gennaio - Stampa Reggiana
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STAMPA REGGIANA AutoGepy AutoGepy periodico di attualità > cultura > spettacolo > sport www.autogepy-chrysleritalia.it L'OGGI DI BOLOGNA Soc.Coop. a r.l - Direttore Responsabile: Ivano Davoli - Direzione, Redazione Via Pasteur, 2 - 42100 Reggio Emilia - Tel. 0522/337665 - Fax 0522/397794 E-mail: [email protected] sito web: www.stampareggiana.it - Pubblicità: PUBBLI7 Via Pasteur,2 Reggio Emilia Tel.0522/331299 - Fax 0522/392702 Poste italiane spa - spedizione in a. p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, DCB Reggio Emilia - Iscrizione al ROC nr.10590 anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 www.autogepy-chrysleritalia.it Euro 3, 00 L'UNIVERSITA' DI REGGIO NON DECOLLA Dal dimenticato progetto di una sede autonoma a vera e propria filiale di Modena di cui tutti parlano e su cui nessuno investe concretamente Pare che a norma di statuto dell'ateneo, la sede di Reggio Emilia abbia diritto ad indicare tramite elezioni un rappresentante dei docenti nel Consiglio d'Amministrazione dell 'Ateneo per rappresentarne le esigenze ed il punto di vista. Pare che però il numero di docenti che si è recato a votare sia stato troppo esiguo e così, non avendo raggiunto il quorum necessario, questo rappresentante in Consiglio di Amministrazione non ci sarà. Vale la pena di riflettere su questo dato, sinonimo di una ormai azzerata identità del progetto reggiano dell'Ateneo a reti di sedi, con pari dignità e su cui territorio ed università dovrebbero investire per portare rapidamente il polo reggiano alle dimensioni di quello modenese. Evidentemente non si è costruita da parte degli enti locali, Comune in primis quella unità di intenti e di obiettivi comuni, quella soggettività reggiana in grado di mobilitare tutti i protagonisti dell'Ateneo di Reggio Emilia: evidentemente la pratica dei rapporti diretti con il rettorato ha svuotato il progetto, demotivato i protagonisti e consentito agli enti locali reggiani e territoriali di non investire più il becco di un quattrino sull'università, dopo l'esaurimento del vecchio accordo di programma, che portò allora Comune, Provincia, Camera di Commercio, Fondazione Manodori, forze imprenditoriali , privati ed università ad investire diversi milioni di euro per sostenere l'avvio dell'Ateneo. A.S. LA TELENOVELA DELLA DIGA DI VETTO segue a pagina 6 La storia della grande opera progettata da Giuseppe Carlo Grisanti nel 1800 e mai realizzata per una ottusa opposizione politica e ambientale AVANTI CINESI, LA CITTA' E' IN VENDITA di Carlo Baldi REPORTAGE UNA REGGIANA TRA GLI SCAVI NEL DESERTO EGIZIANO EVENTO LA CITTA' IN EUROPA CON LA MOSTRA FOTOGRAFICA di Paola Davoli di Carlo Pellacani > Le attività economiche sono in espansione: al primo posto il confezionamento di articoli di abbigliamento. Trenta ristoranti in più solo in un anno. Le imprese di commercio al dettaglio sono 141 di Simone Russo a pagina 3-4 da pagina 9 a 11 da pagina 19 a 21 > da pagina 13 a 17 (9;0.0(50,70**63,0479,:, 3»0;(30( */,9,(.0:*, ^^^JUHYLP[ CNA Reggio Emilia: Via Maiella, 4 Tel. 0522/3561 www.cnare.it STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 Primo Piano > LARGO AI CINESI CHE PAGONO IN CONTANTI di Simone Russo Mentre i segnali contraddittori dell’economia costringono gli esperti del settore a trasformarsi in maghi per immaginare la fine della crisi, c’è un particolare settore del mondo produttivo reggiano che sembra sempre vivace ed è quello che viaggia con targa cinese. Gli orientali acquistano, e lo fanno in contanti. In un momento in cui la liquidità è scarsa, loro acquisiscono. Da dove provengano queste possibilità economiche non è sempre chiaro, tanto che Confcommercio con la sua presidente Donatella Prampolini in una recente intervista ad E’Tv ha sottolineato la particolarità del fenomeno. In assenza di indagini recenti sul tema, la segnalazione resta un campanello d’allarme che prima o poi andrà raccolto. Nel frattempo la rete dell’impresa cinese intercetta “pesci” commercialmente ghiotti e collocati in luoghi simbolo della città. E’ di queste settimane la notizia dell’acquisizione dello storico bar del grattacielo di piazza del Tricolore. Cinese è anche un bar all’angolo i piazza Prampolini, proprio sotto le finestre di piazza Prampolini. E sostanziose offerte sarebbero arrivate anche ad un notissimo e storico bar di piazza San Prospero, anche se in questo caso il proprietario avrebbe smentito la circostanza. Il tutto in un quadro in cui intere vie della città, in particolare via Eritrea e via Turri e piazzale Marconi, sono ormai diventate luoghi a quasi esclusiva prevalenza cinese. Insomma, la “macchia” si allarga, con tutta una serie di conseguenze. La prima è il perdersi dell’identità reggiana dei luoghi in cui più forte è la penetrazione di questa comunità di immigrati. E’ sotto gli occhi di tutti ormai da un decennio la lenta e progressiva nascita di una “China- town” nella zona stazione di Reggio, dove abbondano negozi e ristoranti con le insegne piene di eleganti ma indecifrabili ideogrammi. Al fenomeno si accompagnano i dubbi dei cittadini, costretti alla vicinanza forzata con una comunità impenetrabile per usi e consumi, poco aperta allo scambio con i locali, dedita ad affari che in più di un caso sono finiti nel mirino dei controlli. Ad occuparsi di tutti questi problemi non solo le forze dell’ordine ma anche l’amministrazione comunale: laddove l’obbiettivo delle prime è reprimere, quello dell’amministrazione è cercare di superare le barriere della separazione e accom- pagnare la comunità verso l’adeguamento ad una serie di norme legislative e culturali evidentemente estranee agli immigrati cinesi. Il processo è lungo e i problemi sono diversificati, tanto che il Comune sta predisponendo un patto di convivenza con la comunità. Gli aspetti problematici afferiscono a sfere diverse ma si concentrano in alcune aree ben specifiche. Ai primi posti tra i problemi individuati dal comune ci sono: fenomeni di mancato rispetto delle norme da parte di alcuni negozianti, la crescita della prostituzione, la diffusa ignoranza della lingua italiana anche da parte di immigrati presenti da anni sul territorio. <A Reggio Emilia – si legge in un documento del Comune - si concentra il più alto numero a livello regionale (28.7%) di realtà imprenditoriali gestite da titolari cinesi. Il tema del “commercio etnico”, supermarket, bar, parrucchieri, bazar cinesi (ma anche kebab, macellerie, call center gestite anche da titolari di altre origini), evidenzia problemi di concentrazione in alcune zone della città, necessità di controlli amministrativi e sanitari in rispetto delle regole e delle discipline specifiche, problemi di “convivenza” nel quartiere>. I dati della camera di commercio dimostrano come le attività segue a pag. 4 STAMPA REGGIANA periodico di attualità cultura spettacolo sport Proprietario: Editoriale Tricolore S.r.l. Editore: L'Oggi di Bologna Soc. Coop.a r.l.- V.le Aldo Moro, 16 - 40127 Bologna - Direttore Responsabile Ivano Davoli - Art Director Roberta Castagnetti Servizi fotografici Stefano Rossi Marco Moratti - Sede e Redazione: Via Pasteur 2 - Reggio Emilia - Tel. O522.337665 Fax O522.397794 Pubblicità: PUBBLI7 Uff. Commerciali: Via Pasteur 2 42100 Reggio Emilia Stampa: Società Editrice Lombarda S.R.L. Via Dè Berenzani 6-26100 Cremona - Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n. 1157 del 14/02/2006 STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 3 > Primo Piano segue da pag. 3 economiche cinesi siano in espansione, pur in un quadro in cui l’economia di certo non corre. Le imprese registrate sono passate da 1.164 a 1.212. Tra le tipologie commerciali a farla da 10% delle infrazioni rilevate dalla Gdf in campo fiscale riguarda imprese cinesi. E il 30% dei lavoratori irregolari scoperti è dipendente di imprese gestite dagli orientali. A fronte dei controlli è stata chiesta la chiusra di 16 imprese, e la misura è stata esegui- padrone è l’attività di confezionamento di articoli di abbigliamento, con 726 imprese registrate. Al secondo posto le imprese di commercio al dettaglio, con 141 iscritti; e al terzo l’attività di ristorazione, con 134. Questi ultimi appaiono in grossa crescita, con 30 ristoranti cinesi in più in un anno. Di fronte a tanto attivismo, le antenne delle forze dell’ordine restano costantemente accese. E i dati della Guardia di Finanza dimostrano che è giusto mantenere un certo livello di controllo sulle imprese cinesi. Basterebbe un dato per tutti. Nell’anno tra il febbraio 2009 e il febbraio 2010, le Fiamme gialle hanno operato il sequestro di 5.500 articoli: prodotti non in regola con le necessarie certificazioni, contraffatti ma soprattutto non sicuri. Ma c’è anche dell’altro: il ta effettivamente in cinque di questi casi. In ogni caso va detto che queste imprese sono al 99% collegate alla catena di creazione del valore dell’imprenditoria italiana: le aziendine abusive non lavorano praticamente mai solo per la comunità cinese, ma nella maggioranza dei casi fanno da fornitori per poco onesti committenti italiani. Per concludere c’è un altro aspetto molto particolare della comunità orientale che va ricondotto alla comprensione razionale: quello dell’assenza di funerali. In effetti l’impressione è fondata, ma si tratta di un fenomeno che ha ben poco di misterioso. La popolazione residente a Reggio è molto giovane, in grandissima parte al di sotto dei 50 anni. I decessi sono ancora oggi un fatto piuttosto sporadico, ma ci sono. A renderli poco 4 STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 Imprenditori CINESI per classe di attività economica in provincia di Reggio Emilia - Anno 2009 Attivita' Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, c... Industrie alimentari Industrie tessili Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di ar... Fabbricazione di articoli in pelle e simili Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali Fabbricazione di prodotti in metallo Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi Altre industrie manifatturiere Costruzione di edifici Lavori di costruzione specializzati Commercio all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di auto Commercio all'ingrosso Commercio al dettaglio Alloggio Attività dei servizi di ristorazione Telecomunicazioni Attivita' immobiliari Altre attività professionali, scientifiche e tecniche Attività dei servizi delle agenzie di viaggio, dei tour operator Attività di servizi per edifici e paesaggio Attività di supporto per le funzioni d'ufficio e altri servizi Attività sportive, di intrattenimento e di divertimento Riparazione di computer e di beni per uso personale Altre attività di servizi per la persona Imprese non classificate Imprenditori 4 9 44 726 10 5 23 8 2 1 3 2 5 1 17 141 1 134 3 4 1 1 3 4 6 1 7 46 TOTALE Fonte: elaborazione Ufficio Studi CCIAA Reggio Emilia su dati Infocamere 1.212 visibili è la totale assenza di rito funebre. Questo perchè buona parte della popolazione immigrata a Reggio non pratica alcuna religione. Inoltre il rito originale è assai complicato e non avrebbe senso riprodurlo nel contesto italiano. Nessuna stranezza, quindi: le tombe ci sono, a Coviolo, mescolate a quelle di defunti italiani. Eppure, anche in quel caso, quasi invisibili. Opinioni > REPETITA JUVANT? di Sebastiano Simonini Uso la forma interrogativa, perché devo constatare come, in realtà, sembra che la ripetizione non giovi molto. Molti amici mi apostroferanno… ma basta, sempre le stesse cose, sei il solito anziano brontolone cui non va mai bene niente e così via. Però davvero qualcosa non torna. Sono ormai anni che molti cittadini, non solo il sottoscritto, lamentano sempre le stesse cose, i bivacchi nelle aree verdi, lo spaccio libero e diffuso, l’uso scorretto degli spazi pubblici, la sicurezza “percepita” come problematica e così via. Davvero sempre la solita litania. Vi sembra ad esempio logico che alcuni gruppi di extracomunitari trascorrano le loro giornate appollaiati sui gradini della Chiesa di San Giorgio? Evidentemente non lavorano e di conseguenza sorgono spontanee le solite domande: come si mantengono? E’ accettabile che un luogo deputato allo studio e prevalentemente frequentato da giovani sia abbandonato in questo modo? Stesso discorso per il sagrato del Duomo, la statua del Crostolo e molti altri monumenti analogamente offesi. C’è poi la tanto celebrata fontana del Valli, attorno alla quale diversi gruppi etnici si