PDF: 14 - Unindustria Bologna
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n.14 dicembre 2011 BANCHE - IMPRESE: COSE DA FANTASCIENZA? FOCUS Credito, priorità numero uno A luglio avevamo suonato il campanello di allarme di una situazione di cui oggi vediamo solo i primi effetti. I rapporti con le banche ed il tanto paventato credit crunch, che proietta sulle imprese l’ombra dell’asfissia finanziaria, sono più che mai sotto i riflettori. I fatti parlano chiaro: siamo di fronte ad una nuova, lunga, stretta del credito. Al tema abbiamo voluto dedicare questo numero di FARE, ritenendolo l’emergenza “numero uno” con cui si trovano e si troveranno a fare i conti le imprese. Alcune considerazioni di fronte a questa situazione. Da una parte non dobbiamo assumere atteggiamenti passivi e rinunciatari, o peggio assuefarci all’idea che l’applicazione di tassi e condizioni bancarie al di sopra della più ovvia sostenibilità aziendale siano fenomeni ineluttabili. Dobbiamo invece denunciare quei comportamenti restrittivi, oltremodo severi, che non siano giustificati da una particolare situazione di impresa. Dall’altra dobbiamo prestare grande attenzione al modo di gestire le relazioni con la banca, alla quale non vanno fatti mancare elementi documentali utili a testimoniare la vita dell’impresa: il suo andamento, le sue dimensioni, i suoi punti di forza e le sue eventuali criticità. Acquisire una maggiore dimestichezza con gli strumenti di lettura dell’attività aziendale può dare l’impressione di appesantirci, ma nel lungo periodo pagherà, perché fornisce elementi di maggiore comprensione tra imprese e istituti di credito e rafforza la reciproca fiducia. Infine l’elemento certamente più importante: il tema della ricapitalizzazione. Mettiamo i nostri interlocutori finanziari in grado di toccare con mano la fiducia e l’impegno di chi crede nella propria azienda. Questo tra tutti è il modo migliore per porre all’angolo le diffidenze. Dal canto suo, Unindustria sta mettendo in campo tutti gli strumenti utili a sostenere le imprese: sia agendo direttamente per la riduzione del costo del denaro; sia attivandosi attraverso i suoi uffici interni per l’avvio di operazioni di leasing e per l’ottenimento di finanziamenti; sia ancora con una costante attività di accompagnamento di ogni singola impresa che lo richieda a fronte di specifiche problematiche. La strada è tutta in salita, siamo qui per percorrerla insieme. Tiziana Ferrari Direttore Generale di Unindustria Bologna © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 5 ABAS ITALIA vita “Taglio senza confini” è lo slogan con cui Servizi Lame si propone sul mercato da quasi 20 anni, e “senza confini” è anche la filosofia di Abas Italia: partner, clienti e installazioni in tutto il mondo. Il matrimonio era già nei fatti: Servizi Lame, azienda bolognese attualmente a gestione artigianale, è esclusivista per l’Italia di Kaltenbach Gmbh, leader mondiale nella costru- industriale I fratelli Antonio e Riccardo Marchesini Carlo Rossini Cristina Galli Anna Merloni Invitiamo le aziende della provincia di Bologna a segnalare notizie su attività, iniziative od avvenimenti che le riguardino, dandone comunicazione all’Ufficio Stampa di Unindustria Bologna (riferimento Dott. Carlo Rossini, responsabile della comunicazione dell’Associazione: [email protected]). La scelta sarà poi compiuta dalla redazione di FARE. 6 FARE zione di impianti da taglio a disco e nastro che da tempo utilizza Abas ERP come sistema gestionale. Il recente incremento del fatturato e del giro di affari, assieme all’arrivo di nuovi e sempre più esigenti clienti, hanno spinto Servizi Lame a scegliere un ERP capace di gestire tutti i processi aziendali: dalle lavorazioni conto terzi, alla produzione su ordine, alla produzione su progettazione, alla logistica di magazzino e ai sempre più frequenti interventi tecnici di manutenzione e assistenza legati al servizio post vendita. L’inserimento di Abas ERP, secondo la proprietà, deve guidare in maniera endogena i flussi aziendali, migliorando tutti i processi della value chain e tutte le attività che garantiscono efficienza, produttività e servizio al cliente. L’introduzione dell’ERP ha messo in luce anche problemi legati alle codifiche dei clienti, fornitori e articoli: nel corso del progetto di implementazione del sistema gestionale è stata avviata anche un’analisi degli articoli che ha portato a una eliminazione degli obsoleti e a un processo di reengineering delle regole di codifica degli stessi. La struttura commerciale dell’area vendite del software consente inoltre una nuova e completa gestione dei listini di vendita permettendo l’introduzione di listini generali per categorie, di listini a prezzi netti per clienti, di scale sconti per clienti e per articoli. L’introduzione di Abas ha ridisegnato il flusso logistico degli acquisti, produzione e logistica di magazzino, avviando in azienda una pianificazione di tipo MRP I con pianificazione della produzione e degli acquisti che non era possibile con il precedente sistema gestionale. Inoltre, con il modulo service integrato nell’ERP, è possibile gestire tutto il servizio post vendita: dall’agenda dei tecnici e dei loro mezzi di servizio, alla gestione delle richieste di intervento per riparazione o manutenzione, alla gestione delle matricole delle macchine prodotte su disegno per i clienti con la storia e la cronologia degli interventi tecnici. In seguito all’implementazione del gestionale targato Abas, il secondo step prevede l’introduzione di un sistema di contabilità analitica per centri di costo. L’obiettivo è quello di aiutare la proprietà a rispondere alla domanda: dove sto spendendo? E, soprattutto, sto spendendo bene? ACEM Acem Medical Company, azienda italiana leader nel settore dell’illuminazione medicale per diagnostica e chirurgia, è oggi un’azienda fortemente industrializzata che lavora nell’ottica del continuo miglioramento dei propri prodotti e che, oltre ad una crescita costante, ha una forte propensione all’internazionalizzazione. I prodotti Acem sono infatti conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo e numerose sono le partnership che nascono e si consolidano con paesi come la Russia, la Germania, l’Au- La forza di Acem è dimostrata anche dalla continua evoluzione dei prodotti che evidenziano una costante attenzione all’innovazione tecnologica ma anche alle esigenze degli utilizzatori, ossia medici e chirurghi. Ogni anno infatti viene lanciato un nuovo prodotto che testimonia l’impegno e le risorse che l’azienda dedica al reparto di ricerca e sviluppo. Secondo Pier Paolo Tacconi, amministratore delegato, “Acem è un’azienda privata orientata chiaramente al profitto, ma anche sempre attenta ad avere comportamenti eticamente corretti, non solo perché le leggi lo richiedono ma anche perché sappiamo di operare in un settore estremamente esigente ed importante quale quello medicale”. ADRIEN stralia e l’India, dove vengono scelti i prodotti Acem quali espressione di un Made in Italy di qualità e all’avanguardia nelle componenti di design e tecnologiche. Acem da sempre opera nel rispetto delle norme internazionali ed è certificata UNI EN ISO 13485:2004, una garanzia di qualità in tutte le fasi di progettazione e produzione, e UNI EN ISO 9001:2008, attestato che certifica la soddisfazione della clientela grazie al miglioramento continuo dei processi produttivi interni. Tutti i prodotti Acem hanno anche il marchio CE che garantisce la qualità del prodotto e del processo produttivo. Progettato con una particolare tecnologia innovativa e un design accattivante, il nuovo lampione per pubblica illuminazione a Led targato Adrien Energy nasce per assolvere la maggior parte dei problemi d’illuminazione di strade urbane ed extraurbane. Rispetto ai classici lampioni, questo dispositivo ha una maggiore durata nel tempo, non richiede alcuna manutenzione e permette un notevole abbattimento dei consumi elettrici, anche oltre il 50%. Inoltre proietta la luce in un’unica direzione e, attraverso delle lenti integrate su ogni singolo Led, diffonde il flusso luminoso creando una curva fotometrica ottimale che illumina solo le zone interessate, azzerando così l’inquinamento luminoso. Grazie a queste particolari caratteristiche, e al piacevole effetto estetico, i dispositivi a tecnologia Led sono sempre più apprezzati non solo per l’illuminazione pubblica ma anche da aziende e privati. Una tradizionale sorgente luminosa, durante il suo normale funzionamento, raggiunge temperature molto elevate, con il conseguente degrado delle superfici riflettenti e un annerimento dovuto all’eventuale sporcizia depositata sul vetro. Questo riduce la vita media a circa 3 anni e porta a un progressivo aumento dei consumi di energia elettrica. I dispositivi a tecnologia Led progettati da Adrien garantiscono invece oltre 90.000 ore di vita (confermati da Osram) grazie a un fattore fondamentale: la temperatura della giunzione. Questa è la quantità di calore misurato all’interno del Led e più precisamente sulla zona di contatto dei materiali che attraversati da corrente elettrica emettono radiazioni luminose. Il profilo del corpo illuminante, realizzato interamente in alluminio anodizzato, rappresenta un vero e proprio dissipatore di calore e con la particolare conformazione delle alette è in grado di mantenere una temperatura di giunzione relativamente bassa, attorno ai 60°. I singoli Led utilizzati soddisfano anche le più severe normative in ambito europeo e sono di ultimissima generazione, con un indice di resa cromatica pari a 85 Ra e un’efficienza luminosa superiore a 90 lumen/watt. ALLIANCE HOTEL Cambia nome lo storico complesso bolognese di Borgo Panigale, da anni conosciuto come Forte Agip e Holiday Inn. Ribattezzata Alliance Hotel, la struttura, di proprietà del Gruppo FARE 7 DALL’ACCORDO TRA ANGELA LAGANA’ E LES COPAINS NASCONO I COSMETICI “DA INDOSSARE” Da oggi i prodotti cosmetici si possono anche indossare. Grazie all’applicazione delle nanotecnologie ai prodotti di bellezza, la beauty clinique Angela Laganà ha ideato e prodotto i “cosmetotessili”, una vera rivoluzione nel mondo della moda e della cosmesi. La novità nasce dalla possibilità di legare un principio attivo a base di acido ialuronico ai tessuti degli abiti, permettendo un rilascio graduale delle molecole che penetrano nelle cellule della pelle per restituirle i giusti livelli di idratazione, resistenza e plasticità. A coronare il matrimonio tra cosmesi e moda, Angela Laganà ha concluso un accordo con la storica maison italiana Les Copains, che ha presentato questa esperienza unica alla “Vogue Fashion’s Night Out” e successivamente a “Pitti Fragranze di Firenze”. La modalità d’uso è facilissima: basta spruzzare il liquido sull’interno del capo di abbigliamento che si desidera trattare per “attivare” l’indumento, sia che si tratti di basici sia di capi nei tessuti più delicati, come il cashmere. Le proprietà del composto, anti-age, rassodante e anti-cellulite, persistono addirittura fino a 3 lavaggi. In occasione dell’anteprima per “Vogue Fashion’s Night Out”, Les Copains ha messo a disposizione dei propri clienti un team di professionisti per realizzare i composti, personalizzandone la posologia secondo le esigenze del pubblico. Il ricavo è stato devoluto a sostegno delle attività di recupero e restauro delle cascine milanesi promosse da Condé Nast e dal Comune di Milano. I “cosmetotessili” di Angela Laganà presentati a Pitti Fragranze di Firenze © RIPRODUZIONE RISERVATA Alliance Hospitality, società leader in Europa nella gestione alberghiera con trenta strutture tra Francia, Belgio e Italia, è il luogo ideale per chi transita a Bologna. Situato in posizione strategica, Alliance Hotel Bologna è vicinissimo all’Aeroporto Marconi, in prossimità dei principali snodi autostradali e a breve distanza dal quar- La facciata dell’Alliance Hotel Bologna nei pressi dell’Aeroporto Marconi 8 FARE tiere fieristico, con il quale è collegato da un servizio navetta in occasione delle principali manifestazioni. Inoltre il centro della città e la stazione ferroviaria possono essere comodamente raggiunti attraverso il servizio di autobus urbano. Con una squadra di trenta professionisti, diretta e coordinata dal General Manager Santo Alba, l’hotel ha tutte le carte in regola per trasformare ogni soggiorno in un piacevole ricordo ed ogni meeting in un evento di successo. Le 143 camere, suddivise nelle tipologie standard e business, sono tutte dotate di minibar, televisore LCD, internet Wi-Fi e di numerosi altri dettagli. Il Centro Congressi si compone di cinque sale modulari dotate di luce naturale in grado di accogliere fino a 250 persone, attrezzate per l’accoglienza degli ospiti, l’organizzazione di coffee break, buffet lunch e banchetti. Il Ristorante “Alla Bell’Italia”, caratterizzato da griglia a vista e aperto tutti i giorni anche al pubblico, è a disposizione per colazioni di lavoro, brunch, pranzi aziendali, e cene per ricorrenze speciali proponendo un menu regionale preparato dallo chef Vincenzo Bruno, che afferma: “La mia cucina ha alla base gli ingredienti locali e stagionali, i più semplici delle nostre tradizioni; selezioniamo le materie prime in modo accurato per ottenere il massimo della qualità, proponiamo i piatti classici mantenendo il gusto della tradizione”. E infine il Grand Prix Bar, dove poter degustare vini selezionati e sorseggiare un aperitivo accompagnato da sfiziosi snack. ANT Con oltre 83.700 assistiti nel primo semestre 2011, la Fondazione ANT si conferma quale punta d’eccellenza nel panorama italiano delle cure palliative. Raffaella Pannuti, Presidente di ANT Secondo quanto emerge da un’indagine nazionale sul “Sistema delle cure palliative domiciliari”, per molti italiani la possibilità di ricevere cure palliative a casa propria resta un miraggio. Solo 6 Asl su 10 garantiscono il servizio, e sono soprattutto al Nord. L’indagine, condotta nel biennio 2008-2009 dall’Age.na.s (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e dal Ministero della Salute e pubblicata su un recente numero dei Quaderni di Monitor, la rivista ufficiale dell’Age.na.s., riveste un importante valore strategico soprattutto alla luce dell’approvazione, a marzo del 2010, della legge 38 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”. I dati, dunque, fotografano la realtà prima dell’approvazione della legge ed evidenziano le problematiche del Servizio Sanitario Nazionale: l’offerta di questi servizi è in molti casi lacunosa, disomogenea sul territorio nazionale, e poco flessibile. Nelle realtà dove il sistema funziona, soprattutto nel Nord Italia, sono due gli atout vincenti: le équipe professionali strutturate e supportate da organizzazioni del terzo settore e i medici di medicina generale, talvolta gli unici punti di riferimento in grado di garantire un percorso palliativo domiciliare. In questo contesto spicca il ruolo decisivo della Fondazione ANT Italia Onlus, la più grande realtà privata a servizio del pubblico attiva nel nostro Paese nel campo dell’assistenza sociosanitaria domiciliare gratuita e delle cure palliative per i sofferenti oncologici, che ha reso noti i dati del proprio bilancio operativo al 30 giugno 2011. Aumentano gli assistiti in tutta Italia, aumenta il numero delle giornate di assistenza erogate, dei servizi garantiti e degli operatori impegnati, così come sono in crescita i progetti di prevenzione e i servizi psicologici. Rispetto al primo semestre del 2010, il numero di assistiti è aumentato dell’8%, arrivando a 6.263 assistiti e 13.621.454 giornate di assistenza garantite, con una media per sofferente che si attesta sugli 85 giorni. Di conseguenza, anche il personale che opera per la Fondazione vede aumentare i propri numeri: nei 20 Ospedali Domiciliari Oncologici (ODO-ANT) distribuiti in 9 regioni italiane (Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Marche, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata) lavorano per ANT 401 diverse figure professionali tra medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti, fisioterapisti, operatori socio-sanitari, farmacisti e funzionari, pari al 9,5% in più rispetto al primo semestre 2010. Anche le attività di prevenzione oncologica, sempre gratuite per chi effettua la visita, sono in consistente aumento: 38.188 (più 34%) le visite di prevenzione gratuite nel solo progetto Melanoma, cui si aggiungono i progetti Donna e Tiroide. Per quanto concerne infine il servizio di supporto psicologico domiciliare gratuito, le prestazioni totali nel primo semestre 2011 sono salite del 15% rispetto allo stesso periodo del 2010. “In 5 regioni su 9 in cui siamo presenti abbiamo in essere una convenzione con la ASL del territorio. Nelle altre regioni operiamo in regime di assoluto volontariato” precisa Raffaella Pannuti, presidente della Fondazione ANT. “ANT rappresenta una risorsa indispensabile per il Servizio Sanitario Nazionale e siamo pronti a collaborare ancor più strettamente FARE 9 con le strutture pubbliche per contribuire così alla copertura di un settore della nostra sanità in cui viene richiesto sempre più un investimento in termini di programmazione e di risorse nel prossimo futuro, alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione nel nostro Paese, che rende le cure palliative sempre più indispensabili per un’ampissima fascia sociale. Siamo dunque pienamente disponibili a mettere in campo tutta la nostra competenza, la professionalità e l’esperienza maturata in oltre 32 anni di attività in questo settore”. AUTOMOBILI LAMBORGHINI La nuova Aventador LP 700-4 ha conquistato la celebre Monterey Auto Week aggiudicandosi il prestigioso premio “Five Diamond Engineering Award”. L’eccellenza dell’ingegneria Lamborghini è stata premiata all’interno di Concorso Italiano, il raduno annuale delle vetture italiane che ha luogo durante la Monterey Auto La Lamborghini AVENTADOR LP 700-4 pluripremiata negli USA Week in California. Maurizio Reggiani, membro del board Lamborghini e direttore ricerca e sviluppo, ha ritirato il premio a 10 FARE nome dell’azienda. “Siamo emozionati e onorati di ricevere questo riconoscimento da Concorso Italiano” ha dichiarato Reggiani. “Il team di Ricerca e Sviluppo di Lamborghini è estremamente orgoglioso della Aventador LP 700-4 e degli aspetti di design e di ingegneria che la rendono così speciale”. Oltre a Concorso Italiano, l’Aventador LP 700-4 ha partecipato anche al McCall Motorworks Revival, al The Quail, a Motorsports Gathering e al celebre concorso Pebble Beach Concours d’Elegance. Questa serie di eventi automobilistici si è rivelata anche una cornice perfetta per il lancio della prima linea di borse in fibra di carbonio Lamborghini, che portano nel mondo del fashion la spinta all’innovazione tecnologica che caratterizza le supercar della casa del Toro. L’Aventador LP 700-4, che a Monterey ha fatto il suo debutto presso il pubblico americano, è il nuovo punto di riferimento nel mondo delle supercar sportive sia in termini di tecnologia sia di potenza e design. Come tradizione vuole, anche l’ultima arrivata in casa Lamborghini prende il nome da un valoroso toro. Aventador, di 4 anni e di 600 kg di peso, fu protagonista nella corrida nell’Arena di Saragozza nel 1993 distinguendosi per l’estremo coraggio e forza contro il torero Emilio Muñoz. Il toro fu allevato in Spagna dalla famiglia Cuadri, titolare di uno dei più prestigiosi allevamenti spagnoli di tori da corrida di tutta la Spagna. L’allevamento, fondato dall’appassionato di tori Celestino Cuadri nel 1946 a Trigueros, un villaggio a circa 100 Km da Siviglia, si espande attualmente per 2000 ettari dove vengono allevati 500 tori, la maggior parte utilizzati in corride o spettacoli popolari nella zona di Valencia. I 12 membri della famiglia Cuadri sono stati recentemente in visita alla fabbrica di Sant’Agata Bolognese dove hanno avuto la possibilità di salire a bordo della vettura. Celestino Cuadri, nipote dell’omonimo fondatore dell’allevamento spagnolo, ha dichiarato: “Aventador era un orgoglio della mia famiglia. Ci tenevamo a visitare la sede della Lamborghini, e ci onora vedere questa formidabile supercar portare un nome per noi così importante”. CLATERNA Sono ripresi gli scavi di Claterna con l’avvio del nuovo progetto triennale “Scoprire Claterna. Archeologia di una città sepolta”. Le indagini riguardano l’area di scavo a nord della Via Emilia che ha dato avvio al progetto Claterna nell’inverno 2005-2006 e che ora diventerà una tappa fondamentale per la realizzazione del futuro Parco Archeologico. Il progetto, Un momento degli scavi nel sito di Claterna, nei pressi di Ozzano dell’Emilia coordinato dall’Associazione Civitas Claterna e diretto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, prevede non solo lo scavo ma anche la musealizzazione dell’area, inclusa l’ampia porzione di un edificio i cui momenti di vita più recenti risalgono al periodo tardoantico (V - VI secolo d.C.), ma che affonda le sue radici storiche fra i resti di una domus fondata in età repubblicana e abitata fino all’età imperiale. Il corretto recupero delle informazioni contenute nelle stratigrafie e nei resti strutturali ha già restituito un’ampia serie di dati, che riguardano non solo la storia di questa piccola porzione di Claterna, ma più in generale tematiche connesse alla storia e all’abbandono dell’antica città. Vi sono, infatti, diversi segnali che indicano una continuità abitativa particolarmente intensa: i manufatti recuperati nello scavo, tra cui vasellame, semilavorati di ferro e monete, raccontano una storia fatta non solo di quotidianità domestica, ma anche di probabili attività artigianali e di una vivace economia di mercato facilmente riferibile al passaggio della Via Emilia. Diverse sono le domande che, in modo sempre più pressante, si pongono ora agli archeologi. Cos’era Claterna fra V e VI secolo d.C., cioè nel momento immediatamente successivo alla deposizione dell’ultimo imperatore romano d’Occidente? Era ancora una città? Se lo era, com’era strutturata e amministrata? Se non lo era, quale tipo di realtà insediativa prese il suo posto nella transizione verso il Medioevo? Domande importanti, alle quali il nuovo progetto consentirà, almeno in parte, di trovare adeguate risposte. Assieme alla ripresa degli scavi, è nato anche un percorso di formazione universitaria che, grazie alla collabora- 12 FARE zione avviata con il Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e alla partecipazione di studenti dell’Università di Bologna e di Ferrara, contribuisce alla formazione tecnica di futuri archeologi: gli studenti hanno infatti l’opportunità di entrare in contatto diretto con la prassi operativa del cantiere archeologico, cimentandosi nelle diverse pratiche previste, tra cui lo scavo, la documentazione, il recupero e la catalogazione dei reperti. A rendere possibile il progetto Claterna, un’ampia sinergia di risorse umane, logistiche ed economiche, con il contributo determinante di finanziatori privati quali Crif, Ima e Cuticonsai. Lo scavo, eseguito sotto la direzione scientifica della dott.ssa Paola Desantis della Soprintendenza, è condotto da archeologi professionisti (Maurizio Molinari e Alessandra Tedeschi), coordinati dal dott. Claudio Negrelli, responsabile scientifico dell’Associazione Civitas Claterna e coadiuvati dai gruppi di volontariato che aderiscono all’Associazione. CARPIGIANI Sono 12 i primi vincitori di Gelato Pioneers della storia, italiani pronti a cambiare vita portando nel mondo la cultura e il business della gelateria artigianale. Terminato lo speciale percorso formativo di 30 giorni – il più completo realizzato dalla scuola di gelateria più famosa del mondo – definito il business plan e superato l’assessment motivazionale della società di consulenza Praxi, i 12 gelatai in erba hanno ricevuto le esclusive borse di studio messe in palio da Carpigiani. Il progetto “Gelato Pioneers” Foto di gruppo dei primi “Gelato Pioneers” formati alla Carpigiani Gelato University nasce dalla consapevolezza che secoli di emigrazione “attiva” hanno contribuito ad esportare in tutto il mondo i prodotti dell’ingegno italiano. Così Carpigiani, leader mondiale nella produzione di macchine da gelato, ha deciso di investire concretamente negli italiani dotati di talento e motivazione, creando un percorso formativo ad hoc alla Carpigiani Gelato University in collaborazione con la società di consulenza Praxi. “Per il Gruppo Carpigiani quest’edizione inaugurale è stata un’esperienza importante, abbiamo voluto dare una nuova opportunità di realizzazione professionale a 12 italiani che hanno nel Dna la passione e il talento per intraprendere un’attività imprenditoriale di successo e portare nel mondo la cultura della gelateria artigianale RINASCE UN MARCHIO STORICO: ATS MICROFOUND DALLA FORMULA UNO ALLA FUSIONE A CERA PERSA Dalla Formula Uno alle lavorazioni d’avanguardia, dalle GT mozzafiato all’eccellenza tecnologica nella fusione di precisione a cera persa. Rinasce un marchio storico dell’industria bolognese: l’ATS che, grazie al gruppo reggiano Microfound, si propone obiettivi decisamente ambiziosi in uno dei settori di nicchia più strategici dell’industria manifatturiera. ATS, acronimo di Automobile Turismo Sport, nell’immaginario di molti identifica ancora l’azienda fondata nel 1962 dai più stretti collaboratori di Enzo Ferrari. Transfughi dal Cavallino, erano scesi a Pontecchio i dirigenti più importanti del “Drake”: Carlo Chiti, responsabile dell’ufficio progettazione, il team manager Romolo Tavoni e Giotto Bizzarrini, allora capo del programma GT. Il loro sogno era di mettere in pista auto da strada e da corsa capaci di superare e battere le rosse di Maranello. L’ATS 100 esordisce in Formula 1 nel 1963 al Gran Premio del Belgio con Phil Hill e Giancarlo Baghetti, ma non ottiene i risultati e il successo a cui puntava. Anche da strada viene realizzata un’auto all’avanguardia per l’epoca, la GT, una coupé in due versioni progettata da Chiti e Bizzarrini e disegnata da Franco Scaglione, che però non ha il successo sperato, nonostante la sua linea accattivante e le sue qualità dinamiche. A causa della scarsa affidabilità meccanica, e soprattutto del ritiro degli investimenti riposti su di essa, fu costruita in soli 12 esemplari, di cui, sembra, soltanto 5 completati. Lo stabilimento ATS La ATS GT nello stabilimento di Pontecchio Marconi. Siamo nel 1963. di Pontecchio Marconi abbandona dunque in pochi anni il sogno di produrre auto e comincia a differenziare la produzione. All’interno aveva una fonderia per leghe leggere, alluminio e magnesio, che diventa l’attività predominante, soprattutto con l’acquisto di nuovi impianti. Nel 1968 inizia in ATS una nuova attività: la fonderia di precisione a cera persa, una tecnica fusoria antica che si era industrializzata durante la II guerra mondiale per la fabbricazione delle palette dei turboreattori e in generale per particolari di precisione in acciaio. ATS acquisisce il più moderno procedimento sviluppato all’epoca e nasce una delle prime fonderie a cera persa in Italia. Da allora l’azienda conosce, per quasi mezzo secolo, diversi passaggi di proprietà e cambiamenti di nome, fino a quando nel 2011 arriva Microfound, azienda reggiana con sede a Bibbiano, su quelle colline che ricordano Matilde di Canossa. Con Microfound ATS torna a essere un marchio aziendale, e conquista, insieme alla casa madre, la leadership nel settore meccanico della fonderia di precisione a cera persa, un settore di nicchia, ma capace di offrire molte opportunità e vantaggi in diversi comparti. L’acquisizione dello stabilimento di Pontecchio Marconi, per Microfound srl è funzionale all’espansione del potenziale produttivo e un atto di fiducia nei confronti dell’industria manifatturiera italiana: “fidu- Made in Italy” ha dichiarato Andrea Cocchi, direttore generale del Gruppo Carpigiani. “Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla prima edizione accogliendo l’appello della Carpigiani Gelato University con energia, passione e determinazione; l’anno prossimo il progetto si ripeterà”. 14 FARE Variegati e appassionati i ritratti dei 20 Gelato Pioneers che hanno partecipato alla primissima edizione del corso. 4 donne e 16 uomini dai 25 ai 68 anni: interior designers, neolaureati, disoccupati, responsabili di magazzino e pasticcieri, antiquari e artigiani, manager e imprenditori, per metà sposati e per metà single, pronti a partire da soli o con la propria famiglia, magari raggiungendo amici già espatriati. Le destinazioni preferite? Australia, Singapore, Stati Uniti e Brasile. Ma tra le mete dei Gelato Pioneers compaiono anche Polonia, Spagna, Messico, Giappone, Gran Bretagna e Nuova Caledonia. La scelta conclusiva dei borsisti è sta- cia in una cultura della produzione industriale - dice Marco Bigliardi, amministratore delegato di ATS Microfound srl - che rischia di perdersi, nella tendenza degli ultimi anni, a investire all’estero piuttosto che sul proprio territorio”. “Con questa operazione - spiega ancora Marco Bigliardi - abbiamo voluto aumentare le dimensioni aziendali per accresce le nostre capacità produttive e competitive, per offrire un prodotto con un alto valore aggiunto, grazie ai servizi e alle soluzioni tecnologiche che mettiamo a disposizione del cliente. Il gruppo opererà su due stabilimenti con specializzazioni diverse, ma complementari: da un lato un forte orientamento alla ricerca industriale e all’innovazione tecnologica, dall’altro una realtà ad alta capacità produttiva”. Lo stabilimento Microfound di Reggio Emilia sarà infatti sempre più dedicato alla ricerca e La ATS Formula 1 1500 cc partecipò senza all’engineering, forte nell’offrire un’elevata capacità progettuale e servizi tecnologici all’afortuna al Mondiale 1963 vanguardia, risultato d’investimenti in nuove attrezzature, ma anche all’attenzione dedicata alla formazione e all’aggiornamento professionale delle persone che lavorano al suo interno. Microfound ha investito soprattutto in servizi, facendo propria una filosofia orientata ad affiancare il cliente dalla progettazione alla finitura del pezzo, contando sulla collaborazione fra settori complementari, per offrire un prodotto di alta qualità. Per rispondere con proposte e soluzioni dettagliate in fase di indagine di fattibilità, progettazione e industrializzazione, si è dotata di tecnologie ausiliarie come il Simulatore di colata, la Prototipazione Rapida, il Cast e Reverse Engineering. Questo modus operandi è stato trasmesso ora in ATS Microfound a Pontecchio Marconi, uno stabilimento con una superficie coperta di 9.200 mq, dove lavorano 86 dipendenti, dotato di La ATS di oggi: regno della fusione a cera persa impianti all’avanguardia, dove è possibile fondere acciaio e alluminio. Adesso la sfida è creare una sempre maggiore sinergia fra le due strutture, in modo che mantengano insieme l’attuale posizione di leadership di mercato e, separatamente, le proprie vocazioni specifiche, per rispondere a ogni esigenza produttiva in un’ottica di alleanza operativa con i propri clienti. Ed ATS Microfound ha inaugurato il nuovo corso nelle ultime settimane, con una giornata di visita in azienda dedicata ai propri clienti, seguita da un workshop sulle nuove tecnologie applicate al microfuso. Per il 2012 Microfound e ATS Microfound hanno diversi obiettivi, tra cui ottenere la certificazione ambientale ISO 14001, che significa un impegno a limitare l’impatto ambientale, volto alla riduzione delle emissioni e al recupero e riutilizzo dei materiali residui di produzione, attraverso l’utilizzo di impianti moderni e innovativi, aumentando l’efficacia energetica, razionalizzando il ciclo produttivo, informando e formando il personale interno in merito agli effetti ambientali connessi alle attività svolte. La stessa Microfound srl, peraltro, ha avviato questa politica aziendale da anni e si è fatta precursore a livello nazionale, insieme ad Assofond, di una importante iniziativa volta a sensibilizzare le imprese del settore metallurgico rispetto alle tematiche ambientali, che si è concretizzata nella pubblicazione di una guida operativa “La gestione degli impatti ambientali nella Fonderia di Microfusione.” © RIPRODUZIONE RISERVATA ta difficile: i risultati finali dei primi 11 progetti (di cui uno presentato in coppia) erano molto vicini tra loro, dunque il Gruppo Carpigiani ha deciso di erogare una borsa di studio in più rispetto alla dieci inizialmente previste. Se a tutti e 20 i partecipanti è stato rimborsato il percorso formativo, sotto forma di un voucher valido per l’acquisto di macchine da gelato Carpigiani, e offerto un Business Mentoring gratuito nelle aree del mondo in cui decideranno di aprire la loro gelateria, i 12 borsisti ricevono anche un’esclusiva borsa di studio del valore di circa 8.000 euro (che include Stage, Business Coaching, Gelato Coaching e Tutor di Maestria), oltre alla possibilità di un finanziamento del 50% per 12 mesi sull’acquisto delle macchine da gelato (quasi metà dell’investimento richiesto per aprire una gelateria) e di un Recovery Plan con cui Carpigiani si impegna a riacquistare le macchine entro 24 mesi dall’installazione in caso di ces- FARE 15 sazione. Carpigiani continuerà a seguire l’avventura dei Gelato Pioneers e nel 2013 sarà decretato il vincitore finale della prima edizione, che si aggiudicherà un premio speciale: il trademark ufficiale “Gelato Pioneers I Edizione”, da esporre nell’insegna della sua gelateria. CAVOUR CORPORATE FINANCE Cavour Corporate Finance, partner esclusivo per l’Italia di IMAP Group, ha chiuso due importanti operazioni con il gruppo Albatros – Certina Holding, e cioè l’acquisizione della C.M.V. di Bologna, specializzata nella produzione e commercializzazione di saune e bagni turchi, e la formalizzazione di un mutuo ipotecario per € 4.1 milioni finalizzato ai progetti di sviluppo ed acquisizioni strategiche Domino–Albatros è controllata al 100% da Certina Holding AG, una holding di partecipazioni industriali fondata nella metà degli anni ‘80 con sede in Germania, a Monaco di Baviera. Certina investe in aziende industriali in difficoltà, che acquista per poi gestirle con il supporto del management locale allo scopo di risanarle e rilanciarle sul mercato. Nel settore del wellness, Certina detiene già la proprietà di 