3-7 marzo - Filtea

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3-7 marzo - Filtea
Dipartimento Internazionale
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RASSEGNA STAMPA
INTERNAZIONALE
3 – 7 marzo 2008
A cura di Maria Teresa Polico
Dipartimento Internazionale
Rassegna stampa internazionale
DIPARTIMENTO INTERNAZIONALE CGIL
RASSEGNA STAMPA INTERNAZIONALE
3 – 7 marzo 2008
INDICE
ARGOMENTO
TESTATA
Unione europea
L’Europa perde quando legittima salari bassi
Financial Times
Francia
Pensionati manifestano a Parigi per difendere il loro potere d’acquisto
Le Monde
Germania
Migliaia di lavoratori del servizio pubblico lasciano i loro posti di lavoro
nel mezzo di un’ondata di scioperi in Germania
International
Heralde Tribune
Italia
I commenti di Berlusconi mettono in dubbio la vendita dell’Alitalia
Financial Times
Genere
Nuovo rapporto della CIS: il divario di genere in materia di retribuzione
bloccato al 16% in tutto il mondo
CIS
Africa
Kenya: la comunità imprenditoriale e il sindacato COTU salutano l’accordo Labour Start
America Latina e Caraibi
I minatori peruviani della Bonaventura ritornano al lavoro dopo lo sciopero Labour Start
Asia
I lavoratori migranti imparano dalla legge ad ottenere i diritti
International
Herald Tribune
Medio e Vicino Oriente
La Federazione Generale dei Sindacati Palestinesi (PGFTU) condanna la
distruzione della Casa del Popolo dei lavoratori a Gaza da parte di jets
israeliani F16. Il PGFTU a Gaza chiede un’azione urgente dei Sindacati
Internazionali e dell’OIL
Gaza: il ciclo di violenza deve finire
PGFTU
Labour Start
Stati Uniti
L’AFL-Cio si prepara a corteggiare Mccain, non è pronta ad appoggiare
Clinton o Obama
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International
Herald Tribune
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Financial Times
03/02/2008
L’Europa perde quando legittima salari bassi
Wanja Lundby-Wedin e John Monks
I responsabili delle decisioni nelle civiltà antiche cercavano le risposte da un oracolo, un’autorità
infallibile che dava un saggio consiglio. Il più importante, l’oracolo di Delfi, cadeva ripetutamente in
trance e parlava con indovinelli, che erano interpretati dai preti. Nell’Unione Europea moderna
l’oracolo è la Corte Europea di Giustizia. Le corti nazionali cercano i loro saggi consigli, ma
qualche volta sembra che lavorino in modo impenetrabile.
Lo scorso dicembre la corte inferse un duro colpo all’ “Europa sociale”, il concetto di un Europa
che tratta i suoi lavoratori e cittadini più poveri in modo giusto, in una decisione significativa sul
cosiddetto caso Laval, relativo ai lavoratori lituani in un sito in costruzione.
La Corte scoprì che i sindacati svedesi non erano giustificati a bloccare la costruzione, una scuola
di Stoccolma che doveva essere messa a nuovo dalla Laval un Partneri. La società lituana si era
rifiutata di firmare l’accordo collettivo dell’industria svedese delle costruzioni ed aveva utilizzato
lavoratori lituani ad un costo più basso. La Laval citò in giudizio i sindacati, dichiarando che il
blocco violava la libertà delle società a fornire servizi in tutta Europa. La Corte decise che lo
sciopero dei sindacati poteva essere giustificato soltanto in difesa di un salario minimo: un
elemento raramente precisato negli accordi collettivi della Svezia.
Questa sentenza ha consacrato un serio insuccesso per uno dei modelli sociali più riusciti
d’Europa. La Svezia e la Danimarca, che hanno un sistema simile, sono fonte di ispirazione sia per
la strategia di Lisbona, che mira a far diventare l’Europa un leader globale dell’innovazione, e sia
per l’approccio alla “flexicurity”, che assiste al processo di cambiamento, mentre fornisce una rete
di sicurezza dei lavoratori.
Ci sono diversi modi per contrastare il dumping sociale, l’uso del lavoro straniero con salari a
basso prezzo, all’interno dell’Unione Europea. Il salario minimo legale e gli accordi collettivi, che
sono generalmente obbligatori, sono due mezzi per provvedere alle giuste condizioni nel mercato
del lavoro. Tuttavia, la Svezia e la Danimarca utilizzano un metodo diverso: contrattazione
collettiva autonoma tra i datori di lavoro e i sindacati.
La legge europea non richiede agli stati membri di avere il salario minimo e gli accordi collettivi
generalmente vincolanti. La decisione sulla Laval, con i suoi requisiti di certezza del diritto e di
prevedibilità dei livelli salariali e delle norme fondamentali, riduce il potere contrattuale dei
sindacati quando sono di fronte ai fornitori stranieri di servizi. Questo si pone in totale contrasto
con la libertà di contrattazione collettiva prevista sia dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro
e sia dalla Carta europea dei Diritti Fondamentali. I problemi creati dalla decisione sulla Laval
possono essere risolti in Svezia e in Danimarca discutendone, ma non senza tensioni. Il processo
relativo alla definizione dei salari in questi paesi e alla flessibilità del mercato del lavoro saranno
probabilmente severamente scossi.
