Numero 1
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Numero 1
ANNO XXVIII N. 1 X Marzo 2006 Periodico Trimestrale - e 3,00 MEDICINA SUBACQUEA E IPERBARICA In questo numero: Editoriale ........................................................ 6 Ruolo dell’ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’osteomielite cronica refrattaria. È proponibile un protocollo terapeutico? ..................................................... 7 Ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’intertrigine da Pseudomonas aeruginosa ...................................................... 15 Focus on: “The necrotizing soft tissue infections and hyperbaric oxygenation” ....... 18 Notizie .......................................................... 26 Calendario Congressi 2006 .......................... 29 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (convertito in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1-DCB-BO. In caso di mancato recapito restituire alla Agenzia di Base Imola Centro-Bo per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa Simsi 1 06 imp.indd 1 13/06/2006 14.13.30 Gestione di Centri Iperbarici con Personale Tecnico Progettazione e realizzazione camere iperbariche ed impianti per ogni esigenza e dimensione Manutenzione e assistenza tecnica per impianti di produzione propria e di terzi Progettazione ed esecuzione di lavori di ristrutturazione dei locali con il sistema chiavi in mano Stabilimento: Via Laurentina km 29,300 - 00040 Ardea (RM) • Tel. e Fax 06 9147186 - 06 9147198 Simsi 1 06 imp.indd 2 13/06/2006 14.13.36 MEDICINA SUBACQUEA E IPERBARICA Rivista Ufficiale della Società Italiana di Medicina Subacquea e Iperbarica ANNO XXVIII N. 1 - MARZO 2006 DIRETTORE SCIENTIFICO Rosario Marco Infascelli (Napoli) Presidente SIMSI COMITATO SCIENTIFICO G. Aprea (Napoli), M. Brauzzi (Grosseto), C. Costanzo (Roma), G. D’Alicandro (Napoli), P. Della Torre (Salerno), D. Garbo (Palermo), F. Favaro (Palermo), R.M. Infascelli (Napoli), P. Longobardi (Ravenna), R. Moroni (Brescia), E. Nasole (Bologna), G. Vezzani (Fidenza), G. De Martino (Napoli), A. Lamorgese (Torino) DIRETTORE EDITORIALE E. Nasole (Bologna) COMITATO EDITORIALE R.M. Infascelli (Napoli), M. Brauzzi (Grosseto), F. Ruocco (Firenze), L. Ditri (Vicenza) G. Bosco (Chieti) Simsi 1 06 imp.indd 3 REDAZIONE Centro di Medicina Iperbarica GynePro Medical Via Tranquillo Cremona, 8 - 40137 Bologna Tel. 051 19980426 • Fax 051 19982967 [email protected] Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 56 del 24/05/2004 Direttore Responsabile: Mirabella Giuseppe Ospedale Santobono - Via M. Fiore, 6 - 80129 Napoli Editrice La Mandragora Via Selice, 92 - 40026 Imola (BO) Tel. 0542 642747 • Fax 0542 647314 [email protected] • www.editricelamandragora.it L’Editrice La Mandragora è iscritta al ROC col n. 5446 Abbonamenti: annuo e 20,00, un numero e 5,00, arretrati il doppio. Per sottoscrivere l’abbonamento occorre effettuare un Bonifico Bancario intestato alla SIMSI - Credito Italiano ag. 14 - P.zza Medaglie d’Oro, 32 - Napoli - C.C. 4370296 - ABI 02008 CAB 03414 IBAN IT46L completo dei dati identificativi del versante e del numero richiesto STAMPA: Industrie Grafiche Galeati di Imola Associato all’USPI: Unione Stampa Periodica Italiana 13/06/2006 14.13.37 Norme per gli autori La rivista medicina Subacquea ed Iperbarica pubblica articoli scientifici originali su argomenti di medicina subacquea ed iperbarica e di altre branche specialistiche correlate a tale specialità. I contributi possono essere redatti come editoriali, articoli originali, reviews, casi clinici, note di tecnica, note di terapia, nuove tecnologie, articoli originali brevi, articoli speciali, lettere alla direzione. I contributi scientifici devono essere preparati seguendo rigorosamente le norme per gli Autori pubblicate di seguito, che sono conformi agli Uniform Requirements for Manuscripts Submitted to Biomedical Editors editi a cura dell’International Committee of Medical Journal Editors (N Engl J Med 1991;324:424-8 -BMJ 1991;302:338-41). Non saranno presi in considerazione gli articoli che non si uniformano agli standard internazionali. La rivista recepisce i principi presentati nella Dichiarazione di Helsinki e ribadisce che tutte le ricerche che coinvolgano esseri umani siano condotte in conformità ad essi. La rivista recepisce altresì gli International Guiding Principles for Biomedical Research Involving Animals raccomandati dalla WHO e richiede che tutte le ricerche su animali siano condotte in conformità ad essi. Gli Autori accettano implicitamente che il lavoro venga sottoposto in modo anonimo all’esame del Comitato di Lettura e in caso di accettazione a revisione editoriale. A tutti sarà dato cenno di ricevimento. La correzione delle bozze di stampa dovrà essere limitata alla semplice revisione tipografica; eventuali modificazioni del testo saranno – se il caso – addebitate agli Autori. Le bozze corrette dovranno essere rispedite entro 5 giorni a Medicina Subacquea ed Iperbarica – Editrice La Mandragora – via Selice, 92 – 40026 Imola (BO). In caso di ritardo, la Redazione della rivista potrà correggere d’ufficio le bozze in base all’originale pervenuto. Spedizione dei contributi I lavori in lingua italiana o inglese devono essere inviati (incluse figure e tabelle con relative didascalie) alla sede editoriale della rivista “Medicina Subacquea ed Iperbarica”: Centro Iperbarico – Poliambulatorio Privato MPM – via Tranquillo Cremona, 8 – 40137 Bologna - Tel. (051) 440807- 442094 – Fax (051) 441135 e-mail: [email protected], in formato cartaceo e/o via e-mail. Gli articoli scientifici possono essere redatti nelle seguenti forme: Editoriale. Su invito (del Direttore Responsabile, della Direzione, del Redattore Capo), deve riguardare un argomento di grande rilevanza in cui l’Autore esprime la sua opinione personale. L’articolo non deve essere suddiviso in sezioni. Articolo originale. Deve portare un contributo originale all’argomento trattato. L’articolo deve essere suddiviso nelle sezioni: introduzione, materiali e metodi, risultati, discussione, conclusioni. Review. Deve presentare lo stato delle conoscenze sull’argomento e una analisi critica e aggiornata sull’argomento stesso. L’articolo può essere suddiviso in sezioni a discrezione dell’Autore. Caso clinico. Descrizione di casi clinici di particolare interesse . L’articolo deve essere suddiviso nelle sezioni: introduzione, caso clinico o casistica clinica, discussione, conclusioni. Nota di tecnica. Descrizione di una nuova tecnica chirurgica o di modifiche di tecniche già in uso. L’articolo può essere suddiviso in sezioni a discrezione dell’Autore. Nota di terapia. Presentazione e valutazione di farmaci. L’articolo deve essere suddiviso nelle sezioni: introduzione, materiali e metodi, risultati, discussione, conclusioni. Nuove tecnologie. Presentazione e valutazione di nuove attrezzature. L’articolo deve essere suddiviso nelle sezioni: introduzione, materiali e metodi, risultati, discussione, conclusioni. Articolo originale breve. Presenta un contributo originale ad un argomento di grande attualità esposto in forma sintetica. L’articolo deve