Maggio - Associazione Vecchia Alassio
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Maggio - Associazione Vecchia Alassio
ANNO XLIX - N. 5 Sabato 16 Maggio 2009 € 2,00 Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB IMPERIA Eccovi Alassio che innamora il sole (foto di Daniele Moreschi) Mensile di attualità, vita cittadina e tradizione dell'Associazione «VECCHIA ALASSIO». Membro effettivo della Consulta Ligure. O.d.V-O.N.L.U.S. Apertura sede: Lunedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato dalle 18 alle 19. Socio Effettivo € 22,00 - Socio Aderente € 19,00 - Socio Aderente estero € 24,00 ABBONAMENTI - INSERZIONI: Conto Corrente Postale N. 10530186 - A.V.A. Via XX Settembre, 7 - 17021 ALASSIO - Tel. e Fax 0182 64.39.37 E-mail: [email protected] - Sito internet: www.vecchiaalassio.it A.V.A. ASSEMBLEA ANNUALE Cronaca di una giornata differente “Alassio in cornice” La serata temporalesca più autunnale che primaverile, e l’allettante trasmissione di partite di calcio, non hanno fermato i soci che si sono ritrovati nella nostra sede per l’annuale Assemblea. Il Presidente Carlo Cavedini ha voluto prima di tutto ricordare il maestro Paolo Marassi Socio ed amico, grande persona che ha lasciato un segno indelebile nella vita scolastica e sociale del nostro Paese. Un pensiero è stato anche rivolto al concittadino Carlo Cattaneo (socio aderente), che con la sua arte ha onorato il nome di Alassio. Dopo il doveroso omaggio il Presidente ha sottolineato come l’ALASSINO si fa sempre portavoce di quanto avviene nella città, e delle varie attività della Associazione, sempre in linea con i dettami dello Statuto al fine di conservare e tramandare la nostra tradizione. Continua e feconda è la collaborazione con la scuola primaria. A conclusione di un anno fecondo, la classe che ci ha adottato sarà in sede per conoscere ‘il menabò’ (nascita del nostro mensile), e le varie attività. L’Associazione partecipa il più possibile a tutte le manifestazioni cittadine e culturali di Alassio, dintorni e della Consulta Ligure. A marzo è stato aperto il blog del nostro sito (www.vecchia alassio.it – www.vecchiaalas sio.wordpress.com – ed il gruppo su Face Book: Associazione Vecchia Alassio blog) per ampliare i contatti non solo con gli Alassini lontani, ma anche, speriamo, con le nuove generazioni più portate alla comunicazione in rete. Il Presidente relaziona sul consolidamento del gruppo ALASSIO IN CORNICE (formato da 6 gruppi di volontari che, singolarmente e con mezzi propri, si adoperano alla sistemazione dei sentieri e alla salvaguardia continua a pag. 2 MOSTRE Sala Carletti ESPONGONO dal 1° al 15 giugno Maurizio Sicchiero ••• dal 16 al 30 giugno Murlo Francesco È il 19 aprile, domenica, il tempo non promette nulla di buono e nella notte è piovuto copiosamente; il programma “Pulizia alla Torre di Vegliasco” rischia di andare a pallino. affaccendati. I gruppi CAI, SOMS Solva e ARES collaborano all’avvenimento; il gruppo Bike, assente giustificato per impegni precedenti. Gli unici che hanno dato 25 APRILE Festa della Liberazione La festa della Liberazione o della Libertà in quanto frutto della Liberazione, come è consolidata e partecipata tradizione, si è svolta il 25 aprile, in una giornata chiara e ventosa, in Piazza della Libertà, davanti al Municipio di Alassio. no tutte le forze democratiche, e nella quale si riconoscono ancora oggi, come recitava l’invito a partecipare del manifesto per il 25 aprile di quest’anno, tutti i cittadini democratici. La Costituzione, ha sottolineato l’oratore, si compone di due parti che Un momento della cerimonia sul molo. I vari gruppi componenti “Alassio in Cornice” o per un ma o per un se sono tutti impegnati. Gli alpini hanno organizzato qui ad Alassio un importante raduno interregionale e la cosa li vede da giorni in altre faccende la disponibilità sono i componenti della SOMS Moglio, ma con questo tempo…!?!? Con poche speranze mi metto in macchina e verso le nove di continua a pag. 2 Pranzo Sociale Domenica 7 giugno 2009 ore 12,30 Ristorante Castè - Alassio ore 11.30 - Santa messa nella Chiesa Madonna delle Grazie Prenotarsi entro il 5 giugno presso l’A.V.A. Alla presenza del Sindaco, delle autorità civili e militari e del Prevosto, mons. Giorgio Brancaleoni Vicario generale della diocesi, accolto dall’avv. Bottelli, presidente della sezione ANPI di Alassio e Laigueglia, ha celebrato la Santa Messa. Alla preghiera dei fedeli la figlia di Mario Bestoso ha ricordato il padre, e tutti i caduti per la libertà. E seguita l’orazione ufficiale del sen. Avv. Nanni Russo, che con tono pacato ma fermo ha ricordato come anche quando il regime fascista sembrava trionfare non fosse mai venuta meno, in difficili e rischiose condizioni di clandestinità e a costo di anni di carcere e di confino o di esilio, una resistenza democratica al regime, da cui ebbe origine il movimento di Liberazione e anche la decisione dopo l’8 settembre 1943 di restare fedeli al proprio giuramento di moltissimi militari dell’esercito italiano, massacrati dai nazisti come a Cefalonia o internati nei lager. La pluralità politica della guerra di Liberazione sfociò nella redazione della Carta Costituzionale alla quale parteciparo- formano un’unica realtà inscindibile: la prima parte, sui principi generali, e la seconda sulle istituzioni che devono garantire l’attuazione di quei principi: ma le due parti sono in equilibrio. I principi si reggono sulla funzionalità delle istituzioni e questa prende senso dai principi. Il senatore Nanni Russo. Il senatore Russo ha infine ammonito a non mascherare con la doverosa pietà per i caduti una antigiuridica e antistorica equiparazione tra i caduti per la libertà e coloro che difendevano la dittatura e la soggezione al nemico. continua a pag. 2 Associazione Vecchia Alassio XIX EDIZIONE SERATA CULTURALE Alassio fra Musica e Poesia Salone Parrocchiale S. Ambrogio (g.c.) Giovedì 28 Maggio 2009 - ore 21 Partecipano: I fratelli Rizzo e i Poeti alassini Presenta: Andrea Gallea INGRESSO LIBERO Angolo di Daniele La Corte Scommesse e promesse “AAA... presidente per nuova holding cercasi”. Fuori da ogni realtà ho sognato che l’amministrazione civica si accingeva a bandire un concorso pubblico, per titoli ed esami, per selezionare un manager a cui affidare la gestione della “Marina di Alassio” e della “Gesco Spa”. Poi mi sono svegliato rendendomi conto dell’illusione, del fatto che i candidati, quelli unti dal signore, sono sempre gli stessi. Ci potremmo anche avventurare in scommesse giocando su chi sarà, sempre che l’accorpamento delle due “partecipate” avvenga, l’eventuale responsabile. Il bando non scritto per la scelta del “cranio” da sistemare sulla nuova fiammante poltrona sembra sia già stata fatta ancora prima delle elezioni comunali, quelle che hanno riconfermato il centrodestra, oggi destra pura, al governo della città. La voglia di potere è massima, ma chi, fuori dal giro, sperava di poter ottenere, provvisto dei requisiti, un posto al sole da dividere, magari come hanno fatto altri, con qualche familiare (da assumere) rimarrà deluso. Oggi la teoria è che per far carriera occorre avere qualcosa in comune con Premier, con Berlusconi, cioè essere almeno stati socialisti e massoni. Le promesse di garantire la massima trasparenza si sprecano e anche oggi, alla vigilia della chiamata alle urne per le elezioni provinciali ed europee, tutti assicurano la volontà di cambiare registro, ma nel senso di «vota me invece dell’altro perché anche io garantisco posti». Così nel caso l’ultimo potente, quello della penultima promessa, fosse in disgrazia, il “cranio” si garantisce comunque la poltrona. Defaticante continuare la lotta, impari, con chi del potere ha fatto mestiere. Così, per sdrammatizzare, vi ricordo un episodio di cui fu protagonista lo scrittore francese Francois Joachim Eduard, detto “Coppéè”. Il letterato, verso la fine dell’800, venne avvicinato dalla moglie del poeta Charles Ponairols che chiedeva un seggio per il marito all’Accademia di Francia. «Votate per Charles – pregò – Se non venisse eletto ne morirebbe». Coppée promise e diede il suo voto a Ponairols che, però, non venne eletto, ma neppure morì. Alle elezioni successive la moglie del poeta tornò alla carica. «Ah, no cara signora - disse Coppée – sono seccato con vostro marito. Io ho mantenuta la promessa, mentre lui non ha mantenuto la sua». 2 «L’ALASSINO» ASSEMBLEA ANNUALE A.V.A. (segue dalla prima pagina) della collina). Il Comune,nelle persone dell’Assessore al Volontariato, e dell’Assessore all’Ambiente, ha finalmente riconosciuto e valorizzato l’impegno dei Volontari, erogando un contributo come fondo spese, al gruppo ALASSIO IN CORNICE di cui l’A.V.A è referente e partecipante. L’attività del gruppo è costante; la prima realizzazione è il riordino della zona intorno alla Torre di Vegliasco, simbolo della nostra città e meta della prima ‘FESTA DELLA COLLINA’. Il Presidente ringrazia tutti coloro che si adoperano al buon funzionamento della Associazione, in special modo alla spedizione dell’ALASSINO. La buona situazione economica e la completa relazione del segretario hanno ottenuto l’approvazione e il plauso generale dell’Assemblea. I prossimi progetti della nostra Associazione sono sempre tesi al recupero, alla conservazione e alla trasmissione della nostra cultura e delle tradizioni anche quelle più semplici e quotidiane. Per l’autunno si prevede -una mostra di Franco Iebole: ‘Demurette de una vota’ -incontri di riscoperta delle tra- dizioni culinarie -incontri di condivisione e recupero di ricordi, vicende personali e pubbliche, con l’uso del dialetto. A fine estate la tradizionale TAVOLA ROTONDA sulla stagione appena passata e sul futuro del turismo alassino. La parola dei Soci ha portato l’attenzione su alcuni problemi in ordine a discariche abusive e alcune irregolarità sulle mulattiere. Il segretario suggerisce di documentare fotograficamente le varie situazioni al fine di poter fare segnalazioni formali. Il Presidente ricorda alcune date importanti: -Sabato 25 aprile, Cerimonia dal Comune -Giovedi 28 maggio “TRA MUSICA E POESIA” serata dell’A.V.A presso il teatro del salone parrocchiale S.Ambrogio. -Domenica 7 giugno alle ore 12,30 Pranzo Sociale al Ristorante Castè. Alle ore 11,30 la Santa Messa, in suffragio dei Soci defunti, nell’antica chiesetta della Madonna delle Grazie. Nell’assoluta concordia e con il consueto rinfresco, si è conclusa l’Assemblea. Sabato 16 Maggio 2009 L’ing. Franco Ferrando risponde all’articolo ALASSIO IN CORNICE (segue dalla prima pagina) apparso su “L’Alassino” del 17 aprile 2009 mattina raggiungo la Torre Sono trascorsi 14 giorni, è Ho letto con stupore l’articolo relativo all’arenile sulla prima pagina dell’“L’Alassino” del 17 aprile 2009 e mi sento obbligato a rispondere e contestare alcune gratuite affermazioni in riferimento al cosi definito “salame”, anche se, in realtà, sarebbe più appropriato parlare di soglia subacquea o barriera soffolta. In qualità di ingegnere progettista, mi sento chiamato in causa e, di conseguenza, obbligato a rispondere, soprattutto, tenendo conto che tale articolo è firmato A.V.A., e, quindi, devo ritenere che sia il pensiero non di un singolo, ma dell’intero consiglio direttivo. concessionari del tratto molo-via Cavour a costituirsi in consorzio e realizzare a proprie spese un intervento di protezione della spiaggia similare a quello criticato nell’articolo; da allora fino a oggi il tratto di arenile protetto è sempre stato sufficientemente ampio ed ha permesso ai consorziati di operare in sicurezza e tranquillità. Il risultato positivo di quel primo intervento convinse l’Amministrazione comunale, l’Associazione Bagni marini ed altri concessionari a ripetere il progetto di protezione ad altri tratti del nostro arenile. Nella seconda parte dell’artico- di Salò, alleata del nazismo, scelta che avrebbe dato loro la possibilità di rientrare in Italia e di avere vantaggi economici e di carriera. Questa scelta, fatta per amore dell’Italia e per senso profondo dell’onore, oltre che per l’intelligenza di aver capito dove stava il progresso dell’umanità, ha contribuito a dar vita alla Libertà e alla Democrazia del nostro Paese. Sono stati premiati, per la Scuola Media Morteo Ollandini: Ludovica Pizzo di IIID, Ilaria Lago di IIIC, Gessica Rinaldi Medeot di IIIA e Francesca Danini di IIIB. Per la Scuola Media Madonna degli Angeli, Mariagiulia Roveraro di IIIA. Per l’Istituto Secondario Superiore Giancardi - Marco Laureri di V. A.T.S.R., Christian Timpiranza di V A. T.S.R. e Giorgia La cerimonia religiosa. 2) Il molo di Alassio, il pontile Mario Bestoso, lo stadio Franco Ferrando, ed alcune strade della nostra città: via Filippo Airaldi, via Giovanni Battaglino, via Paolo Ferreri, via Franco Gazzelli, via Lorenzo Sollai, ricordano i nomi di protagonisti della Resistenza e di vittime del fascismo, o perché alassini di origine o perché caduti ad Alassio. Ricorrendo a documenti e alla memoria di persone che possono ricordare quelle vicende, sapreste ritrovare i motivi di questo ricordo civile? 3) “Un altra Resistenza”, è il titolo di un libro di Alessandro Natta che alla sua uscita non ebbe molta risonanza. Fu la Resistenza di molti ufficiali e soldati italiani che, dopo 1’8 settembre 1943, per non voler cedere le armi ai tedeschi, furono massacrati come a Cefalonia o internati in durissime condizioni di sofferenza e umiliazione nei lager nazisti. La maggioranza di essi scelse di non aderire alla repubblica nuovamente Domenica 3 maggio e, visto che il tempo lo consente, si procede alla ripulitura del sito della Torre da tutte le sterpaglie precedentemente accantonate. L’aiuto, utile e gradito, questa volta ci giunge dalla Protezione Civile con mezzi e uomini e da vari componenti gli altri gruppi di Alassio in Cornice. L’operazione “Torre”, nonostante i capricci del tempo e qualche dettaglio, può considerarsi quasi conclusa con un risultato che per efficienza ed entusiasmo è andato oltre le aspettative. come avrebbero proceduto, cosa eliminare e cosa salvare, come già concordato con il Comandante della Forestale. Dopo un doveroso grazie ed i complimenti a nome dell’AVA e degli altri gruppi assenti, ritenendo un mio eventuale aiuto più di ostacolo che di utilità, mi dedico al mio programma, un rilievo planimetrico a “schizzo” di tutta la vegetazione ed alberatura presente nel sito con i nomi delle varie essenze. Scopro con piacevole sorpresa che nonostante vi sia passato il fuoco non molti anni or sono, alcuni alberi di pino sono sopravissuti e sul lato est è cresciuto un boschetto di pini novelli alti circa 90-120 cm. Il resto della vegetazione è prevalentemente costituita da roverelle e da alcuni faggi sul lato ovest. La restante vegetazione è a macchia mediterranea con abbondanza di erica, lussureggianti cespugli di corbezzolo e due ci- Per il gruppo “Alassio in Cornice” l’evento è l’inizio di tanti altri progetti analoghi e per questo motivo tutti i gruppi FLOREAT ALAXIUM! 25 APRILE (segue dalla prima pagina) Infine sono stati premiati con un piccolo assegno a titolo di borsa di studio gli studenti delle scuole di Alassio che avevano svolto i temi proposti anche quest’anno dalla sezione ANPI con il prezioso aiuto degli insegnanti. I temi proposti erano: 1) La teoria del “negazionismo storico”, che nega le dimensioni o addirittura l’esistenza della “Shoà”, trova oggi, come e più di ieri, convinti sostenitori contro ogni evidenza probatoria. Protagonisti, testimoni e situazioni di fatto sono apertamente squalificati. Gli storici e noi tutti abbiamo la responsabilità civile e morale di impedire che l’ignavia scolorisca il ricordo di chi ha compiuto il più alto sacrificio. sotto un cielo cupo che a tratti rilascia una pioggerella fastidiosa. Sorpresa, al penultimo tornante già tre! quattro! cinque! auto parcheggiate lì nei pressi del sito. Raggiungo il sentiero che dalla carrozzabile sale alla torre ed incontro, sparsi tra i cespugli, otto anzi nove volontari di Moglio, armati di tutto punto: taglia erba, falcetti, forbici e quant’altro possa essere utile al fabbisogno. Mi salutano ed in dialetto “ti hai vistu?, nunustante u tempu e semmu lì, sperammu cu tegne” e con essenziale chiarezza mi spiegano Ricotta di I A.E.A. T. La Scuola di Musica della Morteo Ollandini, una formazione che si sta facendo onore ormai anche in tournée sotto la direzione del prof. Borri, ci ha regalato esecuzioni “sinfoniche” di canti della Resistenza. Ai presenti è stato distribuito in omaggio il libretto a stampa dei temi, disegni e lavori grafici che i ragazzi delle scuole di Alassio avevano preparato lo scorso anno. La manifestazione si è conclusa con il corteo al monumento ai Caduti, fino al molo, al monumento alla Resistenza e alla lapide di Mario Bestoso, dove, dopo alcune brevi parole dell’ avv. Bottelli, la manifestazione si è sciolta. Resta il rammarico che il concerto che il Circolo ARCI Brixton organizza ogni 25 aprile non si sia potuto svolgere in Piazza dei Partigiani, ma sia stato “relegato” al Parco San Rocco. Marina Balduzzi Vice Presidente sezione ANPI È molto strano che l’A.V.A. nell’articolo citato spieghi come funzioni, o, meglio, perché non funziona il così chiamato “salame”, quando tutta la letteratura scientifica mondiale, supportata da modelli fisici, matematici e da elaborazioni e simulazioni al computer, non spiega, ma considera acquisito, che a ridosso di qualsiasi difesa parallela alla linea di riva (soglia subacquea o diga soffolta), si crea una striscia di 4-5 metri di fondale più profondo. Tale fenomeno, considerato positivo, dipende dal fatto che in questa zona avviene una turbolenza ed una forte dissipazione dell’energia del moto ondoso, creando però le premesse perché in battigia ci sia meno energia e, quindi, condizioni molto favorevoli al deposito della sabbia e ad un conseguente allungamento della spiaggia stessa. Qui mi fermo per non annoiare il lettore con discorsi troppo scientifici. L’esempio delle meravigliose spiagge tropicali, stabili perché protette dalla barriera corallina soffolta, vale più di mille discorsi. Tornando all’articolo citato e, venendo in aiuto a chi, pur avendo l’età sufficiente, fosse