cantina Roederer
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cantina Roederer
Q UESTO M ESE L A C ANTINA BOLLICINE DA ZAR LaLouisRoedererèlamaison diChampagnepiùgrande tralepocherimasteindipendenti eacaratterefamiliare di Giuseppe Poli 30 Euposìa Settembre 2005 Euposìa Settembre 2005 31 L A C ANTINA BOLLICINE DA ZAR < Quando Massimo Sagna, importatore • Jean-Claude Rouzeaud, l’ultimo erede della dinastia Roederer; sotto la sede di Reims dello Champagne Louis Roederer in Italia, scoprì pochi anni fa all’asta a Londra quel busto di bronzo, scuro e imponente, di Alessandro II Romanov zar di Russia, chiamò immediatamente la casa Roederer, sapendo quanto la storia della maison e il successo della sua cuvée Cristal fossero legati al quel personaggio storico. Fu così che il busto arrivò a Reims nella sede di boulevard Lundy, a ricordare le 600mila bottiglie di Cristal che a fine Ottocento partivano ogni anno con destinazione San Pietroburgo, alla corte degli Zar. La Louis Roederer è una delle case produttrici di Champagne più antiche e famose al mondo. Sarà per la sua storia che affonda le radici fino al 1776, sarà per quella bottiglia trasparente e dal fondo piatto che ha vestito il Cristal con un abito elegante e inconfondibile, sarà perché di aziende familiari ed economicamente indipendenti in Champagne ne sono rimaste poche. Fatto sta che la Louis Roederer oggi rappresenta la maison di Champagne per eccellenza. E’ grande quanto basta per produrre oltre due milioni e mezzo di bottiglie – venti volte meno del gigantesco LE MIGLIORI ETICHETTE DI LOUIS ROEDERER Champagne Louis Roederer Brut Premier: ottenuto da un terzo di chardonnay e due terzi di pinot, nero e meunier (massimo 15%), matura tre anni sui lieviti e si affina sei mesi in bottiglia. Colore giallo paglierino con riflessi dorati, splendido perlage, aromi delicati di mandorla dolce e pane tostato, al gusto esprime tutta la potenza del pinot nero insieme alla carezzevole eleganza dello chardonnay. Fresco e ampio, ricco e vinoso, il Brut Premier è eccellente aperitivo come ottimo compagno di antipasti a base di pesce o verdure, oppure con le ostriche. Champagne Louis Roederer Brut Millesimé 1999: due terzi di pinot nero e un terzo di chardonnay, matura per quattro anni sur lies prima della sboccatura e dell’ulteriore affinamento in bottiglia. Colore giallo oro antico, bollicine fini e persistenti, aromi fragranti di frutti rossi sotto spirito e di pane tostato. In bocca è uno Champagne vinoso, morbido, di bella struttura ma di grande eleganza, con un gusto deciso che alterna i frutti rossi alla frutta secca, di ottima persistenza. Adatto a preparazioni di pesce saporite ed elaborate, a fegato grasso, a carni bianche con i funghi. Champagne Louis Roederer Cristal 1996: ottenuto da uve provenienti dai dieci cru di chardonnay e pinot nero più importanti della maison, a leggera maggioranza di pinot nero, matura sei anni e oltre sui lieviti. Colore giallo oro antico, bollicine minuscole e infinite, aromi delicati di biancospino, di scorza d’arancia, di pane tostato. In bocca è fresco e al tempo stesso di grande morbidezza, intenso di pompelmo, vaniglia, miele, mandorla tostata, ampio e con una struttura di grande equilibrio, con un finale degno di un grande Champagne. Indimenticabile in abbinamento ai crostacei, ottimo con ostriche, con caviale, con fegato grasso, oppure da solo, in religioso silenzio ad ascoltarne il fruscio. La Louis Roederer produce anche il Blanc de Blancs Millesimé, il Brut Millesimé Rosé e pochissime bottiglie di Cristal Rosé. 32 Euposìa Settembre Euposia Aprile 2005 2004 gruppo Moët & Chandon – ma piccola quanto serve per mantenere fede a uno stile rimasto immutato nel tempo e per curare ogni dettaglio della produzione di quelle bollicine che sanno rendere indimenticabili i momenti di gioia come un piatto speciale. Maison familiare per antonomasia, dunque. Certamente non l’unica. Basta ricordare Bollinger, Gosset o Drappier per trovare nella regione francese altre importanti realtà indipendenti e portavoce di uno stile personale. Ma da Louis Roederer lo Champagne è un’arte tramandata nei secoli con pazienza e meticolosità e ancora oggi il proprietario Jean-Claude Rouzeaud, diretto discendente della famiglia Roederer, segue con grande passione e impegno la produzione delle bollicine che nascono nelle vigne e nel sottosuolo di Reims e dintorni, così come la vita delle altre aziende acquisite negli ultimi anni. Esse sono lo Champagne Deutz, il Porto Ramos Pinto, a Bordeaux lo Château Haut Beausejour e lo Château de Pez e, per ultimo, il Domaine Ott in Provenza. Storia, tradizioni, passione, cura dei dettagli Non sono parole usate per dare importanza alla Louis Roederer, sono ciò che effettivamente questa maison rappresenta nel mondo dello Champagne. Racconta JeanClaude Rouzeaud: “Quando accompagnavo i visitatori nelle nostre cantine, leggevo sui loro volti lo stupore di fronte ai tini, alla catena del tiraggio o a quella della sboccatura. Scrutavano tutto con attenzione, per scoprire il segreto che faceva la nostra differenza rispetto agli altri Champagne. E