TITOLO : I Kouroi e Korai I Kouroi e Korai
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1P 120302_Schiassi_Kouroi e i Korai, Pagina 1 di 3 TITOLO : I Kouroi e Korai I Kouroi e Korai RIASSUNTO DELLA LEZIONE TIPO TWEET Twitter is an online social networking and microblogging service that enables its users to send and read textbased posts of up to 140 characters, informally known as "tweets"(=CINGUETTII), spazi inclusi >>Menù Strumenti > Conteggio parole RIASSUNTO DELLA LEZIONE TIPO MAIL = 7 righe dattiloscritte La cartella dattiloscritta è l'unità di misura dell'editoria. Una cartella equivale a una pagina di 30 righe x 60 colonne di testo >>> perciò 7 righe dattiloscritte equivalgono a … caratteri, spazi inclusi Sottotitolo (o DUBBI) + GLOSSARIO IMMAGINE + riferimento iconografico Spiegazione del prof. scritta in nero, suddivisa in paragrafi individuati dalle immagini trattate, da integrarsi con le informazioni tratte dal libro scritte in blu. Sul libro pag: da 84 a 87 La chlaina era il tipico mantello che i greci portavano sopra il chitone. Il chitone era l'abito standard nella Grecia antica, una tunica di stoffa leggera in unico pezzo portata corta o lunga fino ai piedi, a seconda dei casi. I kouroi e le korai ragazzi e ragazze) sono sculture greche, in alcuni casi aventi funzione votiva, la cui nascita si colloca intorno al VI secolo a.C. e la cui impostazione Il moschophoros Il moschoporhos letteralmente significa portatore di vitello ed è raffigurato mentre avanza per offrire ad Atena il vitellino che porta in spalla. Egli è un uomo maturo come si vede infatti porta una barbetta liscia a frangia,priva di baffi, che gli orla inferiormente il volto secondo la moda arcaica e ha un corpo poderoso che traspare sotto la veste aderente che si chiama chlaina che è il classico mantello che i greci portavano sopra il chitone, una tunica di cotone che costituiva il loro principale capo di abbigliamento. La testa del Moschophoros,di forma ovoidale, è incorniciata da un’acconciatura di capelli ondulati (resi come una sequenza di perline stilizzate) che si raccolgono in tre lunghe trecce che incorniciano il volto ricalanti sulle clavicole; ora l’insieme è animato dall’asimmetria dell’animale la cui testa affianca quella dell’uomo, mentre le braccia e le zampe formano un motivo a croce; la sensazione che si ha è di avere di fronte un kouros sicuro nel portare l’animale Tu sei libero di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera Alle seguenti condizioni: Attribuzione — Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera. Non commerciale — Non puoi usare quest'opera per fini commerciali. Non opere derivate — Non puoi alterare o trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra. risente inizialmente degli influssi provenienti dalla statuaria egizia. 1P 120302_Schiassi_Kouroi e i Korai, Pagina 2 di 3 verso il sacrificio. Inoltre la testa del vitello,ruotata frontalmente,così come le braccia ripiegate e la gamba sinistra avanzata del kouros,pur accennando a dei movimenti,ribadiscono la perfetta e immobile frontalità della composizione. Tutti i particolari anatomici sono realizzati con grande accuratezza tecnica,cercando di ricondurre le varie forme a schemi geometrici semplici e immediatamente riconoscibili,come gli archi del sopracciglio e delle labbra,il cerchio dell’ombelico e le perline delle trecce Porta un mantello trasparente e molto aderente per poter mettere in evidenza le parti anatomiche del corpo quindi la vigorosa muscolatura iniziando una tradizione che porterà al cosiddetto panneggio bagnato grazie al quale le fattezze anatomiche saranno messe in maggio risalto in quanto non sarebbero in caso di nudità completa. Nonostante la statua sia realizzata in marmo dell’Imetto, un materiale scultoreo assai pregiato, con lievi striature azzurrine, essa presenta evidenti tracce di policromia (occhi, capigliatura,corpo,veste,vitellino). Infatti ,come i templi, anche le statue originariamente erano dipinte,il che doveva conferire sicuramente loro un aspetto e un significato molto diverso da quello che oggi siamo in grado di immaginarci. Siamo all’interno della corrente ionica (l’era è sempre quella arcaica). Esso si presenta completamente nudo. Ha la consueta posa stante. Ha maggior proporzioni rispetto ai kouros precedenti. Il capo è infatti più piccolo rispetto a quello dei kouroi dorici e le membra, pur non realistiche, mostrano un modellato più morbido, meno squadrato. Tali accorgimenti conferiscono all’intera figura un’armonia che ce la fanno apparire più alta e aggraziata. Anche il Kouros di Milo, come quasi tutte le statue di epoca arcaica,è stato scolpito immaginandone una visione di tipo esclusivamente frontale. Il volto è privo di barba e i capelli, corti sulla fronte, sono acconciati in modo da formare kouros di milo lunghe treccioline che ricadono dietro le spalle. Tu sei libero di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera Alle seguenti condizioni: Attribuzione — Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera. Non commerciale — Non puoi usare quest'opera per fini commerciali. Non opere derivate — Non puoi alterare o trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra. Kore un tipo di statua arcaica greca rappresentante una giovane donna. 1P 120302_Schiassi_Kouroi e i Korai, Pagina 3 di 3 Le labbra infine appaiono dischiuse nel consueto sorriso arcaico. È una kore (una ragazza). Sul plinto di base vi è inciso il nome Cheràmyes: si tratta probabilmente del donatore, cioè di colui che l’aveva offerta alla dea a fini propiziatori o di ringraziamento. Ci è giunta priva di testa e di braccio sinistro. Indossa il chitone allacciato sulla spalla sinistra ed è caratterizzato da lunghe pieghe parallele che scendono allargandosi al suolo, l’abito è completato dal mantello appoggiato sulla spalla destra e sul petto in segno di devozione. Questo indumento scendeva dal capo e ricopre la schiena e il braccio destro, mentre la mano stringe un lembo della veste. La mano sinistra teneva probabilmente una melagrana, che era simbolo di fertilità, offerta alla dea e appoggiata sul petto. Hera di samo Nella statua il corpo femminile affiora sotto il complesso gioco delle pieghe verticali animato dalla mano destra che trattiene il velo, l’allargamento dalla parte della veste che scopre le dita dei piedi aumenta la tensione della figura. Nel suo complesso l’Hera di Samo richiama alla mente anche la morbida modulazione di luci e ombre nelle scanalature a spigolo arrotondato delle colonne ioniche. Il risultato da perseguire è infatti il medesimo. Sia in architettura che in scultura, infatti, gli artisti ionici ricercano quella snellezza e quell’equilibrio ideali che, al di là di qualsiasi intento realistico, diano alle loro opere proporzioni geometricamente sempre più armoniche e perfette. Con questa statua abbiamo terminato il periodo di formazione e di conseguenza la corrente ionica. Tu sei libero di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera Alle seguenti condizioni: Attribuzione — Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera. Non commerciale — Non puoi usare quest'opera per fini commerciali. Non opere derivate — Non puoi alterare o trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra.
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