ritrova- no ogni giorno e si dedicano a diverse interessanti attività, che vanno dallo spaccio allo schiamazzo, ma con il comune denominatore del continuo consumo di alcolici. Andrà bene così, vorrei almeno che l’Amministrazione lo dichiarasse: “cari cittadini, va bene così e smettetela una buona volta di romperci continuamente le scatole”. Leggo dello stato in cui versa il Parco Tocci, degrado che è comune a tutta la zona, viali di circonvallazione, San Zenone, Esselunga, Via Guasco, Santo Stefano. So di ripetermi ancora, ma spaccio, bivacchi e riunioni di forti bevitori sono una costante, con le conseguenze del caso in termini di sicurezza e coesione sociale. L’intervento delle forze dell’ordine è episodico, anche se leggiamo che ogni volta in cui intervengono qualche risultato lo ottengono, è troppo chiedere maggiore sistematicità? E’ troppo chiedere al Sindaco che faccia rispettare quelle elementari regole e norme richieste e previste per una civile convivenza? Lo so, è faticoso, ben più facile e comodo far finta di niente e convincersi che siano tutte balle e che va tutto bene, ma così non è, e sarebbe bello che questa volta una risposta non arrivasse ricordando i trionfi di Reggio Children, le visioni e le suggestioni dell’Area Nord corroborando il tutto con qualche convegno o festa di piazza, è ora di una risposta concreta, è ora di risultati, è ora che questi cittadini brontoloni possano finalmente smetterla di brontolare. IL "COLORE" DELLA BANCHE Fineco banca, appartengono a quell’area, o almeno vi appartenevano al momento della nomina. Si potrebbe continuare citando il monocolore del Monte Paschi, a Siena anche la Curia è organica al Pd, ma credo possa bastare. Dunque quello di Bossi è un proposito che si realizzerà nel tempo, attraverso le nomine degli Enti Locali i leghisti entreranno nei consigli delle Fondazioni e per quella via si, condividendo il disegno, ha pensato bene di mettervi sopra il cappello. Al netto delle sparate, la Lega ha però ben compreso che anche senza consiglieri, le banche di riferimento dei suoi elettori sono le Popolari e le Rurali, perché, di Dario Caselli data la loro vicinanza al territorio, sono già ora il perno della tenuta “Vogliamo le banche”, è stato del sistema delle piccole imprese. l’ultimo slogan di Umberto Bossi e Si tratta di banche solide ed in subito i dirigenti leghisti si sono espansione, come Veneto Banca e mossi, Zaia ha parlato all’assemPopolare dell’Emilia, con un blea di Veneto Banca ed il azionariato coeso e legato agli sindaco di Verona, Flavio ToIstituti, si spiega così il fallimensi, ha partecipato all’assemto dell’ennesimo tentativo di blea del Banco Popolare e entrare nel cda dell’Emilia, già che c’era, pure all’assemdell’avvocato Samorì. La magblea della Cattolica, che è gioranza dei soci non teme un’assicurazione, ma tutto fa l’ingresso della minoranza, ma brodo. I leghisti sono speciavede dietro questa candidatura listi nella politica dell’annunil pericolo di contrasti e divisiocio, non sempre alle parole ni dentro il consiglio. Consideseguono i fatti, ma tanto è rando che per svolgere al mebastato ad agitare un dibatIl dott. Fabrizio Viola (AD di BPER) ed il Pres. Guido Leoni glio la loro missione, le Fondatito furioso sulla Lega lottizzioni dovranno alleggerire l’ inzatrice, mentre pochi hanno ricordato che la stragrande maggioran- nei cda delle banche, anche se, per vestimento nelle banche, come za di banchieri e membri dei cda come sono fatti gli statuti, ben hanno recentemente fatto quelle appartengono alla sinistra. Tutto il difficilmente conquisteranno la di Modena, cedendo uno 0,50% di vertice di Intesa, Bazoli, Salza e maggioranza. Questo non impedi- Unicredit e la Manodori, spostanPassera, è composto da uomini sce di giocare sulle divisioni del do ventidue milioni di azioni dal vicini al Pd, come pure i presidenti centro- sinistra per portare a casa capitale all’utile, diventa sempre delle Fondazioni maggiori azioni- qualche risultato, come nel caso più importante per un partito coste, Cariplo e Compagnia San Pao- della sostituzione di Salsa alla me la Lega, il rapporto con le lo, Guzzetti e Benessia; anche in presidenza del Comitato di Gestio- banche del territorio, cosa ben Unicredit, l’Ad Profumo è un fre- ne di Intesa, dove il governatore chiara anche alle cooperative “rosquentatore delle primarie del Pd Cota ha fatto da sponda al sindaco se”, che pur possedendo una baned a quell’area appartengono i Chiamparino. Occorre dire che in ca come Unipol, stanno sempre più rappresentanti nei cda delle Fon- questa, come in altre vicende (vedi legandosi alla Popolare emiliana. dazioni di Torino e Modena, Palen- la nomina a presidente della Po- Come si vede, il risiko bancario, zona e Calandra. Anche gli espo- polare di Milano dell’ex prodiano non solo è molto complesso, ma nenti indicati dalla Manodori, Ponzellini), il vero vincitore è Giu- ha vari protagonisti, diversi traDonato Fontanesi (ex presidente lio Tremonti, il quale ha capito che sversalismi e non sempre chi parla di Coopsette), nel cda della capo- la sua strada verso la Presidenza forte, conta più di chi tace. gruppo e Girolamo Ielo (ex asses- del Consiglio è facilitata da buone sore al bilancio), vice-presidente di relazioni col sistema bancario. Bos- O I R A N I D R O A R T S O T I MERCA H C N A B 0 0 1 E OLTR À T I L A U DI Q in collaborazione con: I Comuni della Provincia di Reggio Emilia NG OPPI H S O LL O RE DE PORT E P C A A I R R IL P O IGLIO M L REZZ O P C À T I QUAL i t n e m a t n u p p a i r t s o n Segui i STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 5 > Università segue dalla prima Intanto nelle Commissioni consiliari del Comune di Reggio Emilia e prossimamente in Consiglio Comunale vanno in onda bozze di documenti di oltre sessanta pagine e copiose quantità di disegni avveniristici chiamati : Programma sulla riqualificazione del complesso del San Lazzaro, il cosidetto Campus, senza che ci sia la benché minima indicazione di chi fa che cosa, e cioè di quali soggetti si impegneranno ad acquistare dall'ASL gli edifici e le aree connesse e si impegneranno a ristrutturarli, con che mezzi finanziari e con che tempi. Le solite lucciole di carta che l'Amministrazione Comunale di Reggio Emilia è ormai specializzata a diffondere, sganciate dalla benché minima e credibile fattibilità e tempistica. Se va bene entro quattro anni si assisterà alla spesa di qualche finanziamento molto datato per aggiustare un po' di vialetti e togliere un po' del tanto pantano che alla prima pioggia si forma. D'altronde che sul San Lazzaro non si sarebbe investito realmente per completarne il recupero è stato chiaro sin da quando il Comune, nel suo agire confuso, pur in assenza di un progetto concreto, credibile e fattibile sull'area, ha deciso di situare il cosidetto Tecnopolo in un vecchio capannone delle ex officine Reggiane. Scelta fatta in solitaria e digerita poi dalla Provincia e dall'Ateneo. Scelta che oggettivamente ha significato l'abbandono dell'impegno per il recupero completo ed in tempi non biblici del San Lazzaro. Intanto gli anni passano e, passeranno velocemente anche gli ultimi di questa legislatura amministrativa che lascerà ai giovani tanti bei disegni, tante belle suggestioni ma, certamente, non un Campus universitario completato. Sullo sfondo poi, a proposito di risorse che nessuno mette a sostegno dell'università, c'è la discussione interna all'Ateneo sul fatto che per la realizzazione del Tecnopolo reggiano, a parte la Regione che metterà una parte di risorse, le altre necessarie le metterà direttamente e solamente l'Università: diventa quindi difficile se le affermazioni del prof.Giudici non saranno smentite e le domande non otterranno una risposta, affermare che i Tecnopoli rafforzeranno l'Università. A.S. 6 STAMPA REGGIANA Complesso campus del San Lazzaro PERCHE’ IL TECNOPOLO INDEBOLIRA’ L’ATENEO “Studenti e campus saranno danneggiati dal tecnopolo; qualche vantaggio per alcuni docenti che disporranno di maggiori risorse e per la politica locale che ne trarrà maggiore visibilità”: è la convinzione, espressa pubblicamente nei giorni scorsi, del prof. Paolo Giudici ordinario di microbiologia agraria presso l’università di Modena e Reggio Emilia. Convinto sostenitore della necessità di realizzare a Reggio Emilia un vero campus adeguato alle esigenze degli studenti, ritiene che con i tecnopoli in realtà l’Università si svenda, indebolendosi sul piano economico e didattico per gli studenti. I tecnopoli, fortemente voluti dalla Regione Emilia romagna, costituiranno nel loro insieme una rete per il trasferimento tecnologico e se, all’apparenza, possono sembrare una positiva iniziativa, in realtà nascono in una situazione ben più > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 complessa: ad es. a RE dovranno obbligatoriamente essere collocati fuori da sedi universitarie (a RE il Comune metterà a disposizione un capannone nell’area ex Reggiane), la Regione finanzia i progetti per il 50% delle spese, il restante 50% è finanziato dall’università con il conferimento di proprie attrezzature, il lavoro del proprio personale e di denaro pari ad almeno il 25% del costo delle attrezzature di nuova acquisizione. In sostanza la Regione paga il nuovo personale a tempo determinato per tre anni ed il 50% delle nuove attrezzature. Se la Regione, come pare, finanzierà progetti di ricerca e cooperazione con le imprese solo attraverso i tecnopoli e, come prevedibile, i docenti cercheranno i contratti di ricerca da privati (una fonte di finanziamento oggi importante per l’università) attraverso i tecnopoli per evitare di versare il 10% a La sede di Viale Allegri sostegno dei costi di dipartimento ed ateneo, il danno per ateneo e studenti, per il prof. Giudici appare chiaro e si aggiunge ai tagli già effettuati dal governo. Già in passato, sostiene ancora il docente, si sono viste strutture analoghe che sono costate molto ed hanno prodotto pochissimo. A.S. Università > ´'(',&$72$&+,'23281/81*2,19(512+$92*/,$',5(,19(17$5(/$35235,$&$6$ $1&+(62/2&218172&&2',&2/25(µ MOBILI COMPLEMENTI D’ARREDO QUADRO OGGETTI PROFUMI D’AMBIENTE BIJOUX vivere e abitare AGAVE - Via Emilia Ospizio, 51(RE) Tel. 0522 552495 Fax 0522 334696 www.agave.re.it - [email protected] STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 7 , 35(9(17,9 *5$78,7, tQPSUF CMJOEBUF tDBTTFGPSUJ tCMJOEBUVSF QFS BQQBSUBNFOUJ FWJMMF ASSISTENZA IMMEDIATA PER BLINDATURE DI TUTTE LE MARCHE E PER QUALSIASI TIPOLOGIA D’INTERVENTO STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 Primo Piano > DIGA, UNA GRANDE OPERA CHE VA REALIZZATA di Carlo Baldi “Profuse in questo progetto ingenti somme ed una fenomenale attività, ma tutta la sua energia e gli sforzi da lui fatti si infransero contro la barriera appostagli dalla ignoranza, dalla malafede,dall’invidia, dalla riluttanza …………. ad accogliere idee nuove anche in opposizione ai loro interessi. Si disse che allora i tempi non erano maturi per questa impresa, ma sembra che occorrano per noi secoli per maturare idee ormai comuni e messe in pratica in tutto il mondo fin dalle più remote età.” Questo è quanto scrive un erede di Giuseppe Carlo Grisanti ed il progetto di cui si parla è quello della “diga di Vetto” del 1800. Ed ancora “Questo vasto progetto non è stato compreso o non si è voluto comprendere ed è notevole il fatto che una gran parte si è schierata con oppositori sostenendo che il progetto non era pratico sebbene per dichiarazione di loro stessi non l’abbiano mai visto…………………Tutti riconoscono la necessità di provvedere acqua; il valore che essa ha per la produzione agraria………nonostante si preferisce lasciar scorrere per i nostri torrenti ingenti volumi di acque completamente inutilizzate che il più delle volte sono causa di danni anche notevoli in ispecie nella parte inferiore del loro corso. E’ difficile il potersi render conto di questo fenomeno di opposizioni contro opere che sono riconosciute dagli stessi oppositori di assoluta utilità.” Sembrerebbe attualità, in realtà si tratta del diario della famiglia Grisanti ,scritto da più mani dal 1758 ai primi del 1900, che ho rinvenuto presso l’ultimo erede deceduto qualche anno fa a S. Polo. Lo stesso erede ed Ascanio Bertani, grazie al quale ho rintracciato la fonte, mi hanno consegnato i progetti della diga realizzati nel 1800, che sono ora depositati in parte presso la Biblioteca universitaria di Via Allegri ed in parte presso la Fondazione Studium Regiense, a cui sono stati donati.. “Il