Nel contrastare il processo, i sindacati hanno tracciato il principio della parità salariale a parità di
lavoro. La Corte Europea di Giustizia ha rifiutato questa formula e ha sostituito la propria: “salario
minimo a parità di lavoro”. Le conseguenze di un simile approccio sono di vasta portata. La Corte
Europea di Giustizia ha acceso un miccia, che sta bruciando a Bonn, Parigi, Stoccolma e ovunque.
Scoppierà la rabbia quando i lavoratori troveranno i loro salari e le condizioni di lavoro resi più
bassi dai livelli minimi dei lavoratori stranieri legittimati dalla Corte Europea di Giustizia.
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La conflagrazione potrebbe spingere i governi e i lavoratori verso politiche protezionistiche e
mettere in pericolo l’intera agenda europea sulla mobilità, insieme ad altri ulteriori allargamenti. Il
salario minimo a parità di lavoro rischia di causare tensioni tra i cittadini europei e di provocare la
xenefobia. Alcuni fanno un collegamento con il Trattato di Lisbona, suggerendo che la caduta può
persino minacciare l’attuale processo di ratifica del trattato in alcuni paesi.
Tra le misure richieste per rispondere a questa decisione, noi dobbiamo riflettere sul caso del
rafforzamento della direttiva dei lavoratori distaccati, che interessa il personale inviato a lavorare in
altri paesi europei. In passato la direttiva era vista come la base delle condizioni minime di lavoro,
e gli stati erano liberi di applicare, se lo volevano, livelli migliori. Ma la Corte Europea di Giustizia
sembra che abbia trasformato la base in un tetto.
Ora, la Corte deve decidere su un secondo caso. Nel caso Ruffert avrà la possibilità di annullare
alcuni danni tornando indietro dal principio del salario minimo a parità di lavoro stabilito per il caso
Laval. Questo caso tedesco considera se si tratta di una restrizione ingiustificata alla libera
prestazione di servizi se ad un’autorità pubblica è richiesto dalla legge di aggiudicare appalti di
servizi di costruzione soltanto ad una società che s’impegni a pagare i lavoratori con il livello
minimo stipulato nel rilevante accordo collettivo.
Per il futuro dell’Unione Europea, è importante che la Corte Europea di giustizia prenda una
decisione su questo caso, meglio equilibrata tra la libertà delle società a fornire servizi e il diritto
dei lavoratori alla parità salariale. Se la finestra sarà chiusa e la concorrenza sui salari minimi
diventerà la strategia europea, le campane d’allarme suoneranno non solo per i sindacati e la
sinistra ma per tutti coloro che credono nel progetto europeo.
Gli autori sono, rispettivamente, presidente
Confederazione Europea dei Sindacati
e
segretario
generale
della
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Le Monde
Pensionati manifestano a Parigi per difendere il loro potere d’acquisto
LEMONDE.FR avec AFP | 06.03.08 | 12h58 • Mis à jour le 06.03.08 | 13h31
AFP/PATRICK KOVARIK
Nella manifestazione parigina del 6 marzo 2008
Alcune migliaia di pensionati hanno manifestato a Parigi metà giornata, giovedì 6 marzo, su invito
dei sindacati per rivendicare un “aumento immediato delle pensioni”. La manifestazione, che è
parte integrante del quadro di una giornata nazionale di azione, doveva prendere la direzione di
Matignon, dove una delegazione intersindacale doveva essere ricevuta da un consigliere del primo
ministro. “Siamo diverse migliaia, forse cinque mila, è eccezionale per dei pensionati, tanto più che
in provincia ci sono delle manifestazioni”, ha osservato Jean-Louis Morel, della CGT.
Questa mobilitazione unitaria mette insieme i sindacati confederali dei pensionati CGT, CFDT, FO,
CFE-CGC, CFTC, UNSA e la Federazione dei pensionati della funzione pubblica (FGR-FP)
rimessa assieme soprattutto dalla FUS. “No alle pensioni al disotto del salario minimo (SMIC)”,
c’era scritto in diversi manifesti della CGT e della CFDT.
IL 50 % DEI PENSIONATI GUADAGNA « MENO DELSALARIO MINIMO»
Oltre il 50% dei pensionati guadagna “meno del salario minimo”, ha echeggiato giovedì mattina
François Chérèque (CFDT) su France 2, chiedendo una rivalutazione generale delle pensioni,
“come minimo” conforme “all’aumento del potere d’acquisto”. Da parte sua, Bernard Thibault,
segretario generale della CGT, che è apparso all’inizio del corteo parigino, ha ritenuto
“inammissibile” che “in un paese come la Francia, si abbiano delle pensioni così basse”.
L'aumento dell’ 1, 1% delle pensioni il 1 gennaio, mentre l'inflazione era del 2, 6%, cristallizza il
malcontento, tanto più che Nicolas Sarkozy aveva fatto del potere d'acquisto delle pensioni un
tema importante della sua campagna. Il governo ha annunciato che una nuova rivalutazione
dovrebbe intervenire nel 2008 e che l'età minima sarà innalzata del 25% durante il periodo
quinquennale. Nel frattempo, devono essere pagati 200 euro ai beneficiari alla fine di marzo.
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International Herald Tribune
04/03/2008
Migliaia di lavoratori del servizio pubblico lasciano i loro posti di lavoro nel
mezzo di un’ondata di scioperi in Germania
The Associated Press
BERLINO. Migliaia di autobus e macchinisti, insegnanti del prescuola e lavoratori addetti ai servizi
idrici, hanno lasciato i loro posti di lavoro martedì nel tentativo di ottenere una retribuzione
maggiore per i lavoratori del servizio pubblico tedesco, mentre i macchinisti hanno minacciato
nuovi scioperi in una controversia separata.
