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16/04/2013 LIFE 09 NAT / IT / 000160 - ARCTOS “Conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico” Azione C2 :Implementazione del programma di gestione ti sanitaria it i del bestiame domestico. a cura di Adriano Argenio Medico veterinario consulente dell’Ufficio Conservazione della Natura della Regione Abruzzo L’Aquila, 15 aprile 2013 Riassunto esecutivo 2009 PATOM (Piano di Azione Nazionale per la Conservazione dell’Orso bruno marsino) Azione B3: raccogliere informazioni sulla presenza e distribuzione di patologie del bestiame domestico (anche relative a zoonosi non espressamente indicate nel regolamento della polizia veterinaria ma presenti nella lista OIE) in modo da verificare la presenza e localizzazione di eventuali problematiche potenzialmente dannose per l’orso e da redigere un protocollo di gestione s nit i del sanitaria d l bestiame b sti m domestico d m stic nelle n ll aree di presenza p s n dell d ll’orso. s 2010 Studio conoscitivo sulla presenza e distribuzione di patologie trasmissibili all’orso da parte del bestiame domestico nell’areale interregionale di presenza dell’orso bruno marsicano. Finanziato dalla Regione Abruzzo, redatto dal dott. Massimo Fenati 2011 LIFE09NAT/IT/000160 - ARCTOS “Conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico” - Azione A2 Studio di valutazione del rischio sanitario, legato alla presenza del bestiame domestico, e dei protocolli di monitoraggio sanitario in vigore. vigore Redatto dal dott. Massimo Fenati et al. LIFE ARCTOS - Azione A2 2012 Linee guida per la gestione degli aspetti sanitari connessi alla tutela delle popolazioni di orso bruno marsicano. Redatto dal Tavolo Tecnico Sanitario istituito presso il Ministero della Salute 1 16/04/2013 LIFE Arctos – Azione C2 2012 LIFE09NAT/IT/000160 - ARCTOS “Conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico” Azione C2 Proposta di un piano per la gestione degli aspetti sanitari connessi alla tutela dell’orso bruno marsicano Finanziato dall’Ufficio Conservazione della Natura della Regione Abruzzo 2013 Implementazione di un programma di monitoraggio sanitario nell’areale di presenza dell’orso bruno marsicano 2014 Individuazione di eventuali azioni sanitarie dirette a mitigare le comprovate ripercussioni sulla dinamica di popolazione per l’orso bruno marsicano L’importanza di un programma di monitoraggio sanitario • La tutela della residua popolazione di orso bruno marsicano è indissolubilmente legata a una corretta gestione sanitaria degli ecosistemi nei quali questa specie sopravvive. • Le popolazioni relitte hanno una scarsa capacità di adattamento a variazioni ambientali improvvise una delle quali può essere rappresentata proprio dall improvvise, dall’introduzione introduzione di un nuovo agente patogeno o dalla maggiore aggressività di patogeni già presenti. • L’alta vulnerabilità della popolazione di orso bruno marsicano, dovuta a una scarsa variabilità genetica e al numero esiguo di esemplari, obbliga a mettere in atto una sorveglianza speciale della specie. • L’applicazione di un piano di monitoraggio sanitario di tutela dell’orso bruno marsicano è interesse non solo di chi è direttamente interessato alla tutela dell’orso bruno marsicano, ma di tutte le categorie (allevatori, cacciatori, medici veterinari) che svolgono attività nell’areale occupato da questa specie. • L’orso è una c.d. “specie ombrello”, necessita di habitat vasti e articolati per poter sopravvivere, quindi le azioni di gestione sanitaria di questa specie avranno ricadute positive anche sulla conservazione delle altre specie domestiche e selvatiche che vivono nello stesso contesto ambientale. 