evitare gli sperperi (e gli ammanchi) nella pubblica
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evitare gli sperperi (e gli ammanchi) nella pubblica
PAROLA DI... / IN THE WORD OF… EVITARE GLI SPERPERI (E GLI AMMANCHI) NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE? di Nereo Marzaro Presidente Sirman Spa LA TRACCIABILITÀ DELLE IMPOSTE È L’UNICA SOLUZIONE. vacy. Insomma, a tutelarsi la privacy, può permetterselo solamente chi vive di soldi illeciti. Al secondo posto per demenza, un altro obbligo che ritroviamo fra le decine di firme che dobbiamo mettere per aprire un conto corrente. La dichiarazione del titolare effettivo, servirebbe per “tracciare” chi sia realmente il titolare quando vi sia una “testa di legno”. Sarà vero che il titolare effettivo non sempre corrisponde al titolare della quota di maggioranza, altrimenti la legge non avrebbe il senso che ha. Ebbene, le banche ti fanno firmare una carta precompilata da loro, sui dati della visura camerale, dove si dichiara che il titolare effettivo è quello che ha la quota maggiore della proprietà. Come se il fisco non potesse farsi una visura camerale! Comunque, dicevo, passiamo al Sistri. Noi dell’industria, ma anche quelli dell’agro alimentare, di tracciabilità ce ne intendiamo. La prima tracciabilità (cosa blanda all’epoca) era legata alle dichiarazioni doganali, ai visto uscire, ai certificati di origine, all’eur 1, ecc...Poi si sono aggiunte le matricole e l’etichettatura della filiera. Una certa tracciabilità vi è anche sui Raee. La tracciabilità dei rifiuti prevista dal Sistri, non sarebbe poi un flagello, alla luce degli adempimenti più gravosi già tenuti per la compilazione del Mud. Ma io dico, di tutte queste tracciabilità, perché non cominciamo a fare la tracciabilità delle imposte? ... segue a pagina 53 42 Ricordo con un po’ di nostalgia i tempi in cui ci si poteva dedicare più a vendere e a produrre, che non a scartoffie d’ufficio. Le uniche pratiche un po’ laboriose, oltre ai cedolini paga, di cui però si occupava il commercialista, erano, ogni tanto, le pratiche edilizie (sia chiaro, poca cosa rispetto agli attuali 36 adempimenti necessari prima di fare un ampliamento del capannone!). L’azienda era già sostituto d’imposta per le ritenute ai dipendenti, per il meccanismo dell’iva sul valore aggiunto, per le ritenute dei professionisti, ma quelle cose, tutte evitabili oggi che tutto passa per banca (ma che ancora facciamo), erano comunque sopportabili, anche perché, all’epoca, gli adempimenti avevano regole che non cambiavano, come è oggi, almeno un paio di volte ciascuna per ogni legislatura. Da allora un continuum, che dura da 40 anni, di adempimenti, firme e responsabilità in capo all’azienda e quindi all’amministratore. Non sono in grado nemmeno quest’anno di sapere se una spesa per il ristorante è detraibile o meno, o se le spese di una vettura possono essere detraibili, anche perché, se vi scrivo come sono in questo momento le regole, prima che questo mio articolo vada in stampa, sicuramente le norme fanno in tempo a cambiare nuovamente. Ma mentre questi sono adempimenti che, al limite, in caso di errore, si rischia solamente un provvedimento amministrativo, il famigerato obbligo del Mud (rifiuti) e del DVR (sicurezza), non mi fanno dormire la notte, perché in caso di errore, è meglio piuttosto schiantarsi sugli scogli con un transatlantico. Uno dei tanti adempimenti che è invece degenerato nel ridicolo è sicuramente quello, ancora una volta rimandato, del Sistri. Se dovessi fare una graduatoria lo metterei terzo fra le stupidaggini imposteci. Il primo posto fra le cose più assurde merita sicuramente il decennio di rinvii e rivisitazioni della normativa sulla privacy, tanto più, che se fosse per me, uno che non paga lo scriverei sulle strade, altro che tutela, e lo scriverei sulle strade per tutelare gli altri onesti come me, che purtroppo subiscono bidonate da tutelati truffatori. Pensate a quanti modellini abbiamo firmato per la liberatoria sulla privacy a fornitori, banche, committenti, ecc...: è impossibile vivere in questo mondo (perché non si potrebbe né lavorare né avere un conto in banca, e oggi, ci obbligano ad avere un conto in banca, pena tornare al baratto), se non si firma la liberatoria sulla pri- 1 INDICE / INDEX 24 1 PAROLA DI... IN THE WORD OF… di Nereo Marzaro 5 L’OSSERVATORIO THE OBSERVATORY di Carlo Mocci 6 GASTROSOFIA GASTROSOPHY di Sergio G. Grasso 10 STAR BENE KEEPING HEALTHY di Mirella Giuberti 12 PASTICCERIA PATISSERIE di Luigi Biasetto 14 58 TRADIZIONI GASTRONOMICHE CULINARY TRADITIONS di Alfredo Pelle di Renato Ganeo RISTORANTI E MENÙ RESTAURANTS & MENUS di Ferruccio Ruzzante di Hamiza Abdessadeq di Sabrina Camillini di Terenzio Montesi di Pierluigi Vacca 59 MACELLERIA THE BUTCHERY di Giorgio Tardivo 60 ARTE DOLCIARIA THE ART OF CONFECTIONARY di Andrea Voltolina 43 BANKETING BANQUETING di Ottaviano Pellini 62 ASSOCIAZIONI E CONSORZI CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES I SEGRETI DEL BARMAN THE BARMAN’S SECRETS di Angelo Borrillo di Stefano Renzetti 44 SPERIMENTAZIONI EXPERIMENTATIONS di Marco Valletta di Mariagrazia Dammicco 16 AIBES dell’Ufficio Stampa di Aibes 46 20 RISTORAZIONE COLLETTIVA CATERING di Marco Sabatini L’ANGOLO DEI VINI di Luigino Bruni 21 BEVUTI PER VOI TASTED FOR YOU di Giovanni Di Stanislao CUCINA MODERNA THE MODERN KITCHEN di Paolo Rossetti 34 47 51 55 CLUB DEI MIGLIORI THE BEST NEWS SIRMAN di Giulia Arquilla di Simona Ceresani FVG LA VIA DEI SAPORI Ristoranti del Buon Ricordo a cura di Giulia Coronaro Arte in tavola di Albino Zoccarato Eurotoques di Luigi Sartini Giovani Ristoratori Europei A cura di Marco Parizzi e KiKa events Team Venezia Chef A cura di Alessandro Silvestri LA PAGINA DEL PACOJET THE PACOJET PAGE di Matteo Ciarimboli Unione Cuochi del Veneto di Stefano Pepe 56 IN FIERA AT THE FAIR di Lorenzo Destro Associazione Professionale Cuochi Italiani di Sonia Re 57 CULTURA GASTRONOMICA GASTRONOMIC CULTURE di Bruno Mambelli Diario di Bordo della N.I.C. Federazione Italiana Cuochi di Marco Valletta 42 22 2 I CONSIGLI DELLO CHEF THE CHEF RECOMMENDS di Stefano Baiocco di Luigi Ferraro di Giuseppe Daddio di Paolo Antinori di Fabio Momolo di Gregori Nalon di Alberto Fol di Massimo Bomprezzi di Giorgio Nardelli di Sergio Moronato di Andrea Salin INDICE / INDEX Wigwam Corner di Efrem Tassinato 85 ECONOMIA di Maurizio Favaro Cuochi di Padova di Marco Squizzato 86 PIZZA E PANIFICAZIONE PIZZAS AND BREADMAKING di Alessandro Negrini 87 CURIOSITÀ di Angela Ruzzante 76 EVENTI 77 CUCINA ITALIANA NEL MONDO di Donato Sinigaglia 78 80 LA RUBRICA DELL’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA THE EXTRA VIRGIN OLIVE OIL PAGE di Renzo Ceccacci A TUTTA BIRRA! MAKE MINE A BEER! di Michele Gilebbi e Alberto Assi 88 IL CIBO RACCONTA di Flavio Bisson 89 NEL MONDO AROUND THE WORLD di Simona Ceresani 90 BIRRE DI QUALITÀ QUALITY BEERS di Alberto Assi 92 IN BREVE 94 IN LIBRERIA IN THE BOOKSHOP 96 L’AGENDA DIARY 97 IN VETRINA IN THE SHOP WINDOW “È vero? Cosa ti avevo detto? Le polpette sono il culmine della cucina: se sono però fritte dentro lo strutto. Sì, lo strutto, sono più saporite. Vedi come sono dorate? Appena un po’ croccantine? Uovo, carne e pangrattato, è un cibo semplice. Ne puoi mangiare quante ne vuoi. Prendine ancora…” (Ermanno Cavazzoni, Gli scrittori inutili) “Is it true? What did I tell you? Meatballs are the height of culinary preparations: but only if they are fried in lard. Yes lard, it makes them tastier. Can you see how golden they are? Just slightly crisp? Eggs, meat and breadcrumbs, simple food. You can eat as many as you like. Have some more.” (Ermanno Cavazzoni, Gli scrittori inutili) 83 84 LA CUCINA DEI GRANDI di Cristina Mocci SICUREZZA ALIMENTARE FOOD SAFETY di Luigi Tonellato DIRITTO ALIMENTARE di Annalisa Case Cover photo: Studioverde (Arneg courtesy) PERIODICO DI RISTORAZIONE E GASTRONOMIA / PERIODICAL OF CATERING AND GASTRONOMY > STAR BENE Caratteristiche nutrizionali > I CONSIGLI DELLO CHEF Macinati e polpette in tutte le salse! > L’ANGOLO DEI VINI Gli abbinamenti migliori > SISTEMI DI COTTURA INTELLIGENTE Bolognese o ragù? > SPERIMENTAZIONI Le polpette della zia > EVENTI La Confraternita del Baccalà compie 25 anni [ MACINATI DI CARNE ] [ MINCED MEATS ] 42 82 SISTEMI DI COTTURA INTELLIGENTI INTELLIGENT COOKING SYSTEMS di Guido Ongaro In caso di mancato recapito restituire a: UFFICIO DI PADOVA CMP - Il mittente si impegna a corrispondere la prevista tariffa - con I.P. 81 ANNO 14 | OTTOBRE 2012 | N. 42 | 100.000 copie 3 L’OSSERVATORIO / THE OBSERVATORY TUTTA FANTASIA OLTRE IL RAGÙ A WHOLE WORLD OF CREATIVITY BEYOND THE CLASSIC BOLOGNAISE Minced meats are an art. This is because it takes a profound culinary culture to choose the ideal cuts for a specific recipe. While countless recipes have been handed down through centuries of local culinary tradition, others – such as tartare and the now universally known Carpaccio – have only been with us for a few decades, but have already become established international dishes. All minces are prepared from raw meat, ground with a hand mincer, chopped using the blade of a sharp knife with the dexterity of a master carver, or – in today’s more hurried times – ground with specific appliances. The first things that come to mind when we talk about mince are ragout, meatballs, the supremely Neapolitan sartù (rice and sausage), the Venetian Carpaccio – named in honour of the great artist – a raw steak tartare, an endless variety of croquets, a hearty lasagne, creative stuffings for vegetables and pasta sauces, or a plain old hamburger. The mundane necessities of those who believe in and insist on keeping to the same familiar old recipes fuse with creative ideas, transformed into reality by butchers and chefs drawing from years of professional experience practising time-honoured arts, to enrich the varied mosaic of regional dishes and give shape to a national cuisine that still produces satisfactory results even with less highly prized minces. Riccardo Giacomin, the latest in a dynasty of butchers in Treviso, encapsulates the basic rules of minced meats in just a few words: use beef and pork for a classic ragout, use venison, game birds, duck, goose and guinea fowl for a more delicate meat sauce, while for meatballs, although tradition calls for reusing other leftover cooked meats, one can also use white meat – such as veal, turkey and rabbit. At the end of the day, however, let’s not forget that – like all other foods – the long evolution of minced meats has been steered primarily by primeval necessity which, as we know, is the mother of all invention. My only advice, therefore, is to choose your meats carefully (asking your favourite butcher for advice, if needed) and mince them at home. Then you’ll know for sure what you’re eating. And let Italy’s chefs get one with what they are best at – surprising the palate with their creativity time after time, as they prove in the fifty or so recipes in this issue… di Carlo Mocci Direttore responsabile 42 Macinato di carne? Un’arte. Per la scelta, il taglio, la destinazione culinaria che pretende una vera cultura. Infinite ricette molte delle quali appartengono da secoli alle gastronomie tradizionali locali, altre si sono aggiunte soltanto da qualche decennio (come la carne alla tartara e il notissimo carpaccio…) e sono entrate nella cucina internazionale. Carne cruda dunque, macinata a mano o schiacciata con la lama del coltello con abilità da scalco o, nella fretta di questi tempi, tritata a macchina con appositi apparecchi. Macinato? Si pensa subito al ragù o alle popolari polpette, o al napoletanissimo sartù (riso e salsiccia), o al veneziano Carpaccio, omaggio alla grande pittura, o al crudo alla tartara o alle infinite crocchette, alle casalinghe lasagne, ai fantasiosi ripieni per verdure o paste o al solito hamburger. Le necessità di chi insiste e crede ancora nei vecchi piatti familiari e le fantasie di quanti, il macellaio prima e i ristoranti dopo, le concretizzano nelle loro esperienze professionali maturate da antiche maestrie, si fondono e allargano il mosaico dei piatti regionali per ricomporlo in quelli di una cucina nazionale che si esprime anche nella carne macinata non di prima scelta. Riccardo Giacomin, una dinastia di macellai a Treviso, riassume in poche parole il concetto macinato: per il ragù classico manzo e maiale, per quello più delicato carne di selvaggina, volatili, anatra, oca e faraona, per le polpette, oltre alla tradizione che vuole carni precotte riciclate, sono indicate le carni bianche, quindi vitello, tacchino, coniglio. Ma, in fondo non dimentichiamo, come per ogni altra pietanza, che la lunga evoluzione del macinato è stata la pretesa di fami ataviche che hanno suggerito le più fantasiose interpretazioni. Una sola raccomandazione, scegliete le carni (magari fatevi consigliare dal macellaio di fiducia) e tritatele in casa. Saprete così con sicurezza cosa mangerete. E lasciate fare ai cuochi italiani, riescono sempre a sorprendere. Ce lo provano in queste pagine con una cinquantina di suggerimenti… 5 GASTROSOFIA / GASTROSOPHY LE TENTAZIONI DELLA CARNE (macinata) 42 Sergio G. Grasso Gastrosofo Antropologo alimentare 6 Vi è mai capitato di passare mezz’ora del vostro tempo in una “vera” macelleria aspettando di essere serviti da un macellaio “vecchiostile”, uno di quegli uomini rubizzi e monumentali con le mani grandi come vanghe? Uno che maneggia coltello, trinciante e mannaia per disossare, spolpare, spezzare, battere e tritare, che affetta lombi e sfoglia ventresche con regale solennità? Insomma, un macellaio competente ed esperto, di cotture? Come dite? Non conoscete nessuno che risponda a queste caratteristiche? Peccato, perché in Italia ce ne sono ancora, soprattutto nei piccoli centri dove la carne si compra dal macellaio e non dal “macelladro”, la frutta dal fruttivendolo anziché dal “furtivendolo”, il pesce in pescheria e non al banco surgelati e dove il pane quotidiano esce da forni che lavorano oneste farine e non impasti refrigerati fatti chissacòme in paesi lontani. Certo, il supermercato rende semplice la vita a chi ha poco tempo, ai pigri ma anche ai gastro-babbei. Soprattutto per le carni: pre-tagliate, pre-sgrassate, prezzate, datate, quasi tutte ammorbidite con tenerizzatori ad aghi o con enzimi (papaina, bromelina, ficina) di cui la legge non richiede la menzione in etichetta. Al banco carne di questi monumenti al consumismo del tutto-e-subito non esiste né l’imbarazzo di chiedere né quello di manifestare il proprio analfabetismo gastronomico: si guarda il colore e la quantità di grasso oltre il film plastico e si butta nel carrello. Nessun altro senso oltre alla vista è chiamato a dare un giudizio sulla carne. Sarà tenera? Avrà un profumo gradevole? Sarà stata tagliata come Dio comanda? Sarà frollata a sufficienza? L’arte del macellaio nel mettere i tagli in mostra dipende dalla sua capacità di conversare con le carni per carpirne natura e vocazione; e con la carne di qualità i macellai per bene hanno un linguaggio di ammiccamenti e intese in punta di coltello da cui scaturiscono lombate da griglia o costate da piastra, campanelli per brasati e scamone per arrosto, noce per umido, scaloppine di sottofesa, filetti da griglia e poi frattaglie, ossa, nervetti... Una codificata, antica e nobile teoria di sezionature precise, funzionali e perfette, frutto di profonda conoscenza anatomica di ogni animale, di istintiva capacità di giudizio per struttura e consistenza dei vari tagli. Ahimè, i macellai odierni – soprattutto quelli “di città” - sembrano in genere poco dotati di competenza specifica sulla carne. Danno l’impressione di essere attenti più alla quantità degli incassi che alla qualità dei prodotti. Si sono trasformati in esercenti di gastronomia, cuochi, venditori di “specialità alimentari ad alto contenuto di servizio”, come polpette condite, misteriosi involtini, fettine già panate, spiedini pronti, roastbeef all’inglese, galantine, insalate di carne, sughi pronti. Quelli più “evolu- MINCING WORDS – OR, RATHER, MEAT Have you ever spent half an hour of your time in a proper butchery, waiting to be served by an old-fashioned butcher – a ruddy-faced, monument of a man with hands like shovels? Someone who artfully handles a knife, a carver or a cleaver to bone, trim, dice and mince, who slices loins and pares pork bellies with a regal sombreness. In other words, a skilled, expert butcher who also knows how you’re supposed to cook meat. “But I don’t know anyone who meets this description”, I hear you say. And that’s a shame, because there are still butchers like this in Italy – especially in smaller towns where you buy meat from the butcher instead of a specialist in daylight robbery, fruit from a greengrocer rather than from an overpriced boutique, fish from the fishmonger and not from the frozen foods section, and bread from bakeries where the daily bread is baked with honest flour, not readymade refrigerated dough made who-knows-how in who-knows-what distant land. Supermarkets certainly make life easier for people who are rushed for time, the lazy and the gastro-gullible. And this is all the more true in the case of meat – with products that are pre-cut, trimmed of all fat, priced, marked with a sell-by date, and almost all softened with needle tenderizers or enzymes (papain, bromelain and ficin), which, by law, don’t even have to be listed on the label. At the meat counter of this monument to ‘I want it all and I want it now’ consumerism, there is no opportunity to ask questions and exhibit one’s culinary illiteracy: you simply look at the colour of the meat and the amount of fat behind the plastic film, and throw the pack into your trolley. No other sense other than sight is called upon to judge the quality of the meat. Will it be tender? Will it smell good? Will it be cut exactly how I want it? Will it be aged enough? The art of the butcher in putting his cuts on display is founded on his ability to converse with meat to understand its nature and vocation. And an artful butcher deals with high quality meat in a subtle language of winks and nods expressed through the tip of his knife, which gives shape to sirloin for the barbecue, club steaks for the griddle, rump for braising and roasting, flank for stewing, silverside escalopes and fillet for the grille – not to mention offal, bones, veal brawn... A strictly defined, ancient and noble code of how to portion meat into precise, functional, perfect cuts based on a profound understanding of the anatomy of each animal and on an instinctive ability to evaluate and identify the texture and consistency of each cut. But sadly, today’s butchers – and the city butcher especially – seem to display a general scarcity of any specific understanding of meat. They give the impression of being more interested in filling the till than the quality of what they sell. They have transformed into delicatessens, cooks and vendors of ‘culinary specialities with a high service content’ such as seasoned meatballs, mystery rolls, pre-breadcrumbed cutlets, ready-to-grille kebabs, English roast beef, galantines, cold meat salads and ready sauces. Those who have ‘evolved’ furthest down this path even peddle vegetable side dishes, crêpes, lasagne, wines, beers, soft drinks, sandwiches and Alka-Seltzer! Which makes you realise that the kind of customers these gentlemen are hoping to lure are considered such dolts that they cannot even breadcrumb a cutlet or skewer a couple of cubes of meat and a bay leaf onto a stick. Even today, the sense of anarchy reigning in the preparation of mixed minced seems to give more than just a few butchers license to make free use of leftover stock, offcuts and even waste trimmings from the counter. At this juncture, it may be worthwhile explaining the differences between certain false synonyms such as ground, chopped, minced and frayed meat. Meat is chopped with a knife, ground with a machine that pushes meat through an extrusion plate with a blade, minced with low speed rotating blades and frayed with high speed rotating blades. It goes without saying that chopping with a knife is the method that is most respectful of the integrity and structure of the meat – which is why it is the only permissible technique for a tartare. Ground meat is suitable for ragouts and hamburgers, while the meat used for meatballs and fillings may also be minced at low speed. But the mush churned out by household food processors which promise miracles even with meat is unsuitable even for pigswill. It is important remember that there is a huge difference between the types of mince found in the refrigerator section. “Lean” and “extra lean” mince should be made solely from the beginning or end parts of prime cuts of meat (rump and sirloin, which are suitable for quick cooking methods), which are not thick enough to be used to cut into steaks, roasts or cutlets. These minces contain very little fat and connective tissue, making them suitable for steak tartare or hamburgers. Mince for sauces should be made from whole cuts from the forequarter (brisket, short ribs, shoulder and thick flank), whose high connective tissue content mean that they are generally used with long cooking processes. In an ideal, honest world, gristle or caul fat would never be used in a mince for any reason, but as we all know, honesty is a rare commodity. This is precisely why I never buy a ready-made mince. I prefer to have the butcher cut my own selection of meats depending on what I want to cook, and ask that it is ground in front of me using a proper meat grinder (that doesn’t chop the meat into a pulp), and discarding the first few grams that come out of the extruder disc. Never trust a butcher with a meat grinder kept out of sight, and always watch carefully to see what happens to offcuts trimmed from the meat sold: there’s always a risk that these pieces are put aside and used later to make a mince of unknown origin and almost certainly of objectionable quality. TC 22-32 Barcellona ICE, Sirman 42 ti” propongono anche contorni di verdure, crêpes, lasagne al forno, vini, birre, cocacola, tramezzini e Alka-Seltzer! Dal che si capisce che il consumatore più ambito da questi signori è quello giudicato così grullo da non saper panare una bistecca o infilzare due pezzi di carne e una foglia d’alloro su uno stecchino. L’apparente caos che regna in un macinato di carni miste autorizza anche oggi più di qualche macellaio a dare libero sfogo ai fondi di magazzino, ai ritagli e talvolta anche agli scarti del banco. Forse è il caso di sottolineare la differenza tra alcuni falsi sinonimi come tritare, macinare, triturare e stracciare la carne. Si trita col coltello; si macina con strumenti che spingono le carni verso un estrusore provvisto di lame, si tritura con lame rotanti a bassa velocità; si straccia con lame rotanti ad alta velocità. Inutile dire che un trito a punta di coltello è quello che rispetta maggiormente struttura e integrità delle carni (l’unico sistema ammesso per la “tartara”). Il macinato è idoneo per ragù o hamburger mentre la carne per polpette e ripieni può anche essere triturata a bassa velocità. La poltiglia che risulta dai robot casalinghi che millantano miracoli anche sulle carni è indegna anche del pastone per il pollaio! È importante ricordare che esiste una netta distinzione tra i tipi di “macinato” presenti nei banchi frigoriferi. La “macinata scelta” o “sceltissima” dovrebbe essere ottenuta utilizzando solo parti iniziali o finali di tagli di prima scelta (coscia e lombata, adatti a cotture rapide), il cui diametro o spessore è insufficiente a ricavarne braciole, tranci o fettine. La scarsità di grasso e di tessuto connettivo rende questi macinati adatti al confezionamento di steak-tartare o di hamburger. La “macinata da sugo” dovrebbe essere prodotta da tagli interi del quarto anteriore (petto, reale, spalla e pancia) generalmente impiegati in lunghe cotture grazie al contenuto di tessuto connettivo. Onestà vorrebbe che in nessun caso siano usate cartilagini e grasso di visceri ma l’onestà, si sa, è merce rara. Proprio per questo non acquisto mai carni macinate già preparate. Preferisco farmi tagliare il mio misto di carni a seconda dell’uso che devo farne, me lo faccio pesare e chiedo che venga passato al macinacarne (che non “trita” come fa un coltello) davanti a me, avendo cura di scartare i primi grammi che escono dal disco forato e che l’hanno pulito. Diffidate dei macellai che hanno il macinacarne non a vista e guardate con attenzione dove depositano le rifilature che tolgono alla carne che vendono: c’è sempre il rischio che lo mettano da parte per impiegarlo in un macinato indefinito e tendenzialmente indegno. 7 GASTROSOFIA / GASTROSOPHY 42 GRASSO... MA NON TROPPO 8 In onda dal 28 settembre su “Marco Polo TV” il programma televisivo scritto e interpretato da Sergio G. Grasso. GRASSO... MA NON TROPPO, non è un programma di viaggi né di cucina. Non né un video-repertorio di prodotti enoagroalimentari tipici e tradizionali, né una guida all’Italia golosa. Non è nemmeno una celebrazione folklorica e retorica della tavola locale, fatta di ricette, nostalgismo culinario, fuochi, cuochi e giochi, tavolate e mitologie cibarie. Il mondo gastro-centrico di Sergio Grasso mette in relazione esperienze (proprie o di altre persone), situazioni, opere d’arte, siti storici e patrimoni ambientali trattandoli come segni del gusto e della necessità, argomenti di una cronaca-oggetto aperta ad ogni ipotesi interpretativa e ricostruttiva. In questo GRASSO... MA NON TROPPO supera l’impronta pedagogica della paleotelevisione: cancella le tavolate di Fornelli d’Italia, rinuncia alle ricette de La Prova del Cuoco e alle performances di Master Chef e elimina il folklore mordi-e-fuggi di Linea Verde. TROPPO è invece il personalissimo taccuino di un antropologo alimentare che annota luoghi, incontri, esperienze e riflessioni sulle diverse identità gastronomiche italiane. Nel suo viaggiare per le regioni italiane Sergio Grasso elabora un vero e proprio manuale di geografia dell’alimentazione finalizzato all’interpretazione e alla conoscenza della cultura alimentare nel suo millenario relazionarsi con l’arte, l’ambiente e la storia del nostro Paese. Il suo “pensiero narrativo” è in forma di racconto/ragionamento, in prima persona e in tono colloquiale, a tratti intimo. Sergio Grasso non è e non vuole essere considerato un critico gastronomico. Al giudizio (sempre soggettivo) preferisce il racconto oggettivo, alla stroncatura o all’elogio antepone l’indagine, il coinvolgimento, la complicità. Il suo apparato sensoriale è imperfetto per eccesso di curiosità e di debolezze: i formaggi, i salumi, le acqueviti, il pesce azzurro, le cotture brevi, la pasta. Lo affascinano in ugual misura pochissimi celebrity-chef e molti osti-tavernieri, perchè vive ogni esperienza cucinaria con la stessa intensità, tanto in un ristorante stellato quanto in una trattoria di campagna, un autogrill o nel retrobottega di un pizzicagnolo. Nel suo zaino - assieme a un paio di libri “immancabili” e un I-Pad da usare come strumento per entrare e uscire da molte situazioni narrative - troveranno posto anche alcune “chicche” gastronomiche che saranno condivise in occasioni conviviali particolarmente interessanti. E poiché il senso di ogni viaggio si sublima nel ritorno, ogni puntata si concluderà nella casa-studio di Sergio Grasso con una serie di riflessioni sull’esperienza vissuta e sul prossimo itinerario. Nella prima serie (15 puntate) della trasmissione saranno coinvolti il Trentino Alto Adige (Trento, Val di Non, Bolzano, Lagundo e Senales) e il Veneto (Venezia, Chioggia, Treviso, Valdobbiadene, Combai e Roncade). “GRASSO... MA NON TROPPO” On air from 28 September on “Marco Polo TV”, the television programme written and presented by Sergio G. Grasso. “GRASSO... MA NON TROPPO” is neither a travel nor a cookery programme. Neither is it a videocatalogue of typical and traditional wine and food products, nor a guide to mouth-watering Italy. It is not even a folkie rhetorical celebration of local cuisine, made up of recipes, culinary nostalgia, stoves, cooks and games, people seated around a food-laden table and food mythology. The foodcentric world of Sergio Grasso puts experiences (his own or those of other people), situations, works of art, historical sites and the environmental heritage together, treating them as indications of taste and necessity, subjects for commentary open to all hypotheses for interpretation and reconstruction. In this, “GRASSO... MA NON TROPPO” goes beyond the educational style of paleo-television. It cancels the convivial food-laden tables of Fornelli d’Italia, renounces the recipes of La Prova del Cuoco and the performances of Master Chef and eliminates the cut-and-run folklore of Linea Verde. It is rather the highly personal notebook of a dietary anthropologist, recording places, encounters, experiences and reflections on the diverse Italian gastronomic identities. In his journey through the regions of Italy, Sergio Grasso puts together a genuine manual of dietary geography with the aim of interpreting and knowing the dietary culture in its age-old relationship with art, the environment and the history of Italy. His “thought-narrative” takes the form of a first person story/reasoning in colloquial and sometimes intimate tones. Sergio Grasso is not, and does not want to be considered, a food critic. He prefers objective narrative to judgement (always subjective) and favours investigation, involvement and complicity rather than the hatchet job or eulogy. His sensory apparatus is imperfect due to excess of curiosity and weaknesses for cheeses, cured meats, aqua vitae, bluefish, brief cooking and pasta. He is fascinated equally by very few celebrity-chefs and numerous landlords and innkeepers, because he lives all culinary experiences with the same intensity, whether in a starred restaurant or a country trattoria, a transport café or a grocer’s backshop. Together with a couple of essential books and an iPad he uses as a tool to enter and exit numerous narrative situations, his rucksack also contains a number of culinary “goodies” to be shared on particularly interesting convivial occasions. And as the sense of every journey is sublimated in the return, each episode will end in Sergio Grasso’s house-studio with a series of reflections on the recent experience and on the next itinerary. The first series (15 episodes) of the programme will involve Trentino Alto Adige (Trento, Val di Non, Bolzano, Lagundo and Senales) and the Veneto (Venice, Chioggia, Treviso, Valdobbiadene, Combai and Roncade). STAR BENE / KEEPING HEALTHY LE CARNI MACINATE 42 di Mirella Giuberti Nutrizionista docente presso l’Istituto Alberghiero Orio Vergani di Ferrara 10 Le carni vengono distinte in base alla razza dell’animale da cui provengono, l’intensità del colore e la parte del corpo utilizzata, in funzione di varie caratteristiche (consistenza, grana, tessitura delle masse muscolari e contenuto in grasso). Il valore nutrizionale della carne è riferito principalmente alla quantità ed alla qualità della frazione proteica (mediamente pari al 20%), riferibile sia alle proteine miofibrillari (actina e miosina) che sarcoplasmatiche (miogeno, globulina, mioglobina ed emoglobina). Circa l’1.5% della carne è rappresentato poi da varie sostanze riunite sotto la denominazione di “sostanze azotate non proteiche”, come glutatione (responsabile del sapore che la carne assume in cottura), carnitina (importante nelle reazioni di ossidazione degli acidi grassi), creatina, carnosina, anserina, purine, ecc. La frazione lipidica, assai variabile in funzione del taglio, è rappresentata soprattutto da trigliceridi. Il contenuto medio di colesterolo si aggira sui 70-80 mg/100 g e non varia significativamente in funzione della specie animale. I glucidi sono rappresentati da glicogeno, presente nel muscolo vivente e perduto durante la frollatura. Per quanto attiene i minerali, vi sono buone quantità di potassio, sodio, magnesio, fosforo, zinco, rame, manganese e ferro (quest’ultimo in forma altamente utilizzabile). Il contenuto vitaminico riguarda principalmente niacina (vitamina PP), tiamina (vitamina B1), folati, vitamina B12 e riboflavina (vitamina B2). È importante sottolineare come la qualità proteica, abbastanza costante nei diversi prodotti carnei e riconducibile alla composizione in aminoacidi, sia molto buona e poco o nulla influenzata dai diversi trattamenti culinari o industriali cui la carne viene sottoposta prima del con- MINCED MEATS Meats are classified by the type and breed of animal and the part of the body they are obtained from, the intensity of their colour, and a range of other characteristics such as consistency, grain, muscle fibre texture and fat content. The nutritional value of meat is mainly expressed in terms of the quantity and quality of its protein fraction (on average around 20%), which in turn is subdivided into myofibrillar proteins (actin and myosin) and sarcoplasmic proteins (myogen, globulin, myoglobin and haemoglobin). Approximately 1.5% of meat consists of different substances grouped together under the definition “non-protein nitrogen compounds”. These include glutathione (which is responsible for the flavour of cooked meat), carnitin (an important factor in oxidative reactions of fatty acids), creatine, carnosine, anserine, purine, etc. The lipid fraction of meat, which varies substantially from one cut to another, consists mainly of triglycerides. The average cholesterol content of meat is around 70-80 mg/100 g, and does not vary significantly from one species to another. The polysaccharide content of meat consists of glycogen, which is present in the living muscle and is lost as the meat is aged. As far as minerals are concerned, meat contains reasonably high quantities of potassium, sodium, magnesium, phosphorus, zinc, copper, manganese and iron (the latter in a highly available form for the body). The most important vitamins in meat are niacin (vitamin PP), thiamine (vitamin B1), folate, vitamin B12 and riboflavin (vitamin B2). It is important to note that the quality of the protein fraction in meat – expressed as its composition in amino acids and relatively constant in all meat products – is very good, and is influenced very little or not at all STAR BENE / KEEPING HEALTHY by the different cooking or industrial processes it is subjected to before consumption. Meat proteins have an excellent lysine-tryptophan ratio. These are amino acids which stimulate and regulate protein synthesis associated with growth. Not only do minced meats retain all of these nutritional qualities, they are also more readily digestible than whole cuts of meat. Mincing the muscular tissue breaks down the complex structure of proteins in which, in addition to the links between different components and elements, many chemical interactions also occur which slow down the action of digestive enzymes. This characteristic of minced meat to facilitate digestion is desirable in a number of specific uses – such as meals in community care centres and hospitals, and for children and the elderly in particular. However, cooking time and the amount of fat added during cooking also influence digestion times – even significantly – with longer cooking times resulting in longer digestion times. Portioned, minced and deboned meats are more susceptible to microbial proliferation, as they have a larger exposed surface area and are subjected to more handling. The microbial count increases very rapidly in minced meat in particular, and it should not be kept for longer than a day in the refrigerator at 0 to +2 °C. In addition to the microbial deterioration of the meat’s intrinsic qualities, this increased proliferation can also produce populations of extremely dangerous pathogens. Minced meat must therefore always be made from raw ingredients of very high microbiological quality, it must be minced in hygienic conditions and it must be consumed quickly after mincing, preferably after a suitable cooking process. TC 22-32 Barcellona ICE, Sirman 42 sumo. Le proteine della carne presentano un ottimo rapporto lisina/triptofano, aminoacidi che stimolano e regolano la sintesi proteica connessa ai fenomeni dell’accrescimento. Le carni macinate, quando poste al confronto con un’analoga porzione intera, conservano le caratteristiche nutrizionali ora esposte e presentano una maggiore digeribilità: il trattamento di triturazione delle masse muscolari “denatura” infatti le proteine, formate da strutture complesse in cui, oltre ai legami tra i diversi componenti, compaiono varie interazioni chimiche che rendono più lenta l’azione degli enzimi digestivi. La facilitazione del processo digestivo è utile soprattutto per alcune destinazioni privilegiate (pasti per comunità ed ospedali, in particolare per bambini ed anziani). Il tempo di cottura, il tipo e la quantità di grassi da condimento aggiunti influenzano tuttavia, anche sensibilmente, il tempo di digestione, che si allunga nelle cotture prolungate. Le carni in pezzi, quelle tritate e quelle disossate meccanicamente sono più sensibili alla proliferazione microbica, in quanto presentano un’aumentata superficie di esposizione e subiscono maggiori manipolazioni. In particolare, la carne trita va incontro ad un aumento rapidissimo della carica microbica, tanto che la sua durata è da considerarsi limitata ad un giorno in frigorifero da 0 a +2°C. Oltre al deterioramento microbico ed alle modificate caratteristiche organolettiche, si può generare lo sviluppo di una popolazione patogena assai pericolosa: la carne macinata deve quindi provenire da una materia prima di ottima qualità microbiologica; la triturazione deve avvenire in condizioni igienicamente adeguate; il consumo deve essere repentino, di preferenza dopo un’adeguata cottura. 11 PASTICCERIA / PATISSERIE Crema di mandorle e zucca di Luigi Biasetto Chef Pasticcere e titolare della Pasticceria Biasetto di Padova Ingredienti: 100 g di burro; 150 g di TPT di mandorle dolci; 25 g di TPT di mandorle amare; 150g di briciole di pan di spagna; 75 g di uova; 100 g di purea di zucca; 500 g di dadolata di mele. Ammorbidire il burro a pomata, aggiungere tutti gli altri ingredienti, quindi montare con la frusta. Streusel alle noci Ingredienti: 100 g di gherigli di noci; 100 g di zucchero integrale di canna; 100 g di burro freddo; 100 g di farina per biscotti; 2 g di sale. Mescolare tutti gli ingredienti insieme, con la foglia in planetaria, finché l’impasto risulti granuloso. Conservare in una busta, in frigorifero, a +4°C. Pasta frolla alle noci Ingredienti: 150 g di burro; 80 g di zucchero a velo; 50 g di albume; 200 g di farina; 3 g di polvere di vaniglia; 1 g di sale; 60g di granella di noci; ½ g di cannella in polvere. Ammorbidire il burro e aggiungere nell’ordine tutti gli altri ingredienti, quindi impastare. Lasciar rapprendere per qualche ora in frigorifero e stendere a 3 mm di spessore; “coppare” con uno stampo rettangolare di 4 x 13 cm; disporre ad uguale distanza su teglie, con carta da forno; quindi cuocere per 12' a 180°C in forno ventilato con tiraggio aperto. Raffreddare prima di procedere. Gelato al fior di latte Ingredienti: 250 g di latte; 8 g di glucosio; 63 g di panna; 10 g di destrosio; 73 g di zucchero; 9 g di latte magro in polvere. Mescolare le polveri con la frusta e aggiungere glucosio, latte e panna. Portare a 72°C, omogeneizzare per 3’, quindi versare nei contenitori del Pacojet e congelare con abbattimento. Mantecare al momento con Pacojet. 42 Pacojet, Sirman 12 Montaggio e presentazione Con l’aiuto di una poche, riempire gli stampi con in fondo la pasta frolla precotta fino a ¾ dell’altezza quindi cospargere con le pere sciroppate e la granella di Streusel; cuocere per 20' circa a 180°C tiraggio aperto. Quando sarà quasi freddo, sformare e conservare in scatola chiusa per massimo una settimana o abbattere e far rinvenire per la mise en place della linea dessert. Prima di servire passare per 3' in un forno caldo e impiattare come da fotografia. Servire con quenelle di gelato al fior di latte e chips di mele sciroppate. Cospargere con sciroppo d’acero e noci. Almond and pumpkin crème Ingredients: 100 g butter; 150 g sweet almond tant-pour-tant; 25 g bitter almond tant-pour-tant; 150 g sponge cake crumbs; 75 g egg; 100 g puréed pumpkin; 500 g diced apples. Soften and cream the butter, add all the other ingredients then beat with a whisk. Walnut Streusel - Ingredients:100 g walnuts; 100 g brown cane sugar; 100 g cold butter; 100 g biscuit flour; 2 g salt. Mix all the ingredients together in the planetary mixer with the leaf attachment to make a dough with a crumbly consistency. Store in a bag in the refrigerator at +4°C. Walnut shortbread pastry - Ingredients: 150 g butter; 80 g icing sugar; 50 g egg white; 200 g flour; 3 g vanilla powder; 1 g salt; 60 g crushed walnuts; ½ g powdered cinnamon. Soften the butter, add the other ingredients in the order listed, the mix to make a pastry dough. Leave to rest in the refrigerator for a few hours, then roll the pastry out to a thickness of 3mm. Cut out into 4 x 13 cm rectangles with a pastry cutter. Arrange the rectangles evenly spaced on baking trays lined with baking paper and bake for 12 minutes at 180°C in a fan-assisted oven with the valve open. Let the pastries cool before continuing. Plain cream ice cream - Ingredients: 250 ml milk; 8 g glucose; 63 g cream; 10 g dextrose; 73 sugar; 9 g dried skimmed milk. Mix the powdered ingredients with a whisk then add the glucose, milk and cream. Warm to 72°C, homogenise for 3 minutes, then pour into Pacojet beakers and blast-chill to freeze. Churn in the Pacojet just before serving. Assembly and presentation Line the bottom of moulds with pre-cooked shortbread pastry, use a piping bag to fill the moulds ¾ full with the crème, top with the syrup-glazed pears and the Streusel crumbs, then cook for approximately 20 minutes at 180°C with the valve open. Remove from the oven and allow to cool until almost cold, then turn out and keep in a sealed box (for up to a week) or keep frozen and thaw when preparing the mise en place for the dessert line. Warm for 3 minutes before serving, then plate up as shown in the photo. Serve with quenelles of plain cream ice cream and syrup-glazed apple chips. Drizzle with maple syrup and sprinkle with walnuts. PASTICCERIA / PATISSERIE Studioverde.it Cervino 5T, Sirman Da Freddo a Caldo… in un TOUCH! É arrivato. É touch, è multi funzione, è freddo, è caldo ma soprattutto è sempre garanzia di un risultato perfetto. Sai qual’ è la differenza tra averlo e non averlo? Il tuo guadagno. Chiedici come, [email protected] t Abbattimento rapido della temperatura t Surgelazione rapida t Scongelamento veloce e controllato t Lievitazione di prodotti da forno t Cottura a bassa temperatura t Ciclo combinato Tutto questo e altro è Infinity. www.afinox.com I SEGRETI DEL BARMAN / THE BARMAN’S SECRETS NON SOLO HAMBURGER di Angelo Borrillo CapoBarman AIBES 42 TC 22-32 Barcellona Hamburgatrice, Sirman 14 Sicuramente il prodotto di maggior successo riconducibile alle carni macinate nel settore bar è il ben noto hamburger, ma basta un po’ di fantasia e potremmo sbizzarrirci a preparare delle piccole specialità da inserire nei nostri aperitivi/finger food. Naturalmente inizierei con la presentazione della famosa tartare, piatto a base di carne bovina o equina semplicemente tritata o finemente macinata e consumata cruda. La ricetta prevede che, dopo essere stata tritata, la carne deve essere condita con succo di limone ed alcune gocce di brandy. Verrà servita con l’aggiunta di cipolla, capperi, un tuorlo d’uovo e salsa Worcester, sale e pepe e olio d’oliva, accompagnata da pane o crostini al burro. Si può servire come piatto unico per un break veloce, su piccoli cucchiai tipo finger food, oppure direttamente su crostini di pane spalmati con burro. L’hamburger, chiamato in Italia anche “Svizzera”, entra con prepotenza nei bar con il diffondersi delle catene internazionali di fast food. Il suo nome identifica un panino composto da pane dolce al latte coperto di semi di sesamo nel quale, oltre alla carne, troviamo maionese, ketchup e insalata. La variante cheese burger prevede l’aggiunta di una fettina di formaggio fuso. Da non sottovalutare un condimento classico della cucina italiana preparato con carne macinata il “ragù”, termine di origine francese “ragòut”, sostantivo derivato da ‘ragoùter’, risvegliare l’appetito, utilizzato per indicare una salsa generalmente a base di carne e pomodoro. Il più apprezzato e conosciuto è senz’altro il ragù alla Bolognese: come non ricordare la tradizionale tagliatella? Non dimentichiamoci del ragù napoletano con i paccheri e i fusilli bucati e del piemontese “sartù di riso”. Per concludere possiamo proporre delle piccole polpettine al sugo, dello sformato di riso con polpette, delle zucchine ripiene, oppure deliziare i nostri clienti con specialità della cucina etnica: il Chili con carne, specialità della cucina messicana, formato principalmente da carne tagliata a piccoli cubetti e fagioli rossi, cotti insieme a peperoni, cipolle, spezie e pomodori. Il chili con carne viene servito con tortillas di farina calde o riso e accompagnato da crema di fagioli. Un’altra specialità etnica da proporre è il “Kofte alla brace”, secondo a base di carne macinata della Turchia. Si prepara unendo la carne alla mollica di pane bagnata nell’acqua, strizzata e poi sbriciolata e mescolata con sale, cumino in polvere, cipolle grattugiate, prezzemolo. Si fanno delle polpette ovali, si mettono sulla brace e si servono. In abbinamento si consiglia “Sprtiz Hugo”, NOT JUST HAMBURGERS The most successful product made from minced meat that is served in bars is quite definitely the hamburger, but with a bit of imagination we can brighten things up and prepare small specialities to put in our snacks and finger food. I personally would begin with the famous tartare of beef or horsemeat, chopped or finely minced and eaten raw. After mincing the meat, it should be seasoned with lemon juice and a few drops of brandy, and it should be served with onion, capers, egg yolk, Worcester sauce, salt, pepper and olive oil, with bread or buttered croutons. It can be served as a single dish for a quick break, on small finger food spoons or directly on buttered toast. Hamburgers, referred to as “Svizzera” in Italy, flooded our bars when the international fast food chains began to spread. Its name means a milk bread roll covered with sesame seeds, with inside meat, mayonnaise, ketchup and lettuce. The cheeseburger has a slice of melted cheese added. We should not underestimate a classic of Italian cuisine, the “ragout”, made from minced meat, taken from the French term derived from the verb “ragoùter” awaken the appetite, and it generally indicates a sauce of meat and tomatoes. The most famous and popular is the Bolognese: how could we forget the traditional tagliatelle? Nor the Neapolitan ragout served with paccheri and fusilli bucati, and the Piedmonts “sartù di riso”. To close we could offer small meatballs in sauce, rice timbale with meatballs, stuffed courgettes or delight our customers with ethnic specialities: chilli-con-carne, a Mexican dish, made from diced meat, red beans, cooked together with chilli, onions, spices and tomatoes. It should be served with hot flour tortillas or rice and creamed beans. Another ethnic speciality is “Grilled Kofte” a Turkish dish of minced meat, preparing mixing the meat with the soft part of the bread wet in water, squeezed and then crumbled and mixed with salt, powdered cumin, grated onions and parsley. Then form oval meatballs and grill them and serve hot. I recommend serving this dish with “Spritz Hugo” a cocktail from Bolzano where elderberry syrup is a national product: and of course it is the most popular cocktail in the Trentino Alto Adige region! I SEGRETI DEL BARMAN / THE BARMAN’S SECRETS cocktail originario della zona di Bolzano dove lo sciroppo di sambuco è un prodotto tradizionale: va da sé che nel Trentino Alto Adige è il cocktail più richiesto! Spritz Hugo Spritz Hugo Ingredienti: 6 cl di prosecco; 3 cl sciroppo fiori sambuco Ingredients: 6 cl Prosecco; 3 cl elderflower syrup Colmare con seltz/soda. Preparare direttamente nel calice vino con ghiaccio. Guarnire con rametto di menta e spicchio di mela. Fill with soda, prepare it directly in the wine glass with ice. Garnish with a sprig of mint and a slice of apple. IL MONDO CAMBIA, IL BAR CON LUI THE WORLD IS CHANGING, AND SO IS THE BAR Continuing with the series of articles about the changes in bars and consumers’ new approach to them, I would like to emphasise the importance of understanding a few international marketing steps. One of the first rules states: “Marketing is not a battle between products but a battle based on perception”. If we apply this rule to bars, it is clear that we must make them appealing and perceive what the clients want. To understand this it is sufficient to watch the TV, expert in public satisfaction, and see the extent of programmes and spaces dedicated to quality food and wellbeing. A bar must have ideas and a personality that can be identified in its target market. There are approximately 170,000 so-called generic “Italian” bars, but how many of them are alike or even identical? This is the first marketing solution – create diversity and new formats, approaching consumers in new target markets, who are interested and curious about new styles of refreshment and wellbeing. Certain proposals come from the product that is being sold, for example pizza ovens, with the different preparations and toppings, for takeaway or served as a snack, with vegetables, cut meats and cheese, or a wellness bar, with healthy smoothies made from fruit, vegetables and garnished with dairy products, tea and spices, or a ham board, with tastings of different types of ham served with the local wines. In short, the first step to beat the crisis and the competition is to have new ideas, being able to personalise them and sell them at the best possible price. di Stefano Renzetti Consulente alberghiero, formatore autore materie bar www.pret.com www.leparadisdufruit.fr 42 Proseguendo la serie di articoli, riferiti al cambiamento del bar e dell’approccio che il consumatore ha nei suoi confronti, mi preme sottolineare quanto sia importante conoscere alcuni passi del marketing internazionale. Una delle prime regole recita: “Il marketing non è una battaglia di prodotti, è una battaglia di percezioni”. Applicandola al bar, deduciamo che dobbiamo generare appeal e percepire ciò che il cliente desidera. Per capirlo basta guardare la tv, che di soddisfazione del pubblico se ne intende, e vedere quanti programmi e spazi sono dedicati al cibo di qualità e al benessere. Il bar deve avere idee e personalità atte ad essere identificato nel suo comparto. I bar intesi come generici “ovvero all’italiana” sono circa 170.000, quanti di questi sono simili? O addirittura identici? Ecco la prima soluzione del marketing: la diversità, creare nuovi format e avvicinare più consumatori di diverso target, interessati e affascinati a nuovi generi di ristoro e conforto. Alcune proposte sul format scaturiscono dal prodotto prevalente che si desidera vendere. Ad esempio la focacceria, da proporre in modi diversi e in diverse farciture da asporto e da aperitivo, abbinata con verdure salumi e formaggi; un wellness bar, attento all’apporto nutrizionale degli smoothy fatti con frutta, verdure e conditi con latticini, te e spezie; la prosciutteria con degustazione comparata di prosciutti ed abbinamenti ai vini del territorio. Insomma le idee, la personalizzazione e la capacità di saper vendere il meglio al miglior prezzo sono alla base del primo passo per combattere crisi e concorrenza. 