Notes 18/2009
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Notes 18/2009
il giornale degli architetti della provincia di lecco NOTES - n. 18/febbraio 2009 - Poste Italiane Spa - Spedizione in A.P. - 70% DCB Lecco In caso di mancato recapito si prega inviare al CPO di LEcco, Via Lamarmora, 10 per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il diritto fisso dovuto febbraio09 n tes Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Lecco dalla parte dell’università design è capricciosità? accademia Mont Cenis di Sodingen fare urbanistica oggi la Ruhr origami Cappella Palatina tesoro ritrovato SANAA a Mendrisio un patrimonio ricopiato case prefabbricate in legno geographic information system "semplificazione" febbraio09 editore Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Lecco direttore responsabile Ferruccio Favaron Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Lecco direttore editoriale Tiziana Lorenzelli CONSIGLIO DELL'ORDINE coordinamento editoriale Gerolamo Ferrario PRESIDENTE Massimo Dell’Oro VICE PRESIDENTE Elio Mauri SEGRETARIO Marco Pogliani TESORIERE Vincenzo Daniele Spreafico CONSIGLIERI Ileana Benegiamo Fernando De’ Flumeri Ferruccio Favaron Massimo Mazzoleni Elena Todeschini Diego Toluzzo Alessandra Valsecchi redazione Massimo Dell’Oro, referente Ordine Guido De Novellis, itinerari Elisabetta Gheza, bioarchitettura Enrico Castelnuovo, commissione giovani Diego Toluzzo, normative Alessandro Ubertazzi, cultura Massimiliano Valsecchi, trasporti progetto grafico e impaginazione Daniela Fioroni Via Roma, 28 - 23900 LECCO tel 0341 287130 - fax 0341 287034 [email protected] www.ordinearchitettilecco.it Via Roma, 28 - 23900 LECCO tel 0341 287130 - fax 0341 287034 notes on-line: www.ordinearchitettilecco.it Gli articoli firmati esprimono solo l’opinione dell’autore. Non impegnano l’editore né la redazione. Stampato nel febbraio 2009 da Tipografia Commerciale Via Ugo Bassi, 17 - Lecco copertina: Particolare di un edificio industriale, regione te-desca dell'Emscher nella Rurh, foto di Alessandra Valsecchi Jr. retro di copertina: Origami, progetto di Massimo Facchinetti, Victor Ghia e Tiziana Lorenzelli NOTES - n. 18/febbraio 2009 Tariffa a regime libero: Poste Italiane Spa Spedizione in A.P. - 70% DCB Lecco; Iscr. Tribunale di Lecco n. 12/03 Reg. Giorn. e Periodici del 1/10/2003 il giornale degli architetti della provincia di lecco segreteria e pubblicità Anna Acquistapace Raffaella Oluic n tes n tes indice 3 commento della redazione 4 dalla parte dell’università a cura di Enrico Castelnuovo 6 design è capricciosità? di Alessandro Ubertazzi 8 accademia Mont Cenis di Sodingen testo e foto di Elena Formenti 10 fare urbanistica oggi di Silvio Delsante 12 la Ruhr di Pamela Dell’Oro a cura di Elisabetta Gheza 14 origami a cura della redazione 16 Cappella Palatina tesoro ritrovato di Benedetta Terenzi 18 SANAA a Mendrisio di Guido De Novellis 20 un patrimonio ricopiato di Vincenzo Spreafico 22 case prefabbricate in legno di Vincenzo Spreafico 24 geographic information system di Giorgio Limonta rubriche 27 "semplificazione" di Diego Toluzzo 28 appuntamenti Questa volta sembrava proprio che ce l'avessero fatta: fra i Regi Decreti finiti sotto la scure di Calderoli, si sono ritrovate alcune abrogazioni che mettono in forse la sopravvivenza degli Ordini: una legge del 1938 (Legge 897) sull'obbligo di iscrizione all'Albo per svolgere l'attività professionale, la Legge 1815 /1939 che regola la denominazione delle Associazioni professionali e l'obbligo di informazione agli Ordini, il decreto 382/1944 che regola l'organizzazione e l'elezione di molti Consigli degli Ordini, norme vecchie e in parte superate, ma tuttora alla base della professione, la cui eliminazione fa correre il rischio della paralisi del sistema ordinistico. Dopo le diverse proteste e richieste di modifica formulate da associazioni ed Ordini sostenute da maggioranza ed opposizione, un emendamento del Governo al decreto 200/ 2008 in fase di conversione alla Camera ed in scadenza il 20 febbraio, ha recuperato le disposizioni legislative inizialmente inserite nel provvedimento taglia-leggi, concedendo 180 giorni di tempo dall'entrata in vigore della legge di conversione prima che le norme contenute nell'allegato siano abrogate. In questo modo, i ministeri e i servizi studi di Camera e Senato avranno il tempo per verificare gli effetti dell'abro- Con questo primo numero dell'anno in qualità di nuovo Presidente dell'Ordine mi piace ribadire con convinzione, la continuità dell'azione che ha sin ora contraddistinto il mandato del Consiglio in carica. Premiare la qualità e non la quantità, ce lo ricordava Ferruccio Favaron nell'editoriale del numero scorso; oggi è vero, abbiamo davanti, come Architetti, una grande sfida, che ci vedrà impegnati nei prossimi anni. Ma è da subito che dobbiamo agire, e se vogliamo guardare con fiducia all'avvenire è necessario mettersi quindi al lavoro, un maggiore impegno collettivo, una partecipazione attiva per non compromettere il futuro delle nuove generazioni. Siamo una categoria che può spaziare dalla ricerca di risposte ai grandi problemi delle città (energia, trasporti, inquinamento) ai temi più pragmatici e materici dell'edificazione vera e propria. Siamo proprio in un periodo di grandi trasformazioni, ma credo che il nostro percorso possa essere fruttuoso solo con la consapevolezza che un legame stretto tra innovazione tecnologica e tradizione del nostro operare siano la base per poggiare quella svolta che dobbiamo perseguire come architetti. Indirizzo che come vedete che questa Rivista ben testi- 1 2 gazione delle leggi pre-repubblicane, individuando con le parti interessate le norme che vanno mantenute in vigore. Non è la prima volta che questo Governo dà addosso agli ordini professionali e poi fa marcia indietro. Già in precedenza con il decreto 112, nell'articolo dedicato al tagli-Enti, quando gli ordini professionali hanno protestato, è arrivato un provvidenziale emendamento che ha consentito la loro sopravvivenza. Due tentativi di cancellazione possono costituire una semplice svista? Si tratta solo di fretta e di approssimazione come qualcuno tende a minimizzare? O di una precisa strategia in linea con quella a suo tempo portata avanti dal ministro Bersani? A questo punto mi sembra importante fare chiarezza: se, nonostante tutte le assicurazioni date in campagna elettorale, si vuole proprio abolire gli ordini professionali ed appropriarsi delle loro casse di previdenza, si abbia almeno il coraggio di dichiararlo. Non è infatti con il ricorso a questi espedienti che si attua la tanto promessa ma mai fatta riforma delle professioni. Ma non tutto quello che viene dalla politica è fonte di inquietudine per il nostro futuro: il Consiglio dei Ministri ha approvato, inviandolo al Parlamento, la legge sulla qualità dell'architettura, uno strumento che invita le amministrazioni locali a sostenere i concorsi di idee nella progettazione del proprio spazio urbano e impegna lo Stato a ricorrere all'architettura nel realizzare opere pubbliche, riassegnandole il compito di generatore di bellezza e restituendo un ruolo fondamentale agli architetti. A tal proposito è stata promossa una consultazione pubblica on line sul sito del ministero, a cui tutti i colleghi sono invitati ad intervenire portando il proprio contributo. Ferruccio Favaron monia da sempre e che confido ci possa piacevolmente accompagnare nel lungo cammino che abbiamo di fronte. Massimo Dell'Oro 3 COMMENTO DELLA REDAZIONE 10 Febbraio 2009, un gruppo di architetti dopo una cena si incammina per la città: pensavano di aver bevuto troppo e di vederci doppio. Ma purtroppo non era così. Chi paga per questi errori? Chi ha messo il secondo doppio cartello (sono identici e nuovi entrambi) non si è reso conto del dolo? Se per la segnaletica il problema principale è la ridondanza, per il doppio specchio la situazione diventa pericolosa. corso m atteotti via balicco-corso matteotti barda m o l a g e l piazza via balicco largo montenero INTERVISTA Ing. Riccardo Pietrabissa, Prorettore Vicario del Polo regionale di Lecco del Politecnico di Milano dalla parte dell’università a cura di Enrico Castelnuovo L a città di Lecco ha avuto la fortuna, o forse il merito, di ospitare uno dei Poli regionali del Politecnico di Milano e da parte sua l'Università sta portando nuovi stimoli culturali ed imprenditoriali in un territorio da sempre caratterizzato da un tessuto dinamico ed ottimale per le piccole e medie imprese. Ma chi "dirige" il Polo lecchese cosa ne pensa del binomio Città-Università? Quali saranno le prossime sfide per il nostro territorio? Lo chiediamo all'Ing. Riccardo Pietrabissa, Prorettore Vicario del Polo regionale di Lecco del Politecnico di Milano. 