ludi circo - Liceo Galileo Galilei
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GLI SPETTACOLI LUDI TIPOLOGIE SCOPO DEI LUDI ANFITEATR O CIRCO STRUTTURA DEL CIRCO LE GARE IL PUBBLICO STRUTTURA DELL’ ANFITEATRO I GLADIATORI IL PUBBLICO I VARI TIPI DI GLADIATORI © Pagotto Diana…Sitografia I LUDI I ludi sono una festa collettiva di carattere pubblico: possono essere "istituzionalizzati" (i giochi inseriti nel calendario) o indetti da un privato (giochi in onore di un trionfo o per una cerimonia funebre),la differenza tra giochi pubblici e privati è comunque molto labile, in quanto si tratta sempre di eventi che coinvolgono il popolo romano in tutta la sua collettività. I giochi cominciano con una processione, che parte dal Campidoglio e attraversa tutta la città fino al luogo dello spettacolo: sfilano attori, ballerini, musicisti e artisti, capeggiati da una sorta di imperator (colui che presiederà ai giochi), seguiti da tutti i cittadini divisi per classi di età (questo è un elemento che ci fa capire che i ludi non sono una sorta di Carnevale senza leggi né ordine). Una caratteristica dei giochi è la licentia, una sorta di impunità temporale che autorizza i Romani a canzonare, durante il percorso, il generale portato in trionfo o il morto portato al rogo. Anche questa licentia ha però un limite: sul palcoscenico è proibito deridere un personaggio vivente (come prescrivevano le leggi delle XII tavole). Incarnano questi principi i "ludioni": musici e ballerini che partecipano alla processione e garantiscono la continuità dei giochi, i quali non possono essere interrotti; la danza per i Romani spesso si coniuga con l' imitazione, è in sostanza una sorta di mimo. I giochi hanno anche connotazioni di rituale religioso (non potevano appunto essere interrotti senza dover essere ricominciati da capo), anche se il circo e il teatro non sono luoghi consacrati. TIPOLOGIE Le tipologie dei ludi sono le seguenti: LUDI CEREALES o LUDI CERERIS (in onore di Cerere, dea protettrice della messi) LUDI FLORALES o FLORALIA (in onore di Flora, dea dei fiori e della primavera) LUDI APOLLINARES (in onore di Apollo, dio della luce e della bellezza) LUDI ROMANI (in onore di Giove) Si suddividevano in: LUDI CIRCENSES (gare sportive e corse dei cocchi) LUDI GLADIATORII o MUNERA GLADIATORIA (combattimenti dei gladiatori) LUDI SCAENICI (rappresentazioni teatrali accompagnate da musica e canto) ALTRI LUDI (spettacoli di danzatori, di mimi, di giocolieri) SCOPO DEI LUDI Verso la fine della repubblica i ludi assunsero una funzione più politica e strumentale, divenendo soprattutto un mezzo di propaganda usato dai magistrati per assicurarsi il consenso elettorale. Questa trasformazione raggiunse il suo apice durante l’impero, come dice l’espressione panem et circenses (“pane e spettacoli da circo”): gli imperatori si procuravano il favore della plebe urbana attraverso distribuzioni gratuite di viveri e finanziando numerosi spettacoli. STRUTTURA DEL CIRCO Il circo aveva una struttura scoperta di forma ellittica, simile all’ippodromo greco; le gare si svolgevano nell’arena, la pista centrale, divisa in due longitudinalmente dalla spina, un muretto che finiva alle estremità con due colonnine chiamate metae. A Roma il circo più antico e grande era il Circo Massimo, fra il colle Aventino e il Palatino, fatto costruire - secondo la tradizione - dal re Tarquinio Prisco. Esso fu poi ampliato in età imperiale fino a raggiungere, al tempo dell'imperatore Traiano, almeno 255000 posti a sedere, con una lunghezza di circa 650 metri e una larghezza di circa 200: opera imponente e spettacolare, sulla cui pista potevano gareggiare contemporaneamente ben 12 carri. Il Circo Massimo LE GARE Nel circo si svolgevano gare di atletica, corse, incontri di pugilato, parate militari, ma soprattutto si teneva la manifestazione di maggior successo presso i Romani: la corsa dei cocchi (bighe, trighe o quadrighe, trainate rispettivamente da due, tre o quattro cavalli), guidati da esperti fantini (aurigae). L'abilità di un auriga consisteva, in particolare, nel riuscire a far girare il cocchio il più possibile vicino alla meta, per evitare di essere superato in curva da altri concorrenti, ma evitando a propria volta di urtare la meta stessa, cosa che poteva provocare, oltre alla squalifica, una rovinosa caduta, con ribaltamento del carro e conseguente coinvolgimento di quasi tutti i concorrenti in un groviglio pauroso di uomini e cavalli. Dopo aver concluso la gara, il vincitore lasciava l'arena dalla porta triumphalis, che si trovava dirimpetto alle scuderie. IL PUBBLICO DEL CIRCO Durante le gare il tifo era scatenato e si divideva generalmente in quattro squadre (factiones) in perenne competizione fra loro, ciascuna caratterizzata da un