15 QUATTRO PASSI DI VELLUTO COLORATO dell’ Ufficio Stampa di Aibes Coordinate in sede Nazionale Milano: [email protected] www.aibes.it tel. 02 29401685 42 Di Luca Picchi, fiduciario A.I.B.E.S. Sezione Toscana 16 Smooth, smoothee, smoothie, smoothy. Evoluzione calligrafica di una parola americana che risale all’inizio del 900. In un vocabolario del 1904 si specificava che la parola smooth-tongue riferito ad un uomo, era sinonimo di persona convincente, complimentoso, dalla parola fluente e competente, ma anche un uomo che corteggiava una donna in maniera suadente e melliflua. Tale parola successivamente fu usata nel commercio per dare immagine ai prodotti e così la Adler Company of Connecticut nel 1932 utilizzò la parola smoothie per una linea di abbigliamento e negli anni Cinquanta fu chiamata così una vernice per motori dalla consistenza “setosa”. Il termine smoothy fu utilizzato in campo alimentare dalla Bowey’s Incorporated of Indianapolis – Indiana che etichettò così una densa e cremosa salsa di cioccolato. Tutto questo ci fa capire gli altri significati della parola smoothy: liscio, piano, omogeneo, fluente, scorrevole, gradevole, vellutato, denso, cremoso, setoso, compatto…un po’ le caratteristiche dei cocktail di cui parliamo oggi. Frutta gelata, succo di frutta, ghiaccio: questi i tre semplici ingredienti della ricetta domestica del primo smoothie. Altro elemento essenziale è il frullatore o meglio il blender, cioè quella macchina elettrodomestica casalinga o professionale che ha determinato il nascere e il diffondere di questo cocktail. Il primo progetto di frullatore a mano risale agli anni Venti ad opera di un certo Poplawsky della Stevens Elettric, ma il vero blender elettrico apparve sul mercato nel 1937: il Miracle Mixer della Waring Products (Fred Osius). Nel giro di 15 anni questo strumento, favorito dalla diffusione della TV in America (1949) e dalla pubblicità, divenne un elettrodomestico indispensabile di ogni casa: si chiamava Vita-Mix. L’industria del ghiaccio e frigorifera in quegli anni era ormai consolidata e popolare e questo ulteriore fatto determinò la facile diffusione dello smoothie. Quindi il drink nasce analcolico e a base solo di frutta, riprendendo una tradizione di bevande sudamericane a base di frutta esotica e in contrapposizione ai diffusi milkshake fatti col latte a cui alcuni erano intolleranti. Un grosso input fu dato dal movimento Hippie negli anni Sessanta la cui filosofia ammetteva l’uso di sostanze stupefacenti, ma aberrava l’uso dell’alcool visto come “la bevanda dei vecchi, dei genitori”. Questa corrente giovanile che aveva le sue radici nell’Hipster, movimento della beat generation legato al Jazz, beve- va solo cose naturali e in particolare gli smoothie, generando sia nella West che nella Est Coast il proliferare di restaurant, smoothie and juice bars. Nel 1973 in Louisiana nacque il primo locale dedicato esclusivamente alla vendita di succhi di frutta naturale e smoothie: lo Smoothie King di Steve Kuhnau. In breve tempo divenne un marchio diffuso in tutti gli USA e molto imitato. Se fino ad allora nei listini di bar e ristoranti lo smoothie era sotto la parola dessert, adesso prendeva un’altra destinazione; diventava in base agli ingredienti, un drink rinfrescante, nutriente, dissetante, energizzante, salutare. Perfettamente in linea con la nuova coscienza salutistica del popolo statunitense negli anni Settanta/ Ottanta il modo di bere analcolico aggiungendo frutta fresca e vitamine, determinò il consolidamento sul mercato della bevanda e del suo indotto. Negli anni Novanta nelle ricette di certi smoothie apparve anche l’alcool o lo yogurt, ricco di fermenti lattici attivi, oppure il gelato o la crema di latte per aggiungere cremosità. Alla fine del secolo scorso un grande fermento nacque attorno ad un tipo particolare di frutta molto rara ricca di anti-ossidanti e dalle preziose proprietà dermatologiche e salutari: i superfruits. La loro popolarità fu lanciata dall’uso di queste sostanze totalmente naturali da parte delle star di Hollywood e dal famoso dott. Nicholas Perricone (2005). Questa frutta come acai, acerola, aronia, baobab, frutti di bosco, miracle fruit e melagrana è usata in cosmetica ma fa parte anche di una linea di super smoothie adatti a diete e cure di “ringiovanimento” che spiccano nei ricchi listini di alcune beauty farm. In America questo è un mercato da svariati milioni di dollari e probabilmente sarà anche la nuova frontiera del bere miscelato di un settore sempre in via di evoluzione che riguarda particolari SPA o centri benessere dove la figura del barman si avvicina sempre di più a quella dell’erborista e dell’alchemico. Durante il Regionale, svoltosi al Lido delle Nazioni, ha trovato spazio – ciliegina sulla torta! – la selezione di Miss Italia con l’elezione di Miss Aibes, destinata di diritto alle prefinali di Montecatini. La selezione ha visto la partecipazione di circa 35 ragazze provenienti da tutta la Regione Emilia Romagna ed ha riscosso (come da previsione) molto successo. La manifestazione si è conclusa con la promessa di ripetere l’evento in altre manifestazioni future di Aibes. CINÉ RICCIONE 2012 GIORNATE ESTIVE DEL CINEMA Ennesima manifestazione a carattere nazionale con la presenza di Aibes. Dal 25 al 27 giugno si è svolta nella splendida location del Palas di Riccione, situato nel pieno centro del Viale Ceccarini, la seconda edizione della manifestazione Ciné Giornate del Cinema 2012. Promossa da Anica, Anec e Anem, associazioni che raggruppano le più importanti case cinematografiche e tutte le multisale cinematografiche italiane, la manifestazione ha visto l’accredito di circa 2000 persone nei tre giorni dell’evento. Il fiore all’occhiello della manifestazione è stata la realizzazione della “Terrazza Mediaset Premium”, la nuova location di Ciné, splendidamente arredata da Inemotion, luogo di incontro tra la stampa, i talent e tutti gli addetti ai lavori e dove si sono gustati anche simpatici aperitivi grazie al supporto e patrocinio di Aibes (Associazione Italiana Barmen e Sostenitori) oltre che delle aziende intervenute: Pepsi, Cesarini Sforza, Perrier, Conserve Italia “ Apè e Derby”, Fabbri 1905, Birra Forst - Kaiserwasser, Fun Food Italia, Frozen Cube, Roberto Castagner con “Fuoriclasse e Aqua 21,Strongbow Gold, Red Bull, Ghiaccio Express, Icydrink. Il tutto supportato dal servizio degli allievi del Centro di Formazione Professionale della Ristorazione Fomal di Bologna. L’accesso alla terrazza era riservato esclusivamente alle autorità, alle case cinematografiche, alla stampa, radio e televisione, agli attori e agli ospiti. Nell’occasione sono stati organizzati degli appuntamenti fissi a parte, il buffet dell’inaugurazione, tutti i giorni aperitivo alle ore 12.30, break pomeridiano alle 16:30 ed aperitivo serale alle 19.30. Naturalmente tutte le interviste ai personaggi intervenuti avvenivano nella sala stampa allestita in terrazza. Ecco alcuni nomi celebri presenti: Scamarcio, De Sica, De Luigi, Brignano, De Laurentis, il cast al completo del film I Soliti Idioti, Bisio, ecc..Grazie di cuore dalla Cineventi e arrivederci all’anno prossimo! 42 REGIONALE SEZIONE EMILIA ROMAGNA SAN MARINO E FRIULI VENEZIA GIULIA 17 I CONCORSI REGIONALI A.I.B.E.S. I concorsi A.I.B.E.S. sono da sempre il cuore pulsante della vita Associativa. Il 2012 è stato un anno ricco di successi e soddisfazioni. Hanno partecipato ai concorsi oltre 1.000 soci su tutto il territorio nazionale, riscuotendo un grande successo. Particolare ringraziamento è sempre rivolto a tutti i Soci Sostenitori AIBES che, con il loro prezioso contributo, rendono possibile una tradizione che si ripete ormai da decenni. Il momento storico che viviamo ci ha imposto dei cambia- menti sostanziali ed ha fatto in modo che quelli che erano dei momenti di incontro tra soci, si siano evoluti in meeting di richiamo nazionale. Questa particolare connotazione dinamica e commerciale è resa possibile dalla sempre brillante gestione di Aibes Promotion SrL. Le competizioni hanno visto trionfare 134 concorrenti, che si scontreranno nella finale Nazionale del 5/7 Novembre p.v. presso il Grand Hotel Vesuvio di Sorrento. Di seguito i finalisti nazionali: Categoria Amici dell’A.I.B.E.S. Categoria Emergenti Categoria A.I.B.E.S. Domani Categoria Pre Dinner Categoria After Dinner SEZ. PUGLIA/ BASILICATA Antonio Papagni Mario Romita Luigi Tagliente Fabio Bacchi / Anna Maria Grassi Camillo Tagliente / Tommaso Colonna / Giovanni Sanasi Nino Nassisi SEZ. SANREMO Davide Lanteri Ramona Perilli Marco Cagliero Igor Tuliach Danilo Zunino Fabio Rossano SEZ. CALABRIA Maristella Scrugli Francesco Luchetta Domenico Scrivo Aldo Piromalli Domenico Polito Gianfranco Iannuzzo SEZ. CAMPANIA Simona Natale Francesco Varnelli Francesco Montesano Giovanni Anselmo / Lucia Buonodonno / Rita Russo / Luigi Gargiulo Giovanni Amato Mattia Savo SEZ. SICILIA Chiara Mascellaro Marika Matera Giuseppe Androcano Sebastiano Belfiore/ Santo Rapisarda Giuseppe La Scala Antonio Platania Natalia Litvinova Quinto Aurelio Stella Rinaldino Scalmana Michele Pedone SEZ. ESTERO Categoria Long Drink Antonino Adriano Sciré / Giuseppe Parrinello SEZ. LOMBARDIA Andrea Nassi Federica Cancelli Mariasole Boccaletti Sem Filippo Alessandro Zana Cristian Morandi SEZ. GENOVA Lara Alpinoli Johara Cappai Matteo Aliberti Valerio Taffuri Marco Viola Damiano Druella SEZ. MARCHE/ ABRUZZO/ MOLISE Loris Di Nardo Paolo Zara Giacomo Ciarlantini Cristian Marozzi Massimiliano Bollettini Giovanni Ausilii Claudia Nulveso Simone Saiu Giuliano Laconi Andrea Balleri Michele Manca SEZ. SARDEGNA SEZ. TOSCANA Nicola D’Arrigo Duccio Ambrogi Gabriele Ibba Andrea Francardi / Elisa Marchini Alessandro Bellucci / Raffaele Morrone / Andrea Aleksi Roberto Assante SEZ. VALLE D’AOSTA SAINT VINCENT Emilie Racobaldo Michela Brancaccio Victor Viquery Ernesto Molteni Giancarlo Bianchedi Luca Angeli SEZ. PIEMONTE Fabrizio Inserillo Marco Carosso Debora Zenevre Patrizia Bega Antonio Marteddu Thomas Deste Gian Nicola Libardi Rudy Casagrande Daniele Strazzabosco Simone Madella Gianni Rebecca Mauro Papitto Rocco Eramo Manuela Forcina / Antonio Pro Angelo Donnaloia / Ugo Barbi Cristian Di Giulio / Alessandro Sant’Arcangelo SEZ. EMILIA Marianna Malorigio Andrea Boschi ROMAGNA REP. SAN MARINO Adriano Quinto Elena Melchiorri Marco Del Bianco Marino Squarzoni SEZ. FRIULI VENEZIA GIULIA Vittorio Tadiello Omar Serino Andrea Scubla Michele Cozzi SEZ. VENETO TRENTINO ALTO ADIGE Carlotta Tedesco Alessia Roselli Francesco Bolzonella 42 SEZ. LAZIO UMBRIA A questi vanno ad aggiungersi i partecipanti al prestigioso premio A. Zola, i partecipanti al premio Barman dell’anno ed i bartender flair. Infatti, da tutta la selezione finale emergeranno i due finalisti per il W.C.C. (World Cocktail Competition) e la F.C.C. (Flair Cocktail Competition): la finale mondiale. I due vincitori saranno i rappresentanti per il Classic Bartender e Flair Bartender nella finale I.B.A. (International Bartender Association) del 2013 che si terrà dal 16 al 20 Agosto a Praga. 18 WE FREE DAYS 2012 – SAN PATRIGNANO 5/6 OTTOBRE 2012 - 5° EDIZIONE Visto il successo ottenuto negli anni precedenti, quest’anno il ‘WeFree Day’ si è svolto in due giornate: venerdì 5 e sabato 6 ottobre. Circa 2000 studenti delle varie scuole italiane si sono incontrati a San Patrignano per trascorrere insieme momenti di scambio, di confronto, di dialogo sul mondo dei giovani. Alcuni di voi conoscono già il progetto ‘WeFree’ per essere stati in visita in Comunità, altri per aver assistito a spettacoli in giro per l’Italia, altri ancora per essere stati al ‘WeFree Day’ nelle edizioni passate. Quindi sapete che WeFree vuol dire “noi liberi”. Noi pensiamo che essere liberi significhi vivere, amare, divertirsi senza che nessuna sostanza condizioni il nostro modo di essere o di sentire. E per dimostrarlo tutti insieme abbiamo creato il ‘WeFree Day’ che quest’anno è diventato ‘WeFree Days’: giornate in cui gli spettacoli teatrali si sono incrociati con i forum, il ballo con il canto, e la voglia di confrontarsi su temi importanti ci ha permesso di incontrare personaggi famosi e anche moltissime realtà provenienti da ogni parte del mondo. Il ‘WeFree Days’ è un evento interamente creato e gestito dai 1300 ragazzi della Comunità, ha luogo all’interno di San Patrignano e si compone di tre spazi principali: Forum, Theatre, Experience. Il primo è uno spazio d’approfondimento che ha proposto sotto forma di tavole rotonde i seguenti temi: ‘La normalità della droga: opportunità educative e percorsi drug-free’ ed ‘Emozione e informazione: nuove strategie per contrastare il consumo di droga’. Durante le giornate sono stati proposti altri momenti di approfondimento, più specificamente mirati al mondo giovanile, che pren- dono il nome di ‘Forumio’, spazi dedicati all’incontro e all’ascolto, dove personaggi del mondo della letteratura, dello spettacolo e delle istituzioni insieme alle Experience hanno dibattuto con i partecipanti alla giornata su diversi temi di rilievo sociale. Tra i relatori il presentatore Pippo Baudo, l’ex calciatore Paolo Maldini e il regista Giuseppe Tornatore. Nell’auditorium della comunità sono andati in scena le rappresentazioni di ‘Fughe da Fermi’ e ‘Ragazzi Permale’, gli spettacoli teatrali della Comunità di San Patrignano che rientrano nel progetto di prevenzione We Free. Grande successo per l’area dedicata alla Discoteca No Alcol, dove i Barmen Aibes, supportati dagli allievi del C.F.P. Fomal Bologna e coordinati dal Consigliere Nazionale Giusseppe Riviera, dal Fiduciario Sezione Emilia Romagna Repubblica San Marino Valentino Bolognese e dal responsabile A.I.B.E.S. della Provincia di Rimini Marco Del Biano, hanno offerto ai tutti gli intervenuti drink famosi elaborati in versione analcolica: ‘Sex on the beach’, ‘Mojito’ e ‘Passion fruit’. Un grazie alle aziende che hanno omaggiato i prodotti per l’evento: Fabbri 1905; Conserve Italia; Derby-Yoga; Pepsi; Ghiaccio express. Per concludere un grazie alla Presidenza Aibes, come sempre vicina ai problemi dei giovani, e al Fomal Bologna nella persona del Direttore Dott.ssa Federica Sacenti e i suoi collaboratori. SPORT DAYS 2° EDIZIONE DAL 26 AL 28 OTTOBRE 2012 Organizzata dal Coni in collaborazione con Rimini Fiera, Sport Days ritorna nel 2012 con la seconda edizione e nuovi format. Unica fiera in Italia che riunisce in un’unica sede l’intero movimento sportivo, con l’obiettivo di creare nuove opportunità di promozione e comunicazione per il grande pubblico, presentare attività e calendari degli Organismi Sportivi, offrire corsi per la formazione e l’informazione degli operatori del settore, fornire nuove occasioni di comunicazione alle aziende che investono nello sport. Per la 2° edizione Aibes sarà presente a questa importante manifestazione, naturalmente il supporto verrà dato dalla Sezione Emilia Romagna Repubblica di San Marino in collaborazione con gli allievi del C.F.P. Fomal Bologna. Questo a testimonianza che Aibes continua la sua attività di supporto alle manifestazioni più importanti svolte sul territorio Nazionale, in collaborazione con le più importanti organizzazioni Nazionali.Saranno presentati drink a basso tenore alcolico e drink analcolici, specialità di caffetteria adatti per lo sport, come il Cornetto Wellness, una specialità presentata dalla Cucina Wellness. Aibes si avvicina così allo Sport con la S maiuscola per comunicare che, anche nel campo sportivo, la parte beverage è molto importante così come l’alimentazione e quindi bere bene e con moderazione e conoscenza di ciò che si beve è sempre importante, sia che i nostri drink vengano preparati con o senza alcol. Come sempre “AIBES E SAI COSA BEVI…”. Si ringraziano le seguenti aziende: Frozen Cube; Sirman; Conserve Italia “Derby-Yoga”; Fabbri 1905; Ghiaccio Express; Caffe’ Hausbrandt La Spaziale Macchine Caffe’; Pepsi; Strong Bow Gold; Red Bull; Maxcommunication; Paron Arredamenti; “Inemotion”; Esseciplast. 42 Conoscere, praticare, investire nello sport 19 L’ANGOLO DEI VINI di Luigino Bruni Sommelier professionista e docente Superiore (IIS) Panzini di Senigallia 42 CARNI MACINATE E VINO 20 Nella gastronomia nazionale e internazionale la carne macinata è da sempre presente in maniera considerevole, basti pensare all’hamburger. Non è noto a tutti che qualsiasi taglio di carne si può macinare e che, inoltre, si possono unire tra loro tipi diversi di carne macinata, anche se il taglio più diffuso, il macinato per antonomasia, è ovviamente quello ricavato dal manzo a causa delle sue caratteristiche organolettiche. Con le carni macinate possiamo realizzare una grandissima varietà di ricette. I ripieni per pollo e coniglio e quelli per paste e verdure sono le categorie più articolate, ma con i macinati di carne si possono ottenere anche dei salumi squisiti e degli ottimi ragù. Due sono comunque le preparazioni principali della cucina internazionale: l’hamburger e il filetto alla tartara. Tralasciamo l’hamburger che, pur essendo un prodotto ormai di fama mondiale, non è tipico del Bel Paese e focalizziamo l’attenzione sulla seconda preparazione. Il filetto alla tartara è caratterizzato dalla presenza di uovo, Worchestershire sauce, senape, acciughe, capperi, cetriolini, cipolla, aglio, cognac, olio, Tabasco, Ketchup, sale e pepe. Questo piatto, vista l’intensità olfattiva e gustativa, richiede un vino bianco possibilmente giovane, morbido, con un buon bouquet aromatico, fresco di acidità, come un Soave Superiore DOCG o un Collio Sauvignon. Passando in rassegna i salumi ottenuti con la carne macinata, potremmo porre l’attenzione alla mortadella di Bologna IGP, realizzata con carne suina, a cui abbinerei un Colli Bolognesi Sauvignon, un Prosecco di Valdobbiadene o un vino morbido, delicatamente tannico, fresco e piacevolissimo al naso come il “Solo” Marche rosso IGT, un Sangiovese in purezza dell’azienda Dezi. Sempre tra i salumi, una nota importante la merita la salama da sugo che accompagnerei con un ottimo Lambrusco di Sorbara o una Bonarda dell’Oltrepo, vini vivaci, di buona acidità con delicati profumi a bacca rossa. Nella mia regione, le Marche, è consuetudine riempire pollo e coniglio con una farcitura che si prepara utilizzando pan grattato, uova e macinato misto. Al coniglio assocerei il Verdicchio Di Gino di Fattoria San Lorenzo; mentre al pollo la Lacrima di Morro d’Alba di Vicari. A lasagne e cannelloni, ripieni di carne macinata e a volte preparati con l’aggiunta di besciamella e/o formaggi, accosterei invece un buon Rosso di Montalcino. Agli agnolotti col “Plin” o pizzicotto, ripieni di carne di coniglio, vitello, maiale, cotti solitamente in brodo o conditi con il classico sugo dell’arrosto, è inevitabile abbinare un Dolcetto di Dogliani o una Barbera d’Alba. Parlando di carne macinata non possiamo dimenticare una delle nostre glorie nazionali: i tortellini di Romagna, ripieni di carne macinata di cappone, lonza e petto di tacchino, serviti sia in brodo sia al ragù. L’ottima produzione vinicola romagnola ci consente senza forzature di proporre abbinamenti regionali: per quelli in brodo ci si può orientare su un Trebbiano di Romagna, mentre per quelli asciutti al ragù, conditi con una buona spolverata di parmigiano, meglio un rosso di buona struttura con una buona base olfattiva come un Sangiovese di Romagna. Come non rivolgere lo sguardo alle classiche tagliatelle al ragù? Ben si abbinano a vini rossi leggeri e piacevoli, come una Freisa delle Langhe o il Cerasuolo di Vittoria. È bene ricordare, inoltre, uno dei prodotti altotesini più noti, i canederli, preparati nella loro versione più tradizionale con pane, speck e formaggio, che ben si sposano ad un Marzemino, a un Teroldego o comunque ad un vino rosso giovane piuttosto aromatico, morbido, fresco di acidità, poco tannico e abbastanza caldo di alcool, come l’Alto Adige Santa Maddalena. Come già accennato in precedenza, si possono riempire anche verdure come zucchine e melanzane con una farcia di carne macinata di polpa di manzo, pane, parmigiano, odori, uovo e olio extravergine da olive, che abbinerei ad un Franciacorta Brut. Imperdibili sono le olive “all’ascolana” (farcite anche di carne), mangiate sorseggiando dell’Offida Passerina Brut. Ma la felicità, come ci ricorda Albano nella sua storica canzone, si raggiunge con un semplice ma eccezionale panino con salsiccia, unito ad un bicchiere di rosso giovane o ad un buon Verdicchio. Provate a fare anche della carne magrissima di manzo al coltello o macinata grossa con un pizzico di sale, una goccia di limone, olio extravergine da olive; ottimo è l’abbinamento con un Nebbiolo d’Alba. Non dimentico di citare, in conclusione, le classiche “polpette di carne”, presenti in tutto il territorio italiano, tanto amate dai bambini quanto dai grandi; sono però realizzate in mille modi, diversissimi tra loro, e quindi non posso indicare nemmeno un abbinamento generico. BEVUTI PER VOI / TASTED FOR YOU IL VINO IDEALE PER IL “MC TUFO BURGER” THE IDEAL WINE FOR THE “MC TUFO BURGER” Two years ago, Michele of the Ristorante La Grotta di Tufo came up with the idea for a new recipe as an alternative to a pizza for unwinding on a Sunday evening: the “Mc Tufo Burger”. Two hundred grams of ground beef fillet from the Marche region, served with butter bread, braised onion, fresh tomato, crisp pork cheek, potato chips and sauces. Obviously, diners can choose just how they want they burger cooked, from well done to dripping with blood. A simple dish that is universally well known and well loved by young and old alike, which goes perfectly with a beer, an easy drinking red, a still white – such as a Maule Garganega – or a natural sparkling wine. The wine I’ve chosen is Brut Contadino, a Metodo Classico sparkling wine produced in Summonte by the winemaker Ciro Picariello, whose legendary Fiano d’Avellino has already earned him widespread applause. The grapes are harvested slightly early to keep the fruit itself firm and crisp, and preserve its delightful acidity. The second fermentation in the bottle occurs naturally without the use of selected yeast strains or chemical additives. The bottle is kept upside down because Brut Contadino is produced without dégorgement. The winemaker made this decision because, by not opening the bottle for dégorgement, it is not necessary to add more sulphites, and the integrity and purity of the wine are preserved. The consumer can decide for him or herself whether to disgorge the wine themselves to remove the lees, or to drink it with the yeast in suspension. At first, the bouquet reveals fresh notes, with an immediate burst of pink grapefruit, but then changes, with smoky, almost peaty sensations. On the palate, the wine is very fine and very dry with a superb cleanliness, while, true to its territory, the body clearly reflects the volcanic nature of its origins. A fresh but distinctly present acidity makes this an inviting wine to drink young, but also suggests leaving it in the bottle for a few years to age. di Giovanni Di Stanislao Maître al ristorante La Grotta di Tufo, (PU) TC 12 Denver, Sirman 42 Due anni fa nasceva, da un’idea di Michele, un nuovo piatto pensato per la domenica sera come alternativa ad una pizza defaticante: “il Mc Tufo Burger” del Ristorante La grotta di Tufo. Duecento grammi di filetto marchigiano macinato, servito con pane al burro, cipolla stufata, pomodoro fresco, guanciale croccante, patatine fritte e salse. Ovviamente è possibile scegliere la cottura della carne: ben cotta o grondante sangue? Piatto semplice, conosciuto e amato da tutti, grandi e piccini, che si accompagna ad una birra, ad un rosso di facile beva, un bianco naturale, come ad esempio la garganega di Maule, oppure una bollicina naturale. Il vino in questione si chiama Brut Contadino, vino spumante metodo classico, coltivato a Summonte dal vignaiolo Ciro Picariello, apprezzato e stimato fino ad ora per il suo proverbiale Fiano d’Avellino. L’uva è vendemmiata con leggero anticipo per preservare il frutto croccante e mantenere la sua piacevole acidità. La seconda fermentazione in bottiglia avviene in maniera naturale senza lieviti selezionati e additivi chimici. La bottiglia è tenuta capovolta perché il Brut Contadino non è stato sboccato. Questa decisione è stata presa in quanto non sboccando si evita di dover aggiungere altri solfiti, preservando così l’integrità e la purezza del prodotto. Sarà poi chi lo beve a decidere, al momento del consumo, se sboccarla per espellere i lieviti oppure berla al naturale con i lieviti in sospensione. I profumi sono freschi, da subito pompelmo rosa, poi il vino cambia e dirotta dando sensazioni affumicate quasi torbate. Molto fine e secchissimo, in bocca rivela grande pulizia, fedele al territorio, la struttura rispecchia appieno la sua origine vulcanica. L’acidità fresca, ma molto presente, invita a berlo giovane ma suggerisce di attenderlo in bottiglia per qualche anno. 21 CUCINA MODERNA / THE MODERN KITCHEN I MACINATI DI CARNE AL MICROONDE di Paolo Rossetti Chef e docente all’Istituto Panzini di Senigallia W8 40, Sirman 42 Panasonic NE 1880, Sirman 22 Come ben sappiamo alcuni tipi di carne non si adattano alla cottura a microonde, soprattutto quelle molto dure, ricche di tendini, nervature e collagene; o meglio richiederebbero molto tempo con potenze basse, ma a quel punto decade la velocità di esecuzione alla quale un microonde professionale ci ha abituati. In questo numero dove si parla di macinati di carne la cottura a microonde ritorna protagonista anche nelle carni. Vediamo alcuni suggerimenti per ottenere buoni risultati. Carni bianche: per tutte le preparazioni dove è richiesto la componente macinata di carni bianche si procede con un cutter con vasca ghiacciata alla lavorazione di tutte quelle carni bianche tipo coscia di tacchino, pancia di vitello, muscolo di maiale e componente magra della spalla, aggiungendo aromi e condimenti a piacere, bianco d’uovo per legare o bianco di pan carré ammorbidito nel latte per alleggerire e rendere meno compatto, qualche cubetto di ghiaccio protegge da eventuale principio di riscaldamento. Per ottenere più uniformità nella cottura e allungare la vita del prodotto è bene passare questo preparato in campana sottovuoto in modo da togliere tutto l’ossigeno che ha incamerato durante la fase di preparazione. Per la cottura si possono fare monoporzioni o pezzi interi, in guazzetto al cartoccio con carta da forno o semplicemente chiuso in contenitori non metallici, dopo averli conditi secondo abitudine. Vale la pena citare la cottura al cartoccio in carta da forno, in quanto - se pennellata con burro o olio - dona alla superficie della preparazione un aspetto dorato. Lo stesso procedimento va usato anche per le carni rosse, avendo l’accortezza che, essendo più fibrose, meglio ammorbidire più con ingredienti non leganti ed evitare il tuorlo d’uovo in quanto tende a indurire e scurire il prodotto finale. Per i tempi di cottura, per coloro che sono meno esperti in materia è bene, una volta capito di che potenza dispone il forno, partire a potenza massima per un primo impatto iniziale fino a rendere tiepido il composto, poi scendere di potenza in modo da evitare che il prodotto non abbia a che bollire o sfaldarsi per effetto del calore che si forma all’interno, quando trattasi di potenze elevate. Non deve comunque creare apprensione per i tempi, in quanto trattandosi di macinati di carne, anche se il prodotto viene cotto di più, può solo asciugarsi ma non perde in qualità. Ricordo sempre alcuni parametri da tener presente quando si usa il microonde: nella cottura la potenza resa più è alta, più qualità si ha in cottura e, più magnetron ci sono più questi danno uniformità di calore nel cibo. COOKING MINCED MEATS IN THE MICROWAVE As we all know, some types of meat are not suitable for cooking in the microwave – especially meats that are tough, very sinewy and high in collagen – or, at any rate, need such long cooking times at low powers that they defeat the whole point of using the professional microwave for the speed we have all become accustomed to. In this issue on minced meats, however, the microwave gets a chance to prove itself as a valid tool for cooking meat as well as other foods. Here are a few guidelines to make sure you get the best results possible. White meats: for all recipes calling for minced white meat, prepare the mince – using a cutter with an iced bowl – from meat such as turkey thigh, veal belly or lean pork shoulder, adding herbs, spices and seasoning to your preference, egg white to bind or sliced white bread softened in milk to lighten the mixture, and a few ice cubes to prevent the meat from warming. To ensure more even cooking results and to maximise the lifespan of the product, I recommend using a vacuum dome to remove all the oxygen incorporated into the meat during preparation. Cook in singe portions or as whole batches, either with sauce in oven paper, or simply sealed in a non-metallic container, after seasoning as preferred. A good tip when cooking in oven paper is to brush the paper itself with butter or oil. This gives the surface of the meat a golden brown colour once cooked. The same method can be used with red meats. As these meats are more fibrous, however, rather use non-binding ingredients to soften and avoid using egg yolk, which tends to make the finished result tougher. Regarding cooking times – as a general rule for beginners with this cooking method, after determining the power of the microwave you’re using, start from the highest power setting to rapidly warm the mixture through, then reduce the power (especially when dealing with a high power oven) to prevent the mixture from boiling and from breaking up in lumps due to excessive temperatures forming within. Don’t worry about overcooking with mince – longer cooking times will merely dry the meat out more, but are not detrimental to quality. As always, remember the following rules when cooking with the microwave: higher oven powers will always give better quality cooking results, while the more magnetrons an oven has, the more evenly the food heats up. I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS 42 di Stefano Baiocco Executive chef di Villa Feltrinelli, a Gargnano (BS) 24 Il Manzo Piemontese Piedmontese Beef Battuto al coltello; sale , pepe ed olio di Gargnano, Sbrisolona al parmigiano e tocchi di acidità. Tartare-style beef with salt, pepper and Gargnano olive with a Parmesan Sbrisolona crumble and a sour creamed sauce. Fassona Piemontese (parte della coscia) Sbrisolona al Parmigiano: 150 g farina 200 W, 100 g Parmigiano Reggiano, 100 g burro pomata, 50 g farina di nocciole, 2 tuorli d’uovo Crema acida: 150 g shibazuche, 50 g miso, 300 g acqua, 1,2 g agar Chips di patate viola Germogli ed erbe Piedmontese Fassona beef (leg) Parmesan “Sbrisolona” crumble: 150 g 200 W flour, 100 g Parmigiano Reggiano, 100 g creamed butter, 50 g hazelnut flour, 2 egg yolks Sour creamed sauce 150 g Shibazuke pickle, 50 g miso, 300 ml water, 1.2 g agar Purple potato chips Sprouts and herbs Preparare la crema acida mixando l’acqua con lo shibazuche e la pasta di miso dolce (reperibili in negozi specializzati); lasciare infusionare per una notte in frigorifero. Passare il tutto e legare con l’agar. Per l’impasto sbrisolona, amalgamare tutti gli ingredienti senza impastarli troppo: il composto dovrà risultare un po’ “grossolano”. Cuocere in stampi in silicone per circa 8-10 min in un forno statico a 175 °C. Battere al coltello la coscia di Fassona e condirla semplicemente con sale Maldon, pepe bianco ed olio extravergine di oliva (io utilizzo un delicatissimo olio di Gargnano). È importante non servire la carne fredda; solo a temperatura ambiente rilascerà tutti i profumi. Dressare la carne su un piatto da portata con sotto la sbrisolona, adagiare la chips di patate viola accanto alla carne; condire ulteriormente con alcuni spuntoni di crema acida, zeste di limone e germogli (foglie e fiori di oxalis, sedano, spinacino e denti di leone). Prepare the sour creamed sauce: mixing the water with the sweet miso paste (available in specialised shops), leave in the refrigerator overnight to infuse, sieve then thicken with the agar. Prepare the ‘sbrisolona’, mixing all the ingredients loosely to the same consistency as a dough for making a crumble. Bake for approximately 8-10 minutes at 175 °C in a static oven. Mince the Fassona beef leg with a knife and season simply with Maldon salt, white pepper and extra virgin olive oil (I use a very delicate oil from Gargnano). Don’t serve the meat cold – it must be at room temperature to bring out all of its it aroma and flavour. Arrange the meat on the plate on a piece of the sbrisolona crumble, place the purple potato chips next to the meat, dress with a few dollops of the sour sauce then garnish with lemon zest and sprouts (sorrel leaves and flours, celery sprouts, spinach sprouts and dandelion sprouts). I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS IL MACINATO “ALLA CALABRESE” Il macinato può essere utilizzato per molte diverse preparazioni. Quando la carne viene sminuzzata è più soggetta all’attacco di germi e, pertanto, più facilmente alterabile, motivo per cui dovrebbe essere consumata subito o, al massimo, entro un paio di giorni. E’ consigliabile congelarla, se la si vuole conservare fresca, oppure, se viene utilizzata, per esempio, per preparare un sugo alla bolognese meglio precuocerla leggermente in modo che si conservi per più giorni. L’ideale è confezionarla sottovuoto cosicché, sigillata, si conserva fino a 5 giorni in frigorifero a 5 gradi. Saccottini al macinato di suino nero di Calabria, polpettine al dragoncello e salsa di broccoli MINCED PORK “ALLA CALABRESE” Minced meats can be used for several cooking preparations. When meat is minced, the muscular fibres are broken up, exposing the inner substance of the meat itself to air. This makes minced meats more prone to bacterial contamination and more perishable, and they must therefore be consumed either immediately or within a couple of days. To keep it in its original fresh condition, mince should preferably be frozen, whereas, if you intend to use it soon – to make a Bolognaise sauce, for example – it may be kept for a few days if lightly pre-cooked. Ideally, vacuum-seal the mince, in which case it can be kept for up to five days in the refrigerator at 5 °C. di Luigi Ferraro Executive Chef Ristorante Café Calvados di Mosca, www.cafecalvados.ru Pasta parcels filled with minced Nero di Calabria pork, meatballs with tarragon, and broccoli sauce Ingredients (serves 4): Per i saccottini: 100 g semola; 100 g farina 00; 4 tuorli d’uovo; 5 g olio extravergine; q.b.sale. Impastare il tutto e far riposare per circa 30 minuti sottovuoto, dopo stendere la pasta e formare i saccottini. Per il ripieno: 20 g olio extra vergine; 40 g cipolla rossa di Tropea; 50 g vino rosso; 3 g rosmarino e timo; 30 g pecorino del Pollino; q.b. sale e pepe. Far imbiondire la cipolla con l’olio e aggiungere la carne, far rosolare per bene la carne fino ad ottenere un bel colore scuro e sfumare con il vino rosso, far evaporare e condire con sale, pepe, rosmarino e timo, far raffreddare e aggiungere il pecorino grattugiato. Riempire con una parte della farcia i saccottini e l’altra parte usarla per metterla al centro del piatto. Per le polpettine: 100 g di macinato di suino nero; 5 g dragoncello; 1 g aglio; 10 g pane bianco; 1 uovo di quaglia; q.b. sale e pepe. Impastare il tutto e formare delle piccole polpettine da friggere prima di comporre il piatto. Salsa di broccoli: 10 g olio extra vergine; 20 g scalogno; 3 g aglio; 100 g broccoli; 100 g brodo vegetale; 2 g timo; q.b. sale e pepe. Far imbiondire con l’olio lo scalogno e l’aglio, poi aggiungere i broccoli ed il timo, far rosolare per benino e coprire con il brodo, regolare di sale e pepe, far cuocere per circa 15 minuti e frullare il tutto. Per la composizione: Disporre la salsa di broccoli alla base del piatto, al centro formare un piccolo tortino di macinato di carne ed intorno disporre i saccottini, le polpettine, i pachini disidratati, il tartufo nero e i broccoli, completare con basilico fritto, erba cipollina ed un filo di olio extravergine. For the pasta parcels: 100 g durum wheat semolina; 100 g ‘00’ flour; 4 egg yolks; 5 g extra virgin olive oil; salt to taste. Mix the ingredients, vacuum-seal and leave to rest for approximately 30 minutes, then roll out the pasta and form the parcels. For the filling: 20 g extra virgin olive oil; 40 g Tropea red onions; 50 ml red wine; 3 g rosemary and thyme; 30 g Pollino pecorino; salt and pepper to taste. Lightly brown the onion in oil. Add the meat, sauté thoroughly until deep brown, then deglaze with red wine. Evaporate off the liquid then season with salt, pepper, rosemary and thyme. Turn off the heat and leave to cool, then add the grated pecorino. Use part of the mixture to fill the parcels – the remainder will be arranged in the centre of the plate. For the meatballs: 100 g minced Suino Nero pork; 5 g tarragon; 1 g garlic; 10 g white bread; 1 quail egg; salt and pepper to taste. Mix the ingredients and form small meatballs. Fry just before assembling the dish. Broccoli sauce: 10 g extra virgin olive oil; 20 g shallot; 3 g garlic; 100 g broccoli; 100 g vegetable stock; 2 g thyme; salt and pepper to taste. Gently brown the shallot with the garlic in olive oil. Add the broccoli and the thyme, sauté well then cover with stock. Season to taste with salt and pepper, cook for approximately 15 minutes, then blend. Assembly: Pour a puddle of broccoli sauce in the plate. Form a small terrine of minced meat in the centre, then surround the terrine with the pasta parcels, meatballs, dried Pachino cherry tomatoes, black truffle and broccoli, and finish with fried basil, chives and a drizzle of extra virgin olive oil. Eldorado, Sirman 42 Ingredienti per 4 persone 25 I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS Polpettine di bufalo fritte con crema di mozzarella di Giuseppe Daddio Executive chef Ristorante Locanda delle Trame, Vaccheria di San Leucio (CE) Ortolina, Sirman Kiro, Frullatore immersione di Paolo Antinori Chef Hotel Fortino Napoleonico Ingredienti per 6 persone Per le polpettine di bufalo: Fesa di bufalo Annutolo g 250; pane bianco g 100; pecorino grattugiato g 30; Parmigiano grattugiato g 20; olio extra vergine di oliva q.b.; sale e pepe q.b.; profumo di limone q.b.; erbette fresche q.b. Per la panatura: farina, uova e pane grattugiato q.b. Per la crema di mozzarella: mozzarella fresca di bufala g 300; liquido di governo q.b.; sale e pepe q.b.; olio extra vergine di oliva q.b.; basilico fresco rosso q.b. Procedimento: Per le polpettine di bufalo: Tritare la fesa di bufalo annutolo, ricavando una poltiglia. Raffinare il pane bianco morbido con una mandolina grattugia, l’olio extra vergine di oliva, buccia di limone, sale e pepe. Formare tante piccole polpettine. Aggiungere i formaggi grattugiati, le erbette fresche, impanare e friggere. Per la crema di mozzarella: Frullare a freddo la mozzarella tagliata a pezzetti, aggiungere il liquido di governo, sale e pepe bianco. Riscaldare a 85° C, emulsionare con l’olio extra vergine di oliva mixando con il frullatore a immersione e tenere da parte. Per l’assemblaggio del piatto: Posizionare su un piatto fondo la crema di mozzarella, adagiare sopra le polpettine di bufalo e per ultimo guarnire con basilico fritto. Per conoscere il calendario dei corsi professionali To view the 2012-2013 calendar of professional edizione 2012-2013 di Dolce e Salato, Istituto di formazione professionale di cucina courses organised by the “Dolce e Salato” professional cookery and patisserie training e pasticceria: www.dolcesalatoscuola.com institute, visit the website: www.dolcesalatoscuola.com Ingredients (serves 6) for the buffalo meatballs: 250 g buffalo veal rump; 100 g white bread; 30 g grated pecorino; 20 g grated Parmesan; extra virgin olive oil as required; salt and pepper to taste; lemon zest to taste; fresh herbs to taste. For the breadcrumb coating: flour, egg and breadcrumbs in the quantities necessary. For the mozzarella cream: 300 g fresh buffalo mozzarella; a little of the whey/brine mixture from the cheese, as needed; salt and pepper to taste; extra virgin olive oil as required; fresh red basil to taste. Procedure: For the buffalo meatballs: Mince the buffalo veal rump to a pulpy consistency. Crumb the soft white bread with a mandolin grater, then mix with the meat, together with the extra virgin olive oil, lemon zest, salt and pepper. Form lots of small meatballs. Cover in the grated cheeses and herbs, coat with breadcrumbs then deep-fry. For the mozzarella cream: Cut the mozzarella into small pieces and blend while cold, adding some of the whey/brine mixture the cheese was kept in, and seasoning with salt and white pepper. Heat to 85° C, emulsify with extra virgin olive oil using a hand blender, and set aside for later. Assembly: Pour a puddle of the mozzarella cream in a bowl, arrange the buffalo meatballs on top and garnish with fried basil. I moscioli ripieni di carne macinata Mussels stuffed with minced meat Dalla tradizione contadina dei poggesi (Poggio di Ancona) ho il piacere di elaborare un piatto della tradizione: i moscioli (cozze selvatiche) ripieni di carne macinata. It is my pleasure to reinterpret a traditional dish from the town of Poggio near Ancona: wild mussels (‘moscioli’) stuffed with minced meat. Ingredienti per 4 persone: N° 32 moscioli (cozze selva- tiche); g 80 carne di vitello bianca; g 40 petto di pollo; g 60 mortadella; g 50 polpa di cozze sgusciate; g 50 patate bollite; g 60 mollica di pane raffermo; g 50 panna fresca; g 20 latte; aroma maggiorana; sale, pepe; g 600 salsa di pomowww.hotelfortino.it doro con cipolla filangè. Aprire i moscioli crudi a metà con l’aiuto di un coltello e togliere il bisso. Bagnare la mollica di pane con la panna ed il latte. Tritare al tritacarne con stampo fine la carne, la mortadella, il pane e la patata. Miscelare il trito con gli altri ingredienti, salare e pepare. Riempire i moscioli con un cucchiaino di ripieno e richiudere TC 12-22 Dakota, (se non rimangono chiusi dare un giro di spago). Metterli a cuocere in una casseSirman ruola con la salsa di pomodoro per circa 26 20 minuti. Servire ben caldi. 42 Fried buffalo meatballs with a mozzarella cream Ingredients (serves 4): 32 wild mussels; 80 g white veal; 40 g chicken breast; 60 g Mortadella; 50 g shelled mussel meat; 50 g boiled potatoes; 60 g stale bread with crust removed; 50 g fresh cream; 20 ml milk; marjoram; salt and pepper; 600 g tomato sauce with onions in fine strips. Open the raw wild mussels with a knife and remove the beard. Soak the bread in the milk and cream. Mince the meat together with the Mortadella, the soaked bread and the boiled potato with a meat grinder, using a fine disc. Mix the mince with the other stuffing ingredients, and season with salt and pepper. Fill the mussels with a stuffing spoon and close the shells (tie with a piece of string if they do not stay closed). Cook in a saucepan with the tomato sauce for approximately 20 minutes. Serve piping hot. I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS LA POLPETTA In giro per il mondo conosciuta come hamburger. Nella militanza tra i fornelli ho imparato che i più grandi consumatori di polpetta sono, grazie alle mamme, i bambini, magari con delle patatine fritte. Ecco scattare nella mente del cuoco una domanda: ma perché l’hamburger deve essere così piatto? Nasce dalle reminescenze di gioventù la polpetta fatta a “totem”, in onore dei Pellerossa d’America. Polpetta THE POLPETTA What we know in Italy as the polpetta is known around the world as the hamburger. In my career in the kitchen, I have learnt that the biggest consumers of the polpetta or hamburger, are – thanks to their mums – children who, of course, also enjoy them with chips. But as a chef, I ask myself: why should a hamburger always be flat? So, inspired by my childhood memories, I thought of making a hamburger stacked like a totem pole, in honour of the Native Americans. Ingredienti: di Fabio Momolo Executive Chef, Hotel Metropole, GB Hotel, Abano Terme (PD) Polpetta Macinato misto di manzo e vitello g. 300; pane da tramezzini g. 50; albume d’uovo g. 20; sale e pepe q.b.; panna fresca g.30; zucchine g. 50; lattuga g. 60; pomodorino g. 40; mais g.20; pane al sesamo n° 1; Agar agar Ingredients: 300 g mixed beef and veal mince; 50 g sliced white bread; 20 g egg white; salt and pepper to taste; 30 g fresh cream; 50 g courgettes; 60 g lettuce; 40 g cherry tomatoes; 20 g sweetcorn; 1 slice sesame seed bread; agar agar Mix the mince with the white bread, the cream and the egg white, seasoning with salt and pepper. Mince twice with the TCG 12-22 Magnum meat grinder/grater. Mix again and wrap in FATA film. Cook at 60°C for 8 minutes in the Y09 Softcooker. Remove from the film and sear on both sides on the TOP L-R-M-X griddle. Also cook the courgettes and the cherry tomatoes on the griddle. Steam the lettuce, blend with the BARMASTER, add the agar agar and leave to cool. Warm the sweetcorn with the PANASONIC PRO 2 – NE1880 microwave. Assemble the dish: skewer the grilled vegetables on a bamboo toothpick, then skewer the ‘burger’. Turn upside down, place a square of sesame seed bread on the bottom end and stand on the lettuce jelly, scattered with sweetcorn. Serve with the sesame seed bread, cut into thin rectangles and dried until crispy. 