Il Sassolino anno 1 numero 2 - Università Europea
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Il Sassolino anno 1 numero 2 - Università Europea
il Sassolino Giornalino informativo di “Università Europea - Azione Universitaria” http://www.destrauniversitaria.org Anno I Numero 2 In questo numero: Aviaria: faremo la fine dei polli? La censura che non va in TV Il fallimento della ricerca italiana Commento alla riforma, cosa cambia? ERSUDOKU novembre 2005 Editoriale EDITORIALE D opo l'esperienza positiva del primo numero, esce finalmente il secondo numero de "Il Sassolino". Qualcuno ci ha accusato di essere stati troppo poco faziosi nella stesura del primo numero. Ripeto ancora una volta se non è chiaro, che lo scopo del giornalino non è quello di fare polemica ad ogni costo, ma quello di contribuire alla crescita culturale degli studenti universitari attraverso articoli che li riguardino direttamente non solo a livello universitario, nella vita di tutti i giorni. La faziosità passa in secondo piano e passano in secondo piano anche quegli articoli infarciti di ideologia che possiamo leggere dappertutto e che non ci dicono assolutamente nulla di più di quello che la TV ci propina ogni giorno. In ogni caso la pausa estiva è terminata e tutti siamo tornati ai nostri impegni universitari, con qualche novità. La prima novità, che ci riguarda direttamente, è il nuovo sito internet di Università Europea-Azione Universitaria, che è diventato www.destrauniversitaria.org , argomento dell’articolo della pagina successiva. La seconda novità è che per la prima volta dall'istituzione della Facoltà di Ingegneria, ci troviamo ad avere un corso di Laurea a numero programmato (termine soft per non chiamarlo numero chiuso), ovvero Ingegneria Informatica e dell'Automazione (non stiamo considerando il corso di Edile Architettura che lo è intrinsecamente). Un fallimento della nostra Università? No, una caduta di immagine e di credibilità? Forse sì. Intendiamoci, nella situazione attuale non era possibile fare di meglio. Il punto dolente è che la carenza di personale doveva essere prevista con un po' di anticipo e magari di lungimiranza dagli organi preposti al controllo. Anche il teatrino delle accuse e delle responsabilità messo in atto dalle Associazioni Universitarie non ha convinto nessuno, di fatto l'istituzione del numero programmato era l'unica soluzione possibile. In ogni caso visto come sono andate le iscrizioni il prossimo anno una situazione simile non dovrebbe ripetersi...almeno ad Ingegneria. E' l'uso del condizionale che ci preoccupa, infatti già si paventa lo spettro del numero programmato per il prossimo anno ad Economia. Staremo a vedere. La Redazione Collabora con la nostra redazione Vuoi • entrare a far parte della redazione del nostro giornalino? • scrivere un articolo su un argomento che ti sta particolarmente a cuore? • semplicemente puntare il dito contro una delle "storture" della nostra Università ? Se ti piace scrivere e desideri che i tuoi articoli vengano pubblicati de "Il Sassolino" vieni a trovarci nella nostra sede ad Ingegneria a quota 150, vicino alla biblioteca...la nostra redazione è aperta a tutti, oppure scrivici a: [email protected] Pag 2 “IL SASSOLINO” ANNO 1 NUMERO 2 Fatti nostri SOMMARIO Pag 2 Pag 3 Editoriale Nuovo sito e Mercatino on line SOCIETA’ Pag 4 Pag 5 Pag 5 Pag 6 Aviaria: faremo la fine dei polli? La censura che non va in tv Iran, peggio del previsto Il fallimento della ricerca italiana UNIVERSITA’ Pag 8 Commento alla riforma senza demagogie, cosa cambia? Pag 9 Montedago in Rock Pag 10 Una strategia di uscita Pag 11 Ersudoku Pag 11 Una boccata d’aria Pag 12 D’Annunzio, il linguaggio della parola MICROFONO A CHI NON HA VOCE Pag 12 ASCU TEMPO LIBERO Pag 13 Quando la terra trema Pag 14 Un luogo chiamato “Vertigo” Pag 15 Verso la quarta edizione di My Special Car Show SVAGO Pag 16 Sudoku e Edel RECENSIONI Pag 17 Cake - Pressure chief Pag 17 Hal - Hal Pag 18 Editors - The back room Pag 18 Black Rebel Motorcycle Club - Howl Pag 19 Starsailor - On the outside Nuovo sito e mercatino on line! F inalmente il nuovo sito di Università EuropeaAzione Universitaria è on line. Il dominio è cambiato ed è ora www.destrauniversitaria.org più facile da ricordare e soprattutto manifesto immediato della nostra collocazione politica. Il sito è stato completamente rivisto ed aggiornato e sfrutta adesso una tecnologia in PHP. Le rubriche principali sono state mantenute ed ampliate, le gallerie fotografiche saranno presto arricchite di altre immagini, e le pagine dedicate ai servizi agli studenti saranno aumentate automaticamente ogni volta che ce ne sarà bisogno, un primo esempio è la pubblicazione di tutti gli orari del primo ciclo di Ingegneria. Il servizio di ricerca libri e/o dispense è stato ulteriormente migliorato, adesso è possibile previa registrazione, inserire direttamente il libro o la dispensa che si vuole rivendere e lasciare un recapito (telefono o email). L'annuncio sarà immediatamente disponibile in bacheca e visibile a tutti. Ovviamente perchè il servizio funzioni è necessario sì che gli studenti visitino il sito per effettuare le loro ricerche, ma è anche fondamentale che gli stessi studenti poi mettano di nuovo il loro materiale a disposizione una volta superato l'esame. La sezione Forum è stata adesso ampliata e rivista, in modo da poter dar voce agli studenti con possibilità di lasciare suggerimenti, idee e perchè no? Anche critiche costruttive. Una sezione è dedicata anche al nostro giornalino, "Il sassolino", con la possibilità di scaricare tutti i numeri già usciti in formato PDF e non solo, nella stessa sezione sono presenti anche le vecchie edizioni di "Spigolo", storico giornalino di Università Europea. Università Europea Azione Universitaria “IL SASSOLINO” Anno I Numero 2 Completamente finanziato dall’Università Politecnica delle Marche In attesa di una redazione stabile, hanno collaborato alla realizzazione di questo numero de “il Sassolino”: Carlo Damiani, Dernowski Richard, Leonardo Di Marino, Marco Ercoli, Mauro Italiano, Lu.Pec, Simone Marinelli, Mirco Massaccesi, Sandro Policella. Chiuso in redazione il 10/11/2005 In copertina Leonardo Da Vinci, “l’Uomo Vitruviano” ANNO 1 NUMERO 2 “IL SASSOLINO” PaG 3 Società Aviaria: faremo la fine dei polli? H5N1, è questo il nome del famigerato virus che ormai da qualche mese è entrato a far parte del nostro quotidiano, come possibile killer spietato. Ma è davvero così cattivo? Purtroppo, stando ai dati degli ultimi studi, questo virus influenzale è uno dei più potenti dell’ultimo secolo ed ha un tasso di mortalità superiore al 50% (su 121 casi sono avvenuti 62 decessi). Fortunatamente, al momento, nonostante la sua forza, non è ancora pericoloso per l’uomo, infatti, per essere in grado di scatenare una pandemia (infezione a livello mondiale) gli manca ancora un’ultima e fondamentale dote: quella di riuscire a mutare e trasformarsi da virus aviario in virus influenzale umano, acquisendo la capacità di trasmettersi da uomo ad uomo. Per ora la malattia riguarda solo gli animali (principalmente polli e animali da cortile) e il contagio umano è avvenuto in rari casi in cui vi era uno stretto contatto tra i soggetti e gli animali stessi, quindi l’uomo non è ancora interessato da questa sindrome influenzale, ma bisogna in ogni modo stare attenti. L’influenza aviaria si sta diffondendo in Europa portata soprattutto dagli uccelli migratori, dunque non c’è da stupirsi se, nonostante gli innumerevoli controlli, vi sia quest’espansione del fenomeno. Tuttavia è sufficiente adottare delle semplici misure di prevenzione “domestiche” per far fronte a questo evento: • comprare solo polli italiani, confezionati e di provenienza certa (si può andare sul sicuro facendo riferimento alle grandi ditte distributrici nazionali); • consumare sempre la carne e le uova (la presenza del virus nelle uova non è stata confermata, ma potrebbero essere contaminate da residui sul guscio) previa cottura visto che a 70° C il virus viene comunque eliminato; • evitare il contatto con volatili selvatici o comunque che vivono all’aperto (il contagio degli stessi animali avviene soprattutto per contatto degli stessi con le feci dei migratori infetti); • evitare la caccia, in quanto attività che espone l’uomo ad un contatto diretto con le probabili specie infette. Prestando attenzione a queste piccole norme possiamo ritenerci abbastanza tutelati per quello che riguarda il contagio animale-uomo. Ma se il virus dovesse diventare trasmissibile da uomo ad uomo? Questo è il pericolo maggiore. Finora sembra che la trasmissione inter-umana sia avvenuta solo in due casi ed in modo non efficace, senza cioè espansione del contagio, ma il problema sorgerà quando le Pag 4 “IL SASSOLINO” varie mutazioni riusciranno a rendere l’H5N1 capace di essere facilmente trasmissibile da uomo ad uomo al pari di una comune influenza. Purtroppo quando la cosa accadrà (e l’unica cosa certa nell’evento è che questo virus muterà e diventerà trasmettibile, anche se al momento non si può prevedere né quando né dove) non si sa bene come la sanità mondiale potrà reagire. Tutti i vari farmaci e vaccini che sono in fase di sperimentazione, sono basati sull’attuale forma del virus e non sappiamo come gli stessi potranno intervenire sulle successive alterazioni nella struttura del virus; la speranza è che la mutazione non lo modifichi in maniera virulenta per la popolazione. I farmaci antivirali hanno