Adriano Olivetti. Progettare per vivere AUDIODOCUMENTARIO
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Adriano Olivetti. Progettare per vivere AUDIODOCUMENTARIO CON INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE Radio3 ha mandato in onda una trasmissione in 8 puntate su Adriano Olivetti http://www.ricerca.rai.it/search?as_sitesearch=www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi&q=progettar e+per+vivere&x=0&y=0&site=radio3&client=rainet_frontend&output=xml_no_dtd&proxystyleshe et=radio3&ie=UTF8&ulang=it&ip=172.18.33.102&access=p&sort=date:D:L:d1&entqr=0&entqrm=0&oe=UTF8&ud=1 1a puntata Lavoro. Realizzazione individuale e collettiva con Enrico Morteo e Alberto Saibene una serie di 8 puntate a cura di Loredana Rotundo in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti Adriano Olivetti, 1954 Archivio Fotografico Fondazione Adriano Olivetti A cinquant'anni dalla morte di Adriano Olivetti, il suo pensiero e la sua azione paiono ritrovare oggi una nuova attualita'. Industriale e imprenditore, ma anche uomo politico e intellettuale, Olivetti e' stato un vero innovatore, capace di annullare le distanze che solitamente dividono societa' e lavoro, cultura e produzione, politica e partecipazione.Quella che la trasmissione propone non e' una biografia celebrativa quanto il tentativo di trovare nelle fertili anomalie del suo pensiero alcune chiavi di lettura di una modernita' solo in parte compresa. In questa prima puntata intervengono il sociologo Luciano Gallino che e' stato direttore del SRSSO dell'Olivetti (Servizio di Ricerche Sociologiche e di Studi sull’organizzazione ) fino al 1971 e Renato Rozzi che ha lavorato come psicologo per il Centro di Psicologia Olivetti negli anni '60. Contributi sonori: -lettura del comunicato ansa sulla morte di Olivetti -lettura di un brano tratto da Lessico familiare di Natalia Ginsburg -frammento tratto dal programma televisivo Managers trasmessa dalla RAI il 2/4/1974 in cui Emilio Garroni che fu collaboratore della Olivetti prima di diventare docente di Estetica all'Universita' di Roma intervista Adriano Olivetti sul tema del rapporto tra l'uomo e la fabbrica Le letture sono eseguite da Cristian Giammarini e Corinna Lo Castro Libri Luciano Gallino, Progresso tecnologico ed evoluzione organizzativa negli stabilimenti Olivetti 1946-1959: ricerca sui fattori interni di espansione di un'impresa, Giuffré, Milano, 1960. Natalia Ginsburg, Lessico familiare, 1a ed 1963, Einaudi Francesco Novara, Renato Rozzi, Roberta Garruccio, Uomini e lavoro alla Olivetti, Bruno Mondadori, 2005 Paolo Volponi, Memoriale, 1a ed. Garzanti, 1962 2a puntata Strumenti. Il valore del sapere con Enrico Morteo e Alberto Saibene una serie di 8 puntate a cura di Loredana Rotundo in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti La fabbrica per Adriano Olivetti non e' solo un luogo di produzione di oggetti, di reddito e di profitto, ma luogo dove si esprime una cultura etica ed estetica, di riscatto, di emancipazione per gli operai e di aggregazione civile. La Olivetti e' la prima azienda in Italia che costruisce una biblioteca per i propri dipendenti ed e' anche la prima azienda ad essere luogo di produzione di cultura, in cui si svolgono corsi tenuti da pittori e scrittori famosi, tanto che negli anni 50 Ivrea viene chiamata "la piccola Atene d'Italia" La selezione dei collaboratori alla Olivetti avveniva con modalita' probabilmente uniche al mondo con colloqui che lo stesso Adriano conduceva con metodi originali che gli consentivano di vedere in profondita' la persona che aveva di fronte. Ne intuiva potenzialita', qualita' e capacita'. Intervengono Umberto Chapperon che per lungo tempo e' stato