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76 TECNOLOGIA Logistica del freddo a tutta forza Le vie del freddo sono infinite un metodo di lavoro ferreo con personale di valore.” Ma se i produttori nazionali non scelgono l’outsourcing logistico con lo stesso entusiasmo dei colleghi d’oltralpe un motivo ci sarà e non è probabilmente nemmeno tutta “colpa” loro. Non è che sussista anche un difetto nell’offerta, nella presenza di pochi operatori logistici specializzati e realmente competenti? E infine il tipico individualismo (che sfocia spesso in vera e propria diffidenza) nel rapportarsi con l’esterno, e quindi l’incapacità a saper creare un maturo rapporto di partnership che non significa delega cieca, ma condivisione degli obiettivi. Capita tuttora che imprese di primo piano, al tavolo di confronto con un operatore, non rivelino o addirittura mascherino i dati relativi a flussi Cresce la logistica del freddo, si moltiplicano le opportunità. Una logistica che pretende il massimo (shelf-life cortissima, livello di servizio esasperato, assoluto rispetto della “catena del freddo”) e che richiede la massima specializzazione. L’Italia è in ritardo rispetto all’Europa. Salvo eccezioni... A cura della Redazione L a causa scatenante dell’incontro è la visita al nuovo magazzino di Dispensa Culina Logistics a Burago Molgora (MI), 2.500 metri quadri la cui responsabilità è affidata al giovane Andrea Cariati, 25 anni ma solida competenza e giovanile entusiasmo da spendere. Tanto da coordinare (anche) la speciale “task force” dedicata all’attivazione delle nuove piattaforme a livello nazionale. È l’occasione per conoscere in presa diretta dal vulcanico Renato Mosca (managing director dell’impresa e da sempre nel settore della logistica a temperatura controllata - vedi Il Giornale della Logistica - “Se Dispensa fa rima con Culina...- settembre 2003 e “Il magazzino che viene dal freddo” - maggio 2004 - N.d.R.) le nuove dinamiche del comparto viste dal particolare angolo di visuale dell’operatore specializzato. Mosca colpisce l’interlocutore per la travolgente carica umana e la passione che mette nelle sue asserzioni: rispetto a qualche anno fa l’entusiasmo è inalterato, la competenza e la sicurezza con Una delle piattaforme di Dispensa Culina per la gestione della logistica “fredda”. A sinistra Renato Mosca, managing director dell’impresa, da sempre nel settore della logistica a temperatura controllata: “La rotazione delle nostre piattaforme è pressochè giornaliera e tale performance richiede un metodo di lavoro ferreo e personale di valore” cui disserta di mercati, scenari e strategie a livello pan-europeo si sono consolidate: oggi è tra i maggiori esperti di questa logistica difficile e complessa. Il fatto di venire “dalla gavetta” lo ha mantenuto interlocutore cordiale e concreto. “In Italia, nel settore del freddo, - esordisce - la terziarizzazione al 100% è ancora lontana, e non è certo un caso che tutti i grandi produttori che l’hanno attivata sono aziende internazionali o a rilevante partecipazione estera. Nel nostro Paese prevalgono ancora problemi di organizzazione e di cultura da parte della committenza. Per quanto ci riguarda siamo fieri del nostro portafoglio/clienti, che in questi anni è cresciuto con tassi a due cifre percentuali: lo ritengo un riconoscimento alle nostre capacità di saper gestire prodotti con shelf-life ridottissime, tempi rapidissimi di ricezione, stoccaggio, picking e distribuzione, livello di servizio esasperato. La rotazione delle nostre piattaforme dedicate al “fresco” è pressoché giornaliera e tale performance richiede Modello Dispensa I motivi alla base di questa “diffidenza”, a parere di chi scrive, sono da ricercare in molteplici fattori: le dimensioni ridotte delle nostre aziende, e quindi la mancanza di tempo per dedicarsi seriamente alla selezione di un fornitore adeguato. L’assenza di un know-how specifico che permetta di controllare un così particolare fornitore. La volontà di tenere sotto controllo diretto (il famoso magazzino fisicamente adiacente ai reparti produttivi...) una leva considerata strategica