particolare colore della tunica dei fantini: factio albata (dei Bianchi), factio veneta (degli Azzurri), factio russata (dei Rossi) e factio prasina (dei Verdi). Come accade oggi per i campioni dello sport professionistico, i migliori fantini venivano pagati a peso d'oro. STRUTTURA DELL’ANFITEATRO L'anfiteatro (amphitheatrum), un edificio tipicamente romano, aveva anch'esso forma ellittica ed era circondato da diversi ordini di gradinate per gli spettatori. A Roma il celebre anfiteatro Flavio, o Colosseo, fatto erigere dall'imperatore Vespasiano e ultimato da suo figlio Tito, poteva ospitare circa 50000 persone. Nell'arena dell'anfiteatro si tenevano i celebri e frequentatissimi munera gladiatoria (o ludi gladiatorii), duelli fra gladiatori - per lo più all'ultimo sangue che appassionavano folle di spettatori. Il Colosseo GLADIATORI Normalmente i gladiatores (così chiamati dal gladius, "spada") erano schiavi, prigionieri di guerra o comuni delinquenti che, combattendo, sia pur a rischio della vita, potevano guadagnarsi la libertà in caso di vittoria. Essi potevano anche essere liberti o addirittura uomini liberi indotti a tale professione dalla miseria; costoro perdevano però tutti i diritti del loro ceto e per tutta la durata del "servizio" erano di fatto equiparati a schiavi. E' comunque molto probabile che ci fossero anche veri e propri professionisti del combattimento; sappiamo, infatti, che in Italia - soprattutto in Campania, come a Capua e Pompei - vi erano alcune scuole di addestramento al combattimento, nelle quali un ex gladiatore, oppure un impresario (lanista) o il finanziatore della scuola, allenava i gladiatori in gruppi detti familiae. Superata la fase del tirocinio, o primo addestramento, la recluta veniva promossa a gladiatore scelto. IL PUBBLICO DELL’ANFITEATRO Lo spettacolo contemplava in genere molti duelli simultanei, e talvolta il combattimento avveniva per squadre. Quando uno finiva a terra, alzando l'indice sinistro chiedeva la grazia al vincitore, che però per tradizione lasciava la decisione all'imperatore in persona (o al magistrato presente in sua assenza), il quale di solito interpellava al riguardo gli spettatori. Se il pubblico aveva apprezzato la bravura e il coraggio del soccombente, gridava Mitte! ("Mandalo via!") e il gladiatore sconfitto aveva salva la vita. Se invece la folla faceva il pugno con il pollice rivolto in basso (pollice verso) e gridava Iugula! ("Sgozzalo!"), la grazia era negata e, qualora anche l'imperatore o il magistrato presente confermasse il desiderio degli spettatori, lo sfortunato veniva ucciso all'istante. Anche se spesso il pubblico risparmiava la vita degli sconfitti, molti scrittori e pensatori, sia pagani sia cristiani, condannarono questo divertimento crudele e sanguinario. Oltre agli scontri fra gli uomini, i giochi prevedevano anche le venationes, cioè lotte tra gladiatori (in tal caso detti bestiarii) e bestie feroci; a questi combattimenti all'ultimo sangue potevano anche venire condannate persone colpevoli di gravi reati (damnare ad bestias), che morivano nell'arena sbranate dalle belve contro cui si battevano a mani nude. Un altro spettacolo molto amato dal popolo che si svolgeva nell'anfiteatro era la simulazione di battaglie navali (naumachiae), che si realizzava allagando l'arena. I VARI TIPI DI GLADIATORI I gladiatori si distinguevano per tipo di armamento utilizzato, che comportava anche diversi modi di combattere. Vi erano così: il retiarius (dal nome rete), che con un vestito leggero, una rete e un tridente doveva imbrigliare e gettare a terra il rivale; il mirmillo (dal nome dell'armatura gallica), che con un elmo gallico a forma di pesce e con uno scudo oblungo duellava in genere con il retiarius; il secutor ("inseguitore", dal verbo sequor), che inseguiva il reiarius armato di spada, elmo e scudo; il Thra(e)x ("il Trace"), che portava l'armamento tipico dei soldati traci, cioè uno scudo rotondo e una scimitarra ricurva; l'(h)oplomachus (dal greco hoplomàchos, "combattente con armi pesanti"), che indossava una robusta corazza di ferro, un elmo con visiera e brandiva una spada corta. Sitografia Immagini dell’ipertesto, trovate con il motore di ricerca Google.it: http://www.ricercahotel.com http://www.homevideo.universalpictures.it http://img134.imageshack.us http://balog.hu http://www.scuolamediavirgilio.it http://it.wikipedia.org http://www.classico.biella.it http://marcheo.napolibeniculturali.it http://www.villadilivia.it http://xoomer.alice.it http://www.viaggiaresempre.it Testo della pagina sui ludi: http://ospitiweb.indire.it Gli altri testi sono stati estratti dal libro di testo ©Pagotto Diana – Classe 2aD – Anno Scolastico 2007/2008 – 24/05/2008
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