update n. 50 - Musicletter.it
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. IT La prima non-rivista che sceglie il meglio della musica in circolazione - www.musicletter.it - Anno III - Update N. 50 Interviste a Cristina Donà e Moltheni M USICA PJ H a r ve y, Am on Tobin , Livin g Colou r , Ye llow Ca pr a , Swod, The Defectors, Paul Collins Beat, A Tribe Called Quest, Mad Season, Ba by W oodr ose , Pit ch , M ice Pa r a de , Bla ck Sa bba t h , The Cult, Monster Magnet, Th e Big St iff Box Se t , Th e Re a l Tu e sda y W e ld, Tram, Radio Birdman, Liars, Menomena, Okkervil River. ALTRI PERCORSI: TV Rino Gaetano © ML 2007 - FREE musicletter.it chi siamo Lu ca D Am br osio Domenico De Gasperis Nicola Guerra Jori Cherubin i Massimo Bernardi Marco Archilletti Manuel Fiorelli Pier Angelo Cantù Pasquale Boffoli Franco Dimauro Gianluca Lamberti Luigi Farina Tutto deve essere fatto con passione Björk, 1992 Luca Mezzone Daniele Briganti Massimo Del Papa Lorenzo Marcelli Domenico Marcelli Massimo Imbrosciano Michele Camillò Luca Rea Claudia De Luca Fedr a Grillotti musicletter.it webmaster / progetto grafico Lu ca D Am br osio musicletter.it informazioni e contatti www.musicletter.it [email protected] musicletter.it copertina update n. 50 2007- 10 - 30 Cristina Donà e Moltheni (per gentile concessione della EMI e Moltheni) Fot o Autumn by Luka ML 2 musicletter.it update n. 50 sommario Special Interview 4 CRISTINA DONÀ 8 MOLTHENI by Jori Cherubini by Luca D Am brosio Recensioni 13 MICE PARADE S.T. (2007) by Massimo Bernardi 1 4 PJ HARVEY White Chalk ( 2007) by Jori Cherubini 1 5 AMON TOBIN Foley Room ( 2007) by Claudia De Luca 1 6 PAUL COLLINS BEAT Flying High 1 7 YELLOW CAPRA Chez Dèdè 1 8 SWOD Sekunden ( 2007) by Pasquale Boffoli (2007) by Nicola Guerra (2007) by Claudia De Luca 1 9 THE CULT Born Into This (2007) by Franco Dimauro 20 THE DEFECTORS Bruise and Satisfied 21 BABY WOODROSE Chasing Rainbow (2007) by Pasquale Boffoli (2007) by Pasquale Boffoli 22 VARIOUS ARTIST The Big Stiff Box Set 23 THE DRAGONS Here Are The Roses 24 MONSTER MAGNET 4 - Way Diablo ( 2007) by Franco Dimauro (2007) by Massimo Bernardi ( 2007) by Franco Dimauro 25 THE REAL TUESDAY WELD The London Book Of The Dead 26 PITCH A Violent Dinner (2007) by Marco Archilletti 27 TRAM Heavy Black Frame 28 MAD SEASON Above ( 2007 ) by Claudia De Luca ( 1999) by Massimo Bernardi ( 1995) by Nicola Guerra 29 A TRIBE CALLED QUEST Pe ople s I nst inct ive Tr a ve ls a nd Pa t hs Rhyt m n ( 1990) by Domenico De Gasperis 30 A TRIBE CALLED QUEST The Low End The Theory 31 LIVING COLOUR Vivid ( 1991) by Domenico De Gasperis (1988) by Manuel Fiorelli 32 BLACK SABBATH Heaven and Hell (1980) by Manuel Fiorelli Live Review 33 OKKERVIL RIVER Roma, Circolo degli Artisti ( 17.11.2007) by Fedra Grillotti 34 RADIO BIRDMAN Grosseto, Casolare privato ( 17.10.2007) by Marco Archilletti 35 MENOMENA Milano, La Casa 139 36 LIARS Roma, Init ( 09.10.2007) by Nicola Guerra ( 15.11.2007) by Marco Archilletti Altri Percorsi / TV 37 RINO GAETANO by Luca Rea © ML 2005-2007 BY L UCA D AMBROSI O ML non ha scopi di lucro, il suo unico obiettivo è la diffusione della buona musica www.musicletter.it non contiene informazioni aggiornate con cadenza periodica regolare, non può quindi essere considerato "giornale" o "periodico" ai sensi della legge 62/01. Non esiste un editore e il webmaster non è responsabile di quanto scritto, pubblicato e contenuto nel sito e in ciascun pdf (vedi privacy e note legali su www.muscletter.it) ML 3 musicletter.it update n. 50 special interview CRISTINA DONÀ Intervista © 2007 di Jori Cherubini È dopo una riunione ot t obrina che Crist ina Donà ci concede m ezz ora del suo t em po libero. int eressant e int ervist a t elefonica Una at t raverso la quale la cant aut rice lom barda si confida con noi di ML a proposit o del suo ult im o lavoro La Quint a Stagione, dei num erosi proget t i che la legano al mondo della musica e di molto altro ancora. Buona lettura. Pe r la m e dicin a cine se la qu int a st a gione r a ppr e se n t a qu e lla fa se in t e r m e dia , t r a e st a t e e a u t u nn o, ch e se r ve a ll e sse r e u m a no a pr e pa r a r si pe r r a ccoglie r e le for ze ne ce ssa r ie a d a ffr on t a r e l inve r n o. È per questo che hai scelto il titolo? Sì. Mi piaceva il concet t o che esprim e la presenza di una st agione che da noi non esist e. I n più quando ho saput o cosa rappresent asse ho capit o che si avvicinava al m om ent o che st avo vivendo. Un m om ent o in cui t u decidi di preparart i a un periodo che deve arrivare. I l concet t o di preparazione alle cose è utile in quanto metti in atto una serie di meccanismi che ti permettono di agire m eglio, una sort a di presa di coscienza. Mi affascina anche se, purt roppo, non lo met t o in pratica molto spesso. A m io m odo di ve de r e in que st o a lbum si r e spir a a n ch e un a r ia di spe n sie r a t e zza , di le gge r e zza . Un a t m osfe r a qua si in ca n t e vole ch e m e t t e di buon u m or e , se bbe n e i t e st i non siano sempre allegri I o credo m olt o nella capacit à della pot enza di un m essaggio im port ant e, fat t o passare at t raverso l esperienza. La leggerezza, quando non divent a superficialit à, credo abbia m olt o pot ere, penso a Bat t ist i e Mogol, e riesce a port are nel cuore delle persone m essaggi non sem pre posit ivi, m a cost rut t ivi, vale la pena affront arla. Per quest o, quando m i m et t o a lavorare e ho in t est a dei pensieri negat ivi, cerco di non appesant irli ult eriorm ent e. I l periodo che ho vissut o durant e la lavorazione del disco è stato pesante, avevo bisogno di alleggerirlo. ML 4 musicletter.it update n. 50 special interview Con La Qu in t a spe r im e nt a zion i St a gione ha i m e sso da pa r t e a lcu ne che in piccola dose ca r a t t e r izza va no D ove Se i Tu ( pe n so, a d e se m pio, a Give Ba ck To M e ca n t a t a in in gle se ) . L in t e n t o e r a a n che qu e llo di cr e a r e un a st r u t t u r a più organica rispetto al passato? Sì, m i sono rifat t a m olt o, m a con un occhio diverso, a Tregua che olt re ad essere il disco più om ogeneo - present ava dei suoni part icolari, est rem i. Manuel ( Agnelli, ndr) ha lavorat o in quel senso. Ho parlat o con Pet er Walsh ( produt t ore de La Quint a St agione, ndr) che ha fat t o un lavoro magistrale, anche lui sentiva questa esigenza. I n a lcun i pa ssa ggi, in pa r t icola r e in Migrazioni, m i è se m br a t o di a vve r t ir e qua lch e rimando lirico a Battisti. E u n t u o pu n t o di r ife r im e nt o? A livello m usicale e di t est i loro ( Bat t ist i e Mogol, ndr) hanno creat o quello che in I t alia è il t op. Certo, di quel periodo apprezzo anche altre cose: De Andrè, ad esempio, che forse a livello di testi ha fat t o qualcosa in più. Ma quello che m i provoca Bat t ist i, a livello fisico- m ent ale, è indescrivibile, com e se facesse part e della m ia vit a. La voce di Bat t ist i m i piace t ant issim o. Quando ho scritto Migrazioni arrivava da lì. N e l 2 0 0 3 u sciva D ove Se i Tu . Un a n no dopo ha i r ica n t a t o il disco pe r ch é si a da t t a sse a or e cch ie e st e r e , in particolare del pubblico inglese benché il cd sia u scit o in giu dica r e di 3 0 da ll a t t e n zion e su scit a t o posit iva . più si pu ò Pe n si di dir e pa e si. ch e A hai u n e spe r ie n za r ipe t e r e la st e ssa pratica con La Quinta Stagione? È st at a un esperienza posit iva per diverse ragioni. Alcune rivist e st raniere, t ra le quali Billboard, Downbeat , Moj o e Uncut , hanno recensit o il disco m olt o bene ( Moj o con quat t ro st elle, ndr) , sono cose che farò leggere ai m iei nipot ini.. ( ride, ndr) . Ho avut o la possibilit à di suonare fuori dall I t alia, di fare un t our europeo accom pagnat a dal t ast ierist a dei R.E.M. ( Ken St ringfellow, ndr), e suonare assiem e al gruppo dei Nouvelle Vague. Alt ro pubblico, alt ra lingua e allo st esso t em po devi rispolverare nuove t ecniche. I ncont ri persone int eressant i che affront ano la m usica in alt ro m odo. Un esperienza che noi it aliani non riusciam o a fare spesso. ML 5 musicletter.it update n. 50 special interview Cosa h a com por t a t o pe r u n e t ich e t t a piccola ma te pa ssa r e m olt o fe r r a t a da e d e spe r ie nza qu a le la M e sca l a lla bla sona t a Emi? Cambiano molto le dinamiche? Da una parte sì, dall alt ra no perché sono ancora legat a alla Mescal, e non m e ne sarei andat a se non fossi st at a obbligat a. D accordo con loro abbiam o deciso m ant enut o di m olt i lavorare insiem e. spost arci, cont at t i e anche se cont inuiam o ho a La libert à della Mescal è im pagabile, anche se con la Em i non ho avut o m olt e im posizioni. La cosa assurda - dat o che le major sono in m ano a dei gruppi che non fanno part e della m usica - è che applicano dei t agli pazzeschi. Tant i di quelli con cui collaboro sono giovani che hanno voglia di lavorare, m a la carenza di fondi perm et t e ben poco. Ad esem pio una svolt a com e quella dei Radiohead per noi sarebbe im pensabile. ( Si riferisce a I n Rainbows: ult im o album degli I nglesi m esso in ret e affinché pot esse essere scaricat o previa offert a, creando così un im port ant e precedent e per l indust ria m usicale, ndr). A proposito. Credi che in Italia sarebbe possibile un esperimento del genere? Penso di sì. Magari un Ligabue. Poi, ad ogni m odo, dipende dal cont rat t o che hai. Se Ligabue ha firm at o con la Universal un cont rat t o per due dischi, sarà obbligat o a consegnarli. Dipende anche da quello che possono offrirt i le case discografiche. I n I t alia, a capo del sist em a, ci sono personaggi di una cert a et à che difficilm ent e rest ano al passo coi t em pi ( vedi m ercat o digit ale o t ecnologia open disc che da noi st a arrivando adesso m a all est ero esist e da anni) . La Em i d alt ro cant o ha fat t o un ot t im a produzione. I l m io disco è passat o da Radio Dj , e passare di lì vuol dire avere una cert a esposizione. Non che la Mescal non fosse capace, sem plicem ent e riceveva meno attenzione da parte di questi media. Sa i be ne ch e Robe r t W ya t t st r a ve de pe r t e . H a i a vu t o m odo di la vor a r ci in sie m e , a i tempi di Nido, 1997. Immagino che le tue colleghe, per questo, saranno invidiose. Non lo so. Sono stata molto fortunata. Robert è una persona che vorrei come vicino di casa. Mi ha cam biat o la percezione della m usica, non è st at o solt ant o un incont ro um ano m eraviglioso, m i ha fat t o venire la voglia di guardare olt re. Tut t i quelli che lo conoscono ne parlano con un sorriso. Il proget t o Soupsongs è st at o ideat o da Annie Whit ehead ( t rom bonist a inglese, m olt o am ica di Robert) che ha avut o l incarico di im bast ire un concert o di canzoni sue con vari m usicist i. I n I t alia siam o io, Sarah Jane Morris insiem e a Jennifer Maidm an, bravissim a chit arrist a. I concert i sono pochi però è bellissim o, anche perché Robert nel nost ro Paese ha un seguit o alt issim o e ha deciso di farm i questo regalo. ML 6 musicletter.it update n. 50 special interview M a n ue l Agn e lli h a pr odot t o i pr im i due disch i de lla t ua ca r r ie r a . A qu a ndo u n disco a quattro mani con Mr. Afterhours? Guarda io spero che si faccia, prim a o poi, sarebbe m olt o bello. Ho una st im a im m ensa di Manuel sia com e m usicist a- cant ant e che com e persona. Tregua è il prim o album che ha prodot t o, c è st at a da subit o una buona sint onia e per m e è st at o un bat t esim o. Personalm ent e m i piacerebbe sent ire Manuel in una sit uazione m inim ale: ha una voce bellissim a e m olt o profonda e in t ut t o quel casino di chit arre elet t riche un po si perde. Se dovessi suonare con lui preferirei la part e acust ica. A t al proposit o st o appront ando un disco acust ico di m ie canzoni già pubblicat e! No, non st o divent ando iper- produt t iva! ( ride, ndr). Pa ssia m o u n a t t im o da lla m u sica a lla le t t e r a t u r a . I l t u o cu r r icu lu m , t r a dive r si disch i, va n t a fina n ch e du e libr i: la r a ccolt a di poe sie e pa gin e di dia r io Appe na Sot t o Le N u vole ( M onda dor i, 2 0 0 0 ) e God Le ss Am e r ica ( M on da dor i, 2 0 0 3 ) che r a ccon t a u n via ggio t r a le st r a de de gli St a t i Un it i. N on c è du e se n za t r e ? Non lo so. God Less Am erica è st at o scrit t o prevalent em ent e da Michele ( Monina, ndr) . Se dovesse uscire com unque non sarà un rom anzo, non ne sarei capace! Accum ulo m olt o m at eriale per i t est i delle canzoni, Appena Sot t o Le Nuvole è st at o realizzat o grazie a quest o m at eriale. Ma chi lo sa, mi piacerebbe molto. Magari oltre ai testi inserirei anche delle foto. N e l 2 0 0 5 t i e sibist i vicin o a Fir e n ze pe r u n con ce r t o in cu i int e r pr e t a vi a lcu ne ca nzon i de i Ra dioh e a d. Data l e sibizion e e il lu ogo, ch ie sa di Ba dia Fie sola n a , r icor do u n a t m osfe r a m olt o be lla e un pu bblico ch e n on le sin ò a ppla u si. D ur a n t e il pr ossim o tour come ci sorprenderai? Con le canzoni di quest o album e una band st repit osa. St o im bast endo una sort a di t our t eat rale che avrà luogo nel 2008. I nt ant o, per il t our im m inent e ci