42 Impastare il macinato con il pane da tramezzini, la panna, l’uovo, sale e pepe. Macinare il tutto per due volte con l’aiuto essenziale del tritacarne-grattugia TCG 12-22 Dakota. Impastare nuovamente e arrotolare in carta FATA. Cuocere a bassa temperatura con l’utilizzo del softcooker y09 a 60°C per 8 minuti. Scartare e passare sulla piastra TOP R e rigare la polpetta. Cuocere pure le zucchine e i pomodorini sulla piastra. Cuocere a vapore la lattuga, frullarla con l’aiuto del Barmaster, aggiungere l’agar agar e fare raffreddare. Scaldare il mais usando il microonde Panasonic Pro 2 –NE1880. Comporre il piatto con l’aiuto di uno stecchino in bamboo infilzando le verdure grigliate, la polpetta, mettendola in piedi sopra la lattuga cospargendo di mais. Servire con il pane al sesamo tagliato a listarelle e reso croccante. TCG 12-22 Dakota, Sirman Top R, Sirman 27 I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS Muscoletto di manzo macinato e Minced and marinated beef marinato alla mediterranea shank in a Mediterranean sauce Ingredienti per 4 persone. di Gregori Nalon Consulente chef per la ristorazione, www.gregorichef.it Plutone 10, Sirman Kiro frullatore immersione Ingredients (serves 4). Per l’olio al pomodoro: g 50 concentrato di pomodoro; g 1 basilico secco, g 100 olio extravergine d’oliva. Emulsionare e mettere in sottovuoto a 28° per 40 minuti. Lasciare decantare finché si dividono le 2 parti. Per la polpa di pomodoro e lamponi: Usare la polpa di pomodoro ricavata in precedenza dalla preparazione dell’olio al pomodoro; g 50 lamponi freschi; g 20 olio extravergine; g 0,1 sale fino marino; g 0,1 pepe bianco. Frullare tutti gli ingredienti con frullatore a immersione. Sistemare su foglio di carta da forno e mettere ad asciugare 1 ora in forno ventilato dolcemente con valvola aperta a 70°. Mettere in un vasetto e conservare. Per la carne: g 400 di carne di manzo (muscolo sgrassato, snervato e privato delle fasce ricoprenti), g 90 di sale grosso marino integrale, g 30 zucchero di canna bio, 1 litro di acqua gassata. Massaggiare la carne con i mille aghi manuale, affinché la carne risulti ben triturata. Metterla nell’acqua gassata fredda per circa 10 minuti, scolare bene, condire con sale e zucchero e mettere in sottovuoto per 1 ora a +4°. Lavare sotto acqua fredda ed asciugare. For the tomato-flavoured oil: 50 g concentrated tomato purée; 1 g dried basil, 100 g extra virgin olive oil. Blend to form an emulsion, seal in vacuum bag and keep at 28°C for 40 minutes. Leave the mixture to separate into two parts. For the tomato and raspberry purée: Use the tomato purée used above and separated from the tomato flavoured oil; 50 g fresh raspberries; 20 g extra virgin olive oil; 0.1 g fine sea salt; 0.1 g white pepper. Blend all the ingredients together with the hand held mixer. Spread on a sheet of oven paper and dry gently for one hour in a fan-assisted oven at 70°C with the valve open. Transfer to a jar and keep. Per la salsa mediterranea: g 50 pomodori secchi; g 30 olive nere; g 10 di capperi; g 20 basilico fresco; g 0,1 curry; g 2 origano fresco; g 100 olio extravergine d’oliva poco intenso; g 0,1 pepe bianco; g 0,01 peperoncino fresco. Pestare al mortaio tutti gli ingredienti tranne l’olio che si aggiungerà alla fine. Mettere in un vasetto. For the meat: 400 g beef (shank trimmed of fat and sinew, and with the outer membrane removed), 90 g coarse natural sea salt, 30 g organic cane sugar, 1 litre sparkling water. Pound the meat with a needle meat tenderizer until the meat is finely minced. Immerse in the sparkling water for approximately 10 minutes, drain well, season with salt, pepper and sugar, seal in a vacuum bag and keep at +4 °C for 1 hour. Rinse under running cold water and dry. Per la finitura: insalatina soncino. Presentazione: Passare in piastra con burro chiarificato la focaccia e sistemarla al centro del piatto. Condire la carne con la salsa mediterranea, sistemare sulla focaccia. Sistemarvi sopra l’insalatina, cospargere con buccia di lime, un po’ di olio al pomodoro. Decorare il piatto con l’olio al pomodoro, la pasta di lamponi e pomodoro e qualche oliva e cappero. For the Mediterranean sauce: 50 g dried tomatoes; 30 g black olives; 10 g capers; 20 g fresh basil; 0.1 g curry powder; 2 g fresh oregano; 100 g mildly flavoured extra virgin olive oil; 0.1 g white pepper; 0.01 g fresh chilli pepper. Grind all the ingredients except for the oil in a mortar and pestle, and add the oil at the end. Transfer into a jar. 42 Garnish: small leaf sorrel salad 28 NOTE: il gusto della carne di muscolo è saporitissimo, la cosa importante però è massaggiarla bene affinché risulti tenera. Con questo sistema avremo anche, oltre al gusto e sapore, un costo bassissimo. NOTE: Shank is a very flavoursome meat and the most important part of this recipe is to pound the meat thoroughly with the tenderizer until very tender. The result is not only a tasty dish, but one that costs very little to make. Presentation:Finish the focaccia on a hot griddle with clarified butter and place in the centre of the plate. Season the meat with the Mediterranean sauce and arrange on the focaccia. Place the salad on top, sprinkle with lime zest and drizzle with a little tomato oil. Decorate with tomato oil, raspberry and tomato purée, and a few olives and capers. I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS Ingredienti per 4 persone: g 400 polpa di coniglio; erbette q.b.; g 150 fegatini di coniglio; g 100 cipolla; g 300 crema di patate; g 100 panna; g 200 porcini; g 100 pane in cassetta; sale, pepe olio extra vergine q.b.; n 1 sifone da lt 1 con 2 cariche; Dressing alla senape q.b. Tender rabbit patties with rabbit liver, potatoes and raw porcini Ingredients (serves 4): 400 g rabbit meat; herbs to taste; 150 g rabbit livers; 100 g onion; 300 g puréed potato; 100 g cream; 200 g porcini; 100 g white bread; salt and pepper to taste; extra virgin olive oil as necessary; one 1 litre cream charger with two gas charges; mustard dressing as required Macinare la polpa di coniglio a disco medio, unire le erbette, ammollare il pane in una parte della panna e aggiungerlo al coniglio, aggiustare con sale e pepe, formare dei piccoli hamburger di spessore 3-4 cm con l’aiuto di un coppa pasta, cucinarli in padella fuoco moderato; tagliare a julienne i fegatini di coniglio, salarli e passarli in padella a fuoco vivo per qualche istante e aggiungere la cipolla precedentemente cotta. Questa tipologia di cottura è la classica del fegato alla veneziana. Mettere la crema di patata nel sifone con l’aggiunta della panna e inserire due cariche di protossido d’azoto, lavare e tagliare i porcini. Composizione del piatto: Adagiare al centro del piatto la morbidella macinata di coniglio, in tre punti aggiungere i fegatini di coniglio alla “veneziana”; aggiungere la spuma di patate e infine i porcini crudi sopra il coniglio, condire con leggero dressing alla senape. Grind the rabbit meat with a medium disc and add the herbs. Soften the white bread with part of the cream and add to the rabbit. Season with salt and pepper, form small hamburgers 3-4 cm thick using a pastry ring, then pan-fry on a moderate heat. Slice the rabbit livers into julienne strips, season with salt, pan-fry on a high heat for a few moments then add the previously cooked onion. This is the same as the classic procedure for liver ‘alla Veneziana’ with onions. Fill the charger with the puréed potato and the remaining cream, then add two nitrous oxide charges. Rinse and slice the porcini. Composition: Place the tender rabbit patty in the centre of the plate, arrange rabbit liver ‘alla Veneziana’ in three positions around the plate, and top the patty first with the potato mousse and then with the raw porcini. Finish with a little mustard dressing. Tagliatelle con ragù di carne piselli e tartufo estivo Tagliatelle with ragout, peas and summer truffles Ingredienti per 10 persone: tagliatelle all’uovo 1200g; Serves 10: 1200 g egg tagliatelle; 1 kg minced meat (veal, pork, chicken); 200 g fresh baby peas; 50 g chopped celery, carrot and onion; meat broth as needed; 200 g extra virgin olive oil; 100 g summer truffle; 50 g Parmesan; aromatic herbs (thyme, marjoram, dill); freshly ground salt and pepper carne macinata (vitello, maiale, pollo) 1kg; piselli freschi finissimi 200g; sedano carota e cipolla 50g; brodo di carne q.b.; olio extra vergine 200g; tartufo estivo 100g; Parmigiano 50g; erbe aromatiche (timo, maggiorana, aneto); sale e pepe di mulinello. Passare la carne al tritacarne. Pulire, lavare e tagliare in brunoise sedano, carota e cipolla. In una casseruola con dell’olio extra vergine tostare la carne macinata. A rosolatura avvenuta aggiungere gli ortaggi in brunoise. Far cuocere alcuni minuti a fuoco vivace e bagnare con brodo di carne. Aggiungere i piselli scottati in acqua. Aggiustare di sapore e unire il mazzolino aromatico. Far cuocere per circa 40 minuti a fuoco dolce aggiungendo di tanto in tanto il brodo. Cuocere le tagliatelle al dente, saltarle con la salsa aggiungendo il tartufo tagliato in lamelle e del Parmigiano Reggiano. Mince the meat in the mincer. Wash, trim and dice the celery, carrots and onion. Pour the extra virgin olive oil into a pan and add the minced meat, brown for a few minutes and add the diced vegetables. Cook over a lively flame for a few minutes and add the meat broth to prevent drying. Add the blanched peas. Adjust the seasoning and add the sprig of herbs. Cook over a gentle flame for about 40 minutes, adding the broth when needed. Cook the tagliatelle al dente and toss in the pan with the sauce, garnish with the slivers of truffle and Parmigiano Reggiano. di Alberto Fol Chef Ristorante La Cusina al The Westin Europa & Regina a Venezia di Massimo Bomprezzi Insegnante consulente specializzato nella cucina di mare Sansone 32, Sirman 42 Morbidella di coniglio con i suoi fegatini, patate e crudo di porcini 29 I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS di Giorgio Nardelli Chef e consulente per la ristorazione Il nostro filetto alla tartara Our fillet tartare Ingredienti per 4 persone: Serves 4: Per la tartara: g. 600 polpa magrissima di filetto priva di cartilagini. Per decorare: n. 8 grissini sottili, n. 4 pomodori Pachino. Pulire accuratamente la polpa di filetto (possibilmente di bovino locale), togliere eventuali tracce di cartilagini o filamenti. Tritare al coltello finemente. Formare una quenelle abbastanza grossa forgiando un carretto con i grissini e mettendoci i pomodorini divisi a metà a formare le ruote. For the tartare: 600 g very lean fillet, with all nerves removed To garnish: 8 narrow breadsticks, 4 Pachino tomatoes. Carefully clean the fillet (possibly locally butchered), remove all traces of nerves and threads. Finely chop with a knife. Form a quite large ball, form a cart with the breadsticks and cut the tomatoes in halves to form the wheels. Per il condimento al cucchiaio: g 30 brunoise di scalogno; g 5 aglio dolce fine; g 3 prezzemolo riccio tritato; g 30 capperi di Pantelleria tritati; g 30 cetrioli sottaceto tritati; g 20 senape antica; g 20 acciughe diliscate all’olio; g. 10 paprica dolce o peperoncino; n. 1 tuorlo d’uovo fresco e certificato brandy angostura e sale e pepe di macinino. Sminuzzare tutto separatamente a piccola brunoise ed alloggiare in cucchiai appositi. Presentazione: Presentare il tartar a forma di carretto guarnito dai cucchiai di spezie e condimenti Decorare con mazzetto di erbette. Servizio davanti all’ospite: In un contenitore di porcellana miscelare la carne magra al tuorlo d’uovo fresco,aggiungendo a richiesta dell’ospite le varie spezie . Completare con brandy, succo di limone angostura sale e pepe di macinino. Accompagnare con tostini di pane caldi e riccioli di burro. For the spoon garnish: 30 g diced shallot; 5 g fine sweet garlic; 3 g chopped curly parsley; 30 g chopped Pantelleria capers; 30 g chopped gherkins; 20 g antique mustard; 20 g boned anchovies in oil; 10 g sweet paprika or chilli; 1 fresh and certified egg yolk; brandy; angostura bitters; freshly ground salt and pepper. Dice everything separately very finely and place everything on separate spoons. Presentation: Present the tartare cart, garnished with spoons of spices and seasoning. Decorate with a sprig of herbs. Serving in front of the guest: In a china bowl mix together the lean meat with the fresh egg yolk, add the spices as the guest requests, complete with brandy, lemon juice, angostura, ground salt and pepper. Serve with hot toasted bread and butter curls. Millefoglie di capesante caramellate in una melassa di mandarini e tartara di carne salada agli agrumi, con spinaci e pinoli, guanciale, bottarga e caviale su crema di patate al tartufo 42 Piatto realizzato dagli chef calabresi Luca Abbruzzino e Matteo Morello, vincitori del Grand Junior Cooking Contest in occasione degli Internazionali di Cucina 2012. 30 Ingredienti per 4 persone: 4 capesante; 100 g di carne salada; 4 fette di guanciale; 200 g di patate; 1 tartufo; 4 mandarini; un cucchiaio di aceto balsamico; zucchero di canna; burro; bottarga; spinaci; pinoli; 1 scalogno; cannella; caviale; sale e pepe q.b.; bouquet di erbette aromatiche. Per la crema di patate al tartufo: Soffriggere lo scalogno tritato, aggiungere le patate precedentemente pulite e tagliate a cubetti, coprire di acqua, insaporire con il tar- Puff pastry with caramelled clams in mandarin molasses and salted meat tartare with citrus fruit, served with spinach, pine nuts, pork cheek, botargo and caviar on creamed truffled potatoes Recipe created by Calabrian chefs Luca Abruzzino and Matteo Morello, winners of “Great Junior Cooking Contest” inside “Cooking International contest 2012” Serves 4: 4 clams; 100 g salted meat; 4 slices of pork cheek; 200 g potatoes; 1 truffle; 4 mandarins; a spoonful of balsamic vinegar; cane sugar; butter; botargo; spinach; pine nuts; I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS tufo, sale, pepe e erbette aromatiche, lasciare cucinare. Dopo cotte frullare. Per la melassa di mandarini: Ottenere il succo dei mandarini e lasciare ridurre in un pentolino con un cucchiaio di balsamico, zucchero di canna e cannella fino ad ottenere una melassa. Per la tartara di carne salada: Battere a coltello la carne e condire in una bastardella con bucce di mandarini, sale, pepe e erbette aromatiche e olio extra vergine di olive. Coppare con un coppa pasta di diametro simile a quello alla capasanta. Per gli spinaci: Tostare in padella i pinoli. Sciogliere il burro in una padella e saltare per pochi secondi gli spinaci, avendo cura di lasciarli al dente. Caramellare le capesante tagliate a dischi in una padella con la melassa e una noce di burro. Per comporre il piatto: Creare un tortino di capasanta, tartara e nuovamente capasanta. Adagiare su un letto di crema di patate, coprire con una fetta di guanciale, accompagnare con gli spinaci e completare il piatto con una fetta di bottarga e una piccola quenelle di caviale, irrorare con un filo d’olio a crudo. 1 shallot; cinnamon; caviar; salt and pepper to taste; sprig of aromatic herbs. For the creamed truffled potatoes: Fry the chopped shallot, add the peeled and diced potatoes, cover with water, add the truffle, salt, pepper and sprig of herbs and then cook, after which blend all the ingredients together. For the mandarin molasses: Squeeze the juice from the mandarins and reduce in a pan with a spoonful of balsamic vinegar, the cane sugar and cinnamon to make the molasses. For the salted meat tartare: Knife chop the meat and season with grated mandarin peel, salt, pepper, aromatic herbs and extra virgin olive oil. Using a pasta cutter make the form about the same diameter as the clam. For the spinach: Toast the pine nuts in a pan. Melt the butter and toss the spinach for a few seconds, ensuring they do not overcook. Caramelise the clams cut into rings in a pan with the molasses and a knob of butter. To compose the dish Make a pie of clam, tartare and another clam. Place it on a bed of creamed potatoes, cover with a slice of pork cheek, accompany with the spinach and complete the dish with a slice of botargo and a small ball of caviar, pour over a thread of crude oil. Chenelle di tacchino su spiedini di grissini torinesi, con passata di datterino Turkey quenelles on Turinese grissini breadsticks with puréed miniature plum tomatoes g 400 di polpa di petto di tacchino; g 50 di pan carré; g 50 di crema di latte; g 50 di mandorle affettate; g 50 di pistacchi di Bronte tritati; g 30 di spaghetti fini di riso; n° 18 grissini Torinesi Macinare la polpa di tacchino con il pan carré imbevuto della crema di latte, aggiustare di sale, pepe e noce moscata. Amalgamare bene il tutto, formare delle piccole chenelle (18) di circa 25 g. Avvolgere 6 chenelle alle mandorle, 6 ai pistacchi, 6 agli spaghetti di riso. Friggere le chenelle in olio extravergine d’oliva a 160°C per 2 minuti. Infilzare le chenelle con i grissini Torinesi. Servire le chenelle di tacchino con passata di pomodori datterino. Ingredients (serves 6): 400 g turkey breast; 50 g sliced white bread; 50 g cream; 50 g slivered almonds; 50 g crushed Bronte pistachios; 30 g fine rice noodles; 18 Turinese grissini breadsticks Mince the turkey breast together with the white bread soaked in cream, and season to taste with salt, pepper and nutmeg. Mix well, make 18 small quenelles weighing approximately 25 g each. Coat 6 quenelles in the almonds, 6 in the pistachios and 6 in the rice noodles. Deep-fry the quenelles in extra virgin olive oil at 160°C for 2 minutes. Skewer each quenelle on a Turinese grissino stick. Serve with puréed miniature plum tomatoes. di Sergio Moronato Executive Chef all’Hotel Ermitage Bel Air di Abano Terme TC 8 Vegas, Sirman 42 Ingredienti per 6 persone: 31 I CONSIGLI DELLO CHEF / THE CHEF RECOMMENDS di Andrea Salin componente del Team Venezia Chef Ciclone 30, Sirman 42 Sirpasta, Sirman 32 Hamburgher Insolito An unconventional hamburger Hamburger di agnello, laccato al miele, quinoa aromatica, tortelli alla curcuma e patate di Rotzo, schiuma al vino rosso Honey-lacquered lamb hamburger with aromatic quinoa, turmeric and Rotzo potato tortelli, and a red wine spume Il tema proposto mi ha ispirato a presentare un piatto molto semplice che, con pochi accorgimenti e qualche tocco di cucina internazionale, diventa sicuramente un piatto da gourmet che vuole rivalutare l’hamburger rendendolo particolare e sfizioso. La ricetta si presta anche ad essere servita come piatto unico vista la presenza sia delle proteine sia dei carboidrati. This issue’s theme inspired me to present a very simple dish which, with a few original ideas and a touch of international cuisine, turns the humble hamburger into an exquisite gourmet creation. As it combines both proteins and carbohydrates, this recipe can also be served as a complete meal. Ingredienti per 4 porzioni: Ingredients (serves 4): Per l’hamburger di agnello: 320 g di polpa di agnello;1 scalogno maturato; 2 rametti di santoreggia; sale affumicato; olio evo; 50 g miele di pino mugo. Per la Quinoa aromatica: 160 g Quinoa cotta in acqua; olio evo; erbe aromatiche a piacere; 1dl di brodo vegetale aromatizzato al macis. Per i tortelli alla curcuma e patate: 320 g di pasta alimentare aromatizzata alla curcuma; 240 g di patate cotte al forno sotto sale; 50 g di Bastardo del Grappa grattugiato; 30 g burro di malga fuso. Per la schiuma al vino rosso: 1 dl di vino rosso; 1dl acqua; 50 g olio evo; 40 g lecitina di soia For the lamb hamburger: 320 g lamb shoulder;1 marinated shallot; 2 sprigs savory; smoked salt; extra virgin olive oil; 50 g Swiss mountain pine honey. For the aromatic quinoa: 160 g quinoa cooked in water; extra virgin olive oil; herbs of your choice; 1 dl vegetable broth aromatised with mace. For the turmeric and potato tortelli: 320 g pasta aromatised with turmeric; 240 g potatoes baked in the oven under salt; 50 g grated ‘Bastardo del Grappa’ cheese; 30 g melted Alpine dairy butter. For the red wine spume: 1 dl red wine; 1 dl water; 50 g extra virgin olive oil; 40 g soy lecithin. Macinare abbastanza finemente la polpa di agnello con il tritacarne Denver Sirman. Arricchire la carne con lo scalogno, la santoreggia sfogliata, il sale affumicato e poco olio evo in modo da conferire anche una parte grassa all’impasto che ci aiuterà a mantenere morbidezza in cottura. Con l’impasto formare gli hamburger e cuocere in tegame rosolando per bene da ambo i lati. Circa a metà cottura glassare la carne con il miele, aromatizzare con poche foglie di santoreggia e portare a cottura. In un tegame scaldare poco olio evo, unire la quinoa e aromatizzare con erbe aromatiche a piacere, controllare di sapore e ammorbidire con poco brodo vegetale aromatizzato con il macis. Schiacciare le patate in un contenitore, unire il bastardo, il burro fuso e confezionare un ripieno abbastanza sodo. Tirare la pasta con SIRPASTA e formare i tortelli. Nel piatto di portata formare una base di quinoa, adagiare l’hamburger e glassare con la salsa ottenuta. A fianco disporre i tortelli cotti, conditi con olio evo e cristalli di sale maldon. Finire il piatto con la schiuma di vino rosso, ottenuta emulsionando gli ingredienti con il frullatore Ciclone SIRMAN. Decorare a vostro piacere magari con dei piccoli germogli. Mince the lamb shoulder quite finely with the Sirman Denver meat grinder. Season the meat with the shallot, the savory, broken up into leaves, and the smoked salt, and add a little extra virgin olive oil to compensate for the leanness of the mixture and help keep it soft when cooking. Form the hamburgers and cook in a frying pan, browning well on both sides. Approximately halfway through the cooking time, glaze the meat with the honey and season with a few savory leaves, then continue cooking until done. Heat a little extra virgin olive oil in a pan, add the quinoa and flavour with your choice of herbs. Season to taste with salt and soften with a little vegetable broth aromatised with mace. Mash the potatoes in a bowl, then add the Bastardo cheese and the melted butter to make a relatively firm filling for the tortelli. Roll out the pasta with the SIRPASTA then make the tortelli. Arrange a bed of quinoa in the serving plate, place the hamburger on top and glaze with the cooking juices. Alongside, arrange the tortelli, boiled in water, drizzled with extra virgin olive oil and seasoned with Maldon salt flakes. Finish the dish with the red wine spume, made by emulsifying the ingredients in the SIRMAN Ciclone blender. Decorate as preferred with small sprouts. studioverde.it ELECTRONIC ® GRILLVAPOR L’UNICA GRIGLIA ELETTRONICA A GAS THE ONLY ELECTRONIC GAS GRILL ACQUA, UMIDITÀ E CALORE: il sistema brevettato WATER, MOISTURE AND HEAT: the patented system FACILE / EASY Comandi semplici, accensione elettronica, carico e controllo dell’acqua automatici. Simple controls, electronic ignition, Automatic water load and control. AFFIDABILE / RELIABLE Nessuno spegnimento durante la cottura, drastica riduzione dei componenti soggetti a usura. No shutdown while cooking, drastic reduction of components subject to wear. 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Lo scorso 5 settembre la manifestazione ha aperto i festeggiamenti con il Gran Galà del Baccalà in omaggio al 25° anniversario della Confraternita – che ha riunito attorno ai tavoli, egregiamente preparati in un padiglione nuovo di zecca, 350 commensali che hanno avuto l’onore di degustare i capolavori della “Cucina Tomasi” (i tre Tomasi: Berto, Gianluca e il giovane Marco) di Creazzo. Capitano della NIC e chef dalle mani d’oro, Gianluca Tomasi, con la sua brillante brigata, ha dato prova del suo straordinario talento realizzando – oltre al piatto principe, il baccalà alla vicentina – un menù interamente dedicato al pesce più veloce del Baltico. A partire dall’antipasto che si è fatto in tre anche questo, tre gemme a partire dal trancio di baccalà in manto di melanzane, pomodoro confit e crema di sedano rapa; passando al cucchiaino di brisè con baccalà mantecato; fino all’insalata di baccalà con cipolla rossa all’aceto aromatico. Un antipasto ricco di variazioni e di contenuti, un vero capolavoro nell’interpretazione dello stoccafisso. Immaginate il resto! THREE TIMES BACCALÀ THE BACCALÀ GRAN GALA IN TAVERNELLE (VICENZA) 5TH SEPTEMBER 2012 A small village on the outskirts to the west of Vicenza, Tavernelle (which is divided in three: Tavernelle di Sovizzo, di Creazzo and di Altavilla Vicentina) has now been hosting the Baccalà Festival for 45 years, proposing this legendary fish in all the most delicious culinary preparations, thanks to the highly skilled chefs and guests. Last 5th September the event was opened with the Baccalà Gran Gala to celebrate the 25th anniversary of the Confraternity. In a sparkling new pavilion 350 guests were seated around the tables and had the honour of sampling the masterpieces of ‘Cucina Tomasi’ (the three Tomasi: Berto, Gianluca and young Marco) from Creazzo. The NIC Captain and chef with golden hands, Gianluca Tomasi, and his brilliant brigade demonstrated their amazing talent, preparing, along with the main dish Baccalà Vicentina, a menu that was entirely dedicated to the fastest fish in the Baltic. Beginning with the starters, divided in three again, three jewels starting with slice of baccalà with aubergine covering, tomato comfit and cream of celeriac, followed by shortcrust pastry with whipped baccalà and then baccalà salad with red onions in aromatic vinegar. A truly rich and varied starter, a real masterpiece in interpreting the stockfish – just imagine what came after! RISTORANTI E MENÙ / RESTAURANTS & MENUS LA “CONFRATERNITA DEL BACALÀ”: UN’AVVENTURA CHE APPASSIONA DA 25 ANNI Era il primo marzo 1987 quando veniva fondata la “Confraternita del Bacalà alla Vicentina” dall’allora presidente della Pro Loco Avv. Michele Benetazzo con lo scopo di difendere il piatto tipico e promuovere tutte le attività turistico culturali ad esso connesse. Negli anni la Confraternita ha tenuto fede alla sua missione organizzando fiere, manifestazioni enogastronomiche e turistiche, collaborando con istituti e scuole alberghiere, partecipando a trasmissioni televisive. Per omaggiare l’importante traguardo del 25°, lo scorso agosto una rappresentanza della Confraternita ha ripercorso a bordo di una Fiat 500 l’itinerario del viaggio a ritroso del nobile Pietro Querini – sopravissuto ad un naufragio nell’Atlantico nel dicembre del 1431 – che ripartì da Rost (isole Lofoten) con 60 stoccafissi ricevuti in dono per rientrare nella sua patria, alla Serenissima Repubblica di Venezia. Un viaggio appassionante - rinominato Via Querinissima, emblematica sintesi di Querini e Serenissima – che coincide con lo stesso percorso che il leggendario pesce seccato in Norvegia già faceva per giungere fino alla Svizzera. Un percorso - ricostruito sulla base di quanto appuntato nel diario dell’illustre naufrago a cui la tradizione attribuisce il merito di aver introdotto lo stoccafisso nelle terre della Serenissima – che ha toccato 12 Nazioni europee. Un importante progetto per creare contatti con autorità ed enti ed istituzioni pubbliche, collegare i Paesi produttori e consumatori di baccalà e avviare collaborazioni che convergeranno nel Forum Europeo del Baccalà. Un’iniziativa che esce dagli schemi per ricercare l’amicizia tra i popoli attraverso un comune denominatore: la tradizione gastronomica. THE BACCALÀ CONFRATERNITY: AN EXCITING ADVENTURE THAT HAS LASTED 25 YEARS The Baccalà Vicentina Confraternity was founded on the 1st March 1987 by the then Pro Loco President Michele Benetazzo, addressed t o defending this typical dish and promoting all the cultural tourist activities related to it. Over the years the Confraternity has remained faithful to its mission, organising fetes, gourmet and tourist events, working with hotel institutes and schools, taking part in TV programmes. To celebrate the important 25th anniversary, last August a Confraternity delegation climbed aboard a Fiat 500 to travel the journey in reverse that was made by the Noble Pietro Querini – who survived a shipwreck in the Atlantic in December 1431 – who set off from Rost (Lofoten Islands) with 60 stockfish received as a gift, to return to his home the Serenissima Republic of Venice. An enthralling journey – renamed Via Querinissima, emblematic union of Querini and Serenissima – which follows the same journey that the legendary dried fish used to make in Norway to reach Switzerland. The itinerary was reconstructed from the diary of the famous survivor, to whom tradition gives the merit of having introduced the stockfish to the Serenissima, and touches on 12 European countries. An important project to contact the public authorities and institutions, link countries that produce and eat stockfish and to create partnerships that will converge in the European Baccalà Forum. An unusual initiative to recreate friendship among peoples through a common denominator: culinary traditions. IL “GRAN GALÀ DEL BACALÀ” A SANDRIGO (VICENZA) 18 SETTEMBRE 2012 foto evento Sandrigo Belleepoquefilm.it THE BACCALÀ GRAN GALA IN SANDRIGO (VICENZA) 18TH SEPTEMBER 2012 The celebrations for the 25th anniversary in Sandrigo were rather special, because it was there that the Confraternity was founded and grew. For the occasion the talented chef Antonio Chemello from the historic Palmerino Trattoria, helped by a battalion of chefs from the Restaurateurs of Baccalà Vicentina Group, prepared a rich menu for 500 people, who were welcomed in a large and modern marquis, which, besides baccalà, also proposed other local produce. We would mention the main dish which everyone loved: “His Majesty Baccalà Vicentina with Polenta made from Marano Maize”, served with DOC wines from the Vicenza hills. A glory of flavours that crowned an event which, with numerous other dates, culminated on the 30th September when the Fiat 500 arrived with the team on board who had travelled the 8000 kilometres of the Via Querinissima. 42 A Sandrigo i festeggiamenti per il 25° anniversario acquistano un valore speciale perché vengono celebrati proprio nel luogo dove è nata e cresciuta la Confraternita. Nell’occasione il talentuoso chef Antonio Chemello della storica trattoria Palmerino, coadiuvato da un battaglione di chef appartenenti al Gruppo Ristoratori del Baccalà alla Vicentina, ha messo a punto un ricco menù per 500 persone – accolte all’interno di una grande e moderna tensostruttura - che ha valorizzato, oltre al baccalà, alcuni prodotti del territorio. Citiamo per tutti il piatto principe che ha deliziato tutti: “Sua Maestà il Bacalà alla Vicentina con polenta di Mais Marano”, accompagnato dai vini doc dei Colli Vicentini. Un tripudio di sapori che ha coronato un evento che, costellato da numerosi appuntamenti, è culminato il 30 settembre nell’arrivo della fiat 500 con a bordo l’equipaggio che per otto mila chilometri è stato impegnato nella Via Querinissima. 35 RISTORANTI E MENÙ / RESTAURANTS & MENUS di Ferruccio Ruzzante LA TARTARE DI “VULPOT” C’è un paesello in una delle valli di Lanzo (TO) che di nome fa Usseglio, quattro case, un torrente che canta di acqua pura. Gli abitanti si conoscono e si stimano tutti. A Usseglio c’è una trattoria con annesso piccolo hotel, le montagne gli fanno da fondale, l’aria buona, leggera. Arrivo verso sera, il tramonto mi emoziona. Paolo e Giovanna mi presentano lo chef, Silvio Ferro, figlio del mitico “Vulpot”, l’ultima guida alpina delle Valli di Lanzo, la moglie Maria in sala e ai dolci e la mamma Marilena…..alla cassa ! La compagnia è amicizia, condivisione, soddisfazione. La cena è sontuosa, prelibata, esagerata. Il vino scorre, copioso, sanguigno, frizzante... Ci penseremo domani. Hotel Ristorante FURNASA Via XXIV Maggio Usseglio (TO) 012383788 42 Hotel Elite via Oriente 64/I Jesolo, Tel. 0421.961133 36 Tartare di fassona piemontese con blu di lanzo Carne di fassone battuta al coltello con aggiunta di scalogno tritato, olio di oliva e sale. Amalgamare il tutto, formare con un coppapasta la porzione da posizionare al centro del piatto e cospargere di scaglie di “blu di Lanzo” (toma erborinata di latte vaccino). Servire. Vale il viaggio ! “VULPOT’S TARTARE” There is a small village in one of the Lanzo valleys, in the province of Turin, called Usseglio with just four houses and a crystalline sparkling brook, where everyone knows and respects each other. In Usseglio there is a trattoria with a small hotel annex, with the mountains in the background and pure clean air. When I arrived in the evening the sun was setting and it was a breathtaking sight. Paolo and Giovanni introduced me to the chef, Silvio Ferro, son of the mythical “Vulpot” the last mountain guide in the Lanzo Valleys, his wife Maria serves in the dining room and prepares the desserts, and his mother Marilena is on the till! The company is friendship, sharing and satisfaction. The dinner is sumptuous, delicious and exaggerated. The wine flows full of body, sanguine and sparkling... Tomorrow is another day. Piedmont fassona tartare with Lanzo blue cheese Knife chopped fassona meat with chopped shallots, olive oil and salt mixed together well. Use a pasta cutter to form the portion to place in the centre of the plate and sprinkle with slivers of Lanzo blue cheese (blue veined cow’s milk cheese) and serve. It’s well worth the journey! A DUE PASSI DAL MARE UN’IMPERDIBILE OASI DI RELAX E BUON GUSTO Immerso nella fresca e rilassante pineta di Jesolo c’è un piccolo albergo, vero e proprio gioiellino dell’hotellerie di qualità, con un nome che è già tutto un programma: “Elite”. Quattro stelle fronte mare, si distingue per l’esclusiva eleganza degli ambienti, per l’efficienza di un servizio sempre inappuntabile e, soprattutto, per la straordinaria cura e calore con cui la proprietaria, la sprintosa Ketty A MUST-GO OASIS OF RELAXATION AND GOOD TASTE, JUST A FEW STEPS FROM THE SEA Surrounded by the cool, relaxing pinewood in Jesolo there is a small jewel of a quality hotel, with a name that says it all: “Elite”. Fourstars on the sea front, this hotel stands out for its exclusively elegant RISTORANTI E MENÙ / RESTAURANTS & MENUS Furlanetto, accoglie e coccola i suoi ospiti per tutta la durata della loro permanenza. Ma quel che davvero fa la differenza e rende impagabile l’esperienza di una vacanza in questa oasi di pace e relax, lontano dal traffico e dai clamori del turismo di massa, è l’offerta ristorativa: una cucina di altissimo livello magistralmente orchestrata dallo chef Marco Frare e dai suoi bravissimi collaboratori impegnati a creare un menù, tra tradizione e innovazione, ricco di prodotti del territorio sempre freschissimi e di stagione. Un’esperienza gourmand avvincente che inizia di primo mattino con la proposta di una ricca prima colazione, prosegue con il pranzo, nel rigoglioso giardino, con un fantasmagorico buffet self-service di pietanze calde e fredde, e si conclude brillantemente con la cena, servita con menu à la carte nella sala ristorante. Che altro dire? Non rinunciate al privilegio di vivere una vacanza d’elite! interiors, impeccable efficient service and, above all, the amazing care and warmth of its owner, the vivacious Ketty Furlanetto, and the way she welcomes and pampers all her guests throughout their stay. However, the real distinguishing feature that makes a holiday unforgettable in this oasis of peace and relaxation, away from the traffic and bustle of mass tourism, is the exceptional culinary level, expertly orchestrated by the chef Marco Frare and his talented assistants, creating traditional and innovative menus, rich with fresh, seasonal local produce. A gourmand experience that begins early in the morning with a rich breakfast, continues at lunch in the luxuriant garden with a magnificent self-service buffet of hot and cold dishes, and concludes brilliantly in the evening at dinner with the à-la-carte menu in the restaurant. What more to say? Don’t give up the chance of a truly elite holiday! STELLE DI CALABRIA STARS OF CALABRIA Antonio is a businessman from Calabria who produces cutting-edge pellet stoves in San Mango d’Aquino. Where? San Mango, in the province of Cosenza, in Calabria …. No way! Antonio does not really like spicy food, he thinks the natural flavours are hidden too much … No way! People from Calabria either don’t work much or are emigrants or lazy and they all eat spicy sausage. No way – all clichés and stereotypes that cloud our vision, prevent us from being reasonable and looking impartially at what surrounds us. People or things are not appreciated because of what we’ve heard or by tradition, when, instead we are looking at excellence. A great businessman, an excellent engineer and a really good person. A great business. Antonio took us to Giovanni, another of the “good ones”, great patron of the famous restaurant “L’Aragosta“ in Marina di Nocera Terinese. Giovanni is really nice (and a reader of Zafferano) and insists that I try his tagliolini with King Scampi: to say that they are good is an insult, they are awesome! Friendly atmosphere, excellent service, a warm evening, the sea nearby and the stars above smiling down. Ristorante L’Aragosta di Bazzarelli Giovanni Strada statale 18, km.335 - 88040 Marina di Nocera Torinese CZ Tel.096893385 www.ristorantelaragosta.com 42 Antonio è un imprenditore calabrese, produce caldaie a pellet di alta tecnologia a San Mango d’Aquino. Dove? A San Mango, provincia di Cosenza, in Calabria….non è possibile!. Antonio non ama particolarmente il cibo piccante, pensa che copra troppo il gusto degli alimenti…non è possibile! I calabresi o lavorano poco o sono emigranti o lazzaroni e mangiano tutti salsiccia piccantissima. Ahi, ahi, ahi, i luoghi comuni, gli stereotipi ci occultano la mente, non ci fanno ragionare, guardare con occhi obiettivi ciò che ci circonda. Capita di non apprezzare persone o cose solo per sentito dire e o per tradizione. Mentre invece abbiamo davanti un’eccellenza. Un grande imprenditore, un ottimo tecnico, una brava persona. Una bellissima azienda. Con Antonio andiamo da Giovanni, un altro di quelli “giusti”, gran patron del famosissimo ristorante “L’Aragosta” a Marina di Nocera Terinese. Insiste il simpaticissimo Giovanni (lettore di Zafferano), devo assaggiare i suoi tagliolini allo Scampo Re: dire che sono buoni è offensivo, sono strepitosi! Il posto è accogliente, il servizio ottimo, la serata tiepida, il mare a due passi, le stelle sopra di noi sorridono. 37 RISTORANTI E MENÙ / RESTAURANTS & MENUS di Hamiza Abdessadeq Executive chef Ristorante Alla Borsa Venezia Torta di macinato “Briouat Art” “Briouat Art” mince-filled savoury tart È una variante degli involtini Briouat della cucina marocchina, adattata per diventare un piatto unico, saporito e nutriente ma leggero, facile, veloce da fare, accompagnato secondo i gusti da salse diverse o verdura fresca. This is a variant of the Moroccan Briouat roll, adapted to become a meal in its own right that is both tasty and nutritious, but also light, easy and quick to make, and may be accompanied with a variety of different sauces or fresh vegetables, depending on personal preference. Ingredienti per 4 persone: 42 1 confezione di pasta fillo; 400 g macinato scelto di manzo; 400 g di cipolla tritata; 200 g di noci tritate; 200 g di mandorle tritate; 100 g di semi di sesamo; 100 g di burro; 20 g di zucchero; 2 cucchiaini di cannella in polvere; 2 cucchiaini di zenzero fresco grattugiato; un pizzico di noce moscata; 2 bustine di zafferano; 3 cucchiai di prezzemolo; 1 cucchiaio di miele; 2 cucchiai di acqua; olio extravergine di oliva; sale, pepe, qb 38 Ingredients (serves 4): 1 pack phyllo pastry; 400 g lean minced beef; 400 g finely chopped onion; 200 g finely chopped walnuts; 200 g finely chopped almonds; 100 g sesame seeds; 100 g butter; 20 g sugar; 2 teaspoons powdered cinnamon; 2 teaspoons grated fresh ginger; a pinch of nutmeg; 2 sachets saffron; 3 tablespoons parsley; 1 tablespoon honey; 2 tablespoons water; extra virgin olive oil; salt and pepper to taste Mettere la cipolla tritata in una padella con due cucchiai d’acqua e due cucchiai di olio extravergine di oliva, farla prima ammorbidire poi farla soffriggere con le 2 bustine di zafferano, la cannella, la noce moscata e lo zucchero. Mescolare la carne tritata con lo zenzero fresco e il prezzemolo. Cucinare in padella con 2 cucchiai di olio e 50 grammi di burro sale e pepe qb schiacciando la carne con una forchetta e rimestando continuamente finché la carne sarà ben cotta. Tritare finemente le noci e le mandorle aggiungere i semi di sesamo e tostare molto velocemente su una padella con 30 gr di burro, togliere dal fuoco e aggiungere 1 cucchiaio di miele che dev’essere bello fluido. Preparare imburrata una tortiera. Tagliare alcuni fogli di pasta fillo della stessa forma della tortiera. Mettere un foglio sul fondo e poi sistemare a strati alternati la cipolla, un altro foglio di pasta fillo, la carne, un foglio di pasta fillo, la frutta secca e procedere così sino al termine degli ingredienti, terminare con un foglio di pasta fillo. Infornare a 200°C per 20 minuti. Lasciare intiepidire prima di tagliare a fette. Put the chopped onion in a frying pan with two tablespoons of water and two tablespoons of extra virgin olive oil, soften first, then sauté together with the two sachets of saffron, the cinnamon, the nutmeg and the sugar. Mix the minced meat with the fresh ginger and the parsley, and pan-fry with two tablespoons of oil, 50 g butter, salt and pepper, pressing the meat down with a fork and stirring continuously until the meat is well cooked. Finely chop the walnuts and almonds, add the sesame seeds and toast very quickly in a frying pan with 30 g butter. Remove from the heat and add one tablespoon of honey, which must be very runny before adding. Butter a cake tin. Cut a few sheets of phyllo pastry in the same shape as the cake tin. Lay a sheet of pastry at the bottom of the tin, then arrange a layer of onion, another sheet of phyllo, a layer of meat, another sheet of phyllo and a layer of nuts. Repeat until all the ingredients are finished, and complete with a final layer of phyllo pastry. Bake at 200°C for 20 minutes. Leave to cool until lukewarm, then cut into slices. Presentazione: Servire con salse a piacere, ad esempio con senape, salsa di pomodoro al peperoncino, salsa verde o con verdure fresche, pomodorini, cetrioli tagliati a cubetti e carote julienne. Presentation: Serve with you own choice of sauces, such as mustard, spicy tomato sauce or ‘salsa verde’ parsley and oil sauce, or with fresh vegetables such as cherry tomatoes, diced cucumber and julienne carrots. RISTORANTI E MENÙ / RESTAURANTS & MENUS UNO CHEF “STELLARE” AL CASTELLO DI VELONA Immerso nel cuore del Parco Naturale della Val d’Orcia, tra le solitarie file di cipressi, le cui vette spiccano lungo ondosi verdi pendii di ordinate vigne ed ulivi che paiono fuggire dalle cime dei colli verso valle, domina maestoso il Castello di Velona, imponente roccaforte medievale eretta nell’anno 1000 a vedetta del circondario ed oggi adibita a lussuoso ed esclusivo Hotel Resort & spa, recentemente ristrutturato e concepito per assicurare l’adeguata attenzione ad ogni tipo di esigenza. Ci troviamo a Castelnuovo dell’Abate, ameno e caratteristico borgo a pochi chilometri da Montalcino, terra di antichi e nobili sapori enogastronomici, ora sapientemente valorizzati anche dal talento di un emergente giovane chef approdato al fortilizio della “Velona” un anno e mezzo fa con un bagaglio di esperienza maturato ad alto livello, sia nazionale che internazionale, con l’obiettivo, se non il sogno, di farsi paladino di una tradizione rivisitata, nel rispetto dei prodotti di questa terra già così generosa. Classe 1977, di origine canturina, Paolo Arnaboldi frequenta l’istituto alberghiero di Chiavenna, prosegue il proprio percorso professionale nelle cucine di prestigiosi e rinomati ambienti, molti dei quali stellati, tra i quali il ristorante “La Siriola” A FIVE-STAR CHEF AT VELONA CASTLE The majestic Velona Castle is hidden in the heart of the Val d’Orcia Natural Park among the lonely rows of cypress trees, whose tips stand out across the rolling green slopes of orderly vines and olive groves, seemingly escaping from the hilltops down to the valley below. This impressive medieval fort was built in the year 1000 to guard the surrounding countryside, and it has been recently converted into a luxury, exclusive Hotel Resort & Spa, carefully studied to ensure that the needs of even the most demanding clients can be fully satisfied. The location is Castelnuovo dell’Abate, a sleepy typical village just a few miles from Montalcino, a land of ancient and noble wine and food traditions, which are having new value restored to them by a talented and rising young chef who entered the “Velona” fort eighteen months ago, with his wealth of national and international experience, with the aim, if not the dream, of being a paladin for revamped traditions respecting the products of this very generous land. Born in 1977, coming from Cantu, Paolo Arnaboldi attended the Hotel School in Chiavenna and then developed his career in the kitchens of prestigious and famous venues, many of di Sabrina Camillini Castello di Velona Tuscan Resort & Spa Montalcino a S. Cassiano, Verbier Rollan Pierroz, a New York Daniel Boulud, Noma dello chef René Redzepi a Copenhagen, Hotel Eden di Roma ed infine raggiunge la Toscana facendosi portatore di una cucina sofisticata, attenta al dettaglio, ma al contempo in grado di restituire al palato la semplicità e la purezza dei sapori della natura. La sua arte ai fornelli prende spunto da una selezionata ricerca del prodotto, rigorosamente fresco e genuino. Si articola attraverso un accurato e sapiente studio delle qualità finalizzato all’abbinamento delle materie prime in grado di dar corpo ad una armonica sinergia di sapori, aromi e colori che nell’insieme fanno dei suoi piatti delle autentiche composizioni di stile. Da non perdere il cinturello orvietano con suo fiore magico “szechuan button”. them awarded numerous stars, including the “La Siriola” Restaurant in S. Cassiano, Verbier Rollan Pierroz, in New York Daniel Boulud, Noma dello chef René Redzepi in Copenhagen, Hotel Eden in Roma until he finally reached Tuscany with his style of sophisticated culinary expertise, with scrupulous attention paid to the details but also able to restore the natural