Japanimando
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MARIKA MIKU DIAFERIA - Foto di Massimo Nale WEBZINE FREE DOWNLOAD by A.C. JAPANIMATION - Anno VI - n. 55 NEWS COSP LAY CULTURA MUSIC A EVENTI 3 2 EDITORIALE S alve a tutti, carissimi lettori di JAPANIMANDO! Mamma mia che faticaccia finire questo numero di gennaio!! Ebbene si, come vi abbiamo accennato più volte ci sono tanti progetti da attuare e non riusciamo più ad essere puntuali con le uscite della nostra cara webzine! Però l’importante è esserci... come si dice... meglio tardi che mai, quindi speriamo che anche questo nuovo numero sia di vostro gradimento anche se non siamo riusciti ad aumentare nuovamente il numero di pagine come un tempo. Ovviamente non dipende solo da noi ma anche dalle recensioni che ci giungono per tempo... e con le feste di mezzo, il gioco è fatto! In questo periodo, comunque, siamo davvero in grande attività: c’è aria di cambiamento e speriamo veramente con tutto il cuore che questo 2016 ci porti quello che aspettiamo da anni, ovvero di realizzare tantissimi altri progetti che ci consentino di poter divulgare sempre di più e sempre meglio questa splendida cultura del fantastico. Come sapete siamo no profit e non abbiamo mai avuto supporti economici da nessuno, né pubblici e né privati; ora però possiamo contare su importanti sinergie e speriamo che questo basti a fare sempre meglio per la soddisfazione di tutti! Buon Anno! SOMMARIO L’anima fantasy di Anna Angelica Godoli ..... pag. 4 Manuela Fares tra disegno e cartoons ......... “ 6 L’arte fotografica di Alessandro Scrima ....... “ 10 Carlos D’Anda tra Star Wars e Batman ...... “ 14 Radio Serpe digievolve!.................................... “ 16 Gianluca Malato: tra scienza e fantasia ......... “ 18 Storia di una passione artistica ...................... “ 20 Alla riscoperta dei valori umani..................... “ 24 Fantasticando in bianco e nero ...................... “ 28 Tra rock, horror e simbolismo....................... “ 30 La fantasia è il motore dell’anima .................. “ 32 10 domande a Giovanni Muciaccia................ “ 36 Ivan Migliozzi si racconta................................. “ 40 I mondi fantastici di Davide Cali .................... “ 42 Le origini di Nocera a fumetti........................ “ 45 Il sentiero artistico di Ju Jumble..................... “ 46 Fumetto e test psicologici............................... “ 49 “Gli ultimi terrestri” ......................................... “ 50 Il talento di Andrea Modugno ........................ “ 52 “Ritorno al futuro” ........................................... “ 54 “Miss America”: una vita in chiaroscuro....... “ 56 Fantasia per migliorare il mondo................... “ 60 L’importanza della fantasia.............................. “ 62 V. D’Amico - A.C. JAPANIMATION sul WEB - www.japanimation.it - www.youtube.com/japanimando GRUPPI su FACEBOOK: A.C. JAPANIMATION - PARCOSPLAY di Ostia Lido Tutta la grafica e i testi contenuti all’interno della webzine sono di proprietà di Japanimation; tutto il resto del materiale è Copyright © dei legittimi proprietari. In base al rispetto di tale principio la parziale o totale pubblicazione del materiale non vuole violare nessun Copyright, poiché è esclusivamente a titolo informativo e ludico. 4 5 L’ANIMA FANTASY DI ANNA ANGELICA GODOLI Su Facebook: Anna Angelica Godoli M i presento: Anna Angelica, diciotto anni. Sono sempre stata appassionata al mondo del fantastico, fin da piccola. A quei tempi, strano ma vero, odiavo leggere, terminavo un libro solo se era in grado di appassionarmi davvero e gli unici a riuscirci erano proprio i fantasy. Preferivo seguire le avventure di perso- naggi fantastici in mondi straordinari piuttosto che concentrarmi sulle vicende della semplice realtà di tutti i giorni, solo ciò che era fuori dagli schemi riusciva a emozio- narmi. Questo piccolo ma avvincente mondo che andava lentamente a crearsi nella mia testa riusciva a farmi sognare, a cullarmi la notte prima di dormire o a distogliere l’attenzione da pensieri troppo tristi e cupi, come una sorta di coperta di Linus. Più avanti è sorta un’altra passione che mi accompagna ancora adesso: gli anime, i manga e la cultura giapponese in generale. Nonostante tutti li considerassero infantili per me erano qualcosa di straordinario, mi ricordo le corse per tornare presto a casa e piazzarmi davanti alla televisione e le maratone di episodi dopo la scoperta del computer. A questo si aggiunge la scrittura: da sempre il mio più grande sogno è stato scrivere e pubblicare un romanzo. A sette anni tentai di scrivere una serie di racconti, ma ovviamente l’esito fu assurdo. A tredici anni ho iniziato a lavorare seriamente al mio romanzo «Apparition», un Paranormal-Romance pubblicato recentemente attraverso Narcissus incentrato sulla strana convivenza, chiamiamola così, tra una ragazza solitaria, insicura e un fantasma sempre al suo fianco, pronto ad aiutarla e colmare tutti i suoi vuoti. Mi hanno sempre appassionata i fantasmi e ancora di più gli angeli, in più l’idea di avere qualcuno sempre disposto a sopportarmi 24 ore su 24 mi affascinava. Finalmente potevo contribuire a plasmare un mondo fantastico che potesse trasmettere anche agli altri tutto ciò che avevo sperimentato in questi anni, nonostante sia ancora troppo giovane per vantarmi di esperienze straordinarie. Potevo tracciare su carta i contorni di quel mondo che pensavo esistesse soltanto nella mia testa. Speravo che qualcuno, in un momento particolarmente impegnativo o triste, sarebbe riuscito a trarre consolazione leggendo il mio romanzo, come se qualcosa vegliasse davvero su di lui e non si riducesse tutto a delle semplici parole battute su carta o sullo schermo luminoso di un cellulare, volevo offrire un compagno fidato, rendere così veri i personaggi da farli sembrare vivi ed essere capace di lasciare quel famoso vuoto nel cuore che si prova spesso a fine lettura. Ho scelto di esprimere tutto questo attraverso la scrittura perché la sento più mia e, nonostante abbia finalmente realizzato il mio sogno, non mi sono ancora fermata e sto già la- vorando al mio prossimo romanzo il cui titolo probabilmente sarà «Horror Vacui - Paura del vuoto», più vicino al genere della Fantascienza Apocalittica, e al futuro seguito di «Apparition» (potete seguire il tutto sulla mia pagina Facebook leggendo estratti e novità), ma ritengo che la fantasia vada assolutamente sfruttata in tutte le sue sfaccettature. La cosa straordinaria del fantasy è che, in fin dei conti, non si riduce a un modo astratto o estraneo, c’è sempre un legame con la realtà e, di fronte a chiunque legga un fumetto o guardi un film, acquista sempre una forma concreta. Quando assistiamo alle vicende di un personaggio del mondo fantastico le sentiamo nostre, ci emozioniamo e immedesimiamo, anche se sono distanti dal nostro mondo o addirittura irreali. Qualcosa d’immaginario riesce a farci emozionare quasi tanto quanto qualcosa che esiste davvero, quanto la realtà di tutti i giorni. Questo è il grande potere del fantasy che molti ignorano e dovrebbero, almeno una volta nella propria vita, sperimentare. Anna Angelica Godoli 7 6 MANUELA FARES TRA DISEGNO E CARTOONS http://manuality1085.blogspot.it - Su Facebook: Manuela Fares C iao a tutti! Mi chiamo Manuela Fares, classe ‘85, vivo ad Acquaviva Picena, un paesino in provincia di Ascoli Piceno. Se qualcuno mi chiedesse cosa rappresenta per me il mondo dei disegni e dei cartoni animati, io risponderei che non è solo una passione, ma vita!! Fa e farà sempre parte di me perché è qualcosa di innato, mi permette di esprimere quello che sono realmente, mi fa sentire libera, mi fa star bene, è un rifugio nel quale sentirsi al sicuro, è mio salvagente. Il disegno è terapeutico, come tutte le forme di arte. Ti aiuta in maniera indiretta, silente, soprattutto quando sei piccola o anche già adolescente. Crescendo ne hai più consapevolezza e ti accorgi di sentirti quasi in debito con lui se ogni giorno non fai qualcosa, alla fine della giornata vengono quasi i “sensi di colpa”, come aver mancato al proprio dovere. Posso dire con certezza assoluta di essere cresciuta a latte e cartoni animati. Ho sempre avuto dinnanzi a me due realtà a me care, una cinematografica che riguardava il mondo Disney e l’altra televisiva, dei Manga anni ‘80, che sicuramente era la quotidianità! Da quello che posso ricordare, ho iniziato a disegnare (o scarabocchiare...) all’età di 2 anni. L’unica cosa che chiedevo a mia mamma quando uscivamo era di fermarsi in tabaccheria per prendermi i famosi libricini della Disney con la penna magica, che andavano molto di moda in quel periodo, matite colorate e fogli. Il mio primo disegno in assoluto è stato un Bugs Bunny. A seguire poi tutti i personaggi della Warner Bros che vedevo in tv e i cartoni di Hanna&Barbera. Poi negli anni ‘80 sono arrivate le ondate di serie televisive manga, tra- smesse da Italia1. Ebbene si, posso dire che sono anche io un’orfana di Bim Bum Bam e Ciao Ciao! An- cora oggi se devo pensare ai cartoni animati giapponesi mi vengono in mente solo quelli, perché erano davvero storie meravigliose, con grossi contenuti, educativi, anche se spesso affrontavano tematiche molto tristi come l’abbandono o l’essere orfani. Sarebbe curioso chiedere agli animatori giapponesi perché avevano questa visione... Insieme a quello c’era il filone magico delle streghette, dove ti portavano in una dimensione di sogno, quasi una fuga dalla realtà! Per un certo periodo della mia adolescenza ho anche iniziato a fare disegni femminili Manga e devo dire che se ci penso un po’, caratterialmente mi ritrovavo in loro. Lady Oscar, Occhi di Gatto, Lamù, Sabrina (E’ quasi magia Johnny)... tutte ragazze che avevano 9 8 anche un certo tipo di sensualità che riporto anche oggi nelle mie illustrazioni di Pin Up. Sono anche molto legata a diverse fiction fantasy di quegli anni, soprattutto del grande regista Lamberto Bava. Dalla saga di Fantaghirò, a Sorellina e il principe del Sogno, a La principessa e il povero, ecc...Vedere tutti gli effetti speciali fatti all’epoca in maniera completamente artigianale, era davvero sorprendente. Da lì mi sono spesso divertita a disegnare e avere sempre nel cassetto della mia fantasia, i classici personaggi del cinema fantasy, reinterpretandoli alla mia maniera (streghe varie, fatine, folletti, ninfe, gnomi...) ma anche del cinema horror (Dracula, zombie, Frankestein, ecc...). Molti magari li considereranno “retrò”, a me piace considerarli più Vintage Evergreen... perché come abbiamo visto, sono sempre d’attualità! Non mi dispiacerebbe poter fare in futuro delle illustrazioni inerenti a qualcosa che riguarda proprio quel mondo, fantasy/horror, magari in chiave spiritosa tipo Famiglia Addams, che trovo assolutamente geniale!! Fino ad un certo punto della mia vita ho sempre disegnato da autodidatta, con la grande curiosità e stimolo di chi vuole fare questo di mestiere. Credo che la cosa principale sia quella di tenere sempre gli occhi aperti, guardare, osservare, non fermarsi mai di “studiare” e di mettersi in discussione, osservando soprattutto gli artisti più affermati, che con il loro lavoro ti caricano e incentivano a puntare sempre più in alto. Ovviamente di base ci deve essere tanto lavoro, spesso nell’ombra, soprattutto per chi come me, autodidatta, non ha fatto licei o accademie d’arte, ma fatto altri percorsi. Quindi, nel momento in cui decidi che vuoi fare dell’arte la tua professione, il lavoro di ricerca e di esercizio quotidiano deve essere ancora più pressante. Il disegno è un allena- mento quotidiano sotto ogni punto di vista, perché non va allenata solo la mano, anzi... prima bisogna allenare la testa, lo spirito di osservazione, il cuore. Dopo parecchi anni, ho deciso di trasferirmi a Firenze dove ho frequentato il corso triennale di Animazione Cinematografica.Volevo capire come si crea il movimento, l’azione, di qualsiasi tipo di cartoon, una vera magia! Ho avuto modo di vedere e toccare con mano il passaggio dall’animazione tradizionale 2d a quella 3d, ed è stato straordinario! Ho assistito in prima linea all’evoluzione del cartoon, capendone tutti i nuovi ruoli e tutto il grosso lavoro che ci sta dietro. È un qualcosa di pazzesco! Ho anche avuto l’enorme piacere e fortuna di assistere a lezioni di grandi nomi dell’animazione mondiale della Disney, Pixar, Dreamworks e un incontro con il grandissimo maestro Yoichi Kotabe (illu- tation, dedicate ad un abbigliamento intimo un po’ fuori dalle righe, particolare, con tanto di Special Guest. 