sarà una sort a di rit orno alle sonorit à rock. Ho voglia di far suonare i m iei m usicist i, di rispolverare qualcosa di fort e. ( Per ogni informazione riguardante, date e luogo dei concerti, collegarsi al sito www.cristinadona.it, ndr). Foto - Per gentile concessione della EMI ML 7 musicletter.it update n. 50 special interview MOLTHENI Intervista © 2007 di Lu ca D Am br osio Dopo due lavori prettamente rock come Natura In Replay ( 1999) e Fiducia Nel Nulla Migliore ( 2001) , realizzat i per la Cyclope Records del grande Francesco Virlinzi, e una part ecipazione al Fest ival di Sanrem o nel 2000 con il brano Nutriente, la carriera di Um bert o Giardini ( alias Moltheni) è segnat a im provvisam ent e dalla scom parsa dell am ico Francesco che decret erà anche la fine dell et ichet t a cat anese Cyclope Records. Così, dopo un lungo periodo di riflessione durat o quat t ro anni, con in m ezzo un album m ai pubblicat o ( Form a Ment is) , nel 2005 il cant aut ore, nat o a Sant Elpidio a Mare, si rim et t e in gioco con Splendore Terrore, un disco indipendent e che sancisce la sua m at urit à art ist ica at t raverso com posizioni int ense ma allo st esso t em po schelet riche. L anno successivo è la volt a di Toilet t e Mem oria ( 2006) che, invece, lascia t rapelare una lat ent e vivacit à che nel 2007 si assottiglia notevolmente at t raverso le not e di Io Non Sono Com e Te, m ini fat ica dai t oni bucolici che m et t e in risalt o il carat t ere di un com posit ore schivo, int im ist a e decisam ent e fuori dal coro Um be r t o, t e la se n t i di r ia ssum e r e in poch e r igh e i m om e n t i più sign ifica t ivi, be lli e brutti che siano, della tua evoluzione artistica? I l m om ent o più bello è st at o quando al m io esordio cercai il m io cd nei negozi e di fat t o lo vidi Ero felicissim o. I l m om ent o più brut t o invece è st at o di sicuro quando è scom parso Francesco Virlinzi. I l vuot o lasciat o da Francesco è rim ast o incolm abile un po' per t ut t i, anche per la discografia italiana in genere. Qu a n do n e l 1 9 9 1 com pr a i l e sor dio de i Flor D e M a l, u scit o a ppu n t o pe r la Cyclope Re cor ds di Ca t a n ia , m i r e si subit o con t o ch e Fr a n ce sco Vir linzi st a vo osa n do qua lcosa in più . Tu che l h a i conosciu t o m olt o be n e , cosa ha pe r so il n ost r o a m bie nt e m u sica le con la sua scomparsa? La realt à m usicale it aliana ha perso m olt issim o con la scom parsa di Francesco Virlinzi, non solo per un discorso diplom at ico che lo vedeva com unicare con le Maj or in m aniera um ana, riuscendo a farle ragionare, ma anche per quel grande buon gusto che dava la possibilità ai nuovi progetti di esprim ersi com e volevano, uscire cioè discograficam ent e solo ed esclusivam ent e per le proprie qualità. ML 8 musicletter.it update n. 50 special interview Cr e do ch e n on sia st a t o a ffa t t o fa cile r ipa r t ir e da ze r o dopo la pa r t e cipa zion e a l Fe st iva l di Sa n r e m o n e l 2 0 0 0 , u n a lbum ( Fidu cia N e l N u lla Migliore) r e gist r a t o n e gli St a t i Un it i e pr odot t o da ll e x pr odu t t or e de i R.E.M. Je ffe r son H olt e e , soprattutto, dopo la ch iu sur a de lla Cyclope Re cor ds la cu i dist r ibu zione e r a cu r a t a da lla Sony BM G Sì è st at o m olt o difficile, difficilissimo, m a superat o l'ostacolo di liberarm i della BMG è st at o tutto molto più semplice. Su cce ssiva m e n t e ci fu a n che la de lu sion e di u n tuo album (Forma Mentis) snobba t o Sì, anche una se delusione è t erm ine un po' esagerat o per descrivere il m io st at o d'anim o di quel periodo. Sapevo che le persone con cui st avo avendo un approccio di lavoro erano inaffidabili, pertanto la delusione è stata molto relativa. Pr im a di pa r la r e de l t u o u lt im o la vor o, I o N on Son o Com e Te, r e ce nsit o pr opr io su qu e st e pa gin e nel n um e r o pr e ce de n t e , vor r e i pa r la r e di Sple n dor e Te r r or e , la vor o de l 2005 ch e ha de cr e t a t o in na nzit u t t o il soda lizio t r a La Te m pe st a de i Tr e Alle gr i Ra ga zzi M or t i e M olt h e n i. Com e è a vve n u t o l in con t r o con D a vide Toffolo & Co. e qu a li sono st a t e le pr im e cose ch e vi sie t e de t t i a ll in izio de lla collaborazione? L'approccio iniziale in realt à è st at o con Enrico Molt eni, durant e un live dei Tortoise a Ferrara. È stato tutto molto genuino; ci siamo parlati e stretti la mano. Fu come una parola d'onore t ra due persone serie e decise di lavorare insiem e, t ut t o qua poche settimane dopo , si era già a buon punto, fino alla registrazione dell'album qualche mese dopo. H o le t t o da qu a lche pa r t e ch e Sple n dor e Te r r or e è st a t o pe n sa t o e r e a lizza t o in poco t e m po. Son o con vin t o pe r ò ch e per fa r e u n a lbum così in t e n so, a l di là de ll ispir a zion e , bisogna a ve r e le ide e be n ch ia r e Può darsi. I o le ho sem pre m olt o chiare le cose in t est a che debbo poi realizzare. È anche vero, però, che la grossa ispirazione che avevo in quei giorni ha fat t o da buona consigliera, fu regist rat o tutto in brevissimo tempo. ML 9 musicletter.it update n. 50 special interview Con Sple ndor e Te r r or e e sce fuor i u n M olt h e n i ch e si m u ove t r a nqu illa m e n t e evocative, tra pie ne com posizioni di pa t hos e st r u m e n t a li ca pa ci di e ca n zon i sin t e t izza r e sple ndida m e n t e le a m a r e zze de lla vit a Non lo so, a m e appare t ut t o m olt o sem plicem ent e naturale... è Moltheni Poi Sple ndor e Te r r or e è a n che l a lbum che se gn a la t u a m a t ur it à a r t ist ica e ch e t oglie ogni dubbio a t u t t i color o ch e t i h a n no se m pr e pa r a gona t o a M a n ue l Agn e lli Probabile, con Splendore Terrore m i sono sent it o veram ent e io. Mi sono guardat o allo specchio e m i sono finalm ent e riconosciut o. Per ciò che riguarda i paragoni, lasciano sem pre il t em po che t rovano, è anche vero che senza i paragoni m olt i giornalist i o addet t i alla m usica sarebbero persi e senza più riferimenti, quindi, tanto vale leggerli e riderci su. Ascoltando Toile t t e M e m or ia ho a vve r t it o invece una m isu r a t a e la t e n t e viva cit à sia n e lle r it m ich e ch e ne i t e st i. È solo la mia impressione? No, è di fat t o un album più lum inoso; è anche vero però che nelle m ie com posizioni la luce e la giocosit à di alcuni episodi, và vist a e int erpret at a in un ot t ica diversa rispet t o ad album qualsiasi o a proget t i pop. È la m elanconia l'ingredient e che, in un m odo o nell'alt ro, velo st ende sem pre un sot t ilissim o sopra le m ie produzioni. È com e una ragnat ela invisibile che quando ci si avvicina, ci tocca, e qualcosa cambia. N e ll a lbum cè a n ch e un br a no ca n t a t o da Fr a n co Ba t t ia t o. Com e è na t a la colla bor a zion e e l a m icizia con l a r t ist a sicilia no? L'am icizia con Franco è nat a precedent em ent e alle regist razioni di Toilette Memoria , esisteva già. La collaborazione è nat a dall'idea di far cant are il brano ad una voce fort em ent e evocat iva. Il brano era perfetto per lui. Franco ha accettato subito. È bastata una telefonata. Cosa ci puoi raccontare a proposito della tuo ultimo lavoro Io Non Sono Come Te? Come è nato il disco, dove è stato registrato? Non ho nulla da raccont are; sono una m anciat a di dolci canzoni che rilassano e, com e spesso accade, fanno pensare alla vit a. È st at o regist rat o da Giacom o Fiorenza a Bologna e due brani da Gigi Galmozzi a Milano, il tutto poi mixato in Svezia da Kalle Gustafsson. ML 10 musicletter.it update n. 50 special interview Con questo EP si scorge un Moltheni dai toni decisamente più bu colici. Cr e di che il pr ossim o se gu ir à que st a st r a da oppu r e è a r r iva t o il m om e n t o di t ir a r e fuor i da l ca sse t t o Forma Mentis, casomai riveduto e corretto? Che dire, non m i faccio m ai m olt e dom ande sulla st rada da percorrere per il fut uro. So di cert o che quest a è la m ia st rada e non la lascerò per vendere più dischi o per una visibilit à m aggiore che snat uri Molt heni. Form a Ment is è un album m ai pubblicat o e t ale rim arrà. Ogni cosa è figlia del suo t em po, e il t em po di quest o lavoro è passato. Non si può morire e rinascere, purtroppo o per fortuna, non si può. Or a m a i i t u oi a r r a n gia m e n t i sono un m a r ch io di fa bbr ica e la t ua voce è r iconoscibilissim a Può darsi, il tempo a volte aiuta anche in questo... Ra ggiu n ge r e u na pr opr ia ide nt it à a r t ist ica n on è così fa cile No, non lo è affat t o. Bisogna essere se st essi nel t em po, ed essere convint i di quello che si fa. Forse bisogna anche un po piacersi ... Se Toile t t e Te r r or e M e m or ia e Sple ndor e e r a no t it oli a bba st a n za cr ipt ici I o N on Son o Com e Te è , a l con t r a r io, un a in t e st a zion e de cisa m e n t e la pa lissia na . D a cosa sono sca t u r it i i t it oli di qu e st i t r e album? Non lo so bene. I t it oli che at t ribuisco ai m iei lavori rispecchiano i m iei st at i d'anim o, è come un nom e che dai a un figlio/ a, in quel m om ent o fai quella scelt a, spesso solam ent e est et ica. Dubito che dietro i titoli degli album ci siano pensieri profondi. Tu ch e ha i a vu t o l occa sione di vive r e e ve de r e da vicin o sia il m on do de lle m u lt ina zion a li che qu e llo de lle e t ich e t t e in dipe n de n t i, pe n si ch e t u t t o som m a t o sia m e glio st a r e da lla pa r t e de lle piccole la be l e a ccon t e n t a r si di a nda r e in gir o a fa r e concerti in piccoli club? Decisament e quello che ci si guadagna è t ant issim o. È pur vero che però dipende da com e è fatto ognuno di noi. Da un punto di vista etico, credo che uscire per un etichetta indipendente sia molto più grat ificant e, m a credo anche che ci siano alcune Maj or che possano com port arsi onest am ent e e professionalm ent e, il problem a è t rovarle e inst aurare un buon rapport o di lavoro con loro. Questo è m olt o difficile, alm eno qui nell'est rem o sud del continente. ML 11 musicletter.it update n. 50 special interview St a ca m bia ndo n e ll in dust r ia oppu r e qu a lcosa discogr a fica sia m o al colla sso in qu a n t o la sit u a zione è or a m a i irreversibile? Non m e lo sono m ai chiest o, di sicuro società. la discografia Quindi riflet t e la siam o vicini al da lla pa r t e di capolinea. Se i a n ch e color o che tu pe nsa no, com e i Ra dioh e a d, ch e a que st o pu n t o sia m e glio m e t t e r e i pr opr i i la vor i in r e t e gr a t is o a l massimo dietro sottoscrizione o libera offerta? Sì. Sa ppia m o be n issim o ch e se i u n gr a nde e spe r t o di m u sica r ock . Qu a li disch i di qu e st i ultimi anni non dovrebbero mancare nella nostra discografia? Sono t ant issim i i dischi che non dovrebbero m ancare ad alcuni di noi. Dico alcuni di noi, poiché non t ut t i i dischi che considero fondam ent ali, vanno bene nel let t ore di m olt i. Di cert o ne posso citare 3: - Stars of The Lid The Ballasted Orchestra - Elliott Smith - XO - Tortoise - Millions Now Living Will Never Die Ci m e t t ia m o a n che u n a lbum di M olt h e n i, a lm e n o pe r qu a n t o r igu a r da la se zion e riservata alla musica italiana? No, non mi interessa proprio. C è qua lcosa ch e da vve r o n on soppor t i de l ge n e r e u m a no e di qu e st o m ondo? Cosa invece salveresti di questa epoca? Salverei gli animali e la natura, non sopporto più la gente, lo ammetto. Se i m olt o le ga t o a lle t u e or igin i? Qu a nt o ha n no in flu it o su lla t ua cr e scit a cult ur a le e professionale? No non hanno influito per niente, poiché non sono legato affatto alle mie origini. Un u lt im a cu r iosit à : la fa r m a cia da cu i pr e n de st i il nom e e sist e a n cor a ? No, chiuse circa 4 anni fa Non esiste più. Foto - Per gentile concessione di Moltheni ML 12 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: MICE PARADE TITLE: S.T. LABEL: Fat Cat RELEASE: 2007 WEBSITE: www.myspace.com/miceparadeband MLVOTE: 7 /10 7 dischi all at t ivo con quest o, che per la prim a volt a non ha un t it olo bizzarro. E a m e sem bra forse il più bello e m i chiedo se m i appare t ale solo perché è appena leggerm ent e m eno eclet t ico dei precedent i. Post rock, si disse ad un cert o punt o dei 90 e l iniziale Sneaky Red m i riport a a certe pagine di Gastr del Sol, per l uso del drum m ing, incisivo seppur libero di variare appena sul t em a appront at o m a anche per i cam biam ent i repent ini, nei rit m i com e nelle at m osfere. E se la partenza è ottima, Tales of las negras non è da meno, delineando un ennesimo piccolo capolavoro che sarà ad appannaggio purt roppo di pochi. Eppure in M ice Pa r a de , soprat t ut t o creat ura di Ada m Pie r ce , nulla risult a part icolarm ent e ingrat o nell accost am ent o di t em at iche, che suonano abbast anza lat e Bost on St yle, da risult are oram ai possibili da digerire per chiunque. E sarebbe com unque un bel desinare, vist a l alt a carat ura delle cibarie, con brani m ai eccessivam ent e dilungat i, dove im past i di acust ica ed elet t rica, elet t ronica finissim a e not e di piano ( anche elet t rico) disegnano affreschi