lo scopo di rallentare la replicazione del virus, ma già si è verificato un caso di resistenza ad uno di essi e quindi è ancora presto per dire di avere l’arma per sconfiggere l’influenza aviaria. L’Italia non è stata a guardare e si è già prenotata per 35 milioni di dosi di vaccino; il problema è che il prodotto efficace potrà essere creato solo quando la forma definitiva del virus si manifesterà e da quel momento le industrie farmaceutiche impiegheranno alcuni mesi per mettere sul mercato le prime dosi, e per allora, l’influenza, secondo le previsioni epidemiologiche, avrà già contagiato l’intero pianeta. Fortunatamente al momento in Italia, dati i numerosi controlli, il pericolo per l’uomo è fortemente ridotto, anzi, adottando le opportune accortezze, è praticamente nullo e, considerando i fatti allo stato attuale, da una “psicosi da pollo” ci guadagnerebbero solo due categorie: le industrie farmaceutiche che già vedono aumentare i propri profitti e gli amanti della carne bianca, che in un colpo solo si sono visti triplicare i controlli sul prodotto e diminuire il prezzo del 40%!!!! Info: www.ministerosalute.it Marco Ercoli ANNO 1 NUMERO 2 la censura che non va in TV L ibertà di espressione e libertà di parola sono da sempre sinonimi di qualunque paese considerato civile e di qualunque democrazia affermata. La libertà di pensiero è un diritto inalienabile della persona umana e tanto sta anche scritto nella dichiarazione universale dei diritti umani che riporta: «Articolo 18: Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti». Detto ciò è molto deprimente ascoltare le tristi e sinistre sirene che ad ogni occasione non perdono tempo a dipingere questo paese come una sorta di fosco medioevo dove l’oscurantismo regna sovrano e dove tutto è manipolato, filtrato, censurato e dove i fondamentali diritti civili sono quotidianamente calpestati. Ripeto è molto deprimente, non tanto perché quelli che urlano e schiamazzano (prendendo per farlo stipendi a quattro zeri) hanno costruito in questo paese “sotto dittatura” le loro fortune e sono pieni di scheletri ben sigillati negli armadi, ma è profondamente offensivo per chi sotto dittatura vive realmente ogni giorno. Provassero questi gentili signori a spendere almeno una parola sulla situazione della Nord Corea o di Cuba. Cuba la patria del leader-maximo Fidel Castro e del comandante Che Guevara, quello splendido paradiso per i turisti (anche italiani) dove tutto è a buon mercato e dove il comunismo reale è praticato. Provate però ad ascoltare la voce di chi, turista non è, ma è semplicemente un cittadino cubano e scoprirete realtà ben diverse. Scoprirete magari che gli aiuti mandati dall’Unione Europea invece di curare i bambini cubani finiscono nelle farmacie dove vengono rivenduti con l’etichetta “Aiuti Umanitari” ancora appiccicata sul retro. Scoprirete magari che se si viene sorpresi ad ascoltare Radio Martì emittente anti-castrista che trasmette da Miami (Usa) per Cuba si finisce agli arresti, scopri che i giornalisti italiani vengono arrestati ed espulsi in 24 ore se tentano di partecipare alla prima riunione dei dissidenti del regime, per raccontare la verità su Cuba, questo appena nel maggio scorso. In Cina tanto per passare da una dittatura rossa ad un'altra, la situazione non è certo migliore, il partito comunista cinese incoraggia la pratica della pena di morte su larga scala come riportato dal discorso fatto davanti al Congresso Nazionale del Popolo dal capo della Suprema Procura Popolare, Jia Chunwang, che nell'arco del solo 2004 ha portato in carcere più di ottocentomila persone per "minacce alla sicurezza dello Stato" il quale ha riferito che 145.000 persone sono state condannate a morte o a lunghe pene detentive. Per l’esattezza nel ANNO 1 NUMERO 2 2004 i condannati per reati “gravi” sono stati oltre 700.000, il 19 per cento dei quali ha subito la condanna a morte, al carcere a vita o comunque a pene superiori ai cinque anni di prigione. Nel nome della sicurezza nazionale e dell’ordine pubblico, sono finiti nel mirino delle autorità omicidi, attentati ma anche il pacifico dissenso politico. ‘Minacce’ o ‘messa a repentaglio’ della sicurezza statale è la formula giuridica in forza della quale il regime (Continua a pagina 6) Iran, peggio del previsto E ’il 26 ottobre quando il neo-eletto presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad accende le polveri dello scontro diplomatico internazionale: « Israele sia cancellata dalla mappa del mondo ». Appena quattro giorni dopo (siamo al 30 ottobre), Ahmadinejad torna sulla questione con un monito rivolto a tutti i paesi islamici : « E’ un crimine imperdonabile riconoscere Israele » . Come si temeva, il pericolo di una involuzione politica in Iran con l’elezione di Mahmoud Ahmadinejad si è avverato, e si è avverato ancora prima del previsto. Questo paese che - va ricordato - per 18 anni ha arricchito uranio senza informare l’agenzia atomica dell’Onu (Aiea), aveva sospeso nel 2004 le sue attività sotto le fortissime pressioni internazionali. Poi nel 2005 si è avuto con il nuovo governo un brusco strappo nei colloqui e la ripresa a pieno regime della corsa al nucleare e all’atomica. Cosi oggi mentre cade il 26 anniversario dell’occupazione dell’ambasciata USA che si protrasse per 444 giorni, cui sembra aver partecipato in prima linea lo stesso presidente Ahmadinejad, al tempo studente, tornano a materializzarsi i fantasmi del passato. Gholam Adel presidente del parlamento tuona: « l’ONU non ci fa paura! » e ricordando l’assedio dell’ambasciata esprime una speranza : «Le nazioni del mondo prendano esempio. E facciano agli americani quel che abbiamo fatto noi ». A completare il quadro poco rassicurante, alle parole si sono aggiunti fatti sconcertanti: 40 ambasciatori sono stati rimossi in un colpo solo perché troppo “liberali” e “filo occidentali”, i primi a saltare l’ambasciatore all’ONU, poi quello a Londra e a Ginevra. Di fronte a questo scenario, va elogiata la ferma e dura presa di posizione dell’Italia, che non è stata a guardare e ha saputo alzare la voce e denunciare che sono questi i comportamenti più lesivi verso i tentativi di portare la pace nei martoriati territori del Medio Oriente. Proprio oggi che Israele e Palestina sono più vicini ad una intesa che le stesse autorità dei due paesi chiedono con un intervento europeo diretto, evento di portata storica, è doveroso contrastare non solo a parole chi fa il gioco del terrorismo. Per una volta questo paese sempre accusato di fare “gli interessi americani” ha preso l’iniziativa in maniera autonoma ed è anche sceso in piazza dando un chiaro segnale e una precisa collocazione. Non si è trattato di una manifestazione proSharon come detto da più parti a sinistra, per rimediare alla loro mancata mobilitazione e al fatto che quando non c’è da scontrarsi con la polizia i no-global stanno a casa. In realtà chi non vuole la pace in Palestina sono troppo spesso gli stessi paesi arabi confinanti, che continuano ad armare Hamas sottobanco. Quelli sì sono falsi amici dei palestinesi e della loro causa. Carlo Damiani “IL SASSOLINO” PaG 5 Società (Continua da pagina 5) comunista cinese legittima la detenzione di dissidenti e oppositori: anche l’anno scorso migliaia di questi ultimi sono stati rinchiusi in prigione su tali basi, specie in Tibet e nella provincia nord-occidentale dello Xinjiang, l'ex Turkestan a maggioranza musulmana e turcofona. Attivisti tibetani e separatisti uiguri, sono stati anche condannati a morte o giustiziati. Nel corso del 2004 e sulle stesse basi, si è inasprita pure la persecuzione dei sospetti appartenenti al Falun Gong, movimento spirituale bandito nel 1999 come “culto malvagio” e accusato di minacciare il potere del partito comunista. Attualmente (marzo 2005) risulta sono detenuti 37 fra vescovi e sacerdoti a cui le autorità cinesi negano la libertà nell’esercizio delle loro funzioni. Di recente il governo cinese per ribadire la sua apertura ha impedito ai vescovi cattolici cinesi di partecipare al Sinodo; fatto su cui è duramente intervenuto Papa Benedetto XVI. Accanto a questo c’è lo sfruttamento del lavoro in condizioni disumane che tanto facilita i prezzi sul mercato, quel mercato a cui poi noi ignari (mica tanto) consumatori attingiamo continuando ad alimentare una vergognosa spirale. Da ultimo vorrei spendere due parole a cornice di quanto detto in apertura sulla libertà di informazione. A differenza dei compagni dell’Havana di Pyongyang dove l’accesso alla rete internet è riservata ad una stretta elite vicina al governo, il regime cinese procede in un altro modo: se l'utente cerca un sito web «pericoloso», invece di ottenere messaggi di errore viene deviato su tutt'altro genere di siti, finendo per credere di non essere in possesso dell'indirizzo giusto. Pechino, spinge anche gli internauti all' autocensura: gli arresti per «attività sovversiva online» sono poche decine all'anno (cifre insignificanti in Cina), ma i mezzi di comunicazione danno loro grande risalto, fomentando il timore del carcere tra i navigatori. Per blindare ulteriormente la rete si è intrapresa la via della chiusura dei piccoli internet cafè, più difficili da controllare rispetto a quelli siti in grandi centri commerciali, magari di proprietà statale, rendendo di fatto inutile provare a trovare informazioni nascoste al di là della grande muraglia. Concludo togliendomi un ultimo “Sassolino” e citando quella brava persona che risponde al nome di Josè Zapatero, il premier spagnolo che da noi è osannato perfino nei titoli dei film, come sinonimo di trasparenza e libertà di espressione; peccato che poi Zapatero ogni tanto ne combini una delle sue e tocchi correre ai ripari, non far trapelare nulla o quasi sulla stampa (vedi Liberazione) o modificare ad hoc con qualche limatina qua e là (vedi Repubblica). La notizia è questa: per arginare i tentativi d’ingresso di numerosi disperati marocchini a Ceuta, la piccola enclave Spagnola in Marocco, ha alzato un bel muro di circa 6 metri (ma lo chiamano recinto), poi visto che ciò non era sufficiente, ha mandato l’esercito pronto a sparare. 