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L a S e ta 2016 NUMERO UNICO SAPERI E RICERCA NEL TESSSILE L a S e ta Sommario CULTURA Pg 01: A Beautiful confluence Pg 05: Cent’anni fa… Alcuni cenni sull’attività del laboratorio di studi ed esperienze sulla seta Pg 12: Manutenzione fibre tessili RICERCA Pg 21: Gruppo di lavoro “Prodotti in seta” Pg 24: Coating funzionale di nanoparticelle di ossido di zinco (ZnONPs) su seta Pg 30: Il comfort termofisiologico nel settore tessile Pg 36: News Pg 41: Manifestazione di Settore [email protected] REDAZIONE: Chiara Cappelle , Riccardo Formigoni DIRETTORE RESPONSABILE: Silvio Fargò EVENTI Cultura A Beautiful Confluence Anni e Joseph Albers e l’America Latina MUDEC R. FORMIGONI L a mostra presente al Museo delle Culture di Milano (MUDEC) dal 28 Ottobre al 21 Febbraio 2016 è dedicata alla celebre coppia di artisti e collezionisti Anni e Joseph Albers. L’evento è curato da Nicholas Fox Weber, direttore della Joseph and Anni Albers Fondation. La mostra “A Beautiful Confluence. Anni e Joseph Albers e l’America Latina” confronta le opere con i manufatti artistici precolombiani, evidenziando la loro passione per quegli oggetti, in particolare per quelle manifatture tessili messicane e peruviane, che hanno avuto modo di conoscere durante i loro 14 viaggi e che hanno collezionato con tanta dedizione. Fox Weber stesso racconta di aver visto nel 1976 uno studiolo con stipati più di mille pezzi! Il titolo di questa mostra rende omaggio appunto alla “confluenza” delle culture precolombiane nelle opere di Anni e Joseph Albers; forma, ritmo, colore e funzione sono gli stessi principi che stanno alla base degli artefatti precolombiani. Joseph Albers amava il ritmo delle forme, il fatto che la luce entrasse in uno spazio così come si può ammirare nei manufatti tessili esposti. Si tratta dello stesso linguaggio visuale. Non è La seta possibile sapere con certezza se le “confluenze” siano consapevoli o inconsce, ma possiamo senz’altro riconoscere le somiglianze che vi sono tra i pezzi raccolti dagli Albers e le loro opere. Anni Albers: scrittrice, disegnatrice di tessuti, tessitrice, è considerata la più influente artista tessile del XX secolo. Nata in Germania, nel 1922 aderì alla scuola della Bauhaus a Weimar. Anni Albers al Telaio Anni non poté accedere alle specifiche discipline insegnate all’interno della scuola, in quanto donna, e frequentare i workshop di Cultura architettura, per cui declinò la sua scelta verso la tessitura. In questo contesto conobbe il suo futuro marito, Josef Albers. Grazie all’insegnante Giunta Stölzl, imparò rapidamente ad amare le sfide legate alla costruzione dei tessili. Con l’affermazione del regime nazista i coniugi si trasferirono nel 1933 negli Stati Uniti. Anni è nominata Professore associato d’Arte, diventa cittadina americana nel 1939 e negli anni ’40 comincia a realizzare tessiture di piccole dimensioni che poi monta su lino e incornicia. Nel 1949 si trasferisce col marito a New York, dove al Museum of Modern Art si tiene la mostra “Anni Albers Textiles”; la prima retrospettiva dedicata al lavoro di un artista tessile mai organizzata da un museo. Successivamente si trasferiscono in Messico, il loro soggiorno diventüa un’occasione proficua per riscoprire i tesori precolombiani Maya e Inca, che avevano in precedenza ammirato al Museum für Volkerunde di Berlino, dove trovano il posto ideale per dedicarsi ed immergersi completamente nel loro lavoro. uniche nelle quali sono evidenti i richiami all’architettura messicana o alle geometrie dei Maya. I successivi viaggi tra Cuba, Perù e Cile servirono per acquisire la consapevolezza dell’importanza del lavoro artigiano autoctono, e procrastinato seguendo lo stesso modello all’infinito. Manufatti come ricami, frammenti di tunica, arazzi e piccoli utensili, sono posizionati di fronte ai dipinti; una interessante mostra fotografica completa il tutto contestualizzando il lavoro dei coniugi, mostrandoli tra i resti delle civiltà da cui furono rapiti. Esempi che testimoniano l’influenza del mondo latino-americano sul loro lavoro, includono l’acquerello di Anni: Studio per Camino Real (1967) che evoca le geometrie Maya e Inca, così come i suoi dipinti murali i cui motivi si ispirano a fotografie scattate da Josef a Cuzco, Perù. Frammento: AUTORE SCONOSCIUTO DELLA COLLEZIONE ALBERS ©THE JOSEF AND ANNI ALBERS FOUNDATION Anni Albers, Study for Camino Real, ca. 1967 © The Josef and Anni Albers Foundation La riscoperta degli antichi tessuti precolombiani delle Ande, ricchi di tradizione, e il contatto con la popolazione locale custode delle tradizioni legate alla tessitura e tintura dei tessili permisero ai coniugi di elaborare e produrre creazioni La seta In mostra ci sono anche esempi di arazzi di Josef, la cui composizione si basa su edifici presenti in Messico a Mitla; in evidenza anche i brillanti rossi del Palazzo delle Colonne a Oaxaca(Messico). Vivaci esempi che Cultura testimoniano l’influenza del mondo latinoamericano sul loro lavoro. Josef Albers, Mitla, 1940© The Josef and Anni Albers Foundation in fondo, e contano molto di più dei movimenti artistici”. Forma, ritmo, colore e funzione, d'altro canto, sono gli stessi principi che informano gli artefatti pre-colombiani: “Ci sono relazioni, che evidenziamo nella mostra, tra certi dipinti ,arazzi e l'architettura Adobe, o quella di Cuzco e Machu Picchu. È lo stesso linguaggio visuale. Josef una volta mi confidò che non capiva l'ossessione per il “nuovo”, per lui era molto meglio “rifare” qualcosa che funziona, trarne insomma delle variazioni”. Per Anni Albers il discorso era molto simile. “Quando le dissi che aveva inventato il tessuto a trama larga, lei mi disse che l'aveva solo riscoperto. L'avevano ideato i suoi antenati in Perù centinaia di anni prima. E mi mostrò un pezzo della sua collezione...”. Josef Albers aveva già utilizzato sottili variazioni come un modo di rivisitare lo stesso oggetto nei suoi dipinti, ma fu solo quando cominciò a raccogliere le figurine Perù, Cultura Huari – Tiahuanaco. Secc. VII/ X d.C., cotone. © The Josef and Anni Albers Foundation Josef Albers, Layered, 1940 © The Josef and Anni Albers Foundation Chupicuaro, frammenti tessili quasi identici tra di loro (ne acquisì 283 in totale) che accantonò ogni riserva verso la ripetizione nell’arte e di conseguenza diede inizio alla sua serie più iconica, Omaggi al Quadrato. “Josef Albers amava il ritmo delle forme, l'eccitazione degli angoli, la luce che entra in uno spazio, come si vede nei quadri esposti”, spiega Fox Weber. “Sono valori universali, La seta Frammenti di origine sconosciuta © The Josef and Anni Albers Foundation La mostra è allestita nelle due sale alla fine del percorso espositivo della collezione permanente, che è il cuore del Mudec. Cultura I Tessuti Precolombiani Presso le civiltà precolombiane i tessuti erano molto considerati: rappresentavano una forma di ricchezza, donati ai sovrani o alle divinità nei riti religiosi. Nella società incaica anche gli indumenti servivano ad indicare particolari ruoli o status. I tessuti facevano parte dei beni sacri dei Precolombiani, in particolare nell’area peruviana erano considerati materiali ad alto contenuto simbolico; venivano utilizzati nel corso delle cerimonie sacre e facevano parte dei corredi funebri. L’uso di questi preziosi manufatti era riservato solo a figure socialmente importanti e spesso gli abiti riportavano decorazioni simboliche. In Perù veniva usato inizialmente il cotone, poi lane da lama, alpaca, vigogna, queste spesso venivano tinte per poi realizzare ricami su cotone; la lana di vigogna veniva esclusivamente impiegata per tessere gli abiti del sovrano inca, l’indosso di manufatti tessuti con la lana di questo camelide veniva punito con la morte. La lana di alpaca era invece riservata alla nobiltà. Lana e cotone potevano essere utilizzate nella loro tinta naturale come è evidenziato dallo studio di tessuti prevalentemente di tonalità tendente al marrone. Mediante la tecnica HPLC-DAD è stato possibile identificare i coloranti organici impiegati: le foglie di Lafoemia acuminata servivano ad ottenere il giallo; il blu era ottenuto con coloranti indigoidi; il rosso in alcuni casi era estratto dalla cocciniglia (colorante organico animale), mediante ulteriori indagini analitiche è stato possibile stabilire l’utilizzo di tre tipi diversi di cocciniglie sudamericane. In altri reperti il colore rosso proveniva da Rebulnium (colorante organico vegetale); in altri casi ancora per ottenere particolari sfumature veniva impiegata una miscela di cocciniglia e Rebulnium tipica delle culture precolombiane Huari e Tiahuanaco (5001000 d. C.). I tessuti venivano realizzati per la maggior parte in cotone (ordito) e lana camelide (trama), erano realizzati con la tecnica dell’intreccio tela dell’arazzo. I coloranti venivano fissati con mordenti come allume o urina. I tessuti potevano essere tinti mediante immersione in bagni di colorante o avvolgendo più pezze insieme così da ottenere macchie di colore. Inizialmente gli utensili per la filatura e per la tessitura erano molto semplici e furono introdotti soltanto con l’uso del cotone e della lana. La filatura veniva fatta a mano, secondo la tecnica del “fuso a caduta”, in cui il fuso, tenuto dalla filatrice nella mano destra, era girato a sinistra o a destra, secondo la direzione della torsione, mentre con la mano sinistra, la filatrice tendeva i filamenti di cotone o lana posti su una conocchia di legno. I tessitori precolombiani erano molto abili, il sistema più usato per tessere era ottenuto dal telaio a martingala: stretto e mobile con un’estremità legata alla cintura del tessitore e l’altra ad un albero. Con questo sistema, l’artigiano poteva controllare la tensione dell’ordito, realizzando così tessuti impossibili da ottenere su un telaio fisso. Le tuniche erano composte da due parti rettangolari cucite lungo i fianchi, aperte sul collo e sulle braccia. Le stoffe potevano contenere fino a 200 fili per centimetro quadrato. Il gusto per la decorazione segue un’estetica del tutto particolare che prevede una diversa disposizione nello spazio degli schemi compositivi. Gli elementi decorativi sono disegnati in modo che, a seconda del punto di osservazione, possono essere visti in diverso modo; l’immagine stilizzata di un uccello capovolgendo la direzione del tessuto appare come un pesce. La seta Cultura La seta Cultura Cent’anni fa… Nessuno disconosce i vantaggi che le arti industriali ritraggono dai metodi scientifici di investigazione per lo studio dei problemi tecnici, ed è questa considerazione che nei paesi più progrediti sono sorti i Laboratori e le Stazioni Sperimentali per le indagini che mirano a perfezionare i metodi di produzione dei prodotti di maggior consumo. In questo ordine di idee la Società Anonima Cooperativa per la Stagionatura e l’Assaggio delle Sete ed Affini di Milano, accoglieva nel 1894 il voto dell’Associazione per l’industria ed il commercio delle sete in Italia, fondava il Laboratorio di studi ed esperienze sulla seta, perché questo si facesse centro di utili iniziative per il progresso di codesto importante ramo delle attività nazionale, e più precisamente perché istituisse apposite ricerche su quanto può interessare la produzione dei bozzoli, la loro trattura e tutto ciò che tende a migliorare la qualità dei filati di seta e a rendere più perfetti i trattamenti a cui questi vengono sottoposti, tanto nei riguardi del filandiere come del tintore e del fabbricante di stoffe. L’attività del Laboratorio, nei 16 anni dacché è stato fondato, si è esplicata col duplice compito di integrare i servizi degli Uffici di stagionatura per tutti quei problemi che non possono essere risolti se non ricorrendo all’analisi chimica od a speciali ricerche, e di seguire gli assaggi per accertare il valore commerciale delle differenti varietà di bozzoli dal punto di vista del rendimento in seta e delle proprietà che questa offre rispetto alle operazioni di tintura e tessitura. L’attenzione è stata rivolta anzitutto all’esame delle acque delle filande per le eventuali correzioni da farsi, affinché si rendessero atte alla trattura dei bozzoli, e, per essere in grado di additare i metodi più convenienti, ha esaminato il comportamento dell’involucro serico dei