urbani dal cesello fine e delicat o, ove t rovano post o im provvisi st op nei t em pi, spesso, dispari e st rum ent i che in alt ri casi avrem m o definit o folkie ( m a il folk a t ut t o t ondo, cert e volt e persino una kora ci st arebbe bene) . Deliziosa per at m osfere im provvisam ent e plum bee nel finale The t en last hom es, che chiunque am i il suono indie dovrebbe t rovarsi ad apprezzare. Maggiore m elodia per la voce di bim ba non ancora esorcizzat a di Kr yst in An n Valtysdottir, già nei Mum, in Double dolphins on t he nickel, alt ra preziosa t essit ura dell album . E proprio un gran disco, quest o M ice Pa r a de , ove si perdona facilm ent e una cert a m onot onia nella voce di Pierce, che non fa il cantante di professione e che, opportunamente, si fa aiutare da voci fem m inili, giust o un at t im o prim a di scadere nel ripet it ivo. Un album che è facile t rovarsi a suonare e risuonare in cont inuazione, per alt ernanza azzeccat a t ra gli episodi più rit m ici e quelli più int im ist i, una volt a che si è ent rat i nel m ood sognant e e cinem at ico proprio dell im m aginario solitario ma ricchissimo di Pierce. Massimo Bernardi ML 13 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: PJ HARVEY TITLE: White Chalk LABEL: Island / Universal RELEASE: 2007 WEBSITE: www.pjharvey.net MLVOTE: 8 /10 Uh H u h H e r , penult im o lavoro della H a r ve y, ci im pressionò per la fort e carica espressiva che sovent e scat uriva da st erzat e punk. C era un gioco di luci e om bre. Un arrendevolezza m ai arresa e una voglia di riscat t o palese. Fu la st essa Polly Je a n H a r ve y, nel 2003, a riassum ere con le seguent i parole il proprio m odus operandi: Con ogni album cerco di lavorare in cont rast o con il precedent e per cercare nuovi orizzont i . Oggi con W h it e Ch alk - ot t avo album in st udio dal 1992 - l obiet t ivo è st at o m ut at o e sgranat o in favore di una visione d insiem e, di cert o non pacificat a, m a neanche schizofrenica com e appariva nel recent e passat o. La punkantessa inglese - fort e di un equilibrio int eriore presum ibilm ent e raggiunt o riesce a incasellare il proprio st at o d anim o in undici quadrat i sonori im pegnat i a m agnet izzare chi ascolt a. La voce, m eno ruvida m a più proporzionata e carezzevole rispetto al consueto, è posta in primo piano. Gli strumenti, pianoforte su t ut t i, disegnano not e dall andat ura decisa, filt rat i fino all essenziale, e privi di fronzoli. I l disco com incia con la m arcet t a crepuscolare di The Devil e finisce con The Mount ain: crocevia t ra i Blon de Re dh e a d e Goldfrapp più invernali. Nel m ezzo c è il grande pat hos della t it le t rack. I sussurri di Silence alt erat i in rit ornelli d agrodolce solennit à. L asse cent rale Broken Harp, accarezzat a dall arpa, t rasm et t e una singolare t ranquillit à che invero cozza un po st risciant e pessim ism o del t est o. I nsom m a, un disco adult o con lo e aut unnale che, grazie anche all aiut o degli adept i Flood e John Pa r ish in cabina di regia, ci m ost ra un profilo bellissim o di un art ist a poliedrica che non st anca m ai di st upire. Chapeau. Jori Cherubini ML 14 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: AMON TOBIN TITLE: Foley Room LABEL: Ninja Tune RELEASE: 2007 WEBSITE: www.amontobin.com MLVOTE: 9 /10 Am on Tobin è sicuram ent e uno degli art ist i più geniali del panoram a elet t ronico. Nat o a Rio de Janeiro si è prest o t rasferit o in I nghilt erra dove ha com inciat o a m anifest are il suo int eresse per l Hip Hop, il Blues e il Jazz, cim ent andosi anche nella realizzazione di m usiche per videogam es, soundt rack e spot pubblicit ari. La sua m usica infat t i suggerisce sem pre delle im m agini m ent ali particolarissime: visioni notturne, ambientazioni esotiche, situazioni inquietanti, rese per mezzo di suoni dist ort i, arrangiam ent i orchest rali, cont am inazioni j azz e drum n bass, livelli sovrappost i di suoni cam pionat i, t rasform at i in presenze che sgorgano all im provviso dalle pieghe della m elodia. I l 6 m arzo scorso è uscit a per la Ninj a Tune la sua ult im a release, Fole y Room ( che prende il nom e dagli st udi in cui vengono realizzat i gli effet t i sonori) , sicuram ent e il suo disco più bello, un capolavoro assolut o. Negli album precedent i Am on Tobin si è spesso servit o di st ralci presi da vecchi vinili per rielaborarli e riut ilizzarli t rasform andoli in qualcosa di nuovo e anche st avolt a infat t i ha pot ut o giovarsi della m usica di art ist i com e Th e Kr on os Qu a r t e t ( in Bloodst one) , St e fa n Sch n e ide r e Sa r a h Pa gé . I n Fole y Room però va olt re. St anco delle possibilit à espressive degli st rum ent i e degli effet t i m usicali più o m eno canonici, secondo quant o riport at o anche sul sit o ufficiale della Ninj a Tune, ha raccolt o e ha usat o i suoni più disparat i: dal ruggit o di una t igre a gat t i che m angiano t opi, dal ronzio delle vespe a ut ensili da cucina, rubinet t i sgocciolant i, il rom bo di una m ot ociclet t a, ecc t rasform andoli in elem ent i cardine della sua sperim ent azione m usicale. Fole y Room è un album che colpisce im m ediat am ent e per la purezza e la ricchezza dei suoni, la sperim ent azione port at a all est rem o, il t ent at ivo di port are ordine nel caos e di fondere insiem e m usica e suoni. È un album im prevedibile. Eccit ant e. Pieno di sorprese. A ogni ascolto si materializzano nuove profondità, si scoprono nuove interpretazioni, si sviluppano nuovi intrecci sonori. Bloodstones apre l album con rit m i balcanici, Esther s è un pezzo travolgente dai ritmi spezzati e incessanti, Keep Your Distance è l evoluzione nat urale della fam osissim a 4 Ton Mantis. Kit chen Sink ha un t it olo decisam ent e descrit t ivo m ent re la bellissim a At The End Of The Day che chiude l album è un incast ro di lam e e suoni m et allici. I n t ut t i i pezzi com unque è facile perdersi nel gioco di riconoscere suoni e rumori che ci accompagnano nella vita di tutti i giorni ma che qui acquist ano t ut t alt ra dim ensione e divent ano la leva per suscit are delle fort issime emozioni. Claudia De Luca ML 15 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: PAUL COLLINS BEAT TITLE: Flying High LABEL: Lucinda Records / Get Hip RELEASE: 2007 WEBSITE: www.paulcollinsbeat.com MLVOTE: 7 /10 Pioniere del power- pop a st elle e st risce, ovvero di quel filone rock che a part ire dalla m et à degli anni 70 univa all elet t ricit à d est razione punk una predilezione spiccat a per m elodie ariose e corali e per arrangiam ent i pim pant em ent e pop, Paul Collins ha at t raversat o con energia sem inale i 70 prim a con Th e N e r ve s ( nei quali m ilit ava anche Pe t e r Ca se fut uro Plim souls) e poi gli 80 con i celeberrimi The Beat, dei quali è essenziale ricordare almeno tre capolavori power- pop, The Beat ( 1979) , Th e Kids Ar e Th e Same ( 1981) e Long t im e gone ( 1985) . Nei 90 Collins fa della Spagna dove può cont are su uno zoccolo duro di fans la sua nuova pat ria e dopo alcuni album solist i m olt o count ry- orient ed com e Pa u l Collin s ( 1992) , Fr om Tow n To Tow n ( 1993) e Live I n Spa in ( 1997) e Pau l Collin s ( 2000) m et t e a punt o una nuova line- up di Th e Be a t fort e di ot t im i m usicist i spagnoli com e Gin e s M a r t in e z ( drum s) e Ca r los Gua r da do ( bass) olt re Oct a vio Vin ck alla lead guit ar e incide nel 2004 per la Lucinda Rec. un album m olt o ispirat o, Flying H igh che oggi viene rist am pat o dalla Get Hip di Pit t sburgh. Quasi si st ent a a riconoscerlo, con quella pelata e quegli occhiali da manager ma il disco parla chiaro: alcuni episodi resuscitano alla grande l energia elet t rizzant e e cont agiosa dei Beat, come Rock n roll shoes, Helen, All over town, Silly love, che offre un ent usiasm ant e e ruvida perform ance chit arrist ica di Vinck, m a che il t em po sia t rascorso da quegli anni gloriosi si sent e e Collins dà il m eglio di sé in ballat e vagam ent e count ry- folk, m alinconiche e dall ispirazione pensosa: la com m ovent e Bobby, Afton place, I m on fire, Will you be a wom an, More t han yest erday ( un m id- t em po da ant ologia) sono godibilissim e e m at ure prove di un uom o- art ist a che m et t e sul piat t o t ut t e le sue em ozioni più int im e acquist ando alla grande in int ensit à espressiva e int erpret at iva. Suggestioni spagnoleggiant i sparse qua e là t ra i solchi, e non pot eva essere alt rim ent i, soprat t ut t o nell uso delle chit arre acust iche ed una Paco & Juan palpit ant e che pare un out t ake dei prim issim i Dire Straits: c è qualcosa di Knopfler anche nella voce di Paul. Ma è la finale Flying High a nobilit ar e come nessun alt ra song quest o disco: we could be forever / flying high ! , Paul Collins, la voce rot t a dall em ozione, sublim a la leggerezza degli spensierat i inizi di carriera in una t occant e, vissut a e vibrant e perform ance vocale che riesce a st ringert i il cuore. Grazie Paul m a non fart i aspettare! Pasquale Boffoli ML 16 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: YELLOW CAPRA TITLE: Chez Dèdè LABEL: Piloft Records RELEASE: 2007 WEBSITE: www.myspace.com/yellowcapra MLVOTE: 7,5/10 I m m aginat e di inseguire ricordi con la m ent e, avvolt i nelle vost re cert ezze e nelle bellezze che ogni giorno il m ondo ci elargisce. Ferm at evi a guardare i colori di un aut unno m ai così bello, esplorat e le inesat t ezze di un onda che si infrange o di due innam orat i che nel silenzio cercano int im it à. Sono im m agini che a guardare bene sono consuet udini di t ut t i i giorni, m a se accom pagnat e da quest o secondo disco dei m ilanesi Ye llow Ca pr a , possono assum ere dim ensioni di sproporzionat a bellezza. Chez Dèdè difat t i, non è solo il disco di un sest et t o che cerca di coniugare la m usica classica con lo spigoloso m ondo di un post - rock ancora in via di evoluzione, m a un opera cinem at ografica int ensa e a t rat t i una colonna sonora per la nost ra vit a che scorre inevit abilm ent e t roppo veloce. Sono rim ast o abbagliat o dall arm onia dei pezzi che si diram ano com e nebbia e poi esplodono in rarefazioni j azz not t urne e fum ose, deflagrant i, m alinconiche e piene di sent im ent o, e m i piace pensare che quest o non sia il solit o disco sem ist rum ent ale che affolla le m ent i di gent e m alat a alla ricerca di st ranezze in am bit o underground, ma un modo come un altro di mettere in musica la volontà di avere un mondo migliore. Per questi m ot ivi è quindi facile perdersi nel blues di Cassavetes, che incat ena il sax in una danza cont rat t a e poi det ona in un uragano dove gli st rum ent i vagano alla ricerca della libert à assolut a; ed è facile anche riconoscere nella voce di Francesca Giomo usat a a m o di st rum ent o il t occo dei Sigur Rós però t esi a raccogliere idee sul naviglio grande anziché nelle desolat e lande dei geyser islandesi. I ronia non cit at a a sproposit o vist i i t it oli dei brani ( Califoggia e I l Mozzicone di Morricone per m e geniali) che rendono ancora più um ano un gruppo che si dilet t a con nat urale predisposizione verso un genere m usicale dalle m ille sfaccet t at ure e dalla personale int erpret azione visiva e udit iva. E così pot rei narravi di quando vidi m ille farfalle in 20 Minut i nel buio oppure raccont arvi l aneddot o della bellezza della A4 at t raversat a di dom enica m at t ina ascolt ando le rarefat t e at m osfere di Gazebo Papet t i Crack ( Sunday Bloody Samba). Ma quest o è un disco al quale ogni persona assegnerà un preciso m om ent o della propria vit a. Bast a port arselo sempre dietro. E basta solo amare la musica. Nicola Guerra ML 17 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: SWOD TITLE: Sekunden LABEL: City Center Offices RELEASE: 2007 WEBSITE: www.swod- music.de MLVOTE: 8 /10 In un mondo usa- e- getta si possono sempre trovare cose per cui vale la pena di dedicare tempo e at t enzione e quando si è st anchi dell odore di chiuso, in un panoram a m usicale sat uro di prodot t i om ologat i, cercando un po è possibile scovare art ist i non convenzionali e respirare una boccat a d aria fresca. Quest a è la m usica di Swod, proget t o della coppia Oliver Doerell ( che com pone anche con lo pseudonim o di Dict aphone) e St ephan Wohrm ann, avanguardia del m ovim ent o neo classico. I due art ist i t edeschi hanno finalm ent e pubblicat o il loro secondo album , lungam ent e at t eso dopo il sorprendent e esordio di t re anni fa Gehen sem pre per la Cit y Cent er Offices, et ichet t a not a per la pubblicazione di prodot t i di elet t ronica m inim ale/ idm / am bient . Quella di Swod non è il t ipo di m usica che scat urisce da esperienze ed em ozioni personali dell art ist a m a è piut t ost o una m usica che suggerisce e vuole creare ed evocare em ozioni e st at i d anim o nell ascolt at ore com e se fosse la colonna sonora di un film im m aginario o di un sogno. Non hanno una form a i nove pezzi di Sekunden; sono elaborat e sovrapposizioni di suoni, effet t i sint et ici, voci sussurrat e, su una t raccia punt eggiat a dalle not e del pianofort e, t essit ure m usicali dilat at issim e in cui la dest rut t urazione del brano si t rasform