di memoria corta, fornisco una fotografia del settembre 1977, scattata ai bagni Nettuno (via Cavour). Tale situazione, che in maniera più o meno tragica, si ripeteva ad ogni stagione estiva, convinse i lo citato, dopo le critiche, viene affermato che: «È necessario che chi ha responsabilità in merito prenda atto dell’esperienza di chi conosce da sempre il nostro golfo ed accolga l’invito pressante dell’A. V. A. ad intervenire per salvare il maggior bene di Alassio senza vulnerare il corso degli eventi naturali». A parer mio, sarebbe opportuno che l’A.V.A., oltre a rivolgere un invito pressante a chi ha responsabilità in merito, fornisse anche i nomi e le qualifiche di chi, sempre secondo l’A.V.A., conosce il nostro golfo ed è, pertanto in grado di spiegarci e progettare come intervenire. Io, da parte mia, posso solo far presente che da oltre trentanni svolgo la mia professione nel campo marittimo, sono nato e cresciuto ad Alassio, mi sono laureato all’Università di Genova in ingegneria marittima (specializzazione in regime e protezione dei litorali), discutendo la tesi di laurea sulle tensioni tangenziali al fondo ed il movimento della sabbie nel golfo di Alassio, ed ho pertanto la certezza di conoscere il nostro golfo, sotto il profilo marittimo-sedimentario almeno quanto chiunque altro. Cordiali saluti L’articolo a firma AVA sul problema arenile, contestato dall’Ingegnere Franco Ferrando nella parte relativa al così detto “salame”, (barriera sommersa dallo stesso progettata ed eseguita), è stato la conclusione di molti commenti e scambi di opinioni tra anziani alassini, già pescatori o marinai, che a torto o a ragione sono certi di conoscere per esperienza le caratteristiche e le problematiche del nostro golfo e del suo arenile meglio di qualunque altro. Gli eventi naturali di un inverno impietoso che hanno caratterizzato i trascorsi mesi con numerose e ripetute mareggiate da scirocco e libeccio, hanno rimosso notevoli quantità di sabbia, che, trasportata dalla risacca, ha superato la barriera artificiale, depositandosi sul lato esterno. La soluzione al problema, concordata tra le categorie interessate ed il Comune, ci risulta essere l’utilizzo meccanico di una sorbona che aspiri la sabbia oltre il salame e la scarichi in prossimità della battigia, con costi non indifferenti. L’articolo non voleva essere e non è un atto d’accusa nei confronti del Professionista che ha progettato quel tipo di barriera, ma la constatazione che con l’evento straordinario i risultati non sono stati quelli sperati e che probabilmente, come sostengono gli anziani, nella nostra realtà alassina è meglio lasciare alla natura la gestione dell’arenile. Alassio 28 aprile 2009 Franco Ferrando A.V.A. pressi all’inizio del sentiero lato monte. Trascorsa circa un’ora, gironzolando mi ritrovo sullo slargo a sud della Torre; l’aspetto è già mutato. Lo spazio che, d’accordo con l’Assessore al verde Salvo, si vorrebbe attrezzare con panchine e faretti illuminanti la Torre, ha già la dimensione di un importante belvedere e la “Torre Adelasia”, ripulita dalle sterpaglie che la cingevano quasi a nasconderla, ora ostenta nuovamente un’imponenza regale. hanno concordato sull’opportunità di festeggiare con gli alassini e i “foresti” offrendo una scampagnata da svolgersi sul belvedere della Torre nel giorno di sabato 30 maggio p.v. dalle ore 14,30 alle 18, 30, con rinfresco fornito da amici e simpatizzanti. L’opzione del percorso per raggiungere Vegliasco verrà indicata a tempo debito in manifesti che affiggeremo in città. Venite numerosi !!! GiGi – AVA Sabato 16 Maggio 2009 3 «L'ALASSINO» U recantu di nosci diti CRONACA DI ANDATE (a cura di G.C. e G.G.) MESE DI MAGGIO 2009 Avé e masche cumme a gatta di fratti Probabilmente coniata in quel del Borgo Coscia, l’espressione “Aver le guance come la gatta dei frati” ossia “ben paffuta”, e che pare maliziosamente sottolineare non certo lo stato di buona nutrizione della stessa quanto a esserne una velata immagine dei padroni, altro non è che una ironica quanto benevola metafora riferita a coloro dall’aspetto ben pasciuto e, magari, con una abbondante pappagorgia. Niente male come allegoria, che ne dite? U l’è cumme a sciringa de l’uspeò (ch’à va bèn pe tütti i cü) È bene subito dire che questa locuzione va intesa in senso molto benevolo e non certo a mo’ di “sfottò” a quelle persone che in altri luoghi ben diversamente se ne decanterebbero le virtù. Ma da noi... Dire di una persona “È come la siringa dell’ospedale” per poi magari aggiungere “che va bene per tutti i sederi” altro non vuole, anche se in maniera a dir poco originale, attribuire dei pregi a colui che con indulgenza si adatta a tutte le circostanze, essendo persona benigna, alla mano e, soprattutto, disponibile verso il prossimo. Anche in questo detto, pur non facendo difetto il solito pizzico di “volgarità” emerge con evidenza e ancora una volta l’innato spirito caustico della nostra parlata. NOTIZIARIO NATURA by A.R.E.S. Volontari Boschivi Alassio Le Unità Cinofile Si chiamano: Morgan, Elia, Desy, Dik, Bosco, Kora, Pepe, Jack… sono rispettivamente: un rottweiler, un labrador, una golden retriver, un labrador, un grande bovaro svizzero, un pastore tedesco, un fantasy, un pastore tedesco. Sono i meravigliosi cani dell’unità cinofila locale, con i quali, unitamente ai loro conduttori, domenica 05 Aprile, nei boschi di Bardineto (SV), si era svolta una simulazione di ricerca “persone disperse”, dove i “figuranti”dispersi erano stati interpretati da 4 coppie di noi A.R.E.S. Per quanto riguarda i cani, non è un discorso di razza, ma di predisposizione caratteriale, quindi non sono utilizzate solo “grandi”razze o grosse taglie, ma è adeguato anche un “qualsiasi” fantasy, anzi..a detta di esperti, è tipico di questi ultimi sviluppare maggiormente “l’astuzia” dato che la vita è ..o è stata tendenzialmente meno gratificante. Proprio nella notte, tra la domenica ed il lunedì, si era verificato il terribile terremoto in Abruzzo. Tra il dolore e le drammatiche immagini televisive del sisma, si sono potuti osservare, oltre ai meritevoli membri dei vari Corpi e Associazioni di Volontariato, anche i cani delle unità cinofile intervenute sul teatro delle operazioni di soccorso. Il grande, a volte indispensabile, contributo in termini di ricerca e ritrovamento apportato dai cani da ricerca è preziosissimo, senza entrare nello specifico delle molteplici applicazioni possibili, ne menziono solo alcune, tra le quali: la frequente ricerca di dispersi sotto la neve, sotto le macerie, etc ... o “semplicemente” nella ricerca di dispersi in zone rurali o boschive. A monte di una qualsiasi operazione di ricerca, durante una calamità naturale o un incidente... c’è un’organizzazione d’addestramento per cani e conduttori, nonché studi, prove e riprove di coordinazione sia tra di essi che in interforze con altre varie unità cinofile. Le esercitazioni comprendono (tra l’altro) lo studio: cartografico, morfologico (della zona), delle apparecchiature radio e soprattutto GPS (Global Positioning System) il satellitare portatile, anche con l’applicazione di computer portatili. Detta così sembra solo un gravoso impegno a livello di studio... ma credetemi! non è così! Innanzitutto va detto (se ce ne fosse bisogno) che ogni conduttore è un grande appassionato di cani e ovviamente è affezionatissimo al proprio... Inoltre, seppure l’applicazione definitiva (vedi: intervento in fase di disastro e/o incidente) è cosa estremamente seria, poiché si tratta sostanzialmente di salvare delle vite umane... l’addestramento e gli allenamenti sono caratterizzati da estrema serenità e divertimento sia dei cani che delle persone. Chiunque volesse provare un’esperienza “inconsueta” e appagante... può contattarci ai nostri soliti recapiti: 0182-644914, [email protected], e potrete veni- di questi meravigliosi cani alla ricerca di persone, per salvare loro la vita. Concludo ringraziando dell’opportunità concessaci, l’Unità Cinofila della Salvamento locale e saluto affettuosamente Nadia, in codice “Charlie 6”, conduttrice del meraviglioso rottweiler “Morgan” che hanno ritrovato (dopo 2 ore e mezza di ricerca, anche sotto la pioggia) la coppia “Delta 6” composta da me “Attila” e Lucia “Heidi”. Ringrazio anche le altre unità cinofile “Charlie” e le nostre (A.R.E.S.) “Delta”. Quando abbiamo iniziato questa “avventura di vita” molto gratificante non era ancora Gli A.R.E.S. all’addestramento organizzato nei boschi di Bardineto dall’Unità Cinofila. re a “giocare” al figurante disperso insieme a noi, o vi metteremo direttamente in contatto con gli amici dell’unità cinofila locale, i quali vi spiegheranno più professionalmente il tutto, e potrete partecipare in modo indipendente ad un divertimento.. pardòn...addestramento. Noi Volontari Boschivi abbiamo iniziato una sorta di collaborazione con l’unità cinofila di salvamento, data la nostra esperienza nei boschi e all’uso delle apparecchiature prima menzionate, ma ribadisco...è possibile fare il “disperso” per gioco anche per i più inesperti, poiché coadiuvati. Credetemi! Se amate i cani e la natura... è un’esperienza da non perdere! Io vi chiedo di venire a provare questa esperienza divertente,definendola un “gioco”, ma vi dico che è in realtà una cosa importantissima...dato lo “scopo” operativo finale...ovvero l’addestramento/allenamento successa la terribile disgrazia in Abruzzo, e questa notizia che volevo raccontare aveva un’impronta più leggera leggiadra e frivola, e contavo di evidenziare l’operato dei miei A.R.E.S. raccontando l’impegno di questa o quella coppia di figuranti... Ora, dopo il terremoto, non vediamo l’ora di partecipare nuovamente ad un addestramento di questi meravigliosi cani...però oltre alla grande passione ed al divertimento, avendo negli occhi e nella mente le immagini dei cani da ricerca in Abruzzo...oltre a fermarci un attimo con la mano sul cuore...ci sentiremo utili, noi piccole pedine di una grande macchina di salvamento. A nome di tutti gli A.R.E.S., ma credo proprio di tutti gli Alassini, colgo l’occasione per salutare con un caloroso e sentito abbraccio gli Abruzzesi che vivono ad Alassio. Per i Volontari Boschivi Mario “Attila” Palumbo Ogni limite ha una pazienza! Cari alassini: desidero troncare definitivamente la polemica sulla statua di Totò eretta nei giardini di piazza Stalla ad Alassio, e spezzare una lancia in favore del Vostro amato sindaco che ha fatto tale felice scelta. Ha fatto bene, ribadisco, perché Totò, negli ultimi quarant’anni della sua vita ha trascorso ad Alassio tutti i mesi estivi, da giugno a settembre, diventando ben presto l’animatore delle meravigliose notti alassine; e anche d’inverno non mancava mai di trascorrere le Feste Natalizie e Capodanno nella vostra bella città. È giusto quindi che il vostro primo cittadino lo abbia voluto ricordare con un monumento; tanto più che Totò, con un suo famoso intercalare, ha reso celebre Alassio in tutto il mondo: chi non ricorda infatti quando lui diceva: “Sono un uomo di mondo: ho fatto il militare ad Alassio!” E solo per questo meritava non uno ma dieci monumenti. Ecco perché io spezzo una lancia (“Macchè Lancia, direbbe Totò a questo punto, io spezzo anche un’Alfa Romeo, una Maserati, una Ferrari, non badiamo a spese”) in favore del Vostro Sindaco con cui mi dichiaro pienamente solidale. Volete invece sapere che cosa ha fatto il mio sindaco di Andate, volendo copiare l’idea alassina? Avendo saputo che, accanto ai giardini di Piazza Rimessa una volta c’era un elegante locale notturno all’aperto denominato “L’Occidentale”, in cui il comico sanremese Carlo Dapporto aveva lavorato come cameriere per parecchi anni, prima di intraprendere la carriera teatrale, ha deciso di far costruire una statua a Carlo Dapporto, il quale, fra l’altro, in seguito, ormai celebre, era un frequentatore di Andate nelle calde estati degli anni ‘60-70, e si sedeva spesso sullo Scalino (un punto d’incontro come lo è il Muretto per Alassio). Io l’ho sentito raccontare le sue avventure come cameriere all’Occidentale. Fra l’altro il proprietario di allora chiedeva ai camerieri, a turno, di vestirsi “da clienti” e di invitare a ballare le signore sole, meno giovani o meno avvenenti. E narrava Dapporto - chiamavamo quell’incarico “fare il tangueur”. E talvolta era meno divertente che fare il “cameriere!” Beh. Ogni paese ha i suoi ricordi, chi grandi con Totò, chi teneri, divertenti e veri, con Dapporto. Ma parliamo di un’altra assonanza fra Alassio e Andate, due città gemelle ma dizigotiche (cioè quelle che non si assomigliano). Il sindaco di Andate ha compiuto quarant’anni, proprio nei giorni del terremoto in Abruzzo. E i cittadini andatini, consci di quanto l’uomo sia portato per il sociale e per portare soccorsi al prossimo, sapendo che lui voleva andare volontario con i vigili andatini, gli hanno regalato un magnifico elmetto rosso da pompiere, avuto ufficialmente in omaggio dai vigili del fuoco di Tramontenga, commossi dall’idea. E così il nostro mai abbastanza amato si è fatto notare in prima linea fra le macerie e i ruderi, ed ha dovuto tornare a casa soltanto perché rimanendo là avrebbe fatto fare brutta figura al premier, che notoriamente supera in altezza; infatti si doveva nascondere fra le macerie ogni volta che appariva una telecamera delle TV amiche. Ora abbiamo avuto notizia che in questi tempi c’è stato o ci sarà anche il compleanno del Vostro Sindaco: Vi diamo allora un’idea meravigliosa per un regalo degno del personaggio. Abbiamo visto su Internet che la città tedesca di Weiblingen, in difficoltà economiche, mette in vendita la famosa spada di Federico Il. Costa un po’ di soldini, ma per il vostro primo cittadino potete fare questo e altro. Tale cimelio, prezioso di per sé, gli potrà essere utile almeno in tre occasioni: durante la festa dei vigili urbani, che nella divisa di gala hanno tale ornamento, durante qualche altra festa lieta, per provare a stappare lo champagne con la spada, come facevano gli ufficiali nell’ottocento, oppure, non ultima, per dare il via ai tagli di qualche albero malato ad Alassio, albero a cui si vuole risparmiare una lunga e dolorosa agonia: si sa di alberi che, malati, hanno agonizzato ancora per duecento anni, mettendo foglie verdi ad ogni primavera! Luca Caravella GIÒ DI TONNO AD ALASSIO ZONTA CLUB Anche quest’anno il Premio PER IL GASLINI Giovani Donne nella Vita PubL’incredibile voce di Giò Di Tonno arriva ad Alassio il 31.05.09 h 21,00 nella romantica cornice della ex chiesa anglicana; accompagnato da cinque musicisti (basso: Enrico Bevilacqua percussioni: Liviana Ferri batteria: Denny Manzo chitarra: Giampiero Mariani tastiera: Fabrizio Palermo) canterà dal vivo canzoni tratte dal suo ultimo cd “Santafè” e proporrà i brani più rappresentativi dei musical di cui e’ stato il protagonista (“Notre Dame De Paris” di R. Cocciante e “Jekill & Hyde” importato dall’America). Vincitore del Festival di San Remo 2008, ha partecipato a San Remo Giovani 93, nei big sia nel 94 che nel 95, ha inciso con importanti case discografiche nazionali ed internazionali, è spesso ospite in diverse trasmissioni televisive, ha partecipato alle riprese della fiction televisiva in onda su Rai 1’“Un caso di coscienza”, ha calcato le scene dei teatri più famosi nel ruolo di Quasimodo e del Dr Jekill/Mr Hyde: questo e’ Giò Di Tonno, artista eclettico capace di trasmettere forti emozioni con la sua potente voce e presenza scenica, ma soprattutto con la sua notevole sensibilità artistica. La serata è stata organizzata per l’Istituto G. Gaslini di Genova, per la cura del neuroblastoma. Prevendita biglietti: Alassio – Casa del disco tel 0182-640479 Albenga – Creative zone tel 0182-50466. 