Gli scioperi del servizio pubblico hanno colpito la maggior parte dei sedici stati in Germania, ma lo
sforzo si è concentrato sulle città settentrionali ed orientali, hanno affermato i lavoratori del
sindacato ver.di. Il sindacato prevede di estendere gli scioperi mercoledì per coprire gli aeroporti
principali, incluso Francoforte, Monaco e Colonia-Bonn. La compagnia aerea Lufthansa AG ha
dichiarato di voler cancellare 142 voli nazionali ed europei per precauzione ma non la sua rotta
transcontinenatale verso gli Stati Uniti e altrove.
La controversia sulla retribuzione giunge nel mezzo di una preoccupazione in Germania riguardo
le percezioni che la ricchezza della recente ripresa economica del Paese sia distribuita
ingiustamente.
Nelle ultime settimane, le imprese, tra cui: la BMW, la Henkel KgaA, produttore di articoli domestici
e la Società Nokia di telefoni cellulari, hanno fatto annunci di tagli di posti lavoro di alto profilo
nonostante i sani guadagni. Mentre i datori di lavoro puntano sulla necessità di rimanere
competitivi in un'economia sempre più globalizzata, i sindacati sostengono che i lavoratori meritino
la loro fetta del miglioramento economico in Germania dopo anni di moderazione salariale.
Ver.di ha chiesto un aumento dell’8% per 1 milione e 300 mila lavoratori del servizio pubblico in
Germania con effetto retroattivo al 1 gennaio.
Il governo ha contrastato offrendo un aumento del 5 per cento in due anni, accompagnato da una
settimana di lavoro più lunga, ma il sindacato Ver.di ha respinto l'offerta. Un nuovo ciclo di colloqui
con i datori di lavoro è previsto per giovedì.
All’inizio di martedì, gli scioperi hanno fermato il trasporto pubblico per diverse ore nel centro della
città di Hannover, che ospita l’annuale evento sugli scambi e tecnologia equi del CeBIT. I lavoratori
degli enti locali del nord e dell’est del paese anch’essi hanno sospeso il lavoro. A Berlino, il
sindacato Ver.di sta cercando un aumento della paga fino al 12% per i dipendenti del sistema di
trasporto della capitale. I lavoratori della metropolitana, tram e autobus hanno previsto uno
sciopero di dieci giorni per mercoledì.
In una controversia che ribolle da mesi, il GDL, il sindacato che rappresenta macchinisti, ha
minacciato di lanciare per il prossimo lunedì uno sciopero contro la rete ferroviaria nazionale se l’
operatore ferroviario, Deutsche Bahn AG, non firmerà un accordo salariale entro venerdì. Il leader
sindacale Manfred Schell, ha accusato Deutsche Bahn di rallentare l'applicazione di un accordo
salariale raggiunto a gennaio per tutti i suoi membri, compresi quelli impiegati in una società
controllata.
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Tale accordo prevedeva un aumento dell’8 cento a partire dal 1 marzo; un altro 3 per cento a
partire da settembre, e pagamenti in unica soluzione di 800 euro (US $1.180) per coprire un
periodo che risale al 1 luglio. Deutsche Bahn personale Chief Margret suckale insistito sul fatto che
"non lasceremo fallimento dei negoziati a questo punto."
Deutsche Bahn porta circa 5 milioni di passeggeri al giorno.
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Rassegna stampa internazionale
Financial Times
05/03/08
I commenti di Berlusconi mettono in dubbio la vendita dell’Alitalia
Di Guy Dinmore da Roma
I progetti dell’Air France – KLM realtivi all’acquisto della compagnia di bandiera italiana, Alitalia,
controllata dallo stato e in passivo hanno incontrato ieri un ostacolo realmente grave, quando Silvio
Berlusconi, l’ex primo ministro che corre alle elezioni di aprile, ha espresso la sua opposizione
all’accordo.
“Sono critico riguardo l’Alitalia, molto critico. Credo che l’Italia non dovrebbe essere privata della
sua compagnia di bandiera”, ha dichiarato il leader dell’opposizione di centro destra Berlusconi, in
un’intervista a Sky, rendendo la vendita una questione elettorale.
Le azioni Alitalia, spesso incostanti nel commercio debole, sono cadute nettamente dopo i suoi
commenti, che potrebbero essere interpretati come una rottura dell’accordo nel caso l’alleanza di
opposizione del centro destra di Berlusconi dovesse vincere le elezioni parlamentari del prossimo
mese.
“E’ meglio che le imprese formino un consorzio”, ha affermato, riferendosi apparentemente agli
interessi italiani sostenendo un’offerta rivale di Air One , che è stata respinta dal governo di centro
sinistra a dicembre.
I commenti di Berlusconi giungono in un momento critico per Air France-KLM, che sta studiando
assiduamente i libri contabili Alitalia e deve fino al 14 marzo presentare un’offerta vincolante.
Il governo di centro sinistra di Romano Prodi, che mantiene il 49.9% di Alitalia, potrebbe accettare
un’offerta ma Air France – Klm affermano che andranno avanti con l’accordo solo se avrà il
sostegno del prossimo governo e dei sindacati.
Gli analisti politici, inclusi alcuni molto vicini a Berlusconi, hanno visto immediatamente i suoi
commenti come un tentativo per consolidare la sua base elettorale nel nord Italia, dove molti
temono conseguenze economiche maggiori dei piani concordati tra Alitalia e Air France-KLM
riguardo la riduzione di voli all’aeroporto di Malpensa a Milano.