a in poesia. Apre l album Montauk che con il suo assolo di pianofort e dà subit o l idea di cosa ci si deve aspet t are da quest o disco, sviluppandosi lent am ent e grazie alle not e di un basso, sospiri, glit ch e fruscii appena percet t ibili. In Ja, voci sussurrat e che sem brano provenire dalle profondit à dello spazio si incast rano in un t icchet t io frenet ico che cont raddice il rit m o della dilat at issim a t ram a m elodica. Deer è uno splendido pezzo di m usica classica cont em poranea, un t urbinio di not e su cui germ oglia una forest a t ecnologica di dist orsioni e sofist icat e elaborazioni elet t roniche m ent re in Belgien l im m ancabile pianofort e, il prot agonist a assolut o dell int ero album , è accom pagnat o da un m ist erioso dialogo a due voci che sem bra t rat t o da un film . I l capolavoro di Sekunden è però la t raccia di chiusura dell album : Patinage. La reit erazione del t em a m elodico che sem bra arrivare com e un onda da dist anze siderali si sm orza e riprende vigore a fasi alt erne lasciando il post o a crepit ii indefinit i. E poi finalm ent e arriva la m elodia com e un regalo inat t eso. Una seconda prova m eravigliosam ent e riuscit a: fram m ent i di parole sussurrat e com e echi lont ani, il suono del giorno che si t rasform a in not t e, la luce che passa dall alba al t ram ont o, uno scorrere inint errot t o e fluido di sensazioni e im m agini, indefinit e e crist alline allo st esso t em po, che si inseguono nel vent o rivelando paesaggi lum inosi; un crescendo evocat ivo di versi di inset t i, gocce di pioggia, suoni sint et ici che disegnano at m osfere oniriche. I m possibile spiegare com è il sole a qualcuno che non l ha m ai vist o. I m possibile esprim ere la bellezza di quest o album a qualcuno che non ha m ai ascoltato Swod. Claudia De Luca ML 18 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: THE CULT TITLE: Born Into This LABEL: Roadrunner RELEASE: 2007 WEBSITE: www.the- cult.com MLVOTE: 6,5/10 Facile parlare m ale dei Cult. Talm ent e scont at o che so di qualcuno che ha scrit t o ( m ale, ovvio) di quest o disco prim a ancora di averlo ascolt at o. Per part it o preso. Perché i Cult del post - Love andavano m ale sem pre e com unque. Electric svolt ava di net t o verso gli Ac/Dc: m ale. Sonic Temple era t roppo AOR- orient ed: m ale. E poi, quando il rock sciam anico si è annacquat o t ra le penne indiane di Ceremony o ha t ent at o di riat t ualizzarsi sui dischi successivi, be m ale, m ale anzi m alissim o. I an e i suoi hanno perso sput i in faccia per qualsiasi cosa facessero ( Holy Barbarians, Colorsound, lo I a n At sbu r y solist a, i Doors) , fosse anche sulla t int a dei capelli. Minchia ..il m ondo si sucava pant om im e com e gli Slipknot e qualcuno osava crit icare una ossigenazione o un t aglio di capelli pur di parlare m ale di qualcuno che gli st ava sulle palle. Ora, quest a non sarà cert o una arringa in difesa dei Cult , è un dat o di fat t o che la band abbia già dat o il m eglio di se. Esist e forse una band in giro da t rent a anni che abbia ancora qualcosa da dire, a part e i Cram ps che si lim it ano a riprodurre se st essi, e in quest o sono credibili? Bor n I n t o Th is è dunque un album di una band in et à m at ura, di una band di m est iere . Ma è un album onest o, non una roba m essa fuori solo per cont rat t o , anche perché di cont rat t i in corso i Cult non ne avevano alcuno. Chi da loro cont inua ad aspet t arsi chissà quale disco m iracoloso ( chissà poi, perché) è in m ala fede. I Cult , st avolt a in com pagnia di M a r t in Glove r ( ovvero Youth, bassist a dei Killin g Jok e e produt t ore di m olt issim i dischi, nonché uno dei det ent ori del m ist ero at t orno a Chinese Dem ocracy dei G n R, NdLYS) , t ornano a lavorare al loro suono classico che ha orm ai da anni abbat t ut o ogni pont e con l eredit à got ica dei Sout hern Deat h Cult m a è invece un hard rock fort em ent e evocat ivo. Billy D uffy m isura i suoi int ervent i e lavora su riff elem ent ari m a senza eccedere nel m ost rare i bicipit i. Senza m achism i, con m isura. I an dal cant o suo non ha più la voce di un t em po e quest o st ranam ent e di avvert e di più quando i t oni si fanno rilassat i com e in Holy Mount ain, unico pezzo veram ent e inut ile della raccolt a. I l rest o, com e già det t o, m et t e in m ost ra una band che scrive ancora delle canzoni sufficient em ent e pot ent i e accat t ivant i, certamente un gradino sopra quelle dei Velvet Revolver, unica band che mi sento di accostare ai m oderni Cult , e buone soprat t ut t o per la resa live. Franco Dimauro ML 19 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: THE DEFECTORS TITLE: Bruise And Satisfied LABEL: Bad Afro RELEASE: 2007 WEBSITE: www.thedefectors.com MLVOTE: 7 /10 Giunt i al loro quart o lavoro i D e fe ct or s, danesi di casa alla Bad Afro scolpiscono nello spazio garage at em porale con Bruise And Satisfied 13 brani davvero st upefacent i per violenza espressiva. M or t H a r de r ( vocals), vocalist pot ent e e crudele, Kr ist W e st e r n (guitars), M a r t in Budde ( farfisa organ) & C. adot t ano nei prim i 7 brani in Br u ise d An d Sa t isfie d una penet rant e est et ica horror non cert o nuova in quest o genere: ciò che colpisce é la convinzione e l'aut oironia con cui ripropongono con darkissim a ot t ica b- m ovie ( dopo il grezzo int ro cinem at ografico/ recit at o Welcom e All Sinners degno di uno Scr e a m in g Lor d Su t ch , livido del t herem in di Budde) , st orie di m ort i t ragiche e violent e, di zom bi resuscit at i asset at i di sangue e di vit a che non ne vogliono sapere di t rapassare definit ivam ent e, in brani com e Creepy Crawl, Dancing Ghouls, Bruised and Satisfied, Resurrect ion, I Want Blood, The Final Thrill. I l suono in quest i brani é denso di riferim ent i: prim a di t ut t o i Fuzztones di Lysergic Em anat ions, le cui at m osfere paludose e cript iche e riem ergono in più di un'occasione; poi la voce t orbida e viziosa di Mort Harder in Creepy Crawl, Dancing Ghouls e Resurrection che pare affondare il colt ello nella ferit a incarnando un Rudi Pr ot r udi dai t oni ancor più assat anat i, ben coadiuvat o dai cori di Hell- Eye (bass) e M.Budde. Ma come non far notare che le tastiere gotico/criptiche di Martin Budde (in alcuni casi l'int ero sound in generale! ) conferiscono più di un t occo Stranglers, che in Final Thrill ( in odore di spaghet t i west ern) , lent a e percorsa da una fascinosa arm onia colm a di inelut t abilit à, dal t herem in inquiet ant e di Budde , e dai brividi t im brici di Krist Western rivive un po dello psychobilly crepuscolare dei Cramps. Nella not t urna e m alat a I Want Blood poi Harder pare addirit t ura ispirarsi al Tom Wait s più arruffat o e decadent e: una zom bie- ballad st rappalacrim e bruscam ent e int errot t a dall'assalt o alla baionet t a di Get t in' I t On, prim o di 6 brani che sanciscono la seconda parte di Bruised and Satisfied, rigorosamente secondo lato della versione in vinile. The Defectors cont inuano da qui sino alla fine a galvanizzare la part e più 'raw' e 'wild' della nost ra psiche: 6 brani eseguit i con la cost anza perforant e di un m art ello pneum at ico, perform ances all'insegna del garage- punk più brut ale e m isogino che si possa im m aginare: sì perché t it oli com e Love I s Evol, Fuck You, Cause You're Lookin' Good, Baby When You're Gone, Lose I t parlano chiaro dandoci un quadro non proprio idilliaco dei rapport i con l'alt ro sesso. I n più dei riff all'unisono sem plici, secchi m a cat t ivissim i e rabbia cieca in Lose It e Get t in' I t On, You Bet t er: sem brano quasi dei Troggs del nuovo m illennio inacidit i e ben shakerat i con la sem inale essenzialit à garage dei Sonics. Ciliegina sulla t ort a: il fuzz di Kr is W e st e r n, schiavo per l'int ero disco della prepot enza cinica di M or t H a r de r , sem bra im pazzire nella finale Baby When You're Gone ( che ha un refrain corale degno di un hit garage dei '60) , esce allo scopert o t ra le urla isteriche di Mort disegnando un memorabile solo minimale che naufraga genialmente in allucinate distorsioni nella breve ripresa finale del brano. The Defectors rappresentano quanto di più trash, virulent o e shoccant e possiat e t rovare nel panoram a int ernazionale del m oderno garage. Un'altra produzione Ba d Afr o ( uscit a in cont em poranea con i Dragont ears nel m arzo del 2007) che corrisponde ad un cent ro pieno e che la qualifica com e la più accredit at a et ichet t a punk- garage europea in questo momento Pasquale Boffoli ML 20 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: BABY WOODROSE TITLE: Chasing Rainbows LABEL: Bad Afro RELEASE: 2007 WEBSITE: www.babywoodrose.com MLVOTE: 8 /10 I Ba by W oodr ose di Ch a sin g Ra in bow s hanno lo st esso sound sfavillant e e inconfondibile di Money for soul, Blows your m ind, Dropout! e Love Com es Down, m a il recent e side- project Dragontears del leader Lorenzo Woodrose li ha m archiat i a fuoco! La psichedelia liquida e ossessiva che lì st rabordava dai lim it i angust i della song t radizionale, in Cha sin g Ra inbow s è splendidam ent e im brigliat a ed organizzat a in 11 brani int risi di m ist icism o e chiaroscuri crepuscolari, nei quali l aggressivit à hard è sacrificat a a favore di una vena acida più riflessiva, a volt e onirica nella sua lent ezza accent uat a: insom m a i 1 3 t h Floor Ele va t or s ( band sem inale cui m i riesce più nat urale accost are i B.W.) ed il Rok y Er ick son m ist ico- acidi di We sell soul piut t ost o che quelli disperat i di You re gonna m iss m e! Che i Ba by W oodr ose siano cam biat i è chiaro anche dalla ricerca palese di valori di vit a più posit ivi e int rospet t ivi che t raspare già dai t it oli dei brani: la ricerca dell am ore di Som eone t o love, I m gonna m ake you m ine, la ricerca della luce int eriore di No m ore darkness, la liberazione psichica e sensuale di Let yourself go, In your life, m a anche l anelit o alla bellezza cosm ica di Chasing Rainbows, l est asi lisergica di Twilight princess, Madness of your own m aking e delle oscure Dark t win, Renegade soul, i due brani più com plessi e drogat i di Ch a sin g Ra in bow s, dove i t re B.W. riescono a scavare con m esm erica int ensit à gli anfrat t i più angust i del nost ro inconscio. Ecco, il fascino incom parabile di Ch a sin g Ra in bow s è la coesist enza perfet t a t ra i suddet t i episodi profondi e brani sm accat am ent e poppish com e Som eone t o love, I m gonna m ake you m ine, Let Yourself go, Lilith, No m ore darkness, sot t olineat i da ricorrent i riffs all 80 % t ast ierist ici di Lorenzo, a volt e m aest osi, alt re m ist ici. La prevalenza dell organo negli arrangiam ent i non im pedisce sue fugaci ed energiche sort it e chit arrist iche com e quella aggressiva t ut t a wah- wah di Let yourself go. Affascinant e la fusione chit arre elet t riche/ acust iche- keyboards m essa in at t o; geniali le num erosi int uizioni st rum ent ali: la st eel guit ar delicat a che perm ea int eram ent e la fascinosa Lilit h, sit ar in grande evidenza, t am bura e glockenspiel nell orient aleggiant e I n your life, dalla fascinosa lunga coda st rum ent ale. La m orbida ed om ogenea successione di brani t ut t i m id- tempo pare rivelare l int enzione di una concept - opera di planant e psichedelia nella prim a part e, più incisiva a part ire dalla vit ale Chasing Rainbows, sem pre più int rospet t iva, dark ed acida giù giù at t raverso Dark twin, Renegade soul sino alla conclusiva Madness of your own m aking, t re episodi im pagabili, t re preghiere sospese t ra inferno e paradiso. Lorenzo le int erpret a con int ensit à quasi religiosa, dilat ando sorprendent em ent e il suo m ood vocale soprat t ut t o in Dark Twin. Renegade soul é arricchit a di un flaut o fat at o e si dipana sulla t enebrosa sezione rit m ica di Fu zz D a ddy ( drum s) e M oody Gur u ( bass) , t ra ant iche t ent azioni pinkfloydiane ed abbacinant i rifrazioni 1 3 t h Floor Elevators. Madness of your own m aking conclude con ispirat issim a pacat ezza at m osferica e cont urbant i riflessioni esist enziali un opera pressoché perfet t a, che lascia presagire ult eriori mature sorprese artistiche per il futuro della band danese e della psichedelica scandinava. Pasquale Boffoli ML 21 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: VARIOUS ARTIST TITLE: The Big Stiff Box Set LABEL: Salvo RELEASE: 2007 WEBSITE: www.salvo- music.co.uk MLVOTE: 8,5/10 Con il Nat ale orm ai dappresso spero abbiat e la voglia di farvi un regalo. Parlo di un regalo vero, ovviam ent e. Non un let t ore I pod per com prim ere in 4 cm ² t ut t a la discografia di Fr a n k Za ppa m agari abbinandola alle arie sacre di Bocelli, giust o per rendere t ut t o un po più Xm as- oriented. E neppure uno di quei megaschermi che vi costringeranno ad abbattere le pareti divisorie del salone per pot er godere appieno di cent inaia di pixel che divorano ogni cent im et ro delle cosce di Adriana Volpe port andovi prest o dall oculist a nonché dall urologo. No, no. Parlo di un regalo vero. Qualcosa che, com e Adriana Volpe, sia bello possedere, aprire, accarezzare e scoprire m a che, a differenza di lei, sia