essere suddiviso in sezioni come gli articoli originali. Articolo speciale. Presenta ricerche sulla storia della medicina subacquea ed iperbarica, sulla didattica e sugli aspetti economici e legislativi che riguardano tale disciplina. L’articolo può essere suddiviso in sezioni a discrezione dell’Autore. Lettera alla direzione. Verranno pubblicati solo commenti e osservazioni critiche debitamente documentati in merito ad articoli pubblicati sulla Rivista. Preparazione del contributo scientifico Il lavoro deve essere articolato nelle seguenti sezioni: Pagina di titolo Titolo conciso, senza abbreviazioni, con traduzione in inglese. Nome, Cognome degli Autori. Istituto e Università o Divisione e Ospedale di appartenenza di ciascun Autore. Nome, indirizzo e numero telefonico dell’Autore al quale dovranno essere inviate la corrispondenza e le bozze di stampa. Dati di eventuali Congressi ai quali il lavoro sia già stato presentato. Menzione di eventuali finanziamenti o contratti di ricerca. Ringraziamenti. Riassunto Il riassunto (in italiano e in inglese) non deve superare né essere inferiore alle 200-250 parole e deve essere «strutturato». Il riassunto strutturato si compone delle seguenti parti: 1) Obiettivo: lo specifico problema sollevato e l’ipotesi di studio. 2) Metodi: a) disegno sperimentale: tipo di indagine condotta (prospettica, comparativa, retrospettiva, randomizzata, ecc.) e durata del follow-up; b) ambiente: collocazione e livello delle prestazioni fornite dal reparto di appartenenza dei pazienti in studio (in modo che il lettore possa stabilire l’applicabilità del dato alle sue condizioni di lavoro); c) pazienti o partecipanti: principali criteri di selezione e di eleggibilità, caratteristiche socio-demografiche, patologie e numero dei pazienti ammessi e che hanno completato lo studio; d) interventi: caratteristiche essenziali del trattamento o dell’intervento eseguito (o la loro assenza); e) rilevamenti: cosa è stato misurato e come, in base a quanto programmato prima della raccolta dei dati; 3) Risultati: i principali. 4) Conclusioni: significato e possibile applicazione dei dati suffragati dall’evidenza sperimentale. Simsi 1 06 imp.indd 4 Parole chiave Per le parole chiave usare i termini del Medical Subjects Heading (MeSH) dell’Index Medicus. Il riassunto in lingua inglese deve essere la traduzione del riassunto in lingua italiana e la rivista si riserva la facoltà di curarne la corretta forma. Gli Editoriali e le Lettere alla Direzione non necessitano di riassunto e parole chiave. Testo Il testo deve essere composto da: Introduzione. Illustrante lo stato attuale delle conoscenze sull’argomento trattato e lo scopo della ricerca. Materiali e metodi. Descrivere chiaramente i soggetti sottoposti a osservazioni o a esperimento (pazienti o animali da esperimento, inclusi i controlli). Identificare metodologie, impianti (nome e indirizzo del costruttore tra parentesi) e procedure con dettaglio sufficiente a permettere ad altri studiosi di riprodurre i risultati. Menzionare le metodologie già definite, incluse quelle statistiche; menzionare e fornire brevi descrizioni circa metodologie che sono state pubblicate ma non sono ben conosciute; descrivere metodologie nuove o modificate in modo sostanziale; giustificare il loro utilizzo e valutarne i limiti. Di tutti i farmaci si deve citare nome generico, dosaggio e vie di somministrazione. I nomi commerciali dei farmaci vanno citati tra parentesi. Unità di misura, simboli, abbreviazioni devono essere conformi agli standard internazionali. Le misure di lunghezza, altezza, peso e volume dovrebbero essere riportate in unità del sistema metrico (metro, chilogrammo, litro) o in loro multipli decimali. Le temperature dovrebbero essere espresse in gradi Celsius. Le pressioni arteriose in millimetri di mercurio. Tutte le misurazioni ematologiche e di chimica clinica dovrebbero essere espresse in unità del sistema metrico nei termini dell’International System of Units (SI). Si scoraggia l’uso di simboli e sigle poco comuni. Essi vanno comunque spiegati alla prima apparizione nel testo. Risultati. I risultati vanno riportati sotto forma di tabelle e grafici eventualmente elaborati statisticamente, con una presentazione concisa nel testo. Discussione e conclusioni. Commento sui risultati con eventuale confronto con i dati della letteratura. Bisogna inoltre definire il loro significato ai fini della pratica clinica e della ricerca sperimentale. L’argomentazione logica deve essere rigorosa ed attenersi ai dati sperimentali. Bibliografia. La bibliografia, che deve comprendere i soli Autori citati nel testo, va numerata con numeri arabi in ordine consecutivo di prima citazione nel testo. Il richiamo delle voci bibliografiche nel testo deve essere fatto con numeri arabi posti tra parentesi. La bibliografia deve essere citata nello stile standardizzato approvato dall’International Committee of Medical Journals Editors. RIVISTE. Per ogni voce si devono riportare il cognome e l’iniziale del nome degli Autori (elencare tutti gli Autori fino a tre, se quattro o più elencare solo i primi tre nomi seguiti da: et al.), il titolo originale dell’articolo, il titolo della rivista (attenendosi alle abbreviazioni usate dall’Index Medicus), l’anno di pubblicazione, il numero del volume, il numero di pagina iniziale e finale. Nelle citazioni bibliografiche seguire attentamente la punteggiatura standard internazionale. Esempi: Articolo standard. Sutherland DE, Simmons RL, Howard RJ. Intracapsular technique of transplant nephrectomy. Surg Gynecol Obstet 1978;146:951-2. ARTICOLO A NOME DI UNA COMMISSIONE. International Committee of Medical Journal Editors. Uniform requirements for manuscripts submitted to biomedical journals. Ann Int Med 1988;108:258-65. LIBRI E MONOGRAFIE. Per pubblicazioni non periodiche dovranno essere indicati i nomi degli Autori, il titolo, l’edizione, il luogo di pubblicazione, l’editore e l’anno di pubblicazione. Esempi: LIBRO DI UNO O PIÙ AUTORI. Rossi G. Manuale di otorinolaringologia. IV edizione, Torino: Edizioni Minerva Medica, 1987. CAPITOLO DI UN LIBRO. De Meester TR. Gastroesophageal reflux disease. In: Moody FG, Carey LC, Scott Jones R, Kelly KA, Nahrwold DL, Skinner DB editors. Surgical treatment of digestive diseases. Chicago: Year Book Medical Publishers, 1986:132-58. ATTI CONGRESSUALI. DuPont B. Bone marrow transplantation in severe combined immunodeficiency with an unrelated MLC compatible donor. In: White HJ, Smith R, editors. Proceedings of the third annual meeting of the International Society for Experimental Hematology. Houston: International Society for Experimental Hematology, 1974:44-6. MONOGRAFIA DI UNA SERIE. Hunninghake GW, Gadek JE, Szapiel SV, Wattel F, Hinckley J, Hamre P et al. The human alveolar macrophage. In: Harris CC, editor. Cultured human cells and tissues in biomedical research. New York: Academic Press, 1980:54-6. (Stoner GD, editor. Methods and perspectives in cell biology;vol 1). Tabelle Ogni tabella deve essere preparata graficamente secondo lo schema di impaginazione della rivista, numerata in cifre romane, corredata da un breve titolo. Eventuali annotazioni devono essere inserite al piede della tabella e non nel titolo. Le tabelle devono essere richiamate nel testo. Figure Le fotografie devono essere inviate sotto forma cartacea o elettronica che abbia buona risoluzione. Esse devono riportare la numerazione in cifre arabe e devono essere richiamate nel testo. Il numero delle fotografie deve essere limitato alla parte essenziale ai fini del lavoro. Le foto istologiche devono sempre essere accompagnate dal rapporto di ingrandimento e dal metodo di colorazione. Disegni, grafici e schemi possono essere realizzati con il computer. Gli esami radiologici vanno presentati in copia fotografica su carta o in formato elettronico. Elettrocardiogrammi, elettroencefalogrammi, ecc. devono essere inviati in forma originale o eventualmente fotografati, mai fotocopiati. Lettere, numeri, simboli dovrebbero essere di dimensioni tali che quando ridotti per la pubblicazione risultino ancora leggibili. 