5 morti e 80 feriti il bollettino finale, ma che volete, c’è libertà di stampa e libertà di stampa forse questa notizia non meritava di andare sui giornali altrimenti poi qualcuno avrebbe apostrofato ”ma Zapatero non era pacifista?!!”. Carlo Damiani Il FALLIMENTO DELLA RICERCA ITALIANA D a parecchio tempo è impossibile non notare sui giornali la situazione economica in cui si trova l’Italia, non particolarmente favorevole confrontata con le altre potenze industrializzate, soprattutto americana e cinese, che “galoppano”; la causa di tutto ciò è la nostra perdita di competitività a livello internazionale, conseguenza dell’incapacità nel migliorare i nostri prodotti. Alla base di tutto ciò c’è un unico problema: la ricerca! Che fine ha fatto questo settore fondamentale? I fondi dedicati alla R&S, Ricerca e Sviluppo, in Italia sono appena l’1,1% del P.I.L., uno dei livelli più bassi dei paesi industrializzati. Dietro di noi, veramente pochi. Se poi ci confrontiamo con gli U.S.A., dove la porzione del P.I.L. dedicato alla ricerca arriva al 2,69%, oppure con il Giappone con il suo 2,98% del PIL in ricerca o con 1,93% della media europea, vediamo che ci troviamo anni luce dai nostri paesi coetanei. Questo divario con i paesi industrializzati sta portando l’economia italiana ad un declino sempre più inarrestabile, considerando poi anche il fenomeno CINA. A questo punto la cosa più ovvia da fare sarebbe di chiedere al Governo di investire di più sulla ricerca, visto che è l’unico modo per poter innalzare la competitività almeno agli stessi livelli degli altri paesi industrializzati. Ma questo è l’unico e giusto metodo per rilanciare il modello ITALIA? Se però andiamo a controllare in maniera più dettagliata i dati sui fondi destinati alla ricerca, possiamo notare che la percentuale di P.I.L. investita dallo stato italiano si attesta allo 0,53% del prodotto interno lordo, allo stesso livello del Giappone e della Gran Bretagna, paese modello nell’UE per quanto riguarda la ricerca. Rispetto gli altri Paesi ci troviamo all’incirca dello 0,2-0,3% al disotto. Il nodo fondamentale risulta evidente, quando andiamo a valutare i fondi che vengono dalla ricerca privata, che sono enormemente più bassi rispetto i nostri rivali commerciali. Ma allora, se la ricerca pubblica ha livelli di finanziamento paragonabili agli altri Paesi, come mai la ricerca italiana e i ricercatori italiani non riescono a raggiungere le stesse soddisfazioni e gli stessi guadagni economici dei loro colleghi americani, che tutti prendono come modello? I motivi sono 2, uno strutturale, l’altro sociale. A livello strutturale basta considerare alcuni dati: • Il P.I.L. americano che è circa 6-7 volte quello italiano, quindi i fondi pubblici a livello assoluto saranno circa 9-10 volte più elevati; • Il numero dei ricercatori pubblici in Italia, secondo i dati del MIUR, è di 40.152 unità; se confrontato con quello americano che è circa 180.000 unità, notiamo un rapporto di 1 a 4,5 e quindi facendo un piccolo calcolo vediamo che i ricercatori pubblici americani hanno circa il doppio da spendere in ricerca rispetto i nostri, e di conseguenza anche il trattamento economico è migliore. Cosa simpatica è che i ricercatori privati americani hanno meno soldi rispetto a quelli pubblici, mentre in Italia è l’op(Continua a pagina 7) Pag 6 “IL SASSOLINO” ANNO 1 NUMERO 2 (Continua da pagina 6) posto, pensate un po’!!! Questa equilibratura tra fondi disponibili e addetti alla ricerca ha portato 2 conseguenze: • Mancanza di fondi per le attrezzature, indispensabili per i ricercatori, com’è anche denunciato dai dirigenti del CNR. • Impossibilità di assumere altri ricercatori, altrimenti si sforerebbero i bugdet, con la relativa conseguenza, come fa constatare il direttore dell’INFN, a non avere un ricambio generazionale. Il bello di tutto questo è che per colpa di POCHI questa situazione viene pagata da TUTTI, infatti, L’INFN, Istituto Nazionale Fisica Nucleare sta cercando in tutti i modi di assumere nuovi giovani ricercatori vantando di spendere solo il 35% dei fondi per il personale, ma il fatto che la ricerca pubblica è una ed indivisibile, non può sottrarsi alla legge che serve per arginare i deficit degli altri istituti. Un esempio per tutti: il CNR stanzia l’80% del proprio budget per gli stipendi interni. Per quanto riguarda il motivo sociale possiamo notare dagli ultimi dati economici che le uniche aziende che non hanno risentito in maniera troppo traumatica della congiuntura economica sono state le grandi aziende, per fare alcuni nomi FIAT, ENI etc. questo perché quest’ultime hanno avuto la possibilità di investire ingenti somme nella ricerca, basti pensare che l’ultima tecnologia nel campo dei motori diesel, il common-rail, è stato ideato dal reparto motori della FIAT. Tutte le piccole-medie imprese invece hanno avuto una drammatica crisi che per molte società si è tramutata in chiusura delle stesse. Ma il modello italiano non era considerato uno tra i migliori? A quanto pare no, infatti è bastato che un paese concorrenziale a livello artigianale, come la Cina, incrementasse la sua produzione ed ecco l’economia italiana andare a rotoli. Evidentemente una piccola-media impresa non ha la possibilità di competere con aziende che hanno un costo della manodopera decine di volte inferiore e in più non ha la capacità di investire grandi somme di denaro per “inventare” nuove tecnologie e darsi ad una produzione di massa per abbassare i costi, fattori indispensabili per rimanere ai vertici dell’ economia mondiale. Come mai allora le grandi aziende sono così poco numerose mentre le piccole aziende sono innumerevoli? Perché, sapendo che questa situazione sarebbe arrivata, le piccole aziende artigianali non sono state aiutate negli ultimi decenni, a fare un salto di qualità? Forse è colpa della mancanza di una formazione imprenditoriale da parte sia dallo Stato sia da parte delle associazioni industriali, che ha portato ad una carenza di imprenditori che sapessero interagire con le nuove ANNO 1 NUMERO 2 leggi di mercato. O forse perché i giovani rampolli, disinteressati alla gestione della azienda a conduzione familiare, hanno creato nella maggior parte dei casi un mancato ricambio generazionale e quindi una mancanza di quel “salto” di mentalità imprenditoriale necessario. Non è da sottovalutare neanche la paura di un eccessivo ingrandimento dell’azienda, che avrebbe portato ad un aumento degli obblighi (fiscali e non), e non ultimo l’ingresso dei sindacati nella struttura aziendale. Le associazioni sindacali infatti negli anni della rivoluzione industriale hanno avuto un grandissimo ruolo nei diritti civili dei lavoratori che poi si è purtroppo limitato negli ultimi anni a lotte per il mantenimento del potere acquisito senza mai evolversi di pari passo con l’economia mondiale, arrivando anche a vere e proprie assurdità, come la situazione dell’Alitalia, in cui piuttosto che abbassare lo stipendi a lavoratori super pagati, si è arrivati ad avere una società che è costretta ad ipotecare i propri aerei per non fallire, ed intanto i cittadini italiani pagano. Una politica sbagliata degli ultimi decenni ha portato ad un collasso che siamo costretti a pagare NOI, e sicuramente il modo migliore di risolvere il problema non è quello di prendersela senza se e senza ma con un Governo che sì, può fare qualcosa in più, ma certamente non miracoli. Piuttosto considererei un comportamento inopportuno quello sostenuto dalla maggior parte dei rappresentanti nazionali delle associazioni, che sanno chiedere solo più soldi al governo e non cercano altre soluzioni al problema. In fondo i problemi non si risolvono demandandoli ai “diretti superiori” e facendo poi scudo quando le soluzioni da loro proposte non sono quelle che ci si aspetta. Il fatto è che i nostri diretti superiori hanno identiche richieste da tutte le altre associazioni, che ovviamente non indietreggiano nemmeno di un millimetro (vedi contratto statali). Il governo invece, a mio avviso, si sta comportando nel miglior modo possibile. Constatato il fatto che occorrerà tempo per riportare la ricerca pubblica all’efficienza (problemi causati da decenni di mal governo non si risolvono in 1 anno) e che i fondi statali non sono illimitati, vista anche la triste situazione economica dell’Italia, i nostri governanti hanno cercato di far intervenire le industrie private in questo settore di fondamentale importanza. Il MIUR ha promosso decine di progetti di ricerca tra pubblico e privato che vanno dall’agricoltura all’aerospaziale (Per la cronaca, l’unica regione che ancora non ha partecipato è stata le Regione Marche. Grazie D’Ambrosio e Spacca, siete davvero un valido aiuto per i cittadini!!!!). Certo, questo coinvolgimento delle industrie nello sviluppo non solo produttivo ma anche culturale