soprat t ut t o bello da ascolt are. E che, se avet e 25 anni e il cuore perso per gruppi com e Enemy o Pige on D e ct e ct ive s, possa riaccendere luce su una delle icone imprescindibili del rock inglese di t rent a anni fa, da poco t ornat a nuovam ent e sugli scudi, agguerrit a oggi com e allora. Parliam o della St iff Records, o giovent ù beat a. Anni in cui un et ichet t a divent ava uno st ile di vit a, e non solo un m archio regist rat o per fare la guerra al peerto- peer e all upload su rapidshare. Nel 78, chiunque sia nat o nel 45 avrà 33 anni e . Uno slogan indecifrabile per chi è cresciut o nell era dell mp3 ma che allora era un messaggio in codice fin t roppo chiaro. I m possibile da cont raddire, im possibile non rim anerne at t rat t i. I neffabile e m aledet t am ent e Brit ish, com e gran part e del proprio cat alogo. Quest o cofanet t o ne raccoglie la st oria riassum endola in 98 canzoni e un im perdibile libret t o di 68 pagine. Dent ro ci sono, ovvio, anche delle cose t rascurabili, m a per Dio anche delle canzoni che per nient e al m ondo dovrest e farvi sfuggire e alt re che, sono cert o, fanno già part e del vost ro I pod, m agari nella cart ella oldies o qualcosa di sim ile. Non so, New Rose dei Damned o Sex & Drugs & Rock and Roll di I a n D u r y. O, parlando di covers, la Satisfation decervellat a dei Devo o quella One St ep Beyond resa miracolosa dal tocco dei Madness. Bene, se avet e già fam iliarit à con sim ili delizie pot et e ora scavare più in fondo, per vedere schiudersi gem m e com e St yrofoam della Tyla Ga n g, Lie t o m e dei D ir t y Look s ( recuperat e anche la ret rospet t iva curat a dalla cat anese St ereoblige cinque anni fa, se non siet e pigri, ne vale la pena NdLYS) , I Spy degli Untouchables, Police car di Larry Wallis, Here is m y num ber dei Makin t im e che pare uscit a dom ani e invece ha vent i anni sul groppone o Whenever I m gone dei leggendari Prisoners, pubblicat e ent ram be per la frangia m od della label, ovvero la Count down. Oppure uno qualsiasi dei quat t ro sput i di cat ram e dei Pogues finit i qui dent ro. I l box affonda i dent i nella st oria della label, dal prim o singolo firm at o N ick Low e uscit o la vigilia di Ferragost o del 76 fino alle nuove leve con cui la St iff è t ornat a a pubblicare dopo vent i anni di silenzio. E non parlo di nuove leve qualsiasi m a di bands com e Enemy (che qui presenziano con la B- side del loro primo e già introvabile singolo), Eskimo Disco ( la versione um ana dei Daft Punk) e degli anfet am inici Tranzmitors, appena uscit i con un ot t im o album su Deranged. Una st oria carica di follia, int raprendenza e fant asia quella della label di Dave Robinson e Jake Riviera, cost ellat a di idee beffarde com e quella di pubblicare una fot o di Eddie a nd Th e H ot Rods sul ret ro della prim a t irat ura di Damned!Damned!Damned! per com prare la quale dovrest e adesso m et t ere in vendit a vost ra m oglie, o organizzando il celebr e concert o di prot est a im provvisat o da Elvis Cost e llo davant i alla sede della convent ion londinese della CBS che port ò all arrest o di Riviera e dello st esso Cost ello m a che frut t ò nel giro di pochi m esi un accordo per la dist ribuzione del cat alogo in U.S.A O pubblicando un disco com plet am ent e m ut o int est at o addirit t ura a Ronald Reagan. O ancora dando una dat a e un ora precisa alla nascit a discografica del punk: le 9 del m at t ino del 22 Ot t obre 1976, quando i negozi di Londra aprirono le saracinesche e si rit rovarono con un 7 pollici fresco di st am pa infilat o sot t o la port a: New Rose era il t it olo del pezzo, quel vam piro di Dave Vanian e la sua dannat a ballot t a gli autori del misfatto. I Sex Pistols erano fot t ut i. Ancora una volt a, com e t ant i anni fa: if it ain t St iff it ain t wort h a fuck! Franco Dimauro ML 22 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: THE DRAGONS TITLE: Here Are The Roses LABEL: OM H /Cargo RELEASE: 2007 WEBSITE: www.thedragons.com MLVOTE: 6,5/10 Quello dei Dragons è uno di quegli album che m i m et t e in difficolt à. Devo decidere in che m odo viverlo e, vist o che ho una cert a dim est ichezza, decido di ascolt arlo per il solo puro piacere udit ivo. Riesco perfino a svincolarm i dalle cat ene t em porali, alt rim ent i sarebbe davvero un problem a. Tut t e quelle volt e che ci siam o t rovat i a chiacchierare t ra am ici e/ o addet t i ai lavori ho sent it o quella punt a di fast idiosa saccenza che dim ost rano quelli che han raggiunt o i 40 o che li hanno superat i da un pezzo ( beh lasciam o perdere quelli che erano giovani nei 60, int ollerabili, nulla per loro è accadut o di rilevant e dopo il 1970) . E la t rist ezza di quei crit ici nerd ( è pieno, ragazzi) che eran così già a 22 anni, noiosi, boriosi, fondam ent alm ent e inut ili per uno che ha 20 anni. Com e sm et t ere di suonare perché, dopo i Beatles, beh, è inut ile cont inuare a suonare chit arrine, che oram ai nel rock t ut t o è st at o e t ut t o è det t o. Casi da m anuale di cont am inazione da idiozia e da m ancanza di passione e calore. Sì, perché, insom m a, bisogna pur capire che a volte la musica va ascoltata senza metterci troppo della propria testa (sulla capacità della quale di produrre int elligenza andrebbe, poi, fat t a piena luce, per onest à con sé st essi ) . Vedet e, vado in crisi, perdo il filo spesso. E allora m i risult a inut ile dire che gli Interpol, i National e Dio solo sa quant i alt ri negli ult im i 20 anni sono derivat ivi, copie, conio di quart a generazione. Che la m usica è finita e gli amici se ne vanno. Il disco dei Dragons sarebbe da libretto di istruzioni, sotto questo punt o di vist a: Here are t he roses, la titletrack, è un m inest rone di Sim ple M in ds e Gary Numan, m ent re gli scozzesi, periodo Em pir e s a n d D a n ce , dom inano sulla seguent e Condition. Qui e là I a n M c Culloch si affaccia a reclam are posizioni di predom inio aut orale, Ju lia n Cope best em m ia perché non gli hanno accredit at o Epiphany, i D e pe che M ode insult ano a m odo loro per gli apocrifi di Treasure e Obedience. I a n Cur t is dalla t om ba ghigna per le closerianerie im past at e e diffuse su t ut t o il m et acrilat o, m ent re i N e w Or de r int ent ano la causa per Where is t he love ( prat icam ent e una out t ake da Pow e r Cor r upt ion & lie s). Devo cont inuare? Ci sono dent ro i Section 2 5 ( che ci sono sem pre ogni volt a che un gruppo si fa esist enzialist a) , i Sound, persino cert e cose di Soft Ce ll t rist i e gli Ultravox, su t ut t i. Pure i Breathless e m ezza albione got hic wave. Volet e ancora di più ? La copert ina sem bra uno scart o di Garlands. O una fot o m ancat a in Th is M or t a l Coil, episodio Filgr e e & sha dow s. Ricordo una divert ent e ( a post eriori, direi) recensione su Rockerilla di quasi 30 anni fa, a proposit o di non ricordo neanche più chi, in cui lo scrivente, sollevando un allora comune immaginario urbano fatto di neon, cappotti, capelli a fungo, sciarpe nere e luci vivide dell alba, t erm inava la sua recensione chiosando con un lapidario rabbrividendo,all uscit a di un m et ro ( ) . A suo m odo genialm ent e descrit t ivo. Una schiera di giovani ot t im am ent e vest it i ( fot t ut i poseurs ! dissero quelli con le crest e, Ferret t i replicò in m odo più divert ent e) sognava com e in un ist ant anea londinese, pur abit ando a La Spezia o ad Acit rezza (azz!, La metropolitana etnea! Ce la vedi ?). Questo è il disco dei Dragons : un disco da ascoltare senza far part ire il relè aut om at ico del crit ico m usicale at t em pat o, alt rim ent i vi rit roveret e com e t ant i fuori in un piazzale, già im biancat i e t rist i, a ricordare gruppi che i vent enni non conoscono ( né si sforzeranno m ai di) ed a fare la figura dei vecchi zii un po rincoglionit i che, però, a vent anni m io zio era un figo ( sent it o con le m ie orecchie da un nipot e coglione, m ancava poco finissi sui giornali) . Svincolat i da ciò scopriret e un m azzo di canzoni in realt à m olt o belle, com posit ivam ent e parlando, che vanno a form are un disco che perde un pochino di qualit à verso la fine m a che è piacevolissim o ascolt are. Canzoni facili ( perché in qualche m odo consuet e) m a non banali, canzoni di pregio che si sarebbero com unque rivelat e t ali anche se fossero uscit e nel 1980, anno di loro precisa appart enenza. E non c è nient e da fare, ci risiam o di nuovo. E forse aveva ragione mio nipote. Massimo Bernardi ML 23 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: MONSTER MAGNET TITLE: 4 - Way Diablo LABEL: SPV RELEASE: 2007 WEBSITE: www.monstermagnet.net MLVOTE: 7 /10 4 - W a y D ia blo è il disco della resurrezione, e non solo a livello art ist ico, per i M on st e r M a gn e t , ovvero una delle band cardine degli anni Novant a, in culo ai t rist issim i profet i del post rock e ai fisici fallit i del m at h- rock. La novit à più rilevant e è che D a ve W yn dor f non ci ha lasciat o le penne. Un overdose quasi m ort ale aveva appeso a un filo la sua vit a e ibernat o quella della sua band alla vigilia del t our europeo di M on olit h ic Ba by: rivedere ancora una volt a il caprone galat t ico sulla cover di un disco non è m ai st at o così piacevole. Ma veniam o all album : i Monst er Magnet non sono più una band di space rock t out - court , non nell accezione allucinat a e dopat a dei loro t re classici ( Spine of God, Superjudge e, in m isura leggerm ent e inferiore, Dopes t o Infinity), ma una band di potente rock moderno con forte eco di psichedelia heavy dei sessanta. Il loro suono orm ai da anni si è disint ossicat o pur senza rom pere del t ut t o i pont i con le orbit e cosm iche che da sem pre hanno cost it uit o il lat o più seducent e e alieno del loro suono. 4 - Way Diablo è dunque un disco di rock quadrat o, granit ico, governat o dalle chit arre di Dave e Ed Mundell che riserva ot t im i m om ent i ( l im placabile uno- due delle iniziali 4- Way Diablo e Wall of fire; Cyclone, solcat a da gelidissim e folat e di una qualche t em pest a spaziale; l algido blues di I m calling you; il rassicurant e m id- t em po di A Thousand St ars introdot t o dagli oscilloscopi di Freeze and Pixelate che celebra il rit orno alle soundt racks per film im m aginari t ant o cari alla band newyorkese e sulle quali t orneranno a breve a lavorare) , cadut e di t ono ( You re alive, con una linea m elodica presa di peso, anche se credo in assolut a buona fede, dalla I wanna hand t o hold di Spe n ce r P. Jon e s e la cover di 2000 Light Years From Hom e degli St ones psichedelici i t onfi più clamorosi) e qualche insolita sorpresa (la conclusiva Little bag of gloom: 2 minuti e 11 secondi di organo ecclesiast ico su cui si st ende la voce di Dave, t rasform at o per l occasione in un crooner venusiano che ci raccont a la sua discesa nell oblio del com a dello scorso anno) . I l t ut t o suona però più naturale e meno costruito rispetto alle ultime sfocate prove in studio, da Powertrip in poi, recuperando in part e il calore garage dei loro esordi, prova ne sia che una delle t racce è un rifacim ent o di un loro vecchio dem o dell 88 ( andat e a risent irvi l orm ai int rovabile Love Monst er, NdLYS) . Malgrado abbiano già scrit t o i loro capolavori, i Monst ers rest ano una delle poche band per cui valga ancora la pena mettere mano al portafogli. Franco Dimauro ML 24 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: THE REAL TUESDAY WELD TITLE: The London Book Of The Dead LABEL: Six Degrees RELEASE: 2007 WEBSITE: www.tuesdayweld.com MLVOTE: 8 /10 Proprio quando pensiam o che sia una not t e buia e senza st elle, ecco spunt are la luna da diet ro le nuvole e nella pallida luce com inciano a volt eggiare nell aria m igliaia di farfalle colorat e m ent re im probabili dam erini in frac e cilindro ballano il t ipt ap insiem e a incant at ori di serpent i e odalische che agit ano i loro veli. È un sogno? Forse. Ma è anche il m ondo m agico e incant at o dove ci port a Ste ph e n Coa t e s, anim a dei Re a l Tu e sda y W e ld, con il suo ult im o album , The Lon don Book Of The D e a d. Coat es deve essere un t ipo davvero part icolare: ha dichiarat o più volt e di usare i sogni come ispirazione per la sua musica (anche il nome del gruppo è dovuto a un sogno in cui gli appariva l at t rice am ericana Tue sda y W e ld) e confessa anche di essere un fan di Al Bow ly cant ant e inglese della scena j azz degli anni 30 ( anche lei gli sarebbe apparsa in sogno) . Quest e atmosfere da cabaret e le sonorità jazz che fanno parte del suo background vengono riproposte in chiave cont em poranea nella sua m usica, non solo ut ilizzando i più disparat i st rum ent i classici ( fiat i e ot t oni, archi, pianofort e, percussioni, banj o, kazoo ) m a anche con l uso est ensivo, seppur discreto, dell elet t ronica. The London Book Of The Dead è il sest o album dei Re a l Tue sda y Weld, uscito il 28 agosto scorso per la Six Degrees. Il titolo si riferisce al Libro Tibetano dei Morti, che descrive le fasi di passaggio di un anim a da una vit a alla successiva, e che è stato usato come spunt o da Coat es in una fase della sua vit a in cui si è t rovat o fra la nascit a del suo prim o figlio e la m ort e di