SANTA FRANCESCA SAVERIO CABRINI
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SANTA FRANCESCA SAVERIO CABRINI CELESTE PATRONA DEGLI EMIGRANTI Si rimane completamente sbalorditi, attoniti, affascinati, leggendo la vita di questa piccola, gracile e fragile Santa. Ultima di ben tredici figli, Francesca Cabrini, nacque a Sant’Angelo Lodigiano il 15 Luglio 1850, da Agostino, suo padre e Stella Oldini, la madre. Alla nascita prematura, settimina, era così minuta che i genitori non pensavano potesse sopravvivere. La prese in cura la sorella maggiore Rosa, che la allevò con amore e la educò ad una rigorosa fede cristiana. Cresciuta come un fiorellino, Francesca, sino ai diciotto anni, studiò ad Arluno, nel collegio delle Suore del Sacro Cuore. Conseguito , nel 1868, il diploma di maestra, rientrò a casa sua. Nel giro di due anni perdette tutti e due i genitori. Insegnò per qualche anno a Vidardo, un paese vicino al suo. Chiese per ben due volte alle Suore di Arluno e alle Canossiane di Crema, di essere ammessa nei loro Istituti. Venne respinta per via della sua salute assai precaria. Il suo ideale era quello di diventare missionaria, per poter fare conoscere Gesù Cristo ai cinesi. Si trasferì a Codogno e aderì all’Ospizio della Provvidenza. Dopo circa sei anni, l’Istituto venne chiuso e Francesca, ormai trentenne, si rivolse al vescovo di Lodi. “Mi hanno detto che vuoi farti missionaria. Fallo tu un istituto missionario femminile”, le dice il presule. Detto fatto. “La Cecchina”, come la chiamavano, possiede l’energia che nessuno pensa. Trova un vecchio convento abbandonato a Codogno e dà inizio alle “Missionarie del Sacro Cuore di Gesù”. Diventa Madre Francesca Saverio Cabrini. Si dà ad un lavoro frenetico. In un incontro con il Papa Leone XIII, il Pontefice le dice : “Non all’Oriente, ma all’Occidente : la vostra vita sono gli Stati Uniti”. Con sveltezza, senza indugiare, Madre Francesca Saverio , il 23 Marzo 1889, salpa da Le Havre, su un transatlantico francese, per sbarcare a New York. Però, la sede che dovevano occupare lei e le sue suore, non era stata allestita. Il vescovo della città, Corrigan, le consiglia di rientrare in Italia. “Mai”, replica risoluta e tenace: “Sono qui per ordine della Santa Sede e qui devo restare”. Subito, senza scoraggiarsi, fonda scuole per i figli degli immigrati italiani. Organizza orfanotrofi, gira per le strade ad aiutare e confortare gli italiani della diaspora che vengono sfruttati e maltrattati. Tutto prende forma in un modo che sa di miracoloso. Arrivano anche donazioni e lasciti. Ritorna in Italia, per cercare aiuti e risorse. Riporta in America altre sette suore. Comincia la spola tra le Americhe e l’Europa. Esile, minuta e piccola, sorprende il mondo per l’energia che promana. Si spinge persino in Nicaragua, inaugurando collegi e case. Raggiunge l’Argentina e fonda nuove comunità. Attraversa l’Italia e l’America con disinvoltura e facilità, e come un reggino passa lo Stretto per raggiungere Messina. Percorre gli Stati Uniti dall’Atlantico al Pacifico, istituendo scuole, ospedali, case di riposo. A Chicago realizza un nuovo Colombus Hospital. La sua attività sbalordisce anche gli audaci. La chiamano “Suor moto perpetuo”. Nel 1901 riparte per l’ennesima volta da New York. Si ferma a Parigi, salta a Londra e rientra in Italia. La fatica, la vita movimentata la riducono in uno stato di debolezza pericolosa. Gli stessi medici la danno per spacciata. Invece si riprende ed affronta altri viaggi. Compie imprese che sanno di inaudito prodigio. In Europa, intanto, scoppia la 1° guerra mondiale : “L’inutile strage”. Madre Francesca Saverio soffre e piange. E in quella terra, stimata e consunta d’amore, muore nel Colombus Hospital di Chicago il 22 Dicembre 1917. Alla sua morte le sue fondazioni e le sue opere pie non si contavano più. Lasciò un impero. Nel 1926 le sue figlie, Suore del Sacro Cuore, approdarono persino in Cina, terra che aveva tanto desiderato conoscere. Nel 1948 arrivarono anche in Africa ed Australia. Nella sua vita tutto è stato fatto velocemente, con rapidità. Similmente, dopo solo ventun anni dalla sua morte, la Santa Chiesa cattolica elevava, sotto Pio XII, nel 1946, agli onori degli altari, la piccola, grande, generosa Francesca Saverio Cabrini. Lo stesso Pontefice nel 1950 la proclamava Celeste Patrona di tutti gli emigranti. Gianni Mangano
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