Agriturismo Parco Verde
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Agriturismo Parco Verde
Società Cooperativa Agricola ParcoVerde Contrada Spineta 85050 Grumento Nova (PZ) Italia P. IVA: 01565160767 Tel: +39 0975 65590 cell. 333-5724074 Fax: +39 02 87161051 +39 0975 567106 [email protected] AGRITURISMO www.agriturismoparcoverde.it LA LOCATION L’Agriturismo Parco Verde si trova nel Comune di Grumento Nova, in provincia di Potenza, a 600 metri sul livello del mare e ad 1 Km di distanza dal lago del Pertusillo. Sorge al centro di una vasta zona di notevole interesse artistico-culturale. A 200 metri di distanza dalla struttura si trovano il Museo Nazionale di Archeologia e gli scavi archeologici di Grumentum che, in epoca romana, era uno dei più importanti centri della Lucania interna. I resti dell’antica città costituiscono oggi uno dei maggiori richiami turistici della Val d’Agri. L’antica casa colonica ospita al pian terreno il ristorante con 70 posti a sedere e al piano superiore le camere da letto. Nel bosco dell’agriturismo è presente una zona camping dotata di servizi igienici, luce ed acqua, dove è possibile installare la propria tenda o alloggiare nel proprio camper. Parco Verde è segnalato dalla rivista PleinAir come “punto di qualità”. Maestosa e caratteristica, tanto da prestare la sua immagine al logo dell’agriturismo, è la quercia secolare che si trova nel giardino interno; quasi 700 anni di vita per un albero padre di 7,80 metri di circonferenza totale. ENOGASTRONOMIA Parco Verde produce e commercializza autonomamente e nel rispetto della tradizione diversi prodotti tipici locali. Grazie alla recente partnership con diversi produttori e aziende locali, all’agriturismo si possono trovare ed acquistare inoltre fagioli di Sarconi, pasta, peperoni e diverse altre specialità. VINO MEDIEVALE POLVERE DI IPPOCRASSO Si presume che nasca attorno al 460 a.C. anche se vede il suo largo uso nel periodo medievale dall’anno 1000 al 1700 per poi quasi scomparire del tutto. Deve il suo nome al largo uso fatto da Ippocrate di sua probabile invenzione. Nel medioevo veniva servito a fine pasto abbinato ai dolci anche se personalmente credo abbia ancor più originalità l’abbinamento con formaggi stagionati, erborinati ed eventualmente abbinati ad una composta o confettura. Nel nostro agriturismo siamo soliti servirlo con il Pecorino di Moliterno abbinato ad acini d’uva caramellati oppure un gorgonzola piccante con marmellata di mandarino. La nostra ricetta, appartenuta a Federico II, nella sua composizione vede oltre al vino il miele, lo zucchero, cannella, zenzero, galanga secca e pepe nero. La base del vino è un Bordolese dell’Alta Val d’Agri con un 20% di Aglianico. La preparazione è totalmente artigianale ed il suo filtraggio viene fatto con i panni come un tempo, a lotti da 20 litri. Nel caso si dovesse trovare una piccola posa nel fondo si tratta semplicemente di cannella. La sua conservazione una volta aperto avviene in frigorifero. Dato che il vino non ha alcol aggiunto, chiudere bene la bottiglia e le spezie con cui è profumato faranno da conservante per 2/3 mesi senza alterazioni. Consigliamo di servirlo freddo, 6/8° in piccole quantità. Panettone e Colomba all’Ippocrasso Praline “Gocce di Ippocrasso” In collaborazione con la Pasticceria Dolce Vita le praline sono di puro cioccolato extra-fondente al 61% con ganache interna al vino medievale. La scatola contiene 14 praline per 170 gr. di peso. Un originale pensiero da poter regalare ma anche un dolcetto di fine pasto che manterrà per molto tempo i profumi nel vostro palato Si tratta di un panettone artigianale con cioccolato fondente e ciliegie di Vignola al Vino Medievale Polvere di Ippocrasso, canditi artigianali di zenzero e cedro - cioccolato fondente mandorle e miele, una vera prelibatezza che potrete trovare tutto l’anno... Scatola regalo La scatola regalo comprende il Vino Medievale “Polvere di Ippocrasso” ed i relativi cioccolatini “Gocce di Ippocrasso”. Un regalo molto originale ed esclusivo che può essere anche personalizzato per la Vostra Azienda. Decanter da bottiglia universale Il decanter è realizzanto in vetro ed ha un’attacco universale per poter essere applicato a qualsiasi bottiglia di vino o distillato. Funge da decanter ove serve far decantare il vino e nelle dosi limitate aiuta a versare con sicurezza la