85° Anno di Fondazione del “Gruppo Alpini Alassio” Malgrado il maltempo la riunione ad Alassio degli Alpini il 18 Aprile u.sc. con la partecipazioni di molte sezioni Liguri, Piemontesi e Lombarde, accompagnate da due fanfare alpine, ha avuto un buon successo. Dopo la sfilata per le vie cittadine, presso il Monumento ai Caduti è stata celebrata la S. Messa e l’orazione ufficiale delle Autorità. È stata una giornata piena di simpatia, tradizione ed amicizia. Encomiabile l’organizzazione curata dalla Sezione di Alassio, che si distingue sempre per il volontariato in città. blica VII ed. organizzato dallo Zonta Club Alassio Albenga ha avuto un record di partecipazione. La Commissione presieduta dalla Prof. Anna M. Tagliasacchi Bonfante - cui va un particolare ringraziamento di Zonta per la disponibilità dimostrata ha difatti dovuto esaminare ben 46 elaborati provenienti da cinque istituti superiori. Sono state proclamte vincitrici del Premio. INTERGUGLIELMI Francesca del Liceo classico G. Bruno-Albenga a 1 classificata (che vince 300,00 Euro) e MEDVEVA Margarita del Liceo scientifico G. Bruno Albenga 2a classificata (che vince 200,00 Euro) La prima classificata, parteciperà al Premio di Distretto. Le ragazze saranno premiate in occasione di una breve cerimonia che si terrà MARTEDÌ 19 maggio 2009, alle ore 16,00 presso l’aula magna del liceo classico G. Bruno, (Albenga - via Mameli), in occasione della quale verranno consegnati alle ragazze gli attestati di partecipazione. BRIDGE CLUB PRO TERREMOTATI Il BRIDGE CLUB di ALASSIO ha voluto partecipare alla raccolta di aiuti per le popolazioni terremotate dell’Abruzzo, organizzando un torneo ad offerta libera, raccogliendo 600,00 euro, i quali sono stati devoluti alla Protezione Civile con bonifico che alleghiamo in fotocopia. Associazione Nazionale Alpini-Alassio, 85 anni… ma non li dimostra. Mirella GAGLIOLO La Presidente 4 «L’ALASSINO» Lettere del pubblico Interviste televisive Mi è stato motivo di riflessione e sincero rammarico constatare, attraverso i vari servizi televisivi effettuati e trasmessi in occasione del recente 25 Aprile, la completa IGNORANZA da parte di molti giovani studenti, non solo sul significato storico e i valori di quella data, ma addirittura il perché venga ricordata. Non credo di essere stato il solo ad aver seguito quei servizi ed è veramente triste che dei giovani, purtroppo frequentanti scuole superiori (!!!) affermino, quale massima espressione della loro “cultura”: “So che c’è il XXV Aprile, perché è giorno di vacanza”. Ma che cosa insegnano nei nostri Licei... Chi ha vinto più campionati di calcio negli ultimi dieci anni? E questo lo voglio ancora più rimarcare perché, molti della mia generazione, pur non frequentando né Ginnasi né Licei ma modeste botteghe artigiane, pur nella loro “incultura” ben conoscevano, commemorandolo, il valore simbolico del IV Novembre pur senza quell’epoca averla vissuta e a quella data, col dovuto rispetto sono ancora legati. Per costoro e avendolo vissuto anche se da giovanissimi, è naturale che il 25 aprile 1945 sia rimasto nei loro ricordi e nel loro cuore sentendone quindi più vivi i suoi valori ma è anche legittimo, da parte loro, che a quei giovani studenti (e peggio sarebbe se altri ve ne fossero...) che con si disinvolta leggerezza o, peggio, stupido cinismo hanno accondisceso a tali interviste, si RICHIEDA, nella malaugurata possibilità che un giorno facciano parte della “Intelligéntja” o anche della “classe dirigente” di questo nostro povero Paese di dotarsi di un minimo, se non di interesse o rispetto, almeno di conoscenza storica che vada al di là dei soliti Giulio Cesare, Carlo Magno o Federico Barbarossa. O, per tale sforzo intellettuale, è forse chiedere troppo? Lettera firmata donne (ovunque più numerose degli uomini) sono serviti a dar loro il potere di fare scelte importanti per la nostra comunità. La nostra associazione, con 89 socie, è nata per tutelare e difendere l’immagine di Alassio. Certo saremo scomode quando mettiamo in luce le manchevolezze che oggi si avvertono nel paese, ma questo non può fermarci. Non siamo “donnicciole”, ma albergatrici, commercianti, libere professioniste, casalinghe, donne che contribuiscono in maniera concreta all’economia alassina. Vogliamo sperare che questo messaggio venga interpretato in modo giusto da tutti coloro che più volte hanno usato toni culturalmente ed umanamente poco rispettosi nei nostri confronti. Noi continueremo il nostro operato, tutte unite per una Alassio migliore. Margherita Alassio Donna Per non dimenticare Spett.le Redazione L’Alassino Con tutto il rispetto per il principe de Curtis, sono molto contrariata dal fatto che gli abbiate dedicato una piazza già dedicata ad altri, che nella 2° guerra mondiale hanno molto sofferto per la dittatura fascista. Pure gli Eroi Cav. di V. Veneto sono stati da Voi sfrattati dal loro splendido giardino, e non avete più trovato loro un posto adeguato, degno di chi, per dare a noi la libertà, ha sofferto fino a morirne. Giovani con la vita distrutta, che lasciarono orfani, spose, genitori e la vita stessa per noi. Se altre amministrazioni hanno con nobile gesto ritenuto giusto dedicare loro queste due piazze, dimostrando sensibilità d’animo, non era compito Vostro fare quello che avete fatto: una l’avete dedicata a ruderi di cemento e non sarà mai terminata, dall’altra avete già tolta la targa con il nome. Per me, e credo per gli Alassini tutti, sarà sempre Piazza Antonio Stalla (padre di Virgilio, Libero e Bruno della Tipografia Stalla), colui che ne salvò per noi la proprietà e che per questo motivo non sarà mai dimenticato. Questo busto, che sembra sia costato la bella cifra di € 30.000,00, farà inoltre rivoltare nella tomba il grande Totò perché neanche gli assomiglia. Pure contro le piante continuate a essere disfattisti, cinici e non dimostrate un minimo di sensibilità! Con osservanza V.G. Anche ad Alassio oggi È terminato da poco un anno bisestile caotico, triste, tante volte cruento e si sperava di vedere l’alba di un nuovo anno diretto verso la perfezione: La terra, invece, ha tremato ed un dolore immenso di lutto è piombato dai monti al mare, portando difficili nuovi problemi ed acutizzando i molti già esistenti. In passato abbiamo avuto anni di guerre, di fame, di malattie, ma c’era in componente meraviglioso che serviva da collante tra le riceviamo e pubblichiamo (le lettere anonime non vengono pubblicate) “A da passà a nuttata” Noi donne In rete circola una divertente affermazione: “Dio creò l’Uomo e quando vide come gli era venuto pensò che certamente avrebbe potuto fare di meglio e creò la Donna”. È buffo, ma anche triste pensare che ci sia ancora questa diatriba, che a più di 40 anni da ‘68 alcuni uomini (certo solo quelli a cui un po’ difetta l’intelligenza della mente e del cuore, oltre ad un serio approccio culturale) continuino a pensare alle donne come “umani di serie B, utili solo a determinate incombenze”. È deludente che ancor oggi sia necessario ricordare che ognuno di noi, maschio o femmina, è nato da una donna, e che il valore aggiunto di una PERSONA è altro dal suo sesso. Ma perché, vi chiederete, di queste parole? Ecco la risposta: Vorrei che i Signori seduti sulle accoglienti poltrone del nostro Comune ricordassero che anche i voti delle Sabato 16 Maggio 2009 famiglie: La Vera Amicizia. Adesso corriamo tanto perché i tempi sono cambiati; nella corsa non sentiamo o non vogliamo sentire i problemi degli altri, per inventare a piacimento delle storie. Adesso siamo proprio finiti su di una barca senza timone; per riacquistare la riva c’è bisogno di tanta onestà, di poche parole e della forza necessaria per denunciare la nostra amarezza. Fernanda Spett. Redazione, Le parole del Presidente Napolitano hanno suscitato in me anche se non ce n’era bisogno la convinzione che gli atti che si svolgono non rimangono mai nascosti. Il perseguire egoisticamente profitti ingiustificati nei confronti della collettività risulta alla fine sempre deleterio e puntualmente si manifesta agli occhi della gente. Le buone scelte che qualche volta risultano poco eclatanti alla fine rispondono ai requisiti che il cittadino si aspetta. Ad Alassio è sotto gli occhi di tutti il lavoro mal svolto in Piazza Araldi Durante aldilà di quanto l’architetto incaricato ha voluto realizzare. La scelta dei materiali è a mio avviso, non idonea allo scopo, un legno la cui fibra con gli agenti atmosferici si scaglia ed è pericoloso camminarci a piedi nudi e questo, al mare in prossimità della spiaggia succede spesso. È risaputo a noi che viviamo in una località di mare che le coperture in legno si fanno con legni appropriati. Se si voleva identificare la Piazza come la coperta di una nave andava usato un legno adeguato al marino e alle in- temperie che non necessitava di manutenzione ordinaria, quindi tek o l’iroko suo parente povero o similari e le fessure andavano gommate per dare elasticità e impedire alla sporcizia di cadere nella parte sottostante, come normalmente si fa sulle coperte delle imbarcazioni. Se il costo fosse stato troppo elevato per lo spessore e i carichi che deve sopportare si poteva usare un sistema lamellare con la parte sottostante in faggio che è privo di nodi e fibra. E quindi un’essenza sottostante più economica. Naturalmente si poteva areare il tutto con dei finestrini sui lati dei gradini come delle vere e proprie maniche a vento. Ancora una volta il tempo si dimostra “galantuomo” e giudice della nostra competenza o incompetenza e il passare del tempo esercita il privilegio di verifica di quanto abbiamo fatto. Celebre è la frase di Edoardo De Filippo che reputo un grande filosofo della vita, oltre che Attore “A da passà a nuttata” (e con essa la possibilità di dare al tempo il libero giudizio che da sempre gli appartiene). Leonardo Nappi Considerazioni Ho guardato una mia foto di quando ero bambino nella mia vecchia amata casa di Moglio. L’immagine riprende l’intera collina che da Vegliasco scende giù fino ad Alassio: ulivi, e verde dominano, un uno degli squarci più belli a parer mio della provincia. Son ritornato oggi in quel luogo dove una volta abitavo, e ora che non vivo più nel mio amato paese, mi sale il nervoso se penso che per qualcuno è un vanto che Alassio e dintorni abbiano gli affitti ai livelli di Capri o di Montecarlo, per me rappresenta invece solo un ostacolo insormontabile che mi impedisce di sperare di tornare a vivere nel paese dove sono nato e ho sempre vissuto. Ma appunto preso dalla nostalgia sono tornato a rimirare quel paesaggio della foto, e vedo che troppo, troppo verde è stato conquistato dal cemento, da un cemento aggressivo, non per costruzioni discrete, ma per ville dal gusto più che discutibile con muraglioni in pietra che fan venire l’angoscia. L’intera collina diventata ormai preda di arroganti ambizioni che sfidano la stessa sostenibilità delle strade. Se almeno questa distruzione del verde fosse dovuta all’intenzione di offrire casa ai giovani Alassini, e invece no, cemento per seconde case che si riempiono per 2 mesi all’anno. E intanto Alassio da Ottobre a Giugno (salvo le brevi festività) è vuota, una città fantasma, dove di sera dopo le l0 è davvero raro incontrare anima viva. Una cittadina che ha un calo demografico, da cui le giovani famiglie vanno nell’entroterra albenganese per l’impossibilità di permettersi affitti nella bella cittadina. Ma forse anche questo per qualcuno è un vanto, oltre al turismo di qualità, ora, anche una cittadinanza di qualità, una ricca cittadinanza del nord Italia di non residenti. Eh sì, il famoso turismo d’elite che costringe un ragazzo che volesse andare a ballare nella stagione estiva a sganciare un minimo di 25 euro, ma con punte anche di 40, o dove prendere una birra piccola in un locale richiede un minimo di 3 euro, prezzo da locali delle più belle piazze delle città d’arte italiane. Ma sì, noi qui tiriamo la corda, come se per il fatto che Alassio ha sempre avuto molti turisti, per forza di cose, ne avrà sempre tanti, per carità, speriamo, ma qualche dubbio sorge. E se per miracolo in una località come questa, sorge e resiste un piccolo locale, un Circolo ARCI che si chiama Brixton, che offre da settembre a maggio musica di altissimo livello senza richiesta di costi se non la tessera annuale, dove chiunque può bersi una birra a 1.50 euro, e organizza importanti attività sociali, sarà sicuramente questo posto ad essere preso di mira dall’amministrazione comunale. Ma dato che vogliamo un turismo di qualità anche l’intrattenimento sarà di alta qualità, no? Certo! Ragazzine minorenni e pornostar con le tette per aria in piazza Partigiani, ma non facciamo i moralisti, può anche starci se affiancato a qualche altra attività culturale, tipo... tipo dei bei fuochi d’artificio più volte all’anno da migliaia e migliaia di euro. E poi ovviamente i concorsi di bellezza. Eh già perché Alassio è un po’ così, una bellissima ragazza che sa ben nascondere i propri difetti, li nasconde sulla collina, dove i ragazzini di Moglio dopo anni e anni, non hanno ancora un adeguato luogo di svaghi, nasconde i suoi difetti a Poggio Fiorito, dove alcune anziane hanno le tapparelle rotte, rimanendo senza la luce del sole, e dove la noia, la angoscia aleggia in una struttura maltenuta, nonostante il grande spirito del personale lavorativo. Dove piazze, fontane, marciapiedi, si fanno tanto per far vedere che si è fatto qualcosa, non se effettivamente è stato fatto bene; e che per vedere la propria squadra locale di calcio, deve andare nell’entroterra albenganese, e stessa cosa per vedersi un bel film al cinema. Spero, quindi, con tutto il cuore, che i cittadini, in un moto d’orgoglio possano un giorno fare di Alassio una bella donna onesta, che non nasconde nulla sotto il trucco. Jan Casella In merito alle lettere inviate alla redazione, con richiesta di pubblicazione, si precisa che devono essere firmate con nome e cognome (leggibile) ed il firmatario deve poter essere identificato. È facoltà dello stesso richiedere l’anonimato in caso di pubblicazione. Bilanci: alcune considerazioni sulle attività del nostro Comune A distanza di 3 anni dall’assunzione della carica di consigliere comunale, voglio esporre ai cittadini elettori ed ai lettori dell’“Alassino” alcune sommarie considerazioni. Ritengo sia utile ricordare che dall’anno 1990 (per noi 1993) è cambiato il sistema elettorale: “chi vince” le elezioni, governa (ad Alassio Consiglio Comunale composto da 1 Sindaco, 13 consiglieri di maggioranza, 7 consiglieri di opposizione, quindi 14 a 7). Nello stesso periodo è stato abolito il CO.RE.CO, Comitato Regionale di Controllo, che aveva il compito, appunto, di controllo su tutti gli atti dell’amministrazione, per cui oggi la maggioranza può procedere molto più spedita nel perseguire quanto programmato. È importante ancora ricordare che dal ‘93 è stata introdotta l’ICI che, in particolare ai comuni turistici come Alassio, ha portato consistenti maggiori introiti rispetto al precedente sistema dei trasferimenti statali. Dopo queste premesse voglio mettere a confronto alcune scelte concrete attuate dalle passate amministrazioni, con quelle messe in atto negli ormai otto anni di amministrazione Melgrati. Le Amministrazioni insediate con la vecchia legge elettorale, quando anche un solo consigliere poteva mettere in crisi la maggioranza, senza gli introiti dell’ICI e quindi disponibilità finanziarie neppure confrontabili con quelle attuali, hanno acquistato il Grand Hotel, hanno acquistato Villa Alessandra (attuale sede del Commissariato), hanno acquistato Villa Fernanda, hanno impiantato da zero la farmacia, incrementando considerevolmente il patrimonio del Comune. Di contro le amministrazioni che hanno visto l’arch. Melgrati prima assessore e poi sindaco, hanno sicuramente il merito di aver messo in atto l’operazione Grand Hotel, che poi però è stata gestita in modo perlomeno azzardato, dal momento che la collettività è stata pressoché espropriata, almeno per ottantacinque anni, dell’immobile, dell’area dove sorgevano i giardini di Vittorio Veneto, del sottosuolo di parte di via Gramsci e di quello di piazza Partigiani. Come se non bastasse la Fincos, società costruttrice, ora ha chiesto al Comune 20.000.000 di euro per “imprevisti”, cioè quasi 2.000 euro per ogni alassino, inclusi i neonati. Vedremo come la questione andrà a finire. Continuando il confronto, vediamo che Villa Fernanda è stata venduta, che Villa Bice, anch’essa già di proprietà del Comune, è stata venduta, che la farmacia è stata venduta. Sicuramente, al di là di ogni considerazione di merito, il patrimonio immobiliare comunale è stato depauperato. Continuando l’analisi, negli ultimi due anni le tariffe della Nettezza Urbana sono aumentate del 39%, a fronte di un servizio che ogni cittadino può giudicare da sé. Le aiuole, a parte i giardini del Comune, versano in uno stato pietoso: l’erba è gialla, le piante, quando ci sono, sono secche o moribonde, le erbe infestanti dilagano (ma almeno sono verdi), e certamente la colpa di tutto ciò non è della maleducazione dei cittadini, come ha recentemente sostenuto il Sindaco (!) Le strade della collina sono dissestate, le condotte cedono un giorno sì ed uno pure soprattutto per i continui passaggi dei pesanti mezzi diretti ai cantieri che costruiscono seconde e terze case, mentre i residenti sono costretti a emigrare. I giovani, che già hanno problemi a trovare lavoro, devono cercar casa a Ortovero, Castelbianco, Casanova. Ma per questo è sufficiente fare ogni tanto qualche proclama: “presto si realizzeranno centinaia di case!”. Intanto siamo senza depuratore, senza teatro e senza cinema (anche per vedere un film dobbiamo emigrare), e senza campo sportivo. In merito alle società comunali, (sulla cui costituzione, almeno in teoria, nessuna obiezione: sono previste da norme di legge) il vero problema è il controllo. Come mai l’opposizione che ha proposto più volte di poter “vedere” dall’interno che cosa succede, che ha più volte richiesto un membro nel Consiglio di Amministrazione o nel Collegio Sindacale (senza emolumenti) è sempre stata così snobbata? Per quanto riguarda il depuratore: è stata costituita un’apposita società con privati, senza l’avvallo del Consiglio Comunale, società che poi in gara è esclusa, ricorre a TAR e Consiglio di Stato, e regolarmente perde il ricorso. Quali saranno i conti e a chi faranno carico? Teatro da realizzarsi nel mattatoio: dapprima pareva urgentissimo realizzarvi la scuola materna, diventata nella parlata comune “asilo di Erode”, poi è diventato assolutamente indispensabile il teatro, opera che ora sembra definitivamente abbandonata. Anche qui si dovranno contabilizzare i costi sostenuti per progettare opere non realizzate. Chi li pagherà? Chiusura dei due cinema: ma non era già iniziata una trattativa che prevedeva l’utilizzo del locale del Ritz da parte del Comune per un certo numero di serate? Eliminazione barriere architettoniche: dopo numerosi solleciti da parte della minoranza pare che solo a breve si potrà conoscere l’entità delle somme disponibili, ma fino ad ora “dimenticate” il cui impiego è dovuto per legge . Dopo quanto sopra detto mi chiedo che senso abbia l’affermazione che sempre ribadisce il nostro sindaco, sia in Consiglio Comunale che sugli organi di stampa circa: “...l’inefficienza, l’incapacità e quant’altro delle precedenti amministrazioni” È importante ricordare ancora che il Comune di Alassio dispone fra i residui (soldi accantonati e non spesi) di ingenti somme perché tutte le operazioni programmate e non realizzate, anche se talvolta per cause di forza maggiore, hanno comportato l’accantonamento di capitali, talvolta presi a prestito e per i quali stiamo da anni rimborsando capitale ed interessi, e tutto per tenere dei soldi sotto il materasso; lo stesso vice sindaco, su un quotidiano ha azzardato 17 milioni di euro, che non credo siano molto lontani dal reale. Mi si potrà obiettare che invece di guardare al passato sarebbe più utile focalizzare l’attenzione sul futuro, ma che cosa serve parlare di preventivo? Cosa serve quando ogni anno nel bilancio preventivo sono più o meno riportate le stesse cose, gli stessi progetti che poi non si realizzano? Forse, allora, è meglio parlare del realizzato ed in proposito ritengo che dopo 16 anni di amministrazioni formate pressoché dalle stesse persone, anche se qualche volta, o più volte hanno cambiato giacca, e nonostante le attuali consistenti risorse finanziarie, i risultati siano sotto gli occhi di tutti e non necessitano di ulteriori commenti. Il Consigliere Comunale del Gruppo “Alassio più tua” Franco Boggiano Sabato 