Podestà di S. Polo, continua la ricerca, o chi per esso, forse per odio personale ,guidato da criteri che allora, come oggi, informano per lo più gli atti dei nostri amministratori per quel che riflette ogni iniziativa che esorbita dai normali metodi e sistemi, si oppose al progetto Grisanti cercando come al solito di assicurarsi il quieto vivere allontanando da sé e dai colleghi di amministrazione tutte le cause che potessero turbare le stasi del loro cervello con idee nuove per loro e poco comprensibili.” Il documento parla poi di dieci generazioni dei Grisanti. La STAMPA REGGIANA prima, con Grisanti e Cagossi nato nel 1560, avrebbe abitato a Roncolo di Quattro Castella, giurisdizione di Montevetro, e l’ultima con la morte di Livio a Varazze il 15 settembre 1920 . La famiglia Grisanti si spostò poi a Bibbiano in località Fossetta ed acquisì gradualmente > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 segue a pag. 10 9 > Primo Piano segue da pag. 9 un patrimonio notevole fra Barco, Bibbiano, Montecchio, S. Polo d’Enza e Reggio. Il documento elenca accuratamente le molteplici proprietà di terreni e di immobili. Il progetto della diga sull’Enza è in relazione alla settima generazione, al dr. Giuseppe Carlo Grisanti, nato a Bibbiano nell’agosto del 1808 e morto a Parma il 23 gennaio 1865. Licenziatosi con successo dal Collegio Seminario di Correggio, frequentò l’Università di Pisa , dove ne uscì dottore in legge. Il Grisanti però ,anziché dedicarsi all’attività forense , “per atavismo, per intuizione, per osservazione diretta e per gli studi fatti fin dai primordi comprese che la ricchezza ed il benessere economico di un paese dipende anche dalla produzione agraria, fonte di ogni prosperità e………diede tutto se stesso e si dedicò col suo naturale slancio e con l’infrenabile suo spirito di iniziativa all’applicazione nel vasto campo dell’agricoltura, nel rispetto dei principi e delle teorie che si facevano strada per opera specialmente dell’eminente agronomo Filippo Re.”…” Passò diverso tempo in Sardegna, a Torino , a Genova ed altrove, strinse amicizie con diverse personalità politiche, scientifiche e letterarie. Nell’adunanza degli utenti del Canale di Bibbiano del 5 maggio 1836 fu nominato Sovrain- tendente alle acque ed irrigazione di detto canale. Dopo aver acquisito il diritto di sfruttamento dei terreni demaniali lungo l’Enza, con l’opposizione del Comune di S. Polo, che iniziò una lite giudiziaria che durò dal 1847 al 1874, il Grisanti integrò la sua idea col progetto di un grandioso serbatoio nel fiume Enza e di un canale per l’irrigazione dell’agro reggiano e parmense sopra alla Via Emilia . Come si legge dai documenti dell’epoca , la domanda di concessione di derivare acqua dall'Enza, dalla quale ebbe origine il progetto chiamato “bacino Grisanti”, fu presentata dai Grisanti nel 1863 al Consiglio superiore dei lavori pubblici, il quale richiese alcune integra- zioni. Gli eredi Grisanti sotto il nome di “ditta Grisanti-Carmi di Reggio Emilia” fecero modificare il primitivo progetto dal professor Torricelli della facoltà di ingegneria dell’Università di Roma, progetto che tornò alla Commissione idraulica del Ministero dell'agricoltura. Il progetto, nel suo insieme, consisteva: nella costruzione del serbatoio delle Gazze sull'Enza a 25 km da San Polo, capace dell'intera quantità d'acqua occorrente; della diga di presa a Guardasone dalla quale avevano origine due canali: uno in provincia di Reggio per irrigare circa ettari 7000 di terreno ed uno in provincia di Parma per ettari 4000. L'acqua del serbatoio delle Gazze ,introdotta liberamente nel corso dell'Enza, veniva arrestata dalla diga impermeabile di Guardasone , che la guidava poi a due edifici di presa. I canali principali di massima seguivano il piede delle colline sia in provincia di Reggio che in quella di Parma. Quello di Reggio sboccava nel torrente Crostolo presso Puianello, l'altro nel torrente Parma. Ciò serviva per irrigare, durante 100 giorni, un'estensione di terreno di circa 11.000 ha. La diga raggiungeva l’altezza di 60 metri dal letto del fiume e aveva una larghezza predominante di mezzo kilometro e massima di 1 km . Il costo stimato dell’opera era di lire 5.500.000. La domanda venne finalmente accolta dai consigli provinciali Lavaggio Self-Service a Piste e Automatico Senza Spazzoloni Vasto assortimento di prodotti gastronomici Al Conad Il Colle ogni giorno la qualità dei Supermercati Conad è di casa! ALBINEA (RE) Via XXV Aprile 1/B Tel. 0522.347426 Orario continuato 8,30-20,00 tutti i giorni martedì 8,30-14,00 CHIUSO MARTEDI’ POM. 10 STAMPA REGGIANA LE FORCHE PUIANELLO (RE) Via G.di Vittorio 39/H Tel. 0522.885818 Orario 8,30-13,30 • 15,30-19,30 Giovedì 8,30-13,30 Sabato continuato 8,30-19,30 CHIUSO GIOVEDI’ POM. di o Laur i arin Ferr MONTECAVOLO (RE) (NUOVO PUNTO VENDITA) Via F. Cervi, 28 Tel. 0522.886179 > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 Via Bosco, 16/a PRATISSOLO di Scandiano (RE) Cell. 340 6857338 Primo Piano > di Parma e di Reggio Emilia nel 1890 e nel 1891 e la concessione venne data nel 1902 alla ditta “successori Grisanti” che poi cedette nel 1907 al cav. Gaetano Anaclerio tutti i diritti di derivazione della acque. Non sto qui ad elencare il successivo iter . Evidenzio l'intervento del Ministero lavori pubblici del 27 agosto 1921 che parlò della possibilità che l’energia proveniente da tale impianto potesse essere utilizzata nella elettrificazione ferroviaria della Milano Bologna . Dopo diverse discussioni e diatribe venne rivisto il progetto col concorso delle Ferrovie dello Stato. Esso prevedeva la creazione, oltre ai relativi impianti idroelettrici, la costruzione di una diga alle strette delle Gazze dell'altezza di 70 m, consentendo così di realizzare un serbatoio di 55 milioni di metri cubi. Nel corpo stesso della diga era prevista una centrale di punta della potenza massima di 25.000 KW/ora. Nella stretta di Vetto era prevista una seconda diga dell'altezza di ritenuta di metri 50, consentendo così di realizzare un lago della capacità di 44 milioni di mc.Anche in questa seconda diga era prevista una seconda centrale della potenza di 6000 KWh . L'acqua di scarico di detta centrale veniva poi immessa nel torrente con una galleria di 1200 mt, per poi essere ripresa dallo sbarramento del Guardasone, dopo circa 12 km, per immetterla nei canali di irrigazione. Il bacino imbrifero sfruttato da tali impianti, dice la relazione, è di circa 280 Kmq e si prevedeva di irrigare più di 16.000 ettari di terreno. Conclude che il progetto in parola avrebbe fornito l’energia elettrica necessaria per la elettrificazione della MilanoBologna e della Parma- Spezia, per “l’alimentazione delle quali, altrimenti, si dovrebbe portare l’energia degli impianti del Trentino con grandi linee di trasporto, le quali, per l’elevato costo, aumenterebbero il prezzo dell’energia”. Ed ancora “i serbatoi hanno lo scopo di rendere costante la portata del fiume, eliminando i gravissimi inconvenienti che le grandi piene producono a valle, risparmiando così le ingenti spese alle quali lo Stato è annualmente costretto per evitare o riparare i danni prodotti da tali piene”. Ci si augurava che la realizzazione del progetto partisse finalmente a breve . Con la prima guerra mondiale e infine con la seconda tutto è caduto nel vuoto. Dopo l’ultima guerra il progetto fu ripreso e negli anni ‘80, su progetto dell’ing. Marcello, l’opera poteva avere finalmente inizio, grazie ai finanziamenti ottenuti per la realizzazione delle basi della diga e degli speroni. Ma per non disturbare “due lontre intraviste nel fiume” (ignorando tra l’altro la produzione di energia pulita), l'ottusità e il conflitto politico hanno paralizzato di nuovo l'iniziativa per realizzare l’idea geniale del Grisanti. Sul campo di queste diatribe, “a causa dell’ignoranza, dell’invidia, della riluttanza ad accogliere nuove idee anche in opposizione ai loro interessi” avrebbero detto i Grisanti, restano la distruzione del patri- monio dei Grisanti profuso a tale fine e le grandi spese sostenute fino ad oggi, rinviando sine die la realizzazione “di idee che sono messe in pratica dalle più remote antichità” . Se ne sta finalmente parlando di nuovo, e la storia si ripete. Dopo un secolo e mezzo c'è ancora opposizione, molte volte per partito preso, senza conoscere il progetto stesso e senza capire l'importanza che potrebbe avere per tutta la nostra economia. A maggior ragione oggi, quando, di fronte alla crisi in atto, le grandi opere infrastrutturali possono dare un contributo significativo all’inversione del ciclo economico. Confidiamo però per dirla con Dobroliubov, che finalmente venga il nuovo giorno. Nelle foto:Vetto d’Enza 1923. Inizio dei lavori e visita delle autorità durante i sondaggi. ,03(50($%,/,==$=,21, /$7721(5,( &23(5785(75$',=,21$/,(,1$//80,1,2 5,02=,21(&(0(172$0,$172 6,67(0$,17(*5$72)27292/7$,&2 Via Nobel, 11 Sesso Reggio Emilia - Tel. 0522/533223 Fax 0522/532257 STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 11 STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 Eventi > FOTOGRAFIA EUROPEA IL RICONOSCIMENTO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO Alessandra Spranzi, Cavallo mascherato Conferenze, incontri, workshop, reading, proiezioni e spettacoli in oltre 200 sedi di Carlo Pellacani Fino al 13 giugno Reggio vive l’euforia di essere centro d’arte internazionale. La manifestazione Fotografia Europea, che – per la quinta volta – è in pieno svolgimento dal 7 maggio, sembra aver generato uno scatto d’orgoglio nella città. Un contributo significativo è derivato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, attribuendo un proprio riconoscimento ufficiale all’iniziativa culturale, esalta le potenzialità della nostra terra e attribuisce un meritato apprezzamento ad un sistema culturale d’eccellenza che ha i suoi cardini nei servizi bibliotecari e museali del Comune, nelle esposizioni di Palazzo Magnani e nella produzione dei Teatri. Accantonate le controverse valutazioni della vigilia, la manifestazione sembra coinvolgere l’intera collettività e superare la soglia delle centomila visite dello scorso anno. Anche se la durata delle giornate inaugu- rali (momento clou delle conferenze, dei work-shop, delle letture e proiezioni, e degli spettacoli e concerti) è stata ridotta a causa delle minori disponibilità finanziarie, l’incremento degli spazi off (passati da 150 ad oltre 200) e la possibilità di visitare le mostre fino al 13 giugno inducono a considerare attendibile tale previsione. E attribuiscono contorni di verosimiglianza all’ipotesi di un consistente indotto per la città. L’incanto, Man Ray e le mostre personali L’incanto è il tema scelto dal curatore Elio Grazioli, cioè la possibilità di scoprire e svelare i segni della trasformazione e del cambiamento della realtà attraverso il filtro della fotografia. I filoni in cui si articola la manifestazione sono quattro: omaggi, mostre personali, produzioni e progetti. Ciascuno sarà visitabile fino al 13 giugno, nei Musei Civici, nei Chiostri di San Pietro e negli spazi espositivi dei Chiostri di San Domenico, nella Galleria Parmeggiani, a Palazzo Casotti, nello Spazio Gerra, nella Sinagoga e nel Museo dei Cappuccini. Alle mostre istituzionali si affiancherà il Circuito Off, la sezione indipendente con più di duecento eventi (erano stati 150 del 2009) ospitati in gallerie d’arte, bar, ristoranti, librerie, appartamenti e spazi commerciali della città. L’evento di spicco della quinta edizione di Fotografia Europea sono dedicate a quattro autori: l’eclettico Mark Borthwick, film-maker, musicista e fotografo inglese noto soprattutto nel settore della fotografia di moda ma artista a tutto campo; Ange Leccia, artista francese attivo fin dagli anni Ottanta Man Ray 1934, autoritratto è l’omaggio al grande fotografo Man Ray (Filadelfia 1890 – Parigi 1976), realizzato in collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano. La retrospettiva copre l’intero arco del percorso creativo dell’artista, dagli anni Venti agli anni Cinquanta. Le mostre personali negli ambiti della fotografia e del video; Alessandra Spranzi, brillante fotografa che si dedica a situazioni quotidiane dai risvolti surreali e perturbanti; e Richard Wentworth, scultore contemporaneo inglese impegnato in work in progress fotografico sulle “sculture di ogni STAMPA REGGIANA giorno”. Le produzioni e i progetti Fotografia Europea propone, inoltre, produzioni originali di Francesco Jodice, fotografo