La parallasse attraversata dall`uomo Man Crosses the
Transcript
La parallasse attraversata dall`uomo Man Crosses the
News 88 La Parallasse. Un'idea di architettura che legge i fenomeni naturali in modo dinamico The Parallax. An idea of architecture that reads natural phenomena in a dynamic manner Architettura, Edilizia e Ambiente. Il 150° anniversario di Cementos Rezola Architecture, Building and the Environment. Cementos Rezola’s 150th anniversary Marocco: Qualità record. Ciments du Maroc, primo gruppo cementiero a ricevere il Premio Nazionale della Qualità Morocco: Record Quality. Ciments du Maroc, the first cement producer to receive the National Prize for Quality Emporium Tower. Il più prestigioso complesso residenziale e commerciale di Bangkok Emporium Tower. Bangkok’s Ultimate Residential and Commercial Complex Ambiente e cemento: l’esperienza di Ciments Calcia. Il primo bilancio ambientale del settore cemento in Francia Environment and Cement: the Ciments Calcia Experience. The first environmental report from the French cement industry La parallasse attraversata dall’uomo Man Crosses the Parallax Steven Holl È tornato ad esporre a Milano lo scorso marzo, presso quella stessa Galleria Aam che aveva ospitato la sua prima mostra a livello internazionale vent’anni fa. Ma quello che allora era solo un giovane e promettente architetto è ora uno dei più grandi e affermati progettisti del nuovo millennio. Il suo ritorno in Italia è stato fortemente voluto da Italcementi nell’ambito di una serie di manifestazioni culturali che sotto il nome di “Incontri Millennium” intendono avvicinare il grande pubblico ai più illustri maestri dell’architettura contemporanea. Dopo una riflessione iniziale dedicata alla lezione lasciataci in eredità da Alvar Aalto, “Incontri Millennium” ha via via percorso i mondi progettuali e la poetica di Richard Meier, Enric Miralles, Dominique Perrault, Santiago Calatrava e Steven Holl. (All’interno del sito di Italcementi Group www.italcementigroup.com è possibile trovare una rassegna fotografica relativa all’ultimo evento). L’inaugurazione della mostra è stata accompagnata da un’affollatissima lecture alla Seconda Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, dove sono intervenuti il rettore del Politecnico Adriano De Maio, il preside della Facoltà Antonio Monestiroli, l’architetto Franco Raggi per l’Ordine degli Architetti Milanesi e l’ingegner Fortunato Zaffaroni, direttore commerciale di Italcementi. Nel corso dell’incontro milanese, che ha visto la folta partecipazione di studenti, professori universitari, architetti e imprenditori, Steven Holl, americano ma di famiglia norvegese, ha percorso i venticinque anni di lavoro della sua architettura, cominciata da posizioni assai vicine a quelle della scuola londinese di Zaha Hadid e di Rem Koolhaas cui si sono poi sovrapposte le influenze dell’architetta lituana Astra Zarina che fu sua insegnante a Roma alla fine degli anni ’60. Oggi Steven Holl, professore alla Columbia University e titolare di uno dei più importanti studi professionali di New York, è tra coloro che con più precisa chiarezza intellettuale e tensione poetica costruiscono un cammino innovativo per l’architettura contemporanea. Le radici del contesto, della terra, della realtà naturale, delle configurazioni e dei limiti contingenti di ogni suo progetto, trovano una via poetica e matematica verso un’opera che apre nuovi spazi. E forse un nuovo orizzonte. Il ruolo di Steven Holl in questo momento è proprio quello di dare possibilità e forme nuove all’apparire e al formarsi della natura profonda dell’architettura. Lo sguardo è al futuro: ai mille materiali delle sue possibilità, alla sua possibile luce, ma il corpo architettonico è ancorato al suolo della realtà dello spazio, della gravità, della luce, dell’economia, della misura, dei materiali e dei loro fenomeni. È in questo gioco tra realtà e desiderio che i molti edifici di Steven Holl hanno trovato il loro posto e la loro conformazione: in un’idea di architettura legata allo spazio e al movimento della nostra percezione sensoriale in esso. Un’idea di architettura che legge i fenomeni naturali in modo dinamico, affidando all’esperienza della parallasse la percezione soggettiva di spazio e luce. Come egli stesso ha enunciato nel suo recente libro Parallax, la parallasse, ovvero il cambiamento della disposizione delle superfici che definiscono lo spazio come risultato del cambiamento della posizione dell’osservatore, si trasforma quando gli assi del movimento lasciano la posizione orizzontale. L’idea storica della prospettiva come volumetrie conchiuse, basate su uno spazio orizzontale si apre così alla dimensione verticale, l’esperienza architettonica viene liberata dalla sua situazione storicamente racchiusa e gli slittamenti verticali e obliqui diventano la chiave di nuove percezioni spaziali. Le opere di Steven Holl sono come pietre, materie architettoniche che aprono un discorso innovativo: dal Museo di Arte Contemporanea Kiasma di Helsinki alla Cappella di Sant’Ignazio a Seattle. Dalle case costruite negli Stati Uniti – la Texas Stretto House di Dallas e la Y House di Schohary County nello stato di New York – ai complessi residenziali di Fukuoka e Makuhari in Giappone. Dall’Istituto di Scienza di Cranbrook nel Michigan e il Museo d’Arte Bellevue a Seattle agli Uffici D.E. Shaw a New York e gli Uffici Sarphatistraat ad Amsterdam. Lo stesso si può dire anche per gli edifici attualmente in costruzione, dal Residence 2001 per il MIT di Boston all’ampliamento del Museo d’Arte Nelson-Atkins di Kansas City; dalla Facoltà di Architettura e Architettura del Paesaggio di Minneapolis al Teatro Zachary Scott di Austin in Texas, all’Università di Arte e Storia dell’Arte dell’Iowa, e ai progetti per le nuove città, come la serie di progetti di “Edge of a City” per gli spazi urbani di Manhattan, Phoenix, Cleveland, Rochester e Dallas. Queste opere, come pietre in una costruzione, formano un corpo architettonico che porta avanti la tradizione dell’architettura contemporanea da Wright a Le Corbusier. Steven Holl (nato a Bremerton, Stato di Washington, nel 1947) ha aperto Steven Holl Architects a New York nel 1976. Si è laureato con lode alla University of Washington a Seattle. Ha studiato architettura a Roma nel 1970, e ha fatto dei corsi post-laurea alla Architectural Association di Londra nel 1976. Nel 1989 il Museo di Arte Moderna di