Il doppio in Dr. Jekyll and Mr. Hyde e Frankenstein
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Il doppio in Dr. Jekyll and Mr. Hyde e Frankenstein
Il doppio in Dr. Jekyll and Mr. Hyde e Frankenstein Hari Amato Il presente lavoro si propone innanzitutto di delineare la funzione della presenza del doppio nella storia dell'essere umano, per poi passare ad analizzare il tema all'interno di un contesto lettario definito “gotico” che, come sappiamo bene, identifica un gruppo di romanzi scritti fra la seconda metà del 1700 e la prima metà del 1800 (ma sappiamo anche come questo stile gotico influenzerà in modo massiccio tutta la letteratura successiva e non solo la letteratura). Vista la vastità della materia non è in questa sede che definirò nei dettagli la tematica, ma mi soffermerò solo sui romanzi di Mary Shelley e Stevenson, rispettivamente quindi su Frankenstein, or the modern Prometheus (1818)1 e The strange case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde (1886)2, osservando prima il motivo del doppio in ognuno dei romanzi e poi le analogie fra loro. Cos'è il doppio? L'universalità del tema indica un riferimento chiaramente antropologico transculturale perché vediamo come si ritrova nell'inconscio collettivo e come, secolo dopo secolo si rivitalizza in modo consono ad un determinato periodo storico e una rispettiva società; quindi prima che motivo letterario esso è una fantasia dell'uomo, connessa alle sue paure. Il doppio in letteratura si delinea attraverso una lunga lista di opere che dall'antichità arriva fino ai nostri giorni: dal mito di Narciso, nelle Metamorfosi di Ovidio, alle rappresentazioni cinematografiche odierne come ad esempio Sliding Doors (1998), Fight Club (1999) tratto dall'omonimo romanzo del 1996 di Chuck Palahniuk, e The Island (2005). Nel mezzo di questi duemila anni di storia troviamo lo sviluppo di teorie filosofiche sulla mente dell'uomo e i meccanismi che la governano, dove primeggiano le teorie psicanalitiche di Freud che vedono la distinzione fra Es, Io, Super-io, nonché in quelle dello psicanalista Otto Rank, il quale nel 1914 scrive Der Doppelganger, rivisto da Freud nel suo saggio Il perturbante, (1919) dove leggiamo: “il doppio era originariamente una garanzia contro la scomparsa dell'Io (...) e probabilmente il primo doppio del corpo fu l'anima. (…)La creazione di un tale raddoppiamento come difesa contro l'annientamento (...) Queste rappresentazioni però (…) domina(no) la vita del bambino (…) con il superamento di questa fase muta il segno del doppio: (…) diventa perturbante presagio di morte.3 Tuttavia il termine Doppelgänger era stato coniato molto prima, già nel 1796, in un romanzo dello scrittore tedesco Jean-Paul Richter4. È indubbio quindi che fu anche un tema particolarmente sentito 1http://www.gutenberg.org/cache/epub/84/pg84.txt 2 http://www.gutenberg.org/cache/epub/42/pg42.txt 3 S. Freud, Il perturbante, pp. 636-637 4 R. Rutelli, Il desiderio del diverso: saggio sul doppio, A. Delfino, 1979, p.5 Il doppio in Dr. Jekyll and Mr. Hyde e Frankenstein Hari Amato nel periodo storico che stiamo analizzando, anzi, la parola andò incontro ad un cambiamento di significato, in quanto non simbolizzava più solamente ciò che era uguale, ma anche ciò che era diverso. Il doppio allora assunse tante forme, dall'immagine riflessa, all'ombra, alla doppia personalità/alter ego: è in questa prospettiva che si inseriscono i due romanzi da me analizzati. Ho scelto fra le tante opere sul doppio, Dr. Jekyll and Mr. Hyde perché è decisamente il più rappresentativo del fenomeno e partirei proprio da questo con l'analisi, per poi retrocedere cronologicamente al romanzo di Mary Shelley. In Dr. Jekyll and Mr. Hyde viene esplorato il fenomeno della doppia personalità, visto che ci sono due personaggi che coesistono in un unica persona: il Dr. Jekyll, un uomo di circa cinquanta anni, e il giovane Edward Hyde. Riassumendo brevemente la trama, il libro vede come protagonista il Dr. Jekyll, medico, erede di una cospicua fortuna che ha però una pecca come lui stesso dice: “ the worst of my faults was a certain impatient gayety of disposition ”, una vivacità di temperamento “such as I found it hard to reconcile with my imperious desire to carry my head high, and wear a more than commonly grave countenance before the public ” che quindi mal si conciliava con il suo desiderio di mantenere un contegno austero in pubblico. Da qui l'esigenza di avere una vita segreta, tanto che ammette “ I stood already committed to a profound duplicity of life .”