particolarmente sensibile al tema della natura mutevole della città contemporanea nelle sue relazioni tra le persone e le architetture, che realizzerà un progetto, curato da Marinella Paderni, dedicato al tema della mobilità e all’evoluzione dell’automobile da bene a servizio. Nell’ambito del progetto europeo SETSE (Seeing European Culture Through a Stranger's Eyes) viene presentata la ricerca svolta dal fotografo francese Alain Willaume a Reggio Emilia: “La parte in comune + Rumori di un banchetto gioioso”. Alain Willaume coinvolgerà alcune famiglie che hanno aderito al progetto e le ritrarrà durante e subito dopo il momento del pasto, concentrandosi sui rituali domestici quotidiani. In mostra anche una selezione di fotografie estratte dagli album delle famiglie e dagli archivi storici del Comune, in collaborazione con Fototeca della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia e Anne Testut. L’offerta espositiva prevede > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 segue a pag. 14 13 > Eventi FOTOGRAFIA EUROPEA: PER LA QUINTA segue da pag. 13 anche una selezione di progetti speciali cui partecipano i fotografi reggiani Alessandro Rizzi, Sonia Panciroli e Elisa Pellacani, e giovani talenti come Maurizio Agostinetto, Alessia Bernardini e Machiel Botman. Di grande impatto sono gli scatti del fotografo inglese Kevin Cummins, che dagli anni Settanta ad oggi ha realizzato ritratti di alcuni dei più acclamati musicisti inglesi. Le mostre collettive Importanti sono anche le mostre collettive. Sono: Al di là delle apparenze opache, a cura di Gigliola Foschi, che propone opere di Nunzio Battaglia, Maggie Cardelús (Spagna-Stati Uniti), Martina Della Valle, Martina Dinato, Thomas Flechtner (Svizzera), Pierluigi Fresia, Francesca Grilli, Daniele Lira, Claudia Losi, Esko Männikkö (Finlandia), Lala Meredith-Vula (Bosnia Erzegovina), Jari Silomäki (Finlandia), Pio Tarantini, Davide Tranchina, Devis Venturelli, Dubravka Vidovic (Croazia), Thomas Wrede (Germania); la collettiva degli otto fotografi del progetto europeo SETSE (Seeing European Culture Through a Stranger's Eyes),György Gáti (Ungheria), Simona Ghizzoni (Italia), Alain Willaume (Francia), Vanessa Pastor (Spagna), Martti Kapanen (Finlandia), Tomasz Galecki (Polonia), Georgios Makkas (Grecia), Petra Cepková (Slovacchia); una selezione di scatti di Dita Pepe, Léa Crespi e Rob Hornstra, vincitori della prima edizione del concorso internazionale di fotografia industriale promosso da GD4PhotoArt, cui si affiancheranno i quattro vincitori della seconda edizione del concorso. A uno dei maggiori protagonisti dell'astrattismo italiano, Luigi Veronesi, appartiene invece la collezione di fotografie, grafica e libri d’artista nata dall’attività di ricerca e collezionismo di Liliana Dematteis, che ha donato i materiali raccolti alla Fototeca della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia. E’ parte della rassegna anche il progetto sul quartiere Santa Croce di Reggio Emilia, basato sull’interpretazione artistica di un gruppo composto da Fabrizio Cicconi, Lorenza Franzoni, Mirella Gazzotti, Pietro Iori, Manuela Pecorari e Alessandro Scillitani, mentre Istoreco realizzerà l’esposizione denominata “Disincanto africano” con foto di Gino Cigarini sulla sua partecipazione all’avventura coloniale italiana. Recupero di un’identità Fotografia Europea costituisce, dunque, un significativo test per l’affermazione di una dimensione culturale e propositiva a Reggio Emilia. Le presenze di artisti di respiro internazionale e l’af- 14 STAMPA REGGIANA 1 2 4 flusso di visitatori provenienti in larga parte da città limitrofe e dall’estero possono contribuire a far maturare nuove convinzioni e attese. E possono rappresentare l’occasione per promuovere l’idea di una città con forti potenzialità espressive, facendo emergere la vera identità cultu- > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 rale di una comunità detentrice di antiche nobiltà e di grandi patrimoni d’arte. La rassegna dispone di un catalogo, pubblicato da Electa, che accoglie tutte le opere esposte, i contributi critici dei curatori e i testi dei reading degli autori invitati. Foto 1: Mark Borthwick Lovers, Lights Upstate NY. Foto 2: Man Ray MR1926 NoireetBlanche. Foto 3: Esko Männikkö fenicottero. Foto 4: Ange Leccia, Laure, Paris, 1999 Video 4/3, 60'. Foto 5: Maurizio Agostinetto, Alberi mosso dal vento. Foto 6: Sonia Panciroli, Nasik, India, 2009. Foto 7: Mark Borthwick, Us Three, Equinox, 2003. Foto 8: Elisa Pellacani, L'incanto della città 2009. 5 Eventi > VOLTA REGGIO CENTRO D'ARTE INTERNAZIONALE 3 6 8 7 STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 15 COMUNICARE A COLORI OFFICE AUTOMATION STAMPANTI - COPIATRICI - FAX - FOTOCAMERE - DUPLICATORI - SCANNER SOLUZIONI E APPLICATIVI PER UFFICI, GRUPPI DI LAVORO, CENTRI SERVIZI CONCESSIONARIO REGGIO EMILIA E PROVINCIA LA TECNOCOPIE SRL - Via Napoli 8 - 42100 Z.I. Mancasale - Reggio Emilia (Italy) TEL. 0522 517560 - FAX 0522 511228 - [email protected] - www.latecnocopie.it STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 Eventi > ANCHE LA MONTAGNA HA I SUOI FOTOGRAFI “In un luogo di paesaggi incantevoli e incantati, emerge con più urgenza l’interrogativo: cos’è quel quid che c’incanta e non sappiamo spiegare?”, la curatrice della mostra “L’enigma dell’incanto” Alessandra Azzolini chiama i fotografi dell’Appennino reggiano, per la prima volta insieme a Fotografia europea, a rispondere “per immagini”. Il tema è quello dell’“Incanto. Lo sguardo sul mondo”, proposto dalla quinta edizione della rassegna, che Laura Leonelli, a pagina quaranta del domenicale del “Sole 24 Ore” del 25 aprile, ha definito di “straordinario livello internazionale”. Anche la montagna porta il suo contributo. Dall'8 maggio al 13 giugno, la Darkness Art Gallery di Castelnovo ne' Monti invita i visitatori di Fotografia europea a proseguire la visita fuori dalle mura cittadine. In un’unica esposizione, è possibile fruire degli scatti di Giuliano Bianchini (Ramiseto), James Bragazzi (Casina), Vanni Francia, Paolo Ielli, Giandomenico Reverberi, Dante Simonazzi e Benito Vanicelli (Castelnovo ne’ Monti). Inaugurazione sabato 8 maggio alle 17, in via Roma 63. La mostra, organizzata con il patrocinio del Comune di Castelnovo ne’ Monti, della Provincia e del Comune di Reggio Emilia, presenta una selezione di immagini inedite di una generazione di fotografi, professionisti e artisti, con le loro differenti sensibilità tecniche, stilistiche e predilezioni di genere. “Il giglio ha un profumo inebriante, eppure è l’immagine della purezza; la donna, intorno alla quale tutto è sempre in effervescenza, in fosforescenza, è – al pari della musica – la cosa più elevata e la più indecisa del mondo; l’enigma della montagna non è ancora stato sciolto, per tacere della notte”, così le parole del filosofo tedesco Ernst Bloch, nel testo intitolato Tema dell’incantamento e contenuto nel volume Tracce del 1930, colgono lo spirito dell’esposizione. “Fotografia europea 2010 costituisce un’occasione da non perdere, in particolare per un appennino che ha a lungo sofferto di isolamento non solo fisico e territoriale, ma anche culturale; per inserirsi nel contesto di produzione di un immaginario collettivo di respiro europeo”, dice Azzolini. Vanni Francia, Notturno a Firenze, 2009 (Custom) James Bragazzi, senza titolo, 2010 (Custom) Paolo Ielli, senza titolo,2003 (Custom) Giandomenico Reverberi, Sguardi, 2009 (Custom) Dante Simonazzi, Rosso veneziano, 2009 (Custom) STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 17 /$02'$,17877(/(7$*/,( LE A N $EELJOLDPHQWRGRQQD GHOOHPLJOLRULPDUFKHHÀUPH IO Z O M O R 9LD 0DLHOOD 5HJJLR (PLOLD 7H O R U D U L R P A T DI N VE PDUWHGu SRPHULJJLR FKLXVR FR&HQWUR&RPPHUFLDOH &RQDG 5HJJLR 6XG STAMPA REGGIANA SU TUTTE LE TAGLIE MORBIDE SCONTO FINO AL > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 30 % Reportage > L'ARCHEOLOGA PAOLA DAVOLI CI RACCONTA GLI SCAVI NEL DESERTO EGIZIANO Un altro reggiano, il prof Mauro Cremaschi, collabora alla missione a nord del Birket Qarun Paola Davoli, nata e residente a Reggio Emilia, si è laureata e ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Bologna. Dal 2002 è professore di Egittologia all’Università del Salento (Lecce). È direttore archeologo della Missione della New York University ad Amheida nell’oasi di Dakhla (Egitto) oltre che co-direttore della Missione archeologia a Soknopaiou Nesos. Dirige scavi in Egitto dal 1995 ed è autrice di quattro monografie e di numerosi articoli scientifici. Nel deserto occidentale egiziano, a nord del Birket Qarun, il lago salato che caratterizza l’oasi di El-Fayyum, è una città fantasma, nota ai viaggiatori e agli esploratori del XVIII e XIX secolo con il nome di Dime esSeba, “Dime dei leoni”. Il suo nome antico era Soknopaiou Nesos, che letteralmente significa “l’isola del dio Soknopaios”, una collina in realtà che emergeva dalla pianura desertica su cui era stato eretto un tempio dedicato al dio che assumeva le sembianze di un coccodrillo. L’insediamento venne fondato nel III secolo a.C. e dopo essere stato abbandonato dai suoi abitanti intorno alla metà del III secolo d.C. iniziò ad essere sepolto dalle sabbie del deserto. La sabbia e i crolli dei soffitti delle abitazioni sigillarono e protessero gli oggetti che gli abitanti avevano lasciato dietro di sé. La lontananza dai centri abitati e le difficoltà che comportava raggiungere un tale luogo hanno consentito una buona conservazione delle antichità. Fulcro culturale ed economico dell’insediamento era un grande tempio circondato da mura ancora alte una quindicina di metri. Era raggiunto da una strada lastricata lunga circa 400 metri che divide la città in due quartieri e costituiva la via su cui le divinità erano portate in processione durante le feste. Dal 2003 una Missione Archeologica dell’Università del Salento diretta dai prof. Paola Davoli e Mario Capasso, docenti di Egittologia e di Papirologia, ha iniziato una nuova fase di studio e di indagine del sito. Nonostante le difficoltà logistiche ogni anno la Missione effettua un mese di scavo e di survey topografico. Lo scavo è concentrato all’interno del recinto templare dove è stato interamente portato alla luce il tempio principale in blocchi di calcare dedicato al dio oracolare Soknopaios e alla consorte Iside Neferses. Il santuario si conserva per 1,6 m di altezza, ma doveva avere più piani, come dimostrano due scale situate al suo interno. La decorazione del tempio non fu terminata, ma alcune scene religiose dipinte e scolpite a bassorilievo sono state rinvenute, PROGETTO INTERNAZIONALE Il Soknopaiou Nesos Project è un progetto internazionale nato nel 2005 all’Università del Salento per lo studio delle fonti e la ricerca archeologica a Soknopaiou Nesos, aperto alla collaborazione di quanti si dedichino allo studio dei molteplici aspetti di questo sito. Il progetto e lo scavo archeologico sono diretti da M. Capasso e P. Davoli, rispettivamente docenti di Papirologia e di Egittologia nell’ateneo salentino. L’Università di Würzburg, nella persona del prof. Martin Stadler, collabora dal 2005 con il SNP per lo studio e l’edizione nonostante l’edificio sia stato demolito e usato come una vera e propria cava di materiali da costruzione. Moltissimi gli oggetti di arredo templare trovati dalla Missione, come i papiri scritti in greco e in demotico (l’egiziano dell’epoca), tra i quali alcuni papiri oracolari, parti di mobili in legno riccamente decorati con inserti in pasta vitrea policroma e lamina d’oro, statue di divinità e di sacerdoti. Va infine menzionata anche una spada in ferro con pomello in ebano in perfette STAMPA REGGIANA dei documenti demotici. Da anni ormai è inoltre attiva una collaborazione scientifica con il Kelsey Museum di Ann Arbor, in cui sono conservati gli archivi della missione archeologica della University of Michigan che scavò a Dime nel 1931-32. Lo scavo archeologico è sostenuto finanziariamente dall’Università del Salento, dal Ministero per gli Affari Esteri, dal cav. Luca Trombi, mecenate della Missione ormai da diversi anni, e da alcuni sostenitori privati. Per chi vuole saperne di più: www. museopapirologico.org. condizioni, che un cavaliere romano lasciò nel tempio. La Missione collabora con archeologi reggiani, tra i quali anche il prof. Mauro Cremaschi, e con specialisti di varie università europee e statunitensi. Le scoperte fino ad ora effettuate sono di grande importanza storica, ma ancora molto resta da fare e da scoprire a Soknopaiou Nesos. Foto in alto: l’area prima dello scavo, in basso a sx il restauro di una sfinge, e la statuetta in bronzo raffigurante un leopardo. segue a pag.20 > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 19 > Reportage 1 2 5 Foto 1: casa scavata dalla University of Michi nale. Foto 4: l’ingresso all’aarea templare. Fo Foto 6: rilievo trovato nel tempio di Soknopa Foto 8: amuleto in papiro. 