2 storiche società italiane: Vitaviva, azienda marchigiana specializzata in box doccia e vasche idromassaggio, acquisita nel 2009 da Villeroy&Boch, e Domino, società leader in Italia nella realizzazione di vasche idromassaggio, box multifunzione e mini-spa con il brand Albatros. Quest’ultima, in particolare, è 16 FARE stata acquisita nell’ottobre 2010 dal gruppo svedese Sanitec Corporation, che ha iniziato un processo di ristrutturazione accompagnato da un piano di rilancio del brand e di acquisizioni strategiche. Il finanziamento, sotto forma di mutuo ipotecario, è stato erogato da un pool di Banche per un importo complessivo di €4,1 milioni per supportare il processo di crescita e sviluppo tramite acquisizioni. Con i capitali raccolti Certina ha portato a termine una nuova acquisizione aggiudicandosi il 100% della C.M.V., società bolognese specializzata appunto nella progettazione, produzione e vendita di saune, bagni turchi, hammam, idromassaggi, spogliatoi ed arredamenti per privati e innumerevoli strutture tra cui hotel, centri benessere e navi da crociera. Fondata negli anni ‘50, C.M.V. è stata la prima azienda a proporre sul mercato italiano la sauna e il bagno turco. L’acquisizione di C.M.V. ha una chiara valenza strategica nel disegno del gruppo di costituire il primo e più importante player italiano nel settore del wellness e delle attrezzature per il bagno, presentandosi al mercato con una offerta completa di prodotti. Obiettivo di Certina nel medio periodo è quello di creare un gruppo industriale perfettamente integrato, con una struttura commerciale e distributiva adeguata, con la capacità di distribuire i propri prodotti in Italia e all’estero sfruttando marchi storici del Made in Italy. Cavour ha assistito Certina Holding e Domino–Albatros nel reperimento delle risorse finanziarie, organizzando e coordinando il pool di banche, e nell’acquisizione di C.M.V. CNC Dai complementi di arredo all’abbigliamento, passando dalla cosmesi, è davvero un ventaglio variegato di progetti, realizzati, su cui la CNC Ambientazioni e Arredi ha operato in un 2011 che l’ha impegnata dal nord al sud del Paese e oltre. A Varese la CNC ha realizzato il nuovo concept del reparto arredo casa di Iper Varese presso il Centro commerciale Belforte, dove sono esposti mobili, complementi di arredo e accessori per la casa. Nello stesso intervento è stata anche ristrutturata tutta la zona Ca’, realizzata da CNC nel 2009, rendendola più visibile e Il punto vendita Sephora allestito da CNC a Misterbianco (Catania) accattivante per una maggior fruibilità alla clientela. I componenti strutturali e gli accessori con soluzioni tecnologiche innovative e funzionali hanno permesso di ristrutturare la zona riutilizzando gli stessi componenti precedentemente forniti. Scendendo verso la riviera adriatica, all’interno del Palacongressi di Riccione, l’azienda bolognese ha curato la realizzazione del primo punto vendita monomarca per conto del marchio Meltin’Pot. L’originale struttura, progettata dallo studio Bam Design di Milano, si sviluppa su due livelli con una visibilità dall’esterno del complesso di rilevante impatto. Il punto vendita ha avuto un tempo di ideazione e realizzazione davvero breve, richiedendo l’impegno e la collaborazione di tutti i protagonisti dell’impresa. Gli allestimenti e gli arredi sono in puro stile “denim world”, naturali e contemporaneamente d’avanguardia, come il legno grezzo sabbiato, l’acciaio nero con saldature a vista con finitura trasparente opaca ed elementi in bronzo godronato, donando un’immagine moderna e innovativa. Il primo punto vendita monomarca Meltin’Pot allestito da CNC al Palacongressi di Riccione Inoltre una complessa struttura di video wall anima l’ambiente con video di collezioni, campagne pubblicitarie e notizie legate al brand. Il Temporary Outlet “Blocco 90”, realizzato da CNC in collaborazione con lo studio 671 dell’architetto Andrea Medori, è invece immerso nelle colline marchigiane all’interno di un vecchio casolare completamente ristrutturato. Il punto vendita, volu- 18 FARE to con grande impegno dal titolare Simone Corradini per valorizzare le calzature e l’abbigliamento di qualità delle collezioni meno recenti, si fonde con i sapori della tradizione marchigiana riportando alla luce le vecchie mura del casolare. Il sapiente utilizzo di materiali quali l’acciaio e il legno, nonchè l’illuminazione a led multicolore e rivestimenti in corian di alcuni componenti, hanno reso l’atmosfera accogliente ma con uno sguardo rivolto al futuro e all’innovazione. In Umbria poi, a Trevi, CNC si è occupata della realizzazione “chiavi in mano” di un punto vendita della nota catena a marchio Sephora. L’esperienza e la grande professionalità nell’organizzazione del cantiere ha permesso di eseguire la ristrutturazione del locale permettendo contemporaneamente al cliente lo svolgimento delle regolari operazioni di vendita. Per l’importate catena di profumerie, cliente dal 1999 della CNC, la stessa ha anche realizzato un nuovo punto vendita nel centro commerciale “Le tenutelle” in località Misterbianco, in provincia di Catania, partecipando ancora una volta all’ampliamento della rete, sempre più estesa sul territorio nazionale. Rilevante è l’impegno profuso dalla CNC e notevoli le energie impiegate per partecipare con successo, già dallo scorso ottobre 2010, vista l’entità delle realizzazioni ad oggi effettuate, al processo di sviluppo sul territorio nazionale di un’altra realtà in crescita, che è presente sul mercato con i marchi Champion e Game 7. Anche nello scenario europeo l’azienda ha saputo cogliere la preziosa opportunità per essere partner attivo nella fase progettuale e successivamente realizzativa, nell’importante e avveniristico progetto denominato “Planet” della nuova immagine della catena francese Carrefour, nota società presente in gran parte del globo con iperette e ipermercati di grandi dimensioni. Anche in questa esperienza le capacità organizzative e operative hanno consentito di esportare il “knowhow” dell’ambientazione in Europa, maturato nei ventinove anni di attività da parte della CNC. CONTINO & PARTNERS Esperienza, velocità, pragmatismo e orientamento al risultato sono i valori principali del team di professionisti che Contino & Partners, società di consulenza per le imprese specializzata in gestione snella, mette a disposizione dei propri clienti. Il contributo a valore, che Contino & Partners offre alle imprese nello svolgimento di progetti di cambiamento, è raggiungere gli sfidanti obiettivi di aumento di redditività dei propri clienti attraverso la costruzione ed implementazione di strutture organizzative snelle e processi di funzionamento efficienti. Ciò al fine di soddisfare le attese sia degli azionisti che dei clienti finali sotto il profilo del servizio e qualità erogati e dei costi. L’approccio è pragmatico e distintivo: partendo dall’analisi dei processi, dell’organizzazione e delle risorse secondo un propria metodologia consolidata, i problemi sono analizzati e formalizzati rapidamente, senza distrarre l’azienda dal business e le soluzioni sono pensate e messe direttamente in pratica con l’obiettivo di rendere l’organizzazione veloce, fluida, ed efficiente. La società opera in tutta Europa e fonda la propria proposta su: esperienza, conoscenza delle tecniche e strumenti di Lean e di Innovation Management, onestà intellettuale e professionale, capacità di proporsi come facilitatori del cambiamento. In linea alla propria missione, Contino & Partners partecipa nel Contratto di Rete GRID Italy di cui è capofila. Grid Italy raggruppa selezionate società di servizi, di consulenza e di professionisti le cui competenze specialistiche e sinergiche rispondono a tutti i bisogni per la realizzazione di Reti di Imprese e dei loro obiettivi di programma. GRID Giovanni Contino Italy si affianca agli imprenditori per guidarli stabilmente e con efficacia lungo il cammino di creazione e gestione della loro rete. Oltre alle attività core della consulenza, Contino & Partners mette a disposizione le proprie conoscenze ed esperienze attraverso corsi di formazione che svolge presso Universi- tà e Business School italiane e partecipazione a convegni e seminari. Ricordiamo, a titolo di esempio, la recente collaborazione con Industriali Reggio Emilia per la realizzazione del ciclo di seminari “Tra crisi e opportunità – Come cambiare il modo di gestire la propria impresa”, e l’importante contributo alla 1a edizione del Corso per Managers “Purchasing & Supply Chain Management”, organizzato da Alma Graduate School dell’Università di Bologna. L’obiettivo del programma, ricco di testimonianze aziendali e best practices e che si concluderà a dicembre 2011, è fornire un quadro concreto degli strumenti indispensabili che concorrono a formare in modo completo e strutturato i manager e professional che operano negli Acquisti e più in generale nella Supply Chain. “E’ innegabile come oggi, in un mercato in cui velocità, competitività ed innovazione sono divenuti elementi fondamentali per la sopravvivenza delle imprese, gli Acquisti abbiano assunto un ruolo determinante” dichiara Giovanni Contino, direttore didattico del corso. “L’evoluzione della funzione Acquisti, che ha portato alla trasformazione da semplice funzione amministrativa ad influenzatore delle decisioni del top management, ha reso indispensabile lo sviluppo delle conoscenze e competenze specifiche e manageriali degli operatori dell’area. L’estensione alle attività in cui confluiscono responsabilità di materiali e di scorte, di outsourcing e collegamento tra i siti, di pianificazione dei materiali, di qualità delle forniture e livello di servizio del prodotto finale, di riduzione dei lead time, dei costi e della logistica è riscontrabile nel cambiamento della sua stessa de- nominazione che oggi più frequentemente è identificabile come Supply Chain Management”. DATALOGIC Nuove tecnologie targate Datalogic per l’Aeroporto internazionale di Francoforte-Hahn. Lo scalo tedesco ha infatti adottato i lettori di codici a barre di ultima generazione Gryphon, prodotti dal colosso bolognese per la lettura dei codici 2D delle carte d’imbarco e del check-in, incluse quelle stampate direttamente dal pc di casa. L’obiettivo è accorciare i tempi d’attesa per i viaggiatori che potranno risparmiare, per le operazioni a terra, fino a 25 minuti di code. L’aeroporto internazionale di Francoforte-Hahn aveva bisogno di sostituire il sistema manuale di raccolta dati con un metodo più veloce ed efficiente. Dopo un periodo di prova in cui sono state testate diver- I lettori Gryphon™ I GD4400 2D di Datalogic, il prodotto utilizzato presso l’aeroporto di Francoforte se soluzioni presenti sul mercato, ha preferito quelle di Datalogic, anche in considerazione della sicurezza dei viaggiatori, arrivati a circa 3,5 milioni ogni anno. Grazie ai lettori Gryphon le informazioni dei passeggeri infatti possono essere automaticamente incrociate con quelle dei bagagli, che vengono così indirizzati agli scali cor- FARE 19 DA GALLARDO A SESTO ELEMENTO TUTTE LE NOVITA’ LAMBORGHINI PER SOGNARE E’ la Gallardo più estrema di sempre la LP 570-4 Super Trofeo Stradale presentata a Francoforte in anteprima mondiale. Con questa vettura la casa di Sant'Agata Bolognese porta su strada il fascino delle gare automobilistiche: il modello è infatti realizzato sulla base delle vetture da corsa impegnate nel campionato monomarca più veloce del mondo, il Lamborghini Blancpain Super Trofeo che porta piloti professionisti e gentlemen drivers a confrontarsi su circuiti europei particolarmente impegnativi, come Monza, Silverstone e Hockenheim. I punti di contatto tra la versione puramente agonistica e quella stradale sono molti, tra cui il propulsore V10, che è stato ripreso senza modifiche per l’impiego agonistico, e l’ala posteriore manualmente regolabile, che le conferisce un maggiore carico aerodinamico e una maggiore stabilità dinamica nel misto veloce. Un altro elemento di diretta derivazione dalla versione agonistica è rappresentato dall’essenziale cofano motore asportabile con sistema di sgancio rapido. Sia l'alettone che il cofano sono realizzati in materiale composito di fibra di carbonio La Gallardo LP 570-4 Super Trofeo Stradale, presentata dalla Lamborghini al Salone di Francoforte che, insieme all'alluminio, rappresenta la base dell'estrema costruzione leggera che fa segnare sulla bilancia un peso a secco di 1.340 kg, valore di vertice assoluto tra le supercar sportive. Il rapporto tra peso e potenza assicura prestazioni eccezionali mentre il cambio robotizzato a sei marce e.gear permette di eseguire le operazioni di cambiata tramite le due leve poste dietro al volante con una precisione e velocità nettamente superiore a quella raggiungibile da riflessi umani. Da notare anche la scelta del colore. Il nuovo Rosso Mars ricorda infatti la norma dei colori nazionali nelle competizioni agonistiche che risale all’inizio del secolo scorso: il rosso per l'Italia, il blu per la Francia, il verde scuro per la Gran Bretagna, il bianco e in seguito l’argento per la Germania, e le strisce blu su fondo bianco per gli Stati Uniti. Oltre al Rosso Mars di reminiscenza storica, la Gallardo Super Trofeo Stradale è disponibile a richiesta nei colori Grigio Telesto e Bianco Monocerus. La nuova Gallardo, che sarà prodotta in serie limitata di 150 pezzi numerati, stupisce anche negli interni, interamente all’insegna della sportività pura con i colori nero e rosso e l’uso di materiali pregiati, resistenti e leggeri come l'Alcantara e la fibra di carbonio. retti, mettendo in evidenza eventuali difformità. “Siamo molto soddisfatti di questo accordo, perché grazie ai lettori scanner di Datalogic potremo risparmiare tempo e ridurre i costi, due aspetti che porteranno benefici sia agli utenti che ai nostri collaboratori”, spiega Udo Preissner, direttore marketing e vendite dell’Aeroporto di Frankfurt-Hahn. “L’accordo con 20 FARE uno scalo aeroportuale così strategico per la Germania e l’Europa conferma la leadership di Datalogic nel settore dei trasporti aerei, oltre che in quello più ampio dell’Automatic Data Capture” commenta l’AD di Datalogic, Mauro Sacchetto. “Siamo felici di poter evidenziare che da oggi, grazie a Datalogic, prendere l’aereo a Francoforte sarà più veloce e sicuro”. DATA SPEED Con oltre 25 anni di esperienza (è nata nel 1985) Data Speed si pone come leader tra i rivenditori di prodotti informatici per l’azienda e l’ufficio. Il suo obiettivo è rispondere con chiarezza e tempestività alle diverse richieste ed esigenze, attraverso: un aggiornamento costante del cata- Sempre a Francoforte il presidente e AD di Automobili Lamborghini, Stephan Winkelmann, ha annunciato l’entrata in produzione della Lamborghini Sesto Elemento. Dimostratore tecnologico presentato un anno fa al Salone di Parigi, il Sesto Elemento rappresenta il futuro delle supersportive. E’ dai tempi del rivoluzionario prototipo in carbonio, la Lamborghini Countach Evoluzione del 1986, che nessun marchio automobilistico di supersportive ha mai prodotto una vettura dal peso inferiore ai 1000 kg. Partendo da un concetto purista e radicale, gli ingegneri della Ricerca e Sviluppo di LamborSesto Elemento, la Lamborghini del futuro ghini hanno messo a punto un pacchetto all’avanguardia, una sintesi perfetta tra un peso estremamente leggero, un powertrain derivato direttamente dal motorsport, 570 CV di potenza, un motore V10 dalla reattività immediata e caratteristiche di stabilità ed handling di livello superiore garantite dalle quattro ruote motrici. Le sue prestazioni ineguagliabili sono possibili anche grazie all’adozione di una struttura tutta in carbonio secondo tecnologie in cui Lamborghini vanta una leadership mondiale tra i costruttori di piccoli volumi. “Gli ottimi riscontri e le numerose richieste pervenuteci dai nostri clienti ci hanno fortemente convinto a intraprendere la sfida dell’industrializzazione di una vettura dalle caratteristiche uniche” spiega Winkelmann. “Siamo orgogliosi di poter annunciare che quello che fino a un anno fa era solo un dimostratore, seppur funzionante, del futuro delle supersportive diventerà una realtà di piccola serie. La nuova supersportiva verrà prodotta in soli 20 esemplari e sarà destinata unicamente ad un uso in pista”. Oltre all’eccellenza nella realizzazione dei propri veicoli, Automobili Lamborghini punta alla qualità totale ed è divenuta infatti la prima azienda italiana nel settore automobilistico a conseguire la certificazione ISO 50001:2011, che si aggiunge a quelle già ottenute: ISO 9001 (gestione qualità), ISO 14001 (gestione ambientale), e certificazione EMAS (valutazione performance ambientale). Questo riconoscimento conferma il forte impegno verso il miglioramento costante delle prestazioni energetiche in tutti gli ambiti: dalla progettazione, allo sviluppo e la produzione delle supersportive più estreme al mondo, fino alle fasi di realizzazione, montaggio e finitura, nonché alle attività di assistenza post-vendita e la gestione energetica dei fabbricati. “Siamo davvero orgogliosi di avere ottenuto la certificazione ISO 50001, che consolida l’impegno di Lamborghini in tema di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica”, dichiara Winkelmann. “Stiamo inoltre portando avanti azioni e progetti che porteranno lo stabilimento a essere neutrale in termini di emissioni di CO2 entro il 2015, un impegno che va di pari passo con lo sviluppo del prodotto, per il quale confermiamo l’obiettivo di riduzione del 35% di emissioni entro il 2015”. Tra i progetti in cantiere, spicca il nuovo stabilimento di ultima generazione progettato per ottenere la Classe energetica A industriale: si tratta del primo edificio industriale in Italia che può aspirare a questo ragguardevole riconoscimento. © RIPRODUZIONE RISERVATA logo con le novità proposte dal mercato; supporto tecnico e commerciale in “tempo reale” per consigliare i materiali o le soluzioni più idonee hardware; offerte promozionali proposte mensilmente per i prodotti più apprezzati dal mercato; consegne puntuali ed affidabili. Offrire alla clientela una vasta gamma di prodotti delle migliori marche a prezzi competitivi è la risposta di Data Speed alle continue evoluzioni del mercato. L’importanza del servizio è fondamentale, ed i listini sono quotidianamente aggiornati in funzione delle continue oscillazioni del mercato. Oltre a una vasta scelta di hardware quali pc, monitor, notebook, server, stampanti, scanner e videoproietto- ri, Data Speed fornisce articoli consumabili, quali toner e cartucce, e realizza pen drive personalizzate in gomma 3D. L’azienda, che ha sede a Cadriano, offre numerose promozioni tra cui un esclusivo programma di trade-in che offre la possibilità di permutare le attrezzature obsolete con una supervalutazione dell’usato. www.dataspeed.it FARE 21 DEDANEXT A volte, lungo l’asse della via Emilia, accadono “cose” veramente interessanti. Vocazioni complementari che si incontrano, e creano valore. E’ quello che è accaduto tra Dedanext e Passepartout. La bella storia è la seguente. A Bologna c’è un system integrator innovativo che con metodo ed esperienza aiuta le aziende a progettare e realizzare infrastrutture tecnologiche Ict pronte per il mondo del cloud computing, la nuvola sulla quale vola l’informatica moderna. Circa 100 km più in là, verso il mare, c’è una software house specializzata in soluzioni Erp per imprese e professionisti, che sta volando con le team di consulenti e sistemisti certificati di altissimo livello e una partnership strategica con alcuni dei brand di primaria importanza del mercato Ict come VmWare, Emc, Ibm, Cisco, Dell, Hp, Rsa, Symantec, Sophos, ed alcuni altri. La seconda è Passepartout (www.passepartout.net), che con circa 22.000 clienti, 65.000 utenti serviti dai propri applicativi e un network di 270 partner e 1000 consulenti applicativi distribuiti su tutto il territorio nazionale, è indiscutibilmente un leader di mercato. La prima, focalizzata sulle infrastrutture Ict, altamente resilienti, cioè capaci di adattarsi e reagire a qualsiasi problematica. La seconda, focalizzata sulle soluzioni applicative per im- La sede di Passepartout, presso il WTC della Repubblica di San Marino proprie soluzioni applicative, verso il mondo del cloud, la nuvola. La prima è Dedanext (www.dedanext. it) , che ha uno dei propri asset strategici nell’area denominata “Technology consulting”, con un consolidato 22 FARE prese e professionisti. Passepartout e Dedanext si sono incontrate coniugando i rispettivi percorsi di innovazione. Dedanext ha infatti collocato il proprio “Fattore-differenziante” nella capacità di offrire consulenza progettuale e realizzativa allo stato dell’arte, nell’ambito di infrastrutture Ict Mission-critical, su clienti della media e grande impresa. Passepartout, da sempre, ha puntato ad innovare nella continuità, proponendo soluzioni applicative con estrema attenzione alle reali esigenze dei clienti e, soprattutto, a fronte di una reale maturità dell’offerta tecnologica presente sul mercato. Ora che questi due presupposti sono sufficientemente maturi per “andare sul cloud”, Passepartout è pronta con prodotti concettualmente nuovi, nati dall’esperienza maturata in oltre 20 anni di successi, erogati nella nuvola in modalita SaaS (Software as a service) dal nuovo Cloud Data Center di proprietà. Dedanext e Passepartout. Un team congiunto per il nuovo Cloud Data Center. E’ importante sottolineare che Passepartout dispone sia di un importante laboratorio di sviluppo software che di un ottimo staff interno per la gestione del proprio Data center. Per supportare quest’ultimo, in relazione alla particolare strategicità e agli importanti investimenti collegati al progetto per la realizzazione del nuovo Cloud Data Center, Passepartout ha cercato un partner qualificato ed affidabile da affiancare al proprio staff interno. Il partner scelto è stato Dedanext. Uno dei primi temi affrontati insieme è stata la realizzazione di una infrastruttura Ict in grado di garantire una elevata resilienza delle applicazioni erogate in modalità SaaS dai due Cloud Data Center collegati in “banda larga” tra loro e sincronizzati in tempo reale, in maniera da poter sopportare qualsiasi problematica a qualsiasi elemento dell’infrastruttura Ict. Per rispondere agli elevati standard qualitativi di performance ed affidabilità richiesti, il team di lavoro Dedanext-Passepartout ha adottato una tecnologia che oggi rappresenta certamente lo stato dell’arte. L’infrastruttura virtuale è completamente basata su tecnologia VmWare, e gli elementi utilizzati per la sincronizzazione dei due Cloud Data Center sono sistemi Storage Emc di ultima generazione, appartenenti alla famiglia VNX, sincronizzati con Appliance Emc della famiglia RecoverPoint. Oggi, le applicazioni di Passepartout, sono protette con: - una replica continua dei dati, disponibile sia in modalità sincrona che asincrona; - un utilizzo della banda ottimizzata con avanzate funzionalità di compressione e deduplica; - la disponibilità di più punti consistenti di ripristino delle applicazioni (cosiddetta macchina del tempo); - la possibilità di bilanciare il carico di lavoro tra i due Cloud Data Center; - la possibilità di eseguire test di disaster-recovery dell’ambiente applicativo in maniera molto semplice. Sicuramente si può affermare che i clienti che utilizzano applicazioni SaaS di Passepartout possono veramente essere tranquilli. L’avvio di questa partnership è molto importante per Dedanext e Passepartout in quanto, la complementarietà dell’offering delle due aziende, unito al differente posizionamento di mercato relativamente ai servizi Ict alle imprese, lascia intravedere nume- 24 FARE rose altre aree per collaborare, oltre al progetto del nuovo Cloud Data Center. La globalizzazione dei mercati ed i cambiamenti del paradigma “fornitore/cliente” porta ad una rivisitazione dei rapporti che nel recente passato, definendo Passepartout e Dedanext entrambe società facenti parti del settore Ict, potevano essere Ancora un’immagine della sede di Passepartout considerate concorrenti, oggi hanno messo a fattor comune la loro specificità del core business e della reale mission che è diversa e complementare ed hanno entrambe ottenuto un successo che può essere testimoniato come case study nel nuovo paradigma del cloud computing. Inoltre la possibilità e la spinta di fare reti di impresa, può diventare nel prossimo futuro l’elemento che ci può permettere di approcciare i mercati esteri non solo con la fornitura del semplice prodotto ma con la “cantieristica” di una piattaforma formata da tasselli di competenza di più attori complementari. DISMECO Il primo “Borgo Ecologico” d’Europa, nato grazie alla volontà della Dismeco Srl che si occupa di smaltimento rifiuti Raee, prosegue il suo percorso all’insegna della sostenibilità ambientale e dell’impegno sociale assumendo il primo detenuto nell’ambito del progetto “Raee in carcere”. In sintonia con la filosofia aziendale che punta alla solidarietà sociale come valore d’impresa, è stato infatti definito l’accordo con il Ministero della Giustizia che prevede l’inserimento nell’organico del “Borgo Ecologico” di un detenuto del carcere bolognese della Dozza in libertà provvisoria. Il progetto, in collaborazione con Ecodom (Consorzio italiano recupero riciclaggio elettrodomestici), nasce nel 2005 nell’ambito dell’iniziativa Equal Pegaso, promossa dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo Sociale Europeo, che promuove l’inclusione socio-lavorativa di persone in esecuzione penale nelle carceri di Bologna, Ferrara e Forlì-Cesena, inserendole in un processo industriale professionalizzante, al fine di favorire il loro reinserimento nella vita sociale e nella legalità. Dopo aver seguito un corso di formazione dedicato, i detenuti prima partecipano a laboratori presso le carceri, in cui trattano i Raee provenienti dalle isole ecologiche, venendo indennizzati tramite contratti di tirocinio e borse lavoro, con l’obiettivo finale di favorirne la reintroduzione nel mercato del lavoro. PRESENTE E FUTURO DELLE RINNOVABILI AL FORUM DI CAMUGNANO ENERGIA “Energie da fonti rinnovabili: il motore reale per lo sviluppo di una economia sostenibile?”. Questo il tema dell’annuale workshop di Camugnano Energia, con l'obiettivo di far chiarezza su alcuni punti focali del prossimo futuro. Presentato dall’Agorà Camugnano Energia e realizzato da Adrien S.r.l. in collaborazione con Unindustria Bologna, ENEL e ENEA, il workshop ha coinvolto esperti di rilievo per trovare risposte agli interrogativi più critici del settore: L'energia prodotta da rinnovabili è effettivamente distribuita in maniera efficace come quella prodotta da combustibili fossili? E le Smart Grid potranno essere il supporto idoneo? La riduzione degli incentivi in seguito al 4° Conto Energia è davvero penalizzante oppure l’incentivo rimasto mantiene inalterato il pay back dell’investimento, se si considera l’aumento di rendimento degli impianti sommato alla riduzione dei prezzi della componentistica avuta nel corso degli anni? E ancora, le biomasse e la termovalorizzazione dei rifiuti sono davvero la nuova frontiera della produzione di energia ecologicamente sostenibile e a prezzi adeguati? Quesiti decisivi per comprendere le dinamiche attuali e le prospettive future, sui quali aperto dai saluti di Graziano Prantoni, assessore alle attività produttive della Provincia, e di Roberto Kerkoc, vice presidente vicario di Unindustria Bologna con delega al territorio e all’ambiente - si è sviluppato un interessante confronto tra esperienze e opinioni diverse. Tra gli altri, Rupert Rosanelli, presidente Seab, ha presentato il progetto Smart Grid della Provincia di Bolzano mentre Matteo Zandonai, partner di Syneco Consulting, ha chiarito alcuni punti sul 4° Conto Energia. Sul tema delle biomasse, Stefano Semenzato del Cisa ha mostrato come sfruttare quelle legnose che rappresentano una grande risorsa del nostro Appennino, e Roberto Testa di Enel Green Power ha illustrato la capacità di una Un momento dei lavori all’Agorà di Camugnano Energia sulle grande azienda multinazionale di sfruttare al meglio le biomasse locali. Roberto Barilli di energie rinnovabili Hera ha dimostrato come una multi utility sia in grado di sfruttare appieno il ciclo dei rifiuti urbani, e ancora Massimo Ponzellini di Impregilo ha analizzato il ruolo dei termovalorizzatori nell’industria cantieristica, che rappresentano una importante occasione occupazionale. Infine l'assessore alle attività produttive della Regione Emilia-Romagna, Gian Carlo Muzzarelli, ha presentato il nuovo piano energetico triennale. © RIPRODUZIONE RISERVATA “E’ la prima persona a essere assunta da una ditta profit nell’ambito di questo progetto”, spiega Claudio Tedeschi, amministratore delegato di Dismeco. “La mattina uscirà dal carcere di Bologna, prenderà il treno e verrà qui per essere in servizio alle 8. Lavorerà al fianco dei colleghi e finirà alle 17, per poi rientrare nuovamente in carcere la sera”. La decisione di assumerlo risponde, per Dismeco, a “un preciso obiettivo etico: crediamo nella funzione etica dell’impresa e nel dovere, per l’imprenditore, di impegnarsi concretamente nel sociale, 26 FARE in particolare nel proprio territorio. Come ha detto Giovanni Paolo II, crediamo che il lavoro come forma di elevazione dell’uomo sia il fine ultimo dell’impresa e ci impegniamo, nei limiti di quanto è possibile, per darne una prova tangibile. L’assunzione per noi non è solo una questione d’immagine: iniziare a lavorare con le carceri è stato avviare un percorso al termine del quale speravamo di poter dare una prospettiva, una speranza, un aiuto vero a delle persone che sono state sfortunate. È lo stesso spirito che ci ha portato, per esempio, compatibilmente con le nostre esigenze produttive, a sostenere anche un percorso di reintegro nel lavoro di ex cassintegrati”. Un altro paradigma su cui si basa il percorso del “Borgo Ecologico” è il settore della ricerca, ambito che ha recentemente ottenuto un ulteriore, possibile sviluppo con la progettazione e, si spera, la futura applicazione di un Centro Studi sul materiale edilizio ecocompatibile. Idea sorta in collaborazione con l’architetto Alessandro Marata, Presidente del Consiglio nazionale degli Architetti pianificatori paesaggisti e conservatori. Dismeco e l’Università svedese di Göteborg stanno inoltre lavorando su un progetto ambizioso, il recupero di una sostanza molto pregia- Il “Borgo Ecologico” di Dismeco a Marzabotto ta dalle lampade neon avviate allo smaltimento, le cosidette “terre rare”, componenti indispensabili in numerose applicazioni nell’ambito tecnologico dai componenti di veicoli ibridi, alle fibre ottiche, ai magneti. piloti che hanno tagliato vittoriosi il traguardo di una gara Superbike; nomi come Carl Fogarty, Doug Polen, Raymond Roche, Troy Corser, Giancarlo Falappa, Neil Hodgson, Piefrancesco Chili, Ben Bostrom, James Toseland, Noriyuki Haga e tanti, tanti altri ancora, per concludere con una leggenda come Troy Bayliss e un mito come Carlos Checa. Tanto per dare un po’ di numeri, ad oggi sono ben 756 i podi ottenuti da Ducati in Superbike, 155 pole position, oltre ai 14 titoli iridati piloti e i 17 mondiali costruttori. Record di vittorie ma anche record di vendite: la nuova Diavel, a soli cinque mesi dal lancio sul mercato, è già stata acquistata da oltre 5000 appassionati in tutto il mondo ed è ormai icona di stile, design e performance. La famiglia Diavel 2012 si arricchisce DUCATI Numeri da record per la casa di Borgo Panigale che con oltre 300 vittorie e la conquista del titolo iridato nel Campionato Mondiale Superbike 2011 con Carlos Checa, si conferma leader tra i costruttori di questo avvincente campionato. Questo alloro rappresenta il quattordicesimo titolo piloti conquistato dalla bicilindrica bolognese che raggiunge anche quota diciassette per quanto riguarda il titolo di Campioni del Mondo costruttori. Mai nessun’altra casa motociclistica aveva raggiunto questo traguardo, in questo campionato. Un risultato completato anche da altrettanti record difficilmente uguagliabili, che iniziano con la prima vittoria conquistata da Marco Lucchinelli nel 1988, per poi passare agli altri 25 L’arrivo di Carlos Checa per la vittoria Ducati numero 300 inoltre di un nuovo modello di punta, il primo concreto sviluppo della collaborazione tra Ducati e AMG, marchio sportivo di casa Mercedes. Si chiama Ducati Diavel AMG Special Edition ed è un vero e proprio tributo al prestigioso marchio AMG, una moto destinata ad un pubblico di appassionati estimatori della più evoluta tecnologia, del dettaglio in- gegneristico e dello stile esclusivo e originale che solo una partnership di questo tipo può garantire. L’esclusiva collaborazione tra Ducati e La Diavel AMG, frutto della collaborazione tra la Ducati e il marchio sportivo della Mercedes Mercedes-AMG venne annunciata per la prima volta al Salone di Los Angeles 2010. Un prestigioso accordo di sponsorizzazione per il Ducati MotoGP Team che sottolinea i valori condivisi dai due marchi: prestazioni elevate, passione e sportività motoristica. La partnership si è poi evoluta dando vita allo sviluppo di attività di co-marketing basate sulla condivisa passione per l’innovazione e la performance su strada ed in pista, concretizzandosi ulteriormente con il Diavel AMG Special Edition, il primo modello frutto di un’ispirazione congiunta che riunisce i sofisticati tratti stilistici di entrambe le leggendarie case costruttrici. La moto, costruita a mano come tutte le Ducati, si presenta in una nuova livrea ed è caratterizzata da una serie di elementi inediti di design, quali i cerchi ruota forgiati a 5 razze e le griglie laterali dei radiatori realizzate in carbonio con fregi in alluminio, oltre ad un nuovo impianto di scarico sportivo sviluppato specificatamente FARE 27 CAVOUR CORPORATE FINANCE PORTA 21 INVESTIMENTI IN VIABIZZUNO Una delle ultime operazioni concluse da Cavour Corporate Finance rappresenta oggi la seconda operazione italiana più importante nel settore del lighting architetturale in termini di controvalore. Si tratta dell’acquisizione di Viabizzuno, società bolognese che progetta, sviluppa e realizza sistemi di illuminazione di alta gamma, da parte di 21 