simplicity and purity of flavours to the dishes. His culinary art begins with a careful search for fresh and genuine products, studying the quality to enable combining the various ingredients to create a harmonious blend of flavours, aromas and colours which render his dishes true compositions in style. The Orvieto pork with is magical “Szechuan button” flower is a must. 42 lo chef Paolo Arnaboldi 39 RISTORANTI E MENÙ / RESTAURANTS & MENUS PORTONOVO, LA CREATIVITÀ DI UN’ECONOMIA DI MARE 42 di Terenzio Montesi 40 Portonovo, dove il monte d’Ancona, il Cònero, incontra subito il mare, a tuffo, in un paesaggio dove l’uomo parcheggia anima e amori: dal dimesso misticismo della chiesetta romanica, posata da un’onda sulla estremità di uno scoglio, alla retta del Trave, dove la falesia si trasforma in un molo naturale dritto come una spada lunga un chilometro. Dentro la cornice due laghi salmastri, la possente torre clementina del 1716 e, del 1808, il Fortino che Napoleone Bonaparte volle a presidio dell’acqua dolce della Fonte. Monaci e poeti elessero Portonovo a residenza ideale come San Pier Damiani, i De Bosis, D’Annunzio, Bontempelli e altri, ma anche il germano reale e la gallinella d’acqua che di primo mattino porta la prole fuor d’acqua. Raramente anche il martin pescatore accende ancor di più, se possibile, la tavolozza del lago grande. Ma Portonovo è patria di una grande famiglia allargata scivolata sulla riva dai terzieri del paese: Poggio alto, la Costa, le Casette. Furono le donne dei contadini, cavatori di pietre e artigiani vari, a scendere, per impossibili sentieri, alla Fonte e nei siti in piano della baia negli anni ’20 e ’30 del ‘900. Alcuni nomi: Eugenia Casaccia in Giacchetti, Giulia Palmina Gasparoni in Dubbini (la mitica Emilia), Malvina Bolognini, Anna Cardellini, Elsa Dubbini e altre coraggiose intraprendenti. L’embrione di una “imprenditoria” tutta al femminile. Un girotondo di intrecci parentali che si rincorrono come le onde sugli scogli, il forte senso dell’ appartenenza, i consolidati vincoli di amicizia, stretti patti di condivisione come se il destino di uno fosse il destino di tutti. L’avvio dell’attività di accoglienza ha una data precisa. Siamo nel 1959, anno di un pauroso naufragio in una notte di neve, in una furiosa tempesta di gelo, il mare forza 8 e venti oltre 100 km all’ora. Sugli scogli delle Due Sorelle si schianta un cargo libanese, con 21 uomini di equipaggio di origine greca. Si consumava, in quella notte la tragedia del “Potho”, 1800 tonnellate di stazza, lungo quasi 90 metri, largo più di 12, stracarico di tavole di legno. Solo in 11 si salvano e dopo la scalata del Passo del Lupo vengono rifocillati. Protagonista del salvamento è il sirolese Cesare Barbadoro al quale poi venne concessa la medaglia al valor civile. Un eroe. Sulla riva, e per un lunghissimo tratto, vennero rilasciate tonnellate di tavole di legno buono, lo stesso dei Fenici, abbandonate e soprattutto in regalo. Con questo materiale gli accorti contadini, falegnami, muratori, pescatori, tirarono su chio- PORTONOVO, THE CREATIVITY OF A SEA-BASED ECONOMY Portonovo, where Mount Cònero, Ancona’s mountain, slopes down into the sea, a landscape where man finds his soul and love: from the ancient mysticism of the Romanic church, carried by a wave onto the tip of the cliffs, to the straight Trave where the cliff forms a natural straight quay like a kilometre long sword. Set in the frame of the two salt lakes are the majestic Clementine tower from 1716 and the 1808 Fort that Napoleon Bonaparte built to protect the freshwater from the Fountain. Monks and poets considered Portonovo the ideal home, including San Pier Damiani, De Bosis, D’Annunzio, Bontempelli and many others, and also home to the wild ducks and water hens, who take their young out on the water early in the morning. On rare occasions the Martin Kingfisher brightens up the colour palette of the large lake even further, if that is possible. But Portonovo is also the home of a large family that was taken down to the shores from the local medieval districts: Poggio Alto, Costa, Casette. The peasants’, stone diggers and artisans of various trades, wives climbed down the impossible tracks to the Fountain and the flat bay in the 1920s and 30s. Some names are known: Eugenia Casaccia in Giacchetti, Giulia Palmina Gasparoni in Dubbini (the famous Emilia), Malvina Bolognini, Anna Cardellini, Elsa Dubbini and other courageous and enterprising women. The embryo of an entirely female “entrepreneurial” class, a network of parental weaves that followed each other like the waves against the cliffs, with the strong sense of belonging, strong friendships and sharing as if the fate of one were the fate of them all. The start of the hospitality business has a known date in 1959, the year of a terrible shipwreck on a snowy night in a tempest of ice, force 8 sea and winds of more than 100 km an hour, when a Lebanese ship crashed into the cliffs of the Due Sorelle, with a crew of 21 Greek sailors on board. The tragedy of the “Potho” occurred that night, 1800 tons, 90 meters long and more than 12 wide, with a full cargo of wood planks. Only 11 were saved and after climbing the Passo del Lupo they were schi e capanni di solida fattura utilizzando anche le pietre del diroccato Fortino di Napoleone i cui uomini avevano depredato, 150 anni prima, i ruderi del monastero benedettino addossato alla chiesa di Santa Maria. Le grandi tavole furono portate a riva anche da Ilario Giacchetti che poi le mise in opera in un punto strategico della baia, accanto al suo molo. Era nato il punto di ristoro, un chiosco, divenuto poi l’attuale ristorante di mare “Il Molo”. Ilario era figlio di Richetto e padre di Fabrizio, suocero di Anna Rita e nonno di Giacomo e Claudia: quasi una sequenza biblica. Da allora Portonovo si è presentato come un’ irrinunciabile opportunità per riconvertire le vecchie usanze e andare così incontro alle richieste di un’utenza vacanziera e stanziale a beneficio dei paesi d’intorno e dalla città. L’offerta gastronomica ha puntato da sempre su di una qualità originata degli endemismi presenti e dalle donne poggesi, di grande esperienza e vivida creatività. Ilario, uomo di sostanza e generosa disponibilità, volle mettersi al servizio della gente che si spingeva ai bordi delle bianchissime spiagge. Egli conosceva le risorse del suo mare e di buon mattino ne prelevava profumate seppie, grandi pesci che tanto piacevano ai numerosi pionieri campeggiatori austriaci e tedeschi e naturalmente qualche “rastrellata” di moscioli. Poi l’uomo andava a lavorare, a fare fisarmoniche, su, a Camerano. Questo tesoro passava così nelle mani della moglie Adria così da profumare anche il monte. Piatti di mare semplici ma non banali che aggradavano anche l’anconitano che dalla città organizzava le sue scampagnate in spiaggia in cui anche la classica fava con formaggio trovava la sua stagionalità. Soltanto più tardi si cominciò a parlare di antipasti, brodetti, bombetti, fumanti grigliate e fritture leggerissime. Nasceva il concetto di susseguenza delle portate così come la conosciamo oggi. Oggi, con l’estroso e geniale Simone Baleani, “custode” della cucina del “Molo”, “di famiglia” da un quarto di secolo, si è evoluto il modo di operare, ma con avveduta moderazione, per rispettare i codici dei vecchi. Nei piatti del quotidiano servizio stagionale di ristorazione c’è l’unicità di un mollusco, padrone dello scoglio e della padella: il Mosciolo Selvatico di Portonovo, altrove ci sono le cozze. Anche la verdura che si incontra sul piatto del “Molo”, servita con la riservatezza di un segreto, viene raccolta tra i sassi delle rive più scoscese: è la foglia carnosa del finocchio marino, servita marinata, come un tempo, quando i pescatori la caricavano a bordo per le sperimentate virtù antiscorbutiche. Viva Gli Spaccasassi. I Giacchetti del “Molo” sanno conservare i loro segreti ma sentono forte, come tutti i poggesi di mare, le attenzioni solidaristiche con gli altri operatori e pure il Cliente, anche quello occasionale, non viene escluso dal circuito della convivenza. A Portonovo, con quell’innata vocazione al bello e al buono nessuno è forestiero. Ma, come certe fanciulle di debordante bellezza, la baia si nasconde tra gli scogli e il monte. given warmth and refreshment. Cesare Barbadoro, from Sirolo, was their saviour, and he was awarded the medal for civil valour, a hero. A long stretch of the shore was covered with tons of good wood planks, the same wood used by the Phoenicians, abandoned there and free to take. The townspeople, carpenters, builders, fishermen, took them and built strong kiosks and cabins, using the old stones from the ruins of Napoleon’s fort, whose men, 150 years earlier, had pillaged the Benedictine Monastery next to St Mary’s Church. The large planks were also carried on shore by Ilario Giacchetti, who then built the first refreshment kiosk with them on a strategic point of the bay, next to the quay – which later became the current sea restaurant “Il Molo”. Ilario was Richetto’s son and Fabrizio’s father, Anna Rita’s father in law and Giacomo and Claudia’s grandfather: almost a biblical sequence. Since then, Portonovo has become an opportunity to restyle old customs and meet the new demands of holidaymakers and locals, to the benefit of the surrounding villages and the town. The culinary proposals have always focused on quality taken from local produce and the experience and creativity of the Poggio women. Ilario, a man of substance and generosity, decided he wanted to serve the people who came to the lovely white beaches, and he knew what his sea could offer, so early in the morning he would catch the perfumed squid, large creatures that the Austrian and German campers loved, and a few mussels, then he would go to work making accordions up in Camerano. Therefore he would hand over his treasures to his wife Adria, to perfume the mountains, who would prepare simple but never trite seafood dishes, which the Ancona people also enjoyed, who organised trips to the beach from the city, where they could also find the classic broad beans and cheese when they were in season. It was much later that they began talking about starters, broth, smoking grills and delicate fried dishes. The concept of a sequence of dishes as we know it today was born. Now, with the imaginative and genial Simone Baleani, “caretaker” of the “Molo” cuisine, which has been in the family for a quarter of a century, a way of working has developed, with careful moderation however, that respects the elders’ code. In the everyday seasonal dishes there is the unique mollusc, lord of the rocks and pan: the ‘Mosciolo Selvatico di Portonovo’, just mussels elsewhere. The vegetables that are served at the “Molo are gathered from among the stones on the rocky shores: the meaty leaves of marine fennel which are served marinated, as they used to be when the fishermen took them on board to test their anti-scurvy properties. Long live the Spaccasassi! The Giacchetti at the “Molo” know how to protect their secrets, but also have a strong feeling of solidarity with the other operators and their clients, even the occasional ones, and nobody is ever excluded from their circle of hospitality. In Portonovo, with their inborn vocation for the good and lovely, nobody is a stranger, but, like certain amazingly beautiful girls, the bay is hidden between the cliffs and the mountain. 42 RISTORANTI E MENÙ / RESTAURANTS & MENUS 41 RISTORANTI E MENÙ / RESTAURANTS & MENUS di Pierluigi Vacca Chef Ristorante Antico Borgo Tartara di filetto di cavallo con caciocavallo Silano dop e noci tostate con gelato al basilico Per la tartara: 800 g di filetto di cavallo; mezza cipolla; 2 limoni; 2 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva; 100 g di noci tostati; 200 g di caciocavallo silano dop; sale e pepe bianco. Tritare il filetto finemente con il coltello. A parte tritare la cipolla e le noci tostate, amalgamare in una terrina questi ingredienti con il filetto e aggiungere il succo di limone, l’olio, sale e pepe. Amalgamare il tutto per bene. Per il gelato al basilico: 150 g di tuorli d’uovo; 250 g di zucchero; 600 g di basilico; 150 g di panna fresca. Sbattere uova e zucchero, far bollire il latte, aggiungerlo al composto e cuocere a bagnomaria fino a portarlo ad una temperatura di 82 gradi. Togliere dal fuoco e unire il basilico. Lasciar raffreddare fino a 50 gradi e aggiungere la panna fresca. Lasciar riposare il composto per 6 ore, filtrare e passare nella gelatiera. Per la composizione del piatto: Formare 5 dischi con la tartara e adagiarvi sopra dei dischi di caciocavallo. Completare il piatto con una pallina di gelato al basilico e guarnire con delle fette di arance e un ciuffo di basilico fresco. Horse fillet tartare with DOP Caciocavallo Silano cheese and toasted walnuts with a basil ice cream Ingredients (serves 4): For the tartare: 800 g horse fillet; half an onion; 2 lemons; 2 tablespoons extra virgin olive oil; 100 g toasted walnuts; 200 g DOP Caciocavallo Silano cheese; salt and white pepper Mince the fillet finely with a knife. Separately, chop the onion and the toasted walnuts, then mix with the fillet in a bowl, adding the lemon, oil, salt and pepper. Mix thoroughly. For the basil ice cream: 150 g egg yolks; 250 g sugar; 600 g basil; 150 g fresh cream. Cream the yolks and butter, bring the milk to the boil, add to the egg and sugar mix then warm to 82 °C in a bain-marie. Remove from the heat and add the basil. Leave to cool to 50 °C then add the fresh cream. Leave to rest for 6 hours then churn in the ice cream churner. Assembly: Form 5 discs of the tartare, and place a disc of Caciocavallo cheese on each. Complete with a ball of basil ice cream and garnish with orange slices and a sprig of fresh basil. SA 150 Hamburgatrice, Sirman Ingredienti per 4 persone: BANKETING / BANQUETING CON LE NUOVE TECNOLOGIE IN CUCINA È TUTTO PIÙ FACILE! EVERYTHING’S EASIER IN THE KITCHEN WITH NEW TECHNOLOGY Thanks to refrigeration technology, the modern kitchen makes it possible for us to serve raw meat in its natural state, which previously could only be served salted, pickled or smoked. Once, eating a tartare was a rare treat: prime quality meat minced with a knife, served with lemon wedges, finely chopped onion and herbs, seasoned with salt and pepper and with the classic egg yolk in the middle. And in spite of its apparent simplicity, it was actually quite a labour-intensive dish for the kitchen. Today, however, we have a choice of pre-minced raw meats, which make preparation and serving much quicker, ready marinated carpaccios, which simply need to be sliced, and ready seasoned mixed mince meats. The market has done much to increase variety and facilitate our jobs, but as a result, perhaps some of the professionalism and personal touch have been lost. Raw meats are very much in vogue today for the banquet caterer, especially for aperitif and antipasto buffets, but it is crucial that the right equipment and utensils are used, as raw meats oxidise and spoil easily. But with the right methods and precautions, offering a tantalising choice of raw meats in a buffet which will satisfy even the most discerning client is not only possible but, thanks to developments in modern technology, easy to accomplish. Girella di manzo carpacciata, marinata in birra di farro con pecorino fresco e rucola in giardinetto di misticanza e olio al limone Rolls of Carpaccio style beef marinated in spelt beer stuffed with fresh pecorino fresco and rocket, served on a bed of mixed leaf salad with oil and lemon Ingredienti: 250g di noce di manzo; 50g di pecorino fresco; 30g di rucola fresca; 200cc di birra di farro; sale e pepe; olio extravergine di oliva al limone; 30g di pinoli tostati Ingredients: 250g beef rump; 50g fresh pecorino; 30g fresh rocket; 200ml spelt beer; salt and pepper; lemon flavoured extra virgin olive oil; 30g toasted pine seeds Battere il manzo cercando di realizzare un rettangolo dello spessore di circa mezzo centimetro e coprirlo con la birra per circa due ore in frigorifero. Recuperare la carne e asciugarla, adagiare la stessa su pellicola, salare e pepare. Tagliare a fettine sottili il pecorino fresco e adagiare le fette sulla carne, aggiungere la rucola e arrotolare molto stretto formando così un salame. Abbattere. Su di un piatto di servizio mettere la misticanza e sistemare le fettine di carne dello spessore di pochi millimetri. Rifinire con olio extravergine d’oliva al limone, pinoli tostati e una piccola guarnizione. Beat the beef with a meat hammer into a rectangular shape approximately half a centimetre thick, cover with the beer and leave to marinate in the refrigerator for about two hours. Take the meat out of the beer and dry it, lay it out on kitchen film and season with salt and pepper. Cut the fresh pecorino into thin slices and lay on the slice of meat, add the rocket then roll very tightly into a salami shape and blast-chill. Place a bed of the mixed leaf salad on the serving plate and arrange slices of the roll a few millimetres thick on the salad. Finish with lemon flavoured extra virgin olive oil, toasted pine seeds and a little garnish. Cervino 5T, Sirman 42 La cucina moderna ha introdotto, supportata dalle tecnologie del freddo, la carne cruda, fino ad allora proposta salata o salmistrata o affumicata. Una volta mangiare una tartare era una prelibatezza: carne scelta tagliata a coltello, servita con spicchi di limone, cipolla tritata, erbe aromatiche, sale, pepe e al centro il classico rosso d’uovo. Ed era un lavoro impegnativo anche per la cucina, nonostante la semplicità apparente del piatto! Oggi invece abbiamo a disposizione carni crude già macinate, pronte per un servizio veloce, carpacci già marinati e pronti al taglio, impasti di carni miste già aromatizzati; quindi il mercato ha agevolato il servizio e la varietà dei prodotti, ma forse si è persa un po’ di professionalità e personalizzazione. Nella banchettistica, specialmente nei buffet di aperitivi e antipasti, l’utilizzo di carni crude è in voga, ma con particolare attenzione alle attrezzature utilizzate per l’occasione in quanto il prodotto è facilmente ossidabile e deteriorabile. Con le opportune accortezze, oggi una varietà di carni crude al buffet è sicuramente apprezzata e, grazie all’evoluzione della tecnologia, facilmente realizzabile per soddisfare clienti sempre più attenti ed esigenti. di Ottaviano Pellini Maestro di cucina Executive Chef Team Menager Squadra Regionale Cuochi Marche 43 SPERIMENTAZIONI / EXPERIMENTATIONS POLPETTA? Non semplice macinata, ma una tritata rielaborata di Marco Valletta Chef, segretario NIC, docente 42 TCG 12 Denver, Sirman 44 Con queste parole una mia zia, amante della cucina, raccontava le sue polpette. A detta del parentado erano piccole opere d’arte per il palato di grandi e piccini, definite da molti una “esplosione di bontà”. In effetti lei sosteneva che la carne (si rivolgeva per questo al suo macellaio di fiducia) doveva essere macinata poco prima del suo impiego, in modo che rimanesse ben morbida. Poi la mistura con il pane doveva avvenire con cura e dovizia, facendo in modo che il pane, con giusto rapporto tra crosta e mollica, non fosse troppo bagnato ma che doveva essere capace di assorbire anche i succhi della carne stessa. Per questo lei preparava l’impasto di pane bagnato (con metà latte e metà acqua) mescolandolo con la carne la mattina, per poi confezionare il tutto, le singole polpette, la sera stessa. Poi, con il calar del sole, iniziava il rito dell’impasto, con tuorli, Parmigiano Reggiano, pochissimo aglio tritato, prezzemolo fresco e ben tritato, sale, pepe al mulinello e un pizzico di “passione”. Pizzico mai svelato a nessuno, noi crediamo sia stato una mistura di cannella, noce moscata e chiodi di garofano, simile al “pisto” per i roccocò napoletani. Ma il bello veniva al momento della cottura perché in padella di ferro, “la fersora sua preferita”, irrorata a volte con strutto e a volte con olio di oliva extravergine, si svelava l’arcano. Il profumo tipico di polpette fritte inondava la casa e il circondario, era un godimento sensoriale per quanti potevano sentirne il profumo. Da quel momento polpetta, morbidella, schiacciatina, svizzera, Pidok, o altra preparazione di macinato passata nelle mie mani aveva come scopo primo quello di perpetuare un rito, evocare quel gusto di una volta, quello delle “polpette di mia zia”. Con gli allievi di scuola, nel corso di alcuni anni, sviluppo una lezione specifica sull’impiego di carni macinate, costruendo delle tabelle legate al corretto uso del pane bagnato, della carne macinata e, soprattutto, alle molteplici opportunità di aromatizzazione. Ci tengo a dire da subito che un ruolo importante per le polpette lo ha il pane raffermo, possibilmente a pasta acida, cioè quello prodotto con lievito madre, che deve essere ben asciutto, secco e bagnato poco per volta. Non sarebbe corretto bagnarlo e poi strizzarlo come fanno in molti perché insieme all’umidità superflua andrebbe via anche parte dell’amido del pane. Ottima carne macinata, impiegata cruda se possibile, ottimo pane giustamente ammorbidito, poi la presenza legante del tuorlo, tanto da rendere l’impasto della polpetta consistente ma nel contempo morbida e non molliccia. Ecco perché l’albume non dovreb- A POLPETTA IS NOT JUST MINCE IT’S A WHOLE ART FORM This was what my aunt – an avid cook – used to say about her ‘polpette’ fried beef patties. According to all the family, they were little works of art for the palates of young and old alike, and many of those who tasted them called them an ‘explosion of flavour’. She maintained that the meat had to be minced just before it was used, to keep it soft, and would only go to her trusted butcher to make sure that this happened. Even softening and adding the bread took care and skill, so that the bread – with just the right ratio between crust and the soft, white interior – would not become too sodden and would still be able to absorb the juices of the meat. So she’d soften the bread (in half milk, half water) and add it to the meat in the morning, and only finish the meatballs in the evening. As the sun set, the ritual of making the mixture began, adding egg yolks, Parmigiano Reggiano, just a hint of chopped garlic, very finely chopped fresh parsley, milled salt and pepper and just a pinch of what she called ‘passion’. And while she never revealed the secret of what this ‘pinch’ really was to anyone, we believe that it was a mixture of cinnamon, nutmeg and cloves – similar to what the Neapolitans know as ‘pisto’. But the cooking was the best part of all, as the magic all came together in her favourite cast iron pan – or ‘ fersora’ as she’d call it – greased sometimes with lard and other times with extra virgin olive oil. The unmistakeable aroma of fried polpette infused the house and the surrounding neighbourhood, in a delight for the senses for anyone lucky enough to smell it. Since then, any ‘polpetta’, ‘morbidella’, ‘schiacciatina’, hamburger, ‘Pidok’ or any other such creation with minced meat that I have come across has, above all, inspired me to perpetuate this ritual and revive that taste of my childhood – of my aunt’s ‘polpette’. Over the years, I have devised a dedicated lesson on using minced meats for my students, in which we compile tables on the correct use of soaked bread, minced meat and – most importantly – the many possibilities for seasoning. One of the first things I stress is the importance of the bread in a polpetta – a sourdough bread should preferably be used, it has to be very dry, and it must be moistened with liquid gradually. It’s a mistake to soak it and then to squeeze it out, as many do, because part of the starch is also lost with the excess liquid. As a rule, use excellent minced meat – used raw whenever possible – excellent bread, softened to just the right degree, and the right amount of egg yolk to bind it all and make a consistent polpetta that is soft but not mushy. And this is why you should SPERIMENTAZIONI / EXPERIMENTATIONS be essere impiegato. Ma se lo si vuole utilizzare, allora bilanciate la sua presenza, diminuendo l’umidità per il bagno del pane. Ora date un’occhiata alla tabella e sperimentate, potendo quindi dire la vostra e fare le vostre polpette. Ricordate che sale e pepe sono a vostro piacimento. never use egg whites, but if you really want to, compensate by reducing the amount of moisture in the bread. Now take a look at the table and try for yourself, creating your own interpretation of the perfect polpetta. Remember to add salt and pepper to suit your own preferences along with the seasoning. CARNE MACINATA PANE BAGNO E LEGANTE FORMAGGIO AROMATIZZAZIONE MINCED MEAT BREAD LIQUID FOR BREAD /BINDING INGREDIENT CHEESE SEASONING 50% manzo, 50% vitello. 50% beef, 50% veal. Lievito madre Sourdough Latte, acqua, uova intere. Milk and water/whole egg. Pecorino grattugiato Grated Pecorino Aglio, Prezzemolo, Paprika. Garlic, parsley, paprika. 50% manzo, 50 % maiale. 50% beef, 50% pork. Lievito madre Sourdough Latte, tuorli. Milk/yolks Pecorino e Parmigiano grattugiato. Grated Pecorino and Parmesan. Aglio, Prezzemolo, Garlic, parsley. 40% manzo, 30% maiale, 30% vitello. 40% beef, 30% pork, 30% veal. Lievito madre Sourdough Latte, Acqua, Tuorli Milk and water/yolks Parmigiano grattugiato. Grated Parmesan. Aglio, Prezzemolo, Pisto. Garlic, parsley, ‘pisto’. 70% manzo, 30 % vitello 70% beef, 30% veal. Lievito madre Sourdough Acqua, uova, Water/egg. Parmigiano grattugiato. Grated Parmesan Aglio, Prezzemolo, Pisto. Garlic, parsley, ‘pisto’. 100% manzo. 100% beef. Lievito madre Sourdough Latte, Acqua, Tuorli. Milk and water/yolks. Pecorino grattugiato. Grated Pecorino Aglio, Prezzemolo, Pisto. Garlic, parsley, ‘pisto’. All the polpette were fried in extra virgin olive oil and then drained thoroughly. During tasting, the students noted that when Pecorino was used, the results were tastier, with a more decisive flavour. The best meat is pure beef, ground not too finely, and when specified, the amount of ‘pisto’ used in the seasoning may be adjusted to taste. Whether the bread is moistened with milk or water doesn’t influence the flavour perceptibly, while the consistency changes depending on whether yolks or whole eggs are used. To find out more on the use of cooked meats, we’ll have to wait until the next time we study the topic. As certain students maintain, polpette made with cooked meat have a completely different taste. Confettura di cipolle rosse e uvetta alla grappa Red onion, sultana and grappa jam Un colore caldo ed un sapore rotondo, che si sposa perfettamente con carni e formaggi. Warm colours and well-rounded flavours which complement meats and cheeses to perfection. Ingredienti: 1 chilo di cipolle rosse di Tropea; 300 grammi Ingredients: 1 Kg red Tropea onions; 300 g cane sugar; 10 di zucchero di canna; 10 grammi di pectina; 1 etto di uvetta; 1 bicchierino di grappa (facoltativo); 5 foglie di alloro; 1 baccello di vaniglia Preparazione: Pulire ed affettare molto finemente le cipolle. Metterle in una terrina con l’alloro, coprirle di acqua e lasciarle macerare per 2-3 ore. Sgocciolarle, metterle in una pentola dal fondo spesso con alloro, zucchero, pectina e la vaniglia. Cuocere a fiamma bassa, mescolando di tanto in tanto per circa 10 minuti, eventualmente aggiungendo dell’acqua. Quando le cipolle risulteranno morbide, unire le uvette messe precedentemente a macerare nella grappa e cuocere ancora per qualche minuto. Togliere il bacello di vaniglia e versare la confettura calda nei barattoli. Si consiglia di consumarla entro un mese. g pectin; 100 g sultanas; 1 small glass grappa (optional); 5 bay leaves; 1 vanilla pod. Preparation Peel and trim the onions and slice very finely. Place in a bowl with the bay leaf, cover with water and leave to macerate for 2 to 3 hours. Drain and place in a thickbottomed saucepan with bay leaf, sugar, pectin and the vanilla pod. Simmer on a low heat for approximately 10 minutes, stirring occasionally and adding water if necessary. Once the onions are soft, add the sultanas – macerated previously in the grappa – and continue cooking for a few minutes. Remove the vanilla pod and transfer the jam while still hot into jars. Consume preferably within a month. di Mariagrazia Dammicco Giornalista e scrittrice, esperta di giardini veneziani 42 Il sistema di cottura impiegato è stata la frittura, impiegando solo l’olio extravergine d’oliva, avendo cura di sgocciolarle molto bene. Nella fase di degustazione gli allievi hanno sostenuto che dove c’è il pecorino l’impasto è più saporito, lasciando un gusto deciso. La carne dovrebbe essere solo di manzo, macinata non troppo sottile, e la quantità di condimento legato al “pisto” può essere facoltativa. Il bagno in latte o acqua non influisce nel risultato - gusto impercettibile - mentre la struttura cambia se sono stati impiegati tuorli o uova intere. Per sapere di più circa l’impiego di carni cotte, dovremmo aspettare un prossimo studio, perché - a detta di alcuni allievi - le polpette fatte con carne cotta presentano un gusto completamente diverso. Fotografia di Francesca Saccani 45 RISTORAZIONE COLLETTIVA / CATERING L’IMPORTANTE È SAPERLO di Marco Sabatini Chef di cucina, esperto di ristorazione collettiva Escludiamo le tartare, come impiego della carne macinata nella ristorazione collettiva, troppi fattori da tenere sotto controllo come la tracciabilità della materia prima e il mantenimento della catena del freddo. Meglio la carne macinata cotta. Travestita da polpettone rende felici i bambini delle mense scolastiche per il connubio perfetto di ingredienti semplici. Gli anziani, ospiti di strutture di ricovero o ospedali, le sono grati per la morbidezza e l’inconfondibile sapore casereccio. Nello slang degli addetti ai lavori, il polpettone ha però finito con l’essere identificato con quanto è scarto in cucina. Falso. Si useranno dei ritagli di carne, non di solo manzo (per i costi e perché lega poco) ricorrendo per buona parte al tacchino, ma si tratterà sempre di un prodotto scelto. Impiegare un tritacarne refrigerato per macinarlo ne conserverà integre le proprietà organolettiche, parimenti utilizzando un cutter professionale. Per unità produttive ad alto voltaggio numerico che ancora lo confezionano lavorandolo manualmente, sappiano dell’esistenza di mescolatori da 25-50 chili, capaci di amalgamare velocemente gli ingredienti senza alterarne la carica batterica, che, impiegati per preparare impasti di salsicce e salami, tuttavia non esauriscono la loro versatilità in questo unico settore. Polpettine con cuore di asparago JUST SO YOU KNOW The possibility of tartare as a possible use for minced meat in catering has to be ruled out because there are simply too many factors involved, such as the traceability of the raw material and maintaining the cold chain. So it’s better to cook mince. Disguised as a meatloaf, it’ll keeps kids in a school canteen happy as it is the perfect combination of simple ingredients. While the elderly in retirement homes and hospitals welcome its softness and unmistakeably home-cooked flavour. However, catering and restaurateur professionals tend to write the meatloaf off as recycled kitchen leftovers, and this is simply untrue. While offcuts are used – and not just beef, but also a large proportion of turkey (due to costs, but also because beef does not bind well) – the fact remains that a goof meatloaf is still a quality product. Using a refrigerated grinder ensures that the original characteristics of the meat are preserved, as does a professional cutter. Operators of high volume catering units which still work with mince by hand may be interested to know that mixers with capacities from 25-50 kilos are available. These appliances can quickly mix ingredients without increasing the bacterial count and, while used predominantly for producing sausages and salamis, are also suitable for other applications. 42 TC Titano Ice 22, Cutter C6 Felsinea 46 Prendete vari ritagli di carne: maiale, tacchino, manzo, vitello. Tagliateli a tocchetti e lavorateli velocemente al cutter. Aggiungete all’impasto ottenuto pane ammorbidito nel latte, bianco d’uovo, parmigiano grattugiato, sale e pepe q.b. Con la farcia ottenuta fate dei mini polpettoni, sistematevi sopra l’asparago crudo e quindi premete con la mano per farlo aderire. Cuocere in forno aggiungendo dei semi di girasole per la parte croccante. Servite con patata schiacciata oppure con del semplice purè. Meatballs with an asparagus centre Cut offcuts of pork, turkey, beef and veal into chunks, then mince quickly in the cutter. Add bread softened in milk, egg white, grated Parmesan and salt and pepper to taste to the mixture. Form small meatballs with the mixture, place a raw asparagus on top and press by hand into the meatball. Cook in the oven in sunflower oil, to form a crispy outer surface. Serve with coarsely mashed or puréed potatoes. CLUB DEI MIGLIORI Chi sono I MIGLIORI? I rivenditori di attrezzature per la ristorazione che primeggiano per la qualità dei prodotti, per la gamma di servizi e per la capacità di reperire sul mercato le soluzioni tecnologicamente più avanzate. Tutti i VANTAGGI di aderire al CLUB Ŕ*MQSFTUJHJPEJBQQBSUFOFSFBEVODMVCEōFDDF[JPOF DFSUJţDBUPEBMNBSDIJPEFMDMVCEBMMōBUUFTUBUPEJ socio e dalla vetrofania. Ŕ6OBOOPEJQSFTFO[BTVMMBSJWJTUB;BŢFSBOP in una sezione dedicata esclusivamente agli appartenenti al CLUB DEI MIGLIORI. Ŕ6OPTQB[JPXFCDPTUBOUFNFOUFBHHJPSOBUP BMMōJOUFSOPEFMTJUPXXX[BŢFSBOPPSH Ŕ6OQBDDIFUUPPŢFSUBEJDPQJFEJ;BŢFSBOP inviate gratuitamente ai clienti segnalati da ogni rivenditore. Ŕ"HFWPMB[JPOJBMMōBDRVJTUPFTPMV[JPOJDPOWFOJFOUJ dalle migliori aziende nel settore della produzione delle attrezzature per la ristorazione. Come farne parte? Per entrare in contatto con il CLUB DEI MIGLIORI DPMMFHBUJBXXXDMVCJNJHMJPSJJU SJG"MCFSUP.BS[BSP Periodicamente ai Migliori – e solo ai Migliori – vengono riservate promozioni speciali che premiano gli appartenenti al Club con offerte di valore e numerose occasioni, facilitazioni e sconti abbinati all’acquisto di prodotti “Sirman” e di altre prestigiose aziende, ad esclusivo vantaggio dei soci del prestigioso Club. E se ti iscrivi al Club, potrai partecipare alla premiazione del miglior rivenditore dell’anno: ‘Il Migliore dei Migliori’! CLUB DEI MIGLIORI / THE BEST VALLE D’AOSTA Coffee Service sas Via Aosta, 81- 10016 Montalto Dora (TO) Tel. 0125 650906 - Fax 0125 650967 - www.coffeservice.it E-mail: [email protected] [email protected] [email protected] Coffee Service é un azienda con una consolidata immagine di affidabilità e qualità nel settore delle apparecchiature per la ristorazione collettiva ed arredamento. Fondata nel 1992, da Paolo Raviglione, ha raggiunto in pochi anni il successo grazie all’innovazione tecnologica e al dinamismo commerciale. Per rispondere ancor meglio alle specifiche esigenze del cliente, Coffee Service s.a.s. offre un servizio completo di progettazione con tecnologia CAD e servizio “chiavi in mano” per ogni linea prodotto e per le apparecchiature complementari. Coffee Service opera sul mercato italiano ed europeo, soddisfacendo sia le richieste del comparto turistico alberghiero, che quelle della grande ristorazione collettiva. VALCAF snc C.so Lancieri di Aosta, 15H - 11100 Aosta - tel. 0165 43703 PIEMONTE ASTEC F.lli Vercellone & C srl Via XI Settembre, 13 - 12011 - Borgo San Dalmazzo (CN) Tel 0171 265229 - 0171 269911 Fax 0171 262124 www.astecimpianti.it / [email protected] Astec F.lli Vercellone, da trent’anni specializzata nella vendita di attrezzature da cucina per la ristorazione professionale ha una sede di 1800 mq con esposizione. Agenzia di vendita per i marchi Zanussi Professional ed Electrolux, l’Astec mette a disposizione una cucina dimostrativa, per effettuare prove pratiche di cottura e corsi di formazione con presenza di chef. Offre un importante servizio prevendita, si occupa dell’installazione e dell’assistenza tecnica con uno staff qualificato, reperibile anche sabato, domenica e festivi. Dispone di un ampio assortimento di detersivi, prodotti per la pulizia industriale, di materiali professionali per la cucina, hotelleria ed utensili vari, oltre ad arredamento bar IFI. Dispone di attrezzature professionali per la ristorazione a noleggio. CRIMA srl Via Biandrate 41 - 28060 - San Pietro Mossezzo, NO - tel. 0321 540837 - mail: [email protected] DUTTO ARREDAM. C.so Monviso, 9 - 12100 Cuneo - tel. 0171 603190 MINETTO E LANTERO & C. snc Via G. Di Vittorio, 39 Zona Co.In.Ova - 15076 Ovada, AL - tel. 0143 81918 M.R. GRANDI IMPIANTI snc Via Vercelli, 35/A - 13030 Caresanablot, VC - tel. 0161 235286 SIBA srl Corso Langhe, 29 - 12051 Alba, CN - tel. 0173 441608 - mail [email protected] SI-BA snc di Ripari Maurizio & C. Via Marconi, 11 - 10040 - Druento, TO - tel. 011 9941319 - mail: [email protected] STOPPA GROUP srl Via San Rocco 12/B - 01220 Rovereto di Cherasco,CN - tel. 0172 495219 TUTTOBAR s.a.s. di Pavone Pasquale & C. Via Mollieres, 7 - 10141 TORINO Tel. 011/773.20.16 - Fax 011/750.42.24 E-mail: [email protected] - www.tuttobarsnc.com La Tuttobar s.n.c., fondata dal sig. Francesco Pavone, opera fin dal 1982 nel settore della ristorazione, offrendo una vasta gamma di attrezzature di alta qualità. La clientela può, inoltre, contare sulla competenza dello staff dell’azienda per ciò che concerne la consulenza, progettazione e personalizzazione dei locali, nonché vendita e assistenza tecnica. La Tuttobar è in grado di offrire, all’interno della propria esposizione, qualsiasi attrezzatura professionale per l’allestimento completo di cucine, bar, pizzerie e ristoranti, completando il tutto con la possibilità di scegliere tra pentole, piatti, bicchieri e tovagliati. V.F.N. Arreda di Vota A. & C. snc Corso Re Arduino, 55 - 10086 Rivarolo C.se/TO - Tel. 0124 424852 LOMBARDIA ARIMAR sas di Bonelli Mario & C. Via Cisa, 1/c - 46030 Cerese di Virgilio (MN) Tel. 0376-281065 Fax. 0376 282539 [email protected] - www.arimarsas.it ARIMAR è un'azienda presente sul mercato da 18 anni, specializzata nella vendita di apparecchiature per la pesatura, registratori di cassa, affettatrici, attrezzature per la cottura e la preparazione e macchine speciali per la refrigerazione, arredamento e attrezzature per grandi impianti, comunità, bar, ristoranti, negozi, macchine confezionatrici sottovuoto- frigoriferi industriali. Forniamo servizi di assistenza e riparazione in loco, preventivi e sopralluoghi in loco, assistenza post-vendita sulle attrezzature, trasporto, installazione e collaudo. B.M. ITALIA srl Via Vanoni 61 - 23012 Castione Andevenno, SO - tel. 0342 358179 42 F.A.R.H.O Srl Via Statale, 1642 - 23852 – Garlate (LC) Tel. 0341 682809 - Fax 0341 682937 [email protected] - www.farho.it 48 La F.A.R.HO. srl è un'azienda specializzata nelle forniture alberghiere con più di trent'anni di presenza nel settore B.A.R. (Bar, Alberghi, Ristoranti). Progettazione, vendita, assistenza tecnica post-vendita fanno in modo che ci sia una risposta immediata per soddisfare al meglio le richieste del settore. Forniture alberghiere complete, porcellane, posaterie, cristallerie, pentolame e accessori per sale, cucine e bar. Vendita ed assistenza di attrezzature per il bar e per la cucina e arredamenti completi su misura e di serie. G.V.M. Service srl Via A. Da Brescia, 2 - 21013 Gallarate (VA) Tel. 0331 775209 - Fax 0331 775409 E-mail: [email protected] - www.gvmservice.it G.V.M. Service Srl opera ormai da più di 10 anni nel settore vendita e assistenza misuratori fiscali, bilance elettroniche e meccaniche, affettatrici, segaossi, tritacarne. Nel corso degli anni, G.V.M. Service Srl, si è ampliata e innovata seguendo le esigenze dei propri clienti offrendo un servizio sempre più vasto per la gestione del punto vendita e della ristorazione. ME.GAM srl Via per Azzano, 47 - 24050 - Grassobbio, BG - tel. 035 525688 - mail: [email protected] SCAM sas Via Piave, 4 20056 Trezzo Sull’Adda, (MI) tel. 02 90961757-90962513 Da molti anni ci occupiamo di vendita e assistenza di cucine per la ristorazione. Ma ciò che facciamo con più passione è seguire il settore dei forni a microonde Panasonic, Pacojet e piastre ad induzione, a proposito dei quali proponiamo dimostrazioni e periodi di prova di una settimana. SCHENETTI srl P.zza F. Martelli, 3/5 - 20162 Niguarda, MI - tel. 02 6441191 TEDESCHI srl Via Calchera, 17 - 25089 Villanuova sul Clisi, BS - tel. 0365 31286 - mail: [email protected] TRENTINO ALTO ADIGE BORZ FABIO Via del Garda, 44 - 38068 Rovereto (TN) - tel. 0464 437719 - fax 0464 439255 - mail: [email protected] KABU DI GEOM. UNTERLECHNER LUKAS Via Macello, 29 - 39100 Bolzano - tel. 0471 977318 Tecnohotel Sas Via Trento 3/C - 38017 Mezzolombardo, (TN) Tel. 0461 600361 - Fax 0461 607865 E-mail: www.tecnohotel.net Forti dell'esperienza acquisita in vent'anni di attività nel settore alberghiero e della ristorazione professionale, progettiamo e realizziamo secondo le normative vigenti e al sistema H.A.C.C.P. impianti di Grandi Cucine e Lavanderie per alberghi, ristoranti e comunità. (Progettazione, vendita, assistenza, impianti grandi cucine - lavanderie industriali, attrezzature per bar ristoranti pizzerie e comunità. Depuratori d'aria, impianti d'aspirazione, celle e armadi frigoriferi. Abbattitori di temperatura, lavabicchieri, lavastoviglie industriali, impianti self-service e mobili in acciao inox su misura). VENETO ASS.TEC snc Via Candel, 32 - 32100 Belluno - tel. 0437 31169 BOLZONELLA GRANDI IMPIANTI srl Via SS. Fabiano e Sebastiano 32 - 35143 Brusegana - PD - Tel 049 620225 - Fax 049 620225 CARLINI srl Via Triestina, 48/6 cen La Piazza - 30030 Favaro Veneto, VE - tel. 041 634522 DONÀ ALESSANDRO Borgo S. Giovanni, 764C - 30015 Chioggia VE - tel. 041 5540851 ERREPI GRANDIMPIANTI Via Brescia, 10 - 35030 Rubano, PD - tel. 049 632191 GARBATO RICCARDO C.F.TA del Rimedio 4422A - 30122 Venezia - tel. 041 5228696 F.LLI GUZZON SNC Via Monache, 11 - 35042 Este - tel. 0429 2448 IDEA GRANDI IMPIANTI sas Via Garofoli, 313 - 37057 S.Giovanni Lupatoto, VR - tel. 045 9251333 Miatello srl Forniture Alberghiere Via Nonis, 16 - 36063 Marostica (VI) Tel. 0424 470350 - Fax 0424 75929 E-mail: [email protected] - www.miatello.it La Giorgio Miatello opera da più di 30 anni nello specifico campo delle forniture ad alberghi, ristoranti, bar, comunità. La gamma delle proposte spazia dagli arredamenti per grandi cucine, con progettazione ed assistenza tecnica, alle forniture complete per la tavola con primarie marche nazionali ed estere di porcellane alberghiere, posaterie, bicchieri. Due sale campionarie a disposizione per visionare migliaia di apparecchiature ed articoli specifici per la ristorazione ed un interessante “angolo dimostrazione” per sperimentare gli ultimi sistemi di preparazione e cottura. MIKROS BILANCE di CARRER & C sas Piazza De Gasperi, 8 - 30027 - San Dona' Di Piave, VE tel. 0421 44040 - mail: [email protected] RIZZOTTO TECNO SERVICE srl Zona Artigianale 3/D - 32030 - Vas, BL - tel 0439/789449 - mail: [email protected] ROS sns Via Comelico 29 - 45010 Villadose, RO - tel. 0425 361283 - mail: [email protected] SAFAC srl Viale Pietro Ceccato 27, Alte di Montecchio M.Re - VI - tel. 0444 696846 Sifa Gross - Società Italiana Forniture Alberghiere Via Copernico, 3 - 35028 Piove di sacco (PD) Tel. 049 5843822 - Fax 049 9702942 E-mail: [email protected] - www.sifagross.com Specializzata in forniture alberghiere, Sifa Gross propone un’ampia e diversificata gamma di prodotti delle migliori marche per soddisfare le più diverse e specifiche esigenze di un mercato in continua evoluzione. Dai complementi per la tavola al pentolame e alle attrezzature per la cottura, fino agli strumenti per la conservazione degli alimenti e per il lavaggio, Sifa Gross offre ai professionisti del settore tutto ciò che è indispensabile per garantire un servizio impeccabile e una ristorazione professionale d’alta qualità. Info: CONSORZIO EXPORT ZAFFERANO Via Caduti di Russia, 9 - 35010 Pieve di Curtarolo (Pd) tel. +39 049 9620565 - fax +39 049 9620567 www.clubimigliori.it CDS di Mulargia G. & C. S.a.s. via Marangoni, 7 - 33100 Udine - tel. 0432.505230 fax 0432.503260 - mail: [email protected] - www.cdsudine.it Presente nel mercato dal 1981, l’azienda di Giuseppino Mulargia si distingue per l’elevata preparazione tecnica e commerciale che garantisce la distribuzione di prodotti innovativi di qualità e, al contempo, un servizio di assistenza veloce ed efficiente. Grazie a primari fornitori come Sirman, Colged e Sfera, la C.D.S. ha una clientela varia che spazia dal piccolo bar alle grosse comunità, comprese caserme, Comuni, ospedali. FRIGOMEC srl Via degli Artigiani Ovest, 5 33054 Lignano Sabbiadoro (UD Tel.043170018 - Fax 0431720926 - [email protected] - www.frigomec.it L’azienda opera da oltre 35 anni nel settore dei grandi impianti ed attrezzature alberghiere. Punti di forza dell’azienda sono la vastissima gamma di prodotti trattati dei marchi più prestigiosi, l’elevatissima competenza del nutrito staff tecnico, l’organizzazione moderna ed efficiente della vendita e post-vendita, soluzioni progettuali personalizzate e sviluppate da un team competente e creativo, il servizio di assistenza tecnica dà garanzia di intervento tutti i giorni e il vastissimo parco autovetture-officina mobili che garantisce interventi tecnici in tempo reale, un ampio magazzino di ricambi per soddisfare ogni esigenza del cliente. DE MARCHI BRUNO Via III^ Armata, 14 - 34070 Redipuglia, GO - tel. 0481 489566 EMILIA ROMAGNA GAB TAMAGNINI srl Via Disraelli, 17 Zona Pieve M. - 42100 Reggio Emilia - tel. 0522 383222 SCOZZOLI srl Via Del Lavoro, 30 - 48015 Montaletto Di Cervia - tel. 0544 965234 L.G. IMPIANTI srl via I° Maggio, 13 - 40057 Quarto Inferiore, Granarolo dell’Emilia (BO) - tel. 051 767121 PIRO'S sas Via S. Allende, 21 - 47841 - Cattolica (RN) - tel. 0541 951667 SPADONI FABIO Via Zappaterra 16 - 44124 Ferrara - tel/fax. 0532.92856 SURF srl Via Allende 10 - 40026 Imola, BO - tel. 0542 643914 LIGURIA ASEL ONE snc Via Fontevivo, 21/B - 19125 La Spezia (SP) - tel. 0187 504371 CATERTECH SERVICE snc Via Canepari, 11 - 17055 Toirano - tel. 0182 98701 DM.DI sas Via Ratti 26/R - 16126 Genova (GE) - tel. 010 261045 TOSCANA Antartide Frigo srl Via Trento, 50 - 56020 La Scala (PI) - Tel. 0571419586 Fax 0571403656 - [email protected] - www.antartidefrigo.it L’azienda ha sede a La Scala - S. Miniato (PI) ed è nata nel 1986 come realtà locale per la produzione e la trasformazione di impianti frigoriferi. Nel corso degli anni poi si è sempre più indirizzata nella realizzazione di arredamenti e nella commercializzazione di attrezzature per locali, bar, pasticcerie, panetteria, ristoranti, gelaterie. L’azienda vanta una serie di collaboratori che permettono di poter realizzare un lavoro che va dalla progettazione, alla costruzione, all’installazione e all’assistenza post-vendita di qualsiasi tipo di arredamento ed attrezzatura. DAVID ALBERGHIERA srl viale L. Ariosto, 2/R - 50124 Firenze - tel. 055 221788 INTERARREDO srl Via della Fontina, 2/8 - 53043 Chiusi Scalo (SI) - tel. 0578 23211 - 20913 MAZZONE FRANCESCO Via Valentini 36 - 59100 Prato NEW CHEF SERVICE srl Via Dell’artigianato 10 - 57010 Cecina, LI - tel. 0586 660520 INDAL 2000 S.r.l. Loc. Pratini 57028 Suvereto (LI) Tel. 0565-829894 - Fax 0565 829911 E-mail: [email protected] - www.indal2000.it L’azienda fornisce alimentari e attrezzature in alberghi, ristoranti e pizzerie, panifici e pasticcerie. La Indal è una realtà in continuo sviluppo che offre prodotti sia freschi che secchi, bevande, semilavorati, macchinari, attrezzature, prodotti per l'igiene e l'abbigliamento. Opera in Toscana principalmente nelle province di Livorno, Pisa e Grosseto, comprese le isole dell’arcipelago toscano. Indal2000 è proprietaria del marchio “Meta degli Etruschi”, attraverso il quale distribuisce in tutto il mondo i prodotti tipici della Val di