16 Maggio 2009 5 «L'ALASSINO» Rubrichetta mensile - Un ricordo per... www.alassiosuperpartes.wordpress.com Una testa… da usare e-mail: [email protected] In quest’ultimo mese, di cose, ne sono successe davvero tante; ma una, sicuramente, più delle altre, ci ha toccato tutti. Tante sono le piccole preoccupazioni di ogni giorno, ma solo una è la vera paura, davanti alla quale, praticamente qualsiasi uomo, rimane paralizzato: la paura che la vita, o la natura, possano decidere di lui e per lui, senza aver bisogno di chiedergli nessun consenso. I gruppi estremisti condannano ogni intervento dell’uomo sull’ambiente. Possiamo dire che ogni intervento dell’uomo sull’ambiente sia contro natura? Beh, almeno per definizione, sì. L’uomo si differenzia dalle piante in quanto possiede un cervello; e dagli animali perché antepone l’intelligenza alle proprie pulsioni. Ma questo rende davvero l’uomo superiore agli altri esseri viventi? Le piante e gli animali hanno lottato per la propria sopravvivenza adattandosi alla natura ed evolvendosi; l’uomo ha usato l’intelligenza, di cui era dotato, per modificare la natura ed adattarla a sé. Qual è il vero approccio vincente? Qual è davvero l’approccio migliore? Quello che noi ora conosciamo come “ambiente” non è il reale ambiente naturale, ma uno artificiale ricreato dall’uomo, a cui però noi ci siamo adattati e abituati. Quindi, non è tanto importante approvare, o condannare, un intervento o meno sull’ambiente, da parte dell’uomo; quanto che, in questa sorta di adattamentoevoluzione, l’uomo usi, o meno, l’intelligenza di cui, per natura, è dotato. La natura non è sfidabile. Qualsiasi competizione contro di lei sarebbe persa. Un terremoto, un’alluvione, un’eruzione, non sono maledizioni divine, sono solamente fenomeni naturali. Non si può fare niente per impedirli, si può cercare di prevederli, ma soprattutto si dovrebbe lavorare (prima) per limitarne i possibili danni. Le tecnologie esistono, le soluzioni ci sarebbero. Per quanto riguarda i terremoti, si pensi, ad esempio, alle case antisismiche costruite in Giappone. Invece c’è chi pensa davvero che il futuro del nostro paese sia negli inceneritori (i cosiddetti termovalorizzatori… ma valorizzatori di che? Di nano particelle?), nel nucleare, per il quale ci sono stati imposti ben 8 impianti, dopo il referendum abrogativo sul nucleare, del 1987, in cui vincevano i sì con più dell’80% dei voti. L’Italia è praticamente tutta in zona sismica, quindi è davvero interessante il ragionamento, che devono aver fatto certi politici, per voler qui delle centrali nucleari, che va oltre ogni possibile interesse prettamente monetario; probabilmente essi credono sinceramente che, nel momento del bisogno, per loro si leverà dall’alto una qualche nuvoletta di Fantozzi, per proteggerli. A giugno si voterà per il parlamento europeo. Votare non è un optional: è un nostro diritto, e un nostro dovere, per noi, per le generazioni future, per il nostro paese, per chi ha combattuto perché noi potessimo esprimere per legge la nostra opinione, qualunque essa fosse. L’Europa tutela i nostri diritti, e protegge ogni cittadino europeo anche dal suo stesso Stato, qualora fosse necessario. Ecco perché è importante sostenere l’Europa e andare a votare; e non votiamo con la testa, ma con l’intelligenza, non decidendo quindi per un personaggio, per un partito, per un orientamento, ma per un’idea, e per tutto quello che questa ha alla base: il fine non giustifica i mezzi. Provocatoriamente anonima Nell’ambito del rapporto Scuola e Volontariato, la classe 4a elementare di Via Neghelli in visita guidata alla Confraternita di S. Caterina. Ricordo della V° Elementare – 1949 - Insegnante Suor Aurelia Giosetta….- Carla…. - Elena Bonetto - Elisabetta Paoletti - ….. Paolett i - Marisa Formentin - Fernanda Formentin - Simonetta e Graziella Bonavia - …?.... - Agostino…. Anita Fugassa - Emilia Fugassa - Claretta…. - Laura…. (Hotel Bristol) - Mario…. - …. Vaccarezza - …. Aicardi - Silvana Contestabile - …?... - Ercole Tozzi. “ARRIVARONO I NOSTRI...” Congresso ginecologico MINICRONACA DELLA VENUTA E PERMANENZA IN ALASSIO DELLE TRUPPE ALLEATE IN QUEL LONTANO 1945 NEL RICORDD DI UN EX UNDICENNE Erano appena passate le indimenticabili giornate conclusesi con la Liberazione del 25 Aprile, quando si arrivò alla vigilia di quel Giovedì 10 Maggio, solennità dell’Ascensione. Per quel giorno la popolazione avrebbe voluto in segno di ringraziamento recarsi, riprendendo l’antica tradizione, al Santuario della Madonna della Guardia. Ma molte erano le voci poco incoraggianti che inducevano a tale pellegrinaggio poiché, si diceva, nei boschi della zona ancora si aggiravano in cerca di rifugio, pericolosi personaggi dal torbido passato (tra i quali un certo famigerato “Barbetta”) e tutt’ora ricercati per essere sottoposti a giudizio. Malgrado ciò, la pietà popolare vinse gli indugi e quel giorno una vera moltitudine di fedeli si recò sul sacro monte proveniente sia da Alassio che da località e vallate limitrofe. È da precisare che allora la “Chiesa” non era come appare oggi non essendoci né il campanile, né la venerata statua della Vergine, né la comoda strada dalla quale oggi vi si accede, per cui, per giungervi, bisognava faticosamente percorrere a piedi antiche mulattiere o vecchi sentieri rurali. Nella devozione generale si celebrò il Sacro Rito, si festeggiò con quel poco di cui si disponeva finché giunse, anche per il nostro gruppo, l’ora del ritorno in cui, ripercorrendo come all’andata le antiche vie, si giunse in Val d’Olivo e da lì, dopo breve tratto, in “Parco fuor del Vento” dove per comodità si voleva passare per giungere più brevemente in “Siberia” (zona dell’attuale Via Solva) e alle proprie case. E fu proprio percorrendo il “Parco” che trovammo la sorpresa... la novità, poiché decine di uomini in sconosciute divise e quasi tutti dalla pelle scura o nerissima come non si era mai vista prima (pur sapendo che esistevano avendo cantato per anni “Faccetta Nera”... come pure gli “Ascari” che però avevamo solo visto nelle famose tavole del Beltrame pubblicate sulla “Domenica del Corriere”) stavano alacremente lavorando abbattendo ciò che intralciava, allargando dove serviva. Ma a questo punto del racconto una breve precisazione è dovuta. È noto che nella loro ritirata le truppe naziste fecero saltare il ponte di Santa Croce (I Bausci) interrompendo la viabilità della Via Aurelia sia per Alassio che oltre. Fu quindi necessario il transito da Santa Croce per l’antica strada romana salendo dalla “Cava di Parolini” (oggi Camping “La vedetta”) per poi scendere al bivio di Solva (Bicibio) e sino al ponte della ferrovia che, purtroppo, allora era un piccolo sottopasso simile a quello ancora esistente del “Mulino del Ponte” e sotto il quale a ma- lapena passavano le minuscole “Jeep” ma non certo i mastodontici camion che gli Alleati avevano in dotazione. Da qui l’esigenza di rendere transitabile quell’angolo di pace che era, appunto, “Parco fuor del Vento” avente il suo sbocco nel più alto e largo sottopasso della Stazione Ferroviaria. Ritornando a noi, fu quello il primo impatto di quel gruppo di Alassini, a cui altre esperienze seguirono... Infatti nei giorni seguenti, cominciò lo sminamento della spiaggia da parte di prigionieri tedeschi con relativa rimozione dei reticolati. Gli alberghi cittadini furono occupati da migliaia di soldati di varie nazionalità e uniformi, qui mandati dal fronte per un meritato periodo di riposo prima di essere trasferiti altrove e, in particolare, ancora sul fronte del Pacifico per quanto riguardava gli Americani. Dopo tanti anni di guerra e di privazioni anche da noi e sulle inusuali note del “Boogie-Woogie” la vita riprese il suo ritmo, anzi si creò un certo “modus vivendi” mai conosciuto sino ad allora. La tanto sospirata “Libertà” dava ora i suoi primi frutti: stuoli di giovani attrezzati con “carrozzine” artigianali aiutavano i militari a ritirare dai loro “spacci” le abbondanti razioni ricevendone la dovuta ricompensa, spesso in “natura”; leggiadre “Segnorine” pullulavano in ogni angolo per esercitare il loro meretricio; rari erano i ragazzi che negli stessi angoli non sostavano con la loro brava cassettina da “sciuscià” e allo strillo di “sciuscièn John” provvedevano a far luccicare quegli scarponi che tanto suolo italiano avevano calpestato; derrate alimentari di prima necessità o voluttuarie quali: pane bianco, cioccolata, marmellata, chewing-gum, noccioline, sigarette, birra o quant’altro, avevano assieme alle “Amlire” (moneta di occupazione) ormai libero corso. Pure in quei giorni rimpatriavano, col loro bagaglio di miserie e tristi ricordi i primi concittadini, provenienti dai vari campi di prigionia creando, a volte, non pochi screzi. In quel guazzabuglio ci fu pure chi, in vari modi si arricchì e chi si accontentò di riprendere, nel possibile, quella vita operosa spesso poco remunerativa, tipica della povera gente. Fu con l’autunno, il ritorno a scuola e probabilmente con la definitiva partenza degli Alleati che altri fatti e di diversa natura occuparono gli interessi dell’ormai smaliziato undicenne lasciandogli però, pur a distanza di sessantaquattro anni, ben vivi e indelebili nella memoria quei ricordi qui riportati. G.C. Dal 7 al 9 maggio si è tenuta ad Alassio – nell’auditorium della Biblioteca sul mare Renzo Deaglio – la quarta edizione del corso di perfezionamento in patologia del basso tratto genitale femminile organizzato dal dott. Paolo Cristoforoni. L’evento, che ha visto la partecipazione di circa cento ginecologi provenienti da tutta Italia, si è focalizzato soprattutto sulla prevenzione e diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero e sugli esami e le tecniche diagnostiche e chirurgiche ad esso correlate. Particolare rilevanza ha avuto il recentissimo vaccino contro il virus HPV – o papilloma virus – che da circa un anno è offerto gratuitamente a tutte le adolescenti nel corso del dodicesimo anno di età e – a pagamento – a tutte le giovani di età inferiore ai 26 anni. Il papilloma virus, infatti, è da alcuni anni riconosciuto come agente causale – insieme ad alcuni cofattori quali il fumo di sigaretta – del tumore cervicale. Alla tradizionale prevenzione rappresentata dalla ese- cuzione regolare del Pap test quindi, è oggi possibile affiancare la vaccinazione contro l’HPV, in un vero atto di prevenzione primaria. Una implicazione diretta di questa novità, per i medici che si trovano ad interagire con le adolescenti, le loro mamme e le loro famiglie, è l’appropriatezza comunicativa. È infatti intuitivo come sia importante affrontare nel modo corretto la discussione con tutti i soggetti coinvolti di argomenti quali i tumori femminili, la prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse e più in generale la sessualità. Un’intera sessione è stata quindi dedicata nell’ambito del congresso a questi argomenti, e sono intervenuti esperti della comunicazione, pediatri, medici di salute pubblica e medici di medicina generale. L’Associazione Vecchia Alassio si congratula con il nostro concittadino Dr. Paolo Cristoforoni per la Sua nomina a Primario del reparto ginecologico presso l’I.S.T. di Genova. ALASSIOSALUTE La Direzione di Alassiosalute precisa che il servizio POS dello sportello CUPA di Alassio è fuori uso da circa 1 anno, per guasto tecnico. In considerazione che la manutenzione del servizio spetta all’ASL, in questi ultimi 12 mesi più volte ne è stata sollecitata, la soluzione del problema, ad oggi senza risposta. Cordiali saluti In risposta alla lettera pubblicata su “L’Alassino” n. 4 del 17 Aprile 2009 TUTTI ALLA “FENARINA” Üna seirona de ’na vota “Venerdì 22 maggio se a cena voi verrete nel nostro tipico locale garantito dall’antico nome ‘Fenarina’ troverete è assicurato… poesia, canti e ottima cucina” Inizio cena ore 20 Si prega di prenotare entro Mercoledì 20 maggio Prenotazione e info 0182 470225 6 «L'ALASSINO» Sabato 16 Maggio 2009 Frammenti di storia nostrana - PARTE II MOSTRE D’ARTE (a cura di Tommaso Schivo) (a cura di Carlo Bertolino) CAP. 19° - GLI OSPEDALI IN ALASSIO Anita Olivieri (un po’ di storia e di ricordi) A proposito di Ospedali pubblici, Alassio può vantare una storia gloriosa ben prima del neo-Ospedale comprensoriale di Albenga che è nato da poco e prima dell’ultima comparsa ospedaliera, quella collinare di Via Adelasia, il Val d’Olivo e prima ancora dello storico fabbricato intitolato ai coniugi Paccini e ubicato fra la Via Dante e il Carruggio di Barusso, demolito per utilità pubblica circa mezzo secolo fa. Si parla di ben oltre settecento anni di storia ospedaliera, quando, in occasione bili itinerari (spesso percorsi interamente a piedi!) fedeli acciaccati o malfermi o infermi e bisognosi di pietà e di cure. E gli Alassini non mancarono di erigere, accanto alle poche decine di stanze, anche un “angolo” suggestivo di fede e di preghiera, che è tuttora aperto al culto, proprio la Chiesa della Carità, appunto, che col solo nome esprime e manifesta l’orgoglio e l’umiltà, la fermezza e la spinta, il dono e il sacrificio compendiato in una delle numerose preghiere della Chiesa... “dar da Le tanto beneamate Suore Cappellone. del celeberrimo primo Giubileo di Papa Bonifacio VIII° e di Dante (era il 1300) Alassio, per soccorrere i numerosi pellegrini che da Occidente e dal Nord si avviavano a Roma o quelli che di là ritornavano nelle loro patrie lontane, dopo i festeggiamenti, le penitenze e le preghiere dell’anno santo, ritenne opportuno di istituire, proprio nel carruggio di ponente (e c’è tuttora, trasformato e più volte rimodernato in un magnifico Albergo sul mare) un Ospedale per pellegrini o, forse sarebbe meglio dire, un ricovero, un asilo per un tozzo di pane, un piatto di minestra calda, un letto soprattutto, prima che le forze si ritemprassero e il viaggio potesse proseguire più agevolmente. Non mancavano davvero, in quegli intermina- restò attivo sino agli ultimi vent’anni dell’Ottocento, quando la modernità eresse per le cure ospedaliere un nuovo edificio che noi ricordiamo molto bene, in Barusso, in posizione centrale, con una grande piazza antistante, ove per anni si giocava a pallone a pugno e con alle spalle un grande orto, tramutato, qualche anno dopo, in case operaie, che mostrano la loro imponenza oggi ancora. Intorno, ovunque si volgesse lo sguardo, si estendevano orti ubertosi di verdura e di frutteti DISEGNO DI GIBBA mangiare agli affamati, curare gli infermi, ospitare i pellegrini”. Da quel famoso Giubileo nacque, appunto, qualche anno dopo, la volontà pubblica di organizzare stabilmente un Ospedale per i pellegrini e per gli stessi concittadini bisognosi di cure e di sostentamento e furono proprio i maggiori abbienti della città a volerlo, i padroni di navi, gli armatori e alcuni nobili. Accanto al medico, agli infermieri e alle persone di servizio, non mancò mai un sacerdote per le necessarie pratiche religiose e... passarono i secoli. La storia non ci ha tramandato i particolari di quel generoso sacrificio, ma ci fu e fu grande! Si sa che l’Ospedale (prima che venisse trasformato in edificio più o meno turistico... e balneare) fragranti, aranceti e limoni e fichi e peschi a vista d’occhio. In mezzo si ergeva, umile, ma deliziosa, una linda casetta e spesso, accanto, c’era un grande pozzo attorno al quale un asinello paziente e bendato, faceva salire l’acqua per le irrigazioni, girando, girando, girando senza sosta e credendo di percorrere un lungo e interminabile rettilineo! I più anziani Alassini ricordano ancora nelle adiacenze dell’Ospedale, il grande gioco di bocce, su cui un fico, enorme come una cupola, procurava ombra e refrigerio ed il gestore (se la memoria non m’inganna, un certo Sign. Foresti) serviva, a richiesta, un paio di bocce ed un bicchiere di barbera o di nostralino. SALA CARLETTI (Sede A.V.A.) Per tornare all’Ospedale Paccini, furono attivi ed ottimi amministratori gli Alassini chiamati via via a dirigere il complesso intitolato a San Domenico, ma la novità fortunata fu che vennero invitate a dirigerlo e a curare direttamente i ricoverati e gli infermi, le Suore della Carità di San Vincenzo, le tanto beneamate Cappellone, come le chiamavano gli Alassini, per il loro immenso e fastoso copricapo bianco, dalle ali spaziose al vento, che i più anziani di noi non hanno certo dimenticato. Chi di noi, infatti, non ricorda il loro zelo e la loro meticolosità in ogni campo, i sacrifici sostenuti in silenzio e nell’amore dello Sposo celeste, l’attenzione minuziosa alle persone bisognose, agli ammalati, agli anziani rimasti soli, alle stesse “cose” affidate alle loro mansioni? Poi le sempre maggiori difficoltà della loro congregazione e l’impossibilità a sostenere il grave impegno le allontanò da Alassio, all’incirca negli anni Ottanta, dopo cent’anni di apostolato e fu un dolore vero e grande per la città. Ci fu chi pianse, chi dovette asciugare lacrime vere alla loro partenza. Ed oggi il timore si ripete per il preventivato allontanamento dei Padri Cappucini da Alassio. Intanto la necessità di creare dello spazio cittadino, di dare origine ad una grande piazza, la stessa fatiscenza dell’edificio (del quale non abbiamo, purtroppo, alcun documento fotografico), dopo quasi cent’anni di onorato servizio, portarono il piccone anche sul vecchio Ospedale Paccini e questa volta abbiamo conservato, invece, alcuni documenti fotografici. La nuova piazza (pur con le ali tarpate da cervellotici e discutibili permessi edilizi fra il Corso Dante e il mare, permessi che oggi e domani ancora deturperanno il “paesaggio” e la bellezza generale di tutta la zona) respira, offre la sua ospitalità alle numerose macchine costantemente “affamate” di posteggi e, forse, domani, con la costruzione possibile di box interrati, potrà anche essere più vivibile e più verde. Forse. E, intanto, anche il Val d’Olivo con noi guarda con rispetto e con ansia al nuovo e moderno Ospedale comprensoriale di Albenga, che ha iniziato da poco il suo “cammino” di bene e di sostegno, come hanno fatto i vecchi Ospedali, quelli di Alassio e di Albenga, suoi predecessori. La seconda quindicina di aprile è tornata ad esporre questa artista originale e multiforme. Il suo stile passa con disinvoltura dal figurativo all’astratto, al fantasioso. Dipinge fiori in “primo piano” che riempiono la tela (papaveri, calle, iris, strelitzie), ma an- che bande di colori contrastanti su sfondo monocolore, intrecci di curvilinee nere con gli spazi riempiti di colore. Assai interessanti sono le ceramiche, anche qui con varietà di esecuzioni: accattivanti piatti con stemmi araldici reinterpretati in modo personale, sculture a tutto tondo (bellissimo un canestro con frutta), altri piatti bianchi con strisce nere e colature di punti rossi fra l’astratto e l’informale; vasi dipinti in varie forme e dimensioni e... una “chicca”: una busta da boutique apparentemente di carta pesante con maniglie di corda, ma interamente in ceramica, e altro ancora. Nativa di Vado Ligure (dove hanno vissuto e operato artisti del calibro di Arturo Martini e Roberto Bertagnin), dove vive e lavora, ha esposto e ricevuto riconoscimenti, oltre che in Italia, in varie città d’Europa, segnatamente in Francia (in particolare Costa Azzurra). In occasione della visita del Papa a Savona ha partecipato alla mostra organizzata per l’evento: “32 Artisti per il Papa – opere dedicate a Benedetto XVI°”. Hanno scritto di lei prestigiosi critici. Di se stessa scrive: «Mi sento una figura fuori dal coro in questo mondo dell’arte contemporanea ripetitiva. Cambio spesso soggetto, stimolo di continuo la creatività. So bene che il mondo dell’arte segue un’altra direzione, che tutti cercano una linea stilistica che li contraddistingua e poi la sfruttano per anni. Se dovessi ripetermi non riuscirei a raccontarmi... Accresco la valenza delle mie figurazioni fantastiche, sperimentando la terracotta...La prima forma d’arte è la natura. È a lei, alla sua bellezza originaria, che in ogni tempo mi sono ispirata per creare...». Pubblichiamo la foto di un dipinto di Mario Borella che ha esposto il mese scorso. 