Berlusconi ha un vantaggio di sei punti, secondo i sondaggi, ma la sua direzione si è ridotta.
Berlusconi ha difeso l’importanza di Malpensa. Nell’esprimere opinioni che riflettono la
propensione al protezionismo di alcuni suoi alleati, Berlusconi ha affermato anche che “un paese
dovrebbe essere in grado si sostenere le perdite di una delle sue società [economicamente
importanti].
Claudio Genovesi, segretario generale del sindacato dei trasporti della FIT-CISL, ha affermato di
credere che Berlusconi stia facendo dell’Alitalia una questione elettorale. “Non sono sicuro che
crede in quello che dice”, ha affermato al Financial Times Genovesi che anche lui vuole che
l’Alitalia rimanga italiana.
Ha affermato che i leaders sindacali sono stati invitati per domani per ascoltare i dettagli riguardo il
piano di acquisizione di Maurizio Prato, presidente dell’Alitalia.
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I funzionari di governo, che hanno affermato di non essere fiduciosi del rafforzamento finanziario
dell’offerta di Air One, hanno avvertito che la bancarotta sarà l’alternativa probabile alla proprietà
Air France – Klm.
Genovesi ha avvertito anche del fatto che il tempo sta per scadere. “Non è chiaro se la direzione
sia incapace o se esiste un’altra ragione, ma le finanze sono subito diventate peggiori”, ha
affermato dell’Alitalia, che perde circa 1 milione di euro (1.5 milioni di $) al giorno.
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Labour Start
06/03/2008
Nuovo rapporto della CIS: il divario di genere in materia di retribuzione
bloccato al 16% in tutto il mondo
Bruxelles, 6 marzo 2008. Alla vigilia della Giornata Internazionale della Donna, il nuovo rapporto
della Confederazione Internazionale dei Sindacati (report, the Global Gender Pay Gap ) rivela che
le donne in media sono pagate il 16% in meno rispetto ai loro colleghi maschi. Il rapporto include
analisi dettagliate delle statistiche provenienti da fonti ufficiali in 63 paesi nel mondo*. Nel nuovo
studio sono inclusi i dati provenienti da un’indagine sui salari on line, che copre oltre 400.000
lavoratori in 12 paesi.
"Nonostante decenni di leggi antidiscriminatorie e cambiamenti nella retorica dell’impresa, i
pacchetti salariali delle donne, siano essi a New York o Shanghai, sono ancora notevolmente più
bassi di quelli degli uomini. Le notizie positive per i lavoratori di tutto il mondo è che i sindacati
stanno riuscendo a colmare il divario salariale, come confermano i dati di questa relazione. Con la
contrattazione collettiva, le donne e uomini ottengono un accordo migliore e più paritario, "ha detto
il Presidente della CIS, Sharan Burrow.
Alcuni aspetti più preoccupanti del rapporto riguardano:
Le donne più istruite si trovano spesso dal lato sbagliato di un divario salariale persino più grande
rispetto agli uomini con la stessa istruzione; la concorrenza internazionale dovuta alla
globalizzazione appare in alcuni casi che colmi il divario, ma ciò è dovuto più alla pressione al
ribasso dei salari degli uomini che a un reddito più elevato per le donne; mentre il divario si sta
lentamente riducendo in alcuni paesi, non sta cambiando o addirittura non sta aumentando in altri;
e, le informazioni sui redditi non sono disponibili per centinaia di milioni di persone nel lavoro
informale e non tutelato, specialmente nei paesi in via di sviluppo, lasciando un enorme deficit
nella conoscenza globale di base.
I sindacati in un certo numero di paesi stanno anche rimettendo in discussione le basi delle
statistiche sul salario nazionale, rivolgendosi più alle grandi e reali differenze salariali tra uomini e
donne che alle cifre ufficiali. Le differenze tra i criteri per la raccolta e analisi dei dati, o la
mancanza di posti di lavoro quali il lavoro domestico nelle statistiche, può portare alla
sottovalutazione del divario reale.
"Attraverso le nostre campagne per la parità e per altri diritti dei lavoratori, i sindacati sono
svolgendo un ruolo fondamentale nella formazione ed informazione dei lavoratori riguardo le
questioni relative alla retribuzione delle donne, a fronte di una forte resistenza di alcuni governi e
datori di lavoro. Siamo risoluti a proseguire e rafforzare questo lavoro, per garantire che le donne
in tutti gli angoli del mondo, occupate in diversi settori e che esercitano centinaia di diversi posti di
lavoro, possano raggiungere la parità di retribuzione ", ha affermato Burrow.
La nuova campagna nel mondo della CIS “Lavoro Dignitoso, Vita Dignitosa per le Donne”, sarà
inaugurata nella Giornata Internazionale della Donna, l’8 marzo, con eventi organizzati da 67
centrali sindacali nazionali in 52 paesi nel mondo. L’uguaglianza di genere sarà anche l’aspetto
principale della Giornata Mondiale per il Lavoro Dignitoso, e un’iniziativa sindacale globale avrà
luogo il 7 ottobre 2008.
*Il rapporto è stato preparato per la CIS situata nel Regno Unito dagli specialisti dei Sevizi Dati
Redditi.
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**I risultati dell’indagine online sono della Fondazione WageIndicator, che lavora insieme ai
sindacati, alle università e ai mezzi di comunicazione. La WageIndicator lavora al momento in 35
paesi ed ha recentemente inaugurato un programma da sviluppare in 75 paesi.