5 donne del mondo dello spettacolo, alle quali mi sono ispirata! Parallelamente a questo, sto ragionando su altri due progetti di Pin Up. Uno legato al mondo del cibo, l’altro dedicato ad una donna famosissima del mondo dello spettacolo, ritratta in ben 40 illustrazioni. Non ci sono soltanto Pin Up, ho anche le mie illustrazioni di background in digital paint dove mi piace fare a volte cose più realistiche e altre volte più cartoon. Da poco mi sono messa a lavoro anche per creare delle illustrazioni simpatistratore ufficiale di Super Mario e character design di Heidi e Marco dagli Appennini alle Ande). Terminati i tre anni di corso, sono tornata al mio paese, con un bel bagaglio di esperienza molto importante e ho iniziato a dedicarmi all’illustrazione, cercando di esprimere quello che sono io attraverso il disegno. Ho iniziato un nuovo percorso, un modo nuovo di lavorare, di fare ricerca, di colorare, cercando di crescere artisticamente, con l’intento di unire il mondo dell’illustrazione con l’animazione direttamente nei miei character. Ho rivolu- zionato tutto, dalla mia pagina facebook, al mio blog, sono anche su Pinterest. Ho voglia di far vedere un nuovo lato di me, una nuova Manuela Fares. Una crescita artistica e professionale iniziata attraverso le mie Pin Up, mia grande passione da diversi anni, che come primo nuovo lavoro ho voluto mettere sotto forma di segni zodiacali, si chiamano PepperDolls, perché sembrano bamboline a cui ho voluto dare un taglio sensuale e ammiccante. Attualmente sto lavorando ad una nuova collezione che ho voluto chiamare PepperDolls-Ten- che riguardante il mondo animale! Come avete capito, le idee non mancano, il lavoro è sempre tanto! Ci si deve credere fino in fondo perché i sogni sono ciò che ci fanno sentire sempre vivi e si possono anche realizzare se ci si crede veramente! Mai mollare! Un grande in bocca in lupo a tutti coloro che hanno sogni nel cassetto e, come disse il grande Walt Disney, “ Se lo puoi sognare, lo puoi anche fare!” Un felicissimo inizio Anno a tutti i lettori!! Manuela Fares 11 10 L’ARTE FOTOGRAFICA DI ALESSANDRO SCRIMA Su Facebook: Koji’s point of view C iao a tutti, sono Alessandro in arte Koji, ho 28 anni abito in provincia di Ancona e nella vita lavoro nel campo informatico. La mia passione per l’oriente o meglio per gli anime è nata quando avevo 10 anni e un’estate cercando un fumetto optai per Dragon Ball anziché Topolino. Da lì mi si aprì un mondo che varia dagli anime anni 80 fino ai più recenti. Negli anni insieme a mio fratello o meglio grazie a mio fratello riuscii ad accaparrarmi una collezione di manga notevole, tra cui City Hunter, Bastard, Berserk, Lamù, Ranma 1/2 e tanti altri che hanno segnato la mia adolescenza. Quando non leggevo passavo il tempo davanti agli anime per lo piu trasmessi in televisione (lo streaming era una cosa impensabile al tempo!!), ricordo ancora i pomeriggi passati davanti alla televisione a guardare Ken Shiro, Dragon Ball, Saint Seya,Triggun, Golden boy e Neon Genesis Evangelion. Durante il periodo della prima adolescenza mi approcciai anche ai giochi di ruolo, il più famoso D&D dove con un gruppo di amici passavamo i pomeriggi a giocare. Nella seconda parte della mia adolescenza trovai il connubio tra i giochi di ruolo e l’informatica e mi buttai a capofitto negli MMORPG fiino a diventare uno tra i primi italiani in classifica su Ragnarok Online un video gioco on-line di ambientazione fantasy suddiviso in classi, evoluzioni e rinascite. In contemporanea mi approcciai anche allo studio delle arti marziali (jujutsu) studiando anche la filosofia orientale e la via dei samurai. Nella mia vita ad un certo punto dovetti scegliere un nickname soprattutto per quanto riguarda il gioco online, per il mio nick “Kojiro” fui guidato da un anime “Fuma No Kojiro (Kojiro lo spirito del vento)” di Masami Kurumada (anche autore di Saint Seya). In quel periodo della mia vita susseguirono gli studi universitari che mi allontanarono (fortunatamente non per molto) dal mondo fantasy e dalla cultura nipponica che tanto amavo. 3 anni fa quando ormai il grosso all’università era fatto, mi sono avvicinato 13 12 Avvolte rimango ancora colpito di quanto sia bello per un fotografo che cerca soggetti e spunti trovarsi in mezzo ad una fiera (specialmente all’aperto), dove ci sono centinaia di persone pronte a farsi fotografare, diciamocelo le fiere sono al mondo della fotografia grazie a un regalo della mia ragazza la mia prima reflex, una 1100d Canon che ancora porto dietro un po’ come secondo corpo in caso di problemi e un po’ come porta fortuna. Per quanto riguarda la mia attrezzatura voglio essere sincero, ancora non è al top in quanto nel periodo di studi non avendo un lavoro fisso non potevo investire in attrezzatura ma nel 2016 prevedo un upgrade importante (sia come corpo che come obbiettivi). Quando mi approcciai alla fotografia è stato molto metodico, portandomi a studiare ogni volta una tecnica diversa facendomi passare notti insonne a fotografare strade e stelle o a scegliere il giorno del mese esatto per delle foto alla luna. Inizialmente facevo foto di paesaggi e di natura e circa quattro mesi dopo mi ritrovai in mezzo a un evento cosplay, per me era una cosa fantastica perché come in passato sarei riuscito ad unire due mie passioni, di questo devo fare un grande ringraziamento a tutti i cosplayer che con la loro passione e il loro modo di viverla mi danno la possibilità di andare avanti in questo bellissimo mondo. un ottima palestra per un fotografo soprattutto se si è iniziato da poco!! Da quel pomeriggio è nata la mia pagina (Koji’s Point of View) ed è iniziato il mio percorso nel mondo della fotografia cosplay. Generalmente giro in- sieme al mio staff nelle varie fiere delle Marche e dell’Emilia Romagna facendo foto ai cosplayers, mentre nei weekend liberi organizzo set fotografici nella zona dove viene studiata anche l’ambientazione per dare il massimo alle fotografie che scatto. Con il tempo non sono mancati anche dei riconoscimenti che mi spingono ad andare avanti come la possibilità di essere fotografo ufficiale per alcune fiere e la mia partecipazione come giurato a una fiera e la possibilità di essere pubblicato su questa rivista è l’ennesima prova che sto andando nella direzione giusta e che quello che faccio piace. Nel mio futuro, vedo un amore per la fotografia che non smetterà mai di esistere, e vedo anche tante fiere dove poter conoscere nuovi cosplayer e incontrare amici di lunga data che ormai da 3 anni seguono il mio lavoro. È il momento dei saluti, vi invito a visitare la mia pagina su FB per guardare i miei lavori e rimanere informati sui miei nuovi progetti e di contattarmi per collaborazioni. Infine ringrazio voi lettori e la redazione di Japanimando per questa stupenda opportunità PS: Se mi vedete in fiera non abbiate paura di chiedermi una foto ;) Alessandro Scrima 14 15 CARLOS D’ANDA TRA STAR WARS E BATMAN Su Facebook: Andrea De Rosa “S tar Wars Legends”, è una nuova trasposizione delle storie che hanno raccontato ed espanso l’universo Star Wars dal 1977 al 2014, ripresentando il meglio delle “leggende” e ripercorrendo, appunto, le saghe più importanti, con nuove traduzioni ed esposizioni di numeri mai apparsi in Italia. Ma andiamo con ordine. Già in passato, la Marvel Comics acquisì i diritti di Star Wars, pubblicando i fumetti della saga ancor prima dell’uscita del primissimo film “Una Nuova Speranza”. Infatti nei primi sei numeri raccontava per filo e per segno le vicende dei nostri eroi della pellicola cinematografica. Con il tempo, una volta terminato l’adattamento del film, si è voluto provare a raccontare storie che non sono presenti nella pellicola cinematografica, ovvero ciò che compievano i nostri eroi dopo i titoli di coda o cosa succede tra un film e un altro. Dopo l’enorme successo, l’universo di Lucas, si è espanso sempre di più. Dopo dieci anni la Marvel chiuse la collana e passò poi a una giovane casa editrice: “Dark Horse” che comporrà “l’universo Espanso” della saga che esulano dai sei film con fumetti, libri e videogiochi. In questo nuovo universo, non vedremo solo altre storie dei nostri protagonisti principali, ma anche vicende alternative della saga, ambientate anni prima, anni dopo o in contemporanea alla pellicola. Quando poi nel 2013, la Disney ha acquistato la Lucasfilm, inizia i progetti per una nuova triologia cinematografica. Nella saga a fumetti, torna alle origini con nuovi adattamenti e storie dei protagonisti principali con storie comprese alla saga originale. Il primo numero di questa Collana “Star Wars Legend”, che esce a cadenza settimanale con la Gazzetta dello Sport, ritroviamo i nostri protagonisti, intenti a trovare dei nuovi alleati, equipaggiamento e un posto sicuro per poter costruire una nuova base per l’alleanza ribelle per potersi riorganizzare e tenere a bada la minaccia imperiale. Qui inizia la guerra civile galattica, ambientata poco dopo la distruzione della prima morte nera del quarto film della saga “una nuova Speranza”. Il primo nu- mero della serie Legend si intitola: “Nell’Ombra di Yavin”; Cover di Alex Ross, storia di Brian Wood e disegni di Carlos D’Anda. Che la Forza sia con voi!!!!! Un Apprezzamento meri- tatissimo al celebre disegnatore Carlos D’Anda, per la cura dei dettagli per le ambientazioni, astronavi e droidi. Egli è un concept artist e disegnatore DC/Wildstorm, famoso soprattutto per il suo lavoro con Deathblow e Batman: Arkham City. Quest’ultimo è il prequel del gioco tanto atteso del 2011. Affiancato da Paul Dini, uno dei migliori scrittori di Batman di tutti i tempi (responsabile della serie animata di The Dark Knight negli anni ‘90), presenta la storia che lega il gioco di Arkham Asylum ad Arkham City. La saga è composta da 5 volumi ed è ambientata sei mesi prima degli eventi del gioco. Andrea De Rosa 17 16 RADIO SERPE DIGIEVOLVE! Su Facebook: Radio Serpe: La radio dei GdR N on sappiamo se sarete in grado di leggere questo articolo. Insomma, le feste sono finite e probabilmente state ancora cercando di riprendervi da pranzi, cene, uscite e bagordi di qualsivoglia natura, ma con un po’ di fortuna siete riusciti ad arrivare qui con i bioritmi sufficientemente ristabiliti. Ordunque, partiamo con l’augurarvi un buon inizio anno, nella speranza che tra le cose vecchie che vi siete lasciati alle spalle la notte del 31 non ci sia anche la voglia di continuare ad immergervi nel mondo della fantasia, e proprio per far sì che la salutare pratica della cultura del fantastico non rischi di abbandonarvi abbiamo deciso di compiere un piccolo passo avanti con la nostra Radio Serpe.Vi avevamo già annunciato nello scorso numero che ci sarebbero state delle novità, ma ci siamo riservati il diritto di rivelarvele solo a cose confermate, ricordate? State dunque comodi perché andremo ora ad elencarvi cosa abbiamo tirato fuori dal pentolone delle pozioni. Partiamo dalla pagina facebook di Radio Serpe: la usavamo solamente per pubblicare gli aggiornamenti dal canale YouTube (cioè linkavamo in pagina le puntate man mano che le caricavamo sul canale) e poco altro, ma ci è sembrato un utilizzo fortemente riduttivo, specie ora che facebook ha iniziato a fornire alle pagine strumenti sempre più interessanti e performanti. Da ora caricheremo in pagina anche gli eventi dedicati alle puntate, quelli cioè ai quali partecipare per non perdervi le nostre dirette, e soprattutto cercheremo di pubblicare periodicamente e regolarmente i principali aggiornamenti riguardati pagine, gruppi, associazioni, giochi o eventi con i quali collaboriamo o che ci sembrano meritevoli di attenzione. Non è certo una novità, nel mondo delle pagine dedicate ai giochi di ruolo, ma ci piace pensare che grazie anche al nostro contributo le realtà più genuine e innovative possano fare strada! A proposito di fare strada, ecco un’altra novità: la promozione dei progetti italiani legati ai giochi di ruolo e alla fantasia. In realtà è una cosa che facciamo fin dalla nostra prima puntata, ma cercheremo di renderla sempre più attiva. L’idea è molto semplice: oltre alle nostre immancabili interviste e puntate a tema, chi ha per le mani qualcosa di interessante e che vorrebbe far conoscere (un gioco di ruolo, un fumetto autoprodotto, un’attività di artigianato e via dicendo) potrebbe organizzarsi con noi per offrire del materiale che la nostra comunità potrebbe vincere in seguito a sfide, concorsi o eventi di varia natura. Noi continueremo come sempre a cercare con il lanternino le realtà degne di nota, ma se voi che leggete vi rispecchiate in questa descrizione non siate timidi, fatevi avanti e metteteci al corrente della vostra esistenza, magari si riesce ad organizzare qualcosa di carino insieme! Passiamo ora alla Radio vera e propria, e alle nuove rubriche che vi proporremo. Partiremo con un filone dedicato ai giochi di ruolo cartacei, e in questo interessante percorso ci avvarremo della collaborazione di Marco Rossi, conduttore del canale YouTube Gdr Addicted, che sarà nostro ospite ogniqualvolta che ci sarà da parlare di giochi dei quali non potremo ospitare gli autori, per un motivo o per l’altro. L’esperienza di Marco nei GdR cartacei è decisamente migliore della nostra, e siamo felicissimi che abbia accettato di buon grado di darci una mano (andate a sbirciare il suo canale e vi farete un’idea). Un’altra nuova rubrica sarà dedicata alle fiere del gioco, del fumetto e del cosplay. Ne esistono moltissime oltre alle più famose, spesso nate in piccoli centri abitati che nel loro piccolo cercano di dar luce alla cultura ludica.Vogliamo farvele conoscere, magari riuscendo ad intervistarne gli organizzatori e chissà, magari potreste scoprirne qualcuna a due passi da casa vostra. Ultimo, ma non meno importante, un passo che forse è azzardato ma che se andrà nella direzione giusta potrà rendere i nostri programmini ancora più interessanti: abbiamo deciso di lanciarci su Patreon, una piattaforma dedicata ad artisti e produttori di contenuti, in cui gli appassionati possono offrire donazioni ai propri progetti preferiti per aiutarli a crescere. Abbiamo stabilito una serie di obiettivi, ognuno dei quali servirà a migliorare Radio Serpe, permetterci di guardare lontano e, soprattutto, offrire ai nostri sostenitori ancora più motivi per continuare ad esserlo. Di questo, però, parleremo approfonditamente più avanti, probabilmente nel prossimo numero di Japanimando. Queste di cui vi abbiamo parlato oggi sono solo le novità confermate, quelle che vedrete effettivamente realizzate a partire da questo inizio d’anno. Le altre, ancora una volta, le teniamo per noi fino a che non vedranno la luce. Continuate a seguirci, ognuno di voi ci fa sentire speciali. Rye & Catlyn Radio Serpe 18 19 GIANLUCA MALATO:TRA SCIENZA E FANTASIA www.gianlucamalato.it - Su Facebook: Gianluca Malato C iao a tutti gli amici di Japanimando! Innanzi tutto ringrazio la redazione per questo spazio e comincio con il presentarmi. Mi chiamo Gianluca Malato, ho 29 anni e sono nato a Erice, una bellissima città medievale della Sicilia occidentale. Da dieci anni vivo a Roma, dove ho studiato e dove ora lavoro, ma da circa metà della mia vita sono uno scrittore. All’inizio era più una specie di hobby, una passione da coltivare nel tempo libero, ma da un anno a questa parte ho cominciato ad affrontare la scrittura in maniera più seria e professionale. Cosa mi piace scrivere? La risposta dipende da cosa mi piace leggere e si riassume in una parola: fantastico. In tutte le sue forme e sfaccettature. Adoro il fantasy, la fantascienza e l’horror, nonché sottogeneri di questi quali lo sword and sorcery e lo steampunk. La mia passione per il fantastico può essere legata, probabilmente, ai cartoni giapponesi dell’infanzia. I Cavalieri dello Zodiaco è per me un capolavoro assoluto, ma anche i robot giapponesi (Goldrake e Jeeg Robot tra tutti) hanno avuto la loro influenza sulle storie che mi piace raccontare. L’amore per la fantascienza origina sicuramente dal mio amore per la scienza in generale e i miei autori preferiti in quest’ambito sono Valerio Evangelisti (che è, onestamente, il tipo di scrittore raffinato, poliedrico ed esperto che aspiro a diventare) e l’immortale Jules Verne. L’horror, invece, è un amore nato con Dylan