2 16/04/2013 Le 10 patologie potenzialmente trasmissibili all’orso bruno marsicano MALATTIA PUNTEGGIO Brucellosi 5 Cimurro e Morbillivirus P Parvovirus i s (CPV) 5 4 Pseudorabbia 4 Leptospirosi 3,5 Epatite infettiva (CAV1) 3 Toxoplasmosi 3 Clamidiosi Febbre Q 2,5 2,5 Bluetongue 2 Si tratta di: • n. 4 malattie batteriche • n. 5 virali • n. 1 parassitaria Fenati, 2010 CRITERI • recettività • patogenicità • contagiosità • effetto ff tt d demografico fi - sopravvivenza - riproduzione • impatto sulla popolazione • esposizione VALUTAZIONE DEL RISCHIO combinando esposizione ed impatto sulla popolazione. Punteggio compreso tra 0 e 9 (ordine crescente di importanza) Punti critici del monitoraggio sanitario effettuato fino al 2010 • il numero di patogeni indagati nelle specie domestiche è di molto inferiore rispetto alle specie selvatiche; • manca o risulta insufficiente il campionamento di alcune specie “chiave” relativamente ad alcuni patogeni, ad esempio il caso della Pseudorabbia nel cinghiale, la cui ricerca è stata limitata a 4 campioni, oppure delle classiche malattie del cane (CDV, CCV, CPV o CAV 1) che non sono state indagate nella popolazione canina, pur essendo state segnalate nel lupo e nell’orso. • la discontinuità temporale e la variabilità spaziale del campionamento; • in molti casi anche quando il campionamento “esplorativo” (passivo) è risultato informativo, non si è evidenziata alcuna intensificazione nel monitoraggio negli anni successivi (es. isolamento della Brucella nel cervo e nel cinghiale nel 2005). • mentre nelle specie domestiche le tecniche diagnostiche risultano standardizzate e sono noti i valori di sensibilità e specificità delle stesse, negli animali selvatici l’applicazione in toto di tali metodiche non garantisce lo stesso risultato in termini di affidabilità. gg parte p dei casi di tecniche sierologiche g limita le informazioni sanitarie • l’utilizzo nella maggior disponibili. La positività sierologica fornisce solo l’indicazione di un’avvenuta esposizione tra l’ospite ed il patogeno e risulta fortemente legata allo sviluppo, durata e specificità dell’immunità umorale acquisita dall’ospite. • la mancanza di una banca dati centralizzata con dati univoci e coerenti ha portato alla mancata corrispondenza tra dati appartenenti presumibilmente agli stessi animali e ha creato confusione, generando inutili ripetizioni ed impedendo confronti o analisi affidabili. 3 16/04/2013 Obiettivi del programma di monitoraggio sanitario 1. Realizzare una migliore indagine conoscitiva dell’attuale situazione sanitaria dell’areale frequentato dall’orso bruno marsicano. 2. Istituire un sistema permanente continuo di monitoraggio sanitario delle specie animali domestiche e selvatiche che condividono gli ecosistemi con l’orso, necessario considerando l'elevata variabilità dei fattori epidemiologici. Areale dell’orso bruno marsicano 1. 2. 2 3. 4. AREE PROTETTE Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e della sua Zona di Protezione Esterna Parco Regionale Sirente Velino Parco Naturale Regionale di Monti Simbruini Corridoio Riserva della Duchessa REGIONI: Abruzzo, Lazio e Molise 3 SERVIZI VETERINARI REGIONALI 2 ISTITUTI ZOOPROFILATTICI SPERIMENTALI 6 ASL 4 16/04/2013 Suddivisione amministrativa dell’areale dell’orso bruno marsicano Regione IZS Area Protetta PRSV ABRUZZO IZS Abruzzo e Molise PNALM+ZPE ASL ASL 1 AZ SL AQ Distretto ?? ASL 1 AZ SL AQ Distretto Castel di Sangro Alfedena, Barrea, Castel di Sangro, Civitella Alfedena, Opi, Pescasseroli, Roccaraso, Scontrone, Villetta Barrea ASL 1 AZ SL AQ Distretto Sulmona ASREM Distretto Isernia Anversa degli Abruzzi, Cocullo, Scanno, Villalago Balsorano, Bisegna, Civita