dicevo loro: non è qui la chiave del mistero. Tutte le maison hanno a disposizione oggi più o meno la stessa tecnologia. La nostra diversità sta nella ricerca costante e artigianale della perfezione”. Così tutto comincia dalla vigna. Il termine maison nella Champagne indica un’azienda che produce almeno un milione di bottiglie e che è négociant, ha cioè il diritto di acquistare uve o mosti per la propria produzione. Acquistare uve al posto di possedere vigneti non significa necessariamente avere materia prima di peggiore qualità, certo significa fare più fatica per ottenere ogni anno ciò che si vuole dai diversi fornitori. La Louis Roederer possiede 200 ettari di vigneti, 75 nella zona chiamata Côte des Blancs, colline dove si coltiva soprattutto lo chardonnay, 65 sulla Montagne de Reims, in prevalenza pinot nero, e 60 nella Vallèe de la Marne, tra pinot nero e un po’ pinot meunier, che dà vini meno longevi ed entra solo nell’assemblaggio del Brut Premier. Questi 200 ettari rappresentano circa i due terzi della quantità di uve che servono alla produzione annuale dell’azienda. Il resto viene acquistato da una trentina di vignaioli locali, sotto forma di grappoli d’uva che anch’essi finiscono poi nei tre centri di pressatura che si trovano nelle diverse zone. Secondo Jean-Claude Rouzeaud e l’enologo chef de cave JeanBaptiste Lecaillon, il 70% della qualità si fa nel vigneto ed è anche per questo motivo che ogni anno circa 600 persone sono impegnate e assistite nella vendemmia a partire dalla metà di settembre. E’ in vendemmia, infatti, che si selezionano i grappoli da trasportare alle presse di Aÿ, Avize e Verzenay, dove diventano mosto. Il secondo passo fondamentale nella comprensione della filosofia Roederer è la trasformazione del mosto in vino. Se una volta c’erano circa 11mila botti, oggi la tinaia è piena di piccole vasche d’acciaio, che sono state acquistate su misura secondo la quantità di mosto che ogni anno giunge dalle diverse parcelle. I grappoli di Avize, dunque, diventano vino bianco in un tino diverso da quello usato per i grappoli di Aÿ, così come lo chardonnay viaggia separato dal pinot nero e l’uva acquistata resta divisa da quella delle vigne di proprietà. Alla fine della prima fermentazione – da Roederer niente malolattica perché altrimenti i vini “perdono carattere ed espressione” – ci sono dunque circa 500 vini base da assaggiare e riassaggiare per decidere quali andranno a comporre la cuvée Brut Premier, quali il millesimato e quali gli eletti che creeranno il luccicante Cristal. Solo una piccola parte di vini destinati alla realizzazione dei millesimati e del Cristal sono fermentati in botti di legno. Nell’assemblaggio del Brut Premier, che rappresenta quasi il 70% della produzione, entrano in gioco anche i cosiddetti vins de réserve, quei vini fermi provenienti da annate più vecchie che, assemblati in misura variabile dal 10 al 18% con il vino dell’ultima annata, permettono al Brut Premier di mantenere stile e qualità costanti negli anni. Da Roederer i vins de réserve godono di un trattamento tutto particolare. Nella cantina interamente dedicata a loro riposano in 150 grandi botti di legno da circa 5mila litri ciascuna. Sono botti di legno francese, tutte riccamente decorate con incisioni, che quando sono nuove vengono usate per fare fermentare del vino che poi viene venduto. Da Roederer, infatti, non c’è nessuna ricerca del gusto di legno. Queste grandi botti sono adatte per l’invecchiamento a partire dal terzo anno e, ogni volta che c’è da conservare un vino riserva, chef de cave ed enologi stabiliscono quale sia la botte più adatta a questo scopo. A questo punto, deciso l’assemblaggio, i vini finiscono in bottiglia con i lieviti di seconda fermentazione che produrranno le bollicine e, per autolisi, daranno al vino, con l’invecchiamento, aromi e gusto particolari. Un invecchiamento che da Roederer è più lungo della media degli altri Champagne, anche a causa dell’acido malico presente nel vino base. Il Brut Premier rimane dunque sur lies per tre anni, quattro i millesimati e sei e oltre per il Cristal. Il tutto nel silenzio e nella quiete dei sei chilometri di gallerie scavate nel sottosuolo di Reims, dove il gesso mantiene umidità e temperatura costanti, condizione indispensabile perché questi Champagne possano diventare degni dell’etichetta dorata e regale di Louis Roederer. > UNA BOTTIGLIA SPECIALE Lo Champagne Cristal di Louis Roederer fu creato con la speciale bottiglia trasparente e dal fondo piatto nel 1876, su richiesta dello zar Alessandro II di Russia, che era così appassionato degli Champagne Roederer da ordinarne ogni anno oltre 600mila bottiglie. La rivoluzione russa dell’ottobre 1917 azzerò le vendite di Cristal in quel paese. Ma la maison restò fedele alla filosofia che stava alla base del successo del Cristal e continuò a produrlo, seppure in quantità molto inferiore. Oggi la produzione del Cristal, identico nell’assemblaggio a quello che aveva appassionato lo Zar, è costantemente inferiore alle richieste che giungono da tutto il mondo. 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