suo padre, un dualism o vit a/ m ort e che gli ha ispirat o un album in cui vengono t rat t at i t ut t i i t em i significat ivi dell esist enza m a con una leggerezza e un irona spiazzant i. L album composto da ben 16 pezzi, si apre con Blood Sugar Love un int ro delicat am ent e som m essa, che ci port a in punt a di piedi verso un esperienza ricchissim a, piena di sorprese. A seguire, The Decline and Fall of t he Clerkenwell Kid ( in cui rit roviam o il personaggio im m aginario alt er ego rom ant ico di Coat es) che ci offre m elodie esot iche orchest rat e da violini, fiat i e percussioni, sot t olineat e da una voce fuori cam po com e in un vecchio film in bianco e nero. Poi arriva il pezzo più lieve dell album I t s a Wonderful Li( f) e; lieve alm eno all apparenza perchè Coat es disquisisce sul senso della vit a, la m ort e, la religione e l et ica alt ernandosi fra rom ant icism o e disincant o: You say it s a wonderful life but you know t hat s a wonderful lie. Ma siam o appena all inizio e Cloud Cuckooland è una vera perla, part icolarissim a e irresist ibile, con un rit m o da cabaret , arricchit o da cori e voci sovrappost e ed effet t i di t ut t i i t ipi. La passione di Coat es per le at m osfere j azz è invece evidentissima in Kix che riprende uno standard di Cole Porter del 1934 I Get a Kick Out of You con una leggerezza che fa venir voglia di ballare anche sot t o la pioggia. Ma il pezzo che preferisco è Dorot hy Parker Blue con la sua base di pianofort e e chit arra int recciat i su cui si avvolgono le linee m elodiche. Pur essendo il pezzo più classicam ent e canzone , ha una dolcezza infinit a che lo fa splendere fra gli alt ri. A chiudere Bringing The Body Back Hom e cupa e malinconica m a anche lum inosa e piena di speranza proprio a conclusione del viaggio che port a dalla m ort e a una nuova vit a e conclude l album cant ando Love hurt s for sure but i s st ill t he one t hing wort h living for. I nsom m a, The Re a l Tu e sda y W e ld è un gruppo dalla personalità vulcanica e im prevedibile e la sua m usica è qualcosa che infrange le regole e viaggia sopra le righe regalandoci più di una sorpresa. Sem bra venire dal passat o m a è qualcosa di m ai ascolt at o prima. Claudia De Luca ML 25 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: PITCH TITLE: A Violent Dinner LABEL: Savage Jaw RELEASE: 2007 WEBSITE: www.myspace.com/pitchsound MLVOTE: 6,5/10 C'è una canzone nel nuovo disco dei Pitch che fa pensare alla m usica che Alessandra Gism ondi suonava una decina d'anni fa: si chiam a Just m arried? Per il rest o, il rockarolla brillant e di Bam bina At om ica è divent at o un'alt ra cosa, il power- pop di quella piccola m eraviglia discografica è st at o sost it uit o da un solido e affascinant e indie- rock cant at o ( bene) in inglese e vicino a cert e cose di un college rock am ericano m olt o underground e m olt o bello. Nient e a che vedere, a part e la conclusiva e splendida Last days of happiness, con i gruppi 4AD o con la new wave et erea. La band è completamente rinnovata, è rimasta Alessandra ed è rimasta la ragione sociale; l'etichetta è la desert ica Savage Jaw, ovviam ent e nella nost ra nazione nessuno parlerà di quest o album quasi ci si vergognasse di esport are idee che non abbiano a che fare con le m acchine da corsa e con l'alt a m oda. Nessun Bruno Vespa ma anche nessun Ernest o Assant e esalt erà il rock'n'roll aggraziat o dei Pit ch, form azione che non fa t endenza perché t roppo vecchia per essere una prom essa e t roppo giovane per cont are qualcosa, eppure l'album ha un suono eccellent e che fa piedino ai Son ic You t h leggeri e deliziosi di Ra t h e r Rippe d, le canzoni non ent reranno nella storia ma non ci sono riempitivi né punti deboli. Non c'è cinismo nella musica dei Pitch, c'è invece l'innocenza t ipica del rock it aliano degli anni Novant a, quella degli Scisma e degli Estra, degli Uzeda e dei Flor D e M a l, t ut t i splendidi out sider di una scena che ebbe un quart o d'ora di gloria poi sepolta dall'idiozia imperante negli uffici delle cosiddette major... Marco Archilletti ML 26 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: TRAM TITLE: Heavy Black Frame LABEL: Jet Set RELEASE: 1999 WEBSITE: MLVOTE: 8 /10 Beh, già la sola, est at ica Not hing left t o say, in apert ura, bast erebbe da sola a qualificare il disco, il primo a nome Tram (londinesi, tre dischi, questo è il primo). Malinconia senza spreco, sapore di qualcosa che è andat o perdut o, che non rit orna. Che lascia t ut t avia una speranza fort e dent ro al futuro. Poi giunge Expectations e t ale m alinconia scava fino a provocare le lacrim e. Oddio, e siam o solo alla seconda canzone! Per fort una Too scared t o sleep ha una pedal st eel ironica che rest it uisce un at m osfera da sogno un po più art icolat a, com e giust am ent e ogni sogno è o dovrebbe essere. E la recensione, fondam ent alm ent e, pot rebbe t erm inare qui. Quest o non è il disco per cui è il caso di sprecarsi t roppo in parole. Dolcezza est rem a, sogno, est asi, serenit à, pioggia, inquiet udine, eco e riverbero ( nell anim a) . Le canzoni hanno m ediam ent e già dieci anni di vit a, il disco poco m eno, Ascolt are quest o album , oram ai da diversi anni, m i rende più calm o, più buono ( proprio com e il Nat ale) e più propenso a perdonare l abuso di im becillit à che pervade oram ai senza possibilit à di rit orno il nost ro vivere giornaliero. Ascolatare Like clockwork oppure Home m i dà un agrest e ferm a im pressione che nulla di ciò m i possa veram ent e t occare. I n qualche m odo m i eleva, com e succedeva in cert e pagine eccelse dei Floyd, di Hendrix, di Cale. Decisam ent e m eglio e t ut t o som m at o senza esagerare col prozac. È solo che, dopo l ascolt o di H e a vy Bla ck Frame, m i rim balzat e t ut t i, com e am ava dire il som m o poet a pregno di quella rom anit à non arcaica che, a volt e, è un salvagent e dell anim a ( qui da noi, al sud) . Reason why mi infonde consapevolezza. H e a vy Bla ck Fr a m e è un disco bellissim o, per gent e che possiede un cuore. Gli altri, perché esistono e sono pure tanti, si annoieranno. Massimo Bernardi ML 27 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: MAD SEASON TITLE: Above LABEL: Columbia RELEASE: 1995 WEBSITE: www.riverofdeceit.tk MLVOTE: 9 ,5/10 È in un luogo per il recupero dalla dipendenza da alcool e droghe che prese forma uno dei progetti più im port ant i degli anni 90. L era del grunge aveva gia t rascinat o a riva il suo cadavere più illustre e influente, quel Kurt Coba in che ancora oggi miete sentimenti forti e che inevitabilmente ricorda a noi quant o abbiam o am at o quel periodo m usicale. Senza una linea guida, i gruppi che nel frat t em po avevano t rat t o beneficio da un filone divent at o carne da m acello per le m asse, si inabissarono in un periodo di lot t a int erna, devast at i dai loro dem oni e dalle insicurezze. Era il 1994 quando M ik e M cCready, chit arrist a dei Pe a r l Ja m , decise di liberarsi dall alcool ( nel frat t em po il gruppo di Eddie Ve dde r e soci era giunt o al secondo album e st ava per pubblicare Vitalogy) e conobbe il bassist a Joh n Ba k e r Saunders (1954- 1999) e il bat t erist a degli Scr e a m in g Tr e e s Ba r r e t t M a r t in . I l gruppo iniziò la disint ossicazione dal m ale at t raverso j am session che divent arono un disco vero e proprio all arrivo di un alt ro illust re personaggio della scena di Seat t le: quel La yne St a le y ( 1967- 2002) già voce carism at ica degli Alice in Ch a in s incatenati anch essi in gravi problem i di eroina. Above, nonost ant e il t it olo che può far pensare alla resurrezione t ot ale, è un disco anim at o da sent im ent i cont rast ant i, m olt o diverso dal rock vigoroso che i part ecipant i al proget t o adot t avano nei loro gruppi di origine, m a piut t ost o una reale analisi di sofferenza e una dom anda di aiut o lanciat a nel vuot o. È con il blues che quest i t orm ent i vengono a galla, m a è solo leggendo le liriche scrit t e da Layne che si int uiscono la purezza e la verità di questo importantissimo disco; il fiume dell'inganno tira giù l'unica direzione dove fluiam o è il basso giù.. oh giù.., il m io dolore è aut o inflit t o il nost ro dolore è aut o inflitto cant a con delicat o t rasport o la voce nasale e bruciant e dello sfort unat o aut ore. Ma non è solo blues quello che si t rova qui dent ro, perché la lunga m arcia iniziale di Wake Up è un abbandono puro e sem plice a un rock cat art ico con la chit arra di McCreedy a cercare di rappresent are in tutto il suo st ruggim ent o la volont à di quat t ro uom ini a rialzarsi da una sit uazione dram m at ica. E poi l inno I m Above, da cantare al cielo per liberarsi dai peccati; l aiut o dell am ico Mark Lanegan ( anche lui im plicat o in sit uazioni non proprio idilliache) nella st upenda int erpret azione a due voci di Long Gone Day, il m ant ra psichedelico del blues Art ificial Red, Novembre Hotel fino alla lit ania della conclusiva All Alone che invoca solam ent e Aaaaah...Aaaaah...Siam o t ut t i soli...Siam o t ut t i soli... . E chi è rim ast o davvero da solo è st at o proprio Layne, sprofondat o in quel buco maledet t o t roppo prest o. Un disco im port ant e e un personale ricordo alla voce più vera di quegli anni. Nonostante gli errori, nonostante tutto, ora, non rimarrà mai più da solo. Nicola Guerra ML 28 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: A TRIBE CALLED QUEST TITLE: Pe ople s Instinctive Travels and the Paths of Rhythm LABEL: Jive RELEASE: 1990 WEBSITE: www.atribecalledquest.com MLVOTE: 9 /10 ARTIST: A TRIBE CALLED QUEST TITLE: The Low End The Theory LABEL: Jive RELEASE: 1 991 WEBSITE: www.atribecalledquest.com MLVOTE: 10/10 Provenient i dal Queens, la Cont ea più popolosa di New York, gli A Tr ibe Ca lle d Que st hanno rappresent at o nella st oria della m usica rap degli anni Novant a un fenom eno che si pot rebbe definire di cont rot endenza, assolut am ent e non allineat i a quelle t em at iche violent e, spesso m isogine e descrit t ive del degrado sociale, fat t e proprie dai più im port ant i gruppi del periodo. Per quant o riguarda l im piant o sonoro, gli ATCQ sono st at i t ra i m aggiori innovat ori introducendo nell hip hop cam pionam ent i j azz. Bisogna com unque riconoscere che in quest o non sono st at i né i primi né gli unici ( l esperim ent o era st at o ant icipat o qualche anno prim a già dai Ga n g St a r , Stetsasonic, D e La Sou l e Ju ngle Br ot h e r s) , m a lo st ile e la qualit à della loro m usica li hanno resi prot agonist i di un esperienza veram ent e sui generis, da m andare a m em oria non solo dagli appassionat i del genere. Sono st at i soci fondat ori ( insiem e ai D e La Sou l e Ju n gle Br ot h e r s) della Native Tongues Posse, una comunità musicale sorta verso la fine degli anni Ottanta e tuttora in at t ivit à, cont raddist int a cult uralm ent e, dalla filosofia Afrocentrica ( l ident it à dei neri d am erica deve essere radicat a nella loro origine africana e non essere succube dei valori della cult ura occident ale) , dalla scrit t ura di t est i im pegnat i e grondant i di m essaggi posit ivi e dall avere com e font e d ispirazione m usicale il j azz. Nella t ransizione t ra la vecchia e la nuova scuola, il t rio com post o da Q- Tip, Ph ife D a w g e Ali Shahee d M uha m m a d ha lasciat o veram ent e il segno nella cult ura black cont em poranea. Tra quelli che ne hanno raccolt o l insegnam ent o e la lezione di st ile si possono fare i nom i di Common, Th e Root s e Ju r a ssic 5 , bast erebbe quest o per definire il Com bo newyorkese, qualora ce ne fosse ancora bisogno: gruppo sem inale. Pe ople s Instinctive Travels and the Paths of Rhythm, esordio discografico degli ATCQ è uno dei dischi più rivoluzionari del periodo d oro dell hip hop. Negli anni in cui t ut t i volevano essere cat t ivi, loro porgevano il ram oscello d ulivo, e allo st esso t em po elaboravano un suono m ult iform e ed elegant e dove la fluidit à delle rim e raggiungeva livelli inusit at i. I l piant o di un bam bino int roduce Push I t Along, m em orabile prim a t raccia dell album , perfet ta sintesi tra funk, jazz e fusion anni Settanta. ML 29 musicletter.it update n. 50 recensioni Ancora funk a volont à nella successiva Luck of Lucine m ent re la t ecnica dello scrat ching la fa da padrone in Aft er Hours. Si rest a abbagliat i dalle sonorit à lat ine che colorano il beat ossessivo di I Left My Wallet in El Segundo e divert it i dall arrangiam ent o alla D e La Sou l di Pubic Enem y. E ancora, le raffinat ezze sonore di Bonit a Applebum , il Lou Reed decadent e di Walk on The Wild Side in Can I Kick I t e la fant ast ica base j azz di Yout hful Expression. Ult im a t raccia del disco è Descript ion of a Fool, un funk veram ent e t rascinant e che uscì com e singolo l anno precedent e. Le rest ant i canzoni che m ancano all appello sono in ogni m odo validissim e e fanno part e di un opera che non può che definirsi t out court un capolavoro. Parlare di Th e Low En d Th e or y è quasi im possibile. Com e si fa a giudicare, e il sot t oscrit t o non crede di averne la com pet enza, un opera che si pone t ra le m assim e espressioni art ist iche della cult