13/06/2006 14.13.38 Centro di Medicina Iperbarica “GynePro Medical” [email protected] Simsi 1 06 imp.indd 5 051/19980426 13/06/2006 14.13.41 N. 1 - Marzo 2006 f 6 Medicina Subacquea e Iperbarica E siamo al 2006... L’anno che è trascorso ci ha confermato che... avevamo ragione. L’obiettivo principale di tutto il Consiglio Direttivo, eletto a Capri, era quello di sostenere un ulteriore sforzo per una maggiore divulgazione della Medicina Subacquea ed Iperbarica, specie tra gli altri Medici. La presenza dei Soci SIMSI nei più importanti eventi di altre Società Scientifiche Mediche e pariteticamente, quella qualificata, dei maggiori esponenti di altre Discipline ai Congressi, Convegni ecc. della SIMSI, è la riprova che finalmente l’interesse dei medici italiani, scientifico e culturale, verso la Medicina Subacquea ed Iperbarica, cresce con una andatura esponenziale... e di questo ne andiamo tutti fieri, dal Consiglio Direttivo a tutti i Soci SIMSI compreso il sottoscritto. In questa stessa direzione sono proseguiti, per tutto il 2005, i contatti e le riunioni con le altre Società Mediche di Area Anestesiologica-Rianimativa, allo scopo di dare i natali ad una federazione delle Società, specie e soprattutto ai fini ECM. E finalmente, dopo un parto distocico, durato circa 6 anni, vi annuncio, non senza una punta di orgoglio, che il giorno 10 marzo 2006 abbiamo firmato l’atto costitutivo della FISAR, che, almeno inizialmente, vedrà federate ben 10 società scientifiche dell’area. Spero che questo passo dia più forza a tutti, specie a quelle società più piccole, ma non meno importanti e dinamiche, come la nostra. Punto nodale della Federazione è la rappresentatività paritetica di tutte le società aderenti, motivo per il quale cadono tutti gli ultimi dubbi sulla opportunità della nascita della stessa società. Allo scopo di rafforzare questa comunione di intenti, anche su gentile invito del Presidente Nazionale della SIAARTI, il sottoscritto ha inviato la proposta per la propria candidatura alle prossime elezioni 2006 per il rinnovo del consiglio direttivo SIAARTI quale responsabile della sezione culturale di terapia iperbarica. Ma veniamo al 2006: è l’anno del nostro Congresso nazionale che quest’anno si svolgerà a Livorno dal 23 al 25 no- vembre presso l’Accademia Navale e, come di consueto nei nostri Congressi, verterà in sessioni dedicate alla Medicina Subacquea ed alla Medicina Iperbarica, dando nel contempo spazio ad una sessione infermieristica. Saranno discussi argomenti di interesse molto attuale, quale il rischio clinico in Medicina Iperbarica, l’immersione tecnica, le linee guida, le emergenze, ecc. Sono certo che “il popolo” dei medici iperbarici e dei cultori della Disciplina saranno tutti presenti a Livorno dove, è mia convinzione, trarranno sicuro giovamento dal punto di vista culturale, e perché no, anche da quello squisitamente turistico per le bellezze naturali di Livorno e dei suoi dintorni. In questi mesi saremo presenti in vari eventi da noi patrocinati e in altri, di altre Società, ai quali siamo stati gentilmente invitati. Tra questi ultimi ricordo, tra gli altri, il Congresso Mediterraneo dello Sport di Favignana, il nazionale AIUC di Napoli, il nazionale SIAARTI di Perugia. Nel mese di ottobre saremo presenti, come rappresentanza italiana più qualificata, alla Consensus Conference europea di Ravenna dove riteniamo di poter dare il nostro contributo fondamentale alla crescita scientifica della Disciplina. Sempre nell’ottica di crescere culturalmente e di dare un sensibile apporto alla ricerca nei due settori della nostra Disciplina, è stato raggiunto un accordo con la FIPSAS e con il DAN ai fini del recepimento e del trattamento dei dati relativi alle immersioni effettuate dai subacquei della FIPSAS per elaborare un lavoro statistico sulla tipologia delle immersioni e sui relativi incidenti. È questo un terreno fertile su cui dovremo, nei prossimi anni, dare un apporto scientifico valido ed autorevole, allo scopo di contribuire, per la parte di nostra competenza, all’obiettivo della massima sicurezza in immersione. Colgo l’occasione per augurare a tutti buon lavoro Rosario Marco Infascelli Presidente SIMSI Impiego della pre-ossigenazione nella prevenzione delle patologie da decompressione Editoriale Simsi 1 06 imp.indd 6 Landolfi, Faralli, Bosco 13/06/2006 14.13.45 N. 1 - Marzo 2006 f 7 Medicina Subacquea e Iperbarica Ruolo dell’ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’osteomielite cronica refrattaria. È proponibile un protocollo terapeutico? Emanuele Nasole, Giovanni Gualdrini* Centro Iperbarico - GynePro Medical, Bologna * 7a Divisione - Istituti Ortopedici Rizzoli, Bologna SUMMARY Hyperbaric oxygenation (HBO) is used with surgery, antibiotic therapy (ABT) and specific bacteric immunotherapy (SBI) in chronic osteomyelitis (COM), but there is no prothocol that points where HBO is of best utility. There are many experimental works; in clinical reports, results are different, because the patients’COM stage and therapeutical prothocol are different. For this reason, it needs a commonly accepted therapeutical prothocol. The proposed Authors’ prothocol has 3 stage: in the first, a HBO/SBI stage for 6-8 weeks; later on, surgery for sequestrectomy; on end, a HBO/ABT stage. The HBO/SBI stage prepare the surgical field with improving oxygenation and cellular immunity; after surgery, the HBO/ABT stage improve bone regeneration and avoid intraoperating infection. Keywords: Chonic osteomyelitis a Hyperbaric oxygenation specific bacteric immunoterapy. Il trattamento dell’osteomielite cronica refrattaria (OMCR) è attualmente costituito dalla stimolazione batterica attiva (ITSB), dal trattamento chirurgico, dall’antibioticoterapia (ABT) e dall’ossigenoterapia iperbarica (OTI). Il trattamento chirurgico è il punto fondamentale della cura dell’OMCR e ha come obiettivo la rimozione delle cause che mantengono l’infezione. L’ABT è necessaria come profilassi nel peri e post operatorio dell’OMCR e per essere efficace deve essere protratta per almeno 4-6 Indirizzo per la richiesta di estratti: Giovanni Gualdrini 7a Divisione - Istituti Ortopedici Rizzoli Via di Barbiano, 1/10 - 40136 Bologna [email