New York ha presentato il lavoro di Holl in una speciale mostra, comprando diversi disegni per la propria collezione permanente. Nel 1991, il lavoro di Holl è stato presentato in una personale al Walker Art Center di Minneapolis, nella serie intitolata “Architettura Domani” curata da Mildred Friedman. Questa mostra si è poi spostata alla Henry Art Gallery di Seattle e nel 1992–93 è stata in esposizione in tutta Europa. Nel 1992 Holl ha ricevuto il National AIA Interiors Award per gli Uffici di D.E. Shaw & Co. a New York, e nel 1993 il National AIA Honor Award for Excellence in Design per la Texas Stretto House di Dallas. Nello stesso anno, Steven Holl Architects ha vinto il primo premio, tra 516 partecipanti, per il concorso per il nuovo Museo di Arte Contemporanea di Helsinki. L’edificio è stato aperto al pubblico nel maggio 1998. Tra le sue onorificenze: i progetti per il Knut Hamsun Museum di Hamarøy in Norvegia e il Museo della Città a Cassino in Italia, che hanno vinto nel 1996 i Progressive Architecture Awards for Excellence in Design. La Cappella di Sant’Ignazio a Seattle ha vinto nel 1998 il National AIA Award for Design Excellence e il Museo Kiasma di Helsinki ha vinto lo stesso premio nel 1999. Tra i riconoscimenti più recenti ci sono il Progressive Architecture Awards per il Museo Nelson-Atkins di Kansas City e la Simmons Hall del MIT di Boston nel 2000. Il Museo d’Arte Bellevue, a Seattle, è stato aperto al pubblico nel gennaio 2001, ed ha ricevuto il Seattle Award per l’Architettura. L ast March he returned to exhibit his work at the Galleria Aam in Milan, Italy, the same gallery that hosted his first international show 20 years ago. But the man who was then nothing more than another young and promising architect is now recognized as one of the greatest and most highly regarded building creators of the new millennium. His return to Italy was strongly promoted by Italcementi which through a series of cultural exhibitions called “Incontri Millenium” (Millennium Meetings), intends to familiarize the general public with the most illustrious masters of contemporary architecture. After an initial review of the mastery and instruction left to us by Alvar Aalto, the Millennium Meetings series has painstakingly displayed the design universes and poetics of such great architects as Richard Meier, Enric Miralles, Dominique Perrault, Santiago Calatrava and Steven Holl. (A collection of photographs from the latest Millennium Meeting can be found on the Italcementi Group website, www.italcementigroup.com). The inauguration of the Millennium Meetings show was coupled with a wellattended lecture in the Second Faculty of Architecture at the Politecnico School of Milan. Speakers included the Politecnico School Rector, Adriano De Maio; the Dean of Faculty, Antonio Monestiroli; Franco Raggi under the auspices of the Order of Milanese Architects; and Fortunato Zaffaroni, sales manager of Italcementi. The student body, university professors, architects and businessmen actively participated in the Milan meeting as Steven Holl, an American of Norwegian descent, presented an overview of his 25-year career in architecture. His initial positions were remarkably similar to those of the London school championed by Zaha Hadid and Rem Koolhaas. These perspectives were later superseded by the influence of Lithuanian architect Astra Zarina, who was Holl’s teacher in Rome toward the end of the 1960s. Today Steven Holl is a professor at Columbia University and owner of one of the most prominent design studios in New York. He is considered a key figure among the group of modern architects who, using a precise intellectual clarity and poetic tension, are currently constructing a new and innovative path for contemporary architecture. The roots of context, earth, natural reality, and of the configurations and limits contingent to each of his projects, find a poetic and mathematical route toward an architectural work that opens up new spaces and new horizons. Currently Steven Holl’s role is to bestow possibility and new form upon appearance and the definition of the very nature of architecture. His gaze is directed toward the future and its possibilities for thousands of materials and its potential sources of light. Yet we must acknowledge that the architectural body is anchored firmly in the reality of space, gravity, light, economy, dimensions, materials and their relevant phenomena. And it is within this interplay between reality and desire that many of Steven Holl’s buildings have found their place and structure in a notion of architecture intimately connected to space and to the movement of our sensorial perception within it. Il Residence Universitario del MIT: la strada piegata, (primo schema) porosità orizzontale. Undergraduate Residence, MIT: folded street; (first scheme) horizontal porosity. 89 90 It is an idea of architecture that reads natural phenomena in a dynamic manner, entrusting the subjective perception of space and light to the experience of the parallax. Just as Holl himself illustrated in his recent book, Parallax, the parallax – the change in the arrangement of surfaces that define space as a result of the change in the position of a viewer – is transformed when movement axes leave the horizontal dimension. The historical idea of perspective as enclosed volumetrics based on horizontal space gives way today to the vertical dimension. Architectural experience has been taken out of its historical closure. Vertical and oblique slippages are key to new spatial perceptions. Steven Holl’s works are like stones, architectural materials that break open innovative discussion as in the Kiasma Museum of Contemporary Art in Helsinki; the Chapel of St. Ignatius in Seattle; the houses constructed in the United States – the Texas Stretto House in Dallas and the Y House in the Schohary County, New York – ; the Fukuoka and Makuhari housings in Japan; the Cranbrook Institute of Science, Michigan; the Bellevue Art Museum, Seattle; the D.E. Shaw Offices in New York and the Sarphatistraat Offices in Amsterdam. The same can be said of the buildings currently under construction. For example, the Undergraduate Residence 2001, MIT, Boston; the expansion of the Nelson-Atkins Museum of Art in Kansas City; the College of Architecture and Landscape Architecture in Minneapolis; the Zachary Scott Theater in Austin, Texas; and the University of Iowa Art