4 20 STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 igan nel 1932. Foto 2: l’archivio del tempio. Foto 3: il dromos o strada processiooto 5: l’area dopo lo scavo. Il tempio in blocchi di calcare dedicato a Soknopaios. aios raffigurante il re e la regina fondatori del tempio. Foto 7: ostrakon demotico. Reportage > 3 6 7 8 STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 21 BLAUER REFRIGIWEAR MUSEUM CANADIENS WOOLRICH CARLO PIGNATELLI OUTSIDE LEBOLE JOHN BARRIT INGRAM LINEAEMME I BLUES CLUB DIVINA DENNY ROSE U.S. POLO ASSN. DEGRADÈ LUISA VIOLA LATTEMENTA B.YOUNG DIESEL PEPE JEANS LONDON CALVIN KLEIN MARLBORO CLASSIC MARINA YACHTING HILFIGER - DENIM NAPAPIJRI MELTIN’POT MISS SIXTY TOKIDOKI ENERGIE WRANGLER Via Matilde di Canossa 2, Quattro Castella - (R.E.) Tel. 0522.887159 ( SULLA TANGENZIALE ) Chiuso lunedì mattina Sabato orario continuato STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 GREASE CATBALOU SARABANDA PETIT BATEAU CRISTINA GAVIOLI SCOTCH & SODA LOSAN MRK PLAYLIFE ADIDAS GOLA Sport > UNA SQUADRA GARIBALDINA AL SERVIZIO DI REVERBERI CHE TORNA AL "GIRO" Dopo un anno di forzato riposo il tecnico reggiano riprende la guida di una squadra di giovani pronti alla grande impresa in rosa. L'abbinamento con Ernesto Colnago di Romano Pezzi Inizia una nuova avventura di Bruno Reverberi sulle strade del Giro d'Italia. Il team manager della Colnago Csf Group ritorna alla corsa rosa dopo la parentesi dello scorso anno, alla guida di una nuova squadra garibaldina, la più giovane del contesto. Quasi tutti giovanissimi, alla guida di una vecchia volpe dell'ammiraglia. Bruno Reverberi infatti, è dal 1982 che partecipa al Giro al comando di un drappello di giovani e ambiziosi galletti. "Io e il Giro d'Italia? Una magnifica avventura - dice il tecnico reggiano - Ogni giorno devi improvvisare, rivedere i programmi, le decisioni. Devi fare i conti con quello che hai, e se sbagli, naturalmente lo paghi. Durante le ultime tappe poi ti senti travolto, ma devi difenderti, contro tutti, in ogni circostanza e nello stesso tempo, sostenere i corridori ormai stanchi, a portare a termine la loro fatica." Reverberi in questa sua ventottesima partecipazione alla corsa rosa, che rappresenta un record, si prende carico anche di un'altra responsabilità, importante, far vola- re il Made in Italy delle biciclette, del Pirata, questo mito bruciato in un momento difficile, dove la in pochi anni, ridimensionò notesfida col resto del mondo si fa più volmente le strategie di Reverberi, pressante. Ernesto Colnago, infat- ma non impedì che il demone del ti, è considerato il più prestigioso doping scottasse anche lui. Come costruttore di speciali bici da corsa tutti infatti, visse i brutti momenti del mondo. Un uomo che ha con- causati dai megablitz dei Nas, che tribuito più di tutto all'evoluzione irruppero al Giro. Memorabile la tecnica delle due ruote, apportan- notte di Sanremo, tra il sei e il setdovi continue correzioni e arrivando sempre prima degli altri. Il costruttore milanese mette in gioco la sua produzione e far conoscere i suoi modelli, affidandosi al manager reggiano in questa importante passerella che rappresenta il Giro d'Italia. Reverberi ha esordito alla massima corsa italiana quando i campioni del calibro di Moser, SaBruno Reverberi ronni, Hinault interpretavano un ciclismo ancora poetico, con grosse di rivalità ma privo di veleni. Quello fu il suo primo periodo vissuto nel grande ciclismo, ricco d’emozioni, nel quale ha sempre gestito la sua squadra con impegno. Poi visse da vicino la meteora Roche e la rivincita di Fignon, quindi l'era del Grande Indurain e lo spettacolo offerto da Pantani. La triste favola te giugno del 2001. I corridori poi minacciarono di non ripartire, ma fu proprio Riverberi, tra gli altri, che in quell’occasione cercò di salvare la corsa, invitandoli a proseguire. Vinse poi quel Giro, Simoni. "Il ciclismo purtroppo è stato preso di mira dall'antidoping - disse in quelle occasioni - sempre alla ricerca di colpevoli. Un sistema che danneggia questo sport e se non è regolato come si deve, si rischia di farlo scomparire." La sua discussa esclusione nell'edizione del Giro dello scorso anno, segue a pag.24 Erneto Colnago STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 23 STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 Sport > Roberto Reverberi segue da pag. 23 quella del "Centenario", gli ha procurato una grande amarezza. I veri motivi non sono risultati mai chiari. Per una squadra tipo Professional, come quella di Reverberi, non poter disputare il Giro d’Italia, rappresenta un fatto importante. Ma ora il tecnico è ancora in gruppo, con al fianco il figlio Roberto, alla guida della sua squadra di giovani corridori combattivi, con l'ambizione di Domenico Pozzovivo Manuel Belletti emergere. Il Giro d'Italia di quest’anno, prende il via dall'Olanda. Non prevede purtroppo il passaggio sulle strade della nostra Provincia. La sfiora in occasione della sesta tappa che parte da Fidenza con l'arrivo a Marina di Carrara. Dopo il via di questa frazione, posto ai piedi del Duomo di San Donino, tempio fidentino di stile romanico, la carovana rosa percorre la Valle del Taro, fino a Borgo, quindi affron- ta il Passo del Brattello e attraversa la Lunigiana. Dopo un giro di circuito nella Città del Marmo, il traguardo è posto nell'ampio Viale Colombo, il lungomare di Marina di Carrara. Non è una frazione difficile perché il Brattello non rappresenta una insidia per i grandi. Il circuito finale invece, sarà il teatro dove si scatenerà la lotta per la vittoria parziale. "Si tratta di un giro molto Tecnico - dice in proposito Reverberi- che in tanti possono vincere. Tra gli altri però vedo Evans e Basso tra i favoriti, perché ritengo che i due abbiano i numeri per farlo. Per vincere il Giro infatti occorre soprattutto una maturità atletica. Evans è più forte, ma Basso, di qualche anno in più, è munito di una notevole intelligenza tattica. Non dimentichiamo inoltre che questi corridori si preparano assieme sulle strade del Mendrisiotto, ed entrambi frequentano gli stessi ambienti, per esempio il Centro Mapei di Varese. Potrebbero fare benissimo primo e secondo in classifica.” “Tra i corridori della mia squadra – continua Reverberi- la Colnago Csf 6° tappa del Giro : Fidenza Carrara , punto alla classifica con Pozzovivo, che ha vinto recentemente in Trentino e giunto secondo al Giro dell’Appennino. Tra gli altri Canuti, Frapporti, Savini saranno gli outsider, traguardi intermedi potrebbero regalarmeli Belletti, il giovane Modolo, Bisolti e chissà anche Pavarin o Stortoni, tutti giovanissimi al loro primo Giro.” Sull’auto ammiraglia sarà sempre Roberto Reverberi, il figlio di Bruno, che nonostante abbia ancora 45 anni è considerato un veterano del Giro. Appena 18enne infatti, mentre gareggiava ancora tra gli juniores con la maglia del STAMPA REGGIANA Velo Club Reggio, Roberto, collaborava con papà, al seguito del Giro d’Italia. Era il meccanico della squadra, la quale allora si chiamava Termolan Galli e nonché il più giovane componente della carovana rosa. Possiede un modo di vedere la corsa eccezionale. Intuisce i movimenti degli avversari e conosce profondamente le possibilità dei suoi atleti in ogni circostanza. “Ogni anno, al “Giro” – dice Roberto – è sempre una grande emozione, che diventa impossibile contenere, quando vince un nostro corridore.” > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 25 > Sanità VIAGGIO NELLA SANITA' REGGIANA UNA STRUTTURA PER LE MALATTIE GENETICHE RARE DEL BAMBINO di Cristina Bolognesi La salute è il primo, vero diritto del cittadino; continua il nostro viaggio nella Sanità Reggiana, tra competenze, progetti, incontrando professionisti capaci di coniugare rigore scientifico ed umanità. La Struttura Semplice Dipartimentale di Genetica Clinica dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia è tra le eccellenze più qualificate nel settore grazie alla ricerca ed all’innovazione. Ne parliamo con la responsabile, la dottoressa Livia Garavelli. Dottoressa Garavelli, si parla tanto di Malattie Genetiche 26 STAMPA REGGIANA Rare: cosa sono in realtà? L’80% delle malattie rare, circa 5600, è di origine genetica, e pertanto la maggior parte di queste condizioni si manifesta in età pediatrica e rappresenta pertanto un problema di notevole importanza non solo scientifica, ma anche, e soprattutto, sociale. Se consideriamo che l’incidenza delle anomalie congenite in epoca neonatale è del 2-3%, la provincia di Reggio Emilia, con circa 5000 nati negli ultimi anni, fa registrare 100-150 nuovi casi all'anno che necessitano di essere indagati come possibili Malattie Rare Quali sono i segni clinici di sospetto nel bambino? Innanzitutto i problemi di accrescimento, le malformazioni congenite, la difficoltà di apprendimento ed il ritardo mentale. Perché le malattie genetiche rare sono così difficili da diagnosticare? > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 Con il progredire delle scoperte scientifiche diventa sempre più necessario avere contatti con Centri di Ricerca in Italia e all’Estero, laddove le competenze per lo studio, in genere molecolare, con l’Analisi del DNA, dell’una o dell’altra condizione, possono rendere possibile una diagnosi certa. Si tratta pertanto di uno studio molto complesso, ove le Risorse Umane rappresentano la principale criticità. La precocità della diagnosi ne amplifica consistentemente i benefici. Giungere ad una diagnosi eziologica è di rilevante importanza sia per il bambino affetto (individuazione e da sinistra: Maria Claudia Menozzi, Francesca Rivieri, Simona Losi, Livia Garavelli, Nilla Canovi Sanità > da sinistra: Anita Wischmeijer, Maria Claudia Menozzi, Livia Garavelli, Simonetta Rosato, Chiara Gelmini trattamento presintomatico di complicazioni e disabilità prevedibili, eliminazione di ricoveri ed indagini non necessarie) che per i genitori ed i familiari consanguinei (definizione dei rischi di ricorrenza, individuazione dei soggetti a rischio). Cosa avviene in un ambulatorio di genetica clinica? Si tratta di visite complesse, talvolta multidisciplinari che richiedono tempo e spesso più competenze professionali, quella del genetista, del pediatra, dello psicologo, della nurse di genetica clinica, cioè di una infermiera professionale con particolare competenza in questo settore. Il colloquio con una nurse di genetica clinica e con un medico di consulenza finalizzato alla compilazione di una cartella, o con uno psicologo in casi selezionati, rappresenta l’atto iniziale di tutte le prestazioni, sia per le visite genetiche, in genere richieste per bambini con malattie genetiche rare non note ai fini diagnostici oppure per bambini con malattie genetiche rare che necessitano di follow-up, che per le consulenze genetiche. In questa fase verrà ricostruito l’albero genealogico del bambino, della persona o della coppia interessata (sino a genitori e zii con relativa prole) con particolare attenzione alle malattie che ricorrono nella famiglia, soprattutto se presenti sin dalla nascita o con ritardo mentale o malformazioni congenite. Sarà inoltre raccolta la storia riproduttiva e i dati clinici rilevanti riguardanti il problema che ha indotto la visita genetica o la consulenza genetica. E’ perciò necessario che l’utente arrivi alla Struttura con informazioni sufficientemente precise, con la documentazione clinica adeguata, con eventuali esami radiologici, anche di vecchia data e con eventuali fotografie di familiari affetti. Per l’esecuzione di test genetici, da programmare eventualmente dopo la visita, è necessario che l’utente (il genitore del bambino) rilasci un consenso scritto che sarà preceduto da una informazione sul significato e limiti dell’analisi, fornita dal medico di consulenza durante il colloquio. Può essere necessario richiedere una documentazione fotografica ai fini diagnostici, di studio, e di discussione del caso dopo la visita genetica; anche in questo caso è necessario che l’utente (il genitore del bambino) rilasci un consenso scritto; trattandosi di malattie genetiche rare, infatti, spesso è necessario richiedere pareri ad esperti di quella specifica condizione in Italia o all’estero. Cosa avviene nel Day-Hospital/Day-Service di Genetica Clinica? La nurse di genetica clinica organizza tutti gli accertamenti, i test genetici e le consulenze specialistiche programmate in regime di Day-Hospital o Day-Service a cura del medico di consulenza durante le visite ambulatoriali o le consulenze genetiche e comunica alla famiglia gli appuntamenti, che spesso richiedono più accessi. La nurse di genetica clinica accoglie gli utenti, registra i nuovi Day-Hospital e Day-Service. Ad ogni accesso l’utente si presenta al DayHospital/Day Service ed esegue le prestazioni programmate. Nel caso sia necessaria una prestazione in un altro reparto, la nurse di genetica clinica consegna all’utente la cartella clinica, che dovrà essere riportata in Day-Hospital/Day-Service alla fine della prestazione. Alla fine del processo verrà rilasciata o spedita a domicilio una lettera di dimissione o una relazione a cura del medico di consulenza, che rimane comunque a disposizione per ulteriori spiegazioni eventualmente necessarie. STAMPA REGGIANA CHI E' Livia Garavelli è Medico Specialista in Genetica Medica e in Pediatria. Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Genetica Clinica del Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, è anche consulente e professore a contratto presso l’Università di Parma. Ha al suo attivo circa 240 pubblicazioni in extenso su riviste nazionali ed estere di cui 38 su riviste “peer reviewed” in lingua straniera. Negli ultimi anni si sta occupando anche dello studio e della ricerca sulla sindrome di Mowat-Wilson che per prima ha diagnosticato in bambini italiani. > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 27 > Alimentazione A SCUOLA DI SAPORI NELL'ATELIER DEL GUSTO Dai cibi di strada a quelli locali, regionali e nazionali. Sulla sana alimentazione il coinvolgimento delle scuole dell'infanzia. Servizi di formazione e ristorazione di Sergio Masini La ricerca pedagogica e didattica del Centro Malaguzzi,già di grande eccellenza a livello internazionale, si espande e potenzia ulteriormente. Dopo le ricerche e le sperimentazioni sull’acqua e sulla luce, adesso si inaugura quella importantissima sul cibo.Sull’alimentazione sana. A partire proprio dai bambini. E’ gia noto che nelle Scuole dell’infanzia di Reggio i menù per i piccoli sono oggetto, da anni, di severi studi e di prove pratiche in diretta, con precise osservazioni e controlli. E i nostri menù sono provati anche in diverse scuole di alcuni Stati di America, con la collaborazione del Centro Malaguzzi e della CIR (Cooperativa Italiana Ristorazione di Reggio). In America oggi sono grandi le preoccupazioni per il crescente aumento dell’obesità e del diabete tra i bambini. Proprio ieri la moglie 28 STAMPA REGGIANA di Obama, in TV, rivolta a tutto il Paese ha sottolineata l’urgente necessità che i bambini si alimentino diversamente e facciano tanti esercizi fisici. Una vera emergenza. Il Centro di Reggio si fa carico di questi problemi anche per l’Italia e l’Europa. E non solo per i bambini. Con una grande e impegnativa ricerca –sperimentazione. Con una struttura tutta nuova: un ATELIER DEL GUSTO. Esso completerà il Centro, ospiterà spazi di ristorazione e laboratori didattici. E’ un progetto di educazione al cibo rivolto a studiosi, a scuole, famiglie e città. <<L’Atelier del gusto – dichiara la Prof. Carla Rinaldi, Presidente del Centro – è simbolo della tensione costante delle scuole reggiane alla ricerca come apertura alla curiosità e alla creatività dei bambini, elementi chiave del nostro approccio all’educazione. L’Atelier del gusto sarà un luogo dove riscoprire il rapporto col cibo nella sua pienezza, in modo giocoso e gioioso. Nella peculiarità del nostro territorio: il cibo e lo stare insieme, il convivium, la relazione e comunicazione. La parola chiave è ricerca rivolta al linguaggio del cibo>>. > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 Si tratta di un grande progetto educativo per tutti. C’è l’obbiettivo di promuovere la cultura del gusto, delle tradizioni gastronomiche, la biodiversità alimentare e i cibi stagionali. Una cucina basata sull’eccellenza delle materie prime e su trasformazioni che rispettino al massimo le caratteristiche dei prodotti. Soprattutto quelli preziosi della reggianità, ma anche etnici. Pedagogisti, psicologi, specialisti in scienze dell’alimentazione, medici e sociologi sono al lavoro per questo nuovo progetto educativo per le famiglie, le scuole e la città, che vi parteciperanno attivamente per riscoprire la sana e buona tavola. In questo tempo di sofisticazioni e mistificazioni c’è bisogno di cibo giusto e sano soprattutto per i bambini, per un futuro migliore. Sono i temi della” memoria”e della “identità” come emergenti e urgenti nel disordine della società attuale. Sulla linea del Prof. americano Jerome Bruner ( amico del Centro) al quale è stata assegnata la cittadinanza reggiana. Egli ha scritto: <<Sapere dove sei, dove ti trovi, come vivi ti aiuta a sviluppare il senso della tua per- sonale identità e del tuo posto rispetto al mondo. Nella cultura e nella libertà. Ogni luogo ha il proprio spirito, il proprio passato, le proprie aspirazioni>>. Grande progetto, grandi investimenti, tante strutture e gestioni anche per la completa riabilitazione dell’ ex magazzeno Locatelli, in via Blignj, ora sede del Centro. 100.000 metri quadrati in più e 3,6 milioni di euro. E tanta nuova rilevanza internazionale, tenendo già conto delle oltre 70.000 presenze al Centro nel 2009 e 170 gruppi di studio con esperti ed educatori di circa 50 Paesi del mondo. L’Atelier del gusto sarà uno spazio a molte funzioni, articolato in tanti servizi di formazione e ristorazione disposti su quasi 1.800 mq. di superficie. Ci sarà una cucina didattica, una caffetteria, un ristorante, un negozio di alimenti. Ci sarà anche un’area dedicata al ”cibo di strada” (street food) con cibi classici locali (dall’erbazzone al gnocco) e regionali (piadine e tigelle) e nazionali (olive all’ascolana ecc.). Ci sarà un bando di selezione per le ditte interessate a gestire gli spazi e le attività descritte. Alimentazione > La Presidente di Reggio Children Al piano terra sarà allestita una PIAZZA DI ACCOGLIENZA con: Reception (900 mq.), caffetteria con 50 posti a sedere, area relax, banco di spesa, area di consumo con bancone di appoggio, spazio per gioco bimbi. Una drogheria (115mq.) con servizio di confezionamento sotto vuoto potrà spedire cibi anche in tutto il mondo. Non mancherà un’area di distributori automatici (105mq.). Al primo piano ecco un ampio ristorante (425mq.) con “isole tecniche di servizio”: caldo, verdure, formaggi, per 180 posti a sedere, salette private da 12 –15 posti e due aree di gioco. E infine una grande terrazza a più funzioni (250mq.). Tutto sarà in un’ala nuova del Centro. Si ricordi che nelle altre zone del palazzo esistono già: la sede di Reggio CHILDREN, l’Auditorium, la sala mostre Gerra, l’Atelier Reggio- luce, lo Spazio progetti di ricerca e design, sviluppati con alcune aziende, il Centro di Documentazione, la Biblioteca, una Scuola dell’infanzia e una Scuola primaria. Il sindaco Del Rio è un grande so- Laureata in Filosofia e Pedagogia all’Università di Bologna, la Prof. Carla Rinaldi dal 1971 lavora come pedagogista nei Nidi e nelle Scuole d’infanzia.E’ stata tra i fondatori del Gruppo Nazionale Nidi d’infanzia (1980) di cui è stata vicepresidente dopo esserne stata segretaria durante la presidenza del prof. Loris Malaguzzi. Nel 1994 è nominata dirigente pedagogica dei Nidi e Scuole dell’infanzia diventando poi dirigente del Servizio Nidi e Scuole dell’infanzia dal”98 al 2000. Dal “99 è docente incaricata all’Ateneo di Modena e Reg- gio (Scienze della Formazione primaria). Dal “94 è consulente scientifico di Reggio Children e da maggio ne è la Presidente. Ha coordinato le ricerche svolte con le Università di Harvard e del New Hampshire. E’ stata Project Leader nella ricerca Cab, che ha visto collaborare l’Università di Jonkoping (Svezia).Lego, ( Danimarca) e le Scuole reggiane. E’ stata consulente per progetti di ricerca Lego –Sony e Ikea nonché Visiting Professor alla Webster University (St. Louis) e alla Colorado University (Boulder). stenitore del Centro e del nuovo Atelier per il gusto, che ha fortemente voluto:<< Non nascondo il mio orgoglio per questa grande importante eccellenza della nostra città in campo educativo e dei saperi>>. Ecco una sua importante dichiarazione: << Il Centro sarà un baluardo della riqualificazione urbana dell’Area Nord di Reggio. E’ prevista entro il mese la presentazione della documentazione del Comune per questa area. Sarà l’avvio della discussione sul futuro dell’ Area Strategica che è la principale PORTA DI REGGIO, per l’accesso alla città>>. Tanti progetti e importanti opere. Molti osservano: <<Reggio si fa nuova!>>. E tanti aggiungono:<< E’ ora!>>. UNA SCUOLA CHE GUARDA AL FUTURO STRADA S. ILARIO 2B/C Montecchio Emilia (RE) Tel. 0522 866198 www.istitutodarzo.it [email protected] STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 29 > Spettacoli UN ANNO DI MUSICA CON GRANDI ARTISTI E GIOVANI TALENTI REGGIANI Crescente successo per la rassegna Soli Deo Gloria, fondata e diretta dal maestro Renato Negri. Grande novità del 2010 è la “Capella Regiensis", protagonista di alcuni concerti in cartellone di Paolo Borgognone La rassegna “Soli Deo Gloria. Organi, Suoni e Voci della Città" era partita sei anni fa con un numero limitato di date e la partecipazione di alcuni grandissimi dell'organo e del clavicembalo, come Koopman e Leonhardt. In breve tempo l'iniziativa, guidata con passione, competenza e spirito di sacrificio dall'instancabile direttore artistico, maestro Renato Negri, è cresciuta, fino a diventare un ricchissimo cartellone che copre l'intero anno solare e numerosi Comuni della provincia. Un vero e proprio fenomeno artistico e culturale, che non ha molti eguali in Italia, e avvicina Reggio Emilia alle città europee - soprattutto a quelle austriache e tedesche - dove si fa buona musica in tutte le stagioni e in ogni angolo del territorio. In un primo momento sede dei concerti erano soprattutto le chiese, ma il crescente successo ha portato ad ampliare l'offerta e quindi a una sua ancor più capillare diffusione. All’edizione 2010, infatti, hanno confermato la loro partecipazione, in qualità di promotori, il Comune di Reggio Emilia (assessorato Cultura e Università e le quattro Circoscrizioni cittadine: Città Storica, Nordest, Sud, Ovest), e la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla (Museo Diocesano - Ufficio Beni culturali). La Diocesi quest’anno, oltre a consentire l’utilizzo delle chiese della città e della provincia, mette a disposizione la prestigiosa sala del Museo diocesano quale sede di concerti, la Chiesa di San Filippo Neri e il Battistero dove si è già svolto il concerto di anteprima di Soli Deo Gloria, in occasione della presentazione del restauro dell’affresco del Battesimo di Cristo di Cesare Ce- 30 STAMPA REGGIANA sariano. Allo sponsor storico di Soli Deo Gloria, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, quest’anno si aggiungono poi G.T. SRL Simonazzi Group ed ENIA. La rassegna gode del sostegno della Fondazione Manodori e della collaborazione dell’ Hotel Posta di Reggio Emilia. La stagione prevede un totale di 43 appuntamenti che vedranno la partecipazione ed il coinvolgimento di grandi solisti (Andreas Staier, Gerhard Gnann), formazioni vocali e strumentali (Orchestra Regionale dell’Emilia-Romagna della Fondazione Arturo Toscanini di Parma, Orchestra dell’Università di Ratisbona Regensburg, Coro del Friuli Venezia-Giulia, Coro di voci Bianche dell’Istituto Superiore di Studi musicali “A. Peri”, Ensemble vocale e strumentale di Veche ”Anton Pann” proveniente dalla Romania) e cantanti (Monica Piccinini, Alice Borciani, Cristina Calzolari, Luigi Pagliarini, Anna Schiatti). Non solo le perle del concertismo a livello internazionale, ma anche giovani talenti reggiani come Maria Vittoria Crotti, Marco Ariani, Alessandro Cannizzaro, Davide Berselli, Loredana Renato Negri > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 Bigi, Clara Fanticini, Francesco Gibellini, Pasquale Massaro che, anche tramite la partecipazione a Soli Deo Gloria, arricchiscono il proprio curriculum di un importante traguardo, riconosciuto oltre i