protected] settimane (1). La terapia antibiotica non ha una efficacia soddisfacente dell’OMCR né la chirurgia garantisce sempre risultati ottimali e definitivi. L’OTI ha effetto adiuvante e serve a migliorare le condizioni di ossigenazione per la funzionalità degli antibiotici, risolvendo o riducendo deficit ossigenativi locali e sistemici. La ITBS è un problema aperto. Non vi sono studi controllati che dimostrino l’efficacia della immunoterapia; esiste però un’ampia esperienza di colleghi ortopedici che dagli anni Sessanta verificano gli effetti della stimolazione immunitaria attiva sull’OMCR (2). Stadiazione e terapia La Classificazione di Cierny Mader (CCM) del 1985 rappresenta un sistema ben comprensibile di stadiazione e consente di definire l’indicazione chirurgica e la prognosi del paziente adulto con OMCR. La CCM valuta la gravità del danno anatomico in 4 stadi e i pazienti in 3 gruppi clinici, a seconda delle patologie sistemiche associate e/o delle condizioni cliniche locali (Tab. 1). La classificazione anatomopatologica guida alla scelta dell’intervento chirurgico. La classificazione clinica indica in modo preciso lo stato immunitario e le condizioni ossigenative locali e sistemiche del paziente con OMCR. Gli antibiotici, l’OTI e l’ITBS hanno un ruolo adiuvante nel caso di pazienti con stato immunitario e ossigenativo alterato, preparando il campo operatorio e migliorando la prognosi del post-operatorio con la diminuzione delle recidive. Le terapie adiuvanti (OTI, ABT, ITBS) agiscono sui fattori di compromissione generali e/o locali e possono migliorare la percentuale di successo con minori recidive nei pazienti di gruppo BS/L se riescono a trasformarli (dal punto di vista della stadiazione) rispettivamente in pazienti di gruppo BL e di gruppo A (4). Ruolo dell’ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’osteomielite cronica refrattaria Simsi 1 06 imp.indd 7 Nasole, Gualdrini 13/06/2006 14.13.45 N. 1 - Marzo 2006 f 8 Medicina Subacquea e Iperbarica Tab. 1. Classificazione di Cierny Mader (3). Classificazione anatomopatologica Stadio 1 Stadio 2 Stadio 3 Stadio 4 Infezione midollare ovvero monocompartimentale. Esempio: complicazione settica in esiti di sintesi con chiodo endomidollare Osteite corticale parziale, senza interessamento dello spazio midollare. Esempio: osteite tibiale in esito di Vollkmann della loggia muscolare anteriore tibiale Infezione della corticale e dello spazio midollare, con presenza di fistole e di sequestri Infezione diffusa midollare e corticale con sequestri multipli sul perimetro osseo e fistole Classificazione clinica Paziente di gruppo A Paziente di gruppo BS Paziente di gruppo BL Paziente di gruppo C I pazienti di questo gruppo sono affetti da una infezione cronica dell’osso, ma sono indenni da patologie croniche sistemiche o da grave compromissione locale Il paziente ha una compromissione sistemica che riduce la percentuale di guarigione. La diapositiva elenca i fattori di compromissione sistemica Il paziente è in buone condizioni generali, ma ha una situazione locale particolarmente compromessa. La diapositiva elenca i fattori di compromissione locale Il paziente è in una situazione generale compromessa, in relazione all’età. La gravità dell’osteomielite è valutata relativamente alle condizioni generali. Il paziente di gruppo C può non essere di per sé un candidato al trattamento chirurgico. Oppure presenta disturbi modesti che non giustificano un trattamento chirurgico impegnativo. Oppure si presenta più a rischio nel trattamento chirurgico che in quello conservativo Sinergismo ABT/OTI (5) Il sinergismo d’azione fra l’ossigeno e gli antibiotici è dimostrato da studi sperimentali sull’animale. A pressioni parziali di ossigeno analoghe a quelle dell’osso osteomielitico la teicoplanina, la rifampicina e la vancomicina sono inefficaci nel trattamento dell’osteomielite cronica sperimentale da Stafilococco aureo (6-7). La cefazolina è più efficace nel trattamento dell’osteomielite cronica sperimentale, se associata all’OTI (8). La tobramicina è più efficace nel trattamento dell’osteomielite cronica sperimentale da Pseudomosas aeruginosa, quando associata all’OTI (9). La sinergia d’azione fra OTI e antibiotico dipende dalla struttura chimica, dalla sede d’azione e dal meccanismo d’azione del farmaco. Struttura chimica del farmaco. Sono sinergizzati dall’ossigeno gli antibiotici che contengono un anello idrochinonico in grado di produrre radicali liberi dell’ossigeno (RLO) una volta che l’anello sia ossidato. Fra questi farmaci è interessante il ruolo della Rifamicina il cui meccanismo d’azione, per quanto noto, dovrebbe essere del tutto indipendente dalla pressione dell’ossigeno. In realtà Kono ha dimostrato una notevole riduzione del potere battericida dell’antibiotico nei confronti dell’E. coli quando l’azione del farmaco deve realizzarsi in anaerobiosi. È pertanto del tutto plausibile che la formazione dei RLO per ossidazione dell’anello chinonico sia un meccanismo fortemente sinergico per la rifamicina rendendo, almeno indirettamente, ossigenodipendente il suo meccanismo d’azione. Tuttavia non sempre è necessaria la presenza di un anello chinonico per giustificare l’azione dell’ossigeno molecolare sulla struttura dell’antibiotico. Infatti l’ampicillina può comportarsi come donatore di elettroni e/o generatore di superossido in presenza di ossigeno moleco- lare; in tal caso la produzione di RLO è sufficiente per avere effetti biologici (10). Sede d’azione del farmaco. L’interazione antibiotici/ RLO è del tutto particolare all’interno dei fagociti. Soprattutto i polimorfonucleati (PMN) possono produrre, mediante il fenomeno dell’“oxydative burst”, RLO e quindi realizzare una potente barriera battericida endocellulare (11). È ben assodato che tale fenomeno avvenga in stretta dipendenza delle pressioni di ossigeno a cui i PMN sono esposti. Poiché alcuni antibiotici agiscono all’interno dei fagociti, ci si pone il problema dell’eventuale sinergia endocellulare fra antibiotici e RLO, ricordando che l’azione battericida di Chinoloni, Macrolidi e Rifampicine è anche intrafagocitaria. È plausibile ritenere che la OTI, riportando verso la normalità o aumentando la PO2 tissutale, agisca da potente stimolo alla sinergia antibiotico/RLO, almeno per gli antibiotici ricordati, favorendo il killing batterico intrafagocitico. Meccanismo d’azione dell’antibiotico. Il meccanismo d’azione dell’antibiotico rimane uno dei punti fondamentali dell’interazione con l’ossigeno. È opportuno richiamarsi alla distinzione fra antibiotici inibenti la sintesi proteica e antimicrobici inibenti il rimaneggiamento della membrana batterica. Il primo gruppo comprende Aminoglicosidi, Chinolonici, Macrolidi, Lincosamidi. Per questi antibiotici è sostanziale la penetrazione all’interno del batterio per poter inibire la sintesi proteica. È noto da tempo che il meccanismo di penetrazione degli aminoglicosidi è ossigenodipendente e tale meccanismo non è presente nei batteri anaerobi, che infatti sono regolarmente resistenti agli aminoglicosidi. Per gli altri antibiotici che inibiscono il rimaneggiamento della membrana batterica (beta-lattamici