bozzoli rispetto ai Sali che si trovano belle acque delle filande (I), ed ha introdotto un sistema La seta Cultura di correzione, che differisce dagli usuali in ciò che evita l’alcalinità riconosciuta dannosa per la trattura (2). Per le località che non dispongono di acque perfettamente sedimentate, ha additato alcune disposizioni per la provvista di acqua filtrata, che nell’applicazione diedero risultati soddisfacenti (3). Fra i problemi che maggiormente interessano i filandieri italiani, nel primo periodo di funzionamento del Laboratorio, figurava quello relativo agli effetti dannosi che i suffumigi di zolfo, applicati durante l’allevamento del baco, esercitavano sul reddito e sulla qualità della seta. Le estese ricerche istituite sull’azione delle sostanze proposte per combattere l’invasione della Botrite Bassiana, hanno provato che erano perfettamente giustificate le lamentele sul minor rendimento in seta dei bozzoli solforati e che è alla disinfezione preventiva che devono essere dirette le cure dei bachicoltori, secondo le norme che il Laboratorio ha precisate in apposita pubblicazione (4). Le indicazioni fornite valsero a convincere i coltivatori a rinunziare completamente alla pratica di abbruciare lo zolfo durante la salita del baco sulle siepi, e nel commercio, infatti, ora non accade che raramente di riscontrare bozzoli che contengano acido solforoso, formaldeide, e cloro, delle quali sostanze furono particolarmente studiati i metodi di ricerca. Il Laboratorio si è fatto iniziatore dell’applicazione dei recenti mezzi per attenuare gli inconvenienti a cui dà luogo la eccessiva umidità delle filande ed ha mostrato la necessità di ventilare i cassoni, nei quali si trovano glia arcolai che ricevono la seta, per impedire l’appiccicamento dei fili. Ha additato, inoltre, i provvedimenti migliori per smaltire al fumana e per migliorare le condizioni igieniche della maestranza (5). I criteri seguiti fino ad alcuni anni or sono nella scelta del seme bachi erano informati più che altro al desiderio di ottenere il massimo peso di bozzoli, e si apprezzava soprattutto la immunità alle malattie, la resistenza alle vicissitudini del clima ed alla incuria dei coltivatori, senza alcuna preoccupazione della qualità reale della seta e della maggiore o minore facilità del dipanamento e uniformità del titolo delle bave; ed è perciò che formarono oggetto di speciali prove i bozzoli coltivati nella nostra regione e quelli che si importano dall’Oriente per alimentare le nostre filande. Le indagini furono estese ai bozzoli: incrocio chinese, incrocio giapponese, incrocio poligiallo, gialli Brianza, gialli Toscana, gialli Calabria, gialli Varo, gialli Piemonte, gialli Grecia, gialli Salonicco, gialli d’Ungheria, gialli Adrianopli, gialli Oro Chinese, bianchi Turkestan, bianchi Kutais, bianchi Persia, dei quali vennero determinate le costanti chimiche, fisiche e tessili (6). Affinché l’apprezzamento delle qualità delle sete ottenute acquistasse la voluta attendibilità, si è reso necessario di precisare i caratteri delle cosidette sete classiche di La seta Cultura Lombardia, ciò di quei filati che nel commercio serico si considerano i migliori (6). L’abilità delle filatrici è stata meglio apprezzata dopo che il Laboratorio pensò di ricorrere all’apparecchio di proiezione dell’immagine ingrandita del filo che passa innanzi al microscopio per la numerazione di nodi, delle anse e degli arruffamenti che danneggiano l’aspetto delle sete greggie (7). Anche il confronto fra le sete tratte dalle diverse varietà di bozzoli, per ciò che concerne il requisito dell’uniformità di titolo, si è reso facile coll’apparecchio che il Laboratorio ha fatto appositamente costrurre per stabilire la entità dei tratti di filo il cui diametro scende al di sotto del normale (8). Le gravi preoccupazioni che avevano destato le lamentele dei fabbricanti di tessuti sul difetto che la bava del filugello talvolta presenta di sfilacciarsi e di suddividersi in fibrille esilissime, che arruffano ed offuscano la lucentezza dei tessuti, indussero il Laboratorio ad istituire numerose indagini per scoprire le cause di questa anormalità che aveva dato luogo a vertenze interminabili fra filandieri e fabbricanti di tesnuti. In seguito agli studi proseguiti per oltre cinque anni è stata accertata la influenza che esercita la sgommatura sulla costituzione morfologica della fibra serica, e la necessità di evitare al filato i più lievi sforzi allorquando trovasi immerso nel bagno bollente di sapone per spogliarlo dalla sericina. Con questa osservazione fatta nel 1901, si accorda il procedimento di purga colla schiuma, introdotto più tardi dai F.lli Schmidt di Basilea con pieno successo, il quale rappresenta una delle più notevoli innovazioni nella tintura della seta. Su questo nuovo processo di sgommatura il Laboratorio ha eseguito estese ricerche, che sono attualmente in corso di pubblicazione. Le conclusioni a cui condussero gli studi sullo sfilacciarsi delle sete tinte sono state accolte dalla Silk Association of America, la quale ha curato la traduzione in inglese della memoria che il Laboratorio ha pubblicato su questo soggetto, e che ha scagionato definitivamente i filandieri italiani dalle responsabilità che loro erano state addossate per colpa dei tintori ed in base ad esperienze non condotte con rigore scientifico (9). Della stessa pubblicazione ha curato pure un’altra edizione inglese il distinto entomologo Sir Thomas Wardle, presidente della Silk Association di Leek. La imperfezione dei metodi a cui anticamente si ricorreva per la stagionatura accelerata dei bozzoli ha suggerito al Laboratorio di studiare l’applicazione dei metodi moderni di essiccazione, ed è in seguito alla sua iniziativa, e dopo di aver precisate le condizioni nelle quali la stagionatura deve essere fatta, che furono costrutti gli apparecchi ora largamente adottati in Italia ed all’estero (10). Nel laboratorio fu ideata una nuova disposizione per la stagionatura dei piccoli La seta Cultura campioni, che offre il vantaggio di potere eseguire la stagionatura di varie matassine ad un tempo, col sussidio di una sola bilancia, e di operare la pesatura a freddo, con una esattezza che difficilmente si può raggiungere con apparecchi usuali (11). Poiché, come è noto, i tessuti di seta non sono più riservati alle classi ricche e gli attuali consumatori corrono dietro al buon mercato, ai fabbricanti non era possibile di produrre tessuti che per il loro basso prezzo permettessero di demoeratizzare ulteriormente la seta, senza ricorrere allo spediente di ingrossare artificialmente il diametro del filo serico mediante mordenti metallici, che prendono il posto di un equivalente volume di seta. Siffatto sistema non era però disgiunto dalla rapida alterazione dei tessuti, tanto che non pochi erano quelli che attribuivano alle cariche la depressione che si lamentava nel commercio serico. Il Laboratorio, essendosi proposto di trovar modo di accrescere la durata dei tessuti di seta, indagò dapprima quali erano le cause del rapido sciupio (12) ed, accertate queste, poté scoprire alcuni reattivi, che divennero di uso generale e che inducono ai tessuti tinti con Sali di stagno una resistenza inattesa alla luce (13). Tale innovazione nel processo di tintura è stata accolta da tutte le principali tintorie dell’Europa e dell’America ed ha giovato a ricondurre il favore del pubblico verso i tessuti di seta (14). Il Laboratorio si è occupato dei metodi per scoprire se le sete gregge o molinate sono state tinte artificialmente od hanno subito un aumento artificiale di peso ed in quale misura, ed ha istituito un apposito servizio pubblico pel controllo della purezza dei filati (15). Ha studiato altresì i metodi per determinare il titolo che la seta tinta presentava prima di sottoporla alla tintura (16) e per stabilire la entità della carica indotta dalle tinte pesanti (17). Allo scopo poi di rendere più spedito questo assaggio, ha introdotto una modificazione nel metodo per la determinazione dell’azoto e cioè della fibra pura, per modo che l’analisi può essere eseguita in poche ore (18). Sulla scelta delle sostanze meglio adatte per facilitare il dipanamento dei filati di seta nelle operazioni di molinaggio e sul loro comportamento durante la stagionatura, ha istituito numerose prove affinché fossero chiariti gli inconvenienti a cui talvolta danno luogo, nell’intento di scoprire i mezzi atti ad evitarli. La memoria che riassume i risultati ottenuti ebbe favorevole accoglienza dai pratici e fu tradotta in lingua francese dal Direttore della SeidentrocknungsAnstalt di Basilea (19). Il Laboratorio si è assunto di studiare problemi svariatissimi proposti dai filandieri, dai tintori e tessitori, di cui non pochi forestieri, e di quelli che presentavano maggiore interesse per i tecnici ha fatto oggetto di pubblicazione (20). In ispecie sono riuscite istruttive le osservazioni sulle macchie che si producono sui tessuti e sui filati di seta e sulle cause delle ineguaglianze di tintura, nonché le prove sulla vitalità delle crisalidi del baco da seta e sulla conservazione dei bozzoli nelle celle frigorifere, ecc. La seta Cultura Non essendo abbastanza diffuse le norme per impedire i danni che provoca la invasione del Dermestes lardarius nei magazzeni dei bozzoli e delle sete, il Laboratorio ne ha fatto oggetto di apposita pubblicazione (21). In questi ultimi due anni ha preso in esame i diaspicidi più in voga per stabilire la loro efficacia. Alcuni dei preparati che attualmente si stanno sperimentando in varie località e che offrono il vantaggio di fornire emulsioni abbastanza stabili, hanno fornito buoni risultati nelle prime prove eseguite, e sulla loro efficacia rispetto agli oli ordinari di catrame si attende la conferma delle esperienze in corso. Il laboratorio ha assecondato volenterosamente la iniziativa presa dall’Associazione Serica per l’Industria ed il Commercio delle sete, la quale si è proposta il lodevole compito di rimediare alla mancanza di scuole speciali per la tecnologia della seta, coll’istituire dei corsi per gli aspiranti alla direzione delle filande e dei filatoi. Il personale del Laboratorio si è assunto l’insegnamento della merceologia e tecnologia della seta ed ha fatto profittare gli studenti del ricco materiale di sperimentazione di cui l’Ufficio di stagionatura dispone, nonché di quello che nelle svariate ricerche eseguite ha potuto raccogliere (*). La speciale organizzazione di questa scuola ha attirato in breve non solo coloro che si trovano già impiegati nell’industria serica italiana, ma anche studiosi forestieri, che hanno apprezzato l’indirizzo seguito nell’insegnamento (22). Il laboratorio non ha auto sussidi dal governo né da enti morali, ma solo colla liberalità dei soci della Stagionatura Anonima Cooperativa provvede alla propria esistenza. Esso si lusinga di aver risposto, come era suo desiderio, al compito che gli era stato affidato, ed osa sottoporre al giudizio del pubblico gli sforzi fatti, dopo il lusinghiero apprezzamento che la Presidenza dell’Associazione tedesca dell’industria tessile ha espresso in un rapporto sul funzionamento di questa istituzione (23). (*) Nella scuola per gli addetti alla Industria serica vengono impartiti insegnamenti di Merceologia e tecnologia dei bozzoli e dei filati di seta – di meccanica applicata al setificio – di contabilità applicata al setificio e nozioni di tessitura. La seta Cultura PUBBLICAZIONI DEL LABORATORIO DI STUDI ED ESPERIENZE SULLA SETA (1) Bollettino di Sericoltura, 1898, pag 51-159. – Intorno al modo di comportarsi dell’involucro dei bozzoli durante la trattura (2) Analisi e ricerche eseguite dal maggio 1894 al giugno 1895. – Relazione presentata al 3° Congresso di Bacologia e Sericoltura in Cuneo, pag. 29 – Intorno alla correzione delle acque per la trattura. (3) Bollettino di Sericoltura, 1907, pag. 319. – Sulla sedimentazione e filtrazione delle acque destinate alla trattura (4) ” 1896, pag. 139. – Confronto fra i bozzoli provenienti dalle coltivazioni ordinarie e bozzoli provenienti da coltivazioni solforate. ” 1899, pag. 517. – Intorno all’impiego della formalina nella bachicoltura. ” 1902, pag. 362. – Allevamento dei bachi coi suffumigi di solfo e di formaldeide. ” 1905, pag. 135. – Intorno alla disinfezione delle bigattiere ” 