1. Ing. Pietrabissa come considera la vita culturale lecchese e che tipo di contributo può darle una istituzione come il Politecnico di Milano? La vita culturale di una città si articola in un insieme di attività, di opportunità e di occasioni che nascono dall'incontro di molteplici fattori: la storia e le tradizioni dei luoghi, gli interessi degli abitanti, il tipo di economia locale, il ruolo delle istituzioni, la disponibilità di luoghi per organizzare eventi e di luoghi di incontro. La presenza di alcune di queste risorse e la mancanza di altre rende non sempre facile realizzare a Lecco attività e manifestazioni culturali di successo. Credo però che la presenza di una università possa e debba essere un'opportunità e uno stimolo per arricchire e differenziare la vita culturale cittadina. L'università è innanzi tutto un'istituzione culturale, il cui compito è generare sapere e cultura attraverso le attività di ricerca che si sostanziano nell'insegnamento, con naturali azioni di trasferimento e ricaduta sul territorio in cui opera. Il Politecnico di Milano a Lecco si è dato esplicitamente questo ruolo e da tempo propone occasioni di vita culturale sfruttando gli spazi di Campus Point, il nuovo e originale centro di ricerca realizzato dal Politecnico in via Ghislanzoni. L'edificio di per sé manifesta la volontà di creare occasioni di incontro con la città, i laboratori in vetrina sono un esempio emblematico di trasparenza davanti allo sguardo del passante e di apertura verso la curiosità dei cittadini nei confronti della ricerca scientifica. Nell'ultimo anno a Campus Point si sono succedute manifestazioni culturali di diversa natura: prima i concerti di musica classica con lezioni di acustica, poi il ciclo di mostre... a Campus Point dedicato ad artisti contemporanei. E proprio l'arte contemporanea sarà ancora protagonista nel corso di tutto il 2009 con una pro-grammazione serrata di mostre e incontri. Inoltre, proprio in via Ghislanzoni nell'area del vecchio ospedale, dove nel 2009 si avvieranno i lavori per la realizzazione del grande Campus Universitario, sorgerà il Polo museale che vede Comune e Provincia tra i suoi principali attori. Confido che queste iniziative insieme ad altre, che abbiamo intenzione di proporre da quest'anno, rivolte alla divulgazione scientifica verso i bambini e i ragazzi lecchesi, trovino una risposta convinta e positiva. 2. Cosa può fare la Città di Lecco per aumentare la qualità dei propri servizi verso gli studenti stranieri? Ciò che ancora oggi distingue la maggior parte delle università straniere rispetto a quelle italiane è la qualità e la quantità di servizi offerti agli studenti. Un'università che può contare su servizi di elevata qualità è certamente un richiamo per studenti che vengono da altre città, regioni, nazioni, nonché un investimento per il futuro dal momento che lo studente universitario è un motore culturale ed economico straordinario. In Italia i servizi agli studenti scarseggiano, gli alloggi sono pochi e costosi, le mense sono scarse e gli spazi di ritrovo e di studio sono quasi assenti. A Lecco il Politecnico può essere una straordinaria risorsa economica se su circa 2000 studenti previsti a regime nel nuovo Campus almeno il 50% verranno da fuori. Significherebbe avere 1000 giovani di alto profilo che vivono dai 3 ai 5 anni a Lecco che potrebbero decidere di rimanere, offrendo competenze di alto livello per il tessuto economico e produttivo. Nel futuro auspico pertanto che Lecco si interroghi sull'opportunità di investimenti in tal senso: alloggi per giovani studenti universitari, mense e spazi di ritrovo, ambienti per attività culturali e attività commerciali che consentano agli universitari di vivere a Lecco soddisfacendo le proprie esigenze e progettando il loro futuro. 3. Che tipo di sinergie si possono attuare con le imprese del distretto economico lecchese? Questo tema è particolarmente rilevante dato che il Polo regionale di Lecco del Politecnico di Milano prepara ingegneri e ingegneri ediliarchitetti, la cui attività di ricerca e le cui competenze si adattano perfettamente alle esigenze del territorio. Da sempre il Politecnico a Lecco ha attivato soddisfacenti rapporti di collaborazione con il tessuto imprenditoriale locale e con molti professionisti, spesso coinvolti anche nelle attività didattiche e di formazione. Recentemente è stato attivato un progetto che prevede la definizione di ambiti tematici di collaborazione con le imprese, che possano anche essere la guida per la realizzazione dei futuri laboratori del Campus. Tramite le associazioni di categoria e grazie alla stretta collaborazione con la Camera di Commercio, il Politecnico incontra periodicamente le imprese per illustrare le proprie attività al fine di definire degli ambiti applicativi che consentano l'aggregazione delle competenze e la realizzazione di progetti congiunti. L'iniziativa è sicuramente ambiziosa, ma il suo avvio ha posto le basi per farci guardare con grande fiducia al futuro successo del progetto che non vuole essere esclusivo, ma semplicemente un momento di catalizzazione. Inoltre è importante sottolineare che i laboratori di Campus Point, di Corso Promessi Sposi e di Via Marco D'Oggiono operano già quotidianamente con le imprese, molte delle quali hanno aderito al progetto Campus Point finanziandolo. I loro loghi sulla facciata dell'edificio testimoniano il sostegno e la partecipazione del tessuto imprenditoriale locale al fututo sviluppo del Politecnico di Milano a Lecco. 4. Quali saranno le prossime sfide che Lecco dovrà affrontare insieme al Politecnico? La situazione economica di questo periodo si riflette molto drammaticamente sulle imprese e sulle famiglie dei dipendenti. Anche l'università sta attraversando un momento di straordinaria difficoltà che mette a rischio il suo futuro e la sostenibilità di scelte fatte in passato. Non voglio essere pessimista sostenendo che la sfida è la sopravvivenza, ma credo che sia necessario progettare già da ora il rilancio del dopo-crisi, attuabile, spero, entro un paio d'anni. Se lo faremo insieme, se ci sosterremo a vicenda istituzioni, associazioni, imprese, banche, cittadini e giovani, se saremo in grado di riprogettare e investire nel futuro, Lecco avrà la forza per uscire dalla crisi con straordinarie capacità di ripresa. E' necessario abbandonare la logica dell'autonomia dei singoli e adottare un approccio di sistema, all'interno del quale c'é anche il Politecnico di Milano che vuol svolgere il suo ruolo di responsabilità sociale nel rilancio di Lecco. 5 DESIGN Al concorso indetto dalla Bruno Frescura Porcellane di Sesto Fiorentino, Sara Masoni si è ispirata all'eleganza delle gemme sfaccettate per un servizio da tavola di alta qualità A distanza di oltre quarant'anni (da quando, cioè, fu introdotto prima nel gergo degli architetti e poi nel linguaggio comune), il termine design mi suona ancora all'orecchio come il sibilo di un fenomeno poco consueto ma affascinante, come quello di un serpente elegantissimo: dedsaín! In realtà, all'inizio, l'espressione design sottintendeva la precisazione industrial e identificava quel particolare tipo di creatività che da noi si chiamava "progettazione artistica per l'industria" e poi anche "disegno industriale". Per molti anni, quel particolare tipo di progetto riguardò l'aggiornamento del nostro corredo materiale, l'innovazione degli oggetti d'uso e dei beni di consumo per rispondere alle esigenze della gente secondo le logiche delle macchine, l'indole dei materiali (preferibilmente quelli nuovi) e, comunque, un'esplicita etica sociale. Inutile dire che, di quest'ultimo aspetto, perfino le Scuole si sono presto dimenticate tanto che ora, del tutto impropriamente, i prodotti che vengono riferiti al design rivelano sempre più spesso una capricciosità e una modernità superficiale e di maniera (una sorta di modernosità) che confonde pericolosamente l'atto artistico col ragionamento progettuale. Non è facile spiegare al grande pubblico e specialmente ai nostri allievi cosa debba realmente essere oggi il design e, soprattutto, quali siano le sue prospettive. Ci sono interi settori produttivi contagiati dalla logica delle sole variazioni ornamentali e grafiche su oggetti anche perfetti (come gli sci, gli orologi o gli zainetti) che sembrano abdicare alla necessaria ricerca della purezza formale, Alla tesi di laurea in Architettura sostenuta a Firenze, Jurji Filieri ha proposto nuovi scenari giocosi ma non bambineschi per l'informatica dei fanciulli design è capricciosità? di Alessandro Ubertazzi 7 Parure di orecchini e collana realizzata in titanio tratta dal progetto di tesi di Sonia Pannocchi al Corso di Laurea in Progettazione della Moda della Facoltà di Architettura di Firenze della essenzialità pregnante e poetica che caratterizzava i primi oggetti concepiti da maestri come Gió Ponti o Marco Zanuso secondo l'antica logica dell'utile-bello e della bellezza dell'utile. La patente di "designer" oggi non si nega a nessuno: perfino taluni parrucchieri si fregiano del titolo di "hair designers". Richiamati al senso di responsabilità che occorrerà possedere per affrontare un futuro molto meno fastoso e certo più difficile di quello che abbiamo conosciuto, i più giovani dimostrano che c'è ancora uno spazio grandissimo per la proposta forte sia che vengano stimolati dalla competitività di un concorso sia che debbano dare prova della loro preparazione. 