Investimenti, fondata da Alessandro Benetton e controllata dalla stessa famiglia. Viabizzuno è stata fondata nel 1994 da Mario Nanni, perito elettrotecnico, nato a Bizzuno, vicino a Lugo di Ravenna. Mario Nanni, nel corso degli ultimi 15 anni, ha guidato l’azienda lungo un percorso di sviluppo che ha consentito alla società di coinvolgere i più importanti progettisti a livello internazionale ed affermare sul mercato il proprio marchio ed i propri prodotti annoverando progetti prestigiosi quali, solo per citarne uno degli ultimi più importanti, l’intera illuminazione della Scala di Milano. Viabizzuno è diventata negli anni una realtà italiana di successo sul mercato nazionale ed internazionale dell’illuminazione: presente in 50 paesi, con un fatturato 2010 di oltre 35 milioni di Euro ed una redditività superiore al 15%. A partire dall’estate 2008 Cavour ha iniziato una costante frequentazione con Nanni, da tempo alla ricerca del partner giusto da fare entrare nel capitale della propria azienda e con il quale condividere un processo di crescita, non solo in termini di sviluppo del giro d’affari e della redditività, ma anche e soprattutto di crescita nelle competenze, nell’organizzazione e managerializzazione aziendale, nelle relazioni internazionali, e più in generale in tutte le funzioni aziendali. Questo con l’obiettivo di porre l’azienda nelle migliori condizioni per affrontare le sfide del futuro e rafforzare sempre più la posizione di leader emergente nel panorama del settore “lighting architetturale”. Cavour, dopo avere approcciato in modo accurato e confidenziale, un ristretto e selezionato numero di potenziali investitori industriali e finanziari, ha trovato in 21 Investimenti il partner che corrispondeva esattamente alle necessità aziendali e alle richieste dell’imprenditore Mario Nanni. Cavour ha potuto contare anche sulla sua profonda conoAntonio Zecchino, presidente di Cascenza del settore “lighting” grazie soprattutto all’esperienza maturata nella consulenza ad alcuni principali players vour Corporate Finance internazionali, quali il Gruppo Guzzini, il Gruppo Targetti ed il Gruppo austriaco Zumtobel. Da notare che l’acquisizione di Viabizzuno rappresenta oggi la seconda operazione in assoluto in Italia in termini di valore della transazione, dopo l’acquisizione del Gruppo Louis Poulsenda da parte di Targetti. Con il supporto del Fondo, Viabizzuno potrà accrescere la propria presenza nel mercato mondiale, sfruttare le potenzialità dei mercati emergenti, aumentare la visibilità del marchio con l’apertura di showroom e negozi di vendita. Mario Nanni, con per questa versione con fondelli incisi con il logo AMG e la sella a cannettature orizzontali rivestita in Alcantara. L’esclusività è sottolineata dal badge numerato montato sul serbatoio e dal badge applicato sul carter di sinistra con la firma del tecnico motorista che ha manualmente calibrato la fasatura del sistema Desmodromico. Tra le ultime novità 2011 spicca infine la nuovissima Ducati 1199 Panigale, pronta a conquistare il pubblico e a confrontarsi in pista nel Campionato FIM Superstock 2012. Presentata a Eicma 2011, la nuova sportiva “made in Borgo Panigale” promette fin da ora prestazioni record. Non solo una sigla, 1199, in continui- 28 FARE tà con tutte le precedenti superbike Ducati, ma anche un nome, Panigale, a sottolineare quanto Ducati sia legata al proprio territorio, la “Motor Valley”, vanto dell’eccellenza motoristica locale di cui Ducati è ambasciatrice in tutto il mondo. ECONVENTION E’ nato dall’amore per l’arte e per le emozioni il progetto artistico culturale ART Offside, con l’intenzione di recuperare il patrimonio intellettuale dei cittadini bolognesi, troppo spesso vittime delle frenesie quotidiane e divenuti impropriamente sordi ai numerosi richiami artistici della città. Con questo progetto l’associazione culturale Offside ed Econvention Srl hanno voluto ridare al quotidiano il sapore dell’ars coniugando business e cultura, arte e turismo, opportunità commerciale e visibilità mediatica. Pittori, scultori e fotografi si sono alternati dinamicamente nelle strutture ospitanti, sviluppando un’emozione ritmica unica e suggestiva propria di un mercato d’arte itinerante. ART Offside, patrocinato anche da Unindustria Bologna, si pone come enzima catalizzatore delle diverse modalità di comunicazione amplificandone la suggestione artistica in location scenografiche ed inconsuete: hotel, strade e gallerie, per far vivere Bologna anche nei periodi intra-fiera ed questa operazione, potrà concentrarsi sulla direzione artistica e sulla parte progettuale per lo sviluppo di nuovi sistemi e soluzioni innovative. Tra le novità in arrivo, Cavour sta curando insieme ad un team internazionale composto dai professori Joshua Ronen, della Stern School of Business della New York University, e Jungpao Kang, former member del Board del GreTai Securities Exchange, l’organizzazione di un importantissimo evento a Bologna: il primo Road Show in Europa della Borsa di Taiwan. All’inizio del 2012 l’azienda bolognese ospiterà i Presidenti dei due mercati borsistici taiwanesi, che rappresentano una importantissima opportunità per le Pmi italiane interessate a raccogliere capitali presso gli investitori asiatici ed avere accesso facilitato ai mercati di sbocco cinesi. Si tratterà della prima occasione offerta al parterre imprenditoriale italiano per conoscere le possibilità offerte da una delle principali borse asiatiche, dopo l’IPO di grande successo di Prada sul listino di Hong Kong. La borsa di Taiwan si distingue dalle altre del Far East per essere particolarmente adatta alle piccole e medie imprese estere, potendo contare sul più ampio pubblico di medi investitori che ne fanno uno dei listini più liquidi e attivi al mondo. In un contesto in cui la quotazione sui mercati europei sconta un importante rischio sistemico, e nel caso di piccole o medie società una liquidità dei titoli quotati particolarmente bassa, la borsa di Taiwan si colloca come uno dei principali listini su cui reperire capitale di sviluppo per finanziare piani di investimento e per consolidare la visibilità commerciale sui mercati della Cina e del Far East. Taiwan è infatti il secondo investitore estero in Cina grazie al recente accordo ECFA tra Cina e Taiwan. Come ha evidenziato Robin Kwong sulle colonne del Financial Times, “la Borsa di Taiwan ha oggi la possibilità unica di trasformarsi nel Nasdaq dell’Asia, dal momento che l’isola ha migliorato le sue relazioni con la Cina e i mercati dei capitali negli Stati Uniti e in Europa sono in gran parte congelati a causa della persistente depressione finanziaria”. Con questo evento, Cavour Corporate Finance, da sempre attenta alle reali esigenze delle imprese italiane e geneticamente focalizzata sull’internazionalizzazione e sulle opportunità offerte dai mercati esteri, vuole continuare a proporsi ai suoi clienti quale partner privilegiato per operazioni di finanza straordinaria internazionali. Secondo il Prof. Kang “sulla borsa di Taiwan le aziende italiane riscuoterebbero uno straordinario successo, tutti ne andrebbero pazzi. Il costo della quotazione a Taiwan è il più basso al mondo, e il pubblico di investitori cinesi e locali sì può definire realmente smisurato”. © RIPRODUZIONE RISERVATA esposizioni internazionali. Nel corso del 2011 il progetto ha coinvolto Susanna de Paolis, che ha presentato in AC Hotel Bologna le tele della collezione “Umana Essenza”, Andrea Benetti con l’esposizione “B.P. Before Present” presso il Grand Hotel Ma- “Omaggio a Bologna” di Andrea Benetti è tra le opere che Econvention ha esposto con il progetto ART Offside jestic, Luca Lanzi, giovane scultore bolognese che ha presentato la sua personale dal titolo “Terra” presso il Royal Hotel Carlton, ed infine Luca Bracali con la mostra fotografica “Ecosistemi” allestita presso l’Hotel Roma e Piazza del Nettuno. Secondo gli organizzatori di Econvention Srl “la cultura è un bene di tutti. Tutti hanno il diritto di conoscerla, di condividerla e di amarla, non deve essere solo qualcosa di astratto, per pochi. Con la speranza e la volontà di replicare anche nel 2012”. ESSEPIENNE Meno carta, maggiore efficienza e notevole snellimento delle procedu- re. Parla bolognese il premio Smau 2011 all’innovazione ICT, consegnato alla bolognese Essepienne spa, azienda capofila del gruppo Circuito della Salute Più / Mare Termale Bolognese, che con 13 strutture sanitarie collegate tra loro offre servizi di assistenza sanitaria per la prevenzione, la salute e il benessere, attraverso diverse proposte che comprendono diagnosi, cure, trattamenti, medicina fisica e riabilitazione, medicina termale, fitness e wellness. Il premio è stato consegnato per la dematerializzazione delle fatture e la gestione elettronica dei referti, e per essere la prima azienda sanitaria privata accreditata in regione ad aderire al progetto Sole (Sanità On Line) FARE 29 CENTERGROSS: 40 ANNI DI STORIA DELL’ECONOMIA BOLOGNESE 40 anni di Centergross, 40 anni di storia del commercio della città e di quegli operatori che si insediarono nel nuovo centro portando con sé i nomi delle strade di Bologna, sedi delle corporazioni e dei vecchi mestieri, nomi importanti che ricordano ai visitatori la ricca tradizione professionale di competenze che è alla base del Made in Italy. Per onorare i “padri” fondatori che il 27 luglio 1971 formarono il primo consiglio di amministrazione, il più grande centro al commercio all’ingrosso d'Europa ha voluto premiare assieme alle autorità cittadine Salvatore Barbiera, Franco Tomba, Gianni Bandiera, Paolo Festi, Umberto Lucini, Luciano Conti, Dante Labanti, Giorgio Gnudi, Armando Fontana e Franco Fontana. Piattaforma logistica che si è nel tempo sempre più qualificata, articolata ed innovata con nuovi servizi alle imprese e alle loro famiglie, quali per esempio il ‘primo nido’ (che ospita Foto di gruppo per la premiazione dei “padri fonattualmente 40 bambini), il corso serale “Moda e Abbigliamento” per imparare stilismo, datori” del Centergross modellismo e progettazione, significativa esperienza unica in Italia progettata dall’Istituto professionale Malpighi di Crevalcore e sostenuta dalla Provincia di Bologna ed anche l’ufficio postale dedicato esclusivamente alle aziende, oltre naturalmente a tutti i servizi indispensabili per l’andamento delle imprese, attualmente il Centergross ospita, in uno spazio di un milione di mq e oltre 500.000 mq di capannoni, circa 680 aziende con un fatturato aggregato di circa 5 miliardi di euro (il distretto commercia per il 60 per cento con l’estero, Asia, Europa, Stati Uniti e nel 2010 ha registrato più di 1.668.925 accessi) e 6000 dipendenti, di cui oltre il 60 per cento sono donne. “Il Centergross è sicuramente un punto di riferimento a livello nazionale e, soprattutto, internazionale” afferma la Presidente Lucia Gazzotti. “Uno degli obiettivi prioritari è legare maggiormente la nostra clientela, farci conoscere meglio in Italia e all’estero e attirare l’insediamento di nuove aziende”. “Oggi è più che mai necessario – continua la Presidente – fare rete per la massima valorizzazione del Made in Italy a livello internazionale, per aumentare così il volume e il valore di prodotti esportati, per sviluppare lavoro, occupazione e ricchezza. Uno dei miei compiti come Presidente del Centergross – conclude Lucia Gazzotti – è lo stimolo alla partecipazione attiva delle categorie all’interno del Centergross, per sviluppare le attività del distretto, la specializzazione delle imprese e realizzare in tal modo il bene comune del territorio”. Si spengono le candeline. La presidente del Centergross Lucia La serata di premiazione dei fondatori del Centergross, tenutasi a Palazzo Re Enzo, non è staGazzotti è tra Red Ronnie e Giorgio Panariello ta solo la festa di celebrazione del 40° anniversario, ma ha voluto sottolineare anche un altro aspetto importante dell’imprenditoria, ovvero la solidarietà. Diverse iniziative sono state infatti realizzate nel distretto per sostenere, per esempio, l'apertura di case rifugio per donne e i loro figli che debbono allontanarsi dalla loro abitazione a causa di violenze subite. A confermare l'impegno solidale di Centergross, a Palazzo Re Enzo è stato consegnato all'Ant un contributo di 30.000 euro per attrezzature medico diagnostiche, dopo il primo importante contributo di cinquanta milioni di vecchie lire devoluto diversi anni fa, quando l'associazione muoveva ancora i primi passi. © RIPRODUZIONE RISERVATA della Regione Emilia-Romagna; è stato assegnato inoltre il secondo premio per l’amministrazione e la finanza. Grazie all’adozione della nuova piattaforma di gestione documentale, Essepienne ha potuto offrire un nuovo e migliore servizio ai 30 FARE propri utenti: i pazienti possono ora accedere con comodità e semplicità alle proprie informazioni e consultare il fascicolo sanitario elettronico collegandosi al portale www.circuitodellasalute.it, mentre il medico curante può ricevere la notifica del referto disponibile, dato rilevante se si pensa che circa il 40% dei pazienti non riporta il referto al medico di riferimento. Va sottolineata anche l’importanza dell’utilizzo del software come risorsa strategica per l’azienda: queste solu- zioni non solo abbattono i costi, ma garantiscono la qualità delle procedure e forniscono un miglior servizio Essepienne riceve il premio Smau 2011 verso i pazienti e verso le Ausl per la trasmissione dei dati. Il trattamento è inoltre sicuro: gestendo informazioni sensibili come dati sanitari dei pazienti, il formato elettronico dei documenti e la tracciabilità della consultazione permette un maggior controllo, a salvaguardia dei pazienti. “Il nostro front office è sempre stato molto organizzato ma con l’andare del tempo ci eravamo accorti che anche la normale consultazione dei documenti originali, archiviati in grandi armadi, si era fatta decisamente più complessa”, afferma Federico Monti, presidente del consiglio di amministrazione Essepienne. “Era necessaria una svolta, e il passo obbligatorio era quello di valutare l’implementazione di una soluzione di archiviazione digitale che ci aiutasse a snellire le attività di gestione e conservazione dei documenti”. Quello di Smau è un riconoscimento importante perché indica a tutti che l’adozione di queste procedure non è riservata a grandi aziende o alla sola pubblica amministrazione, ma può essere condotta anche da piccole/ medie imprese ottenendo benefici immediati, economici e non solo. Se si pensa che le strutture sanita- 32 FARE rie del gruppo Essepienne arrivano a ospitare quotidianamente più di 1500 pazienti, si comprende come la quantità di documenti generati per la prenotazione di esami e visite e per la gestione delle impegnative e delle fatture è notevole. Inoltre, considerando che ai fini legislativi la conservazione dei documenti è obbligatoria per 10 anni, ci si rende subito conto delle difficoltà rappresentate dall’archiviazione fisica dei documenti. “Anche le Asl con cui ci interfacciamo hanno dimostrato di apprezzare molto questo nuovo sistema di gestione elettronica delle pratiche che comporta, dal loro punto di vista, un grande risparmio in termini economici, di tempo, e di spazio fisico – continua Monti – non ultimo, apprezziamo molto la sicurezza di avere sempre e in tempo reale le informazioni e i documenti che si cercano e la maggiore facilità nella consultazione e nel controllo dei documenti oltre che a una pura e semplice, ma non indifferente, questione di spazio”. GRAFICHE DELL’ARTIERE Dopo il successo riscosso a Bologna a inizio 2011, il 3 novembre presso la Clic Gallery di New York ha avuto luogo una seconda presentazione del Calendarbook di Grafiche dell’Artiere “Festivals, Rituals and Celebrations”, realizzato per l’anno 2011 in collaborazione con la Magnum Photos di New York, Peter Weiermair, Maddalena Gracis e Gianni Giulianelli. La serata è stata una replica in versione newyorkese della presentazione del medesimo calendario tenutasi da Grafiche dell’Artiere presso la sala delle Armi del Museo Un’immagine tratta dal Calendarbook di Grafiche dell’Artiere, presentato con successo anche a New York Civico Medievale di Bologna, con lo sfondo della notte di ArteFiera nel gennaio 2011, di cui si è parlato anche nel numero 12 di Fare. Anche a New York l’iniziativa ha riscosso un grande interesse bissando il successo italiano grazie alla visita di numerosi fotografi, artisti, designer e collezionisti. GRUPPO CIEMME Un sodalizio bolognese al 100% quello ormai consolidato e ora “aggiornato” tra La Perla e il Gruppo Ciemme, partner informatico della nota casa di moda e di biancheria intima di lusso. “Con Gruppo Ciemme collaboriamo ormai da due anni, e siamo pienamente soddisfatti e contenti di avere trovato un partner che, oltre ad essere altamente competente sulla tecnologia, ne è anche affascinato e focalizzato” commenta l’Ing. Gianluca Guidotti, ICT corporate manager & eCommerce director di La Perla. “Abbiamo aggiornato la nostra infrastruttura, e devo anche dire che l’attivazione del DAOS è stata veramente utile, Gruppo Ciemme ha risolto i (pochi) problemi avuti in questo periodo e gestisce da remoto, in piena autonomia, tutti i nostri utenti – prosegue Guidotti – con le persone si è instaurato un ottimo rapporto e, oltre a fornirci assistenza, abbiamo iniziato un lavoro di crescita del personale interno con sessioni formative sia sull’ambiente di amministrazione, sia sull’ambiente di sviluppo, lavorando sulle XPages. Gruppo Ciemme non è un nostro fornitore, è il nostro partner giallo”. In qualità di Responsabile Sistemi Informativi, Guidotti descrive l’esperienza con Lotus Domino e Notes, divenuti strumenti basilari per l’attività de La Perla. “Per il Gruppo La Perla – spiega Guidotti – Lotus Domino è la piattaforma di comunicazione unica, comunicazione in senso completo, non solo posta e calendario, ma è anche la tecnologia che utilizziamo quale “portale” aziendale, per fornire alle diverse figure professionali l’accesso alle informazioni di loro rilevanza, indipendentemente dalla piattaforma sulla quale risiedono. Lotus Domino è un prodotto che esiste da anni. Nella sua vita ha dimostrato di essere sicuro, affidabile e in grado di supportare una realtà complessa e distribuita come la nostra. Dalla nostra sede centrale di Bologna gestiamo tranquillamente tutti gli uffici, i negozi e le sedi mondiali del Gruppo, per un totale di oltre 700 utenti. Oltre a questo nel tempo abbiamo sviluppato applicazioni di workflow, automatizzato processi e ci siamo integrati con i nostri sistemi gestionali. Non da ultimo, la completa integrazione con Extrafax per l’invio e la ricezione dei fax. Altro punto di forza è il continuo adeguamento tecnologico anche da parte di IBM: grazie a Lotus Traveler, utilizziamo BlackBerry (tramite BES RIM) e SmartPhone in maniera semplice e perfettamente sincronizzata, oltre all’indiscusso beneficio che Lotus Sametime riesce a dare, velocizzando alcune comunicazioni o semplicemente per vedere se un collega dall’altra parte del mondo è disponibile oppure no”. IMA Risultati consolidati nel primo semestre 2011 per Ima, leader mondiale nella produzione di macchine automatiche, che registra una forte crescita a 278 milioni di euro, ossia un +41,8% rispetto ai 196,1 milioni del primo semestre del 2010. I risultati derivano dall’andamento molto positivo delle vendite nel settore dell’industria farmaceutica e del food, anche grazie al contributo del Gruppo Sympak Corazza consolidatosi nel febbraio 2011. Il margine operativo lordo ante oneri non ricorrenti è risultato in crescita a 22,9 milioni di euro, contro i 9,6 milioni al 30 giugno 2010. Il risultato operativo è stato di 9 milioni e il risultato prima delle imposte di 4,5 milioni di euro, ben oltre il dato negativo del primo semestre del 2010. In forte crescita anche il portafoglio ordini consolidato che ha registrato un +66,1%, grazie alla finalizzazione di numerose trattative nei core business del gruppo. Secondo Alberto Vacchi, presidente e amministratore delegato di Ima, “gli ottimi risultati dei primi sei mesi hanno soddisfatto le nostre attese, evidenziando una forte crescita dei ricavi e un miglioramento della redditività, a conferma della validità delle scelte strategiche attuate nell’ultimo anno. In forte crescita anche il portafoglio ordini consolidato che ci fornisce un’ottima visibilità sull’esercizio 2011 anche grazie al significativo trend di crescita dell’acquisizione ordini. Il Gruppo Sympak Corazza ha apportato un contributo importante ai risultati consolidati dei primi sei mesi sia sul fronte dei ricavi che dell’integrazione produttiva e commerciale con il Gruppo Ima, che può ora vantare un’acquisita leadership anche nel packaging alimentare di nicchia. Il buon andamento del Gruppo nel primo semestre - ha concluso il presidente di Ima - ci permette di confermare le previsioni annunciate per l’esercizio in corso e di guardare positivamente al futuro”. Recentemente il Consiglio di Amministrazione di Ima ha approvato la fusione per incorporazione della società interamente controllata Ima Life, specializzata nella produzione di macchine automatiche per il processo di prodotti farmaceutici in ambiente asettico e farmaceutico non-sterile. L’operazione si inserisce nell’ambito del programma di semplificazione della struttura societaria e dovrebbe favorire l’ottimizzazione delle attività del gruppo e della gestione dei flussi finanziari. JOB MEETING NETWORK Anche quest’anno si è tenuto a Bologna l’appuntamento con Job Meeting, il network di incontri dedicati all’incontro tra il mondo del lavoro e i neolaureati che si svolge annualmente nelle principali città universitarie italiane. La tappa bolognese, ormai alla 19^ edizione, gode del patrocinio della Provincia di Bologna, di Unindustria Bologna, di Le- FARE 33 Dalfiume: vino al vino da tre generazioni Succede spesso che, dalle nostre parti, azienda e famiglia siano la stessa cosa o quasi. E quando si arriva alla terza generazione, cominciano a fare storia. Dalfiume Nobilvini è un esempio di questi: un esempio gustoso, che da più di mezzo secolo sa camminare con il proprio tempo. Odoardo Dalfiume una cantina a Castel San Pietro in via Corlo, nella pianura di là dal Sillaro, l’aveva già fin dagli anni cinquanta. Nel podere lì dietro erano nati i suoi figli, Gianni e Franco. Una famiglia contadina di quelle solide, che presto si trasferisce a Bologna: per vendere vino, naturalmente. Sono anni in cui la linea di imbottigliamento è a mano e le consegne vengono fatte con la bicicletta a tre ruote, che fatiche … ma anche tanta soddisfazione! Quanto basta perchè dopo un po’ ci sia bisogno di allargarsi, e nel ’74 tutta la famiglia torna a Castel San Pietro: viene acI vigneti di Villa Poggiolo, fiore all’occhiello di Dalfiume Nobilvini quistata in via Madonnina, dove l’azienda è ancora oggi, la cantina di Alberici, un signor nome allora, e viene fondata la Casa vinicola Dalfiume & Alberici. Nonno Odoardo ormai da tempo ha lasciato le redini aziendali ai figli Franco e Gianni che si suddividono le responsabilità, al primo il commerciale al secondo la produzione. Nonna Dina fa ancora da mangiare per tutti gli operai, anche se l’azienda familiare è diventata una società di capitali. L’azienda cresce ma si continua a ritirare, come ancora oggi, le uve soltanto dai produttori della zona, tutte conoscenze consolidate; vengono costruiti due capannoni, uno per l’imbottigliamento e uno per lo stoccaggio; viene creata un’area di vinificazione con due pigiatrici, una per i bianchi e una per i rossi. Sono anni di boom, nei quali il consumo di vino pro capite in Italia raggiunge i 130 litri, e i Dalfiume acquisiscono anche altre realtà commerciali del territorio (Diver Italvini e l’Azienda Fortunati). Nel frattempo, dalla ragione sociale il nome Alberici è scomparso e l’azienda ha preso la sua denominazione attuale di Dalfiume Nobilvini. gacoop e di Asfor, ed è organizzata e promossa da Cesop Communication che cura il progetto in tutta Italia. Attraverso numerosi seminari di orientamento e formazione condotti da esperti del settore e dedicati a chi cerca impiego, sono state esaminate e discusse le opportunità del mondo del lavoro attuale, dal ruolo del fundraiser per le organizzazioni no profit alle nuove professioni del web, fino al mercato delle lauree cosiddette debo- 34 FARE li con il provocatorio quesito “si può mangiare con la filosofia o la semiotica?”. Inoltre, per permettere a chi cerca lavoro di cogliere e potenziare al meglio le proprie qualità, sono stati proposti workshop quali “Scoprire le attitudini attraverso l’analisi della grafia” e “Personal Branding: 10 mosse vincenti”. Per l’intera giornata, presso gli stand allestiti al Palazzo dei Congressi, i responsabili delle risorse umane di importanti aziende si sono resi disponibili a laureati e laureandi di tutte le aree disciplinari per dare informazioni sulle opportu- Grande affluenza, come ogni anno, all’appuntamento del Job Meeting Le svolte arrivano con gli anni novanta, quando il consumo del vino si trasforma. Cambiano le normative, ad esempio quelle sulla sicurezza alla guida; e cambiano gli stili di vita. “Il vino” sottolinea Silvia Dalfiume, allora poco più che una bambina “una volta era un alimento, ora diventa un vezzo” a tratti una moda da consumare non più a tavola quotidianamente ma fuori, nei locali con una ricerca costante della qualità e dell’autoctono. E i Dalfiume reinterpretano il loro tempo. Sono i primi anni novanta, quando Gianni e Franco decidono di dare corso a un loro grande sogno e lo fanno riscrivendo la morfologia del territorio scegliendo 80 ettari della prima collina castellana e vocandola quasi interamente a vigneto. Nasce la Villa Poggiolo, l’azienda vitivinicola di famiglia - e da questa l’omonimo marchio - con i suoi pignoletti profumati, il suo sangiovese aromatico, il cabernet corposo e impetuoso, il trebbiano e l’albana vini morbidi con i loro sapori tutti romagnoli. Franco, il commerciale, vede solo le prime vendemmie della sua Poggiolo … lascia un grande vuoto, ed è allora il figlio Davide - poco più che ventenne - a prendersi carico di tutta l’area vendite; Silvia fa lo stesso con il reparto amministrativo, Gianni è sempre forte in produzione: è la terza generazione e siamo alle porte del terzo millennio. E questa è storia contemporanea, che racconta un lavoro che negli anni si rinnova, si modella, una tradizione in movimento sempre protesa al futuro. E’ la famiglia che fa la differenza, che si allarga, cresce. C’è anche Annalisa Rinaldi, moglie di Davide, controller e fiscale. I numeri sono eloquenti: fino a 30 mila ettolitri di vino venduto, soprattutto nell’Italia centro-settentrionale (l’EmilaRomagna in modo capillare e poi Toscana, Lazio, Liguria, Lombardia) ma anche in Europa (Belgio, Germania, Gran Bretagna, Spagna) e oltre oceano (Giappone, Usa, Cina, Messico). I fiori all’occhiello si chiamano Pignoletto, frizzante e fermo, Sangiovese (il “Franco” di Villa Poggiolo) e il Ballanzone (con due “elle”), un passito da uve di Albana. E a novembre sono arrivati anche i Novelli: il “Principe” di Villa Poggiolo e il “Primarrivato” di Dalfiume Nobilvini, tutti prodotti su ordinazione, da un uvaggio di sangiovese, cabernet sauvignon. Arriviamo ai giorni d’oggi, entro Natale il tetto darà energia da fotovoltaico, la Dalfiume Nobilvini sarà tra le prime aziende di produzione del circondario imolese a fare un investimento di più di 150 Kw nel fotovoltaico. L’investimento è gravoso, ma gestito, analizzato e controllato, come sempre. Nel frattempo, in via Madonnina ci si prepara anche al Natale: saranno in molti a trovare sotto l’albero la prestigiosa cassetta in legno da sei bottiglie con le immagini dei vigneti di proprietà, o la valigetta o le shoppers con il marchio Villa Poggiolo. Nonno Odoardo, probabilmente, sarebbe orgoglioso. E con Silvia Dalfiume, direbbe anche lui: “E’ la famiglia che fa la differenza”. www.dalfiumenobilvini.it www.villapoggiolo.it © RIPRODUZIONE RISERVATA nità professionali offerte e sui profili maggiormente ricercati. Gli interessati hanno quindi potuto consegnare il proprio CV alle aziende, candidarsi per periodi di stage e partecipare a seminari e incontri di approfondimento. Infine il servizio CV Clinique, curato da consulenti professionisti di Trovolavoro.it, ha fornito gratuitamente consigli su come migliorare il Curriculum Vitae rendendolo più chiaro ed efficace. LEONARDO E’ grazie all’intervento di Leonardo, studio bolognese di analisi e restauro, che oggi si può ammirare la nuova forza degli Ercoli di Villa Hercolani Belpoggio, che nella loro maestosa mole dominano dall’alto il parco della villa e la città di Bologna. Il complesso statuario, risalente al ‘700, raffigura due Ercoli posti a sedere su un piedistallo che reggono lo stemma della famiglia Hercolani, proprietaria della villa. Le peculiarità del gruppo scultoreo la rendono un’opera unica nel suo genere: la notevole mole, circa 8 metri d’altezza per 12 di lunghezza, la collocazione sulla sommità della villa, e l’esposizione agli agenti atmosferici sono elementi caratteristici che assieme regalano fascino all’opera ma rappresentano anche fattori di difficoltà al lavoro di restauro. Le analisi condot- FARE 35 te dallo studio Leonardo di Bologna, che si occupa di analisi e restauro, hanno evidenziato un avanzato stato di degrado degli Ercoli che presentavano diverse fratture della malta, sia in superficie che in profondità, con alcune parti della scultura pericolanti. Queste fratture avevano permesso all’acqua piovana di penetrare accelerando i fenomeni di disgregazione causati dall’azione del gelo e attacchi di biodeteriogeni, mentre gli elementi metallici che costituivano l’anima dell’opera erano corrosi, e all’esterno si notavano colature di ruggine, diffusione di vegetazione e una consistente patina di sporco. Per l’opera di restauro, Leonardo ha utilizzato il sistema Restauro Verde, un metodo eco-sostenibile ed eco-compatibile ideato dallo studio bolognese per conservare il passato Villa Hercolani Belpoggio, prima dei restauri operati da Leonardo pensando al futuro. Grazie a questo sistema vengono attivate procedure specifiche nella scelta dei materiali e dei prodotti naturali e artigianali, nelle politiche di risparmio energetico, nella gestione e smaltimento dei rifiuti, e nella riduzione degli sprechi in tutte le attività operative aziendali. Restauro Verde rappresenta una filosofia e una politica aziendale per ora 36 FARE unica in Italia. A conferma di questo impegno, Leonardo si è associata al Green Building Council Italia, organizzazione internazionale no profit che opera a favore dell’edilizia sostenibile. Nel restauro degli Ercoli, molta attenzione è stata dedicata alle operazioni iniziali: i preconsolidamenti, la catalogazione e la rimozione dei tanti piccoli frammenti pericolanti zione cromatica con la tecnica della velatura, per rispettare i colori d’origine, seguita da un trattamento protettivo finale a salvaguardia di tutte le superfici. Per conservare nel tempo il risultato del lavoro di restauro, considerata l’esposizione dell’opera alle intemperie, Leonardo ha infine previsto interventi periodici di monitoraggio e manutenzione. LOCANDA DEI CINQUE CERRI Villa Hercolani Belpoggio, dopo i restauri o distaccati che rischiavano di andare perduti, l’eliminazione della vegetazione nelle fessure, la pulitura e i trattamenti di tutte le superfici e delle parti in ferro rimaste senza rivestimento. Si sono poi consolidati gli strati profondi iniettando delle resine speciali ed eseguendo vari tipi di ancoraggi e perniature, in modo da garantire la tenuta dell’intera struttura, sulla quale sono stati successivamente riposizionati i frammenti distaccati. Le stuccature finali hanno rispettato le caratteristiche dei materiali originali così come la ricostruzione delle diverse parti mancanti: alcune dita delle mani degli Ercoli, parte di una clava, molte delle frange pendenti dal panneggio e quasi tutta la corona che sormonta lo stemma. La finitura superficiale ha realizzato la reintegra- La Locanda dei Cinque Cerri é inserita in un’azienda agricola di 17 ha, pur distando solo 2 minuti dall’uscita di Sasso Marconi e 20 minuti da piazza Maggiore a Bologna. Dispone di 6 camere nella casa padronale e 4 camere nel fienile ristrutturato. Le camere, ognuna diversa dall’altra, sono molto confortevoli, tutte con bagno privato e anche le singole dispongono di letto matrimoniale. Aria condizionata e riscaldamento sono autonomi per ogni camera. Tv, cassaforte, frigobar, phon. Ideale per le aziende, per chi viaggia per lavoro, o per una sosta durante un viaggio. E’ possibile sia il trattamento di bed & breakfast che di mezza pensione. Su richiesta sono accettati i cani e gli animali di piccola taglia. Il ristorante propone una cucina riconducibile in gran parte al territorio, ma ancor di più alla cultura gastronomica italiana, fatta di materie prime, passione e fantasia. Artigiani del cibo, a cui piace fare il più possibile in casa, scoprire le eccellenze del territorio, conoscere i produttori che amano il loro lavoro e valorizzare i loro prodotti. Tutta la pasta è fatta in casa al mattarello, al torchio o a mano (pasta ripiena). I secondi e i contorni seguono stagione e tradizione, come i dolci.La colazione, a buffet, prevede brioche e pane cotti alla mattina, torte fatte in casa, yogurt, succhi e frutta fresca , salato. L’azienda agricola offre, per i momenti di relax, 17 ettari di percorsi e passeggiate. Il giardino a disposizione degli ospiti è dotato di un gazebo con un salotto dove poter prendere un aperitivo, un caffè, o dove concedersi momenti dedicati alla lettura. Il ristorante prepara menù alla carta, oppure menù studiati sulle esigenze del cliente. I coffee break vengono serviti ed allestiti all’interno, oppure nel giardino. L’ambiente, country ma raffinato, è ideale per qualsiasi tipo di evento. A seconda degli allestimenti scelti dagli ospiti, si possono creare diversi tipi di atmosfera. Un’esperienza di anni consente di poter appoggiare i clienti, aiutandoli nella difficile organizzazione delle cerimonie, soprattutto nei ricevimenti nuziali, studiando con gli sposi menù, allestimenti floreali, scelta delle bomboniere, dei fotografi, della musica. MAYA BEAUTY