d'Antino, Collelongo, Gioia dei Marsi, Lecce nei Marsi, Luco dei Marsi, Ortona dei Marsi, Ortucchio, San Vincenzo Valle Roveto, Trasacco, Villavallelonga Castel San Vincenzo, Colli al Volturno, Filignano, Montenero Val Cocchiara, Pizzone, Rocchetta al Volturno, Scapoli AUSL FR Distretto Sora Alvito, Campoli Appennino, Pescosolido, Picinisco, San Biagio Saracinisco, San Donato val di Comino, Settefrati AUSL FR Distretto Cassino Vallerotonda ASL 1 AZ SL AQ Distretto Avezzano MOLISE LAZIO PNALM+ZPE IZS Lazio e Toscana PNALM+ZPE Comuni Acciano, Aielli, Castel di Ieri, Castlevecchio Subequo, Celano, Cerchio, Collamele, Fagnano Alto, Fontecchio, Gagliano Aterno, Goriano Sicoli, Magliano dei Marsi, Massa d‘Albe, Molina Aterno, Ocre Ovindoli, Ocre, Ovindoli Pescina, Pescina Rocca di Cambio, Cambio Rocca di Mezzo, San Demetrio né Vestini, Secinaro, Tione degli Abruzzi. PR Monti Simbruini ASL RM/G RR M. della Duchessa AUSL RI Filettino, Trevi nel Lazio, Camerata Nuova, Cervara di Roma, Jenne, Subiaco, Vallepietra Borgorose Inquadramento normativo delle 10 malattie e status del controllo nelle specie domestiche Malattia Inquadramento normativo Controllo specifico Brucellosi controllo nei bovini (D.lgs n. 651 del 1994, successivamente modificato dal D.lgs n. 429 del 1997) e negli ovi-caprini (DM n. 453 del 1992). SI i t una llegislazione i l i nazionale i l non esiste NO Cimurro e Morbillivirus Parvovirus (CPV) non esiste una legislazione nazionale NO Pseudorabbia piano nazionale nei suini (DM del 1 aprile 1997) SI Leptospirosi D.lgs n.191/2006, non sono oggetto di specifici piani di controllo, ma di Epatite infettiva (CAV1) specifiche misure di sorveglianza in funzione della situazione epidemiologica esistente. NO non esiste una legislazione nazionale NO Toxoplasmosi D.lgs n.191/2006, non sono oggetto di specifici piani di controllo, ma di Cl idi i Clamidiosi D l n.191/2006, D.lgs 191/2006 non sono oggetto di specifici ifi i piani i i di controllo, ll ma di Febbre Q D.lgs n.191/2006, non sono oggetto di specifici piani di controllo, ma di Bluetongue Piano di sorveglianza sierologico annuale nei bovini nelle zone non soggette a restrizione specifiche misure di sorveglianza in funzione della situazione epidemiologica esistente. specifiche misure di sorveglianza in funzione della situazione epidemiologica esistente. specifiche misure di sorveglianza in funzione della situazione epidemiologica esistente. NO NO NO SI 5 16/04/2013 Suddivisione delle 10 patologie in base alle specie serbatoio MALATTIA DOMESTICI SELVATICI Brucellosi bovino, ovicaprino cervo, cinghiale Cimurro (CDV) e Morbillivirus cane lupo, volpe P Parvovirus i (CPV) cane l lupo, volpe l suino cinghiale Pseudorabbia Leptospirosi bovini, ovicaprini, cane, suino lupo, cinghiale, cervo, volpe Epatite infettiva (CAV1) cane lupo, volpe Toxoplasma gatto, bovino, ovicaprini, cane, suino gatto selvatico, cervo, lupo, volpe Chlamydiosi bovino, ovicaprino, cane cervo, camoscio Febbre Q ovicaprini cervo, lupo Bluetongue ovino bovino ovino, cervo • L'80% delle malattie sono “veicolate” dalle specie domestiche, quindi i pericoli sanitari per l’orso bruno marsicano sono dovuti principalmente alla presenza di bovini, ovicaprini e cani che vivono in simpatria con la specie. • Le specie animali domestiche sono anche le specie più contattabili e quindi più gestibili e monitorabili. Procedure di attuazione del programma di monitoraggio sanitario Sorveglianza attiva mediante prelievo di sangue sulle specie domestiche simpatriche dell’orso, effettuata su: • bovini e ovicaprini, ovicaprini relativamente a Toxoplasmosi, Toxoplasmosi Chlamydiosi e Febbre Q; Sorveglianza passiva attuata mediante esame delle carcasse