naturales quaestiones
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“IL MONDO ANTICO E LA SCIENZA. SENECA E I TERREMOTI“ LEZIONE: IL LIBRO VI DELLE “NATURALES QUAESTIONES” DI SENECA. SPIEGARE LA SCIENZA NEL MONDO ANTICO AUTORI: PROF. MONTONE – PROF. LO MONACO DESTINATARI: V A E V B SCIENTIFICO; III CLASSICO DEL LICEO “D. ALIGHIERI” DI ORBETELLO ANNO SCOLASTICO 2015-2016 PROGETTO D’ISTITUTO «IL LATINO E LA SCIENZA» OBIETTIVI DELLA LEZIONE INQUADRARE SENECA NEL QUADRO DELLE TEORIE SCIENTIFICHE DELLA SUA EPOCA ANALIZZARE IL RAPPORTO TRA SENECA E LA SCIENZA SPIEGARE LA STRUTTURA DEL VI LIBRO DELLE “NATURALES QUAESTIONES” ANALIZZARE PROEMIO, EPILOGO ED EXCURSUS DELL’OPERA ANALIZZARE LA STRUTTURA DELLE SPIEGAZIONI SCIENTIFICHE DEI TERREMOTI FORNITE DA SENECA OFFRIRE COLLEGAMENTI INTERDISCIPLINARI E POSSIBILI PERCORSI D’ESAME LA TEORIE SCIENTIFICHE DELL’EPOCA DI SENECA Teorie fisiche ellenistiche (epicurea, stoica) Teoria aristotelica e teorie presocratiche “scienza” alessandrina LA FISICA DI EPICURO Atomismo Materialismo Clinamen LA FISICA STOICA Panteismo Logos universale Destino intelligibile dal saggio LA FISICA ARISTOTELICA Atto e potenza; Nozione di sostanza; Le quattro cause; Fisica celeste e fisica terrestre; Teoria dei luoghi naturali LE TEORIE DELL’ARCHE’ Il Liceo era depositario delle rare informazioni riguardanti i primi filosofi della natura di cui si ha traccia: Talete, Anassimandro, Anassimene, Empedocle, Anassagora, Democrito… (ancora oggi, gli scritti di Aristotele sono una delle fonti primarie per la conoscenza dei protofilosofi) LA “SCIENZA” ELLENISTICA Tutte le discipline praticate dagli intellettuali di Alessandria d’Egitto, Pergamo, Antiochia, Pella e altri centri dell’ex impero di Alessandro Magno che oggi chiameremmo scientifiche, sia per il loro campo di indagine che per la metodologia adottata da chi se ne occupava. IL METODO DELLA SCIENZA ELLENISTICA Quantitativo-matematico Esperimenti GLI SCIENZIATI ELLENISTICI Euclide (attivo attorno al 300 a.C.) (matematica, ottica) Archimede (Siracusa 287 - ivi 212 a.C.) (meccanica, idraulica, astronomia) GLI SCIENZIATI ELLENISTICI Eratostene (Cirene fra il 276 e il 272 – ivi fra il 196 e il 192) GLI SCIENZIATI ELLENISTICI Claudio Tolomeo (100 d. C. circa - dopo il 170) (astronomia, geografia) Galeno (Pergamo 130 circa – ivi, probabilmente, 200 d.c. circa) (medicina) PECULIARITA’ E SBOCCHI DELLA SCIENZA ELLENISTICA Problemi ben specifici. Applicazione pratica OSTACOLI ALLA DIFFUSIONE DELLA SCIENZA ELLENISTICA A ROMA Schiavitù (A. Koyré, Dal mondo del pressappoco all’universo della precisione) Atteggiamento degli intellettuali romani L’IDEA SENECANA DI CONOSCENZA [L]a questione se sia stato adoperato per primo il martello o la tenaglia non mi pare di gran peso. Entrambe le invenzioni mi sembrano il frutto di un ingegno vivace e acuto, ma non profondo né elevato. Tutte queste sono invenzioni di individui inferiori; la sapienza siede su un trono più alto: e non le mani, ma le anime sono oggetto dei suoi ammaestramenti. Seneca, Epistole a Lucilio, XIV, ep. xc. OSTACOLI ALLA DIFFUSIONE DELLA SCIENZA ELLENISTICA A ROMA Personaggi come Varrone, Vitruvio e Seneca, quindi, pur conoscendo queste teorie (nel VII libro delle Naturales