Pod, chi era costui? - Lega Navale Italiana
Transcript
Pod, chi era costui? - Lega Navale Italiana
Pod, chi era costui? di Claudio Ressmann I l noto interrogativo manzoniano merita una risposta se riferito a questo termine oggi di attualità nel linguaggio tecnico riguardante la propulsione di numerose grandi navi da crociera, la cui sagoma è ormai familiare per tutti i vacanzieri. POD è l’acronimo sintetizzatto di Azimuth Podded Propulsion Systems, ma nella lingua inglese significa anche “baccello” e “bozzolo”. Queste due espressioni della Botanica e della Zoologia esemplificano efficacemente la forma di un POD: un corpo fusiforme munito, aggiungiamo noi, di elica: costituisce un tipo di propulsione navale denominato “azimutale”. Il sistema comprende due versioni: nella prima la trasmissione del moto all’elica è realizzata meccanicamente, nel secondo avviene in maniera diretta, essendo l’elica calettata sullo stesso asse del motore elettrico contenuto all’interno. Nel secondo caso, si tratta più propriamente del sistema POD. quali, solo nel 1990, riuscirono a convincere il Gruppo ABB a costruire un POD (denominato in particolare Azipod) da 1 MW (pari a 1 milione di Watt) da installare sulla motonave Seili. Da allora, il sistema venne perfezionato (dal Gruppo ABB e da pochi altri come ad esempio Rolls Royce /Alston, Siemens/Schottel) ed installato con buoni risultati, con potenze sempre più elevate. Una svolta fondamentale per lo sviluppo e la diffusione del sistema avvenne all’inizio del nuovo secolo, quando non passò inosservato un dettaglio tecnico relativo alla costruzione del Queen Mary 2 (277 m - 74.000 tsl): il nuovo transatlantico (da varare nel 2003) sarebbe stato propulso da quattro POD da 21,5 MW ciascuno. Le inevitabili critiche dei tradizionalisti non mancarono, ma la novità riscosse un indiscusso successo e sarebbe stata adottata da molte delle mastodontiche navi da crociera varate nel XXI secolo, eredi degli ormai superati liner. Oggi sono dotate, tra le altre, dì una coppia di POD (rispettivamente da 20 e da 19,5 MW) l’“ammiraglia” delle navi da crociera mondiali, l’americana Oasis of the Seas (362 m - 225.000 tsl) costruita nel 2008, e l’ultimogenita della categoria, la norvegese “Norvwegian Escape”(326 m – 165.000 tsl), consegnata all’armatore alla fine dello scorso anno. Un “baccello” per la propulsione azimutale delle navi: osserviamo da vicino questa novità della tecnologia navale La nascita Una volta risolti dalla tecnologia i non pochi problemi finalizzati ad ottenere la più assoluta impermeabilizzazione di un corpo metallico immerso munito di elica (singola o in tandem), la prima idea di progettare un POD risale al lontano 1955 da parte dei due ingegneri Friederich W. Plenger e Friederick Busmann, i luglio-agosto 2016 23 Il liner britannico Queen Mary 2, entrato in servizio nel 2006; in apertura, due POD tipo Azipod, costruiti dal Gruppo ABB e destinati a navi rompighiaccio POD perché? Occorre anzitutto precisare che i POD possono essere installati soltanto sulle “ All Electric Ship”, cioè su quelle unità che utilizzano la corrente elettrica per la propulsione, una “famiglia” che comprende sopratutto le navi da crociera, tradizionalmente avide di elettricità non solo per la propulsione ma anche per i servizi di bordo, compresi quelli alberghieri (la proporzione sfiora nella maggior parte di casi il 50 %...). Ciò premesso, sono evidenti i vantaggi sulla propulsione navale tradizionale. Anzitutto, spariscono la linea d’asse e i costosissimi riduttori dei giri, fonti di rumorosità e di vibrazioni. Poi, sono eliminati il timone e tutti i meccanismi connessi al suo funzionamento. Scompaiono anche i propulsori trasversali, fatta eccezione per quelli di prora, indispensabili tenuto conto della lunghezza della nave. Orientando convenientemente i POD (ruotabili per 360°), non solo si governa l’unità, ma si facilitano le manovre di ormeggio; è anche possibile ridurre gli spazi d’arresto in caso di emergenza. Nei POD, infine, l’elica non solo rimane sempre completamente immersa anche in presenza di un accentuato beccheggio, ma agisce in acqua 24 luglio-agosto 2016 non perturbata ottenendo un buon livello di efficienza idrodinamica . Per la sua particolare posizione eviterà altresì quella micidiale insidia, costituita dai container semiaffondati