ENGINEERING Ricerca tecnologica e innovazione: sono queste le parole chiave di Maya Beauty Engineering, azienda specializzata nella produzione di macchinari per il mondo estetico e medico che con le recenti novità legislative potenzia il proprio portafoglio prodotti e clienti. Da sempre Maya Beauty segue parametri di trasparenza e serietà puntando su un prodotto di qualità ed instaurando con il cliente, medico o estetista che sia, un rapporto di Isabella, Alberto, Marina Guillaume collaborazione e aggiornamento continuo. In un settore che fino a pochi anni fa è stato poco regolamentato ed inficiato da scarsa serietà, il Decreto Interministeriale che regolamenta gli apparecchi elettromeccanici utilizzati dalle estetiste ha finalmente identificato con chiarezza gli apparecchi per uso estetico utilizzabili negli Istituti, stabilendo le caratteristiche tecnicodinamiche degli apparecchi stessi, le modalità di esercizio e di applicazione, incluse le cautele d’uso relative a ogni singola tecnologia, tutto nel rispetto delle Direttive comunitarie e delle Norme armonizzate europee. “Siamo molto soddisfatti di questo decreto che arriva dopo 21 anni di attesa - commenta Isabella Guillaume, presidente di Maya Beauty Engineering - siamo convinti che fosse necessario fare chiarezza in questo settore, stabilendo le competenze del medico e dell’estetista per tutelare la serietà degli operatori estetici e la salute dei clienti. Troppe volte abbiamo assistito a venditori senza scrupoli che proponevano tecnologie con la stessa potenza a medici e operatori estetici, causando problemi e facendo rischiare, in prima persona, le estetiste. Questo ora non può più succedere e, in questo, vi è un forte progresso rispetto al passato. Da parte nostra ci rivolgiamo ad un settore, quello estetico, in forte evoluzione che ha sempre più bisogno di apparecchiature efficaci per rispondere alle esigenze di clienti esigenti. Crediamo sempre di più ad estetiste-imprenditrici che puntano sulla serietà e sulla qualità – prosegue Isabella Guillaume - dall’altro lato ci siamo rivolte al settore medicale proprio perché alcune nostre apparecchiature necessitano di conoscenze medico-scientifiche e dobbiamo dire che questa nostra scelta ci sta premiando attirando l’attenzione di medici dermatologi ed estetici.” MECHINNO Sintesi di ‘Mechanical Innovation’, Mechinno opera dal 2006 nell’ambito delle soluzioni aziendali e nasce in particolare per offrire alle aziende un supporto alla progettazione nello sviluppo di nuovi prodotti. Conscia dell’odierna esigenza delle aziende di essere sempre più competitive sul mercato con prodotti che offrano performance maggiori e tecnologicamente più avanzate, Me- FARE 37 STUDENTI DI TUTTA ITALIA ALLA “SUMMER SCHOOL FISICA IN MOTO” DI DUCATI Grande successo per la Summer School Fisica in Moto 2011, che ha aperto le porte del dinamico e interattivo laboratorio di Fisica in Moto della Ducati a futuri talenti nel campo della ricerca scientifica e dell’ingegneria. Questa vera e propria “maratona della fisica” si è svolta in collaborazione con il Piano Nazionale Lauree Scientifiche, che coinvolge 3000 scuole e 41 Atenei, e ha raccolto intorno a sé studenti giunti da tutta Italia, docenti e ricercatori di diverse università italiane e straniere, oltre a personaggi di rilievo della Ducati. Alla Summer School hanno potuto partecipare solamente 25 ragazzi, selezionati tra oltre 170 candidati. Gli studenti, molti dei quali reduci dall’esame di maturità, si sono dimostrati pieni di entusiasmo e desiderosi di mettersi alla prova in questo laboratorio altamente specializzato, dove hanno potuto assistere a seminari e lezioni e svolgere attività sperimentali di ricerca. Tra i tanti nomi il prof. Hans Fuchs dell’Università di Zurigo, luminare della didattica della fisica, che ha svolto una lezione sulla dinamica alla base della fisica del moto, e i prof. Giovanni Mattei dell’Università di Padova e Tommaso Ruggeri dell’Università di Bologna che hanno tenuto seminari di orientamento rispettivamente alla fisica su nanoparticelle e materiali nano strutturati e alla matematica sui modelli della matematica applicata. All’interno della Summer School Luigi Mitolo, ingegnere di Ducati Corse, ha approfondito la dinamica dei veicoli e attraverso esempi pratici ha mostrato l’importanza della fisica per una guida consapevole e sicura del proprio mezzo a due ruote, che si tratti di scooter o di motocicletta. Con grande enfasi sono stati accolti Filippo Preziosi, direttore generale e direttore tecnico di Ducati Corse, che ha condiviso la sua grande esperienza nella ricerca e nello sviluppo di moto competitive come quelle che gareggiano nel Campionato MotoGP, e Claudio Domenicali, direttore generale di Ducati Motor Holding, che ha spiegato l’importanza che rivestono per l’industria, con particolare riferimento a Ducati, i contributi provenienti dalle scienze pure come la matematica e la fisica. Insieme alla teoria, gli studenti hanno potuto prendere parte anche ad attività pratiche sulle basi fisiche, la progettazione e le sfide energetiche dei motori motociclistici, con esercitazione di smontaggio del motore grazie alla disponibilità delle officine di Ducati Service. Divisi in team e guidati da un tutor, gli studenti hanno svolto anche un lavoro sperimentale per scovare i “segreti” della fisica alla base delle postazioni del Laboratorio “Fisica in Moto”. Questo lavoro in team è stato svolto con grande curiosità e determinazione, diventando un gioco di squadra e una vera e propria simulazione di quello che gli ingegneri Ducati fanno quotidianamente. I progetti sono stati valutati da una giuria di docenti specializzati e il giudizio finale ha premiato con il trofeo Fisica in Moto 2011 il miglior team di ricerca. La giuria, vista la qualità dei lavori, ha voluto premiare eccezionalmente anche un secondo team. © RIPRODUZIONE RISERVATA chinno trova il suo punto di forza nella flessibilità e adattabilità ai repentini cambiamenti della domanda, fornendo ai propri clienti risposte di ingegneria rapide, precise e concrete. Grazie a un team di oltre 30 giovani ingegneri e specialisti nella 38 FARE progettazione meccanica ed elettrica, con un’esperienza consolidata nei settori automotive, machinery e industrial design, Mechinno punta allo sviluppo di idee innovative attraverso altissimi standard di qualità. Oltre alle competenze di ingegneriz- zazione e prototipazione, Mechinno possiede una conoscenza specialistica anche nel campo del PLM (Product Lifecycle Management). Dal 2008 il fatturato dell’azienda è cresciuto con una media del 45% annuo, e anche per il 2011 è prevista una crescita Fabio Di Martino, amministratore unico di Mechinno analoga se non superiore. L’azienda, con sede a Calderara di Reno, è entrata recentemente a far parte di Unindustria Bologna e vanta numerose collaborazioni con le più prestigiose case automobilistiche emiliane, ma è presente anche sul territorio del Triveneto ed è in continua espansione. Il team, infatti, lavora anche presso le aziende clienti per creare la giusta sinergia che porta a un indissolubile e produttivo legame. Muammar Gheddafi. Le immagini della Fiat 500 elettrica di Gheddafi spinta faticosamente da due uomini sullo sterrato di Bab Al-Azizija, il bunker di Gheddafi, hanno subito fatto il giro del web sui siti nazionali ed esteri. Si tratta di un pezzo unico realizzato nel 2009 dalla Carrozzeria Castagna di Milano, nome tra i più prestigiosi della carrozzeria italiana, ed elettrificata dall’imolese MicroVett, leader nella trasformazione di veicoli endotermici in veicoli a trazione elettrica o bimodale. La vettura è il riadattamento dalla Fiat 500 Capri, un modello derivato dalla Fiat 500 Cabrio. Senza porte, ma rifinita con legni e pelli a volontà e dotata di tutti i dispositivi che si possono desiderare, il modello ha ruote in lega di 17 pollici, gli interni color panna con finiture verdi e la carrozzeria verniciata di verde e oro. Per la casa imolese e non solo, sarebbe un grande rammarico se un pezzo unico come questo andasse perduto. La plare. Tornando in ambito europeo, anche quest’anno Micro-Vett ha preso parte alla Settimana Europea della Mobilità Sostenibile “In città senza la mia auto”, l’appuntamento internazionale che ha l’obiettivo di incoraggiare i cittadini all’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata per gli spostamenti quotidiani: a piedi, in bicicletta, o con mezzi pubblici. Il tema scelto dall’Unione Europea per il 2011 ha posto l’attenzione sulla mobilità alternativa sostenendo il passaggio verso un sistema di trasporto alimentato con combustibili sostenibili e verso modalità di trasporto non motorizzato. Tra le diverse iniziative, Micro-Vett ha preso parte all’Environmental festival Rohevik di Tallinn in Estonia, un festival per guardare ad un futuro ecosostenibile organizzato dal Consiglio Nordico dei ministri, Ambasciata Finlandese a Tallinn, il Ministero dell’Ambiente Estone e altri enti lo- MICRO-VETT La Fiat 500 elettrica by MicroVett è divenuta trofeo di guerra degli insorti libici. Accade spesso che durante le rivoluzioni gli oggetti in possesso dei dittatori diventino trofei di guerra e, come era già successo per le auto di Mubarak in Egitto, i ribelli libici si sono impossessati anche della particolarissima Fiat 500 elettrica di Il Fiorino elettrico di Micro-Vett che ha partecipato alla Settimana europea della Mobilità sostenibile stessa Micro-Vett si è resa disponibile nei confronti del nuovo governo libico a contribuire per riportare in vita il cuore elettrico dell’esclusivo esem- cali e università. L’obiettivo degli organizzatori era porre l’attenzione sulle abitudini di vita e sui bisogni della popolazione ed in particolare sulla FARE 39 mobilità ecosostenibile. Durante il festival sono state organizzate delle conferenze internazionali mentre il pubblico ha avuto la possibilità di testare i veicoli elettrici. Per l’occasione Tallinn si è trasformata nella più ampia vetrina mai realizzata in Estonia, presentando anche Go Green Holding con la Cinquecento Cabriolet e Fiorino elettrico, entrambi realizzati da Micro-Vett. Anche Bologna, città sempre più “green”, ha partecipato alla Settimana Europea della Mobilità Sostenibile con numerose iniziative, eventi e attività fra cultura, shopping, musica, sport e sostenibilità ambientale. Micro-Vett non poteva mancare e per l’occasione ha esposto la cinquecento elettrica versione cabriolet in Piazza del Nettuno. L’azienda imolese ha contribuito anche al convegno “Qualità della vita e mobilità sostenibile: come l’innovazione tecnologica può avvicinarci a traguardi insperati” tenutosi alla Camera dei Deputati per discutere assieme a politici, aziende leader e giornalisti del settore dei risultati raggiunti e dei possibili sviluppi futuri. conoscenza delle consistenze, pianificazione delle attività, monitoraggio e controllo. Tutto ciò è possibile attraverso l’utilizzo di Manpro.Net, un sistema totalmente web based che integra l’intera filiera del global service da un punto di vista dei soggetti coinvolti (cliente, affidatario, fornitore) e dal punto di vista del ciclo manutentivo (PDI, anagrafica NATISOFT Nuovi clienti e importanti opportunità per Natisoft, l’azienda nata nel 2005 sulla scorta di lunghi anni di esperienza maturata dai soci fondatori sul fronte dei sistemi informativi complessi a supporto del facility e property management. Oggi Natisoft è un punto di riferimento per la gestione informatizzata dei patrimoni immobiliari e del tessuto urbano, grazie alla sua core competence che ruota intorno al governo dei servizi: 40 FARE Andrea Mongelli, presidente di Natisoft (in basso) ed Alessandro Calvo, amministratore delegato (in alto) immobiliare, gestione, contabilità). Altrettanto strategiche per Natisoft sono le aree legate alle nuove tecnologie, che comprendono le attività di rilievo e censimento mediante strumenti di mobilità ma anche quelle tipiche del Project Management mediante l’utilizzo di soluzioni informatiche di monitoraggio e controllo sui processi. Grazie alla propria professionalità e competenza, Natisoft ha conquistato nuovi clienti quali l’Università di Milano e la Provincia di Pesaro Urbino. Infatti Cpl di Concordia ha assegnato all’azienda bolognese l’aggiornamento del censimento impiantistico della Provincia di Pesaro Urbino, circa 225 mila mq di patrimonio, i cui dati, provenienti dal vecchio censimento, sono stati normalizzati e trasferiti su Manpro.rilev per le conseguenti attività sul campo. Per conto di Siram, Natisoft ha inoltre acquisito il rilievo e l’aggiornamento del censimento architettonico e impiantistico dell’Università di Milano, che conta oltre 450 mila mq. L’intervento prevede l’analisi e il recupero dei dati da sistema informativo terzo, e l’utilizzo sul campo del modulo Manpro.rilev che consente di acquisire dati di conoscenza di una qualsiasi consistenza patrimoniale in tempi ridotti rispetto alle metodologie tradizionali. Infine Natisoft ha sottoscritto un accordo quadro con primarie società di consulenza con l’obiettivo di sviluppare soluzioni gestionali nell’ambito del risk & event management sperimentandole in due contesti pilota. Per Natisoft l’obiettivo è contribuire al tema del sistema edificio, arricchendolo con il censimento funzionale/organizzativo rivolto allo studio delle interrelazio- FESTEGGIATI DA IMA CINQUANT’ANNI DI CRESCITA Una celebrazione in grande stile vvv ricordare 50 anni di vita aziendale, di lavoro e di successi che dalla fondazione in un garage di 20 metri quadri, ha portato Ima a diL’intervento di Alberto Vacchi, Presidente e AD della società, ha aperto le celebraventare oggi azienda leader a livello mondiale nel proprio zioni del cinquantenario settore, con circa 3400 dipendenti, di cui 1600 all’estero. “Non posso negare una forte emozione pensando ai 50 anni di Ima e alla difficoltà di sintetizzare in poche parole tanta storia industriale che coincide con il periodo di maggiore accelerazione della crescita del nostro mondo produttivo” ha dichiarato Alberto Vacchi, presidente e amministratore delegato di Ima. “Oggi che crescere è cosa più complessa, vorrei che questa fosse una delle occasioni positive per iniettare ottimismo nella nostra economia che deve tornare appunto a crescere per garantire continuità a un modello industriale di successo che vede Ima tra le tante eccellenze della nostra regione”. La celebrazione si è aperta con l'inaugurazione della nuova facciata della sede storica dell'Ima di Ozzano, dove il presidente onorario Marco Vacchi ha reso omaggio alle prime matricole dell'azienda, consegnando attestati a riconoscimento del loro importante contributo al percorso di crescita di Ima. L'evento è proseguito con un tour dello stabilimento dove vengono progettate e prodotte le macchine per il confezionamento di tè e per il processo di prodotti farmaceutici, per poi trasferirsi a Palazzo Albergati a Zola Predosa, dove una esclusiva serata di gala ha intrattenuto oltre 2000 invitati tra dipendenti, collaboratori e amici. Tra questi, anche molti nomi noti come Romano Prodi, il presidente della Camera di Commercio Bruno Filetti, il prefetto Angelo Tranfaglia, il questore Vincenzo Stingone, il presidente della Fondazione Carisbo Fabio Roversi Monaco, il rettore Ivano Dionigi. A coronare la festa, oltre a musica e balli, lo show Le massime autorità civili e religiose all’ingresso della facciadi Maurizio Crozza che ha regalato al pubblico ta restaurata della sede Ima di Ozzano. Con Alberto Vacchi alcuni dei suoi sketch più esilaranti. sono, tra gli altri, il Sindaco di Ozzano Loretta Masotti, il La scenografica facciata di Palazzo Albergati illuminata per la festa dei cinquant’anni di Ima ni tra ambiente e le persone che lo vivono; allo stesso tempo, ai nuovi partner viene data la possibilità di avvicinarsi al mondo della gestione dei patrimoni immobiliari. NOEMALIFE Nella sanità pubblica e privata, un sistema informatico efficiente è essenziale per innovare processi e servizi, per razionalizzare e ottimizzare © RIPRODUZIONE RISERVATA le procedure gestionali e amministrative e migliorare la qualità dell’assistenza, mettendo il paziente al centro dell’organizzazione. Anche per questo NoemaLife ha scelto le soluzioni EMC e VMware fornite da Dedanext, società bolognese leader nella progettazione di architetture tecnologiche complesse. Dedanext, frutto della fusione di Dexer e Infolab, due storiche società dell’ICT emiliana, ha avuto ruolo determinante nel percorso verso la nuova infrastruttura infor- Prefetto Angelo Tranfaglia, l’Arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra, il Presidente della Regione Vasco Errani, l’Assessore alle attività produttive della Provincia Graziano Prantoni matica di NoemaLife: tra i fornitori coinvolti, si è dimostrata quella che meglio ha interpretato le esigenze espresse dal cliente, proponendo una soluzione completa di storage e di backup adatta a supportare i carichi di lavoro attuali e che permettesse ampi spazi di ampliamento per sostenere nuovi possibili progetti evolutivi. NoemaLife, fondata nel 1996, è un gruppo che opera nel settore dell’informatica al servizio delle organizzazioni sanitarie per la progettazione, FARE 41 AL VIA L’ITS PER L’ALTA SPECIALIZZAZIONE TECNICA Un nuovo corso e una nuova opportunità per entrare “specializzati” nel mondo del lavoro. Tra le novità del nuovo anno formativo, è stato attivato a Bologna il corso ITS “Tecnico Superiore per l’automazione e i sistemi meccatronici”. Giovani e adulti in possesso del diploma d’istruzione secondaria potranno iscriversi a seguito del superamento di una prova di selezione, e al termine del percorso formativo riceveranno il Diploma Statale di Tecnico Superiore riconosciuto a livello nazionale ed europeo. Il corso biennale si articola in quattro semestri di circa 1800/2000 ore, con attivazione di corsi preparatori per il livello B2 di inglese e il livello avanzato dell’ECDL. Inoltre offre tirocini obbligatori, anche all’estero, per almeno il 30% del monte orario complessivo, affida almeno il 50% delle docenze a professionisti provenienti dal mondo del lavoro ed è incentrato su una didattica laboratoriale con lezioni in alternanza aula/azienda e insegnamenti maturati direttamente in azienda tramite project work. Di fatto, con la creazione di 59 ITS (Istituti Tecnici Superiori), anche l’Italia si dota di un’offerta formativa post-secondaria caratterizzata da una forte integrazione fra istruzione, formazione e mondo del lavoro. Queste “nuove scuole di tecnologia” sono state istituite a livello nazionale per la realizzazione di percorsi biennali volti a formare tecnici superiori in grado di inserirsi nei settori strategici del sistema economico-produttivo, apportando competenze specialistiche e capacità di innovazione. In due anni gli ITS sforneranno tecnici altamente specializzati e qualificati, in grado di rispondere alle esigenze delle imprese, favorendo in questo modo un accesso al mondo del lavoro più immediato. Non si tratta dunque di un prolungamento della scuola superiore, ma di corsi di alta specializzazione tecnica realizzati “con e dentro” le imprese del territorio, rappresentando un’alternativa più pratica e professionalizzante alla laurea triennale . Gli ITS sono Fondazioni costituite da istituti tecnici e professionali, università, enti di formazione professionale accreditati dalla Regione, enti locali e imprese. I soci fondatori di ITS Bologna sono l’Istituto Aldini Valeriani-Sirani, l’Isitituto Tecnico Alberghetti di Imola, l’Università di Bologna, la Fondazione Aldini Valeriani, la Provincia di Bologna e un pool di grandi imprese dell’automazione costituito da G.D, IMA, Marchesini Group e Sacmi. Tutti sono chiamati a progettare i percorsi congiuntamente ed ognuno è impegnato a contribuire alla realizzazione del progetto formativo sulla base delle proprie competenze specifiche e delle esperienze maturate. © RIPRODUZIONE RISERVATA sviluppo e commercializzazione di software dedicati all’ottimizzazione dei processi clinici, contribuendo nel contempo a ridurre i costi, aumentare la qualità e favorire la fruibilità dei servizi da parte dei cittadini. Continua innovazione, massima attenzione al cliente, forti investimenti in ricerca e sviluppo, competenza e professionalità hanno permesso a NoemaLife di diventare leader nel 42 FARE mercato italiano e uno dei principali player europei dell’informatica clinica ospedaliera. Un traguardo testimoniato da oltre 1300 strutture sanitarie e più di 100 mila tra medici, infermieri e operatori sanitari che utilizzano ogni giorno le soluzioni software sviluppate dai professionisti di NoemaLife. Negli ultimi 5 anni il gruppo NoemaLife ha registrato un trend di crescita invidiabile, con ricavi passati da 16 a 43 milioni di Euro e una presenza consolidata in Italia, con 9 filiali oltre alla sede centrale a Bologna e all’estero con le sedi di Berlino, Londra e Buenos Aires. Altrettanto significativo è stato l’aumento del numero di dipendenti salito da 70 a oltre 400, tre quarti dei quali appartenenti alle aree di sviluppo software, consulenza e supporto ai clienti e, per questo, grandi utilizzatori delle risorse IT. Situazione che ha portato a riprogettare completamente il sistema esistente. “Per soddisfare le richieste dei nostri utenti – spiega Pietro Bandera, IT manager NoemaLife – abbiamo deciso di riprogettare la nostra architettura IT per erogare un servizio efficiente, flessibile, e con prestazioni ottimali. Ci siamo quindi focalizzati su tre principi base: virtualizzare la server farm rendendo più semplice ed efficace la gestione della capacità elaborativa; implementare una soluzione storage in grado di sostenere tipologie differenti di flusso dei dati, dai più critici ai file server; disegnare un sistema di backup più sicuro e veloce”. Tra i benefici più rilevanti, maggiori prestazioni e disponibilità dati, migliore gestione server e storage, gestione file a blocchi e file server sullo stesso sistema storage EMC Celerra, backup più veloci e ottimizzati; un LAVOROPIU’ DO BRASIL Settima economia mondiale, 190 milioni di abitanti, Pil cresciuto del 7,5% nel 2010. Il Brasile è attualmente tra i Paesi più promettenti dell’economia mondiale con un sistema industriale moderno con grandi opportunità di crescita nella meccanica, nell’automotive, nell’agroindustria, nella cantieristica navale, nelle costruzioni e nelle energie rinnovabili. Le esportazioni italiane in Brasile sono cresciute dopo la crisi internazionale, passando dal 2,9% nel 2009 al 4,3% durante lo scorso anno, per un valore complessivo di circa 4 miliardi di euro nel 2010. Da dicembre 2007 a settembre 2011 le società italiane e le filiali locali censite in Brasile sono passate da 250 a 585, di cui circa un terzo sono veri e propri impianti produttivi e circa 220 sono Avenida Paulista, San Paolo, Brasile - vista filiali commerciali. Più della metà si concentrano nella zona di San Paolo, il cuore economico dall’ufficio Lavoropiù del Paese. Le aziende italiane in Brasile non sono soltanto grandi realtà, ma si stanno affermando anche le piccole medie imprese. Dal punto di vista dei settori, l’Italia occupa una posizione di leadership nel comparto alimentare, in quello dei materiali da rivestimento, nel tessile e nella nautica. Ciò che dovrebbe spingere le aziende italiane a guardare al Brasile con vivo interesse è la spendibilità e il valore del Made in Italy: in nessun altra parte del mondo, infatti, è così apprezzato come in Brasile. A conferma delle enormi potenzialità di investimento per l’economia italiana in Brasile, il nostro Governo coordina una manifestazione promozionale del Made in Italy chiamata “Momento Italia-Brasile”, con la collaborazione di alcune Regioni italiane, fra cui l’Emilia Romagna. L’iniziativa è partita a ottobre 2011 prevedendo fino a giugno 2012 un fitto programma di eventi distribuiti in tutto il Brasile che spaziano dall’economia alla tecnologia, dalla cultura alla scienza, con l’obiettivo di rafforzare le partnership tra i due Paesi. E’ alla luce di queste considerazioni che Lavoropiù ha scelto di aprire una filiale in Brasile e, tra le varie città prese in considerazione, San Paolo è quella che offre maggiori opportunità di sviluppo economico. Lavoropiù si lancia quindi in una sfida nuova e stimolante, ricca di opportunità positive da sfruttare per potenziare la brand equity e per offrire anche all’estero i propri servizi legati alla ricerca, selezione, somministrazione e gestione del personale. Nell’ottica di poter offrire un supporto concreto alle numerose aziende italiane delocalizzate nel Paese sudamericano, Lavoropiù ha partecipato ad un convegno organizzato in Brasile da Unindustria e ICE sul tema “Missione Grandi Eventi Sportivi” per approfondire le possibilità di collaborazione ed investimenti offerte alle imprese italiane dai Campionati del Mondo di Calcio, che si svolgeranno in Brasile nel 2014, e dai Giochi Olimpici che saranno ospitati da Rio de Janeiro nel 2016. L’espansione oltre i confini nazionali di Lavoropiù riserva certamente delle difficoltà, ma rappresenta soprattutto un’ottima occasione per accrescere il know how aziendale, sulla base di una professionalità e competenza già ampiamente sviluppate e affermate qui in Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA fattore di deduplicazione 23:1 equivalente al 95% di risparmio della capacità storage utilizzata, e la replica sincrona dei dati su EMC DataDomain remoto per sicurezza dati sono alcuni dei benefici più rilevanti ottenuti dal rinnovamento dell’architet- tura IT. Inoltre VMware ha permesso di ottenere notevoli vantaggi in termini di riduzione dei costi di manutenzione e energia, maggiore semplicità di gestione e soprattutto una più veloce risposta alle richieste provenienti dall’area sviluppo software, con un positivo riscontro sul livello di soddisfazione dei clienti. Contestualmente alla crescita dell’ambiente VMware, la riorganizzazione IT del gruppo NoemaLife ha interessato le aree storage e il processo di backup e di protezione dei dati, data la ne- FARE 43 MT MOTORI ELETTRICI: COME RADDOPPIARE IL FATTURATO NEGLI ANNI DELLA CRISI Nel momento più buio della crisi, tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, i numeri segnavano implacabilmente un meno 41%. Eppure, oggi quei giorni sembrano lontanissimi: giugno 2011 ha registrato un più 59% rispetto a dodici mesi prima e più 109% su due anni fa. In altre parole, in due anni il fatturato è più che raddoppiato. Parla da sola la storia più recente della MT Motori Elettrici di San Giovanni in Persiceto; e Virgilio Rende – che la fondò nel 1994, dopo 32 anni di lavoro dipendente, e ne è alla guida tuttora – mostra questi dati con legittimo orgoglio: “A metà di quest’anno i ricavi avevano già superato i 4,5 milioni” ribadisce soddisfatto “e dal dicembre dello scorso anno ad oggi abbiamo anche aumentato gli addetti di un buon 20 per cento”. La MT produce motori con potenze che vanno dai 60 fino ai 3700 Watt, destinati prevalentemente ai settori dell’impiantistica e del packaging. L’export dei motori elettrici copre il 65 % del fatturato MT Facendo del dinamismo e della flessibilità le sue principali linee guida, da sempre si è proposta nel settore con un proprio know-how, per fornire alle varie esigenze applicative delle soluzioni efficaci e tecnologicamente avanzate. Dispone di un'ampia gamma di motori con e senza freno, motorulli e può inoltre fornire in tempi brevi motori già assemblati a riduttori scelti secondo le specifiche tecniche del cliente. Sono i motori autofrenanti, in ogni caso, a fare la parte del leone: si deve a loro il 70 per cento del fatturato dell’azienda, mentre l’altro 30% viene da motori normali. “Quella dei motori elettrici la chiamano l’industria dei poveri” ci scherza su Rende “ma io fra i poveri mi ci trovo benissimo, sarà perchè sono figlio di contadini”. E intanto guarda compiaciuto a un portafoglio ordini che alla vigilia della pausa di agosto sfiorava i 2 milioni di euro. Ordini dall’estero, in prevalenza. “Il mercato italiano oggi è decisamente più statico” precisa ancora Virgilio Rende “rispetto ad un’Europa molto più dinamica. Colpa anche” aggiunge con pochi peli sulla lingua “di un mondo politico che non ha il coraggio di fare delle scelte. Un esempio? Se un lavoratore mi costa tremila euro, vorrei che glie ne arrivassero in tasca duemila. Finchè ne prende solo mille, gli altri duemila non creano indotto”. Ed infatti il fatturato di MT oggi viene per un 65% dall’export, mentre l’incidenza del mercato interno si ferma al 45%. E’ la Germania lo sbocco più importante per i motori made in San Giovanni in Persiceto (“il nostro principale cliente” aggiunge Rende “è un costruttore tedesco di impianti di sollevamento”) ma hanno iniziato ad aprirsi anche mercati nuovi: la Francia, la Gran Bretagna, la Finlandia. E nuove prospettive si affacciano anche da Paesi come il Messico e gli stati dell’Africa centrale, che all’ultima rassegna di Tecnargilla hanno scoperto le applicazioni dei motori MT sugli impianti per la produzione della ceramica. Rende non ha dubbi, la ripresa a pieno ritmo di MT si fonda su tre pilastri: qualità, servizio, flessibilità. “Non possiamo pretendere di essere competitivi sui prezzi, quello è il mercato dei cinesi: con i nostri costi di produzione, la globalizzazione ci metterebbe subito fuori L’ampliamento di 3000 mq coperti dello stabilimercato. La nostra salvezza è la qualità. Noi abbiamo puntato su di essa e sul servizio al mento MT di San Giovanni in Persiceto cliente, ed i risultati ci hanno dato ragione. Anzi, quei clienti che si sono rivolti a noi perchè avevano bisogno di soluzioni personalizzate, adesso che ci hanno provato continuano a cercarci anche per i prodotti standard”. Un’eccellenza, quella della MT, che è italiana al cento per cento. “Le certificazioni del Tűv e della UL Csa attestano che il nostro prodotto è interamente di origine italiana.” sottolinea ancora Virgilio Rende “La struttura fusa la facciamo fare in Lombardia, la tornitura in Umbria ed a Ferrara, gli avvolgimenti vengono dal Veneto e dalla Puglia. Ed in questo modo ci sono non meno di duecento famiglie che vivono del nostro indotto”. (c.r.) © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 FARE DORIANO BOLLETTA NUOVO RESPONSABILE DELL’AREA CENTRO NORD DI POSTE ITALIANE Doriano Bolletta è il nuovo responsabile dell’Area Centro Nord di Poste Italiane. Laureato in Ingegneria, 55 anni, assume la direzione di Emilia Romagna e Marche dopo aver ricoperto diversi incarichi all’interno dell’azienda, gestendo le filiali delle Poste dei due capoluoghi regionali, Ancona e Bologna. “I nostri sportelli servono ogni giorno un bacino di popolazione residente in 587 Comuni – dice Doriano Bolletta - e con tutti i colleghi ci impegneremo per dare quotidianamente servizi all’altezza delle aspettative”. La sinergia con le amministrazioni locali e le imprese rappresenta per l’Area Centro Nord di Poste Italiane uno dei principali obiettivi nel contribuire allo sviluppo del “Sistema Paese”, grazie ad una rete articolata che garantisce un presidio costante nelle piccole come nelle grandi realtà urbane. “Fondamentale per noi - ha affermato Bolletta – è avere Doriano Bolletta costanti e collaborativi rapporti con i rappresentanti di enti, amministrazioni e aziende dell’Emilia Romagna e delle Marche per sviluppare e consolidare i legami, attraverso i quali fornire servizi integrati e prodotti alle piccole e medie imprese che formano la spina dorsale dell’economia di quest’area. Per questo, oltre alla rete dei commerciali dedicati, abbiamo allestito nelle principali città delle due regioni 26 uffici Poste Impresa riservati alle piccole e medie imprese e ai liberi professionisti che consentono di dare risposte e soluzioni adeguate alle specifiche esigenze degli operatori economici”. Nell’Area Centro Nord operano quotidianamente 1.453 uffici postali (993 Emilia Romagna e 460 Marche) dotati in totale di 6.129 postazioni informatizzate e collegate in rete; 565 sale per offrire informazioni riservate alla clientela e 572 sportelli automatici Postamat. molte crisi e due guerre mondiali, e che abbiamo già riassunto nel n° 12 di FARE. Cento anni e quattro generazioni dopo, sotto la guida di Andrea Gnudi e del figlio Riccardo, diretti discendenti di Ricciotti Paioli, la Paioli Components, ora a Sant’Agata Bolognese, è divenuta leader mondiale nella produzione di sospensioni anteriori: le sue forcelle sono infatti studiate per grandi prestazioni e corredano le moto delle case più prestigiose dal Road al Trial, al Cross Enduro, al Supermotard. La Paioli Components segue l’iter produttivo interamente nei propri stabilimenti, dove ogni parte meccanica viene progettata e collaudata: i tubi di forza, la cartuccia, lo stelo, il fodero, la molla, le lamelle, il gambaletto, le basi di sterzo, il trapezio e ogni altra componente che contribuisce a un prodotto © RIPRODUZIONE RISERVATA cessità di rinnovare la SAN esistente. “Abbiamo esaminato attentamente le migliori soluzioni presenti sul mercato, scegliendo infine EMC offerta da DedaNext, che abbiamo valutato la migliore rispetto alle esigenze da noi espresse” continua Bandera. “Con EMC DataDomain abbiamo ridotto sensibilmente lo spazio occupato dai dati di backup a vantaggio della velocità dei processi e dei costi relativi”. 46 FARE PAIOLI COMPONENTS E’ passato oltre un secolo da quando, nel 1911, Ricciotti Paioli fece la denuncia alla Camera di commercio per l’apertura di un negozio adibito alla vendita di molle per selle, parafanghi e altri accessori, con sede a Bologna in Via de’ Castagnoli vicino al Teatro Comunale. 