Cornia. Pieruccini & C. Sas Via del Commercio, 8/F - 55040 Capezzano P.LU Tel. 0584969406 - Fax 0584 969412 [email protected] - www.pierucciniattrezzature.com Nella sede di Capezzano Pianore in provincia di Lucca, il sig. Mario Pieruccini insieme con il suo staff, offre alla propria clientela ed a tutti gli operatori della ristorazione, una zona mostra di oltre 300 mq dove espone molti dei prodotti che la Pieruccini Attrezzature Alberghiere tratta. L'azienda, in molti anni di attività, ha potuto affermarsi sul mercato grazie all'esperienza personale del Sig. Pieruccini e anche all'alta qualità dei prodotti che l'azienda ha selezionato per gli operatori. Presso l'esposizione non mancano mai le lavastoviglie e lavabicchieri Colged, le cucine, i frigoriferi Silko, le macchine per pasta La Monferrina, forni misti ed abbattitori di temperatura Lainox, accessori complementari per la cucina e il bar Sirman, oltre a tanti altri macchinari complementari per l'allestimento completo di un impianto di cucina, come per esempio gli impianti di aspirazione. PROMOTB SRL Via Leonardo Da Vinci, 3 - 52029 Castiglion Fibocchi AR - tel. 0575 47261 - fax 0575 431605 [email protected] MARCHE Stacchiotti & Ricciardi srl Sambucheto 62019 - Recanati (MC) Tel. 071 7575849 – Fax 071 7579015 E-mail: [email protected] - www. stacchiottiericciardi.com L’Azienda Stacchiotti & Ricciardi s.n.c. nasce nel 1990 iniziando ad operare da subito e con gran successo nel settore della refrigerazione. Dopo accurate ricerche di mercato, la Direzione ha stabilito di ampliare il proprio raggio d’azione verso tutto ciò che riguarda la progettazione e l’arredamento di grandi impianti come pizzerie, ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie, panetterie, mense, eccetera. Grazie alla collaborazione di qualificati tecnici che curano l’assistenza in modo tempestivo e scrupoloso, all’affiancamento e al supporto di grandi aziende, Stacchiotti & Ricciardi srl ha aperto una nuova sede a Sambuchetto. Con questo ulteriore passo l’azienda ha potuto conquistare la fiducia e la stima di una clientela fidelizzata e sempre più numerosa. FORMAT SRL Via E. Mattei, 24/F - 61032 Fano - tel. 0721 830139 SBRISCIA LUCIO Via G.Leopardi 207- 60019 Senigallia, AN - tel 071 7921889 - Fax 071 7921889 TECNOBAR srl Via Sandro Pertini, 60 - Tolentino TIRIBOCO srl Via Rovereto, 1A - 60019 Senigallia, AN - tel. 071 7930484 UMBRIA L.R. FORNITURE srl Via A. Ponchielli, 40 - 06074 Ellera Umbra, PG Tel. 075 5171947 - Fax. 075 5181487 [email protected] - www.lrforniture.com L.R. FORNITURE SRL opera da oltre venti anni in Umbria nel campo della Fornitura, assistenza ed installazione di attrezzature ed arredamenti per Bar, Ristoranti, Pizzerie, Gelaterie e Pasticcerie. La gamma delle proposte va dagli arredamenti, con progettazione ed assitenza tecnica, alle attrezzature e forniture del settore ho.re.ca di porcellanerie,cristalleriee pentolame. Ampia sala mostra per visualizzare tutti i prodotti e sala corsi dove periodicamente vengono effettuati corsi inerenti al settore. PALUELLO srl Via Degli Ulivi Bazzano Inferiore - 06049 Spoleto - tel. e fax 0743 277037 ABRUZZO CENTRO BILANCE snc Via Togliatti, 1- 65016 Montesilvano (PE) - Tel. 085/4683870 e fax 085/4680014 CIESSETA srl Via Nazionale Loc. Crognaleto - 65010 Villanova di Cepagatti, PE - tel. 085 9774140 F.LLI BETTI snc Via Amendola, 13 - 66046 Tornareccio CH - tel. 0872 868335 Peva Snc Contrada Case Bruciate - 65010 Collecorvino (PE) Tel. 085 8208284 - www. peva.it La “Peva” da oltre 30 anni realizza forni a legna e griglie a carbone con una vasta gamma di modelli anche su misura che identificano e risolvono le esigenze dei clienti. Questa produzione nasce come “arte del cucinare” sano e genuino rispettando i sapori semplici della terra… i sapori di un tempo, utilizzando combustibili naturali. La collaborazione con cuochi qualificati ed esperti nel settore delle cotture, l’impiego di materiali di prima scelta, la cura dei dettagli, conferiscono ai prodotti PEVA la garanzia di qualità e di durata nel tempo. QUARTIGLIA spa C.da S. Lucia, 6 - 64026 Roseto Degli Abruzzi, TE - tel. 085 809821 42 FRIULI VENEZIA GIULIA ATIS srl - Via Pontebbana, 19 - 33098 - Valvasone, PN - tel. 0434 85360 - mail: [email protected] 49 CLUB DEI MIGLIORI / THE BEST LAZIO AG. STEFANO CONTI SRL Via Dello Scalo Di Settebagni, 37 - 00138 Roma - tel.06 8887407 mail: [email protected] Ar.eS. 2000 Viale dei Minatori 2/C - 00143 Cecchignola (Roma) Tel. 06 5004666 - Fax 06 5004609 [email protected] ARREDO SERVICE srl Via Monti Lepini Km 5,100 - 03100 Frosinone - tel. 0775 201646 A.V.I.R. Bar S.n.c. Via Nazario Palmioli,13/17 - 00015 Monterotondo (Roma) Tel./ Fax: 069068717- www.avirbar.it - [email protected] La A.V.I.R. è un'azienda che si occupa di vendita e assistenza di attrezzature professionali e arredamenti per ristoranti, bar, pizzerie, gelaterie, pasticcerie, alberghi e comunità. Gli articoli che proponiamo vantano una grandissima qualità garantita da marchi prestigiosi e leader di mercato. L’ esperienza nel settore ci consente di proporre: consulenza, progettazione personalizzata e assistenza. specializzata in loco. BVB SERVICE ROMA srl Via Genova 18/C - 00043 Ciampino Roma - tel. 06 79350676 - fax 06 79350604 mail: [email protected] FUTURA GRANDI IMPIANTI Via Palmiro Togliatti, 20 - 00065 Fiano Romano - tel. 0765 480531 FRIGO CIMINA Contrada Madonna Di Loreto 101/A - 01038 Soriano nel Cimino - tel. 0761 745737 GROSSI & ARPI srl - S.S. 156 Monti Lepini Km 9.80 Snc - 03010 Patrica - Roma - tel. 06 93160016 OMEGA BILANCE LAZIO SRL via pontina km. 47, 450 - 04011 Aprilia - tel. 06 92062074 SAGIC snc Via Baldo degli Ubaldi, 240 - 00167 Roma - tel. 06 9003667 S.A.T. DI BEVIVINO RAIMONDO & C. srl Via di Brava, 40 - 00163 - ROMA - tel. 06 7234863 - mail: [email protected] MOLISE LA FRIGOELETTROMECCANICA C.da Pesco Farese - 86100 Ripalimosani - tel. 0874 39824 SARDEGNA ELSA SYSTEM srl Via S. Antonio, 109 - 83047 - Lioni, AV - tel. 0827 24148 - mail:[email protected] MARINO ALESSANDRO NICOLA C.da Torrepalazzo ZI - 82030 Torrecuso, BN - tel. /fax 0824 876581 NUOVA ABF srl via Rivozzo, 7 - 81050 Pietravairano, CE - tel. 0823 984588 Sannino Brothers s.a.s. Via Bari, 6 interno 1 - Arzano - (NA) Tel. 081 5732219 - Fax 081 5736905 E-mail: [email protected] - www.sanninobrothers.it Importante punto di riferimento nel mercato della distribuzione, rivendita, assistenza tecnica e manutenzione di attrezzature destinate a negozi alimentari, supermercati e comunità. SCHETTINO srl via Medina, 5 - 80133 Napoli - tel. 081 5524466 TOP FRIGO srl via Nazionale Appia 131/133- 81022 Casagiove - CE - tel. 0823/491429 -fax 0823/493495 [email protected] PUGLIA EMILIANO SRL Via Casamassima Km. 11, 545 - 70010 CAPURSO BA - Tel. 080 4550296 - Fax 080 4559094 [email protected] IM.B.A.R. di SCARANGELLI G. & FIGLI snc 70100 Bari (BA) - str. st. 98, km. 80,600 - tel. 080 5352919 - fax 080 5323261 Matarrese Grandi Impianti srl c.da Popoleto, n.c. - 70011 Alberobello (Ba) Tel. 080 4323431 - Fax 080 4322662 E-mail: [email protected] - www.matarrese.it Matarrese opera da oltre 20 anni con competenza ed affidabilità, proponendo soluzioni in grado di cogliere il giusto equilibrio fra design, funzionalità, qualità ed investimento: ingredienti che si fondono e che danno vita alle realizzazioni MATARRESE. Matarrese è partner professionale di coloro che desiderano ottimizzare il proprio SPAZIO di lavoro. L’azienda annovera le seguenti attività integrate: progettazione degli spazi di lavoro delle aree professionali; produzione di arredi su misura; installazione e forniture di arredi e complementi, attrezzature, hotellerie; impianti di climatizzazione, trattamento aria, refrigerazione industriale, assistenza tecnica. SESAM INFORMATICA Via Vittorio Veneto 153 - 70043 Monopoli - tel. 080 802444 BASILICATA OMNIA snc Zona Artigianale D/1, 75025 Policoro (MT) tel. 0835 980446 - 973175 CALABRIA 42 Area System srl Zona Industriale III Fase – 97100 Ragusa Tel. 0932 668508 - Fax 0932 668247 E-mail: [email protected] [email protected] - www.areasystem.net L’azienda si costituisce nel 1980 col nome dei due soci fondatori Vitale e Lattuca e si specializza nella fornitura di servizi per la riparazione e assistenza nel campo della refrigerazione industriale e commerciale. Nel corso degli anni cresce e si specializza nella erogazione di servizi consulenziali per la realizzazione di Celle in Muratura, impianti per refrigerazione, fino ad arrivare alla fornitura di celle in pannelli prefabbricati. Dal 1989 diversifica l’attività inaugurando l’area relativa alla commercializzazione di banconi refrigerati, accessori per supermercati, salumerie, macellerie ecc… Dal 1993 l’azienda diversifica i servizi per soddisfare anche le esigenze del settore No Food (negozi, Tabacchi, Edicole). DISTEFANO SRL Via Grotte Bianche 119/121 - 95100 - Catania - tel.095/446081 - fax 095/446081 mail: [email protected] FIUMARA ARREDAMENTI Via Unita' D'italia 79 - 92100 Agrigento - tel. 0922/25323 - fax 0922/25323 mail: [email protected] GMC SRL Via Seggio, 168 - 91022 - Castelvetrano - tel.0924 902351 fax 0924 905252 mail: [email protected] NOVARREDO 3 SAS Via Nazionale 265 - 98040 Giammoro Pace Del Mela (ME) - tel.090 9384249 mail: [email protected] RIGGI ARREDAMENTI srl Via G.A. Valenti, 73 - 93100 Caltanissetta - tel. 0934 565714 VITAMIA SRL Viale Della Ressurrezione 11A - 90100 - Palermo - tel. 091/5072543 mail: [email protected] CAMPANIA 50 SICILIA ARREDITALIA SRL Via G. Gentile, SN - 87067 Rossano - tel. 0983 514377 MONIACI MARIO SRL Via Lombardi - 88100 Catanzaro - tel. 0961 773926 NEW DESIGN CONTRACT SRL Via Fedele Calvosa 6 - 87012 Castrovillari - tel. 0981 44041 RITACCA ARREDO BAR SRL Z.I. Via Chini Eusebio Francesco, 1- 87036 Rende Cs - tel. 0984 404212 mail: [email protected] VADALÀ DUE srl Str. Statale 111, 68 - 89015 Gioia Tauro, RC - tel. 0966 51914 Centro Arredo Negozi di Madeddu Efisio & C. Snc Via Giovanni XXIII, 77 - 09096 SANTA GIUSTA (OR) Tel. 0783 358618 - Fax 0783 377022 L’azienda opera nel settore dell’arredo commerciale da circa 20 anni, curando la realizzazione dell’arredo, dalla fase di progettazione, sino alla messa in opera con collaudo e all’assistenza tecnica. La nostra attività è prevalentemente orientata e specializzata nel settore food dei ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie, panetterie, market, macellerie, pescherie e pizzerie. Si realizzano lavori, sia con mobili ad elementi componibili, sia su misura, a seconda delle esigenze del cliente, cercando di sfruttare al meglio e in modo funzionale gli spazi a disposizione. Oltre all’arredo l’azienda è fornitrice di tutte le macchine e attrezzature complementari per ogni attività, garantendo su ognuna l’assistenza tecnica e le parti di ricambio. Commercial Tecnica s.r.l. V.le Italia, km. 2 - 08045 Lanusei (NU) Tel. 0782 42805-42898 Fax 0782 480387-8 - E-mail: [email protected] Fondata nel 1978 esercitando nel settore dell’ assistenza Tecnica e Arredi Ambienti Pubblici, cucine, negozi in genere. Nel 1990 nasce la prima fabbrica in Sardegna per la costruzione di celle frigorifere, realizzate con moduli di pannelli coibentati in sandwich di lamiera plastificata, acciaio inox e vetroresina, accatastabili con chiavi a serraggio rapido, di infinite dimensioni, impiegate per la conservazione, surgelazione, lavorazione dei prodotti con temperature da +20°c a -40°c. La costruzione di celle per banchi bar, tavoli freddi di svariate dimensioni. FLORIS & C. s.n.c. Via Oristano, 2 - 09039 Villacidro (CA) - Tel. /Fax 070 9314358 Grimaldi Srl LOC. BASA (Zona Iperstanda) 07026 OLBIA - SS Tel. 0789 51017 - Fax 0789 50473 e-mail: [email protected] - www.paginegialle.it/grimaldisrl-ss Forniture alberghiere, arredamenti, refrigerazione grandi impianti. Cucine professionali per comunità, macchine per la preparazione. Impianti con sistemi di aspirazione, depurazione e climatizzazione dell’aria. Preventivi, sopralluoghi, progettazione e direzione dei lavori. Strumenti di controllo, accessori, ricambi per tecnici della refrigerazione. Articoli accessori per macellerie, mattatoi e pescherie. Elementi di servizio e per la preparazione, arredi di complemento per interni e spazi aperti all’esterno. Vasta gamma di articoli per il catering. Pronta consegna porcellane, cristallerie, posaterie, tovagliati. Detergenti, articoli cortesia e consumo. Abbigliamento professionale per sala, cucine e laboratori. TRASPARENZE via della Resistenza sn - 08100 NUORO - tel. 0784 203303 NEWS SIRMAN A TODI IL NUOVO EMI SUPERSTORE NELLA VERDE UMBRIA UNA STRUTTURA NATA NEL SEGNO DELLA SOSTENIBILITÀ. Lo scorso luglio è stato inaugurato a Todi (Pg) il nuovo EMI Superstore di GMF, realtà distributiva di Ponte San Giovanni (Pg) che fa capo al Gruppo Unicomm di Vicenza (associato Selex). Il nuovo punto vendita sorge in località Ponterio, via Martiri delle Foibe, nei pressi dell’uscita E 45 Todi/nord/Orvieto e ha una superficie di vendita di 2.500 mq. Vista anche la grossa affluenza turistica di cui gode il territorio, lo store è stato studiato per proporre un’offerta coerente con le nuove tendenze di consumo che prediligono prodotti innovativi e ad alto contenuto di servizio e, nello stesso tempo, il recupero di sapori genuini della tradizione. Presenti tutti i reparti dall’alimentare alla drogheria, si caratterizza per le aree dei freschi particolarmente curate, dove troviamo ortofrutta, macelleria (anche con vendita assistita), pescheria, salumi e formaggi, sia a vendita assistita sia a libero servizio. Vi si trova, inoltre, un’ampia zona dedicata alla gastronomia calda, con proposte preparate al momento nella cucina interna al punto di vendita, la friggitoria, la pizzeria e l’invitante banco della pasta fresca prodotta nel punto vendita. Di grande impatto anche lo spazio enoteca con una scelta articolata di etichette provenienti dalle principali zone vocate. Il nuovo EMI Superstore è stato progettato per ridurre al minimo l’impatto ambientale: è dotato di impianto di generazione fotovoltaica, sfrutta al massimo l’illuminazione naturale, i macchinari elettrici sono tarati sul minore consumo possibile, le vasche surgelate sono tutte dotate di copertura ed è stata prevista un’unità di climatizzazione ‘a recupero totale’, dedicata al riscaldamento, raffrescamento e ricambio aria del punto vendita. Dai primi di luglio è inoltre attivo il nuovo sito www.emisupermercati.it per assicurare un aggiornamento in tempo reale su tutte le novità del mondo EMI: i clienti potranno cercare il punto vendita più vicino, conoscere gli orari di apertura e i servizi presenti, le aperture straordinarie e le promozioni in corso. Non manca il banner di collegamento al sito www. mipiaceviaggiare.it, il servizio viaggi attraverso il quale i titolari della carta fedeltà EMI club possono acquistare a prezzi scontatissimi week end e vacanze. LA SCUOLA VISITA SIRMAN Si tratta dell’Istituto Alberghiero di Loreto (Ancona) – precisamente IPSSAR “A.Einstein” – A. Nebbia che ha visitato la sede dell’azienda per conoscere da vicino i meccanismi che regolano il mondo del lavoro e, in particolare, il lavoro in team di una grande impresa – e di una grande squadra - come Sirman. Un’esperienza assolutamente positiva e da ripetere! Nella gara di tiro con l’arco “doppio FITA – Trofeo IL POZZO” del 30 Giugno e 1 Luglio 2012 organizzata dagli “ARCIERI DEL BRENTA” a Piazzola sul Brenta (PD) sono stati battuti ben tre primati italiani a squadre. Ecco le foto delle premiazioni con il gagliardetto SIRMAN, un’azienda sempre sensibile e presente sul territorio anche nelle discipline meno praticate, ma non minori! (Vedi oro olimpico a squadre di quest’anno a Londra). 42 SIRMAN HA FATTO CENTRO! 51 NEWS SIRMAN 42 di Giulia Arquilla 52 SOGNO DI FINE ESTATE A volte la fortuna ci mette lo zampino, ed eccomi qua su un volo Lufthansa per Singapore con il mio Papà, Paolone, Luca, Mattia ed il signor Nereo. Arrivo a Sin Changi, aereoporto di Singapore, dopo 12h di volo (aiuto!!). La città ci avvolge immediatamente nel mix di piante tropicali e tecnologia sfavillante di luce, colori, auto e grattacieli; non so dove guardare. All’arrivo allo Sheraton Tower ci accoglie un simpatico omino in divisa coloniale, alto circa un metro e cinquanta, con un sorriso largo il doppio. E’ tutto bellissimo... La hall coincide con la sala colazioni ed è circondata da una cascata che termina in un laghetto in cui di papà, e ci immergiamo nella vita notturna di Singapore, un’esperienza unica, con cena a base di pesce su un barcone ormeggiato sul fiume, reso sfavillante di luce da decine di barche cariche di turisti. Dopo cena Paolone ci offre la granita alla gelateria siciliana e per finire Luca e Nereo ci portano al 57esimo piano del Marina hotel a prendere un cocktail, con tutta la città illuminata ai nostri piedi. Non ho sonno quando rientriamo in hotel, saranno le 22, ma secondo quale fuso orario? Il giorno dopo scorre veloce tra il Singapore Cable Car (funivia altissima) e il parco acquatico di Sentosa. Con foto straordinarie di me e Mattia con nuotano placide carpe, il colore ed il profumo delle orchidee è dappertutto. Tempo mezz’ora (ma io sono sempre l’ultima) siamo in strada nell’ordinato caos di negozi e centri commerciali. La pubblicità sui cartelloni elettronici è grande quanto due piani dei grattacieli che ci circondano. Nonostante mi renda conto che il mio inglese deve ancora migliorare molto, riesco a fare molti begli acquisti, ma per fortuna con noi c’è sempre Luca che come al solito ci risolve tutte le problematiche di comprensione, con relative sfumature nell’uso di una parola o dell’altra. La sera mi metto carina con vestitino e tacchetto alto, con il consenso un pitone al collo che ci avvolge nelle sue spire. Prova di ardimento (dice papà) con Luca, Mattia e papà, un salto nel vuoto imbracati ad un cavo di acciaio che dalla cima della collina ci porta in spiaggia volando sopra la gente, i camion e le palme. All’arrivo ci sono Paolone e Nereo che ridono delle nostre grida! Che dire? E’ tutto bellissimo. Ma la nostra meta, nel vero senso della parola, é la Nuova Zelanda dove proseguiamo il giorno dopo con scalo ad Auckland e consecutiva coincidenza per Dunedin (estremo sud Nuova Zelanda con temperatura di 8°C) dove troviamo Lorenzo. Il freddo ci avvolge improvviso dopo i 36°C di Singapore, ma l’emozione di vedere gli All Blacks è più forte dell’aria pungente, con Paolone e Luciano che non sanno dove guardare dall’emozione. Lo stadio è al coperto ed è colmo di tifosi, molti dei quali sudafricani NEWS SIRMAN segue da pagina 1 Ci renderemmo conto che paghiamo imposte per eventi ormai appartenenti a due generazioni fa (ricostruzione post terremoto in Irpinia), imposte di bollo e di vidimazione che non hanno più senso, imposte sulle imposte, ecc.... Scopriremmo che innumerevoli concessionari (privati) fanno vere e proprie fortune con i servizi di tesoreria, esattoria, e intermediazioni varie (es: agenti di riscossione delle imposte sulla pubblicità attivati dai Comuni). A fare la tracciabilità delle imposte, ogni contribuente potrebbe controllare i suoi versamenti (ecco certificate le entrate dello Stato, non vi è bisogno che vi sia la sorveglianza del FMI). E come si potrebbe tracciare il flusso delle entrate, si potrebbe tracciare il flusso delle uscite (cosicché questa volta sia, non tanto ogni singolo contribuente, ma ogni singolo centro di costo a controllare se stesso e ad attivare quel meccanismo virtuoso di automatica certificazione delle uscite). In un processo così poi rimarrebbe da verificare una sola equazione, che, una volta controllata, certifica che i lavori dei primi e secondi certificatori sono entrambi corretti (e che nessuno abbia sottratto soldi): totale entrate – totale uscite = debito pubblico di inizio anno – debito pubblico di fine anno (oppure, più interessante ancora, allargare l’orizzonte temporale dall’anno ad una intera legislatura). Resta salvo comunque il lavoro di ridurre i costi e lavorativi e commerciali che ci sono tra la SIRMAN S.P.A. e la BVB SERVICE ROMA S.R.L. Rapporti che nel giro di 3 anni sono cresciuti in maniera esponenziale con soddisfazione reciproca, ma soprattutto con la consapevolezza di aver conosciuto una famiglia e un gruppo di persone che, con la loro professionalità congiunta ad una semplicità di approccio nelle relazioni interpersonali, rendono più facile sia il lavoro che il divertimento. Un grazie di cuore a tutti e in particolar modo agli amici di questo stupendo viaggio. PAROLA DI... / IN THE WORD OF… gli sprechi, che si adeguerebbero, almeno in parte, forse spontaneamente se si sapesse che i vari compensi, pensate alle spese per consulenze, sono su internet, ma anche se così non fosse, fin qui i conti sono almeno controllati, anche se non ancora “sotto controllo” (se fossero trasparenti, anche la libera concorrenza forse farebbe il suo giuoco benefico). Cara Commissione Giovannini, non avevi mica il compito di ridurre i compensi degli amministratori pubblici, ma solo di rilevarli!! E invece hai dovuto rimettere il Tuo mandato al Governo per non essere riuscita a stabilirli! Forse avresti dovuto andare a scuola di controllo dei flussi finanziari (entrate e uscite, eh, sia chiaro, non cose di alta finanza) da una qualsiasi delle centinaia di migliaia di aziendine che, ogni giorno fanno questo per controllare se la commessa, dal registratore di cassa, si sia sottratta qualche soldino. Credevi forse di capire se vi sia stato un ammanco chiedendo alla cassiera se si è sottratta soldi, se si è sottratta compensi, se si è sottratta incassi, se si è sottratta denari, se si è detratta rimborsi...ecc.., tu puoi verificare quanto vuoi: lei si inventa di chiamarlo in un altro modo, e tu, pur rispondendo lei sinceramente ad ogni tua domanda, non ne vieni fuori ! (il riferimento alla politica è voluto). di Nereo Marzaro 42 e tutti stanno insieme bevendo birra, la vera essenza del rugby. L’Haka mi lascia a bocca aperta perché trasmette tutta la potenza che può scaturire da quei fisici enormi dei maori che sfidano gli altrettanto grossi avversari sudafricani. Vincono gli All Blacks, ma comunque si va tutti insieme a brindare e mangiare. Le bevute proseguono in centro città con la gente in strada che ci ferma guardando le nostre bandierine dell’Italia disegnate sul viso, a loro sembra impossibile che siamo venuti dall’Italia solo per vedere la partita. Entriamo in un pub Irlandese dove papà e Luca ci concedono una birretta in due: io e Mattia la facciamo sparire in 1 minuto perchè è proibito dare alcolici ai minori, come ci ricorda il traduttore simultaneo Lorenzo. Il mio ringraziamento va al signor Nereo che a suo tempo aveva promesso il viaggio a papà e Paolone, ma anche agli ottimi rapporti 53 NEWS SIRMAN IL VENETO CREDE NELL’ENERGIA RINNOVABILE, E SIRMAN FA LA SUA PARTE. Secondo quanto dichiara l’Enel, il Veneto è la regione che vanta il maggior numero di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e sta consolidando tale leadership dal 2009. Ad ora vi sono più di 50.000 impianti connessi alla rete elettrica, di cui 24.352 sono stati installati solo nel 2011. La potenza nominale degli impianti sale attualmente a più di 1.500 Mw. Sirman in questo fa la sua piccola parte, affiancando al suo impianto da 50 kw, che nel primo anno ha immesso energia in rete per oltre 55.000 kw, un altro impianto altrettanto grande per una produzione complessiva di 100 kw/h. Questo ha fatto risparmiare finora l’immissione di oltre 38.000 Kg di CO2 nell’aria da parte di una normale centrale elettrica alimentata con carburanti fossili. Del resto mangiar sano serve a poco se respiriamo smog. UN SUCCESSO TUTTO DA BERE! A SUCCESS WORTH TOASTING! 42 di Simona Ceresani 54 Il 22 marzo abbiamo organizzato un seminario presso la Shanghai Business University con il grande supporto del nostro distributore, l’azienda Angelhood di Shanghai, e con la preziosa collaborazione della DK School, che si occupa di formare barman e bartender. Il tema centrale dell’incontro è stata la presentazione dei cocktails, degli smoothies e dei cold cappuccino per l’estate, una cornice perfetta quindi per presentare tutta la gamma delle macchine bar, dei forni pizza e delle piastre Sirman. Il seminario si è tenuto davanti a circa 80 ospiti, fra piccoli rivenditori, catene di gelaterie e coffee shops, ma anche appassionati studenti che sperano di diventare presto dei veri professionisti. La barlady Ms. He Li Ling ha egregiamente eseguito ben 10 diverse ricette utilizzando il nostro Barmaster Q (per i vari smoothies e cocktails) ed il Sirio Caffè (per il cold cappuccino), dimostrando l’affidabilità, la velocità e la potenza delle nostre macchine. Il seminario è stato arricchito dall’accurata e professionale presentazione effettuata da Mr. Freeman Wen, proprietario dell’azienda Angelhood, che ha illustrato le qualità tecniche e le caratteristiche commerciali dei prodotti Sirman. Alla fine del seminario sono stati invitati tutti i presenti a mettersi alla prova, cercando di riprodurre le ricette presentate, per dimostrare anche la facilità di utilizzo del nostro frullatore Barmaster Q e milkshaker Sirio Caffè. Un successo per Sirman e per l’azienda Angelhood, visto l’interesse suscitato in chi ha conosciuto per la prima volta il mondo della nostra gamma per il bar. On 22 March this year, we organised a seminar at the Shanghai Business University with the generous support of our Shanghaibased distributor Angelhood, and with the invaluable collaboration of DK School, which trains bartenders. The central theme of the event was the presentation of cocktails, smoothies and cold cappuccinos for Summer, which provided the perfect setting for us to reveal the entire range of Sirman bar equipment, pizza ovens and grille plates. The seminar was attended by approximately 80 guests, including small retailers and operators of ice cream parlour and coffee shop chains, but also enthusiastic students hoping to soon become fully-fledged professionals. Barlady He Li Ling skilfully prepared 10 different recipes using our Barmaster Q (for smoothies and cocktails) and our Sirio Caffè (for cold cappuccinos), demonstrating the reliability, speed and power of our machines. Mr. Freeman Wen - the owner of the distributor Angelhood - contributed to the seminar with a meticulously prepared, professional presentation of the technical characteristics and commercial strengths of Sirman products. At the end of the seminar, all the guests were invited to try and recreate the recipes presented for themselves, to demonstrate just how easy our Barmaster Q blender and Sirio Caffè milkshaker are to use. The event was a great success for both Sirman and Angelhood, as could be seen in the interest shown by all those getting to know our bar range for the first time. LA PAGINA DEL PACOJET / THE PACOJET PAGE di Matteo Ciarimboli Chef, consulente di tecnologie alimentari Tartara di manzo con gelato al fior di cappero StylishWinners Prodotti per la ristorazione, progettati e realizzati in piena conformità alle direttive CE in fatto di sicurezza alimentare. studioverde.it Il Pacojet ci dà la possibilità di rivisitare alcune ricette tradizionali mantenendo le loro caratteristiche, come nel caso della tartara di manzo con le sue guarnizioni. L’unico limite è sempre quello legato alla fantasia. Per la tartara: Preparare con del filetto di manzo un trito al coltello. In alternativa, se si vuole avere un trito più fine, utilizzare il Pacojet con mozzo fresco a due lame. Condire con succo di limone e olio extra vergine d’oliva, con l’utilizzo di un coppa pasta disporlo sul piatto. Per il gelato al fior di cappero: In un pozzetto di rame mettere 100 grammi di zucchero con 20 grammi di acqua, portare il tutto a circa 130°C (caramello biondo), poi aggiungere 1 lt di panna fresca e far ridurre di 1/3. Abbattere in positivo, aggiungere 40 grammi di fiori di cappero, 1’acciuga dissalata, 1 goccia di angostura, poche gocce di Worcester e un cucchiaino di senape. Amalgamare bene e abbattere a -18°C in un bicchiere Pacojet. Al momento pacossare con mozzo gelo, guarnire con un fior di cappero. Pacojet con Kit fresco Sirman Cuoci pasta CAPRERA 8 Beef tartare with caper flower ice cream The Pacojet gives us the chance to reinterpret certain traditional recipes while respecting their essential characteristics, such as the distinctive seasoning ingredients used in a beef tartare. The only limit is your own imagination. For the tartare: Chop beef fillet finely with a knife. Alternatively, for an even finer texture, use the Pacojet with the 2-blade fresh food cutter. Season with lemon juice and extra virgin olive oil, then arrange neatly on the plate using a pastry cutter ring. For the caper flower ice cream: Mix 100 g sugar with 20 ml water in a copper bowl. Warm to approximately 130°C (to make a light caramel), add 1 litre of fresh cream and reduce by 1/3. Blast-chill to above freezing, add 40 g caper flowers, 1 anchovy, desalted in water, 1 drop Angostura, a few drops of Worcestershire sauce and a teaspoon of mustard. Mix well and blast-chill to -18°C in a Pacojet beaker. Just before serving, process in the Pacojet with the frozen food blade, and garnish with a caper flower. Soft cooker CONERO Piastra induzione IMOLA Kw 3,5 ITAL ITALSERVICE srl service Via Vanoni 14 - 35010 - Curtarolo (PD) - Italy Tel. +39 049-9630654 - Fax +39 049-9639021 [email protected] - www.ital-service.it IN FIERA / AT THE FAIR FOOD & HOTEL ASIA SINGAPORE, APRILE 2012 42 di Lorenzo Destro Responsabile commerciale estero Sirman Spa 56 “FOOD&HOTEL ASIA”: senza dubbio l’evento biennale di Singapore fa parte ormai delle prime 4-5 fiere al mondo nel settore della Ristorazione Professionale. Nel corso degli anni ha visto infatti aumentare in modo considerevole il numero di espositori, arrivando a coinvolgere produttori da tutti i continenti. Ne è naturalmente conseguita una crescita dei visitatori. L’edizione 2012 ha rappresentato per Sirman l’occasione per il lancio nel mercato asiatico di 2 recentissime novità: SIRPASTA E BARMASTER Q. I due prototipi si erano già potuti vedere alla Host dello scorso ottobre, in occasione della quale entrambi avevano suscitato un discreto interesse. La produzione dei primi pezzi è poi partita verso la fine di febbraio ed a FHA abbiamo quindi potuto presentare le 2 macchine in funzione. Per SIRPASTA si tratta di una novità assoluta in casa Sirman, in quanto è per noi la primissima macchina destinata a questo settore. L’alta versatilità che la caratterizza ha suscitato non poco interesse da parte di molti operatori. SIRPASTA infatti nella versione base è una semplicissima ed accattivante macchina per la produzione veloce di vari tipi di pasta grazie all’adattamento di molteplici tipi di trafile. Il tutto con un medio investimento economico. Sulla versione PLUS, invece, c’è la possibilità di applicare una sfogliatrice ed una raviolatrice per incrementare le varietà di pasta. Una caratteristica questa che è stata veramente apprezzata. BARMASTER Q va ad arricchire la già interessante gamma di frullatori e milkshaker presenti nella gamma Sirman da quasi 20 anni. La crescente tendenza dell’offerta di smoothies e frozen cocktails ci ha portati a sviluppare una macchina specifica per queste nuove bevande. La combinazione della nuova forma del bicchiere e dei coltelli offre un’ottima rapidità ed alta qualità di preparazione del prodotto. Veramente notevole l’immediato successo ottenuto con questo nuovo frullatore. A degno contorno di tutto ciò, FHA ha visto la collaborazione di Sirman con il Consorzio del Prosciutto di Parma, grazie alla quale una nostra ANNIVERSARIO 350 è stata messa in funzione in bella mostra presso lo stand ufficiale del Consorzio. Una bella immagine di Made in Italy al 100% ! FOOD & HOTEL ASIA SINGAPORE, APRIL 2012 “FOOD&HOTEL ASIA“: by now this two-yearly event in Singapore is among the leading 4-5 trade fairs in the Professional Catering world. Over the years I have watched as the number of stands has progressively grown, involving producers from all five continents, with the consequent increase in the number of visitors. For Sirman the 2012 edition was the opportunity for launching the 2 latest novelties onto the Asian market: SIRPASTA and BARMASTER Q. The two prototypes were already on display at Host last October, when they met with a reasonable amount of interest. Production then began at the end of February and at FHA we were able to demonstrate the 2 machines to the public. SIRPASTA is an absolute first in the Sirman family, as it is the first machine we have ever made for this sector, and its highly versatile performance met with great interest from several trade experts. In the basic version, SIRPASTA is a very simple, attractive and fast pasta making machine, adapted for numerous different types of pasta drawing, at a very reasonable price. The PLUS version can have a puff pastry maker and ravioli maker applied to increase the types of pasta, which was a highly appreciated feature. BARMASTER Q enhances further the already rich range of blenders and milk-shakers that Sirman has been producing for almost 20 years. The growing trend for smoothies and frozen cocktails encouraged us to develop a specific machine for them. The combined new shape of the beaker and blades provides excellent speed and quality product preparation, and the success this new blender immediately met with was quite noteworthy. To complete the perfect setting, during FHA Sirman collaborated with the Prosciutto di Parma Association, thanks to which one of our ANNIVERSARIO 350 machines was on proud show on their official stand. A wonderful image of 100% Made in Italy! CULTURA GASTRONOMICA / GASTRONOMIC CULTURE IL SAPORE DELLA CARNE MACINATA Torta di carne Ingredienti: Kg 1 manzo scelto macinato; 200 g Grana Padano grattugiato; 200 g pane grattugiato; latte q.b.; 3 uova intere; lardo fresco; 300 g ricotta; 100 g rucola; 400 g salsa di carciofi; ravanelli e cavolo romano per decorazione. Impastare la carne nel cutter con grana, pane, latte, uova e sale fino ad ottenere un impasto omogeneo di media consistenza. Dividere il composto a metà, schiacciare fino ad ottenere due dischi uguali. Farcire con rucola e ricotta. Coprire il “disco” con lardo fresco tagliato sottile e, infine, guarnire con ravanelli e cavolo romano. Per il secondo piano ripetere le operazioni utilizzando la farcitura ai carciofi. Tagliare a spicchi e cuocere in forno. THE FLAVOUR OF MINCEMEAT The claim that mincemeat is less nutritious is ridiculous, because it has exactly the same chemical composition as a steak. Rather, mincing makes it more edible and therefore more nutritious than other cuts of meat. If the consumer is unable to mince the meat personally, the butcher should do it in front of them on request. The flavour of mincemeat definitely depends on the quality of the meat and the amount of fat, which is the only flavour carrier. If the meat is roughly minced, it is better able to conserve its juices and flavour, but if it is minced too finely it becomes insipid. With the use of mincemeat, a “gastronomic butcher” is able to offer the customers a wide range of gourmet proposals, which does not mean replacing the woman in the kitchen, but helping her to vary her family’s diet. By using mixed meats – pork, beef, poultry and a touch of imagination, spices and seasonable vegetables – the customer is offered a range of meatloaves, stuffed vegetables, meatballs, hamburgers, tartare and many other delicious ideas. These products improve the quality of the meat, make it more appealing to buy and improve the overall attraction of the butcher’s shop. Butchers have always sold meat, but a good butcher or the “professional with a knife” also sells the idea that the customer has of the product and who is selling it, and therefore sells the advantages of both the product and the service. di Bruno Mambelli Maestro Macellaio Meat cake Ingredients: Kg 1 top quality minced beef; 200 g grated Grana Padano; 200 g breadcrumbs; milk as needed; 3 eggs; fresh lard; 300 g ricotta; 100 g rocket; 400 g artichoke sauce; radishes and Roman cauliflower. Mix the meat in the cutter with the Grana Padano, breadcrumbs, milk, eggs and salt to form a medium consistency smooth mixture. Divide the mixture in two halves and press them to form two equal round discs. Stuff one half with rocket and ricotta, then cover with freshly finely sliced lard and garnish with radishes and Roman cauliflower. On the second layer, repeat the same procedure and stuff with the artichoke sauce. Cut into wedges and cook in the oven. 42 Che la carne macinata sia meno nutriente è solo un pregiudizio perché presenta la medesima composizione chimica della bistecca o del filetto. Anzi, la triturazione meccanica la rende più edibile e pertanto più nutriente di altri tagli. Quando il consumatore non trita da solo la carne, deve esigere dal macellaio che venga tritata in sua presenza. Il sapore della carne macinata dipende sicuramente dalla qualità della stessa e dalla quantità del grasso, unico conduttore del sapore. Se la macinatura è grossolana, la carne conserva meglio il suo succo e il suo sapore; se invece è macinata molto finemente diventa più insipida. Questi prodotti consentono al “macellaio gastronomo” di mettere a disposizione del consumatore un’ampia gamma di proposte gastronomiche. Ciò non significa sostituire la donna in cucina, quanto piuttosto aiutarla a variare l’alimentazione della famiglia. Utilizzando macinati di carne assortite - quali suino, bovino, pollame e un poco di fantasia, aromi e verdure di stagione – metteremo a disposizione della massaia polpettoni, verdure ripiene, polpettine, hamburger, tartara e molte altre proposte gustose. Questi prodotti migliorano la qualità della carne, rendono più piacevole il momento dell’acquisto e ottimizzano esteticamente l’esposizione all’interno del punto vendita. Tutti i macellai hanno da sempre venduto carne, ma il buon macellaio o, per meglio dire, “il professionista del coltello” vende anche l’idea che il cliente si è fatto del prodotto e del ven- ditore. E vende i vantaggi del prodotto e del servizio… 57 TRADIZIONI GASTRONOMICHE/ CULINARY TRADITIONS GUSTI MODERNI ISPIRATI ALL’ANTICO di Alfredo Pelle giornalista e scrittore Master TCM 90 con format A, Sirman Non sono molti i piatti di carne che sono balzati agli onori delle cronache per il loro essere completamente crudi o cotti in modo approssimativo. Se escludiamo la fiorentina, sublime esempio di bontà intrinseca della carne, ne ricordo almeno tre, a tutti conosciuti ed entrati ormai nella cucina del mondo: il carpaccio, nato all’Harris Bar di Venezia, la tartare piatto di grandissima levatura gastronomica e l’hamburger. L’uno ha poco più di sessant’anni ed è “figlio” di una cucina per ricchi, qual era quella di Cipriani, mentre l’altro ha una origine indietro nei secoli (parla di questa carne Ammirano Marcellino nel IV secolo dopo Cristo). I popoli nomadi e guerrieri dell’Asia Centrale chiamati genericamente in Occidente “tartari” o “tatari” usavano mettere pezzi di carne fra la sella ed il dorso del cavallo: l’attrito di una giornata di marcia macinava quella carne. Di pari, nobilissima levatura, è l’insalata di carne cruda piemontese, battuta a coltello, magra, che viene condita con olio extravergine, sale e pepe e se si vuole un tuorlo d’uovo crudo e due o tre spicchi d’aglio strizzati nello schiaccia-aglio. Soltanto al momento di servirla si deve aggiungere succo di limone. “La tendenza è chiara: il macinato deve essere magro e lo si ricava dal quarto anteriore di un animale. Da quelle parti, cioè, troppo piccole per un arrosto o troppo piatte per uno spezzatino.” Ma veniamo all’hamburger, di grande diiffusione americana, newyorkese per la precisione, è il modo di utilizza- re la carne bovina di tagli secondari, dato che in USA, se si escludono le città europeizzate come San Francisco o New York, l’uso è di vendere soltanto i primi tagli ( lombata, scamone, filetto) destinando, il resto, all’industria. “ Si può macinare praticamente tutto,” afferma Baumgartneer della macelleria Ziegler di Zurigo, notissima produttrice di hamburger e di qui una garantita assoluzione. Per quanto riguarda la discussa origine è possibile che gli ebrei russi emigrati a New York abbiano cambiato il nome facendolo falsamente provenire da Amburgo, ricca città, certamente più appetibile che un piatto proveniente dalla Russia come il quasi omologo bitok…. Carne magra, cottura su grasso non saporito (ideale sarebbe il burro) come olio di semi o di margarina, panino a cuscinetto e ketchup (ma c’è chi preferisce la senape) e cipolla dolce tagliata a fettine: un modo di mangiare che si è diffuso nel mondo. Ci si può anche mettere una fettina di emmenthal che fonde in cottura: niente male se il cheeseburger è accompagnato con patatine fritte a bastoncino… Una serie di intriganti emozioni dunque che la carne, poco cotta, riesce a dare ai gastronomi che ritrovano, nella crudità, la vera bontà propria della materia prima. BISTECCHE ALLA SVIZZERA… AMARCORD! 