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SCRITTURE&PENSIERI a cura di Stefania Nardini Sette scrittori vi suggeriscono i libri da portare in vacanza Consigli d’autore tutti da leggere! Parrellasceglie Rulfo,DeGiovanni, CarlottoeCrovi tranoirethriller DeMicheleriscopre Argentina,Rothanni '90perDeCataldo, KerrperiGregorio MarinaBisogno in grado di spaventare, commuovere ed emozionare. Consiglierei, poi, “La Trilogia della città di K.” di Agota Kristof, un capolavoro assoluto, mentre tra i nuovi la raccolta di racconti “Nella carne” di Sara Bilotti (ed.Perdisa).Ne sentiremo parlare!». Decisamente english la coppia Michael Jacob e Daniela De Gregorio, in arte solo Michael Gregorio (l’ultimo “Boschi e Bossoli”, ed.Verde Nero): «Sul nostro comodino campeggiano “Prague Fatale” di Philip Kerr, interessante al di là della trama; “Strip Jack”, “The Black Book” e “Mortal Causes”, tutti di Ian Rankin. Il primo e il terzo sono ottimi, mentre il secondo è un po’ meno efficace. Tra i nuovi, due talentuosi sono Simone Sarasso e Guglielmo Pispisa: sanno suonare corde diverse e tutte ben tese». Giancarlo De Cataldo, magistrato e giallista (tra i tanti: “Romanzo Criminale” e “Nelle mani giuste”), nonché curatore della serie Tv Crimini: «Vado per il classico “Pastorale Americana” di Philip Roth (ed.Einaudi),visto che bisogna sempre confrontarsi umilmente con i grandi viventi; e per “Verità”, un thriller notevole di Peter Temple (ed.Bompiani), scrittore australiano che ci illumina su un continente lontano con robusto realismo e una trama incandescente. Tra gli italiani contemporanei? ”Resistere non serve a niente” di Walter Siti edito da Rizzoli». E adesso a voi, quali prediligerete? CONSIGLIATO Il mondo di Lanteri Una preghiera al franare del tempo Francesco Improta Vacanze tempo di tregua. Una scusa in più per sprofondare nella lettura e cibarsi di storie. Cosa leggeranno alcuni tra i più noti scrittori italiani? Avranno, per caso, scovato tra gli scaffali qualche autore in gamba ma ancora poco noto? Girolamo De Michele, redattore per Carmilla on line, saggista e scrittore (l’ultimo per Einaudi “La visione del mondo”): «Ho scelto “Infinite Jest” di David Foster; “L’energia del vuoto” di Bruno Arpaia (ed.Guanda) per ripassare un po’ di fisica subatomica; e “Tina” di Pino Cacucci (ed.Feltrinelli), che mi mancava. Una voce a torto sottovalutata è Cosimo Argentina.Sto rileggendo i suoi libri per un pezzo sull’Ilva di Taranto. Lo consiglio sul serio». Valeria Parrella, (l’ultimo per Einaudi è “Lettere di dimissioni”): «Ho optato per “La pianura in fiamme” di Juan Rulfo (ed. Einuadi), perché Marquez ha raccontato che dopo averlo letto non è più riuscito a leggere altro; “L’amore dell'ultimo milionario” di F.S. Fitzgerald (ed.Alet), ritradotto con una prefazione di Fofi; e “Casino Royale” di Ian Fleming(ed.Adelphi),visto che 007 l’ho solo visto al cinema e sono curiosa. Tre libri, al mare con un figlio di sei anni, è tutto quello che posso permettermi.Invece, un emergente intrigante è Francesco Marocco col suo “Mai innamorarsi ad agosto” (ed.Fandango)». Massimo Carlotto, Le vacanze sono sempre un'occasione per nutrirsi di storie scrittore tradotto negli Usa e in diversi paesi europei (tra gli altri “Il fuggiasco" e “Arrivederci amore ciao”, E/O ed. e il recente “Respiro corto” pubblicatoda Einaudi), saggista e sceneggiatore: «Per me ho preso “D’estate i gatti si annoiano” di Philippe Georget (ed.E/O). Georget ha vinto premi importanti in Francia e il romanzo è ambientato nella regione del Roussillon, uno dei luoghi più belli d'Europa, secondo me. Sono certo che non mi deluderà. Da consigliare? “Utu” di Caryl Ferey». Luca Crovi, giallista di culto, autore del saggio e del programma omonimo di Rai Radio due “Tutti i colori del giallo”: «Quest'estatein vacanza mi porterò due libri: “Incidente a Twenty Mile” di Trevanian (ed. Garzanti) e “Martinica incantatrice di poeti” di Ambrogio Borsani (ed.Archinto). Sono rispettivamenteun westernmoderno dalle atmosfere crepuscolari e un ap- NOVITÀ Capo del governo un uovo Lo racconta Viola Di Grado Dopo tanti decenni di umani che parlavano troppo e si sforzavano di sembrare sinceri è salito al governo un uovo. E non un uovo qualsiasi, ma il misterioso e perfetto Uovo. Silenzioso e serafico, racchiude nella sua rotondità un’intera cosmogonia. Mentre nel mondosi diffondonoreligioni ovofile e le galline assurgono al ruolo di nuove Madonne, l’Uovo parla per la prima volta: fine intellettuale, nella sua placida rotondità potrebbecelare un rancorenon prevedibile nemmeno dai suoi fan più accaniti, gli ovisti. È il “Su- passionato librino di racconti di viaggio. Il primo l’ho trovato due giorni fa su una bancarella, e l’altro me l’ha regalato lo stesso Borsani. Suggerirei “Invictus. Costantino, l'imperatore guerriero” di Simone Sarasso (ed.Rizzoli) e “L'inquisitore” (ed.Mondadori), un thriller