1. Un anello realizzato trattando galvanicamente minuterie metalliche (coppiglie) con differenti colori secondo un progetto di Clara Circosta al Corso di Laurea in Progettazione della Moda della Facoltà di Architettura di Firenze. 2. Gioiello tratto dalla tesi di Elena Orlandi, al Corso di Laurea in Progettazione della Moda della Facoltà di Architettura di Firenze, "Gioielli alla maniera di Giuseppe Caporossi". 3. Collana realizzata in oro proposto da Francesca Macchia Caputo nella sua tesi "Omaggio a Lucio Del Pezzo" al Corso di Laurea in Progettazione della Moda della Facoltà di Architettura di Firenze. 4. Collana, i cui vaghi sono realizzati in materiale plastico termoindurente, proposta da Cecilia Ricci nella tesi "Dall'indole delle materie plastiche" al Corso di Laurea in Progettazione della Moda della Facoltà di Architettura di Firenze. BIOARCHITETTURA Vista della porzione di testa dell'edificio dove sono visibili i pannelli fotovoltaici in facciata e sulla grande copertura semitrasparente un edificio emblematico della Renania Settentrionale che integra soluzioni architettoniche innovative e rispetto per l'ambiente U na tappa significativa del viaggio nella valle della Rhur che l'INBAR di Lecco ha organizzato lo scorso settembre è stata sicuramente l'Akademie Mont Cenis di Sodingen ad Herne, un edificio sperimentale realizzato per il Land della Renania Vestfalia. Il progetto, a firma dello studio di Lione Gigon & Guyer, è il vincitore di un concorso internazionale ad invito, indetto per riqualificare, nell'ambito del progetto IBA, l'area della vecchia miniera esistente a Mont Cenis e dismessa nel 1973. L'opera, di alto valore rappresentativo culturale e architettonico, ha concretizzato la volontà di rinnovamento della regione della Rhur rimodellando profondamente l'intera area circostante, adibita a parco naturale e a quartiere residenziale. Il grande edificio dimostra, infatti, come si possa contribuire a ridurre i consumi energetici e le emissioni nocive progettando un'architettura originale ed innovativa, infondendo così nuova fiducia e nuova linfa alla politica di trasformazione sociale ed ambientale. Il complesso è sostanzialmente una grande scatola rettangolare, di 176x72m, in cui, all'interno di un unico grande giardino d'inverno, sono inseriti diversi volumi indipendenti, ciascuno dei quali adibito ad una specifica funzione (amministrazione ed aule, un albergo, abitazioni, un ristorante e centro civico con biblioteca e sala riunioni). L'idea di creare una grande hall, caratterizzata da una copertura in vetro con celle fotovoltaiche integrate, come fosse un ampio cielo un po' rannuvolato, consente di avere uno sfasamento climatico ottimale riducendo drasticamente i consumi ener- accademia Mont Cenis di Sodingen testo e foto di Elena Formenti La facciata principale con la grande tettoia aperta sulla piazza antistante 9 Viste dell'interno. Volumi indipendenti sono collocati nel grande spazio coperto attrezzato con aree pavimentate, a verde e specchi d'acqua getici. Questo permette di usufruire dello spazio di interconnessione tra gli edifici veri e propri come fosse uno spazio aperto dotato però di clima temperato durante tutto l'arco dell'anno. Lo spazio, attrezzato con aree verdi, piccoli specchi d'acqua e terrazze di legno crea un'atmosfera gradevole e mite. La struttura portante della grande copertura è interamente in legno, materia prima completamente rigenerabile, volutamente d'aspetto massiccio per richiamare le ricche alberature presenti nel parco naturale in cui l'edificio è immerso. Dal punto di vista impiantistico, un sistema di cogenerazione alimentato a gas metano estratto dalle vecchie miniere presenti nel sottosuolo, integra, per i consumi nei periodi di bassa pressione e di scarso soleggiamento, il notevole impianto fotovoltaico installato che arriva a produrre una potenza complessiva di 1MW. I moduli base utilizzati sono il risultato di un'attenta ricerca sperimentale che ha sviluppato celle monocristalline e policristalline adagiate su uno strato 2 mm di resina colata ad alta trasparenza in inserite in lastre di vetro temperate. I moduli fotovoltaici in copertura e lungo le pareti verticali maggiormente esposte al sole, sono stati intensificati in corrispondenza dei volumi dei fabbricati interni per proteggerli ed ombreggiarli dall'eccessiva radiazione solare. La porzione centrale della copertura in corrispondenza delle aree comuni, invece, è molto più trasparente ma dotata di aperture per la ventilazione che consentono di regolare il microclima interno attraverso il moto d'aria che naturalmente, per effetto camino, si crea per effetto della differenza di temperatura e pressione. Gli inverter, per trasformare la corrente prodotta da continua ad alternata, sono anch'essi inseriti armonicamente in corrispondenza dei bordi della copertura. L'Akademie Mont Cenis, oltre che un interessante esempio di architettura contemporanea, è dunque un edificio tecnologicamente avanzato dove gli elementi fotovoltaici diventano parte dell'architettura e non semplicemente un utile elemento aggiunto. Vista dell'edificio dal parco URBANISTICA nelle foto: Padiglione Ponte di Zaha Hadid, Saragozza Expo 2008 considerazioni dell'arch. Silvio Delsante sul fare urbanistica oggi [secona puntata] fare urbanistica oggi di Silvio Delsante A nzitutto, in via preliminare, appare opportuno considerare: 1. acquisire, soprattutto per le tematiche di medie e grandi dimensioni, il fatto che la complessità che caratterizza il "Caos" oggi costituisce la normalità legata ai fenomeni del nostro tempo; 2. assumere gli aspetti positivi di libertà e di ricerca che tale contesto permette di svolgere; 3. assumere i contenuti che ci riguardano quale contesto attuale con previsioni sia temporali assolutamente orientative, che normativamente flessibili; 4. allargare grandemente la base conoscitiva degli operatori e dei cittadini sulle problematiche legate agli obbiettivi nelle tematiche che li interessano e li riguardano ai fini della condivisibilità; 5. stabilire sistemi di interrelazione informativa legata, i più integrati e veloci e diffusi, con circolazione rapida e massima reperibilità delle informazioni; 6. dare attuazione alle scelte condivise il più possibile e ambientalmente compatibili, 7. nel contesto considerato è da sottolineare come assai numerosi possano essere i soggetti attuatori degli interverventi fattibili, in sostanza: tutti quelli in grado di presentare adeguate garanzie di realizzazione delle scelte fatte. SI DEVE CAMBIARE DUNQUE SOSTANZIALMENTE IL CONCETTO DI PIANIFICAZIONE IN URBANISTICA. Riuscire a pianificare oggi, vuol dire dunque cambiare il concetto di pianificazione di ciò che risulta oggetto di governance, e cioè come imparare a farlo nel regime di complessità in cui viviamo. A. Nel campo "cosidetto urbanistico", nonostante il regime in essere descritto, si sono in realtà realizzati buoni esempi di per se significativi; ma ciò nelle situazioni strettamente legate ad un forte "genuis loci", con consolidate qualità culturali della popolazione, in grado di perpetuare conservare valori permanenti. A mio avviso e quindi anzitutto, approfondento l'acculturazione della popolazione in senso storico, avendo presenti le condizioni di estrema complessità con cui gli interventi devono relazionarsi. Un aspetto fondamentale è quindi costituito dal dare la preferenza