Quaestiones, VII, xvii, 1-2 Seneca cita la teoria eliocentrica di Aristarco di Samo) e pur avendo avuto il merito di tramandarle fino a noi, non le hanno mai apprezzate fino in fondo. GLI INTELLETTUALI ROMANI COME OSTACOLO PER IL PROGRESSO SCIENTIFICO Lucio Russo, La Rivoluzione dimenticata. Il pensiero scientifico greco e la scienza moderna LA SCIENZA DI SENECA La filosofia naturale come strumento per raggiungere l’imperturbabilità dell’animo: “Questo, ottimo Lucilio, volevo dirti sulle cause dei terremoti. Ecco ora considerazioni volte a fortificare gli animi: a noi importa che divengano più forti che dotti” Seneca, Naturales Quaestiones, L. VI, Cap. XXXII. L’ARGOMENTO CONTRO LA PAURA DELLA MORTE Che mi importa delle cause per cui muoio? Che l’attendano le insidie, le malattie, le spade nemiche, il fragore di abitazioni che crollano, il crollo della terra stessa, la violenza devastatrice del fuoco che avvolge in una medesima catastrofe città e campagne, lasciamola prendere a chi vorrà. [D]avvero dovrei aver paura della morte, quando la terra perisce prima di me? Quando ciò che scuote è a sua volta scosso e non può farci del male senza prima farne a se stesso? Elice e Buri sono state interamente coperte dal mare e io dovrei temere per un solo e miserabile corpo? Si naviga sopra due città, e io dovrei rifiutarmi di morire, quando so di non essere immortale? […] Sono ore quelle che perdiamo; e anche se fossero giorni, mesi, anni, ciò che perdiamo, apparentemente, non l’avremmo mai avuto. STRUTTURA DELL’ARGOMENTO i terremoti sono la dimostrazione della caducità dell’universo; l’essere umano è solo una piccola parte dell’universo; la morte è, quindi, inevitabile. Sarebbe sciocco, allora, temerla, e ancor più sciocco temere un terremoto più di un’altra causa di morte, dato che entrambi sono mezzi equivalenti di cui il logos si serve per far accadere l’inevitabile. SENECA E IL POTERE -Condannato a morte da Caligola, ma graziato; -viene esiliato in Corsica da Claudio; -Claudio lo richiama a Roma, dove diviene precettore di Nerone; -Dal 54 al 59 Nerone governa sotto la guida di di Seneca; -Seneca viene accusato di aver partecipato alla congiura dei Pisoni e costretto al suicidio nel 65 SENECA: IL RITORNO ALLA SCIENZA In gioventù Seneca aveva già scritto un trattato scientifico sui terremoti, il De motu terrarum, che non ci è pervenuto. Nell’ultima parte della vita (62-63 d. C.) scrive in sette libri le Naturales Quaestiones. La prefazione al terzo libro accredita le Naturales Quaestiones come inizio di un nuovo percorso che interviene con la vecchiaia e il ritiro della politica. NATURALES QUAESTIONES: STRUTTURA 1° LIBRO: I FUOCHI- GLI SPECCHI 2° LIBRO: LAMPI E FOLGORI 3° LIBRO: LE ACQUE TERRESTRI 4° LIBRO: NILO, NEVE, PIOGGIA, GRANDINE 5° LIBRO: I VENTI 6° LIBRO: I TERREMOTI 7° LIBRO: LE COMETE OBIETTIVO DELL’OPERA LA SCIENZA E’ INTESA DA SENECA COME ATTIVITA’ SPECULATIVA ATTA NON TANTO A CONOSCERE IL SUO OGGETTO DI STUDIO, QUANTO A MIGLIORARE ETICAMENTE COLUI CHE INTRAPRENDE TALE ATTIVITA’ (F. TREBINO) IL SESTO LIBRO DELLE NATURALES QUAESTIONES: STRUTTURA (1) PARAGRAFI 1-5: PROEMIO E DEFINIZIONE DEL TEMA PARAGRAFI 6-26: TEORIE SULL’ORIGINE DEI TERREMOTI ATTRIBUITE A SINGOLI ELEMENTI: ACQUA (6-8); FUOCO (9 E 11); TERRA (10); ARIA (12-19) IL SESTO LIBRO DELLE NATURALES QUAESTIONES (2) PARAGRAFI 6-26: TEORIE SULL’ORIGINE DEI TERREMOTI ATTRIBUITE A SINGOLI ELEMENTI: IL CONCORSO DI PIU’ CAUSE (20); TEORIE DI POSIDONIO (21); TEORIA DI SENECA SULLE ORIGINI DEI TERREMOTI (22-26) EPILOGO DEL LIBRO (27-.31): Il messaggio liberatorio della scienza rende gli uomini più forti contro la paura della catastrofe; RIFLESSIONE FINALE (32): Imprimere nell’animo la necessità naturale della morte PROEMIO TEMI: SCIENTIA SOLACIUM TIMOR MORTIS Incipit insolito: prende avvio dall’osservazione empirica del fenomeno, il ricordo del sisma che ha colpito la Campania nel 62 d. C. La catastrofe spinge Seneca a indagare sul fenomeno per liberare l’uomo dalla paura della morte LE CITAZIONI POETICHE: L’USO DEGLI AUCTORES NEL TESTO SONO INSERITE MOLTE CITAZIONI POETICHE; ESSE SONO FUNZIONALI ALLA “DRAMMATIZZAZIONE DELLA TRATTAZIONE SCIENTIFICA” GLI AUTORI PIU’ CITATI SONO VIRGILIO, OVIDIO, LUCREZIO GLI EXCURSUS: ALESSANDRO E NERONE NELLA DISSERTAZIONE SCIENTIFICA SONO PRESENTI DUE EXCURSUS, IMPORTANTI DA UN PUNTO DI VISTA IDEOLOGICO: -ELOGIO DI NERONE (8, 3.5) E DEL SUO AMOR VERITATIS NEL RICORDO DELLA SPEDIZIONE INVIATA DA NERONE PER SCOPRIRE LE ORIGINI DEL NILO -CONDANNA DI ALESSANDRO MAGNO (23, 2-3), COLPEVOLE DELL’UCCISIONE DI CALLISTENE, SUO AMICO E GRANDE INTELLETTUALE L’ELOGIO DI NERONE E’ FINTO LA RELAZIONE DEI CENTURIONI INVIATI DA NERONE PER SCOPRIRE LE ORIGINI DEL NILO E’ FALLIMENTARE; PLINIO IL VECCHIO DICE CHE LA SPEDIZIONE DI NERONE IN EGITTO FU DETTATA DA FINI IMPERIALISTICI LUCANO RICORDA CHE ANCHE CESARE E ALESSANDRO MAGNO SI ERANO INTERESSATI ALLE ORIGINI DEL NILO; LA NOSCENDI CUPIDO ACCOMUNA I TIRANNI IL PARALLELO SENECA-CALLISTENE I DUE EXCURSUS SONO IN SIMMETRIA, COME LO SONO PROEMIO ED EPILOGO GIA’ LO STUDIOSO ITALO LANA PENSAVA CHE SENECA PROIETTASSE IN CALLISTENE, IL FILOSOFO SCIENZIATO UCCISO DA ALESSANDRO MAGNO, SE S TESSO SENECA DENUNCIA IMPLICITAMENTE LA DERIVA DI NERONE VERSO UNA GESTIONE TIRANNICA DEL POTERE, COME QUELLA DI ALESSANDRO MAGNO, CON CUI HA IN COMUNE LA NOSCENDI CUPIDO. L’EPILOGO E IL SUO SIGNIFICATO NELL’EPILOGO SENECA RIBADISCE LA NECESSITA’ DI ACCETTARE COME DATO NATURALE LA MORTE E DI RENDERLA UN CONCETTO A SE’ FAMILIARE SENECA VUOL RIBADIRE IL SENSO IDEOLOGICO DELLA SUA RINUNCIA ALLA POLITICA: LO STUDIO DELLA NATURA E’ UNICA OCCUPAZIONE DEGNA DEL SAPIENTE, NON SCELTA FORZATA SENECA NON RINUNCIA, IMPLICITAMENTE, A DENUNCIARE LA FOLLIA DEL TIRANNO NERONE, CONVINTO, PROBABILMENTE, CHE PRESTO AVREBBE FATTO LA STESSA FINE DI CALLISTENE. LO STILE DI SENECA SCIENZIATO: IL LINGUAGGIO “DRAMMATICO” IL LINGUAGGIO DELLE OPERE SCIENTIFICHE NON E’ DISSIMILE DA QUELLO DELLE OPERE MORALI E DELLE TRAGEDIE (TRAINA PARLA DI “STILE DELL’INTERIORITA’ E DELLA PREDICAZIONE”) ANCHE LO STILE DI SENECA SCIENZIATO E’ “DRAMMATICO”, PERCHE’ RIFLETTE LA LOTTA DELL’UOMO CONTRO IL VIZIO PER RAGGIUNGERE L’EQUILIBRIO DELLA PROPRIA ANIMA, VERO FINE DELL’OPERA ANCHE NELLE DISSERTAZIONI SCIENTIFICHE SENECA SI AVVALE DI UNA PROSA SERRATA, CON SENTENZE, VARIATIONES, INTERROGATIVE DIRETTE, METAFORE, CITAZIONI POETICHE. LA STRUTTURA DELLE SPIEGAZIONI DEL FENOMENO SISMICO L’argomento per