and Art History Building. Also included are his projects for new cities, like the series of projects entitled “Edge of a City” for the urban spaces of Manhattan, Phoenix, Cleveland, Rochester, and Dallas. These architectural works, like stones in a construction project, come together to form a body of architecture that proudly and admirably carries forward the tradition of contemporary architecture that spans from Wright to Le Corbusier. Steven Holl (b. Bremerton, Washington, 1947) established Steven Holl Architects in New York in 1976. Holl is an honors graduate of the University of Washington in Seattle. He studied architecture in Rome, Italy in 1970, and did post-graduate work at the Architectural Association in London in 1976. In 1989, the New York Museum of Modern Art presented Holl’s work in a special show, purchasing several drawings for its permanent collection. In In alto, dettaglio dello studio su spazio e strutture planari in acciaio. A sinistra, la Cappella di Sant’Ignazio: il piazzale del “campo di meditazione”. Lo spazio interno si irradia nello spazio del campus. Above. Enlarged study of steel planar space and structure. Left. Chapel of St. Ignatius: the “thinking field” forecourt. Radiance of the inner space projected into campus space. 1991, Holl’s work was featured in a solo exhibit at the Walker Art Center in Minneapolis as part of the series entitled “Architecture Tomorrow, ”whose curator was Mildred Friedman. This exhibit was moved to the Henry Art Gallery in Seattle and in 1992-93 toured throughout Europe. In 1992 Holl received the National AIA Interiors Award for the Offices of D.E. Shaw & Co. in New York City and in 1993 the National AIA Honor Award for Excellence in Design for Texas Stretto House in Dallas. That same year, Steven Holl Architects was awarded the winning design among 516 entries in the competition for the new Museum of Contemporary Art, Helsinki. The project opened to the public in May 1998. Among his honors are the 1996 Progressive Architecture Awards for Excellence in Design for the Knut Hamsun Museum in Hamarøy, Norway, and the Museum of the City in Cassino, Italy. Holl’s Chapel of St. Ignatius in Seattle was awarded the 1998 National AIA Award for Design Excellence and the Kiasma Museum in Helsinki won the same award in 1999. The most recent recognition for Steven Holl Architects’ work includes Progressive Architecture Awards for the Nelson-Atkins Museum in Kansas City and the Simmons Hall at MIT University in Boston in 2000. The Bellevue Art Museum in Seattle was opened to the public in January 2001, and received the Seattle Award for Architecture. Architettura, Edilizia e Ambiente Architecture, Building and the Environment C ementos Rezola ha concluso il programma delle celebrazioni per il proprio 150° Anniversario con un convegno sul tema “Architettura, Edilizia e Ambiente” nella prestigiosa cornice del nuovo Palazzo dei Congressi Euskalduna di Bilbao, in Spagna. Quasi 500 partecipanti tra architetti, prescrittori, istituzioni, amministrazioni locali e numerosi clienti hanno preso parte alla cerimonia conclusiva delle celebrazioni per il 150° anniversario di Cementos Rezola, filiale d’Italcementi Group presente nei Paesi Baschi e nel nord della Spagna. Il convegno, incentrato sull’importanza del ruolo dell’ambiente in architettura, urbanistica e edilizia, ha messo in rilievo la volontà e l’impegno responsabile di Cementos Rezola, e dell’intero gruppo Financiera y Minera in Spagna, per garantire la continuità delle proprie attività industriali nel costante rispetto e nella migliore integrazione possibile con l’ambiente circostante. L’impegno della società è testimoniato peraltro dall’ottenimento della certificazione ISO 14001 per tutti gli impianti di FyM. Il folto pubblico presente si è dimostrato particolarmente attento ai temi trattati dai cinque illustri relatori e al successivo dibattito animato dal celebre giornalista della SER, Iñaki Gabilondo. Dopo la proiezione di un filmato sul parallelismo tra la prospettiva visionaria di Fritz Lang in Metropolis (1926) e un’illustrazione dell’assetto urbano di questo fine secolo, gli interventi si sono articolati intorno ai seguenti temi: • Il diritto alla città e la morale cittadina (riflessione proposta dal filosofo Javier Sádaba) • I materiali da costruzione ed il loro costo ambientale (Juan Carlos López Agüí, direttore dell’Istituto Spagnolo del Cemento e delle sue Applicazioni) • Assetto territoriale ed urbanistica (Javier Unzurrunzaga, architetto ed esperto di urbanistica) • Urbanistica strategica, estetica e ambiente (Juan Miguel Otxotorena, direttore della Scuola di Architettura di Navarra) • La responsabilità collettiva di fronte ad un futuro eco-compatibile (Manuel Toharia, direttore del Museo delle Scienze di Valenza). Tutti gli interventi hanno saputo combinare sapientemente contributi di grande vivacità intellettuale con riflessioni di utilità pratica. Dal punto di vista dei materiali da costruzione, aspetto che riguarda più direttamente l’industria del cemento, l’intervento di Juan Carlos López Agüí ha proposto di approfondire il concetto di costo ambientale comparato dei materiali nella valutazione dei mercati pubblici (infrastrutture, lavori pubblici). Basata sul concetto di “analisi del ciclo di vita dei prodotti” e sull’elaborazione di “indicatori-chiave delle performance”, la valutazione quantitativa dei materiali con riferimento all’“impatto ambientale del loro ciclo di vita”, sembra in grado di imporsi con naturalezza nel settore edilizio. Non sorprende quindi constatare che il ciclo del cemento gode di un reale vantaggio competitivo in materia. ■ ■ ■ ■ ■ ■ C ementos Rezola concluded its 150th Anniversary celebrations with a conference on the theme of “Architecture, Building and the Environment,” held 91 Un’immagine della cerimonia conclusiva delle celebrazioni per il 150° anniversario di Cementos Rezola. A picture of the closing ceremony celebrating Cementos Rezola’s 150th anniversary. at the new, prestigious Euskalduna Convention Center in Bilbao, Spain. Nearly 500 participants including architects, specifiers, administrative and institutional representatives as well as numerous clients were present at the closing conference celebrating Cementos Rezola’s 150th anniversary. Cementos Rezola is the cement business unit of the Italcementi Group, operating in the Basque country and the north of Spain. The convention