Dog e cresciuto nel tempo fino ad abbracciare Poe e, soprattutto, Lovecraft. Adoro soprattutto l’horror gotico; Dracula è per me un capolavoro senza tempo. Il fantasy è invece stato il mio primo tentativo di scrittura. Ho amato i film de Il signore degli anelli, ma il passato si è fatto prepotentemente vivo quando ho rivisto, dopo tanti anni, i due film su Conan il cimmero. Da quel giorno ho divorato la letteratura di Robert E. Howard e ho capito che tra me e lo sword and sorcery c’è un legame speciale. Per questo ne ho fatto il fulcro della mia narrativa. Il mio primo romanzo completo è stato di genere horror (Il Golem, finito intorno ai 18 anni e poi ripubblicato nel 2014), poi mi sono spostato gradatamente sulla fantascienza e il fantasy. Ho esplorato lo sword and sorcery con la mia saga che vede protagonista il mercenario Baltak e che comincia con il romanzo Il cuore di Quetzal per poi proseguire con i racconti La maschera d’oro e Il demone di fuoco, tutti editi da Nativi Digitali Edizioni. Di recente mi sono invece avvicinato al genere steampunk con il romanzo breve Vapore Nero e con i racconti Sulla rotta della Black Steam e Il sogno di Icarus, pubblicati da Dunwich Edizioni. Credo che il fantastico farà sempre parte del mio modo di scrivere. La fantasia, la creatività e la voglia di “giocare” con personaggi ed eventi al di fuori dell’ordinario che sono alla base di questo filone narrativo sono ineguagliabili e, sinceramente, mi diverte un sacco raccontare storie di questo genere. Per me scrivere è creare il giusto equilibrio tra creatività e razionalità. Si scrive con entrambe le cose e bisogna riuscire a creare una mediazione tra di esse per produrre qualcosa di valido. La scrittura è però un mestiere artigianale nel vero senso della parola, per questo ho deciso di abbandonare momentaneamente la scrittura al computer e di recuperare il contatto con carta e penna. Armato di una stilografica e di un quaderno, ho appena finito la prima stesura di un racconto ispirato alle atmo- sfere di H.P. Lovecraft e sto portandolo in versione digitale. Sono curioso di vedere il risultato finale. Progetti per il futuro ne ho solo uno: scrivere. E di cose da scrivere ne ho tantissime. Presto, infatti, comincerò una commistione di thriller e fantastico che mi porterà a scrivere un romanzo molto vicino alla mia formazione universitaria (sono laureato in Fisica Teorica). Ho anche nel cassetto un horror gotico iniziato e ho lasciato a metà un romanzo di fantascienza con forti tinte noir che presto riprenderò in mano. Infine, una bella ucronia fantascientifica che mi ronza in testa da una decina d’anni probabilmente vedrà presto la luce. Spero di continuare a scrivere per tanto tempo, anche perché è qualcosa che mi fa sentire davvero libero e vivo. Nel frattempo, a tutti voi amici di Japanimando porto i miei più sinceri saluti! Gianluca Malato 20 21 STORIA DI UNA PASSIONE ARTISTICA www.ilnanonefasto.it - Su Facebook: Il Nano Nefasto Painting Workshop C iao a tutti! Mi presento, sono Giovanni Pietro Bosio, un modellista e miniaturista della prima ora (un eufemismo per dire vecchio...). Sono nato nel 1974, e già alla tenera età di 13 anni feci un passo che nella sua innocenza avrebbe segnato per sempre la mia vita: accantonai i mattoncini Lego per passare al Modellismo! Beh, effettivamente definire modellismo ciò che creai ai tempi è veramente utopico, sarebbe più esatto averli chiamati “incidenti” di colla e smalti per colorazione! I soggetti dei miei primi passi furono soggetti mili- tari (perlopiù aerei) in scala 1:72, da lì, poi, passando per i primissimi quaderni modellistici di Francois Verlinden (l’unica pubblicazione a quei tempi, solo in inglese, ero molto bravo a guardare le figure), appresi l’arte del diorama militare scala 1:35. Ora, durante la stesura di questa mia presentazione vanto una carriera modellistica (per fortuna mi sono evoluto) di 28 anni, cambiando vari tipologie di soggetto, e ad oggi prediligendo quasi esclusivamente soggetti Sci-Fi e Fantasy, di qualsiasi tipo e scala. Negli ultimi anni (circa 7), per i strani casi della vita, ho avuto la fortuna di trasformare la mia passione nel mio lavoro! non nascondo che all’inizio ho faticato, ed ho avuto anche forti ripensamenti, se non altro per la minaccia omnipresente che il lato “lavorativo” andasse a ledere e consumare la passione per l’hobby, ma nonostante clienti e legge di Murphy si siano accanite in quella direzione, a tutt’oggi la passione resiste indelebile, forse con una punta (o anche più) di rammarico dovuta al poco tempo da poter dedicare ai miei progetti personali; vi assicuro, è frustrante creare e dipingere 9 ore al giorno bei modelli che poi andranno in mani altrui; sacrosanto! vengo pagato! ma il tredicenne interiore piange sempre il distacco dalle sue creazioni! Nel trasformare il tutto in una attività professionale regolarmente registrata non ho resistito nel dare ad essa un nome che rispecchiasse il mio lato ludico giocoso, quindi è così che è nato: IL NANO NEFASTO Painting/Modeling Workshop, dove IL NANO NEFASTO altro non è che il mio vecchio ed affezionato personaggio in D&D che tante ore di esilarante divertimento ha regalato! Non Vi dico le facce che vedo quando ad esempio chiedo la fattura per un acquisto ed alla fa- tidica domanda: “Ragione Sociale?” io rispondo “Il Nano Nefasto”, o peggio di quando distorcono il nome in versioni improbabili del tipo: Il Nanone Fasto, Il Nano malefico, ecc... ecc... In cosa consiste la mia attività? come si può fare della passione modellistica per il Fantasy e lo Sci-fi un lavoro? semplice! dipingendo e creando su commissione sia per privati collezionisti che per aziende operanti nel wargaming 3D modelli di tutti i generi! Ho lavorato nella realizzazione di boxart per la Spartan Games (per cui ha sviluppato pittoricamente tutta la gamma di Dystopian War, buona parte di Firestorm Armada e Uncharted Sea, ed i primi prototipi di Dystopian Legion), collaboro tutt’ora con la Megalith Games per la realizzazione delle BoxArt delle miniature del gioco GODSLAYER Rise of legend, collaboro con diverse aziende per la realizzazione di boxart legate a Kickstarter, addirittura ora con un amico abbiamo creato la LABMASU, una start-up che si occupa della creazione di miniature per wargames, giochi ecc... oltre a continuare a produrre modelli per clienti privati di ogni genere, e francamente nel mio continuo bisogno di rinnovarmi (mi annoio facilmente) non ho idea di come potrò spaziare nell’ambito dell’hobby e del lavoro che amo! Un’altra attività che svolgo è quella di tenere corsi di pittura per miniature e modellismo, amo insegnare, mi piace aiutare i miei allievi ad apprendere con facilità quello che io ho dovuto “scoprire” (beh! francamente i trucchetti più smaliziati del “mestiere” 23 22 me li tengo stretti...). Mi capita per la maggiore di fare corsi sull’uso dell’aeropenna (o aerografo se preferite) in quanto sono stato un vero pioniere nel suo utilizzo nel modellismo ma soprattutto nella realizzazione delle miniature, credendo in questo mezzo anche in tempi dove era visto come un metodo poco ortodosso; ed oggi, non lo nascondo affatto, con una punta di soddisfazione ed orgoglio, vedo che esso è usato sempre di più anche tra i più estremisti del pennello (che comunque resta un mezzo Fondamentale ed obbligatorio da usare sia a se stante che in concomitanza con l’aeropenna, ricavando in questo caso il massimo da essi) dando ragione della mia visione che (concedetemelo) considero lungimirante. Progetti per il futuro? Tutto! :) Ora per mio solo ed unico diletto personale mi getterò sul mondo dei Gunpla, realizzandoli però ad altissimo livello sia modellistico che pittorico, infrangendo i preconcetti un po limitativi della maggioranza di coloro che praticano questo ramo dell’hobby, riversando su di essi tutte le tecniche ed il mio bagaglio d’esperienza! E’ un regalo che mi concedo, almeno fino a quando non diventerà anche questo fonte di lavoro ;) Se avete letto tutto fino a questo paragrafo, i casi sono due: o siete squilibrati, o avete trovato interessante la mia storia, il che vi rende a sua volta degli squilibrati! Ma detto tra noi, se tutti gli “Appassionati” come noi (a prescindere dalla passione, purchè sia sana) sono da considerare squilibrati, non posso dire altro che: Ingrandite i Manicomi! perchè matto è bello! ;) Un grazie di cuore per l’attenzione concessa :) Giovanni Pietro Bosio www.wondergate.it Il fantaspazio realizzato dalla Associazione Culturale JAPANIMATION Se volete contribuire a questo progetto contattateci quando volete! 24 25 ALLA RISCOPERTA DEI VALORI UMANI Su Facebook: Il mio libro - Annalisa C iao a tutti... cercherò di presentarmi nel migliore dei modi, anche se parlare di me stessa in prima persona non lo ritengo affatto facile... Mi chiamo Annalisa Vozza, sono nata e vivo in Puglia, a Taranto; un comune italiano capoluogo dell’omonima provincia e antica colonia magno-greca. Amo la “mia” Puglia e l’incantevole paesaggio marittimo che la circonda. Taranto è così descritta: «Quell’angolo di mondo più d’ogni altro m’allieta, là dove i mieli a gara con quelli del monte Imetto fanno e le olive quelle della virente Venafro eguagliano; dove Giove primavere regala, lunghe, e tiepidi inverni, e dove Aulone, caro pure a Bacco che tutto feconda, il liquor d’uva dei vitigni di Falerno non invidia affatto.» (Quinto Orazio Flacco - A Settimio - Odi, II, 6, 10.Traduzione di Enrico Vetrò). Lo stemma civico di Taranto fu riconosciuto ufficialmente il 20 dicembre del 1935: «D’azzurro, al delfino nuotante e cavalcato da un dio marino nudo sostenente nel braccio sinistro un panneggio svolazzante e con la destra scagliante il tridente, al capo cucito di rosso centrato, caricato della conchiglia d’oro, posta fra la leggenda Taras». (Decreto reale di concessione in data del 20 dicembre 1935). Il giovane dio a cavallo del delfino raffigurato sullo stemma, si ispira a quello delle monete magno-greche del periodo di massimo splen- dore della città. Forse è anche dopo aver studiato attentamente il mare e le origini della mia città che ho deciso di inserire nel romanzo che ho scritto creature marine dando loro una vita reale ma anche immaginaria... Le mie grandi passioni sono la musica, soprattutto live, lo sport e la scrittura: scrivere mi rende libera.Viaggiare è un’altra passione che mi contraddistingue e molto spesso lo faccio anche con la fantasia. Amo studiare e conoscere sempre posti nuovi e culture differenti dalla mia perché credo che siano la base di una buona crescita; per questo ho deciso di dedicare il mio tempo allo studio della cultura giapponese, a tutte le sue più intrinseche sfaccettature; dall’arte alla musica, dallo sport alla cura del giardino alle leggende. Rimasta attratta dalla storia giapponese; non ho potuto far altro che trovare un modo per darle spazio nel mio primo romanzo fantasy. Così ho ricordato in Oscar e Shingen: l’isoletta di Lemuria e il continente di Linde (il mio primo romanzo) il periodo Heian (784 1185) ma possiamo trovare citate leggende o parti in cui cerco di dare vita a una spada come se ci trovassimo in una antica fucina... Sebbene il mio sogno sia sempre stato quello di insegnare, ho riscoperto negli anni che la scrittura mi avrebbe fatta sentire sul serio appagata e ho capito che l’unico modo per esprimermi totalmente era scrivere un romanzo. Inoltre posso anche affermare che scrivere e lavorare con i bambini delle scuole primarie non sono lavori del tutto dissociati. L’imput mi è nato proprio stando a contatto con i bambini, la loro voglia di scoprire, la loro sete di conoscenza ha fatto scattare in me la scintilla. Ho iniziato a scrivere piccole filastrocche e raccontini per bambini uno di questi racconti man mano ha preso un “verso” diverso dagli altri. Ho iniziato a immaginare posti, persone, creature mitiche. Mi sono immersa in un mondo che nonostante tutto stesse nascendo con me mi stupiva, mi incantava. Poi ho cercato di creare un filo conduttore con la storia del medioevo e portare tutto questo in relazione ai giorni nostri, giorni frenateci, giorni in cui appare evidente che la tecnologia ci stupisce sempre più. E ho creato un rapporto anche tra la nostra cultura e la cultura giapponese, rapporto che sicuramente sarà evidenziato nella stesura dei prossimi libri. L’amicizia, l’amore, gli affetti, il rispetto per se stessi e per gli altri ma anche l’amore per la natura e la cura che l’uomo deve avere per la Terra, questi sono gli elementi che caratterizzano “Oscar e Shingen”. Tutto questo parte da ciò che giornalmente viviamo e spicca il volo attraverso la fantasia e la creatività che sin da piccola ho avuto... mi rendo anche conto che man mano che scrivevo ho creato un rapporto unico con ognuno dei personaggi, vivevo le loro emozioni come se io fossi una di loro, sentivo la loro voglia di avventura, di ricerca di verità, di soddisfazione nell’aver raggiunto obiet- tivi e perché no; la loro voglia di sfida, di crescere, di sognare. Credo che provare le emozioni dei personaggi che fanno parte di una storia sia un elemento importante non solo per chi legge un romanzo ma anche per chi lo scrive. Devi sentirli, sì parte di te, perché sei tu a dare loro una vita ma, arriva un punto in cui il personaggio cresce e nel crescere assume caratteristiche che, forse, fino al quel momento non immaginavi potesse avere. Così ti ritrovi a dover sentire e vedere come un drago, un folletto, un elfo, un cavaliere o un guerriero, diventi un po’ mamma, un po’ papà, ti metti nei panni di una ragazzina innamorata o di una bambino che ama sognare lontano dalla sua piccola isoletta. Ridiventi ragazzina, adolescente e cerchi di ricordare come era il mondo degli adolescenti (visto che un po’ di tempo da quel periodo ne è passato) poi devi metterti nei panni di un ragazzino all’apparenza musone e scortese ma che nasconde tanta umiltà e gentilezza, cosa non facile se ci pensi, soprattutto se hai scelto di descrivere la vita di un ragazzo solitario che, inizialmente, a mala pena si fida della sua ombra... 