25 ANNI DI APOSTOLATO IN ALASSIO Visita ad Arles, 3-4 Aprile 2009 - UNITRE Alassio Venticinque anni fa prendeva possesso della parrocchia di Alassio don Angelo De Canis e da allora iniziava un periodo di intensa attività pastorale e sprimere riconoscenza verso il suo pastore spirituale. Nel salone parrocchiale, durante un cordiale simposio, il sindaco, arch. Marco Melgrati, ha con- La consegna della chiave della città. di interventi capaci di diffondere la spiritualità cristiana in ogni settore della popolazione. Il 3 maggio una parte della comunità alassina ha voluto e- segnato a mons. De Canis, visibilmente commosso e anche un po’ sorpreso, le chiavi della città, il più ambito dei riconoscimenti. Uno scrosciante e gioioso applauso ha salutato l’evento. Nel pomeriggio la solenne processione con i Corpi Santi, protettori della città, è stata guidata dal parroco stesso, che, in seguito, nella chiesa di S. Ambrogio, la sua chiesa, ha celebrato una messa solenne arricchita dai canti della Cappella Musicale e dalla presenza di numerose autorità. Il viceparroco, don Stefano Caprile, all’inizio della funzione ha espresso i sentimenti di viva gratitudine di tutta la comunità dei fedeli per il paziente lavoro svolto dal sacerdote nell’ambito della città a favore di ogni classe sociale e per l’oculata ristrutturazione dell’edificio sacro e degli organi storici. In attesa di altre iniziative che ricordino questi 25 anni, è doveroso rivolgere a mons Angelo De Canis un augurio di felice prosecuzione del suo ministero in una città e tra una popolazione che affettuosamente gli è vicina e lo stima. In un momento in cui si parla tanto di Europa unita, il viaggio ad Arles, programmato dall’Unitre di Alassio nei giorni 3 e 4 Aprile, ha visto un gruppo numeroso motivato allo studio di un percorso storico sulle tracce culturali che ci identificano. Un itinerario che riassume le lezioni di un anno prendendo come esempio un itinerario nella Provenza meno turistica, in paesaggi carichi di affascinante silenzio. La rilettura attenta della città di Arles è indispensabile per capire l’importanza della Provenza all’epoca dell’impero Romano e, successivamente, nella diffusione del Cristianesimo. L’emozione più grande l’hanno però suscitata le Abbazie di Sylvacane, Montmajour, Thoronet, così defilate dai grandi centri. Ripensate nel grande respiro della loro vita religiosa e culturale, tornano ad essere, anche per l’uomo contemporaneo, imprescindibile traghetto dal mondo antico alla modernità. Spazio autonomo di conoscenza e cultura, per chi le visita oggi con attenta disponibilità interiore, esse ritessono le relazioni con il passato e rendono Due giorni di intensa vita comunitaria, in una terra dalle infinite voci, l’entusiasmo dimostrato al ritorno, nel rievocare l’itinerario dimostrano che la cultura trova sempre spazio in consapevoli dei doni tramandati nel tempo: vita spirituale, accoglienza, cultura. Le pietre parlano: si ama dire per dare un’anima alla storia. È più giusto sottolineare che l’amore, la forza dell’uomo, incide le pietre, ed esse parlano. chi sente di appartenere a questo mondo e si considera un anello dell’infinita catena che lega chi è stato a chi verrà. I Discenti del corso di Storia dell’Arte A.A. 2008/2009 Sabato 16 Maggio 2009 7 «L'ALASSINO» LA BIBBIA IN DIALETTO ALASSINO di Gianni Croce Da u libbru de Ester Da u libbru de Ester Da u libbru de Ester Ester a se presenta au re Eiscì pe lei a legge a prescriveva d’andò da-u re nomma se cunvucò. Desubbedì a-u precettu a se metteva in cundissiùn de esse eiscì massò «O-u so, t’hai pura...» l’autru u ghe scriveva «ma pe a to gènte ti devi tentò». Trei giurni de zazùn, han stabiliu, e de urassiui pe truvò farsa in Diu. Cuscì au quortu giurnu a s’appresenta urnò de gemme e in ciù de séa vestia... Veghéndula u re tantu u-a sumènta che a rneschinetta a resta annincherià; a vista a l’è füsasca, parlò a stènta ma a resta lì a zigò sta sò partia. Mirandu quelli öggi sensa fundu u re u l’abbrassa e u ghe promette u mundu. Piandu lesta a-u voru a situassiùn a invitta u re a presensiò a’n banchettu che lei de innandiò a l’ha intensiùn e pöi, vistu ch’à gh’è... a parla s-cettu: “Amòn ... e gh’ourereva in st'uccaxiùn...” (tramènte a tremma cumme ün auxelettu). Inurgugliu de ’sta delicatessa U pelanfrun u avanta a’so grandessa. Disperau e vestiu da penitènte Marducheu u implura pe a so gènte. Mirandu quelli öggi sensa fundu u re u l’abbrassa e u ghe prumette u mundu. E LA MINA… NON C’È PIÙ UN ARTICOLO DI CRONACA Un “gozzo” storico salvato Ora, la mina che dormiva sui fondali del porto di Alassio, fa davvero meno paura. Scoperta nell’approdo turistico della città del Muretto, davanti al molo del distributore di benzina, è diventata come una foglia morta. Gli specialisti dello Sdai l’hanno disinnescata senza che potesse far sentire la sua potenza distruttrice. lare le operazioni di bonifica da parte degli specialisti della Marina arrivati dalla Spezia. È una squadra preparata per mettere in silenzio, per sempre, mine e bombe inesplose che ogni anno vengono ritrovate, come nel caso di Alassio, sui fondali da sommozzatori o che finiscono nelle reti dei pescherecci. È stata fatta brillare a circa tre miglia di distanza dall’isola Gallinara dai tecnici coordinati dal capitano Massimo Pegazzano: «Si trattava di una mina da 700 chili del tipo Gp di fabbricazione tedesca trasportata in porto quasi sicuramente da un peschereccio. Conteneva almeno 270 chili di esplosivo, 60 % tritolo e quindi altri componenti chimici. È stata prelevata dal porto e trasportata con appositi palloni galleggianti al largo della costa per evidenti ragioni di sicurezza e là fatta brillare». Treni e strade bloccate per ore, folla di curiosi tenuta a debita distanza sulla Cappelletta ai Caduti da carabinieri, polizia e vigili urbani per una bomba che se fosse esplosa, almeno nella seconda guerra mondiale, avrebbe fatto saltare in aria, non solo il Luca Ferrari, ma anche tutta la zona di levante della perla della Riviera. Ci sono volute riunioni fiume in Prefettura con il prefetto Nicoletta Frediani, i vertici della Marina Militare, quindi fissare il D-day: giovedì 23 aprile 2009, a due giorni, sembrerebbe quasi uno scherzo del destino, a due giorni dalla Liberazione. Per la bomba “Ferrari”, dal nome del porticciolo alassino, è stato preparato con cura un apparato di sicurezza imponente anche per evitare imprudenze da parte, appunto, di curiosi, che avrebbero potuto ostaco- «Dormono silenziose davanti alle nostre coste da ormai sessant’anni, ma sono cariche di esplosivo e possono ancora far danni, meglio quindi renderle innocue», spiegano i tecnici dello Sdai. Alassio il 23 aprile scorso ha vissuto momenti di attesa e anche di nervosismo. Aurelia bloccata per diverso tempo, non per una frana, come è successo dal mese scorso a Capo Noli, ma per una bomba ritrovata tra la sabbia davanti ad un altro promontorio, quello di Santa Croce, un’insenatura nella quale poco dopo gli inizi del ’900 gli Alassini pensarono di realizzare un approdo, al riparo dai marosi, ma non dalle bombe sganciate dai nemici. Ogni anno il porticciolo Luca Ferrari è meta di centinaia di diportisti, piemontesi e lombardi che attraccano con i loro lussuosi megayacht, le loro barche da sogno, dove i baby velisti sognano di diventare come Paul Cayard e dove i fratelli Sibello si preparano per conquistare medaglie nei campi di regata di tutto il mondo e alle Olimpiadi. Lei, la mina del Luca Ferrari, giaceva sui fondali silenziosa, forse anche un po’ malinconica perché nessuno, sino alla settimana scorsa si era accorto della sua presenza nonostante il traffico continuo di barche a vela, gommoni e yacht. Giò Barbera CHIARA SCHIVO, della scuola media Don Bosco, si aggiudica il primo premo del Concorso per “UN ARTiCOLO DI CRONACA” con l’elaborato “Tragica fatalità…o si poteva evitare”. Mentre veniva assegnato il premio speciale a LOSNO ANDREA (Media Ollandini) per, e con il “Gallinara, l’Isola che c’è”. Nell’Auditorium della Biblioteca Civica “Renzo Deaglio”, Mercoledì 29 Aprile, alle ore 18,00, un pubblico numeroso e soprattutto moltissimi giovani studenti sono presenti per assistere alla premiazione degli elaborati degli studenti delle scuole medie partecipanti al Concorso di “Un articolo di cronaca” per l’anno 2008, organizzato dall’Associazione “Amici del Borgo Coscia” e dal “Lions Club Alassio - Baia del Sole” con il patrocinio e contributo dell’Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Alassio, del Sindacato Bagni Marini e dell’Associazione Vecchia Alassio. In apertura della manifestazio- rati presentati) il compito della Giuria è stato arduo, tuttavia i dieci “articoli” scelti, oltre al premio speciale in ricordo di Milla Guidi Aicardi, rispondono ai “Criteri” del concorso. Tutti gli elaborati premiati sono stati pubblicati nella rivista edita dall’Associazione Cronisti Liguri sotto il titolo “ALASSIO FA SCUOLA...”, ed una copia della Rivista “Cronaca di un anno di Cronaca” è stata offerta a tutti i presenti. Pubblichiamo la graduatoria dei Giovani Cronisti: 1 - Chiara Schivo (Don Bosco) contributo studi € 516.00 2 - Luminosa Bogliolo (Ollandini) € 365,00 Gli studenti premiati. ne, dopo il saluto del sindaco Arch. Marco Melgrati e della dr.ssa Monica Zioni Assessore alle politiche giovanili e del Presidente dell’Associazione degli “Amici del Borgo Coscia” prende la parola il Presidente della Giuria il giornalista dr. Alfredo Provenzali, (conduttore di “Tutto il calcio minuto per minuto”) ricordando che da circa tredici anni, è diventata tradizione, da parte della Giuria formata da cronisti liguri, di scegliere i migliori articoli degli allievi delle scuole medie di Alassio, e premiare, con borse di studio, gli studenti “cronisti in erba”. Il dr. Provenzali fa rilevare, dato il numero notevole dei partecipanti (oltre il centinaio di elabo- 3 - Matteo Miceli (Ollandini) € 255,00 4 - Sara Spinelli (Ollandini) € 206,00 5 - Marco Losno (Ollandini) € 130,00 6 - Mariagiulia Roveraro (Don Bosco) € 130,00 7 - Annalisa Vairo (Ollandini) € 130,00 8 - Federico Rota (Ollandini) € 130,00 9 - Nicolò Gasparini (Ollandini) € 130,00 10 - Pietro Calcagno (Ollandini) € 130,00 Premio speciale in ricordo di Milla Guidi Aicardi a Andrea Losno (Ollandini) € 500.00 per un totale di contributo studi di € 2.622,00. Laiguegliesi e Alassini si sono uniti in difesa della pesca e delle tradizioni marinare. La tradizione marinara di Laigueglia e di Alassio sarà difesa da un progetto denominato: “C’erano una volta i pescatori”. L’iniziativa è nata dalla collaborazione fra le associazioni Mestei e segnüe, Vecchia Alassio, Slow Cafè e la Pro Loco di Laigueglia. Il progetto prevede il recupero di un gozzo storico, “Demetrio I°”, che altrimenti andrebbe distrutto. Sono stati oltre cento i partecipanti alla cena comunitaria per salvare il gozzo, tra questi: Lino Gioberti vice presidente della Vecchia Alassio, Giovan Battista Aicardi presidente della Vecchia Laigueglia, Franca Brino Presidente della Pro Loco di Laigueglia, l’avv. Filippo Basso dell’Istituto Internazionale Studi Liguri, il presidente di Federcoopesca Augusto Comes, il Priore della confraternita di S. Caterina Domenico Martino, il maestro Bruno Parodi, con una rappresentanza del coro Capo Mele e la cittadina onoraria di Laigueglia Anna Marino Celant. Reti e nasse come addobbi, un menù ligure curato e cucinato dallo staff del ristorante Pacan, i canti del coro capo Mele e la poesia “Andaxevan tutti â rea” hanno introdotto le relazioni della maestra Celant e del presidente di Federcoopesca Augusto Comes. Gli interventi hanno sottolineato il valore turistico oltre che culturale dell’iniziativa e come il comune di Santa Margherita ed altri stiano perseguendo progetti simili al salvataggio di gozzi storici come il Demetrio I°. La serata, grazie agli sponsor, Nordiconad, Tonietta Carni, Gandolfo Alimentari e Ristorante Pacan, ha consentito di raccogliere mille euro a sostegno del progetto. La storia di Laigueglia è sempre stata legata alla marineria. Basti pensare che nel 1807, dai documenti dell’archivio storico comunale di Laigueglia, risultavano essere in attività oltre ottocento marittimi, di cui trecento erano pescatori imbarcati su quindici battelli o su gozzi propri e cinquecento su ventidue bastimenti, diciotto di gran cabotaggio e quattro di piccolo. Per sal- vare la storica barca è stata inviata al Ministero delle Politiche Agricole una richiesta di riconversione a scopi culturali: «Abbiamo inviato – dice Emilio Grollero responsabile del progetto “Salviamo il Demetrio I°” – una istanza al fine di evitare la demolizione del gozzo. Questa richiesta è scaturita dalla mia venuta a conoscenza della pratica di ritiro definitivo con conseguente demolizione del natante. Il gozzo è una delle poche imbarcazioni in legno ancora esistenti e ben simboleggia un periodo molto importante della storia locale quando la pesca era uno dei maggiori mezzi di sussistenza. Da qui l’esigenza di un coinvolgimento di tutte le istituzioni locali, delle associazioni culturali e della locale scuola elementare per la realizzazione del progetto». L’imbarcazione sarà completamente restaurata e verrà utilizzata esclusivamente a fini di carattere culturale e didattico. Gessica Cirillo III° OIT Alberghiero Alassio 8 «L'ALASSINO» Sabato 16 Maggio 2009 INCONTRI CON L’AUTORE MOSTRA AL MUSEO DIOCESANO DI ALBENGA ANGELA L. con Caterina Guarnieri e Maurizio Tortorella: “Rapita dalla giustizia – Come ho ritrovato la mia famiglia” Ed. Rizzoli “I volti di Maria” Espressioni di fede e devozione mariana nella Diocesi di Albenga-Imperia Un libro del tutto particolare quello presentato il 18 aprile scorso nell’Auditorium della Biblioteca civica “R.Deaglio”. Lo ha evidenziato l’Assessore alla Cultura del Comune di Alassio dott. Monica Zioni in apertura di serata: «Ringrazio per il loro ritorno ad Alassio, dove si è svolta parte della vicenda, Angela e Caterina, nonché i genitori e il fratello di Angela e il loro avvocato». Il professor Franco Gallea procede poi al commento e alle interviste. «Non è una presentazione delle solite, è una storia di sofferenza, di appunti giuridici, senza vincitori né vinti. La vicenda è raccontata in prima persona dalla protagonista Angela, ma la stesura è opera di Caterina Guarnieri, giornalista professionista, e di Maurizio Tortorella pure lui giornalista esperto di problemi giuridici. Questa storia paradossale è ben conosciuta, ne hanno parlato tutti i giornali, ma nel libro è più completa, più coinvolgente. Si possono fare tre osservazioni: 1) La storia ha qualcosa di incredibilmente vergognoso; 2) Il racconto di Angela è stato impostato giornalisticamente; 3) Alassio ha una parte importante nella vicenda. La trama: due coniugi, un figlio e una figlia; una cugina accusa il genitore di violenza sulla bambina, dagli inquirenti viene montato un caso sconvolgente, falso». Caterina Guarnieri: «Il libro ha avuto origine da un’inchiesta giornalistica di Tortorella, speriamo che contribuisca a fare giustizia». Angela: «Mi hanno prelevato a scuola (a Masate nel Milanese) un’assistente sociale e i carabinieri, mi hanno portato in un istituto, non sapevo perché, mi dissero che ero stata abbandonata. Fui poi trasferita in un altro istituto a Genova per essere adottata. Vissi questo periodo un po’ da ribelle. Fui data in affidamento a una famiglia dell’isola d’Elba. Avevo nove anni, vi rimasi fino ai diciotto. Venivamo tutte le estati ad Alassio, ed era il periodo nel quale stavo meglio; i rapporti con i genitori adottivi non erano del tutto positivi. Frequentavo una scuola per Segretarie d’a- zienda, che non mi era gradita. I miei genitori naturali mi hanno cercata ma senza successo. Seppero che venivamo ad Alassio, mi cercarono in città e sulla spiaggia, qui dopo vari tentativi, mi hanno riconosciuta. In seguito mio fratello mi diede una lettera con fotografie di quando ero bambina e il numero di telefono dei miei genitori naturali. Rimasi alcuni mesi con due famiglie, poi tornai definitivamente in quella naturale. Cercai di mantenere buoni rapporti con i genitori adottivi, ma loro furono indifferenti. Ora lavoro con mio papà. La causa è ancora in corso». È intervenuto l’avvocato di famiglia: «Occorre andare in