focused on the role of the environment in architecture, urban planning and construction. It revealed Cementos Rezola’s commitment – shared by all the Financiera y Minera Group’s businesses in Spain – to a responsible approach regarding not only the continuation of its business activity, but also the best possible integration into the immediate environment. This is further demonstrated by the recent ISO 14001 certification of all the FyM plants. The gathering of professionals was particularly attuned to the themes developed by five excellent lecturers and to the ensuing debate moderated by the prestigious SER journalist, Iñaki Gabilondo. Following a video presentation comparing Fritz Lang’s visionary futurology in Metropolis (1926) to an illustration of the urban planning of this fin de siècle, discussion centered around the following main themes: • The right to the city and civil morality (considerations proposed by the philosopher Javier Sádaba) • Construction materials and their environmental costs (by Juan Carlos López Agüí, director of the Spanish Institute of Cement and its Applications) • Regional and urban planning (by Javier Unzurrunzaga, architect and urban planning 92 consultant) • Strategic, esthetic and environmental urban planning (by Juan Miguel Otxotorena, director of the Architecture School of Navarra) • Our collective responsibility regarding an environmentally viable future (by Manuel Toharia, director of the Museum of Science in Valencia). Each presentation combined brilliant intellectual contributions with useful food for thought. From the standpoint of construction materials, an aspect that concerns the cement industry most directly, Juan Carlos López Agüí’s talk proposed an in-depth examination of the concepts of the comparative environmental cost of construction materials in the evaluation of public markets (infrastructures, public works). Based on an “analysis of the product life cycle” and on the elaboration of “key performance indicators,” the quantitative evaluation of materials with regard to the “environmental impact of their life cycle” becomes a natural consideration in construction. Therefore, it comes as no surprise to most people that the cement industry can gain a real competitive advantage from this type of life cycle analysis. Emporium Tower: il più prestigioso complesso residenziale e commerciale di Bangkok Emporium Tower: Bangkok’s Ultimate Residential and Commercial Complex L’ Emporium Tower è un edificio polifunzionale di 43 piani con una superficie totale di oltre 250.000 mq, realizzato dalla City Realty Co. Ltd. a un costo complessivo di oltre 6,5 miliardi di Baht (circa 160 milioni di euro). La Torre è situata vicino a un parco pubblico nel centro di Bangkok e si compone di una base di sette piani, occupata da spazi commerciali, una sezione di 19 piani adibita a uffici e 380 unità residenziali di lusso, nei 17 piani alti, servite da parcheggi coperti per 2.000 posti auto. Asia Cement (Italcementi Group) ha fornito oltre 130.000 metri cubi di calcestruzzo per la costruzione di questo Emporium Tower, iniziata nel 1993. Ciascun elemento costitutivo di questo complesso multifunzionale si è rivelato un vero e proprio successo ed è diventato un modello di riferimento nel proprio settore. Il Centro Commerciale Emporium, molto apprezzato fin dalla sua inaugurazione nel 1997, è stato acclamato come il centro commerciale più alla moda e di maggior prestigio della capitale tailandese. Meno di due anni più tardi e in un breve lasso di tempo dopo la loro inaugurazione, gli Uffici Emporium sono riusciti ad attrarre l’attenzione di grandi società nazionali e internazionali che ne hanno affittato tutti gli spazi. Le Suites Emporium, d’altra parte, sono ormai riconosciute come gli appartamenti più eleganti e meglio serviti di tutta Bangkok grazie alle raffinate decorazioni d’interni, le viste panoramiche, la posizione strategica, la cortesia del personale di servizio e il facile accesso alle amenità locali: tutte qualità che nel loro insieme contribuiscono a definire il nuovo standard delle residenze di lusso dell’intera città. Emporium Office was able to attract and rent its entire office space to local and international corporations shortly after its opening. And the Emporium Suites are now widely considered to be Bangkok’s finest serviced apartments where tasteful interior decorations, panoramic views, strategic location, courteous service, and easy access to local amenities all combine to set new standards of luxurious executive living for the entire city. Veduta generale dell’Emporium Tower nel complesso urbano. Overall view of the Emporium Tower in its urban setting. ■ ■ ■ ■ ■ ■ E mporium Tower is a 43-story, multi-purpose building with a total floor space of over 250,000 sq. m. It was developed by City Realty Co. Ltd. at a total cost of over 6.5 billion Baht (about 160 million euros). The Tower is located next to a public park in central Bangkok and consists of a 7-story shopping podium, a 19-story office area, 380 executive serviced apartments on the top 17 floors, and indoor garages accommodating approximately 2,000 vehicles. Asia Cement (Italcementi Group) supplied over 130,000 cubic meters of concrete for the construction of this Emporium Tower which began in 1993. Every component of this multi-purpose development has turned out to be very successful and has become a benchmark in its business sector. The Emporium Shopping Center has been highly acclaimed since it opened in 1997 as Bangkok’s trendiest and most successful retail center. Less than two years later, the La cupola, simbolo dell’impianto di Ciments du Maroc a Safi. Marocco: Qualità record Morocco: Record Quality C iments du Maroc è il primo gruppo cementiero marocchino ad avere ottenuto il Premio Nazionale della Qualità, nella categoria Grandi Imprese, edizione 2000, organizzato in associazione con l’UMAQ (Unione Marocchina per la Qualità) ed il Ministero dell’Industria, del Commercio, dell’Energia e delle Miniere. Questo riconoscimento viene a coronare i lunghi anni di lavoro degli uomini della società e il loro costante impegno nella ricerca della qualità. Ciments du Maroc, filiale d’Italcementi Group svolge la propria attività nel settore dei materiali da costruzione attraverso le cementerie di Agadir, Safi e Marrakech (cemento e clinker), e la controllata Bétomar con numerose centrali di betonaggio e cave diffuse