responsabile dell'Ufficio Relazioni Sindacali della Olivetti e Tullio De Mauro, uno dei piu' grandi linguisti italiani che racconta il suo ricordo di Olivetti quando nella seconda meta' degli anni 50 lavorava all'Istituto Nazionale di Urbanistica fondato da Adriano Olivetti Contributi sonori - Geno Pampaloni, assistente personale dal '48 al '60 in una intervista inedita realizzata da Laura Olivetti nel 1980 gentilmente concessa dalla Fondazione Adriano Olivetti - Musica per parole, tratto da un 33 giri realizzato dalla Olivetti con incisi gli esercizi di dettatura letti dallo scrittore Mario Soldati. 3a puntata Progettare per vivere con Enrico Morteo e Alberto Saibene una serie di 8 puntate a cura di Loredana Rotundo in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti Comizio di Adriano Olivetti al Teatro Adriano a Roma il 27 marzo 1958 in vista delle elezioni politiche del maggio 1958 Nel 1936, quando in Italia nessuno parlava ancora di urbanistica, Olivetti presenta un piano urbanistico per la Valle d'Aosta. Il coraggio di Olivetti imprenditore, il cui valore si misura non sulla capacità di fare profitti ma sul rischio personale dell'investimento, e' evidente proprio in quell'impegno finanziario per la Valle d'Aosta. Ma Olivetti ha anche una sua idea politica molto chiara, che riesce ad articolare sia sul piano teorico, (necessita' di conciliare istanze ideali e istanze materiali) che su quello concreto (critica al sistema dei partiti) che lo porta a fondare nel 1947 il Movimento Comunita' . Nel 1956 e' eletto sindaco a Ivrea e poi deputato al parlamento italiano del Movimento Comunità. Vincere con la forza delle idee e non esibendo personaggi famosi e' la risposta che Adriano Olivetti diede a Giancarlo Lunati da lui inviato a Napoli per occuparsi della campagna elettorale del '58, quando questi propose la candidatura di Eduardo De Filippo. Intervengono Giancarlo Lunati, ex manager con 25 anni trascorsi alla Olivetti Emilio Renzi, che ha lavorato per venticinque anni alla Direzione Relazioni culturali della Olivetti. Contributi sonori: -Paolo Volponi, tratto dagli archivi della RAI ( Paesaggio con figure, programma di Radio 3, del 6/9/9) -Frammento di un discorso di Adriano Olivetti tratto dagli archivi della RAI ( Ricordo di Adriano Olivetti a cura di Aldo Garosci, ottobre 1960) Libri Adriano Olivetti, L’ordine politico delle Comunità. Le garanzie di libertà in uno stato socialista, a cura di Renzo Zorzi, Milano, Edizioni di Comunità, 1970. Giancarlo Lunati, Con Adriano Olivetti alle elezioni del 1958, All’insegna del pesce d’oro, Vanni Scheiwiller, 1985 Emilio Renzi, Comunità concreta. Le opere e il pensiero di Adriamo Olivetti (Alfredo Guida Editore, Napoli 2008) 4a puntata Bellezza. L'incontro con il bene con Enrico Morteo e Alberto Saibene una serie di 8 puntate a cura di Loredana Rotundo in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti Henri Cartier Bresson, Stabilimento di Pozzuoli della Olivetti, 1958 (Associazione Archivio Storico Olivetti) Quarto Itinerario attraverso la vita e il pensiero di Adriano Olivetti percorso sulle tracce dell'idea olivettiana della bellezza. Per Olivetti la bellezza si coniugava con l'idea del bene. Una chiara esemplificazione di questa sua idea e' l'esperienza della fabbrica di Pozzuoli. Luigi Cosenza, architetto modernista napoletano, venne chiamato da Olivetti per costruire quella fabbrica del Sud e il principio che doveva informare questo progetto era il dialogo con la natura e l'applicazione dei principi di bellezza, trasparenza, luminosita' , vivibilita' ( i giardini vennero realizzati dal grande paesaggista Pietro Porcinai); venne costruito anche il villaggio operaio e