27 26 Tutto questo e molto altro ancora è contenuto in un libro che non avrei mai immaginato di riuscire a pubblicare e sarà il primo di una serie di romanzi Fantasy che avranno come protagonisti Oscar e Shingen. La collana di romanzi “Oscar e Shingen” dal primo titolo “L’isoletta di Lemuria e il continente di Linde” è stato presentato al Lingotto Fiere di Torino (fiera del libro). Ho ricevuto varie e piacevoli interviste nella mia città e a Monza. Nonché graditi commenti dai lettori... Per saperne di più non potete mancare sulla mia pagina di Facebook vi aspetto numerosi. Ora l’obiettivo che mi sono posta è di finire la sceneggiatura sperando in un suo futuro come film in computer grafica. Certo il romanzo non è autoconclusivo. Quindi lascio il lettore con la consapevolezza che ci saranno altre avventure, a cui sto dando vita e alle quali che i nostri Oscar e Shingen dovranno far fronte con la tenacia e l’umiltà che contraddistingue i più grandi guerrieri... Il bello sta nel non fermarsi mai e nel continuare a credere che ci sarà sempre la possibilità di sperimentare cose nuove. Annalisa Vozza 29 28 FANTASTICANDO IN BIANCO E NERO Su Facebook: Claudia Lippo illustration C iao a tutti, amici di Japanimando! Il mio nome è Claudia Lippo. Sono una giovane sognatrice di 27 anni e non amo dare una definizione tecnica alla mia passione; diciamo che sono una “tutto fare”: illustratrice, pittrice, scultrice ecc... Disegno fin da quando ero piccolina e a dire il vero disegnavo su tutto ciò che mi capitasse a tiro (specialmente i muri di casa, per la gioia di mia madre)! Come la maggior parte di voi ho vissuto la mia infanzia dedita al fantastico mondo dei cartoni animati japan e non, e fu allora che scoprii i fumetti giapponesi ,ovvero i “manga”. Ricordo ancora il primo che acquistai da Mimmo, il giornalaio del mio quartiere, era Sailor Moon; La adoravo e collezionavo tutto ciò che le appartenesse come marchio: bambole, action figures, scettri, collane, album di figurine... di tutto! Immaginavo spesso, come credo molte ragazze mie coetanee, di essere una guerriera e di portare giustizia e pace nel mondo. E’ stato allora che cominciai ad inventarmi un mondo tutto mio, con i miei personaggi e le mie storie... Affascinata dal fantasy e dallo stile shōjo, assieme ad una mia vecchia amica iniziammo a realizzare dei veri e propri fumetti; io ero l’addetta ai personaggi figurativi, lei studiava e disegnava le varie scenografie. Il fantasy mi ha sempre interessata, iniziai anche ad approcciarmi alle splendide streghette di Kandrakar, le W.I.T.C.H, che hanno indirizzato il mio stile illustrativo iniziale. Ma sentivo dentro di me che chiudermi in una stanza a disegnare, distaccata dal mondo non era sufficiente. Per soddisfare il mio bisogno artistico decisi, di li a poco, di frequentare una scuola che mi avrebbe permesso di impostare le basi del disegno figurativo. Fu allora che mi iscrissi al Liceo Artistico, dove cominciai lentamente ad abbandonare lo “stile fumettistico” facendo così prender vita ad uno stile più maturo ed attento al particolare... quasi più orientato verso uno studio anatomico rinascimentale. Per molti anni ho frequentato l’Accademia di Belle Arti a Lecce ed ho avuto modo di approfondire l’arte nelle ere passate... tutto cio non ha fatto altro che aumentare il mio animo artistico, la volontà di emergere e di rendermi partecipe di un mondo fantastico e colorato che solo pochi so- gnatori riescono ancora ad osservare con scrupolosa dedizione e attenzione. Disegnare mi aiuta a concentrarmi: non c’è alcuna pagina nei miei libri del liceo che non presenti un qualche segno della mia irrefrenabile fantasia... ma nemmeno in quelle dei libri dell’università, o delle medie (sono una criminale dello spazio immacolato; se trovo uno spazio devo per forza di- segnarci). Si ma, perchè il disegno? Vi chiederete. In realtà il Disegno è il mio modo di comunicare col mondo, di dar voce alle mie emozioni e ai miei sogni. Ecco, Disegno per raccontare quella che sono! I personaggi che disegno sono per lo più fantasy, ispirata dai vari libri che mi hanno fatto viaggiare solo sfogliando le loro pagine, o dal trasporto di un’ottima pellicola cine- matografica. Prediligo i disegni in bianco e nero, studiare e far emergere il carattere e il volume dei corpi, giocare con i chiaroscuri. Nei miei lavori uso il carboncino perché amo il tratto “sporco” e netto. Altro mio interesse è il disegno digitale, che riesce a ricreare certe situazioni che “a mano” sarebbero troppo complicate. In futuro spero di riuscire a farmi conoscere e per il resto mi sto impegnando, con le mie potenzialità... Vi invito alla mia pagina di elaborati su facebook e, che dire ragazzi, mettiamocela tutta! Cerchiamo di dare sempre di più!! Bacioni!! :) Claudia Lippo 31 30 TRA ROCK, HORROR E SIMBOLISMO Su Facebook: Francesca Vecchio S alve a tutti, sono Francesca Vecchio, e sono un’illustratrice/pittrice! Sono cresciuta in Puglia, a Sava, e in seguito ai miei studi d’arte mi sono spostata un po’ ovunque per trovare una direzione che arricchisse il mio bagaglio culturale e di vita. Ho cominciato a sentirmi una streghetta dell’arte quando, da piccola, mi sporcavo di colore le mani e lo fissavo per ore pensando fosse quasi magico! Crescendo cominciavo a disegnare i miei primi schizzi e subito dopo li cancellavo perché ero molto timida. Non mi è mai piaciuto essere sotto lo sguardo altrui, tanto che i miei primi voti in artistica alle medie erano corrispondenti alla non classificazione! Sono sempre stata interessata all’arte in maniera intimistica, tenendo presente il disegno come il prodotto di una mia ricerca mentale. Ho studiato per una decina di anni il linguaggio tecnico- artistico, progettuale e storico, da Grottaglie fino all’Accademia di Lecce in Pittura. Sono sempre stata una ragazza molto curiosa, leggevo e mi interessavo un po’ a tutto, soprattutto all’arte antica e la letteratura: cercavo sempre una linea comune che mi facesse dedurre qualcosa di utile per quello che producevo! Per arrivare alla mia attività attuale di grafica sono partita da tutt’altro studio! Sono sempre stata un’appassionata di musica estrema, talmente curiosa che nel paesino dove vivevo questa era quasi follia! Tutti i miei parenti erano decisamente spaventati dal rock e vedevamo in me il sorgere di una grandissima preoccupazione, giacchè per i primi anni (come se vivessi negli anni ‘80!) dovevo nascondere tutti i miei cd e collezioni in altri posti! Ero talmente affascinata da questo mondo, da leggere biografie e sfogliare i booklet da sola mentre nessuno poteva disturbarmi; il cd era diventato il simbolo perfetto che racchiudeva le mie due passioni più forti, l’arte e la musica! Crescendo la mia collezione diventava difficile da nascondere, soprattutto dopo l’ingresso del vinile! Durante gli anni accademici sono riuscita a far stringere la mano a mia madre con il rock. Dopo essermi laureata, ho de- ciso di passare un anno a casa e da lì, provare a cimentarmi nel mondo della grafica musicale. Ho costruito il mio piccolo laboratorio in casa e lì avrei potuto buttare su carta tutto quello che immaginavo, avevo tutto quello che mi serviva per immergermi nel mio mondo: due grandi casse stereo! Girando per concerti ho sempre avuto la fortuna di conoscere uno svariato numero di persone e di band e grazie ai social ho potuto conoscere e far conoscere al resto della gente quello che stavo creando: loghi, schizzi, copertine, poster. Ho cominciato ad avere le mie commissioni e a lavorare anche per band estere. Tendenzialmente sono portata ad amare tutto ciò che si affaccia al mondo dell’illustrazione horror o della pittura simbolista: la grafica musicale alla Mark Riddick, Glen Smith, Malleus, Anthony Roberts... e via dicendo. Tutt’ora sento che il mio percorso è ancora da costruire, e cerco di viverlo pensando a forme d’arte sempre nuove e diverse, tra cui anche la fotografia. Francesca Vecchio 33 32 LA FANTASIA E’ IL MOTORE DELL’ANIMA www.danielemarchiori.it - Su Facebook: Daniele James Marchiori! A mici Lettori, sono lieto di scrivervi e di dare il mio contributo personale al concetto di fantastico che appassiona tutti noi e sia per chi scrive e legge che per chi legge soltanto, rappresenta una porta aperta attraverso un orizzonte denso di emozioni e di atmosfere irreplica- bili nel quotidiano. Dunque quasi un ampliamento di coscienza che crea un parallelo interessante alla realtà. Il mio personale contributo, attraverso le mie opere, a questo mondo che definirei infinito tanto quanto lo è la fantasia, ha una genesi quasi metafisica, oserei dire. Il mio genere, il neo-gotico o 21mo Gotico come io stesso ho voluto rinominarlo ha solide radici nelle viscere recondite della mente umana e ne scandaglia quelle profondità, nel tentativo di portare alla luce quelle stesse creature che la abitano. Quale il limite? Nessuno. Quale la li- bertà? Qualsiasi. La scrittura di genere sembra comunque porre delle limitazioni ma oserei dire che lo sdoganamento avviene nel momento in cui la fantasia e lo sconfinamento nel fantastico danno massima espressione di se attraverso inaspettate ed intensissime evoluzioni verso mondi, creature e dimensioni che sono uniche perché irreali. E’ pur vero che ogni mia opera è densa di escursioni nell’horror e nello psichico, ma è altrettanto vero che l’impianto così come appare alle prime pagine, mette già il lettore nella condizione di entrare in un “giardino sovradimensionale” di “aprire una porta” su una realtà che già ha collocazioni surreali. Non amo infatti quando si parla di “paura” riferendosi al genere, la paura è reale e quotidiana; preferisco si parli di “brivido”che è sempre repentino, istantaneo ed inaspettato. Inutile dire che nasco avidissimo lettore in giovanissima età, “macinino umano” di qualsiasi pagina scritta, qualsiasi genere inclusi: storia, filosofia, occultismo, teologia... fino a enciclopedie universali e vocabolario. La mia grande passione per la poesia, mi fa approcciare attraverso essa ai primi tentativi di scrittura, poco meno che adolescente, la mia attenzione è per i poeti romantici inglesi, il simbolismo e il decadentismo francese, la intera opera di Edgar Allan Poe e la prosa onirica di Lovercraft. Di questo periodo i primi concorsi regionali di poesia con ottimi risultati. Da quel momento ho avuto la fortuna di collaborare con molte associazioni culturali e di partecipare con moltissimi primi posti a premi nazionali ed internazionali per poesia e racconto. Dopo aver pubblicato la prima raccolta di poesie nel ‘98, dal titolo “Irruzione nel subcosciente”, ho voluto affinare e concentrare la mia attenzione sulla prosa e sul racconto mantenendo il “focus” sul gotico, cercando di mantenerne la stilistica ottocentesca, raffinatamente vittoriana e implementando e spingendo al massimo il “fattore” visionario, allucinatorio, introspettivo e psichico. Dopo l’uscita del mio secondo libro: “Sull’Orlo del Delirio” raccolta di racconti gotici e poesia, ho passato un lungo periodo a implementare il mio curriculum partecipando a una moltitudine di concorsi letterari e collaborando con molte riviste e fanzine, fino alla pubblicazione di “Disperatamente Andromeda”. Successivamente si rafforza in me la necessità di “consacrarmi” con un romanzo che abbia la capacità di rappresentare e portare avanti il mio mai sopito tentativo di mantenere vivo il genere sempre amato e perseguito e comincia la stesura più volte interrotta, per l’impellenza di altri progetti a sfondo critico o di collaborazione, di quello che uscito alla fine di Maggio 2015 è il mio primo romanzo: “Rintocchi nel Buio”. Primo romanzo che per quanto riguarda la mia opera sin d’ora è la prima vera e riuscita trasposizione di quanto sostenuto in questa lettera a voi amici lettori, ambientazione gotica collocata nella prima metà dell’ottocento, il mio grande maestro di sempre : Edgar Allan Poe, quale protagonista della vicenda che si svolge attraverso un lungo viaggio fra gli Stati Uniti e Venezia. Quello che aspetterà il grande Maestro è un viaggio ricco di colpi di scena e creature mostruose e fantastiche: Giganti e nani, Nachzehrer, Uomini Falena e Licantropi... in una dimensione dilatata dove il giorno e la notte non esistono più. Dovrò dirvi, per quanto mi costi dichiarare queste cose in quanto sono veramente poco incline alle auto celebrazioni, che il libro per ora ha avuto un buon riscontro e per me la vera riscossa sta nell’aver riportato alla luce, almeno nei luoghi d’Italia dove il libro è stato venduto e nell’area in cui lo 34 abbiamo presentato, un genere che era già poco seguito e che rischiava l’estinzione. Dunque oltre al compiacimento per le ottime recensioni il piacer di aver avvicinato più di qualcuno a questa lettura e la speranza che attragga ancora molti e molti lettori che abbiano la voglia e la sensibilità di godere o di scoprire una sfaccettatura noir del fantastico. Sicuramente per il futuro è previsto e già in lavorazione un degno erede di “Rintocchi” che spero potrà cogliere altrettanto le atmosfere e le ambientazioni, fornendo ulteriori chiavi “per sognare” in un 35 mondo immaginario e inimmaginabile, che durante la lettura sarà la vostra fantasia a sviluppare per immagini. In concomitanza sto lavo- rando anche a un altro possibile successore che andrà stravolgendo il lettore viste le ambientazioni e i temi trattati conditi dal magico filtro. Adorerei sapere da chi ha letto “Rintocchi nel Buio”, cosa avrebbe piacere di leggere per secondo o semplicemente quale dei progetti non ancora compiuti attrae di più la vostra curiosità.. Sperando di essere stato opportunamente esplicativo e mai noioso o banale, vi auguro un anno denso di mille letture dal cuore fantastico. Fantastico deriva da fantasia ed io ritengo la fantasia il motore dell’anima, qualsiasi essa sia. Sinceramente il Vostro. Daniele James Marchiori 37 36 10 DOMANDE A GIOVANNI MUCIACCIA degli eroi della mia generazione... magari Goldrake, un eroe che non si vede più tanto spesso nelle fiere... oppure per venire incontro alle nuove generazioni potrei interpretare Lupin III o da Dylan Dog... o da Giovanni Muciaccia come qualcuno ha fatto davvero! Prima o poi lo faccio! Su Facebook: Giovanni Muciaccia U na grande sorpresa per i lettori della nostra webzine! Il nostro collaboratore Simone Dilaghi ha instaurato una interessante conversazione con uno dei miti assoluti della TV dei ragazzi, ovvero Giovanni Muciaccia ed ecco cosa abbiamo scoperto... per voi! S.D.: Com’è nata l’idea di fare Art Attack e com’è stato condurlo per così tanti anni? G.M.:Art Attack è nato intorno agli anni ‘90 da un’idea di Neil Buchanan ed altri due soci che hanno lavorato con lui. Il programma è andato in onda diversi anni sulla BBC fino a quando, nel 