. Alla ricerca di un modo per separare queste due nature, i suoi esperimenti lo portano a formulare una pozione la quale, ingerita, fa strada ad Edward Hyde, nient'altro che il lato malvagio della sua natura. Il Dr. Jekyll gode del tutto spensieratamente questa sua nuova dimensione per un certo periodo, se non che le trasformazioni cominciano ad avvenire senza che lui lo voglia e senza il suo controllo. Cerca dunque di tenere a bada il personaggio di Hyde ingerendo continuamente pozioni, fino a che non dispone più della materia prima per fabbricarle (e non ne trova più dello stesso tipo in città) e Hyde si impossessa completamente di lui. Hyde d'altra parte si era macchiato di un crimine terribile, l'omicidio di un giudice, ed era ricercato in città dalla polizia, ma anche ricercato da Utterson, avvocato, amico fedele di Jekyll, colui che introduce il lettore alla narrazione e che dall'inizio del libro cerca di proteggere Jekyll contro quello che egli giudica essere una presenza negativa per l'amico, cioè Hyde. Quando infine Utterson trova Hyde, questi si toglie la vita avvelenandosi. L'intreccio è simile a quello del romanzo poliziesco perché non lascia trapelare elementi della fabula, e solo verso la fine si vede la presenza del soprannaturale nella metamorfosi, perché per tutta la prima parte il romanzo appare perfettamente credibile e razionale. Vediamo ora in cosa si contraddistingue il doppio personificato da Hyde. Innanzitutto il suo aspetto non viene mai descritto da Jekyll, ma dagli altri personaggi coinvolti nella storia e le descrizioni che ne fanno hanno un qualcosa di orrorifico più sottile di quello suscitabile dalla sola Il doppio in Dr. Jekyll and Mr. Hyde e Frankenstein Hari Amato bruttezza, perché sono date dal carattere sfuggente di tale bruttezza impossibile da definire. Enfield, parente di Utterson, lo descrive così “ there is something wrong with his appearance; something displeasing, something down-right detestable. I never saw a man I so disliked, and yet I scarce know why. ”. Questo fa di Hyde più che un personaggio, un'astrazione, che Jekyll definisce alla fine “inorganic”. Come sottolinea Mario Trevi, nell'introduzione al Dr. Jekyll e Mr Hyde edito da Feltrinelli: “L'allegoria di Hyde anticipa la metafora scientifica nell'ambito di quella scienza che non può esprimersi se non in figure retoriche, la psicologia: l' Es di Freud”5 ma indubbiamente anche quella di Io e Super-io, quest'ultimo rappresentato dalla figura di dottore rispettato e stimato alla quale Jekyll aspira, mentre l'Io non è altro che l'uomo Jekyll che media fra queste altre componenti dell'inconscio. In questo testo si manifesta il desiderio del diverso in quanto pulsione erotica e sadica, dove il male è addirittura all'interno dell'Io. Vediamo allora come si manifesta il doppio in Frankenstein. Mary Shelley usa un numero di personaggi che sono il riflesso gli uni degli altri: 1. all'inizio del libro Walton riflette Frankenstein, manifestando la stessa ambizione “ you seek for knowledge and wisdom, as I once did .”, disposti entrambi a trasgredire i confini naturali delle cose (Walton vuole superare i confini del mondo, Frankenstein quelli della scienza e in particolare della creazione); 2. Clerval è un riflesso di Frankenstein in quanto rappresenta quegli aspetti che Frankenstein ha soppresso, quelli morali; 3. la sorella di Walton, presenza/assenza come tutte le figure femminili del romanzo, si firma con le stesse iniziali di Mary Shelley (Margaret Walton Saville, Mary Wollstonecraft Shelley) che porta ad elaborare il seguente pensiero: se, come è stato già suggerito dalla critica, ammettiamo che la narrazione del mostro rappresenta ciò che più si avvicina all'intimo pensiero della scrittrice (e questa è l'interpretazione che faccio mia), connessa alle sue paure come donna, come madre (cosa che ci viene suggerita dalla collocazione del racconto del mostro, cioè al nucleo centrale del romanzo), ammettiamo anche che questa narrazione sia protetta da tre livelli narrativi, uno dentro l'altro, tutti veicolati da figure maschili. In qualche modo l'autrice scherma il suo pensiero dietro tre voci maschili, ma allo stesso tempo, chiamando la sorella di Walton con le sue stesse iniziali sta comunque ribadendo la sua figura onnisciente. 5 M.Trevi, “Introduzione” in Il Dr. Jekyll e Mr. Hyde, Feltrinelli, 2004, p. 9 Il doppio in Dr. Jekyll and Mr. Hyde e Frankenstein Hari Amato Per quanto riguarda invece l'incontro con il diverso, vediamo che questo avviene nella quarta lettera di Walton alla sorella, dove, ad una situazione di stasi segue l'apparizione di un essere gigantesco che verrà definito “deamon” da Frankentein poco dopo. Si identifica subito il diverso come il male, in quanto diversità è uguale ad una trasgressione delle regole, cioè il bene. E quale trasgressione maggiore se non quella di profanare i sepolcri allo scopo di combinare i pezzi dei corpi? Qui oltre al topos gotico-romantico dei cimiteri si associa anche la confluenza fra vita e morte che sta alla base del doppio antropologico. Ma veniamo alla connessione fra Frankenstein e il mostro: entrambi soffrono di isolamento e alienazione, entrambi iniziano con il desiderio di essere buoni, ma diventano ossessionati dall'odio e dalla vendetta, entrambi sono divorati