venne chiamato Henri Cartier Bresson per realizzare un reportage sulla vita operaia di quel Sud. Un romanzo- reportage di Ottieri Ottieri , Donnarumma all'assalto, racconta esattamente quella esperienza di incontro tra il Nord industriale e il Sud, da quel punto di vista arretrato. Intervengono: Marisa Bulgheroni che ha lavorato per le edizioni di Comunita' e negli anni '50 nelle imprese culturali di Adriano Olivetti, rievoca ambiente e personaggi di quel periodo: Giorgio Soavi, Renzo Zorzi, Egidio Bonfante, Elio Vittorini, Ottiero Ottieri; Maurizio Ferraris, filosofo e ordinario di Filosofia teoretica all'Universita di Torino che riflette sull'oggetto da un punto di vista etico-estetico. Contributi sonori -Lettura di un brano tratto da Donnarumma all'assalto di Ottiero Ottieri letto da Cristian Giammarini -Intervista ad Adriano Olivetti tratta dagli Archivi RAI ( Viaggio in Italia, di Guido Piovene, del 19.02.1955) -Intervista inedita a Carlo Giulio Argan realizzata da Laura Olivetti custodita e gentilmente concessa dalla Fondazione Olivetti Libri -Beniamino de' Liguori Carino, Adriano Olivetti e le Edizioni di Comunita' (1946-1960), Fondazione Adriano Olivetti, Roma, 2008 -Adriano Olivetti, Citta' dell'uomo, Edizioni di Comunita', Torino, 2001 -Giorgio Soavi, Adriano Olivetti: una sorpresa italiana, Milano, Rizzoli, 2001 5a puntata Citta'. La scena del mondo con Enrico Morteo e Alberto Saibene una serie di 8 puntate a cura di Loredana Rotundo in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti Adriano Olivetti davanti alla ICO Ivrea, "piccola patria", cosi la definirono gli stessi Olivetti già negli anni in cui Camillo vi si trasferiva da Milano. L'idea olivettiana (di Adriano) di urbanizzazione di un centro come Ivrea nasce da riflessioni, tradotte poi in impegno e fatti, sul rapporto tra il territorio e gli abitanti, quei cittadini cui si pensava di dover assicurare una vivibilità fatta di armonia e di efficienza, nel tentativo di mantenere anche un equilibrio tra dimensione rurale e dimensione urbana. Furono chiamati grandi architetti per costruire la seconda Ivrea, (l'Ivrea storica non verrà mai spazzata via dall'Ivrea olivettiana , ma coesisteranno l'una al di qua, l'altra al di la della Dora). Luigi Figini e Gino Pollini costruirono gli asili, Annibale Fiocchi le centrali termiche e le colonie di Marina di Massa. Oggi Ivrea è candidata all'UNESCO, come sito protetto, quindi come patrimonio dell'umanità, una candidatura promossa dalla Fondazione Adriano Olivetti. Intervengono Patrizia Bonifazio, l'architetto che sta lavorando sul dossier della candidatura di Ivrea come patrimonio dell'umanità all'UNESCO; Fiorenzo Grijuela, ex sindaco di Ivrea che ha visssuto l'Ivrea degli anni '60, la centralità della fabbrica, la vivacità culturale della città e i rapporti tra il sindacalismo e l'olivettismo. Chiara Mazzoleni, docente di Urbanistica alla facolta' di Pianificazione di Venezia, sull'idea di urbanistica di Adriano Olivetti tra architettura, economia e comunità come utopia concreta. Contributi sonori -frammento dalla Prefazione di Geno Pampaloni a La citta dell'uomo, (lettura di Cristian Giammarini) -Frammento di Paolo Volponi tratto dagli Archivi RAI ( Paesaggio con Figure del 6.09.1992, Radio 3) Libri Valerio Ochetto, Adriano Olivetti, Marsilio, 2009 Camillo Olivetti, Lettere Americane, edito dalla Fondazione Adriano Olivetti 6a puntata Mondo. L'azione globale con Enrico Morteo e Alberto Saibene una serie di 8 puntate a cura di Loredana Rotundo in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti Il rapporto tra il canavese e il mondo, tra Ivrea e le altre realtà industriali, allora poco frequentate, quelle americane. Il