1905, pag. 162. – Sulla influenza esercitata dai suffumigi di solfo nella coltivazione dei bachi ” 1904, pag. 4. – Nuove esperienze sugli effetti dei suffumigi di solfo. (5) ” 1910, pag. 239. – Sugli inconvenienti causati dalla fumana nelle filande e sui metodi proposti per evitare il difetto dei fili appiccicati. (6) Comple-Rendu des recherches faites de 1894 à 1899, pag 87. – Caratteri commerciali delle sete classiche. Bollettino di Sericoltura, 1896, pag. 201. – Ricerche comparative intorno ai bozzoli bel Bombyx-mori dal punto di vista industriale. ” 1897, pag. 169 e 399. – 1902, pag 145. ” 1905, pag. 3, 253, 347. ” 1906, pag. 74, 356, 507. ” 1907, pag. 413. ” 1908, pag. 4, 316, 327. ” 1909, pag. 304, 487. (7) ” 1896, pag. 242, 258. – Intorno ai metodi di assaggio dei bozzoli. (8) Comple-Rendu des recherches faites de 1894 à 1899, pag. 9-63. (9) Sullo sfilacciarsi delle sete tinte. – Milano 1905. Revelings (or Luisines) of Died Silks. – New York, 1906 (10) Bollettino di Sericoltura, 1896, pag. 107. – Intorno alla stufatura dei bozzoli. (11) ” 1896, pag. 494. – Nuova disposizione per determinare l’umidità delle fibre tessili. (12) ” 1896, pag. 299. – Intorno alle cause di alterazione dei tessuti di seta. ” 1896, pag. 83. – Intorno alle imperfezioni degli attuali sistemi di tintura della seta. ” 1907, pag. 241. – Sulle attuali condizioni delle tintorie di seta. (13) ” 1908, pag. 511. – Sul modo di accrescere la durata dei tessuti di seta. ” 1909, pag. 458. – Sulla natura delle alterazioni che la seta mordenzata coi sali di stagno subisce allorché è esposta alla luce ” 1910, pag. 524. – Sui processi per garantire la durata dei tessuti di seta. (14) Sull’alterazione dei tessuti di seta e sul nuovo processo per evitarla. – Milano, 1906. (15) Bollettino di Sericoltura, 1900, pag. 218. – Intorno al modo di caratterizzare il colore naturale della seta. ” 1906, pag. 177. – Intorno ai caratteri chimici e merceologici delle sete crude. ” 1909, pag. 157. – Sul controllo delle sete crude. (16) Comple-Rendu des recherches faites de 1894 à 1899, pag. 141. – Determinazione del titolo primitive di una seta tinta. (17) Bollettino di Sericoltura, 1907, pag. 73. – Contributo all’analisi delle sete tinte. (18) ” 1907, pag. 357. – Sul controllo delle sete tinte. (19) Sulla volatilizzazione, durante la stagionatura, di alcune sostanze che si applicano nella imbozzimatura delle sete crude. – Milano 1909. (20) Comple-Rendu des recherches faites de 1894 à 1899. – Tessuti di seta avriata, pag. 129. – Difetto di sfilacciatura della seta tinta, pag. 135. – Ricerche sulle colorazioni ineguali di alcuni velluti di seta, pag. 139. Bollettino di Sericoltura, 1903, pag. 397. – Sull’aspatura dei filati di seta. ” 1904, pag. 92. – Sulla trattura dei bozzoli coll’infuso di crisalidi. ” 1904, pag. 357. – Sulle vitalità delle crisalidi del baco da seta e sulla conservazione dei bozzoli nelle celle frigorifere. ” 1907, pag. 518. – Contributo ai metodi per differenziare le sete di varie provenienze. ” 1908, pag. 471. – Azione degli acidi e degli alcali sulle sete sgommate. (21) ” 1904, pag. 340. – Appunti sul Dermetes Lardarius. (22) ” 1906, pag. 154. – Scuola professionale per gli aspiranti alla direzione di opifici serici. (23) ” 1908, pag. 57. – Il laboratorio di Studi ed Esperienze sulla Seta giudicato all’estero. La seta Cultura C. CAPPELLETTI MANUTENZIONE FIBRE TESSILI Q uando si parla di manutenzione dei prodotti tessili normalmente si fa riferimento alle regole di manutenzione della fibra di partenza, ma vi possono essere anche particolari accorgimenti in base alla tipologia di tessuto. Inoltre è bene ricordare che nei tessuti in mischia vale la regola del “più delicato”, il tipo di manutenzione deve essere quello della fibra che ha più restrizioni, in particolare per quanto riguarda la temperatura di lavaggio. In questo documento verrà trattata la manutenzione facendo riferimento al solo capitolo lavaggio, senza trattare asciugatura e stiro. MANUTENZIONE IN BASE ALLA TIPOLOGIA DI FIBRA FIBRE NATURALI Cotone E’ la fibra tessile più diffusa e conosciuta in tutto il mondo per le sue caratteristiche di versatilità, facile assorbimento dei colori e basso costo. Benché il cotone presenti lo svantaggio ad attrarre le particelle di polvere a causa della sua ruvidezza, questo è compensato dall'alta lavabilità della fibra. I tessuti di cotone non vengono danneggiati in acqua molto calda o con saponi. In lavatrice il cotone bianco può sopportare alte temperature, per il cotone colorato è sconsigliato superare i 60° sia per garantire una maggiore longevità dei colori sia per garantire la durata stessa del tessuto. Pianta del Cotone Fibra di cotone vista al SEM Canapa Si ricava dalla lavorazione della canapa, una pianta ad alto fusto, erbacea, che viene coltivata nell’Europa orientale. Come fibra risulta essere molto resistente, ruvida, poco elastica e poco assorbente; per queste sue caratteristiche non viene usata nell’abbigliamento, ma nei tessuti di arredo (per rivestimenti, tappezzerie e tendaggi) e viene associata ad altri tessuti come cotone e lino per farne telerie adatte per la cucina. Essendo una fibra molto robusta, se di colore bianco, può essere lavata in lavatrice ad alta temperatura e candeggiata, per i tessuti di canapa colorata controllare le indicazione sulla tenuta dei colori. Per mantenere il suo pelo originale è sconsigliato usare la centrifuga. La seta Cultura Lino E’ tra le fibre tessili più conosciute e più antiche, inoltre la sua lavorazione è quella che rispetta maggiormente l’ambiente. Essendo una fibra molto fresca ed assorbente viene usata, anche mescolata al cotone, nell’abbigliamento ma anche per biancheria e arredamento. Nel lavaggio, se il lino è bianco, sopporta le alte temperature, mentre per tessuti di lino colorato è consigliato un lavaggio a medie o basse temperature, in quanto i colori non hanno la stessa resistenza dei colori del cotone e possono scolorire facilmente in modo non omogeneo. Durante l'asciugatura il lino diviene molto fragile, ma riacquista la sua naturale idratazione e flessibilità nel tempo assorbendo l'umidità dall'aria. È sconsigliato centrifugare i capi in lino in quanto si sgualcisce molto rendendo poi la stiratura molto difficile. Pianta del Lino Fibra di lino vista al SEM Lana E’ la fibra tessile che in modo generico indica tutte le fibre che vengono ottenute non solo dal vello delle pecore, ma anche da altri animali come il coniglio d’angora, l’alpaca, capra tibetana, cammello. Dalla lavorazione di questi velli si ottiene una fibra tessile molto resistente allo sporco ma poco ai liquidi in quanto altamente igroscopica, per questo tende a macchiarsi facilmente con i liquidi e la manutenzione di questo tessuto non è particolarmente facile. Se il lavaggio è possibile eseguirlo in acqua, questo richiede molta attenzione: è sconsigliato il lavaggio in lavatrice, mentre per il lavaggio a mano, l’acqua non deve superare i 30°C e possibilmente non deve essere calcarea. I detersivi devono essere neutri. Sono sconsigliati anche i trattamenti meccanici di centrifuga o strizzatura. Lana La seta Cultura Seta Molte sete possono essere lavate a mano e ci sono tre regole base da osservare: lavare la seta in acqua tiepida e con sapone delicato, sciacquare con delicati movimenti della mano, stirare al contrario quando è ancora umida e a basse temperature. E’ consigliato il lavaggio a secco per certi tessuti (taffetà, chiffon, broccati, stampati a forti colori); mentre per altri (camicette, pigiami e simili) può essere previsto il lavaggio a umido, a mano in acqua tiepida non superiore a 40°C con detersivi neutri, il risciacquo deve essere accurato e anch’esso in acqua tiepida. Se il tessuto è colorato, va sciacquato velocemente e, aggiungendo un po’ di aceto nell’acqua, si ridona lucentezza ai colori, se il tessuto è bianco aggiungere all’acqua del risciacquo dell’acqua ossigenata. Non strofinare e non strizzare. Bozzoli di seta Fibra si seta vista al SEM FIBRE ARTIFICIALI Alcuni capi devono essere trattati a secco, in caso di lavaggio invece dovranno essere utilizzati acqua tiepida e sapone delicato, non strizzare, risciacquare abbondantemente. Acetato Fibra artificiale ottenuta dalla cellulosa simile alla seta. È un tessuto morbido e brillante, è discretamente traspirante, antistatico, e ha una buona capacità di assorbire i liquidi. Il lavaggio in acqua deve essere delicato utilizzando detersivi neutri, non deve superare i 40°C per i tessuti chiari, mentre per i colorati, dato che sono tessuti che tendono a scolorire, non superare i 30°C. Rayon (viscosa, bemberg cupro, modal) Sono fibre artificiali ricavate dalla cellulosa del legno, molto simili al cotone a cui vengono spesso associate. Il rayon è una fibra molto resistente, morbida, ma si stropiccia facilmente. Nel lavaggio in acqua i tessuti in cupro e modal sopportano anche i 60°C, anche nel caso di colorati, ma è consigliato non superare i 40°C per maggiore sicurezza e longevità del capo stesso. I capi in viscosa, essendo più delicati, vanno lavati in acqua tiepida. La seta Viscosa Cultura FIBRE SINTETICHE Poliammide Fibre sintetiche molto conosciute, molto resistenti, non si deformano, sono molto leggere e conferiscono ai tessuti grande brillantezza. Più sensibili al calore, queste fibre vanno lavate con acqua fredda o tiepida. Non richiede particolari attenzioni, i tessuti bianchi possono essere lavati anche a 60°C, per i capi più delicati si consiglia il lavaggio a mano in acqua fredda. Non sopportano il lavaggio a secco e l’uso di solventi nel lavaggio. Poliestere Fra tutte le fibre chimiche, il poliestere è quello che presenta la maggiore versatilità; molte fibre come la lana, il lino, il cotone o la viscosa oggi vengono mescolate con il poliestere per migliorare le proprietà. L'obiettivo principale è quello di rendere il filato o il tessuto più facile da curare, più resistente e ingualcibile. Alcuni capi possono essere lavati in lavatrice; in questo caso dovrà essere usata acqua calda e si consiglia di aggiungere dell'ammorbidente nell'ultimo risciacquo. Il lavaggio in acqua si può effettuare a 40°-50°C, fino a 60°C se sono misti a cotone; nel caso dei tessuti in terital, usati molto nell’abbigliamento, il lavaggio dipende dalle fibre a cui viene mischiato, è pertanto consigliato controllare e seguire scrupolosamente le indicazioni date dall’etichetta. Nel lavaggio in acqua, può essere usato l’ammorbidente. Fibre poliuretaniche (elastomeriche) sono fibre sintetiche, molto elastiche utilizzate, generalmente, mescolate ad altre fibre, soprattutto cotone. Per il lavaggio in acqua, non superare i 40°C, in lavatrice diminuire i giri di centrifuga al minimo, utilizzare detersivi neutri. Poliacriliche Fibre sintetiche che assomigliano molto alla lana: il lavaggio in lavatrice non deve superare i 40°C e si consiglia di diminuire i giri della centrifuga al minimo. Fibre in polipropilene Sono fibre sintetiche, protettive e filtranti rispetto ai liquidi, per queste loro peculiarità sono usate nell’abbigliamento sportivo e per confezionare coperte e altri tessuti per la casa. Non richiedono particolare manutenzione, si possono lavare in lavatrice e a mano con normali detersivi. Microfibra Formata dalla sintesi di fibre sintetiche o di fibre artificiali. Sono fibre tecnologicamente avanzate, sono molto traspiranti e allo stesso tempo molto protettive dagli agenti esterni e dal freddo. Per la manutenzione devono essere seguite esclusivamente le indicazioni dell’etichetta. La seta Cultura In tabella viene riportata una sintesi di quanto sopra descritto: FIBRA DETERSIVO LAVAGGIO CENTRIFUGA BIANCO Fino 95°C COLORATO Max 60°C - LINO alta Media - bassa sconsigliata CANAPA alta etichetta sconsigliata COTONE qualsiasi LANA neutro A mano max 30°C sconsigliata SETA neutro A mano max 40°C sconsigliata ACETATO neutro Max 40°C Max 30°C Acqua tiepida minima CUPRO 40°C minima MODAL 40°C minima VISCOSA POLIAMMIDE neutro POLIACRILICA POLIPROPILENE MICROFIBRA La seta A mano in acqua fredda 40-60°C dipende dalla fibra con cui è in mischia POLIESTERE ELASTOMERICA 60°C neutro 40°C minima 40°C minima Non richiede particolari attenzioni Da etichetta Cultura MANUTENZIONE IN BASE ALLE TIPOLOGIE DI TESSUTI Tessuto batik Tessuti in cotone o seta sui quali viene eseguita un’antica