analogia: Alcuni attribuiscono queste oscillazioni al fuoco […]- Infatti, poiché esso arde in parecchi luoghi sotto terra, è necessario che produca una grande quantità di vapori senza uscita, che con la loro potenza aumentano la pressione dell’aria e, se il calore diviene ancora più intenso, fa saltare tutti gli ostacoli […]. Noi vediamo che l’acqua spumeggia quando viene messa sul fuoco. L’effetto prodotto su una piccola quantità d’acqua chiusa in un recipiente possiamo credere che sia ben più considerevole quando un fuoco violento e immenso mette in movimento enormi masse di liquido. ALTRO ARGOMENTO PER ANALOGIA Ecco ciò che dice Archelao, accurato studioso del suo tempo. I venti s’introducono nelle cavità della terra. Quando poi l’aria ha riempito tutti gli spazi e ha raggiunto il massimo grado di condensazione, la corrente che sopravviene comprime quella già presente, la urta e con i suoi ripetuti colpi dapprima l’ammassa, poi la respinge. Allora, cercando di farsi posto, l’aria compressa elimina ciò che la stringe e si sforza di spezzare gli ostacoli. Così accade che, a seguito della lotta dell’aria in cerca di fuga, la terra si mette a tremare. E OGGI? UNA VALUTAZIONE DEL VALORE SCIENTIFICO DEL TESTO DI SENECA Per la mentalità odierna, la scienza antica è “peggiore”, “meno precisa” della scienza contemporanea. Questa idea deriva dalla lettura positivistica della storia della scienza. Ma una lettura attenta delle spiegazioni fornite oggi dagli scienziati per i fenomeni sismici ci permette di smentire almeno in parte questa idea così diffusa. LA SPIEGAZIONE ODIERNA DEI TERREMOTI. Per terremoti tettonici si intendono quelli prodotti da fratture di parti rigide della crosta terrestre o della litosfera […]. Queste fratture possono essere immaginate come veri e propri strappi, a loro volta causati dalle deformazioni elastiche accumulate nel tempo dallo spostamento lento, ma costante, delle placche litosferiche l'una rispetto all'altra. Quasi tutti i grandi terremoti traggono origine dal moto delle placche e dalla loro interazione reciproca, quindi l'energia liberata dai terremoti deve essere fornita dalle forze di spostamento delle zolle litosferiche. Tale energia motrice è individuata nei moti convettivi della parte calda e plastica della Terra, chiamata astenosfera, per effetto del riscaldamento prodotto dal decadimento degli elementi radioattivi. Treccani, Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2007) SPIEGAZIONI ANTICHE E SPIEGAZIONI ODIERNE Come è possibile notare, anche la spiegazione fornita dagli scienziati contemporanei è una spiegazione per analogia. Ovviamente, le teorie odierne sono più aderenti alla realtà del fenomeno rispetto alle teorie antiche. Ma se bastasse questo per definire “non scientifica” una teoria, allora anche la teoria della gravitazione universale di Newton non sarebbe scientifica (dato che essa è più lontana dalla realtà dei fenomeni rispetto alla teoria della relatività). Ciò che distingue le teorie “più vecchie” da quelle “più recenti” e che le rende, per ciò stesso, peggiori, deve dunque essere qualcos’altro. Cosa? Chiediamolo al filosofo che ha diffuso nella cultura occidentale questo modo di confrontare le teorie scientifiche: A. Comte. A. COMTE