Articolo Calabria Ora del 31 maggio 2011
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Articolo Calabria Ora del 31 maggio 2011
43 MARTEDÌ 31 maggio 2011 calabria M A C O N D O ora Gregory Corso Il poeta“illuso” Soverato omaggia la figura dell’artista visionario Catanzaro - di istruzione superiore “G. Malafarina” di Soverato(Cz) Il progetto “Visioni in corso” è frutto Tecnico commerciale Statale “A. Cadi uno studio specifico condotto da labretta”di Soverato (Cz) - Liceo chi scrive, presidente dell’associazio- Scientifico di Oppido Mamertina ne Art Production, per ricordare Gre- (Rc): scuole collocate in territori digory Corso, poeta della Beat Genera- versi, soprattutto per favorire la cootion, a 10 anni della sua scomparsa. perazione culturale, formativa, l’inUna iniziativa nata anche sulla scia novazione dei processi di apprendidella “dimenticanza” di Saverio Stra- menti e la promozione di nuove forti e altri artisti. La Beat Generation è me di collaborazione fra studenti e stato un movimento artistico, poeti- docenti di diversa provenienza. E’ co e letterario sviluppatosi nel secon- prevista anche la realizzazione di un do dopoguerra negli Stati Uniti. Il ter- cortometraggio, interpretato dall’atmine Beat è stato coniato da Kerouac tore Nick Mancuso per la regia di nel 1947, ma l’atto di nascita ufficia- Matteo Scarfò. Gregory Corso è nato nel 1930 da due gele coincide con la nitori adolescenti (il pubblicazione delpadre, Fortunato l’articolo This is the Samuel Corso, d’oriBeat Generation gine calabrese, la («New York Times Fu uno dei poeti madre abruzzese), Magazine», novemche si lasciarono sei bre 1952). Tra gli au- americani della beat mesi dopo la sua natori di riferimento, generation scita. Jack Kerouac, Allen Giramondo Da allora la vita Ginsberg, William del bambino Corso Burroghs, Gregory come i suoi colleghi fu un susseguirsi imCorso, Neal Cassady più noti, Jack pressionante di ricoe Lawrence Ferlin- Kerouac veri in orfanotrofi, ghetti. affidamenti a famiI significati attri- e Allen Ginsberg glie e fughe da casa buiti al termine Beat era una persona del padre, che lo avesono molteplici: bea- libera nel vero senso va ripreso con sé altitudine, ribellione, l’età di 11 anni. A dobattito, ritmo, come della parola dici finisce in riforquello della musica che si avvicinò matorio; a diciassetjazz, che si ascolta in alla cultura te sconta tre anni in quegli anni, il jazz di carcere per il furto di Charlie Parker, “The e alla letteratura una radio. Nella bird”, personaggio nel periodo stessa cella che ospieroico e di riferimenin cui entrava tò Lucky Luciano si to per la beat generaed usciva scoprì poeta leggention. do i libri di DostoevPertanto, su pro- dal riformatorio skij, Stendhal e Shelposta dell’Art Proley, regalategli da un duction, nel 2009 anziano detenuto. l’assessorato regioUscito dal carcere, nale alla Pubblica incontra in un bar di Istruzione ha condiviso la necessità di contribuire ad af- Greenwich Village il più noto Allen frontare un percorso poetico-filmi- Ginsberg, al quale fa leggere le poesie co-teatrale in omaggio al poeta e al scritte in carcere. Con un amore un movimento di cui ha fatto parte; mo- delirio per Shelley. Da li in poi inizia tivandolo con la necessità di consen- il viaggio estremo del poeta nella vitire alle nuove generazioni di acce- ta quotidiana (“senza fare un giorno dere a conoscenze diverse da quelle di lavoro”, dirà con orgoglio), viagdi massa e di facile consumo, ricer- giando in tutto il mondo, trovando cando, nello stesso tempo, nella sto- appoggio, a secondo le occasioni e le ria di una generazione passata, le ra- opportunità, da amici, ragazze, fidandici e le motivazioni del proprio pre- zate e mogli, dalle quali ha avuto sente. Lo spettacolo si è svolto il 13 quattro figli. Negli anni 50, dopo una aprile al teatro comunale di Soverato marcia degli studenti londinesi concon la partecipazione degli istituti, tro la bomba atomica, disturbato