quale la logistica. A lato, da sinistra a destra: Marco Artioli, operations manager, Renato Mosca, managing director, Andrea Cariati, responsabile della nuova piattaforma di Burago Molgora (MI). Accanto il modello strategico di Dispensa Culina Misurati e misurabili “La cultura di Dispensa Culina è la cultura dei numeri e dei risultati, dei fatti misurati e misurabili. Non chiacchiere, non idee fumose da portare avanti in qualche modo, ma analisi e condivisione delle informazioni portate a fare sistema e a orientare la strategia. Una strategia mai avulsa dai risultati che permetta di passare dalla navigazione “a vista” alla navigazione strumentale basata su cifre e analisi.” e volumi, con tutte le nefaste conseguenze che ben si possono immaginare. Del resto un conto è governare la distribuzione “dall’interno”, tutt’altro è agire tramite l’outsourcer applicando gli strumenti del controllo a partire dalla condivisione di adeguati KPI (Key Indicators Performances - N.d.R.). “Le maggiori dimensioni e strutture delle multinazionali estere - approfondisce Mosca - permettono loro di analizzare razionalmente i termini del problema, di approfondire le necessità distributive, di condividerle con TECNOLOGIA 77 l’outsourcer e quindi di controllarlo creando quel circolo virtuoso per cui il produttore investe sulla qualità del prodotto e sul marketing affidando la logistica allo specialista, sovrintendendola tramite pianificate riunioni di analisi strategica od operativa, dove ci si confronta su numeri e obiettivi. L’obiettivo del cliente in questi casi è affidare in tutto e per tutto la logistica allo specialista e il nostro ruolo è ottimizzare tutte le fasi a valle delle linee di produzione ottimizzando costi e prestazioni”. È soprattutto un problema di cultura aziendale: percepire l’outsourcing come una parziale perdita di controllo di una fase strategica è in prima battuta una reazione naturale. “Per onestà intellettuale - replica il nostro interlocutore - va detto che in Italia l’offerta di una logistica specializzata nella catena del freddo, seria, matura ed affidabile, è ridotta: ci sono poche società in grado di gestire il servizio a livello nazionale, impresa fattibile solo potendo contare su un adeguato numero di mezzi, una rete di piattaforme razionalmente distribuite, la capacità di saperle “Un’offerta di outsourcing logistico nella catena del freddo richiede un adeguato numero di mezzi, una razionale rete di piattaforme, la capacità di saperle gestire, elevati livelli di automazione ed un sistema informatico eccellente” gestire, un elevato livello di automazione e soprattutto un sistema informatico eccellente”. E se è vero che i numeri del mercato nazionale sono ridotti rispetto ad altri Paesi, specie del nord Europa, è certo che il mutare delle abitudini di consumo (vedi Il Giornale della Logistica: “I nuovi business venuti dal freddo” - luglio/agosto 2006 - N.d.R.) spinge decisamente a favore di una diffusione dei consumi di prodotti “freschi”, per non parlare del surgelato. Da un lato il tempo da dedicare alla preparazione dei pasti principali è sempre più ridotto (era di 60 minuti negli anni ‘60 del secolo scorso, oggi sono 16 - N.d.R.) mentre cadono i Il segreto dell’efficienza Secondo la vision di Renato Mosca, managing director di Dispensa Culina, questi sono i focus su cui concentrare la strategia dell’impresa: •Guidare l’aumento di efficienza comprimendo i costi i lead-times incrementando i livelli del servizio •Aggregare i volumi di produttori e retailers sul territorio con particolare riferimento alla Distribuzione Organizzata e all’Industria alimentare •Promuovere l’innovazione introducendo nuovi approcci organizzativi e soluzioni tecnologiche avanzate pregiudizi avverso i cibi surgelati. Inoltre, e non è una contraddizione ma l’altro lato della stessa medaglia, i nostri frigoriferi si riempiono di prodotti deperibili ma apprezzati per la freschezza e i valori nutrizionali: yogurt, latticini eccetera non mancano ormai su nessuna tavola. “La vera attività di outsourcing - continua Mosca - è sempre stata considerata quella del trasporto. Ma