E L’IDEA DI PROGRESSO DELLA FILOSOFIA “Studiando […] lo sviluppo dell’intelligenza umana nelle sue diverse sfere di attività, dalle prime manifestazioni fino ai giorni nostri, credo di aver scoperto una grande legge fondamentale, alla quale esso è soggetto con ferrea necessità e che può essere definita in modo preciso sia con prove razionali ricavate dalla conoscenza della nostra organizzazione, sia con la verifica storica risultante da un attento esame del passato” A. Comte, Corso di filosofia positiva LA LEGGE DEI TRE STADI “Questa legge consiste nel fatto che ogni nostra concezione fondamentale, ciascun settore delle nostre conoscenze, passa successivamente attraverso tre stadi diversi: lo stadio teologico o fittizio; lo stadio metafisico o astratto; lo stadio scientifico o positivo […].” A. Comte, Corso di filosofia positiva LO STADIO METAFISICO “Nello stadio metafisico, che non è in fondo una semplice modificazione generale del [lo stadio teologico], gli agenti sovrannaturali sono sostituiti da forze astratte, vere entità inerenti ai diversi esseri del mondo concepite come capaci di produrre esse stesse tutti i fenomeni osservati, la cui spiegazione consiste dunque nell’assegnare a ciascuno l’entità corrispondente” A. Comte, Corso di filosofia positiva LA TEORIA DI COMTE E’ ERRATA Secondo Comte, dunque, le teorie pre-galileiane (come quella di Seneca) sono “peggiori” di quelle post-galileiane (come quella riportata sull’Enciclopedia Treccani) perché spiegano i fenomeni ricorrendo a entità “metafisiche” delle quali è impossibile dimostrare l’esistenza. Ma nelle spiegazioni riportate da Seneca non si fa riferimento a nessuna entità “metafisica” (si citano i quattro elementi e si fa riferimento a caverne e fiumi sotterranei…). Quindi sono in tutto e per tutto simili alla teoria odierna sui terremoti. Inoltre, come già evidenziato, quelle spiegazioni ricalcano la struttura di quelle odierne (sebbene ne differiscano per i contenuti) Il testo di Seneca può quindi essere usato come fonte storica per smentire la lettura comtiana della storia della scienza, che tanto influenza la nostra cultura. UN ALTRO USO DEL TESTO DI SENECA. Il testo di Seneca richiama da vicino un famoso testo di Leopardi che sembra essergli affine per contenuti: il “Dialogo tra un folletto e uno gnomo”. LEOPARDI, DIALOGO DI UN FOLLETTO E DI UNO GNOMO Contenuto del testo: Leggi di natura indifferenti alle sorti umane Critica all’antropocentrismo LEOPARDI, DIALOGO DI UN FOLLETTO E DI UNO GNOMO Struttura dell’argomentazione: la vita dell’uomo è solo un aspetto (marginale) della vita della natura Poiché la natura può sopravvivere alla vita del genere umano, dobbiamo arrenderci all’idea che essa non sia costruita per facilitare la nostra esistenza Le leggi di natura non sono costruite per favorire l’esistenza eterna o facilitata dell’essere umano LA CRITICA DI LEOPARDI ALLO STOICISMO Leopardi ritiene lo stoicismo agli antipodi della sua visione: “I porci, secondo Crisippo, erano pezzi di carne apparecchiati dalla natura per le cucine e le dispense degli uomini, e, acciocchè non imputridissero, conditi colle anime in vece di sale” G. Leopardi, Dialogo di un folletto e di uno gnomo. L’ARGOMENTO DI CRISIPPO (381-377a.c. - 