profondità. Il padre ha trascorso due anni e mezzo in carcere ingiustamente, poi fu assolto. Purtroppo casi simili accadono ancora. Perché Angela recuperi il suo cognome, dato un vuoto legislativo, dobbiamo inventarci una procedura che dovrebbe fare testo». I proventi del libro saranno devoluti alla Comunità di Sant’Egidio. Luciano Garibaldi: “Operazione Walkiria- Hitler deve morire” Ed. Ares L’incontro del 30 aprile scorso è avvenuto con la collaborazione del “Centro Pannunzio”, nella persona del Presidente prof. Pier Franco Quaglieni, che ha presentato l’ospite. «Sono convinto che a presentare un libro il più indicato è l’autore e dell’autore io parlerò. Ha fatto campagne giornalistiche in posizioni difficili. La “casta” dei giornalisti è privilegiata: non sempre i giornalisti dicono tutto ciò che dovrebbero dire. Garibaldi è un’eccezione. Sulla rivista “Gente” ha testimoniato le sue capacità, poi è passato a “Il Giornale” di Indro Montanelli, quindi a “La Notte” di Nino Nutrizio, altro giornalista contro corrente come Guareschi. È anche saggista di Storia contemporanea. Fra i tanti suoi lavori mi piace ricordare la biografia di Edgardo Sogno. I suoi libri sono frutto di una ricerca seria, obiettiva: spesso gli storici sono schierati, gli storici giornalisti sono più indipendenti. Per scrivere “Operazione Walkiria” Garibaldi si è do- cumentato direttamente presso alcuni protagonisti del complotto sopravvissuti alla strage seguita. E rivela una “Resistenza” tedesca finora ignorata». La parola passa all’autore: «Qui sono di casa, sono ligure. Quaglieni ha già esposto l’argomento. Quali furono le ragioni che indussero alcuni ufficiali a organizzare un attentato contro Hitler? L’opposizione al regime cominciò molto prima. Il generale Ludwig Beck in una conversazione con un collega disse: “Vi sono dei limiti alla fedeltà al comandante supremo, qualora la coscienza, le conoscenze e la responsabilità morale vietino di eseguire un ordine”; frase poi adottata da tutti gli eserciti. Organizzò uno sciopero dei generali, Hitler corse ai ripari. Loro costituirono un governo clandestino (1938) con lo scopo di neutralizzare Hitler, ma questo fallì per il mancato rispetto dei patti da parte di Francia e Inghilterra; non accettavano il modo in cui venivano trattati gli ebrei. Il giovane colon- nello Claus Schenck von Sauffenberg mise a punto il complotto; era un cattolico praticante, si confessò e comunicò prima di partire per porre la bomba. Oltre ai generali organizzatori, che erano ai più alti livelli nella gerarchia militare tedesca, il fallimento dell’attentato costò la vita a oltre 7.000 persone. Hitler doveva morire perché gli ufficiali gli avevano giurato fedeltà, se rimaneva in vita e gli si rivoltavano contro tradivano un giuramento. Il complotto fallì per lo spostamento della borsa che conteneva la bomba di pochi centimetri da parte di un ufficiale al quale dava fastidio. Era già iniziato il cambio di autorità, ma una telefonata di Hitler ferito fece saltare tutto il programma: i processi si susseguirono, le esecuzioni capitali furono orribili. L’attentato del luglio ‘44 non fu l’unico, ma anche gli altri fallirono. Il film di Tom Cruise è abbastanza fedele ai fatti. Se l’attentato avesse avuto successo si sarebbero risparmiati dieci milioni di morti». Cristina Rava: “Cappon Magro per il Commissario – Rebaudengo indaga nei carruggi di Albenga” Fratelli Frilli Editori «È stata una mia allieva, ogni tanto ci racconta una storia, – dice il professor Franco Gallea presentando questa scrittrice il 2 maggio scorso – è originaria di Upega – Carnino, ma vive a Cisano. Ha scritto un libro-intervista, poi si è convertita al giallo e ha creato il personaggio del commissario Bartolomeo Rebaudengo, amante della buona cucina. Sua moglie Ardelia è Medico legale; lui dirige il Commissariato di Alassio e la realtà alassina fa parte integrante del libro, come del resto dei due precedenti. La trama: Albenga, Via Medaglie d’oro, una signora anziana, Ildebranda Matilde Peluffo vive accudita dalla badante Svetlana, ha una gatta con lo stesso nome che ha una parte importante nella vicenda. Una mattina la badante trova la signora morta: morte naturale o omicidio? Le indagini provano che è stata soffocata con un cuscino, poi proseguono. Indiziata è la badante, ma anche altre persone, il commissario procede lentamente, la situazione si complica. Romanzo di ambiente, anche psicologico; c’è tutta la Liguria, il vento di Grecale, il fiume Centa, la nostra realtà e ...la nostra cucina; anche un incrocio fra privato e pubblico». L’autrice: «Qualunque storia poliziesca richiede un approfondimento psicologico. Bartolomeo Rebaudengo è “terragno” perché è insicuro, ma cerca di mascherarlo. Lui, piemontese di Ceva, trova la Liguria diversa dal suo ambiente; sua moglie, anche per la professione che esercita, è più razionale. Svetlana è stata educata in Russia, in un’atmosfera politica totalitaria, ha l’incapacità della confidenza. Ildebranda è una donna eccezionale, fuori tempo (anni ‘30), era progressista, faceva la bella vita, ha avuto molti amanti, fumava, guidava, faceva viaggi e crociere, ora vive del suo passato. Mi piace il giallo con particolari tecnici, sono essenziali alle indagini, e anche con le ricette di cucina. Rebaudengo deraglia un po’: ha un’amante indiziata, se fosse tutto d’un pezzo sarebbe noioso». È stata inaugurata il 24 aprile scorso questa interessante mostra, nella quale Alassio ha una parte di rilievo, come già annunciato nel numero scorso (Aprile) de “L’Alassino”. Molte personalità e folto pubblico vi hanno partecipato, come il Vicario Diocesano Mons. Giorgio Brancaleoni e quasi tutti gli estensori delle schede del pregiato catalogo, in particolare il dott. Antonio Rolandi Ricci che, con l’aiuto di numerosi collaboratori, l’ha organizzata e ne è promotore. Notevole anche il ruolo del “nostro” storico Antonio Carossino. La professoressa Fausta Franchini Guelfi, docente all’Università di Genova, ha parlato sul tema. “Iconografia mariana in Liguria: le richieste dei committenti, il linguaggio degli artisti”, con proiezioni. Le opere presenti che riguardano Alassio sono otto: le quattro citate nell’articolo del mese scorso, provenienti da chiese e altre quattro da collezioni private. Eccone una breve descrizione, per maggiori dettagli si consiglia di consultare il catalogo che, fra l’altro, reca una un’interessante descrizione dei titoli di devozione mariana, titoli che contraddistinguono le opere d’arte a lei dedicate, ad opera di Mons. Brancaleoni e del dott. Rolandi Ricci. La più importate delle opere alassine può considerarsi la Natività della Vergine, pala dell’altare maggiore della chiesa della Madonna delle Grazie in località Castello, pregevole dipinto ora attribuito al pittore seicentesco genovese Giovanni Carlone, ricca di chiaroscuri e caravaggeschi spunti luministici. (Scheda in catalogo di Massimo Bartoletti). La Visita- zione dell’Oratorio di Santa Caterina è un’ottima copia di un dipinto del pittore del Cinquecento Federico Barocci, molto espressiva e ricca di movimento. (Scheda di Antonio Carossino). Un delizioso quadretto, anche se di modesto rilievo artistico, è la Madonna del latte della chiesa della Carità, di iconografia rara nel ‘600, era più in voga nel Medio Evo, ma ad Alassio ce n’è un’altra: la Madonna del Suffragio della parrocchia di Sant’Ambrogio. (Scheda di Antonio Rolandi Ricci). Nella parrocchia di San Sebastiano a Moglio si trova la settecentesca Nostra Signora del Rimedio opera di Francesco Rossi, molto articolata, con in primo piano i Santi Cosimo e Damiano, in alto la Vergine col Bambino e due schiavi che da lei ricevono lo scapolare, simbolo di redenzione. (Scheda di Antonio Carossino). Fra le opere in collezioni private alassine spicca l’Annunciazione, del pittore seicentesco genovese Gioacchino Assereto, notevole oltre che per il chiaroscuro, per l’espressività e per l’iconografia: raramente la Vergine e l’Angelo vengono posti così vicini. (Scheda di Tiziana Zennaro). Le altre tre sono stampe da incisioni: una Pentecoste in xilografia inserita in un pregevole volume stampato a Parigi nel 1504: raffinata ed elaborata incisione ricca di particolari; un’altra xilografia inserita in un messale del 1628, rappresenta Le Nozze di Cana, di buona fattura e anch’essa con molti particolari, ma meno fine della precedente; per concludere un bulino di Giovanni Lorenzo Guidotti, lucchese del settecento su disegno di Giuseppe Galeotti, stampato su seta, che rappresenta Nostra Signora di venerati. È composto da circa trentacinque coristi e venticinque orchestrali, propone musiche dal ‘700 ai nostri giorni. Ad Alassio ha eseguito brani in carattere con la Settimana Santa, in varie combinazioni voci-strumenti, diretto da Giovanni Musso, con i Solisti Graziella Scovazzo, Soprano; Silvano Santagata, Tenore; Mario Ghigliotti, Basso; Silvia Boscaro, Pianoforte. Si è iniziato con “Pietà Signore” di A. Stradella, per solo Tenore accompagnato dal Piano; per passare a G. Fauré (“Libera me”) per Coro e Organo; G. Verdi: da La forza del destino “La Vergine degli Angeli”, Soprano, Coro e Piano; poi “Ave Verum Corpus” di W.A. Mozart (Coro e Piano); il popola- Alle 7,50 del sei aprile, siamo stati avvisati, con allerta per intervento, dal referente Provinciale di P. C. per una forte scossa di terremoto di magnitudo 5.8 della scala Richter equivalente al IX grado della scala Mercalli che aveva colpito la provincia dell’Aquila, con crolli e vittime. Il servizio regionale della Liguria di P. C. tramite i vari referenti provinciali attivava i componenti della “Colonna Mobile” per garantire l’immediata partenza. Successiva- completi di lettini, un container di servizio igienico (2 w.c. 3 docce e lavabo), un container servizio cucina, un gruppo elettrogeno da 20 Kw., con torri faro, due tende pneumatiche riscaldate, da adibire a posto medico avanzato nonché attrezzatura di vario genere. La colonna composta dalla P.C. della Provincia di Imperia e della nostra Comunità Montana partiva da Villanova alle ore 17,30 con 12 mezzi e 32 volontari. A Sarzana l’autocolonna si raggruppava con il resto dei vo- Carlo Bertolino re “Panis Angelicus” di C.A. Franck, Tenore; “O Haupt Voll Blut und Wunden”, dalla “Passione secondo San Matteo” di J.S.Bach, per quattro voci miste; “Agnus Dei” di G. Bizet (Tenore e Piano); “Requiem” di G. Puccini (Coro e Organo); per finire con “Ave Signor degli Angeli e dei Santi” dal “Mefistofele” di A.Boito (Coro e Piano). È stata un’esecuzione splendida, che ha entusiasmato il foltissimo pubblico presente di Alassini e gentili Ospiti, che ha tributato calorosi applausi e ottenuto un Bis. Gli organizzatori ringraziano i Reverendi Padri Cappuccini per la loro cortese ospitalità. C. B. Ca. Bl. Gruppo Comunale di Protezione Civile Antincendio-Alassio CONCERTO DEL VENERDI SANTO Il tradizionale Concerto del Venerdì Santo nella Parrocchia di S.Maria Immacolata, organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Alassio, Circolo Amici della Musica “Primo Campana”, Biblioteca civica, giunto alla XXXIª edizione, è stato eseguito dal “Coro Polifonico Beato Jacopo da Varagine” di Varazze il 10 aprile scorso. Questo Coro, nato nel 1993, è intitolato al celebre Domenicano Beato Jacopo da Varagine (Varazze), vescovo di Genova vissuto nel XIII° secolo, autore delle “Leggende Auree”, fantasiose biografie di Santi alle quali hanno attinto i maggiori artisti del Medio Evo e Rinascimento per i cicli pittorici, dedicati a quelli più Pontelungo con ai piedi tre arcate del ponte, riproduce il dipinto di Giovanni Barbagelata, nella chiesa omonima. A completamento di quanto sopra descritto, è doveroso ricordare il ruolo del restauratore alassino Giorgio Gavaldo e signora, intervenuti in molte delle opere esposte. Altri capolavori di questa mostra possono considerarsi: una statua della Madonna con Bambino, in marmo, di Francesco Maria Schiaffino (Genova 1688-1763); la “Madonna con Bambino e un committente”, tavola del ‘300 con caratteri ancora bizantini che, nonostante le lacune causate dal tempo, conserva un notevole fascino, proviene dalla chiesa di Santa Maria in Fontibus; dalla stessa chiesa un gruppo scultoreo “Nostra Signora del Carmelo porge lo scapolare a San Simone Stock”: stupenda opera ben conservata di Anton Maria Maragliano, a questo artista genovese del ‘6-’700 vengono attribuite numerose sculture, dalle “casse” processionali alle statuine del Presepio, naturalmente solo in parte sono autentiche, come questa documentata. Un dipinto del ‘500 ligure, sempre in questa mostra, “Nostra Signora di Loreto e i Santi Giovanni Battista e Mauro” di notevole pregio, proviene anch’esso da S. M. in Fontibus, chiesa che nelle varie epoche deve essere stata un vero scrigno di opere d’arte, lo prova anche la “Madonna con Bambino” dipinto dei Biasacci da Busca (piemontesi attivi in Liguria nel ‘400), che ora fa bella mostra di sé nella nuova sezione del Museo Sant’Agostino di Genova. Il campo in allestimento. mente il nostro Sindaco chiedeva notizie e disponeva l’invio di personale e mezzi del Gruppo Comunale di Protezione Civile locale. In stretta collaborazione con la Società Nazionale di Salvamento sezione di Alassio, si formavano due equipaggi con relativi mezzi e attrezzatura regionale in deposito presso la sede locale, per la partenza prevista nel pomeriggio. Nel frattempo al polo della Protezione Civile Liguria, sito presso l’aeroporto di Villanova d’Albenga, venivano caricate più di 70 tende per il ricovero di circa 450 persone, lontari delle altre province SV, GE, SP, con altro materiale (tende, lettini, cucina ecc.) per un totale di 65 automezzi e 140 volontari, 10 tra medici e paramedici del 118, 4 agenti del CFS, 3 della Polizia Provinciale di Genova più 4 funzionari della Protezione Civile della Regione. Alle 7,30 del 7 aprile si attraversava la città semideserta dell’Aquila per raggiungere i Comuni a noi assegnati dal COM, sito in San Demetrio ne’ Vestini, alle 9 si incominciava ad allestire il primo campo in località S. Maria del Ponte frazione del comune di Tione degli A- bruzzi a circa 30 chilometri dall’Aquila, con il posizionamento di n.: • 1 servizio igienico carrellato • 1 tenda mensa con tavoli e panche, • 3 torri faro con relativo gruppo elettrogeno, una tenda per posto medico avanzato. Per garantire l’ospitalità ed il ricovero a circa 130 sfollati. Un secondo campo allestito nel primo pomeriggio a Tione comprendente: • 20 tende di ricovero, • 1 servizio cucina carrellato, • 1 servizio igienico carrellato, • 1 tenda mensa con accessori, • 4 torri faro con gruppo elettrogeno per l’ospitalità di circa 150 persone. Infine un altro campo montato in frazione Gorriano allestito con • 12 tende, • 4 torri faro, • una cucina da campo carrellata ed attrezzatura varia per l’ospitalità di circa 150 persone. Successivamente si montava una tenda per un posto medico avanzato nel campo del COM di S. Demetrio che conta 660 persone. Attualmente le persone assistite dalla colonna mobile della Liguria sono circa 400. La Regione Liguria sta organizzando le turnazioni dei vari gruppi (circa 12 per turno) di P.C. del territorio sino a quando la situazione non si andrà normalizzando. Il Gruppo di Protezione Civile del Comune di Alassio con la S.N.S. sono in allerta per una nuova partenza, prevista per il 15 di maggio. L’A.V.A. si congratula col “gruppo” per il suo tempestivo e generoso intervento. A.V.A. Sabato 16 Maggio 2009 9 «L'ALASSINO» Arasce, Arena, Marina LA PIOGGIA METTE KO di Dante Schivo In Africa il malessere degli animali e quello degli uomini è sempre più connesso: uomini e animali non possono più obbedire agli ordini dei loro geni. I primi perché, costretti ad abbandonare le loro regole antiche e rinunciare ai valori della loro tradizione, i secondi perché, per loro, è intollerabile non poter rispettare i tragitti migratori. (Significa alterare gli equilibri vitali!). Intanto uomini e animali sono sempre più costretti a vivere nei parchi ma, mentre le Giraffe muoiono, gli uomini... perdono la libertà. Se qualcuno cerca di “abituarsi” s’accorge presto che, gradualità dell’apprendimento, senso faticoso e persino doloroso della formazione, appartengono, ormai, solo alla Storia! E per noi “esseri umani” del 44tresimo parallelo? Il tempo in cui viviamo è diventato quello della informazione istantanea, indolore, immateriale: senza peso, senza spessore, senza qualità. Certo «qualità» è parola che assomiglia a «Libertà», il suo significato dipende da chi la usa. ARASCE, ARENA, MARINA… questo titolo fa, di sicuro, sorridere quelle persone che pensano che Alassio debba la sua fama di stazione turistica all’attualità mediatica in cui vive; agli avvenimenti che allettano le telecamere di insulsi programmi televisivi. Di sicuro saranno in molti! Mi chiedo allora se (noi alassini) non avremmo perduto la nostra capacità critica! Eppure mai come adesso ne avremmo bisogno, se questa è davvero la società della comunicazione, allora ogni parola, ogni frase, ogni immagine, ogni «racconto», ha bisogno di trovare il suo specifico statuto di verità. Eppure.... Passando aretissu a e miaie per non farmi schiacciare (tale è la massa umana in movimento…) nella via drita del Paese (denominata in lingua barbara: Budello) mi sembra di assistere ad una processione funebre di qualche anno fa; solo che, uomini e donne, li vedo sfilare con il viso coperto, chi una maschera da Pierrot, chi portando (di cartone) il ghigno sardonico di Pietro Gambadilegno. Non un Alassino! Mi chiedo: non sono l’istruzione e l’approfondimento gli strumenti atti a formare un popolo i cui vincoli sono per l’appunto di lingua, cultura e sapere? Stiamo entrando in un’era in cui ci troveremo sempre più a studiare, a lavorare o a far affari con qualcuno che pensa e vive diversamente da noi. «Ricordati che sfruttando queste differenze» già mio nonno Maraian me lo ventilava «potremo creare un’esplosione di idee straordinarie capaci di cambiare il nostro mondo e noi stessi». Ma intanto... alziamo gli occhi al cielo e capacitiamoci che, in questo bellissimo angolo di Liguria, non si riesce più a veder le stelle tanto sono inadeguate e