il trasporto è solo una delle componenti del servizio. Per essere efficace ed efficiente l’outsourcing deve essere completo, deve saper gestire l’intero processo: raccolta del prodotto finito a fine linea, stoccaggio, lavorazioni a magazzino, preparazione al trasporto e consegna finale. In Italia di operatori logistici con questa capacità ce ne sono pochissimi e la nostra crescita esponenziale (vedi box) è una conseguenza del fatto che Dispensa Culina da sempre ha scelto il freddo come specializzazione, gestendo mezzi e magazzini come un “unicum”. Faccio fatica a trovare nel nostro Paese altre realtà che offrano le stesse garanzie a livello di copertura territoriale, rete di piattaforme, know-how specifico, procedure certificate, velocità di esecuzione nel rispetto dei famosi, ridotti tempi di shelf life di cui abbiamo parlato. Tenga Customer portfolio Retailers Stock 27% Industry Stock 49% CrossDocking 24% A sinistra un particolare della nuova piattaforma di Burago Molgora (MI) e, in alto, la distribuzione del Customer portfolio di Dispensa Culina 78 TECNOLOGIA ancora conto che ancora una volta risalta la specificità dell’Italia: non è un caso che grandi operatori internazionali come Hays o Salvesen abbiano incontrato qualche difficoltà a sviluppare la loro presenza”. La logistica “fredda” pretende livelli di servizio altissimi: un esempio è la richiesta da parte del retail e della Grande Distribuzione di ricevere pallet con i prodotti predisposti a “strati” sovrapposti, pronti per un rapido trasferimento allo scaffale con interventi minimi da parte del personale. Un esempio emblematico che ben si sposa con le ulteriori, tassati- Il pallet? A strati! ve esigenze imposte dal cliente: aumento della frequenza delle consegne, abbattimento del rischio di incorrere in rotture di stock, ottimizzazione della redditività per metro lineare dello scaffale implementando il numero delle referenze gestibili nello stesso spazio. “In Italia aziende come Dispensa Culina - approfondisce Mosca - si sono strutturate per seguire anche imprese di dimensioni medio-piccole, con volumi più contenuti. Un segmento dove i nostri competitors stranieri, usi ad operare solo con volumi altissimi, non sono in grado di intervenire. Anche questa nostra scelta, e il fatto di essere manager di cultura italiana, ci ha permesso di attivare ottime collaborazioni con imprese nazionali che hanno trovato in noi interlocutori che parlano lo stesso Piattaforme e transit point Tutti i numeri di una rete molto fredda Piattaforme “freschi” 4 300 25.000 12.000 21.420 le piattaforme dedicate. Mairano (LO), Noventa (VE), Burago Molgora (MI), Ronchi (PD) i collaboratori tra dipendenti e cooperative i metri quadri coperti a magazzino i metri quadri di potenziale sviluppo immediatamente attivabili i posti pallet Piattaforme surgelati Una rete di piattaforme dedicate, razionalmente distribuite, con un sistema informatico in grado di gestirle e “vederle” come un tutt’uno sono indispensabili elementi per un servizio veloce e affidabile come quello richiesto per la logistica del freddo linguaggio. Potendo garantire loro gli stessi standard di efficienza assicurati alle grandi multinazionali nostre clienti”. Marco Artioli, 43 anni, Operations Manager, interviene chiosando le visioni strategiche di Mosca con l’approccio di chi si dedica alla quotidiana e concreta “quadratura del cerchio”: “Un adeguato livello di servizio - spiega - nasce dalla capacità di sapere far coesistere un metodo di lavoro rigoroso con la necessaria dose di flessibilità. Introdurre un outsourcer in azienda significa infatti darsi un metodo, adottare delle procedure. Impone una revisione dell’organizzazione interna ma spesso basta poco per ottenere miglioramenti significativi. La scelta di ricorrere alla terziarizzazione è di per sé coraggiosa, ma spesso c’è una sovra-valutazione del rischio potenziale, conseguente al fatto che il produttore non ha la necessaria chiarezza di come deve essere gestito il rapporto con l’outsourcer. Il cliente si pone il più delle volte Il numero 56.070 l’obiettivo immediato di variabilizzare e ridurre