su tutto il territorio nazionale. Ciments du Maroc produce e commercializza attualmente circa 2.500.000 tonnellate di cemento l’anno, di cui 410.000 tonnellate destinate all’esportazione, e vanta una capacità produttiva di 3.000.000 di tonnellate annue di cemento. Grazie alla politica globale di Italcementi Group, Ciments du Maroc è divenuto il secondo gruppo cementiero del Marocco e ha avuto un peso considerevole nei risultati consolidati del Gruppo. Nel 2000, il fatturato di Ciments du Maroc (con il consolidamento di Bétomar) è salito a 1.696 milioni di dirham (175 milioni di euro), ed il risultato netto è ammontato a 304 milioni di dirham (31 milioni di euro). Storia della Qualità Organizzazione Qualità (1992) Innalzamento del sistema qualità a un alto livello della funzione tecnica. In ogni unità produttiva è stata introdotta la figura del responsabile qualità che garantisce il controllo ed il follow-up della qualità dei prodotti. PACT (1995) Introduzione di piani d’azione e di concertazione triennali, i PACT, che definiscono per ogni settore di attività le linee d’azione prioritarie da realizzare in un lasso di tempo di tre anni, sulla base di una diagnostica generale e di un’indagine sulle esigenze della clientela. Certificazione dei prodotti (1995) da parte del Ministero del Commercio e dell’Industria (Marchio NM). La qualità dei prodotti viene costantemente e regolarmente controllata dal servizio qualità dei singoli impianti e da un organismo indipendente di verifica che sottopone le proprie conclusioni semestrali allo SNIMA (Servizio di Standardizzazione dell’Industria Marocchina). Qualità Totale: Gruppi di progresso (1996) Costituzione nell’ambito delle singole unità produttive dei cosiddetti gruppi per il progresso con il compito di evidenziare eventuali disfunzioni e avviare le conseguenti azioni di miglioramento. Certificazione Sistema ISO 9002 (1997) SAFI AGADIR MARRAKECH Agosto 1998 Maggio 1999 Aprile 2001 Premio d’Incoraggiamento del Premio Nazionale della Qualità (1999) Premio Nazionale della Qualità (2000) Ciments du Maroc ha fatto della qualità un principio di management definendo la politica qualità ed i suoi principali orientamenti e fornendo tutti gli strumenti umani e materiali necessari per la sua messa in opera. Questa politica globale ha consentito a Ciments du Maroc di migliorare le proprie performance, soddisfare e fidelizzare la propria clientela e conquistare all’esportazione mercati prima difficilmente accessibili ai cementieri marocchini. ■ ■ ■ ■ ■ ■ C iments du Maroc is the first Moroccan cement producer to receive the National Prize for Quality in the Large Enterprises category for the year 2000. The prize is organized jointly by the UMAQ ( Moroccan Union for Quality) and the Ministry of Industry, Commerce, Energy and Mining. This award recognizes many years of hard work and dedication by the employees of the company as well as other ongoing quality program efforts. Ciments du Maroc, a subsidiary of Italcementi Group, operates in the construction materials sector through the cement plants in Agadir, Safi and Marrakech (cement and clinker), as well as several concrete batching units and quarries (Bétomar) throughout the kingdom. Ciments du Maroc produces and sells about 2,500,000 metric tons of cement yearly, 410,000 of which are exported to foreign markets. The company boasts a production capacity of 3,000,000 metric tons per year. Italcementi Group’s global policy has enabled Ciments du Maroc to become Morocco’s second-largest cement company and to contribute significantly to the Italcementi Group’s consolidated results. In 2000, Ciments du Maroc’s net sales (including Bétomar) grew to 1,696 million dirhams (175 million euros), with a net profit of 304 million dirhams (31 million euros). The History of Quality Quality Organization (1992) The quality system is raised to a high level of the technical functions. A quality manager is assigned to each production unit and is directly responsible for the quality control and follow-up. The dome, the symbol of Ciments du Maroc’s Safi plant. PACT (1995) Concerted three-year action plans known as PACTs are instituted. These plans define the priority actions to be conducted in all areas over the subsequent three years, based on a general evaluation and an attentive inquiry into customer satisfaction. Product Certification (1995) Product Certification is administered by the Ministry of Commerce and Industry (the NM seal). Product quality is constantly monitored by each plant’s quality department as well as by an unaffiliated third-party monitoring group that submits its conclusions semi-annually to the SNIMA (Service of Standardization of Moroccan Industry). Total Quality: Progress Groups (1996) Progress Groups are established within the plants in order to deal with existing problems and to recommend improvement initiatives. ISO 9002 System Certification (1997) SAFI AGADIR MARRAKECH August 1998 May 1999 April 2001 Encouragement Prize in the National Quality Awards (1999) National Prize for Quality (2000) The key points of the Italcementi Group quality program have become a fundamental part of the company’s management strategy, and by the same token management has provided for the human and material resources necessary for its development. This global policy has allowed Ciments du Maroc – all while improving its performance – to fully satisfy and gain the loyalty of its customers, and to conquer export markets that until now proved difficult for Moroccan cement manufacturers to penetrate. 