tecnica di tintura di origine indonesiana: i disegni si ottengono sciogliendo della cera sul tessuto che non si intende tingere di un particolare colore, si passa quindi alla tintura e al fissaggi. I colori del tessuto batik non sono molto resistenti, pertanto il lavaggio va eseguito a bassa temperatura, a mano e cercando di impiegare meno tempo possibile. Tessuto batista Questo tipo di tessuto si ottiene sia dal cotone che dal lino; è tanto fine da risultare leggermente trasparente. In lavatrice, richiede un lavaggio delicato, senza centrifuga e a una temperatura non superiore ai 60°C. Tessuto bisso E’ un tessuto di lino fine, generalmente di colore bianco, è impiegato per biancheria da ricamare, tovaglie e tende. E’ un tessuto delicato che si può strappare; in lavatrice va eseguito il lavaggio per delicati, senza centrifuga e a temperatura non superiore ai 60°C. Tessuto chiffon Tessuto di seta, vaporoso, semitrasparente e delicato. Essendo delicato va lavato a mano con acqua fredda, non lasciare in ammollo, soprattutto se colorato, usare detersivi delicati. Tessuto chintz E’ un tessuto che ha origine in India, è di cotone stampato, a motivi pressoché floreali e a colori molto vivaci, viene reso leggermente lucido dalla gommatura. È un tessuto leggermente antimacchia e idrorepellente, per queste sue peculiarità, viene impiegato molto nell’arredamento. Il lavaggio in acqua va eseguito a bassa temperatura (30°C). Tessuto crespo E’ un tessuto creato con seta, lino, cotone, lana, ma anche con fibre sintetiche. Il tessuto crespo di cotone e lino, per la sua capacità assorbente, è impiegato per confezionare biancheria da casa, in modo particolare, gli asciugamani. Il tessuto crespo creato con le fibre sintetiche, lana e seta deve essere lavato a temperature basse, senza usare la centrifuga e, soprattutto il crespo in seta, non deve essere strizzato. La seta Cultura Tessuto cretonne E’ un tessuto di cotone stampato a motivi floreali. Essendo un tessuto molto resistente si può lavare anche a 50°C, ma non oltre altrimenti può perdere colore. Tessuto damasco E’ un tessuto prezioso e molto delicato, viene tessuto usando seta su appositi telai, monocromatico, la luce riflessa sulla trama e l’ordito rende visibili i disegni. Essendo un tessuto molto delicato, va lavato a bassa temperatura (30°C). Tessuto denim E’ un tessuto molto resistente, di cotone; è impiegato per confezionare abiti da lavoro o jeans. Possono essere lavati ad alta temperatura. Felpa Questo tessuto, creato con fibre di cotone o cotone mischiato a fibre sintetiche è usato nell’abbigliamento sportivo e infantile; è un tessuto non molto resistente ma morbido e assorbente; si ottiene con un procedimento che lo rende leggermente peloso da un lato. Sono sconsigliati il lavaggio ad alte temperature e la centrifuga ad alti giri. Feltro Non si tratta di un tessuto vero e proprio, viene infatti ottenuto non dalla tessitura di fibre, ma da processo di pressatura e asciugatura rapida di fibre vegetali, animali e sintetiche: si ottiene quindi, un tessuto non molto resistente impiegato nella confezione di cappelli e per rivestimenti. Non deve essere lavato in acqua, ma pulito prima con una spazzola e poi tamponato con acqua e ammoniaca. Flanella Tessuto morbido e leggero, ottenuto da fibre di lana, cotone o anche fibre mischiate. Il lavaggio in acqua può essere eseguito sia a mano che in lavatrice, non sopporta la centrifuga. Fustagno E’ un tessuto che può essere in fibra di lana o di cotone. Veniva più usato in passato; attualmente è stato sostituito da tessuti come felpa e tessuti sintetici. E’ tuttora utilizzato per confezionare capi sportivi e anche nell’arredamento. Può essere lavato in acqua a mano o in lavatrice, la temperatura regolata in base al tipo di fibra, se di cotone o lana. È sconsigliato usare la centrifuga o strizzare il fustagno, in quanto è facile rovinare la caratteristica peluria di questo tessuto. La seta Cultura Tessuto gabardine E’ un tessuto che può essere sia di lana che di cotone, è riconoscibile dalla sua trama diagonale; data la sua trama molto fitta e consistente viene fatto spesso un trattamento di impermeabilizzazione; il gabardine, è un tessuto utilizzato nell’abbigliamento, in modo particolare, per confezionare soprabiti o impermeabili. E’ preferibile il lavaggio a secco che non danneggia l’impermeabilità e la consistenza del tessuto stesso. Tessuto jersey Tessuto a maglia molto morbida, può essere in fibra di lana, cotone o sintetico. E’ un tessuto che tende a perdere consistenza, richiede quindi un lavaggio delicato a bassa temperatura senza centrifuga e senza strizzare. Per togliere l’eccesso di acqua usare un asciugamano e tamponare il capo in jersey, e metterlo ad asciugare su un piano orizzontale. Maglia E’ un tessuto generalmente in lana, sempre molto delicato da trattare. Se le indicazioni lo consigliano, eseguire il lavaggio a mano con la temperatura dell’acqua non superiore ai 30°C, usare sempre detersivi neutri. Aggiungere un anticalcare se l’acqua è troppo dura come per esempio del bicarbonato, questo evita l’infeltrimento. Evitare di strizzare o centrifugare, ma tamponare con un asciugamano per togliere l’acqua in eccesso, e asciugare su un piano orizzontale, evitando le fonti di calore. Tessuto panama E’ un tessuto in fibra di cotone, molto resistente a trama molto fitta, leggermente assorbente, ma fresco. Essendo un tessuto resistente, può essere lavato in lavatrice ad alta temperatura. Panno Ottenuto spesso da lana rigenerata, follata e poi pressata. Essendo pertanto una stoffa non tessuta ma pressata, può strapparsi facilmente. Va lavato a secco. Tessuto percalle E’ un tessuto di cotone liscio e leggero, resistente. Non presenta difficoltà di manutenzione può essere lavato in acqua, in lavatrice ma non sopporta le lunghe centrifughe. La seta Cultura Tessuto popeline Tessuto che può essere di cotone, cotone misto e sintetico; ha un aspetto lucido ed è un tessuto leggero. Non richiede particolari attenzioni per il lavaggio. Tessuto in raso Per questo tessuto lucido e liscio, vengono usate o fibre di seta o fibre sintetiche. E’ più consigliato il lavaggio a secco: se lavato in acqua, non superare i 30°C, non centrifugare o strizzare o torcere, ma togliere l’eccesso di acqua con un asciugamano e stendere su piano orizzontale. Tessuto satin E’ un tessuto che può essere di cotone, seta o fibre sintetiche, dalla lavorazione, ne risulta un tessuto leggero. Può essere lavato in acqua a temperatura non superiore ai 40°C, senza centrifuga, asciugare su un piano orizzontale. Tessuto in spugna In genere è un tessuto in cotone o misto cotone. Il lavaggio in acqua può essere fatto alle temperature che sono nell’etichetta, in base al tipo di fibra e anche della colorazione. sconsigliata anche la centrifuga, ma essendo una fibra richiederebbe troppo tempo di asciugatura, pertanto si consiglia una centrifuga più delicata. indicate Sarebbe pesante di usare Velluto Tessuto che può essere di fibra di cotone, di lino, e fibre sintetiche. Il velluto in fibra di lino è il più delicato e deve essere lavato a secco per evitare che si deformi. Per il velluto in altre fibre, si può lavare in lavatrice non superando i 40°C, senza centrifugare e facendo attenzione di rovesciare il capo in velluto prima del lavaggio. La seta Ricerca Gruppo di lavoro “Prodotti in seta”. Gian Maria Colonna (Innovhub-SSI Area Seta, Milano; presidente del GdL “Prodotti in seta”) Francesco Gatti (Centro Tessile Serico, Como; membro del GdL “Prodotti in seta)” La seta è l’unica fibra naturale con cui si possono ottenere fili continui e si è meritata l’appellativo di “Regina delle Fibre” in quanto fin dal suo primo utilizzo da parte dell’uomo, più di 6 000 anni fa, è sinonimo di preziosità, ricchezza, nobiltà, esclusività. L’Italia è, in Europa, leader nella trasformazione di questa preziosa fibra in tessuti che vengono utilizzati dalle più prestigiose Maison dell’Alta Moda per realizzare capi femminili esclusivi. Anche nell’accessorio uomo-donna, cioè cravatte e foulard di seta, i prodotti in Seta Italiani sono al vertice della qualità e bellezza. Il distretto serico di Como, con circa 5 000 tonnellate/anno di tessuti in seta prodotti e più di 30 000 addetti, è una eccellenza Italiana riconosciuta in tutto il Mondo. Per alimentare le industrie seriche Italiane è necessario approvvigionarsi di materia prima della migliore qualità in modo che anche i tessuti finiti prodotti lo siano. La normazione dei metodi di controllo e di classificazione della qualità della seta gioca quindi un ruolo fondamentale per il mercato dei prodotti serici. Dal punto di vista tecnico, la seta è una fibra tessile con caratteristiche molto particolari. Come materiale proteico di origine naturale con funzione di mera protezione del baco durante la sua metamorfosi, le bavelle di seta presentano naturali variazioni di forma e dimensione lungo il chilometro circa di filo continuo che costituisce il bozzolo. La produzione del filo di seta tratta si pone quindi anche l’obbiettivo di sopperire a tale variabilità, mirando a mettere a disposizione dei complessi processi tessili successivi, torcitura, tessitura e nobilitazione, un materiale con le caratteristiche di regolarità migliori possibili. La lavorazione della seta ha una lunga tradizione storica, si è sviluppata attraverso processi molto specifici e da sempre è considerato un prodotto con elevato valore commerciale (“L’oro di Lombardia”). Questi fattori hanno portato alla redazione di metodi e norme ad essa specificatamente dedicati, originariamente da parte della “Stazione Sperimentale per la Seta” ora Innovhub-SSI Area Seta, quindi dall’ente italiano di normazione (UNITEX e poi UNI). I Gruppi di Lavoro di riferimento erano quelli delle prove chimiche o delle prove fisiche a seconda degli argomenti trattati. Il Gruppo di Lavoro “Prodotti in seta” è nato negli anni ’90 su richiesta del settore serico, in particolare del Gruppo Coordinamento Seta della Unione Industriali di Como, con l’obbiettivo principale di preparare una serie di documenti che riportassero requisiti e metodi di prova per prodotti in seta di particolari tipologie commerciali. Il Gruppo di lavoro, con la segreteria della dott.ssa M.R. Massafra, nel 2000 ha portato alla emissione di tre norme: UNI 10882 – Tessuti ortogonali in seta per abbigliamento esterno femminile; UNI 10883 – Tessuti ortogonali in seta per cravatte; UNI 10884 – Foulard e sciarpe in seta. A titolo di esempio riportiamo il sommario relativo alla norma UNI 10882, del tutto simile a quello delle norme successive a meno del campo di applicazione: “La norma stabilisce i requisiti intesi a caratterizzare le prestazioni per l’impiego in confezione di tessuti ortogonali per abbigliamento femminile esterno in pura seta. La norma si applica a tutte le La seta Ricerca tipologie di armatura. La norma include, inoltre, requisiti relativi ai parametri ecologici e raccomandazioni generali per l’etichettatura di composizione e manutenzione”. Il Gruppo di Lavoro si è quindi coordinato con la analoga commissione francese e ha ottenuto dalla Comitato Tecnico del CEN/TC 248 – Textiles and Textile Products l’apertura del gruppo di lavoro WG29 Silk articles con l’obbiettivo di unificare, sotto il cappello CEN, le norme UNI e quelle francesi AFNOR di analogo argomento, anche per avere una posizione condivisa europea a fronte delle analoghe norme cinesi di prodotto. La norma EN 16315-2011, recepita come UNI nel maggio 2014, riunisce il tutto in un unico documento UNI EN 16315 Silk woven fabrics for womenwear, silk squares, scarves and ties. Requirements and test methods. Un’altra importante attività svolta ha riguardato la classificazione della seta greggia, con l’introduzione di un nuovo strumento elettronico di misura e relativo metodo di prova. Trattandosi di una tematica di rilevanza internazionale è stato creato un gruppo di lavoro ISO (ISO TC38 – SC23 – WG5) a segreteria cinese, con un esperto di UNI e membri dai principali paesi interessati, Francia, India, Giappone, etc. L’apparecchio è stato installato presso il Centro Tessile Serico e in collaborazione con analoghi istituti cinesi, nell’ambito anche di progetti finanziati da enti pubblici e in base alle esperienze effettuate è stato possibile definire una procedura