ritrovate o attraverso prelievi di sangue effettuati durante catture casuali o legate ad altri progetti di ricerca, effettuata su: • cani per CDV, CCV, CPV, CAV1, Brucellosi e Leptospirosi. • cinghiale, relativamente a Pseudorabbaia, Brucellosi e Leptospirosi; • lupo, volpe, mustelidi, relativamente a CDV, CCV, CPV, CAV1 e Leptospirosi; • cervo, capriolo e camoscio appenninico relativamente a Brucellosi, Leptospirosi, Toxoplasmosi, Chlamydiosi, Febbre Q, Bluetongue; 6 16/04/2013 Priorità del monitoraggio sanitario MALATTIA PUNTEGGIO Brucellosi 5 Cimurro C murro e Morb Morbillivirus ll v rus 5 Parvovirus (CPV) 4 Pseudorabbia 4 Leptospirosi 3,5 Epatite infettiva (CAV1) Toxoplasmosi 3 3 Clamidiosi 2,5 Febbre Q 2,5 Bluetongue 2 Cinghiali Cani Bestiame Fauna selvatica CANI 7 16/04/2013 Categorie dei proprietari dei cani CANI DEI CACCIATORI • Possono rappresentare un veicolo di agenti patogeni nell’areale dell’orso, dato che è sempre più diffusa la tendenza a recarsi a caccia anche in altri territori e spesso anche all’estero. • Il loro monitoraggio è molto importante, anche perché muovendosi sul territorio, sono una fondamentale sentinella per analizzare la presenza di agenti patogeni. q sempre p vaccinati e iscritti all’anagrafe. g • Essendo cani che hanno un valore economico,, sono quasi • Si chiederà la collaborazione dei medici veterinari liberi professionisti, che hanno in cura i cani dei cacciatori. Si chiederà loro di effettuare, se il padrone è d’accordo, un prelievo di sangue sui cani non vaccinati, chiedendo all’IZS l’analisi per CDV; CPV; CAV1, Brucellosi e Leptospirosi. CANI DEI CERCATORI DI TARTUFI • Come nel caso dei cani dei cacciatori, anche in questo caso si tratta di cani che vengono portati sul territorio e quindi possono essere considerati delle sentinelle sanitarie. • Anche in questo caso si chiederà la collaborazione dei medici veterinari liberi professionisti. CANI DEI TURISTI particolari periodi p dell’anno. Spesso p i • Le Aree Protette sono meta di turisti che si concentrano in p turisti portano con loro i cani. • E’ una categoria marginale rispetto al programma di monitoraggio sanitario soprattutto perché è presente solo per periodi limitati e si tratta per lo più di cani vaccinati e iscritti all’anagrafe. • Si cercherà di sensibilizzare i turisti a condurre nelle Aree Protette solo cani vaccinati e a non lasciarli liberi di vagare al di fuori delle aree consentite. Categorie dei proprietari dei cani CANI DEGLI ALLEVATORI • I cani, utilizzati per la guardiania del bestiame, spesso non vengono iscritti all’anagrafe canina (anche se è un obbligo di legge) e ancora meno sono quelli vaccinati. • Si tratta della categoria più difficile da convincere, ma anche di quella più importante perché mentre cacciatori e cercatori di tartufi rimangono relegati all’esterno delle aree protette, gli allevatori portano il bestiame, e quindi i cani, all’interno dei parchi in zone sensibili per l’orso. • Mentre M t i canii dei d i cacciatori i t i e quelli lli dei d i cercatori t i di ttartufi t fi sono presenti ti sull tterritorio it i soltanto lt t in alcuni mesi e durante questi mesi la sera vengono comunque ricondotti a casa. I cani degli allevatori sono presenti sul territorio durante tutto l’anno e vengono lasciati liberi di vagare durante tutto il giorno, in particolare la notte, quando non c’è il controllo dell’allevatore. • Si chiederà la collaborazione degli allevatori più sensibili attraverso l’intercessione dei servizi veterinari delle ASL per effettuare il prelievo di sangue a un numero significativo di cani che vengono utilizzati per la gestione del bestiame. CANI DEI RESIDENTI • Il problema dei cani dei residenti