93 Come coniugare ambiente e cemento: l’esperienza di Ciments Calcia Mixing Environment and Cement: the Ciments Calcia Experience 94 “I talcementi Group è da sempre impegnato ad aumentare il valore del proprio gruppo, delle proprie aziende, dei propri prodotti e dei propri servizi, nonché la capacità operativa del proprio personale operando nel pieno rispetto degli standard ecologici e ambientali. Con la convinzione quindi che la tutela dell’ambiente sia un impegno per le maggiori società ed una componente fondamentale nella gestione d’impresa”. Queste parole sono tratte da Vision il documento che raccoglie le linee guida, la visione comune e gli obiettivi di Italcementi Group. La Vision rappresenta l’ambizione del gruppo per il futuro. La dimensione mondiale di Italcementi Group e le sue attività intimamente connesse al territorio comportano anche un preciso impegno verso il rispetto dell’ambiente. Italcementi Group intende seguire una politica produttiva che permetta un rapporto ideale con l’ambiente durante tutto l’arco delle diverse fasi di produzione e commercializzazione dei suoi prodotti. L’atteggiamento dell’azienda non si limita infatti all’adozione di norme particolarmente restrittive sull’inquinamento, ma esplora strade nuove per raggiungere un equilibrio tra sfruttamento delle risorse e impoverimento del pianeta. In tal senso, va segnalata l’adesione al “World Business Council for Sustainable Development” (WBCSD), organismo al quale aderiscono 150 gruppi internazionali che condividono gli stessi principi in merito allo “sviluppo sostenibile” che mira al soddisfacimento dei bisogni presenti salvaguardando le esigenze delle future generazioni e che si basa su presupposti sociali, economici e di tutela ambientale. Con altri dieci gruppi cementieri internazionali, Italcementi Group partecipa, con il supporto del WBCSD ad un programma specifico per l’industria del cemento. La produzione del cemento e l’ambiente La produzione del cemento è una delle necessità vitali di qualsiasi Paese industrializzato, allo stesso modo in cui nessun Paese può fare a meno della produzione siderurgica, della raffinazione del petrolio, della produzione della carta, dell’industria chimica e di numerose altre attività industriali di base, attività che l’immaginario collettivo considera con sospetto, basandosi spesso unicamente su una percezione epidermica di rischio ambientale. È pur vero che tale comune percezione è l’eredità di tempi passati, quando le esigenze di industrializzazione e di raggiungimento di soglie minime di benessere sociale ponevano in secondo piano le problematiche ambientali connesse con certe necessarie attività produttive. Da una quindicina d’anni, tuttavia, l’Europa occidentale ha cambiato radicalmente visione, istituendo norme legislative precise e severe a salvaguardia dell’ambiente, che ha assunto un ruolo primario in tutte le attività industriali. Le grandi aziende che operano a livello nazionale e internazionale hanno ormai permeato ogni loro attività di una consapevolezza ambientale più o meno marcata, resa necessaria dalla mutata sensibilità e dalla diversa scala di valori che le popolazioni hanno adottato da qualche anno a questa parte, in conseguenza del livello di benessere individuale raggiunto. Italcementi Group non fa eccezione, anzi si pone all’avanguardia nel drappello di aziende europee maggiormente motivate per la salvaguardia dell’ambiente, pur operando, come si è detto, in un settore industriale potenzialmente critico. Le testimonianze concrete della cultura ambientale di Italcementi Group sono numerose e il bilancio ambientale di Ciments Calcia è una di queste. Il Bilancio Ambientale di Ciments Calcia Ciments Calcia, filiale francese di Italcementi Group, ha pubblicato il suo primo bilancio ambientale (il primo in Francia per quanto riguarda l’industria del cemento) e lo scorso 13 dicembre 2000 ha invitato l’associazione di tutela dell’ambiente “Amici della Terra” affinché ne desse una valutazione critica alla presenza di 150 delegati tra cui politici, industriali, rappresentanti di associazioni e di amministrazioni locali. Questa iniziativa, che ha rappresentato una vera Copertina del bilancio ambientale di Ciments Calcia. Front cover of the Ciments Calcia’s environmental report. e propria “prima” nel settore dell’industria cementiera, intendeva chiarire le scelte aziendali riguardanti le informazioni riportate in questo tipo di bilancio e ha inoltre costituito per Ciments Calcia un ulteriore passo avanti nella sua politica di tutela dell’ambiente e di trasparenza sulle proprie attività industriali. Ciments Calcia ha rivolto il proprio invito agli “Amici della Terra” in ragione del lavoro svolto da questa associazione per l’elaborazione di un modello di report ambientale destinato alle aziende: l’obiettivo era quello di evitare che i bilanci ambientali assomigliassero a una sorta di opuscoli pubblicitari dal contenuto lacunoso. Questo lavoro degli “Amici della Terra” è stato compiuto in collaborazione con vari interlocutori, tra i quali Ciments Calcia, e si basa sull’analisi di 120 bilanci ambientali di varie aziende provenienti da quattro Paesi: Francia, Italia, Belgio, Regno Unito. Perché un Bilancio Ambientale? L’industria del cemento è solita evocare l’immagine di una nuvola di polvere bianca sprigionata da grossi impianti industriali o da cave che deturpano il paesaggio. Si tratta, indubbiamente, di un’industria pesante con un forte impatto ambientale. E, se si vuole che questa industria esista ancora fra vent’anni, diventa indispensabile condurre una politica ambientale di alta qualità in grado di rispondere ad una legittima preoccupazione emergente, in coerenza con le aspirazioni degli operatori del settore e in generale, dell’insieme delle popolazioni che vivono nei territori dove sorgono gli impianti. Eppure, oggi, nei fatti, l’immagine spesso negativa dell’industria del cemento fa parte del passato. Negli ultimi anni sono stati compiuti sforzi considerevoli e la salvaguardia dell’ambiente è diventata una delle priorità manageriali dell’azienda allo stesso livello delle risorse umane, della sicurezza e della qualità. L’impegno ambientale di Ciments Calcia comprende diversi elementi: modernizzazione delle installazioni; predisposizione di sistemi di gestione ambientale e certificazione ISO 14001 per ogni sito produttivo; formazione del personale delle cementerie sugli impatti della produzione; creazione di strumenti di comunicazione e di concertazione con gli abitanti dei territori limitrofi. Il continuo miglioramento dei processi produttivi, in effetti, deve essere accompagnato da un’azione informativa, oggetto del bilancio ambientale. Il bilancio si rivolge a tutte le parti interessate dall’attività di Ciments Calcia: pubblico esterno (amministrazioni, associazioni ambientaliste, comunità locali, giornalisti) ma possiede anche un valore di bilancio pedagogico per i team operanti all’interno dell’azienda. Stampato in 25.000 copie, il rapporto ambientale vuole essere uno strumento d’informazione il più completo possibile sull’attività centrale della società, la produzione di cemento. Dal momento che Ciments Calcia ha scelto di pubblicare un bilancio nazionale, le informazioni di carattere più strettamente locale non sono state trattate con