oggetto della norma ISO 15625: 2014 “Silk – Electronic test method for defects and evenness of raw silk”. Conseguentemente per la classificazione dei lotti di seta greggia con i risultati del controllo elettronico e di altre caratteristiche fisico-meccaniche quali tenacità e allungamento a rottura, si è definita una tabella di trasformazione tra i valori riscontrati e gradi (da 0 a 5) per ogni parametro considerato e un criterio finale per fornire un grado medio finale. Tutto ciò è contenuto nella Norma UNI (U95000570) in fase di approvazione finale. L’Italia diventa così il primo e unico Paese al mondo che ha elaborato una norma più avanzata di classificazione dei lotti di seta greggia, consentendo agli operatori del settore di scegliere e destinare all’uso più appropriato i lotti di seta greggia acquistati. La classificazione della seta greggia è quindi diventato l’oggetto di un progetto di norma in preparazione da parte del gruppo di lavoro e attualmente nello stadio di inchiesta pubblica prima della pubblicazione. Per il futuro prossimo vi è l’esigenza di trasformare la norma UNI di classificazione della seta greggia in uno standard internazionale ISO che sia accettato da Cina e Brasile, i Paesi produttori della maggior parte della seta greggia importata in Europa. Sarà inoltre proposta la revisione di alcuni metodi di rilevante importanza, anche economica, quali la determinazione della massa commerciale e della carica industriale, per i quali le procedure di laboratorio previste hanno ormai più giustificazioni storiche che tecniche e che risultano in alcuni casi addirittura incompatibili con alcuni ausiliari chimici attualmente impiegati nel settore serico. Quanto riportato costituisce il nostro contributo per un inserto della rivista U&C Unificazione & Certificazione dal titolo “L’impatto del settore tessile e abbigliamento sull’economia e sulla società” a cura di Paolo Santato – Funzionario Tecnico Area Normazione UNI. L’inserto comprende interventi su: Aspetti etici nel mondo tessile (L. Jucker); La lunga storia della taglia nell’abbigliamento (R. Lista); Sicurezza dell’abbigliamento per bambini (A. Donati); La valutazione della conformità. L’importanza delle norme di riferimento (G. Alberti Fusi); Caratterizzazione e analisi quantitativa delle fibre in composizione mista (A. Berlin); Piuma e La seta Ricerca piumino (A. Valentini, A. Donati, N. Gelder); La nuova frontiera del tessile: gli Smart Textiles (A. Tempesti). Figura 1: Rocche di seta campione per la valutazione Figura 2: Apparecchio per la valutazione elettronica della seta Figura 3: Particolare di uno dei sensori di lettura Figura 4: Esempio di report analitico La seta Ricerca Coating funzionale di nanoparticelle di ossido di zinco (ZnONPs) su seta. E. De Franco1, F. Rusconi2, G. Cernuto3, A. Aprea4, N. Masciocchi3, A. Guagliardi6, S. Daina5, G.M. Colonna4 1 Tintoria A. Pessina, Montano Lucino, Como. 2 Arioli SpA, Gerenzano (Va) 3 Università dell’Insubria, Dipartimento di Scienza e Alta Tecnologia, via Valleggio 11, Como. 4 Innovhub-SSI-Area Seta, via G. Colombo 83, Milano 5 Innovhub-SSI-Area Carta, via G. Colombo 83, Milano 6 Istituto di Cristallografia, CNR, via G. Amendola 122/O, Bari Abstract Nanotechnologies are founding industrial applications in the finishing of textile materials. We focused our research on the production of nanoparticles of semiconductor oxides and their use in fibers coating (1). In particular, we grew zinc oxide nanoparticles (ZnO NPs) on a silk fabric through a two-step process and the ZnONPs-coated textiles were characterized by Scanning Electron Microscopy (SEM), X-Ray Powder Diffraction (XRPD) and Contact Angle measurements. Also some functional properties as photo-catalytic activity, flame retardancy and antibacterial activity were estimated. Riassunto Le nanotecnologie stanno trovando promettenti applicazioni industriali nel settore del finissaggio di materiali tessili. Abbiamo focalizzato le nostre ricerche sulla produzione di nanoparticelle a base di ossidi semiconduttori e sul loro impiego nel coating di fibre (1). In questo lavoro abbiamo fatto crescere nanostrutture di zinco ossido, ZnO, su tessuti di La seta seta, attraverso un processo a due stadi e i materiali trattati sono stati caratterizzati mediante Microscopia Elettronica a Scansione (SEM), Diffrattometria di Raggi X su polveri (XRPD) e misure di Angolo di Contatto. Sono state valutate anche alcune proprietà funzionali quali: l’attività fotocatalitica, la capacità di ritardare la propagazione della fiamma e l’attività antibatterica. 1. Introduzione L’ossido di zinco è considerato un materiale di notevole interesse per via del suo possibile impiego in differenti campi applicativi: celle solari, sensori, foto-diodi, UV-sorber, fotocatalizzatori. ZnO è un semiconduttore con energia di band-gap di 3,37 eV, una energia di legame dell’eccitone molto forte, 60 meV, ed eccellente stabilità sia chimica che termica (2). ZnO mostra pure attività antimicrobica, con alcuni vantaggi rispetto alle più comunemente usate NPs di argento per la produzione di tessuti biocidi: costo inferiore, limitata interferenza con il colore del manufatto e proprietà anti-UV. Recentemente si è rivelato Ricerca un grande interesse per il finissaggio antibatterico di tessuti a causa della possibile trasmissione, in ambito ospedaliero e alberghiero, di infezioni e malattie causate da microorganismi. Quindi, con lo scopo di ottenere un nuovo materiale tessile funzionale con migliorate capacità di resistenza alla fiamma e attività antimicrobica, abbiamo provato in laboratorio un metodo adatto per la crescita, su un materiale tessile, di ZnONPs. E’ stato utilizzato un tessuto bianco di seta twill con massa areica di 90 g/m2 e assorbimento dopo spremitura (pick-up) di ca. 65%. Il tessuto viene immerso nella nanosol per 5 min a temperatura ambiente e quindi spremuto con un foulard automatico con una pressione dei rulli di 3 kg/cm2. Si lascia asciugare all’aria per 20 min e quindi si tratta in stufa a 170 °C per 3 min. Il processo viene ripetuto tre volte per ottenere la ricopertura omogenea del tessuto di seta con lo xerogel di ZnO. 2. Materiali e preparazione 2.3 Via chimica ad umido: stadio 2 In letteratura sono noti diversi metodi che possono essere utilizzati per produrre strutture ordinate di ZnO. Tra questi abbiamo scelto un metodo a due stadi: nel primo si prepara la nanosol di ZnO che viene applicata al tessuto in una procedura dip-pad-dry-cure; nel secondo stadio la crescita dei cristalli viene condotta per via chimica umida in un bagno contenente una soluzione equimolare di zinco nitrato e esametilentetrammina. Il tessuto di seta preparato come sopra descritto viene posto in contenitore di pyrex ed immerso in una soluzione equimolare (0,015M) di zinco nitrato esaidrato (Fluka) e esametilentetramina (Sigma-Aldricht). Il contenitore viene posto in bagno caldo (90°C) e sotto agitazione per oscillamento per 3 ore. Il tessuto di seta viene quindi estratto dalla soluzione, lavato con acqua deiionizzata e lasciato asciugare. 2.1 Preparazione della nanosol di ZnO 3. Caratterizzazione chimica Ad una soluzione 0,05M di zinco acetato in etanolo, preparata per vigorosa agitazione magnetica a 60°C di zinco acetato diidrato (Sigma-Aldrich), viene aggiunta goccia a goccia una soluzione 0,15M di sodio idrossido in etanolo. La miscela ottenuta viene posta sotto agitazione per 2 ore a 60°C ottenendo una nanosol opalescente di ZnO. Il tessuto di seta sul quale sono state fatte crescere le ZnONPs è stato caratterizzato mediante XRPD e SEM. 2.2 Processo di coating: stadio 1 Nella figura 1 riportiamo i diffrattogrammi relativi al tessuto di seta originale (in blu) e del tessuto sul quale sono cresciute le ZnONPs. La nanosol di ZnO, preparata come descritto, viene utilizzata per ottenere una ricopertura trasparente su un tessuto di seta attraverso un processo dip-pad-dry-cure/impregnazionespremitura-asciugamento-essiccazione. La seta Per l’analisi in diffrattometria di raggi-X su polveri è stato utilizzato lo strumento Bruker AXS D8 Advance, operando a 40 kV e 40 mA, con radiazione Cu-Kα, per 15°< 2θ< 70°. Ricerca Figura 1:Difrattogrammi XRPD I segnali corrispondono alla presenza di cristalli di ZnO e in base a dimensione e forma dei picchi, utilizzando il programma TOPAS_R che implementa la teoria del Fundamental Parameters Approach, si è calcolata una dimensione media delle celle cristalline di 25 nm. L’analisi SEM conferma la formazione di particelle di ZnO, rivelandone la caratteristica morfologia ad aghi. La deposizione e la morfologia delle particelle sul tessuto è stata valutata mediante microscopia elettronica a scansione con lo strumento FEI XL 30 ESEM FEG dotato di detector EDX. Nella figura 2 sono riportate le immagini, registrate in condizione di basso vuoto, relative alla fibra di seta originale (a) e alla particelle su essa depositate (b e c, a diversi ingrandimenti). In figura 2 d è riportato il tracciato EDX con la Figura 2: Microfotografie al SEM composizione elementare del campione. La seta Ricerca 4. Caratterizzazione funzionale 4.1 Bagnabilità 4.2 Propagazione della fiamma La bagnabilità del tessuto di seta trattato è stata valutata misurando l’angolo di contatto sulla superficie del substrato con il metodo della goccia sessile utilizzando lo strumento FTA-First Ten Angstroms 1000 B class. Nel caso di tessuti per abbigliamento, il regolamento americano CFR16-1610 prevede la valutazione dell’effetto dell’applicazione di una fiamma in condizioni definite. L’angolo di contatto è l’angolo che si osserva all’interfaccia tra due fasi: liquido-vapore, liquido-liquido, liquido-solido. Convenzionalmente si definisce idrofobica una superficie con un angolo di contatto con l’acqua minore di 90° e idrofilica quando è maggiore di 90°. Una goccia d’acqua è stata depositata sul substrato da testare e si registra la variazione dell’angolo di contatto con il tempo e quindi la cinetica di assorbimento del liquido. Come si può osservare in figura 3, mentre il tessuto di seta tal quale mostra un angolo di contatto Figura 3: Misura di angolo di contatto di 123° che diminuisce a 23° in 15s, quello trattato con ZnO parte da 125° e in 15s diminuisce a 119°, confermando che il coating con ZnONPs impartisce alla seta una notevole idrofobicità. La seta L’apparecchio per il test è una camera con finestra di chiusura mobile, contenente un meccanismo di ignizione standardizzato (fiamma di butano della lunghezza di 1,2 cm), un telaio metallico porta-campione di forma rettangolare e un meccanismo automatico di misura del tempo. La prova prevede che un campione di tessuto venga sottoposto ad essiccazione e quindi velocemente inserito nel porta-campione e fissato con un’angolazione di 45° ad una stabilita distanza dalla fiamma. Allo start della misura, la fiamma si abbassa per un secondo sul campione vicino al bordo inferiore del rettangolo di tessuto e quindi, se il materiale prende fuoco, si misura il tempo di propagazione della fiamma lungo il tessuto. Per far ciò, vicino al bordo superiore del rettangolo viene teso un filo di cotone collegato ad un meccanismo per fermare il cronometro. Il filo di cotone si rompe quando viene raggiunto dalla fiamma propagatasi lungo il tessuto di cui si vogliono misurare le prestazioni, come tempo di propagazione della fiamma in secondi.. Nelle condizioni della norma, ovvero con la fiamma applicata al campione per un secondo, il tessuto twill di seta da noi utilizzato non Ricerca prendeva fuoco (D.N.I. did not ignite) e quindi abbiamo modificato le condizioni prolungando il tempo di innesco fino a 5s. In queste condizioni la seta tal quale vede propagarsi la fiamma fino al traguardo in ca. 15s mentre la seta trattata mostra solo una piccola bruciatura e la fiamma non si propaga, come si può osservare dalla figura 4. si inietta una stabilita quantità di formaldeide gassosa, si accende la lampada con emissione simile a quella solare terrestre(10) e si misura la variazione nel tempo della quantità di formaldeide residua. Per far ciò si prelevano con una siringa (5) 100 ml di gas dall’interno della campana, si gorgogliano in reattivo di Nash (a base di acetilacetone) e si sviluppa il colore per 30 min a 40°C. La quantificazione viene effettuata mediante spettrofotometro (410 nm) per confronto con una adeguata retta di taratura (UNI EN ISO 14184-1/2000). Figura 4: Comportamento alla fiamma. Normativa americana CFR16 – 610 modificata: 5 s di innesco 4.3 Attività fotocatalitica Nel grafico riportato in Figura 5b si può osservare il confronto tra il comportamento della seta tal quale e di quella preparata con ZnONPs che porta ad una progressiva diminuzione della formaldeide all’interno della campana, anche se con efficienza inferiore ai più utilizzati materiali fotocatalitici a base di biossido di titanio. L’attività fotocatalitica del tessuto di seta preparato con ZnONPs è stato studiata misurando la capacità di degradare la formaldeide in ambiente confinato. Il test viene eseguito nel reattore di Figura 5a. Nella campana di vetro (1) si pone, in posizione verticale, il tessuto da valutare (9), Figura 5b: Andamento attività fotocatalitica 4.4 Attività antibatterica Figura 5a: Reattore per attività fotocatalitica La seta L’attività antibatterica è stata valutata con il metodo standard AATCC 100-1998, con Escherichia coli AATCC 10536 e un tempo di contatto di 24 ore. Ricerca Campione Cotone Rif Interno Seta tal quale Seta con ZnONPs Escherichia coli ATCC 10536 UFC/ml UFC/ml Attività T0 T24(24h) battericida (%) 8.8x105 8.8x105 8.8x105 1,5x108 1,5x108 0 Attività batteriostatica (%) 0 100 0 100 Tabella 1: Attività antibatterica I risultati sono riportati in tabella 1 ed evidenziano l’attività battericida della seta trattata. 