confini nazionali. La direzione artistica di Soli Deo Gloria ha attivato importanti collaborazioni con prestigiose università che promuovono interessanti esperienze musicali. Dopo l’esibizione, nel 2009, del Coro dell’Università di Modena e Reggio Emilia, sono in pro- gramma collaborazioni con la Facoltà di Musica sacra dell’Università di Magonza (Mainz, Germania), la Facoltà di Musicologia dell’Università di Pavia-Cremona e l’Università di Ratisbona (Regensburg, Germania), la cui orchestra si esibirà domenica 23 maggio nella chiesa cittadina di san Domenico, eseguendo musiche di F. J. Haydn e R. Schumann. Le eventuali offerte raccolte nel corso della serata verranno devolute alla Mensa del Vescovo in ricordo della presidente Ma- ria Vittoria Visconti Spallanzani “Joio”. Novità significativa di questa nuova edizione è la volontà di promuovere anche l'integrazione e la partecipazione sociale, attraverso iniziative che avranno come protagonisti gruppi musicali provenienti dall’est Europa e dal continente africano. Nel corso degli anni la rassegna si è infatti talmente radicata nel territorio che, oltre ai parroci, alcune comunità non cattoliche cittadine hanno chiesto di aderire all’iniziativa, attivando così nuove ed inaspettate collaborazioni: si tratta della Comunità Cristiano Evangelica e della Comunità della Parrocchia Ortodossa Romena “San Spiridione Gerarca”. La più curiosa tra queste serate, intitolata “Europa Africa. Suoniamo insieme!”, è in programma per sabato 12 giugno nella chiesa di San Filippo Neri, luogo simbolo dell’integrazione tra fede, espressione artistica e comunità attraverso l’arte, in cui avverrà una vera e propria “fusione”, attraverso un non scontato percorso musicale tra Johann Sebastian Bach e musiche tradizionali nigeriane. Protagonisti della serata saranno la Capella Regiensis con il soprano Monica Piccinini che proporrà una cantata di Bach alquanto appropriata all’evento (Jauchzet Gott in allen Landen! Spettacoli > BWV 51, ‘Lodate il Signore in tutte le nazioni!’), e l’ensemble ghanese Nzuko Di Igbo, composto da coro e percussioni. Atto finale della serata sarà la corale fusion dei due ensembles, per l’esecuzione di un brano composto per l’occasione dalla giovane compositrice Evelin Cavazzoni, riunendo così tutti i componenti delle due formazioni musicali. Sabato 15 maggio ad Albinea (chiesa della Natività della Beata Vergine Maria e San Prospero) il concerto dal titolo “Magnificat, anima mea! Musiche mariane fra '600 e '800” vedrà interpretate musiche di C. Monteverdi, G. Cavazzoni, G. B. Pergolesi, P. Terziani, J. Pachelbel, J. S. Bach, V. Bellini, F. Provesi; protagonisti saranno il soprano Claudia Bugli e Davide Zanasi all’organo. La serata è in collaborazione con la Scuola di Organo del Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma. Altra grande novità di questa nuova edizione di Soli Deo Gloria risiede nella progettazione e realizzazione di inedite produzioni musicali: la Capella Regiensis - Cappella Musicale di Reggio Emilia, nuova formazione vocale e strumentale che ha felicemente debuttato nell’ottobre 2009 - proporrà infatti quattro appuntamenti confezionati appositamente per le singole occasioni. La formazione vocale e strumentale si caratterizza per la presenza di musicisti reggiani alcuni dei quali sono saliti ultimamente alle luci della ribalta, quando, per il tradizionale concerto di Natale tenutosi nell’aula del Senato della Repubblica, si sono esibiti, diretti da Riccardo Muti con l’Orchestra Luigi Cherubini, alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Mercoledì 28 luglio, giorno della morte di Bach, in piazza Prampolini la Capella Regiensis, il soprano Alice Borciani e il contralto Cristina Calzolari saranno protagonisti di una delle serate di OST (Festival di musica e cinema). Oltre a celebrare la musica di Bach sarà l’occasione per ricordare il cinema di Pier Paolo Pisolini in occasione del 35° anniversario della morte, il quale utilizzò in più occasioni la musica di Bach nelle sue produzioni cinematografiche; sul grande schermo allestito in Piazza Prampolini rivedremo quindi celebri ed indimenticabili scene tratte da alcuni suoi film, fra cui il Vangelo secondo Matteo. La drammaturgia della serata è affidata alla scrittura preziosa di Ludovico Parenti. Nell’ambito poi di ‘Fotografia Europea’ dedicata al tema dell’incanto domenica 9 maggio Soli Deo Gloria propone il concerto "L’eterno in-canto del gruppo polifonico e scuola gregoriana Paer." Il tradizionale concerto sull’organo storico del Teatro Valli, in data da destinarsi, ad ingresso libero ma su prenotazione, verrà dedicato integralmente alla musica di Alberto Franchetti, compositore molto legato alla nostra città di cui si celebra quest’anno il 150° anniversario della nascita. La serata è in collaborazione con l’Associazione per il musicista Alberto Franchetti; le musiche franchettiane verranno eseguite dall’Ensemble vocale e strumentale dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Achille Peri”, accompagnato all’organo da Luigi Fontana. Tutti i concerti sono ad ingresso libero e limitato ai posti disponibili. Tutte le foto si riferiscono alla Capella Regiensis. Foto di Luca Guerzoni STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 31 NUOVA ALUPRES s.r.l. VIA MASACCIO, 1 0 -42100 REGGIO EMILIA - Tel. 0522 /517760 &HQWUR&DSHOOL GL0DULQR/D]]DULQL&VQF LA GRANDE NOVITÀ BREVETTATA NEL CAMPO DELLA TRICOLOGIA Progetto TRICOLIGHT 7UDSLDQWRGLFDSHOOLYHULPRELOHFRQLQWHJUD]LRQH JUDGXDOHFKHJDUDQWLVFH 0$66,0$75$63$5(1=$(1$785$/(==$ 3(58202('211$ 35,0$ 3HULQIRUPD]LRQLHGLPRVWUD]LRQLSUDWLFKH WHO '232 STAMPA REGGIANA 9LD*DQGKL5HJJLR(PLOLD7HO )D[ HPDLOFHQWURFDSHOOL#HPDLOLWZZZFHQWURFDSHOOLLW 6H]LRQH(VWHWLFDWHO > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 Arte e Cultura > Nel centenario della nascita di Giovannino Guareschi IL MONDO PICCOLO DI DON CAMILLO E PEPPONE NELLE FOTO DI PAOLO SIMONAZZI pagine a cura di Emanuele Filini La mostra è aperta dal 2 maggio al 27 giugno al Museo Guareschi a Brescello e al Museo Mondo piccolo di Fontanelle di Roccabianca (PR), con le 100 immagini a colori di Paolo Simonazzi, che raccontano i luoghi e le atmosfere che hanno ispirato Giovannino Guareschi nei suoi racconti ambientati nella Bassa Padana. La manifestazione si svolge nell’ambito di Fotografia Europea. Una indagine approfondita da Paolo Simonazzi, medico reggiano con la passione per la fotografia, su una zona che i reggiani e i parmigiani conoscono bene e hanno imparato ad amare. Nelle storie di Giovannino Guareschi, poco o tanto ci siamo riconosciuti in molti , almeno coloro che sono nati da queste parti nella prima metà del secolo scorso. I più giovani invece hanno conosciuto il Mondo piccolo della bassa, attraverso le letture che qualche insegnante di italiano, faceva in classe nei momenti in cui era necessario carpire e trattenere l’attenzione degli alunni, magari un po’ nervosi. Funzionava sempre, l’attenzione era assicurata, come sempre succede quando si raccontano fatti che potrebbero capitare a chiunque nel mondo in cui vive. Il modo di comunicare di Guareschi, così diretto, è quello della gente, quello che serve per raccontare le cose senza troppi maquillages letterari: nella prefazione di Don Camillo, l’autore dichiarava“…nel mio vocabolario, avrò sì e no duecento parole..”, il suo modo di scrivere è sempre stato quello del giornalista delle pagine di cronaca locale, che deve farsi capire, in prima lettura, anche da quei lettori che non hanno famigliarità coi sinonimi e contrari o con i dizionari etimologici. Utilizzava parole volutamente semplici, grammaticalmente corrette, e la gente lo leggeva, lo capiva, lo gustava, tanto è vero che i suoi racconti sono stati tradotti in tutte le lingue, anche le più esotiche. Il “ mondo piccolo è situato in quella fetta di pianura che sta tra il Po e l’Appennino” dove il sole, in estate, picchia martellate sulla testa della gente, dove la nebbia, in inverno, avvolge i paesaggi della vasta pianura in una specie di isolamento protettivo. Un evento questo divenuto raro per via dell’inquinamento, la nebbia, quella di una volta, la più aristocratica, per essere fitta e asciutta, necessita di aria pulita con nuclei di condensazione di dimensioni infinitesimali, e questo, ahinoi , è sempre meno frequente.. Lunghi viali alberati che sembrano condurre nel nulla, alti argini verdi, custodi di una vita di altri tempi, tanti canali, corsi d’acqua grandi e piccoli, sistema circolato- rio di una linfa vitale che rende fertilissime queste terre , e poi il grande fiume, il Po, che si impone come una divinità pagana, entità sempre presente anche quando non lo vedi, perché fa parte integrante di questa gente, del loro sentire, di questo Mondo Piccolo. Amare la pianura non è così facile e immediato, perché non è automatico apprezzarla al primo impatto visivo, non è pittoresca e monumentale come l’immagine forte del mare e della montagna. La pianura va sentita dentro, attraverso le sue storie di vita e le tracce che questa ha lasciato sulle cose. Giovannino Guareschi ha saputo raccontare momenti di vita, che solo in “questo pezzaccio di terra “ avrebbero potuto avere luogo, e, con la sua letteratura, col cinema neorealista degli anni ’50, con le opere di tanti pittori, e di tanti fotografi, come Paolo Simonazzi, sono diventate patrimonio culturale della gente della Bassa. GIACOMO NOTARI Autobiografia di un partigiano montanaro Giacomo Notari, partigiano montanaro e attivamente impegnato nella vita pubblica reggiana prima di essere chiamato a presiedere l’ANPI di Reggio Emilia nel 2002, affida a queste pagine la storia di una vita intensa, vissuta senza ripensamenti. La narrazione è vivace e avvincente, ricca di riferimenti e di informazioni su eventi che hanno caratterizzato il periodo bellico e la ricostruzione politica e civile della provincia reggiana. Notari adotta come confini della sua autobiografia l’amore per l’ambiente montano, la passione politica e l’attaccamento alla famiglia. Tre cardini attorno ai quali si sviluppano ottant’anni di vicende personali e di impegno pubblico, visti nell’ottica di un abitante di Marmoreto di Busana che si mantiene costantemente avvinto alle sue radici. L’opera fornisce una fotografia fedele dell’evoluzione sociale e politica del Novecento attraverso la descrizione delle motivazioni e della partecipazione dell’Autore alla lotta per la libertà e per la democrazia: unitamente al resoconto efficace e documentato di vicende partigiane e di incarichi elettivi svolti nel dopoguerra, accoglie descrizioni particolareg- STAMPA REGGIANA giate degli usi, dei costumi e delle bellezze naturali dell’Alto Appennino. Completando le informazioni fornite da preziose immagini didascaliche, la prefazione di Antonio Zambonelli sottolinea la capacità dell’Autore di mantenere un atteggiamento di understatement, cioè di non cedere alla propensione a ipervalutare ruoli e funzioni, spesso adottata da parte di chi stende la propria autobiografia. Per gli aspetti indicati l’opera costituisce un supporto attendibile per la comprensione di un periodo del secolo scorso che lamenta carenze di ricostruzione storiografica, contribuendo a colmare carenze conoscitive e sanando informazioni distorte. > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 33 > Arte e Cultura ANDREA ACERBI ANGELA SORMANI LA POESIA NEL DISEGNO Il club Soroptimist di Reggio E. ha donato ai Musei Civici 36 opere su carta, della seconda metà degli anni ’40, eseguite della compianta Piazza Piccola Angela Sormani, che , oltre ad essere una delle socie iscritte al Club fino dall’anno dopo la fondazione, era conosciuta e benvoluta dalla cittadinanza reggiana, specialmente dagli amanti e collezionisti d’arte. E i Civici Musei di Reggio Emilia hanno ritenuto doveroso organizzare una mostra di questa piccola raccolta, nei locali della Biblioteca delle Arti, con puntuale presentazione di Elisabetta Farioli. Un piccolo elegante catalogo ac- STAMPA REGGIANA compagna l’evento e mette in evidenza ulteriori meriti e qualità della nostra artista. Angela Sormani era nata a Pavia il 22-9-1921 , era pittrice, restauratrice, e sapeva incidere all’acquaforte e con tutte le altre tecniche calcografiche. Allieva di Giorgio Morandi, all'Accademia di Belle Arti di Bologna, ne frequentava anche la casa e la famiglia, e, da lui aveva assimilato anche il rigore esecutivo in tutti i suoi lavori. In particolare per ciò che concerne l'incisione, il suo stile richiama molto quello