del paese può non piacere. Ricordo ancora la proposta della Destra Liberale di circa sette anni fa, ovvero la collaborazione impresa-scuola, la quale suscitò grandi scioperi con la motivazione che l’istruzione doveva essere pubblica e svincolata dalle leggi di mercato. Ora invece la nostra unica possibilità di recuperare competitività è proprio la combinazione tra pubblico e privato tanto ripudiata dalla sinistra. Simone Marinelli “IL SASSOLINO” PaG 7 Università Commento alla RIFORMA senza demagogie, cosa cambia? D iamo un’occhiata più approfondita (di quanto permettano i volantini-slogan che circolano nella nostra Università) al recente DDL approvato in via definitiva nei giorni scorsi sulla riforma della docenza, lo stesso decreto che ha suscitato proteste in tutta Italia. Innanzitutto il fabbisogno dei professori necessari all’Università Italiana viene indicato non dal Ministero ma dalle Università stesse; questo fabbisogno viene poi aumentato del 40% (per le prime 4 tornate è aumentato del 100% per i professori ordinari e per le prime 2 tornate del 100% per i professori associati). Ci è sembrato questo un contentino per tutti quanti nei mesi scorsi hanno protestato, infatti crediamo che sia veramente troppo, in ogni caso il livello della protesta è immediatamente diminuito, chissà perché? Ogni due anni sarà compilata una lista dei commissari nazionali che devono sovrintendere agli esami di idoneità, non immediatamente rieleggibili; da questa lista vengono sorteggiati per ogni commissione 5 membri. Con questo dovrebbe sparire il locale clientelismo attuale, ovviamente come tutte le cose fatte in Italia ANCHE il concorso nazionale può essere truccato, vale però il principio che dovrebbe essere più difficile di quanto non sia adesso. In ogni caso non è una cosa credibile attaccare il concorso nazionale perché chiunque abbia passato qualche tempo all’interno del sistema universitario sa benissimo che le selezioni locali sono molto “viziate”. Con queste novità auspichiamo un ritorno della meritocrazia nelle selezioni e un innalzamento del livello della docenza universitaria. Una quota dei giudizi di idoneità per professore ordinario (pari al 25%) è riservata ai professori associati con anzianità di servizio non inferiore a 15 anni. Nel numero di idoneità per professore associato invece (nelle prime 4 tornate) una percentuale del 15% è riservata ai professori incaricati stabilizzati, agli assistenti del ruolo ad esaurimento e ai ricercatori confermati che abbiano svolto 3 anni di insegnamento. L’1% è riservato invece ai tecnici laureati già ammessi con riserva. Anche in questo caso le agevolazioni potevano essere ridotte. La durata dell’idoneità all’insegnamento è fissata in 4 anni e i professori giudicati idonei ma non confermati in nessuna Università conserveranno l’idoneità per 5 anni. Per il reclutamento degli attuali ricercatori resta tutto come prima fino al 2013 e nella valutazione sono considerati titoli preferenziali il dottorato di ricerca e le attività svolte come contrattisti o assegnisti. Per la cronaca: il limite del 2013 non è scelto a caso come potrebbe sembrare; si è calcolato che nei prossimi otto anni il 50% e più dei professori universitari andrà in pensione, questo vuoto verrà riempito con le nuove leve e finalmente il volto dell’Università comincerà a cambiare. Si istituisce per la prima volta la figura del professore a contratto (presente in tutte le Università mondiali tranne quella italiana) con differenti tipologie. Le Università potranno coprire gli eventuali posti vacanti per una percentuale non superiore al 10% con professori italiani e stranieri oppure con studiosi che abbiano conseguito una idoneità accademica di pari livello oppure con studiosi di chiara fama. Ovviamente queste chiamate dovranno ricevere il nulla osta del CUN, quindi non sarà possibile assumere un pinco pallino qualsiasi (come ci hanno fatto e continuano a farci credere alcuni) e inoltre è stupido e demagogico pensare che le Università di Italia preferiscano assumere degli imbecilli piuttosto che persone preparate, altrimenti tutto il sistema è da affossare, compresi quei Rettori che si professano paladini del sapere. Inoltre potranno essere istituiti dei posti di professore straordinario mediante copertura con finanziamenti esterni (sempre previa approvazione del CNSU e del CUN) e attività di ricerca affidate a dottori di ricerca, possessori di laurea specialistica o magistrale o altri studiosi che abbiano un’elevata qualificazione scientifica (in merito le decisioni spettano all’Università stessa). Titolo preferenziale continua ad essere il possesso del titolo di dottore di ricerca. Finalmente resta salva la distinzione tra tempo pieno e tempo determinato, come auspicavamo. Ai ricercatori, agli assistenti del ruolo ad esaurimento e ai tecnici laureati che hanno svolto attività di insegnamento per tre anni, nonché ai professori stabilizzati sono affidati corsi e moduli curriculari, con il loro consenso e senza variazioni economiche, ad essi viene anche attribuito il titolo onorifico di professore aggregato, cosa per noi abbastanza inutile ma tutto sommato innocua. Qualche ultima novità: • viene abolito il collocamento fuori ruolo per limiti di età che in passato ha creato non pochi problemi contabili. • sono istituite delle modalità per favorire l’ingresso in Italia di cittadini stranieri non appartenenti all’U(Continua a pagina 9) Pag 8 “IL SASSOLINO” ANNO 1 NUMERO 2 (Continua da pagina 8) nione Europea per ricoprire posti di professore ordinario e associato (norma che suscita qualche perplessità…non volevamo fare rientrare i cervelli italiani?). • dal DDL non devono derivare maggiori oneri per la finanza pubblica, ovviamente si spera che i fondi messi a disposizione siano sufficienti a garantire almeno l’attuale livello di insegnamento. Come vedete il nostro non è affatto un appoggio incondizionato alla riforma, almeno però noi la leggiamo e la commentiamo in maniera critica e non con gli occhi bendati come fanno altri. Sandro Policella Per contattare gli STRAPPI MENTALI http:\\www.strappimentali.it Per contattare gli EGO: [email protected] Montedago IN ROCK S i è tenuto lo scorso 19 ottobre l'evento musicale che ci ha coinvolto in prima persona. Già dalle prime ore il Salone Polifunzionale risultava affollato di curiosi e di appassionati di musica. Seppure con un piccolo ritardo causato dal tempo di montaggio richiesto dal palco (veramente imponente per la struttura in cui era alloggiato… complimenti vivissimi all’ Extreme Service!), dopo un piccolo soundcheck alla fine i gruppi EGO e STRAPPI MENTALI si sono esibiti regalandoci tre ore di puro divertimento e di ottima musica. La prima tranche della serata è stata dedicata prettamente agli artisti stranieri come REM, Placebo, Coldplay, Turin Brakes, Radiohead, Smashing Pumpkins, Bowie la seconda invece ai cantautori italiani come Gazzè, De Gregori, Fabi, Bersani, Stadio, Battisti & co.... Nel complesso un'ottima serata di grande musica...le foto (poche purtroppo) sono disponibili sul nostro sito, a breve sarà disponibile anche il video della serata. In basso alcune foto della manifestazione... Università Europea Azione Universitaria ANNO 1 NUMERO 2 “IL SASSOLINO” PaG 9 Università Una strategia di uscita C on il prossimo anno accademico la Facoltà di Ingegneria si troverà nella difficile situazione di gestire tre diversi ordinamenti didattici, comprendendo anche l’ultima riforma. E’ quindi essenziale che la Facoltà esprima con forza delle modalità di uscita dal problema rappresentato dagli Studenti del vecchio ordinamento. Negli ultimi tempi infatti le lamentele da parte dei sopraccitati studenti si sono fatte sempre più insistenti e frequenti; In particolare ci si lamenta dei seguenti problemi: • L’insufficienza dei 6 appelli minimi previsti per ciascun insegnamento (o meglio da adesso di TUTTI gli insegnamenti), numero che talvolta viene percepito dai docenti non come numero minimo di appelli ma come numero di appelli “tout court”. In determinati casi si notano addirittura insegnamenti in cui il numero minimo non è nemmeno garantito, senza nessuna necessità di fare nomi che sono noti a tutti. Questo fa sì che gli studenti che non riescano a superare un esame debbano posticipare la propria laurea continuamente, avendo appelli parecchio distanti tra loro e spesso mal distribuiti. • La evidente disparità di trattamento per insegnamenti differenti. Si badi bene, la differenza non è intesa tra vecchi esami fondamentali e vecchi esami complementari, ma proprio tra esami fondamentali o addirittura tra esami conla stessa denominazione ma tenuti da professori differenti. Negli ultimi due anni abbiamo visto infatti esami che una volta venivano considerati particolarmente impegnativi trasformarsi in autentiche burlette, viceversa altri esami sono rimasti esattamente come erano. Nulla di male, salvo che questo fatto genera una disparità di trattamento tra studenti che ovviamente hanno seguito percorsi diversi e fatto scelte di priorità differenti. A questo si aggiunge che la mancanza del corso di riferimento e di appelli ben distribuiti rende ancora più difficile il superamento di un esame impegnativo. • Il fatto che alcuni Professori percepiscano ormai gli studenti del vecchio ordinamento come un peso per la propria didattica. Spesso capita di ascoltare Docenti che si lamentano anche in sede di esame del numero di Studenti partecipanti ad un appello e poi di