5 Conclusioni La procedura sperimentale adottata ha consentito di preparare un tessuto di seta sul quale si sono formate particelle di ossido di zinco con morfologia ad aghi (SEM) e con struttura cristallina con celle di 25 nm (XRPD). Dal punto di vista delle proprietà funzionali, il trattamento porta ad un effetto idrofobico, un incremento della resistenza alla fiamma, la comparsa di proprietà battericida ed una non elevata attività fotocatalitica. A fronte di una complessa procedura applicativa, si fa rilevare il minor costo del materiale e l’assenza di sostanziali modificazioni del colore rispetto ad analoghe procedure a base di argento. Questo lavoro è stato presentato al congresso IFATCC 2013 ed è stato parzialmente finanziato da Fondazione Cariplo (Progetto no. 2009-2446 La seta Ricerca IL COMFORT TERMOFISIOLOGICO NEL SETTORE TESSILE C. CAPPELLETTI “Comfort: comodità, agio materiale offerti dagli ambienti in cui si abita o dagli oggetti che si usano: il comfort della propria casa la struttura, il mezzo, l’oggetto che offrono questa comodità: un albergo, un’automobile con tutti i comfort.” Questa la definizione di comfort. In ambito tessile il comfort può essere definito come il grado di benessere che un capo di abbigliamento produce nel momento in cui lo si indossa e dipende da diversi fattori: - Sensoriale: la sensazione che il capo provoca nel momento dell’indosso; dipende dalla tipologia del tessuto, della fibra utilizzata, dalla mano, dalla costruzione del capo di abbigliamento… - Biologico: di natura igienica - Termofisiologico: legato alla sensazione di calore e di traspirabilità del tessuto. COMFORT TEMOFISIOLOGICO Prima di parlare di comfort termofisiologico bisogna comprendere che cosa è il benessere termico, ovvero lo stato psicofisico di soddisfazione nei confronti dell'ambiente termico. Si può parlare di condizioni di comfort quando il bilancio energetico del corpo umano (S) raggiunge la neutralità termica (S=0) e cioè quando tutti i parametri che influenzano gli scambi termici tra individuo e ambiente compensano le sensazioni di caldo o di freddo percepite dall’individuo stesso. Tali parametri sono di due tipi: - Ambientali o oggettivi: o Temperatura dell’aria ambiente (scambi termici convettivi) o Temperatura media radiante: scambi termici radiativi o Velocità relativa dell’aria: scambi termici convettivi La seta o Umidità relativa dell’aria (scambio evaporativo del corpo) - Individuali o soggettivi: o Dispendio metabolico correlato all’attività svolta o Resistenza termica conduttiva ed evaporativa del vestiario Il bilancio energetico del corpo umano viene calcolato attraverso la seguente equazione: S = (M - W - Eres - C res - E - C - R - K ) dove: S = variazione di energia interna del corpo umano nell'unità di tempo (W); M = metabolismo energetico (W); W = potenza meccanica che il corpo umano cede all'ambiente in seguito all’attività svolta (W); Eres = potenza termica dispersa nella respirazione come "calore latente" (W); Cres = potenza termica dispersa nella respirazione come "calore sensibile" (W); C = potenza termica dispersa per convezione (W); R = potenza termica dispersa per irraggiamento (W); E = potenza termica dispersa per evaporazione dalla pelle (W); K = potenza termica dispersa per conduzione (W). Evaporazione (E) Respirazione (E res –C ) res Metabolismo (M) Lavoro Irraggiamento Convezione (C) Conduzione Ricerca Dal risultato di tale equazioni si possono avere 3 situazioni distinte: - S > 0 la temperatura del corpo tende ad aumentare: l’attività metabolica è preponderante rispetto alle cessioni energetiche - S < 0 la temperatura del corpo tende a diminuire, in quanto si ha troppa cessione di energia all’esterno - S = 0 si ha una situazione di equilibrio termico e quindi di potenziale benessere. In situazione di benessere stazionario l’uomo non deve variare la propria omotermia, ma quando le condizioni ambientali o l’attività svolta portano ad un allontanamento da tale condizioni, entrano in gioco i meccanismi di termoregolazione propri dell’organismo umano: - In situazione di freddo: vasocostrizione con diminuzione dell’afflusso di sangue verso la periferia: pelle d’oca e brividi. - In situazione di caldo: vasodilatazione con aumento dell’afflusso di sangue alla periferia: sudorazione e maggiore traspirazione. COMFORT TESSILE Focalizzando l’attenzione sui soli contributi dell’equazione di bilancio energetico relativi alla parte “abbigliamento”, questi li ritroviamo nei parametri: - Eres: sudorazione - C: temperatura della superficie esterna del corpo vestito, coefficiente di abbigliamento - R: temperatura della superficie esterna del corpo vestito, coefficiente di abbigliamento In condizioni stazionarie la potenza termica C+R scambiata per convezione e irraggiamneto dalla superficie esterna è uguale a quella scambiata per conduzione tra pelle e abito. Variare l’abbigliamento, e quindi la resistenza termica di questo, consente di ripristinare il giusto scambio termico necessario per avere condizioni di benessere. La seta Come si è visto, quindi, l’abbigliamento è uno dei parametri che determinano la sensazione termica dell’uomo; in particolare, l’abbigliamento svolge tre distinte funzioni: - isolamento termico - barriera alla traspirazione del vapore - meccanismo comportamentale di termoregolazione. Le proprietà dell’abbigliamento che determinano il comfort termoigrometrico sono due, la resistenza termica (Rct) e la resistenza evaporativa (Ret). Resistenza Termica (Rct) La resistenza termica dell’abbigliamento rappresenta la resistenza al flusso di calore opposta dai vestiti e dallo strato d’aria presente tra i vestiti e la pelle. E’ un valore medio riferito all’intero corpo abbigliato e tiene conto anche delle parti scoperte del corpo, come la testa e le mani. Nel sistema internazionale la resistenza termica è espressa in m2 K/W, anche se, in genere, viene utilizzata un’unità di misura incoerente, il “clo” (1 clo = 0.155 m2 K/W); per convenzione si può assegnare come valore di resistenza dell’abbigliamento, per la valutazione del comfort, un valore Icl = 0.5 clo durante il periodo estivo e Icl= 1 clo per quello invernale. Il valore Icl del corpo nudo è pari a 0. A riconferma dell’importanza del “fattore abbigliamento”, il parametro Icl entra anche nella forma di “equazione di benessere di Fanger”: f (M , I cl , ta , pa , var , t r ) = 0 Formula che lega tra loro tutti e sei i parametri sopra citati (le due variabili dipendenti dal soggetto e le quattro ambientali): · M: metabolismo · Icl: resistenza termica dell’abbigliamento · ta: temperatura dell’aria · pa: pressione parziale di vapor d’acqua nell’aria Ricerca · va: velocità dell’aria · tr: temperatura media radiante Tale funzione mostra che esistono infinite combinazioni di essi in grado di garantire condizioni di benessere, rappresentate dalle infinite soluzioni dell’ equazione stessa. La resistenza termica dell’abbigliamento è una grandezza di difficile misurazione in Maglieria intima Iclu (clo) quanto richiede una strumentazione particolare. In caso di impossibilità di misurazione viene valutata utilizzando delle tabelle (UNI EN ISO 9920), alcune delle quali riportano la resistenza termica di singoli capi d’abbigliamento o di combinazioni di più capi. Di seguito sono riportati i valori tabulati di alcune di queste tipologie. Gonne Iclu (clo) Slip 0.03 Gonna leggera (estiva) 0.15 Slip e reggiseno 0.05 Gonna pesante (invernale) 0.25 Maglia a maniche corte 0.09 Abiti Sottoveste lunga 0.19 Abito leggero, a maniche corte 0.20 Abito invernale, a maniche lunghe 0.40 Calzini e calze Calzini leggeri 0.02 Pantaloni Calze di nylon 0.03 Corti 0.06 Calzini pesanti 0.04 Leggeri 0.20 Normali 0.25 Camicie Leggera, a maniche corte 0.20 Giacche Leggera, a maniche lunghe 0.25 Giacca leggera (estiva) 0.25 Di flanella, a maniche lunghe 0.30 Giacca pesante (invernale) 0.40 Maglioni Scarpe Maglione leggero 0.20 Maglione pesante 0.35 Tab.1: Resistenza termica di singoli capi d’abbigliamento Iclu (clo) Rct (m2K/W) Mutande, tuta, calzini, scarpe 0.70 0.110 Mutande, camicia, pantaloni, calzini, scarpe Mutande, camicia, pantaloni, grembiule, calzini, scarpe Biancheria intima a maniche e gambe corte, camicia, pantaloni, giacca, calzini, scarpe Biancheria intima a maniche e gambe lunghe, giacca termica, calzini, scarpe Biancheria intima a maniche e gambe corte, tuta, giacca termica e pantaloni, calzini, scarpe 0.75 Abbigliamento da lavoro 0.115 0.90 0.140 1.00 0.155 1.20 0.185 1.40 0.220 Tab. 2: Resistenza termica di combinazione di più capiAbbigliamento da lavoro La seta A suola sottile 0.02 A suola spessa 0.04 Abbigliamento giornaliero Iclu (clo) Rct (m2K/W) Slip, maglietta, pantaloncini, 0.30 0.050 calzini leggeri, sandali Slip, calze, camicia a maniche 0.55 0.085 corte, gonna, sandali Mutande, camicia, pantaloni 0.60 0.095 leggeri, calzini, scarpe Biancheria intima, camicia, 0.70 0.110 pantaloni, calzini, scarpe Biancheria intima, completo da corsa (maglia e pantaloni), 0.75 0.115 calzini lunghi, scarpe da corsa Slip, sottoveste, camicia, gonna, calzettoni spessi al ginocchio, 0.80 0.120 scarpe Slip, camicia, gonna, maglione a girocollo, calzettoni spessi al 0.90 0.140 ginocchio, scarpe Tab. 3: Resistenza termica di combinazione di più capiAbbigliamento giornaliero Ricerca Riassumendo si potrebbe dare la seguente scala di valori: Valore di Iclu (clo) Valore di Rct (m2K/W) 0 0.1 0 0.015 Corpo nudo Biancheria intima 0.3 0.046 Abbigliamento leggero estivo 0.5 0.8 1 1.5 3 0.077 0.124 0.155 0.232 0.465 Abbigliamento estivo Abbigliamento intermedio Abbigliamento invernale Abbigliamento invernale pesante Abbigliamento polare Tab. 4: Scala di valori Rct Resistenza evaporativa La resistenza evaporativa Ret (Resistance to Evaporative Heat Transfer) valuta la traspirabilità di un tessuto, cioè la sua capacità di essere attraversato dall’aria umida ed è espressa come Pa*m2/W; nello specifico il valore di traspirabilità è dato dalla quantità di vapore acqueo che attraversa un metro quadro di tessuto in 24 ore. La traspirabilità è in genere correlata alla porosità del materiale, inoltre tanto più un materiale è traspirante, tanto più bassa è la possibilità che si crei condensa sulla superficie del materiale; tessuti più traspiranti fanno sì che l'umidità del corpo umano venga allontanata più facilmente, diminuendo così la condensazione del sudore, e aumentando il comfort. La scala RET è una scala per misurare la traspirabilità di un tessuto, minore è il valore della scala maggiore è la traspirabilità del tessuto Valore Ret <6 6 - 13 13 - 20 20 - 30 > 30 Molto buono o estremamente traspirante. Confortevole durante attività intensa Buono o molto traspirante. Confortevole durante attività moderata. Soddisfacente o traspirante. Non confortevole durante attività intensa. Insoddisfacente o leggermente traspirante. Non