, nell’arco
Giannantonio -, questa organizzazione
di pochi anni, arriviamo all’utilizzo delle
ha messo in atto gesti veramente
nuove tecnologie e di internet, con gli
clamorosi. Le Torri Gemelle a New York,
uffici stampa dei gruppi terroristici che
gli attentati in Africa, l’attacco in Yemen
addirittura fanno a gara a chi mette per
alla nave americana: tutta una serie di
prima in rete l’attentato fatto in Iraq, in
spot che, a lungo andare, danno clamore
Afghanistan e in altri luoghi. Facendo
e risonanza mediatica, ma che non fanno
una ricerca, scopriamo che esistono veri
vincere la guerra. A questo punto, nel
e propri uffici stampa che con bravura e
2004, succede qualcosa d’importante:
con l’utilizzo di più telecamere riescono
c’è una seconda generazione di teorici
a riprendere lo stesso attentato, lo
jihadisti che entra in campo. Nel 2004,
portano in una sala per il montaggio e
Abu Musab Al Suri pubblica un libro,
in poche ore riescono a pubblicare quel
ancora disponibile su internet, in cui
gesto eclatante che ha un doppio scopo:
dice che Bin Laden ha sbagliato tutto
portare orgoglio nel mondo musulmano e
perché ha cercato di fare delle cose
tra le frange di giovani senza prospettive
sparse nel mondo e poi non ha potuto
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digerisce
con
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più farsi vedere perché si è dovuto
arrivare? Le cifre dicono che sono 15000
rintanare nelle grotte dell’Afghanistan.
i combattenti dell’ISIS. Militanti senza
Quello che il libro si chiede è: dove sta
armi, satelliti ed elettronica a livello degli
la vittoria se poi tu, quando metti la testa
altri Paesi”.
fuori, ti bombardano? Ed ecco la nuova
teoria. No, lo Stato Islamico non si farà
“Pertanto – ribatte il giornalista -, bisogna
in futuro, ma lo si farà subito. Quindi, in
fare una riflessione: a chi fa comodo
Siria e Iraq vengono conquistati lembi di
l’ISIS? L’ISIS fa comodo a tutti perché
territorio dove viene applicata la famosa
si ripropongono vecchi e nuovi scenari
Sharìa. Ma c’è soprattutto un orgoglio
che ci devono far pensare. Qual era
moderno riverberato a livello mediatico
l’urgenza di scalzare il regime di Assad in
in tutti i modi con una maestria che vede
Siria? Non è stato lo stesso Occidente a
un passaggio continuo di tecnologie
dire a Saddam Hussein di fare la guerra
e suggestioni dall’Occidente al Medio
all’Iran per otto anni? E allora, qual è
Oriente.
la nostra stella polare? Quella della
La strategia politica e mediatica dell’ISIS
morale e della buona giustizia? O quella
“Abu Musab Al Suri parte da un
degli interessi? Noi italiani abbiamo
presupposto
serve
un problema: non riusciamo mai a
un territorio in modo da governare e
parlare di interesse nazionale perché
chiamare i musulmani. Tunisini, libici e
sembreremmo troppo cinici. Ma gli Stati
sauditi compongono il nucleo forte dei
Uniti e la Russia ragionano invece per
foreign fighters dell’ISIS”.
interesse nazionale. Ed ecco che in
Ma aggiunge: “Mi fanno ridere quelle
Siria esiste il problema degli interessi
persone nel nostro Paese preoccupate
nazionali di questi due Paesi”.
da una possibile invasione dell’ISIS.
La strategia italiana nel contesto del
Questo timore infondato è una grande
Mediterraneo e gli interessi strategici
vittoria dell’ISIS che è riuscito a metterci
degli alleati occidentali
così tanta paura e a fare in modo che
“Quale
si ponga una domanda assolutamente
comportamento dell’Italia? Noi dobbiamo
illogica: con quali navi e aerei potrebbe
innanzitutto vedere i nostri interessi e
fondamentale:
deve
essere
allora
il
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capire chi sono i nostri amici e i nostri
“E perché – ribadisce - venne attaccata
nemici. Noi siamo amici della Francia
la Libia di Gheddafi? Non per ragioni
dopo l’attentato al Bataclan, ma come
legate alla dittatura, ma perché il Rais,
dobbiamo considerarci nei confronti
dopo il crollo del regime di Mubarak,
dei francesi a seguito dell’intervento
avendo paura, inizia a togliere i fondi
in Libia nel 2011, due anni dopo gli
dalle banche anglofrancesi e trasferisce
accordi economici volti a sanare delle
i fondi a Dubai. Dopo qualche giorno,
ferite storiche e voluto da tutti i governi
l’aviazione
italiani?
nostra
bombardare. L’Italia deve essere più
politica energetica, noi prendiamo gas
pragmatica. Noi abbiamo bisogno della
e petrolio da quattro Paesi: Russia,
stabilità all’interno del Mediterraneo
Algeria, Nigeria e Libia. L’Algeria è un
per sviluppare i nostri traffici, i nostri
problema sommerso di cui ancora non
commerci, le nostre alleanze. Questo
si parla. È un Paese composto da una
significa che bisogna distinguere tra
classe dirigente corrottissima, che non
la cronaca e l’interesse geostrategico,
ridistribuisce la ricchezza incamerata
ovvero, ad esempio, distinguere tra il
ad una popolazione composta per il
caso Regni e quello che succede con una
60% da under-40 e che ha bisogno di
popolazione di 90 milioni che, se messa
prospettive. Cosa succede se questo
in ginocchio, diverrebbe il maggiore
governo crolla? Vi garantisco che tutte
esportatore di profughi e di problemi.
le cancellerie nordafricane ed europee
Noi non possiamo permettercelo. E
sudano pensando a questa eventualità.
non possiamo permetterci che la Libia
Noi non saremmo in grado di affrontare
divenga il principale viatico per l’Italia”.
questo problema poiché il piede in
Ed infine: “L’ISIS è un problema nella
Libia è barcollante e non sappiamo se
misura in cui non curiamo i problemi che
la Russia, dopo le sanzioni, sia nostra
l’hanno fatto sorgere e sviluppare. In
amica o nostra nemica. Noi seguiamo
Libia, in effetti, ci sono tutte le potenzialità
quello che ci dicono i nostri alleati
per cui l’ISIS possa crescere e radicarsi.
occidentali, anche se a volte proprio non
Bisogna sapere lavorare attraverso
riusciamo a capirne il senso”.
la diplomazia con i Paesi dell’area e
Se
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guardiamo
alla
francese
incomincia
a
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con un sorriso amaro nei confronti dei
come un impegno a garantire corridoi
nostri cugini francesi e con quegli amici
umanitari, zone franche e cornici di
britannici di cui spesso non capiamo le
protezione adeguate. Fermo restando
mosse, ma che siamo costretti a seguire
che non e’ possibile ridurre a zero il
aldilà dei nostri interessi”, conclude Di
margine
Giannantonio.
delle conseguenza ha sempre precisi
di
peacekeeping,
potrebbero
essere
peaceenforcing
d’aiuto,
d’errore,
la
responsabilita’
riferimenti spazio-temporali e personali.
cosi’
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