100 anni di storia nei quali la Paioli ha superato La famiglia Gnudi al completo taglia la torta per i cento anni della Paioli Components, festeggiati con un raduno di moto d’epoca UNIPOL BANCA E TELEIMPIANTI: UN PALAZZO IN SICUREZZA Unipol Banca, ha scelto Teleimpianti per l’importante opera di ristrutturazione della sua nuova sede di Palazzo Fantuzzi, prestigioso stabile di Via Farini opera dell’architetto Muggia che lo concepì nel 1927. Affacciato sulla centralissima Piazza Cavour, l’edificio è composto di tre piani per complessivi 2650 metri quadrati, presenta quattro ali con un cortile interno e cinque campate di portico in corrispondenza di Piazza Cavour, dove si trova l’ingresso principale di accesso al piano terra e allo scalone monumentale. Nei nuovi locali, ottenuti grazie ad una ristrutturazione che ha saputo coniugare il patrimonio architettonico con le più moderne tecnologie, si trovano l’ampio salone della filiale bancaria ubicata al piano terra, dotata di uno storico caveau e integrata con una agenzia Assicoop, e, ai piani superiori, gli uffici direzionali di maggior pregio con volte affrescate e ampie finestre. Uno degli aspetti più importanti di tutta l’opera di ristrutturazione, durata complessivamente 15 mesi e che ha visto quotidianamente impiegate una media di 10 maestranze altamente qualificate, è stata l’attenzione alla sicurezza dell’edificio dal punto di vista impiantistico. Per questa attività Unipol Banca ha scelto l’azienda che rappresenta l’eccellenza nel settore: Teleimpianti SpA, azienda storica bolognese che opera a livello nazionale e Palazzo Fantuzzi in via Farini a Bologna, sede di Unipunto di riferimento per la progettazione, realizzazione e manutenzione di sofisticati pol Banca: l’impianto di sicurezza è stato ristrutturato impianti di safety e security. da Teleimpianti Stefano Sandri, responsabile commerciale di Teleimpianti, non nasconde la soddisfazione per quanto realizzato. “Essere stati scelti da Unipol Banca per la realizzazione degli impianti di safety e security di questo prestigioso palazzo è stato per noi motivo di grande orgoglio – dichiara Sandri – il progetto ha coniugato il livello più alto di protezione all’estetica dell’edificio, impiegando le più moderne tecnologie”. Nello specifico, Teleimpianti ha realizzato il sistema di sicurezza anti-furto ed anti-intrusione, l’impianto di videosorveglianza, il controllo degli accessi con tecnologia RFID, il sistema di rivelazione incendio e la diffusione sonora. Palazzo Fantuzzi è oggi un palazzo sicuro, sia per i beni custoditi all’interno sia per le persone che lo vivono quotidianamente. Tutti i sistemi di sicurezza sono interfacciati con la Control Room della sede centrale, integrati con i sistemi di supervisione e gestione della rete nazionale di Unipol Banca, consentendo al personale di sicurezza di vigilare e monitorare l’edificio 24 ore su 24. Teleimpianti SpA, grazie al proprio centro di assistenza tecnica, è strutturata per assicurare un preciso e puntuale servizio di manutenzione degli impianti realizzati, indispensabile per garantire nel tempo l’efficienza degli impianti ed il loro aggiornamento tecnologico. Per Unipol Banca, presente sul territorio nazionale con oltre 300 filiali, la sede di Via Farini a Bologna rappresenta un passaggio decisivo per riaffermare e rafforzare il legame con il territorio bolognese in tutte le sue espressioni: famiglie, piccole imprese, libera professione e associazioni di categoria. “La collaborazione con Teleimpianti - sostiene Alessandro Farina, responsabile funzione sicurezza di Unipol Banca - è stata importante per il raggiungimento degli obiettivi del progetto poiché ha consentito di realizzare impianti speciali all’altezza delle aspettative, in grado di coniugare l’efficacia con la collocazione in un contesto di assoluto pregio, il tutto rispettando i tempi previsti. La collaborazione si è peraltro rinnovata con la nuova filiale aperta in Via Rizzoli a Bologna e con un servizio di assistenza per la nuova sede e per le filiali collocate in alcune aree del territorio nazionale.” © RIPRODUZIONE RISERVATA di eccellenza. In occasione del primo centenario d’ininterrotta attività, l’azienda ha aperto i propri stabilimenti in un percorso di conoscenza di questa complessa realtà produttiva. L’evento, in collaborazione con un’altra associazione ormai secolare quale il Moto Club Bologna “A. e J. Ruggeri”, i cui componenti sono scesi a Sant’Agata a cavallo di due ruote d’epoca di grande effetto ed emozione, ha rappresentato un notevole traguardo per l’azienda stessa ma anche per tutto il settore motociclistico. PHILIPS SAECO Si fa sempre più numeroso l’esercito dei “Guerrieri della Salute”: 1.226 bambini e 89 classi si sono già prenotati per ricevere la visita dei “Messaggeri della Salute”, i dipendenti Phi- FARE 47 MAJANI, FARMAC ZABBAN, FABBRI ENTRANO NEL REGISTRO NAZIONALE DELLE IMPRESE STORICHE La Camera di commercio di Bologna ha ufficialmente consegnato a trenta imprese bolognesi ultracentenarie – fra cui le imprese industriali Majani 1796, Farmac Zabban e Fabbri 1905 – il diploma di iscrizione al Registro Nazionale delle Imprese Storiche. Il Registro, consultabile on line su www.unioncamere.gov.it, costituisce una mappatura a livello nazionale delle imprese ultracentenarie. E’ dunque uno strumento di conoscenza e promozione di realtà che fanno parte della storia economica del Paese e che nel tempo hanno trasmesso alle generazioni successive un patrimonio unico di esperienze e valori imprenditoriali. Il Registro, inoltre, è destinato ad accogliere in futuro tutte quelle aziende che, sulla base di una domanda di adesione alla Camera di commercio di Bologna, risulteranno avere le caratteristiche di impresa storica secondo i criteri individuati da Unioncamere. Majani 1796 aveva peraltro ricevuto già nei mesi scorsi una targa ricordo da Unioncamere nazionale, assegnata a 150 imprese storiche italiane, in occasione dei festeggiamenti per l’unità d’Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Presidente della Camera di Commercio consegna il diploma d’iscrizione al Registro nazionale delle imprese storiche a Nicola e Umberto Fabbri (a sinistra), Giangiacomo e Gino Zabban (al centro) ed Anna Majani (a destra) lips Saeco che insieme agli educatori della Fondazione Marino Golinelli insegnano agli studenti i principi di una vita più sana, a scuola e in famiglia. Il programma “Guerrieri della Salute”, declinazione italiana del progetto internazionale “SimplyHealty@School”, patrocinato da Philips, intende promuovere nelle scuole primarie stili di vita salutari e comportamenti ecosostenibili. Dopo il grande successo dell’esperienza pilota – svoltasi lo scorso anno scolastico in provincia di Monza – il progetto è arrivato nelle scuole primarie del territorio bolognese, a Gaggio Montano (sede di Philips Saeco) e nelle aree limitrofe nelle province di 48 FARE Modena e Pistoia, con il patrocinio del Comune di Gaggio Montano, del Comune di Castiglione dei Pepoli e della Provincia di Modena. “Il programma ‘Guerrieri della Salute’ offre un contributo prezioso al benessere di tutta la nostra comunità, puntando sull’educazione delle nuove generazioni” commenta Elena Malaguti, assessore a Istruzione, Politiche Giovanili e Cultura della Provincia di Modena. “Integrandosi perfettamente con i programmi ministeriali, questo progetto insegna ai bambini che ognuno di noi può dare un contributo essenziale alla salvaguardia dei delicati meccanismi che regolano la vita sul pianeta. Consa- pevolezza che deve essere trasmessa anche ai più piccoli, affinché diventi parte integrante della loro quotidianità”. Il progetto prevede l’attivazione di laboratori interattivi e multimediali, in cui la teoria si fonde in modo divertente con la pratica, per facilitare l’apprendimento di semplici regole per condurre una vita più sana e rispettosa del mondo che ci circonda. Operatori e Messaggeri della Salute conducono i laboratori nelle scuole, declinando il macro tema della salute all’interno di 5 aree tematiche: aria, acqua, luce, movimento, sonno, con accenni all’igiene orale, fornendo informazioni curiose e sorprendenti e consigli utili per rispettarli e trarre da essi il massimo beneficio per sé, per l’ambiente e per l’intera comunità. Il progetto prevede anche un concorso finale: durante l’anno scolastico le classi prepareranno gli elaborati che una Commissione apposita valuterà per selezionare tre classi vincitrici che si aggiudicheranno come premio “SchoolVision”, un innovativo sistema di illuminazione dinamico appositamente studiato da Philips per migliorare il benessere e le perfomance degli studenti. “Questa iniziativa ci entusiasma perché è un progetto utile e originale, che si rivolge ai nostri concittadini più giovani, il futuro del nostro paese – spiega Maria Elisabetta Tanari, sindaco di Gaggio Montano. “‘Guerrieri della Salute’ è il riflesso dell’operosità del nostro territorio, dove ha sede Philips Saeco, tra le realtà più significative del nostro tessuto economico, che con grande responsabilità e lungimiranza si è fatta promotrice di un’iniziativa di grande valore per l’educazione delle nuove generazioni”. “I ‘Messaggeri della Salute’ sono l’esempio più concreto della responsabilità con cui dipendenti Philips Saeco tutti i giorni lavorano per sviluppare e creare soluzioni innovative e funzionali, capaci di soddisfare le esigenze dell’utente finale e, allo stesso tempo, attente al rispetto dell’ambiente” dichiara Giuseppe Cela, Senior Director Human Resources Coffee, la divisione Philips dedicata al business macchine da caffè. “Si tratta di una responsabilità fatta di conoscenze e di dedizione all’azienda e ai suoi principi, che non rimane isolata nei nostri stabilimenti, ma che volontariamente i nostri collaboratori decidono di trasmettere anche all’esterno. Riteniamo che non ci possa essere vera innovazione senza la consapevolezza del contributo che ciascuno di noi, con semplici gesti quotidiani, può dare alla salvaguardia del pianeta”. I “Guerrieri della Salute” di Philips Saeco e Fondazione Marino Golinelli promuovono nelle scuole primarie stili di vita salutari e comportamenti ecosostenibili 50 FARE Secondo Alessandro Guidotti, assessore alle Attività produttive e alle energie alternative del Comune di Gaggio Montano. “il rispetto per se stessi e per l’ambiente passa attraverso la conoscenza dei meccanismi che regolano il nostro organismo e quello del pianeta Terra, equilibri che devono necessariamente integrarsi gli uni con gli altri per non entrare in pericoloso conflitto. Solo conoscendo la loro intrinseca complessità, il loro inestimabile valore e le loro funzioni vitali, i bambini possono capire perché è importante adottare certi comportamenti piuttosto che altri, diventando protagonisti attivi di un cambiamento per cui ognuno di noi gioca un ruolo fondamentale”. POLLUTION “Premiati i ragazzi capaci di inventarsi un mestiere”: così ha titolato il Resto del Carlino commentando l’assegnazione dei Riconoscimenti 2011 della Camera di Commercio di Bologna, in occasione del Secondo Forum dedicato alla “Generazione M”, la generazione digitale degli imprenditori del nuovo millennio. Il bando intendeva scovare i migliori talenti in due sezioni diverse: la prima su creatività-nuovi mestieri e la seconda riguardante la green economy. Tra i premiati Matteo Monticelli, AD di Pollution Srl, azienda di Budrio che realizza strumentazione e sistemi per l’analisi chimica on-site di composti volatili, e opera nella protezione da rischio chimico nel settore ambientale e della sanità. L’idea vincente di Matteo Monticelli? Il ‘Bath-Bed’. “Nella nostra attività abbiamo una consolidata esperienza con ospedali e strutture socio-assistenziali.” spiega l’AD di Pollution “Frequentando i luoghi di cura ci siamo resi conto che lavare i pazienti costretti a letto costituiva un grosso problema. Bisogna trasportarli nei bagni appositamente attrezzati, ma se paziente da un lato e dall’altro per sistemare il telo e ricreare il recipiente di raccolta dell’acqua sul letto stesso. Esiste anche un accessorio gonfiabile per la realizzazione di un bidet. Poi, con il supporto della macchina, si riesce a lavare completamente il malato e ad asciugarlo, con evidenti vantaggi in termini di sicurezza degli operatori e del paziente, comfort, velocità e qualità della pulizia.” PULSAR A Pollution il Riconoscimento 2011 della Camera di Commercio di Bologna, dedicato ai nuovi talenti e alla creatività la loro invalidità è molto grave, come succede con ustionati e allettati difficili da muovere, finisce che il paziente viene lavato solo parzialmente. Il che crea a lui gravi problemi sanitari, pensiamo al pericolo delle infezioni, e di benessere personale”. “Allora” precisa Monticelli “ci siamo inventati il “Bath-Bed”: un’apparecchiatura che, come suggerisce il nome, arriva fino al letto del malato e ne consente il lavaggio, mediante accessori che forniscono l’acqua pulita e recuperano l’acqua sporca. La vasca, per così dire, è realizzata con un telo impermeabile fissato alle pareti del letto. Basta ruotare lievemente il 52 FARE Sono 11 i premiati della sesta edizione di Tecnologia & Passione Premio per l’innovazione: imprenditori, professionisti e collaboratori che si sono distinti, ognuno nel proprio campo professionale e lavorativo, per spirito d’innovazione e per gli importanti risultati raggiunti. Con questo progetto, nato nel 2006 con il primo contributo dell’azienda bolognese Pulsar, si vuole premiare quelle persone che grazie alle loro competenze, alla loro dedizione al lavoro, ma soprattutto alla loro passione, hanno saputo trovare soluzioni tecnologiche innovative, importanti per l’azienda promotrice dell’evento, diversa ogni anno, ma anche per l’industria in genere. L’iniziativa si muove principal- Massimo Franzaroli, titolare della Pulsar e Presidente del Club Tecnologia e Passione mente, anche se non esclusivamente, nel settore cartario e del tecnologico cartario ed è sempre cresciuta sino a diventare un tradizionale e atteso evento. Di anno in anno, l’azienda sponsor ha il difficile compito di individuare i candidati “eccellenti” e di proporre candidature di figure professionali che rispondano ed abbiano i requisiti richiesti nelle precise linee guida. Un premio dunque alla persona, ai risultati professionali raggiunti in campo tecnologico grazie e soprattutto alla passione profusa nella propria attività. Un modo diverso anche per l’azienda promotrice di ringraziare pubblicamente e di riconoscere il merito a coloro che sono riusciti a ritagliarsi un ruolo importante e far raggiungere risultati di rilievo all’azienda stessa. Attraverso l’evento, con il premio l’azienda protagonista dell’anno ha modo di mettersi in evidenza mostrandosi anche nella sua attività proattiva, potendo mostrare, prima di altre, l’attenzione reale che riserva alle risorse umane, sia interne sia di rapporto. Questo “pool di eccellenze”, oltre a ricevere un prestigioso premio, entrano di diritto, in qualità di soci meritevoli, nel Club Tecnologia e Passione, nato con lo scopo di riunire e valorizzare le eccellenze italiane e internazionali in campo tecnologico. Il Club nasce a Lucca nel 2009, sulla scia del Premio per l’Innovazione, con lo scopo di riunire tutti i premiati delle varie edizioni, nonché le aziende promotrici dell’evento. I soci meritevoli hanno raggiunto oggi quota 85, quindici dei quali stranieri, e si affiancano alle sei aziende socie, promotrici ad oggi dell’evento. Il Club è una realtà giovane ma che ha già realizzato interessanti e importanti iniziative: fra le sue finalità, oltre quella di aggregazione e quella di favorire le relazioni fra i soci, quella di organizzare iniziative sempre orientate alla ricerca, alla valorizzazione o al sostegno delle eccellenze, anche attraverso partnership con le Università con l’istituzione e il finanziamento di Premi di Studio in Facoltà Tecnico-Ingegneristiche. A fare gli onori di casa nell’edizione 2011, sponsorizzata da Henkel, il Presidente del Club Tecnologia e Passione Massimo Franzaroli, titolare della Pulsar di Castelmaggiore, che al termine della cerimonia ha dato il benvenuto ai nuovi soci nel Club. Franzaroli ha lasciato la conduzione della cerimonia a Patrick Kivits e Mauro Pirovano di Henkel, i quali hanno consegnato i premi agli undici designati: opere indite appositamente realizzate dal maestro Luca Alinari, pittore e scenografo fiorentino di rilievo internazionale. L’evento, di respiro internazionale, è stato seguito anche quest’anno in diretta streaming, registrando un notevole numero di accessi da parte, soprattutto, dei numerosissimi clienti esteri dell’azienda promotrice e dei tanti soci stranieri del Club Tecnologia & Passione. RELAIS BELLARIA HOTEL & CONGRESSI Il Relais Bellaria Hotel & Congressi, originale e recente struttura 4 stelle, è immerso nel verde delle colline bolognesi a soli 3 Km dal centro della Un’immagine notturna del patio del Relais Bellaria Hotel & Congressi città. E’ il luogo ideale per l’organizzazione di congressi/meeting/eventi sfruttando l’incantevole giardino che circonda la struttura, il moderno centro congressi con capienza fino a 300 persone e le altre due luminosissime sale meeting tutte con luce naturale ed affacci sul verde e confinanti con una incantevole terrazza dove poter organizzare rilassanti aperitivi o coffee break. All’interno dei giardini del Relais Bellaria, il Ristorante “Del Parco” è in grado di allietare i propri ospiti sia interni che esterni alla struttura con una cucina mediterranea e bolognese di alta qualità e dal servizio accurato. Nel periodo estivo è possibile cenare o pranzare nella terrazza esterna gustando anche le proposte menù di carne e pesce alla griglia. Il Relais Bellaria Hotel & Congressi è una location indicata per l’organizzazione di eventi, matrimoni, serate di gala ed ogni altra occasione importante che si vuole organizzare in un contesto rilassante, elegante ed immerso nella natura. SAYERLACK Grande successo per “Fabbriche Aperte” Sayerlack! Il 23 ottobre si è svolto l’evento “Fabbriche Aperte” con la partecipazione di oltre 400 persone, delle più diverse estrazioni: autorità e istituzioni locali, professori e studenti dell’Università di Bologna e dell’Istituto superiore Aldini Valeriani, cittadini pianoresi interessati alla visita di una grande azienda, dipendenti e loro familiari. Tutti gli ospiti hanno potuto visitare lo stabilimento produttivo e gestionale di Pianoro, partecipando alle visite guidate organizzate dai dipendenti Sayerlack alla scoperta del mondo delle vernici per legno. Le diverse tappe hanno toccato i punti di maggior interesse dell’azienda: il reparto resine, il laboratorio di ricerca e sviluppo, i reparti dedicati alla produzione dei catalizzatori, dei prodotti poliuretanici e dei prodotti all’acqua, il confezionamento e il magazzino dei prodotti finiti. Durante la visita è stato presentato anche l’ultimo investimento realizzato FARE 53 dall’azienda: il postcombustore, che assicura un abbattimento considerevole delle emissioni di solventi in atmosfera, assicurando il rispetto delle normative in materia. Al termine della visita gli ospiti sono stati ricevuti da Alessandro Pirotta, direttore generale di Sayerlack, da Gabriele Minghetti, sindaco di Pianoro, da Matteo Aglio, direttore di Avisa - Federchimica e da tutta la dirigenza Sayerlack, per continuare la giornata di festa sulle note della musica suonata da ensemble musicali composti da dipendenti ed ex dipendenti Sayerlack e da cittadini di Pianoro. attività culturali realizzate in collaborazione con le istituzioni locali e in particolare con il Comune di Pianoro, sensibile interlocutore nei progetti di salvaguardia dell’ambiente e della salute della popolazione, che con Sayerlack ha stretto un rapporto d’apertura e collaborazione fin dalla sua fondazione. Dal 1999, infatti, il Sistema di Gestione Ambientale di Sayerlack è conforme alla normativa Uni EN Iso 14001:2004: ciò significa contribuire attivamente alla protezione dell’ambiente, prevenendo e mitigando gli impatti delle attività aziendali sul suolo, sulle acque e in atmosfera. Nel Oltre 400 persone hanno visitato la Sayerlack nella giornata di “Fabbriche aperte” promossa da Federchimica Fabbriche Aperte, manifestazione che Federchimica promuove sin dal 1987, rappresenta un momento importante per mostrare all’esterno che cosa sia la chimica, sottolineandone l’utilità. E’ un’occasione per rendere visibili gli investimenti continui per la difesa della salute, la salvaguardia della sicurezza e la tutela dell’ambiente. Inoltre l’evento organizzato da Sayerlack ha rappresentato un’opportunità per consolidare il legame di fiducia e trasparenza instaurato con le comunità del territorio, e per presentare le iniziative per la promozione delle 54 FARE 2002 Sayerlack ha ottenuto per i suoi prodotti all’acqua la certificazione Ecolabel, il marchio europeo di qualità ecologica, mentre da un anno circa presso lo stabilimento di Pianoro è attivo un impianto postcombustore rigenerativo che, utilizzando un processo di ossidazione termica, abbatte i composti organici volatili, gli idrocarburi e gli odori, trasformandoli in inerti, anidride carbonica e acqua. Con “Fabbriche Aperte” Sayerlack ha dato la possibilità di constatare direttamente la serietà e l’affidabilità con le quali opera, sfatando i fuorvianti luoghi comuni che spesso, nell’im- maginario collettivo, accompagnano la percezione delle aziende chimiche. SYSDATA ITALIA Si chiama “Portale Opere Pubbliche” la nuova soluzione progettata per il Comune di Spoleto da Sysdata Italia, la società bolognese specializzata da oltre 30 anni nella fornitura di soluzioni e servizi IT. Il portale, accessibile direttamente dal sito del Comune (www.comune.spoleto.pg.it) ha l’obiettivo di fornire una comunicazione trasparente ai cittadini sugli investimenti e le opere pubbliche in corso. Il “Portale Opere Pubbliche” illustra ogni progetto in modo preciso e puntuale, dallo stato di avanzamento ai diversi dettagli come l’importo dell’appalto, le informazioni sulla ditta appaltatrice e dei responsabili dei lavori, l’ubicazione dei cantieri sul territorio comunale, e molto altro. Le informazioni vengono caricate direttamente dai dipendenti del Comune grazie a un applicativo gestibile in modo dinamico: tramite un pannello interattivo gli stessi dipendenti possono infatti seguire i progetti, assegnare le commissioni alle società che collaborano con il Comune e coordinare i lavori. Infine, attraverso un apposito modulo, ogni cittadino può inoltrare richieste o proporre verifiche, mettendosi così in diretta relazione con il Comune. “Inauguriamo un nuovo modo di pensare il rapporto tra amministrazione pubblica e cittadino” ha dichiarato il sindaco di Spoleto, Daniele Benedetti. “Abbiamo voluto metterci alla prova permettendo a tutti di conoscere in tempo reale lo stato di avanzamento degli interventi che il Comune effettua durante l’anno su tutto il territorio. Con il Portale delle Opere Pubbliche al cittadino viene fornito non solo un quadro generale preciso e puntuale rispetto agli interventi programmati dai nostri uffici tecnici, ma avrà anche la possibilità di registrarsi online, di comunicare con i vari responsabili di procedimento e di ricevere ulteriori informazioni tecniche”. Per Roberto Vecchione, fondatore e presidente di Sysdata Italia, “il Portale è una dimostrazione concreta recruiting, formazione e inserimento professionale per offrire ai giovani in cerca di lavoro un canale attraverso il quale candidarsi e, dopo una prima selezione e otto giorni di formazione gratuita con un docente in classe, avere la possibilità di entrare a far parte dell’azienda. Nata con l’obiettivo di promuovere l’innovazione e favorire - grazie al contributo di autorevoli esperti del settore – l’utilizzo delle nuove tecnologie, la Digital Academy si configura come un approccio innovativo per selezionare risorse professionali e favorirne la crescita attraverso la formazione. TECHNE GRAHAM PACKAGING COMPANY ITALIA Roberto Vecchione, fondatore e presidente di Sysdata Italia di come l’utilizzo delle tecnologie informatiche possa contribuire al processo di efficienza e trasparenza che le amministrazioni locali stanno perseguendo con grande attenzione e che trova nel Comune di Spoleto un esempio certamente avanzato”. Tra le ultime novità in casa Sysdata si segnala anche la Sysdata Digital Academy, un’iniziativa che parte da Facebook e dedicata esclusivamente a giovani programmatori, neolaureati o in attesa di prima occupazione. La Digital Academy, disponibile al link www.facebook.com/SysdataDigitalAcademy, si occupa in particolare di Si chiama UNIKA® la macchina realizzata da Techne Graham Packaging Company Italia: per l’appunto, l’unica soluzione integrata disponibile sul mercato per la produzione di contenitori in HDPE, idonea per soffiare, riempire e tappare bottiglie mono o multi-strato da 80 ml fino a 5 lt. Questo macchinario è la testimonianza della ripresa produttiva di una delle più note aziende produttrici di macchine automatiche della provincia: UNIKA® è infatti la prima macchina realizzata dopo l’acquisizione da parte dell’americana Graham Packaging Company di Techne, azienda bolognese reduce da un fermo produttivo di un anno. Per celebrare questo importante risultato, l’Onorevole Vittorio Prodi, europarlamentare e attuale membro sostituto della Delegazione per le relazioni con la Repubblica Popolare Cinese, si è recato in visita allo stabilimento di Castel Guelfo. Nella stessa giornata era presente anche una delegazione cinese del gruppo Huishan con sede a Shenyang, uno dei più grandi produttori di latte e derivati a livello mondiale. L’evento è stato dunque anche l’occasione per favorire proficui rapporti di collaborazione tra le due realtà industriali. Tra le peculiarità del nuovo macchinario, UNIKA® permette di eliminare tutto il sistema di trasporto e di stoccaggio delle bottiglie prima del Il parlamentare europeo Vittorio Prodi ed alcuni rappresentanti della delegazione cinese del gruppo Huishan durante la visita allo stabilimento Techne Graham Packaging Company Italia FARE 55 BONFIGLIOLI RIDUTTORI: + 13,3 PER CENTO NEL 2011 Il 2011 si sta chiudendo per la Bonfglioli Riduttori SpA con un fatturato atteso pari a 680 milioni di euro che rappresenta un risultato positivo rispetto al 2010 (+13,3%), grazie ad una serie di interventi sia di carattere organizzativo sia di gestione dei mercato. La crescita è stata caratterizzata da una sostanziale ridistribuzione del fatturato. Cala il mercato europeo (-12,6% dal 2008 al 2011) con un passaggio in valori assoluti da 458 milioni prodotti nel 2008 a 400,3 milioni nel 2011, causa la profonda crisi che sta attraversando il nostro continente. A questi valori però si contrappone una tendenza diametralmente opposta del resto del mondo: +18,9% per le Americhe, +94,6% della Cina, +37,2% per l’India. La crescita dei cosiddetti paesi “emergenti” si snoda a ritmi accelerati attraverso produzioni non più arretrate e con gradi di formazione tecnica di primissimo livello oltre una capacità di consumo interno sempre in ascesa. E la Bonfiglioli ha saputo interpretare questi cambiamenti inserendosi nei tessuti produttivi locali (con una strategia GLocal - Globale-Locale) e impegnandosi in una profonda acquisizione di fette di mercato sempre più significative nel campo delle Green Energy (fotovoltaico, con una business unit dedicata, che vede l’espansione della sua sfera di attività soprattutto in questi paesi, e la generazione eolica dove Bonfiglioli è il primo gruppo al mondo per la movimentazione delle pale e delle cabine delle turbine eoliche, anche di altissima potenza). Anche in settori più tradizionali Bonfiglioli ha saputo dare risposte a mercati difficili e competitivi, come le macchine movimento terra ed agricole: in quest’ultimo settore, in coprogettazione con Magneti Marelli, è stata presentata alla recente fiera Agritechnica di Hannover, riferimento mondiale per il settore agricolo, il primo esempio di trasmissione ibrida per una macchina operatrice. Ricerca, investimento in nuovi prodotti / soluzioni e strategie di produzioni innovative permettono alla Bonfiglioli di superare il difficile momento congiunturale. Gli investimenti sono stati pari a 22 milioni (di cui 10,5 in Italia) nel 2011 e sono previsti per il 2012 circa 30 milioni di investimenti globali (dei quali 13 in Italia). Questa crescita si accompagna ad un aumento dell’occupazione del gruppo, in tutto il mondo: 3278 persone delle quali 2049 in Europa (che rappresenta un valore assolutamente stabile): Per il resto del mondo si registrano invece aumenti pari a +45,9% in America, +89,2% in Cina, +33,4% in India. Importante è la determinazione con la quale viene rafforzata l’area R&D del Gruppo: il nuovo centro di ricerca a Rovereto - Bonfiglioli Mechatronics Research - è un esempio di perfetta integrazione in Italia fra territorio, università ed impresa. In questo insediamento verranno progettati nuovi prodotti nell’area dell’elettronica e della meccatronica con un forte legame con gli istituti tecnici, l’università di Trento ed il centro Bruno Kessler grazie a risorse specializzate e formate in loco. Contemporaneamente è previsto un rafforzamento dell’area di ricerca anche nelle sedi di Bologna, che si vuole confermare come vero e proprio centro di eccellenza per la ricerca meccanica. © RIPRODUZIONE RISERVATA processo di riempimento e di ridurre così il costo del contenitore e lo spazio necessario per l’impianto. Grazie alla sua flessibilità e modularità nel numero dei carri, è possibile ottenere capacità produttive fino a 10.000 bph nel caso ad esempio di bottiglie con capacità di 250 cc. L’assistenza remota on-line, con recupero dei dati di produzione ed il set-up automatico dei parametri garantisce l’efficienza della macchina, 56 FARE Sonia Bonfiglioli mentre la tecnologia di riempimento offre una precisione affidabile grazie alla tecnologia di net weight filling. Inoltre, rispetto a una tradizionale linea di imballaggio completa idraulica, UNIKA® ha un basso impatto ambientale, riduce il consumo di energia del 35% e richiede meno manodopera e minori interventi di pulizia e manutenzione (addirittura il 70% in meno), grazie alla standardizzazione dei componenti, all’assen- za di olio e alle soluzioni meccatroniche previste. I rapidi processi di cambio formati e colore rende UNIKA® particolarmente flessibile e adattabile a moltissime applicazioni sia per il settore alimentare (derivati del latte, succhi, succhi di frutta, salse), sia cosmetico e industriale (igiene personale, olio motore e prodotti per la pulizia della casa). © RIPRODUZIONE RISERVATA ARTICOLO DI copertina 58 FARE N on c’è ragione di usare metafore: sul piano della finanza internazionale, il momento che stiamo vivendo da alcuni mesi a questa parte può essere considerato, senza alcun dubbio, tra i più orribili, schizofrenici ed indecifrabili. Una stagione in cui le imprese, i cittadini, i Paesi stessi hanno visto giorno per giorno modificarsi le loro sicurezze, i loro margini di gestione dell’economia, le loro prospettive. Il rapporto tra imprese ed istituti di credito, che da sempre è uno dei punti più delicati e cruciali attorno a cui gira l’operatività quotidiana di qualunque azienda, ha risentito pesantemente della follia e delle paure che stanno accompagnando questo scorcio di 2011. La stretta è arrivata: soffocante, rapidissima e con un’accelerazione agghiacciante. Bankitalia stessa, già a metà ottobre, era stata molto chiara nelle sue analisi: ‘’E’ quasi raddoppiata, al 28,6% dal 15,2 della precedente inchiesta, la quota delle imprese per le quali le condizioni di accesso al credito sono peggiorate negli ultimi tre mesi’’ segnalava nella sua indagine trimestrale con il Sole 24 Ore. Su 486 aziende, oltre la metà degli intervistati ritene- 60 FARE va che le condizioni per investire fossero fortemente peggiorate rispetto all’ultimo rilevamento. L’allarme, del resto, il Presidente di Unindustria Bologna Alberto Vacchi lo aveva lanciato già alla fine di luglio con una lunga intervista al Resto del Carlino. Ecco perchè, come è naturale, l’Associazione sta dedicando uno sforzo ancor più massiccio del consueto per garantire e favorire con ogni mezzo gli investimenti delle imprese, la loro ricapitalizzazione, la loro stessa liquidità. Nel frattempo, l’esperienza di questi mesi ci sta precisando sempre più alcuni punti fermi, anche attraverso quel “tavolo di dialogo” che mette a confronto periodicamente Unindustria e tutti i principali istituti di credito locali. Ed il primo punto è proprio questo: oramai non si parla più di difficoltà nel rapporto tra banche ed imprese. Quella che si deve registrare semmai, in parecchi casi, è una mancanza totale di tale rapporto. Ciò che sconcerta di più, parliamoci chiaro, è l’incertezza delle banche stesse, che sempre più spesso ammettono non solo di non essere in grado, oggi, di gestire il costo del denaro in maniera convenzionata, ma addirittura di aver chiuso ogni rubinetto. La ragione? Gli istituti di credito non sono in grado di programmare il loro approvvigionamento di denaro. Tradotto in altre parole: qualcuno può anche cercare di esorcizzare la parola “credit crunch”, ma bene che vada (e tutti i messaggi che arrivano sono, comunque, di questo tenore) sicuramente l’erogazione del credito sarà decisamente più selettiva. Il che significa che per molti non ce ne sarà. Certo è inevitabile che stia crescendo l’attenzione delle banche al rispetto ed alla messa in pratica delle procedure legate agli accordi internazionali sui loro requisiti patrimoniali. Il che, per le aziende, significa: se già Basilea 2 aveva fatto soffrire tanti, Basilea 3 con le sue strette è sempre più vicina. Ma qui siamo già, drammaticamente, un passo più in là: siamo al caso di una risorsa, il denaro, che di fatto non è più reperibile sul mercato. E quando lo è, le condizioni sono inavvicinabili per chiunque o quasi. Va da sè che, in queste condizioni, convenzioni valide per un’intera categoria oggi le banche non ne fanno comunque, si tratta con la singola azienda caso per caso. Ed anche per chi riesce ad ottenere un sì, le condizioni pattuite quindici giorni fa non è detto che, al momento di far partire concretamente un’operazione, siano ancora valide. E’ un’analisi dura di fronte ad una stagione di crisi così pesante ed a molte imprese oggettivamente in ginocchio. Ma è da questi dati impietosi che bisogna partire, volenti o nolenti, se si vuole trovare soluzione al problema di una delle merci più critiche ma più essenziali per l’attività aziendale: il denaro, appunto. L’impegno è chiaro e duplice. Primo: le aziende non devono uscire da questa crisi con le ossa rotte. Secondo: per impostare le loro strategie di sviluppo, il denaro è una risorsa chiave. La prima cosa da fare dunque è presidiare tutti i rapporti banca-impresa, in particolare quelli che coinvolgono le realtà di più piccola dimensione che hanno meno potere contrattuale. Vogliamo fare tutto ciò che è possibile per agevolare l’accesso al credito da parte di tutte le aziende (ed anche per verificare, non si sa mai, che il clima finanziario non abbia fatto spuntare qua e là eventuali comportamenti “inusuali” da parte di qualche istituto). L’ufficio economico dell’Associazione sta seguendo come e più di sempre le richieste di “aiuto” di ogni singolo imprenditore nei confronti del sistema bancario, assistendolo e affiancandolo direttamente anche nei suoi rapporti con gli istituti. Poi ci sono le iniziative concrete da mettere in campo. E prima di tutto, visto l’attuale contesto economico finanziario e il vertiginoso innalzamento degli spread, Unindustria Bologna intende continuare nel suo supporto alle imprese – soprattutto, ancora una volta, alle più piccole - investendo direttamente risorse proprie, per limitare in ogni maniera possibile il costo del denaro. Anche per il 2011, ad esempio, è stata rinnovata la proposta di “Pronto Liquidità” per le necessità finanziarie di fine anno delle imprese associate, con un plafond di 14 milioni di euro. In questo caso, il costo degli interessi applicati dalle banche verrà abbattuto attraverso l’utilizzo di risorse finanziarie di Unindustria appositamente destinate allo scopo. Al tempo stesso, Unindustria sta cercando sempre più di affrontare le problematiche direttamente sul territorio, in un’ottica comunque di collaborazione con il mondo del credito. Lungo un arco di due mesi ad esempio, in ottobre e in novembre, sono stati organizzati sette incontri diversi, in diverse località della provincia, sempre all’interno di un’azienda. Lì, di fronte a piccoli gruppi di imprenditori - che, grazie al numero contenuto di partecipanti, potevano intervenire in maniera più diretta ed esporre ciascuno il proprio caso ed i propri dubbi - esperti delle pratiche di affidamento dei vari istituti bancari hanno illustrato le problematiche collegate al rating e agli adempimenti previsti dagli evolversi futuri degli Accordi di Basilea 3. E’ un lavoro proficuo, capillare: vogliamo informare e formare gli imprenditori su temi di cui magari si parla anche molto, ma che a volte restano sconosciuti nei loro meccanismi concreti di funzionamento. Ma proprio perchè il dialogo tra impresa e banca è così drammaticamente a rischio, è fondamentale oggi dotare ogni singola azienda di strumenti sempre più idonei per dimostrare all’istituto di credito il suo valore aggiunto. E’ un problema allora anche di cultura delle imprese stesse e di riconosci- Daniele Salati Chiodini, Vice presidente di Unindustria Bologna con delega al credito e alle politiche fiscali mento dei valori della pianificazione e del controllo di gestione. Questo significa, in altre parole, che occorre lavorare sull’utilizzo corretto degli affidamenti, su un rapporto equilibrato tra i debiti a medio e quelli a lungo termine, sui valori immateriali dell’azienda, sulla corretta presentazione di piani pluriennali affidabili. L’obiettivo deve essere soprattutto uno: costruire un sistema di richiesta di finanziamento differente dal passato, in qualche modo più “convincente” per la banca che dovrà deliberarlo. C’è molto da fare, in definitiva. E le parole d’ordine sono molteplici: grande vigilanza ma altrettanta collaborazione con il sistema bancario, affiancamento costante di ogni azienda nelle sue esigenze specifiche, un lavoro calato sul territorio, crescita della cultura d’impresa. Tanti obiettivi, ma a nessuno si può rinunciare, se vogliamo davvero uscire dalla crisi. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 61 2 Banche e imprese Turbolenze e incertezze Intervista a Francesco Trimarchi, Direttore della sede di Bologna della Banca d’Italia. F rancesco Trimarchi è arrivato sotto le Due Torri alla fine dell’estate. 56 anni, comasco di nascita, si è laureato proprio a Bologna in Scienze Statistiche ed Economiche nel 1979. Entra in Bankitalia nel 1981. Economista presso il Nucleo per la ricerca economica della sede di Milano fino al 1993, si occupa soprattutto del settore reale e del mercato del lavoro. Prosegue la sua carriera nell’ambito della Vigilanza, prima come capo Divisione poi, dal 2002 al 2007, come responsabile della Vigilanza della sede milanese. Direttore della filiale di Brescia dal 2007, nello scorso mese di settembre ha assunto la 62 FARE responsabilità della Sede di Bologna. Dottor Trimarchi, tra le imprese la preoccupazione è molto forte. Si teme, legittimamente, che le turbolenze finanziarie dell’ultimo periodo scarichino inevitabilmente i loro riflessi anche sul rapporto tra banche e aziende. Secondo lei, fino a che punto questo fenomeno è già in atto? - Negli ultimi mesi sono tornate a essere rilevanti le turbolenze finanziarie e le tensioni sui mercati. La percezione di un maggior rischio sui titoli di stato italiani influenza i costi di raccolta per le nostre banche, rendendo di conseguenza più gravoso l’accesso al credito per le imprese e le famiglie. Negli ultimi mesi abbiamo registrato un moderato aumento sui tassi bancari, sia verso le famiglie sia verso le imprese. Chiaramente questi aumenti possono riflettere sia i citati maggiori oneri in termini di raccolta sia la rischiosità dei prestiti nell’attuale quadro congiunturale. Per quanto riguarda le quantità, il tasso di crescita dei prestiti si è stabilizzato tra il secondo e il terzo trimestre dell’anno dopo la ripresa registrata per tutto il 2010. In concreto, i timori delle aziende sono due. Il primo riguarda l’approvvigionamento di denaro. Lei ritiene che in una fase come questa domanda e offerta si stiano incontrando? - La dinamica dei prestiti alle imprese è molto correlata con il ciclo economico. Stabilire se questo dipenda più da fattori di domanda o da fattori di offerta è un esercizio complicato. Le nostre indagini ci dicono che la ripresa dei prestiti osservata dalla primavera del 2010 è stata guidata dalla domanda di finanziamenti delle imprese a fronte di condizioni di offerta sostanzialmente invariate e improntate alla prudenza. Il rafforzamento della domanda ha tratto stimolo soprattutto dalle esigenze di finanziamento del circolante e dalle operazioni di ristrutturazione del debito. È rimasta invece debole la componente della domanda legata al finanziamento degli investimenti. Le condizioni di offerta, dal canto loro, hanno mantenuto un accento restrittivo. Non hanno riguardato, tuttavia, tutte le imprese allo stesso modo; verso quelle ritenute più rischiose l’atteggiamento delle banche è stato più selettivo. Nostre analisi mostrano infatti che la dinamica dei prestiti è stata migliore per le imprese che si caratterizzavano per una migliore redditività e per un leverage più contenuto già prima della crisi. Il secondo timore riguarda naturalmente il costo del denaro. Che cosa sta succedendo? E che cosa succederà? - Il meccanismo è abbastanza semplice. La crisi dei debiti sovrani si riflette direttamente sul patrimonio delle banche che detengono i titoli di stato dei paesi in crisi. Vi sono anche effetti indiretti quando, per esempio, una banca vanta crediti verso altri ARTICOLO DI copertina intermediari che detengono titoli di stato di paesi in crisi o anche quando questi titoli vengono concessi in garanzia per la concessione di prestiti. Tutto ciò comporta, in prima battuta, un aumento dei costi del sistema bancario per l’approvvigionamento di liquidità attraverso il mercato interbancario e anche attraverso le emissioni di obbligazioni che divengono più onerose. Tali costi possono trasferirsi, di riflesso, sulle famiglie e sulle imprese, aumentando l’onere del debito e scoraggiando i consumi e gli investimenti. A tutto ciò potrebbe affiancarsi una maggiore rischiosità del credito bancario connesso anche con il peggioramento del quadro congiunturale. In queste condizioni è verosimile attendersi un atteggiamento maggiormente orientato alla prudenza da parte degli intermediari bancari anche nei prossimi mesi. Oggettivamente, che cosa è cambiato rispetto al primo semestre di quest’anno? - Nella seconda parte dell’anno sono aumentate le tensioni sui titoli di stato, con i riflessi di cui abbiamo detto sull’intero sistema bancario. La crisi finanziaria ha anche imposto un’accelerazione nei piani di consolidamento dei conti pubblici in diversi paesi. Tali politiche di bilancio, quando non opportunamente calibrate, possono condurre a un pericoloso avvitamento in cui le misure restrittive deprimono la crescita economica rendendo necessari nuovi interventi sui conti pubblici. Le turbolenze sui mercati finanziari e la maggiore incertezza si sono riflessi in un peggioramento del quadro internazionale. Gli indicatori di fiducia delle famiglie e delle imprese sono tornati a flettere. Più in generale, l’aumentata incertezza fa si che le imprese e le famiglie assumano un orientamento più cauto, congelando gli investimenti delle prime e i consumi delle seconde. Nel complesso, tali dinamiche hanno portato a una revisione al ribasso delle stime di crescita. Nella primavera di quest’anno le previsioni di crescita del PIL rilevate da Consensus Economics indicavano, per l’Italia, valori intorno all’1 per cento sia per il 2011 sia per il 2012. Le ultime stime disponibili indicano, al contrario, una crescita dello 0,7 per il 2011 e dello 0,3 per il 2012. Non esistono stime comparabili per la regione ma è verosimile attendersi che queste non si discosteranno in misura significativa da quelle del resto del paese. Come giudica nello specifico la situazione bolognese? Ci sono differenze significative, in positivo o in negativo, rispetto ad altre realtà avanzate del paese? - Fare analisi sulla congiuntura economica a tale livello di dettaglio è complicato, anche perché le fonti informative si rarefanno e l’attendibilità degli indicatori si indebolisce. Quello che possiamo dire è che il bolognese, come il resto della regione, essendo un territorio orientato all’export ha sofferto maggiormente, durante la crisi, la forte caduta del commercio internazionale. Nel periodo successivo alla crisi, e anche in prospettiva, tuttavia, il maggiore grado di apertura all’estero costituisce un elemento positivo nel confronto con altre aree del paese. Gli elementi di stimolo alla crescita economica, infatti, provengono soprattutto dalla domanda estera. Tuttavia, la situazione per le imprese, quanto a redditività, indebitamento e prospettive di crescita futura, rimane molto differenziata sia per quello riguarda i differenti comparti di attività economica sia per aziende che operano all’interno di specifici settori di attività economica. l rapporto banche-imprese è sempre stato uno dei nodi più delicati dell’economia reale. Con le procedure di Basilea 2 molte imprese hanno lamentato maggiori difficoltà di accesso al credito. Con l’arrivo di Basilea 3 queste preoccupazioni si accentuano. Dovremo concretamente attenderci delle restrizioni significative? - Le valutazioni sulle proposte di Basilea 3 sono, come spesso accade, di segno opposto. Da un lato, banche e imprese lamentano l’eccessiva severità del nuovo quadro regolamentare, i costi connessi con più elevati requisiti di capitale e le possibili ripercussioni sul finanziamento dell’economia. Dall’altro lato, alcuni osservatori Francesco Trimarchi, Direttore della sede di Bologna della Banca d’Italia FARE 63 hanno considerato le proposte non sufficientemente incisive, soprattutto alla luce della lunga fase transitoria, per la salvaguardia della stabilità finanziaria. Per valutare l’impatto delle nuove regole sono stati condotti degli studi da parte delle autorità internazionali. I risultati mostrano che i costi legati all’implementazione delle nuove regole non sono trascurabili. La maggiore solidità del sistema finanziario indotta dalla riforma ridurrebbe, tuttavia, la probabilità di nuove crisi finanziarie e le ricadute negative sulla crescita economica. I benefici nel medio-lungo periodo, quindi, sarebbero superiori ai costi. Per quanto riguarda l’accesso al credito delle imprese, gli effetti potranno risultare diversificati. Le piccole imprese, in particolare, anche a causa della sostanziale assenza di canali di finanziamento alternativi al credito, dipendono maggiormente dalle banche. Pertanto, potrebbero risentire maggiormente degli effetti delle nuove regole. Tuttavia altre considerazioni attenuano tali rischi. In primo luogo, le piccole imprese sono finanziate in misura minore dalle banche più grandi e complesse che subiranno il maggiore impatto della riforma. Inoltre, ma si tratta forse del fattore più significativo, va considerato che un buon numero di banche italiane di medie e piccole dimensioni è già oggi caratterizzato da livelli di patrimonio superiori a quelli richiesti dalle nuove regole. Questi intermediari hanno saputo assicurare anche durante la crisi un sostenuto flusso di credito all’economia. È verosimile che le piccole imprese potranno continuare a beneficiare del dinamismo di queste banche, che rappresentano un loro interlocutore naturale soprat- 64 FARE tutto per il radicamento nel territorio e la spiccata capacità di incorporare nel processo creditizio le informazioni qualitative sul merito di credito della clientela. Ci sono degli obiettivi precisi che Bankitalia si pone, in questo momento, per l’economia dell’Emilia-Romagna? - Non ricade ovviamente nei nostri compiti indicare obiettivi. Il nostro contributo si colloca, piuttosto, sul piano dell’analisi dello “stato di salute” della nostra economia, analisi che mettiamo a disposizione delle autorità, delle imprese, dei cittadini e sull’approfondimento delle possibili alternative di policy. L’Emilia-Romagna ha registrato una crescita modesta negli anni prima della crisi e una marcata caduta tra il 2008 e il 2009. Qualche numero rende bene l’idea. Nei dieci anni precedenti la crisi il PIL è cresciuto in regione del 16 per cento. Nel biennio 2008-2009 la caduta è stata di oltre il 7 per cento facendo tornare l’economia sui livelli d’inizio secolo. L’uscita dalla crisi è lenta: servirà ancora molto tempo per tornare ai livelli precrisi. L’andamento della regione in questo arco temporale non si è discostato significativamente da quello del resto del Paese, mentre è stato meno favorevole di quello registrato nell’area dell’euro. Il confronto con aree del mondo più dinamiche sarebbe ancora più penalizzante. Questi dati testimoniano che l’Emilia-Romagna condivide con il resto del paese, e da anni, un problema di crescita. È essenziale, pertanto, che vengano rimossi i nodi strutturali che la ostacolano. Da questo punto di vista gli obiettivi di politica economica sono gli stessi per tutto il paese, sebbene la rilevanza di alcuni problemi vari a seconda dei territori. Dal lato delle politiche pubbliche, occorrono misure che favoriscano la competitività delle imprese, intervenendo sulla regolamentazione dei mercati, stimolando l’innovazione e l’internazionalizzazione, promuovendo la crescita dimensionale delle imprese. È necessario migliorare anche il funzionamento del settore pubblico, permettendo una razionalizzazione nell’allocazione delle risorse e una riduzione degli sprechi e delle duplicazioni dei livelli di governo. Nell’ottica del miglioramento dell’efficienza e della qualità dei servizi forniti è necessario, in particolare, predisporre indicatori di efficienza e diffondere una cultura della valutazione. Tali informazioni sono necessarie per consentire alle singole unità di individuare i punti di debolezza del proprio sistema, ai cittadini di valutare l’azione degli amministratori, allo Stato di applicare meccanismi sanzionatori. Il cambiamento, tuttavia, deve avvenire anche all’interno delle imprese, con l’adozione, ad esempio, di pratiche manageriali che migliorino la produttività totale dei fattori. Alcuni studi mostrano infatti che lo sviluppo e la profittabilità delle imprese sono spesso associati a modelli organizzativi in cui è diffusa la valutazione e il management è pagato in base alla performance. Al contrario, in Italia prevalgono modelli organizzativi familiari e in cui il management è pagato più per la lealtà e la vicinanza alla proprietà. © RIPRODUZIONE RISERVATA 3 Banche e imprese ma il problema vero è il “capitale di connessione” di Sara Scheggia Per l’economista Stefano Zamagni la crisi del credito è solo un’aggravante. Il vero pericolo, dice, è la mancanza di legami fra ricerca, impresa e istituzioni. «E’ vero, il denaro costerà di più e le imprese avranno difficoltà maggiori, ma la stretta del credito passerà. Ciò che, invece, resterà è la mancanza cronica di quel “capitale di connessione” che mette in rete imprese, ricerca e istituzioni. E’ la vera malattia dell’Italia». Così Stefano Zamagni, economista e professore universitario, esprime le sue considerazioni sull’attuale scenario economico. E oltre ad elencare i deficit strutturali del sistema imprenditoriale italiano, fa il punto sulla situazione bolognese. 66 FARE Professor Zamagni, che cosa sta succedendo? Siamo di fronte ad una nuova crisi? «Nel 2009, in Italia si diceva che la crisi non esisteva, mentre nel 2010 si sosteneva che ne saremmo usciti indenni o meglio di altri. Abbiamo perso tempo, senza realizzare le riforme strutturali necessarie a superarla e quest’anno i nodi sono venuti al pettine: la manovra agostana ha avuto un effetto “gelo” sulle imprese, colte impreparate. Ora vediamo che la Spagna, con fondamenti di mercato inferiori ai nostri, va meglio dell’Italia dal punto di vista finanziario. Hanno intercettato prima la crisi, e il loro spread sui Bund è inferiore». Sarà dunque un altro autunno di sofferenza, sotto il profilo del credito alle imprese? «Le previsioni non sono rassicuranti, all’orizzonte ci sono le nuove regole di Basilea 3 e l’aumento dei tassi di interesse dovuto allo spread e al debito. Non ci sarà un credit-crunch, cioè una stretta totale che strangolerà l’e- ARTICOLO DI copertina conomia reale, ma il costo del denaro aumenterà. Ed è inevitabile che le banche avranno maggiore difficoltà a concedere credito. In più, l’Eba (la European Banking Authority, n.d.i.) ha emanato delle norme che impongono ulteriori rafforzamenti patrimoniali per le banche: la richiesta di aumenti di capitale farà diminuire i prestiti alle imprese. Il governo dovrebbe cercare di intervenire anche su questo, tra i suoi primi compiti. Ma il vero problema non è questo». Altri guai in vista? «Sto parlando del mancato investimento, in Italia, nelle sezioni alte di ricerca e sviluppo. Sappiamo che per avere successo sui mercati globali bisogna innovare e, per farlo, c’è bisogno delle “teste” migliori. Noi abbiamo i cervelli, ma manchiamo di un altro capitale fondamentale, oltre a quello umano: il capitale “di connessione”, quei legami fra ricerca, impresa e istituzioni». Il professor Stefano Zamagni Qualcuno obietterebbe che l’Italia è piena di laureati brillanti, che non trovano lavoro. «Spesso si tratta di laureati brillanti che non hanno mai visto un’azienda, anche a causa del sistema degli stage che non funziona come dovrebbe. In più, c’è anche un’altra tragedia: il rifiuto, da parte dei ragazzi italiani, dei lavori manuali. wwwUna recente indagine europea lo dimostra: in attesa di un’occupazione degna del percorso di studi, solo il 5% degli under 30 italiani accetterebbe un lavoro manuale. In Germania siamo al 40%». Tornando al credito, non crede che un’ulteriore stretta soffocherà proprio l’innovazione? «No, potrebbe essere il contrario. Il bisogno aguzza l’ingegno: se si chiude il rubinetto del credito, si compensa in altri modi. Ripeto, la crisi del credito sarà un’aggravante, ma non è la malattia. E il bravo medico non è quello che cura la malattia, ma le sue cause.» Come vede la situazione a Bologna? «I bolognesi hanno nel dna l’idea del mettersi in rete. Pensiamo ai distretti industriali: erano i migliori del mondo. C’è stata una deriva individualistica che, con la crisi, ha avuto risvolti negativi: oggi le imprese sono sole. Sergio Marchionne, per esempio, uscendo da Confindustria ha fatto capire di non aver bisogno di nessuno, ma non è così, ci rimetterà. E’ un altro segnale della mancanza di connessione fra economia, società civile e istituzioni: nessuno può farcela da solo». Come si recupera questo dialogo? «Riallacciando i rapporti con le scuole superiori e gli istituti tecnici. A Bologna le Aldini-Valeriani erano famose in tutto il mondo, abbiamo lasciato che scomparissero e la colpa è di tutti, industriali compresi. Altra cosa che è scomparsa, la presenza di una banca locale» Sarebbe un’arma in più contro la recessione? «Sicuramente. Anni fa c’erano due gioielli: il Credito Romagnolo e la Cassa di Risparmio. Ora, con gli accorpamenti, questa funzione di sentinelle dell’economia locale è venuta a mancare. La stretta del credito si è sentita meno in posti dove le piccole banche resistono, come Cesena. La banca piccola, infatti, conosce i clienti e resta sul campo, anche con la tempesta. Quella grande, di solito e salvo rare eccezioni, lascia le imprese al loro destino». © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 67 ARTICOLO DI copertina ne con i quali è possibile effettuare un’autovalutazione finanziaria dell’azienda basata su valori desunti dal bilancio e da un’indagine qualitativa formulata rispondendo ad un questionario. Ciò consente, con l’aiuto dei Gestori d’impresa di Carisbo, di formulare piani di crescita per le aziende, verificandone l’impatto sul profilo di rischio dell’impresa. In tal modo vi è la possibilità di migliorare il rating e quindi la capacità di credito dell’impresa. Giuseppe Pallotta, Direttore Generale di Carisbo - I tassi, come tutti possono vedere dai mercati, hanno subito in questi mesi forti oscillazioni verso l’alto, scontando una negativa valutazione del sistema Paese da parte degli investitori internazionali. Questo non potrà che incidere sul costo finale del credito a imprese e famiglie nei prossimi mesi. Noi siamo impegnati, d’intesa anche con le associazioni di categoria, a fare ogni sforzo per contenere al massimo tali variazioni, utilizzando ove utile e opportuno anche tutti gli strumenti di garanzia a disposizione delle imprese. Che cosa è cambiato, nello scenario esterno e nei comportamenti di Carisbo, rispetto al primo semestre 2011? - Per quanto ci riguarda, lo ripeto, continueremo a fare la nostra parte per garantire il necessario credito al nostro territorio, senza modificare i nostri criteri di lavoro. In una fase difficile come l’attuale congiuntura economica, occorrerà certamente valutare molto attentamente il merito creditizio, assicurando i finanziamenti alle famiglie e alle imprese meritevoli, ma avendo nel contempo la dovuta cautela e fermezza nei confronti di quelle realtà che presentano problematiche difficilmente affrontabili. Con le procedure di Basilea 2 molte imprese avevano trovato più difficoltà di accesso al credito. Ora sta per arrivare Basilea 3: si accentueranno le restrizioni? - Grazie anche ad apposite intese sottoscritte con le associazioni di categoria, noi abbiamo già da tempo cercato di sviluppare un dialogo più stretto fra banca e impresa, per parlare un linguaggio comune e condividere il maggior numero di informazioni, anche alla luce dei requisiti di Basilea 3. Abbiamo messo a disposizione delle imprese, specialmente quelle medio-piccole, nuovi strumenti diagnostici e di simulazio- Ma l’impegno del vostro istituto sul territorio bolognese vedrà dei cambiamenti nel prossimo futuro? Quali progetti avete per il 2012? - Carisbo, confermando una modalità da sempre avviata, cercherà di lavorare a stretto contatto di gomito con le associazioni che rappresentano le diverse realtà imprenditoriali della provincia bolognese, portando in particolare il proprio contributo ai progetti di sviluppo e crescita imprenditoriale. Tra questi, particolare attenzione dedicheremo nei prossimi mesi a favorire i processi di aggregazione delle imprese: Carisbo, grazie al supporto tecnico ed operativo della nostra capogruppo Intesa Sanpaolo, è oggi tra le prime banche in grado di supportare concretamente la costituzione e l’avvio dei Contratti di Rete d’Impresa con servizi finanziari e di consulenza dedicati. Carisbo intende sostenere concretamente il decollo di questo innovativo strumento di aggregazione, che dà alle imprese maggiori risorse per competere e forza sui mercati, in particolare quelli internazionali, e ne preserva al contempo l’autonomia. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 69 5 Banche e imprese Intervista a Franco Tomasi, direttore area Bologna della BPER. di Giacomo Ruggero Individuare canali di finanziamento innovativo 70 FARE ARTICOLO DI copertina Subito il punto nevralgico: giro di vite sul credito? «La BPER ha sempre svolto un’attività di banca commerciale, questa vocazione a sostegno del territorio ci ha sempre contraddistinto e non verrà meno neanche in questo momento. Sicuramente, data la situazione nazionale ed internazionale, c’è una maggiore attenzione al merito creditizio». Se si parla di credito, inevitabile guardare al costo del denaro... «Il clima di sfiducia e le tensioni sul debito pubblico si riflettono inevitabilmente sul costo della provvista per le banche. Se queste tensioni non si placano e non si riducono gli spread, diventerà inevitabile, almeno nel breve, un inasprimento delle condizioni verso la clientela. Le banche dovranno in qualche modo recuperare gli elevati aumenti registrati sui costi che, in questa fase, sono in massima parte mantenuti all’interno. Sono auspicabili politiche economiche e monetarie a livello Ue e nazionale che favoriscano la ripresa e che contengano il costo del funding. Spero che passata questa fase si possa tornare a prezzi non influenzati da fattori esogeni e straordinari». Rispetto al primo semestre 2011, come e dove è cambiato il modus operandi del suo istituto? «Nella prima parte dell’anno, le imprese di quasi tutti i distretti della nostra regione hanno beneficiato soprattutto della ripresa delle esportazioni. Anno su anno, a settembre 2011 gli impieghi netti complessivi di BPER sono cresciuti del 3,9%. In particolare, per Bologna e provincia, l’incremento si è attestato al 5,1%. Nella prima parte del secondo semestre abbiamo registrato qualche rallentamento, la situazione non si presenta omogenea: vi sono settori che evidenziano buona salute e altri che faticano a ritrovare il giusto equilibrio, imprese che evidenziano buone crescite di volumi e di quote di mercato e imprese impegnate in riorganizzazioni non semplici». Dopo Basilea 2, Basilea 3: si accentueranno le restrizioni di accesso ai finanziamenti? «E’ indubbio che i criteri di erogazione del credito stiano cambiando anche, ma non solo, in virtù degli accordi di Basilea. Si rende sempre più necessario considerare con attenzione l’effettiva sostenibilità del business e la patrimonializzazione dell’impresa. E’ un rigore necessario, ma anche utile: da un lato è il modo migliore per garantire la solidità del sistema finanziario (e abbiamo visto in questi ultimi mesi quanto questa sia importante); dall’altro aiuta le aziende ad individuare percorsi di crescita virtuosi e sostenibili». Subirà modifiche il vostro impegno? Quali i progetti 2012? «Nessun cambiamento nelle nostre azioni a sostegno del territorio. Le domande verranno tutte esaminate con grande interesse e, se condivise, finanziate. Certo che parametri e condizioni dovranno essere contestualizzati al momento che stiamo vivendo. BPER continuerà a confrontarsi con le associazioni di categoria del territorio per definire accordi che facilitino l’accesso al credito. E continuerà il proprio impegno per individuare canali di finanziamento innovativo in modo da offrire alle aziende gli strumenti adeguati per affrontare l’impatto della crisi e avviare o consolidare la ripresa. E’ il caso, ad esempio, delle nuove linee di credito con intervento Banca Europea per gli Investimenti, Medio Credito Centrale, Sace e Cassa Depositi e Prestiti, con una grande flessibilità nella tipologia degli interventi. In particolare, proprio in questi giorni, Banca Europea per gli Investimenti ha confermato il proficuo rapporto di collaborazione con il nostro Istituto concedendo una linea di credito per finanziare progetti di sviluppo delle aziende clienti fino ad un ammontare di 300 milioni. Una prima tranche di 50 milioni sarà disponibile da gennaio 2012 per finanziamenti a tassi agevolati fino a 12 anni.» © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 71 6 Banche e imprese LE ANOMALIE DEL CICLO ECONOMICO di Giacomo Ruggero Più che di stretta creditizia” tout court”, Alessandro Signorini, direttore area Emilia Romagna del Monte dei Paschi di Siena, punta ad un’analisi più articolata del fenomeno. «Semmai – osserva, rimettendo la barra al centro - potremmo dire di essere in presenza di una politica creditizia necessariamente selettiva e conseguentemente allineata all’attuale fase del ciclo congiunturale. E’ piuttosto il ciclo economico stesso che, con un mix di componenti negative senza precedenti, sia dal lato finanza che dell’economia reale, ha delle forti anomalie e motivi di discontinuità e forte preoccupazione rispetto ad analoghe fasi del passato». Fonte di preoccupazione delle aziende sono, in primis, le fonti di finanziamento. In questa logica, l’offerta è proporzionata alla domanda? E soprattutto nell’immediato futuro cosa dobbiamo aspettarci? «Ritengo che questo sia il vero problema dell’attuale fase economica: il non perfetto funzionamento del Intervista ad Alessandro Signorini, Direttore area Emilia Romagna del Monte dei Paschi di Siena. 72 FARE mercato interbancario, causato dalla persistente sfiducia nei debiti sovrani dei singoli Paesi e conseguente tensione dello spread Btp/Bund sino ai recenti livelli di allerta, fa sì che l’attività di funding delle aziende di credito sia non solo onerosa ma anche molto difficoltosa, in particolare quella a medio lungo termine. Le risposte spettano solo alla politica nazionale e sovra-nazionale che deve, però, armonizzarsi con analoghi comportamenti delle istituzioni finanziarie quali Bce e Fmi. Gli ultimi ARTICOLO DI copertina provvedimenti in materia (cfr recente direttiva EBA) denotano ancora una volta, non solo scarsa chiarezza e unità di intenti, ma appaiono palesemente penalizzanti verso alcuni paesi: vera e propria benzina sul fuoco per i mercati finanziari». Inevitabile, a questo punto, toccare il tema del costo del denaro: qual è la situazione oggi? E cosa si prospetta per i prossimi mesi? «La risposta è strettamente correlata alla precedente ed è conseguenza delle leggi economiche della domanda e dell’offerta: è infatti assai intuibile che, in carenza e, in alcuni casi, mancanza di materia prima, il costo per l’approvvigionamento della stessa è inevitabilmente destinato a salire. Non aiuta certamente la recente direttiva dell’EBA, già citata in precedenza, in merito alla valutazione “mark to mark” dei titoli dei debiti sovrani nei portafogli delle aziende bancarie che rischia di penalizzare oltre modo l’intero sistema produttivo italiano ». Dal suo punto di osservazione, come è cambiato – se ciò si è verificato - il comportamento del suo istituto rispetto al primo semestre 2011? «Rispetto al primo semestre del 2011, lo scenario esterno e la crisi di sfiducia nei debiti sovrani di alcuni paesi (fra cui il nostro) hanno amplificato oltremodo le tensioni finanziare di fondo, peraltro già manifestate nel primo trimestre 2011 e, a parer mio, troppo frettolosamente ritenute superate. Il mio istituto non ha mutato il proprio atteggiamento di fondo nei confronti della propria clientela. Per contro non potendo trascurare il repentino cambiamento dello sce- nario congiunturale ed i suoi effetti restrittivi sul mercato del funding, deve giocoforza attuare una politica di selezione basata sul pricing strettamente correlato ai rating della clientela stessa». Con Basilea 2, molte imprese sono state molto più in difficoltà nell’accedere al credito. Ora, con Basilea 3 in arrivo, si accentueranno le restrizioni? «Certamente Basilea 3 “rebus sic stantibus” non agevolerà di certo l’accesso al credito. Tuttavia, credo si possa riuscire ad edulcorarne in maniera importante l’impatto a condizione di un più stretto legame fra banca e impresa tale da rendere maggiormente accessibili e fruibili da parte delle banche quelle informazioni di carattere qualitativo (e non solo) che le aziende italiane sicu- ramente posseggono, ma che spesso sono restie a rivelare». L’impegno del Monte dei Paschi sul nostro territorio subirà cambiamenti? Quali progetti avete in cantiere per il 2012? «Il mio istituto ha il suo core business nel mercato retail: raccoglie risparmio dai privati e lo impiega nei finanziamenti alle aziende, in particolare pmi; un’attività che svolge sin dal 1472. E lo farà sicuramente anche nei prossimi anni. Per quanto riguarda la regione Emilia Romagna e più specificatamente il territorio bolognese, ritengo di poter confermare il proseguimento di questo atteggiamento anche per il prossimo anno». © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 73 7 Banche e imprese Sgonfiare il costo del rischio Italia di Marcello Pierdicchi Intervista a Ivan Damiano, Direttore Generale della Cassa di Risparmio di Cento. 