anzitutto i agli interventi di più facile condivisione, concretamente realizzabili in tempo reale e di maggiore spessore culturale. Essi costituiscono eccezioni da non perdere, all'interno dello svolgersi del generale processo di crescita nella complessità come indicato. B. Nel quadro generale urbanistico, tentare in ogni modo, applicando le nuove medodologie di calcolo e prevedibilità, discendenti dalla metodologia del Caos. Non resta quindi che mettere in discussione il progetto urbanistico, e mettere in discussione, con metodi interdisciplinari, concetti quali società, politica, economia, committenza, pubblica e privata, mercato, ecc. La presenza di nuovi attori e fattori, hanno comportato una serie di cambiamenti, che hanno generato di conseguenza una diversa organizzazione dei processi politici e decisionali, e qundi una modifica delle culture urbane. Non a caso il tema del cambiamento è al centro degli interventi di urbanisti e amministratori anche dell'ultimo Rapporto nel Territorio 2007 dell'INU - Metropoli indistinte - Il territorio nella morsa del mercato - Giufrè Maurizio 2008. Riguardo alle nuove città Federico Oliva, scrive come la città italiana si è profondamente modificata, a causa, soprattutto, del processo di metropolizzazione in atto; la tradizionale dimensione amministrativa non corrisponde più a quella geografica e la maggior parte della popolazione vive ormai in una “nuova città” sempre più estesa. È dal confronto urgente con la dimensione territoriale delle infrastrutture, vale a dire la mobilità collettiva e dei nuovi insediamenti residenziali e terziari di riqualificazione. In tal modo si potrà invertire anche l'egemonia della città neoliberista prodotta dalle scelte generalmente operate dagli interessi economici. Boatti (Italia - Sistemi urbani- Electa) riconosce come “La struttura insediativa ormai a tutti gli effetti risulta divenuta completamente caotica. E come tale deve essere definita nella sua complessità”. Boatti non crede alla insondabilità del nostro caos urbanistico, e procede con un metodo antico, analizzando e aggregando i dati statistici dei flussi materiali- merci e persone per poi farli interagire sulla scala territoriale. Risulta così che i vasti spazi del nostro territorio “non sono per nulla qualcosa di incomprensibile e infinito e sono integrabili con gli aspetti morfologici del territorio ed il suo paesaggio”. Nel resto di Europa lo sprawl urbano è stato governato con strategie innovative In molte regioni; un solo piano di area vasta governa la gestione di intere comunità. Per la provincia di Milano, per c.a. 2.000 km., sono adottati 189 piani comunali; mentre la pianificazione dell'interland francofortese, che si estende su un area di c.a. 25.000 km., è assegnata ad un unico strumento di pianificazione unitaria (Planungsverband). È questa la ragione per cui anche da noi occorre partire dall'individuazione dai confini disordinati della città, che sembra non rispondere ad alcun principio o ordinatore, approntando di conseguenza strumenti urbanistici innovativi. Evitare un simile compito ridimensiona banalmente il problema della città alla progettazione di piccoli o grandi insediamenti, quelli preferiti dalla rendita immobiliare che vive dell'attuale “depotenziamento della pianificazione”. Boatti, come detto, non crede nella insondabilità del nosro caos urbanistico. Da modificare “le indistinte forme di governance” all'italiana, che separano le decisioni dall'organizzazione del consenso, consolidando così sostanzialmente gli interessi dei grandi gruppi politico-finanziari e delle lobbi più potenti della città (di definizione neoliberista). Ricercando invece i contenuti della nuova città, riconoscibili nella matrice caotica, da definire invece nella sua complessità. L’ ITINERARIO Parco scientifico un esempio di come è possibile reinventare un territorio la Ruhr di Pamela Dell'Oro a cura di Elisabetta Gheza Istituto Nazionale di Bioarchitettura, con il contributo della sezione di Lecco, ha organizzato un viaggio-studio con destinazione la regione tedesca dell'Emscher nella Rurh. L'itinerario ha toccato i distretti di Bochum, Essen, Gelsenkirchen, Herne, Duisburg, Bottrop, Oberhausen, fornendo quindi una panoramica abbastanza completa della regione. Preziosa guida in questo viaggio è stato Thomas Grohe, col quale si sono visitati 24 dei progetti compresi in un programma di 120 interventi dell'IBA sull'area ad est del Reno, intorno al fiume Emscher, realizzati nell'arco di un decennio, programma che interessava 17 comunità locali, oltre a industrie, associazioni e gruppi di abitanti. Caratteristiche del paesaggio sono le Halde, colline derivate dalle scorie degli impianti produttivi ora dismessi, su cui sorgono le landmarks e le strutture estrattive e siderurgiche dismesse (acciaierie, cockerie), che hanno segnato il paesaggio. Tra il 1960 e il 1980 si avvia un processo di crisi che porta alla chiusura di parte degli impianti esistenti: si pone così il problema di "reinventare" l'identità della zona tramite il recupero di un territorio contaminato e l'individuazione di una via per lo sviluppo futuro. La popolazione che si vergognava di essere abitante di queste terre doveva trovare motivo di orgoglio o affezione per questi luoghi: “...solo se siamo "affezionati e legati" a luoghi ed oggetti li conserveremo e ne prolungheremo la vita, attuando un ciclo virtuoso e sostenibile...” (Ugo Sasso). Negli anni '90, a fronte dello sviluppo di una forte coscienza ecologica, si avviano cambiamenti che consistono nella promozione di processi integrati di riqualificazione, coinvolgendo attori pubblici e privati e riportando a livelli accettabili la qualità ambientale. Nasce l'IBA (Internationale Bauaustellung Mostra Internazionale di Costruzioni e Architettura) Emscher Park, attiva dal 1989 al 1999: un'agenzia, senza alcun potere giuridico-legale, di consulenza, selezione e coordinamento, il cui compito non solo è quello di fornire supporto ai processi di trasformazione, ma anche di essere una piattaforma d'incontro al fine di promuovere il dialogo fra gruppi sociali e soggetti del settore industriale. Il piano messo a punto dall'IBA si struttura su alcuni "corridoi verdi regionali" uniti dalla struttura del Parco Paesaggistico dell'Emscher. Cokeria Zollverein, Essen Gasometro, Oberhausen Oggi più di un terzo del bacino del fiume Emscher è compreso in questo parco, che si sviluppa da Duisburg a Bergkamen per una lunghezza di 75 km su una superficie di 320 chilometri quadrati che comprende 17 comuni. Rinaturalizzazione del bacino del fiume Emscher Da un sistema centralizzato di depurazione delle acque si è passati ad una serie di microdepuratori; sono stati demoliti gli argini di cemento e si è creato un sistema articolato di specchi d'acqua, zone umide e corsi d'acqua superficiali. Monumenti industriali Sono stati elaborati progetti per il recupero di altiforni, sale macchine, depositi e di infrastrutture. La loro monumentalità è stata sfruttata dai progetti che li ha adattati ad ospitare un'ampia gamma di eventi culturali ed artistici e nuove attività. Parchi commerciali e scientifici L'IBA ha convogliato all'interno del suo programma progetti riguardanti la costruzione ex-novo o la realizzazione tramite recuperi e restauri, di alcuni "Parchi Commerciali" e "Parchi Tecnologici". Queste recenti realizzazioni esprimono uno degli obiettivi più ambiziosi dell'IBA: trasformare l'immaginario della popolazione locale e dei futuri imprenditori attraverso il rinnovo degli ambienti di vita e di lavoro, al fine di generare una spontanea riattivazione delle attività produttive. Nuove abitazioni Il progetto relativo all'edilizia residenziale riguarda sia azioni di rinnovo e recupero, sia la realizzazione ex-novo. Tra i progetti del primo tipo sono da considerare i lavori di restauro e riqualificazione degli antichi quartieri dei minatori dell'inizio del XX secolo Parco paesaggistico, Doinsburg nord Tetraeder Parco paesaggistico, Doinsburg nord che hanno trasformato le capacità funzionali di questi edifici per soddisfare le nuove esigenze. Le realizzazioni di nuovi insediamenti comprendono invece casi di costruzione di cittàgiardino con la massima integrazione percettiva e funzionale tra edifici, verde e paesaggio circostante. Nuove proposte per la nuova società Il recupero dei grandi complessi industriali ha prodotto una serie di locali adatti ad ospitare ogni genere d'attività culturali e sociali. Ma è soprattutto il paesaggio a segnare la svolta apportata: una rete