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Rassegna stampa internazionale
Labour Start
AllAFrica
01/’3/2008
Kenya: la comunità imprenditoriale e il sindacato COTU salutano l’accordo
The East African Standard (Nairobi)
Susan Anyangu e Maseme Machuka
Nairobi
La comunità imprenditoriale e il sindacato che raggruppa i lavoratori hanno salutato l’accordo sulla
condivisione dei poteri tra il Presidente Kibaki e il sig. Raila Odinga. L’alleanza keniota del settore
privato (kepsa) e l'Organizzazione Centrale dei Sindacati (Cotu) hanno definito l'accordo un evento
molto importante dall’indipendenza. "Accogliamo con favore la firma di questo storico accordo. Lo
vediamo come la piattaforma che i kenioti si aspettano, che forgia il Kenya in una vera e propria
nazione, " ha detto il sig. Steve Smith, Presidente del kepsa. Smith ha dichiarato che l'operazione
ha messo il paese in un umore celebrativo, il che significa che ha posto il paese in un sollievo
collettivo e in una rinnovata speranza.
Hanno esortato i due leader a muoversi con velocità per garantire che l’accordo sia radicato nella
Costituzione. "Il presidente Kibaki e Raila devono muoversi rapidamente per mettere il paese sulla
strada della guarigione, della ripresa e della crescita sostenibile," ha detto Smith. Egli ha fatto
appello ai deputati perché accelerino l'accordo e provvedano alla sua applicazione.
La Sig.ra Betty Maina, presidente dell’Associazione keniota dei produttori, ha detto che vi è la
necessità di presentare il paese alla comunità internazionale con una nuova immagine. "
L’immagine internazionale del Kenya ha subito enormemente della crisi post-elettorale. Il paese ha
bisogno di rinnovare l’immagine e della ricostruzione, "ha detto. Essi chiedono con certezza che
non si ripeta la violenza. "Chiediamo inoltre il reinsediamento degli sfollati, il ristabilimento duraturo
della sicurezza e la decisione di sforzi per riconciliare la nazione," ha detto Maina.
Il Segretario generale del Cotu, il signor Francis Atwoli, ha elogiato il gruppo di eminenti
personalità e l'Unione africana per l’intermediazione dell’accordo. Ha affermato: "Ringraziamo il
team di eminenti personalità guidato dall'ex Segretario generale dell'ONU, Dr Kofi Annan, e
l’Unione Africana, tramite il suo Presidente, Jakaya kikwete,".
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Dipartimento Internazionale
Rassegna stampa internazionale
Labour Start
03/03/2008
I minatori peruviani della Bonaventura ritornano al lavoro dopo lo sciopero
LIMA, 3 marzo (Reuters) –
Lunedì, è ripreso il lavoro di metalli peruviani preziosi in quattro miniere colpite da uno sciopero la
settimana scorsa.
I lavoratori delle miniere Uchucchacua, Orcopampa, Antapite e Caraveli hanno scioperato per
settantadue ore per la loro quota di utili dei recentissimi risultati della Buenaventura. Lo sciopero è
stato revocato durante il weekend.
"Le nostre operazioni stanno lavorando in un modo normale," ha riferito alla Reuters lunedì un
dirigente della Buenaventura.
La settimana scorsa, la società ha registrato un aumento del 54 per cento di profitto netto nel
quarto trimestre rispetto all’anno prima.
La Buenaventura, oltre alle sue azioni dirette, ha una partecipazione di minoranza alla Yanacocha,
nella miniera d’oro più grande dell’America Latina.
(Informazioni di Maria Luisa Palomino; scritto da Dana Ford; redazione di Matthew Lewis)
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International Herald Tribune
I lavoratori migranti imparano dalla legge ad ottenere i diritti
By John Ruwitch and Lindsay Beck Reuters
SHENZHEN/WANZHOU, China:
Qi yunhui neanche diplomato alla scuola media, ma in un recente pomeriggio ha affrontato
il tribunale popolare intermedio di Shenzhen con la fiducia di un avvocato stagionato.
Quando giunse a Shenzhen nel 2002, aveva il rapido modo di parlare di chi è nato nella
Cina centrale della provincia di Hubei e lavorato in una fabbrica di pelli per calzature. Ora,
egli fa parte di una nuova e crescente razza di " agenti dei cittadini ", ex lavoratori che
offrono aiuti legali economici a colleghi migranti coinvolti in conflitti di lavoro.
Negli ultimi cinque o più anni, tali autodidatta, avvocati del lavoro "a piedi nudi" si sono
moltiplicati, riempiendo un importante nicchia in un paese in cui i lavoratori migranti sono
sempre più coinvolti da un dilemma -- sono incoraggiati dalla leadership che conosce il
loro diritti, ma mancano canali efficaci ed efficiente per proteggerli.
"vogliamo incoraggiare le persone ad andare alla Corte," Qi, 30, ha detto durante la cena
con cinque operai di una fabbrica di giocattoli che stava rappresentando in un processo
per lavoro straordinario non corrisposto.
I 150 milioni di migranti interni cinesi, che lavorano per lo più per bassi salari nelle
fabbriche delle zone franche o in costruzione, hanno aiutato a scrivere la storia di
successo economico del paese.
Ma i loro diritti sono stati costantemente accantonati, e racconti riguardo retribuzioni
illegalmente basse, condizioni abusive in fabbrica e una litania di violazioni contrattuali
sono comuni.