e glicopeptidi), è assolutamente lecito supporre che durante il trattamento OTI vi sia un danno della Ruolo dell’ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’osteomielite cronica refrattaria Simsi 1 06 imp.indd 8 Nasole, Gualdrini 13/06/2006 14.13.45 N. 1 - Marzo 2006 f 9 Medicina Subacquea e Iperbarica membrana batterica da parte dei RLO che favorisce la penetrazione degli antibiotici. Da molti anni è noto come l’allontanamento di un antibiotico da una coltura batterica sia seguito da un periodo di stasi nella moltiplicazione. Questo periodo di tempo, che precede la ripresa della moltiplicazione batterica è definito Post-Antibiotic Effect (PAE), varia da specie a specie batterica e, secondo il tipo di antibiotico usato, può essere prolungato dall’esposizione iperossica. Park ha dimostrato un incremento del PAE quando la coltura subisca una esposizione iperossica anche normobarica (12). Soprattutto gli antibiotici inibenti la sintesi proteica presentano PAE più spiccato nei confronti dei batteri Gram negativi. Gli antibiotici inibenti il rimaneggiamento della membrana batterica non hanno PAE nei confronti dei Gram negativi, con eccezione dell’Imipenem per Pseudomonas aeruginosa, mentre PAE è presente con valori variabili nei confronti dei germi Gram positivi. Pertanto il PAE, la cui esistenza è stata dimostrata anche in vivo, rappresenta una via di sinergizzazione fra antibiotici e OTI. Attualmente si può ritenere che la sinergia fra OTI e betalattamici può essere ammessa qualora esista PAE per il batterio considerato. La variazione del PAE negli antibiotici betalattamici e anche nell’ambito della stessa specie batterica può dipendere dalla diversa velocità di scissione del legame covalente fra betalattamico e proteina legante (Penicillin Binding Proteins), quindi dall’emivita del complesso betalattamico/PBP, considerando che tale emivita dipende soprattutto dal peso molecolare delle PBPs (13). Esiste una notevole sinergia d’azione fra OTI e vancomicina. La vancomicina presenta PAE, ad es., nei confronti di S. aureus, pur non legandosi notoriamente alle PBPs, quindi il suo sinergismo con OTI è piuttosto misterioso, anche se è stato dimostrato in vitro una penetrazione dell’antibiotico nel batterio e un’inibizione della sintesi dell’acido ribonucleico. In tal caso l’alterazione della permeabilità della membrana batterica dovuta ai RLO potrebbe provocare l’ingresso dell’antibiotico nel corpo batterico (14). Per alcuni antibiotici, come i sulfamidici, l’azione antibatterica si esplica come azione antimetabolica nei confronti del batterio. Pakman ha dimostrato sinergismo fra ossigeno e alcuni sulfamidici (Sulfisoxazolo, Sulfometoxazolo-trimetoprin) nei confronti di C. difteriae, S. aureo e P. aeruginosa. Si ritiene che la sinergia OTI/sulfamidici sia dovuta all’ossidazione di enzimi o più probabilmente di substrati intermedi nella via metabolica dei folati (15). Sistema immunitario e tessuto osseo È dimostrato che nel paziente immunocompromesso vi è di base una alterazione morfologica ossea per deficit di citochine (16); si rileva, inoltre, diminuita attività fagocitarla per deficit di opsonizzazione, diminuzione del titolo anticorpale e del complemento (17), compromissione del killing intrafagocitario e alterazione delle sottopopolazioni linfocitarie T (18). L’ITSB stimola in modo evidente il sistema immunitario aspecifico; consiste nell’inoculazione, sottocutanea e a dosi crescenti, di un estratto purificato della parete batterica di pool di stafilococchi aurei inattivati in formalina e mantenuti stabili in soluzione acquosa. Già in uso da circa 40 anni nel trattamento dell’OMCR (2) mancano tuttavia lavori scientifici randomizzati controllati sull’efficacia di tale terapia, al momento documentata con case report, esperienze personali o studi osservazionali su vaste casistiche descritte da vari Autori a partire dagli anni Sessanta (19). Ossigenazione tissutale e tessuto osseo Molti lavori dimostrano il ruolo dell’ossigeno nella prognosi dell’osteomielite cronica. Il tabagismo, ad es., crea una situazione ipossica sistemica e rallenta del 30% i tempi di formazione del callo osseo riparativo nel trattamento della pseudoartrosi settica (20-21). L’OTI ha azione neoangiogenetica (22), osteoblastica, antibatterica (23) e antinfiammatoria (24). In letteratura studi sperimentali e lavori clinici che dimostrano che OTI e ABT associati al tempo chirurgico migliorano la prognosi dell’OMCR. In tali lavori la fistolizzazione è assente, al follow-up, nel 71-89,5% (25-28) dei casi; in casistiche (29) in cui non si cita l’uso della OTI il successo terapeutico (assenza di fistola) risulta inferiore (40-80% dei casi trattati). Protocollo di trattamento dell’OMCR: proposta operativa Non esiste alcun protocollo condiviso che attesti quando o in che stadio clinico della CCM, l’OTI possa essere di maggiore efficacia nell’OMCR. Nel 2004, durante il XVI congresso Società Italiana di Medicina Subacquea e Iperbarica (SIMSI) di Capri (NA) e l’89° Congresso della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia di Napoli, è stato proposto un protocollo di trattamento della OMCR con lo scopo di migliorare le percentuali di successo della chirurgia, associando immunostimolazione (ITSB) e iperossigenazione tissutale (OTI). Criteri di ammissione A tale protocollo possono essere ammessi pazienti con OMCR stabilizzata e assenza di controindicazioni assolute e relative all’OTI e all’ITBS (Tab. 2). L’ OMCR stabilizzata è la fase della malattia in cui è inutile praticare l’ABT, in quanto le condizioni cliniche del paziente non sono modificate da tale trattamento; in tale situazione la sospensione dell’ABT non è mai seguita da iperpiressia o segni di compromissione generale o locali importanti Ruolo dell’ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’osteomielite cronica refrattaria Simsi 1 06 imp.indd 9 Nasole, Gualdrini 13/06/2006 14.13.45 N. 1 - Marzo 2006 f 10 Medicina Subacquea e Iperbarica (sepsi, formazione di ascesso) pur persistendo segni di sepsi locale (fistola, ulcera fistolizzata). Tab. 2. Controindicazioni alla ITSB. Malattie immunitarie Neoplasie in atto Insufficienza renale Terapia immunosoppressiva in corso Terapia corticosteroidea in corso Chemioterapia in corso Osteomielite non stabilizzata Fasi operative del protocollo Il protocollo prevede 3 fasi, seguite dal follow up: la 1a fase è attuata in preparazione all’intervento; la 2a fase è costituita dall’intervento; la 3a fase è quella peri- e postoperatoria, quindi strettamente collegata alla precedente. La valutazione finale del paziente (follow up) deve essere attuata per almeno 2 anni (30). 