dose richiesta. Peperoni cruski E’ un IGP sconosciuto, prodotto tipico lucano che ha molteplici usi. Insaporitore eccezionale, ci permette di usarlo sulla pasta, nei sughi, pesce, carne, fagioli, uova. Si usa intero anche come guarnizione nei piatti ma più usato è macinato e rotto grossolanamente in modo di apprezzarne la sua croccantezza. E’ anche l’unico antiossidante naturale che usiamo in tutti i nostri salumi che oltre a dare sapore e colore ci permette di evitare l’uso di nitriti e conservanti simili. Canestrato di Moliterno Il Canestrato di Moliterno uno formaggio lucano tra i più rinomati. Il riconoscimento IGP - Indicazione Geografica Protetta, riguarda la denominazione di Canestrato di Moliterno stagionato in Fondaco. Il latte viene prodotto in una vasta area della Basilicata che tradizionamente coincide con gli antichi percorsi della transumanza delle greggi. Questo formaggio si ottiene da latte ovicaprino proveniente da greggi allevate nei pascoli di sessanta comuni della Basilicata, per poi essere stagionato solo nei peculiari fondaci di Moliterno. Il Canestrato di Moliterno è un formaggio ovicaprino a pasta dura, prodotto per il 70-90% con latte intero di pecora e di capra. Ha una forma è cilindrica e un diametro di circa 20 centimetri e un’altezza tra i 10 e 15 centimetri. Il peso può variare tra i 2 e i 5 chilogrammi. Il sapore del Canestrato di Moliterno è leggermente piccante, ottimo come formaggio da tavola quando è fresco, preferibilmente da grattugiare quando è stagionato. La tradizione vuole che il Canestrato di Moliterno venga distinto a seconda della stagionatura come: primitivo se la stagionatura non supera i 6 mesi; stagionato se la stagionatura non supera i 12 mesi; extra se la stagionatura supera un anno. Caciocavallo Podolico Il Caciocavallo Podolico è particolarmente pregiato e si produce con il latte di una razza specifica, la Podolica, ancora presente sull’Appennino meridionale. Un tempo era la razza dominante nel nostro Paese, oggi si è ridotta a circa 25.000 esemplari. Le ragioni principali sono due: produce poco latte (anche se di straordinaria qualità) e, per la sua caratteristica rusticità, deve essere allevata allo stato brado o semibrado, mal prestandosi a uno sfruttamento intensivo. Eppure va assolutamente salvaguardata, perché è un presidio naturale del territorio e poi perché i formaggi che si ricavano dal suo latte sono eccellenti. Ricotta salata Cacioricotta Come per la ricotta salata viene fatto con lo stesso procedimento solamente con latte di capra. Non di rado in Lucania, sia nelle famiglie che nei luoghi di ristorazione, i primi piatti, soprattutto quelli con la pasta fresca casereccia (orecchiette, fusilli, strascinati), vengono conditi con un formaggio grattugiato che esalta ancora di più la pietanza: la ricotta salata. I fiocchi, derivanti dalla ricottura del siero (dal latino recoctus), residuo di produzione dei vari formaggi, in primis di pecora e di capra, vengono raccolti e lasciati raffreddare in fuscelli di vimini per un giorno, dopo il quale si procede alla salatura. Salsiccia Dolce e Piccante La regina della tavola, si prepara con carni scelte magre e selezionate di puro suino, tagliate a grana grossa nel rispetto della tradizione, mescolate a sale, peperone dolce macinato e semi di finocchietto selvatico di montagna, in quantità sapientemente dosate. Il profumo è caratterizzato da un sentore di spezie. Al palato risulta morbida e ben equilibrata. Il processo di lavorazione della salsiccia si effettua in cinque fasi: - inizialmente vengono tritate e unite sia le parti magre che quelle grasse, utilizzando una macinatura piuttosto grossa; - segue poi l’impastatura, durante la quale sono aggiunti il sale e le spezie; - l’impasto ottenuto viene poi insaccato in un budello naturale di suino, legato e messo ad asciugare in appositi locali per circa quattro giorni; - segue infine il periodo di stagionatura che dura circa un mese. Soppressata Il processo di lavorazione della salsiccia si effettua in cinque fasi: - inizialmente vengono tritate e unite sia le parti magre che quelle grasse, utilizzando una macinatura piuttosto grossa nel pieno rispetto della tradizione; - segue poi l’impastatura, durante la quale sono aggiunti il sale e le spezie; - l’impasto ottenuto viene poi insaccato in un budello naturale di suino e legato; - l’asciugatura