74 FARE ARTICOLO DI copertina Le imprese temono che la crisi aumenti la stretta creditizia - Gli ultimi numeri aggiornati a fine agosto indicano per l’Italia crescite annualizzate dei prestiti bancari alle imprese italiane pari al 5% contro un + 1,2% della UE, + 4,3 Francia, + 0,2 Germania, - 4,7% Spagna. Quindi nessun fenomeno in atto ma credo che si assisterà ad un rallentamento nell’ultimo quadrimestre indotto sia da motivazioni macroeconomiche, cioè una contrazione dei volumi di attività di taluni settori, sia dalle turbolenze finanziarie che coinvolgono massicciamente l’operatività delle banche. La mancanza di fonti di finanziamento adeguate, continuano a figurare tra le criticità più frequentemente citate dalle imprese - I numeri, anche con dimensione locale e regionale, dicono che fino ad oggi l’offerta si è armonicamente adattata alle esigenze delle imprese sia sul breve sia sul lungo termine; di qui ai prossimi mesi prevedo una maggiore selettività sulla durata dei finanziamenti piuttosto che sulla quantità di credito, perché è vero che le sofferenze continuano a crescere ma la quantità di credito deteriorato è stabile o in diminuzione. Per il futuro preconizzo più vincoli sul medio/lungo termine, diciamo oltre i 36 mesi, motivati non tanto da peggioramenti del rischio di credito, che considero migliorato rispetto al passato recente, ma da inasprimenti derivanti dai prezzi di raccolta del denaro da parte delle banche. E in tema di costo del denaro cosa vi aspettate per i prossimi mesi? - Mi auguro che le discussioni in sede UE ed i provvedimenti del governo italiano sgonfino progressivamente il costo del rischio Italia, come sopra detto. Non solo lo Stato Italiano ma anche larga parte del nostro sistema manifatturiero, straordinaria forza del nostro paese, non è in grado di sopportare tale aumento del costo del denaro, a prescindere dal tasso BCE e dall’euribor che oggi (novembre 2011 ndr) purtroppo in Italia non contano più nulla. Dal vostro punto di osservazione, che cosa è cambiato, nello scenario esterno e nei comportamenti del Suo istituto, rispetto al primo semestre 2011? - Caricento nel primo semestre 2001 ha implementato i prestiti a clientela di oltre l’8% contro il 5% della media Italia, principalmente indirizzandoli alle imprese ed al soddisfacimento di bisogni per circolante e scorte, benzina naturale per sostenere fatturati in aumento riscontrati in tanti settori industriali, un po’ meno nei servizi e nel commercio. Il secondo semestre vede una domanda montante di consolidamenti e di richieste di allungamento delle durate dei finanziamenti, effetto di diffusi rallentamenti dell’attività e approcci cautelativi alla gestione del passivo delle imprese, e quindi richiesta di nuovo credito incrementale in decremento, mentre resta vivace l’utilizzo del leasing fiananziario. Cosa succederà con Basilea 3: per le imprese accedere al credito sarà più difficile? - E’ ormai acclarato che purtroppo Basilea 3 avrà effetti restrittivi per l’operatività delle banche inasprendone i vincoli operativi. Ciò purtroppo sarà tanto più vero per le banche italiane fortemente sbilanciate nel commercial banking, da operatori e studiosi ritenuto meno rischioso ma ugualmente penalizzato con regole simili a quelle definite per le grandi banche d’affari; le banche italiane, mediamente ben capitalizzate e sufficientemente liquide, ne subiranno comunque gli effetti. In un sistema economico quale il nostro, dove larghissima parte del passivo delle imprese costituisce l‘attivo delle banche, a differenza di tutta l‘area UE Spagna esclusa, ritengo si assisterà verosimilmente ad una maggiore vischiosità nelle politiche di impiego delle banche ma nulla di più; per i motivi prima ricordati le banche italiane non possono ridurre l’attività di intermediazione (raccolta ed impiego) perché asse portante della strategia della banca commerciale, e posso testimoniare che questo è assolutamente vero per Caricento. Quale sarà nei prossimi mesi l’impegno di Caricento sul territorio bolognese? - Caricento segue da tempo una strategia di crescita costante e sostenibile nei territori ove la propria mission di banca locale al servizio di famiglie e Pmi possa essere facilmente riconosciuta. Per tale motivo oggi pensiamo di continuare ad investire quanto raccogliamo con particolare attenzione all’area bolognese ove contiamo una presenza consolidata che vogliamo implementare soprattutto grazie alla partnership con Unindustria Bologna settore metalmeccanico che inizia nel 2008, anno di avvio della grande crisi ma per noi anche di una straordinaria esperienza a fianco della struttura portante della migliore manifattura bolognese. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 75 8 Banche e imprese Quante aziende interessanti per investire in Emilia di Lilia Zengarini Intervista a Pietro Busnardo, amministratore delegato del fondo di private equity Gradiente. 76 FARE ARTICOLO DI copertina Pietro Busnardo, AD del fondo Gradiente «Gli imprenditori spesso ci vedono come il male necessario. Ma noi condividiamo il rischio con loro, dando un grosso aiuto sotto il profilo strategico». Pietro Busnardo, amministratore delegato del fondo di private equity Gradiente, sintetizza così la sua attività, alla ricerca di aziende da sostenere in piani di sviluppo che, in momenti di crisi come questo, per molti sarebbero impossibili da reggere in forma autonoma. Gradiente è nato nel 2009 per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e sta completando la fase di “fund rising”, cioè di ricerca di capitali da investire. Tra i soci, ci sono anche B.B. Fin., il management di Gradiente, e Sinloc, società presieduta dal numero uno della Fondazione Carisbo, Fa- bio Roversi Monaco, e formata da altre nove fondazioni bancarie e dalla Cassa Depositi e Prestiti. Ultima arrivata, Carimonte Holding, la finanziaria partecipata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e dalla Fondazione del Monte, con cui Gradiente condivide l’ufficio in via Indipendenza. «Abbiamo già individuato una trentina di aziende interessanti: quasi la metà di queste sono in Emilia – spiega Busnardo – Probabilmente, sarà sul vostro territorio che faremo il primo investimento». Il target di raccolta di Gradiente è di circa 100 milioni, che arrivano da soci istituzionali come il Fondo Italiano Investimenti, in cui confluisce anche Confindustria. «Per ciascuna azienda investiremo dai 5 ai 7 milioni – continua l’ad – Prendiamo in considerazione società con fatturati dai 10 ai 50-70 milioni: oltre, il nostro investimento non avrebbe impatto. Guardiamo a quelle a conduzione familiare, per esempio, o con un basso grado di managerialità: agiamo anche nella riorganizzazione strategica». I settori di riferimento, invece, sono vari, dalla meccanica all’hi-tech, fino ai software informatici o i comparti “food” e “salute”. L’importante, è che ci siano idee ed esigenze di sviluppo, insieme alla disponibilità a fare entrare in azienda un soggetto esterno come socio stabile di lungo periodo. «Compriamo la storia dell’azienda, ma lasciamo all’imprenditore la gestione operativa, restando nella posizione di minoranza. La banca, soprattutto in questo periodo, mette molti paletti. Noi, invece, vogliamo essere vicini al territorio». Indirettamente, anche Gradiente, come conferma Busnardo, risente della contrazione generale del credito, con le banche che, nella remunerazione del proprio capitale, sono più protese a investimenti liquidi come le obbligazioni. L’ingresso del private equity avviene dopo uno studio su bilanci, fatturati, marginalità e situazione finanziaria netta, che può durare 6 o 8 mesi («Alle aziende che volessero contattarci, consiglio di pensarci per tempo», avverte Busnardo). Una volta individuata l’impresa, si quantifica il fabbisogno necessario al rilancio e si preparano i progetti di crescita. Dopo un lustro, o a volte anche più, si studia con l’imprenditore l’uscita migliore dall’investimento, come la vendita totale o parziale del capitale sociale o, in alcuni casi, la quotazione in Borsa. «Non siamo interessati alla partecipazione ai dividendi, che preferiamo rimangano in azienda. Il nostro guadagno arriva alla fine – conclude Busnardo – Come le fondazioni, puntiamo ad accrescere il patrimonio al netto dell’inflazione e ad aiutare le imprese a svilupparsi. Agli imprenditori dico: meglio possedere il 70% di un’azienda sana, che il 100% di un’azienda che va male». © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 77 9 Banche e imprese Parola d’ordine: trasparenza di Antonella Zangaro Dice Antonio Benincasa (Assotech srl): “Ogni mese io invio alle banche un resoconto dettagliato del nostro portafoglio ordini e una relazione. Gli istituti vivono con noi ogni passaggio”. 78 FARE “Io vengo dal settore del commercio, poi sono diventato consulente aziendale, attività, questa, ancora viva”. Si presenta così Antonio Benincasa numero uno di Assotech, l’azienda di Pianoro che da quarant’anni produce articoli tecnici in gomma e plastica. Una realtà che nasce nel 1975 e che oggi conta, tra familiari e dipendenti, circa venti persone. Dal 1986 Assotech avvia una consuetudine che con il tempo si è rivelata preziosa: convocare le banche alla presentazione di tutti i bilanci. “Le nostre banche sono le stesse da una vita – ci spiega Benincasa – e siccome non abbiamo mai avuto nulla da nascondere, ho iniziato a convocarle tutte insieme. Le riunivo due volte all’anno. In primavera per presentare il bilancio e in autunno per illustrare il bilancino”. Una scelta che si è rivelata utile soprattutto in tempo di crisi. “Trasparenza” è infatti la parola d’ordine che meglio può definire il rapporto tra impresa e istituti di credito ARTICOLO DI copertina Antonio Benincasa, fondatore e presidente della Assotech di Pianoro che ha permesso ad Assotech di superare le difficoltà del 2008. Certo, attraversare gli anni più pesanti non è stato facile, ma Benincasa è un tipo che non si arrende. Nel 2009 ha preso carta e penna e in una lettera ha raccolto le preoccupazioni e le necessità delle piccole e piccolissime realtà produttive italiane, “il vero fulcro delle entrate”, come le definisce lui. La missiva era indirizzata all’allora Presidente del consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, al Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti e in copia veniva recapitata ad Unindustria Bologna e ad Emma Marcegaglia. Dal governo non è arrivata risposta, ma di lì a breve, per caso, per fortuna o comunque sia andata, l’ossigeno chiesto dalle aziende in difficoltà è stato inalato attraverso l’approvazione della “prima famosa moratoria dei crediti”. Un Avviso comune per la sospensione dei debiti delle Pmi verso il sistema creditizio nato per dare respiro finanziario alle imprese con prospettive economiche e di continuità. La corrispondenza da Bologna, però, non si è fermata lì. Dopo un anno Benincasa ha scritto nuovamente a Berlusconi, a Tremonti e agli annessi in copia. “Serve un altro accordo con le banche per il prolungamento dei pagamenti di mutui ipotecari e dei leasing perché le aziende in dodici mesi non hanno ancora superato le loro difficoltà”. La seconda moratoria, quella dei mutui, grazie al nuovo accordo tra ABI, governo e associazioni dei rappresentanti delle imprese è arrivata nel febbraio di quest’anno. Anche Assotech ha fatto i conti con la crisi. Tra il 2000 e il 2006 erano entrate nuove linee produttive, accanto alla gomma e alla plastica. L’azienda di Pianoro aveva aperto alla meccanizzazione e aveva avviato forti investimenti immobiliari. “Ora mi ritrovo con impegni che sto ancora pagando, ma non abbiamo venduto niente sebbene alcuni capannoni siano improduttivi perché le linee sono state ridotte”. Oggi, l’azienda ha scelto di non correre dietro al fatturato ma di puntare su qualità, servizio e prodotto. “Siamo disposti a rinunciare a metterci in tasca qualcosa ma teniamo fede agli impegni”. Contestualmente, la relazione fiduciaria con gli istituti bancari è andata crescendo. “Le banche hanno vissuto con noi tutti questi passaggi. Ogni quindici giorni, massimo un mese, io invio un resoconto dettagliato del nostro portafoglio ordini settimanale con una relazione. Abbiamo adottato il sistema della massima trasparenza e le banche non hanno mai chiesto di intervenire sui fidi. Nei momenti più difficili alcuni istituti ci hanno persino offerto aiuto. Avevano capito che l’azienda era stata ristrutturata”. Il prossimo passo però, secondo Benincasa, devono farlo proprio le banche. “Sono ferme a quarant’anni fa. Oggi, guardare agli utili degli ultimi tre anni di un’azienda offre una prospettiva falsata. Bisogna guardare ai progetti del cliente”. Ma non solo: “Il cliente deve essere adeguatamente formato per fornire alla banca informazioni trasparenti. Ma, allo stesso tempo, la banca deve fare formazione per avere un contatto più immediato con i clienti”. Il tutto passando attraverso la sburocratizzazione e una nuova attenzione alle specificità di ogni singolo caso. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 79 10 Banche e imprese Quando a investire sono i dipendenti A. Z. I lavoratori dell’azienda hanno sottoscritto un prestito chirografario: è nato così il rilancio della Sefa Holding Group che grazie a loro, dice Bruno Conti, ora sta tornando spedita ai risultati del 2008. 80 FARE Ha raccolto mezzo milione di Euro in quattro mesi, fuori dai circuiti tradizionali e così ha superato l’Annus Horribils dell’economia e i suoi successivi strascichi. È la storia recente della Sefa Holding Group. Bruno Conti viene dall’Istituto Aldini Valeriani di Bologna e ha un forte senso pratico. “Ho iniziato questo mestiere nel 1969, ora ho tre aziende: la Sefa Acciai Srl, la Tig – Titanium International Group Srl e la Sefa Acciai Lavorazioni Meccaniche Srl” ci spiega dettagliando le caratteristiche di società che, negli anni, hanno sviluppato importanti partnership con società internazionali nel settore della produzione e distribuzione dell’acciaio da costruzione e da utensili, del commercio delle leghe di titanio e delle lavorazioni meccaniche su disegno. La Holding, ultima nata, si occupa del controllo del gruppo e degli aspetti finanziari, fiscali e strategici. “Eravamo proiettati verso i 25 milioni di euro” guarda indietro Conti, ma questa è storia antecedente il 2008. Di più, “Nell’estate delle Olimpiadi di Pechino - ricorda ancora – la nostra aspettativa era quella di raggiun- ARTICOLO DI copertina gere i 28 milioni di giro d’affari. Poi, però, ci è capitato addosso lo Tzunami della crisi e ci siamo ritrovati nel 2009 a meno 49%”. Un momento durissimo che non ha risparmiato nemmeno una realtà produttiva fatta di consumi nazionali, sì, ma anche rivolta a mercati di esportazione. “I nostri clienti sono sia grandi gruppi manifatturieri operanti in svariati settori merceologici ed aziende operanti nel settore della subfornitura, anche loro toccate da questa crisi mondiale – spiega Conti - e non è stato semplice uscire dall’empasse del 2008/2009”. I progetti in casa Sefa non sono mai mancati e l’ultima sfida è stata quella di cogliere tutte le opportunità offerte dallo sviluppo del settore aeronautico. Sta lì parte del futuro per Bruno Conti che coltiva obiettivi di crescita delle proprie attività, ed è per questo che “con un gruppo di imprenditori emiliano-romagnoli abbiamo deciso di parlarci e di stare insieme – ammette - dando vita nel giugno di quest’anno ad un cluster aeronautico IR4I – Innovation & Research For Industry di cui TIG, in quanto società leader nella subfornitura aeronautica, fa parte, per arrivare con tutte le 19 aziende associate ad avere accesso diretto a commesse che si prevedono nel futuro in forte crescita”. Ma la crisi portava con sé il grosso problema della liquidità, delle risorse finanziarie necessarie per investire e continuare a guardare a quel domani con gli strumenti atti a realizzarne i progetti. Da qui l’idea e la svolta di rivolgersi “a persone direttamente legate all’azienda, compresi i lavoratori dipendenti del gruppo che hanno accettato la proposta, di mettere le loro disponibilità finanziare nel circuito finanziario-produttivo della mia attività”. L’azienda ha scelto la strada del prestito chirografario con quote a cedole minime di 10.000 euro/cad., le cui somme verranno restituite allo scadere di tre anni, corrispondendo agli investitori interessi a cedole semestrali. “Contro ogni previsione all’epoca - ricorda Conti - studi di consulenza ci consigliavano tagli al personale ed altre alchimie giuridiche. Noi siamo un gruppo con 55 dipendenti e non volevo rinunciare alla professionalità e competenza create in tanti anni di sacrifici”. Così Conti ed i suoi dipendenti si sono guardati in faccia ed utilizzando anche gli le risorse umane attive, ed in parte finanziarie, la ripresa dell’attività produttive già dai primi mesi del 2010 e viaggiare spediti verso il traguardo del 2008. Dall’inizio del 2010, in meno di tre mesi, l’investimento di circa 15 persone ha permesso di accantonare una cifra significativa e con la loro fiducia nell’imprenditore e nell’impresa hanno contribuito al salvataggio e rilancio di un’azienda strategica del nostro territorio. “Abbiamo sfruttato la volontà di lottare e confrontarci che c’è nell’impresa e l’effetto oggi è tangibile, l’azienda ha ricominciato ad assumere pensando in prospettiva a chi andrà in pensione. Il gruppo oggi guarda al domani Bruno Conti, fondatore e presidente del gruppo Sefa di Sala Bolognese strumenti e gli ammortizzatori sociali disponibili, come cassa integrazione, patti di solidarietà, abbinati ad un’oculata gestione, hanno salvato l’attività. Questa iniziativa del prestito chirografario è stata decisiva per l’equilibrio finanziario ma anche per il morale e la coesione in azienda, oltre che per la visibilità verso terzi. Si è potuto cogliere in pieno con tutte pronto a cogliere le occasioni offerte da un mercato in leggera ripresa, forte di un nuovo rapporto con le banche che negli ultimi mesi, pur con molteplici vincoli e distinguo, hanno concesso con maggior fiducia accesso a crediti e leasing, indispensabili per continuare ad investire ed a crescere”. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 81 11 Banche e imprese C’è un nuovo ruolo per Fidindustria di Paolo Parlangeli Con l’iscrizione obbligatoria all’art. 107 del Testo Unico Bancario, la cooperativa di garanzia fidi che assiste le Pmi emiliano-romagnole, ora vigilata dalla stessa Banca d’Italia, interviene a fianco dell’impresa con una funzione più importante. 82 FARE Fidindustria è la Cooperativa di garanzia fidi che assiste le PMI della regione. Da oltre 30 anni, il suo ruolo è quello di sostenere parte della rischiosità della concessione del credito che gli operatori industriali della regione ottengono dal sistema bancario convenzionato. In sostanza, rappresenta un organismo che affianca l’imprenditore nel suo percorso di ricerca delle fonti di finanziamento, accollandosi una percentuale concordata del rischio che sostiene l’istituto di credito. Questo sistema di concessione di garanzia ha assunto, negli ultimi anni, un crescente peso ponderale, fino a dicembre del 2010 quando, per effetto dell’iscrizione obbligatoria all’art. 107 del Testo Unico Bancario, Fidindustra ha ottenuto, e possiamo aggiungere un po’ subìto, la vigilanza della stessa Banca d’Italia. Questo nuovo Status ha modificato ulteriormente il percorso di rinnovamento che la Cooperativa di Garanzia aveva istaurato da alcuni anni, e, se da un lato ha reso la garanzia consortile eleggibile ai sensi delle procedure bancarie previste dagli Accordi ARTICOLO DI copertina di Basilea 2, dall’altro ha obbligato l’introduzione di un sistema di analisi del rischio della concessione della garanzia stessa, molto più sofisticato e bisognoso del rispetto di parametri che, in qualche caso, potrebbe aver causato una maggiore difficoltà alle aziende richiedenti. Ciò che è avvenuto dal punto di vista procedurale, non è altro che quello che è accaduto nel più tradizionale rapporto banca/impresa. La Banca d’Italia ha obbligato gli istituti di credito ed i sistemi di garanzia fidi vigilati ad assumere dei meccanismi di tutela del proprio patrimonio che rendono l’erogazione del credito, sia sotto forma di denaro (banche) che sotto forma di firma (Confidi), sempre più bisognoso di informazioni sul potenziale debitore, corrette ed aggiornate sulla parte consuntiva del progetto industriale e su quella più prettamente previsionale. Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che si scontrano le difficoltà delle aziende di produrre documentazioni idonee a far comprendere il piano strategico e finanziario dell’imprenditore e la necessità dell’ente di garanzia di dover soggiacere al dettato imposto dalla Vigilanza Bancaria. La stessa cosa accade tra azienda ed istituto di credito: ogni impresa, per poter consentire un’analisi congrua della propria istanza di affidamento, deve accompagnarla con dati di bilancio esaustivi e riportanti tutte le chiavi di lettura per una verifica puntuale dello scoring statistico, con una dimostrazione di regolare utilizzo del sistema del credito (Centrale Rischi), con una informativa sufficiente sull’andamento dell’esercizio in corso e le previsioni di chiusura dell’anno e con una nota più dettagliata possibile sull’esercizio successivo. Arrivati a questo punto può apparire lecito chiedersi il perché dell’intervento di una garanzia collaterale quando sembrerebbero già assolte tutte le necessità espresse dalla banca. E’ proprio in questo momento che appare più chiaramente il nuovo ruolo di Fidindustria. Un affidamento concesso ad un’azienda e garantito parzialmente da un sistema vigilato, consente alla banca un minor assorbimento di capitale da destinare a patrimonio, liberando risorse per effettuare nuove operazioni sul mercato del credito. Dal momento che la determinazione del pricing dell’affidamento è una funzione matematica che tiene conto di diversi parametri, tra i più im- perazione. In sostanza, l’utilizzo di Fidindustria, così come di ogni altro ente di garanzia ex art. 107, abbassa l’onere finanziario a carico del debitore favorendo inoltre la banca nel suo processo deliberativo. Questo è il vero nuovo significato dell’utilizzo di Fidindustria. Sono finiti i tempi nei quali la banca poteva modificare la propria posizione a favore di una richiesta di finanziamento da parte di un’azienda assistita dalla garanzia del vecchio Cobfidi Bologna, perché …”in fondo perdo solo il 50% di quanto erogo”. Oggi Fidindustria assolve un ruolo più importante, intervenendo al fianco dell’impresa nella determinazione Il servizio Credito e Finanza di Unindustria Bologna è a disposizione delle imprese, che possono rivolgersi a Paolo Parlangeli (a sinistra) e Stefano Guidotti (a destra) tel. 051/6317209 [email protected] [email protected] portanti dei quali appaiono proprio l’ammontare dell’accantonamento di risorse a patrimonio di garanzia e la cosiddetta LGD, ossia la perdita attesa in funzione di un eventuale default aziendale, l’intervento di un sistema di garanzia vigilato mitiga entrambi questi rischi producendo una sensibile riduzione del costo finale dell’o- dello strumento più idoneo e, se richiesto, nell’assistenza alla produzione del materiale prospettico di supporto da esibire all’istituto prescelto, il tutto per arrivare alla concessione dell’affidamento necessario al minor costo possibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 83 AD ERIDANIA ITALIA IL BEST TALENT AWARD 2011 DI UNINDUSTRIA NEWS unindustria Carlo Rossini Cristina Galli Marcello Pierdicchi 84 FARE Eridania Italia SpA si è aggiudicata il Best Talent Award 2011, il riconoscimento istituito da Unindustria Bologna in partnership con Six Seconds Italia, network internazionale che è leader mondiale nello sviluppo I vincitori del Best Talent Award 2011: Giorgio Giatti (Termal), Daniele Bragaglia (Eridania Italia), Andrea Marcellan (Faac) delle competenze sulle persone e le organizzazioni. Il premio, che è stato ritirato da Daniele Bragaglia, amministratore delegato di Eridania Italia, ha l’obiettivo di supportare le aziende nella mappatura dei loro specifici talenti, ed è stato attribuito secondo il metodo scientifico dell’Intelligenza Emotiva, della quale Six Seconds è accreditato nel mondo come il maggior network di studi e sviluppo. Al secondo e terzo posto si sono classificati Faac SpA e Termal Srl. La consegna dei riconoscimenti è avvenuta nel corso dell’incontro “Talenti, emozioni: valori di impresa” organizzato da Unindustria al Cenobio di San Vittore. “Il 61 per cento delle aziende bolognesi, da noi intervistate, ci ha detto che il talento dei propri collaboratori incide sulle loro performance - ha sottolineato Massimiliano Ghini, presidente di Six Seconds Italia - In altre parole, più il momento economico è complesso e più a fare la differenza sono le persone e la loro intelligenza emotiva, cioè la capacità di mettere insieme razionalità e creatività”. L’importanza dell’intelligenza emotiva è stata confermata dagli imprenditori. “Le emozioni sono un pre-requisito fondamentale per chi opera sui beni di consumo” ha affermato Angela Laganà, presidente del Settore Chimico di Unindustria Bologna. “Dalle intelligenze diffuse nelle nostre imprese” ha aggiunto Cristiano Cobianchi, presidente del Settore Terziario Innovativo “siamo in grado di elaborare i nostri prodotti e le nostre strategie per raggiungere i mercati”. MEDIA IMPRESA E SISTEMI PREMIANTI “Strategie Aziendali, sviluppo risorse umane e sistemi premianti”, è stato il tema del seminario organizzato nell’ambito del programma quadriennale della Media Impresa di Unindustria Bologna, facendo seguito all’assemblea della stessa Media Impresa su “Capitale Umano: da slo- Roberto Kerkoc news unindustria IL PREMIO “PAOLO MASCAGNI” DEDICATO ALLE IMPRESE CHE CRESCONO Fin dalla Sua scomparsa, Unindustria Bologna aveva deciso di ricordare Paolo Mascagni per quello che era: un imprenditore coraggioso, ed un testimone appassionato e convinto del ruolo dell’industria nello sviluppo del nostro territorio. E così è stato: l’Associazione ha voluto dedicargli un’iniziativa che sottolinea con convinzione tale ruolo delle imprese, e che si propone di valorizzare il loro grande lavoro anche in questa stagione di difficoltà. E’ nato così il “Premio Paolo Mascagni”, al quale Unindustria ha dato vita in partnership con il Resto del Carlino: un premio dedicato alle “imprese che crescono”. Il Premio si svilupperà attraverso la pubblicazione ogni settimana, sulle pagine del Resto del Carlino, di un articolo dedicato a un’azienda che presenti caratteristiche significative di “crescita”, sulla base di tanti possibili parametri: risultati economici, progetti di ricerca, innovazioni tecnologiche, riconoscimenti ufficiali, rilancio di marchi storici, ecc. Oltre alla pubblicazione degli articoli sul Carlino, inoltre, verrà impegnato anche il portale internet ilrestodelcarlino.it/bologna con la rielaborazione filmata della medesima intervista e la raccolta di tutte le interviste in un canale specifico. L’iniziativa si svolgerà nell’arco di un anno intero, da Novembre 2011 a Novembre 2012, e coinvolgerà circa 50 aziende. Tra queste verrà scelta la vincitrice, alla quale verrà assegnato il premio “Paolo Mascagni”. La scelta del vincitore avverrà attraverso il voto di una Giuria costituita da: i componenti il Consiglio Direttivo di Unindustria Bologna; rappresentanti de il Resto del Carlino; il prof. Emilio Ferrari, Pro-Rettore dell’Università di Bologna; e naturalmente l’arch. Elena Zacchiroli Mascagni la quale, insieme a tutta la famiglia, ha aderito immediatamente al progetto. La cerimonia di premiazione avrà luogo a Novembre 2012. Inoltre, con l’obiettivo di avvicinare i giovani ad una maggiore conoscenza della realtà del mondo del lavoro, il lavoro giornalistico del Resto del Carlino sarà supportato da un lavoro di documentazione sulle singole realtà aziendali, svolto da giovani stagisti, laureandi e neo-laureati. L’obiettivo dell’iniziativa è chiaro: Unindustria vuole sottolineare quante imprese, quanti diversi settori produttivi, quante specializzazioni nei prodotti e nelle lavorazioni più sofisticate, continuano a generare benessere e sviluppo per Bologna e per tutto il nostro territorio. Sarà un modo per ricordare come tante imprese, con decine di migliaia di collaboratori qualificati – in settori produttivi differenti, con dimensioni aziendali differenti, ma con problemi simili e soprattutto con la stessa tenacia e la stessa passione per il lavoro – stiano “tenendo” di fronte alle difficoltà dell’economia globale; stiano reinvestendo; stiano rilanciando per conservare a Bologna quello sviluppo creato nel corso di tanti decenni. Un modo per riscoprire realtà di grande significato per l’economia della nostra provincia e per le comunità di tutto il territorio, ma anche per toccare con mano quanta innovazione si fa quotidianamente nelle nostre imprese. E per ricordare, così, Paolo Mascagni e la sua ferma convinzione che Bologna non sarebbe la stessa senza le sue industrie (c.r.). © RIPRODUZIONE RISERVATA gan a vantaggio competitivo” svoltasi lo scorso aprile a Villa Guastavillani. Il programma quadriennale della Media Impresa di Unindustria Bologna - 273 aziende operanti soprattutto nei settori metalmeccanico (53,5%), chimico (8,4%) e dell’abbigliamento (6,2%), con quasi 28 mila dipendenti - è articolato in quattro moduli, uno per ogni anno, ciascuno con un’iniziativa diversa. Il 2011 è l’anno del capitale umano ed è dedicato in modo particolare ai sistemi premianti. “In questi anni – ha affermato Roberto Kerkoc vice presidente vicario di Unindustria Bologna e rappresentante della Media Impresa, aprendo il dibattito - le imprese sono chiama- te ad affrontare una trasformazione economica, sociale e culturale. Un percorso evolutivo nel quale l’intelligenza delle persone sarà sempre più indispensabile. Crescere, sviluppare idee, brevetti e capacità di gestire i tanti know how oggi indispensabili rappresenta uno degli obiettivi più complessi per ciascun imprenditore. FARE 85 CRISI ECONOMICA E MANOVRA: UN DOCUMENTO COMUNE DEL MONDO ECONOMICO BOLOGNESE Il mondo economico bolognese scende in campo unito contro la crisi e lancia un appello affinché la politica inverta subito la rotta. Facendo proprio il manifesto nazionale 'Per salvare l'Italia’ lanciato da Confindustria, Unindustria Bologna insieme a Agci, Cna, Confartigianato, Ascom, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop, hanno dato via ad una sottoscrizione tra gli imprenditori locali, nell’intento di declinare a livello locale il manifesto delle rispettive organizzazioni nazionali. Nella lettera inviata dalle organizzazioni economiche bolognesi ai propri associati, si sottolinea come la situazione del Paese sia critica e come le debolezze dell’Italia si sommino ad “una crisi economica globale che investe il vecchio mondo”. “Bologna – si legge nel documento inviato ai rappresentanti delle 42.300 aziende associate in cui trovano impiego 300mila persone, la metà della forza lavoro bolognese - pagherà il conto più salato di tutta la nazione: 79 milioni di euro, quasi 50 milioni di riduzione della spesa e più di 28 milioni di tagli ai trasferimenti”. Nel documento, che è stato presentato alla stampa nella sede di Via San Domenico, le forze economiche bolognesi hanno espresso tutto il loro disappunto per la manovra approvata dal Governo in ottobre e per le modalità con cui è stata decisa. “Questa manovra economica, condiziona tutti i passaggi che come territorio, dovremo fare. E ci duole rimarcare che non è stata concertata né con le parti sociali né con le articolazioni locali dello Stato. Concertazione che si sarebbe, al contrario, resa ancor più necessaria in un momento in cui siamo tutti chiamati a sforzi straordinari”. “Siamo ben consapevoli – prosegue la lettera - che le debolezze della politica italiana del tutto insufficiente, aggravano e non riducono i rischi anche in aree come la nostra realtà bolognese, che hanno tutti i punti di forza per reagire positivamente e per recuperare le opportunità competitive”. Negli ultimi mesi dal mondo imprenditoriali bolognese sono arrivati segnali di grande sofferenze e preoccupazione, per questo tutte le associazioni economiche della città hanno deciso di far sentire la loro voce. “Bisogna intervenire concretamente e rapidamente perché le azioni fin qui messe in campo risultano inadeguate. Riteniamo, senza generare allarmismi, che bisogna uscire da logiche di politiche superate, per passare a scelte concrete, visibili e tracciabili. In tal senso deve essere letto il nostro impegno”. Una ferma presa di posizione che non vuole essere un’invasione di campo. “Senza sostituirci alla politica, ma con la responsabilità di rappresentare l’economia di un territorio tra i più produttivi del paese, che rischia oggi di frantumare tutti i suoi valori, economici e sociali, sentiamo la necessità di un’azione comune e di un sostanziale cambio di metodo, per invertire la rotta”. © RIPRODUZIONE RISERVATA Tutto ciò rimanda – tra le altre cose – al ruolo degli strumenti attraverso i quali ottenere il coinvolgimento dei propri collaboratori. In gioco vi è non solo l’ottenimento di risultati migliori, ma anche la capacità di trattenere in azienda le risorse umane più qualificate e, naturalmente, la possibilità di attrarle” ALBERTO VACCHI VICE PRESIDENTE DI BOLOGNA FIERE Alberto Vacchi è stato eletto vice 86 FARE presidente di BolognaFiere, in carica fino al 2013. La nomina è avvenuta durante il primo cda presieduto da Duccio Campagnoli, eletto presiden- te di BolognaFiere lo scorso luglio. I neo vicepresidenti (assieme a Vacchi vi sono Enrico Postacchini e Marco Minella, leader rispettivamente di Ascom e Camst) ”sono tutti nomi di grande autorevolezza - ha commentato Campagnoli al termine del board - e permetteranno alla Fiera di sviluppare ulteriori sinergie con la città". Oltre al rapporto con il capoluogo emiliano, sono due gli obiettivi su cui si concentrerà il lavoro del management: "Rendere la Fiera di Bologna – ha detto il presidente di BolognaFiere - l'expo di riferimento per l'innovazione industriale e dare il via alla riqualificazione dell'intero quartiere fieristico". “La Fiera è un news unindustria asset fondamentale per il territorio ha sottolineato il presidente di Unindustria Bologna, Alberto Vacchi - dal mondo industriale ci sarà una piena partecipazione al suo progetto di rilancio nazionale e internazionale". ALL’UNIVERSITA’ L’ESPERIENZA DI IS BOLOGNA Le esperienze bolognesi in materia di aggregazioni e di reti d’impresa continuano a fare scuola all’università. Questa volta è stata IS Bologna, la prima aggregazione promossa da Unindustria Bologna fin dal 2009 tra imprese della subfornitura meccanica, ad essere oggetto di studio del corso di Diritto Commerciale Inter- E’ NATA PLUBO, NUOVA AGGREGAZIONE DI CINQUE PICCOLE IMPRESE DELLO STAMPAGGIO Si chiama Plubo (Plastic Union Bologna) ed è l’aggregazione di cinque piccole imprese, fino ad oggi concorrenti fra loro, tutte operanti nello stampaggio di materie plastiche, uno dei settori chiave della subfornitura per l’industria meccanica. L’iniziativa è nata all’interno del Settore Metalmeccanico di Unindustria Bologna. Le aziende che fanno