1998, è stato notato dalla Disney che ha deciso di co-produrre il programma e di farlo anche in altri quattro paesi d’Europa, oltre che in Inghilterra, ovvero Spagna, Francia, Germania ed Italia. Io sono stato l’unico conduttore fino al 2014 e le generazioni di ragazzi che oggi hanno 27 anni sono crescute con me: e di questo sono davvero molto ma molto contento. S.D.: Quanto ha influito Art Attack su quella generazione? G.M.: Il programma, in realtà, ha influito moltissimo su diverse generazioni e ancora continua ad appassionare quelle di oggi in quanto il programma continua dal 2014 su Rai Yo Yo anziché Rai 2 (e non tutti lo sanno). Sapere che i bambini di oggi così presi dai videogames e dalla multimedialità apprezzino anche la creatività insita nell’uso della manualità è una bella soddisfazione. S.D.: Come hai conosciuto Neal? G.M.: Ho conosciuto Neal nel 1998 quando andai in Inghilterra per gi- rare Art Attack. E’ stato interessante girarlo da quelle parti per sette anni, mentre i restanti quattro anni le riprese vennero fatte a Buenos Aires in quanto cambiò la produzione. Neal, da ormai quattro anni, è stato sostituito da un altro grande artista chiamato Alex Gandman e oggi è tornato a suonare la chitarra elettrica nel suo gruppo musicale storico tornando a fare ciò che gli piace, tra cui disegnare e creare ciò che per anni ha fatto vedere in televisione. S.D.: Chi si nasconde dietro “Il Capo”? G.M.: Il Capo era una statua di gomma che non sò per quale motivo faceva paura ai bambini più piccoli; una statua un po’ pasticciona che incarna la figura di coloro che non hanno una spiccata manualità e i cui lavori non riescono. Ciò che mi piace raccontare ai miei fans è che il volto della statua è stata fatta su una persona realmente esistita: uno dei soci di Neal. A noi dello staff questa cosa ci ha sempre divertito! L’ultima volta l’ho vista su una scrivania, dentro ad un cartone, in attesa di essere restaurato. S.D.: Un tuo parere sulla tua esperienza al Daunia Comics? G.M.: Il mio parere è molto positivo. Mi è dispiaciuto solo non poter fare il mio “laboratorio dal vivo” per problemi tecnici: sono anni Foto: Copyright © degli aventi diritto. S.D.: Raccontaci di quando Foto: Mirta Lispi Foto: Mirta Lispi S.D.: Ti piacciono i cartoni animati? G.M.: Certamente! Tieni presente che io faccio parte della prima generazione di bambini che videro arrivare i primi robot in Italia come ad esempio Goldrake e Mazinga; io avevo circa nove anni e mi ricordo che i miei genitori li demonizzavano in quanto li ritenevano troppo violenti per un bambino (in effetti, rivedendo ad esempio Goldrake, tra disegni, storia e musica... era un po pesantuccio). Però noi impazzivamo: mi ricordo gli album di figurine e di quanto tempo si passasse a disegnarli. Crescendo poi ne ho visti che lo propongo nelle piazze, nei teatri, nei grandi centri commerciali o nei palazzetti dello sport ed è bello rendere partecipi i bambini facendogli riprodurre gli oggetti che io costruisco davanti a loro. Però mi sono divertito ed è stato appagante poter parlare con la gente e rispondere a tutte le loro domande, anche quelle più stravaganti. E’ stato bello anche capire la percezione che hanno di te dal teleshermo... davvero molto interessante! veramente tantissimi: da Lupin III a Carletto il principe dei mostri e chissà quanti altri... se non tutti, quasi; poi ho avuto una “pausa” e da quando sono diventato padre (ho un bambino di cinque anni) ho ripreso la visione con i nuovi cartoons della “sua generazione”, da Manny Tuttofare a tanti altri personaggi e debbo dire che è sempre un bel momento di condivisione. Inoltre mi piace notare che ultimamente la qualità delle storie, dei personaggi, dei doppiatori e quant’altro siano spesso anche educativi oltre che divertenti. Sono sicuramente dei cartoni molto belli ed io credo che mio figlio, messo davanti ai cartoni giusti, abbia imparato molte cose. S.D.: Se fossi un cosplayer che personaggio ti piacerebbe interpretare? G.M.: Sicuramente uno 39 38 hai fatto il doppiatore per i Robinson della Disney! G.M.: E’ stata sicuramente un’esperienza molto interessante; pur venendo da esperienze teatrali non avevo mai doppiato e non so perché non abbia mai pensato a coltivare anche questa professione. Certamente per me è stata una grande soddisfazione vedere la mia foto in una scena del film dopo che ad una specifica domanda uno dei protagonisti rispose di avere il papà somigliante a me... e nella versione originale c’era la foto di Tom Sellek, il mitico “Magnum P.I.” di cui sono sempre stato un fan sfegatato! E’ stata un’esperienza che vorrei rifare, magari interpretando un personaggio più complesso, con tante scene da interpretare. S.D.: E invece che ci dici di quando hai fatto “Mr. Archimede” con Fabrizio Frizzi e Maddalena Corvaglia? G.M.: E’ stata un’esperienza sperimentale molto interessante sulla scienza, in cui facevo una sorta di informatore scientifico però andavo anche in esterna e giravo servizi. Facevamo esperimenti legati a delle scommesse, come nella puntata in cui eravamo nella galleria del vento di Milano e bisognava indovinare chi tra una persona magra ed una grassa sarebbe caduta subito dopo l’impatto con un vento fortissimo, quindi si spiegava il perché in ter- mini scentifici: un programma bellissimo, interessantissimo la cui puntata zero ottenne il 24% di share ma che, purtroppo, dopo due mesi e mezzo di lavoro non si poté continuare. Gran programma e grande staff... peccato davvero. Dopo tanti anni però sono diventato il conduttore di “X-Makers”, il primo programma mondiale dedicato alla digital fabrication; in questa produzione facciamo vedere come, attraverso l’utilizzo delle stampanti 3D, riusciamo a trasformare un oggetto preesistente in qualcosa di nuovo e funzionante. Una macchina telecomandata può essere, ad esempio, ridise- gnata e resa un drone che vola davvero... e molto altro ancora: una forma di creatività applicata alla tecnologia. Il programma viene trasmesso su Dea Kids (Canale 601 di Sky) ed ha recentemente vinto il “Premio Moige” come programma di qualità. Un’altra bella soddisfazione per me! S.D.: Grazie mille Giovanni per la tua disponibilità da parte nostra e dei nostri lettori.Vuoi lasciarci un messaggio? G.M.: Un carissimo saluto a tutti i lettori della webzine Japanimando da Giovanni Muciaccia! Ciao ragazzi!! Simone Dilaghi Foto: Mirta Lispi 41 40 IVAN MIGLIOZZI SI RACCONTA Su Facebook: Ivan Migliozzi C ari amici dell’associazione culturale Japanimation mi voglio presentare e vi voglio presentare la mia opera e la mia passione per la lettura. L’idea del mio primo romanzo è nata da un’idea che ronzava nella mia testa dagli anni delle scuole medie. Ha preso contorni sempre più distinti, ha acquisito forza e vigore ed è diventata una sfida, a cui dedicarsi con pazienza e costanza. Mi presento, sono Ivan Migliozzi e sono riuscito a trasformare la mia idea in un romanzo di fantascienza: “Il mondo dei tbot”. Pubblicato nel 2012 con Edizioni Montag, attualmente pubblicato in una nuova edizione ed in formato ebook. Vi voglio raccontare di questa mia prima esperienza da scrittore. Frequentavo le scuole medie quando ho iniziato ad immaginare questa avventura. Passavano gli anni e ogni tanto l’idea si ripresentava alla mia mente, cresceva. Un giorno, circa tre anni fa, ho deciso di iniziare a scrivere, ma non sapevo come sarebbe finita. Beh, è finita bene: nel giro di un anno ho completato la stesura e mi sono dato da fare per trovare una casa editrice, specializzata nel settore, a cui potesse interessare il mio manoscritto. È stata una soddisfazione enorme, indescrivibile, prendere tra le mani una copia del mio libro, che ora è in vendita nei bookstore on-line. Lo sto promuovendo sia attraverso il web, con l’utilizzo di Facebook,YouTube e siti per nuovi scrittori, sia mediante canali più tradizionali: ho presentato “Il mondo dei tbot” in diverse biblioteche della Lombardia. Come potrete immaginare prima di essere uno scrittore esordiente di fantascienza, sono un accanito lettore. Il mio scrittore preferito è Philip Pullman; di lui adoro la sua capacità straordinaria di creare mondi nuovi e paralleli al nostro. Conoscete la trilogia “Queste oscure materie”? Di questa trilogia è molto famoso il primo libro, “La bussola d’oro” di cui è stato fatto anche un film con attori molto famosi (Nicole Kidman e Daniel Craig) ma che non ha avuto il successo sperato al botteghino. I libri hanno molto influenzato la mia scrittura ed anche la mia fantasia. Pullman è riuscito a creare un mondo parallelo al nostro, un mondo fantastico dove gli umani nascono, vivono e muoiono al fianco di un animale,che rappresenta la loro anima. Un’idea rivoluzionaria e molto particolare. Per quanto riguarda i cartoni animati ed i fumetti sto prendendo ispirazione per il mio secondo romanzo a One Piece; sono sicuro che ognuno di voi conosce One Piece, magari meglio di me. Ma l’idea di base, l’idea di un mondo di pirati, ognuno con le proprie caratteristiche e peculiarità, sta ispirando la scrittura del mio secondo romanzo, che verterà più sul fantasy che sulla fantascienza. Consiglio a tutti gli amanti delle storie di pirati i due libri che raccontano delle avventure del pirata Locke Lamora: “Gli inganni di Locke Lamora” ed il seguito, “I pirati dell’oceano rosso”. Si tratta di due bellissimi libri di Scott Lynch. Anche in questo caso non si tratta di libri di pirati tradizionali (li definirei alla Salgari), ma libri fantasy adatti, per quanto mi riguarda, anche ad essere raccontati al cinema. Sono inoltre un fan di Peter Pan; ognuno di noi conosce la storia Peter Pan. Partendo dal libro di Sir James Matthew Barrie, passando al cartone tradizionale di Walt Disney, arrivando ai film dei giorni nostri, quali “Hook”, “Peter Pan” del 2004 e “Pan” del 2015, senza dimenticarsi della struggente storia di “Neverland”. E come dimenti- carsi dei cartoni animati che venivano trasmessi negli anni ‘90? Peter Pan rimane uno dei personaggi migliori a cui ispirarsi, non solo a lui come personaggio, ma a tutta la storia che gli è stata costruita attorno. Al di là delle discussioni sul bambino che non voleva crescere e della sindrome di Peter Pan che colpisce molti adulti dei nostri giorni, Peter Pan può ispirare chiunque ad inventare storie di qualsiasi genere. Sull’isola che non c’è ci si scontra con pirati e con indiani; si fa la conoscenza di sirene che possono essere buone o cattive, dipende da come le si vuole vedere; si può vivere ogni genere di avventura. Ed è per questo che Peter Pan ha ispirato e sempre ispirerà ogni mia storia, avventura fantasy che vorrò raccontare. Magari il protagonista non saranno Peter Pan, Capitano Uncino e Spugna, ma in un mondo immaginario, come l’isola che non c’è, potrò ambientare ogni sorta di storia fantasy che mi verrà in mente. Tornando con i piedi per terra, vorrei raccontarvi brevemente del mio romanzo “Il mondo dei tbot”. Per il mio primo romanzo non mi sono ispirato a nessuno in particolare, anche se come detto, ognuno dei libri o fumetti citati, hanno influenzato indirettamente la stesura della storia; ho però cercato di creare qualcosa di totalmente originale. Il mondo dei tbot è la storia di tre ragazzi, tre giovani amici, che senza spiegarsi come, intraprendono un viaggio nel futuro. Si ritrovano separati, lontani da casa e dalle loro abitudini, a doversi adattare ad un mondo nuovo, diverso da qualunque cosa conoscessero. Raggi laser, auto e motorini volanti, strade di metallo, enormi sfere di vetro, robot. L’arrivo nel mondo dei tbot (così vengono chiamati i robot in quel lontano futuro) è traumatico: i tre amici incontreranno molte persone, alcune umane e altre no, disposte ad aiutarli, ed altre ancora di cui è meglio non fidarsi. Come anticipato le avventure di Miki, Tommi e Gio hanno già un seguito, presto in vendita. La trilogia non è da escludere... Ivan Migliozzi 42 43 I MONDI FANTASTICI DI DAVIDE CALI www.davidecali.com - Su Facebook: Davide Cali S ono cresciuto leggendo soprattutto fumetti, che poi sono diventati il mio lavoro, prima che lo diventassero anche i libri per bambini. Oltre che con i fumetti sono cresciuto con i cartoni animati. Quando ero bambino le serie giapponesi erano appena arrivate in Italia e penso di averne saltate poche! Tra le mie serie preferite c’erano Jeeg Robot, Goldrake, Mazinga Z, ma anche Gundam e Daitarn III. Penso di aver accarezzato spesso, da bambino, il sogno di guidare la Match Patrol, di avere un maggiordomo e due ragazze, una bionda e una rossa! Crescendo la passione per la fantascienza e poi l’horror si è allargata ai libri e il cinema. Ricordo che quando andavo alle superiori facevo le ore piccole a vedere filmacci che passavano solo di notte! In seguito ho perso interesse per la letteratura di genere, che riscopro solo d’estate, ma ho continuato a coltivare il cinema sci-fi. Decisamente meno l’horror. Il fantasy, confesso di non averlo mai capito molto. Che dire? Nessuno è perfetto! Quanto al mio lavoro, è sempre difficile dire quando ho cominciato. A 15 anni tormentavo già gli editori ai quali inviavo pacchi di fumetti e personaggi che cercavo di ven- dergli. A 18 anni disegnavo videogiochi. Subito dopo la scuola mi sono messo a disegnare anche fumetti per varie fanzines, che poi è stato l’inizio di tanti. Tempo qualche anno, ho concluso la mia esperienza con i videogiochi (che però mi mancano ogni tanto), e ho chiuso tutte le collaborazioni gratuite, per disegnare da professionista. Poi sono successe tante cose, ho disegnato vignette, fumetti, copertine, storyboard per la pubblicità. Più tardi sono passato ai libri per bambini, ma dopo i primi ho capito che in Italia non c’era posto per me. Tutti mi facevano tanti complimenti ma i miei libri non li voleva nessuno. Così li ho portati in Francia, dove lavoro da ormai 10 anni. In Francia ho pubblicato decine di libri, poi anche di fumetti “alla francese”. Oltre ai libri collaboro anche con un sacco di giornalini che ci sono qui e che escono mensilmente in edicola. Io ho sempre bisogno di novità per cui da tre anni lavoro anche negli Stati Uniti e in Portogallo. Nel frattempo sto cominciando collaborazioni anche in Inghilterra. Anche se quello che scrivo non può dirsi “di genere” molto della letteratura e del cinema fantastico con cui sono cresciuto finisce inevitabilmente nei miei libri. In Paris 2050 (Actes Sud) per esempio ho raccontato la Parigi del futuro, in