dal Tecnico industriale “E. Scalfaro” di comportamento “violento” dei pacifiDI GIOVANNI SCARFÒ sti, scrive provocatoriamente la poesia Bomb, “lettera d’amore” alla bomba atomica, la lettura della quale gli provocherà molte contestazioni e il rifiuto di Lawrence Ferlinghetti di pubblicarla con la sua casa editrice, la “City Lights Books”: solo anni dopo comprese di essersi sbagliato, perché aveva capito che Corso non amava i proclami e le ideologie canonizzate da un gruppo. Negli anni 60 approda a Parigi, che ama molto, insieme a Ginsberg e altri poeti, all’ Hotel Rachou, poi detto “Beat Hotel”, dove i topi e l’umidità sono di casa. Conosce Jacques Prévert e Jean Genet, con il quale avrà uno scontro memorabile. In Italia conosce Fernanda Pivano che lo ospiterà molte volte a casa sua, a Milano, offrendogli un rifugio sicuro nei momenti in cui apre il suo “bagaglio inumano di disperazione”. La stessa Pivano vive un emozionante, anche se pericoloso, “on the road”, sulle autostrade americane, in una macchina guidata da Neal Cassady, il funambolo del volante della beat generation. Aiutato economicamente soprattutto da Ginsberg, si muove tra New York e San Francisco per conferenze e letture, alcune anche molto contrastate. Durante un incontro con Gerard Nicosia, “sente” la musica di Miles Davis e Charlie Parker: sul marciapiede dell’ “Open Door “ piangerà la morte del sassofonista. E’ venuto più volte a Roma, ma anche in Sicilia e in Calabria, per rivedere i luoghi della sua origine. Ha incontrato gli studenti dell’Unical, producendosi in una creativa performance poetica. Così scriveva a proposito delle sue origini: «Io sono di una razza ricca del tempo della terra / Mia nonna era una donna delle caverne / nei monti di Calabria / e sorvegliava le capre, le pecore, e gli alberi di limone / dove Pitagora faceva lezione...». Scrisse Corso una volta a proposito del suo modo di intendere l’essere poeta: «Se uno deve arrampicarsi su una scala per raggiungere un punto più in alto e da quel punto vedere, allora sarà il caso che scriva su ciò che vede piuttosto su come ha fatto a salire. La prigione è stata per me la scala». Il suo linguaggio è considerato tutt’oggi il più onirico della Beat Generation, ma anche il più naif. Con la sua ironia ha scritto pagine provocatorie anti-Beat, quando essere Beat significava essere alla moda. Secondo Ann Douglas, professoressa di studi VISIONARIO Il poeta beat d’origine calabrese Gregory Corso In basso da sinistra Jack Kerouac,Allen Ginsberg e Fernanda Pivano, grandi amici del poeta americano e autorevoli scrittori della “generazione maledetta” americani alla Columbia University, la poesia “Marriage” costituì un motivo di stimolo per l’emancipazione femminile. Le donne guardavano Corso e gli altri poeti Beat, e si chiedevano, «se questi uomini possono essere liberi dai ruoli prestabiliti del genere - sposarsi, lavorare per una corporazione e via dicendo - perché noi no?». E ne seguivano l’esempio. Corso, che è stato sposato tre volte, terminava il componimento con: «Ah, eppure so bene che se una donna fosse possibile come io sono possibile allora il matrimonio sarebbe possibile». Segnato da una vita di strada, alcolista e sgregolato, Corso ha continuato a lavorare fine all’ulti- mo: «la Poesia è il mio Paradiso». diceva da ragazzo. Prima di morire aveva registrato un cd di musica e poesia con Marianne Faithfull, a casa della figlia Sheri e aveva espresso il desiderio che le sue ceneri venissero seppellite in Italia, nel cimitero acattolico di Roma, accanto alla tomba del poeta romantico inglese P. Shelley. Ha lasciato cinque figli, sette nipoti e un pronipote. Ha sempre inseguito la Bellezza («salvate la Bellezza! salvate Roma!».) e Roma ha rappresentato per lui, nella sua ricerca di identità e appartenenza, un luogo in cui afferrare radici antiche, nel suo perenne peregrinare da un posto all’altro: «Dov’è my casa?».
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