nei comuni delle aree protette è lo stesso di quelli degli allevatori, spesso vengono lasciati liberi di vagare durante tutto il giorno. • La L gestione sti d da parte t d deii proprietari i t i si limit limita alla ll f fornitura it di cibo ib una tantum t t m. Si ttratta tt di una pratica molto pericolosa perché lascia sul territorio animali domestici non controllati. • Anche in questo caso è indispensabile la collaborazione dei medici veterinari liberi professionisti. CANI RANDAGI • Si chiederà ai Servizi veterinari delle ASL di aggiungere alle analisi che già vengono eseguite al momento dell’ingresso di un cane randagio nel canile, anche quelle importanti per il presente monitoraggio sanitario (es. la Brucelllosi). 8 16/04/2013 Cimurro • malattia virale causata da un virus della famiglia Paramixoviridae • genere Morbillivirus, “imparentato” con morbillo umano e peste bovina • colpisce canidi, mustelidi, procionidi, ursidi • chiamata anche Canine Distemper p Virus (CDV) ( ) o Maladie de Carré • molto contagiosa per contato diretto (saliva, urina, feci), anche per via aerea • labile nell’ambiente esterno (circa 10 giorni a T° ambiente), sensibile ai disinfettanti • può colpire soggetti di ogni età, ma soprattutto cuccioli di pochi mesi che non hanno assunto il colostro dalla madre • periodo d’incubazione: 3-5 gg (alcuni studi sostengono anche fino a 7-8 gg) • sintomi iniziali: apatia, febbre 40°-41°, inappetenza, scolo dagli occhi e dal naso di colorito giallastro, tosse secca, congiuntivite, vomito, diarrea, lesioni cutanee pruriginose i i ( (ascelle ll e ventre) t ) • dopo 2-3 sett: convulsioni, contratture dei muscoli facciali e dei muscoli delle zampe, cecità, giramenti in tondo, fughe errabonde. • terapia: sintomatica, antibiotici per infezioni batteriche secondarie, fluidoterapia, anticonvulsivanti. • vaccinazione: a 8-12 sett e poi 2 richiami a distanza di 15-20 gg. Richiamo annuale Campagna di sensibilizzazione: il cane…il miglior amico dell’orso! • rivolta ai proprietari dei cani, in particolare cacciatori, cercatori di tartufi, turisti; • realizzazione di una locandina, da affiggere nei luoghi pubblici e da diffondere sul web; • collaborazione con la Federazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani • stiamo lavorando alla realizzazione di un volantino informativo sulle patologie trasmissibili dal cane all’orso; • organizzazione di incontri con categorie a rischio come gli allevatori e i residenti; • vaccinazione a tappeto dei cani degli allevatori in collaborazione con i Servizi Veterinari delle ASL competenti; • richiesta di aiuto ai medici veterinari liberi professionisti. 9 16/04/2013 CINGHIALI Pseudorabbia o Malattia di Aujeszky • malattia virale causata da un virus della famiglia Herpesviridae • descritta la prima volta in Ungheria nel 1913 da Aladár Aujeszky • ormai m diffusa ff in tutto il m mondo ((tranne nei p paesi islamici) m ) • chiamata anche Pseudorabbia o MAD ITCH o prurito furioso • il virus viene mantenuto dai suidi, i quali sono gli unici a poterla trasmettere ad altre specie. • non contagia l' uomo • può colpire numerose altre specie domestiche e selvatiche che contraggono una forma mortale e quindi rappresentano fondi ciechi epidemiologici. • nei suidi è contagiosa e caratterizzata da un grado di severità indirettamente proporzionale all'età del soggetto colpito, fino a diventare subclinica negli adulti. • la Pseudorabbia è oggetto di un piano nazionale di controllo (DM del 1 aprile 1997) nei suini perché provoca notevoli danni economici agli allevamenti. 