Un giorno, senza un perché (Kite Edizioni) ho raccontato invece la storia strana di un tale a cui crescono le ali, mentre nel recentissimo A casa que voou (Bruàa) per ora uscito solo in Portogallo, racconta di un casa che improvvisamente si solleva e vola via. Ne Il doppio (Kite Edizioni) si parla di clonazione mentre Sono arrivato in ritardo perché... (Rizzoli) è letteralmente infarcito di sci-fi: formiche 44 45 Tra i progetti in corso c’è un libro in uscita in Francia in cui un bambino si trasforma in dinosauro ogni volta che la mamma gli chiede di mettere a posto la sua cameretta e poi una serie, sempre francese, ispirata alle avventure di Sherlock Holmes. Un’altra serie è prevista invece in uscita in Italia e giganti, uomini talpa, blob, le citazioni dal cinema si sprecano! Lo stesso si può dire di Dix petits insectes: Retour vers le passé, terzo di una trilogia comica, in cui i personaggi viaggiano indietro e avanti nel tempo per scongiurare una catastrofe nucleare, una specie di L’esercito delle 12 scimmie in chiave demenziale! ha per protagonisti dei fantasmi. Poi ci sono in lavorazione varie cose, un paio di romanzi nuovi, un libro non-fiction sugli animali, un ebook che dopo tre anni di lavoro è quasi pronto. Da parte ho diverse graphic novel che spero di mettere in lavorazione durante l’anno. Ma la novità più grande forse è che dopo dieci anni, in cui ho messo da parte il disegno per dedicarmi alla scrittura, nel 2016 torno all’illustrazione, con due libri di cui sarò autore completo. Uno parla di supereroi... ma per ora non posso dirvi di più! Davide Cali LE ORIGINI DI NOCERA A FUMETTI Su Facebook: La Storia di Nocera a Fumetti L e cose migliori nascono quasi sempre in maniera molto casuale. Le persone giuste al posto e al momento opportuno, suggestioni che si articolano in un discorso di senso compiuto. Succede così che un giorno Carmine Contursi realizza che nessuno aveva ancora utilizzato il fumetto per raccontare la storia della sua città natale, quella Nocera Inferiore che oggi offre alle cronache spesso pagine poco edificanti. Carmine è un vero appassionato, da anni intento a promuovere quest’arte povera ma bella ai suoi concittadini e non, dapprima con il solo sostegno della sua famiglia e poi con un manipolo di sognatori con i quali, nell’agosto del 2015, costituisce l’associazione NoCom Nocera Comix, divenendone il presidente. Succede poi che Carmine ne parli con Giampiero Leo, suo vice nell’associazione e sparring partner nella definizione di diversi progetti già realizzati nonostante i pochi mesi di vita del sodalizio. L’idea piace ed entusiasma, ma occorre mettere in campo le giuste competenze, che nel giro di poco tempo saranno assicurate da Francesco Belsito, archeologo e già autore di un libro sulla storia di Nocera, e Daniele De Crescenzo, giovane e promettentissimo fumettista salernitano. Trovata la compagine, si è scelto di esordire con la narrazione di un episodio poco noto ma non meno interessante della storia nocerina, la distruzione della città ad opera delle truppe cartaginesi di Annibale nel 216 a.C.. Le fonti storiche hanno fornito l’impianto scenico generale nel quale animare i personaggi, reali e di fantasia, scelti per appassionare tutti i curiosi che l’anno prossimo, in occasione dell’anniversario dell’evento narrato, avranno il piacere di leggere l’albo in lavorazione. Questo è a tutti gli effetti da considerarsi un numero speciale, commemorativo e allo stesso tempo promozionale di un progetto editoriale più articolato, volto a ripercorrere gli episodi più importanti della storia millenaria delle città di Nocera (ebbene sì, oggi sono due, Inferiore e Superiore), che può vantarsi d’aver dato i natali ad un imperatore romano, ad un santo e ad una delle più importanti dinastie politiche degli U.S.A., che tra i suoi concittadini d’elezione può vantare anche una popstar che ha furoreggiato con la sua band negli anni ‘80 a livello mondiale. Curiosi? Non vi resta che rimanere in contatto seguendoci sulla pagina ufficiale dell’iniziativa NoCom Nocera Comix Staff 46 47 IL SENTIERO ARTISTICO DI JU JUMBLE Su Facebook: Ju Jumble L a mano si muove libera sulla tastiera trasportata dal desiderio di raccontarmi, le lettere si affiancano e le parole prendono forma e cominciano a descrivermi, raccontando di me e della mia più grande passione... Sono una ragazza di ventidue anni e abito a Legnano, un paese in provincia di Milano. Fin da bambina sono sempre stata pestifera come poche, avevo la calamita per i disastri e non stavo ferma un secondo. Non a caso sono figlia unica, devo aver terrorizzato i miei genitori all’idea di un altro marmocchio scalpitante come me. Non riuscivano a calmarmi in nessun modo. Un giorno mia nonna mi propose un nuovo gioco, mi fece sedere al tavolo con lei e mi diede un foglio e dei pastelli. Non fiatai per un pomeriggio intero. Fu come un colpo di fulmine, e presto il disegno diventò una vera e propria dipendenza (oltre che un ottimo calmante aggiungerei). Nutrita anche dai classici Disney, cominciai subito a creare i miei mondi fantastici. Questa passione col passare del tempo andò crescendo e fortificandosi. Decisi così di dedicare la mia formazione alla mia passione cominciando il liceo artistico miglio- rando progressivamente le mie doti e una volta diplomata scelsi di specializzare il mio percorso presso l’accademia di belle arti NABA di Milano. Li ho avuto l’occasione di approcciarmi a numerose nuove tecniche, innamorandomi più e più volte, soprattutto della tecnica dell’acquerello. Ogni opera che realizzavo era la più grande rappresentazione dei miei sentimenti e del mio carattere, così cominciai a usa il nome d’arte Ju Jumble, un nome d’arte che rappresentasse il mio modo d’essere e di vivere. Un giorno per caso, durante una lezione all’accademia, ho potuto scorgere il mondo dell’animazione dietro le quinte e sono... impazzita credo. E da quel giorno ho cominciato a interessarmi alla digital art animata. Potevo dare vita a tutti i miei personaggi, farli muovere, donargli un’“anima”! Da quel giorno ho cominciato a studiare da autodidatta (santi tutorial su YouTube) continuando a specializzarmi in questa tecnica. Amo tutto ciò che fa parte dell’immaginazione e della fantasia. I libri hanno avuto un ruolo molto importante per la mia creatività, amo tanto la saga di Harry Potter, che mi ha accompagnata nel difficile passaggio tra infanzia e adolescenza e sono molto legata praticamente a tutti i libri di Licia Troisi, che hanno saputo tenermi compagnia durante notti insonni scaldando il mio cuore. Oltre i libri hanno avuto una grande importanza anche i film, il visionario regista Tim Burton è sempre stato punto di riferimento per me, a par- tire da “Vincent” fino ad arrivare a “Big Fish”, il mio film preferito in assoluto. Senza contare tutti i capolavori di Miyazaki. Ho tanti sogni nel cassetto per il mio futuro e tra questi ci sarebbe il sogno lavorare per la Disney e spero un giorno di poter realizzare questo grande e importante desidero. Potrei parlare per ore elencando cose che amo, ISCRIZIONI APERTE MASTER IN EDITORIA LIBRARIA “A.VICINANZA” Corsi: REDATTORE WEB - CORRETTORE BOZZE, GRAFICO EDITORIALE DI BASE, REDATTORE EDITORIALE, EDITING, APRIRE UNA CASA EDITRICE. FORMULA ON-LINE A DISTANZA CERTIFICAZIONE EDITORIALE PER TUTTI GLI ISCRITTI Infoline: [email protected] - 06.33.61.08.00 (Ore 10-14) 49 48 FUMETTO E TEST PSICOLOGICI http://digilander.libero.it/romanzi/ - www.psicologi-italiani.it però alla fine il succo è sempre quello, ora, oggi, nel presente, se dovessi definirmi, non potrei slegarmi da quello che amo fare, da quello che ormai è diventato pilastro fondamentale della mia vita, il creare. La realtà ovviamente si scontra con la mia visione rosea e le voci di chi è più grande di me si insinuano nella mia mente con frasi tipo “trovati un lavoro vero”, oppure “non ci mangi disegnando”. Un po’ in effetti ci penso, ma poi apro a queste frasi la porta di servizio facendole uscire da dove sono entrate. La possibilità di fallire è sempre presente, ma c’è anche quella di riuscire. Io credo fortemente nella riuscita dei miei desideri, dei miei sogni. Credo che alla fine l’uomo non possa fare a meno della fantasia e l’immaginazione, sono il nutrimento principale dell’animo umano. Io spero con i miei disegni, nel mio piccolo, di riuscire a farvi fare anche solo un piccolo spuntino. Per concludere, so di non essere molto brava a scrivere, ma spero di essere riuscita a condividere con voi un po’ di me, dei miei pensieri senza annoiarvi troppo. Se in qualche modo ho destato la vostra curiosità venite a trovarmi sulla mia pagina Facebook.Vi aspetto! Giulia Manelli G iordano e Fontana-Capocaccia hanno utilizzato il fumetto come tecnica d’indagine accessoria, applicata al Test del Disegno della Famiglia; questo test proiettivo, elaborato da Corman, viene impiegato soprattutto in psichiatria infantile e consiste nell’invitare il soggetto esaminato a disegnare la propria famiglia, e succes- sivamente a spiegare il disegno. Giordano e Fontana-Capocaccia aggiunsero “la consegna di ‘far parlare’ i personaggi dopo che il soggetto abbia sicuramente completato il suo disegno prima di passare alla fase dell’inchiesta secondo la tecnica di Corman”. Gli autori affermano che “lo stesso messaggio verbale espresso in altro modo (didascalie, dettatura, commento orale), non avrebbe eguale valore, perché mancherebbe di immediatezza temporospaziale e tale distacco psico-motorio potrebbe interrompere la situazione proiettiva”. Essi concludono “di poter consigliare l’aggiunta del linguaggio parlato (attraverso la tecnica del fumetto) al test del disegno della famiglia, come mezzo di arricchimento proiettivo utile, di facile applicazione e in qualche caso addirittura essenziale per la migliore comprensione di situazioni conflittuali. (Da Manuale di Psicologia del fumetto, Marco Minelli, Edizioni Psiconline 2012) Marco Minelli 50 51 “GLI ULTIMI TERRESTRI” www.innovari.it/scudo.htm O ggi parlerò dell’Antologia Personale di Paolo Ninzatti intitolata Gli Ultimi Terrestri. Niente di nuovo, s’intende, in teoria. Si tratta di cinque racconti pubblicati sui numeri precedenti di Short Stories delle Edizioni Scudo e che ho già recensito su Japanimando. Gli Ultimi Terrestri, che dà il titolo all’antolo- gia, Le Rune nel ghiaccio, Commandos d’Acciaio, Realtasy, e Sfida alla Morte. Non mi dilungherò quindi a scrivere di che cosa si tratta. Sono le mie prime storie, scritte col mio primo stile. L’interessante è che con questa nuova edizione digitale esse tornano alla luce, nella stesura originale, ma raccolte in una sola antologia, a stimolare la curiosità di chi ha letto le mie recenti pubblicazioni, nel caso avessero voglia di leggere i miei primi, timidi passi verso la fantascienza, il fantasy e il weird. Anche allora, come oggi, scrivevo con passione. Niente è cambiato. Nonostante i racconti non siano nuovi, lo è invece il concetto della pubblicazione. Innanzitutto si tratta di un ebook, reperibile su Amazon, la nuova scelta di Edizioni Scudo, che va a passo coi tempi. Da un lato, chi pubblica fantascienza pensa fantascientificamente. E il digitale sta prendendo piede per la sua praticità. Non sono infatti l’unico autore a cui è dedicata una di queste antologie personali di Scudo, che mira a pubblicare qualcosa di accessibile economicamente e che sia facile da leggere. Niente code alle librerie o edicole o prenotazioni print on demand e attese di pacchi postali che spesso arrivano spiegazzati o pieni di gibolli. Clik, paghi poco, scarichi e, voilà, te lo trovi sul cellulare o sul tablet e te lo leggi mentre aspetti l’autobus o durante la pausa al lavoro. Easy reading si potrebbe definire. Delos Books, ad esempio, ha una collana digitale chiamata Bus Stop. Da fine novembre, Edizioni Scudo, dopo una pausa, sta sfoderando, via Amazon, queste nuove antologie, oltre a far resuscitare quelle già pubblicate in precedenza, a fianco di romanzi a suo tempo pubblicati print on demand. Ed ecco il vantaggio degli ebook. Sono sempre pronti e disponibili. Magari per mesi restano nella vetrina digitale senza destare interesse. Nel mondo cartaceo finirebbero al macero, e addio. In quello digitale restano, in attesa, pazienti, come reliquie, fino a quando, per ragioni strane o per l’inconscio collettivo o per qualche spam o condivisione che diventa virale, si ridestano dal letargo e vengono scaricati, magari recensiti, raccomandati ad amici. Gli ebook hanno pazienza e non muoiono mai. A questo punto i fautori del cartaceo si staranno già arroccando, sfoderando i tagliacarte, pronti a difendere il libro sacro e inviolabile. Mi perdonino. Anch’io un tempo ero diffidente nei riguardi dell’ebook. Mettiamo le carte in tavola: ancora oggi adoro l’odore della carta, la sensazione di tenere in mano qualcosa di tangibile e stampato, il fruscio delle pagine che vengono girate, i segnalibri. Ogni volta che metto piede in una libreria, quell’aroma mi stimola un flusso di dopamina. Ho lavorato di recente in una biblioteca. Passeggiare tra scaffali colmi di libri è stato per me come defilare per i corridoi di un monastero. Disquisire con un bibliotecario o una bibliotecaria è come parlare di filosofia con qualcuno che condivide la tua metafisica o fare una jam session con strumentisti che captano il tuo discorso musicale. Ma oggi sono convinto che digitale e cartaceo possano convivere fianco a fianco. Trasportando il tutto nel campo della musica, i dischi di vinile continuano a esistere fianco a fianco ai CD e agli MP3. In treno o in autobus ascolti musica al telefonino, a casa accendi lo stereo. L’importante è che si ascolti musica. E tornando alla letteratura, l’importante è che si legga. Scripta manent. Su carta o su softwere. Il progresso umano, da tavole scolpite a incisioni su cera, fino al papiro, la carta, e infine il digitale. Le antologie personali, compresa la mia, sono naturalmente abbellite dalle illustrazioni di Luca Oleastri e Giorgio Sangiorgi. La novità è che anche i fumetti saranno tra breve su Amazon in versione digitale. La saga dell’atlantidea Guinna, citata nel numero precedente di Japanimando, sarà anch’essa disponibile su Amazon. Il piacere di vedere questa carica di Scudieri digitali alleati delle Amazzoni verso i computer, tablet e smart phones dei lettori è stato pari a quello di scoprire tanti nomi di colleghi autori ripubblicati e riportati alla