americano di Mark Smith”. Tuttavia, c’è anche chi in vacanza non andrà proprio, come nel caso di MaurizioDe Giovanni, scrittore della fortunata saga de Il commissario Ricciardi (ora edito da Einaudi): «Se avessi delle vacanze (sto scrivendo il prossimo Ricciardi), allora opterei per “Una brutta storia” di Piergiorgio Pulixi (ed.E/O); “Il fiuto dello squalo” di Gianni Solla (ed.Marsilio) e “La donna dei fiori di carta” del grandissimo Donato Carrisi (ed. Longanesi). Sebbene diversi, sono libri che dimostrano come dalla letteratura cosiddetta di genere si possanocreare romanzi veri, E per nome d’arte: Liane de Pougy La biografia di Chalon su una delle più intriganti figure femminili del ‘900 Una “Reine de l’amour” senza eguali: visse da cortigiana e morì da santa Valentina Notarberardino Un racconto tra ironia e riflessioni peruovo” di Viola Di Grado (ed. Feltrinelli), la giovane scrittrice catanese che ha esordito con “Settanta acrilico trenta lana” (ed. E/O), romanzo in cui ha dimostrato talento e originalità. Una secondaprova fresca di stampa. “La Conca del tempo” di Elio Lanteri (ed. Transeuropa) è un gioiello prezioso, incorniciato, o meglio incastonato, tra la dotta prefazione di Bruno Quaranta e la non meno convincente e significativa postfazione di Marino Magliani. Al centro della vicenda c’è ancora Damin il protagonista della “Ballata della piccola piazza”, non più bambino ma vecchio, che s’inoltra nei territori della memoria alla ricerca del tempo perduto o di una mai rassegnata volontà di sottrarsi al “desvivere”. C’è qualcosa di Proust in questo riandare con la memoria al passato in seguito a improvvise folgorazioni e attraverso un rituale di gesti, di movimenti e di prolungati silenzi, compiuto puntualmente tutte le mattine, dal protagonista, novello Sisifo quasi fosse convinto di non poter più reggere il peso dei ricordi senza avere la possibilità di srotolarli e chiarirli. Evidente ed encomiabile il tentativo di sottrarre quel mondo al franare del tempo, velando cose, affetti e persone per proteggerle dai tarli. Il luogo in cui si svolge la vicenda, sempre che si possa parlare di vicenda, non è geograficamente riconoscibile, anche se si fa riferimento al Grammondo: è una caletta chiusa su tre lati da una spalliera di rocce e affacciata sul mare, dove navigano a vele spiegate i sogni di Damin non diversamente dai gabbiani intonacati d’aria. Un luogo più di sogno che reale. I personaggi principali, oltre al già citato Damin, sono Vitturin, Badulin, Bellagioia e Rosy, ma si tratta di personaggi marginali, ai quali Damin si rivolge per brevi scambi di battute, spesso convenzionali, non è un caso che i dialoghi siano pochi e scarnificati. I veri protagonisti sono la natura, nelle sue molteplici e variegate forme, e le parole che si dipanano, da un gomitolo di pensieri e di memorie, dense, corpose fino a diventare esse stesse natura, così come la natura si scioglie e si definisce nelle parole. Si respira un'aura di sacralità non a caso Marino Magliani nella sua postfazione dice testualmente: “La conca è una chiesa e la storia una preghiera”. “La sessualità le uccide”. Con parole di fuoco Max Jacob descriveva negli anni Trenta le donne del Cancro. Il modello da colpire, stigmatizzare - e idolatrare al tempo stesso - è lei, “la donna più bella del secolo”, principessa del demimonde parigino: Liane de Pougy, nata Anne-Marie Chassaigne il 2 luglio 1869. Lo ricorda Filippo Tuena, nella postfazione a “Liane de Pougy.Cortigiana, principessa e santa”, appassionata biografia del francese Jean Chalon pubbli- Il testo è edito da Nutrimenti cata da Nutrimenti nella collana Tusitalia, di cui Tuena è curatore. Giornalista per Le Figaro, già autore di diverse biografie di donne eccezionali,Chalon ci regala un ritratto d’eccezione della cortigiana francese, avvalendosi di pre- ziosi documentiinediti e numerose fotografie d’epoca. Nata da una famiglia di militari e cresciuta in convento, diventata Madame Pourpe e mamma a soli diciassette anni, compiuti i venti scappa a Parigi liberandosi di un marito violento. Liane de Pougy è il nome d’arte: si esibisce al Foliès Begere in competizione con Caroline Otero. Rifiuta D’Annunzio e si innamora, tra gli altri, di Reynaldo Hahn. Ispira Marcel Proust per la sua Odette de Crècy. Liane è la regina dell’amore, celebrata dalla stam- pa anche per la sua attività di scrittrice. A quarant’anni diventa principessa grazie al matrimonio con il principe rumeno Georges Chika. Arrivano però la depressione e le inquietudini. Sono le donne la sua vera passione. A Natalie Barney scrive: «sai bene che se avessi di che vivere non avrei permesso a nessun uomo di toccarmi». Il conseguente rifugio in Dio: da Liane de Pougy a suor Anne-Marie della Penitenza. Muore la notte di Natale del 1950, in estasi d’amore spirituale. Da cortigiana a santa.
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