venire a conoscenza che la percentuale di bocciatura è stata del Pag 10 “IL SASSOLINO” 90%, percentuale che ovviamente si ripresenterà puntualmente all’appello successivo. • La presenza di alcuni professori che modificano continuamente le modalità di esame, in modo che lo studente non possa avere alcun tipo di riferimento e che si trovi decisamente spiazzato una volta di fronte al professore. Anche in questo caso non è necessario fare nomi che sono già tristemente noti. Con queste premesse e considerando che nella nostra Facoltà sono presenti Studenti del V.O. ai quali mancano anche 15 esami per il conseguimento della Laurea, è prioritaria una armonizzazione dei trattamenti ed una ricerca di una strategia di uscita, in modo da non rendere il percorso degli Studenti del vecchio ordinamento un calvario senza fine, in cui più ci si avvicina alla laurea, maggiori diventano le difficoltà da superare per conseguirla. Qualcosa comincia a muoversi in questi giorni, infatti dopo una riunione con il Preside si è deciso per un massiccio accorpamento degli esami, vale a dire che gli esami dei vecchi corsi tenuti da diversi professori negli anni precedenti, saranno ora tenuti da un unico docente che si occuperà di tutti gli studenti che devono ancora sostenere quell'insegnamento. L'accorpamento prevederà non solo esami che hanno una stessa denominazione ma anche esami che siano vicini per contenuti ed area. Questo dovrebbe automaticamente portare ad una equità di trattamento per tutti gli studenti di tutti i corsi, inevitabilmente assisteremo anche ad una intrinseca semplificazione (ma non troppo) dell'esame, trattato solo negli argomenti veramente fondamentali del corso. Sandro Policella FORUM V I S I T AT E IL FORUM DI WWW.DESTRAUNIVERSITARIA.ORG ILLUSTRATECI I PROBLEMI RiSCONTRATI E RACCONTATECI LE VOSTRE ESPeRIENZE PERCHE’ POSSANO ESSERE D’AIUTO ANCHE AGLI ALTRI STUDENTI... ANNO 1 NUMERO 2 ERSUdoku Q uest'anno la compilazione della domanda di richiesta dei benefici ERSU, per la prima volta da effettuarsi obbligatoriamente via internet, è stata un vero e proprio rompicapo. Ma, diciamoci la verità, se il simpatico giochino da spiaggia ci ha fatto passare piacevoli momenti di spensieratezza, questa pratica ci ha creato non poche apprensioni. Innanzitutto molto discutibile è il provvedimento che riguarda l'obbligo della compilazione via internet: se infatti la rete è ormai entrata in ogni casa, in questo modo si rischia di tagliare fuori a priori gli stu- Una boccata d’aria denti di quelle famiglie per le quali internet riappiamo bene quanto un ambiente poco aremane ancora un tabù. La compilazione della ato e frequentato da decine di persone possa domanda on-line, di fatto, si presentava come diventare facilmente una trappola di odori. Si conun processo sicuramente intricato, e non deve essere certamente risultato piacevole alle ma- sideri poi il fatto che in determinati periodi dell’antricole. Non che sia stata particolarmente age- no si creano climi tanto particolari tali da amplifivole per chi l'aveva già compilata l'anno prece- care questo fenomeno. E dunque, ciò che viene dente, ma le difficoltà per i nuovi arrivati sono da chiedersi è: “In una struttura dove è allo studio state sicuramente maggiori, e si sono somma- di tanti il benessere e la tecnologia (quale la note alle non poche apprensioni recate dalla pre- stra ‘Università Politecnica delle Marche ’), è posparazione della documentazione relativa alla sibile che ci siano ambienti in cui sono il disagio, il situazione ecomomica familiare (ISEE, ISEEU cattivo odore e il caldo a farla da padrone? & co. per intenderci). Il processo di compilazio- A dimostrazione di ciò è sufficiente farsi un giro a ne non è stato assolutamente semplificato (nè quota 155 nei corridoi nei pressi del CESMI, o tantomeno "rivisto" per l'occasione), tanto da nelle aule G1 e G2 quando sono colme di studenrisultare particolarmente "macchinoso", ad e- ti dopo 4/5 ore consecutive di lezione, magari nei sempio, nell'inserimento degli indicatori patri- mesi estivi. Ed infine la nostra biblioteca, quello moniali (per un punto od una virgola fuori posto che decreterei l’ambiente meno confortevole. Un si rischiava l'esclusione) o degli esami soste- ambiente semi-stagno, con un sistema di aerazionuti (ma perchè dobbiamo farlo noi?!). La do- ne quasi nullo, inefficiente. manda di richiesta dei benefici consisteva di 7 Allora, è davvero troppo chiedere la climatizzaziopagine quando, tanto per citare un esempio, ne di queste aree tanto utili quanto inadeguate a quella dell'ente DSU di Firenze si sviluppa in viverci? solo 2 pagine! Questo perchè numerose ope- La mia speranza ora è di non aver urlato in una razioni di verifica (come l'inserimento degli e- camera anecoica dimenticata su Plutone, e fidusami svolti di cui parlavamo poc'anzi) vengono cioso e per nulla rassegnato, auguro a tutti un svolte in automatico tramite un semplice con- felice anno accademico. trollo incrociato tra l'Università e l'Ente, cosa Lu.pec. che probabilmente nel nostro Ateneo non accade... basti pensare che l'inserimento degli esami sostenuti sul database dell'area riservata agli studenti (sul sito www.univpm.it) viene effettuata con un ritardo medio di 6-8 mesi, o in alcuni casi anche peggio! Certo che i paradossi non finiscono qui: qualcuno ci spieghi perchè uno studente riconosciuto beneficiario di borsa nell'anno accademico precedente (e confermato borsista per l'anno appena cominciato) debba pagare la prima rata delle tasse per poi vedersela rimborsare con l'erogazione della prima rata di contanti che gli spettano... S Mauro Italiano ANNO 1 NUMERO 2 “IL SASSOLINO” PaG 11 Università d’ANNUNZIO iL LINGUAGGIO DELLA PAROLA i è svolta felicemente la manifestazione culturale promossa da Università Europea - Azione Universitaria lo S scorso lunedì 13 giugno. Dopo qualche ritardo iniziale, finalmente L'Aula Magna di Ateneo si è popolata, piacevolmente, non solo di studen- ti, ma anche di numerosissimi cittadini di Ancona, tra cui spiccavano anche personalità del mondo istituzionale. Lo spettacolo si è aperto con una stupenda introduzione del personaggio D'Annunzio da parte dell'Avvocato Guido Castelli, introduzione non stereotipata e soprattutto molto attenta alle mille sfaccettature del Vate Nazionale. Per circa un'ora una stupefacente Paola Giorgi ha poi saputo incantare il pubblico presente in sala con grandi interpretazioni di passi dello scrittore abruzzese tratti da Poema Paradisiaco, Alcyone, Maia e Notturno. Siamo rimasti piacevolmente impressionati dall'interesse destato da questo genere di manifestazione e siamo sicuri che in futuro questo tipo di eventi sarà presentato con più frequenza, estendendo magari ad altri autori. Chiunque abbia perso lo spettacolo può recarsi nel nostro sito internet http:\\www.destrauniversitaria.org dove è presente una ripresa completa della manifestazione liberamente scaricabile nella sezione downloads, oppure può recarsi ad Ingegneria, nella nostra auletta a quota 150, a richiederne una copia su DVD. Università Europea AzioneUniversitaria Microfono a chi non ha voce! ASCU Associazione Studenti Città Università L’ASCU, organizzazione laica e pluralista, vuole essere un’occasione di incontro e di dialogo nella convinzione che l’Università sia un luogo di scambio e crescita culturale, oltre che una buona occasione per divertirsi! Le attività della nostra associazione sono aperte a tutti quelli che desiderano concretizzare le proprie idee; infatti, grazie alle proposte di studenti come te, sono nate, negli anni passati, iniziative di successo come: • • • • • • • • • • • Per l’anno accademico 2005/2006 l’ASCU propone: corsi di Linux (base e avanzato) corsi di musica incontri culturali cineforum “L’Immagine” : possibilità di esporre opere visive (dipinti, foto, poesie etc.), gratuitamente, presso gli spazi universitari e nei locali pubblici della città Convenzione ASCU con l’Historia Cafè (corso Carlo Alberto): la direzione effettuerà sconti sulle varie consumazioni (aperitivi, cene etc) a tutti i soci ASCU. il corso BACCO DIVINO (degustazione di vini) corso di tango argentino esprite d'afrique (Full immersioni nei ritmi africani) corsi di Linux Stages lavorativi all’estero in incontri sull’educazione alimentare corsi di chitarra collaborazione con lo IAESTE scacchi astronomia salsa e merengue (corso di balli latino americani) cineforum incontri con Artisti (Jovanotti, Guccini,Dario Fo,Olcese e Margotta,David Riondino,Claudio Bisio) e personaggi del mondo della cultura Se hai un interesse o un hobby da condividere con tanti amici passa in sede Ascu: insieme lo faremo diventare un'iniziativa culturale o di intrattenimento! Per informazioni: Sede ASCU- c/o facoltà Ingegneria, quota 150 - atrio biblioteca tel. 071/2204491 e-mail: [email protected] sito internet http://www.ascu.univpm.it Pag 12 “IL SASSOLINO” ANNO 1 NUMERO 2 Tempo Libero Quando la Terra trema uando sei in arrampicata sul costone di un monQ te, mentre scendi in corda doppia, sai di essere legato solo ad un filo. Quando per un attimo scivoli, verso la terra come una serie di mancando la presa e cadi per una frazione di secononde sferido nel vuoto, l’adrenalina accentua tutti i tuoi istinti che che si ed accelera tutti i tuoi pensieri mentre la corda di propagano sicurezza si tende e ti blocca a mezz’aria. La paura concentriti fa desiderare che quel lembo di terra, quel piccolo camente spuntone di roccia a pochi metri dalla