10 16/04/2013 Epidemiologia nei suidi La comparsa della malattia è stagionale (ottobre-aprile) Incubazione 2-4 giorni Localizzazione nervosa e polmonare Il virus eliminato per circa 3 settimane attraverso lo scolo nasale e la saliva. L'escrezione anche attraverso il latte, la placenta , gli scoli vaginali, il seme. Gli animali siero positivi sono potenziali diffusori della malattia. Patogenesi nei suidi SNC Mucosa olfattoria Laringe Linfonodi via aerogena via digerente Tonsille Faringe Polmoni Genitali 11 16/04/2013 Sintomatologia nei suidi NEONATI Febbre , tosse , vomito, sintomi nervosi, quali epistotono, pedalamento, maneggio ed incoordinazione. Morbiltà alta – mortalità alta FINO A 6 MESI Localizzazione polmonare: polmonite grave e sintomi nervosi. Morbilità alta - mortalità bassa (3%) SCROFE GRAVIDE Pacisintomatici o asintomatici Localizzazione placentare: infezione trasmessa al feto, necroticità della placenta, placenta infertilità o nascita di soggetti deboli, deboli nati nati-mortalità mortalità e aborto con riassorbimento embrionale. VERRI Localizzazione scrotale: azoospermia. Epidemiologia nei carnivori Malattia trasmessa attraverso l’ingestione di frattaglie di suidi infetti. I Incubazione: b i 4 4-6 6 giorni. i i Il virus ha localizzazione neurotropa. La malattia evolve rapidissimamente in encefalite acuta. Non essendoci viremia, non si ha escrezione esterna di virus. La morte sopravviene in 24-48 ore 12 16/04/2013 Patogenesi nei carnivori 1986 Florida Ursus americanus Nervi 1994 Trentino Ursus arctos Linfonodi Encefalo 1999 Spagna U. a. isabellinus U. a. middendorffi Ursus maritimus Tonsille Faringe 2011 SirenteVelino U.a. marsicanus ?? Ingestione di carni infette. Sintomatologia nei carnivori Incubazione di breve durata Manifestazioni pruriginose su muso e naso S i l Scialorrea Afebbrile Anoressia Indifferenza agli stimoli esterni Paralisi flaccida dei muscoli laringei Alterazione della fonesi Difficoltà respiratorie Prognosi infausta 13 16/04/2013 Richiesta di collaborazione al mondo venatorio • Segnalare a CFS, Guardiaparco, ASL il ritrovamento di carcasse di animali sia selvatici che domestici • Iscrivere all’anagrafe canina e vaccinare i cani di proprietà • Non abbandonare in natura visceri, pelle e parti non commestibili dei cinghiali • Segnalare agli Enti preposti eventuali anomalie riscontrate durante la pulizia e manipolazione delle carcasse • Prelevare un campione di polmone e di milza dalle carcasse dei cinghiali abbattuti Quali campioni prelevare dalle carcasse di cinghiale Cervello Milza Polmone Tonsille 14 16/04/2013 Prelievo di campioni dalle carcasse di cinghiale Corata X Milza Polmone Modalità di conservazione dei campioni X + 4°C entro 3 g giorni + 15 16/04/2013 Destinatari del campione ? ASL ATC PROVINCIA PNALM IZS Abruzzo e Molise Destinatari regionali del campione Molise ASL ATC PROVINCIA PNALM Dott. A. Liberatore IZS Abruzzo e Molise Ab Abruzzo ASL X PNALM PROVINCIA X ATC PNALM ATC Avezzano ATC Sulmona ATC Roveto Carseolano ATC Subequano 16 16/04/2013 Risultati del I anno di monitoraggio sanitario del cinghiale N. 2 incontri con ATC e cacciatori di Abruzzo e Molise per il monitoraggio sanitario dei cinghiali abbattuti dai cacciatori nella ZPE del PNALM. Raccolti 70 campioni di polmone, milza, rene e muscolo per monitorare rispettivamente Malattia di Aujesky, Brucellosi, Leptospirosi, Trichinellosi. Il 90% dei campioni sono stati raccolti nell’Area contigua molisana del PNALM. Proposta roposta d di collaboraz collaborazione one da parte dell’Ufficio Caccia della Regione Abruzzo. A breve organizzeremo un convegno per discutere dei risultati del campionamento e delle strategie da adottare. … grazie per l’attenzione e la collaborazione! cell. 339/6691450 [email protected] 17
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