1a fase (durata: 4-5 mesi). Prevede un ciclo di OTI associato all’ITBS (terapia standard della durata di 4 mesi). L’OTI è effettuata dal 3° mese dall’inizio della ITBS per un periodo di 6-8 settimane per cercare la sinergia OTIITSB, nel periodo in cui è presumibile che l’ITBS abbia raggiunto il suo massimo effetto. Il ciclo OTI prevede 3040 sedute alla pressione di 2,4-2,6 ATA e della durata di 90-120 minuti. Non vi sono studi che documentano sinergismo ITSB-OTI, tuttavia l’OTI aumenta la produzione e il rilascio di citochine dei macrofagi stimolati da lipopolisaccaridi (31). Scopo di tale fase iniziale è demarcare i sequestri ossei e delimitare i volumi settici; iperossigenare il campo operatorio; rigenerare l’osso (Figg. 1-4). Durante la 1a fase non si attua ABT, poiché inefficace nei pazienti con OMCR. A tale proposito, è dimostrato che i batteri aderiscono alla superficie ossea necrotica e producono una fine barriera protettiva (glicocalice) che permette loro di eludere l’immunosorveglianza e di resistere all’azione dell’ABT (32). Nel 78% dei casi (in pazienti trattati solo con ITSB) si può avere l’eliminazione spontanea o riassorbimento del sequestro osseo (Figg. 5-10) e l’assenza di flogosi profonda attiva (paziente stabilizzato); in questo caso il paziente viene solo sottoposto a controlli clinici seriati per valutare eventuali riacutizzazioni e recidive (follow-up). Figg. 1 e 2. Lisi ossea. 2a fase. Ha lo scopo di eliminare le cause (30) che mantengono l’infezione (Figg. 11-12). 3a fase (durata: 4-6 settimane). Prevede un ciclo di OTI associato all’ABT mirata. Il ciclo OTI prevede 20-30 sedute alla pressione di 2,4-2,6 ATA e della durata di 90120 minuti. L’ABT, dopo consulto infettivologico, è attuata per almeno 6 settimane sulla base dell’antibio- Figg. 3 e 4. Rigenerazione. Ruolo dell’ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’osteomielite cronica refrattaria Simsi 1 06 imp.indd 10 Nasole, Gualdrini 13/06/2006 14.13.45 N. 1 - Marzo 2006 f 11 Medicina Subacquea e Iperbarica Fig. 5. Ulcera fistolizzata al piano osseo. Fig. 7. Sequestro osseo. Fig. 6. Sequestro osseo. Fig. 8. Risoluzione della lesione. Ruolo dell’ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’osteomielite cronica refrattaria Simsi 1 06 imp.indd 11 Nasole, Gualdrini 13/06/2006 14.13.47 N. 1 - Marzo 2006 f 12 Medicina Subacquea e Iperbarica Fig. 11. Demarcazione del sequestro. Fig. 9. Rigenerazione ossea. Fig. 12. Eliminazione di sequestro. gramma (1). Il ciclo OTI/ABT ha lo scopo di combattere il rischio di recidiva dell’infezione in considerazione del fatto che la OTI potenzia l’azione dell’ABT, oltre a stimolare la neoangiogenesi e la rigenerazione ossea (33). Valutazione del paziente (Follow up). Ogni valutazione deve essere attuata clinicamente, strumentalmente e con esami di laboratorio. La valutazione deve essere protratta per almeno 2 anni; se dopo 1 anno i segni di flogosi profonda (tumor, rubor, calor) sono assenti, i segni clinici (fistola, raccolte asessuali, ulcere fistolizzate) risolti e gli indici sierici (VES, PCR, TAS, Fibrinogeno) normali, il paziente può essere considerato stabilizzato (successo terapeutico). Discussione e conclusioni Fig. 10. Rigenerazione ossea. Gli Autori hanno già da 2 anni stabilito una collaborazione che ha reso operativo il protocollo proposto. I dati Ruolo dell’ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’osteomielite cronica refrattaria Simsi 1 06 imp.indd 12 Nasole, Gualdrini 13/06/2006 14.13.49 N. 1 - Marzo 2006 f 13 Medicina Subacquea e Iperbarica preliminari disponibili devono essere analizzati in modo oggettivo, ma dall’osservazione diretta si può asserire che il trattamento preoperatorio OTI/ITSB può avere una reale efficacia nel migliorare le condizioni generali e locali di un paziente affetto da OMCR. Pertanto, l’osservazione teorica dei pazienti di classe C, che possono diventare di classe B, e di pazienti di classe B, che possono diventare di classe A, da un’osservazione puramente teorica può assumere connotati di realtà. Pur non avendo dati definitivi, possiamo affermare che il trattamento dell’OMCR è imprescindibile dal considerare le condizioni immunitarie e di ossigenazione generali e locali del paziente. Per tale ragione, pur essendo la chirurgia il gold standard terapeutico, altre terapie come l’ABT, l’ITBS e soprattutto l’OTI, possono e/o devono essere attuate per garantire una maggiore possibilità di successo nel caso di pazienti con prognosi peggiore, per condizioni generali e locali compromesse o per età. È auspicabile che il protocollo terapeutico proposto trovi approvazione e sia condiviso dai centri ortopedici italiani specializzati nel trattamento delle patologie settiche dell’osso. Il nostro obiettivo, infatti, è l’attuazione di uno studio prospettico multicentrico nazionale con controllo storico al fine di verificare se e quanto l’OTI (in associazione a ABT e ITBS) possa dare vantaggio nel trattamento dell’OMCR in termini di maggiori e più precoci successi, valutando anche il numero di ricoveri ripetuti e di interventi necessari con un indubbio vantaggio sui costi sostenuti dalla struttura pubblica, se verificata l’efficacia della nostra proposta operativa. Riassunto L’Ossigenoterapia iperbarica (OTI) fino ad oggi è stata impiegata assieme alla chirurgia, antibioticoterapia (ABT) e immunoterapia batterica specifica (ITBS) nell’osteomielite cronica refrattaria (OMCR), ma non esiste alcun protocollo condiviso che ne attesti sia il momento che lo stadio clinico dove possa essere di maggiore efficacia. Diversi e numerosi lavori scientifici dimostrano l’efficacia dell’OTI nell’OMCR sperimentale dell’animale; nei lavori clinici le percentuali di guarigione sono molto diverse fra loro, poiché lo stadio di gravità dei pazienti trattati è diverso come il protocollo terapeutico attuato. Per tale ragione, è necessario adottare un protocollo terapeutico uniforme. Il protocollo proposto dagli Autori prevede 3 fasi: inizialmente un ciclo di OTI associato a ITBS per un periodo di 6-8 settimane; di seguito la chirurgia (che è il fulcro del trattamento dell’OMCR) con bonifica del focolaio osteomielitico (sequestrectomia); per ultimo un ulteriore ciclo di OTI (20-30 sedute) associato ad ABT mirata. L’iniziale associazione OTI/ITBS prepara il terreno operatorio attraverso una buona ossigenazione tissutale e lo stimolo dell’immunità cellulare; dopo l’atto chirurgico, il ciclo OTI/ABT ha lo scopo di stimolare la rigenerazione ossea e prevenire la sovrainfezione nel periodo peri- e postoperatorio. Parole chiave: osteomielite cronica, ossigenoterapia iperbarica, immunoterapia batterica specifica. Bibliografia 1) Mader JT et al. Antimicrobial treatment of chronic osteomyelitis. Clin Orthop, 1999. 2) Argazzi M. Progressi e prospettive nel trattamento dell’osteomielite cronica con immunoterapia batterica. 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Ruolo dell’ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’osteomielite cronica refrattaria Simsi 1 06 imp.indd 13 Nasole, Gualdrini 13/06/2006 14.13.50 N. 1 - Marzo 2006 f 14 Medicina Subacquea e Iperbarica 17) 18) 19) 20) 21) 22) 23) 24) 25) Bacterial osteitis. Special consideration in immunocompromised patiens. Orthopade, 2004. Da Rin F, Ciotti M. L’immunoterapia batterica aspecifica (ITBS) nel trattamento dell’osteomielite cronica, 1990. Gruber HE. Bone and immune system. Proc Soc Exp Biol Med, 1991. Savoini E. L’autovaccino antistafilococcico nella cura dell’osteomielite ematogena cronica. Clinica ortopedica, 1965, 18(3). Gualdrini G et al. Effetti del fumo di sigaretta sull’evoluzione della pseudoartrosi settica di tibia trattata con fissatore esterno di Ilizarov. Chir Organi Mov, LXXXI, 395-400, 1996. Gualdrini G et al. Effetti del fumo di sigaretta nel trattamento della pseudoartrosi infetta di femore. Giorn Ital Ort Traumatol, 2004. Knighton DR, Hunt TK. 