confortevole durante attività moderata Insoddisfacente o non traspirante. Non confortevole e breve periodo di tolleranza. Tab. 5: Scala di valori Ret La seta Ricerca Indice di permeabilità al vapor acqueo (Imt) Un altro parametro che viene calcolato tra gli indici di comfort, è l’indice di permeabilità Imt,, definito come il rapporto della resistenza termica rispetto alla resistenza evaporativa secondo la formula: L’apparecchio viene collocato all’interno di una camera climatica mantenuta a temperatura ed umidità costanti in presenza di un flusso d’aria. ∗ dove S è uguale a 60 Pa/K; Imt è adimensionale ed il suo valore è compreso tra 0 e 1. Un valore di 0 implica che il materiale è impermeabile al vapor d'acqua, ha cioè una resistenza al vapor d'acqua infinita; un materiale che ha un valore di 1 implica che il materiale è totalmente permeabile al vapor d'acqua e presenta la resistenza termica e la resistenza al vapor d'acqua di uno strato d'aria di un uguale spessore. DETERMINAZIONE VALORI RCT E RET Per misurare le proprietà dei tessili nei confronti dei trasferimenti di calore e di umidità, esistono numerosi metodi. Una delle norme di riferimento è la ISO 11092 Determinazione delle proprietà fisiologiche. Misurazione della resistenza termica ed al vapor d’acqua in condizioni stazionarie (prova della piastra calda traspirante) – che descrive un metodo di prova per determinare sia la resistenza termica (Rct), sia la resistenza al vapor d’acqua (Ret) relative a prodotti tessili, membrane, spalmati, ecc. simulando i trasferimenti di calore e di massa che si producono in vicinanza della pelle umana. L’apparecchiatura utilizzata in questo tipo di prove è denominata Sweating guarded hotplate o “Skin Model” (modello pelle umana) ed è una strumentazione che simula i processi di trasferimento di calore e di umidità corporei che si realizzano all’interfaccia del corpo umano. La seta Misura della Resistenza al vapor d’acqua (Ret) Per la determinazione della Ret sia la temperatura dell’unità di misura sia quella dell’aria sono mantenute a 35°C (isoterma), con umidità relativa del 40%. Al di sopra della piastra porosa viene messa una membrana di cellophane, permeabile al vapore acqueo, ma impermeabile all’acqua liquida, e dell'acqua viene inviata alla piastra generando vapore, che simula la traspirazione Serbatoio d’acqua per test Ret Ricerca del corpo umano. Il tessuto da sottoporre alla prova viene posizionato sopra la membrana, con il lato solitamente a contatto con il corpo umano a contatto con la piastra. Il flusso di calore necessario per mantenere la piastra ad una temperatura costante, rappresenta una misura del flusso di evaporazione dell’acqua e se ne deduce il valore della resistenza al vapor d’acqua della provetta; minore è la resistenza, maggiore è la traspirabilità del tessuto. Misura della Resistenza termica (Rct) Per la determinazione della Rct l’unità di misura non viene riempita d’acqua e la provetta è posta direttamente sulla piastra forata mantenuta ad una temperatura di 35°C. La temperatura dell’aria è invece di 20°C, con una umidità relativa del 65%. La prova consiste nel misurare il flusso di calore attraverso la superficie della provetta allorché sia raggiunto lo stato d’equilibrio. La seta Ricerca NEWS DA SUSTAINABILITY LAB Redazione Blumine (http://www.sustainability-lab.net) NASCE IL CONSORZIO ITALIANO IMPLEMENTAZIONE DETOX (C.I.D.). Pubblicato da Aurora Magni il 27/10/2016 Il Consorzio è promosso da Confindustria Toscana Nord che, come noto, da circa un anno ha lanciato in Toscana un’ampia iniziativa per stimolare l’adesione delle aziende del territorio alla campagna Detox di GreenPeace. La nuova organizzazione si pone l’obiettivo di promuovere un modello di produzione tessile sostenibile ed innovativo a livello nazionale ed internazionale. Il progetto è stato presentato mercoledì 26 ottobre nel corso di una conferenza stampa presso la biblioteca Lazzerini di Prato alla presenza di Chiara Campione e Giuseppe Ungherese di Greenpeace. I programmi futuri del Cid riguardano il supporto tecnico e operativo alle aziende associate affinché rispettino gli standard previsti dal protocollo Detox e la promozione di strumenti di conoscenza ed innovazione tecnologica dei processi produttivi. Al CID aderiscono attualmente 23 aziende del distretto pratese che hanno già sottoscritto l’impegno Detox di Greenpeace. Blumine srl valuta positivamente questa iniziativa: ogni sforzo volto a dare coesione e visibilità alle imprese che hanno accettato la sfida lanciata da Greenpeace è un passo avanti. La costruzione di reti sinergiche tra imprese impegnate sul tema della sicurezza chimica è importante anche in funzione del “post 2020”, anno che segna la conclusione della campagna di Greenpeace ma certo non la fine dell’impegno delle imprese tessili per La seta la liberazione della moda da sostanze inquinanti e pericolose. Nel corso della conferenza stampa sono stati presentati i risultati di uno studio, condotto dal laboratorio di analisi BuzziLab e dal Cid, su circa 1200 coloranti utilizzati comunemente nei processi tintoriali, da cui sono state estratte 228 sostanze che rappresentano circa il 90% di quelle utilizzate a livello mondiale nelle filiere tessili. Lo studio si è concentrato sulla ricerca di 4 degli 11 gruppi di sostanze: Ammine aromatiche, Alchifenoli Etossilati, Clorofenoli e Ftalati nei prodotti analizzati. I risultati mostrano che il 70% dei coloranti esaminati sono contaminati per presenza di sostanze chimiche pericolose, rilevate a concentrazioni superiori ai limiti previsti da Detox, mentre soltanto una percentuale “irrisoria” (0,8%), non risulterebbe conforme ai limiti autoimposti dalle aziende e dai brand aderenti a Zdhc Foundation (Zero Discharge Hazardous Chemicals). “La ricerca presentata oggi va a individuare le fonti di contaminazione nascoste nei coloranti e consente di poter scegliere prodotti conformi allo standard Detox. Un lavoro che dimostra la serietà dell’impegno preso dalle aziende pratesi” ha commentato Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia. A seguito della conferenza stampa si è svolta, al Museo del Tessuto di Prato, la tavola rotonda: “Come la filiera del sistema moda italiano sta affrontando la sfida della sostenibilità” con la partecipazione di Andrea Crespi (Sistema Moda Italia), Renato Lambiente (Miroglio Fashion srl) ed Alberto Gallina (Benetton Group). ZERO EMISSION CONFERENCE PER RACCONTARE IL JEANS SOSTENIBILE Pubblicato da Aurora Magni il 25/10/2016 Secondo Cotton Incorporated nel mondo vengono venduti circa 2 miliardi di paia di jeans all’anno ed il trend non accenna certo a diminuire, anzi. Per questo parlare di Ricerca sostenibilità del denim e quindi del jeans è importante. Lo sa bene Lucia Rosin, titolare di Meidea, società di progettazione e ricerca sul denim che sta dedicando a questo tema molte energie. “A luglio abbiamo inaugurato un spazio interattivo destinato anche ad accogliere iniziative culturali – ci raccontaLa nostra idea è quella di animare quest’area in cui si disegna, si sperimenta, si consultano libri d’arte e magazine internazionali, con iniziative di condivisione e comunicazione che diffondano la cultura della green economy tessile”. Già qualche anno fa Meidea aveva fatto parlare di sé sperimentando a Premier Vision Denim con il suo Blue Garden un modo diverso di proporre il jeans sostenibile grazie agli allestimenti in materiali di riciclo e agli assaggi gastronomici biologici. Un invito a toccare, annusare e mangiare il made in Italy sostenibile. Ma un’iniziativa particolare realizzata a ottobre da Meidea ha suscitato soprattutto la nostra attenzione: la realizzazione di una Zero Emission Conference durante la quale Luicia Rosin ha parlato via web di sostenibilità a 250 operatori tessili del Bangladesh ed India. A introdurre la conferenza un video in cui l’esperienza di progettazione sostenibile, sviluppata da Lucia e dal suo team, è illustrata con immagini efficaci e testi in inglese per raccontare come il jeans green ed etico nasca innanzitutto nella testa del designer e dello stilista. “Il video è pensato per supportare le attività di consulenza, sensibilizzazione e di formazione che svolgiamo. I destinatari lavorano spesso nelle aziende che hanno sede in paesi stranieri e che realizzano i capi che i consumatori di tutto il mondo indosseranno. La scelta di parlare di sostenibilità con imprenditori, designer e tecnici del Far East può sembrare una provocazione. Qualcuno La seta potrebbe dirci: ma come, anziché sostenere il made in Italy portate il vostro know how nei paesi più inquinanti e dove il rispetto per i lavoratori è ai livelli più bassi del mondo? Questa è la nostra sfida: diffondere a livello globale la cultura della green economy che sta rinnovando ed arricchendo l’idea stessa di made in Italy. E soprattutto aiutare la fabbrica del mondo a crescere sui temi della sostenibilità ambientale e sociale per evitare i danni ecologici irreversibile e diffondere cultura dell’equità sociale. Per questo parlare di sostenibilità in Bangladesh, in Vietnam o in Cina è così importante.” https://vimeo.com/188801892 E' IN SETA DI RAGNO LO STRADIVARI DEL FUTURO Pubblicato da Aurora Magni il 08/11/2016 Notizie del genere vorremmo pubblicarle tutti i giorni. Luca Alessandrini, un trentenne italiano, al termine di un master biennale del Royal College of Art e dell’IMperial College su innovazione, ingegneria e design, si è aggiudicato il primo premio realizzando il primo violino al mondo in seta di ragno. Il primo prototipo è stato realizzato presso la tessitura comasca Taroni spa, azienda che vanta una grande esperienza nella lavorazione della seta e un impegno particolare nel campo della realizzazione di materiali sostenibili avendo, tra l’altro, sottoscritto l’impegno Detox di Greenpeace. Ma come si arriva alla bava di ragno? Solitamente, ha spiegato Alessandrini (in un’intervista al Corriere della Sera di Venerdi 4 novembre) per le casse acustiche si usano materiali come il truciolato e il multistrato marino che non hanno però caratteristiche sostenibili. Individuati gli ampi spazi di miglioramento il designer ha testato Ricerca biopolimeri, juta, bamboo, funghi e batteri fino a sperimentare materiali tecnici come la fibra di carbonio. E infine ha preso in considerazione la seta che fin dal primo prototipo, realizzato con bioresine ha mostrato la versatilità e la leggerezza del materiale. L’incontro con una particolare razza di ragni australiani allevati nel dipartimento di zoologia di Oxford ha consentito un ulteriore salto in avanti. Ora con il prototipo di Alessandrini si aprono nuovi scenari nell’ambito dei biocompositi. Pare infatti che il violino realizzato non sia solo un simpatico oggetto ma abbia caratteristiche acustiche eccezionali tanto da essere paragonato da violinisti di fama a uno Stradivari moderno. Il ricercatore ha deciso quindi di estendere la ricerca applicativa ad altri strumenti musicali. Dopo il premio, com’è giusto, è nata una start up che Alessandrini conta di finanziare lanciando una campagna di crowdfunding. CANAPA IN ITALIA, A CHE PUNTO SIAMO Pubblicato da Aurora Magni il 20/08/2016 La recente discussione politica sulla liberalizzazione della cannabis ha almeno apparentemente messo in disparte l’altra faccia della medaglia, la semplificazione della coltivazione della canapa per uso industriale. Dopo essere stato approvato alla Camera dei deputati nel novembre 2015 il disegno di legge “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” è attualmente fermo al Senato. La seta In particolare la nuova legge consentirà di coltivare la pianta senza richiedere particolari autorizzazioni come avviene ora e il limite di THC (tetraidrocannabinolo, il principio con effetti stupefacenti) nelle piante passerà da 0,2 a 0,6% . Sono inoltre previste finanziamenti per incentivare la nascita di nuovi insediamenti agricoli. Vale la pena ricordare che l’Italia è stata per secoli produttrice di canapa e che fino alla prima metà del secolo scorso il nostro paese era tra i primi produttori mondiali, mentre nel 2015 sembra non siano stati superati i 5mila ettari di coltivazioni malgrado di canapa si parli in ogni evento dedicato alla green economy. Infatti la canapa è un vegetale “multitasking”, usato cioè nella produzione di materiali tessili e cordami, nella produzione di carta ma anche nell’agroalimentare e nell’edilizia ed è una pianta resistente che non necessita di trattamenti chimici particolare né di irrigazioni (almeno nelle regioni del Nord), particolarmente adatta a rinnovare aree non sfruttabili per le coltivazioni più convenzionali. La perdita di prestigio –e di peso economicodella canapa è dovuta ad alcuni fattori: 1. Modifiche di gusto e stili di vita, la moda privilegia tessuti morbidi e setosi e l’ingresso nella scena tessile delle fibre man made a partire dalla seconda metà del 900 ha relegato le fibre dalla mano dura e ruvida a destini meno nobili dell’abbigliamento e dell’arredo. 