tua mano prodal punto di tesa ad afferrarlo resti immobile, non si sposti e ti rottura. L’epermetta di afferrarlo. Hai la sicurezza che lo sarà, satto punto Una foto di Monte Bove eppure a pensarci bene… quasi che tu l’abbia visto in cui si muoversi. Manchi la presa e dondoli nel vuoto menscatena il terremoto viene chiamato ipocentro, la tre qualche piccolo sasso cade dall’alto… sua proiezione sulla superficie della terra è detta Pianeta terra, terzo pianeta del sistema solare, un epicentro. pianeta costituito del 70% di acqua. Eppure è su Intensità e magnitudine sono due diversi metodi di quel 30% di terra rimasto che gli esseri misura: l’intensità descrive gli effetti del umani camminano, corrono, vivono a- LINK UTILI terremoto sulla società ed è una misura mano e muoiono. Da tempo immemore soggettiva (quella più conosciuta è la le montagne, i promontori delle coste e http://www.marchentilocali.it/ scala Mercalli), la magnitudine è la qualunque punto ben visibile delle terre esperienze/tellus/tellus.asp quantità totale di energia rilasciata dalemerse sono state ritenute ottimi punti l’ipocentro del terremoto (Richter). di riferimento in quanto eternamente Cosa possiamo fare nel nostro piccolo? http://www.usgs.gov immobili. Delle immobili sicurezze dove Per il momento l’unica arma a nostra approdare lontano dalle mutevoli onde. disposizione è il buon senso: costruire http://earthquake.usgs.gov A volte si ritiene la terra solida e sicura proprio alle pendici di quella che è una solo perché l’uomo ha la memoria più potenziale frana, in riva ad un fiume o corta di quanto ne abbia la terra. Come http://www.iris.edu al mare non solo danneggia l’ambiente diceva qualcuno “la montagna va da ma danneggia anche noi in caso di terMaometto…” e in qualche modo aveva http://www.fema.gov remoto, esondazioni e in genere forti ragione. Niente su questo mondo è impiogge. Costruire strutture più resistenti mobile, neppure le montagne che a http://www.reliefweb.int (antisismiche) e rinforzare quelle già dispetto della loro mole si muovono: presenti è un inizio, ma senza una apspinte, innalzate e abbassate dal movi- http://www.colorado.edu/ propriata pianificazione ed un uso conmento delle placche terrestri o modella- hazard sapevole del territorio, piani di emerte dai fiumi, e dai venti. No, nemmeno genza, previsione e avviso, considele montagne sono immobili. Spesso non ci accorgiarando che per il momento non ci sono metodi affidamo dei sussurri della terra che solo gli strumenti riebili nel corto periodo (medio e lungo 30-100 anni) si scono a misurare, eppure anche se noi ci rifiutiamo va incontro alla catastrofe. Disboscamento, incendi di ascoltarla, lei si arrabbia ed almeno una volta ogni rendono il terreno più instabile, costruire dove c’è un 3 o 4 anni, ci ricorda di essere viva con un suo pepericolo anche se remoto o latente non sempre è culiare modo: un terremoto. l’Italia è una regione di una buona idea. Evitiamo di tagliare gli alberi dove confine tra placche ed è fortemente soggetta a scosnon è indispensabile perché con le loro radici rendose ed assestamenti, ne avvengono circa 20 al giorno più solido il terreno e battiamoci affinché le nono che però solo gli strumenti riescono a registrare. stre case siano costruite in sicurezza e con i giusti Questo testimonia il fatto che la nostra terra è viva, materiali. Mi viene in mente una frase sentita chissà dobbiamo solo capire come ascoltarla… e come fadove ma profondamente vera: re per scampare alla sua furia. “le catastrofi naturali non esistono, esistono eventi Come si scatena un terremoto e cosa comporta? Un naturali che diventano catastrofici solo ed esclusivaterremoto è un evento che colpisce chiunque e domente per causa di uomini in malafede, ignoranti o vunque, può accadere in città o in montagna o andimentichi della memoria del pianeta” che in mare dove crea le ormai tristemente famose Ora riafferri lo spuntone di roccia ed inizi la discesa onde anomale. Si scatena quando l’accumulo di esperando che il prossimo terremoto sia tra almeno nergia (stress) nella litosfera supera il limite elastico trent’anni, quando non sarai tu a doverlo affrontare. della roccia. Si ha l’improvviso rilascio di energia che crea un movimento delle rocce e spesso la loro Richard Dernowski fatturazione disperdendo l’energia accumulata. L’energia elastica rilasciata dalla rottura viaggia attraANNO 1 NUMERO 2 “IL SASSOLINO” PaG 13 Tempo Libero Un luogo chiamato “Vertigo” U2 VERTIGO TOUR LIVE CROKE PARK 24/06/05 Dal nostro corrispondente da Dublino... on è facile trovare le parole giuste per raccontare quello che ho vissuto, posso soltanto dire che ne è valsa la pena….eccome!! Del viaggio e dei due giorni passati fuori davanti al cancello dello stadio di Croke Park sotto un cielo ballerino, ovviamente, ne sono stato completamente ripagato, trovandomi all’interno del “vortice”, in prima fila sotto un maestoso palco davanti a uno spaziale megaschermo. Sono passati 4 anni dall’ultima volta in città e venti anni dalla prima volta al Croke Park Stadium, preso a colpi di musica nell’85 quando era un ritrovo per eventi sportivi. Finalmente gli U2 di nuovo a Dublino, e per Dublino la scaletta del concerto cambia. Preceduti dalle esibizioni dei Radiators (band dublinese di proto-punk) e degli Snow Patrol (rock band proveniente da Belfast) gli U2 danno inizio alle danze intorno alle nove di sera. Lo show parte con “Vertigo”, non fosse altro che per salutare il pubblico con l’urlo UNOS, DOS, TRES, CATORCE e lanciarsi nel primo “pogo” , ma in un attimo siamo passati a “I will follow” , la prima delle concessioni alla scaletta che gli U2 fanno per amore del proprio pubblico. Ecco “Electric co” , seguita da “Elevation”, e poi da un’immancabile “New year’s day”, loro cavallo di battaglia. La pioggerellina non scoraggia nessuno Bono scherza con il tempo accennando una canzone dei Beatles “Here comes the sun”, prima di lasciar partire “Beatiful day” seguita a sua volta da “I still haven’t found…” altro momento brivido per gli 80 mila dello stadio. Il buio comincia a scendere e lo spaziale megaschermo, fino al quel momento rimasto quasi del tutto spento, inizia a illuminarsi. Dai ricordi di Achtung Baby arriva “Who’s gonna ride your wild horses”, in una delle rarissime performance live, terza volta suonata dal vivo in questo tour, poi il megaschermo comincia a illuminarsi di scie luminose, è il momento di “City of blinding lights”. Che spettacolo!! Prima di “Miracle drug” Bono ricorda l’Irlanda dei tempi passati, del 1985, poi si toglie gli occhiali N Pag 14 “IL SASSOLINO” mentre canta “Sometimes you can’t make it on your own”, sua dichiarazione d’amore nei confronti del padre scomparso quattro anni fa, un altro momento da brivido. A questo punto Bono lascia il palco e dopo qualche minuto, sotto le note di “Love and Paece or else”, riappare in una nuova veste, con una giacca rossa con stelle americane sulle maniche e con una bandana bianca con su scritto: COEXIST. A chiarire ulteriormente il Bono-pensiero le note di “Bullet the blue sky” in una versione alla Pink Floyd. Segue “Running to stand still” dedicata alla birmana Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace nel 1991 , che ha festeggiato in carcere il suo sessantesimo compleanno. “Happy birthday to you…” intona Bono prima di lasciar partire sui megaschermi un filmato con il testo della Dichiarazione dei Diritti Umani. Poi arriva “Walk on”, seguita da un altro brano dai toni forti, “Pride”. Dopo “Pride” arrivano in successione “Where the streets have no name” e in gran finale “One”. Un momento di pausa, e poi nel buio del palco parte la chitarra infernale di “Zoo station” e lo stadio esplode nuovamente. Bono torna sul palco vestito da pseudonazista con occhiali a specchio. Dalle note di “Zoostation” si passa a “The Fly” e sul megaschermo tornano frasi illuminanti e provocatorie dello Zoo TV Tour . “With or without you” brano monumentale, chiude un concerto monumentale. Gli U2 salutano e scappano nel camerino, sembra tutto finito ma non è cosi, le luci del palco tornano in azione. Gli U2 salgono per l’ultima volta sul palco con 2 brani dell’ultimo album, “All because of you” e “Yahweh” . “Vertigo” in versione accessoriata di maxischermo, chiude il concerto così come era iniziato. Come nei film, il concerto si conclude con un enorme scritta THE END. Ora è veramente finita, e soltanto adesso posso dire di aver completato la mia “opera”, vedere gli U2 insieme alla loro tribù, concessione che solo un vero fan è in grado di fare. Leonardo Di Marino ANNO 1 NUMERO 2 VERSO LA QUARTA EDIZIONE DI MY SPECIAL CAR SHOW: OGNI ANNO IL MEGLIO E OGNI ANNO IL RECORD DI INGRESSI S alone dell’Auto Speciale e Sportiva, che ha visto a Rimini decine di migliaia di appassionati. La grande festa multicolore dedicata alla passione per le auto elaborate è stata animata dal ritmo incalzante della musica e da un flusso ininterrotto di visitatori che, secondo le stime, sono stati oltre 80.000 con un aumento del 35% rispetto allo scorso anno. La “celebrazione” della personalizzazione dell’automobile ha raggiunto il suo culmine grazie alle 80 premiazioni in programma. Il mensile "ELABORARE GT Tuning & Sport Magazine" ha organizzato, in occasione di My Special Car Show, il II° Trofeo Internazionale Car Tuning & Design, gara di estetica suddivisa in tre categorie, Soft Tuning, Hard Tuning e No Limits, che ha visto le migliori vetture italiane ed estere in mostra