42 di Renato Ganeo Studioso di economia e di scenari del mondo 58 Non so cucinare e non so fare la spesa, ma quest’estate, in vacanza, mia moglie mi ha fatto un po’ di scuola e così, con indicazioni e foglietti puntigliosi, ho affrontato il supermercato ed anche il negozio di Roberto: la macelleria. Dovevo solo ritirare quattro porzioni di pasticcio alla bolognese (anche Roberto ha seguito l’onda e propone qualche piatto pronto) ma appena entrato ho posato l’occhio sul banco refrigerato e le ho viste: le bistecche alla svizzera. Avevo dimenticato che esistevano. Si sono ridestati ricordi di due bei periodi della mia vita: la fine degli anni ’50 ed i primi ’70. Alla fine degli anni ’50 ero un giovane boy-scout, con riconosciuta capacità ed accortezza (evidentemente poi perdute) nell’acquisto delle vettovaglie necessarie durante le escursioni. I soldi erano pochi e sco- SVIZZERE (HAMBURGERS)… AMARCORD! I can’t cook and I’m useless at shopping, but on holiday this summer my wife gave me a few lessons so off I set with my instructions and precise notes to face the supermarket and Roberto’s the butcher. I was supposed to pick up four portions of Bolognese lasagne (Roberto is going with the flow and offering a few ready meals), but as soon as I saw the refrigerated counter I saw the Svizzere (hamburgers). I had forgotten they existed. They evoked recollections of two lovely periods in my life: the late 50s and the early 70s. At the end of the 50s I was a young boy scout, with acknowledged ability (obviously lost later on) of buying the necessary TRADIZIONI GASTRONOMICHE/ CULINARY TRADITIONS prii quelle particolari bistecche, che costavano meno di quelle “intere”. Il macellaio conservava su un vassoio i pezzi residui dei vari tagli e poi, a richiesta, macinava e pressava tra due foglietti di nylon quegli avanzi, assolutamente da non buttare e che insaporiti in cottura da salvia o rosmarino soddisfacevano pienamente me ed i miei compagni, specie dopo una camminata di ore. Nella prima metà degli anni ’70 divenni padre della mia unica figlia la quale, smesse le prime pappe, affrontò qualcosa di più sostanzioso. Le bistecche alla svizzera, cotte, sbriciolate e mescolate al purè di patate, furono il piatto gustoso che segnò il passaggio ad una alimentazione “da grandi”. Forse quei dolci sorrisi che mi regalava, battendo il cucchiaio sul seggiolone, erano anche un po’ merito delle bistecche alla svizzera. Poi un giorno, in qualche parte nel mondo, ho scoperto che altri le chiamavano hamburger. Ma quella è un’altra storia, che di certo McDonald’s conosce meglio di me. provisions during our excursions. We did not have much money, but I discovered this type of steak which cost less than the “whole” ones. The butcher used to collect the off cuts from the other pieces of meat and then, if a customer asked, he would mince them and press them between two layers of film, so nothing was thrown away, and if they were then seasoned with sage or rosemary when they were cooked my friends and I were more than happy, especially after hiking for hours. In the early 70s my only daughter was born and after she had been weaned off her first baby food, she tried something a bit more substantial, a Svizzera cooked, crumbled and mixed with mashed potatoes, something really tasty that marked her initiation to “adult” food. Perhaps those lovely smiles she gave me as she banged her spoon on her highchair were also thanks to them. One day while travelling around the world I discovered that they were known as hamburgers in other countries, but that is another story that McDonald’s certainly knows better than me. Sansone 180, Sirman MACELLERIA / THE BUTCHERY MACINATI DI CARNE: forme e colori Per l’occasione propongo un piatto che valorizza forme e colori della carne, solleticando il palato e appagando lo sguardo. COLOUR AND FORM WITH MINCED MEATS I bocconcini della Regina For this issue, I have chosen a dish that emphasises colour and form to both whet the appetite and give the eyes something to feast on, too. Ingredienti: 1 kg carne di vitello (o tacchino); 1 kg ricotta; Tritate 4 volte la carne di vitello (o tacchino) con diametro 4,5, con una grattugia preparate il Grana fresco, mescolate la carne con la ricotta e il formaggio (potete passarla al cutter per pochi secondi) e con il composto formate degli involtini che andrete a ricoprire con la fettina di speck. Cuocete a fuoco moderato per pochi minuti con un filo d’olio extravergine d’oliva. Regina morsels Ingredients: 1 Kg veal or turkey; 1 Kg ricot- ta; 300 g Parmesan; 1 thin slice of Speck per portion Mince the meat four times with the 4.5 mm disc. Grate the fresh Grana cheese in the grater, mix with the meat together with the ricotta (if necessary, pulse the ricotta in the food processor for a few seconds), form small rolls with the mixture and cover each with a thin slice of Speck. Cook in very little extra virgin olive oil on a low heat for a few minutes. TCG 22/32 Dallas, Sirman 42 300 g parmigiano; 1 fettina di speck di Giorgio Tardivo Maestro Macellaio 59 ARTE DOLCIARIA / THE ART OF CONFECTIONARY Bavarese al bergamotto su biscotto morbido senza farina e gelato alla gianduia con anacardi salati di Andrea Voltolina Consulente di pasticceria www.andreavoltolina.com Bavarese al bergamotto: g 500 latte; n°1 bacca di vaniglia; n°5 gocce di essenza di bergamotto; g 180 tuorli; g 180 zucchero; g 20 colla di pesce; g 200 grano saraceno; g 750 panna montata. Portare ad ebollizione il latte con la bacca di vaniglia, montare i tuorli con lo zucchero, versare il composto nel latte, portare il tutto a 80°C. Quando la soluzione raggiunge i 40°C, aggiungere la colla di pesce. Una volta fredda, alleggerire con la panna montata. Biscotto al cioccolato senza farina: g 240 albumi; g 250 zucchero; g 160 tuorli; g 70 cacao in polvere. Montare gli albumi con lo zucchero, incorporare i tuorli sbattuti e il cacao setacciato. Cuocere 10 minuti a 160°C. 42 Plutone 7, Sirman 60 Bergamot Bavarian cream pudding on a flourless soft biscuit, and Gianduja hazelnut and chocolate ice cream with salted cashews Bergamot Bavarian cream pudding: 500 ml water; 1 vanilla pod; 5 drops bergamot essence; 180 g egg yolks; 180 g sugar; 20 g fish glue; 200 g buckwheat; 750 g whipped cream. Bring the milk to the boil with the vanilla pod. Cream the yolks with the sugar, add to the milk and warm to 80°C, then turn off the heat. Once the mixture has cooled to 40°C, add the fish glue. Once cold, lighten with the whipped cream. Flourless chocolate biscuit: 240 g egg whites; 250 g sugar; 160 g egg yolks; 70 g cocoa powder. Beat the whites with the sugar, then fold in the lightly beaten egg yolks and the sieved cocoa. Bake at 160°C for 10 minutes. Zuppa di ciliegie: 1.200 g ciliegie snocciolate; 1 l vino rosso; 80 g Sherry; 80 g Porto; 2 stecche di cannella; 2 baccelli di vaniglia; 2 g coriandolo; 2 g pepe nero; 100 g menta; 80 g zeste limone; 80 g zeste arancio; 300 g zucchero. Ridurre i liquidi a ½, versarvi le ciliegie con le zeste e la menta e cuocere 3 minuti. Cherry soup: 1.2 Kg pitted cherries; 1 l red wine; 80 ml Sherry; 80 ml Port; 2 cinnamon sticks; 2 vanilla pods; 2 g coriander; 2 g black pepper; 100 g mint; 80 g lemon zest; 80 g orange zest; 300 g sugar. Reduce the liquids to half the original volume, add the cherries, citrus zests and mint, and cook for 3 minutes. Gelato alla gianduia: g 400 latte intero; g 100 panna; g 150 crema gianduia; g 830 zucchero; g 50 glucosio polvere; g 35 latte magro in polvere; g 10 neutro 10g/lt . Mescolare il neutro con lo zucchero, il glucosio e il latte in polvere. Versare all’interno dei liquidi, mixare il tutto e portare alla temperatura di 85°C. Abbattere e pacossare. Gianduja ice cream: 400 ml full fat milk; 100 g cream; 150 g Gianduja hazelnut-chocolate paste; 830 g sugar; 50 g glucose powder; 35 g skimmed milk powder; 10 g neutral ice cream base (10g/l). Mix the neutral base with the sugar, glucose and milk powder. Add to the liquid ingredients, mix and heat to 85°C. Blast-chill then process with the Pacojet. Montaggio: Disporre come base un rettangolo di pan di spagna senza farina e adagiarvi sopra la bavarese al bergamotto. Guarnire con della panna montata e delle ciliegie candite. Per la base del gelato preparare degli anacardi sbriciolati e adagiarvi il gelato alla gianduia e altri anacardi nella parte superiore a piacere. Si può aggiungere del sale Maldon e una decorazione sottile a rettangolo di cioccolato fondente. Assembly: Place a rectangle of flourless sponge on the plate as a base, and top with the bergamot Bavarian cream pudding. Garnish with whipped cream and candied cherries. Sprinkle crushed cashews as a base for the Gianduja ice cream. Place the ice cream on the crushed cashews, then sprinkle more crushed cashews over the ice cream as preferred. For an extra special touch, finish off with a little Maldon salt and add a thin rectangular wafer of bitter chocolate as decoration. marana.it Dal 1978 La Monferrina produce macchine professionali per la pasta, interamente made in Italy, ad uso di laboratori e industrie del settore. Progetti esclusivi, studiati e sviluppati internamente per realizzare pasta di ogni tipo nel nome della facilità d'utilizzo, della qualità e della genuinità del prodotto finale. PNUOVA Combinata (Impastatrice e Sfogliatrice) è una macchina per pasta multifunzione progettata per produrre in automatico sfoglia tirata fine e con specifici gruppi ad innesto per la produzione di ravioli, tagliatelle, gnocchi in diversi formati e pasta estrusa. imperia & monferrina SOCIETA’ PER AZIONI Divisione La Monferrina S.S. n. 457 - Via Statale 27/A - I - 14033 Castell'Alfero AT Tel.: +39.0141 276002 - www.la-monferrina.com ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Friuli Venezia Giulia LA VIA DEI SAPORI LA PRIMULA IN SUBIDA a cura di Giulia Coronaro Quello che vi proponiamo è un piatto nato dalla collaborazione di due chef d’eccezione che hanno unito le forze e la personale creatività culinaria, in rappresentanza dell’associazione Friuli Via dei Sapori, in occasione della Triennale di Milano – Friuli Future Forum 2012. I due talenti in questione sono Andrea Canton del ristorante La Primula di San Quirino e Alessandro Gavagna del ristorante La Subida di Cormons. Un’accoppiata vincente che ha prodotto un piccolo capolavoro del buon gusto, presente in carta in entrambi i ristoranti e immortalato dagli scatti fotografici di Luca Rizzotti Plet, chef de ‘Il Ponte di Gradisca’. Come dire…tutto in famiglia! Dadolata di cervo, filetto di anguilla e fasolari. Profumo di semi di finocchio e noci Ristorante La Primula, Via San Rocco 47 San Quirino tel. 0434.91 chef Andrea Canton 42 Ristorante la Subida, Via Subida 52, Cormons tel.0481.60531 chef Alessandro Gavagna 62 Ingredienti per 4 persone: Per l’anguilla affumicata e i fasolari: anguilla da 300/400 g; olio extravergine d’oliva; 2 rametti di timo; sale e pepe nero q.b.; sale grosso; 1 limone; rami di ginepro per l’affumicatura e 12 fasolari. Per la dadolata di cervo: 210 g di filetto di cervo; 1 spicchio d’aglio; 1 rametto di timo e maggiorana; 5 g di pepe nero schiacciato. Per il condimento del cervo: 3 g di paprika dolce; sale, olio extra vergine di oliva. Per guarnire: fior di sale marino, semi di finocchio, semi di kimmel, alcuni gherigli di noce, 1 spruzzata di aceto di uva, alcuni fili di erba cipollina. Pulisci, pela, spina e taglia a tranci di circa 12 cm l’anguilla. Salali e pepali disponendoli in un sacchetto per sottovuoto con olio extravergine d’oliva e i rametti di timo, sigillalo e cuoci a 65°C per 30 minuti. Raffredda i tranci e mettili ad affumicare con rami di ginepro. Sguscia i fasolari tenendo solo la parte rossa e immergili per 10 secondi in acqua bollente salata e profumata con un po’ di limone, quindi raffreddarli immediatamente in acqua ghiacciata. Cura il filetto di cervo da tutte le nervature e dalle pellicine. Metti quindi a marinare la carne con l’aglio, il pepe, il timo e la maggiorana, chiudila in un sacchetto sottovuoto e lasciala riposare per almeno 24 ore. Taglia il filetto già marinato a piccoli dadini, condiscilo con la paprika, l’olio extravergine di oliva e il sale. Mescola quindi la carne così condita con un cucchiaio fino a che tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati. Forma un lingotto con la dadolata di cervo e adagialo su un piatto piano. Taglia a bastoncini i tranci d’anguilla affumicata, affetta i fasolari e disponili sopra la tartara di cervo. Finisci il piatto con del fior di sale e l’olio extravergine d’oliva. Guarnisci quindi il tutto con i semi di kimmel e di finocchio, i gherigli di noci tritati precedentemente tostati. Due fili di erba cipollina arricciati e una generosa spruzzata di aceto di uva per finire. “LA PRIMULA” AND “LA SUBIDA” The dish presented here is the creation of two brilliant chefs who joined forces and their own culinary imaginations to represent the ‘Friuli Via dei Sapori’ (Friuli, the Flavours Route) association during Friuli Future Forum 2012 at the Triennale expo centre in Milan. The two talents in question are Andrea Canton of the La Primula in San Quirino, and Alessandro Gavagna of the La Subida in Cormons. This perfectly matched duo has created a small gastronomic masterpiece which now features in the menus of both restaurants, and has been immortalised here in the photos by Luca Rizzotti Plet, chef of the restaurant ‘Il Ponte di Gradisca’. As they say…keep it in the family! Cubed venison, filleted eel and cockles, with fennel seeds and walnuts Ingredients (serves 4): For the smoked eel and the cockles: one eel weighing 300 - 400 g; extra virgin olive oil; 2 sprigs thyme; salt and black pepper to taste; coarse salt; 1 lemon; juniper bush twigs for smoking; 12 cockles. For the cubed venison: 210 g venison fillet; 1 clove garlic; 1 sprig thyme and 1 sprig marjoram; 5 g crushed black peppercorns.Seasoning for the venison: 3 g sweet paprika; salt; extra virgin olive oil. Garnish: flake sea salt; fennel seeds; caraway seeds; a few walnuts; a dash of grape vinegar; a few chive strands. Clean and skin the eel, remove the bones and cut into pieces approximately 12 cm long. Season the pieces with salt and pepper, place in a vacuum cooking bag with extra virgin olive oil and the thyme sprigs, seal the bag and cook at 65°C for 30 minutes. Cool the pieces and smoke with juniper bush twigs. Shell the cockles and keep only the red part of the flesh. Blanche for 10 seconds in boiling salted water flavoured with a little lemon, then chill immediately in iced water. Trim the fillet to remove all the sinew and membrane. Seal the meat in a vacuum bag with the garlic, pepper, thyme and marjoram and leave to marinate for at least 24 hours. Cut the marinated meat into small dice, and season with paprika, extra virgin olive oil and salt. Stir the cubed meat with a spoon to mix all the ingredients thoroughly. Form a rectangular brick shape with the cubed venison on a flat plate. Cut the pieces of smoked eel into matchsticks, slice the cockles and place on top of the cubed venison. Season with flake salt and extra virgin olive oil. Garnish with caraway and fennel seeds and with toasted and then finely chopped walnuts. Finish with two chive strands and a generous dash of grape vinegar. ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Ristoranti del Buon Ricordo LA LOCANDA DEI SAPORI Tartara di Barbina Piemontese con zucchine e fonduta di cipolle rosse Ingredienti per 4 persone: 500 g di polpa magra di Barbina Piemontese (manza giovane non ancora riproduttiva); 50 g olio extravergine toscano;1 cucchiaino di Balsamico;1 cucchiaino di senape forte; 40 g di capperi al sale tritati; 40 g di cetriolini aceto tritati; 40 g di prezzemolo tritato; mezzo limone; qualche goccia di Salsa Worchester; sale-pepe di Mulinello; 500 g di zucchine; poco olio d’oliva; sale e pepe; 500 g cipolle rosse; 50 g burro; 200 g vino rosso, sale e pepe; 50 g zucchero. Tagliare le cipolle in una julienne e metterle in un tegame con burro, sale, pepe e zucchero e lasciare appassire. Aggiungere il vino rosso e lasciare cuocere per 1 ora a fuoco lento per ottenere una fonduta di cipolle morbida e dolce. Tagliare le zucchine a fette rotonde regolari e saltarle velocemente in un tegame antiaderente per 5 minuti con olio, sale e pepe. Tritare con un coltello ben affilato la carne fino a ridurla a massa omogenea, ritirarla in un recipiente di vetro. Aggiungere tutti gli ingredienti e il limone spremuto e amalgamare bene il tutto. Posizionare al centro dei piatti un bouquet di cipolla e attorno una corona di zucchine. Appoggiarvi sopra delle chenelles di tartara ottenute con 2 cucchiai da tavola. Scendere a filo, su tutto il piatto, dell’olio extravergine e servire. A SHRINE TO FLAVOUR The setting is the evocative triangle of countryside between the River Oglio and the River Po, which is not only picturesque but also a treasure trove of gastronomic delights. The Carboni family have worked here with passion and talent for four generations, and have created two shrines to the culinary arts renowned among epicures: the Italia restaurant in Torri, at Villa Sommi Picenardi, and the Locanda degli Artisti in Cappella, set against the backdrop of a historic Po valley courtyard. What’s the secret of their success? A cuisine founded in the generous traditions of the Cremona area, polished with just the few touches necessary to reflect the elegance of the restaurants themselves. Tartare of Barbina Piemontese veal with courgettes and a red onion fondue a cura di Giulia Coronaro La Locanda degli Artisti Via xxv aprile, 13/1 Cappella dei Picenardi – Cremona tel. 0372-835576 Chef patron Sergio Carbonia Ingredients (serves 4): 500 g lean shoulder of Barbina Piemontese (young heifer below breeding age); 50 g Tuscan extra virgin olive oil;1 teaspoon balsamic vinegar;1 teaspoon hot mustard; 40 g finely chopped salted capers; 40 g finely chopped pickled gherkins; 40 g finely chopped parsley; half a lemon; a few drops of Worcestershire sauce; freshly milled salt and pepper; 500 g courgettes; a little olive oil; salt and pepper; 500 g red onions; 50 g butter; 200 ml red wine, salt and pepper; 50 g sugar. Cut the onions into julienne strips and sweat in a pan with butter, salt, pepper and sugar. Add the red wine and simmer on a low heat for 1 hour to make a soft, sweet onion fondue. Cut the courgettes into even circular slices and sauté quickly in a non-stick pan for 5 minutes with oil, salt and pepper. Mince the meat with a very sharp knife to a uniform, fine consistency, then transfer to a glass bowl. Add all the ingredients and the juice of the lemon, mixing thoroughly. Arrange a portion of the onion fondue in the centre of the plate and surround with a crown of courgettes. Place quenelles of the tartare, shaped with two tablespoons, on top. Drizzle extra virgin olive oil all over the plate and serve. Ortolina, Sirman 42 Lo scenario è quello del suggestivo triangolo di campagna disegnata dall’Oglio e dal Po, che non è solo pittoresca ma anche foriera di grandi soddisfazioni gastronomiche. Qui opera con passione e talento, da quattro generazioni, la famiglia Carboni che ha creato due luoghi culto per i buongustai: a Torri il ristorante Italia, nello scenario di villa Sommi Picenardi, e a Cappella la Locanda degli Artisti, sullo sfondo di un’antica corte padana. Il segreto del loro successo? Una cucina che si basa sulla generosa tradizione cremonese, nobilitata quel tanto che basta per essere all’altezza di locali così raffinati. 63 ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Arte in Tavola FILET TARTARE di Albino Zoccarato Ufficio stampa e formazione Arte in tavola Negli anni ’50 si dedicava molto tempo al servizio in sala da pranzo, molti piatti venivano eseguiti proprio davanti al cliente: cocktail di scampi, filet au poivre, steak Diana, rognons flambés, filet en boîte, e a fine pranzo, crêpes Suzette. Il cliente, nell’attesa di essere servito, osservava e gustava con piacere la preparazione del piatto che attirava, non poco, la sua curiosità. Il filet Tartare faceva parte di queste preparazioni “a guéridon”e i maîtres d’hotel erano sempre all’altezza di eseguirle. Questa ricetta l’ho appresa quando, ancor giovane, lavoravo in Svizzera. Il filetto viene predisposto dai cuochi in cucina sul piatto di portata con fettine di limone ben tagliate, sopra le quali vengono posti i vari ingredienti richiesti. Al centro della carne viene posto l’uovo e poi il tutto viene portato in sala da pranzo per l’esecuzione davanti al cliente. Filet tartare Ingredienti per una persona: 150g di filetto di bue tagliato a mano con un coltello ben affilato; 1 tuorlo d’uovo; 1 punta di cucchiaino di capperi, olive, cipolle, acciughe, prezzemolo, aglio ben tritati e paprika; mezzo limone; sale; pepe; gocce di Tabasco e di Worcester; olio di oliva. 42 Prendete due fondine, su una mettete il tuorlo d’uovo, una goccia di limone e poi montatelo leggermente con una forchetta, versandovi a filo l’olio di oliva. Sull’altra fondina mettete una punta di cucchiaino di senape, scioglietela bene con il succo di mezzo limone; aggiungete il sale (la carne cruda ne richiede di più) pepe, Tabasco, Worcester e gli altri ingredienti: acciughe, prezzemolo, cipolla, capperi, aglio, olive, paprika, lasciando al commensale di scegliere quello che più gradisce. Dentro questo composto versate l’uovo leggermente montato prima e amalgamate il tutto; immergete poi 64 la carne tritata impastandola bene con una forchetta, spingendola verso destra per sette volte finché non avrà preso forma; mettetela infine su un piatto da carne, freddo, dando ad essa la forma di hamburger; cospargete attorno un po’ di prezzemolo tritato e servite. Potete, a piacere, segnarvi sopra con la lama di un coltello dei piccoli rombi. Sul tavolo del cliente si usa porre riccioli di burro e pane grigio. FILLET TARTARE In the ‘50s, a lot of time was spent serving in the dining hall, with several dishes prepared in front of the guests: Scampi Cocktail, Fillet with Peppers, Steak Diana, Kidney Flambé, Fillet en Croute, and, at the end of the meal, Crêpes Suzette. While the guests were waiting to be served they were able to watch the proceeds and anticipate the joy of the dish they were waiting for. Fillet Tartare was one of these “a guéridon” preparations, and the maître d’hôtel were always expert in preparing them. I discovered this recipe when I was young and working in Switzerland. The cooks prepare the fillet on the serving dish in the kitchen, with finely sliced lemon, then place the various ingredients on top. The egg is placed in the centre of the meat and everything is then taken into the dining hall to finish the preparation in front of the guest. Fillet tartare Serves one: 150g fillet of beef hand diced with a very sharp knife; 1 egg yolk; a teaspoon of capers, olives, onion, anchovies, parsley, finely chopped garlic and paprika; half a lemon; salt; pepper; Tabasco and Worcester sauce; olive oil. Take two soup dishes, in one place the egg yolk, a drop of lemon and then whisk gently with a fork, slowly adding the olive oil. In the other dish, place a pinch of mustard and dissolve it well with the juice of half a lemon; add the salt (raw meat needs more), pepper, Tabasco sauce, Worcester sauce place all the other ingredients on the dish: anchovies, parsley, onion, capers, garlic, olives, paprika, so that the guest can choose which one they prefer. Pour the lightly whisked egg mixture into this and then amalgamate together; immerse the chopped meat, covering it well using a fork, turning it towards the right seven times until it takes on the right shape; finally place it on the cold meat dish, and shape it like a hamburger; sprinkle the dish with chopped parsley and serve. If preferred, small diamonds can be cut on top using a knife. Place butter curls and rustic bread on the guest’s table. ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Eurotoques LA LASAGNETTA Lasagnetta verde con ragù battuto a coltello e pecorino Green lasagnetta with roughly chopped ragout and pecorino cheese La ricetta che vi propongo in questo numero è la “lasagnetta con ragù battuto a coltello e pecorino”, il piatto a cui sono più affezionato e vorrei dirvi brevemente il perché. Per me è la sintesi di due grandi maestri con cui ho avuto la fortuna di lavorare: Gino Angelini e Gualtiero Marchesi. My recipe for this issue is “Lasagnetta with roughly chopped ragout and pecorino cheese”. It is a dish I am very fond of, because for me, it sums up two great maestros who I had the fortune of working with: Gino Angelini and Gualtiero Marchesi. Ingredienti per 4 persone: 16 quadrati di pasta verde, lato 10x10; 250 g di carne di manzo; un cucchiaio di cipolla tritata; un bicchiere di vino rosso; 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro; 100 g di passata di pomodoro; 300 g di brodo di carne; 150 g di panna fresca; 100 g di pecorino semi stagionato; 20 g di Parmigiano Reggiano; sale, pepe e olio quanto basta. Serves 4: In una casseruola mettere a rosolare la cipolla e l’olio, aggiungere la carne tagliata a cubetti piccoli come fosse un minestrone, salare e pepare, rosolare bene, bagnare con il vino rosso, aggiungere il concentrato, la passata e 100 g di brodo e far cuocere. A parte mettere a ridurre il brodo rimanente quasi completamente, aggiungere la panna, far ridurre della metà, togliere dal fuoco e scioglierci, quando è ancora calda, il pecorino grattugiato. Disporre sul piatto la salsa al pecorino, a parte lessare la pasta e condirla con il sugo di carne, disporre i pezzi di pasta sulla salsa al formaggio, glassare con il ragù e finire di condire con la salsa al pecorino e il parmigiano. Passare in forno per 4-5 minuti a 180 gradi servire subito. Brown the onion in a pan with the oil, add the finely diced meat, add salt and pepper, brown and then add the red wine, tomato concentrate, pulp and 100 g broth and continue cooking. In another pan, reduce the rest of the broth until it has virtually all evaporated, then add the cream and reduce again by about a half, remove the pan from the flame and melt the grated pecorino into the hot sauce. Place the pecorino sauce on the serving dish. Cook the pasta and mix it with the ragout and then pour the pasta onto the cheese sauce, glaze with the ragout and finally cover with the pecorino sauce and parmesan. Heat the oven to 180° and bake the dish for 4-5 minutes, serve immediately. di Luigi Sartini Chef ristorante Righi a San Marino 42 16 squares of green pasta measuring 10 x 10; 250 g beef; a spoon of chopped onion; a glass of red wine; 1 spoon of tomato concentrate; 100 g of tomato pulp; 300 g meat broth; 150 g fresh cream; 100 g semi-seasoned pecorino cheese; 20 g Parmigiano Reggiano; salt, pepper and oil to taste. 65 ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Giovani Ristoratori Europei A cura di Marco Parizzi (chef del ristorante Parizzi di Parma) e KiKa events (Parma) Ristorante Laite via Borgata Hoffe 10 Sappada (BL) Chef Fabrizia Meroi Piastra Induzione, Sirman Pentola Agnelli Hamburger d’anatra e farro con pan brioche e maionese alla senape Ingredienti per 4 persone: Per l’hamburger: 480/500 g di polpa d’anatra; 1/2 rametto di rosmarino; 2 foglie di salvia; 1 rametto di timo; 1 cucchiaino di cipolla tritata; 1 spicchio d’aglio; sale, pepe; 2 cucchiai di panna fresca; 60 g di farro sbollentato al dente; 8 fette di pan brioche Per la maionese: un tuorlo d’uovo; olio di semi di girasole e olio extravergine del Garda (un bicchiere circa); un cucchiaino di senape integrale Digione; mezzo cucchiaino di salsa di soia; un cucchiaino di zucchero di canna Per completare il piatto: un pomodoro cuore di bue maturo; 4 foglie di insalata; 4 fette di Schizz (formaggio fresco da piastra); patatine fritte Tritate la carne d’anatra assieme agli aromi. Condite con sale e pepe, la panna e il farro bollito. Formate 4 hamburger e riponeteli in frigo per 20 minuti, intanto preparate la maionese. Procedete nel modo classico montando il tuorlo con due oli fino alla quantità necessaria per 4 persone. Aggiungete la senape, la salsa di soia e lo zucchero di canna. Se necessario, aggiustate di sale e riponete in fresco. Preparate la padella di ferro o anti-aderente e, quando è ben calda, cucinate gli hamburger un paio di minuti per lato. Montate i sandwich con una fetta di pan brioche tostato leggermente, l’hamburger, lo Schizz (piastrato leggermente), la fetta di pomodoro, l’insalata e terminate con l’altra fetta di pan brioche. Versate un cucchiaio di maionese e le patatine fritte, servite subito. Tartara di vitello all’erba limoncina ed extravergine d’oliva 42 Ristorante Villa Maiella località Villa Maiella, 30 Guardiagrele (CH) Chef Arcangelo Tinari 66 Ingredienti per 4 persone: 400 g di controfiletto di vitel- lone bianco Igp dell’Appennino centrale; olio extravergine d’oliva; sale qb; pepe qb Per la salsa: emulsione di olio d’oliva, capperi e cetriolini Per la decorazione: cialdine di pane croccante, polvere di peperone rosso, erba limoncina. Privare il controfiletto delle pellicine ed eventuale nervetti. Tagliare la carne in piccoli pezzi, batterla a Duck and spelt hamburger with Pain Brioché and mustard mayonnaise Ingredients (serves 4): For the hamburger:480/500 g duck meat; ½ sprig rosemary; 2 sage leaves; 1 sprig thyme; 1 teaspoon chopped onion; 1 clove garlic; salt and pepper; 2 tablespoons fresh cream; 60 g spelt, boiled until still ‘al dente’; 8 slices Pain Brioché For the mayonnaise: one egg yolk; sunflower seed oil and Garda extra virgin olive oil (approx. one glass); on teaspoon wholegrain Dijon mustard; half a teaspoon soy sauce; one teaspoon cane sugar To complete the dish: one ripe beef heart tomato; 4 salad leaves; 4 slices Schiz (fresh grillable cheese); French fries Mince the duck meat together with the herbs, onion and garlic. Season with salt and pepper and add the cream and the boiled spelt. Form 4 hamburgers and place to rest in the refrigerator for 20 minutes. In the meanwhile, prepare a classic mayonnaise, beating the yolk while drizzling in the two oils, making enough for 4 persons. Add the mustard, soy sauce and cane sugar. Season with salt if necessary and keep in a cool place. Heat a cast iron or non-stick griddle. When the griddle is very hot, grille the hamburgers for a couple of minutes on each side. Assemble the sandwiches with a lightly toasted slice of Pain Brioché, the hamburger, the Schiz (grilled lightly), a slice of tomato, a salad leaf and another slice of Pain Brioché. Drop a tablespoon of mayonnaise onto the French fries and serve immediately. Veal tartare with verbena and extra virgin olive oil Ingredients (serves 4): 400 g Appennino Centrale IGP ‘Vitellone Bianco’ veal sirloin; extra virgin olive oil; salt to taste; pepper to taste For the sauce: emulsion of olive oil, capers and pickled gherkins Decoration: crispy bread wafers, powdered red pepper, verbena. Trim the sirloin of any membrane and sinew. Cut into small pieces, mince with a knife then leave to ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Giovani Ristoratori Europei coltello e lasciarla riposare in frigo per 10 minuti con 2 foglie di erba limoncina all’interno. Trascorso il tempo indicato, condire la carne con sale, pepe e creare dei piccoli cubi sistemandoli nei piatti accompagnati da un’emulsione di olio d’oliva, capperi e cetriolini, decorando con cialdine di pane croccante, polvere di peperone rosso ed erba limoncina. Tagliatella di fassone cruda servita con cipolla di Tropea candita, caviale, salsa al Franciacorta Brut rest in the refrigerator for 10 minutes, with 2 verbena leaves pushed into the meat. Remove from the refrigerator, season with salt and pepper and form small cubes. Arrange cubes on the plate, accompanied by an emulsion of olive oil, capers and pickled gherkins, decorating with wafers of crispy bread, powdered red pepper and verbena. Raw Fassone beef “tagliatelle” with candied Tropea red onions, caviar and a Franciacorta Brut sauce Ristorante L’Artigliere Via del Santellone, 120 Brescia Chef Davide Botta Ingredients: 6 shallots; 500 ml Franciacorta Brut sparkling wine; 250g cream; 250g butter; 3 large Tropea red onions; 250ml water; 250g sugar Ingredienti: 6 scalogno; 500g. Franciacorta Brut; 250g Reduce the wine with the shallots almost completely. Add the cream and butter and season to taste with salt and pepper. Filter the sauce and keep until needed. Warm just before serving to thicken further. Slice the onion into julienne strips and boil in water and sugar until transparent. Filter and set aside. Cut the meat into slices approximately 5 cm thick. Roll the slices up and cut into ‘tagliatelle’. Season the meat with salt, pepper and olive oil in a bowl. Pour a puddle of the sauce in the plate, place the meat on top, then garnish with the onion, caviar and a few parsley leaves as shown in the photo. Polpettone di carne con uovo fritto e carciofo alla giudia Meatloaf with deep-fried egg and Jewish style fried artichoke Per il polpettone: 130 g macinato di maiale; 130 g macinato di pollo; 130 g macinato di vitello; 1 fetta di pancetta di maiale; 1 uovo; noce moscata; sale e pepe Per il ripieno: 200 g di cicoria di campo; 4 fette di mortadella con pistacchio; 4 fette di fontina. Cuocere in forno a 200°C per 12/15 minuti. Per l’uovo fritto: n° 4 uova cotte a 68°C per 18 minuti; pan grattato Friggere in abbondante olio. Per i carciofi: 4 carciofi; 1 busta per il sottovuoto; liquirizia; sale; olio extravergine di oliva. Cuocere a 90°C per 45 minuti. Friggere in abbondante olio. For the meatloaf: 130 g minced pork; 130 g minced chicken; 130 g minced veal; 1 slice pancetta; 1 egg; nutmeg; salt and pepper For the filling: 200 g wild chicory; 4 slices Mortadella with pistachios; 4 slices Fontina cheese Cook in the oven at 200 °C for 12-15 minutes. For the deep-fried egg: 4 eggs cooked at 68°C for 18 minutes; breadcrumbs. Deep-fry in plenty of oil For the artichokes:4 artichokes; 1 vacuum bag; liquorice; salt; extra virgin olive oil Cook at 90°C for 45 minutes. Deep-fry in plenty of oil. Ristorante L’Angolo d’Abruzzo piazza A. Moro 8/9 Carsoli (AQ) Chef Valerio Centofanti 42 panna; 250g burro; 3 grosse cipolle di Tropea; 250g. acqua; 250g. zucchero Fate ridurre quasi del tutto il vino con lo scalogno. Aggiungete la panna e il burro e regolate di sale e pepe. Filtrate la salsa e conservatela sino all’occorrenza. Al momento dell’utilizzo bisognerà scaldarla per farla addensare ulteriormente. Tagliate a julienne la cipolla e mettetela a cuocere nell’acqua e zucchero sino a che sarà diventata trasparente. Filtratela e conservatela a parte. Tagliate delle fette di carne alte circa 5 cm. Arrotolatele su se stesse e tagliatele a tagliatella. In una bacinella condite la carne con sale, pepe e olio d’oliva. Stendete la salsa sul piatto, disponetevi sopra la carne, guarnite con la cipolla, il caviale e qualche foglia di prezzemolo come nella fotografia. 67 ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Team Venezia Chef A cura di Alessandro Silvestri Team manager “Team Venezia Chef” www.teamveneziachef.it Dal primo giugno 2012 i componenti del “Team Veneto Chef” - sezione dell’Unione Cuochi del Veneto - si sono costituiti formalmente in un’associazione culturale dal nome “Team Venezia Chef”. Pur continuando ad essere federati alla “Federazione Italiana Cuochi”, essi non agiscono più in rappresentanza dell’Unione Cuochi del Veneto, ma continueranno comunque ad operare con gli stessi obiettivi, lo stesso spirito, lo stesso impegno e umiltà nella promozione dell’arte culinaria nell’ambito delle diverse manifestazioni. Fatta questa doverosa premessa, presento l’intrigante piatto di un giovane talento del Team Venezia Chef, Luca Compagno. Rivisitazione dell’hamburger Hamburger di coniglio leggermente affumicato, con pomodoro, patate all’erba cipollina, salsa bernese e chips di rapa rossa. di Luca Compagno, chef del Ristorante da Giorgio Ristorante Da Giorgio 42 Via Riviera Del Brenta, 228 Fiesso D’artico (Venezia) 68 Ingredienti per 4 persone: n. 3 pomodori ramati; 240 g di carne di coniglio; 160 g patate a pasta gialla; n.1 rapa rossa; n. 5 rametti erba cipollina Per la salsa bernese: 200 ml burro chiarificato; n.2 tuorli Per la riduzione: 70 ml di acqua; 50 ml vino bianco; 10 ml aceto di dragoncello; n.1 scalogno; n.4 foglie di dragoncello; n.1 rametto di timo; pepe in grani; n.5 foglie di dragoncello per condire la salsa. Prendere la carne di coniglio e farla marinare per circa una notte. Una volta marinata passarla al tritacarne, comporre un hamburger dal peso di circa 60 g per porzione e passarlo nell’affumicatura di ciliegio per circa 10-12 minuti. Una volta ottenuta una leggera affumicatura, avvolgere l’hamburger nella pasta di pane e tra la pasta e la carne mettere delle fettine di pomodoro ramato. Cuocere in forno per circa 12-13 minuti a 190 gradi. Nel frattempo cuocere le patate in una casseruola con un po’ di sale, una volta cotte scolarle dall’acqua e pressarle con una frusta. Una volta pressate aggiungiamo l’erba cipollina. Per la salsa bernese fare una riduzione con l’acqua, il vino, l’aceto e tutti i profumi e aggiungerci il burro chiarificato alla fine. Per le chips di rapa rossa tagliare delle sottili fettine di rapa e disidratarle in forno. Quando il nostro hamburger sarà pronto lo serviremo con una quenelle di patate, della salsa bernese le chips e qualche rametto di dragoncello e timo. On the first of June 2012, the members of the ‘Veneto Chef Team’ – a section of the Veneto Union of Cooks – formally constituted the ‘Venezia Chef Team’ cultural association. While continuing to be associated with the ‘Italian Chef Federation’, the chefs of the new team no longer represent the Veneto Union of Cooks. However, they still work with the same spirit, the same determination and the same humility towards the goal of promoting the culinary arts at various events and expositions. Now the formalities are over, allow me to present this intriguing dish by a talented young member of the Venezia Chef Team, Luca Compagno. Hamburger revisited A gently smoked rabbit hamburger with tomato, potato with chives, béarnaise sauce and beetroot chips. Ingredients (serves 4): 3 vineripened tomatoes; 240 g rabbit meat; 160 g yellow flesh potatoes; 1 beetroot; 5 chive stalks For the béarnaise sauce: 200 ml clarified butter; 2 egg yolks For the reduction: 70 ml water; 50 ml white wine; 10 ml tarragon vinegar; 1 shallot; 4 leaves tarragon; 1 sprig thyme; peppercorns; 5 leaves tarragon to flavour the sauce. Marinate the rabbit meat overnight (approximately). After marinating, mince the meat, form hamburgers weighing approximately 60 g each then smoke with cherry wood chips for 10-12 minutes. After gently smoking, wrap each hamburger in bread dough, inserting slices of vine-ripened tomatoes between the meat and the dough. Bake at 190 °C for approximately 12-13 minutes. In the meantime, boil the potatoes in a saucepan with a little salt. Once cooked, drain and mash with a whisk, then add the chives. To make the béarnaise sauce, make a reduction of the water, wine, vinegar and all the seasoning ingredients, and add the clarified butter at the end. To make the beetroot chips, cut thin slices of beetroot and dry in the oven. Once the hamburger is cooked, serve with a quenelle of potato, béarnaise sauce, the beetroot chips and a few sprigs of tarragon and thyme. ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Unione Cuochi del Veneto di Stefano Pepe Segretario Unione Cuochi del Veneto - FIC Ingredienti per 4 porzioni: 350 g di codone* di Pezzata Rossa; 30 g di cipolla tonda di Chioggia; 30 g di capperi; 30 g di prezzemolo; 1 tuorlo; 2 cucchiaini di senape; 1 dl di olio extra vergine d’oliva Veneto Dop; 1 cucchiaino di succo di limone; sale, pepe bianco di mulinello. Per il gelato: 5 cl di latte fresco intero; 5 cl di panna fresca; 10 tuorli; 6 cucchiai distillato di Grappa stravecchia; 50 g di senape. Per il croccante: 14 g di fondente di zucchero; 75 g di fruttosio; 65 g di cipolle bianche secche di Chioggia, macinate fini. (*punta di culaccio/copertina dello scamone) Per il gelato: Portare ad ebollizione il latte con la panna fresca, unirvi i tuorli e scaldare a 85°C mescolando finché la crema comincerà a velare il cucchiaio. Farla raffreddare, mescolando e tenendo la ciotola appoggiata sul ghiaccio. Incorporarvi ora la grappa e la senape e riporre in abbattitore in negativo. Per il croccante: Fare disidratare la cipolla, precedentemente affettata, con il microonde Panasonic-Sirman a bassa potenza e, una volta secca, frullarle con il blender Orione. Fare caramellare il fondente e il fruttosio. Quando appariranno leggermente imbionditi, incorporare la cipolla. Stendere il composto molto sottile fra due fogli di carta forno e ritagliarlo a dischi. Preparare una maionese con il tuorlo, la senape e una punta di sale, frustando e versando a filo l’olio. Verso la fine, insaporire con il succo di limone. Tenerne da parte 2 cucchiai per guarnire il piatto. Passare la carne al tritacarne refrigerato Sirman. Tritare a coltello la cipolla, i capperi e il prezzemolo; miscelare delicatamente alla carne, insaporire con sale, il pepe e la maionese . Disporre la tartara su piatti individuali, tenendola in forma con l’aiuto di anelli o tagliapasta rotondi, che poi andranno eliminati. Praticare un incavo al centro, riempirlo con una piccola sfera di gelato (precedentemente passato al Pacojet) e ricoprire con una fetta di croccante di cipolla. Guarnire, come da foto, con la maionese tenuta da parte e polvere di spezie. Small tartare of Italian Simmental beef top rump with grappa ice cream and a white Chioggia onion crisp Ingredients (serves 4): 350 g Italian Simmental beef top rump; 30 g round Chioggia onion; 30 g capers; 30 g parsley; 1 egg yolk; 2 teaspoons mustard; 1 dl DOP Veneto extra virgin olive oil; 1 teaspoon lemon juice; freshly milled salt and white pepper For the ice cream: 5 cl fresh full cream milk; 5 cl fresh cream; 10 egg yolks; 6 teaspoons ‘Stravecchia’ aged grappa; 50 g mustard. For the onion crisp: 14 g fondant sugar; 75 g fructose; 65 g finely ground dried white Chioggia onions For the ice cream: Bring the milk and the fresh cream to the boil, add the egg yolks and warm to 85°C, stirring until the mixture begins to adhere to the spoon. Cool the mixture in a bowl on ice, stirring continuously. Add the grappa and mustard, then blast-chill to below freezing. For the onion crisp: Slice the onion then dehydrate in the Panasonic-Sirman microwave on a low power setting, then blend with the Orione blender once dry. Caramelise the fondant sugar and the fructose. When the sugars begin to turn slightly golden, add the onion. Spread the mixture very thinly between two sheets of oven paper, then cut into discs. Prepare a mayonnaise with the egg yolk, the mustard and a pinch of salt, adding the oil in a drizzle while beating continuously with a whisk. Add the lemon juice towards the end. Keep 2 tablespoons aside for garnishing the dish. Mince the meat with the Sirman refrigerated meat grinder. Chop the onion, capers and parsley finely with a knife, mix delicately into the meat, then season with the salt, pepper and mayonnaise. Form neat circular portions of the tartare on individual plates by filling a pastry cutter ring with the meat and then removing the ring. Push a hole into the centre of the tartare and fill with a small ball of ice cream (processed beforehand in the Pacojet), then cover with a single onion crisp. Garnish with the mayonnaise kept aside previously and a dusting of spices as shown in the photo. Panasonic 1880, Sirman Pacojet, Sirman 42 Piccole “tartare” di codone di pezzata rossa con gelato di grappa e croccante di cipolla bianca di Chioggia 69 ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Unione Cuochi del Veneto di Andrea Bozzato Ristorante Siriola, S. Cassiano Alta Val Badia 1 stella Michelin Fassone battuto con zabaione all’aceto di miele, cetriolo, parmigiano e sentori grigliati, infuso tiepido di botte di whisky Tennessee. Per l’infuso di botte di whisky Tennessee: 200g di acqua; 150g di chips di botte di whisky. Per lo zabaione di aceto di miele: 150g di tuorli; 150g di acqua; 25g di aceto di miele; 3g di sale; 3g di zucchero di canna; 1 foglio di gelatina da 2g; 1 capsula sifone per panna. Per la battuta di fassone: 80g filetto di fassone; 1g di sale; olio di semi. Per i sentori grigliati: 2g mix di cumino; semi di senape; foglie di curry; cipolla e aglio grigliati essicati e tritati con un filo di olio di semi. Per finire: cubetti piccoli e regolari di cetriolo e parmigiano; foglie di erba fungo di bosco; foglie di acetosella; foglie di tanaceto Fassone beef tartare with honey vinegar zabaione, cucumber, Parmesan and grilled aromas, with a warm infusion of Tennessee whiskey barrel wood. For the Tennessee whiskey barrel wood infusion: 200 ml water; 150 g whiskey barrel chips. For the honey vinegar zabaione: 150 g Ciclone 23, Sirman In una casseruola versare l’acqua e le chips, coprire con la pellicola e portare a bollore. Togliere dal fuoco e lasciare in infusione per 8 ore. Mettere la gelatina a bagno in acqua fredda, nel frattempo versare in una casseruola i tuorli, l’acqua, il sale, lo zucchero di canna e portare il tutto a 85°C a fuoco lento e mescolando continuamente. A questo punto aggiungere l’aceto di miele, il foglio di gelatina strizzato ed asciugato. Omogeneizzare il tutto con il frullatore ad immersione e versare in un sifone, caricare la capsula, agitare bene e far riposare in frigorifero per 3 ore. Con i guanti in lattice prendere il filetto di fassone e tagliarlo prima in pezzetti, poi tritarlo con un coltello in ceramica e condirlo con il sale e l’olio. Per la composizione del piatto stemperare e agitare bene il sifone, filtrare ed intiepidire l’infuso di botte, tenere a portata di mano il cetriolo, il parmigiano, il trito grigliato e le erbe aromatiche. In un piatto da portata rettangolare con fondina laterale, adagiare la battuta di fassone in forma, a lato il trito grigliato, vicino a quest’ultimo i cubetti di cetriolo e parmigiano, le erbe aromatiche, l’infuso tiepido nella fondina e, per finire, uno spunto di zabaione all’aceto di miele. L’infuso di botte di whisky può essere accompagnato alla pietanza per creare un contrasto caldo - freddo che può essere assaporato per ultimo per pulire il palato. Salsiccia ai 4 gusti fondamentali 42 di Andrea Rossetti Chef del ristorante Mosconi (2 stelle Michelin) Lussemburgo 70 Ingredienti: yolks; 150 ml water; 25 g honey vinegar; 3 g salt; 3 g cane sugar; 1 leaf gelatine (2 g); 1 whipped cream charger cartridge. For the Fassone beef tartare: 80 g Fassone beef fillet; 1 g salt; seed oil. For the grilled aromas: 2 g of a mixture made from cumin and mustard seeds, curry leaves and grilled, dried and powdered onion and garlic with a drizzle of seed oil. Finishing: small, regular dice of cucumber and Parmesan; mushroom plant leaves; sorrel leaves; tansy leaves. Pour the wood chips and the water in a saucepan, cover with film and bring to the boil. Remove from the heat and leave to infuse for 8 hours. Soak the gelatine in cold water. In the meanwhile, warm the yolks, water, salt and cane sugar together in a saucepan to 85°C on a low heat while stirring continuously. Add the honey vinegar and the gelatine leaf, squeezed out to dry. Blend with the hand blender and pour into the cream charger. Charge with a cartridge, shake well and leave to rest in the refrigerator for 3 hours. Wearing latex gloves, cut the Fassone beef fillet into chunks, then mince with a ceramic knife and season with salt and oil. To prepare for assembly, allow the cream charger to warm to room temperature and shake thoroughly, filter the barrel wood chip infusion and warm slightly, and keep the cucumber and Parmesan cubes, and the mixture of powdered grilled onion and garlic with spices close at hand. Place the Fassone beef tartare in neat circular mounds on a rectangular serving plate, with the grilled aromas alongside. Arrange the cubed cucumber and Parmesan with the herbs next to the aromas and top the meat with a dollop of honey vinegar zabaione. Next to the plate, serve a small bowl with the warm whiskey barrel infusion – this creates an interesting warm/cold contrast with the dish, and may be enjoyed last as a palate cleanser. Sausage with the four elemental flavours Ingredients: Aspro: 20g aceto di lamponi e 50 g senape di Digione. Dolce: 1 peperone di carmagnola rosso e 1 peperone di carmagnola giallo. Amaro: 1 indivia belga; il succo di un pompelmo e foglie di senape. Salato: 50 g salsa d’ostrica o salsa di soia; 2 fogli di colla di pesce; 12 g zucchero. Sour: 20 ml raspberry vinegar and 50 g Dijon mustard. Sweet: 1 red Carmagnola bell pepper and 1 yellow Carmagnola yellow bell pepper. Bitter: 1 head Belgian endive; the juice of one grapefruit; mustard leaves. Salt: 50 g oyster or soy sauce; 2 leaves fish glue; 12 g sugar. One medium thickness Italian sausage (e.g. luganega); Altamura bread. ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Unione Cuochi del Veneto Una salsiccia media tipo luganega; pane di Altamura Procedimento: Ridurre il succo di pompelmo fino ad ottenere una melassa. Mettere da parte. Pelare i peperoni passandoli in piastra ed ottenere con il coppapasta dei cerchi. Mescolare la senape con l’aceto di lamponi fino ad ottenere la consistenza di una crema. Riscaldare leggermente la salsa di soia, aggiungere la colla di pesce e lo zucchero. Montare con un frullino da bar con del ghiaccio sotto fino ad ottenere la consistenza di una spuma. Coppare il pane con il coppapasta ed ottenere dei semicerchi, della stessa grandezza della salsiccia. Seccare e mettere da parte. Finitura: Cucinare la salsiccia, intanto guarnire il piatto con l’indivia passata leggermente in padella con poco olio. A lato dell’indivia mettere i peperoni e la riduzione di pompelmo che darà il gusto acido amaro. Posizionare al centro del piatto la salsiccia con le tuille di pane. Per ultima la salsa di soia e le foglie di senape. Procedure:Reduce the grapefruit juice to a sticky syrup and set aside for later. Blacken the pepper skins on a griddle, peel the peppers then cut discs of the flesh with a pastry ring. Mix the mustard with the raspberry vinegar, emulsifying to a creamy consistency. Warm the soy sauce slightly, then add the fish glue and the sugar. Process with a bar blender with ice at the bottom of the beaker to a mousse-like consistency. Cut the bread with the pastry cutter rings, then cut into semicircles the same size as the sausage. Dry the bread and set aside for later. Assembly: Cook the sausage. While the sausage is cooking, garnish Dragone, Sirman the plate with the endive sautéed gently in a pan with a little oil. Arrange the peppers and the grapefruit reduction – which will contribute with a balanced bitter-sour element – alongside the endive. Place the sausage with the bread crisp at the centre of the plate. Finish with the soy sauce and the mustard leaf. Associazione Professionale Cuochi Italiani MINCED MEATS Dai grandi classici come hamburger e polpettone, agli involtini, ai ripieni per verdure, alle tartare, i macinati di carne possono essere usati versatilmente per mille ricette innovative, dalle più semplici a quelle più complesse, tutte ugualmente gustose. Il valore aggiunto di una preparazione che garantisce la qualità della materia prima dalla quale proviene, senza perdere il gusto e lo sfizio di una consistenza e un taglio che accolgono al meglio l’inventiva degli chef. Sempre certi che il modo migliore per conoscere i prodotti sia quello di farli degustare, abbiamo prescelto Alfonso Oliva del Ristorante “La Vignolese” di Modena, uno dei delegati dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani, per suggerirci una delle sue ricette, semplice e contestualmente gustosissima! From the great classics such as hamburgers and meatloaf, to stuffed rolls, stuffed vegetables and tartares, minced meats are the versatile base for countless different innovative recipes which, whether complex or simple, are all equally delicious. The results are even more impressive if the recipe emphasises the quality of the raw material used, but without overshadowing the mouthwatering flavour and consistency of minces which make them so perfectly suited to expressing a chef’s inventiveness. In the belief that the best way to get to know a product is to taste it for yourself, we asked Alfonso Oliva of the Restaurant “La Vignolese” in Modena – a delegate of the Italian Association of Professional Cooks – to present one of his recipes which, as you can see, is both simple and packed with flavour! Tortino di carne con rucola scamorza e aceto balsamico tradizionale di Modena Acetaia Malpighi invecchiato 25 anni Minced veal terrine with rocket, Scamorza and 25-year-old Acetaia Malpighi traditional balsamic vinegar of Modena Ingredienti per 4 persone: 600g di carne di vitello macinato, 4 uova, 60g di parmigiano, 30g di burro, pangrattato qb; 1/2 l di panna da cucina, rucola, 120g di provola, aceto balsamico Acetaia Malpighi invecchiato 25 anni, qualche goccia a piacere; sale e pepe. In un tegame fare rosolare a fuoco vivo la carne macinata e il burro, salare e pepare. Quando l’acqua della carne sarà asciugata, togliere dal fuoco e tenere da parte in un tegame. Portare ad ebollizione la panna, spegnere il fuoco ed incorporare una per volta le uova, il parmigiano, la provola e per finire la carne. Una volta pronto il composto, prendere uno stampo da budino, ungere con burro e pangrattato, riporre la carne e porla nel forno a 200°C per 40 minuti. Una volta pronto, servire in un piatto da portata con rucola e aceto balsamico. Ingredients (serves 4): 600g minced veal, 4 eggs, 60g Parmesan, 30g butter, breadcrumbs as needed; ½ l cooking cream, rocket, 120g Provola cheese, a few drops to taste of 25-year-old Acetaia Malpighi balsamic vinegar, salt and pepper. Sauté the minced veal in butter on a high heat in a pan, seasoning with salt and pepper. When the liquid has evaporated off, remove from the heat and keep aside for later. Bring the cream to the boil, turn off the heat, then – adding one ingredient at a time – stir in the eggs, the Parmesan, the Provola cheese and lastly the meat. Grease a pudding mould with butter and line with breadcrumbs, fill with the meat mixture and bake in the oven at 200°C for 40 minutes. Once ready, arrange on the serving plate with rocket and balsamic vinegar. di Sonia Re Direttore marketing e comunicazione A.P.C.I. 42 MACINATI DI CARNE 71 ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Diario di Bordo della N.I.C. 42 a cura di Marco Valletta 72 LA NIC E GLI ALLENAMENTI Molti sono gli chef, aderenti alla FIC, che sono passati in questi dodici anni nella palestra della NIC; chef professionisti, chef giovani, sia uomini che donne, colleghi noti e meno noti, come pure cuochi di albergo o di ristorante, tutti gli chef d’Italia, provenienti dalle varie associazioni territoriali della FIC, insomma una sorta di “piccolo esercito” di chef che hanno dato la propria disponibilità e il personale contribuito per rendere importante e fare grande il “Sistema NIC”. A tutti coloro che ne hanno fatto parte, prima come colleghi, poi anche come amici, va il sentito ringraziamento per aver dato lustro alle “Berrette bianche d’Italia della FIC. Lo spirito di gruppo e d’affiatamento tra le persone, colleghi, nasce soprattutto durante le prove per le competizioni. Quelli che si chiamano “allenamenti”, che la gestione NIC ha sempre voluto fare con cura, fissando scadenze cicliche ed in diverse palestre. Si è voluto permettere, attraverso le prove, di poter costruire la cultura ed il senso di squadra, sentimenti che hanno contraddistinto tutti i colleghi NIC fin dal primo momento. Le nostre palestre, La Castalimenti di Brescia, La Decorfood di Stallavena, La Saps di Lallio, sono state luoghi importanti che ci hanno visto crescere, tra forni e fornelli, tecnologie e attrezzature. Da qui sono nate molte ricette, sia per la cucina fredda, quella espositiva che per la cucina Calda, meglio conosciuta come prova del Ristorante delle Nazioni. Sono stati allenamenti per imparare per insegnare, per confrontarsi e tutti insieme per “Sperimentare e Testare”, “promuovere e divulgare”. Molte ricette sono nate grazie alle tecnologie messeci a disposizione dalla azienda Sirman, che da sempre ha seguito e sostenuto la NIC. Quando si presentavano i piatti per la cucina fredda, tentativi dopo tentativi, riprovati e modificati, le proposte gastronomiche per il tavolo freddo, diventavano sempre più belle ed interessanti perché gli chef discutevano sui diversi risultati raggiunti. Una sorta di scuola di cucina tra colleghi che poi diventavano sempre più amici. Si sono adottati sistemi di trasformazione utilizzando la tecnologia the Heart Green della Lainox, che ha permesso di poter progettare ricette e soluzioni gastronomiche innovative. Ricette, guarnizioni, sistemi di cotture, progressioni dei menu, tutto veniva proposto dal General Manager Tacchella e dal Leader Gianluca Tomasi, ma poi nel briefing di chiusura chiunque poteva dire la propria opinione. I materiali scelti dalla NIC per tutte le operazioni di trasformazione sono stati messi a dispo- sizione dalle aziende Fasa e Agnelli, perché tutto era studiato per utilizzare l’alluminio e il rame, nelle loro diverse applicazioni e sviluppi. Allenamenti che hanno avuto anche momenti di discussione intensi, perché non è facile mettersi in gioco e accettare la cultura del confronto, soprattutto quando numerose son le teste e molteplici le provenienze culturali e territoriali. Per fortuna il senso di appartenenza al marchio NIC prende sempre il sopravvento. Gli allenamenti sono progettati in base ai regolamenti delle competizioni alle quali gli chef NIC decidevano di partecipare. Per i Mondiali e le Olimpiadi, le prove sono state organizzate sempre con sufficiente anticipo, prevedendo gli allenamenti non solo a porte chiuse, quelle destinati ai soli chef NIC, ma anche promuovendo testing pubblici, utili a sperimentare se le proposte gastronomiche erano condivise dalla clientela e dalla stampa. Le prove pubbliche sono state quelle che hanno permesso una grande visibilità a tutti noi membri NIC, ma era l’unica vetrina che faceva conoscere la NIC ai non cuochi. Le prove per le due competizioni importanti, che hanno sempre scadenza quadriennale, sono state le più numerose, quelle che hanno sempre richiesto maggiori sacrifici ed impegno profuso da parte di tutti, chef, organizzatori e aziende Sponsor. Pensate che ogni anno le prove sono circa sei, per la cucina calda e fredda, senza dimenticare che poi in contemporanea c’è sempre una competizione internazionale alla quale la NIC è chiamata ad essere presente. Nelle prove si discute di alimenti di qualità, prodotti tipici dei territori italiani, di scelte su accostamenti e sistemi di cottura adeguati, si parla di cucina nuova e innovativa, ma anche di tradizione, si cerca di mettere in pratica per la cucina calda schede precise di degustazione seguendo le indicazioni dalla WACS. Insomma una prova è aggiornamento per tutti i singoli chef membri, ma anche per quanti hanno potuto assistere come osservatori esterni. Il 24 luglio 2012 a Bergamo sono state eseguite le prove a porte chiuse, occasione per definire piatti e ricette in modo definitivo. Un’altra data ufficiale aperta al pubblico si è svolta a Padova il martedì 18 settembre 2012 presso l’Hotel Metropole del Gruppo GH Hotel di Abano, occasione per visionare il programma della cucina fredda. Mentre per la cucina calda, lunedì 24 settembre 2012, è stata la giornata definitiva ed ufficiale presso la sede SAPS del gruppo Agnelli-Fasa a Lallio, Bergamo. Ma la cosa più importate è fare il tifo per la NIC che andrà dal 5 al 9 ottobre 2012 ad Erfurt per le Olimpiadi di gastronomia. Ultima grande vetrina che sancirà anche la chiusura di questa NIC. ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Federazione Italiana Cuochi Oggi per fortuna - Sirman Docet - il tritacarne ha un suo ruolo ben preciso, per le macinate a grana grossa o fine, per l’impiego di macinati, per polpette, hamburger o ragout diversi. Non so se condividete la mia opinione, ma nel tritacarne devo trovare un buon alleato. Non occorre che sia veloce, ma deve essere costituito da metalli di alta qualità, deve garantire la giusta potenza, la giusta pressione indifferenziata del “verme senza fine” perché possa spingere uniformemente la carne alla parete forata, per trovare una eccellente lama a croce, pronta a tritare la carne in qualsivoglia grana desiderata. Oggi in molte cucine il tritacarne, come attrezzatura, viene un po’ snobbato, perché si pensa che comprare carne tritata già sottovuoto significhi maggiore sicurezza e immediatezza per le produzioni di salse, sughi e polpette. Ma credo che una lezione debba valere per tutti, e fate la prova se non mi credete: è una buona carne se tritata all’occorrenza, se manipolata adeguatamente perché solo così riuscirà a rendere giustizia in ogni preparazione, dando anche un’eccellente resa. I palati più raffinati si accorgono se la “macinata” è “carne macinata fresca” oppure un prodotto proveniente da un vuoto. C’è poi il grande vantaggio di poter scegliere personalmente cosa rendere macinato, fare così il giusto rapporto di carni in miscela, gestire la ripartizione tra grasso e carne e, per di più, poter inventare tante ricette nuove. TC 12 -22 Dakota, Sirman 42 Un tempo, quando si leggevano nel menu degli alberghi le parole “lasagne a polpette” ci si chiedeva quale avanzo di carne, una volta macinato, era stato impiegato per produrre pasticci e polpettoni. Diremo che era solo una leggenda metropolitana, perché gli chef sono sempre stati molti attenti nel saper confezionare piatti prelibati, manifestando sempre più il desiderio di scegliere materie prime adeguate. Proprio le polpette sono state protagoniste di molti menu, di ieri e di oggi, preparate diversamente in cucine di diverso livello. Ancora oggi il giovedì a pranzo, in molte trattorie tipiche venete, la polpetta non manca mai. Cuochi famosi, cuoche domestiche, nonne intriganti, cuochi provetti, preparano polpette che spesso vengono servite in intingoli gustosi, tanto saporiti che il guazzetto delle stesse continua a condire piatti di pasta e gnocchi. Senza poi parlare del polpettone, l’esempio del pasto unico per eccellenza, dove ad ottime tritate di carni e misture di buon pane, si mescolavano salumi e formaggi più diversi, per poi cuocerlo in forno e mangiarlo, gusti a parte, caldo o freddo. Ma se entriamo nel dettaglio, il protagonista assoluto della cucina è proprio il “macinato”, anzi le macinate. Sì proprio così, al plurale, perché cuochi di tutti i tempi, ma anche di tutt’oggi, hanno sempre confezionato i propri macinati usando carni diverse e in proporzioni diverse. Maiale, misto a vitello, oppure manzo e vitello, eccetera, ma anche selvaggine diverse per ragout di alto prestigio e gusto. Tutti concordano che la miscela di carni, il rapporto delle carni macinate da mischiare, può dipendere dal gusto personale, ma siamo convinti che la cosa più importante sia la “corretta macinazione”. Esistevano una volta tritacarni manuali, proprio perché la carne non patisse con il surriscaldamento del metallo del tritacarne. 73 ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Wigwam Corner PEZZATA ROSSA FRIULANA O CHIANINA, CRUDA È MEGLIO di Efrem Tassinato Giornalista e chef, fondatore e presidente del Circuito internazionale dei Wigwam Club [email protected] 42 A Lignano Sabbiadoro nella Riviera Friulana, l’Antica Vineria “da Scarpa 1929”, proprio a due passi da una delle spiagge dal corollario tra i più belli del mondo, la specialità è il musetto col cren in tutte le stagioni, ma anche la Tartara di Pezzata Rossa Friulana è di assoluta eccellenza. Ilaria Contessi, cuoca provetta, la prepara così. Innanzitutto la carne che dev’essere rigorosamente di bovino di razza Pezzata Rossa Friulana. Si prende la parte della coscia poi tritata a coltello. A parte si prepara un composto di rosso d’uovo emulsionato con olio extravergine di oliva di Palazzolo dello Stella, aggiungo anche dell’azienda Agricola Stefani di Flavia Stefani e Alido Gigante. Olio d’oliva friulano della Riviera quindi. Si aggiungono alcune gocce di Tabasco e salsa Worcester, un trito di cipolla e prezzemolo con qualche Storica Vineria cappero. Sale e pepe qb. “da Scarpa 1929” Il tutto viene mescolaVicolo Marano, 9 to con la carne, e il com33054 Lignano posto derivato lasciato Sabbiadoro (Ud) brevemente riposare. Si Tel. 339 6377930 serve su crostini preventiagnese.mauro@ vamente tostati e imburrati, lignano.it con guarnitura di fette di limoWigwam Cheque ne e pomodorini. Vino di accomaccettati. pagno: Pinot Nero DOC Friuli Latisana Ristorante “La Foresta” 12,5°Vol dell’Azienda Agricola Giuseppe e Luigi Anselmi di Pocenia (Ud). Nei dintorni di Rieti, sull’itinerario della Salaria Via Foresta, 51 Turistica, già alle pendici del Terminillo, il Ristorante “La 02100 Rieti Foresta”, famosa per i piatti di funghi porcini e frutti di bosco, Tel. 0746 220455 a due passi dall’omonimo monastero Francescano, prepara info@ invece una straordinaria Tartara di Chianina. Una razza tra le ristorantelaforesta.it più pregiate podoliche italiane che oltre che in Toscana, nella www. Val di Chiana appunto, si alleva anche in Umbria e nella proristorantelaforesta.it vincia di Rieti. A prepararla è lo chef Paolo Carlone che usa (chiuso il lunedì) esclusivamente il filetto mondato di nervi ed eventuali tracce di grasso. La carne viene tritata a coltello e può rimanere leggermente grossolana giacché dev’essere di suo, morbida e pastosa. Si condisce con olio extravergine di oliva locale di cultivar Rossella, Frantoio, Carboncella e Leccino, succo di limone, sale e pepe q.b. La si modella con un coppapasta e la si guarnisce con capperi, trito di cipolla e uno spicchietto d’aglio, acciughe, maggiorana fresca e fette di limone. Il rosso d’uovo va invece riposto sopra intero, arricchito da due filini di erba cipollina disposti a crociera. Vino di accompagno: Rosato “Bandolo della matassa” costituito da un 50% di Sangiovese e un 50% di Montepulciano vinificato con sei ore di presenza delle bucce. Gradazione 13,5° Vol. Territorio quello delle pendici del Terminillo. Azienda Agricola “Le Macchie” di Antonio Di Carlo. Enologo Maurizio Mazzocchi. 74 FRIULI DAPPLED RED OR CHIANINA, RAW IS BEST In Lignano Sabbiadoro along the Friuli Riviera, just a short walk from one of the most beautiful beaches in the world, the “Antica Vineria da Scarpa 1929”, serves their speciality of “musetto” (spiced Italian sausage) with horseradish all year round, and their Tartare of Friuli Dappled Red is also excellent. The expert cook Ilaria Contessi uses the following recipe. First and foremost the meat must only be Friuli Dappled Red, using a cut from the leg, chop it using a knife. Separately prepare a mixture of egg yolk emulsified with Palazzolo dello Stella extra virgin olive oil; she also adds oil from Stefani di Flavia Stefani and Alido Gigante, all Friuli Riviera oils. A few drops of Tabasco and Worcester sauce are then added, some finely chopped onion and parsley and a few capers, salt and pepper to taste. This mixture is then amalgamated with the meat, and then left to rest. Serve on buttered croutons, with a few slices of lemon and cherry tomatoes. Serve with Pinot Nero DOC Friuli Latisana 12.5° Vol, from Giuseppe e Luigi Anselmi di Pocenia, in the province of Udine. Near Rieti, following the Salaria Tourist itinerary, at the foot of the Terminillo hills, near the Franciscan Monastery of the same name, the “La Foresta” Restaurant, famous for its boletus mushrooms and wild berries, serves a truly amazing Tartare of Chianina, which is one of the most valuable Italian breeds of cattle, which, besides the Chiana Valley in Tuscany, is also reared in Umbria and the province of Rieti. To prepare this recipe, the chef Paolo Carlone uses exclusively the fillet perfectly trimmed of any nerves or fat, then roughly dices it with a knife so that is remains soft and compact. He seasons it with local Rossella, Frantoio, Carboncella and Leccino extra virgin olive oil, lemon juice and salt and pepper to taste. The egg yolk is placed on top whole, with a two sprigs of chives placed in a cross on top. Serve with Rosé “Bandolo della matassa” made from 50% Sangiovese and 50% Montepulciano, macerated on the skins for six hours. 13.5° Vol., grown on the Terminillo slopes, made by “Le Macchie” di Antonio Di Carlo. Oenologist Maurizio Mazzocchi. ASSOCIAZIONI E CONSORZI / CONSORTIUMS AND NEW INITIATIVES Cuochi di Padova Cuore dell’Emilia Romagna The heart of Emilia Romagna Un pensiero affettuoso a tutti gli sfollati a causa del sisma dello scorso maggio che ho conosciuto durante la mia stupenda esperienza di volontariato. ...dedicated to all those left homeless by the recent earthquake, whom I met during my humbling experience as a volunteer Ingredienti per quattro persone: Ingredients (serves 4): i tortelli: g di pasta fresca alla zucca (200g farina, 80g polpa di zucca); 100g petto di faraona macinato; 1 cucchiaio di cipolla; sedano e carota tritati; una manciata di Parmigiano Reggiano. tortelli: 280 g fresh pumpkin pasta (200 g flour, 80 g puréed pumpkin); 100 g minced guinea fowl breast; 1 tablespoon finely chopped onion; celery and carrot; a handful of Parmigiano Reggiano. la salsa: 100g di polpa di coscia di faraona macinata; le ossa della faraona spezzettate; qualche stelo di erba cipollina tritata; qualche foglia di rosmarino e timo; il fegato della faraona; 60g di burro; 40g di Sangiovese; 1 scalogno tritato; 20g di tartufo nero uncinato; brodo vegetale. sauce: 100 g minced guinea fowl thigh; the bones of the guinea fowl, broken up into pieces; a few finely chopped chive stalks; a few leaves of rosemary and thyme; the liver of the guinea fowl; 60 g butter; 40 ml Sangiovese dry red wine; 1 finely chopped shallot; 20 g black Burgundy truffle; vegetable broth. La salsa: in un pentolino fate tostare le ossa, sfumate con il Sangiovese e lasciatelo evaporare. Bagnatele ora con un po’ di brodo vegetale e lasciatelo ridurre 10 minuti, poi unite 5 g di maizena diluita in acqua fredda e fate bollire 1 minuto, poi filtrate il liquido. Fate rosolare la polpa di coscia e aggiungete la cipollina e le altre erbette. Tagliate il fegato a pezzetti e fatelo rosolare in padella con lo scalogno e bagnate con il cognac. Una volta raffreddato, frullatelo assieme al burro a temperatura ambiente, ottenendo un crema simile ad un paté. Fate bollire ora i tortelli in acqua salata per 6/7 minuti, disponeteli nel piatto, versate il fondo ottenuto dalle ossa, il ragù di coscia, unite alcune lamelle di tartufo nero fresco e alla fine formate con due cucchiaini una quenelle con il paté di fegato. Decorate il piatto con alcuni fiori di rosmarino ed erba cipollina. Preparation Tortelli: Sauté the chopped vegetables for the tortelli filling in a pan with a little oil, add the minced breast and cook for 2 minutes. Once cooled, add the Parmesan. Roll out the pumpkin pasta and cut into squares 6 cm per side. Place guinea fowl breast filling in the centre of each square, then close and fold two diagonal corners together to make classic Emilia tortelli. Sauce: Brown the bones in a small saucepan, deglaze with the Sangiovese and evaporate off the liquid. Add a little vegetable broth and reduce for 10 minutes. Add 5 g corn starch dissolved in cold water, boil for 1 minute then filter the liquid. Brown the minced thigh, then add the chives and the other herbs. Cut the liver into chunks, brown in the pan with the shallot and deglaze with Cognac. Once cooled, blend with butter at room temperature to a smooth consistency similar to a pâté. Boil the tortelli in salted water for 6-7 minutes, drain and place on the plate. Pour the gravy made from the bones over the tortelli, add the ragout made from the thigh and a few slivers of fresh black truffle, then finish with a small quenelle of liver pâté formed with two teaspoons. Decorate the dish with a few rosemary and chive flowers. Piastra Induzione, Sirman Pentola Agnelli 42 Preparazione I tortelli: fate rosolare in padella il trito di verdure per i tortelli con poco olio, aggiungete la polpa di petto e lasciatelo cucinare 2 minuti. Appena si sarà raffreddato, aggiungete il parmigiano. Formate ora dei quadretti di 6 cm con la pasta alla zucca, farcite il centro con il petto di faraona e chiudeteli formando i classici tortelli emiliani. di Marco Squizzato Il Rompiscatole in cucina gastronomia piccolo catering Camposampiero PD 75 EVENTI EATALY RINNOVA LA FIDUCIA AD OSCARTIELLE 42 Ancora una volta Eataly, il Tempio dell’Enogastronomia Italiana di qualità con megastore in Italia e all’estero, conferma la collaborazione con Oscartielle, azienda del Gruppo Arneg leader nella refrigerazione commerciale, affidandole il prestigioso incarico di arredare gli immensi spazi della nuova ‘Cattedrale del Gusto’, che trova dimo- 76 ra nell’ex Air Terminal della stazione ostiense di Roma, da poco inaugurata con uno straordinario successo di pubblico e osannata da professionisti e cultori del settore. Progettata dall’architetto Julio Lafuente per i Mondiali 90, dopo un’attenta opera di riqualificazione urbana la struttura è stata brillantemente rigenerata come una vera e propria Cittadella del Sapore, ad altissimo impatto estetico, emozionale e multisensoriale per accogliere, valorizzare e promuovere la migliore espressione dell’eccellenza enogastronomica del Bel Paese: 4 piani all’insegna del mangiare e bere nostrano, 17 mila metri quadrati di cibarie, 23 punti di ristoro con proposta gastonomica differente, 40 aree didattiche, 8 aule per i corsi e le presentazioni, stand per la degustazione e la vendita dei prodotti e molto altro. Dopo l’appassionante avventura di Tokyo e New York, Oscartielle ha studiato le migliori soluzioni funzionali e le più innovative strategie espositive per conservare e valorizzare un patrimonio di grande valore alimentare, culinario e culturale. In perfetta sintonia con la filosofia di Oscar Farinetti di educare i clienti al bello e all’eccellenza nel rispetto del gusto e del mangiare sano, l’azienda ha messo in campo top di gamma e strutture personalizzate, pensate esclusivamente per tale location. Per i reparti del servito, l’azienda ha scelto le vetrine Vega VD con ampi vetri dritti. Rivisitate per integrarsi armoniosamente con l’ambientazione, catturano lo sguardo per la spiccata caratterizzazione estetica che garantisce al cliente una panoramica completa sulle più squisite prelibatezze e, al tempo stesso, offrono funzionalità e alte performance agli addetti al servizio. Proseguendo lungo l’appetitoso e affascinante percorso, trovano collocazione i banchi Argus Doors, murali a temperatura positiva dotati di porte in vetrocamera che assicurano una consistente riduzione dei consumi d’energia, in abbinamento ad accresciute prestazioni di conservazione dei prodotti esposti e ad un miglior confort dei visitatori, ottenuto grazie alla riduzione della spiacevole sensazione di freddo nella parte circostante. Per differenziare l’esposizione dei prodotti in base ai reparti e alla tipologia merceologica, Oscartielle ha scelto di inserire i murali Phoenix che trasferiscono anche nel settore dei semiverticali la tecnologia e il know-how dei murali a temperatura positiva dotati di chiusure frontali in vetro basso emissivo, in un’ottica però di ridotto ingombro e di minor impatto visivo. Strategica la decisione di inserire gli espositori refrigerati Archè che sono quanto di più simile alle tradizionali bancarelle dei mercati rionali della tradizione alimentare italiana. La scelta degli espositori dotati di chiusure frontali a vetro è confermata anche nei laboratori completamente a vista dove trovano spazio gli espositori pensili refrigerati Fly destinati a coadiuvare il personale nella delicata fase della lavorazione dei prodotti gastronomici particolarmente sensibili che necessitano della massima cura nel garantire, con estrema precisione, le condizioni ideali di temperatura. STUDIOVERDE INAUGURA A ROMA IL NUOVO MEGASTORE NEL SEGNO DELL’ECCELLENZA MADE IN ITALY CUCINA ITALIANA NEL MONDO UNO CHEF ITALIANO PER RE GUSTAV STUDIOVERDE C’è l’impronta italiana nei piatti serviti alla famiglia reale di Svezia. Il cuoco ufficiale di re Gustav Adolf è Stefano Catenacci, stella Michelin, romano con frequentazioni anche in Veneto dove mantiene stretti i rapporti con amici ristoratori. Lo scorso anno, Catenacci ha personalmente curato il banchetto per le nozze glamour della principessa Stefano Catenacci Vittoria e il principe Daniel. Con il fratello Sandro ha costituito a Stoccolma una holding del gusto e dell’ospitalità che trova nello storico Operakallaren, il palazzo dell’Opera, la maggiore espressione culinaria e la massima raffinatezza per l’eleganza degli arredamenti e l’impeccabile servizio. Costruito nel 1895 e ristrutturato nel 2005, l’Operakallaren ha conservato quasi intatto l’antico splendore: dai soffitti in legno lavorati a vista, ai maestosi lampadari, all’imponente camino dove è sempre acceso il fuoco, alle pareti rivestite con pannelli di quercia dorati, al servizio di posate in argento. Nel locale, situato proprio di fronte al Palazzo Reale, non è raro trovare seduti a tavola i principi e anche lo stesso re Gustav. Qui Stefano Catenacci dà il massimo, coniugando il gusto classico con una cucina innovata con misura e sapienza. Non a caso la cucina svedese viene definita la nuova frontiera della gastronomia europea. Lo scorso anno ben sei ristoranti hanno conquistato una o più stelle Michelin. Alla base del successo c’è la valorizzazione dei prodotti locali, naturali o meglio “selvatici” come ama definirli lo chef della Casa Reale. Dalle carni (alce, germano, anatra selvatica, agnello) ai grandi pesci di acqua dolce e salata, ai frutti di bosco e per finire alle bacche. Piatti leggeri, che trovano la massima espressione anche grazie alle tecniche di cottura che privilegiano nella carne ai ferri il fuoco a legna, quello di betulla dei boschi e dove non manca mai un tocco di italianità. Ed ecco che il riso è Carnaroli, quello del Delta del Po, o il veronese Vialone Nano di Isola della Scala, con cui prepara un eccellente risotto con i broccoli, oppure gli asparagi bianchi che arrivano da Cimadolmo nel Trevigiano del Piave, sempre abbinati con l’astice scozzese. Leggendaria è l’enoteca Nobis con una ricca selezione di etichette di grandi vini francesi, tedeschi ed italiani. Anche gli svedesi stanno imparando che un buon piatto lo si apprezza meglio con un bicchiere di vino di qualità invece della birra. (www.operakallaren.se) Fresh idea for brands highlighting Oscartielle realizza banchi frigoriferi espressamente studiati per l’industria alimentare con differenti gradi di personalizzazione. In quest’ambito Oscartielle collabora attivamente con le stesse aziende alimentari nello studio preliminare delle singole esigenze di immagine, esposizione e marketing, giungendo a progettare e realizzare ex-novo banchi “unici” in grado di valorizzare il prodotto esposto, aprendo così nuovi orizzonti al concetto di personalizzazione. Oscartielle S.p.A. Via Boffalora, 1/A - 24048 Treviolo (Bergamo) - Italy - Tel. +39 035 377911 - Fax +39 035 693200 www.oscartielle.it - [email protected] Certification ISO 9001:2000 di Donato Sinigaglia Giornalista, professionista LA RUBRICA DELL’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA / THE EXTRA VIRGIN OLIVE OIL PAGE I MIGLIORI MONOVARIETALI DELL’ABRUZZO di Renzo Ceccacci Membro del Panel Regionale Marche per la degustazione dell’olio extravergine d’oliva Eredi Sofia Mapei Piazza Umberto I, 1 65010 Nocciano (PE) Tel. 085 847183 [email protected] 42 Forcella Contrada Fonte Umano 65013 Città Sant’Angelo (PE) Tel. 085 73030 Cel. 328 4618828 [email protected] 78 Dopo una primavera 2011 climaticamente felice che ha favorito la fioritura, l’abbondanza delle piogge accompagnata da temperature piuttosto basse ha compromesso l’allegagione; poi il forte aumento estivo della temperatura ed il lungo periodo di siccità hanno contribuito a ridurre la quantità della produzione, che con un totale di 12.200 tonnellate è risultata inferiore del 35% rispetto all’anno precedente. La qualità media degli oli è comunque di buon livello, raggiungendo spesso l’eccellenza grazie al pregio di Cultivar autoctone come Dritta (tipologia 1), Carpinetana (tipologia 2), Intosso e Leccio del Corno (tipologia 6). L’ingegnere Pietro Tonini figlio di Dino e Sofia Mapei e sua figlia Eleonora, agronomo professionale, gestiscono 3.000 piante su 10 ettari di oliveto che, con il vigneto ed il resto della proprietà, hanno ereditato da una famiglia che ha unito la professione forense alla passione per l’agricoltura fin dal 1813, quando il notaio Domenico acquistò un piccolo convento francescano appartenuto ad uno degli Ordini Monastici soppressi dagli editti napoleonici. Il Monovarietale di Leccio del Corno, da olive lavorate con tecnologia continua nel frantoio aziendale, è verde con riflessi gialli. Decisamente erbaceo con profumi intensi di carciofo e cicoria arricchiti da mandorla verde, erba tagliata, e foglia di pomodoro, è fluido e piacevolmente piccante, con amaro intenso. Produttori da generazioni, con competenza e passione coltivano 3.000 piante su 12 ettari di oliveto inseriti nella DOP Aprutino Pescarese, suddivisi tra Loreto Aprutino e Città Sant’Angelo, ove i terreni sono esposti in vista al mare. Dopo raccolta meccanica o con agevolatori a metà di ottobre e lavorazione in giornata con tecnologia continua, l’olio viene conservato in acciaio con atmosfera di azoto fino all’imbottigliamento eseguito in azienda. Il Monovarietale di Intosso, di colore giallo con riflessi verdini, ha profumi intensi di carciofo e mandorla fresca accompagnati da erba appena tagliata, cicoria, erbe aromatiche e lieve foglia di pomodoro, buona fluidità ed amaro gagliardo che prevale di poco sul piccante. Spinti dalla passione e dalla volontà di valorizzare l’attività che era prevalente nella famiglia da oltre mezzo secolo, pur facendo altro lavoro, Claudio e la moglie gestiscono 1.600 piante soprattutto della varietà Dritta, THE FINEST SINGLE VARIETY OILS FROM ABRUZZO After the ideal weather for blossoming in the spring of 2011, heavy rains and lower than usual temperatures compromised fruit setting. The situation was then compounded by a very hot summer and a long period of drought, resulting in a harvest – at 12,200 tonnes in total – 35% lower than the previous year. Nonetheless, the average quality of the oils obtained from this harvest is very good, and in many cases, outstanding native cultivars such as Dritta (type 1), Carpinetana (type 2), Intosso and Leccio del Corno (type 6) have produced some truly excellent examples. Engineer Pietro Tonini Mapei – the son of Dino and Sofia – together with his daughter Eleonora, an agronomist by profession, run a 10 hectare olive grove planted with 3,000 trees, which they inherited together with the family’s wine farm and the rest of its estate. This is a family with roots in the legal profession, which it has combined with a passion for farming since 1813, when the notary Domenico purchased a small Franciscan monastery belonging to one of the Monastic Orders abolished during Napoleonic rule. Single variety Leccio del Corno oil is produced in the company’s own continuous flow press. It is green in colour with yellow highlights, and has decisively grassy nose with intense notes of artichoke and chicory accompanied by green almond, freshly mown grass and tomato leaf. It is fluid on the palate with a pleasant pungency and an intense bitterness. This family, which has been producing olive oil for generations, owns 12 hectares of olive groves planted with 3,000 trees in Loreto Aprutino and Città Sant’Angelo – where the groves face onto the sea – in the DOP Aprutino Pescarese zone. After harvesting with mechanical systems and assisted manual methods in mid October, the olives are processed the same day with a continuous flow press. The oil is then stored in steel tanks in a nitrogen atmosphere until bottling on the company’s premises. Single variety Intosso olive oil is yellow in colour with greenish highlights, and has an intense bouquet of artichoke and fresh almond accompanied by freshly mown grass, chicory, aromatic herbs and subtle tomato leaf notes. It has a good degree of fluidity on the palate and a boisterous bitterness prevailing marginally over a pungent element. LA RUBRICA DELL’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA / THE EXTRA VIRGIN OLIVE OIL PAGE L’oliveto comprende 1.500 piante, per il 90% di Dritta, allevate su 9 ettari posti ad altitudini comprese tra i 200 ed i 300 metri, all’interno del Parco Nazionale dalla Maiella. Dopo raccolta manuale sugli olivi secolari, o meccanica nei nuovi impianti, le olive vengono trasportate in cassette aerate per essere lavorate in giornata, con tecnologia continua a 2 fasi, presso il Frantoio “La Selva d’Abruzzo” di Moscufo. L’Uomo di Ferro, monovarietale di Dritta è giallo con riflessi verdi. Profuma di mandorla, carciofo, erba e lieve foglia di pomodoro ed ha buona fluidità, con piccante ed amaro di media intensità. Alchimia, monovarietale di Leccio del Corno di colore giallo-verdino, propone sentori di carciofo, mandorla ed erba, ha buona fluidità ed il piccante che prevale di poco sull’amaro di media intensità. Nata nel 1987, questa azienda coltiva 1.300 piante di Dritta allevate a monocono ed a vaso policonico su 8 ettari di oliveto situati a metà tra il Gran Sasso d’Italia ed il Mare Adriatico, su terreno argilloso - calcareo ottimale per l’olivo. Dopo raccolta a fine ottobre mediante scuotitrice meccanica del tronco, le olive sono state trasportate in bins forati presso il Frantoio SCAL di Loreto Aprutino, ove sono state lavorate, sempre in giornata, con tecnologia continua. Pretole, monovarietale di Dritta, è giallo con riflessi verdini e propone sentori di mandorla, erba e lieve carciofo. Apprezzabilmente fluido, ha il piccante e l’amaro di media intensità e ben equilibrati. Driven by passion and a desire to revive what had been his family’s main business for over half a century, while continuing their existing lines of work, Claudio and his wife own and run olive groves planted with 1,600 trees in all – most of which Dritta – dotted throughout the DOP Aprutino Pescarese zone, and a two-stage continuous flow press. ‘Frantoio Hermes’ Single variety Dritta olive oil is greenish yellow in colour and has a medium intensity fruitiness in a bouquet predominated by notes of green almond and artichoke accompanied by grass and subtle tomato notes. It has a good degree of fluidity on the palate, where a pungent element prevails slightly over a medium intensity bitterness. ‘Frantoio Hermes’ Single variety Carpinetana olive oil is greenish in colour with yellow highlights and has a bouquet of artichoke and green almond complemented by grass and chicory. Fluid on the palate with a marked pungency offset by a pleasantly noticeable bitterness. The olives grown by this estate come from 9 hectares of olive groves planted with 90% Dritta variety olive trees situated between 200 and 300 metres above sea level in the Maiella National Park. After manual harvesting, in the case of trees over a century old, and mechanical harvesting for newer trees, the olives are transported in ventilated crates and pressed the same day with two-stage continuous flow technology by the “La Selva d’Abruzzo” olive press in Moscufo. ‘L’Uomo di Ferro’ Single variety Dritta olive oil is yellow in colour with green highlights. It has a bouquet of almond, artichoke and grass with subtle notes of tomato leaf, and a good degree of fluidity on the palate, with medium intensity pungent and bitter elements. ‘Alchimia’ Single variety Leccio del Corno is greenish yellow in colour and has a bouquet of artichoke, almond and grass, a good degree of fluidity on the palate and a pungency that predominates marginally over a medium intensity bitterness. Frantoio Claudio di Mercurio Via Porta Fornace, 4 65017 Penne (PE) Tel. 085 8279937 [email protected] Marina Palusci C.da Fonte Gallo, 2 65019 Pianella (PE) Tel. 339 2285185 [email protected] Founded in 1987, this estate has 1,300 Dritta variety olive Pace Pierluigi trees trained in monocone and multicone vase shapes plan- Via Del Baio, 5 - 65014 ted in 8 hectares of olive groves situated midway between Loreto Aprutino (PE) Gran Sasso d’Italia and the Adriatic Sea, an area whose Tel. 085 8291153 clay-lime soil is ideal for olive farming. After mechanical [email protected] harvesting in late October using a trunk shaker, the olives are transported in aerated bins to the Frantoio SCAL olive press in Loreto Aprutino, where they are processed the same day using a continuous flow process. ‘Pretole’ Single variety Dritta olive oil is yellow in colour with greenish highlights and has a bouquet of almond and grass with subtle notes of artichoke. It is reasonably fluid on the palate with well balanced, medium intensity pungent and bitter elements. 42 sparse su diversi appezzamenti inseriti nel territorio della DOP Aprutino Pescarese, ed un frantoio dotato di tecnologia continua a due fasi. Il Frantoio Hermes Monovarietale di Dritta, giallo verdino e di fruttato medio, ha profumi prevalenti di mandorla verde e carciofo accompagnati da erba e lieve pomodoro, buona fluidità e lieve prevalenza del piccante sull’amaro di media intensità. Il Frantoio Hermes Monovarietale di Carpinetana, verdino con riflessi gialli, profuma di carciofo e mandorla verde, poi di erba e cicoria. Fluido e con piccante di buon livello, ha l’amaro sempre in piacevole evidenza. 79 A TUTTA BIRRA! / MAKE MINE A BEER! SALSICCIA E BIRRA ERETIKA di Michele Gilebbi cuoco e Alberto Assi esperto in analisi sensoriale Un piatto semplice, quale la salsiccia di maiale, viene accompagnato con pane e verdura di orientamento acido come l’insalatina di acetosella. Una birra in grado di accompagnare questo piatto può essere la “Eretika”. Questa è una birra italiana prodotta dal birrificio Frara e con il contenuto di luppoli americani: infatti, come stile, rientra nelle “american pale ale”. La “Eretika” è una birra biondo/ambrata rifermentata in bottiglia dalla schiuma ben aderente. Dall’olfatto si percepisce già l’equilibrio tra i cereali e questi luppoli speziati. Al gusto l’aromaticità dei luppoli resta in linea con l’acidità della verdura, inoltre come intensità si può parlare di un livello parallelo alla forza della salsiccia. Da notare anche la moderazione del contenuto dei luppoli, i quali lasciano un po’ di spazio ai cereali in linea col pane del piatto. Di grado alcoolico moderato (5°vol.), riesce a tenere testa al piatto proposto grazie anche al corpo di livello medio. La birra può essere servita in bicchiere a coppa o anche in un “mass”. Da servire fredda (dai 6°C) e conservare a temperatura cantina quando non prossima al consumo, ovviamente al riparo dalla luce. “Te la do io la tartare!” Questo il mio pensiero ogni volta che mi ritrovo davanti all’impasto della salsiccia appena fatta. 42 Ingredienti per salsiccia: 500g polpa magra di maiale; 500g pancetta fresca; 28g sale; un bicchiere di vino bianco; 3g pepe nero macinato; 3 spicchi di aglio pelato. Schiacciare l’aglio nel vino in modo che si insaporisca. Macinare la carne e la pancetta fresca, aggiungere il sale e il pepe e infine il vino filtrando l’aglio. Lasciar riposare trenta minuti e servire con chips di pane e foglie di acetosella. TCG 22 Dakota, Sirman 80 SAUSAGE AND ERETIKA BEER Something as simple as pork sausage should be eaten with bread and a vegetable accompaniment with a sour element, such as a sorrel salad. The ideal beer for a dish such as this is “Eretika”. This is an Italian beer produced in the ‘American pale ale’ style by the Frara brewery using American hops. Eretika is a bottle-refermented beer that is blonde-amber in colour and has a creamy head. The nose already reveals a harmony between the cereals and the spiciness of the hops used. On the palate, the aroma of the hops provides a balanced counterpoint to the sourness of the salad, while the intensity of the flavour is on a par with the strength of the sausage. A restrained hoppiness leaves more room for the cereal notes, which echo the flavours of the bread used in the dish. While it has a moderate alcohol content of 5% by volume, the beer’s medium body prevents it from being overwhelmed by the dish. Serve cold (6 °C or less) in a goblet glass or a “mass”. Store at cellar temperature, obviously away from light. “I’ll show you a tartare!” That’s what I always think when I see a freshly made sausage mix. Ingredients for the sausage mix: 500g lean pork shoulder; 500g fresh pancetta; 28g salt; a glass of white wine; 3g freshly milled black pepper; 3 peeled garlic cloves Crush the garlic in the wine to flavour the wine. Mince the meat and the fresh pancetta, add the salt and pepper and then the wine, sieving to remove the garlic. Leave to rest for thirty minutes and serve with bread crisps and sorrel leaves. SISTEMI DI COTTURA INTELLIGENTI / INTELLIGENT COOKING SYSTEMS di Guido Ongaro Chef, consulente di tecnologie alimentari BOLOGNESE O RAGÙ? BOLOGNAISE OR RAGOUT? Some call it by one name, some by another, but the interesting thing about this sauce, which is known the world over, is that it must be cooked for a relatively long time at low temperature. It must simmer very slowly, whether you make it with tinned peeled tomatoes or with concentrated tomatoes and meat juices. Nothing could be simpler, you may say, but this slow procedure demands the constant attention of the cook, who must stir the sauce quite frequently to prevent it from sticking to the pot. So here, I’ll be showing you how to cook the sauce in a trivalent oven without having to keep checking it, and without the risk of it sticking to the oven dish. Begin by sautéing the vegetables in a relatively tall-sided oven dish at approximately 160°C for about ten minutes, using the convection function with the vent open, add the minced meat, then brown together with the vegetables. It is a good idea to stir occasionally to make sure that the meat browns evenly. Add wine and deglaze at the same oven temperature, season to taste with salt and pepper and add the bouquet garni. Now add either tomato concentrate, water and meat juice, or tinned peeled tomatoes processed in the cutter, depending on your own preference. Lower the oven temperature to 130 °C and cook, uncovered, in mixed mode with 30% humidity for approximately two and a half hours. At the end of this time you’ll have an excellent sauce, cooked without ever having to oven completely instead of just cooking one dish at a time. This solution produces excellent results in terms of both quality and weight loss, while freeing up time to spend on other things. 42 La si chiama un po’ in una maniera e un po’ in un’altra, ma la cosa interessante è che tale salsa, conosciuta in tutto il mondo, ha nella sua particolare esecuzione la necessità di essere cotta per un tempo relativamente lungo a bassa temperatura: infatti deve sobbollire piano piano, sia che si faccia con i pomodori pelati sia che si faccia con il concentrato e il sugo di carne. Niente di più facile si direbbe, ma tale procedura implica il continuo presidio da parte dei cuochi nel far sì che non si attacchi alla pentola rimestandola abbastanza frequentemente. Ora invece vediamo come la si può fare all’interno dei forni trivalenti senza doverne controllare la cottura e l’eventuale attaccatura al fondo della teglia. Partendo con la rosolatura delle verdure all’interno di una teglia in acciaio abbastanza alta, alla temperatura di circa 160 gradi per circa 10 minuti in modalità convezione con sfiato aperto, si aggiunge la carne tritata e la si fa rosolare insieme alle verdure. In questo caso sarà opportuno rigirarla un po’ per far sì che la rosolazione sia perfetta, bagnamo con il vino e facciamo sfumare sempre con la temperatura e modalità sopra citate, salare e pepare a piacimento e aggiungere il mazzetto di odori. Dopo tale procedura aggiungere a piacere o il concentrato di pomodoro, l’acqua e il sugo di carne, oppure i pelati passati al cutter. Abbassare il forno a 130 gradi e cambiare la modalità in misto con una percentuale di umidità controllata pari al 30% e lasciare cuocere a teglia scoperta per circa 2 ore e mezza. Alla fine avremo un’ottima salsa, senza dover mai controllare se si attacca al fondo della teglia. Pensiamo di usare il forno non per una teglia, ma a pieno carico e vediamo quanto tempo risparmiamo, con risultati sorprendenti sia in qualità che in calo peso e avendo del tempo da poter dedicare ad altro. 81 Studioverde.it LA CUCINA DEI GRANDI di Cristina Mocci Architetto e giornalista LEOPARDI, CARUSO, CAFFÈ E SPAGHETTI L’unico barbecue che fa tutto da solo! È divertente e sorprendente trovare nei momenti quotidiani dei grandi personaggi, anneddoti meno conosciuti dove non sono protagonisti spartiti, imprese, scoperte, viaggi e libri, ma il cibo, quello che li ha certamente resi meno celebri ma che ne ha evidenziato sconosciute predilezioni, gusti, vizietti a tavola. Da semplici amatori o addirittura da esigenti gourmet. Riprendendo da una pièce teatrale (sulle scene Sergio il cliente e Gino il cameriere) riportiamo un aneddoto gustoso citato dal grande pianista Rubinstein a proposito di Enrico Caruso, tenore dal palato sopraffino, ottimo cuoco, eccellente forchetta e grande divoratore di spaghetti. Quando Caruso entrava in un ristorante italo-americano, tutti i presenti si voltavano verso il suo tavolo per osservare con curiosità in che modo avrebbe mangiato gli spaghetti: Con la forchetta? Tenendola con la mano destra o con la sinistra? Li avrebbe avvoltolati? E come avrebbe tagliato gli spaghetti pendenti? Col coltello, col cucchiaio o con i denti? Una sera Caruso, esasperato da tutti quegli sguardi s’infuriò, gettò la forchetta sul piatto, prese una manciata di spaghetti al pomodoro e se la ficcò nella bocca spalancata, macchiandosi faccia, cravatta e vestito! GINO: (affacciandosi) Professo’, ho messo la napoletana sul fuoco... lo gradite un caffè “vero”? SERGIO: Grazie Gino, non ci mettete lo zucchero per favore GINO: (da fuori) Tenite ‘o diabbete? SERGIO: No. Ma se è un vero caffè napoletano perché rovinarlo con lo zucchero. GINO: (uscendo con la guantiera) E bravo ‘o professore! Eccovi un vero caffè napoletano... come diceva il poeta: (ispirato) “Il caffè, per esser buono, deve essere nero come la notte, intenso come l’amore e caldo come l’inferno”... Credo fosse Leopardi.. SERGIO: No, no... Lui avrebbe detto “dolce come l’amore” ...amava solo le cose dolci, anzi dolcissime. Nel caffè non metteva mai meno di 5 cucchiaini di zucchero, s’abboffava di confetti e di gelati... SERGIO: Leopardi arrivò a Napoli per la prima volta nel giugno del 1833. E assaggiò per la prima volta la pasta con la “pummarola ‘ncoppa”, non gli piacque, la definì un simbolo di stupidità. GINO: Stu’ fetiente! SERGIO: Non la volle più mangiare, nemmeno quando tornò a Napoli nel 1837 dove morì tra le braccia del suo amante GINO: Ah... è morto a Napoli? Schifava gli spaghetti e le donne? Dio esiste! Guarda il video su: www.galagrill.com SICUREZZA ALIMENTARE / FOOD SAFETY MEGLIO AL FREDDO! KEEP IT COLD! In meat, the bacterial count is distributed over the outer surface. After mincing, the microorganisms are spread throughout the entire mass, over every single grain of meat. The meat also oxidises due to contact with air. While minced meat does not actually increase in volume due to bacterial proliferation (as a chef friend of mine once tried to explain to the Italian singer Orietta Berti), it does become a higher risk product for the health of the consumer, which is why it must always be thoroughly cooked through. The following measurements taken during a swelteringly hot July in the meat departments of two supermarkets belonging to the same chain provide interesting food for thought. Case one: butchery area visible to public, with no partition separating butchery from general shop area. The meat is taken out of the cold room at +2°C, portioned and subdivided into cutlets and meat for mincing. In the time taken to prepare the meat for mincing, the core temperature has increased to +7°C. After three passes through the mincer, the core temperature has risen further to +10°C. The mince is now portioned, packed, weighed and labelled. By the time the meat is ready to be stacked in the refrigerated display shelves, the core temperature has reached +15°C. The whole procedure (conducted between 07:00 and 07:30) took approximately 30 minutes. Case two: butchery area visible to public and separated from general shop area by glass partition. The butchery also includes a controlled temperature room for the production of minced meats. The same procedure was conducted within the same time period, but the core temperature of the mince at the time of stacking in the refrigerated display shelves was +10°C. The display shelves themselves – of the same brand and model in both retail outlets – were also tested, and proved to be working correctly. In the first case, the butchery department manager had to take the mince off the display shelves at around midday, as it was no longer in a saleable condition (the meat had oxidised excessively), but in the second case, the product remained saleable – in spite of the hot weather – until the supermarket closed that evening. The moral of the story is this: given the same conditions in the shop, a 5°C higher core temperature in the mince in case one effectively halved the shelf life of the product. The absolute importance of scrupulously maintaining the cold chain is not just theory – especially when the mince is not destined to be used immediately after production. While a refrigerated mincing machine can help significantly, having well-trained personnel and, of course, starting with high quality meat, are crucial! di Luigi Tonellato FCSI, Mastergroup Srl TC 22-32 Nevada Ice, Sirman 42 Nelle carni, la carica microbica è distribuita sulla superficie esterna. Dopo la macinazione i microrganismi vengono distribuiti in tutta la massa, su ogni “granello” di carne. La carne subisce inoltre l’ossidazione dovuta al contatto con l’aria. Il macinato, anche se non aumenta di volume per effetto della proliferazione batterica (come cercò di spiegare un amico chef ad Orietta Berti), diventa pertanto un prodotto a maggior rischio per la salute del consumatore ed è per questo motivo che deve essere cotto molto bene. Vi riporto come spunto di meditazione, i dati rilevati a seguito di audit nei reparti macelleria di due supermercati della stessa catena commerciale, in un torrido mese di luglio. Primo caso: macelleria a vista, senza separazione dalla zona vendite. La carne, prelevata dalla cella a +2°C, viene sezionata e suddivisa in fettine e carne da macinare. La temperatura a cuore prima della macinazione è salita a +7°C. Dopo tre passaggi nel tritacarne, la temperatura sale ulteriormente fino a +10°C. Segue il porzionamento, l’imballaggio con pesatura ed etichettatura. Siamo a +15°C nella massa prima dell’inserimento in banco frigo per la vendita. Durata delle operazioni (eseguite tra le 7.00 e le 7.30): circa 30 minuti. Secondo caso: macelleria a vista, separata da una vetrata dalla zona vendita. Presente inoltre una stanza climatizzata per la produzione dei macinati. Stesse operazioni, stessi orari, stessa durata, ma nel momento dell’inserimento in banco frigo per la vendita la temperatura nella massa è di +10°C. Si è anche verificato il corretto funzionamento dei banchi espositori (della stessa marca e modello nei due punti vendita). Ebbene, nel primo caso, il responsabile della macelleria è stato costretto a ritirare i macinati dalla vendita attorno a mezzogiorno per il decadimento della qualità commerciale (eccessiva ossidazione). Nel secondo caso, il prodotto in vendita ha resistito, nonostante la giornata calda, fino alla chiusura serale. Morale: a parità di condizioni di vendita, 5°C in più in partenza nel macinato hanno praticamente dimezzato la vita commerciale del prodotto. L’obbligo di rispettare scrupolosamente la catena del freddo non è semplice teoria, soprattutto se il macinato è destinato a non essere trasformato immediatamente dopo la produzione. Molto utile è la disponibilità di un tritacarne refrigerato, ma fondamentale è la preparazione del personale e, ovviamente, la qualità della carne di partenza! 