di percorsi ciclo-pedonali, strade e passeggiate collegano tra loro i numerosi parchi realizzati, annettendoli alle aree naturalistiche che scandiscono le rive dell'Emscher. L'idea della Ruhr, dopo questa esperienza, è mutata profondamente sia nell'immaginario che nelle aspettative della popolazione. E' stato pienamente raggiunto l'obiettivo di reinventare l'identità della regione, salvando però la memoria di ciò che è stata. E' maturata, infine, una profonda consapevolezza della necessità della pianificazione intercomunale. Una volta chiusa l'esperienza dell'IBA, il governo del Land si è posto il problema di come continuare ad accrescere l'importanza della regione e consolidarne identità. Il punto di partenza è costituito dalla consapevolezza della necessità di coordinamento che l'IBA ha lasciato: l'obiettivo è che i comuni lavorino insieme a progetti rilevanti dal punto di vista culturale, turistico, economico e urbanistico per arrivare a una concezione comune e partecipata di progetti e strategie per la promozione. O DESIGN [Rendering di Fabio Federici] il progetto esordiente vincitore del concorso M.Y.D.A. - Millennium Yacht Design Award 2009 origami a cura della redazione rigami è uno Yacht polivalente lungo 57 piedi, che consente di vivere il mare abbinando ad elevate prestazioni meccaniche e aerodinamiche un'abitabilità ottimale per un'imbarcazione di queste dimensioni. Il suo concetto nasce dalla constatazione che le necessità di protezione, sicurezza, navigabilità durante il moto si scontrano con le esigenze di vivere il mare nella sua interezza nelle soste in rada, che costituiscono la gran parte della giornata in condizioni favorevoli. Basandosi sulle tecnologie e sui bisogni contemporanei e del prossimo futuro i progettisti di Prototipi Design Massimo Facchinetti, Victor Ghia e Tiziana Lorenzelli hanno colto l'occasione del prestigioso concorso per lanciare una sfida e porsi come apripista verso la concezione di una nuova tipologia di imbarcazioni metamorfiche. Racconta Facchinetti. "Non è stato facile; dopo qualche mese ci siamo resi conto che non riuscivamo a discostarci molto dalla forma ormai consolidata del "ferro da stiro". A quel punto ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso di ripartire da zero, seguendo il metodo che cerchiamo di inculcare ai nostri studenti: attraverso un'approfondita analisi dei bisogni si deve trovare una risposta in alternativa a ciò che c'è già, perseguendo l'innovazione. Successivamente, grazie anche alle ricerche che stiamo sviluppando insieme in altri campi, abbiamo avuto l'intuizione del cambio di configurazione e da lì è nato Origami." I progettisti hanno quindi elaborato una struttura mobile e polivalente, creata giocando con le sagome e con i lembi che come un origami, si muovono e cambiano forma al natante che dai sessanta metri quadri da chiuso raggiunge i cento metri quadri da aperto. Chiuso lo yacht assume l'aspetto di un siluro che lo rende veloce e aerodinamico, dotato di una visibilità eccezionale con vetri a controllo solare e con gel fotovoltaico trasparente amorfo in zona visiva e coperti di celle fotovoltaiche su tutta la scocca superiore, per l'acquisizione di una utile autonomia energetica, anche quando si solleva il tetto per utilizzare le amache. Il sistema di propulsione è ibrido con due motori diesel e un motore elettrico, e consente di navigare alcune ore con emissioni zero, per godersi senza rumori l'atmosfera della rada, quando si programma la configurazione aperta che consente di godere pienamente la natura marina. In questo caso le due ali scendono elettronicamente e diventano un prolungamento della superficie di pavimento, una suggestiva terrazza a picco sul mare, ricca di dettagli che rendono più confortevole l'abitare, come i due materassi integrati circolari tondi con poggiatesta, che ruotano per seguire il movimento del sole. La zona soggiorno con vasca e doccia nebulizzante si apre direttamente sul mare, può rimanere completamente aperta o chiusa in parte con aperture vetrate inserite nelle ali. Conclude Ghia: "La Prototipi Design da anni si occupa di progettazione dal concept al prototipo funzionante in molti campi, ma fino ad oggi non avevamo mai avuto a che fare con la nautica, se non come utenti, il concorso è stato l'occasione per iniziare un percorso nuovo e speriamo di poter procedere presto con l'ingegnerizzazione, intanto ci stiamo occupando dei brevetti". I progettisti alla premiazione RESTAURO Cappella Palatina tesoro ritrovato di Benedetta Terenzi* L a Cappella Palatina di Palermo, situata al primo piano del Palazzo dei Normanni (l'imponente palazzo di origine araba), è stata riaperta al pubblico l'11 luglio scorso dopo ben ottocento giorni di restauro. Il capolavoro dell'arte siciliana era stato costruito per volontà di Ruggero II nel 1132, in forma basilicale: il pavimento è costituito da un mosaico di pietre dure e le pareti sono rivestite di marmo con riquadri a mosaico. L'altare centrale risale al 1700; sulle pareti della navata centrale un ciclo di stupefacenti mosaici a fondo oro raffigura episodi tratti dall'antico Testamento, mentre nelle navate laterali narrano episodi della vita di San Pietro e di San Paolo tratti dagli Atti degli Apostoli. In origine questo spazio sacro era la piccola Cappella di Palazzo, destinata a poche persone; tuttavia, nel corso dei secoli, l'evoluzione dell'intero complesso monumentale vi ha fatto confluire migliaia di visitatori affaticando le finiture e provocando anche espliciti problemi alla pavimentazione cui si sono sommati i danni del forte sisma che ha colpito la città nel settembre del 2002. Alla conclusione dei lavori del magnifico restauro, la cappella è stata presentata lunedì 7 luglio nel corso di una solenne conferenzastampa tenuta nella Sala Gialla del Palazzo dei Normanni con la partecipazione di moltissime autorità (tra le quali il Presidente del Senato, Renato Schifani) oltre naturalmente al mecenate tedesco Reinhold Würth che ha finanziato l'opera di restauro attraverso la fondazione da lui creata. E' interessante ricordare che la generosa e cólta operazione è stata condotta in un regime di grande afflato culturale evocando fra l'altro l'importanza di Federico II di Svezia, la regione 3 della Germania dove si trova la sede centrale del gruppo Würth. Durante il suo intervento, Francesco Cascio (Presidente dell'ARS-Assemblea Regionale Siciliana) ha sottolineato: «finalmente oggi possiamo restituire ai siciliani e a tutto il mondo uno dei nostri più splendidi gioielli. Ma questo straordinario risultato si deve alla sinergia e all'armonica collaborazione che Ars, Würth e Regione, hanno saputo sviluppare e dimostra come l'amministrazione pubblica e l'imprenditoria privata siano capaci di trovare il necessario collante per lavorare in sintonia. Si tratta di un'opera che trae il suo splendore dall'originalità della sua struttura e dalla straordinaria ricchezza musiva e decorativa di derivazione bizantina e islamica». Il protocollo d'intesa tra la Regione Siciliana e il professor Würth (appassionato d'arte e innamorato della Sicilia e delle sue bellezze architettoniche) era stato firmato il 16 giugno del 2003 per finanziare il progetto redatto dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo con la somma di quasi duemilioni e mezzo di Euro. Di fatto, l'accordo tra la Regione Siciliana e la Fondazione Würth rappresenta una fra le più grandi opere di mecenatismo culturale degli ultimi anni e costituisce un modello per gestire in forma rinnovata il patrimonio culturale passando attraverso il connubio pubblico-privato. Come ha dichiarato l'Assessore ai Beni culturali della Regione Siciliana (Antonello Antinoro) «Il progetto..., affascinante e allo stesso tempo ambizioso, ha visto impegnate due realtà istituzionalmente diverse ma identiche per obiettivi e serietà. La collaborazione che si è instaurata tra la Regione e Würth dimostra... come un ente pubblico e l'imprenditoria privata possano lavorare in grande sintonia». Da qualche giorno il pubblico del mondo può visitare un capolavoro di architettura e arte di straordinaria bellezza e sapore: i pavimenti policromi in pregiati marmi (provenienti certamente dallo spoglio di antichi monumenti romani) formano fitte tessiture cosmatesche; le pareti mostrano lesene musive con intriganti arabeschi concepiti da abilissime maestranze cristiane, arabe ed ebraiche; il soffitto, in parte musivo, presenta sorprendenti cassettoni " a stalattite" in legno dipinto e dorato di esplicito sapore