rimasti in affioramento, difficilmente avvistabili sia con il radar sia a vista. Ormai inquinano tutte le rotte più seguite, se si pensa che ogni anno ne finiscono in mare non meno di 1.500. La rotta siberiana Gli esperti in propulsione navale sono convinti che lo sviluppo del POD, anche se non risulta di immediata evidenza, sia legato indirettamente ai cambiamenti climatici del nostro pianeta. In realtà, il continuo e costante innalzamento della temperatura, tra gli altri fenomeni, ha già reso navigabile con l’ausilio dei rompighiaccio la “rotta siberiana” tra lo Stretto di Bering e il Mare di Barents, ma è facile prevedere che fra qualche anno, sarà percorribile da singole navi mercantili in maniera autonoma. In previsione di ciò, la Russia ha già dato inizio alla costruzione di adeguate infrastrutture, prima delle quali una potente postazione radar sull’isola siberiana di Ostrov, già sede di una base militare al tempo degli Zar. Dal canto suo la cantieristica (forte dell’esperienza da tempo maturata con i POD installati a bordo dei rompighiaccio), già si prepara alla progettazione di portacontenitori, petroliere e portarinfuse adatte alla navigazione alle estreme latitudini, con scafi particolarmente rinforzati in grado di navigare regolarmente su un pack di limitato spessore e in presenza di ghiacci galleggianti. Per quanto riguarda la loro propulsione i progettisti guardano sempre al POD con notevole interesse: sopratutto perché le eliche operano costantemente ad una profondità tale da eliminare il rischio di urti con la banchisa o la collisione con eventuali frammenti L' “ammiraglia” delle navi da crociera, l'americana Oasis of the Seas, varata nel 2008 di ghiaccio. Inoltre, ruol’esigenza di riparare un’avaria di una certa tando di 360°, consentono con facilità di gravità, l’unica soluzione è di trasferire l’unità evoluire e di invertire il senso di marcia, come nel bacino di carenaggio del costruttore, con spesso accade, per aggirare accumuli ghiacciati le conseguenze immaginabili dal punto di di grande spessore. vista commerciale e di immagine, assai penalizzanti, in particolare, proprio nel caso delle Svantaggi navi da crociera. Tutte rose, insomma. No, perché non mancano Evidentemente però la cantieristica navale davvero anche le spine. ritiene tali inconvenienti superabili se continua Anzitutto l’ovvio aumento del pescaggio che ad inserire i POD nei progetti delle nuove limita l’ormeggio nei porti minori. Poi l’elevato favolose navi da crociera e delle sia pure meno costo del POD stesso e della sua gestione. appariscenti future protagoniste della “rotta La realizzazione di un POD comporta da parte siberiana”. del costruttore un elevato livello di know-how specifico e la disponibilità su scala industriale di complesse infrastrutture, in grado di garantire la massima affidabilità a prodotti di grandi dimensioni destinati ad operare immersi. Tutto questo utilizzando materiali d’avanguardia, molti dei quali mutuati dalle ricerche in campo spaziale, per i quali sono previsti costosi processi di lavorazione del tutto speciali. Pertanto, i POD sono realizzabili solo da parte di pochi grandi Gruppi industriali, motivo per cui sono limitati anche i benefici ricavabili da una possibile concorrenza. La stessa gestione dei POD risulta particolarmente onerosa dal momento che ogni intervento, anche di ordinaria manutenzione, può essere effettuato soltanto dal personale specializzato fornito dalla ditta costruttrice. Se poi si presenta Due POD con eliche in tandem, realizzati dalla Siemens/Schottel luglio-agosto 2016 25
Documenti analoghi
Lettere al Direttore
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Un ricordo del comandante Picchi
Con l’ occasione faccio i miei complimenti per la Rivista, dove
sempre trovo articoli che si distaccano ampiamente dalla noia
d...
Sesto S.Giovanni (Mi): ABB nel 2013 si aggiudica ordini per 180 mln
L’Azipod è un’unità di propulsione elettrica sommersa ed alloggiata esternamente allo
scafo. Il pod contiene un motore elettrico a velocità variabile che guida un’elica a
passo fisso può inoltre ru...
i pod di propulsione
immediatamente iniziare a rallentare la nave, non essendoci alcun bisogno di fermare
l’elica ed invertirne il senso di rotazione (mantenere in rotazione i sistema ruotandolo
velocemnte di 180° è fu...