in appositi locali dura circa quattro giorni; - segue infine il periodo di stagionatura che dura quaranta giorni. Schietta e genuina come vuole la tradizione, si produce selezionando coscia e lonza del suino, tagliate a grana grossa e condite con sale e pepe nero in grani. Nella parte magra, di colore rosa brillante, sono distinguibili e ben distribuiti i lardelli di grasso di un colore bianco rosato, tipici di questo salame. Il profumo è caratterizzato da un delicato aroma di carne stagionata, al gusto è morbido, ma compatto, dolce e sapido al tempo stesso. Capocollo La delizia dei buongustai, si produce selezionando le carni dei muscoli del collo – le più pregiate e compatte - dei suini pesanti. Per la salagione si utilizzano sale marino mezza grana e spezie. Al taglio la fetta è compatta ed omogenea, di colore rosso vivo, inframmezzato da parti di grasso bianco rosato. Il profumo è delicato di carne stagionata, con leggero sentore di spezie, di pepe in particolare. Il sapore si caratterizza per la sua spiccata dolcezza, contrapposta ad una delicata sapidità cui fa da contorno il caratteristico aroma che contraddistingue i prodotti stagionati. La lavorazione del Capocollo si effettua in quattro fasi: - nella prima fase la materia prima è messa a contatto con una miscela di sale e spezie accuratamente dosate; - dopo una sosta al freddo, utile per far penetrare uniformemente nella carne il sale e gli aromi, il prodotto viene massaggiato e avvolto nel caratteristico involucro detto “pelle di sugna”, di suino naturale; - quindi, il prodotto viene legato e posto ad asciugare in appositi locali per un periodo di circa dieci giorni; - per finire, si passa alla fase di stagionatura che durerà almeno tre mesi. Pezzente della montagna Materana L’esaltazione della semplicità. Per la sua produzione si utilizzano i tagli meno nobili del suino, tagliati a grana grossa secondo i dettami della tradizione, mescolati a sale, peperone dolce macinato, semi di finocchietto selvatico di montagna e aglio, in quantità sapientemente dosate. Il profumo è caratterizzato da un sentore di spezie, tutte ben distinguibili. Al palato si presenta morbido, dal gusto armonico e ben equilibrato. Il processo di lavorazione del Pezzente si effettua in quattro fasi: - inizialmente vengono tritate e unite sia le parti magre che quelle grasse, utilizzando una macinatura piuttosto grossa nel pieno rispetto della tradizione; - segue poi l’impastatura, durante la quale sono aggiunti il sale e le spezie; - l’impasto ottenuto viene poi insaccato in un budello naturale di suino, legato e messo ad asciugare in appositi locali per circa quattro giorni; - segue infine il periodo di stagionatura che dura circa un mese. Guanciale Gustoso e gradevole, si prepara utilizzando la parte inferiore della testa del suino, condita con sale e spezie. La fetta si presenta con un alternarsi di uno strato di grasso più alto e uno strato più basso di magro con una colorazione rosa. Al gusto appare subito morbido e particolarmente dolce e delicato. Il processo di lavorazione del Guanciale si articola in quattro fasi: - inizialmente si compie l’operazione della salagione, cioè si cospargono le carni con una miscela di sale e spezie, secondo la ricetta tradizionale; - segue, poi, un periodo di riposo a freddo, per consentire al sale e agli aromi di distribuirsi in modo uniforme nella carne; - dopo la massaggiatura, il prodotto è messo ad asciugare in appositi locali, per un periodo che va dai 3 ai 5 giorni; - terminata l’asciugatura, inizia il periodo di stagionatura, che durerà non meno di 2 mesi. Filetto Particolarmente ricco di sapore, si ricava dalla lonza disossata di suino pesante, salata e aromatizzata con pepe e altre spezie. Al taglio la fetta è particolarmente magra, di colore rosa. Il profumo è delicato, tipico dei prodotti stagionati. Spicca la sua dolcezza unita ad una delicata sapidità. La produzione del Lombino avviene in quattro fasi: - nella prima fase la materia prima è messa a contatto con una miscela di sale e spezie accuratamente dosate; - dopo una sosta al freddo, utile per far penetrare uniformemente nella carne il sale e gli aromi, il prodotto viene massaggiato e avvolto nel caratteristico involucro detto pelle di sugna, di suino naturale; - quindi, il prodotto viene legato e posto ad asciugare in appositi locali per un