208-204a.c.) Le parole che Plutarco ci ha tramandato su Crisippo, esponente dello stoicismo antico, sembrano supportare la visione che Leopardi offre in modo ironico dello stoicismo antico: Le nostre nature fanno parte del tutto, e perciò il fine è vivere seguendo la natura, sia la propria sia quella del tutto, nulla facendo di ciò che vieta la legge universale che non è altro che la retta ragione scorrente per tutta la realtà e si identifica con Zeus […]. Lo stesso è la virtù dell’uomo felice e il buon scorrere della vita, quando tutto si compia in accordo con la ragione divina che è in ciascuno di noi e con riguardo alla volontà del reggitore dell’universo. Plutarco, Della virtù morale, 441c STRUTTURA DELL’ARGOMENTO DI CRISIPPO E IMPLICAZIONI la mia vita fa pienamente parte della vita dell’universo; quindi la vita beata è quella in accordo con le leggi della natura. ----------------Questo implica che: se le leggi che reggono il mondo stabiliscono che la mia vita debba cessare, sarebbe stupido opporsi, perché ciò che esse sanciscono è immutabile (in questo Crisippo e Seneca concordano). Se seguire le leggi che reggono il mondo mi rende felice, questo vuol dire che queste leggi sono state fatte per me (questo ottimismo manca in Seneca, che ricava la sua felicità dalla tranquillità data dalla rassegnazione) LEOPARDI E LO STOICISMO E’ quindi giusto dire, con Leopardi, che il messaggio dello stoicismo è quello di un antropocentrismo rassicurante Ma questa accusa NON può essere rivolta anche a Seneca: nello stoicismo di Seneca, infatti, non vi è antropocentrismo. Anzi, lo stoicismo di Seneca supporta l’argomentazione di Leopardi. UN CONFRONTO TRA SENECA E LEOPARDI Premessa comune: la vita dell’uomo è solo un aspetto (marginale) della vita della natura Seneca Poiché perfino la natura può perire, dobbiamo arrenderci all’idea della nostra finitezza Leopardi Poiché la natura può sopravvivere alla vita del genere umano, dobbiamo arrenderci all’idea che essa non sia costruita per facilitare la nostra esistenza Implicazione comune: Le leggi di natura non sono costruite per favorire l’esistenza eterna o facilitata dell’essere umano POSSIBILI COLLEGAMENTI INTERDISCIPLINARI PER L’ESAME DI STATO RAPPORTO INTELLETTUALI – POTERE (SENECA-LUCANO, TOTALITALISMO, “GUERNICA”, SCUOLA DI FRANCOFORTE, FERMI E LA BOMBA ATOMICA…) L’UOMO NELLA NATURA (SENECA, LEOPARDI, D’ANNUNZIO, IMPRESSIONISMO… ) SPIEGARE PER ANALOGIA (SENECA SCIENZIATO, LA FILOSOFIA DELLA STORIA POSITIVISTA, SURREALISMO, MODELLI ATOMICI) BIBLIOGRAFIA M. BERETTA-F. CITTI-L. PASETTI, Seneca e le scienze naturali, Firenze 2012 A. DE VIVO, Le parole della scienza, Salerno 1992. A. KOYRE’, Dal mondo del pressappoco all'universo della precisione, Torino 1967. L. RUSSO, La rivoluzione dimenticata, Milano 2014. TREBINO, La cultura scientifica a Roma, Genova 2013. TRECCANI, Enciclopedia della Scienza e della Tecnica, versione online aggiornata al 2007 SENECA, Questioni Naturali, a cura di R. MAGELLESI, Milano 2004. SENECA, Epistole a Lucilio PLUTARCO, Della virtù morale G. LEOPARDI, Operette morali A. COMTE, Corso di filosofia positiva, a cura di F. TONON e G. D’ANNA, Messina-Firenze 1975.
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