dispendiose (centinaia di migliaia di Euro!) le luci usate per illuminazione notturna della nostra città. Possiamo anche non pensarci ed affidarci alla bacchetta magica (come quella del Mago Silvan!) anche per la difesa della sabbia fina, nella spiaggia, arenile e lido dove è sempre stata e sempre ritornerà ad essere. Quanto costano questi svariati colpi di bacchetta magica? Nel nostro mare litoraneo, la corsa dei nastri sabbiosi tra la battigia e il primo corso di matte del posidonieto (i primmi custi) è sempre stata libera. Col tempo favorevole si avvicinavano i nastri sabbiosi alla linea di costa e con il tempo sfavorevole si allontanavano; nessuno ha mai pensato di ostacolare il naturale movimento sabbioso tra la diga naturale composta dai rizomi della pianta acquatica e la linea di costa. E l’arenile è sempre stato in espansione! Il primo Atlante delle Spiagge Italiane preparato dal Prof. Giuliano Fierro Ordinario di Geologia Marina dell’Università di Genova, dimostra la mancanza di erosione nel nostro arenile! Ma le bacchette magiche non fremevano ancora. Ricordo che i primi campionati di calcio (nove contro nove) tra Rioni alassini si svolgevano, durante l’invero, dalle 12.30 alle 13.30 sul campo di calcio della “Piazzetta” (pressa poco sullo spazio sabbioso compreso tra i Bagni Boscione e i Bagni Sergio) ed erano molto seguiti. I “lavoratori” (un tempo erano in tanti) si sedevano sul bordo della passeggiata (con i piedi sulla sabbia) e spendevano, divertendosi, il tempo di un’ora prima di ricominciare a lavorare. Allora la spiaggia era così larga da diventare un campo sportivo! (Tante foto, innumerevoli foto... ma a che servono queste testimonianze... in confronto alla Magia...). ARASCE, ARENA, MARINA… Davanti alle arti magiche, diventa incredibile anche la Storia! Ricordo il Comandante Pozzo (Grande, Grandissimo Uomo di Mare Alassino! Fu il Primo Comandante Italiano ad attraversare il Canale di Suez, nel dopoguerra, al Comando della Superpetroliera (di quel Tempo!) “Fiaccola” quando al mattino presto veniva sulla battigia, dove noi pescatori, tiravamo la rete per chiedermi: «Com’è la “Corrente”?». (Oggi molti Alassini (sic!..) non sanno distinguere la differenza tra “scaroccio” e “deriva” eppure operano (con estrema efficacia) sulla spiaggia e sanno, magari, usare bene (anche...) la ruspa. Nella Repubblica di Venezia avevano “potere di vita e di morte”, (più del Doge!) su tutti, solo “I Savi Delle Acque”. (Un gruppo (cinque) di “Veneziani” considerati “Esperti” ai quali era affidato (alla loro autorità e capacita) l’equilibrio della laguna.) È… sotto gli occhi del mondo intero! Se Venezia… con la sua laguna è ancora Venezia lo si deve solo all’amore, la passione, la lungimiranza ma soprattutto alla “Conoscenza” dei “Savi delle acque”. Oggi che i “Savi” non ci sono più, anche la Città più bella del Mondo è in mano ai Maghi e, se i primi li spingeva l’amore per la Patria, i moderni specialisti con la “bacchetta magica” si “esibiscono” solo a “pagamento”. (Il mondo intero è con il fiato sospeso... e tutti sperano (speriamo...) che, per Venezia, il Mose sia un colpo “ben aggiustato” di... Magia. Intanto... se pagare... dobbiamo pagare... speriamo che le “bacchette Magiche” dei nuovi seguaci di Merlino, siano sempre efficaci, almeno quanto quella del Mago Silvan). LE CONFRATERNITE Una pioggia incessante ha avversato il Raduno regionale delle Confraternite che si è svolto a Garlenda. Il vescovo della diocesi Mario Oliveri ha officiato, come da programma, la messa solenne, ma poi a causa del maltempo la prevista Processione, con gli oltre 100 “Cristi” che dovevano essere portati da oltre duemila confratelli, provenienti da tredici diocesi, non si è potuta svolgere. A Garlenda sono giunte comunque migliaia di persone e fedeli, con pullman e mezzi provenienti oltre che dalla Liguria, anche dalle regioni confinanti, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana. L’evento non verrà recuperato e l’appuntamento per il 54esimo raduno regionale è stato rimandato al prossimo anno. «Siamo dispiaciuti per il maltempo - dicono gli organizzatori - che ha impedito lo svolgimento di parte del programma previsto, ma l’incontro è stato comunque proficuo perché ha dato a molti l’occasione per stimolare una riflessione su questo aspetto devozionale così forte in Liguria e che invece per molti rappresenta oggi soltanto un fenomeno puramente folcloristico». Le confraternite, invece, oltre ad avere una grande importanza nella storia delle comunità liguri, rappresentano un esempio ancora ragguardevole di religiosità e fede, ereditato dal nostro passato. «Non sono società di mutuo soccorso o gruppi culturali - dice il professor Franco Gallea della Consulta Ligure per la Cultura - ma Associazioni di laici che vogliono vivere pienamente la propria fede. Le prime confraternite nacquero, proprio in Liguria, attorno al 1230, in corrispondenza delle prime processioni di flagellanti diretti verso la Provenza. L’esigenza di un rinnovamento della Chiesa e di un ritorno alla povertà evangelica aveva dato impulso al sorgere di nuovi Ordini religiosi e le confraternite furono proprio una delle prime dimostrazioni del rinnovato fervore religioso». A Genova e nel Levante ligure sorsero le prime Confraternite di disciplinati, che seguivano la regola della disciplina penitenziale. Spesso i confratelli appartenevano ad una stessa classe sociale o svolgevano lo stesso me- stiere. Se all’inizio le Confraternite cercarono l’appoggio e la protezione della Chiesa, a partire dal XV secolo, le stesse iniziarono a rivendicare la propria autonomia ed alcune divennero così importanti da mettere addirittura in ombra la stessa loro parrocchia. Nel corso dei secoli le confraternite cominciarono poi a costruire anche sedi, oratori e luoghi di incontro e iniziarono a specializzarsi. Sebbene fossero nate per preparare i fedeli alla vita ultraterrena, furono coinvolte nelle attività sociali, politiche e culturali della comunità nella quale operavano. Successivamente alle confraternite titolari si affiancarono, spesso nel medesimo oratorio, altri gruppi che portarono alla costituzione delle “Casacce”. «I secoli XVII e XVIII - prosegue Gallea - furono quelli di massimo splendore per le Casacce che, aumentando la loro forza economica, fecero produrre casse, realizzare argenti, vesti e spesso commissionarono opere anche a celebri artisti. Oggi tutto queste vario e spesso ricco patrimonio artistico ed arredo è quasi sempre ospitato nei numerosi e splendidi Musei Diocesani. Gli storici in passato hanno inoltre a volte sottovalutato l’importanza delle Confraternite, così come oggi erroneamente fanno coloro che vedono in esse un puro esempio di folclore ad uso turistico. In effetti, invece, casacce e confraternite, a seconda dei luoghi e delle città in cui nacquero e si svilupparono, furono praticamente impegnate in tutti i campi della vita sociale». Gestivano ospedali, organizzavano scuole, davano ospitalità ed asilo agli stranieri, ai viandanti ed ai bisognosi, si occupavano degli orfani, donavano la dote alle giovani povere, patrocinavano le arti e la musica, perseguitavano gli eretici, accompagnavano al patibolo i condannati a morte e si occupavano delle cerimonie funebri. Quanto siano ancora importanti e radicate nella fede e nella devozione lo dimostra il fatto che al raduno regionale delle confraternite a Garlenda sono arrivati più di 2000 confratelli ed un centinaio di artistici “Cristi” lignei. Recita della Passione al Borgo Coscia COME STANNO I NOSTRI ALBERI? Domenica 5 aprile alle 21 nella Chiesa Parrocchiale dei Frati Cappuccini del Borgo Coscia si è svolta la ormai tradizionale recita della Passione di Cristo, secondo un’usanza che dura ormai dal 1982. Con qualche variante: infatti da alcuni anni si è passati dalle recite in dialetto alla presentazione delle Passioni in lingua italiana: memorabile quella dello scorso anno in cui Antonio Boscione aveva tradotto egli stesso la propria opera dialettale,in cui veniva approfondita la figura dolente del Cristo-Uomo. Quest’anno è stata la volta della passione e Morte del Signore scritta da Franco Gallea alcuni anni or sono in dialetto alassino, e tradotta recentemente da Augusto Soldi (regista delle passioni fin dall’inizio) in italiano. Questa passione è diversa da tutte le precedenti: infatti l’autore ha voluto affiancare alla narrazione della vicenda evangelica e storica di Gesù alcune meditazioni su fatti di dolore e sofferenza del mondo moderno, per dimostrare come Cristo venga ancora crocefisso nella contemporaneità. Un’opera nuova e contemporaneamente classica, che lascia un segno profondo nell’animo dello spettatore, interpreti della recita sono stati: Giorgina Drago, Sara Geloso, Antonio Rolandi Ricci, Alberto e Maria Rosa Pelaratti, Carlo Welti, Beppe e Rocco Invernizzi, Maria Luisa Cesarani, Mimmo Bogliolo, Lina Nattero, Nino Moirano, Gualtiero Marone, Nello Simonicini, Luisella Roatis. La parte musicale è stata egregiamente eseguita dalla Corale San Francesco, diretta da Fra Remo e accompagnata all’organo da Mauro Borri. Ha presentato, come avviene fin dalla prima edizione, Andrea Gallea. I nostri alberi sono un po’ cresciuti e stanno bene. Ce lo confermano alcuni nostri amici che sono andati a trovarli e li hanno controllati. Ma quali alberi? Dovete sapere che venerdì 20 marzo, noi delle classi quarte di Alassio e Moglio, abbiamo partecipato alla Festa degli Alberi presso la Chiesetta di Loreto (…noi di Alassio ci siamo andati a piedi… che fatica!) Era un bel posto tutto verde! Ad aspettarci c’erano le autorità comunali, la Guardia Forestale, i Carabinieri, la Protezione Civile e Don Angelo, il Parroco della Chiesa di Sant’Ambrogio. Per prima cosa ci hanno diviso in piccoli gruppi da sei, poi ogni gruppo si è sistemato vicino ad una buca dov’era pronto un alberello da piantare. C’erano venti piante: quattro betulle, un sorbo e quindici lecci. Il sorbo è stato piantato dal sindaco che, prima di metterlo a dimora, ha buttato nel buco un euro, perché sembra che porti fortuna! Abbiamo fatto merenda con focaccia e succo, offerta dal Comune, poi siamo tornati a scuola. Durante il tragitto, abbiamo “beccato” pioggia e grandine in quantità! A parte questo, è stata una bellissima e divertente giornata. L.C. PER IL NOSTRO DIALETTO Incontro con una persona speciale Ci è venuto a trovare per tre pomeriggi una Persona davvero speciale che fin dalla prima volta ci è apparsa come un caro amico: Egli ci ha parlato del dialetto alassino. Tra le tante, interessanti notizie che ci ha dato, due in modo particolare ci hanno colpito: - Il dialetto è importante perché è una seconda lingua che ti apre la mente e ti facilita l’apprendimento di altre lingue; - parlando in dialetto, entri immediatamente in comunicazione con altre persone e le senti subito amiche. Con lui abbiamo provato a scrivere una quartina delle sue poesie e l’abbiamo tradotta in italiano: è stato impegnativo, ma divertente. L’ORTU DE NUVARA U gh’era tütti i sonni de’ n matettu Drent ‘a quell’ortu, messi li a sciuri Cu-e mè raixe…e i sun andai a feni Cumm’e ciante arancai, tütti in tu zettu! Avete capito di chi si tratta? È IL NOSTRO CARO AMICO ANTONIO BOSCIONE, IL FAMOSO POETA ALASSINO. Egli ci ha promesso di tornare da noi un’ultima volta per verificare se siamo in grado di imparare a memoria un’intera sua poesia: “Lampi” Ci riusciremo? – Pensiamo di sì. Perché siamo gli alunni della QUARTA C! (Scuola Primaria Statale di Alassio) continua… Claudio Almanzi Le classi quarte della Scuola Primaria Statale di Alassio e Moglio P.S. Speriamo che i nostri alberi continuino a crescere bene! Noi li controlleremo. Volete aiutarci? Nei giorni scorsi durante un notiziario di una TV locale, scorreva in sovraimpressione la notizia che la Lega intende presentare una proposta di insegnamento del dialetto nelle scuole elementari. Come è già noto, grazie ad Antonio Boscione poeta dialettale e nostro illustre concittadino, nonché all’iniziativa di alcune insegnanti della no- stra scuola elementare e alla disponibilità della Sig.ra Direttrice, Alassio ha precorso i tempi. Continuano, infatti, settimanalmente, le sue appassionate lezioni nelle classi quarte e quinte di via Neghelli come testimonia la foto, con grande apprezzamento da parte di tutti i ragazzi. RB LAUREA Il nostro giovanissimo concittadino MATTEO PAOLETTI si è brillantemente laureato (110/110 e lode) presso l’Università di Genova in D.a.m.s. il giorno 12 marzo u.sc. Ha presentato la tesi: “Le regie mo- zartiane di Giorgio Strehler”. Relatori i Ch.mi prof. Roberto Cuppone e Michela Mannucci. Al neo laureato ed alla sua famiglia le più vive felicitazioni anche dall’Associazione Vecchia Alassio. SPORTELLO DEL CITTADINO Si avvisa la cittadinanza che a partire da mercoledì 06 maggio 2009 è riattivato il Servizio all’utenza “SPORTELLO DEL CITTADINO”, con sede al primo piano del Palazzo Comunale, tutti i mercoledì dalle ore 11,30 alle ore 12,30. L’Assessore dott.ssa Loretta Zavaroni sarà disponibile per segnalazioni, problematiche e quant’altro. 10 «L'ALASSINO» FENARINA Alla Spettabile Redazione di “L’Alassino” Alassio, 28 aprile 2009 Nello scorso mese di marzo si è costituita una libera associazione di cittadini, che si è denominata Associazione “U Massatoiu”, dal nome “vero”, in alassino, delta zona detta anche Fenarina. Com’è scritto nello statuto, «l’Associazione è autonoma, democratica, apolitica, aconfessionale» e «ha lo scopo di conservare e tutelare il territorio e le sue tradizioni». Si intende cioè individuare i problemi che riguardano il quartiere e la città nel suo insieme, confrontare le esigenze di tutti, e cercare, tutti insieme, soluzioni efficaci e possibili, purché tengano nel dovuto conto non solo gli interessi personali, ma quelli della comunità: per questo l’Associazione cercherà di documentare, quanto meglio le riuscirà, la storia passata del suo territorio, le sue sia pur recenti tradizioni, le situazioni critiche attuali, i possibili rimedi. L’Associazione è aperta a qualsiasi possibile contributo di idee e di conoscenza da parte di tutti i cittadini e di tutte le associazioni di Alassio, con cui intende istituire, e in parte ha già istituito, un rapporto di collaborazione. Naturalmente l’Associazione intende istituire lo stesso rapporto di reciproca informazione e di collaborazione con l’Amministrazione comunale, nel rispetto dei ruoli che a ciascuna delle due parti competono. È inutile, forse, dire che l’A.V.A. e “L’Alassino” rappresentano per l’Associazione “U Massatoiu”, come per tutte le realtà cittadine, un punto di riferimento imprescindibile, a cui spesso ci rivolgeremo per far conoscere a tutti gli alassini le nostre iniziative, le nostre proposte, e le nostre opinioni sulle iniziative altrui. E siamo certi che l’ospitalità dell’A.V.A. e del suo giornale ci saranno per quanto possibile concessi. La sede dell’Associazione “U Massatoiu” è in via Neghelli 80 presso “A bitega du Zepin”, e tiene le sue riunioni in via Pian del Moro 10 presso il Circolo La Fenarina. Del Consiglio direttivo eletto dai soci fanno per ora parte: Giovanna Basso, Enzo Briozzo, Laura Calligaris, Graziella Ferraresi Grollero, Andrea Ghigliazza (segretario), Lino Gioberti, Giovanni Piazza (presidente), Nilla Rosetta, Francesco Vallarino. Tutti coloro che sono interessati ad avere maggiori informazioni o a partecipare alle iniziative dell’Associazione “U Massatoiu” possono rivolgersi al segretario dell’Associazione, Andrea Ghigliazza, presso il Circolo La Fenarina, Pian del Moro 10, telefono 0182 470225. L’Associazione “U Massatoiu” CICLISMO “Coppa Baia Del Sole” Sabato 16 Maggio 2009 MINIBASKET Alle squadre maschili si aggiunge la selezione femminile GRAN PREMIO OTTOBELLI OTTICA In una magnifica giornata di sole, si è svolta il 5 aprile l’undicesima edizione della Coppa Baia Del Sole denominata quest’anno Gran Premio Ottobelli Ottica. Tutte le società presenti ci hanno fatto grandi complimenti per la ricchissima dotazione di premi, per i quali, siamo veramente grati al Sig. Luca Ottobelli titolare della omonima ditta che, oltre ad offrire le coppe, ha messo a disposizione una ventina di paia di occhiali Carrera di alta gamma consegnati ai primi classificati di tutte le categorie. Un grazie anche all’Assessorato allo Sport del Comune di Alassio nella persona del Rag. Calò per una ventina di bellissimi volumi su Alfredo Binda e al sempre presente Noberasco le cui leccornie vengono continuamente donate ed apprezzate da tutti i partecipanti alle nostre gare, nessuno escluso. La gara ha visto alla partenza 70 atleti tra esordienti maschi e femmine e donne allieve sul percorso classico Alassio-AndoraBossoleto-Andora-Alassio per un totale di 32 chilometri. Come al solito dopo una prima scrematura sul Poggetto di Andora, si decide tutto sul Capo Mele dove si invola un gruppetto di 8 atleti: sprint vincente del bravissimo albenganese portacolori della Rostese Piemonte Luca Fragola su Alberto Guido dell’US Sanremese. Grandi festeggiamenti alla nostra piccola “grande” Alice Pesenti che alla prima gara tra le esordienti donne coglie subito la vittoria di categoria: chi ben comincia… Molto brillanti anche gli altri nostri nuovi esordienti: Marco Tomatis è terzo di categoria (14° assoluto) e Luca Passarotto quinto (17° assoluto), Massimo Aiello, nonostante la febbre, si batte come un leone e giunge decimo di categoria. Contemporaneamente i nostri giovanissimi coglievano ad Imperia vittorie in quasi tutte le categorie con i soliti Alessio Cauteruccio (G2), Samuele Manfredi (G3), Gloria Scarsi (G3F), Camilla Pesenti (G4) e Filippo Bertone (G6) oltre ad occupare spesso anche gli altri gradini del podio. Ancora risultati brillantissimi per i nostri colori ad Andora domenica 19 aprile dove i nostri si ripetevano in quasi tutte le categorie confermando l’UC Alassio la società Leader in Liguria nelle categorie dei giovanissimi (7-11 anni). Nessuna tregua per quanto riguarda il settore organizzativo della società: domenica 17 maggio, in concomitanza con l’uscita in edicola dell’Alassino, “nozze d’argento” per il Trofeo Spiaggia d’Oro con partenza e arrivo sempre in via Roma con stesse