i costi: è solo in un secondo tempo che percepisce come il maggior valore aggiunto sia invece nella possibilità di concentrarsi sul core business. La tendenza degli ultimi anni è soprattutto spostare i costi da fissi a variabili, ma un buon operatore logistico non garantisce solo questo risultato, ma soprattutto permette di aumentare il livello di servizio incrementandone qualità e personalizzazione: più veloci, più affidabili, più sicuri e a un costo minore! Risultati possibili ovviamente in quanto l’operatore logistico lavora ottimizzando strutture, risorse, personali e volumi.” Il tutto in un contesto di mercato, quale quello attuale, dove si assiste ad una contrazione del venduto, incidendo la crisi dei consumi anche sul comparto alimentare: “Il 50% dei nostri clienti - conferma Mosca - ha ridotto in percentuali diverse il suo fatturato rispetto ad un anno fa: l’unico comparto che cresce è quello dell’hard discount. I volumi nella distribuzione moderna, il classico iper o supermercato, 2 4.500 5.200 30 le piattaforme dedicate a Volpino (TO) Quarto (VE) i metri quadri di magazzino coperti i posti pallet i collaboratori tra dipendenti e cooperative I Transit point Genova, Trento, Bologna, Firenze, Ascoli, Roma, Caserta, Bari, Catania, Sassari, Cagliari sono ridotti rispetto a 12/18 mesi fa. Il consumatore non solo sta acquistando meno, ma si rivolge al primo prezzo, alle private label, all’hard discount e il concetto di ripresa tarda a manifestarsi. In questo contesto la leva logistica è decisiva per contenere i costi e ottimizzare la distribuzione e l’intervento dell’operatore specializzato, purché effettivamente qualificato, assume un ruolo centrale: chi non variabilizza i costi e non ottimizza la distribuzione rischia di uscire dal mercato. Il comparto del retail è all’esasperata ricerca di marginalità e in una fase di contrazione dei consumi il delta è incrementabile solo agendo sul fronte dell’efficacia e dell’efficienza. Il fantasma della rottura di stock, con tutto il mancato guadagno che Dispensa: Consolidated Turnover Growth 40 I milioni di colli movimentati a picking tra prodotti freschi per l’industria (64,5%), prodotti surgelati per conto dei Retailers (5,5%) e prodotti freschi per conto dei Retailers (30,0%) Trend di crescita dal 1997 35 30 mil. € 25 20 15 10 5 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Turnover A sinistra il piazzale esterno della piattaforma di Burago Molgora (MI), recentemente acquisita. Sopra: la crescita del fatturato (dato 2006: previsione Dispensa Culina) comporta (dal 5 al 10% a seconda delle fonti di analisi - N.d.R.) è oggi un rischio esiziale”. Questo Giornale ha più volte sottolineato che la via d’uscita non è nella contrapposizione tra gli attori (produttori, distributori, retailer, operatori logistici) ma in un accordo di filiera, nel far fronte comune con lealtà e trasparenza per aumentare l’efficienza della catena del valore tramite la trasparenza e il flusso in tempo reale delle informazioni, la concertazione positiva e non antagonista tra i protagonisti: “La stretta collaborazione con il cliente - ci conferma Mosca - è strategica. Collaborazione significa anche accettare, anzi lo esigiamo noi per primi, monitoraggio costante delle nostre performances, esasperando gli indici prestazionali in modo che nulla sia lasciato al caso. Un maturo rapporto di collaborazione richiede di attivare un progetto, gestire un planning di avanzamento lavori in funzione di obiettivi misurabili, intervenire dove necessario con azioni correttive. Significa analizzare a fondo tutti i processi e le interconnessioni, analizzare i KPI, misurare le performances. L’operatore logistico deve essere in grado di dare motivazione anche agli errori del cliente, non a scopo auto-cautelativo, ma come contributo al miglioramento condiviso in una logica di squadra, offrendogli anche gli strumenti per eliminare le inefficienze proprie. Un risultato di matura collaborazione che non è alla portata solo delle grandi aziende strutturate, ma anche di piccole e medie imprese".
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