Divine fantasie - Alexandra Alberta Chiolo
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Divine fantasie - Alexandra Alberta Chiolo
09-2014 6-7 1/2 Mensile Divine. Splendori di scena Exhibition :speciale Divine fantasie Da una parte la leggerezza unita alla ridon- danza, l’assenza di canone, l’amalgama dei modelli e delle fonti di ispirazione, la libertà anarchica degli accostamenti, la compresenza di stili e di forme in continua evoluzione, l’uso di materiali innovativi, come la gomma vulcanizzata, la celluloide, la bachelite, il plexiglas e l’acrilico, capaci di anticipare tendenze, a caratterizzare lo stile del Gioiello Fantasia (o Costume Jewelry), una forma particolarmente creativa e originale di oreficeria realizzata con materiali non preziosi; dall’altra il mondo favoloso, mitologico della Golden Age di Hollywood degli anni ‘30 e ‘40, con attrici che diventano sullo schermo delle dive immortali, icone di eleganza, stile, carattere. Nasce da questa ‘simbiosi’ la mostra Divine. Splendori di scena. Gioielli Fantasia dalla Collezione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, che apre il 30 agosto per chiudersi l’11 gennaio 2015, ospite del secondo piano della magnifica Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro. Il percorso espositivo, a cura di Rosangela Cochrane, accompagna il visitatore attraverso circa 350 esemplari di Gioielli Fantasia provenienti dalla Collezione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, bijoux realizzati negli Stati Uniti tra gli anni ‘30 e gli anni ‘70 del Novecento, fino ai giorni nostri: smalti di Marcel Boucher, spille eccentriche di Eisenberg, bellissimi Trifari (indossati anche da Mamie Eisenhower), forme glamour delle collane di Miriam Haskell, creazioni di Kenneth Jay Lane (il celebre bijoutier ricercato dalla Duchessa di Windsor, da Jackie Kennedy e dall’allora direttrice di «Vogue» Diana Vreeland), folli composizioni della giovane Wendy Gell, l’immaginazione sfrenata del contemporaneo Iradj Moini. La storia del gioiello non prezioso, dapprima legata alla semplice copia dei monili autentici e successivamente sviluppatasi come ambito di ideazione e produzione autonoma, trova un momento fondante negli anni ‘20 come complemento delle creazioni di alta moda, in particolare parigina (Chanel, Schiaparelli). Sono tuttavia gli Stati Uniti ad accogliere, arricchire ed espandere il grande repertorio del Costume Jewelry, trasformandolo in un vero e proprio settore produttivo con centinaia di manifatture, migliaia di addetti e decine di ideatori. Il termine Costume Jewelry viene usato per la prima volta in riferimento ai bijoux disegnati da Hobé per i costumi di scena delle Ziegfeld Follies, una serie di famosissimi spettacoli teatrali prodotti a Broadway. Il grande boom del Gioiello Fantasia avviene nel periodo della grande Depressione del 1929-1939. Con la scomparsa dei prodotti di lusso, la sperimentazione con materiali non preziosi diventa l’unica via di sopravvivenza per i gioiellieri. Le dive del cinema come Greta Garbo, Marlene Dietrich, Bette Davis e Vivien Leigh li indossano sui loro abiti di scena (Joseff of Hollywood crea monili per centinaia di pellicole di gran successo, tra cui Via col vento), trasformando i Costume Jewelry in oggetti del desiderio di migliaia di donne. I gioielli e le dive diventano così esempi da imitare nello stile e nell’eleganza grazie alle riviste di moda e alle grandi boutique dove vengono messi in vendita. Un successo che, nelle più svariate declinazioni, arriva fino ai giorni nostri. La mostra è inserita nell’ambito degli eventi promossi dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dalla Soprintendenza speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare in concomitanza con il Semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea. L’esposizione partecipa al programma delle “Iniziative istituzionali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in occasione della Biennale di Venezia 2014” promosso dal Servizio architettura e arte contemporanee della PaBAAC – Direzione generale per il paesaggio le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee. Organizzata da Veneto V neto Sistema Spettacolo in collaboVe VVe razione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Venezia News, la mostra è realizzata grazie al sostegno di Alexandra Alberta Chiolo e LU Murano, che partecipa dell’allestimento stesso della mostra con degli splendidi lampadari in vetro di Murano, e al contributo di AON Enpower Results, Alilaguna, Vela, CoopCulture, Veneto Jazz, Gruppo Fiorini Spedizioni Internazionali, Peruzzo Industrie grafiche. «Divine. Splendori di scena. Gioielli Fantasia dalla Collezione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo» Dal 30 agosto 2014 all’11 gennaio 2015 Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro - Info www.polomuseale.venezia.beniculturali.it | www.cadoro.org Costume Jewelry The exhibition on the 350 Costume Jewelry pieces from the Patrizia Sandretto Re Rebaudengo collection encompasses American jewels production from the 1930s to the 1970s plus some later pieces. Large necklaces, coloured earrings, and an extravaganza of eccentric brooches and bracelets. The history of Costume Jewelry was at first merely the duplication of jewels proper and only later did it acquire a status as discipline of its own dignity in design and production. In the Twenties, it found momentum as complement to haute couture creations, especially in Paris (Chanel, Schiapparelli), but America was the one to embrace, enrich, and expand the repertoire of Costume Jewelry and make it worthy of mass production, with hundreds of workshops and a workforce in the thousands. The several designers ideated a completely new role for ornaments. Costume Jewelry is, indeed, expressly designed for a given outfit. The term has been used for the first time for stage costumes creations ideated by Hobe for Ziegfeld Follies, a season of shows produced for Broadway. It was only with the Great Depression, though, that Costume Jewelry had its boom. America was short of luxury products because of economic reasons and commercial restrictions, hence experimentation with non-precious materials was the only way for jewellers to stay on the market. Although stones and alloys were of modest quality, their imaginative shapes was a precursor of many modern trends – proof of the extraordinary talent of the designers of the time. Great movie stars such as Greta Garbo, Marlene Dietrich, Bette Davis, and Vivien Leigh would wear them on their stage costumes (Joseff created jewels for several successful movies, Gone with the Wind just to name one). The Costume Jewelry have a high- quality finish and an amazing design. Their colours, shapes, and countless occasions to wear them are so well liked that, even when precious jewels are back after WWII, Costume Jewelry will still be in production. Actually, production increases over time, parallel to those of precious jewels and fashion. The exhibition presents specimens elaborated by the most important designers, like Trifari, Marcel Boucher, Coro, De Rosa, Eisenberg, Miriam Haskell, Eugene Joseff, Kenneth J. Lane, Pennino, Wendy Gell, and Iradj Moini.
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