periodo di circa dieci giorni; - per finire, si passa alla fase di stagionatura che durerà almeno tre mesi. Pancetta Tesa o Arrotolata E’ un concentrato di profumo e sapore, si ottiene dalla parte ventrale magra del suino, salata e aromatizzata con pepe e altre spezie. Al taglio la fetta è caratterizzata dal tipico alternarsi di strati rosso vivo e bianco rosato. Al palato, la fetta si presenta morbida con tendenza a sciogliersi, grazie alla presenza delle parti grasse, che determinano anche il sapore delicato e spiccatamente dolce, non privo di quella sapidità che rende il prodotto particolarmente appetitoso. Viene preparata in due formati: tesa ovvero il pezzo di carne utilizzato è lasciato stagionare nella sua forma originaria o arrotolata, quando il pezzo di carne viene arrotolato su se stesso fino ad ottenere una pancetta di forma cilindrica. Il processo di lavorazione si articola in quattro fasi: - inizialmente si compie l’operazione della salagione, cioè si cospargono le carni con una miscela di sale e spezie, secondo la ricetta tradizionale; - segue, poi, un periodo di riposo a freddo, per consentire al sale e agli aromi di distribuirsi in modo uniforme nella carne; - dopo la massaggiatura, le pancette vengono messe ad asciugare in appositi locali, per un periodo che va dai 3 ai 5 giorni; - terminata l’asciugatura, inizia il periodo di stagionatura, che durerà non meno di due mesi. Pasta del fine ‘500 fatta con 4 farine, orzo fave ceci e semola. E’ uno strascinato fatto a mano e poi essiccato in forno. Permette qualsiasi tipo di condimento, carne, pesce, verdura anche se la sua ricetta originaria è con il peperone crusco e cacioricotta, ricetta dei primi del ‘600 tutt’ora piatto tipico lucano. Miskiglio Ricetta : Si macina a polvere un poco di peperone crusco, oppure se ne acquista di già macinato, mettiamo sul fuoco dell’olio ad imbiondire una fesa d’aglio. Un volta pronta spegnere il fuoco, e non lo riaccenderemo più, aggiungere un cucchiaino di macinato a persona, più o meno, nell’olio caldo non bollente e diverrà tutto rosso. A pasta cotta aggiungiamo il tutto nel tegame e mescoliamo fuori dal fuoco, rompiamo grossolanamente i peperoni sulla pasta, mantenendo così il gioco delle consistenze, il croccante del peperone e la callosità della pasta, e spolveriamo il tutto con cacioricotta. Fagioli di Sarconi Il sapore dolce di questi fagioli dipende proprio dalle condizioni descritte che consentono ai semi di mantenere una significativa concentrazione di zuccheri semplici che in tempi più lunghi rispetto ad altre varietà vengono poi trasformati in amido. La zona di produzione ad Indicazione Geografica Protetta Fagioli di Sarconi, è situata nelle aree dei Comuni in Provincia di Potenza di: Sarconi, Grumento Nova, Marsiconuovo, Marsicovetere, Moliterno, Paterno, San Martino d’Agri, Spinoso, Tramutola, Viggiano. Sono prodotti legati all’ambiente di questi territori dove le particolari condizioni ambientali permettono la produzione di fagioli di elevata qualità distinguibili dalle altre varietà in commercio. La Indicazione Geografica Protetta Fagioli di Sarconi è riservata agli ecotipi di cannellino e di borlotto noti localmente come: “fasuli russi”, “tovagliedde rampicanti”, “fasuli russi”, “verdolini”, “napulitanu vasciu”, “napulitanu avuti”, “ciuoti o regina”, “tabacchino”, “munachedda”, “nasieddo”, “maruchedda”, “san michele”, “muruseddu”, “truchisch”, “cannellino rampicante”. Cannellino rosso Ecotipo di cannellino nano dal seme cilindrico – allungato e affusolato di colore bianco con macchie rosso violacee a volte nere, non uniformi: molto bello anche a vedersi. Pianta che allo stato ceroso presenta dei baccelli lunghi e di colore giallo chiaro. In cucina è consigliato per un piatto unico con la pasta o da solo come contorno. Cannellino bianco Classico fagiolo nano dal seme cilindrico –allungato di colore bianco uniforme con le punte affusolate o schiacciate .Con questo fagiolo i risultati migliori in cucina si ottengono utilizzandolo per preparare contorni ,insalate e piatti freddi comunque anche con la pasta non tradisce le attese Panzaredda Ecotipo di fagiolo rampicante con seme allungato di colore bianco con caratteristica macchia screziata rosso vinacea con fondo beige sulla pancia del seme da cui il nome “panzaredda”. In cucina può essere usata con ottimi risultati per