I leaders cinesi,estremamente cauti dal provocare disordini, hanno approvato una serie di
disposizioni legislative intese a rafforzare le condizioni dei lavoratori. Questo gennaio, un
nuovo contratto di lavoro è entrato in vigore e una legge sull’arbitrato di una controversia
entrerà in vigore a maggio.
il premier Wen Jiabao ha personalmente fatto una campagna per frenare il problema dei
dirigenti che trattengono la paga, una situazione che secondo molti migranti è
notevolmente migliorata durante il periodo di cinque anni del suo incarico. Ma il
cambiamento è più lento a venire a livello locale, dove funzionari sono pre occupati per
cercare e mantenere gli investimenti.
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"I governi locali ricercano solo vantaggi economici. Essi ritengono che proteggendo il capo
tutelino la loro scodella di riso, ma sono i lavoratori che pagano il prezzo del sacrificio della
loro salute e della loro vita", ha detto Zhou Litai, un autodidatta avvocato che ha fatto un
passo oltre gli " agenti dei cittadini" come Qi, facendo gli esami nazionali per ricevere la
sua licenza di avvocato.
Le imprese talvolta mostrano i denti, troppo.
A Shenzhen, alla fine dello scorso anno, due assalitori armati di coltello hanno attaccato
l’attivista Huang Gingnan, il cui Centro del lavoratore migrante di Dagongzhe aveva offerto
formazione sul diritto contrattuale. Huang è stato ricoverato in ospedale per settimane con
profonde ferite alla sua gamba. Questa settimana, la sua organizzazione ha detto che la
polizia ha arrestato un signore di una fabbrica che, secondo loro, era dietro l'attacco
perché pensava che Huang fosse il responsabile del fallimento della sua impresa.
Qi dice che alcuni uomini sono venuti nel suo ufficio per minacciarlo e di aver ricevuto numerose
telefonate di manacce.
Cita in giudizio ora, poi paghi
La fabbrica del fiume Delta Pearl, un motore della crescita economica, ha ora centinaia di " agenti
dei cittadini", ritiene Qi, e a livello nazionale ce ne sono diverse migliaia. La maggior parte, come
Qi, ha imparato la legge per proprio conto attraverso modi per far restituire la paga.
Il modello di impresa è semplice. Mentre la maggior parte degli avvocati chiede di addebitare
spese elevate, " gli agenti dei cittadini" lavorano per una modesta retribuzione, il che significa che
costa poco per i lavoratori avviare la procedura. Anche l’avvocato Zhou opera in questo modo,
mantenendo una parte del risarcimento attribuito se vince una causa.
Gli esperti dicono che nelle zone costiere, come Shenzhen, dove fabbriche sono raggruppate
insieme, la parola si diffonde modo rapidamente e la consapevolezza dei diritti tra i lavoratori è più
elevata.
Ma in tutto il paese, la consapevolezza dei diritti -- e la volontà di adire le giurisdizioni competenti
per la loro difesa -- è in aumento. Zhou, 51 anni, nato in una famiglia di contadini nel kaixian, ora
una zona rurale del Chongqing occidentale, è diventato interessato alla legge durante il suo
periodo di lavoro come lavoratore migrante in una fornace di mattoni, dopo che il dirigente della
fornace non è riuscito a pagare il salario concordato. Nei suoi più di venti anni di avvocato, i suoi
uffici hanno affrontato circa 8.000 casi di lavoratori migranti, la maggior parte di essi per richieste
di risarcimenti per le ferite riportate sul posto di lavoro e per i salari non pagati.
Uno sguardo al di fuori della finestra del suo ufficio a sudovest Città di Wanzhou, arroccata in alto
sul fiume Yangzte lungo la strada che porta ai tribunali locali, offre un microcosmo della
disgregazione sociale della Cina che in parte conta sul suo vasto esercito di lavoratori migranti.
Gli agricoltori coltivano ancora verdure e riso in lotti incuneati tra edifici che nascono rapidamente
lungo il fiume. Il verde sembra minuscolo sotto le gru edili.
Per soddisfare le loro esigenze, mentre aumenta il numero degli agenti dei cittadini, gli avvocati
formati, stanno rivolgendo la loro attenzione verso un’area del diritto del lavoro una volta
trascurato. Il programma di sviluppo delle Nazioni Unite, con finanziamenti del governo belga, ha
avviato un programma pilota lo scorso anno con l’Associazione cinese di avvocati per finanziare l’
assistenza giuridica ai lavoratori migranti in quindici Province.
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La succursale di Pechino da sola ha gestito circa 4.000 casi l'anno passato e circa 30.000
lavoratori hanno contattato la clinica. Nonostante la bassa retribuzione di ritorno per la gestione di
tali casi, le parti interessate affermano che è stato facile attirare gli avvocati. "Lo vedono come un
modo per partecipare nella trasformazione sociale," ha detto Alessandra Tisot, dell'UNDP a
Pechino.
"Eì’ anche un modo per ottenere formazione e fare pratica in diritto del lavoro, che è
tradizionalmente un settore che è mancato nel diritto cinese", ha detto.
La SOLUZIONE DEFINITIVA
La pressione sta aumentando sul sistema giuridico, in parte perché lavoratori in Cina sono privi di
un canale chiave per risolvere I conflitti di lavoro: sindacati indipendenti, che sono vietati dal partito
comunista al governo.