83 DIRITTO ALIMENTARE RIFERIMENTI NORMATIVI PER MACINATI DI CARNE 42 di Annalisa Case Consulenza Legale in diritto alimentare 84 Le carni macinate, le preparazioni di carni e le carni separate meccanicamente (CSM) ricevono specifica e puntuale disciplina nella sezione V dell’allegato III del regolamento CE n. 853/2004, normativa comunitaria che, in costante aggiornamento, stabilisce nel suo complesso le norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale. Recentemente, con applicazione a decorrere dal 1 gennaio 2014, ulteriori aggiornamenti sono stati introdotti con l’allegato VI, parte B, del regolamento CE n. 1169/2011 che, ridefinendo la normativa relativa all’etichettatura dei prodotti alimentari, detta requisiti specifici relativi alla designazione delle carni macinate. Al fine di evitare possibili rischi di natura microbiologica e chimica, il legislatore ha previsto tutta una serie di cautele e prescrizioni. La normativa comunitaria innanzitutto impone agli operatori del settore alimentare che gestiscono stabilimenti dedicati alla produzione di carni macinate, preparazioni di carni e carni separate meccanicamente, di evitare la contaminazione delle carni e dei prodotti, consentendo il costante avanzamento delle operazioni o garantendo una separazione nella lavorazione dei diversi lotti di produzione. Gli stabilimenti devono essere dotati di locali per il magazzinaggio separato di carni e prodotti confezionati e non, salvo qualora tali prodotti siano immagazzinati in momenti diversi o in maniera tale che il materiale di confezionamento e le modalità di magazzinaggio non possano provocare alcun contagio. Devono altresì disporre di lavabi utilizzati da personale addetto alla manipolazione dei prodotti e di strutture idonee per la disinfezione degli strumenti da lavoro con acqua ad una temperatura non inferiore a 82°C o con un sistema alternativo con effetto equivalente. Ancora, i locali devono essere attrezzati al fine di garantire il rispetto delle temperature specifiche che la stessa normativa richiede, a seconda della tipologia dell’animale, per assicurare l’igiene dei prodotti durante e dopo la produzione. Una precisa disciplina regolamenta anche i requisiti delle materie prime utilizzate per la preparazione delle carni macinate che devono essere conformi agli stessi indicati per le carni fresche, devono provenire da muscoli scheletrici, compresi tessuti grassi aderenti, e non devono derivare da resti di sezionamento, raschiatura (ad eccezione dei muscoli interi), da carni separate meccanicamente, da carni contenenti frammenti di ossa o pelle o da carni della testa, esclusi i masseteri, parte non muscolosa della linea alba, regione del carpo e del tarso, raschiatura delle ossa e muscoli del diaframma (a meno che siano state asportate le sierose). Il controllo delle materie prime introdotte negli stabilimenti deve essere tale da assicurare che il nome del prodotto finale corrisponda a criteri di composizione specificati, verificati in base ad una media giornaliera, che rapportano il tenore in materie grasse ed il rapporto collagene/proteine della carne, così come richiesto dalle recenti disposizioni normative. Al fine di garantire l’igiene dei prodotti nelle fasi di produzione, a meno che l’autorità competente autorizzi il disosso immediatamente prima della macinazione, le carni congelate o surgelate usate per la produzione di carni macinate o preparazioni di carni devono essere disossate prima del congelamento e possono essere immagazzinate soltanto per un periodo limitato. Qualora siano preparate con carni refrigerate, le carni macinate devono essere preparate secondo tempistiche predeterminate, differenti a seconda del tipo di animale impiegato, decorrenti dal momento della macellazione. Immediatamente dopo la produzione, le carni macinate devono essere confezionate o imballate ed essere refrigerate ad una temperatura interna non superiore a 2°C o congelate ad una temperatura interna non superiore a -18°C, garantendo le medesime condizioni di temperatura anche durante le fasi di immagazzinamento e trasporto, evitando di procedere al ricongelamento una volta decongelate. Per quanto concerne infine l’etichettatura, accanto alla disciplina generale prevista per i prodotti alimentari, i recenti aggiornamenti di prossima attuazione introdotti dall’allegato VI, parte B, del reg. CE 1169/2011, richiedono che l’etichetta delle carni macinate riporti le seguenti diciture: “percentuale del tenore in materie grasse inferiore a …” : “rapporto collagene/proteine della carne inferiore a…”. Ulteriori riferimenti normativi, tra i quali i reg. CE 1760/2000, 1825/2000, 275/2007, impongono espressamente per la carne macinata bovina che l’etichetta riporti: il numero/codice di riferimento, del singolo animale o di un gruppo di animali; l’informazione di “preparato in”, con indicazione dello Stato membro o del Paese terzo, secondo il luogo in cui le carni sono state preparate; l’indicazione sull’origine: nel caso in cui il Paese o i Paesi di nascita e di allevamento siano diversi da quello in cui è avvenuta la preparazione del macinato; l’indicazione dello Stato membro o il Paese terzo in cui ha avuto luogo la macellazione; oltre ulteriori indicazioni con la data di preparazione delle carni e sempre comunque il riferimento in etichetta di “preparato in…”, obbligo da cui non sono esonerati neppure i titolari di punti vendita che preparano e pongono in vendita preincartati di carne bovina macinata. ECONOMIA QUALI DANNI COPRE L’ASSICURAZIONE? di Maurizio Favaro Consigliere Invexport, export manager Un guasto a una macchina del nostro salumificio che produce l’impasto di carne per i nostri insaccati bloccava la produzione fino alla sua avvenuta riparazione, con intuibile danno economico da vendite perdute che l’assicurazione non ci indennizza dal presupposto che solo il danno materiale e diretto è assicurabile e non quello conseguenziale. Cosa significa? Che l’assicurazione non copre il lucro cessante, ossia la perdita di mercato quale conseguenza, in termini commerciali, di un danno materiale. L’assicurazione danni, infatti, copre solo il cosiddetto danno emergente, cioè il danno materiale fine a sé stesso e non il citato lucro cessante, che, si ribadisce, rappresenta il mancato guadagno derivante dal sinistro che lo ha generato. Nel caso in esame, allora, il pregiudizio economico dell’assicurato va oltre la mancata produzione fine a se stessa, calcolata in base alla sua materiale entità, perché il vero pregiudizio per l’assicurato sta nella mancata vendita – a prezzi maggiori di quelli di produzione – di quel quantitativo di merce non prodotta a causa del fermo macchina. Due danni diversi, come si vede. In termini tecnici, il danno materiale e diretto – in questo caso il valore della merce non prodotta – è definito anche danno attuale, mentre che quello immateriale o indiretto (il citato danno conseguenziale), viene comunemente indicato come danno futuro proprio a enfatizza- re le due diverse conseguenze sugli interessi dell’assicurato. E non c’è dubbio che quest’ultimo (danno futuro) sia quello che più incide sfavorevolmente sugli interessi commerciali dell’assicurato dato che può anche compromettere la sua posizione commerciale sul mercato, e quindi il suo market share. Nel vasto mercato assicurativo, esiste un prodotto non nuovo, ma poco conosciuto e diffuso, dedicato proprio ai danni conseguenziali che è in mano, manco a dirlo, a brokers inglesi. In particolare A. Howden ed E. Bruce. Questa polizza, intitolata “Marine Consequential Loss”, appunto, offre (parziale) ristoro sia al pregiudizio economico da mancata produzione – calcolato, libri contabili in mano, secondo il costo di produzione reale – sia a quello da spese comunque sostenute dall’assicurato anche a macchina inutilizzabile: per esempio, per il leasing della macchina (ferma), per l’affitto del capannone, per gli emolumenti degli addetti (in forzata inattività) ecc. . Meglio che niente! Un trasporto che diventi leva competitiva nel rendere la vendita più persuasiva, elemento indispensabile nel passaggio di proprietà e strumento di tutela del credito del venditore o mezzo di velocizzazione della filiera logistica, risponde in pieno all’esigenza del mercato che oggi chiede di entrare velocemente in possesso del “prodotto giusto al tempo giusto”, come promette la moderna logistica. Ma in questo modo è anche un attività più rischiosa, con la conseguenza che il rischio non viene pianificato. La pianificazione di oneri e rischi non può prescindere da un’altrettanto oculata scelta, a monte, dei Termini di Resa merci, rappresentati dagli undici termini degli Incoterms, edizione 2010 e qui raccolti e commentati in un guida pratica ed essenziale. L’autore del libro, Maurizio Favaro, è un consulente ed esperto di commercio internazionale che ha partecipato attivamente ai lavori di revisione di questa edizione degli Incoterms e di quella precedente. 42 IPSOA – Assicurazioni trasporti e incoterms 2010 85 PIZZA E PANIFICAZIONE / PIZZAS AND BREADMAKING “BURGER BISONT PIZZA” di Alessandro Negrini Maestro pizzaiolo ed esperto in panificazione Nei miei viaggi intorno al globo ho potuto verificare che la pizza come la si intende in Italia è purtroppo, spesso, una chimera. Non mi riferisco solo alle svariate tecniche di impasto, rispetto alle quali, a dire il vero, ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli, ma soprattutto ai condimenti. A volte bisogna però, adeguarsi alle tradizioni dei luoghi dove si viene ospitati. Un cliente texano mi chiese tempo fa una pizza con carne di bisonte. Dopo averci riso su, ma giusto un attimo, ho cercato di accontentarlo ed è nata la B.B.Pizza “Burger Bisont Pizza”. “BISONT BURGER PIZZA” In my travels around the world, I have seen that what others think of as pizza is often a completely different creature from the pizza we know in Italy. I’m not just talking about the differences in how the dough is made which, in many cases, would make your hair stand on end, but, above all, about the strange toppings chosen. But sometimes, we have to adapt to the traditions of our host country. Years ago, one Texan customer asked me to make a pizza with bison meat. At first the idea made me laugh – but only for a moment – then I tried to find a way to fulfil the request, and the result was the B. B. Pizza, or “Bison Burger Pizza”. Vesuvio 105*70, Sirman Burger Bisont Pizza 42 Hercules 30, Sirman 86 Burger Bisont Pizza Ingredienti: Ingredients: kg 0,500 farina primitiva “1” W300; Kg 0,500 farina verde “00” W 300; lt 0,550 acqua a 25° C; g 2 di lievito fresco; g 25 sale fino iodato; g 30 olio extra vergine di oliva; polpa di pomodoro; mozzarella di bufala; macinato fresco di filetto di bisonte; uova; cipolla fresca; olive nere; peperone rosso; lattuga fresca, pepe nero, salsa BBQ. 500 g ‘Primitiva 1’ W300 flour; 500 g ‘Verde 00’ W 300 flour; 550 ml water at 25 °C; 2 g fresh yeast; 25 g fine iodated salt; 30 g extra virgin olive oil; tomato purée; buffalo mozzarella; freshly minced bison fillet; egg; fresh onion; black olives; red pepper; fresh lettuce; black pepper; BBQ sauce. Eseguire con impastatrice Hercules a 1° velocità, un impasto a tecnica classica. Realizzare degli hamburger mini unendo il macinato, uovo, olive, cipolla e peperone tritati. Aggiustare di pepe e sale. Stendere il panetto di pizza da 250 g realizzando bordi alti. Aggiungere pomodoro e bufala, disporre i mini hamburger, leggermente scottati alla griglia, sulla superficie. Infornare in forno Vesuvio a 320°C per circa 3 minuti. Guarnire con lattuga a julienne, qualche anello di cipolla e salsa BBQ. A seguire un buon digestivo. Make a classic dough with the Hercules dough mixer using the 1st speed setting. Make mini burgers by mixing the mince and egg with the finely chopped olives, onions and red pepper. Season with salt and pepper. Flatten out a 250 g ball of dough into a pizza, leaving the edges raised. Add the tomato and buffalo mozzarella, and arrange the mini burgers – seared slightly on the grille – on top. Bake in the Vesuvio oven at 320 °C for approximately 3 minutes. Garnish with lettuce in julienne strips, a few onion rings and BBQ sauce. I’d recommend following this pizza with a good digestive liqueur... CURIOSITÀ CUOCE DALL’ALTO CON BRUCIATORI A RAGGI INFRAROSSI (Cloudy with a Chance of Meatballs) è un film d’animazione dalla Sony Pictures Animation nel 2009. Il film è ispirato al libro per bambini Cloudy with a Chance of Meatballs (traducibile in Nuvoloso con possibili precipitazioni di polpette) scritto da Judi Barrett e illustrato da Ron Barrett. Un inventore impacciato ma allo stesso tempo geniale, Flint Lockwood, fin da bambino ha la passione per le invenzioni e tenta di sorprendere i concittadini della piccola isoletta atlantica di Swallowmarina con le sue assurde invenzioni che non vanno mai a buon fine. Dopo tanti insuccessi, Flint, per far fronte alla crisi economica che ha fatto chiudere l’industria di sardine della sua piccola isola, cerca un’idea per debellare la fame nel mondo, e scopre un modo per trasmutare l’acqua in cibo attraverso un geniale apparecchio: il “F.L.D.S.M.D.F.R.”: “Flint Lockwood Diatonic Super Mutating Dynamic Food Replicator”. Anche in questo caso sembra destinato al fallimento ma quando, per un eccesso di energia, la macchina finisce con l’essere lanciata nel cielo sopra l’isola, accade un fatto mai visto prima: i fenomeni atmosferici si trasformano in precipitazioni di cibo. La sua macchina funziona veramente! Il cibo-atmosferico è un successo immediato e Flint instaura rapidamente una notevole amicizia con Sam Sparks, la ragazza delle previsioni del tempo, arrivata in città per scoprire quello che definisce “il maggior fenomeno atmosferico della storia”. Ma quando la gente chiede avidamente sempre più cibo, dopo essere stata per mesi costretta a smaltire tutte le sardine invendute, il macchinario inizia a creare problemi, dando vita a dei cicloni di spaghetti e di polpette di carne giganti. Con la cittadina che rischia di essere sepolta sotto montagne di marshmallow e onde di cocomeri, Flint e Sam devono mettere assieme le loro capacità per bloccare la macchina e riportare tutto alla normalità. Charles Miller e Phil Lord hanno realizzato uno dei menù più equilibrati del cinema di animazione recente. Ricco di colore e di trovate narrative che si susseguono con un buon ritmo Piovono polpette affronta un tema più che mai attuale come è quello della sovralimentazione. Il sindaco che diventa iperobeso ne è il più degno rappresentante ma è l’intera collettività che si ritrova compatta e felice in un’orgia di cibo tanto colorata quanto progressivamente pericolosa. Tutto questo viene detto e mostrato senza la minima tentazione predicatoria. Un film sul cibo da vedere per riflettere e divertirsi. UNA MACCHINA, TRE FUNZIONI Grazie agli accessori spiedo e rullo castagnata MIBOS GRILL cuoce alla griglia, cuoce allo spiedo, cuoce castagne. STUDIOVERDE PIOVONO POLPETTE di Angela Ruzzante FUNZIONA A GAS GPL E METANO Mibos srl Via Molveno 10, 35035 Mestrino (PD) T. 049 907 0181 | F. 049 907 0191 www.mibos.it | [email protected] IL CIBO RACCONTA L’UFFICIALE DI FIRENZE 42 di Flavio Bisson Consulente di direzione 88 Il capitano Corrado Russo, siculo doc, guardò l’ora: mezzogiorno e qualche minuto. - Bìssonn – (accento sulla “i” ed enne finale lunga) mi fece, mettendosi il berretto sulla testa completamente calva – ci vediamo oggi”. - Agli ordini – risposi, scattando in piedi. Russo se ne andò, sorridendo. Sapeva che la mia mania di osservare scrupolosamente il galateo militare era un gioco, uno sfottò giocoso tra lui e me, proprio perché non gliene importava niente dei saluti e della disciplina. Mi trattava come un figlio ma non mi dava mai una licenza. Mi diceva sempre: “Ma che ci vai a fare a casa? Se resti qua non stai male quando è ora di tornare”. E così passavano i mesi ed io diventavo sempre più incistato con la caserma. Quel pomeriggio dovevano venire a scegliersi un cuoco, due colonnelli della mensa ufficiali di Firenze. Noi eravamo a Scandicci, ai “Lupi di Toscana”, nell’ufficio selezione del Battaglione Addestramento Reclute. Ci arrivavano duemila reclute ogni tre mesi: alcuni finivano nei paracadutisti, a Pisa. Tra quelli che restavano da noi, c’erano degli sfegatati che si facevano passare sopra da un carro armato, rotolando sotto la pancia del mezzo, qualche secondo prima di finire sotto i cingoli. Alle tre, eravamo in quattro nel mio ufficio, i due da Firenze, Russo ed io, cominciò la sfilata di quelli che avevano dichiarato come mestiere, di fare il cuoco. Andare in cucina, sotto la naja, voleva dire mangiare bene e tanto: a vent’anni e agli inizi del boom economico, non era una cosa da poco. Per cui, molti millantavano esperienze presso ristoranti e trattorie inesistenti. Uno dei due colonnelli era un fighetto di prima: si vedeva che aveva fatto la scuola di guerra. Indossava una divisa che il mio capitano se la sognava, parlava senza accento, profumava di acqua di colonia che doveva costare come un anno della mia decade. L’esame si svolgeva così: entrava la recluta; io passavo la scheda del soggetto, che conteneva tante di quelle informazioni da stupire lo stesso interessato; l’ufficiale meno chic la leggeva, l’elegantone faceva le domande; il capitano verbalizzava. I primi quattro furono cacciati a male parole: le domande erano per una selezione di primo livello: come si fa il brodo di carne o quanto devono bollire le uova alla coque; se rispondevano correttamente, il grado di difficoltà aumentava. Il quinto fu una scheggia. Superò il primo livello su una gamba sola; al secondo non ebbe incertezze. Ci guardammo compiaciuti (in fin dei conti se la qualità della selezione era buona, il merito era anche mio): questo sarebbe stato il prossimo cuoco della mensa ufficiali di Fanteria, destinazione Firenze. I due colonnelli si alzarono e ci alzammo tutti, esclusa la recluta che era rimasta sugli attenti. - E, dimmi – fece il dandy militare, volendo dare il tocco finale a quel momento topico – se ti chiedo di farmi una tartara, che fai? E girò attorno uno sguardo compiaciuto. - Mi assicuro che il macellaio mi dia della carne macinata di….. - Carne macinata? Carne macinata? – urlò l’ufficiale, fuori di sé. – La tartara va battuta al coltello. Come si fa a non capire che è tutta un’altra cosa. Fece un’intemerata davanti al nostro silenzio tombale. Si girò verso il collega, furibondo. Questo, con una smorfia, fece capire che in fondo la cosa non era poi tanto grave. Non ci fu niente da fare. La nostra quinta recluta fu mandata a Pisa, a fare il paracadutista. NEL MONDO / AROUND THE WORLD I macinati di carne sono molto utilizzati nella cucina cinese e non sorprende quindi che Sirman riesca a vendere una considerevole quantità di tritacarne in questo Paese! La carne tritata viene spesso saltata insieme alle verdure per insaporirle o per preparare i ripieni dei famosi ravioli cinesi, cotti poi al vapore o alla piastra. Uno degli utilizzi più comuni sono però le polpette, che possono essere di maiale, manzo o pollo. La carne viene tritata finemente, in modo che si amalgami perfettamente con i vari ingredienti fino a divenire quasi una mousse. Come in Italia, anche in Cina le varianti delle polpette sono numerose. Nella cucina cantonese vengono spesso rivestite da uno strato di tofu e poi cotte al vapore. Nella provincia del Sichuan, nei ristoranti chiamati “Hot pot”, le polpette vengono servite crude e poi cotte dai commensali in una pentola piena di brodo, che viene posizionata al centro del tavolo. Nella Cina del nord le polpette sono solitamente di piccole dimensioni e di forma irregolare, vengono preparate con l’aggiunta di farina e fritte. Le polpette possono essere anche uno snack da comprare sui banchetti di strada, infilate negli spiedini e cotte sulla griglia o nel brodo. Nella cucina della Cina occidentale sono tipiche delle polpette piuttosto grandi (dai 5 ai 10 cm) chiamate testa di leone (㮶ᗸ༈). Si tratta di un piatto nato a Yangzhou e di cui si trova una traccia storica già nelle cronache della visita in questa città dell’imperatore Sui Yangdi (569 - 618), che gustò molto questo piatto. Queste polpette, originariamente preparate durante le festività, sono fatte con carne di maiale alla quale viene aggiunto lo zenzero e spesso anche delle castagne d’acqua, per dare maggiore consistenza. Vengono prima passate velocemente in padella con dell’olio caldo e poi finite di cuocere in una zuppa, dove si aggiungono diverse verdure, molto spesso cavolo cinese. Possono essere bianche o rosse, quest’ultime con l’aggiunta di salsa di soia. Il nome particolare deriva dal fatto che la polpetta assomiglia alla testa del leone ed il cavolo, o le altre verdure aggiunte al brodo, alla sua criniera. CHINESE MEATBALLS Minced meat is widely used in Chinese cooking, so it comes as no surprise that Sirman is able to sell a noteworthy number of mincers there! Minced meat is often tossed together with vegetables to give extra flavour, or to prepare the filling for the famous Chinese steamed or grilled ravioli. One of the most widely used preparations is meatballs made from pork, beef or chicken. The meat has to be very finely minced so that it blends perfectly with all the other ingredients, until it has a mousse like texture. There are as many variations of meatballs in China as there are in Italy, and in Cantonese cooking they are often coated with a layer of tofu and then steamed. In the “Hot Pot” restaurants in the Sichuan province, the meatballs are served raw and then cooked by the diners in a pan full of broth in the centre of the table. In northern China, the meatballs are usually quite small and irregular in shape, and are coated with flour and then fried. They can be served as a snack on the street stalls, threaded onto skewers and then grilled or cooked in broth. In western China, the meatballs are much larger (between 5 and 10 cm), and are called lion’s head (െሷ ). This dish originated in Yangzhou and is mentioned in the historic chronicles of the visit by Emperor Sui Yangdi (569 – 618) to the city, who really enjoyed them. They were originally prepared for the festivities and are made from pork with ginger and, often, water chestnuts, to give them more consistency. They are quickly fried in hot oil and then cooking is finished in a soup with different vegetables, often Chinese cabbage. They can be white or red, in which case they have soy sauce added. They get their name from their unusual shape like a lion’s head, and the cabbage (or other vegetables in the broth) which forms its mane. di Simona Ceresani Responsabile della sede di Shanghai di Sirman Spa 42 LE POLPETTE CINESI 89 BIRRE DI QUALITÀ / QUALITY BEERS DUE BELGHE DA PROVARE! di Alberto Assi Esperto in analisi sensoriale CAULIER TRIPEL Birra belga rifermentata in bottiglia dal colore biondo arancio, e dalla schiuma ricca e persistente. Olfattivamente complessa, rilascia sentori di miele e frutta (agrumi) in equilibrio con l’aromaticità dei luppoli. Al gusto prevale un sapore amaro pronto ad essere coperto dall’aromaticità tipica dei luppoli di origine americana. Questa aromaticità molto persistente si propone con un livello molto basso di dolcezza, con un corpo medio, una gasatura più che sufficiente ed un richiamo agli aromi dei cereali e della frutta agrumata. Al palato resta asciutta, secca ed il grado alcoolico elevato (9° vol.) viene ben coperto. Di caratteristico in più ha la limitatissima presenza di zuccheri dolci che riduce anche di 3 volte il quantitativo di carboidrati, così che, a parità di grado alcoolico, ve ne possono essere anche il 25% in meno. La “Caulier tripel” si trova nel formato 75cl. e va servita in bicchiere a coppa ad una temperatura intorno agli 8°C e va conservata a temperatura cantina ed al riparo dalla luce quando non prossima al consumo. TWO BELGIANS YOU JUST HAVE TO TRY! CAULIER TRIPEL Bottle-refermented Belgian beer with a golden-orange colour and a rich, persistent head. It has an intense nose with notes of honey and citrus, which are perfectly balanced against the aromatic element of the hops. The palate is predominated by a bitter note, which is contrasted and covered by the typical aromatic element of the American hops. This very persistent aroma is complemented by a very low degree of sweetness. The beer itself has a medium body and is more than adequately carbonated, with a bouquet redolent of the aromas of cereal and citrus. It is a dry beer, with a high alcohol content of 9% by volume which, however, is well masked. Another interesting characteristic of this beer is its very low sweet sugar content – up to 25% less than other beers of the same alcohol content, to be precise – resulting in a carbohydrate content up to three times lower than an equivalent product. Available in a 75cl bottle, “Caulier tripel” should be served in a goblet glass at around 8°C and kept away from direct light at cellar temperature. TROUBADOUR IMPERIAL STOUT 42 TROUBADOUR IMPERIAL STOUT 90 Birra belga di qualità superiore che si colloca negli stili stout d’alta gradazione, quindi storicamente nelle produzioni di birra stout per il Baltico. Nera con schiuma nocciola, già dalla mescita dimostra un’aderenza notevole della schiuma stessa, oltre alla sua persistenza. Al naso rilascia profumi di frutti e cereali insieme con intensità elevata ma non invadente. Il gusto propone aromi di cereali leggermente tostati con frutti in un bouquet complesso, mentre di sapore è orientata sull’amaro (soprattutto nel retrogusto). Di corpo elevato, leggermente astringente ha una gradazione alcoolica di ben 9,0° vol. completamente coperta da questo bouquet. Ottima in tutte le occasioni. Va servita in bicchiere a coppa ad una temperatura intorno ai 10°C, e va conservata a temperatura cantina ed al riparo dalla luce quando non prossima al consumo. Superior Belgian beer made in the strong stout style, a genre historically associated with Baltic brewing traditions. Black in colour with a persistent hazelnut head, which can already be seen to adhere strongly to the glass as the beer is tapped. The nose carries notes of fruit and cereal which, while relatively intense, are not overpowering. When tasted, the beer reveals a complex bouquet with aromas of lightly toasted cereals and fruit, while the palate (and the aftertaste in particular) is biased towards bitterness. A full-bodied beer with a slight astringency and a high alcohol content of 9% by volume which, however, is covered completely by the bouquet. Excellent for all occasions. Serve in a goblet glass at around 10°C. Keep away from light and at cellar temperature. Il protagonista che non si vede e non si sente The invisible master touch Zimolo® è una preparazione enzimatica che permette l'unione fra alimenti a base proteica di origine animale. Una soluzione innovativa nella preparazione delle carni e dei pesci che offre la possibilità di ottenere combinazioni creative e di utilizzare efficacemente ritagli di pezzi pregiati che difficilmente possono essere valorizzati in cucina. Zimolo® deriva dalla fermentazione di enzimi naturali ed è prodotta nei più avanzati laboratori di settore. E' facile da usare, è inodore ed insapore, agisce a freddo e si dissolve senza lasciare traccia. Zimolo is an enzymatic substance, the ideal way to join protein-based foods of animal origin. This represents an innovative solution in preparing meat and fish meals, obtaining new creative combinations and using efficiently fine bits' scraps which, otherwise, would be hardly reclaimed and improved in cooking. Zimolo, produced in the most advanced trade laboratory, comes from the fermentation of natural enzymes. It is odorless and flavorless. It is easy to use, cold-working and dissolving without any traces. Inquadra il QrCode a fianco e guarda il video con i consigli dello chef Fabio Tacchella per utilizzare al meglio Zimolo® Oppure cerca Zimolo® su YouTube Come si usa / Directions 1 Kg di carni o pesce freschi 15 g di Zimolo® 45/50 g di acqua fredda non superiore a 20°C Sciogliere Zimolo® con l'acqua e battere con la frusta in modo che si formi una schiuma. Mescolare alle carni o pennellare in modo uniforme e valutare che la preparazione sia distribuita completamente ed uniformemente sulle carni. Porre in uno stampo, in un budello o in un foglio di carta alimentare e formare un salame del diametro desiderato. Far riposare in frigorifero per almeno 12 ore a 3°/5°C. Utilizzare come un normale pezzo di carne o pesce. Può essere affettato a crudo per carpaccio oppure si può proseguire con la cottura intero o tagliato a fette. 1kg Fresh meat or fish 15 g Zimolo 45/50 g Cold water (not above 20°C) Melt Zimolo in water and whisk the mixture till becoming a froth. Brush the meat with the froth or dip the meat directly on it. It is really important that the mixture is completely and equally spread over the meat. Put in a mould or in a food paper and truss it up at the desired size. Let it stand in the fridge at 3/5°C for at least 12 hours. Use it as a proper piece of meat or fish. It can be sliced when it is still row or it can be cooked in one-piece. I lettori di Zafferano hanno diritto ad uno sconto del 10% per l’acquistare Zimolo® sul nostro sito ecommerce www.decorfooditaly.it utilizzando il codice promozionale: Decorfood Italy s.r.l. Via Alessandro Volta, 20 37023 Grezzana (Vr) Telefono: +39 045 8650234 email: [email protected] Sito web: www.decorfooditaly.it IN BREVE GESTIONE IN FAMIGLIA PER IL MITICO RISTORANTE TREVISO. IL TOULÀ PASSA A NICOLA 42 Passa a Nicola (31 anni, un laurea in Scienze della Comunicazione) ma resta sempre cosa di famiglia, il mitico El Toulà, ristorante nel cuore di Treviso da oltre cinquant’anni faro indiscusso della gastronomia della Marca. Arturo Filippini lascia al figlio, ma sarà comunque sempre l’ombra protettiva dovendo ancora badare all’azienda di catering di Ponzano, al ristorante nel tipico toulà di Cortina d’Ampezzo e ancora al modernissimo locale di Toronto. Pavese di Zavattarello, Arturo Filippini era arrivato nel trevigiano con il fratello Piero per una prima esperienza a Villa Condulmer. Passato alla corte di Alfredo Beltrame ne ha raccolto l’eredità umana e professionale portando il locale al massimo prestigio, per la sua cucina, la semplicità dei piatti, la qualità degli ingredienti, il riguardo nei rapporti. Ha lasciato un’impronta in mezzo mondo sempre sulla scia della tradizione veneta e i Filippini ne sono gli eredi. 92 Rivignano, Al Grop di Tavagnacco, Al Lido di Muggia, Al Paradiso di Paradiso, Al Ponte di Gradisca d’Isonzo, All’Androna di Grado, Campiello di S. Giovanni al Natisone, Carnia di Venzone, Costantini di Tarcento, Da Nando di Mortegliano, Da Toni di Gradiscutta, Devetak di San Michele del Carso, Là di Moret di Udine, La Primula di S. Quirino, La Subida di Cormòns, La Taverna di Colloredo di M.Albano, Sale e Pepe di Stregna, Vitello d’Oro di Udine. E poi i vignaioli e i distillatori eccellenti: Castello di Buttrio di Buttrio; Fondazione Villa Russiz e Castello di Spessa di Capriva del Friuli; Edi Keber e Livio Felluga di Cormòns; Eugenio Collavini di Corno di Rosazzo; Venica & Venica di Dolegna del Collio; Marco Felluga di Gradisca d’Isonzo; Ermacora di Ipplis; Giorgio Colutta di Manzano; Di Lenardo di Ontagnano - Gonars; Petrussa di Prepotto; Ronco delle Betulle di Rosazzo; Vistorta di Sacile; Castelvecchio di Sagrado; Il Carpino di S. Floriano del Collio; Forchir di S. Giorgio della Richinvelda; Livon di S.Giovanni al Natisone, Jermann e Tenuta Villanova di Villanova di Farra; Zidarich ! " # $ Nonino di Percoto. MONTEPULCIANO. UN’ANTICA RICETTA A CONCORSO - IL “PICIO” A TAVOLA CON IL NOBILE (D.S.). La decima edizione del premio e nog a s t ro no m i co “A Tavola con il Nobile” ha puntato su un unico piatVIAGGIO ENOGASTRONOMICO to, il “Picio” che ha DAL FRIULI V.G. messo a dura prova AL VENETO - DEGUSTANDO SULla fantasia e l’esperienLA VIA DEI SAPORI Si è concluso con un grande successo za delle massaie delle in Veneto il viaggio del gusto, Via dei otto contrade in gara. Sono Sapori, con l’appuntamento serale state riscoperte le antiche ricetnel parco secolare di Villa Riello Pera te, rivisitate con equilibrata innovaziodi Gaiarine (Treviso). Una stagione ne. Alla fine sono emersi piatti interessanti, gustosi legaimpegnativa, che ha visti protagonisti di ti alla tipicità del territorio che i 25 selezionati giornaliriuscitissime cene-spettacolo i migliori ristoratori abbinati sti enogastronomici, di cui cinque provenienti dagli Stati ai più prestigiosi nomi del gotha enoico del Friuli Venezia Uniti d’America, hanno valutato con interesse ed obietti vità. Il risultato finale è stato un clamoroso ex equo. “Pici regionali) i 64 partner del consorzio - tra chef, vignaioli e al sugo finto di nana (anatra)” abbinati al Vino Nobile di Montepulciano Boscarelli e La Calonica e “Pici ai sapori propone in tavola il Friuli Venezia. Il pubblico - elegante, di una volta” abbinati al Vino Nobile Redi Briareo Riserva curioso di cibi e vini, attento alla cultura della buona tavola 2007 e Poggio alla Sala 2009: sono state le due ricette pro– ha grandemente apprezzato proposte e abbinamenti dei poste, rispettivamente, dalle Contrade di Coste e Collazzi percorsi gourmand, diversi da cena a cena.. I ristoranti: che hanno vinto a pari merito l’edizione 2012 del concorAi Fiori di Trieste, Al Bagatto di Trieste, Al Ferarùt di so gastronomico. IN BREVE Dal 6 ottobre al 18 novembre torna protagonista ad Alba la prestigiosa kermesse dedicata al ‘Tuber magnatum Pico’. Tema centrale di questa edizione sarà il legame tra il tartufo bianco e il mondo del cinema. Da Rita Hayworth a Marilyn Monroe, da Alfred Hitchcock a Sophia Loren: le più celebri stelle della storia del cinema sono state contagiate dalla passione per questo inimitabile fungo. Tra le novità di quest’anno la mostra ‘Cinema e tartufi’ che racconterà per la prima volta le più significative apparizioni del tartufo sul grande schermo. Non mancheranno i ‘foodies moments’: laboratori sensoriali dedicati alle eccellenze enogastronomiche del territorio piemontese. Info: www.fieradeltartufo.org BOLZANO, CAPITALE DELL’OSPITALITÀ ITALIANA PRESENTA HOTEL 2012 Dal 22 al 25 ottobre alla Fiera di Bolzano si svolgerà Hotel, la kermesse italiana di albergatori, ristoratori, specialisti dell’accoglienza e dell’industria turistica che si incontreranno per confrontarsi sulle ultime novità e i trend di settore in continuo movimento. Hotel 2012 proporrà un programma collaterale sempre più ricco in cui troveranno posto convegni, workshop, mostre e giornate a tema dall’architettura alla cultura, dalla gastronomia agli agriturismo. Saranno inoltre organizzate dimostrazioni culinarie e diverse iniziative legate alle associazioni di categoria. Al centro del programma ci saranno due tematiche di stringente attualità: i nuovi scenari del marketing turistico nell’era dei social media e l’architettura a basso impatto ambientale. Info: www.hotel.fierabolzano.it “PATATA IN BO” 2012: UNA MANIFESTAZIONE DI SUCCESSO CHE MIGLIORA DI ANNO IN ANNO Si è conclusa da poco la 4^ edizione della Settimana Nazionale della Patata, la kermesse che ha trasformato Bologna nella capitale italiana di questo tubero, così amato in ogni angolo del mondo. Un’iniziativa che nasce allo scopo di valorizzare la patata in quanto alimento “povero” ma essenziale e dalla grande versatilità di utilizzo. In particolare l’attenzione va alla patata tipica di Bologna, prima ed unica in Europa ad aver ottenuto la certificazione DOP. Oggi il comparto pataticolo di Bologna rappresenta una delle realtà più importanti della nostra economia agro-alimentare e rende la città punto di riferimento per gli altri distretti grazie agli elevati standard qualitativi raggiunti. Partendo da questa consapevolezza, PATATA in BO Settimana Nazionale della Patata, è un appuntamento che viene riproposto ogni anno per comunicare e valorizzare tutto il comparto pataticolo nazionale, rilanciando e dando spazio a tutte le realtà pataticole della penisola. GLI CHEF F.I.C. IN RAI Gli chef della Federazione Italiana Cuochi tornano in RAI. Ogni lunedì, alle 15.50, su RAI3 a ‘Cose dell’altro Geo’, condotto da Massimiliano Ossini, saranno presenti i giovani talenti della FIC, oltre 10 chef, che hanno già operato con grande successo nella precedente edizine, selezionati dal Dipartimento Giovani diretto dal noto chef RAI Alessandro Circiello. La partecipazione dei giovani cuochi, a cui se ne aggiungeranno altri ancora nei prossimi mesi, rientra nella collaborazione istituzionale che vede partner la Federazione Italiana Cuochi e la Rai. Chef FIC che saranno presenti, ogni quindici giorni con menu culturali, anche nel programma Geo&Geo. Il tutto in diretta fino a giugno 2013. Lo chef Circiello, inoltre, interverrà il mercoledì nel talk del mattino “Tg2 Insieme”, rotocalco d’informazione diretto da Marcello Masi, in onda dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 11, in tema di buone abitudini alimentari. UNA BELLA STORIA DI RICOSTRUZIONE POST TERREMOTO PER L’AZIENDA MENÙ Dopo il sisma che ha colpito l’Emilia-Romagna il 20 e il 29 maggio scorso, oltre l’80% del complesso produttivo della Menù di Medolla (MO), azienda leader nella produzione di specialità alimentari destinate alla ristorazione professionale, era inutilizzabile. Artefici della rinascita la famiglia Barbieri, i 230 dipendenti dell’azienda, il sostegno determinante degli oltre 300 agenti Italia ed estero e dei numerosissimi clienti, italiani e stranieri. Per la ricostruzione Menù ha puntato su tecnologie all’avanguardia, utilizzando il più possibile un materiale naturale e leggero come il legno. Tecnologia ed ecologia insieme per dar vita a un sistema costruttivo che farà rinascere una grande azienda, dal passato glorioso e proiettata verso il futuro. Info: Gianfranco Toso – [email protected] 42 L’82° EDIZIONE DELLA FIERA INTERNAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO DI ALBA 93 IN LIBRERIA / IN THE BOOKSHOP POLPETTE & POLPETTE: CENTO RICETTE PER UN PIATTO POPOLARE Tra i tanti ricettari a disposizione di chi vuol fare cucina dei ricordi, c’è anche, nuovissimo, Polpette & polpette (De Bastiani editore, Vittorio Veneto) da pochissimo nella piccola biblioteca di casa realizzata da Carlo Mocci (il direttore di Zafferano appunto) dove c’è un po’ di tutto, anche gastronomia ovviamente. L’ autore ha trovato la preziosa collaborazione dello chef trevigiano Armando Zanotto (Armandino), che libri ne ha scritti molti tra una pausa e l’altra ai fornelli e che qui ha voluto realizzare le singole ricette, assaggiarle e fotografarle. La sfilza di ricette (un centinaio) è frutto di molte esperienze, di casalinghe soprattutto. Cose semplici, facili, dai risultati sorprendenti. Di carne, quelle tradizionali fatte con i resti, ma anche di pesci e di verdure. Si assomigliano tutte, perché gli ingredienti spesso sono comuni, ma convincono sempre per la loro semplicità e reperibilità, per la facilità nella lavorazione, per i risultati gastronomici ancora sorprendenti che ci riportano ai sapori e ai profumi di casa. Il lavoro, di ricerca soprattutto, è presentato da Sergio Grasso, antropologo alimentare, autore e giornalista e da Alfredo Pelle, anche lui nel mondo della cucina con le sue collaborazioni e le sue docenze. Cosa si vuole di più dalle polpette? 42 Polpette&polpette, De Bastioni Editore, Vittorio Veneto tel.0438.388584; [email protected] - euro15.00 94 CIBO VERO STORIE DI PASSIONE PER LA TERRA Tutta la passione e la dedizione per il ‘cibo vero’, quello sognato, pensato, voluto, creato, coltivato, raccolto non per il mercato, ma per se stessi e per gli altri. Sono storie ‘sentimentali’ quelle raccolte in questo interessante volume dove i protagonisti, gli agricoltori del gruppo Alce Nero (il marchio che da oltre 30 anni rappresenta il meglio del biologico italiano), raccontano in prima persona la propria esperienza, lo straordinario amore per la terra che li ha portati anche a rivoluzionare la propria vita pur di seguire una passione autentica. Scelte forti, decisioni che hanno determinato svolte importanti e ricche di soddisfazioni. Allevatori, apicoltori, coltivatori. Testimonianze di uomini e donne che con determinazione hanno concretizzato un’idea, un sogno, un progetto. Un emozionante viaggio nell’Italia agricola più vera, dalla Sicilia alle Dolomiti, per raccontare cosa significhi credere e produrre ‘cibo vero’ in armonia con la terra, utilizzando parole ed immagini di grande suggestione e, al contempo di rara immediatezza. “Cibo vero - storie di passione per la terra” Editore Giunti, euro 14.00 POLPETTE & POLPETTE: ONE HUNDRED RECIPES FOR A POPULAR DISH Among the many recipe books around for those who like traditional cooking, there is the recently published Polpette & polpette (De Bastiani editor, Vittorio Veneto) which has just been included in the small personal library of Carlo Mocci (director of Zafferano), which contains a bit of everything, including food. The author had the precious cooperation of the Treviso chef Armando Zanotto (Armandino), who has written several books in his breaks from the stove, and here wanted to prepare the recipes, taste them and photograph them. The hundred or so recipes are the result of many housewives’ experiences. Simple dishes with amazing results. Meat, traditional dishes made with the leftovers, and also fish and vegetables. They are similar because the ingredients are often the same, but they are always convincing for their simplicity and ease of obtaining the ingredients and preparation, for surprising culinary results that remind us of those homemade flavours and perfumes. The work, mainly research, is presented by Sergio Grasso, food anthropologist, author and journalist, and by Alfredo Pelle, another culinary expert with his collaborations and teachings. What more could we ask from meatballs? Polpette&polpette, De Bastioni Editore, Vittorio Veneto tel.0438.388584; [email protected] - euro15.00 REAL FOOD STORIES OF PASSION FOR THE LAND All the passion and dedication to ‘real food’, which is dreamt and thought about, desired, created, cultivated, gathered, not for the market but for ourselves and others. These are ‘sentimental’ stories collected in this interesting book, where the leading characters, the farmers from the Alce Nero group (the brand that for more than 30 years has represented the best of Italian organic food), personally talk of their experience, their amazing love for their land which often has led them to revolutionise their lives to be able to follow their true passion. Strong decisions that have brought about significant changes and great satisfaction. Breeders, bee keepers, farmers. Witness of men and women, who, with determination, have given life to an idea, a dream and a project. A moving journey into the genuine agricultural Italy, from Sicily to the Dolomites, to tell what it means to believe and produce ‘true food’ in harmony with the land, using fascinating words and pictures but which are also of rare spontaneity. “Cibo vero - storie di passione per la terra” Editore Giunti, euro 14.00 studioverde.it BL 280x280 BL 100 BL 150 BL 200 Un classico della cottura professionale K 60/1 K 60/2 S 35 Forni a legna a cottura indiretta PEVA SERVICE srl - www.peva.it - [email protected] Viale Italia 40 - 65010 Collecorvino (PE) - Tel. 085/8208284 - Fax 085/8208044 L’AGENDA / DIARY ITALIA 2012 MERANO WINE FESTIVAL Merano BONTÀ Cremona FIERA D'AUTUNNO 2012 Bolzano MIG Longarone (BL) 9 - 12 /11/2012 10 - 13 /11/2012 28/11 - 2/12/2012 2 - 5 /12/ 2012 2013 AB TECH EXPO Rimini SIGEP Rimini 19 - 23 /01/2013 EXPO RIVA HOTEL Riva Del Garda (TN) 27 - 30 /01/2013 IDENTITÀ GOLOSE Milano 10 - 12 /02/2013 SAPORE - MIA Rimini 16 - 19 /02/2013 RISTOREXPO Erba (LC) 17 - 20 /02/2013 HORECA Rimini 23 - 26 /02/2013 ALIMENT & ATTREZZATURE Montichiari (BS) 24 - 27 /02/ 2013 TIRRENO CT Marina Di Carrara GATE & GUSTO Foggia TECNO & FOOD Torino Lingotto VINITALY Verona 7 - 10 /04/2013 TUTTOFOOD Milano 19 - 22 /05/2013 SIAB Verona 25 - 29 /05/2013 HOST Milano 25 - 29 /10/ 2013 19 - 23 /01/2013 3 - 7 /03/2013 9-13 /03/2013 24-26 /03/2013 Graphic Design: Studioverde Stampa: Mediagraf S.p.A. - Noventa Padovana - PD Pubblicità: Studioverde srl - Via Caduti di Russia, 9 - 35010 Pieve di Curtarolo - Padova T. +39 049 9620565 r.a. - F. +39 049 9620567 [email protected] ESTERO 2012 THE REST SHOW Londra 8 - 10 /10/2012 HOSTELCO Barcellona 17 - 21 /10/2012 GAST Salisburgo 10 - 14 /11/2012 EQUIP'HOTEL FHC www.fhcchina.com Parigi 11 - 15 /11/2012 Shanghai 14 - 16 /11/2012 2013 -ZPOF 26 - 30 /01/2013 Orlando 07 - 09 /02/2013 GASTEXPO Lubjiana 10 - 13 /02/2013 INTERGASTRA Stoccarda 11 - 15 /02/2013 FORUM Gerona 24 - 26 /02/2013 GULFOOD Dubai 25 - 28 /02/2013 INTERNORGA Hamburg 08 - 13 /03/2013 SIRHA www.sirha.com NAFEM HOSTEX 42 www.hostex.co.za Johannesburg 17 - 20 /03/2013 Testi, foto o altro materiale redazionale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Editore: CONSORZIO EXPORT ZAFFERANO Via Caduti di Russia, 9 - 35010 Pieve di Curtarolo - PD T. +39 (0)49 9620565 - F. +39 (0)49 9620567 [email protected] - www.zafferano.org Ai sensi dell’art. 10 della L.675/1996, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico, o di altri dello stesso Consorzio Export Zafferano, consistono nell’assicurare una informazione tecnica, professionale e specializzata a soggetti identificati per la loro attività professionale. Il Consorzio Export Zafferano, titolare del trattamento, garantisce ai soggetti interessati i diritti di cui all’art. 13 della suddetta legge. Registrazione Tribunale di Padova n.1643 del 21 aprile 1999. Nel prossimo numero... PROMOHOTEL Parenzo HOTELEX Shanghai 01 - 03 /04/2013 FOOD & HOTEL IND www.foodhotelindonesia.com Jakarta 10 - 13 /04/2013 Next issue featuring ... 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