2. Le politiche proibizionistiche che hanno vietato o almeno fortemente limitato la coltura della canapa. 3. La perdita di un patrimonio industriale importate che consentiva la lavorazione della fibra. In particolare il terzo punto rappresenta una limitazione al rilancio della filiera italiana della canapa. A partire dagli anni 90 non sono mancati nel nostro paese tentativi coraggiosi finanziati dal il Ministero per le Politiche Agricole, dalle Regioni (in particolare la Regione Toscana ha anche emanato una specifica legge per il rilancio della canapa) e dall’Unione Europea. Se limitati sono stati i quantitativi di materia prima realizzati, le Ricerca produzioni tessili hanno mantenuto un livello artigianale, di nicchia, ben lontano dai valori produttivi degli anni d’oro. Nel frattempo però qualcosa si è fatto in termini di acquisizione di conoscenze tecniche. Come spiega il Crea in un documento recente la fase della macerazione che tradizionalmente prevede grandi consumi idrici ed elevato impiego di manodopera (operazione per altro vietata in Italia per motivi ambientali) è ormai non più necessaria grazie all’inserimento nelle colture di un nuovo tipo di canapa caratterizzata da un limitato contenuto di pectine, cioè di sostanze leganti che legano la fibra alla corteccia. Come si legge nel rapporto “La varietà arriva a macerare, semplicemente permanendo sul terreno per un intervallo di tempo di 30-40 gg (dew retting). L’azione macerante, in questa tecnica, è svolta da funghi che si sviluppano spontaneamente sulla bacchetta, per effetto della rugiada o delle eventuali piogge (..). Questa innovazione consente di ricavare almeno 10 ton/ha di bacchette, a fronte delle 0,3 ton/ha che si ottenevano con la Baby canapa.” Non sarà solo una nuova legge a riportare la canapa italiana ai passati successi ma ci auguriamo che si arrivi nei prossimi mesi a una svolta. E’ soprattutto dalla sinergia (adeguatamente sostenuta) tra enti di ricerca – industria/artigianato – mondo della moda e del design che può nascere un rilancio della canapa tessile. I presupposti non mancano. http://www.canapaindustriale.it/ poliestere usata per la produzione della prima linea di t-shirt 100% biobased. Virent produce paraxilene biobased in un impianto pilota avviato nel 2010 con capacità intorno a 10 tonnellate annue. Per la sintesi di biopolimeri l'azienda ha sviluppato la piattaforma BioForming, che consente di trasformare, per via catalitica, biomasse vegetali in combustibili, film e filamenti tessili destinati allo sportwear e all’automotive. http://www.virent.com/products/chemicals/te xtiles/ COTONE RICICLATO: INIZIATIVE INTERESSANTI Pubblicato da Aurora Magni il 18/08/2016 La prima riguarda Lenzing che ha lanciato il nuovo Tencel realizzato con cotone ottenuto dal riciclo di tessuti cotonieri, materia second life che integra così la tradizionale polpa di legno prelevata da foreste controllate. La seconda notizia è riferita alla decisione del brand della moda Guess di aderire al programma Cotton Incorporated's Blue Jeans BIOFORMPX DAL PACKAGING ALL’ ABBIGLIAMENTO Pubblicato da Redazione Blumine il 08/05/2016 Prodotto dall’americana Virent il paraxilene da fonti rinnovabili BioFormPX era diventato famoso all’Expo di Milano come componente base della bottiglie della Coca Cola presentate durante l’evento. Usato in mischia con glicole monoetilenico ricavato da bioetano è ora usato anche nella produzione di fibra La seta Go Green™ finalizzato a realizzare materiale di isolamento termico per costruzioni con scarti di cotone e che devolve una parte dei prodotti realizzati a iniziative di solidarietà sociale. Lo scorso anno l’associazione ha Ricerca raccolto oltre 600 tonnellate di denim. La discesa in campo di marchio famosi non è una novità, basti pensare ad H&M che nell’ambito della propria campagna per il cotone sostenibile, a fianco del cotone biologico e BCI ha inserito anche cotone riciclato, ma certamente aiuta ad affrontare il tema con logiche industriali e commerciali. Si torna a parlare di cotone quindi e il grado di sostenibilità della fibra è certamente un fattore di competitività, abbinato certamente al suo grado qualitativo. Un trend che appare ancor più interessante se si pensa che imprese inglesi stanno investendo nel rilancio della filatura nazionale (http://www.innovationintextiles.com/kingcotton-comes-home-manchester-companyinvests-58m-to-bring-cotton-spinning-backto-britain). In Italia non siamo rimasti a guardare anche se si può (ovviamente) fare ancora di più. Oltre all’impegno di importanti produttori di cotone a non utilizzare sostanze chimiche tossiche nelle lavorazioni (aspetto non marginale se si vogliono realizzare manufatti riciclabili), il riciclo degli scarti di produzione è una prassi ormai diffusa che deve essere consolidata ed estesa – con le cautele del caso – al post cosumo. "PELLE" DA CELLULOSA? SI CONTINUA A PROVARE Pubblicato da Aurora Magni il 21/05/2016 Young- A Lee, ricercatrice della Iowa State University, ha realizzato un materiale cellulosico utilizzabile in alternativa alla pelle. Come in altri esperimenti simili, la cellulosa (in questo caso ottenuta da scarti del tè) è macerata in una soluzione di aceto e zucchero e portata a fermentazione, condizione che facilita la proliferazione di batteri in grado di La seta metabolizzare l’impasto. Una volta essiccato, il materiale ha una matericità simile a quello del pellame, è morbido e totalmente biodegradabile e utilizzabile nell'abbigliamento e nella produzione di accessori. Essendo cellulosico è però scarsamente resistente all’acqua e facilmente degradabile. Inoltre il processo è lungo (3-4 settimane). Problemi a cui i ricercatori stanno lavorando anche grazie a una sovvenzione messa a disposizione dall’Environmental Protection Agency (EPA). http://www.news.iastate.edu/news/2016/04/26 /sustainableclothing Eventi Manifestazione di Settore 07-09 Febbraio 2017 Paris - France 10-13 Gennaio 2017 Frankfurt am Main - Germany Heimtextil is the biggest and most important international trade fair for home and contract textiles, and will next be held in Frankfurt am Main from 10 to 13 January 2017. The first trade fair of the year for its sector, it is a climate and trend barometer for the whole business year. At this leading event for interior textiles, design and trends, international manufacturers, dealers and designers present their products and innovations to a large audience of trade visitors. Six complementary shows, brought together in one place, where the entire fashion industry meets. Première Vision Paris is an essential business hub, where 60,000 industry professionals from over 120 countries come together to share ideas, do business, work and build their new collections. More than 1900 exhibitors from 57 countries present collections developed in close synergy with the needs of the fashion market and the timing of the apparel industry. A broad and complementary offer, guaranteeing visitors will find a rich array of products to match all needs, in a range of suitable prices. Première Vision Paris February highlights: - Knitwear Solutions - Upper Jeanswear - Maison d’Exceptions http://www.premierevision.com/ 6- 9 Febbraio Paris, France Today Texworld has become more than a place where people meet to do business. Texworld’s aim was to develop a new approach, a different way of exploring the aisles and discovering the trends, creating a true call to the senses. Indeed, the show looks to suffuse its visitors and exhibitors with the latest trends, to have them touch and feel the materials, for an ever-more-lively visit. About 950 fabrics manufacturers from 27 countries Cotton, Denim, Embroidery, Lace, Functional fabrics, Knitted fabrics, Linen, Hemp, Prints, Shirting, Silk, Silky aspect, Wool, wool blends. Green Textiles:About a hundred ecofriendly certified exhibitors in September 2012, 135 last February (GOTS, Organic Exchange, FLO-cert Oeko-Tex...).Trims & accessories! Texworld is the worldwide meeting place for fabrics, but also for trims and accessories. La seta 15-16 Febbraio 2016 Milano – Italia The Milan Polymer Days, MIPOL2017, is a two-day international event organized by the University of Milan and the Italian National Research Council Institute of Macromolecular Science (CNR – ISMAC) scheduled for 15-16 February 2017. MIPOL2017 aims at providing a global platform forum for researchers and professionals from the Italian and international polymer scientific community. Attendees will have the opportunity to network and participate in interactive discussions in dedicated meeting rooms at the conference site. Eventi Polymers are commonplace in everybody life and polymer research is continuously progressing. The range of their industrial applications is steadily broadening in diversified fields such as packaging, sport equipment, textiles, toys, housewares, furniture, biomedical devices, pharmaceuticals, biosensors etc. In addition, biopolymers are emerging as alternative to oil-based polymers, responding to the widespread public concern for environmental protection. http://www.mipol2017.unimi.it/ 22-23 Febbraio 2017 Milano - Italia Filo rappresenta, fin dagli albori, un appuntamento imprescindibile nel panorama fieristico internazionale delle fiere b2b dedicate a fibre e filati. Tutti i dettagli della rassegna, infatti, sono strategicamente definiti per dare il massimo risalto all’esposizione, da parte delle aziende italiane ed estere più innovative, di filati e prodotti che rappresentano l’eccellenza del settore. Filo è la principale fiera internazionale b2b di filati e i suoi visitatori di elezione sono gli operatori, a vario titolo, nel mondo del tessile per i settori tessile-abbigliamento, accessori e arredamento: imprenditori · manager e top manager · responsabili buying office · stilisti · responsabili import-export · designer · consulenti · grandi retailer internazionali 3 - 5 Maggio 2017 Cernobbio (CO) - Italia I più qualificati industriali del tessile d'arredamento italiano hanno promosso La seta PROPOSTE nel 1993 perché era necessaria una fiera specializzata e selettiva che, basandosi su un ormai consolidato made in Italy dell'arredamento, mettesse in risalto un made in Europe di qualità e professionalità. specializzata perché accoglie come espositori soltanto diretti produttori di tessuto d'arredamento e di tendaggio. Selettiva perché gli espositori condividono almeno tre caratteristiche: la qualificazione delle rispettive aziende e dei rispettivi prodotti, la correttezza professionale, l'impegno di ricerca e sperimentazione nel campo estetico e in quello tecnologico. La fiera non è aperta al pubblico. I visitatori di PROPOSTE accedono in fiera solo se invitati direttamente dalla Segreteria operativa e solo se sono Editori tessili, Produttori di mobili imbottiti, Grossisti, Grandi catene di distribuzione, Converter, Operatori del contract. http://www.propostefair.it 09-12 Maggio 2017 Frankfurt am Main – Germany Techtextil is the leading international trade fair for technical textiles and nonwovens showing the full range of potential uses of modern textile technologies. Making new contacts, connecting technologies and opening up tomorrow’s markets – under the motto ‘Connecting the Future’, Techtextil represents the ideal starting point for innovations, from 9 to 12 May, 2017. Techtextil is held in parallel with Texprocess, the leading international trade fair for processing textile and flexible materials. INNOVHUB– Stazioni Sperimentali per l’Industria Area di buisiness Seta Via Giuseppe Colombo 83 20133 Milano www.innovhub-ssi.it [email protected]