ura afroam ericana, nonché uno dei dischi più im port ant i ed epocali della m usica black. Det t o quest o, t ent o impunemente di esporre la m ia opinione, perfet t am ent e consapevole, che quando si analizza un prodot t o art ist ico i valori non sono m ai assolut i: t roppo im port ant e è la variabile legat a alla sogget t ivit à. Tut t avia, ciò non m i t rat t iene dall afferm are che Th e Low End Th e or y rappresent a per l hip hop quello che Kind of Blue e Otis Blue significano rispettivamente per il jazz e la musica soul. Le quattordici gemme dell album , realizzat e su basi j azz e rock anni Set t ant a, scorrono ( divinam ent e) in m odo soffice e incisivo, non c è m ai t regua nel godim ent o dell ascolt at ore, t erm inat o l ult im o pezzo si ripart e di nuovo dall inizio: non bast a m ai! Quest o disco a sedici anni dalla sua uscit a non ha perso un gram m o in freschezza e fascino, e non si riesce a capire se è l hip hop a farsi j azz o viceversa. Descrivere a parole la bont à di quest e canzoni risult erebbe un im presa t it anica e allo st esso t em po poco adeguat a. Mi lim it o solo a delle brevi segnalazioni: l incredibile linea di basso present e in Excursions, una bot t iglia di cham pagne t raboccant e di j azz, funk e soul; l arrangiam ent o asciut t o e signorile della favolosa Butter; i fiat i, le percussioni e le fluide rim e di Ph ife D a w g e Q- Tip in Check t he Rhim e e per finire l immane jazz per la quale non t rovo le parole per descriverne la bellezza. Domenico De Gasperis ML 30 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: LIVING COLOUR TITLE: Vivid LABEL: Epic RELEASE: 1988 WEBSITE: www.livingcolourmusic.com MLVOTE: 7,5/10 Figli della Black Rock Coalit ion, un organizzazione nat a con l obiet t ivo di support are e prom uovere i m usicist i di colore dedit i alla m usica rock e fondat a, t ra gli alt ri, anche dallo st esso chit arrist a Ve r non Re id, i newyorkesi Livin g Colou r , seppur at t ivi già dal 1983, sono st at i uno dei fenom eni di crossover più int eressant i nella scena rock di fine anni ot t ant a. I l loro è st at o senza dubbio uno st ile eclet t ico, sfaccet t at o, a volt e perfino spiazzant e, ne è t est im one la m iscela esplosiva di elem ent i che vanno dal rock al funk, dal m et al all hardcore passando per il free j azz, il tutto sorretto da una sbalorditiva proprietà tecnica collettiva; è anche grazie a Reid & Co. che la st am pa specializzat a com inciò a parlare di scena funk- m et al includendo nella st essa anche form azioni com e i Fishbone, i 2 4 / 7 Spyz, gli Ur ba n D a n ce Squa d e i Liqu id H ips. Com e ogni buona band provenient e dalla Big Apple, anche i Living Colour si sono fat t i le ossa sulle assi del CBGB s ( st orico m usic club di Manhat t an chiuso nel 2006 dopo t rent at ré anni di at t ivit à) ed è proprio durant e uno di quegli infuocat i live set che, nel 1987, furono not at i dal grande Mick Jagger, un incont ro det erm inant e per il dest ino del gruppo. I l front m an degli St ones si è occupat o non solo della regia del dem ot ape m a ha anche co- prodot t o, insiem e a Ed St a sium , Vivid, disco d esordio pubblicat o dalla Epic nel m aggio 1988. A dispet t o della loro st essa vivace e variopinta iconografia, le liriche dei Living Colour scavano nel disagio e nelle problematiche delle m inoranze nere, esalt andone orgoglio e cult ura, una cost ant e che si sarebbe m ant enut a viva anche negli album successivi. Cult of personalit y è il pluriprem iat o singolo che apre il lavoro, un ironico sguardo sugli at t eggiam ent i di alcuni celebri leader polit ici del vent esim o secolo, perfet t am ent e adagiat o su un t essut o sonoro solido m a orecchiabile. L incipit st rum ent ale di Desperat e people è una corsa sfrenat a che sfocia in un riff che schioda la t est a dal collo, un episodio assolut am ent e coinvolgent e, uno dei m igliori del lot t o m algrado non abbia godut o della st essa prom ozione di alt ri brani. Cor e y Glove r è un cant ant e dalle infinit e risorse, capace di assum ere im post azioni soul ( Open let t er t o a Landlord) che t rasform a in un bat t er d occhi in un vero ruggit o rock. I l funk di Funny vibe, la prim a com posizione scrit t a da Reid per quest album , è anfet am inico ed energet ico, una palest ra nat urale per i virt uosism i non solo della chit arra m a anche della sezione rit m ica form at a dal t alent uoso bassist a M u zz Sk illin gs e dal bat t erist a W illia m Ca lh ou n. C è t em po anche per il divert issem ent di Glam our boys ( che prende di m ira i fighet t i armati di credit cards) e What s your favorit e color e per una riuscit issim a cover di Mem ories can t wait dei Talking Heads. Non è un m ist ero che negli ult im i anni il rock duro sia t ornat o ad avvalersi di t im briche essenziali e m eno art efat t e perciò quello dei Living Colour, che alla fine degli anni Ottant a sem brava un suono m oderno e avanguardist a, pot rebbe oggi risult are di conseguenza alquant o anacronist ico; a m io parere si t rat t erebbe dell unico vero difet t o di questo album. Manuel Fiorelli ML 31 musicletter.it update n. 50 recensioni ARTIST: BLACK SABBATH TITLE: Heaven And Hell LABEL: Vertigo RELEASE:1980 WEBSITE: www.heavenandhelllive.com MLVOTE: 9 /10 Te ch n ica l Ecst a sy ( 1976) e N e ve r Sa y D ie ( 1978) erano st at e prove in st udio onestamente poco convincent i per via di una vena creat iva alquant o inaridit a e di un sem pre più flebile coinvolgim ent o di Ozzy Osbourne; quest i dischi non avevano saput o reggere il confront o con i m onum ent ali predecessori, bisogna infat t i risalire a Sabotage del 1975 per parlare dell ult im o vero grande album dei Bla ck Sa bba t h . Se all involuzione appena descrit t a aggiungiam o la dipart it a del front m an più fam oso nella scena hard e m et al, viene fuori un quadro della sit uazione che indurrebbe al pessim ism o circa le sort i del Sabba Nero, uno scenario t ut t alt ro che rassicurant e nel quale Heaven and Hell ha finit o col rappresent are l album della rinascit a t ant o art ist ica quant o com m erciale per la band di Birm ingham . L ingresso in form azione di Ronnie Ja m e s D io ( un passat o st repit oso con gli Elf e soprat t ut t o con i Rainbow di Rit chie Blackm ore) avrebbe rielaborat o non poco l aspet t o com posit ivo della band; l ascendent e del piccolo follet t o dalla voce di t uono è infat t i evident e dal m om ent o che t ra quest i solchi il suono dei Sabbat h ha preso le dist anze sia dalle cript iche at m osfere ossianiche degli esordi che dalle influenze bluesy dell ult im o periodo di m arca Osbourne, a favore di una form a più ort odossa di heavy m et al. La vigilia delle regist razioni era st at a alquant o concit at a. I l bassist a Ge e ze r Bu t le r aveva lasciat o la band che aveva provveduto a sostituirlo con Geoff Nicholls il quale si era occupato della maggior part e della st esura delle linee di basso per l album , prim a ancora che But ler venisse reint egrat o nella line up; ad ogni m odo Nicholls part ecipò ugualm ent e alla regist razione in qualit à di t ast ierist a seppur non accredit at o. Quest o disco, rappresent at o dalla celebre copert ina con gli angeli licenziosi che fum ano e giocano a cart e, ha t rat t eggiat o una nuova ed ent usiasm ant e sfaccet t at ura dell universo Sabbat h, bast a un solo ascolt o per accorgersene e gli ot t im i risult at i si avvert ono a part ire dalla rit rovat a vena del riffm ast er per eccellenza, Tony I om m i, passando per l ugola invincibile di Ronnie Jam es Dio fino alla rodat issim a, com pat t a e rocciosa sezione rit m ica But ler/ Ward la cui forza propulsiva viene post a bene in evidenza da M a r t in Bir ch, produt t ore per dieci anni dei dischi m igliori degli I ron Maiden nonché di quel fram m ent o di leggenda del rock che corrisponde al nom e di M a de in Ja pa n ( D e e p Pu r ple ). H e a ve n a nd H e ll si snoda at t raverso una scalet t a superlat iva la cui spina dorsale è rappresent at a da brani duri, int ensi e m elodici che sono ent rat i di dirit t o a far part e della st oria della seconda era sabbat hiana. Mi riferisco per esem pio all opener Neon Knights, un brano che int eso nell accezione hard rock, possiede groove, andam ent o e m elodie che rasent ano la perfezione, m a anche a brani com e Die young, alla cadenzat a t it le t rack e all im m ort ale Children of t he sea ( not oriam ent e il prim o pezzo com post o successivam ent e all arrivo di Ronnie Jam es Dio) . Un classico assolut o nella st oria dei Black Sabbath e del rock duro in generale. Manuel Fiorelli ML 32 musicletter.it update n. 50 live review ARTIST: OKKERVIL RIVER LOCATION: Roma, Circolo degli Artisti DATE: 17- 11- 2007 WEBSITE: www.okkervilriver.com photo by Fedra Grillotti Salgono sul palco senza t ant i fronzoli, gli Ok k e r vil Rive r . Nessun gruppo spalla a scaldare la serat a, m a a giudicare dal pienone e dalla calca nelle prim e file non ce n'è proprio bisogno: alle 22.30 il Circolo degli Art ist i sem bra sul punt o di scoppiare. Forse perché fa un freddo esagerat o, forse perché gli Okkervil River sono davvero la band dell'anno ( nonost ant e gli album precedent i fossero - ciascuno a suo m odo - piccoli capolavori, si può dire che è con The St a ge N a m e s che hanno iniziat o a farsi un nom e anche dalle nost re part i) , fat t o st a che il pubblico let t eralm ent e scalpit a, e quando la band ent ra in scena gli applausi la accolgono calorosam ent e. W ill Sh e ff, carism at ico front m an, conquist a la folla con la sua voce calda, quasi disperat a, che int ona le prim e not e della st ruggent e War Criminal: ed è subito amore. Perché il maggior pregio della band t exana è proprio quest o, la capacit à di creare una st raordinaria em pat ia con gli spet t at ori. È la forza di quelle canzoni che parlano drit t o al cuore e allo st om aco a rendere la loro perform ance una delle più belle e t occant i dell'anno, forse di sem pre. Lo am m et t o, io sono un po' di part e avendoli seguit i anche a Parigi e Firenze pochi giorni prim a della dat a rom ana, eppure quest 'ult im a è st at a davvero una serat a m agica ed indim ent icabile, nel bene e nel m ale. I l m ale, in questo caso, è rappresent at o dall im piant o elet t rico del Circolo degli Art ist i. Dopo poche canzoni infat t i la corrent e salt a più di una volt a ( provocando ripet ut i, inquiet ant issim i t onfi sim ili a esplosioni che lasciano presagire il peggio) e i nost ri sono cost ret t i ad im provvisare un paio di brani acust ici: Happy Heart s e Okkervil River Song, parzialm ent e reinvent at e da Will Sheff, che visibilm ent e scosso dal blackout non riesce a ricordare t ut t e le parole. Al t em po st esso però sono episodi assurdi come questo a trasformare un concerto qualsiasi in un evento indimenticabile, che lascia addosso la sensazione di aver preso part e a qualcosa di unico e irripet ibile. Risolt i i problem i t ecnici la band rit rova coraggio ed inizia a dare il m eglio di sé. L affiat am ent o fra i sei ragazzi è evident e, e nonost ant e la band abbia riscont rat o negli anni parecchi cam bi di form azione ( Jona t h a n M e ibour g, t ast ierist a e co- fondat ore degli Okkervil River ha m om ent aneam ent e cedut o il proprio post o in t our per dedicarsi agli Shearwater, di cui è il cantant e) si riesce a creare, sot t o la guida del leader Will Sheff, una com pat t ezza m elodica invidiabile anche dai gruppi più collaudati. Il momento più apprezzato dello show arriva infatti con l exploit m usicale che fa da int ro alla bellissim a For Real: Brian Ca ssidy, chit arrist a da sant ificazione im m ediat a, prende per pochi int ensi m om ent i le redini della serat a creando un pot ent issim o, inat t eso m uro sonoro. La m usica si int errom pe t ant o bruscam ent e così com e era iniziat a, com e per prendere fiat o e ripart ire con rinnovat a energia, per poi procedere in un unica inarrest abile cavalcat a fino a Westfall, ult im a canzone prim a dell uscit a di scena. I m possibile sm et t ere di bat t ere le m ani, im possibile accont ent arsi così: Sheff t orna poco dopo sul palco, letteralmente acclam at o, e si siede alle t ast iere ( A Glow) , m ent re gli alt ri lo raggiungono subit o dopo per John Allyn Sm it h Sails, m eraviglioso crescendo m usicale che ci condurrà alla fine della serat a. E " m eraviglioso" è un agget t ivo di cui sent o di pot er abusare a fine concert o, quando la m usica lent am ent e si esaurisce e una lacrim a m i at t raversa il viso. È finit o, non posso crederci. Gli Ok k e r vil Rive r hanno suonat o quasi un'ora e m ezza m a il t em po è volat o, e io avrei voglia di ricom inciare t ut t o dall'inizio. Over and over and over and over again, com e cant ano proprio nell ult im a canzone dell encore ( Missing Children/ Last Love Song for Now) , m ent re la folla applaude pazza di gioia, appagat a e insoddisfat t a allo st esso t em po. Meraviglioso. Ma forse l ho già detto. Fedra Grillotti ML 33 musicletter.it update n. 50 live review ARTIST: RADIO BIRDMAN LOCATION: Grosseto, Casolare privato DATE: 17- 10- 2007 WEBSITE: www.radio- birdman.com photo by Roberto Calabrò Alessandro ha un casolare, ha t ant i