la stessa precisione dei dati nazionali. Gli abitanti delle aree limitrofe agli impianti ricevono, però, comunque, regolari informazioni sullo sfruttamento delle cave e sul funzionamento delle cementerie attraverso l’utilizzo di vari strumenti di comunicazione locale. La società ha inoltre predisposto per ogni sito la costituzione di Commissioni di Concertazione che si riuniscono due volte all’anno e sono aperte a tutte le parti interessate per discutere su un ordine del giorno stabilito di volta in volta dagli stessi partecipanti. Oltre a ciò vengono regolarmente organizzate delle giornate “porte aperte” per il grande pubblico e con pari regolarità vengono diffuse pubblicazioni specifiche per ogni sito che riportano informazioni dettagliate sulle loro performance ambientali. Se pure le informazioni locali non sono riportate in questo bilancio nazionale, esso tuttavia può essere ugualmente di interesse per le comunità locali che desiderano conoscere la politica globale dell’azienda: si accorgeranno infatti che non esiste alcuna forma di opportunismo legata a questo o a quel sito in quanto Ciments Calcia conduce una politica coerente su scala nazionale. La società considera perfettamente legittima la richiesta d’informazioni da parte degli abitanti sulla sua politica aziendale: la conoscenza e lo scambio reciproco d’informazioni sono indispensabili per instaurare un clima di fiducia tra l’industria e gli abitanti del territorio in cui opera. Ed è nel quadro di questa costante ricerca di interazione e cooperazione che Ciments Calcia ha voluto pubblicare questo bilancio ambientale. Il bilancio si struttura intorno a cinque grandi capitoli che riassumono i diversi impegni dell’azienda: • Gestione delle cave e riduzione dei disturbi nocivi dovuti al loro sfruttamento; integrazione dei siti nel paesaggio e pianificazione della loro destinazione futura al termine del periodo di utilizzo; • Modernizzazione degli impianti e limitazione dell’impatto industriale: riduzione delle emissioni atmosferiche (CO2, polveri, SO2, NOx), contenimento dell’inquinamento sonoro, limitazione e trattamento degli scarichi dell’acqua, ...; • Economia delle risorse naturali attraverso l’uso estensivo di materie prime e combustibili alternativi (pneumatici ed oli usati, farine animali, ...); • Creazione di prodotti più rispettosi dell’ambiente e dell’habitat, riduzione dei rumori legati ai trasporti, contribuzione alla soluzione dei problemi ambientali dei clienti (ciclo di vita dei materiali, alta qualità ambientale del settore costruzioni, qualità estetica degli edifici in cemento, trattamento dei rifiuti di cantiere, ...); • Gestione ambientale: sistema di management ambientale (SME), certificazione ISO 14001, formazione del personale, interventi di concertazione e d’informazione, partecipazione ai progetti di sviluppo del territorio, ecologia industriale. Il bilancio ambientale di Ciments Calcia è disponibile su semplice richiesta nel suo sito Internet: www.ciments-calcia.fr ■ ■ ■ ■ ■ ■ “T he Italcementi Group has always been involved in increasing the value of the Group, its businesses, products and services, as well as the operational capacity of its personnel while fully respecting ecological and environmental standards. The company operates under the conviction that protecting the environment is a requirement of large companies as well as a fundamental component of business management.” These words are taken from Vision, the document that contains the guidelines, common vision and objectives of the Italcementi Group. Vision reflects the group’s ambitions for the future. The global dimension of the Italcementi Group and the activities that are intimately connected to the territory also carry a specific commitment to respect the environment. Italcementi Group intends to follow a productive policy that allows for an ideal relationship with the environment during the various phases of production and marketing of the Group’s products. The company’s attitude is not limited to the adoption of particularly restrictive norms regarding pollution, but explores new paths toward striking a balance between exploiting available resources and depleting the planet. To this effect, it is important to note the company’s participation in the “World Business Council for Sustainable Development” (WBCSD), an organization that comprises 150 international groups sharing the same principles regarding “sustainable development.” It aims to satisfy present needs while preserving the demands of future generations, and is based on social, economic and environmental protection premises. Together with ten other international cement groups, Italcementi Group, with the support of the WBCSD, participates in a specific program designed for the cement industry. Cement Production and the Environment Cement production is one of the vital necessities of any industrialized country, just as no country can do without iron and steel production, petroleum refining, the production of paper, the chemical industry and numerous other basic industrial activities. These activities are regarded with suspicion by the collective imagination, often based on nothing more than a skin-deep perception of the environmental risks involved. It is nonetheless true that this common perception is the inevitable inheritance of times past, when the demands of industrialization and reaching minimum standards of social well-being relegated to a secondary level any environmental problems linked to certain required production activities. Nevertheless, for the past 15 years or so, Western Europe has radically changed its views, instituting precise and strict legislative measures to protect the environment, now a major concern of most industries. The big companies that operate on a national and international level have henceforth infused each of their activities with a fairly marked degree of environmental awareness. This awareness was made necessary by a change in sensitivity and by a different scale of values adopted for some time now as a consequence of the individual level of well-being attained. The Italcementi Group is no exception to this general movement; in fact it is at the avant-garde edge of a host of European companies that are most motivated by environmental protection, though it operates, as noted earlier, in an industrial sector that is potentially critical. The concrete testimonials 95 to