islamico. [*Benedetta Terenzi, architetto professionista, docente a contratto presso il Corso di Laurea di Progettazione della Moda della Facoltà di Architettura dell'Università di Firenze] C CONFERENZE nelle foto da sinistra a destra: Museo d’Arte Contemporanea del XXI secolo a Kanazawa (J), 2005; Scuola di Management & Design Zollveneir a Essen (D), 2006; Edificio Dior a Tokio (J), 2004 SANAA a Mendrisio di Guido De Novellis ome consuetudine l'Accademia di Architettura di Mendrisio ha aperto l'anno accademico con una serie di conferenze ed esposizioni di grande interesse. Ha inaugurato il ciclo il gruppo SANAA, formato dagli architetti giapponesi Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa. Sconosciuti ai più, sono tra i più all'avanguardia ed influenti architetti nel panorama mondiale. Sono emersi alla ribalta internazionale con il Dior Bulding di Tokio (2003), il museo d'arte contemporanea del XXI secolo di Kanazawa (2004) e raggiunto fama mondiale con il New Museum di New York. Durante la conferenza è stato presentato il progetto, in fase di costruzione, dell'ampliamento del politecnico di Losanna. Progetto che ha suscitato l'interesse della platea e che sicuramente farà parlare di sé una volta realizzato sia per le bellezza dell'edificio che per la modernità della struttura. La loro architettura definita "rarefatta" è contraddistinta dalla leggerezza dei materiali, da una ricercata trasparenza delle membrane e dalla sovrapposizione orizzontale e verticale degli strati (M. Kung). La loro riduzione purista dell'architettura non è una mera semplificazione dell'organico architettonico ma una scelta stilistica che cela una notevole complessità strutturale. Dopo Anversa, Bordeaux e Innsburck, l'esposizione approda a Mendrisio sotto una nuova veste: la specificità dell'opera di SANAA si ritrova nelle foto del famoso architetto 19 bolzanino Walter Niedermayr. Le vedute d'insieme composte da scatti sequenziali mostrano l'oggetto architettonico da più punti di vista nello stesso momento, evidenziando il fatto che l'architettura può essere percepita soltanto attraverso il movimento, camminando intorno o attraverso una costruzione. Il ciclo di conferenze proseguirà il Werner Oechslin, strorico dell'architettura. Per maggiori informazioni: www.arch.unisi.ch L’ TECNOLOGIE Chiesetta in località Ceregallo del Comune di Sirtori scansione laser3D e sistema LS3D un patrimonio ricopiato di Vincenzo Spreafico intervento di ristrutturazione di una piccola ma preziosa chiesa di campagna con un serio problema di restauro - situata all'interno di un'antica corte in una frazione del Comune di Sirtori, denominata Ceregallo - ha dato l'opportunità di sperimentare un originale progetto di recupero architettonico, basato su un nuovo sistema di scansione laser3D. Durante i lavori di messa in sicurezza delle strutture portanti, si è verificato un crollo parziale della volta a crociera. Data la complessità e la precarietà della struttura, risultava impensabile ricorrere a soluzioni di ripristino con metodi tradizionali e, ancor meno, tentare di rifare la volta dall'alto, perché avrebbe comportato un rischio altissimo. In quest'ultimo caso le forze di sostegno, scaricate solo in alcuni punti della volta, avrebbero provocato cedimenti in altri, con conseguente crollo totale. Pertanto si è ritenuto opportuno creare un calco ad hoc capace di aderire alla superficie della volta con precisione millimetrica, garantendo una forza omogenea tale da sostenere perfettamente tutta la struttura. Si è intervenuto con due sistemi di scansione interfacciati ad alta risoluzione (fino a un decimo di millimetro): il primo è stato effettuato tramite scansione laser3D, adatto per le aree di rilevamento molto grandi; il secondo con sistema LS3D, più piccolo, adatto ad aree di scansione molto piccole non superiori a 1,5 mq, acquisendo tutti quei particolari della volta dai quali sono caduti i mattoni o da dove si sono evidenziate crepe di diverse dimensioni. Per ricostruire la volta dell'antica chiesetta si 21 è intervenuti con due sistemi di scansione laser 3D. L'accurato rilievo ha permesso di catturare la complessa geometria della volta, realizzando così un calco di supporto in polistirolo. L’estrema precisione del modello ottenuto ha reso possibile “mimare” con estrema precisione la volta da ricostruire. Il calco a forma di cupola o di "mezzo limone" sosterrà dal basso tutta l'operazione di recupero. In questo modo si potrà intervenire dall'alto con estrema sicurezza, rifacendo la volta dal sottotetto rimettendo al loro posto i mattoni crollati (cotti uno per uno nel forno, in epoca medievale) e ripristinando l'intonaco seguendo le indicazioni dettate dalla Soprintendenza, cioè riutilizzando tutte le strutture e i materiali del passato. Successivamente entreranno in scena i pittori e i restauratori. Il rilevamento laser, frutto di una collaborazione tra il Cnr di Milano e Spin Off del Politecnico, assicurando un'accuratezza spaziale di un decimo di millimetro e permettendo di distinguere e rilevare velocemente tutte quelle strutture complesse ed i relativi particolari costruttivi e di decoro, si è dimostrato uno strumento utile ed efficace anche per una disciplina complessa come il restauro architettonico. L’ TECNOLOGIE “Casa in Kit”, architetto Rocio Romero in Italia solo da pochi anni si comincia a parlare di case ecologiche ad alto rendimento energetico case prefabbricate in legno di Vincenzo Spreafico aumento dei costi per le bollette, la sensibilità verso i temi ambientali, la ricerca del comfort abitativo, hanno avvicinato molte persone a queste costruzioni che offrono il massimo della qualità ecologica ed energetica con un prezzo di realizzazione nettamente inferiore rispetto alla costruzione tradizionale. Se sino ad ieri queste costruzioni apparivano soluzioni di ripiego o peggio ancora costruzioni anonime o chalet "voglio ma non posso", oggi sono diventate chiaramente terreno di sperimentazione e design, esteticamente evolute, soggette alle più avanzate ricerche ingegneristiche ed architettoniche ma soprattutto assemblabili in pochi giorni. Da un’analisi effettuata tra le maggiori aziende produttrici il costo di listino chiavi in mano a mq varia da 1.200 a 1.600 ¤. Questo intervallo di costo dipende dalle caratteristiche di finitura e soprattutto dalle scelte tecniche in riferimento ai sistemi impiantistici. Ovviamente la tipologia offerta a catalogo riesce a contenere notevolmente il prezzo grazie ad un'accurata ottimizzazione delle soluzioni tecniche e distributive, mentre la tipologia a progetto, che spesso riprende per forme e caratteristiche le costruzioni tradizionali, dovendo supportare il costo per l'adattamento delle strutture, prevede un incremento dei costi variabile da 15 a 20% dal prezzo di listino. Negli Stati Uniti, proprio l'ottimizzazione dei costi, ha portato sul mercato la casa in KIT (www.fabprefab.com è il database più completo sui sistemi di prefabbricazione); possiamo notare lo stesso fenomeno anche in Scandinavia e ultimamente anche in Gran Bretagna dove i villaggi Boklok firmati Ikea (www.boklok.com), riportando su scala omnicomprensiva la formula del design democratico, stanno avendo un enorme successo. Un esempio unico per design, eleganza, comfort sono le case in Kit ideate dall'architetto cileno Rocio Romero, con consegna in tre settimane dalla stipula del contratto d'acquisto con istruzioni e supporto tecnico su DVD. In questa pagina: “Casa in Kit”, architetto Rocio Romero In generale le case prefabbricate hanno notevoli virtù costruttive esaltate soprattutto dalle performanti caratteristiche di isolamento termico e di alto rendimento energetico, traspirabilità, sostenibilità, durata, comfort, velocità realizzativa e costi certi a cui va incontro il cliente, rispondendo perfettamente alle norme in vigore in materia antisismica e antincendio. Oltre al superamento di modelli-cliché come lo chalet o la villetta suburbana a favore di volumi dal look decisamente moderno, con linee eleganti e ampie pareti vetrate, effetto white cube, ad attivare l'interesse di progettisti e committenti rimane sempre l'abbattimento dei costi di edificazione. La prefabbricazione garantisce un controllo in ogni sua fase costruttiva, dallo stabilimento al montaggio in cantiere, una perfetta tenuta dei serramenti con assemblaggi millimetrici, l'assenza di ponti termici e di difetti realizzativi ed infine un'elevata qualità biologica dei materiali. Questa tipologia costruttiva utilizzando materiali sani ed