categorie e percorso del recente Baia del Sole. L’UC Alassio è naturalmente grata a tutti i dirigenti e collaboratori che si sono succeduti in questi anni e che con serietà e abnegazione ci hanno permesso di giungere a questa 25a edizione. Un grosso grazie va anche ai nostri sponsors e al Comune di Alassio: senza la loro preziosa collaborazione non avremmo certo raggiunto questo importante traguardo. Il proponimento per il futuro è di riuscire, nonostante le difficoltà del tempo, a continuare nel cammino tracciato, possibilmente migliorandoci laddove sarà possibile. RB La Pallacanestro Alassio, al suo secondo anno di attività, ha visto le proprie squadre partecipare a tutti i tornei organizzati dalla Federazione. Oltre ai campionati maschili e misti (Esordienti, Aquilotti e Scoiattoli) do- ve ci siamo ben comportati quest’anno le nostre bimbe hanno partecipato al campionato Esordienti femminile riservato alle nate nel 97/98/99. È stato un campionato difficile perché giocavamo contro bambine più grandi LUTTI CITTADINI ELIDE TORTAROLO VED. PATRONE Cestistica di Savona. Le nostre atlete sono migliorate nel corso di questi mesi e la prova di questi miglioramenti si è avuta a Loano dove abbiamo organizzato due partite: sia la squadra femminile delle nate nel 2000/01 che la squadra delle nate nel 98/99 ha vinto la propria partita! Questo non può che renderci ottimisti per il futuro dove si cercherà di costruire un settore femminile, oltre a quello ma- Ciao Nonna, ciao Elide, anche tu sei partita, sei andata via in punta di piedi…non ne avevi ancora voglia, ma così è stato!” È passato molto tempo, da quando con i tuoi allegri grembiuli da spiaggia e il tuo “mugno” redarguivi i “Matetti” che giocavano tra i bagnanti, file di sdraio, ombrelloni… qualche scottatura, sole, scarpette della Madonna, l’Arena Carneval, i mitici mondiali del 1982 ed il gran pavese quello bello che si metteva di domenica! Sicuramente qualcosa di positivo avrai lasciato in quei ragazzini ormai diventati adulti… e non solo in loro!! I rimpianti sono molti ma ancor di più i pensieri positivi!!! Con te se ne va un altro pezzo di storia Alassina fatta di Alassini veri. Grazie a tutte le persone che ci sono state vicine e che conoscevano la Elide per quella che è stata durante la sua lunga vita!!! Tuo nipote Enrico e tutta la tua famiglia Non può l’Associazione Vecchia Alassio non aggiungere il cordoglio generale per la morte di ELIDE, che ha raggiunto, dopo una lunga vita dedicata al lavoro ed alla famiglia, il suo Pippo. per età, ma è stata una bellissima esperienza ed è servito misurarsi contro squadre che da anni si occupano di basket femminile come la Pallacanestro Loano, il Maremola di Pietra Ligure e la schile già consolidato, in grado di accompagnare i nostri atleti (per chi lo vorrà) a una prima squadra. WWW.PALLACANESTRO ALASSIO.IT G.B. (BATTISTIN) QUARTARA 1938 - 2009 VELA I fratelli Sibello sugli scudi S.O.S. Salvare il salvabile Alassio. Oltre 1000 tra Cittadini e Turisti hanno già firmato la petizione per la Tutela di tutti gli Alberi della Città. Oltre un migliaio di Cittadini e Turisti hanno già firmato la petizione indetta dal Comitato per la Salvaguardia del Verde e dal WWF Savona a favore della tutela degli Alberi di Alassio. I firmatari richiedono all’Amministrazione Comunale di adoperarsi affinché il PREZIOSO PATRIMONIO NATURALE rappresentato dagli ALBERI della nostra Città sia correttamente TUTELATO e SALVAGUARDATO. Come cittadini, stiamo assistendo con sgomento al numero impressionante di abbattimenti (oltre 100 Alberi di Alto Fusto) che sta avvenendo negli ultimi tempi ad Alassio. Il WWF chiede inoltre che si proceda alla pronta e idonea SOSTITUZIONE delle DECINE di Alberi già ABBATTUTI, sia sul suolo pubblico che privato! Si invita l’Amministrazione a dotarsi quanto prima di un Piano Cittadino per il Verde. Gli ALBERI per la Città di Alassio rappresentano una IMPORTANTE RISORSA per una MIGLIORE QUALITÀ della VITA di tutti noi Cittadini e dei nostri Turisti. WWF Savona - WWF Sezione Liguria Il Presidente Sezione Regionale Piombo Marco Nelle recenti gare internazionali di vela della Coppa del Mondo, svoltesi a Palma di Maiorca, gli alassini Pietro e Gianfranco Sibello hanno vinto da “campioni”, riscattando la “ beffa” subita ingiustamente alle Olimpiadi di Pechino. Un trionfo meritatissimo che fa bene sperare per il futuro dei nostri “ragazzi” e che colma di gioia tutti gli Alassini che attendono la rivincita alle prossime gare Olimpiche di Londra del 2012. Bravissimi… tutta Alassio è con voi! Un altro membro della comunità di Moglio è prematuramente mancato in questi giorni, lasciando nel dolore la moglie, i figli, la sorella, il fratello, i famigliari tutti e molti amici che lo amavano. Personaggio eclettico e popolare, “Battistin” era noto, oltre che per il suo carattere allegro ed espansivo, incline alle amicizie, anche per le sue indiscusse capacità professionali, quale stimato e valente anticontinua a pag. 11 Sabato 16 Maggio 2009 11 «L'ALASSINO» LUTTI CITTADINI, NECROLOGI, ANNIVERSARI segue da pag. 10 quario e non solo in Liguria e in Italia, ma nella Costa Azzurra, in Gran Bretagna (luogo d’origine della moglie Brenda), in vari paesi d’Europa e persino in Sud America. Egli iniziò questa sua attività, esercitata con vera passione, molti anni or sono, assieme all’amico e compianto Gino Stalla, anch’egli noto e apprezzato antiquario, entrambi meritevoli figli della nostra città. Al cordoglio della famiglia e di quanti lo conobbero si unisce l’A.V.A., porgendo le più sentite condoglianze. ALGIA TASSISTRO VED. GALVAGNO Dopo una lunga vita, è mancata all’affetto dei suoi cari, il 29 aprile u.sc. ALGIA TASSISTRO vedova Galvagno, insegnante. Alla comunicazione dei parenti, l’A.V.A. unisce il cordoglio dell’Associazione e di tanti Alassini che ne hanno conosciuto e apprezzato la grande figura umana. ANNIVERSARI buon ligure. Quanta tenerezza provo nel parlarti! Quanto bene ci siamo voluti! Eri proprio unico. Ciao, Mamma, Ciao grande mamma. Quante volte ti chiamo e discuto con te ogni giorno. 10? 100? 1.000? Un milione di volte? Ti sento lì al mio fianco, vicina sempre. Tu sai che non ho mai accettato la tua malattia. Ho rifiutato il “buon senso” e l’evidenza. Tu non potevi e non dovevi lasciarmi. Ho cercato di allontanarmi da te. Per pietà? Per egoismi? Per paura? Per immaturità? So di certo che era per troppo amore, per paura di perderti, per il terrore di non vederti più, per la disperazione che avrei provato… “in quel momento”. Quel “momento!” che ho vissuto con te e che tu mi hai voluto regalare. 20 maggio 1988. Tu ed io sole in quella stanza di dolore. Tu che ti sollevi e ti siedi sul letto, quasi fosse un miracolo. Un sorriso dolcissimo. Ti domando: “Dove vai, ma?” E tu mi rispondi in dialetto: “Vado a fare un giro”… e guardi in su con un sorriso luminoso. Eri felice. Hai chiuso gli occhi tra le mie braccia. Ma eri già là, vicino a Papà, ai Nonni, e a tua sorella Zita… La zia Zita. Una grande amica. Un’inguaribile romantica. Ti penso sempre, Zia. So che ora siete tutti là, tutti insieme… e mi pare di vedervi, tutti insieme… come una volta. È stato facile e bello vivere con voi. La nostra casa era una sorta di fortino, dove sapevi che ogni sguardo, ogni gesto era solo un segno di amore, di sicurezza e di tranquillità. Sempre. Sempre nel mio cuore Sempre nei nostri cuori Sempre, sempre, sempre. ADELE ARMANETTI VED. ZANARDI RINA REBAGLIATI VED. ASCHERO 24/5/1999 - 24/5/2009 È sembrato un soffio invece sono già trascorsi cinque anni. Sei e sarai sempre ovunque noi saremo e continua a proteggerci come hai fatto in questi anni. Una messa sarà celebrata per la Famiglia ZANARDI il giorno 29 Maggio 2009 presso la Chiesa dei Frati Cappuccini, alle ore 18. Tua figlia Gabriella con Vittorio, Duccio e Dunia Sono già passati 10 anni ma il tuo ricordo è sempre vivo nei nostri cuori. Dolce e cara mamma, veglia su di noi come hai sempre fatto. Giovanna e Gemma La Santa messa di Suffragio, domenica 24 maggio p.v. alle ore 17,30 c/o Chiesa Santa Maria degli Angeli (Salesiani) ANGELO E CARMEN VILLANI 1989 - 2009 Marilena, Giorgio, Gianluca ENRICO RASINI 2/9/1885 - 20/5/1978 Sono già trascorsi 20 anni da quando, a breve distanza l’uno dall’altra, CARMEN E ANGELO VILLANI ci hanno lasciato! I figli Maria Teresa e Giovanni, i nipoti Luca e Matteo, con i parenti tutti, li ricordano, con immutato affetto, a quanti li hanno conosciuti e stimati. E l’A.V.A. si fa interprete di moltissimi soci nel ricordare chi al nostro Paese, pur proveniente dalla Padania, ha dato molto della propria vita, della propria attività e del proprio volontariato. “RINA” TRAVERSO VED. GROLLERO MESE DI APRILE 2009 “MALENA” MERELLO VED. TRAVERSO AGOSTINETTO Ottorino MUNÌ Lucia POSSIBILE Norma SCHIVO Adriana 2/10/1914 - 20/5/1988 Una sola data. Milioni di ricordi. Nostalgia. Rimpianti. È giusto, doveroso e sentito il voler commemorare questi due grandi “figure” della mia vita e della mia famiglia. Ciao, Nonna Malena. Grande maestra di vita. Sempre instancabile nel duro lavoro, che tu adoravi. Generosa con tutti e sempre pronta a dare. Vicina “a tutti” nei momenti difficili. Non dimenticherò mai quei tuoi occhi blu che sorridevano sempre. Immensa, insostituibile… e vicino a te il tuo adorato Baciccia. Ciao, nonno. “Piccolo Grande Uomo”. Chi potrà mai dimenticare la tua rettitudine, la tua onestà, la tua capacità di lavoro. Attento, preciso, caparbio. Sorridente e duro, da vero Il 25 Aprile u.sc. ha segnato il primo anniversario della morte, in Milano, del dott. ENRICO RASINI, una figura di grande spessore e che amava particolarmente anche il nostro paese e la nostra gente. Per questo ci sentiamo in dovere (a nome dell’A.V.A.) di ricordarlo a quanti lo conobbero e lo apprezzarono sempre per le sue doti di uomo buono e saggio e per le sue virtù e rivolgiamo il nostro ricordo e i più profondi sentimenti di simpatia e di riconoscenza alla Signora Ariana (ed alla famiglia), rassicurandola che Alassio non ha dimenticato il suo grande marito. anni 79 anni 76 anni 75 anni 90 TASSISTRO Algia TORTAROLO Elide ZANDONÀ Arturo anni 94 anni 95 anni 75 L’A.V.A. da queste colonne esprime ancora una volta le più sentite condoglianze ai loro famigliari. LIBRI-RIVISTE-VHS-CD Gettarli dispiace, però il posto che occupano serve. Che fare? Lasciali sui tavoli posti nella “Galleria C. Chaplin”. Chi li prenderà lascerà un’offerta a favore A.I.R.C. dell’ Recuperi spazio, procuri piacere ad altri e aiuti la ricerca sul cancro. Associazione Volontari Baia del Sole 12 «L'ALASSINO» Sabato 16 Maggio 2009 OLIMPIA ROLLER TEAM Campionati regionali AICS La società Olimpia Roller Team di Alassio con i suoi piccoli atleti si è imposta su tutti gli altri sodalizi della Regione conquistando il primo posto nella classifica a squadre ai campionati regionali della AICS di patti- I Fiori di Bach a cura di Caterina Maggi consigli e incoraggiamento dagli atleti più grandi e già affermati in campo nazionale, cercando di emularne lo spirito agonistico e la loro abilità nell’interpretare i brani musicali con figure, salti e trottole. GORSE Ulex europaeus (Ginestrone) “Per la disperazione veramente grande, per coloro che hanno perso la speranza che si possa fare ancora qualcosa per loro. Persuadendoli, o per far piacere agli altri, questi individui possono tentare vari trattamenti, ma nello stesso tempo sono convinti che per loro non ci sia speranza di miglioramento”. Gorse è in uno stato di prostrazione che va al di là della disperazione al di la delle lacrime. È il rimedio per chi ha gettato la spugna e si è ormai rassegnato. L’atteggiamento di Gorse si accompagna sempre ad un certo esaurimento psico-fisico. Gorse ha tenuto duro per tanto tempo ma poi di colpo ha abbandonato la presa. Mesto, visibilmente stanco e demotivato il classico atteggiamento di resa eppure nel suo intimo vive il sogno di un miracolo di un magico evento che risolva tutti i problemi. Rimedio della disperazione. WILD OAT Bromus ramosus (Avena selvatica) “Per coloro che hanno l’ambizione di fare qualcosa di importante nella vita, che desiderano fare molte esperienze, gioire di tutto ciò che è loro possibile e vivere pienamente la loro vita. La loro difficoltà è di determinare quale occupazione seguire; perché sebbene le loro ambizioni siano forti, essi non hanno una particolare vocazione, e ciò può causare procrastinazione e insoddisfazione”. Wild Oat è il rimedio per coloro che non sanno cosa vogliono, pur essendo persone molto dotate che riescono bene in ogni cosa intraprendano spesso e facilmente perdono l’entusiasmo iniziale e il lavoro che li vedeva coinvolti diventa banale routine. A causa di questo continuo tentativo di dare un senso all’esistenza ingenuamente commette l’errore di cercare fuori di se il modo per cui ricostruire un rapporto con se stesso non sapendo che la risposta è già dentro lui. Olimpia Roller Team Alassio: un momento felice della premiazione ai campionati regionali AICS a Savona. naggio artistico che si sono disputati sulla pista del Palazzetto dello Sport di Savona-Zinola. Questi giovanissimi atleti, di età compresa dai cinque agli undici anni, si sono allenati con ammirevole serietà sotto la guida di due maestre federali durante tutto il periodo invernale, potendo usufruire del bellissimo impianto sportivo “Palalassio Ravizza” ed hanno potuto avere Citiamo tutti i ragazzi che compongono la squadra vincente, provenienti dalla scuola materna,dalle elementari e medie di Alassio: Marta Tarabbia; Silvia Zanon; Tommaso Merello; Edoardo Parasi; Aldo Princiotta; Valeria La Guardia; Alice Ravaglia; Gina Bagliolo; Giulia Tomati; Paola Biagi; Luisa Caruso; Simone Gai; Ilaria Tomati. BRANZINO INGORDO… Roberto e Massimo Andreis, padre e figlio, con una facile preda; infatti il branzino è stato pescato quasi soffocato per aver ingerito un pesce più grande di lui. E… 80.000 auguri… Ottanta… belli, rotondi, pimpanti gli anni di Enzo Barbera, il nostro ex Presidente inossidabile! Ottanta… Ah come suonano bene queste tre sillabe… Sembrano tre “bignè” succulente, brillano come tre smeraldi, come tre diamanti, suonano dolci come le note di un’arpa divina, di un violino di razza, di un organo di Cattedrale. E agli auguri della tua Jole, dei figli, dei nipoti, della stupenda tua famiglia aggiungiamo quelli di 80.000 amici ed anche quelli di chi ha scritto queste righe e ti vuole bene come a un fratello caro e generoso. APRILE 2009 Dall’autunno del 2008 alla primavera 2009 la nostra bella Italia avrebbe registrato un record di piovosità. Non possiamo mettere in dubbio le notizie “via etere”. Anche il nostro Osservatorio potrebbe dire la sua, sia per confermare, sia per smentire, o riequilibrare le sentenze. Presento un piccolo quadro riassuntivo. Precipitazioni da ottobre a dicembre 2008 = 390,8 millimetri; precipitazioni da gennaio a fine aprile 2009 = 356,8 mm. Totale: 747,6 mm, quantità che già supera le nostre medie annuali. Dobbiamo però assegnare al mese di aprile 2009 un buon secondo posto con 154,6 mm, preceduto da dicembre 2008 con 182,8 mm. Ancora un confronto: millimetri di pioggia nel mese di aprile del 2004 ai giorni nostri: 123,2 mm nel 2004; 98,2 mm nel 2005; 4,8 mm nel 2006; 13,2 mm nel 2007; e 104,8 mm nel 2008! Il prof. Don Pierino Scotti, nel suo insuperabile studio sul clima di Alassio, indica i mesi di Aprile e Ottobre come i più piovosi, mediamente, dell’anno. Quindi possiamo ancora una volta dire: “niente di nuovo sotto…le nuvole!” Nelle tre decadi, la piovosità ha dato i seguenti risultati: 1° decade: 30,8 mm (16,4 mm il giorno 2); 41,4 mm nella seconda decade (15,2 mm il giorno 8); 82,4 mm nella terza (49,2 mm il giorno 27!) Temperatura media mensile: 16,6 °C; medie decadali: 16,0 °C nella prima; 17,3 °C nella seconda; 16,6 °C nell’ultima. Minima assoluta del mese: 11,4 °C alle ore 7 del giorno 27 (il più piovoso). Umidità media mensile: 64%; i valori medi decadali sono, nell’ordine, 72% - 62% - 59%: il giorno più umido è in data 2 aprile con 86% di media. Eliofania totale: 182,7 ore con una media di 6,1 ore di limpido sole ogni giorno. Le medie decadali: 5,7 ore nella prima (solo un giorno senza un raggio si sole); 5,5 ore nella seconda (due giorni considerati coperti); 7,2 ore nell’ultima (due giorni coperti). Giorni considerati sereni: 12, ed è il valore più basso rispetto agli anni precedenti: nel 2006 furono 16; nel 2007 furono 18. Ma non dimentichiamo che lo scorso anno i giorni sereni si fermarono al numero di 13. L’arte del mese di aprile è di confermare che l’inverno è passato, che il tepore primaverile esiste ancora, ma anche di smorzare la successiva premura di mettere sotto naftalina i nostri maglioncini. Il direttore dell’osservatorio Prof Don Natale Tedoldi A.V.A. Le opinioni espresse negli articoli firmati impegnano unicamente la responsabilità dei rispettivi Autori. La Redazione si riserva la facoltà di pubblicare o meno gli articoli che le pervengono e di apportare correzioni e tagli agli articoli stessi, firmati o non firmati; nessun manoscritto si restituisce. SORPRESA! Jole e tutti noi a cura dell'Osservatorio Don Bosco Gli articoli e le lettere devono pervenire alla Redazione entro la fine di ogni mese per la pubblicazione ne «L’Alassino» del mese successivo. continua Per festeggiare i tuoi ottanta splendidi anni e per dirti che ti vogliamo bene, tanto tanto, perché sei il nostro esempio, la nostra sicurezza, la forte spalla cui appoggiarci. Meteorologia Alassina «Questo periodico è aperto a tutti quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata all’insindacabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con le testate e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti». DIREZIONE: Cons. Dirett. A.V.A. RESPONS.: Emanuele Aicardi EDITORE: A.V.A. TIPOLITOGRAFIA: F.lli Stalla Viale Martiri della Libertà, 30-40 Tel. 0182 50.412/3 - Albenga Telefax 0182 50.412 REGISTRAZIONE: Trib. Civ. Pen. di Savona n. 149 del 30-5-1962 ISCRIZIONE R.O.C. n. 6975 (già R.N.S. n. 9806) LEGGE 5/8/1981 n. 416 art. 11 Foto della testata: Archivio A.V.A. Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana
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