zuppe o per la classica pasta e fagioli Nasieddu viola Ecotipo di fagiolo rampicante con seme di forma tondo-ovoidale più piccolo del NASIEDDU NERO , di colore bianco con macchia viola -chiaro sull’ilo a forma di muso da cui il nome. Fagiolo dal gusto piacevole e delicato ,di rapida cottura, molto apprezzato dai buongustai. In cucina lo si consiglia con la pasta Nasieddu rosso Ecotipo di fagiolo rampicante del seme tondo- ovoidale di colore bianco con caratteristica colorazione concentrica nera sull’ilo da cui il nome “nasieddu”(piccolo naso). Si tratta di un fagiolo di rara eccellenza e prelibatezza apprezzato per la sua versabilità nell’impiego in cucina San Michele Ecotipo di Borlotto rampicante dal seme tondo-ovoidale con fondo beige e screziature rosso-scure .In cucina è consigliato per zuppe da solo o con verdure o carne San Michele rosso Ecotipo di fagiolo rampicante dal seme piccolo tondo di un bel colore rosso rubino. Ha un gusto particolare, è di rapida cottura ed in cucina si presta per tutti i tipi di ricette Riso o Tondino bianco Ecotipo di fagiolo nano che si presenta con un seme tipico tondo- ovoidale non molto grosso di colore bianco uniforme. Una delle migliori varietà sia per produzione che per qualità organolettiche ,di rapida cottura con buccia tenerissima e inesistente dopo la cottura .Lo chef in cucina lo può presentare in qualsiasi modo ma lo può rendere unico con le cozze e della buona pasta corta fatta in casa Tuvagliedda marrone/ rossa Ecotipo di fagiolo rampicante con seme di forma tondo -ovoidale in parte bianco e in parte screziato di marrone in modo non uniforme .Varietà fra le più pregiate sia per la rapidità di cottura che per la quasi assenza di buccia dopo la cottura . In cucina con questo ecotipo si possono preparare le più svariate ricette Maruchedda Ecotipo di fagiolo rampicante simile alla TUVAGLIEDDA da cui si differenzia per il colore delle screziature .Le caratteristiche di pregio e di impiego sono le stesse Tabacchino Ecotipo di fagiolo rampicante con seme ovoidale leggermente appiattito con fondo variabile crema o bianco e con screziature di colore verde scuro di forme eccentriche tanto da assumere l’aspetto di una lumaca “maruca” da cui prende il nome. La destinazione ottimale in cucina è la zuppa di soli fagioli o con l’aggiunta di verdura o carne Verdolino Ecotipo di fagiolo nano dal seme tondo- ovoidale e dal tipico color tabacco da cui il nome .Fagiolo molto coltivato da sempre con alto contenuto di fibra ,molto digeribile. In cucina si esalta molto bene nelle zuppe da solo o con verdure , inoltre lo consigliamo insieme al brodo di cottura e a del pane raffermo, il tutto condito con olio extravergine di oliva per una antica e tradizionale ricetta lucana “ pani npussu cu fasuli”(pane bagnato con fagioli ) Ciuoto Ecotipo di fagiolo nano dal seme tondo-ovoidale dal colore inconfondibile verde chiaro più o meno intenso a secondo della zona di coltivazione. Ecotipo molto apprezzato per la delicatezza del gusto e per la buccia particolarmente tenera .I n cucina è consigliato con la pasta o col riso ma riesce squisito anche nelle zuppe da solo o con l’aggiunta di carne ,pesce o verdura Munachedda Ecotipo di Borlotto nano con seme tondo-ovoidale non molto grosso a fondo biancocrema con screziature rosso-vinacee .Questo ecotipo è il più noto e forse il più antico: molto apprezzato sul mercato per la sua buccia quasi inesistente dopo la cottura. Nell’impiego in cucina si riscatta dal nome “CIUOTO” in italiano “Cretino “e diventa un alimento “REGINA “ per la sua svariata utilizzazione e per le eccellenti qualità di gusto sapore e cottura .Si tratta infatti di un autentico e superiore Borlotto, da impiegare per le più svariate e gustose ricette Munachedda nera Ecotipo di fagiolo rampicante con seme a forma tondo-ovoidale di colore cappuccino alternato a zone bianche non sempre uniformi ,il colore può essere più o meno intenso a secondo dal tipo di terreno su cui viene coltivato. In cucina è ottimo con la pasta, col riso o a zuppa con l’aggiunta di verdure e carni Il Duce Fagioli misti Raccolta di tutti i vari ecotipi per fare una zuppa di fagioli misti. GIAMBERLANO Agrumi Creme Brulä Praline erbe aromatiche Cacao Cocco Mandorla Gianduiotto Grappa Rocher Biscotti Caramello Galletti al miele Cantucci
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