I critici dicono che il funzionario, sostenuto dalla Federazione dei sindacati di tutta la Cina non fa
pressoché nulla per proteggere i diritti dei lavoratori. Le opzioni, quindi, sono limitate e la necessità
di assistenza giuridica è in aumento, ha affermato Han Dongfang, la cui sede del bollettino cinese
sul lavoro a Hong Kong offre finanziamento e sostegno ai lavoratori migranti operai coinvolti in
controversie.
"Ma allo stesso tempo, qual è la soluzione definitiva? Essa è impedire tali violazioni", ha detto Han.
"Questo è un grande spreco di risorse legali. Non c'è bisogno di questi casi." La sua
organizzazione stima che il numero di casi per controversie sul lavoro nei tribunali cinesi siano
aumentati di quattro volte nel decennio prima del 2004, raggiungendo quasi 115.000 casi.
Dal punto di vista di Han, il sindacato ufficiale deve riorientare le priorità a fianco dei lavoratori
piuttosto che cercare di proteggere gli investimenti nelle miniere d'oro. Zhou, l'avvocato, conviene
che il sindacato sia "solo per spettacolo".
Alcuni prevedono una marea di casi dopo che la nuova legge sull’arbitrato entrerà in vigore a
maggio, che renderà più facile fare cause di lavoro.
Nel momento in cui si sta costruendo, e i leader nazionali presi a voler placare I lavoratori e a
proteggere il proprio potere, I crociati come Zhou e Qi affrontano ostacoli.
Zhou dice che i governi locali hanno a volte interferito con i tribunali, portandolo a perdere
processi. A Shenzhen, Qi dice di aver vinto tanti processi che il tribunale locale in Bao' An, un
quartiere di Shenzhen dove lavorano circa 5 milioni di migranti, ha deciso di vietare "gli agenti dei
cittadini" rappresentanti i lavoratori. "che sono illegali," ha detto l'infaticabile Qi, che, con gli altri, ha
inviato una lettera al Premier Wen per lamentarsi.
Sebbene l'esecuzione forzata sia frammentaria e il governo manda contrastanti segnali, il gruppo
di agenti dei cittadini che partecipano alla campagna per l’aiuto legale è in aumento e il know-how
dei loro legali è in aumento. "È difficile mettere lo spirito di nuovo nella bottiglia," ha detto Andreas
Lauffs, un esperto in diritto del lavoro cinese a Baker & McKenzie. (redatto da Megan olden)
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Dipartimento Internazionale
Rassegna stampa internazionale
PGFTU
03/03/2008
La Federazione Generale dei Sindacati Palestinesi (PGFTU) condanna la distruzione della
Casa del Popolo dei lavoratori a Gaza da parte di jets israeliani F16. Il PGFTU a Gaza
chiede un’azione urgente dei Sindacati Internazionali e dell’OIL
Mentre la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza si fa più grave, il tasso di povertà, secondo le
statistiche UNRWA, supera l’80%, il tasso di disoccupazione nella Striscia di Gaza supera l’80% e
il continuato assedio illegale di Gaza per 1 milione e mezzo di persone ha come risultato la
negazione di negato cibo, combustibile, elettricità, cure mediche essenziali e libertà di circolazione.
La Federazione Generale dei Sindacati Palestinesi è profondamente colpita dalle barbare
incursioni dei jet israeliani F16 che hanno distrutto completamente e demolito la Casa del Popolo
del PGFTU a Gaza a mezzanotte di giovedì, 28 febbraio 2008, con tre pesanti razzi. Le case e le
proprietà del vicinato sono state gravemente danneggiate e tredici persone sono rimaste ferite.
Questa casa è stata costruita con fondi dei sindacato norvegese LO.
La situazione nella Striscia di Gaza è una situazione di guerra. In quattro giorni centodieci
palestinesi sono stati uccisi, un terzo delle vittime sono bambini che si aggiungono ad oltre
trecento quattordici feriti molti dei quali sono gravemente feriti.
" La punizione collettiva israeliana al popolo di Gaza è una chiara violazione del diritto umanitario
internazionale e della quarta convenzione di Ginevra. Essa è, in effetti, un crimine di guerra e
deve essere tenuto in considerazione. Non è sufficiente che la comunità internazionale e le
Nazioni Unite esprimano “preoccupazione”. La comunità internazionale e l'ONU devono assumere
un'azione ferma ed immediata che ponga fine a questa catastrofe". Gaza ha bisogno di azioni, non
ha bisogno di colloqui per fermare l’aggressione israeliana.
Chiediamo un’adeguata ed efficace risposta da parte dei sindacati internazionali e dall'OIL affinché
esercitino pressioni sull’ esercito militare israeliano per costringere Israele a rimborsare il PGFTU
per la distruzione della Casa del Popolo nella Striscia di Gaza.
Se la comunità internazionale è veramente preoccupata per il processo di pace nell’area, non
dovrebbe essere muta e sorda quando muoiono centinaia di palestinesi ed aprire gli occhi quando
si è ucciso uno in Israele. Ban Ki Moon dà ad Israele il diritto di difendersi e uccidere palestinesi,
ma i palestinesi non hanno il diritto di difendersi secondo la Carta ONU – US Ban Ki Moon.
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Dipartimento Internazionale
Rassegna stampa internazionale
Labour Start
Gaza: il ciclo di violenza deve finire
Bruxelles, 3 marzo 2008. Con il ritiro dell'esercito israeliano da Gaza, la Confederazione
Internazionale dei Sindacati ha chiesto alle autorità israeliane e palestinesi di tornare al tavolo dei
negoziati appena possibile. L'incursione israeliana, provocata dagli attacchi missilistici di Hamas
che avrebbe causato la morte di tre israeliani e il ferimento di molti altri militari e civili, ha causato
la morte di oltre cento palestinesi, molti dei quali civili.