respiro globale e multinazionale della Olivetti. Questi i temi della puntata di oggi. Già Camillo Olivetti, il padre di Adriano, aveva viaggiato, era andato in America ad accompagnare Galileo Ferraris in occasione della grande Esposizione di Chicago nel 1893. Camillo da questo e dai viaggi successivi riporta non tanto l'immagine del "the largest in the world," della vastità, ma è affascinato dall'imprenditorialità individuale, dalle piccole comunità, scopre la forza della pubblicità e della comunicazione e ne trasmette l'importanza al figlio. Quando Adriano Olivetti, nel 1925, fa lo stesso viaggio del padre, compie un salto interpretativo della potenza industriale statunitense, rilevando non tanto il sistema delle macchine e il progresso tecnologico, quanto l'organizzazione scientifica del lavoro, muovendosi gia' allora sui due fronti della cultura della fabbrica e della fabbrica della cultura. Intervengono Franco Ferrarotti, padre della sociologia in Italia. Collaboratore di Adriano Olivetti dal 1948 per dieci anni, ando' negli Stati Uniti con Adriano Olivetti nel 1951. Ferrarotti rievoca non solo episodi privati di quel viaggio ma riporta lo sguardo di Olivetti sul mito organizzitivistico della fabbrica americana e le sue intuizioni profetiche sui limiti del taylorismo. Giuseppe Berta, storico dell'industria e Professore associato di Storia contemporanea all'Universita' Bocconi si sofferma sulle qualità di Olivetti come imprenditore globale che definisce "il primo osservatore originale del fordismo" e anticipatore dell'idea del mercato glocal. Contributi sonori -Olivetti - Camillo: alle radici di un sogno, tratto dal monologo di Laura Curino e Gabriele Vacis, interpretato da Laura Curino -lettera di Adrianio Olivetti al padre scritta da Detroit nel 1925, reduce da una visita agli stabilimenti Ford del Michigan (lettura di Cristian Giammarini) Libri Laura Curino e Gabriele Vacis, Olivetti - Camillo: alle radici di un sogno, Baldini & Castoldi, 1996 Franco Ferrarotti, Un imprenditore di idee. Una testimonianza su Adriano Olivetti, Edizioni di Comunità, Torino, 2001 Giuseppe Berta, Le idee al potere: Adriano Olivetti tra la fabbrica e la comunità, Milano, Edizioni di Comunità, 1980 Camillo Olivetti, Lettere Americane, Fondazione Adriano Olivetti (a cura di Francesco Novara, Renato Rozzi e di Roberta Garruccio), Uomini e lavoro alla Olivetti. Bruno Mondadori, Milano, 2005 7a puntata L'uomo. Obiettivo ultimo con Enrico Morteo e Alberto Saibene una serie di 8 puntate a cura di Loredana Rotundo in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti Lo "stile Olivetti" non si comprende a fondo se non si considera l'insieme delle attivita' che contribuivano a creare l'oggetto prodotto da "quella" fabbrica. E il marchio Olivetti prevedeva, una volta fissato l'uomo come vero centro di interesse, una cura fino ad allora inedita del design, un'attenzione all'immagine della fabbrica e un impegno nella comunicazione. La portabilita della celebre lettera 22 sintetizza perfettamente l'idea olivettiana che esige un rapporto ( estetico, culturale, sociale, artistico, consapevole) tra la persona e la macchina. Dopo la MP1 del '32, la Studio 42 del '35 e la Lexikon 80 del '48, nel 1950 la Lettera 22, la portatile, fa uscire la macchina per scrivere dagli uffici sempre pronta a viaggiare insieme all'uomo. Marcello Nizzoli, primo e grande designer con cui Olivetti lavoro', rivoluziono' l'estetica delle macchine Olivetti al punto che le sue creazioni diventano vere opere d'arte che entrano nella collezione permanente del Moma di New York. La Valentine del '69, rosso fuoco, e' di Ettore Sottsass e nello studio di Sottass si forma e lavora Clino Trini