ecologici, dalle coibentazioni alle finiture, dai massetti alle vernici, riduce completamente l'utilizzo di prodotti derivati dalla sintesi petrolchimica limitandolo alle sole parti esterne dell'edificio. L'assenza di esalazioni tossiche, responsabili di molte patologie degli ambienti chiusi, garantirà il giusto comfort e benessere ai propri occupanti. Ma quali possono essere i punti oscuri e gli inconvenienti della casa prefabbricata? Sicuramente le limitazioni d'impiego rispetto ad una costruzione tradizionale in latero cemento risultano obiettivamente superiori secondo parametri di giudizio oggettivi e dimostrabili. La prefabbricazione si presta esclusivamente ad interventi di nuova costruzione, escludendo a priori eventuali applicazioni parziali, restauri e ristrutturazioni. Molto indicata per gli interventi di sopraelevazione di edifici o di recupero dei sottotetti con il vantaggio che la leggerezza del legno diminuisce notevolmente il carico che va a gravare sulle fondazioni rispetto al laterizio. Le case prefabbricate risultano convenienti dal punto di vista economico solo al di sopra di alcune superfici minime 23 che variano dai 70/80 mq; al di sotto di questa soglia l'incidenza dei costi fissi risulta eccessiva, tanto da scoraggiarne l'utilizzo. Una casa prefabbricata in legno va progettata con attenzione in ogni dettaglio, dalla distribuzione degli spazi interni, dove le pareti quasi sempre hanno una funzione portante, alla disposizione e scelta degli impianti escludendo eventuali ripensamenti progettuali in fase di montaggio. Una progettazione puntuale e dettagliata non può essere considerata una lacuna delle case prefabbricate, ma è pur sempre un aspetto da non sottovalutare, che non consente troppe indecisioni. Una vera e propria limitazione è riferita al numero dei piani, che non devono superare i due/tre, escludendo quindi a priori, l'impiego di questa tecnologia nelle tipologie plurifamiliari di tipo condominiale e multipiano. In conclusione, pur costatando che le case prefabbricate presentano alcune limitazioni di impiego in determinati contesti realizzativi (ristrutturazioni e fabbricati multipiano) si evidenzia come le stesse siano in grado di soddisfare le esigenze architettoniche progettuali e di vivibilità dei futuri fruitori con una notevole riduzione dei costi. Inoltre, essendo costruzioni altamente isolate, con una notevole limitazione delle dispersioni termiche e quindi del massiccio utilizzo di energia per il riscaldamento e il raffrescamento, garantiscono un'ottima riduzione nell'emissioni di sostanze nocive nell'ambiente. CARTOGRAFIA Visualizzazione su Google Earth di un tematismo 3D, elaborato con software GIS il ruolo dei GIS nella conoscenza e nella pianificazione del territorio geographic information system di Giorgio Limonta C onoscere il territorio, scoprirlo, analizzarlo non è un'esigenza o una competenza esclusivamente tecnica ma è una necessità collettiva. Da quando esiste la cartografia, l'uso e l'accesso ai materiali cartografici sono sempre stati considerati prerogativa esclusiva di amministratori pubblici e tecnici incaricati. Di conseguenza gli strumenti informatici per la gestione e la trattazione di dati geografici e prodotti cartografici (i sistemi GIS, Geographic Information System), sorti negli ultimi decenni, proponevano lo stesso linguaggio tecnico ed esclusivo. Da qualche anno però è in atto una vera e propria rivoluzione nell'accesso, nella distribuzione e nel linguaggio geografico e cartografico. La nascita di portali internet come Google Earth e Maps Live, - tanto per citare i più conosciuti - ha innescato una vera e propria rivoluzione nel modo di guardare e conoscere il mondo: lo sguardo dell'alto. È stato introdotto un nuovo linguaggio che ha permesso di cambiare il modo di guardare il territorio, non tanto per chi come architetti, urbanisti e tecnici del territorio ha già questa capacità nel proprio Dna tecnico, ma per le persone comuni, che hanno imparato ad utilizzare lo sguardo zenitale per conoscere la forma e l'orditura dello spazio che abitano e attraversano. Ormai il linguaggio è così diffuso che la gente utilizza comunemente lo spazio geografico messo a disposizione gratuitamente da questi portali, per localizzare fotografie, "riesplorare" i paesaggi delle proprie vacanze, effettuare misurazioni, programmare itinerari, gite e percorsi di allenamento, ovvero pianificare sulla base di variabili e condizioni territoriali. Poco importa se poi alla base ci sono immagini satellitari a scarsa valenza cartografica, la vera novità è che è diventato usuale l'uso delle coordinate geografiche per localizzare ristoranti, punti notevoli di città e località turistiche, etc... (per questo va riconosciuto un enorme contributo anche alla diffusione dei navigatori satellitari). Non è un caso infatti se da qualche anno comuni, province e soprattutto regioni (chi prima, chi poi, chi ancora no) abbiano iniziato a diffondere liberamente i materiali cartografici in loro possesso. Infatti attraverso geo-portali on line ad accesso libero, è possibile per chiunque visualizzare e scaricare gratuitamente (purtroppo non in tutte le regioni italiane) cartografia digitale georeferenziata, ovvero basi conoscitive tecniche utili per studiare e pianifi- Visualizzazione su Google Earth delle previsioni del Documento di Piano WebGIS della Città di Boston per la valutazione del grado di irraggiamento delle abitazioni (http://gis.cityofboston.gov/solarboston) care il territorio. Una grande novità e un notevole vantaggio per tecnici, studenti ed appassionati. L'importanza e la validità di questo servizio sono proporzionati però al grado di aggiornamento dei materiali cartografici a disposizione; mantenere i dati aggiornati e fondamentale affinché questi prodotti possano essere sempre un valido aiuto per la conoscenza territoriale a tutte le scale e a tutte le finalità. Si sta comprendendo quanto sia fondamentale la conoscenza aggiornata dello stato del territorio, sia da un punto di vista morfologico che urbanistico, per compiere scelte strategiche efficaci e coerenti; nella speranza che sia chiaro a livello politico, che la conoscenza, come elemento fondamentale di qualsiasi processo democratico, debba essere estesa anche alla pianificazione del territorio, sfruttando al meglio le risorse e le potenzialità che la tecnologia oggi può offrirci. In Lombardia l'attivazione ma soprattutto il mantenimento di un servizio di coordinamento e integrazione delle informazioni territoriali è diventato, da qualche anno, una priorità. L'attivazione e la gestione del SIT regionale (Sistema Informativo Territoriale) è stato addirittura introdotto nella legge urbanistica lombarda (L.R.12/2005) all'articolo 3, dove si riconosce a questo strumento informativo un'importanza sostanziale alla redazione del quadro conoscitivo e alla valutazione dei Piani urbanistici provinciali e comunali. L'obiettivo di fondo è quello di "educare" i comuni ad utilizzare, nella redazione dei propri strumenti urbanistici, modalità e strumenti adeguati, ad esempio tralasciando i sistemi CAD, impropriamente utilizzati per pianificare, a favore di programmi informatici più complessi come i GIS, molto più adatti ad effettuare serie ed elaborate riflessioni di carattere territoriale ed urbanistico. Nella redazione dei nuovi Piani di Governo del Territorio si nota però come questo passaggio sia enormemente difficile da compiere, soprattutto per la riluttanza di molti tecnici a mutare le proprie abitudini lavorative, pur di fronte a una sempre maggior complessità tecnica e disciplinare necessarie alla redazione dei PGT (VAS, paesaggio, commercio, etc...) e alla sempre maggior diffusione di programmi GIS Open Source. Eppure innumerevoli sono i vantaggi che l'uso dei GIS permette di ottenere nella redazione di un PGT. Uno dei tanti sta proprio nel fatto di lavorare in un sistema geografico di riferimento, ovvero in una porzione di spazio globalmente riconosciuta. Questo permette di sovrapporre ed analizzare dati provenienti da diverse fonti, come enti pubblici o tecnici specializzati (geologi, viabilisti, ecologi, agronomi, etc....), conoscendo esattamente la posizione e l'estensione di infrastrutture di interesse sovralocale, delle aree a rischio idrogeologico e sismico, degli ambiti e dei beni vincolati, delle fasce di rispetto, dei bacini di esondazione, etc... Permettendo di conseguenza un'imme-diata trasmissione dei dati prodotti e la loro diffusione, ad esempio sfruttando proprio le enormi potenzialità