Italcementi Group’s environmental policy are numerous, and Ciments Calcia’s environmental report is a good example of this. 96 Ciments Calcia’s Environmental Report In 2000, Ciments Calcia, a French subsidiary of the Italcementi Group, published its first environmental report (the first one from the French cement industry). On this occasion, last December 13th, the company invited the environmental protection association, “Friends of the Earth,” to undertake a critical evaluation of its environmental standing in the presence of 150 delegates including politicians, industry leaders, representatives of associations and local administrations. This operation was the very first of its kind in the cement industry and was intended to help clarify the company’s actions in light of the findings of this inquiry. It was also a further opportunity for Ciments Calcia to pursue its policy of environmental protection and complete transparency with regard to its industrial activities. Ciments Calcia invited “Friends of the Earth” because of this association’s contributions to the development of a corporate environmental reporting model intended for companies. The objective is to avoid environmental reports that resemble promotional brochures with insubstantial content. “Friends of the Earth” is working on this project in association with various partners, including Ciments Calcia, and is based on an analysis of 120 environmental reports of companies from four different countries: France, Italy, Belgium and the United Kingdom. Why an Environmental Report? The cement industry usually evokes a cloud of white dust spewing from gigantic industrial plants or from quarries that disfigure the landscape. Undoubtedly, we are dealing with heavy industry having a strong environmental impact. In order for it to persevere for a few more decades, the company believes that an excellent environmental policy is essential. It must respond to legitimate emerging concerns and be in line with the aspirations of those who work in the sector as well as those who live in the areas in which the factories stand. And yet today, the all-too-often negative image of the cement industry is largely a thing of the past. Considerable efforts have been made over the last few years and environmental conservation has become a corporate managerial priority, on the same level as human resources, safety and quality. Ciments Calcia’s environmental commitment is comprised of various parts: modernization of the plants; establishment of environmental management systems and ISO 14001 certification for each production site; training of plant personnel about production impact; creation of communications and community relations tools. The continuing improvement of production methods must in turn be linked to an information process – the reason for an environmental report. This report addresses all parties interested in the activities of Ciments Calcia: external public (administrations, environmental protection agencies, residents, journalists) but also internal company teams for whom it holds pedagogical value. It aims to provide the maximum amount of information possible about the company’s core-business, the production of cement. There were 25,000 copies of the report printed. Ciments Calcia chose to publish a national report; local information is therefore not as precise as the national data. However, local residents are regularly informed about mining of the quarries and operation of the cement plants through various channels of local communication. In particular, the company has created Consensus Commissions at every site, which meet twice a year and are open to all interested parties, following an agenda established by the participants. Furthermore, special “open house” days are regularly organized for the general public and specific publications provide detailed information on the environmental performance of each individual site. Although local news is not taken into account in this national report, it is nevertheless of interest to residents who wish to understand the company’s overall policy. They will come to realize that there is no opportunism connected with any particular individual site: Ciments Calcia follows a consistent company policy on a national scale. The company considers local residents’ requests for information on its corporate policy to be perfectly legitimate and understandable. Knowledge and the reciprocal exchange of information are indispensable for creating an atmosphere of trust between the industry and local residents. It is within this quest for mutual understanding and cooperation that lies Ciments Calcia’s commitment to publishing this environmental report. The report is structured around five main chapters that summarize the various commitments undertaken by the company: • Management of the quarries and reduction of damages associated with their exploitation; the integration of the sites into the landscape and planning for their future development after work on the site has been completed; • Modernization of the plants and limitation of industrial impact: reduction of atmospheric emissions (CO2, dust, SO2, NOx), noise pollution control, as well as reduction and treatment of waste in water …; • Conservation of natural resources through extensive use of raw materials and alternative fuels (recycled pneumatics and oils, animal-based flours, …); • Development of products that prove more respectful of the environment and the natural habitat, reduction of noise pollution connected with transportation, help in resolving clients’ environmental problems (life cycle of various materials, high environmental quality in the building sector, aesthetic quality of cement buildings, waste treatment from construction sites …); • Environmental management: environmental management systems (SME), ISO 14001 certification, training of personnel, consensus and information processes, involvement in land development projects and industrial ecology. Ciments Calcia’s environmental report is available by request on its web site: www.ciments-calcia.fr Veduta panoramica dell’impianto di Beaucaire. Panoramic view of the Beaucaire plant.
Documenti analoghi
Chiesa "Dives in Misericordia"
Italcementi has always placed great importance on Architecture,
which it regards as the art and science of bestowing Quality
on buildings. Cement is a product obtained from stone and
fire. A natura...