Nel Lodigiano sulle tracce di Madre Cabrini
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Nel Lodigiano sulle tracce di Madre Cabrini
II GIOVEDÌ 17 NOVEMBRE 2011 il Cittadino Sezione IN NOVEMBRE SI COMMEMORANO LA BEATIFICAZIONE DELLA GRANDE LODIGIANA E LA NASCITA DELLE FIGLIE DEL SACRO CUORE Nel Lodigiano sulle tracce di Madre Cabrini Tra Sant’Angelo e Codogno il ricordo e gli oggetti della patrona dei migranti U n mese nel segno del suo no me e della sua opera. Era il 14 novembre 1880 quando Madre Cabrini fondava a Codogno l’Istituto delle Missiona rie del Sacro Cuore di Gesù, men tre il 13 novembre 1938 veniva con cessa la beatificazione. Il primo passo di un cammino nel segno della luce e della solidarietà verso le genti, portato in tutto in tutto il mondo. Il presidio lodigiano di Co dogno, come la casa natale di San t’Angelo, oggi è anche un museo situato all’interno del “Centro di spiritualità Santa Francesca Ca brini”. Un complesso che la Santa acquistò da un proprietario di cal cestruzzi che all’interno ci teneva del materiale edile, ma che già conteneva delle tracce di quel futuro co me uno dei cen tri spirituali del Lodigiano. Fino al 1796, infatti, ospitava un con vento france scano fatto chiudere da Na poleone Bona parte. Dopo la creazione del l’istituto, quello di Codogno di venta un centro con edifici adi biti a orfanotro fio, scuole di la voro, ricamo, sartoria, scuola elementare, oratorio, a cui nel 1925 viene anche aggiunta una chiesa, il Tabor. È in quei g i o r n i d i n o vembre del 1938 che seguono la beatificazione di Madre Cabrini che viene allestita la prima raccolta di oggetti appartenenti alla Santa, ma la prima riorganizzazione di reliquie e testimo nianze materiali venne effettuata nel 1946 dopo la sua canonizzazione. Il contributo essenziale alla sua formulazione odierna è però degli anni Settanta quando viene trasferito a Codogno quasi tutto il ma teriale contenuto nella casa generalizia di Roma e vengono risistemati i settori che comprendono le parti originali della casa con la cameretta della San ta, il cenacolo dove istruiva le suore insieme agli og getti che facevano parte della sua vita. Nel 125esimo anniversario dalla fondazione dell’istituto, era il 2005, arriva la sistemazione definitiva con la rico struzione anche del salone antico dove viene siste mata una parte della raccolta di oggetti che testimo niano l’opera della santa. E il percorso che portò al la sua proclamazione a “celeste patrona di tutti gli emigranti” l’8 settembre 1950. Tra le attuali sezioni del museo, ci sono anche quelle che testimoniano i rapporti tra Madre Cabrini e il Lodigiano, con un percorso che va dal ricordo di alcune figure di sacer doti della zona che hanno influenzato la formazione e le scelte religiose della Santa, alla testimonianza fotografica dei fedeli alla cerimonia per la beatifica zione di Madre Cabrini nella piazza di Codogno. Rossella Mungiello La casa di Cechina racconta la sua vita P Un museo costruito nell'edificio dove la santa fondò il suo istituto A sinistra gli spazi di Codogno: dall’alto il cortile, lettere, la celletta e il bambin Gesù caro alla santa. A destra la casa natale a Sant’Angelo, il mantello usato sulle Ande, la cameretta e vari oggetti personali ercorrere i corridoi e trovare le tracce di una fede incrollabile, messa a servizio dei migranti in tutto il mondo. La casa natale di Santa Ma dre Cabrini a Sant’Angelo, nell’omonima via, è museo dal 7 luglio del 2009. Qui, però, da sempre so no custoditi ricordi e testimonianze fisiche del cam mino della Santa, che nacque tra queste mura il 15 luglio 1850. A restituire ai visitatori le tappe terrene della vita di Madre Cabrini sono gli ambienti in cui è cresciuta e in cui si è mossa tutta la sua famiglia e a cui l’associazione Famiglia Cabriniana “Una santa per amica”, nata nel 2000 su iniziativa di monsignor Carlo Ferrari, ha deciso di accostare ad alcuni pan nelli illustrativi che illustrano la storia della sua fa miglia attraverso lettere e documenti autentici. Tra i pezzi di vita legati al cammino della Santa anche le testimonianze dei sacerdoti che l’hanno accompa gnata nella preparazione religiosa degli anni giova nili, tra cui il parroco monsignor Bassano Dedè. Tra gli oggetti, che rimandano alla sua vita terrena, an che la panca in legno che riporta il nome del padre, usata dalla famiglia in basilica, una sedia apparte nuta a lei e una raccolta degli Annali per la propaga zione della fede che si solito leggeva in casa. A que sto primo spazio ne seguono altri, uno in cui sono raccolti oggetti d’artigianato che raccontano delle nazioni in cui operano le missionarie che lavorano nel suo nome e l’altro in cui è stata allestita una pic cola cappella in cui trovano dimora il quadro del Sa cro Cuore e le reliquia della Santa. Al piano di sopra ci sono altri tre spazi, tra cui la stanza che l’ha vista nascere il 15 luglio 1850. In questo luogo, ci sono la cassapanca usata per i libri e gli oggetti personali, una cattedra che molti attribuiscono alla scuola di Vidardo dove Santa Cabrini insegnò due anni prima di farsi suora, oltre ad una vetrina dove è possibile vedere da vicino un atlante, una squadra di legno, un calamaio, oltre ad alcuni lavori di ricamo esegui ti dalla sua mano. Tre le perle, la stanza dei viaggi missionari, con una mappa che racconta le rotte dei suoi viaggi e dei suoi spostamenti, il celebre mantel lo di lana alpaca che Madre Cabrini indossava per at traversare la Cordigliera delle An de, insieme ad altri oggetti da viag gio, come la borsa, il portamonete, le pantofole, il crocifisso e la coro na del rosario. Altre suggestioni arrivano dalla ricostruzione della sua camera da letto nell’istituto di Corso di Porta Romana a Milano, negli anni tra il 1902 al 1910, in cui viene conservata anche la sotto gonna che indossava nel giorno della sua morte. Dalla scala ester na si arriva nel cortile, dove, se condo la tradizione, un volo di co lombe annunciò la sua nascita. Tra le testimonianze, anche una car rellata di immagini della Sant’An gelo che ha festeggiato nel corso di questo secolo le opere della sua Santa, mentre il centro di docu mentazione cabriniano, progetto finanziato e curato dal Rotary Club Belgioioso – Sant’Angelo, continua la sua opera di raccolta di materia le di viaggio e di documenti che ri guardano avvenimenti legati al ri cordo di Madre Cabrini. R. M.
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