forniteci da strumenti a libero accesso come Google Earth e Maps Live. Proiettare piani e progetti sia architettonici che urbanistici sull'immenso database di immagini satellitari a disposizione degli utenti, apre enormi 26 prospettive alle fasi di pubblicazione e partecipazione collettiva all'iter di formazione del piano. Ed esempio dando maggiore autonomia ai cittadini nel valutare e conoscere alcune scelte pubbliche intraprese, anche nell'ottica di contrastare fenomeni di distorsione delle informazioni potenzialmente attivabili da forze politiche avverse. La fase di pubblicità dei prodotti informativi territoriali realizzati utilizzando tecnologia GIS è diventato, negli ultimi tempi, il concetto chiave attorno al quale le aziende hanno concentrato l'attenzione per lo sviluppo dei propri software. A conferma di questo, recentemente, durante la presentazione della nuova release di un notissimo software GIS, si è sottolineato come le novità introdotte siano prevalentemente incentrate proprio sul miglioramento della diffusione on line dei dati territoriali prodotti. Come esempio è stato presentato l'interessantissimo caso, implementato dalla città di Boston, di un web-GIS a servizio della popolazione, predisposto per verificare l'effettivo irraggiamento delle abitazioni, al fine di aiutare i cittadini ad accertare l'effettiva convenienza nell'istallare pannelli fotovoltaici sul proprio edificio. Questo strumento, attraverso una grafica molto accurata e un'interfaccia semplificata, mette a disposizione dei cittadini non solo un valido strumento conoscitivo realizzato nell'ottica di sensibilizzare sul tema del risparmio energetico e sull'uso responsabile delle risorse globali, ma un vero proprio strumento analitico a supporto delle decisioni. Va sottolineato come questi portali siano stru- Schermata iniziale del SIT dell Regione Lombardia (http://cartografia.regione.lombardia.it) menti facilmente integrabili nel tempo, così da poter essere predisposti, una volta avviati, anche per altre finalità. L'uso dei GIS per la gestione e l'analisi dei dati territoriali a supporto della pianificazione, ha declinazioni vastissime e molto interessanti, sperando che il loro impiego tra enti pubblici e professionisti possa diventare sempre più diffuso. Schermata iniziale del SIT dell Regione Lombardia (http://cartografia.regione.lombardia.it) Portale del SIT-Lombardia per il download dei materiali cartografici vettoriali con evidenziate le tipologie di formato scaricabili. (http://cartografia.regione.lombardia.it) normative 27 di Diego Toluzzo “SEMPLIFICAZIONE” Oggi, 28/01/2009 è arrivata la comunicazione di aver stralciato, dal D.L. 200 del 22/12/2008, l'abrogazione del punto 22003 riferito alla L. n° 897 del 25/04/1938 (obbligo di iscrivere agli ordini professionali) e del punto 25829 relativo al D.L. n° 382 del 23/11/1944 (consigli degli ordini professionali). Ovvero, per chi facesse fatica a capire la "burocrazia", in data 22/12/2008 si era emesso decreto per abrogare una serie di leggi e norme desuete ("MISURE URGENTI IN MATERIA DI SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA"), un enorme numero peraltro, ma all'interno di queste ultime erano state inserite anche quelle che riguardavano: • iscrizione agli albi professionali; • consigli ordini professionali. Abrogando tali "pilastri normativi", che di fatto tenevano in piedi la nostra professione, ci saremmo trovati dal 22/02/2009 (data di decorrenza del Decreto Legge) senza riferimento. Già facevamo fatica a stare in piedi e non è che con questo ci abbiano dato ulteriore spallata anzi, a sentire i soloni, è tutto in funzione della riforma delle professioni che già da quando andavo all'università (anni '70) era in via d'arrivo. Di contro c'è tutta una corsa dei vari politici (quelli che ieri erano opposizione ed oggi sono maggioranza e viceversa) a presenziare alle vaste manifestazioni di architettura, cultura, etc., emettere decreti, norme, leggi (quasi non ce ne fossero troppe e difatti il D.L. incriminato è teso in tal senso) in netto contrasto con i provvedimenti stessi che poi emettono. Per fortuna che l' "errore" viene sanato ma ciò grazie a qualcuno che all'interno ancora controlla quello che i nostri "legislatori" fanno. Forse non è corretto dare tutta la colpa ai "legislatori" e bisognerebbe prendersela anche con quei "burocrati" dei ministeri che, incaricati dai politici, operano nella messa a punto dei testi delle leggi e che, di fatto, creano "gli errori". Ma questa è l'Italia. È anche l'Italia della nostra "cassa" (non quel manufatto di legno che ci spetta come ultimo alloggio dopo - per chi riuscirà ad arrivarci - la pensione) che negli ultimi mesi del 2008 avvisa di aver elevato i contributi: • integrativo dal 2 al 4%; • soggettivo dal 10 al 14, 5% (differenza +1, 5% ogni anno sino al 2011). E ciò con decorrenza gennaio 2009 e nello stesso mese, senza però alcuna comunicazione contraria, fa sapere che tale aumento è sospeso. E chi aveva fatto una fattura il 02/01/2009 che cosa fa? Siamo sempre di più gettati verso il fondo del barile; ma non è nemmeno vero che al barile non c'è fondo, almeno nel nostro caso, tutto è mirato ad incamerare le casse professionali nel grande calderone (da barile a calderone) dell'INPS, situazione oggi ancor più necessaria visto che con la crisi tutti chiedono "ammortizzatori sociali", "cassa integrazione", etc. che, guarda caso, sono pagate dall'INPS ed in gran parte con i soldi dei contributi versati (i contributi per le casse d'integrazione sono una minima parte del versato all'INPS). È ovvio che non solo i "dipendenti"/"lavoratori" (quasi che noi non lo fossimo) debbano sopperire ai deficit. Ma a noi, tornando alla parola "cassa", di integrazione mai? La crisi forse non ci tocca? Quasi fossimo degli extracomunitari per noi l'integrazione non c'è (siamo sempre degli evasori e, alla meglio, dei furbetti). Alcuni studi di nostri colleghi, ormai è diventata notizia pubblica, stanno drasticamente riducendo il personale; le commesse mancano, le imprese non si muovono in attesa di spiragli che non si sa quando si apriranno, il mercato immobiliare stagna, le Amministrazioni Comunali, da anni ormai affondano i bilanci nelle spese per "servizi sociali" attingendo anche da capitoli ed entrate diverse, limitando perciò gli interventi di opere pubbliche. Ma dobbiamo aver fiducia! (ci viene detto) ed anche di aver fiducia che verrà riesaminato il problema della TARIFFA che ci è stata tolta circa due anni fa. Conviene sfruttare questi ultimi saldi per acquistare un buon stock di mutande di ghisa o, meglio, di acciaio corten così non si vedono nemmeno i rilasci anzi possono abbellire le sfumature dell'acciaio stesso. Oggi, non è certo il momento di parlare di parcelle, forse nemmeno di deontologia, di etica o di altro. Quanto accade (DL, contributi cassa, etc.) evidenzia come resta invece, imperterrita, (alla faccia dei vari Costa, Bassanini, Brunetta, etc.) la burocrazia che, anche grazie all'informatizzazione, ci obbligherà a fare sempre più carta inutile. Una "burocrazia" ampliata (in controtendenza rispetto a tutte quelle aspettative di semplificazione, trasparenza, etc. che vorrebbero farci credere) che ha istituito in questi ultimi anni tutta una serie di AUTORITHY che anch'esse legiferano, fanno circolari, norme, impongono versamenti, contributi. Via libera quindi ai RODOTÀ, CATRICALÀ vari. Comunque viste le ultime richieste di colleghi mi appuntamenti 28 corre l'obbligo di aggiornare alcuni schemi di parcella riferiti a nuove prestazioni: Scusate se per "semplificarli" ho dovuto esporli così. il giornale degli architetti della provincia di lecco NOTES - n. 18/febbraio 2009 - Poste Italiane Spa - Spedizione in A.P. - 70% DCB Lecco In caso di mancato recapito si prega inviare al CPO di LEcco, Via Lamarmora, 10 per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il diritto fisso dovuto febbraio09 n tes Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Lecco dalla parte dell’università design è capricciosità? accademia Mont Cenis di Sodingen fare urbanistica oggi la Ruhr origami Cappella Palatina tesoro ritrovato SANAA a Mendrisio un patrimonio ricopiato case prefabbricate in legno geographic information system "semplificazione"
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Notes 08/2006
degli incarichi di progettazione, ma soprattutto per realizzare poi le opere migliori.
Produrre immagini accattivanti è oggi alla portata di tutti, non è necessario essere
architetti, e questo rapp...