da un sentimento di rimorso per i crimini che hanno commesso. Non è un caso dopotutto l'errore comune di associare il nome di Frankenstein al nome del mostro: è l'opera stessa che porta il lettore a questa associazione. Se pur diversi i due romanzi presentano varie analogie a partire dai personaggi principali fino ad arrivare al tipo di tecnica narrativa utilizzata. In primo luogo entrambi i personaggi che danno il titolo alle opere sono uomini di scienza; per entrambi l'artefice della loro distruzione sarà la loro creatura, ed entrambi sono figure genitoriali della propria creatura, fatto evidente in Frankenstein e un po' meno evidente in Dr. Jekyll, nonostante alla fine sia proprio Jekyll ad ammettere che “Jekyll had more than a father's interest, Hyde had more than a son's indifference. ”. Inoltre le due “creature” dei romanzi sono costrette a nascondersi a causa del loro aspetto. Per quanto riguarda invece i personaggi femminili, c'è da dire che questi hanno realmente poca rilevanza all'interno dei due romanzi, tanto che in entrambi si ha la creazione di un altro essere senza la partecipazione della donna. Per finire in ambedue si ha una molteplicità di narratori e punti di vista, sebbene in quella di Jekyll siano successivi l'uno all'altro e in Frankenstein chiusi uno dentro l'altro. Per quanto il romanzo di Mary Shelley sia di sessantotto anni precedente a quello di Stevenson, e si possa avvalere di molti meno studi sulla psicologia umana, presenta, a mio giudizio, una più profonda lettura dell'animo umano in quanto Victor e il mostro sono due personaggi che non si possono catalogare come buono o cattivo, ma che presentano quella complessità così contemporanea, quel dualismo che verrà ripreso nel Novecento e verrà portato all'eccesso di una multipla personalità (a cui Stevenson accenna, ma senza metterla in campo), in un tema che sembra non esaurirsi mai per quanto studiato, analizzato, rappresentato è sempre nuovo, sempre particolarmente attrattivo, dato oggi, dalla consapevolezza che tutto ciò di tremendo e vile nel mondo non è che una manifestazione dell'egoismo umano. Da qui l'interesse di una più precisa Il doppio in Dr. Jekyll and Mr. Hyde e Frankenstein Hari Amato conoscenza dei meccanismi della mente allo scopo di epurare da noi ciò che è ab origine un complesso, quanto banale, miscuglio fra bene e male. Tale interesse ci spiega facilmente come le tematiche gotiche siano vive ancora oggi nell'immaginario contemporaneo; tematiche riprese da romanzi, film, serie tv dove vengono riproposti motivi come il mostro, il diavolo, il fantasma, il vampiro, in un primo momento etichettati come cattivi, come “male”, oggi sempre di più si cerca di dare una chiave di interpretazione diversa dove il vampiro è “vegetariano” come in Twilight perché morso da scrupoli di coscienza, o dove i mostri non sono altro che esseri dotati di un animo buono e gentile che hanno paura dell'essere umano quanto noi di loro come si vede nella divertentissimo film d'animazione della Pixar del 2001, Monsters & Co. In ultimo concludo con una riflessione personale, suggerita da questa ricerca, su come oggi, in particolare, il tema del doppio si possa inserire in una problematica più ampia riguardante l'identità individuale e collettiva/nazionale, la separazione fra il “noi” e gli “altri”. A questo proposito Stuart Hall identifica tre concezioni diverse di identità nel corso della storia umana: 1. soggetto dell'illuminismo 2. soggetto sociologico 3. soggetto post-moderno6 Laddove il soggetto dell'illuminismo era basato su una concezione della persona umana come individuo totalmente centrato, dotato di capacità razionali, il cui centro consisteva in un nucleo interiore che emergeva per la prima volta con la nascita dell'individuo e con questo si sviluppava, rimanendo essenzialmente lo stesso; mentre il soggetto sociologico rifletteva la crescente complessità del mondo moderno dove si elabora una concetto interattivo di identità, la quale è formata dall'interazione fra l'io e la società. Questo porta infine ad un soggetto post-moderno dove l'identità non è unica e stabile, ma è frammentata e molteplice. Questo secondo me si riflette infine sulla società, tanto globalizzata e unita quanto frammentata ed individualista. 6 S. Hall, A identidade cultural da pós-modernidade, DP&A editora, p. 10 Il doppio in Dr. Jekyll and Mr. Hyde e Frankenstein Riferimenti bibliografici Freud, Sigmund, Il Perturbante. Hall, Stuart, A identidade cultural da pós-modernidade, DP&A editora. Punter, David, Storia della Letteratura del Terrore, Editori Riuniti, 2006. Rutelli, Romana, Il desiderio del diverso: saggio sul doppio, A. Delfino, 1979. Trevi, Mario, “Introduzione” in Il Dr. Jekyll e Mr. Hyde, Feltrinelli, 2004. Sitografia http://www.gutenberg.org/cache/epub/42/pg42.txt http://www.gutenberg.org/cache/epub/84/pg84.txt Hari Amato
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