soldi, è evident e. Ha anche una m oglie e una figlia, e ha un terreno attorno a quel casolare, subito dopo il cartello d'ingresso nella città. Lo vedo di notte, quel t erreno, quindi non riesco a farm i un'idea precisa dell'est ensione della propriet à. Siam o arrivat i per vedere la st alla dove, al post o delle vacche, c'è un palco pront o ad accogliere i Radio Birdman. Alessandro è st at o appresso al m anager per m esi, doveva convincerlo che un concert o in una casa privat a non sarebbe st at o pericoloso. Nient 'alt ro che una fest a. Lo dice Deniz Tek present ando la band, lo ripet erà più avant i. Per loro, gli aust raliani che incendiarono la scena nel 1977 ( e quando sennò?) , è uno show vero, professionale. Sono st at i pagat i dal padrone di casa per suonare in una st alla circondat a da paret i di fieno davant i a sessant a fanat ici del rock'n'roll. C'è anche il banchet t o dei dischi, c'è qualche vecchia gloria della scena underground t oscana, ci siam o anche noi: Bruno m i aveva avvert it o t re m esi prim a, sem brava uno scherzo t ant o che qualcuno ha credut o fino al giorno st esso che fosse una bufala, una bufala in t erra di vacche. I carabinieri sanno che c'è una fest a e che suonerà un gruppo, quindi nessuno pot rà lam ent arsi del volum e alm eno fino a m ezzanot t e. A cena Rob You n ge r non è insieme agli altri, dopo il concerto mangerà un piat t o di ravioli, m a non fa la st ar, è lì con la birret t a prim a e dopo lo show, risponde alle dom ande di t ut t i gli invit at i. Deniz, invece, ha la faccia t ruce m a è il vero leader, il più com unicat ivo olt re a essere un'enciclopedia vivent e del riff assassino. Le suonano t ut t e, le nost re preferite, rispolverando ogni magico ricordo, si chiami esso Anglo Girl Desire oppure Hand of Law. Sono vecchi, della vecchia form azione sono rim ast i in t re ( con l'aggiunt a di due nuovi m em bri, al basso e alla batteria) ma sanno ancora comunicare lo spirito del rock'n'roll più leggendario, quello che ha così poca voglia di morire... Marco Archilletti ML 34 musicletter.it update n. 50 live review ARTIST: MENOMENA LOCATION: Milano, La Casa 139 DATE: 09- 1 0 - 2007 WEBSITE: www.menomena.com photo by Silvia V. L int ervist a fat t a ai Menomena dal nost ro diret t ore Luca D Am brosio nell Updat e num ero 44 è st at a a dir poco profet ica; il gruppo di Portland infat t i, conscio di aver realizzat o uno dei più bei dischi di quest o 2007 ( Fr ie nd a n d Foe ) m a di non aver m ai viaggiat o olt reoceano per prom uovere la propria m usica, sperava in un piccolo t our europeo che t occasse anche qualche cit t à it aliana. Det t o fat t o; il gruppo grazie al passaparola e al pot ere oram ai quasi m agico di m yspace, ha realizzat o quello che dopo l int ervist a t ut t i noi avrem m o sperat o. Tour nei club dalle piccole dim ensioni, adat t i a creare quel connubio t ra gruppi e appassionat i, con conseguent e rit rovo post - concert o a scam biarsi idee e com plim ent i m ai di rit o. L onore di quest a unica dat a it aliana è t occat a alla casa 139, st orico locale m ilanese che negli anni si è dist int o per la qualit à delle propost e m usicali e per il carat t erist ico st ile raffinat o della sua locat ion nel cuore della cit t à. Pot ere m agico della ret e, dicevo, che m i perm et t e di andare al concert o accom pagnat o da una ragazza conosciut a nello spazio, appassionat a del gruppo e fot ografa per passione, e barat t are il giorno prim a con Brant, bat t erist a del gruppo, l ingresso al post o di qualche buona bot t iglia di vino it aliano. Un concert o at t eso e pienam ent e riuscit o quello dei t re ragazzi dell Oregon, che si sono prodigat i in una m iscela caleidoscopica di generi alt ernandosi alla voce e ai vari st rum ent i, m ent re alle loro spalle andava in scena l art e grafica di Cr a ig Thom pson, disegnat ore am ericano che a suon di m usica ha let t eralm ent e regalat o un m urale su cart a sim ile alla follia fum et t ist ica dell art work di Fr ie n d a n d Foe ( disegnat o dallo st esso Craig) . Un album che viene ripropost o in m aniera net t am ent e più rock m a che non perde un solo gram m o della sua alt alenat e e liquida om ogeneit à; il concert o si apre con la giungla funk di Weird, con il sassofono del cant ant e Justin a riem pire lo spazio che va dai Morphine fino agli at t uali TV on t h e r a dio, e poi prosegue su binari inst abili di progressioni sint et iche m a dannat am ent e viscerali con The Pelican e Boyscout N e brani di pop alt o che il sot t oscrit t o vorrebbe sem pre veder aleggiare nella sua st anza com e Rot t en Hell ( i Blur di Think Thank), My My ( i Fla m in g Lips in preda ad un rom ant icism o cosm ico ) e Wet and Rusty, brano che m iscela elet t ronica e acust ica in m aniera a t rat t i com m uovent e. Da I am t he Fun Blam e Monst er ( 2003) vengono ripescat e le ipnot iche E is st able, Twent y Cell Revolt e Cough Coughing, m a è di nuovo Fr ie n d a n d Foe che ruba la scena con una conclusiva Evil Bee che regala applausi al gruppo e pezzet t i di m urale cart aceo a t ut t i i present i. Per una volt a non dem onizzo la t ecnologia che m i ha fat t o conoscere delle belle persone e che m i ha fatto brindare con un buon Chianti a un gruppo veramente di un altro pianeta. Nicola Guerra ML 35 musicletter.it update n. 50 live review ARTIST: LIARS LOCATION: Roma, Init DATE: 15- 1 1 - 2007 WEBSITE: www.liarsliarsliars.com Concert o m oscio, bello m a m oscio. Pier ha vist o esibizioni m igliori dei Liars. I l loro concert o più moscio. Caizzi a dieci m et ri di dist anza ripet e la st essa frase. L'alt ra volt a spingevano di più, erano quasi indust rial. Anche Davide appare freddino. Allora dit elo che volet e il m anifest arsi esplicit o del dem onio! Da part e m ia, essendo st at o il m io esordio con i Sonic Yout h del Duem ila, non posso che dare la giust a im port anza al parere di persone già iniziat e al rit o. Tut t avia lo show è una goduria per le orecchie, il suono m inaccioso del gruppo di New York nasce dalle ceneri di Ba d M oon Risin g e approda a un linguaggio ugualm ent e eret ico e beffardo, m a m eno int ellet t uale e più variopint o. La follia, la m alat t ia e l'alienazione dei nost ri giorni sono evocat e e poi esorcizzate da una danza senza melodia e senza speranza. In un locale, l'Init, dove finalmente la m usica è valorizzat a, il suono dei Liars è im pressionant e, furioso e com pat t o. Si dice spesso che una band può essere apprezzat a davvero solo dopo aver superat o l'esam e del live: bene, i Liars ( con il loro show) m i hanno convint o a com prare alm eno gli ult im i due dischi, i più rappresentati dalla scaletta di stasera. Grazie a loro, il noise- rock si è sdoganato dalla patina snob e ha raggiunt o un punt o di congiunzione con Elvis Pr e sle y. Non sarà st at o il loro concert o più rum oroso m a nei Liars c'è t ut t o quello di cui la m usica di oggi ha bisogno: il suono, le idee, l'efferat ezza, la credibilit à. Det t aglio non t rascurabile: suonano in m odo creat ivo e im peccabile, ma non è una sorpresa trattandosi di un gruppo americano. Marco Archilletti ML 36 musicletter.it update n. 50 altri percorsi: TV RINO GAETANO © 2007 di E così Luca Rea dom enica 11 novem bre del 2007 si provò a t ornare indiet ro nel t em po, più o m eno negli orm ai favolosi anni '70. Va in onda in prim a serat a sul nazionale ( scrivo in m odalit à vint age ) lo sceneggiat o " Rino Gaet ano" , che dovrebbe riport arci in quegli anni e raccont arci la st oria del com piant o Marinet t i della m usica leggera it aliana, m a appena la punt at a inizia com incio ad avvert ire la sensazione del m alfunzionam ent o del gioco: si part e infat t i con Sant am aria, nel ruolo del t it olo, che finge di essere ubriaco, bevendo da una bot t iglia palesem ent e vuot a e svenendo nella sua villa con piscina ( di cui non si ha not izia dalle reali cronache gaet ane, m a fosse solo quella ) . Lo farà riprendere suo padre e da lì ret rolam po ( flashback, in it aliano ) e inizio della st oria del Nost ro, ossia la ricost ruzione del passat o più cialt ronesca che io ricordi dai t em pi di Tot ò cont ro il pirat a nero . Dappert ut t o riferim ent i non raccordat i cronologicam ent e: aut o, furgoni, cit ofoni, sem afori con pulsant i e persino una t elecam era degli anni 90 in uno st udio rai del 1975! Quest i non sono sem plici bloopers ( anche perché ve ne sono a t onnellat e) , quest i sono il sapore del film , un sapore da prodot t o degno di cinem at ografie ( sebbene t elevisive) assai inferiori a quello che dovrebbe essere lo st andard della nost ra nazione. Che dire poi dei cost um i? Che paiono pescat i dagli at t ori da un cest one e indossat i un at t im o prim a del ciak. Che dire delle parrucche? Cadut e sulle t est e [ degli at t ori] volando da una finest ra del palazzo sot t o cui passavano . Che dire della fot ografia? Di una piat t ezza e anonim at o unica, in cui t ut t i sem brano film at i cont ro un m uro. Che dire soprat t ut t o dei dialoghi, didascalici e im probabili? Su t ut t i quello in cui si fa dire a Rino che "Gianna non sono io, non mi rappresenta, è una canzone commerciale", per sint et izzare il suo opporsi iniziale alla part ecipazione a Sanrem o. Com e se Gaet ano scrivesse m usiche im pegnat e sperim ent ali e gli fosse scappat a quest a canzoncina com m erciale suo m algrado, com e fosse una flat ulenza insom m a. Addirit t ura poi, nella seconda punt at a, Gianna divent a un nodo cent rale nella crisi del nost ro, che nello sceneggiat o rim ane bloccat o art ist icam ent e dal successo di quest a canzone e dalle pressioni della RCA affinché ne scrivesse alt re dello st esso t ipo. Lui, sem pre nella fict ion, non ne esce più, fa un brut t o disco ant icom m erciale e si blocca t ot alm ent e. Com incia a bere com e un pazzo e a non fare alt ro, fino all incident e fat ale. MA DE CHE? Ma che ve st at e a invent à ?! ML 37 musicletter.it update n. 50 altri percorsi: TV Rino ne ha scritte a pacchi di canzoni orecchiabilissim e e allo st esso t em po alt e ( com e era anche Gianna , perché davvero non si capisce com e far passare inosservat a la grandezza di quest o pezzo) , t ant o per dire: Bert a filava , Spendi, spandi, effendi , Ahi Maria ecc. Tut t e canzoni, guarda caso, bellam ent e ignorat e dalla ricost ruzione t elevisiva. È una colossale forzat ura quella invent at a per esigenze di copione, che fa avvicinare la st oria di Gaet ano a quella di Kurt Cobain ( ! ) , senza che, ogget t ivam ent e, ce ne fosse bisogno per fare com unque il buon ascolt o che, sulla scort a della popolarit à del personaggio, si sarebbe fat t o. Tra gli at t ori Sant am aria ( Rino Gaet ano) si dist ingue per l aver ricant at o davvero t ut t e le canzoni che si sent ono, con un t im bro di voce m olt o vicino all originale, m a rest a discut ibile la sua rappresent azione del Gaet ano uom o, perennem ent e congelat o in una fissit à t rist e che ( a giudicare dai num erosi film at i di repert orio esist ent i) il vero Rino proprio non aveva, apparendo sem pre gioviale e sorrident e. I n più ci si m et t e anche lo script e la m essinscena, che lo rappresent ano com e uno zom bie cui, di volt a in volt a, una serie di grilli parlant i ( la ragazza, l am ico bolognese, l am ant e, l im presario ) dicono: cant a , scrivi , firm a ecc. Tranne che per alcuni sbalzi umorali da poeta maledetto e puro, vedi ad esem pio la ribellione al playback in una fint a part ecipazione a un fint o discoring del 77, in cui un fint o Gianni Boncom pagni lo obbliga a far fint a di cant are e gli dice pure vorrei farla t ipo videoclip , com e se nel 1977 già si usasse il t erm ine videoclip ( per giunt a in I t alia) e com e se nella realt à il 90% delle esibizioni t elevisive di Gaet ano non fossero proprio in playback ( lo sono persino alcune esibizioni live in pubblico, t ipo quelle del Cant agiro ! ) . Bene invece le due donne, m alissim o il rest o degli at t ori ( spesso t roppo evident em ent e am at oriali nella recit azione) , t ranne l espert o Ninet t o Davoli ( che som iglia di più al vero Gaet ano di Sant am aria) . I nsom m a peccat o e povero Rino, ancora una volt a ci m anchi. La fict ion t erm ina con un m ont aggio di pezzi t elevisivi del vero Gaet ano, m ent re quello fint o della fict ion, nella m aledet t a not t e del giugno 1981, guida pericolosam ent e la sua Volvo st at ion wagon del 1988 La ricost ruzione degli anni 70 però domenica 11 novembre 2007 è stata realizzata molto bene fuori dalla tv, con una bella giornata di pioggia, con la gent e t ut t a in casa a guardare lo sceneggiat o, perchè la part it a di serie A in t v mica c'è e fuori siamo agli anni di piombo, piombo vero, sparato ad altezza uomo. "Rino Gaetano" ha fatto un gran bell'ascolto, ma chissà cosa direbbe il buon vecchio indice di gradimento. ML 38 musicletter.it update n. 50 last updates FREE DOWNLOAD ON WWW.MUSICLETTER.IT UPDATE N.50 UPDATE N.49 UPDATE N.48 UPDATE N.47 UPDATE N.46 UPDATE N.45 UPDATE N.44 UPDATE N.43 UPDATE N.42 ML 39 Fot o by Silvia V. Menom ena - Milano ( 2007) www.myspace.com/musicletter www.musicletter.it www.last.fm/user/musicletter
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