per tutta la durata della manifestazione. Anche il settore del Car Audio e Car Entertainment è stato protagonista di numerosi eventi. L’edizione 2005 dell’AUDIORADUNO di ACS Audio CarStereo ha vissuto ben tre appuntamenti diversi, uno per ciascun giorno del Salone, intitolati rispettivamente “SOUND QUALITY”, “SOUND POWER” e “SOUND FASHION”. La prima categoria era riservata ai “puristi”, ossia a coloro che pongono come obiettivo principale del loro impianto in auto la fedeltà della riproduzione musicale; la seconda era “SOUND POWER”, dedicata agli intenditori di impianti in grado di suscitare travolgenti emozioni dinamiche, quelli con tanti altoparlanti, amplificatori ed elettroniche di ogni tipo, ovvero gli impianti ad alta pressione sonora (SPL). Infine è stato il momento del “SOUND FASHION”, riservato alle auto con installazioni particolarmente evolute e spettacolari anche sul piano della realizzazione estetica. Durante My Special Car Show, l’associazione RITMI URBANI ha organizzato il primo trofeo a carattere nazionale del 2005 con regolamento NGPCA (Nazionali Gran Prix Car Audio) in concomitanza con la finale del circuito RITMI URBANI e il Trofeo Sound Power Level Super Race a cura di “Auto & Musica Show”, mentre IASCA Italia e dB Drag Racing hanno realizzato un evento competitivo di livello 3X Internazionale per quanto concerne dB Drag Racing e di livello 3X Nazionale per IASCA. ASCAR, Associazione di riferimento per il settore Tuning, ha dato vita in occasione di My Special Car Show 2005 alla prima edizione dell’Ascar Award, riservato ai prodotti tuning delle Aziende associate Ascar. Una giuria composta da sette giornalisti del settore e da quattro presidenti di club di tuning italiani ha decretato i vincitori nelle tre categorie: "Design", vinto da Mak per il cerchio in lega X-treme, "Tecnologia" vinto da Unisol per le pellicole per cristalli oscuranti e protettive, "Innovazione", vinto da Sparco con l’estintore Fireater, del peso di soli 250 grammi. 68 club provenienti da tutta Italia, più di 600 auto partecipanti, 24 trofei, tutto esaurito nei padiglioni e nelle aree esterne riservate. Ecco gli strepitosi numeri della terza edizione di My Special Club, raduno dedicato ai club e nato l’anno scorso in occasione di My Special Car Show. Premi particolari sono andati al Tuning Vultur Club, club proveniente da più lontano, con sede in provincia di Potenza ed all’R2 Tuning Club, il più numeroso con ben 49 iscritti. Il Subaru Club, che conta 30 iscritti a My Special Club, ha invece ricevuto il riconoscimento come club monomarca più numeroso. Tantissime le categorie premiate, come Special Compact Car, Special Berlina, Special Big Car e Special Coupé & Spider. Sempre nell’ambito di My Special Club, altri due trofei speciali, il "Pirelli Best Profile" ed il "Playstation - Best Game Car" hanno premiato l'auto con il miglior profilo passaruota e l'auto che da semplice mezzo di trasporto è stata trasformata in una vera e propria "Game - Station Viaggiante". La quarta edizione vi aspetta ad Aprile del 2006….tutti a Rimini!! Mirco Massaccesi ANNO 1 NUMERO 2 “IL SASSOLINO” PaG 15 Svago SUDOKU e EDEL desso che il sudoku è stato adottato da tutti i giornali d’Italia non fa più notizia. Dal momento che le richieste sono A state numerosissime ve ne presentiamo altri due, molto più difficili di quelli del precedente numero. Ricordiamo che le regole del sudoku sono: • • • • si usano i numeri da 1 a 9 non è possibile avere numeri ripetuti nelle colonne non è possibile avere numeri ripetuti nelle righe non è possibile avere numeri ripetuti all'interno di ciascun box 3x3 Vi proponiamo invece un altro divertente gioco che viene direttamente dal Giappone e che si chiama Edel. Lo scopo è di annerire le caselline per ottenere una figura corrispondente all’indizio dato. Bisogna annerire con la penna le caselle seguendo queste regole: • ogni numero definisce il numero di celle di cui è costituito un blocco di caselle nere • tra un blocco di caselle nere e un altro lungo la stessa riga o colonna deve essere lasciato almeno uno spazio • i blocchi di caselle nere hanno lo stesso ordine dei numeri (per riga e per colonna) Le soluzioni sono a pagina 19 1 4 8 7 5 2 4 8 1 2 6 8 2 9 9 8 6 9 7 8 7 9 8 5 3 3 4 8 5 1 8 6 3 5 1 5 8 2 6 6 8 5 1 1 3 9 5 6 5 6 8 1 7 4 3 1 3 2 2 7 Indizio: Animale da cortile Indizio: Cupido ha fatto centro Pag 16 “IL SASSOLINO” ANNO 1 NUMERO 2 Recensioni Musica CAKE PRESSURE CHIEF Etichetta: Columbia/SONY Anno: 2005 (USA) "I Cake?! Ah! Quelli di Perhaps, perhaps, perhaps!". Quando si parla di Cake molti reagiscono riproducendo quel motivetto stereotipato che la pubblicità del "soffice" gelato di una nota azienda ci aveva fatto conoscere qualche anno fa o ricordando la cover più riuscita di 'I will survive' di Aretha Franklin. Quando si parla di Cake molti neanche sanno di cosa si stia parlando. Sta di fatto che la band di Sacramento, nata e cresciuta sulle strampalate quanto geniali intuizioni del tuttofare John Mc Crea, riscuote un discreto successo nel continente americano, come pure in Inghilterra ed addirittura in Australia, attraversando il resto dell'Europa senza che nessuno se ne accorga. Dopo 7 anni e 4 album qualcuno si è insospettito. Aveva richiesto spiegazioni. Qualcun'altro ancora li aveva già riposti nel dimenticatoio perchè valutati non capaci di riscattare il gran successo del '96 di 'Fashion Nugget', l'album che li aveva catapultati nella musica che conta. E così dopo 'Prolonging the magic' (che purtroppo non ha mantenuto i propositi che i ragazzi si auguravano col titolo) del 1998 e 'Comfort eagle' del 2001, i 4 californiani tornano a far parlare di sè con un nuovo album. Pressure Chief, l'ultimo lavoro dei Cake (che arriva a dieci anni dal loro esordio con 'Motorcade of generosity'), nasce nello studio casalingo di casa Mc Crea, dove i 4 ragazzi si sono rinchiusi in una sorta di "conclave" dal quale si erano ripromessi di uscire non senza un lavoro all'altezza dell'attesa che si era creata attorno al loro silenzio durato quasi 3 anni. Ebbene, quello che ne esce è qualcosa di grande, qualcosa di inaspettatamente..."maturo". L'album infatti, trainato dall'uscita del singolo 'No phone' (che probabilmente ricalca il concetto di conclave di cui si parlava poc'anzi) è un mix di spunti accattivanti (ma qui niente di nuovo se chi legge è un fan della band, ndr) e motivi colmi di profondità testuale, la vera novità dei Cake del 2005. La tracklist è straordinariamente legata e per collante alterna gli ormai famosi assoli di tromba di Vince Di Fiore (come in 'Wheels' o in 'Waiting') ai graffianti riff di chitarra di Mc Crea (come in 'Baskets' o in 'The guitar man', straordinaria reinterpretazione del pezzo dei Bread) e ai frizzanti spunti di tastiere registrati ancora una volta dal camaleontico cantante (quelli di 'Dime' e 'Palm of your hand' su tutti). E a far da contorno a cotanto "bendiddio" le voci (si, le voci) di Mc Crea che da ANNO 1 NUMERO 2 sempre catalizzano l'attenzione e la sorpresa di testi spiazzanti come in ‘End of the movie’ o ‘Take it all away’ (probabilmente il pezzo più interessante dell'intero album). Insomma, la torta dei Cake è ancora una volta ricca e gustosa, una di quelle torte con le quali non si resiste alla tentazione di affondare le dita per assaggiare. Noi l'abbiamo assaggiata. E poi divorata. Tracklist: 01 Wheels 02 No phone 03 Take it all away 04 Dime 05 Carbon monoxide 06 The guitar man 07 Waiting 08 She’ll hang the baskets 09 End of the movie 10 Palm of your hand 11 Tougher than it is HAL HAL Etichetta: Rough Trade Anno: 2005 (UK) Un riff di chitarra di antica memoria, un vocina simpaticamente atteggiata ed un ritornello che subito rimane stampato in testa. E' così che si assaggia per la prima volta "Don't came running", canzone locomotiva di "Hal", l'album di esordio dell'omonima band irlandese, ed è così che se ne rimane istantaneamente colpiti. Non perchè al giorno d'oggi sia particolarmente difficile trovare quattro ragazzi con una chitarra, un basso, un'organo ed una batteria, metterli insieme, farli parlare inglese, e (Continua a pagina 18) “IL SASSOLINO” PaG 17 Recensioni (Continua da pagina 17) ascoltarli suonare con discreto feeling e testi rigorosamente leggeri o, se volete, altamente "disimpegnati" concedeteci la terminologia - per sentirli passare negli auricolari delle ragazzine di mezzo mondo. Ma semplicemente perchè era da un po' di tempo che non si sentivano certe sonorità, non si apprezzavano certe "alchimie", fatte di una voce stravagante, controcanti azzeccati e melodie d'organo d'altri tempi a dare un tocco retro' all'atmosfera che si respira. E' una sorta di devozione chimica quella che pervade la "prima volta" dei quattro ragazzi irlandesi: dichiaratamente ispirati a monumenti della musica come Beatles, Kinks, Love e Beach boys, ma solo per chi non l'avesse già capito sulle prime note. Ci sono i tamburelli a sottolineare "Play the hits", singolo e video a trainare l'album nel mondo di Mtv. Ci sono piccanti controcanti ad accarezzare le melodie di "Fools by your side" e "Satisfied", chitarre intriganti in "My eyes are sore" e "Slow down" (che fa molto King of convenience, ndr), assoli di armonica e mandolino in "Worry about the wind" e in "I sat down"; tanto per ribadire le "aristocratiche origini" del pregevole lavoro. C'è aria d'alta quota in "Keep love as your golden rule", dolce cioccolatino lasciato per gli ospiti da salotto buono. Qualcuno