Castelli che abbandonata la Fiat di Torino si tuffa nell mondo di Olivetti dove lancia un nuovo approccio al design , quello che lui stesso definisce "componente emozionale del design" . Intervengono Goffredo Fofi, intellettuale, critico letterario e cinematografico, che si sofferma su Adriano Olivetti come imprenditore sociale e rievoca l'opera di Angela Zucconi, alla direzione del Cepas, (Centro educazione assistenti sociali ) fondato nel 46 a Roma e che fu un'esperienza di comunita' democratica finanziato proprio da Adriano Olivetti. Clino Trini Castelli, designer e teorico del design, ricorda l'atmosfera nell' industria Olivetti degli anni 70. Contributi sonori -frammento tratto da un'intervista inedita realizzata da Enrico Morteo a Ettore Sottsass nel 1994 -Frammento di un'intervista a Gino Martinoli tratta dagli Archivi RAI (La nostra Repbblica del 31/01/'96) Libri -Il design dopo l'esperienza olivettiana, Clino Trini Castelli, in Communitas 2002, La realtà dell'utopia. L'attualità di Adriano Olivetti, FrancoAngeli Milano, 2008 -Goffredo Fofi, La vocazione minoritaria: intervista sulle minoranze (a cura di Daniele Pivetta), Editori Laterza, 2009. -Olivetti: una bella società, catalogo della mostra tenutasi a Torino lo scorso 2008, edito da Allemandi 8a puntata Futuro. L'orizzonte dell'azione con Enrico Morteo e Alberto Saibene una serie di 8 puntate a cura di Loredana Rotundo in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti Adriano Olivetti con la figlia Laura (Archivio Fotografico Fondazione Adriano Olivetti) Quando, nel passaggio dalla meccanica all'elettronica si pone il problema della riqualificazione del personale Adriano Olivetti recupera interamente il personale impiegato senza licenziare un solo operaio e questo è un primo importante aspetto del lascito di Adriano Olivetti che in quegli anni allargava l'orizzonte dei suoi interessi occupandosi, come teorico, di formazione della classe dirigente e della classe politica. Nel 1959 viene presentato sul mercato l'Elea 9003, primo calcolatore al mondo, progettato interamente a transistor, realizzato negli stabilimenti Olivetti dall'ingegnere italo-cinese Mario Chou, con il design di Ettore Sottsass. Con il lancio dell'elettronica si intensifica la presenza e il contributo degli intellettuali nella Olivetti. Subito dopo, per una serie di circostanze mai del tutto chiarite, la Olivetti si trova costretta a cedere l'elettronica alla Generall Electric, cosi la fase discendente della parabola arriva immediatamente dopo il trionfo dell'Elea 9003. Intervengono Laura Olivetti, figlia di Adriano, attualmente presidente della Fondazione Adriano Olivetti, che racconta i suoi ricordi d'infanzia e spiega lo spirito profondo con cui la Fondazione e' nata nel 1962 che vede nella custodia dell'archivio non una conservazione della memoria ma un "uso della memoria per costruire il futuro". Sergio Ristuccia si sofferma sull'Olivetti outsider e sulla centralita' nel pensiero di Adriano Olivetti del tema della formazione della classe politica e della classe dirigente. Contributi sonori -Canone querendum venientis dall' offerta musicale di J. S. Bach, GE 115. Esperienza italiana di computer music in cui l'elaboratore elettronico GE-115 e' stato usato come esecutore e sorgente sonora contemporaneamente. -In memoria di Adriano Olivetti, spettacolo di George Maciunas del 1963 eseguito dal duo Sylvano Bussotti e Frederic Rzewski Libri Sergio Ristuccia , Costruire le istituzioni della democrazia. La lezione di Adriano Olivetti, Marsilio, 2009 Davide Cadeddu, Adriano Olivetti politico, Storia e letteratura (Collana Politica e Storia), 2009
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