parte dell’aggregazione sviluppano complessivamente un fatturato di 6,5 milioni di euro, con 40 dipendenti ed un parco macchine di oltre 80 presse. Sono: Donati Sandro Srl di Cadriano (stampaggio ad iniezione di termoplastici per conto terzi), Manuzzi & C. Snc di Funo (stampaggio ad iniezione di termoplastici; costruzione di stampi; articoli tecAlessandro Furini nici per edilizia, automotive, elettronica, intrattenimento), Ompa Srl di Bologna (stampaggio ad iniezione di materiali termoplastici), Plastifur Srl di Castelmaggiore (stampaggio di materie plastiche; costruzione di stampi; prototipazione; reverse engineering; serigrafia; saldatura ad ultrasuoni; assemblaggi), Vifermeca Srl di Osteria Grande (costruzione di stampi e stampaggio di materie plastiche; lavorazioni meccaniche; reverse engineering; confezionamenti ed assemblaggi). “Lo stampaggio plastico – spiega Alessandro Furini, titolare della Plastifur e leader di Plubo – è un settore difficile: la piccola dimensione delle aziende è ancora molto frequente, ed è particolarmente complesso unirsi, data la stretta dipendenza che spesso vi è già tra il singolo subfornitore e il suo committente. Nel caso di Plubo, però, ci sono cinque imprenditori che hanno deciso di avviare un percorso importante: l’obiettivo è innanzitutto l’ottimizzazione dei costi aziendali, ma anche progetti comuni di formazione, collaborazione col mondo della scuola, ecc. Finora non eravamo complementari fra di noi, bensì concorrenti. Ma il nostro spirito è: l’unione fa la forza”. © RIPRODUZIONE RISERVATA Stefano Sarti, presidente di IS Bologna, nel suo intervento agli studenti del corso di Diritto Commerciale Internazionale della Facoltà di Economia nazionale della Facoltà di Economia dell’Alma Mater. Ospite del corso coordinato dal prof. Cosimo Sasso è stato Stefano Sarti, nella sua veste di presidente di IS Bologna, che ha illustrato agli stu- denti la costituzione e gli sviluppi dell’aggregazione costituita due anni orsono. IS Bologna, ha ricordato, è un’aggregazione di piccole e medie imprese metalmeccaniche della stessa filiera, tra di loro complementari, che si sono proposte di presentarsi sul mercato, in particolare quello internazionale, come un unico interlocutore in grado di offrire ai clienti alti standard di qualità, tratto distintivo della subfornitura metalmeccanica bolognese. Sottolineando appunto la vocazione internazionale dell’aggregazione, che porta con sé tutte le competenze della filiera così come ognuna delle imprese che ne fanno parte, Sarti ha portato agli studenti la sua testimonianza sull’esperienza di questi anni, soffermandosi in particolare sulla partecipazione comune a numerose Fiere e manifestazioni internazionali, dalla Svezia alla Francia alla Svizzera, e la creazione di reti di vendita con agenti in Germania, Svizzera, Francia, Regno Unito. FARE 87 IN VISITA ALLA CALZONI ED ALLA LAMBORGHINI Dalla teoria alla pratica, i concetti di lean manufacturing applicati in fabbrica. Prosegue il percorso dedicato all’innovazione di prodotto e di processo ideato dal Settore Metalmec- Gli imprenditori del Settore Metalmeccanico alla Calzoni canico di Unindustria Bologna che prevede la visita degli stabilimenti di aziende che applicando con successo la teoria lean, hanno aumentato l’efficienza e l’efficacia dei propri processi produttivi e logistici. Dopo la teoria delle accademie con Porsche e la visita alla Magneti Marelli Powertrain, il “walking tour” delle imprese metalmeccaniche bolognesi è proseguito con la visita agli stabilimenti della Calzoni e della Lamborghini. FRANCESCO BERTOLINI NELLA GIUNTA DI FEDERCHIMICA Francesco Bertolini, amministratore unico della Bertolini SpA di Bologna e presidente ed amministratore delegato di Caffaro Industrie SpA, è entrato a far parte della Giunta di Federchimica, la Federazione nazionale dell’industria chimica, aderente a Confindustria. Bolognese, 56 anni, 88 FARE Bertolini è entrato giovanissimo nell’azienda di famiglia, all’interno della quale ha percorso tutta la propria carriera professionale. Nata 55 anni orsono, Bertolini Group si presenta oggi come un gruppo articolato con una rete di sedi e stabilimenti in tutto il nord Italia. Bertolini divide le sue attività tramite due finanziarie: Bertolini Finanziaria SpA e Caffaro Finanziaria SpA. La commercializzazione, primaria attività del gruppo, è nata con la chimica di base e oggi è affiancata dall'attività di distribuzione di vari tipi polimeri e di produzione di compound in pvc su 2 stabilimenti, a Ravenna e Parma. Diverse Francesco Bertolini sono poi le partecipazioni in società chimiche di trading e distribuzione di prodotti chimici. Il Gruppo dispone di 6 stabilimenti su tutto il territorio nazionale. Il fatturato aggregato delle società del Gruppo raggiungerà nel 2011 i 300 milioni di Euro, con circa 300 dipendenti. L’ingresso di Bertolini nella Giunta di Federchimica accresce la voce e il ruolo delle imprese chimiche del territorio bolognese all’interno del sistema nazio- nale, e conferma altresì la costante presenza di Unindustria Bologna nel sistema confederale. LE IMPRESE DI RACE BO PREVEDONO PER IL 2012 UN + 40% SUL 2010 Sulla base dei contatti avviati, e degli ordinativi già acquisiti per il prossimo anno, le imprese di RaceBo, il primo “Contratto di Rete” costituito in Italia tra aziende manifatturiere nel 2009 e promosso da Unindustria Bologna, prevedono nel 2012, nonostante la crisi, un incremento medio di fatturato di oltre il 40% rispetto al 2010. Questo il bilancio dopo il successo all’EICMA di Milano, l’Esposizione internazionale del ciclo e motociclo. Le imprese di RaceBo, sostenute da Carisbo, si sono presentate alla più importante rassegna mondiale del settore insieme, con un unico stand di oltre 150 mq., e hanno raccolto un significativo risultato non solamente in termini di visitatori, ma soprattutto di contatti con i grandi produttori internazionali. “RaceBo costituisce oramai una filiera sempre più integrata per forniture complete di prodotti finiti.” commenta Florenzo Vanzetto, Presidente di RaceBo e della VRM di Zola Predosa “Riuniamo dai trattamenti dei metalli alle fusioni in leghe leggere, dalle lavorazioni meccaniche di precisione alla carpenteria metallica, dalla componentistica per telai e motori alla verniciatura. Ed anche le banche stanno dimostrando interesse nei nostri confronti, come dimostra news unindustria il supporto che ci sta dando Carisbo”. “Ma soprattutto” aggiunge Vanzetto “ci proponiamo come una realtà completamente diversa rispetto al momento della nascita. Oggi RaceBo è molto più amalgamata al proprio interno, in questi momenti di crisi le aziende più grandi hanno sostenuto i più piccoli, i rapporti di fiducia reciproca si sono decisamente rafforzati: ed è questa la caratteristica che i clienti apprezzano di più. Ecco perchè mi sento di suggerire anche ad altri il percorso del Contratto di Rete, naturalmente studiandolo con attenzione e soprattutto facendosi supportare molto dalla nostra associazione, Unindustria Bologna, senza il cui supporto non avremmo mai iniziato questo cammino”. Come è noto, il Contratto di Rete è un nuovo strumento di aggregazione tra imprese che la legislazione italiana prevede dal 2009: esso viene stipu- lato tra due o più imprenditori che vogliano esercitare attività economiche in comune per accrescere la loro capacità innovativa e la competitività sui mercati, ed assume rilevanza anche sul piano civilistico. Costituita inizialmente da 11 piccole e medie imprese, tutte subfornitrici delle case dell’automotive ed operanti nei diversi comparti della meccanica (2 A Pulitura Metalli; Cav. Leo Balestri; Fonderia Scacchetti Leghe Leggere; FXT ; Icos di Leonelli Marino; Rabbi Sergio & C. Costruzione Ingranaggi; S.A.I.FRA; Rifimpress; Siderit; Verniciatura Bolognese; VRM), RaceBo oggi si compone di 13 aziende. Sono entrate a farne parte anche S.M. Srl (stampaggio) di San Giovanni in Persiceto (Bo) e Forgialluminio Srl (stampati a caldo in leghe di alluminio) di Pedavena (Belluno). STRUMENTI FINANZIARI DI CARISBO A SUPPORTO DELLE RETI D’IMPRESA RaceBo, ReteIct, Artù Bologna e Plubo sono le quattro reti d’impresa promosse da Unindustria Bologna che vedono l’intervento di Carisbo con supporti specialistici e strumenti finanziari ad hoc. Su RaceBo (il primo "contratto di rete” stipulato in Italia tra aziende manifatturiere, costituito da piccole e medie imprese subfornitrici del settore automotive) Carisbo è intervenuta con un supporto finanziario per progetti strategici di innovazione e ricerca, a cui partecipa il Servizio internazionalizzazione di Intesa Sanpaolo, presente in oltre 40 Paesi, per la penetrazione commerciale all’estero e lo smobilizzo dei crediti export e nazionali. Con ReteIct (network di aziende BANCHE E IMPRESE A CONFRONTO: UN CICLO DI INCONTRI NELLE AZIENDE In autunno Unindustria Bologna ha organizzato un ciclo di incontri per mettere a confronto banche e aziende del territorio e esaminare i punti deboli nel rapporto tra mondo produttivo e sistema di credito. Gli incontri si sono tenuti in aziende di tutta la provincia, nei quali gli imprenditori di Unindustria hanno discusso con esperti delle principali banche del territorio le problematiche finanziarie più preoccupanti di questo momento. Tra queste, il perdurare della tensione sul credito, l'inasprimento delle condizioni economiche praticate dagli istituti ai clienti, le novità introdotte da Basilea 3, l'importanza della Centrale Rischi bancaria. Il “tour” di Unindustria Bologna ha visto ogni volta la presenza di una banca diversa. “Per le nostre aziende, l’attenzione nella gestione del rapporto con la banca è diventata oggi più che mai una priorità: penso soprattutto al rating, ai vincoli e ai nuovi balzelli che Basilea 3 ci imporrà. – ha detto Daniele Salati Chiodini, vice presidente di Unindustria Bologna con delega al credito e alle politiche fiscali – Il timore è che la tensione finanziaria e l’inasprimento delle condizioni economiche non facilitino il nostro dialogo con gli istituti bancari, indipendentemente dalla dimensione di ciascuno e dalla nostra credibilità di imprenditori”. “Per questo – ha poi sottolinato Daniele Salati Chiodini – abbiamo ritenuto fondamentale un’azione che coinvolga tutte le aziende del territorio. Vogliamo confrontarci con il mondo del credito su tutti i principali campanelli di allarme a cui destare attenzione, senza trascurarne nessuno”. Il ciclo degli incontri si è concluso alla fine di novembre. © RIPRODUZIONE RISERVATA FARE 89 UNIMPIEGO BOLOGNA PER FACILITARE L’INCONTRO FRA DOMANDA E OFFERTA DI LAVORO Unimpiego Bologna è la società di intermediazione tra domanda ed offerta di lavoro del sistema Confindustria che offre un servizio di ricerca e selezione del personale. Autorizzata dal Ministero del Lavoro, propone un servizio diretto a soddisfare le esigenze delle aziende che ricercano personale; e di conseguenza fornisce concrete opportunità di inserimento lavorativo a chi cerca lavoro. Coordinata da Nicoletta Grosso, l’attività di Unimpiego è svolta nella sede di Unindustria Bologna, che è anche il centro di acquisizione dati e di erogazione servizi, collegata e parte integrante del network nazionale Confindustria. Sempre con l’obiettivo di facilitare l’incontro fra domanda e offerta di lavoro, Unimpiego Bologna si rivolge ad ogni datore di lavoro associato a Unindustria ed interessato ad una ricerca di personale, e si basa sia sull’analisi tecnico-professionale della posizione lavorativa richiesta che sulla ricerca, su misura e in modo riservato, di candidature idonee. Il servizio si estende ad ogni fabbisogno professionale e a qualsiasi livello di impiego: dai tirocini/stage di primo inserimento al personale direttivo e dirigenziale; dalle professionalità tecniche intermedie ai lavoratori disoccupati e in mobilità, ai lavoratori disabili iscritti alle liste di cui alla legge 68/1999. E’inoltre prevista la consulenza tecnica sulle opportunità offerte dalla normativa, legale o contrattuale, per ottimizzare l’inserimento in azienda dei soggetti preposti, scegliendo la miglior tipologia di rapporto professionale. La ricerca dei profili viene effettuata con un duplice sistema: 1) l’analisi nella banca dati di UnimUnimpiego Bologna è a disposizione delle piego Bologna; 2) la pubblicazione di annunci con riferimento numerico. Peraltro, Unimpiego imprese, che possono rivolgersi a NicoBologna valuta ai fini occupazionali, i candidati di ambo i sessi (legge 903/1977) che intendano letta Grosso [email protected] proporsi sul mercato del lavoro, per qualunque tipologia di occupazione e qualsiasi livello di tel.051/6317227 impiego. Per inserire la candidatura nella banca dati di Unimpiego, infatti, occorre compilare un curriculum on line oppure inviare una e-mail o un fax. L’inserimento sarà oggetto di valutazione per essere contattati nella sede di Unindustria Bologna per tutte le ricerche di personale che risultino compatibili con i propri dati personali e professionali e convocati per una valutazione mirata. © RIPRODUZIONE RISERVATA operanti nel settore dell'Information and Communication Technology per promuovere l'interscambio di prodotti e servizi tra le imprese aderenti, al fine di aumentarne le potenzialità competitive e le capacità commerciali con un più ampio portafoglio di offerta) Carisbo sta condividendo invece un progetto di partnership a sostegno di innovazione e internazionalizzazione. Quanto ad Artù Bologna (il Club 90 FARE di Prodotto promosso dal Settore turismo, cultura, sport e wellness di Unindustria Bologna, che riunisce aziende che intendono valorizzare e promuovere insieme l'offerta turistica di Bologna, proponendosi ai visitatori con una immagine unitaria) Carisbo mette a disposizione delle strutture alberghiere della rete un check-up gratuito per definire il merito creditizio e il supporto finanziario.Per Plubo infine (aggregazione di cinque piccole imprese dello stampaggio di materie plastiche, di cui si parla già a pag. 87 di questo numero di FARE) Carisbo sta predisponendo un percorso facilitato per le necessità di capitale circolante. “Il fatto che la capacità di aggregazione e l’appartenenza alla rete diventino un fattore premiante anche per il merito creditizio, ci conferma che abbiamo visto giusto” dichiara Daniele Salati Chiodini, vice presidente CINQUANTA AD E MANAGER A BOSTON CON COFIMP PER STUDIARE L’INNOVAZIONE MADE IN USA Una settimana di formazione a Boston per confrontarsi con operatori economici internazionali, businessman e professori universitari di una delle più interessanti aree di sviluppo e di innovazione a livello mondiale e di elaborazione delle nuove linee evolutive del pensiero manageriale. Protagonista di questo “visiting tour” negli USA è stato un selezionato gruppo di 52 tra amministratori delegati e manager nell’ambito del progetto “Management in change 2011” promosso da Cofimp, la società di formazione di Unindustria Bologna, che ha trovato la collaborazione anche delle scuole di formazione di Confindustria Modena (Nuova Didactica), Confindustria Padova (Forema) e Confindustria Ceramica (Cerform). La missione organizzata da Cofimp prevedeva un programma di incontri, seminari e workhshop oltreoceano dedicato alla conoscenDue momenti del ‘visiting tour’ dei ma- za di esperienze di innovazione, sviluppo del territorio, start up in vari settori, ed ha offerto ai nager italiani a Boston. Nella foto a de- partecipanti spunti ed esempi di innovazione sostenibile ai quali ispirarsi nella propria realtà. Il stra sono in visita alla State House, insieme al Vice Governatore del Massachusetts tour ha previsto tra l’altro: la visita a scuole di management di primissimo piano quali Harvard University, MIT, Babson College, Olin College of Engineering/Innovation; workshop in centri di ricerca e innovazione d’avanguardia (IBM Innovation Center, Cambridge Innovation Center e Boston Innovation District); case study di start up di nuove attività caratterizzate dall’innovazione declinata in tutte le sue forme e appartenenti a settori molto diversi (dalla robotica al biomedicale, dalla ristorazione collettiva ai servizi sportivi); lezioni di livello universitario, testimonianze e incontri, tra cui uno con l’Associazione degli imprenditori del Massachusetts e con il console generale italiano Giuseppe Pastorelli. Più in generale il programma di formazione “Management in change” di Cofimp, finanziato da Fondirigenti, ha per obiettivo quello di aiutare dirigenti e manager ad interpretare il loro ruolo in modo adeguato ai nuovi contesti, pur mantenendo un costante riferimento alle caratteristiche delle imprese operanti sul territorio. “Di fronte alla crisi di questi anni risulta più che mai evidente che si vince solo innovando; perciò è fondamentale confrontarsi su questo piano con le best practice del mercato globale – commenta Sandra Samoggia, consigliere delegato alla Formazione e Università di Unindustria Bologna – Il programma ‘Management in change’ e la collegata missione a Boston vanno in questa direzione ed è significativo che vi abbiano partecipato imprenditori ed associazioni territoriali diverse, a dimostrazione di come sia importante riuscire a fare sistema su temi strategici come l’innovazione e la cultura d’impresa”. © RIPRODUZIONE RISERVATA di Unindustria Bologna con delega al credito e alle politiche fiscali. “Carisbo favorisce da sempre i processi di aggregazione delle imprese – aggiunge Giuseppe Pallotta, direttore generale di Carisbo – ed è oggi tra le prime banche in grado di supportare concretamente la costituzione e l’avvio dei Contratti di rete d’impresa con servizi finanziari e di consulenza dedicati”. 92 FARE UN PROGETTO PER LA SUBFORNITURA Un progetto di internazionalizzazione per il settore della subfornitura meccanica. Lo ha sviluppato Unindustria Bologna in collaborazione con la Camera di Commercio di Bologna con l’obbiettivo di individuare potenziali committenti in Germania, Svizzera Svezia e Finlandia, con i quali le aziende bolognesi potranno sviluppare relazioni commerciali. Il progetto è stato presentato nel corso di un convegno svoltosi presso la Camera di Commercio di Bologna al quale è intervenuto tra gli altri Stefano Sarti, vice presidente del Settore Metalmeccanico di Unindustria. Il progetto si rivolge in particolare alle imprese di piccole e medie dimensioni e alle aggregazioni di queste che operano nei seguenti settori: lavorazioni meccaniche di precisione, realizzazione di prototipi, tornitura, fresatura, lavorazioni della lamiera, saldatura e pulitura dei metalli, trattamenti delle superfici, carpenteria metallica, realizzazione di impianti elettromeccanici, elettronica, stampaggio, verniciatura, fusioni e fonderia. Tre le fasi in cui si articola il progetto. Nella prima si procederà alla raccolta delle manifestazioni di interesse delle aziende bolognesi e delle relative necessità. Il secondo step è quello dell’individuazione dei potenziali committenti esteri e della realizzazione di un data base. La terza fase, infine, prevede l’organizzazione di una missione incoming di un gruppo selezionato di committenti esteri. I VANTAGGI DELL’ESPORTATORE AUTORIZZATO Nella sede di via San Domenico di Unindustria Bologna si è svolto l’incontro di approfondimento dal titolo “Status di esportatore autorizzato: procedure e vantaggi”. Il workshop è stato organizzato da Unindustria in collaborazione con la Direzione interregionale Emilia-Romagna e Marche dell’Agenzia delle Dogane che è l’ente competente per il rilascio alle imprese del territorio dello status di ‘esportatore autorizzato’. L’incontro è servito per fare luce sulle procedure per l’ottenimento dello status, ed i vantaggi che questo porta alle aziende. Il recente accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e la Corea del Sud ha suscitato molto interesse tra le imprese verso la figura dell’esportatore autorizzato. L’accordo con la Corea, infatti, si differenzia dagli altri accordi di libero scambio stipulati dall’UE con altri Paesi (ad esempio Svizzera, Messico, Sudafrica, Paesi del Mediterraneo) in quanto il protocollo sulle regole di origine prevede la dichiarazione su fattura come l’unica modalità per attestare l’origine preferenziale dei prodotti. Non è previsto il rilascio del certificato di circolazione EUR1. La dichiarazione di origine, per la maggioranza degli accordi, può essere apposta da qualsiasi esportatore per fatture di importo fino a 6mila euro, mentre per fatture di importo superiore esclusivamente da operatori che abbiano ottenuto dall’Agenzia delle Dogane lo status di “esportatore autorizzato”, che dovranno riportare il numero di autorizzazione all’interno della dichiarazione. PER COMMERCIALIZZARE IN FRANCIA E IN GERMANIA La Germania e la Francia restano i principali paesi di sbocco del Made in Italy. Lo dice il Rapporto 2011 sul “Commercio estero e attività internazionali delle imprese” realizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico, in collaborazione con l’Istat, che ha evidenziato come le esportazioni italiane sono cresciute nel 2010 del 15,8% e del 18% nei primi cinque mesi del 2011. Partendo da questi dati e per fornire suggerimenti pratici per commercializzare in Francia e Germania, Unindustria Bologna ha organizzato il convegno “Francia e Germania: vendita, acquisto, agenzia”. Nell’incontro sono stati approfonditi alcuni aspetti legali e contrattuali a cui le aziende devono fare attenzione. Tra i temi affrontati, quelli della documentazione, delle condizioni generali, della garanzia, delle riserva di proprietà per l’acquisto e la vendita. Si è parlato anche della disciplina e particolarità dei contratti di agenzia, VRP in Francia, indennità di fine rapporto. Dell’applicazione delle convenzioni internazionali e delle altre tipologie di rapporti contrattuali per la promozione e la vendita di prodotti in Francia e Germania. IL MODELLO 770 Unindustria Bologna ha organizzato l’incontro “Le novità del Modello 770/2011” con lo scopo di fornire un’utile guida per la compilazione e la trasmissione del modello semplificato e del modello ordinario relativi all’anno 2011, dopo le modifiche legislative. Relatori dell’incontro - coordinato da Enza Lupardi, responsabile dell’area Fisco e diritto d’impresa di Unindustria - il consulente del lavoro Nevio Bianchi e il commercialista Marcello Margotto. FARE 93 LAVORO DIPENDENTE ALL’ESTERO E NORMATIVA CINESE Unindustria Bologna ha organizzato l’incontro di approfondimento dal titolo “Lavoro dipendente all’estero: aggiornamenti normativi italiani e focus sulla normativa cinese”. Tre i temi affrontati nel workshop dagli esperti dello Studio Pirola. Il primo è stato quello degli incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia. Il secondo quello del trattamento tributario del Tfr maturato in relazione a periodi di lavoro svolti all'estero. Il terzo tema ha riguardato più direttamente la normativa cinese. Sono state illustrate le novità fiscali in Cina per gli investitori Italiani, e la gestione degli espatriati. Le modifiche delle aliquote fiscali in Cina per persone fisiche e le implicazioni in merito alla possibilità di applicazione dell'art. 15 del trattato contro le doppie imposizioni. NUOVE NORME SULLE ETICHETTATURE “Nuove normative sulle etichettature e agenti cancerogeni”. E’ il titolo del seminario che Unindustria ha organizzato in collaborazione con l’Ordine dei Chimici di Bologna e Ravenna nell’ambito delle attività dell’Osservatorio per la prevenzione negli ambienti di lavoro. Tra i temi affrontati quelli del nuovo quadro regolamentare europeo in termini di salute sicurezza e ambiente; delle 94 FARE recenti novità in tema di sicurezza prodotti e dei nuovi regolamenti europei sugli impatti sulla valutazione e gestione del rischio chimico aziendale, sulle problematiche aperte nella valutazione del rischio cancerogeno e mutageno. TUTELA DELLA PRIVACY La tutela della privacy dopo la recente riforma della disciplina relativa ai trattamenti di dati personali e conseguenti benefici per le imprese. Il tema è stato al centro di un seminario organizzato da Unindustria Bologna in collaborazione con la società di consulenza Gruppo Imperiali. L’incontro è servito per approfondire i principi ispiratori e gli obiettivi della riforma e per discutere con le aziende degli attuali adempimenti che le riguardano. UNA “DUE GIORNI” DELLA PICCOLA INDUSTRIA Due giornate consecutive e due momenti di confronto e dibattito per affrontare argomenti di grande interesse per le piccole imprese. Unindustria Bologna in collaborazione con Federmeccanica e con la rivista "L'Imprenditore", ha organizzato “La due giorni della Piccola Industria”. La sede di via San Domenico ha ospitato un doppio seminario per illustrare gli scenari economici e le scelte strategiche che le nostre piccole aziende si trovano a dover affrontare. All’iniziativa ha partecipato Vincenzo Boccia, presidente della Piccola Industria di Confindustria, che ha chiuso con il suo intervento i due incontri. Tra i relatori di entrambe le giornate Massimo Cavazza, rappresentante della Piccola Industria di Unindustria. Il primo seminario dal titolo "L'agenda della ripresa - Per cambiare e costruire il futuro" è stato promosso insieme alla rivista "L'Imprenditore", organo della Piccola Industria di Confindustria. Il secondo convegno dal titolo “Perché le piccole imprese non possono crescere” è stato organizzato dal Comitato piccola industria di Federmeccanica e da Adapt (Associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e le relazioni industriali), con la partecipazione dei vertici della stessa Federmeccanica, dei rappresentanti dei sindacati e del giornalista ed economista Oscar Giannino. INCONTRO COL SINDACO MEROLA PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE ROVERI Avvio del tavolo di lavoro per la riqualificazione della zona industriale Roveri in autunno e conferma dello stop al trasferimento nell’area del Centro sociale “Ex Lazzaretto”. Sono gli impegni presi dal Sindaco Virginio Merola nell’incontro avuto con il Consorzio Roveri e le associazioni imprenditoriali Cna, Confartigianato e Unindustria. “E’ stato un in- contro molto positivo – ha spiegato Gastone Boldri, Presidente del Consorzio Roveri – Abbiamo presentato al Sindaco una serie di proposte per rispondere alle esigenze delle imprese che lavorano nella zona e dei cittadini che vi abitano. La zona Roveri è uno dei distretti industriali più importanti nella nostra regione, è tempo che si proceda finalmente ad un suo rilancio e ad una sua riqualificazione, come stiamo chiedendo da tempo. Il Sindaco ha mostrato disponibilità e aspettiamo con fiducia l’avvio del tavolo di lavoro”. Sono stati numerosi i punti discussi nell’incontro di Palazzo d’Accursio. Le imprese e le loro Associazioni hanno ribadito la loro contrarietà alla concessione dell’area Ex Livello 57 al Centro sociale Ex Lazzaretto per l’incompatibilità delle attività del centro sociale col tessuto operativo esistente. Ma il tema del centro sociale non è stato l’unico sollevato dalle imprese e dalle loro associazioni. Al sindaco è stato richiesto di ridiscutere la tassa sui passi carrai e del cambio di destinazione d’uso e frazionamento degli immobili, che determina oneri insostenibili per le aziende e la conseguente inutilizzazione di edifici potenzialmente destinabili a diverse attività produttive. Nella riunione sono emerse anche problematiche legate alla viabilità (strade in pessime condizioni, lamentano gli imprenditori; segnaletica rovinata o mancante), ma anche alla raccolta differenziata dei rifiuti, e alla sicurezza. CONVENZIONE CON ALITALIA Una nuova convenzione tra Alitalia e Unindustria. L’associazione degli industriali bolognesi ha sottoscritto un accordo di collaborazione con la compagnia area italiana che permette agli associati di Unindustria di poter usufruire di sconti fino al 20% sulle tratte maggiormente utilizzate dagli associati: Pechino, Boston, Miami, New York, Toronto, San Paolo, Rio de Janeiro, Buenos Aires, Caracas. Il listino tariffario prevede sconti in Classe Magnifica (la business class intercontinentale di Alitalia) ed in Classica Plus, la classe economica “premium” disponibile sui nuovi aeromobili Airbus A330. Le tariffe si intendono di andata e ritorno, con partenza dall’aeroporto di Bologna, via Roma Fiumicino, al netto di tasse e supplementi vari. Le tariffe sono soggette a variazioni e a disponibilità al momento della prenotazione. Gli sconti tariffari previsti sono applicabili unicamente sui voli di linea del Gruppo Alitalia. Per accedere alle tariffe è necessario rivolgersi alle agenzie di viaggio autorizzate, specificando che si tratta della tariffa associati Unione Industriali di Bologna. L’accordo ha validità fino al 31 marzo 2012. FIAIP A CONVEGNO SU MEDIAZIONE E ARBITRATO Cosa succede quando nasce un contenzioso tra un agente immobiliare e un proprio cliente in merito alla compravendita di un immobile? Ci si rivolge alla magistratura ordinaria o ci sono altre vie meno lunghe e incerte? Per rispondere a queste domande il Collegio regionale della Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) FARE 95 dell’Emilia Romagna ha organizzato una giornata di studio e approfondimento professionale dal titolo: “Mediazione, Arbitrato e Conciliazione: validi strumenti per la risoluzione preventiva delle controversie”. Obiettivo dell’incontro di studio è stato quello di approfondire il nuovo istituto della mediazione nelle controversie nel campo immobiliare. Altra finalità della giornata di studio è stata quella di fornire informazioni sulla possibilità di accedere alla conciliazione e all’arbitrato tramite la Camera di Commercio, per evitare i lunghi tempi e le incertezze della giustizia ordinaria. E’ stato inoltre approfondito il tema delle clausole vessatorie nella modulistica utilizzata dagli agenti immobiliari con particolare riferimento al Codice del Consumo per l’accesso alla Mediazione e alla Conciliazione. L’EVOLUZIONE DEI SERVIZI PROFESSIONALI Il convegno dal titolo “L’evoluzione dei servizi professionali” ha aperto l’undicesima edizione del Meeting Nazionale Evoluzione dei Servizi Professionali della Consulenza organizzato da Acef (Associazione culturale economia e finanza) in collaborazione con Unindustria Bologna e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna. Il programma dell’incontro, svoltosi nella sede di via San Domenico, ha visto alternarsi interventi di esperti di organizzazione, comunicazione ed innovazione per il settore dei pro- 96 FARE fessionisti ed autorevoli osservatori esterni. Il Meeting è un appuntamento annuale di aggiornamento professionale e di confronto per i titolari di studio che vogliano migliorare la propria organizzazione, rivedere le proprie strategie e potenziare i servizi dedicati ai clienti. Quella di Bologna è stata la prima delle dieci giornate del Meeting dedicato ai professionisti, che quest’anno, per la prima volta ha fatto tappa a Milano e Roma oltre che nel capoluogo emiliano. DA EICON E COMUNE DI CASALECCHIO IL PROGETTO PER LA PRIMA COMUNITA’ SOLARE L’Amministrazione comunale di Casalecchio di Reno, in collaborazione con qualificati partner privati, ha scelto di indurre l’intera comunità casalecchiese a reindirizzare i consumi energetici verso l’utilizzo di fonti rinnovabili: in meno di 6 mesi sui tetti di scuole, piscine, palestre, edifici pubblici di Casalecchio di Reno verranno installati 655 kW di potenza prodotta dai pannelli fotovoltaici con l’obiettivo di contenere i consumi energetici e promuovere la “Comunità solare locale”, un innovativo sistema integrato di gestione dell’energia aperto a tutti i cittadini. Il progetto è partito mesi addietro, quando Eicon, consorzio per l’energia di Unindustria Bologna, che è struttura di riferimento del Comune di Casalecchio per gli aspetti energetici, ha ricevuto dall’Amministrazione l’incarico di stilare una mappa molto precisa e dettagliata dei punti di fornitura di energia elettrica e delle caratteristiche delle coperture e attività dei singoli edifici. Questo ha permesso di fare una analisi approfondita di quali coperture fossero idonee per la realizzazione degli impianti fotovoltaici e delle potenzialità produttive di ognuno. Abbinando questi dati con l’incentivo del Conto Energia emanato dal Governo, si è potuto costruire il Piano economico finanziario che ha dato vita al progetto. Con questa analisi delle potenzialità, lo stesso Eicon ha affiancato l’Amministrazione comunale nella preparazione della gara per l’assegnazione ad un Concessionario della realizzazione degli impianti fotovoltaici sugli edifici comunali e la gestione delle utenze di energia elettrica del Comune. Vincitrice del bando per la concessione del servizio di gestione della produzione da fonte rinnovabile, dello scambio, del consumo e del risparmio dell’energia elettrica negli edifici di proprietà comunale è stata l’associazione temporanea di impresa composta da Effebi Costruzioni e Chiarini e Ferrari impianti tecnologici Srl. In sostanza, il Comune di Casalecchio ha esternalizzato la gestione energetica dei propri beni, ottenendo in cambio anche un ritorno economico. Infine, una parte dell’energia elettrica prodotta dagli impianti realizzati sugli edifici comunali verrà concessa alla Comunità Solare, che dovrà a sua volta creare opportunità di risparmio per le famiglie aderenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PONTE PER LA TUA ATTIVITÁ La prima app che trova con rapidità i migLiori cLienti per accrescere iL tuo business La prima app che contiene i dati principaLi deLLe aziende itaLiane con particoLare riferimento aL fatturato come funziona! attraverso una semplice ricerca è possibile avere tutto quello che serve per attivare contatti proficui, LocaLizzare i tuoi potenziaLi cLienti, e pianificare, tramite il crm integrato, La tua attività giornaLiera, razionalizzare risorse e risparmiare tempo e denaro in complesse interrogazioni sui database tradizionali. a chi si rivoLge! agenti, rappresentanti, aziende commerciali e non, che necessitano di questo strumento semplice ed economico che dia risultati immediati. a tutti coloro che ogni giorno sono alla ricerca di nuove opportunità di business o di partner per la propria attività. 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Partendo da questa cons...