La CIS vede la risposta israeliana come un uso sproporzionato della violenza, che, insieme ai
continui attacchi di Hamas, hanno riportato indietro ancora una volta le prospettive di progresso
verso una risoluzione pacifica del conflitto.
"Ancora una volta, le principali vittime del ciclo di violenza comprendono bambini innocenti. Gli
attacchi missilistici di Hamas devono cessare e Israele deve astenersi dal tipo di reazione che ha
causato molte vite negli ultimi giorni ", ha detto il Segretario generale della CIS, Guy Ryder.
Il tasso di disoccupazione nella Striscia di Gaza è ritenuto attorno al 80%, con sempre più persone
che cadono nella povertà e senza una reale prospettiva di ripresa economica se i negoziati pacifici
non andranno avanti. La comunità internazionale deve fare tutto quanto in suo potere per
contribuire a creare le condizioni per tali negoziati.
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Dipartimento Internazionale
Rassegna stampa internazionale
International Herald Tribune
06/03/2008
L’AFL-Cio si prepara a corteggiare Mccain, non è pronta ad appoggiare
Clinton o Obama
The Associated Press
WASHINGTON. I dirigenti del sindacato americano hanno trovato mercoledì un candidato per le
elezioni presidenziali sul quale possono mettersi d’accordo e concentrarsi: il Sen. John McCain.
La più grande federazione sindacale del paese ha annunciato nell’incontro del consiglio esecutivo
a san Diego che continuerà a rimanere neutrale nella corsa elettorale dei democratici tra la
senatrice Hillary Rodham Clinton e Barack Obama, ma inizierà a preparare le sue risorse politiche
su McCain, il presunto candidato del partito repubblicano.
Il direttore politico karen Ackerman ha affermato che l'apertura sarà un collegamento di Mccain al
Presidente Bush, che ha visitato il senatore dell’Arizona mercoledì.
McCain “ha votato per ogni accordo per il libero commercio che esporta posti di lavoro, ha votato
contro il Programma Statale per l’Assicurazione Sanitaria dei Bambini, S-CHIP, ha votato per la
legge nazionale per il diritto al lavoro, ha votato contro l’aumento del salario minimo”, ha affermato.
“Non esistono programmi per i posti di lavoro, il suo programma di assistenza sanitaria è un
programma che si basa sul conto sanitario individuale e non sull’assistenza sanitaria universale.
Così su qualsiasi singola misura sulle questioni economiche che i lavoratori hanno a cuore,
McCain rimane realmente con la politica dell’amministrazione Bush più e più volte ancora.
Lo scorso anno, il Congresso non riuscì per due volte a superare i veti di Bush sull’aumento della
spesa federale del Programma Statale per l’Assicurazione Sanitaria dei Bambini.
L’ AFL-CIO e i suoi 56 sindacati si aspettano di spendere per il 2008, 200 milioni di dollari per le
elezioni presidenziali e del congresso.
“C’è stato molto dibattito nell’incontro del consiglio esecutivo tra i presidenti riguardo l’importanza
di raggiungere realmente le famiglie, e, più importante, gli iscritti al sindacato in primo luogo ma
anche le loro famiglie, per raccontare la vera storia su chi è John McCain e che cosa sostiene”, ha
affermato Ackerman.
L’ AFL-CIO sosterrà eventualmente un democratico per la presidenza, ma né Clinton e né Obama
hanno abbastanza sostegno perchè accada. Un candidato deve ricevere il sostegno di due terzi
dei 10 milioni di iscritti al sindacato per ottenere l’appoggio formale della federazione sindacale.
“Vorrebbe dire che Hillary Clinton ha la maggioranza, ma in questo momento non 66 e né i due
terzi”, ha affermato Gerald McEntee, presidente della Federazione Americana dei Lavoratori
Statali, delle Contee e degli Enti Locali e presidente del comitato politico dell’AFL-CIO.
Il sindacato di McEntee ha sostenuto il senatore di New York lo scorso anno. Lui ed altri sostenitori
della Clinton hanno affermato che continueranno a sollecitare il sostegno dei sindacati dell’ AFLCIO, ma Ackerman ha affermato di non aspettarsi un sostegno immediato in qualsiasi momento.
“Vedremo come i democratici faranno le primarie nel corso del prossimo mese”, ha affermato.
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Dipartimento Internazionale
Rassegna stampa internazionale
L’AFL-CIO permette ai suoi 56 sindacati di dare appoggi individuali, e 12 sindacati sostengono la
Clinton che è stata sostenuta dal sindacato dei lavoratori agricoli, un sindacato rivale
dell’organizzazione sindacale Cambiare per Vincere.
Obama è stato sostenuto da Cambiare per Vincere e da quattro sindacati: il Sindacato
Internazionale dei Lavoratori dei Servizi, i camionisti, Unite Here e gli Alimentaristi e i Lavoratori
del Commercio, e cinque sindacati dell’ AFL-CIO.
In Pennsylvania, il 22 aprile sarà la prossima grande battaglia nella corsa dei democratici. Lo stato,
secondo l’Ufficio di Statistiche Sindacali, occupa il quarto posto di lavoratori iscritti al sindacato nel
paese.
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