del maestro, infatti in alcune delle sue lastre, Morandi è intervenuto personalmente, il che sta a significare quanto tenesse alla formazione di questa brava allieva. Per ciò che concerne la pittura, invece, il suo interesse si è rivolto quasi esclusivamente al restauro di antichi dipinti, nel quale ha raggiunto significativi livelli di eccellenza. Simpatica, salottiera, colta e ottima conversatrice, viveva a Reggio in un antico palazzo di via Secchi, dove ha cessato di vivere il 16 giugno 2003 > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 UN ARTISTA, UN AMICO E’ nato a Reggio E. il 20-111937. Pittore, scultore, incisore, scrittore. Eravamo verso la fine degli anni ’50, quando frequentavo, di tanto in tanto, il Bar Corradini, dalle parti del vecchio Mercato Bestiame, questo giovane simpatico e allegro lo conoscevamo tutti col nome di Adriano, predisposto, fin da allora, per il disegno e la creazione figurativa sotto diverse forme. Non aveva potuto continuare gli studi, perché dovette affrontare, per motivi economici, il mondo del lavoro, nel settore della moda. Ci perdemmo di vista per circa 30 anni. Quando, verso la metà degli anni ’90 stavo lavorando al libro sugli incisori reggiani Ballo in società (lionoleum) Il Giallo (bronzo) con Corrado Rabotti, mi fu proposto il nome di Andrea Acerbi come artista incisore. Fui sorpreso di vedere che si trattava dello stesso Adriano che , da adulto, aveva utilizzato il secondo nome: Andrea. Imparai così la sua storia. Aveva dovuto lasciare l’attività manageriale alla fine degli anni '80, in seguito ad una grave malattia, non prima però di essersi creata una solida posizione economica. Per non stare con le mani in mano, aveva riscoperto la sua vecchia e mai sopita vocazione artistica, manifestandosi per quell'artista eclettico che è sempre stato. Amico e allievo di Alberto Manfredi, dal quale, oltre al segno, ha ereditato la sottile ironia, si ispira stilisticamente a grandi artisti del ‘900 , come Mino Maccari e Leo Longanesi, particolarmente come vignettista. Pittura, incisione, poesia, prosa ed infine scultura-plastica, vengono affrontate da Andrea con l'entusiasmo di un ragazzo e lo spirito del dilettante, stabilendo un rapporto poetico diretto tra artista e osservatore. Poche le mostre che fa ma sempre grande il successo. Una sua acquaforte “Pagliacci” è inserita nella cartella biennale 2002-2003 del Rotary RE Val di Secchia. Arte e Cultura > UGO VIAPPIANI ALDO VACONDIO IL TRENO DELLA VITA Durante l’ultima settimana dello scorso aprile, si è spento Aldo Vacondìo, ben conosciuto tra gli appassionati d’arte reggiana come “il pittore dei treni” Era nato a Reggio Emilia il 30 maggio 1935, pittore, scenografo ed anche incisore occasionale. Alla scuola d’Arte Gaetano Chierici, aveva avuto tra gli insegnanti, due grandi artisti come Nello Leonardi e Armando Giuffredi che gli diedero solide basi per esprimersi nel disegno e nella pittura. Passò poi all’Istituto “Venturi“ di Modena, dove sotto la guida straordinaria di Spazzapan, imparò i segreti della pittura di impulso, la libertà del segno, la sintesi formale e le prime regole dell’avanguardia antiaccademica. Disegnatore eccellente poteva esprimersi tranquillamente nella figura come nel paesaggio, ma il suo soggetto preferito era comunque sempre “il treno”. Quasi tutti i “ragazzi “ nati nella prima metà del ‘900, hanno subito il fascino del treno, quel mostro sbuffante e rumoroso che viaggiava giorno e notte e rappresentava il viaggio verso l’avventura, la rottura con la monotonia della vita ripetitiva, delle città di provincia. Anche quando arrivarono i locomotori elettrici, grandi, silenziosi, affascinanti, che potevano andare molto più veloci verso un destino e un luogo che potevi scegliere con una programmazione di viaggio. Scelto il luogo, il treno sulle sue rotaie ti ci avrebbe portato in un tempo ragionevolmente breve. La destinazione poteva rappresentare una nuova avventura. Il treno visto come allegoria della vita, incanalata sulle rotaie del destino, che ti permetteva di sognare una deroga alla ripetitività, anche senza uscire da un certo ordine rassicurante. Aldo Vacondìo, continuando a dipingere treni e ferrovie anche durante la sua maturità, si è comportato come se non avesse mai voluto smettere di sognare di nuove avventure stimolanti, come se non volesse rinunciare a restare giovane, almeno con la fantasia. POESIA E RIGORE NEL SEGNO Nei primi anni ’90, durante una delle mie peregrinazioni alla ricerca di artisti, nella montagna reggiana, arrivai a Castelnovo Monti e, per chiedere informazioni mi fermai in una tipografia. Un signore gentile, educato e disponibile, mi diede diverse informazioni, poi, alla fine mi confessò, con un certo pudore, che anch’egli si dilettava con la pittura , ma soprattutto era attratto dalla tecnica dell’acquaforte e, a questo scopo stava prendendo lezioni a Parma dal noto pittore-incisore Ettore Mossini. Viste le sue prime acqueforti, notai una notevole padronanza di segno e lo incoraggiai a continuare, a lavorare con lastre più grandi e ad affrontare lavori più impegnativi. Ora è uno degli incisori di riferimento di tutta la provincia di Reggio, con una notevole produzione, ma soprattutto di ottima qualità. Ha affinato la sua tecnica grafica e pittorica secondo i canoni della tradizione, ispirandosi agli scenari dolci e imponenti e alle testimonianze agresti del nostro Appennino. Solo recentemente ho scoperto che questa sua disinvoltura nel disegno gli deriva princi- palmente dalla pratica della calligrafia di cui è anche apprezzato docente. Una delle sue più belle acqueforti “Il Castello di Carpineti” è inserita nella cartella biennale 2008-2009 del Rotary Reggio E. Val di Secchia. IN 50 ANNI ABBIAMO FATTO STRADA FAGIOLI: L’ARTE DEL TRASPORTO E DEL SOLLEVAMENTO FAGIOLI Via Ferraris,13 –S.Ilario D’Enza (RE) +39 0522 6751 [email protected] www.fagioli.com STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 35 STAMPA REGGIANA > anno VIII numero 5 > MAGGIO 2010 Gianni Borghi ospite del Rotary di Reggio Emilia Giovedì 29 Aprile 2010 presso il Circolo del Casino di via Gabbi a Reggio Emilia si è tenuto un importante incontro organizzato dal Rotary Club Reggio Emilia, presieduto quest’anno da Marco Masini. Ospite della serata il Dott. Gianni Borghi, Presidente della Fondazione Pietro Manodori che ha parlato del ruolo delle Fondazioni nell' attuale sistema socioeconomico. Tra il pubblico anche la vice Presidente della Fondazione Cristina Carbognani. Foto Stefano Rossi Baiauto e Rotary Terra di Matilde per il Progetto Francesca Martedì 27 aprile 2010 presso showroom Audi Baiauto di via Adige a Reggio Emilia si è tenuto un importante evento organizzato in collaborazione con il Rotary Club Reggio Emilia Terra di Matilde. In occasione della presentazione della Nuova Audi 8, per ogni partecipante, Baiauto Spa ha donato un contributo equivalente a 20 euro in favore di “Progetto Francesca”, importante programma di sensibilizzazione sul rispetto delle norme stradali e sulla prudenza alla guida, ideato e coordinato sul territorio provinciale reggiano dal Rotary Club Reggio Emilia Terra di Matilde e dall’Osservatorio Provinciale Sicurezza Stradale di Reggio Emilia. Hanno presentato il progetto Guido Buratti Amministratore Delegato di Baiauto Spa e Cristina Carbognani Presidente del Rotary Club Reggio Emilia Terra di Matilde e come relatore ospite Roberto Rocchi, Comandante della Polizia Stradale di Castelnovo Monti, in qualità di rappresentante dell’Osservatorio Provinciale Sicurezza Stradale. L’evento che ha visto la presenza di un pubblico numeroso e molto coinvolto, è stato impreziosito dalle scene e dalle videoinstallazioni di Angelo Davoli, visual artist – in un suggestivo richiamo all’arte contemporanea che ha fatto da motivo ispiratore della nuova Audi A8: the art of progress – e dall’esibizione al pianoforte del Maestro Marcello Mazzoni. Foto Bruno Cattani Musica e dislessia 1 8 9 All’Auditorium musicale A.Peri di Reggio Emilia, mercoledì 28 aprile 2010 è stato presentato il libro “Musica e Dislessia- aprire nuove porte”, un volume che affronta il problema della didattica musicale per gli allievi dislessici. Ventuno autori nel testo, di cui dieci dislessici a loro volta- musicisti dilettanti o professionisti, testimoniano come si possa arrivare al successo anche se affetti da dislessia. Al tavolo dei relatori Andrea Talmelli Direttore del’Istituto Peri, Rosabianca Leo Presidente Nazionale Associazione Italiana Dislessia, Gianni Rugginenti editore, Enrico Ghidoni neurologo del Santa Maria Nuova,Matilde Bufano curatrice del volume,Simona Caffarri Presidente Zonta, Deanna Ferretti Veroni Presidente Soroptimist, Marco masini Presidente Rotary Reggio Emilia. Foto Stefano Rossi Le profezie per il 2012 “Una serata da fine del Mondo…!” ecco come qualcuno ha definito la conferenza del 12 Marzo al Classic Hotel di Reggio con Enzo Braschi alle prese con un attualissimo,inquietante tema: “Le profezie per il 2012 : l’inizio di un nuovo mondo “. Ma Braschi, il grande esperto della cultura Maia e degli Indiani d’America ha avvertito: “Il 2012 non sarà la fine del mondo , ma la fine di un mondo violento ed egoista e l’inizio di una nuova era di fratellanza e di luce. Prepariamoci da adesso! ”. Il tutto organizzato con successo dal Lions Club Canossa, il Lions La Guglia e la Casa del Tibet di Votigno di Canossa. Grande la partecipazione dei soci Lions, dei simpatizzanti della Casa del Tibet e di tanti illustri ospiti. Foto Studio Bucarica Orgoglio reggiano Lo sport reggiano unito in occasione del tradizionale gala' dello sport e della solidarietà (8°edizione) e del 6° memorial Chiarino Cimurri. Tanti atleti, sportivi e dirigenti di societa' hanno partecipato alla serata organizzata in favore dell'Associazione Donatori Midollo Osseo ADMO e il gruppo Amici dell'Ematologia (GR.A.D.E) onlus di Reggio Emilia. Foto Elite Benedetto il furgone della mensa del Vescovo Nel cortile del Vescovado, il Vescovo Mons: Adriano Caprioli ha benedetto il furgone della Mensa del Vescovo, donato dalla Fondazione “P.Manodori”. Erano presenti il dott. Gianni Borghi, pres. Fondazione Manodori, la sig.ra Chiara Spallanzani, il prof. Agostino Menozzi, il sig. Giancarlo Bizzocchi (CoroMonteCusna), la presidente e i volontari della Mensa, Don Pietro Pattaccini con alcuni studenti del Secchi. Dopo il saluto e i ringraziamenti, Mariachiara Visconti Gramoli ha ricordato la funzione altamente sociale della Mensa che elargisce oltre 400 pasti giornalieri, con il lavoro di 30 volontari e degli studenti dell’Istituto A. Secchi. Per questo il nuovo furgone è fondamentale per il trasporto delle ingenti quantità di prodotti alimentari necessari a preparare il così alto numero di pasti.Oltre alla FONDAZIONE “MANODORI”, sempre attenta alle necessità della Mensa, la Presidente ha ringraziato INTERACCIAI, CORO MONTE CUSNA e F.LLI BONACINI (Fiat) che hanno contribuito a tale acquisto. Toni Contiero allo Studio BFMR T Venerdì 16 aprile 2010 allo studio BFMR & Partners Studio di piazza Vallisneri 4 a Reggio Emilia si è inaugurata la personale di Toni Contiero dal titolo Rewind” . La mostra presenta l’ultima ricerca fotografica di Contiero ed ha un apparato critico del Prof. Carlo Arturo Quintavalle. L’esposizione - realizzata grazie anche alla collaborazione dell’Assessorato alla Cultura e curata dal noto fotografo e gallerista Riccardo Varini, testimonia dell’attenzione che Bfmr continua a porre al presidio del centro storico ed alle “eccellenze” artistiche del territorio coniugandole con l’attività professionale di dottori commercialisti. Foto Stefano Rossi Offerta riservata ai NUOVI CLIENTI BPER MUTUO PRO-TETTO Sp e c i a l * Scopri subito i vantaggi, la convenienza, la qualità BPER Messaggio pubblicitario con finalità promozionali. Per tutte le condizioni contrattuali si rinvia ai fogli informativi a disposizione della clientela presso ogni filiale della Banca o sul sito web www.bper.it. * Condizione valida per le operazioni con LTV non superiore all’80%. Parametro: Euribor 365, 3 mesi media mese precedente arrotondato allo 0,10 superiore, valido nel mese di stipula. TAEG: 2,295 - calcolato su un mutuo di 100.000 euro, durata 10 anni, con Euribor 3 mesi media mese precedente pari a 0,70% (valido dal 01/04/2010 al 30/04/2010), comprensivo del costo della polizza vita. Offerta valida fino al 31/12/2010. - 04.24.0086 - aprile 2010 FORMULA VINCENTE
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