potrebbe tempestivamente definirli i Beatles del nuovo millennio. E loro probabilmente non disdegnerebbero. Perchè gli Hal, col loro fastoso debutto, provano in tutti i modi a dirci di non disperare, che i bei tempi non sono ancora finiti; quanto di buono hanno fatto Lennon e compagnia vive ancora, e non solo nei loro dischi. Perchè non provare a credergli?! Tracklist: 01 What a lovely dance 02 Play the hits 03 Keep love as your golden rule 04 Don’t come running 05 I sat down 06 My eyes are sore 07 Fools by your side 08 Worry about the wind 09 Satisfied 10 Slow down (You’ve got a friend) 11 Coming right over Mauro Italiano Editors The Back Room Etichetta: Kitchenware Anno: 2005 Se fossero una famosa band del passato si chiamerebbero Joy Divison…molto probabilmente ho azzardato oltre misura ma ascoltando questo "The Back Room" debut-album targato Editors ritornano in mente Pag 18 “IL SASSOLINO” in maniera troppo luccicante le atmosfere di "Curtisiana" memoria per tacerne il paragone. Compiuto questo dovuto rimando al passato parliamo pure del presente dicendo che il suono è comunque condito a dovere di moderni beat elettronici secondo quel dance-mood ormai largamente sposato dai vari Franz Ferdinand e Bloc Party (tanto per fare due nomi). L'incipit “Lights” è subito da brividi: voce corposa e passionaria quella del cantante Tom Smith, che in quel "Well I've got a million things to say.." si lancia in un vero proclama di intenti; subito dopo due tra i pezzi più aprezzati "Munich" e "Blood" dove si solcano terreni più movimentati, chitarre in stile "October", voce pulita e priva di effetti dove si dimostrano proprietà stilistiche indiscutibili. In "Fall" e "Fingers in the factories" si abbracciano melodie maggiormente pacate e malinconiche che ci rivelano la seconda anima del quartetto di Birmingham, quella più intima e romantica, nessuno stornello da "canzoncinapop", al contrario un sontuoso intreccio di Doves e Kashmir, (ascoltare "Camera" per credere). Da ultime "Someone says" e "Bullets" dove a scomodare le ombrose architetture dei newyorkesi Interpol non si commette alcun errore. "Forma e sostanza" per gli Editors di Tom Smith. Quando a questo si accompagnerà anche un loro "suono di riconoscimento" saremo su altissimi livelli, ma per ora va bene cosi, il tempo non mancherà. Tracklist: 01 Lights 02 Munich 03 Blood 04 Fall 05 All sparks 06 Camera 07 Fingers in the factories 08 Bullets 09 Someone says 10 Open your arms 11 Distance Black Rebel Mo t o r c y c l e Club Howl Etichetta:Red Ink Anno:2005 Il primo evento post-estivo del 2005 passa sotto il (Continua a pagina 19) ANNO 1 NUMERO 2 (Continua da pagina 18) nome di "Howl" letteralmente "Urlo" ed la terza fatica dei californiani Black Rebel Motorciclye Club. Per il trio statunitense, dato prossimo allo scioglimento dopo un lungo periodo di silenzio caratterizzato prima dall'allontanamento del batterista Nick Jago poi rientrato, e poi dalla rottura con major discografica Virgin, è tempo di risorgere dalle macerie e lo fanno con il loro solito stile inatteso, spiazzante e "irriguardoso". Il cuore "nero" dei motociclisti lascia spazio ai sentimenti e alle parole, e allora via il garage-dark del passato per orizzonti più folk, blues e rock'n'roll. Il coraggio nel cambiamento di rotta porta notevoli vantaggi e realizza un album straordinariamente compatto, sentito e profondo, dalla maestosa e cupa rievocazione di Lou Reed nella titletrack "Howl" (voto cinque stelle), passando per il più leggero blues di "Ain't no easy way"e per la beatlesiana "Still suspicion holds you tight". Si raggiunge la vetta con "Weight of the world" una sorta di “One”(U2) in versione semiacustica (qui le stelle diventano cinque e mezzo su cinque), si chiude con il folk-rock dylaniano di "Devil's waitin" e "Complicated situation". Che la stoffa ci fosse lo si sapeva, ora lo hanno anche dimostrato. Tracklist: 01 Shuffle your feet 02 Howl 03 Devil's waitin 04 Ain't no easy way 05 Still suspicion holds you tight 06 Fault line 07 Promise 08 Weight of the world 09 Restless sinner 10 Gospel song 11 Complicated situation 12 Sympathetic noose 13 The line è finita la meravigliosa e struggente malinconia, l’armonia cristallina, quella semplicità nell’accostare la voce alla chitarra e al piano che tanto avvicinava James Walsh voce e chitarra degli Starsailor a sacre icone del calibro di Jeff Buckley del padre Tim,e perchè no anche di Van Morrison e Neil Young. Come nelle migliori favole a lieto fine però spunta questo “On the outside” diretto, prepotente, energetico e vibrante. Il singolo e anche open-track “In The Crossfire” è un vero e proprio “pugno nello stomaco” che ci lascia in un angolo storditi; struttura ritmica e chitarra distorta non troppo distante dai primi Radiohead targati Pablo Honey . L’album corre tutto sull’intrecciarsi di due linee, una luminosa e luccicante e l’altra oscura e tenebrosa che sanno completarsi a vicenda senza mai annullarsi. In Songs come “Faith hope love”, siamo in piena tempesta e i fulmini cadono abbondanti scanditi dalla frenetica corsa della voce di Walsh e dall’atmosfera stridula creata dalla chitarra strizzata a dovere, e ancora in “Counterfeit life” il “lavoro sporco” affidato ai riff della chitarra si accompagna ad un acido organo sapientemente dosato insieme al piano. Altri episodi di rilievo sono “Keep us together” dove si rinvengono tracce non troppo velate di U2 e la lacerante “White light” dove la melodiosa voce di Walsh mostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, tutte le sue doti interpretative nel più classico sound degli Starsailor. Se cercate uno degli album dell’anno potete scendere, questa è la vostra fermata. Tracklist: 01 In The Crossfire 02 Counterfeit Life 03 In My Blood 04 Faith Hope Love 05 I Don't Know 06 Way Back Home 07 Keep Us Together 08 Get Out While You Can 09 This Time 10 White Light 11 Jeremiah Starsailor On The Outside Etichetta : EMI Anno :2005 Possiamo tirare un bel sospiro di sollievo, gli Starsailor sono tornati, più vivi che mai. La loro storia inizia a scriversi nel 2001 con l’album “Love Is Here” nome preso in prestito da un album di Tim Buckley, la critica impazzisce per loro (NME arriva a definirli la «migliore band in tutto il suolo britanico») e vengono etichettati come l’unico gruppo in grado di contendere lo scettro ai Coldplay. Il ruolo di alter-coldplay si trasforma ben presto in un boomerang che porta il quartetto di Chorley, a smarrire drasticamente la strada al secondo tentativo “Silente Is Easy”(2003) rimane una prova troppo fumosa e anonima. Le domande a questo punto diventano tante: dove ANNO 1 NUMERO 2 Carlo Damiani Le soluzioni dei Sudoku e degli Edel di. 13. 1 3 5 6 7 8 9 2 4 2 8 6 4 5 9 1 3 7 4 9 7 1 2 3 8 6 5 5 7 9 3 8 1 2 4 6 6 1 8 2 4 7 3 5 9 3 2 4 9 6 5 7 1 8 7 4 1 5 9 2 6 8 3 8 5 2 7 3 6 4 9 1 9 6 3 8 1 4 5 7 2 1 4 6 2 9 5 3 7 8 5 3 8 1 7 4 2 6 9 7 2 9 3 8 6 1 5 4 2 6 1 7 3 8 4 9 5 3 8 5 4 6 9 7 1 2 4 9 7 5 1 2 6 8 3 6 1 2 9 5 3 8 4 7 8 5 3 6 4 7 9 2 1 9 7 4 8 2 1 5 3 6 “IL SASSOLINO” PaG 19 il Sassolino Giornalino informativo di “Università Europea - Azione Universitaria” http/www.destrauniversitaria.org CHI SIAMO? Siamo la Destra studentesca che torna nell'Università di Ancona. Siamo studenti che affrontano quotidianamente i soliti problemi della vita universitaria. Siamo quelli che vogliono un'Università libera, moderna, viva, all'altezza della sua missione nella società, un'Università che sia il motore per il recupero di un'identità e che esprima valori ed idee forti: desiderio di essere protagonisti del cambiamento, senso della modernità, difesa della tradizione, rifiuto del materialismo storico, primato della politica sull'economia, visione organica, comunitaria e solidale della società. Siamo quelli che non vogliono più un'Italia divisa secondo schematismi arcaici, ma ne vogliono una forte, giusta, politicamente libera e rinnovata, dotata di una memoria comune, plurale ma condivisa, consapevole della propria storia, orgogliosa della propria civiltà, cosciente del proprio ruolo, in Europa, nel Mediterraneo, nel Mondo. Siamo convinti che, in un'epoca in cui emerge chiaramente il senso di appartenenza europeo, cioè appartenenza ad un'identità ulteriore e comprensiva di quella nazionale, sia ingiusto ed anacronistico che popoli del mondo vedano calpestato il proprio diritto ad avere una Patria. Siamo quelli che si commuovono al ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, eroi del nostro tempo, in guerra, con i loro colleghi e gli agenti delle loro scorte, contro una piaga che offende e sfida la Nazione intera Siamo quelli che si onorano di avere tra i propri connazionali migliaia di civili e militari impegnati a portare pace e solidarietà concreta in territori sconvolti da decenni di violenza; tra questi, non dimenticheremo mai i martiri di Nassiriya e tutti i caduti nella lotta contro la barbarie terrorista, a volte squallidamente sbeffeggiati da chi ritiene più giusto e nobile fare il teppista gratis che non il soldato a pagamento. Siamo quelli che amano confrontarsi con ogni idea, ogni tema, ogni visione del mondo, senza discriminazioni, con la volontà di apprezzare il giusto ovunque si trovi, convinti che la cultura sia stata troppo a lungo prigioniera di faziosità intollerabili; siamo quelli che difendono l'ambiente perché amano la propria terra; quelli che combattono la legalizzazione delle droghe.
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