luce. Per fare una battuta e un gioco di parole in latino maccheronico, come disse Cartone il Censore: CETERUM CENSEO CARTACINEM AETERNAM ESSE, SED CUM EBUCUM. Il personaggio storico citato e storpiato mi perdoni. Ci si sente a febbraio. Paolo Ninzatti 52 53 IL TALENTO DI ANDREA MODUGNO Su Facebook: Andrea Modugno C iao a tutti! Ringrazio Japanimando per l’opportunità di farmi conoscere! Mi chiamo Andrea Modugno, sono di Genova e ho 37 anni. Che dire di me... sono nato con una grande passione; “disegnare”... da bambino per farmi stare buono bastava un foglio di carta, una matita e il mio mondo prendeva vita. La passione per il disegno si è poi trasformata in passione per il fumetto e alle nuvole parlanti in generale; a cominciare da Topolino con le sue semplici storie ma sempre divertenti, per poi passare ai Manga e al mondo dei cartoon che hanno segnato la mia infanzia facendomi sognare tra Robot e quant’altro il mondo giapponese ha saputo dare alla fantasia. A seguire ovviamente c’è stato il fumetto Americano, Italiano e infine Franco\Belga con alcuni autori e storie che mi fanno sentire ancora ragazzino lasciandomi con il fiato sospeso nell’attesa dell’uscita successiva. Oggi a distanza di anni il mio gusto da ragazzino è cambiato; iniziai a leggere tanto anche al di fuori del fumetto; il mio primo libro è stato La spada di Shannara di Terry Brooks, poi passai a Tolkien, Howard e l’amore per il fantasy esplose in me! Ovviamente dal fantasy passai alla fantascienza influenzato dai film come Star Wars, Star Trek che hanno segnato le epoche di tutti quelli nati dagli anni ‘70 a oggi. Fumetti, libri e cinema sono stati da sempre lo sprono per esprimere la mia voglia di raccontare storie a fumetti. Cominciai a studiare seriamente disegno a scuola; frequentando liceo Artistico e in seguito attraverso un corso di formazione ho conosciuto Giovanni Bruzzo: disegnatore della Bonelli, hai tempi sotto la testata di “Mister No”. Attraverso i suoi insegnamenti ho messo giù le prime basi del fumetto popolare italiano: la scacchiera, la griglia e il tipo di narrazione. Li compresi che fare fumetti non era solo passione ma un lavoro vero e proprio, composto da studio continuo, ricerca e forza di volontà, poiché riuscire a essere a un livello pubblicabile è una strada molto lunga, complessa e spesso costellata da “porte chiuse in faccia”. Per caso, grazie a Facebook ho conosciuto Alessio Lapo noto disegnatore Italiano che lavora per la Francia (Tra cui la Delcourt); Chiedendogli dei consigli per migliorare il mio disegno, ha deciso di prendermi sotto la sua ala insegnandomi a migliorare sia il disegno che il linguaggio visivo dei miei lavori. Grazie a lui ho incominciato a fare delle prove ufficiali presso alcune case editrici e al giorni d’oggi mi ritrovo a lavorare per Aurea come di- segnatore di fumetti, sia come copertinista di Skorpi Maxi (da poco tempo). In oltre ho realizzato un progetto della casa editrice Wombat Edizioni sotto i testi di Giorgio Pedrazzi (noto autore di fantascienza degli anni ‘80). Questo per me è l’inizio di un percorso che spero mi porti diventare un vero professionista e che mi conduca, un giorno a pubblicare qualche storia chiusa nel mio cassetto. Un saluto a tutti! Andrea Modugno 55 54 “RITORNO AL FUTURO” Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA! L o scorso mese di ottobre ha riportato prepotentemente al centro dei riflettori mediatici una delle più famose trilogie cinematografiche degli anni ‘80. Il 21 ottobre del 2015 infatti arrivano dal passato i due protagonisti di Ritorno al Futuro, nella seconda parte della saga. Questo avvenimento ha rinverdito i fasti della trilogia e sono stati tanti gli eventi legati a questo evento. Non solo è stato riproposta al cinema e in televisione l’intera saga ma sono state organizzate anche mostre, incontri e contest per i fan. Forse però non tutti ricordano che le gesta di Marty McFly e Doc Brown sono stati narrate anche in una serie di cartoni animati. Ritorno al Futuro la serie animata fu trasmessa originariamente dalla CBS dal 14 settembre 1991, al 26 dicembre 1992, e nuovamente fino al 14 agosto 1993 sempre sulla CBS. In Italia invece la serie è stata trasmessa nel periodo 1991-1993, prima su Italia 1 e successivamente su Canale 5, tranne gli ultimi due episodi, che non sono mai stati nemmeno tradotti in italiano. La serie è durata in tutto due stagioni, ognuna di 13 episodi di circa venti minuti ciascuno. La rete scelse di non rinnovare lo show per una terza stagione a causa dei bassi ascolti. In seguito è stata nuovamente replicata dalla FOX. La serie fu scritta e prodotta da Bob Gale per la Universal Cartoon Studios e riprende le fila dalla conclusione del terzo film. Doc Brown, dopo aver vissuto alcuni anni nell’Ottocento, si stabilisce nel 1991 a Hill Valley con la sua nuova moglie Clara, i figli Jules e Verne e il cane di famiglia, Einstein, che vivono nella stessa fattoria dove Clara viveva nel 1885. Come per i film, i nostri eroi viaggiano nel tempo con la DeLorean modificata, che è stata ricostruita dopo che era stata distrutta alla fine della trilogia. La nuova DeLorean ha ora l’attivazione vocale dei circuiti del tempo e può anche viaggiare istantaneamente in diverse posizioni nello spazio oltre che nel tempo. I personaggi viaggiano nel tempo anche con il treno inventato da Doc alla fine di Ritorno al futuro parte III. A parte qualche apparizione occasionale di Jennifer Parker, la serie si è concentrata principalmente su Marty e la famiglia Brown, mentre i film erano incentrati principalmente sulla famiglia McFly. Anche il “villain” della saga cinematografica, Biff Tannen, appare di tanto in tanto. Inoltre, appaiono spesso i parenti delle famiglie McFly, Brown, e Tannen come copie di linee temporali divergenti. A differenza dei film, che si svolgono interamente a Hill Valley e dintorni, la serie porta spesso i personaggi in luoghi esotici. La prima serie è caratterizzata dalla presenza di Christopher Lloyd nei panni di Doc Brown, che apre e chiude ogni episodio con una ripresa live dal suo laboratorio, dove spiega semplici esperimenti scientifici spesso legati alla trama dell’episodio. La prima stagione comprendeva anche dei segmenti con Biff Tannen che racconta una barzelletta anche questa legata all’episodio. Come si è detto la serie chiuse dopo la seconda stagione probabilmente per due motivi principali. Il più grande problema che era nella serie a cartoni animati mancava Micheal J. Fox, ed era stranamente evidente quanto fosse orribile il nuovo Marty McFly (doppiato in originale da David Kaufman) rispetto all’originale. In effetti, il nuovo McFly era troppo diverso dalla sua versione cinematografica, soprattuto per quanto riguarda lo “stile del personaggio” e fu probabilmente questo problema a portare la produzione a cancellare la serie animata. Ma non è tutto. Mentre Christopher Lloyd faceva una parte dei segmenti live-action dello spettacolo (che erano all’inizio e fine di ogni episodio), per qualche motivo non gli è stato dato il doppiaggio del suo omologo animato. Invece, il lavoro è stato dato al doppiatore Dan Castellaneta (I Simpson, Futurama). Castelleneta ha fatto un lavoro abbastanza buono, ma non era abbastanza “Christopher Lloyd”. Anche qui alcune delle espressioni che Doc avrebbe utilizzato nel cartone animato non sarebbe stato detto da Doc nella trilogia cinematografica. Il secondo grosso problema incontrato dalla serie è che era rivolto ai ragazzi che guardano i cartoni animati il sabato mattina. Dato che il primo film è stato rilasciato solo nel 1985, e la serie animata è stata introdotta nel 1991, si doveva avere almeno 10 o 11 anni per iniziare anche ad apprezzare il film, il target della serie a cartoni era completamente sbagliato. Infatti quelli che erano abbastanza vecchi per apprezzare la trilogia cinematografica erano troppo vecchi per apprezzare la serie animata mentre i più giovani poco conoscevano i film. Preso da sola, la serie ani- mata sembra andare avanti abbastanza bene. Ci sono stati alcuni bei momenti, e lo show ha avuto un sacco di buone idee, in realtà, come un episodio in cui Marty e Doc risalgono all’antica Rio delle Amazzoni alla ricerca di una rana estinta, o i ragazzi di Doc che viaggiano nel tempo senza né Marty né il loro papà, o Jules che fa crescere un albero di denaro. Ma in generale, la serie animata era al di sotto della sufficienza, che è in definitiva inaccettabile rispetto alla grandezza della trilogia originale. Nelle intenzioni di Bob Gale c’era la creazione di una sorta di universo narrativo di Ritorno al Futuro che coinvolgesse non solo la trilogia e la serie animata ma anche i fumetti. Il character design dei personaggi verrà ripreso infatti dalla Harvey Comics che però durò solo sette numeri. Negli USA sono state prodotte 9 videocassette (VHS) e 3 laser-disc, che raccolgono però 18 dei 26 episodi. In Italia invece sono uscite solo 6 videocassette con due episodi ciascuna della prima serie. Solo in Francia sono usciti tutti gli episodi in un cofanetto DVD. Alfonso Verdicchio 56 57 “MISS AMERICA”: UNA VITA IN CHIAROSCURO Gruppo su Facebook: I FUMETTI SONO UNA COSA SERIA! L a prima reginetta di bellezza fu una esile ragazza di Washington, Margaret Gorman che diventò la prima Miss America della storia nel 1921 ma, ovviamente, non è di lei che parleremo. La Miss di cui vorremmo parlarvi non sfilò mai in costume da bagno né alimentò le cronache rosa del suo tempo ma si dedicò ad un mestiere molto più pericoloso e non sempre gratificante, quello della Super Eroina. C’è da dire subito che, fortunatamente, le affinità tra questo personaggio e le scialbe concorrenti del concorso di bellezza erano solo nel nome. L’anno è il 1943 e i ragazzi americani sono quasi tutti impegnati nella Seconda Guerra Mondiale. Persino celebri sceneggiatori e brillanti disegnatori sono schierati al Fronte, magari non in prima linea ma comunque cooptati dalla Patria. Eppure, l’America conti- nua a vivere una quotidiana normalità all’interno del proprio territorio che le altre Nazioni in conflitto possono solo sognare. Il mercato e il profitto continuano comunque ad essere al centro dello “stile di vita statunitense”, con le proprie regole e le proprie dinamiche. Dato che i maschi erano al Fronte occorreva diversificare l’offerta e renderla gradita anche al pubblico femminile. Questa idea, quasi contemporaneamente, scaturì nella mente degli editor delle principali case editrici.Vennero introdotte sul mercato dei comics diverse eroine in costume. La Fox Comics rilanciò la Phantom Lady di Quality Comics, mentre la DC che aveva già al suo arco la bellissima Wonder Woman diede alle stampe Black Canary. Il tentativo più corposo fu quello della Timely (antesignana dell’attuale Marvel) che affiancò al fumetto umoristico Millie the Model; personaggi come Blonde Phantom, Golden Girl, Namora, Sun Girl, Venus e, appunto, Miss America. LA” GOLDEN AGE” DI MISS AMERICA Siamo nel novembre del 1943 e sulle pagine di Marvel Mystery Comics N° 49, lo sceneggiatore Otto Binder (26 agosto 191113 ottobre 1974) e il misterioso disegnatore Al Gabriele (del quale si ignorano sia il nome completo che i dati biografici) ci presentano quella che, nelle loro intenzioni, dovrebbe divenire la controparte femminile di Capitan America ed una autentica nemesi per tutti i criminali di questo mondo. La storia è, come tutte quelle dell’epoca, molto semplice. Una ragazza di Washington, Madeline Joyce, nipote del miliardario James Bennet, (generoso finanziatore degli esperimenti del professor Lawson) viene colpita da un fulmine mentre armeggia con dei macchinari sperimentali. Vedendo la giovane donna apparentemente morta lo scienziato viene travolto dal panico, distrugge il dispositivo e poi si uccide. Tuttavia, l’avventata ereditiera non solo sopravvive alla scarica ma ottiene anche tutta una serie di poteri. Presto si rende conto che può levitare e raggiungere incredibili altezze. La durata di questa facoltà non è illimitata e non può superare le due ore al termine delle quali deve arrendersi alla stanchezza mentale prodotta dallo sforzo. Il suo insolito metabolismo, però, le permette di rallentare l’accumulo delle tossine conferendole una resistenza organica molto superiore alla norma. Come se non bastasse, l’incidente la ha dotata di una forza eccezionale (che sparirà progressivamente nelle storie successive) e una sorta di “X-Ray Vision” attraverso gli oggetti solidi (Anche questa facoltà sarebbe stata accantonata dagli autori con un espediente narrativo che la costrinse, caso più unico che raro per una super eroina, ad inforcare degli occhiali da vista!!) Miss America era pronta a spiccare il volo nell’empireo delle super donne di successo Dopo un paio di apparizioni su Marvel Mystery Comics, nel 1944 venne creata una testata dal titolo Miss America Comics. Da quel momento, però, le cose cambiarono in negativo. Probabilmente Miss Joyce pagò la scarsa familiarità delle ragazze con il genere super eroico. Il pubblico femminile chiedeva serie più realistiche con coetanee “normali” che vivessero le loro stesse vicissitudini. Inutile dire che fu immediatamente accontentato. Già dal secondo numero il comic book cambiò formato e titolo diventando Miss America Magazine, una rivista dove i fumetti dei supereroi erano relegati in un ruolo secondario, mentre la parte del leone era affidata a trame romantiche con protagonisti adolescenti (come la rossa ed intraprendente Patsy Walker, creata dalla cartoonist Ruth Atkinson, destinata a diventare una vera star umoristica e i suoi amici Buzz Baxter e Hedy Wolfe) oltre che ad articoli di cucina, moda e argomenti vari. A Madeline rimase un ruolo puramente riempitivo e, anche se la rivista Miss America Magazine ebbe una lunga durata (Fino al 1958), man mano fu sempre meno presente fino a scomparire del tutto. L’ultima mesta apparizione durante la Golden Age avvenne in Marvel Mystery Comics n. 85 (febbraio 1948)... Poi, sulla Joyce scese l’oblio. Per sua fortuna, però, alla Marvel era approdato un occhialuto sceneggiatore di nome Roy Thomas che da sempre era “innamorato” dei personaggi e delle tematiche di quell’epoca dorata. LA “BRONZE AGE” DI MISS AMERICA Su Marvel Premiere N° 29 dell’Aprile 1976, Roy, ci presenta una squadra di supereroi, la Legione della Libertà (The Liberty Legion) destinata a difendere la patria da sabotatori, spie e quinte colonne mentre gli altri eroi sono impegnati a combattere contro i nazisti. La formazione comprende eroi minori ripescati dal vastissimo serbatoio della Timely come Blue Diamond, Jack Frost,The Patriot, Red Raven,Thin Man, The Whizzer e... Miss America. La storia d’esordio si svolge poco dopo l’entrata in guerra degli Stati Uniti. La squadra di campioni alleati nota con il nome di The Invaders (Gli Invasori) è stata catturata dal Teschio Rosso che ha 59 58 sottoposto gli eroi ad un autentico lavaggio del cervello, ricalibrando le loro personalità e spingendoli ad attaccare un impianto di difesa nazionale. Bucky Barnes, uno dei più giovani membri del team è sfuggito alla cattura e, con l’ausilio di una stazione radio di New York trasmette 24 ore su 24 un messaggio con il quale cerca di reclutare nuovi super umani per contrastare la potenza dei suoi ex compagni di gruppo. Il messaggio raggiunge tra gli altri anche Whizzer (La Trottola) e Miss America che compiono insieme il viaggio verso New York scoprendosi attratti l’uno dall’altra. Lo sforzo di Bucky viene premiato e ancora una volta la minaccia del “Teschio” viene debellata. .Da quel momento in poi, la Liberty Legion farà la sua parte ma, grazie a Dio, persino la guerra più cruenta di tutti i tempi stava volgendo al termine. Quando, finalmente, i mastini della guerra ritornarono nelle loro cucce La Trottola e Miss America divennero membri della effimera All-Winners Squad che si sciolse dopo pochi anni, Dopo aver ripreso le loro identità civili di Robert Frank e Madeline Joyce i due si sposarono e iniziarono a lavorare a New York City come agenti di sicurezza per un progetto nucleare segreto alle dirette dipendenze del governo degli Stati Uniti. Purtroppo, però Isbisa , un vecchio nemico della AllWinners Squad, sabotò l’impianto causando un incidente nucleare che espose i coniugi Frank ad una enorme quantità di radiazioni. Madeline era incinta al momento del fatto e ciò stava per determinare pesantissime conseguenze, Alcuni mesi dopo diede alla luce il suo primo figlio, Robert Frank Junior. Presto fu chiaro che il bambino emetteva livelli pericolosi di radiazioni, il governo degli Stati Uniti lo prese in custodia col nome in codice Nuklo isolandolo in animazione sospesa in un crono-modulo sperimentale. Dopo aver lasciato il centro di ricerca con un generoso vitalizio, i Frank decisero di viaggiare per il mondo. Madeline Frank rimase incinta di nuovo, e quando la gravidanza giunse a termine, la coppia si trovava nella minuscola Transia. La sorte sembrava più propizia perché avevano trovato rifugio ed assistenza nella avveniristica cittadella scientifica in cima al monte Wundagore dell’Alto Evoluzionario, un genetista che aveva sperimentato su sé stesso le sue teorie sull’evoluzione umana fino a diventare una sorta di divinità. Con il prezioso aiuto della più inconsueta delle ostetriche, la mucca evoluta chiamata Bova Ayrshire, Madeline partorì il suo secondo figlio. Il dramma esplose immediatamente, la carica radioattiva risultava così elevata che il neonato era nato morto! Qualche ora più tardi anche la madre andò incontro alla stessa sorte per avvelenamento acuto da radiazioni. La levatrice Bova, per consolare Robert Frank, offrirà a quest’ultimo due gemelli da adottare (i futuri Quicksilver e Scarlet) ma questi, sconvolto dalla perdita della moglie, si allontanerà a tutta velocità da Wundagore. La storia di Quicksilver e Scarlet è solo agli inizi, quella di Miss America si conclude per sempre. E’ una morte drammatica ma serena, quasi come se la vecchia eroina fosse stanca. Era una pedina sacrificabile, una quasi sconosciuta per la quale nessuno avrebbe versato una lacrima. Ha solo fornito l’ultimo spunto narrativo alla sua piccola Timely che, nel frattempo, è diventata la mastodontica Marvel. Una vita in un cono d’ombra, senza clamori e senza riflettori per una Miss che non ò mai diventata una Star. Proprio come avvenne per Margaret Gorman tanti anni prima. Pietro Zerella Veniteci a trovare presso “L’Antro di Gork e Mork” in Via Val di Lanzo n. 151/153 a Roma oppure visitate il sito www.rosslyn.it 61 60 FANTASIA PER MIGLIORARE IL MONDO Su Facebook: Ivan Bruno M i chiamo Ivan e sono diventato un sognatore nel giorno in cui ho notato, per la prima volta, una scatola magica in cui le persone si muovevano dentro e facendomi chiedere come fosse possibile che ciò accadesse in un ambiente più piccolo di quello esteriore. La televisione. Cresciuto durante l’invasione degli anime degli anni ottanta, sono stato influenzato da ogni genere che vi possa tornare alla mente, e ricordo i miei primi eroi come se fosse ieri: Capitan Harlock, Goldrake, Mazinga,Tiger Mask, Ken di Hokuto, Saint Seya e vi lascio immaginare il resto. Provate a mischiare tutti gli insegnamenti orientali ricevuti da questi gioiellini alle passioni letterarie per Verne, Lovecraft, Poe, Calvino, King, Bradbury, K. Dick e moltissimi altri legati al mondo del fantastico, horror e della fantascienza, miscelati poi ai classici del cinema (i nostri speciali classici) da La Storia Infinita a Freddy Krueger, più montagne di serie televisive varie e una lunga convivenza con Dylan Dog, e avrete lo scrittore che sono diventato. Nato in un paesino dove tutti ti giudicano, ho incontrato un po’ di difficoltà a trovare la via verso la libertà di fare quello che volevo della mia vita ma, alla fine, ci sono riuscito. Le mie storie, nate molte volte per una cosa vista con la coda dell’occhio o sognata dopo una cena sostanziosa, sono dei mondi alternativi creati con l’intento di lasciare dei messaggi importanti ai lettori: a volte faccio notare le sofferenze nascoste delle persone; altre, quelle del nostro pianeta. Praticamente cerco di trasmettere le lezioni che i cartoni animati giapponesi mi hanno insegnato a suo tempo, e spero di riuscire a farlo bene, perché il mondo gira da sempre in un preda a un circolo vizioso dove i problemi sono sempre gli stessi e i buoni e i cattivi si limitano a cambiare vesti adattandosi all’evoluzione del tempo. Ho iniziato tardi la mia avventura editoriale, quando ho trovato i mezzi per diventare uno scrittore indipendente che si autopubblica su Amazon. Questo perché nessuna casa editrice voleva accettare i miei pensieri senza apportarvi gravi modifiche e io non sono uno a cui piace svendere la propria libertà di parola per volgare denaro. Le case editrici: delle brutte bestie con un monopolio che, con il tempo, ha fatto regredire la cultura letteraria delle giovani generazioni. Le considero un po’ il volto dell’ipocrisia, perché se gli mandi un manoscritto deve essere inedito e mai apparso in nessuna sua parte sul web, altrimenti sei cestinato in partenza, ma se vendi 100.000 copie da privato, allora ti cercano per inglobarti e trasformarti nel loro fantocciomacchina sforna soldi. Un circolo vizioso. Tornando a parlare di argomenti meno censurabili, sono un grande amante dei giochi di ruolo, da D&D a Cyberpunk. Giocando da anni con un ristretto gruppo di amici, approfitto della situazione per recitare i miei personaggi e cercare di capire come rendere convincenti i dialoghi per applicare poi quanto imparato nei miei scritti. Ho militato parecchi anni nel mondo dei videogiochi in linea come Wow, tanto per viaggiare un po’ nella magia delle ambientazioni fantasy e conoscere nuova gente, incontrata poi nel mondo reale in quel di Lucca Comics. Sono uno strano nerd: amo anche fare lunghi aperitivi e un tempo passavo più ore in giro di notte che di giorno. Da qualche anno ho incontrato mia moglie Fiona e 19 mesi fa è nata mia figlia Ginevra, e mi sono calmato drasticamente, fiero di pensare alla mia famiglia e concentrarmi di più sulla scrittura. E siccome non si vive di soli libri continuo a esercitare la mia professione principale di chef di cucina, perché la famiglia la voglio mantenere prima di tutto. Parliamo ora delle mie opere. Quasi sempre prendo spunto da eventi di cronaca, personaggi storici o esperienze personali e offro una mia versione onirica dei fatti, com’é accaduto con il primo racconto della mia raccolta “Mondi Perduti”, in cui parlo di una giovane coppia alle prese con la tragedia delle Torri Gemelle e, allo stesso tempo, di un mondo parallelo dove viaggiano le anime dei defunti. Mi piace scrivere anche storie di fantascienza, mante- nendo sempre uno stile molto fantasy che a volte, e sottolineo a volte senza presunzione, accosto a qualcosa che può ricordare Italo Calvino. Considero la creazione di storie come la vita: una pagina bianca in attesa di ricevere pennellate di tutti i colori. Con questa premessa introduco il mio romanzo di fantascienza “La guerra del metallo freddo”, ambientato in un futuro distrutto dalle guerre tra umani e cyborg, e teatro di combattimenti spettacolari tra robot giganti in Egitto, Irlanda, Roma, Principato di Monaco e Coldirodi, il mio paese d’origine sotto il comune di Sanremo. E qui si parla anche di Chiesa e di Cavalieri di Rodi e di Malta, e non manca la ricerca di un libro maledetto. Ho immaginato un mondo utopico dove l’uomo non ha bisogno di una valuta per farsi manipolare da un impero commerciale, ma di un semplice lavoro per il bene comune: la sopravvivenza. Mi dicono in molti che, leggendo il mio romanzo, sembra di vedere un anime... fate vobis! Ho altri progetti in cantiere di cui troverete le prime tracce tra qualche mese su Amazon. Il mio sogno nel cassetto? Mi piacerebbe realizzare un’opera con storie per bambini e disegni creati da loro, belli o brutti che siano. Questo perché, ho scordato di dirvelo, ho piacere di versare un po’ dei miei guadagni derivati dalle vendite a chi ne ha bisogno. Al momento lo faccio per Medici Senza Frontiere. Le mie storie, come accennato all’inizio con altre parole, servono a ricordare che dobbiamo essere meno cattivi e cercare di salvaguardare il nostro futuro e quello dei nostri figli lottando contro quei capitalisti che governano il mondo e alimentano le guerre. Ho dalla mia una delle armi più potenti del mondo: la fantasia. Ivan Bruno 63 62 L’IMPORTANZA DELLA FANTASIA Su Facebook: Nicoletta Latteri I l fantastico è l’habitat naturale dei bambini, che riescono a guardare con lo stesso stupore una fata e una bicicletta, e che, grazie alla fantasia, giocano in mondi fantastici difficilmente immaginabili ad altri. Poi lentamente arriva l’età adulta e molti senza nemmeno rendersene conto lasciano quei mondi fantastici, se ne dimenticano, e alle volte guardano indietro con scherno, deridendo chi, pur in età adulta, non l’ha fatto, eppure la fantasia è la palestra della mente, non esiste un solo genio nella storia dell’umanità che non avesse una spiccata fantasia e che non l’abbia usata per portare avanti la sua curiosità, trascinando con sé il progresso umano. Per quanto mi riguarda, fin da piccola mi piaceva raccontare storie e ho continuato a farlo. Le mie storie sono cresciute con me e con me sono diventate più serie e profonde, alle volte drammatiche. Curiosamente ciò che si è aggiunto col tempo è stata la vena umoristica. Un sottile sarcasmo del quale non so fare a meno, non riesco a non sorridere delle ambizioni e delle maschere che in troppi indossano e che immancabilmente dalla realtà scivolano nelle mie storie. Penso che la funzione degli scrittori sia da sempre scrivere ciò che ad altri sfugge, o che non tutti vogliono vedere. Il fantasy è, secondo me, il genere più adatto a questo scopo e in fondo lo è sempre stato fin dalla notte dei tempi, quando davanti al fuoco la sera si raccontavano le fiabe, che piacevano ai bambini, ma erano pensate per gli adulti. Nei miei romanzi è proprio questo senso di meraviglia per un fantastico incantato che ho cercato di riprodurre, e che tra gli scrittori moderni, si ritrova quasi solo in Tolkien, autore che mi piace tanto e forse leggendo i miei lavori si nota. Sono per metà tedesca, nata sulle sponde del Reno, lì dove giocano le saghe germaniche di Sigfrido e dell’anello dei Nibelunghi. Da piccola mi piaceva moltissimo andare a vedere la grotta dove Sigfrido aveva ucciso il drago. Per inciso Sigfrido mi è sempre stato antipatico, ho sempre tifato per il drago e le valchirie. Panorami che in seguito hanno fortemente suggestionato la mia scrittura, per la quale ho scelto naturalmente un’ambientazione germanica e non di tipo anglo- sassone come la maggior parte dei fantasy, meglio scrivere di ciò che si conosce. È bello scrivere del gelo e delle nebbie, delle luci soffuse del nord stando comodamente seduti al caldo davanti al mare mediterraneo in tutto il suo splendore. Nel mio romanzo non ho usato solo paesaggi nordeuropei, difficile resistere alla spavalda bellezza e violenza della natura del sud, così le terre nere e inquietanti dell’Etna e delle Isole Eolie sono entrate a far parte dei miei romanzi, insieme alle leggende che le animano, dando corpo al Niflar il Mondo delle Ombre e delle nebbie. Come avrete capito, sono un po’ tradizionalista, mi piacciono le cose com’erano una volta, ma non sopporto le ripetizioni e i luoghi comuni, pertanto nei miei libri all’inizio sembra svolgersi tutto secondo i consolidati cliché letterari, finché ad un certo punto ci si accorge che niente è come avrebbe dovuto o potuto essere, e che la realtà è sempre più complessa di come potrebbe sembrare, anche nella fantasia. Mai dare qualcosa per scontato. Sergio Leone ha detto “faccio i film che mi sarebbe piaciuto vedere”, ecco, io scrivo i libri che mi sarebbe piaciuto leggere. Proprio perché sono un bastiancontrario, da circa un anno collaboro col Movimento5Stelle, parte del nuovo programma culturale per Roma è opera mia.Vi prego, di non pensare che per questo i miei libri siano noiosi... non uso un linguaggio politico, nemmeno in politica. Ma, la situazione della cultura, quindi anche letteratura, arte, musica cinema etc., è tale da dovere intervenire e cercare di salvare il salvabile e ridare voce ai tanti talenti italiani, prima che vadano persi. Oltre che al programma culturale del Movimento, sto lavorando al secondo libro della serie Malus, di cui è uscito solo il primo libro, spero di riuscire a finirlo entro breve, ma conoscendomi... non riesco a fare a meno di rifinirlo e cesellarlo, aggiungendo nuovi episodi. Spero di trovare il tempo per fare tutto. Grazie per la vostra pazienza e se vi va, venite a dare una sbirciata nel mio mondo fantastico, non ve ne pentirete. Nicoletta Latteri Scholten
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