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Avviso per i soci e per i lettori di Medicina Subacquea e Iperbarica Si avvisa che non sarà più possibile accedere liberamente alla Rivista e al Bollettino sul sito della società (www.simsi.org), né sarà possibile ricevere la Rivista e il Bollettino in formato cartaceo, qualora non in regola con la quota sociale dell’anno in corso. Si invitano, pertanto, i Soci a seguire le istruzioni per il rinnovo della quota annuale nella copertina della Rivista (“per iscriversi basta…”). Per accedere alla Rivista e al Bollettino del sito, ogni socio in regola riceverà una password di accesso. Il Direttore Editoriale Dr Emanuele Nasole Ruolo dell’ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’osteomielite cronica refrattaria Simsi 1 06 imp.indd 14 Nasole, Gualdrini 13/06/2006 14.13.51 N. 1 - Marzo 2006 f 15 Medicina Subacquea e Iperbarica Ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’intertrigine da Pseudomonas aeruginosa Emanuele Nasole, F. Giuffreda, Ferruccio Di Donato Centro Iperbarico - GynePro Medical, Bologna [email protected] SUMMARY Authors report a case of foot intertrigo by Pseudomonas Aeruginosa, resistent to antibiotic therapy, treated with hyperbaric oxygenation and aspecific immunostimulation. Key words: Intertrigo, hyperbaric oxygenation, immunostimulation, Pseudomonas aeruginosa. Le pieghe cutanee sono sede di una flora microbica peculiare dovuta al contatto permanente o intermittente tra le superfici cutanee e alla presenza degli apparati pilo-sebacei e delle ghiandole sudoripare apocrine che ne modificano temperatura, umidità, pH e luminosità. La flora microbica presente è composta da germi Gram positivi (stafilococco aureo ed epidermidis, micrococchi, corinebatteri), gram negativi (acinetobacter) e lieviti (candida albicans) che in determinate circostanze predispongono anche il soggetto sano allo sviluppo di una dermatite infiammatoria denominata intertrigine. Alcuni studi (1-3) hanno rilevato una frequenza maggiore di intertrigine dei piedi da germi gram negativi, che determinano quadri clinici caratterizzati da intensi aspetti flogistici e macerativi. Viene riportato un caso di intertrigine dei piedi da Pseudomonas aeruginosa resistente alla terapia antibiotica, trattata con ossigenoterapia iperbarica (OTI) e immunostimolazione batterica aspecifica (ITBS). Indirizzo per la richiesta di estratti Emanuele Nasole Centro Iperbarico - GynePro Medical Via T. Cremona, 8 - 40137 Bologna Caso clinico Donna di 46 anni normotipo, impiegata, ben curata nell’igiene. Anamnesi patologica remota positiva per trauma cranico infantile senza reliquiati neurologici. Da circa 4 anni è affetta da intertrigine dei piedi da Pseudomonas aeruginosa (PA), isolato in diversi esami colturali; trattata con antibioticoterapia mirata, non è mai stata raggiunta la remissione dell’infezione. La paziente giunge alla nostra osservazione nel marzo 2002 per il persistere dell’intertrigine delle pieghe interdigitali e per la comparsa di dermatite alla volta plantare dei piedi; ad un recente esame colturale sono stati isolati PA e Streptococcus faecalis (SF), entrambi sensibili alla levofloxacina, che la paziente assume da 1 settimana a pieno dosaggio (500 mg BID per os). L’obiettività è caratterizzata da una completa disepitelizzazione del fondo delle pieghe interdigitali e del cavo plantare dei piedi che appare eritematoso, ricoperto da secrezione sierosa maleodorante di colorito giallo-verdastro e delimitato da un orletto cheratosico verdastro (Figg. 1-2); la paziente riferisce bruciore e sensazione di fastidio durante la deambulazione. Clinicamente e all’otoscopia, si rileva la presenza di otite esterna destra, non sintomatica. Un esame batterioscopico e micologico della secrezione del condotto uditivo esclude la presenza di dermatofiti e candida, ma documenta la presenza degli stessi germi isolati nelle pieghe interdigitali. Sulla base dell’antibiogramma, si effettua ciclo di antibioticoterapia mirata sistemica e locale (piperacillina 2 g + tazobactam 0,25 gr, BID, i.m. per 15 giorni, tobramicina 3% soluzione acquosa nei condotti uditivi esterni, MID, per 30 giorni e amikacina 5% gel nelle pieghe interdigitali, MID per 30 giorni) associato a ciclo OTI di 20 sedute (2.5 Atmosfere Assolute, 90 minuti/seduta). Le lesioni cutanee dei piedi e l’otite esterna risolvono completamente nel corso del trattamento. Dopo 10 giorni dalla sospensione della terapia (antibiotico + OTI) ricompare l’intertrigine dei piedi Ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’intertrigine da Pseudomonas aeruginosa Simsi 1 06 imp.indd 15 Nasole, Giuffreda, Di Donato 13/06/2006 14.13.51 N. 1 - Marzo 2006 f 16 Medicina Subacquea e Iperbarica giorni e poi a scalare per altri 6 giorni) e locale (metilprednisolone aceponato 0,1% per 15 giorni), recede completamente, consentendo la prosecuzione dell’ITBS alle dosi e nei tempi programmati per i successivi 4 mesi e, dopo una pausa di 2 mesi, per altri 3 mesi (ciclo di richiamo). Dopo 4 anni di intervallo libero da malattia, la paziente presenta recidiva dell’intertrigine interdigitale ai piedi, che però recede dopo terapia antibiotica con piperacillina 2 g + tazobactam 0,25 g, BID, i.m. per 6 giorni e amikacina 5% gel applicata localmente per 15 giorni. Discussione e conclusioni Fig. 1. Negli spazi interdigitali dei piedi è molto frequente il riscontro di macerazione che aumenta la probabilità di isolare dermatofiti e germi comuni. I dermatofiti producono sostanze ad azione antibatterica che possono essere responsabili dell’antibioticoresistenza batterica; spesso la sovrainfezione batterica maschera un’infezione micotica sottostante. L’obesità, l’igiene poco curata, l’attività fisica, il diabete, l’immunosoppressione complicano e ritardano la risoluzione dell’infezione cutanea (2). Fig. 3. Fig. 2. in forma più attenuata (eritema con macerazione del fondo delle pieghe interdigitali con scarsa secrezione); si isolano ancora lo PA e lo SF già presenti all’inizio della terapia e si prosegue la terapia antibiotica sistemica precedentemente effettuata (piperacillina 2 gr + tazobactam 0,25 g, BID, i.m.) per altri 10 giorni, con definitiva remissione della dermatite (Figg. 3-4). Viene quindi sottoposta a Immuno Terapia Specifica Batterica (ITSB) anti-pseudomonas (ceppo non standard, Entofyt, Milano). A distanza di 20 giorni dall’inizio della ITSB compare una reazione papulosa lichenoide del volto che, dopo corticoterapia per os (deflazacort 18 mg per 3 Fig. 4. Ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’intertrigine da Pseudomonas aeruginosa Simsi 1 06 imp.indd 16 Nasole, Giuffreda, Di Donato 13/06/2006 14.13.51 N. 1 - Marzo 2006 f 17 Medicina Subacquea e Iperbarica Lo PA è il germe gram negativo maggiormente isolato e, frequentemente associato ad altri patogeni, causa problemi terapeutici per la frequente antibioticoresistenza ed espone al rischio di complicazioni severe e potenzialmente letali, come l’otite maligna esterna (4, 5). L’antibioticoresistenza può essere talora causata dall’ipossia che ostacola l’ossidazione del chemioterapico e/o ne impedisce l’entrata nella cellula fagocitarla o da un deficit della funzionalità dell’immunità cellulare aspecifica (6). Nel caso riportato, non sono state osservate patologie sistemiche o condizioni locali comunemente associate allo sviluppo di patologie delle pieghe cutanee, né uno stile di vita favorente tale quadro clinico. Tuttavia, è stata riscontrata una diffusione dell’infezione da PA non solo agli spazi interdigitali e alla volta plantare dei piedi, ma anche al condotto uditivo esterno (CUE). In determinate circostanze (lesioni del CUE, stato immunitario dell’ospite) oltre a dare quadri di semplice otite, l’infezione da PA può evolvere verso quadri più severi come l’otite esterna maligna (OEM) che, oltre all’interessamento cutaneo, può dare impegno osseo e, di seguito, meningo-encefalico. L’OEM ha prognosi infausta se non trattata con antibioticoterapia mirata associata alla chirurgia (sequestrectomia); il trattamento con OTI migliora la prognosi dell’OEM (7-8). Per la diffusione dell’infezione da PA a distanza dalla sede clinicamente sintomatica e la particolare resistenza all’antibioticoterapia mirata, ipotizzando un deficit dell’immunità cellulare aspecifica, è stato attuato il protocollo di trattamento descritto che inizialmente ha previsto l’associazione antibioticoterapia/OTI e, in seguito, l’immunostimolazione con ITSB. L’OTI sinergizza l’azione di alcuni antibiotici (6) e di tale sinergia si tiene conto nei protocolli finora utilizzati nel trattamento delle Infezioni Necrosanti Progressive e dell’osteomielite cronica refrattaria. I beta-lattamici infatti (e, in particolare l’ampicillina) in presenza di ossigeno molecolare possono comportarsi come donatore di elettroni e/o generatore di superossido; in tal caso la produzione di RLO è sufficiente per avere effetti biologici sui batteri (5). Inoltre, l’interazione antibiotici/RLO all’interno dei fagociti avviene in stretta dipendenza delle pressioni di ossigeno a cui i PMN sono esposti. Poiché alcuni antibiotici agiscono all’interno dei fagociti, è plausibile ritenere che la OTI, riportando verso la normalità o aumentando la pressione di ossigeno tissutale, agisca da potente stimolo alla sinergia antibiotico/ RLO favorendo il killing batterico intrafagocitico. L’ITSB stimola in modo evidente il sistema immunitario aspecifico; consiste nell’inoculazione, sottocutanea e a dosi crescenti, di un estratto purificato della parete batterica di pool di stafilococchi aurei inattivati in formalina e mantenuti stabili in soluzione acquosa (9). La dimostrazione di un’azione sull’immunità cellulare è ben documentata nel nostro caso con la reazione lichenoide comparsa alcuni giorni dopo dall’inizio del ciclo di somministrazione. L’ITSB ha, dunque, probabilmente stimolato le difese immunitarie cellulari anti-pseudomonas e l’OTI ha potenziato l’attività intrafagocitaria degli antibiotici; entrambe le terapie possono essere state determinanti nella risoluzione del quadro clinico e nella persistenza del risultato a 4 anni dal trattamento. Riteniamo che l’effettuazione di tale protocollo possa trovare utilità in casi gravi, resistenti alla terapia standard e con presenza di PA nel CUE o a distanza dalla sede iniziale di infezione. Riassunto Gli Autori descrivono un caso di intertrigine interdigitale dei piedi da Pseudomonas aeruginosa, resistente alla terapia antibiotica, trattato con ossigenoterapia iperbarica e immunostimolazione aspecifica. Parole chiave: Intertrìgine, ossigenoterapia iperbarica, immunostimolazione, Pseudomonas aeruginosa. Bibliografia 1) Zucca M, Pau M, Aste N, Bigio P. Intertrigine dei piedi da gram-negativi. Ann Ital Dermatol Clin Sper 1996; 50:39-42. 2) Aste N, Zucca M, Pau M, Bigio P. Intertrigine da gramnegativi. Chron Dermatol, 1991;4:521-6. 3) Amonette RA, Rosemberg EW. Infection of toe webs by Gram-negative bacteria. Arch Dermatol 1973;107: 71-3. 4) Chandler JR. Pathogenesis and treatment of facial nerve paralysis due to malignant external otitis. Ann Otolaryngol, 1972;81:648-658. 5) Gales GA, Montalbo MJ, Myeroff WL. Pseudomonas mastoiditis. Laryngoscope. 6) Umeki S. Ampicillin serves an electron donor, Int J Biochem, 1990. 7) Mader JT, Love JT. Malignant external otitis. Cure with hyperbaric oxygen. Arch Otolaryngol 1982;108:3840. 8) David JC, Gates GA, Lerner C, Davis MG jr, Mader JT, Dinesman A. Adjuvant hyperbaric oxygen in malignant external otitis. 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Descriptive terms vary based on the location, depth, and extent of infection. These infections must be detected and treated rapidly to prevent loss of limb or a fatal outcome. Unfortunately, necrotizing soft tissue infections have no pathognomonic signs. Patients may present with some evidence of cellulitis, vesicles, bullae, edema, crepitus, erythema, and fever. No single organism or combination of organisms is consistently responsible for necrotizing soft tissue infections. Most infections are polymicrobial, with both anaerobic and aerobic bacteria frequently present. Generally, bacterial and toxin-related effects converge to cause skin necrosis, shock and multisystem organ failure. The action of HBO on clostridia (and other anaerobes) is based on the formation of free radical of oxygen in the relative absence of free radiacal degrading enzymes, such as superoxide dismutases, catalases and peroxidases. Van Unnik (1) shoxed that an oxygen tension of 250 mmHg is necessary to stop alpha-toxin production. Although it Indirizzo per la richiesta di estratti Emanuele Nasole Centro iperbarico - GynePro Medical Via Tranquillo Cremona 8 - 40137 Bologna [email protected] does not kill all clostridia, HBO is bacteriostatic both in vivo and in vitro (1-2). Necrotizing mixed flora infections usually occur in traumatic or surgical wounds and affect patients who are medically compromised. Infections typically cause local tissue hypoxia that impair polymorphonuclear leukocyte (PMN) function (3) and, as a local infection develops, metabolism by facultative organisms further depletes the oxygen that is available. HBO should ameliorate these effects since improved oxygenation will also improve PMN function (4). During the healing process, hyperoxia causes increased formation of capillaries for oxygen, nutrient and antibiotic delivery, leading to increased efficacy of some antibiotics in the high oxygen environment, and possibly more rapid overall wound healing. An exact classification of the various necrotizing subcutaneous, fascial and muscle infections is difficult because distinction between some of the clinical entities is blurred. It is usefull, however, to offer a number of categories to better assess patient risk and thus to identify when adjunctive HBO may be considered. The Bakker classification (5) distincts 3 anatomo-clinical forms with different anaerobic risk: clostridial myonecrosis (gas gangrene), necrotizing fasciitis, progressive bacterial gangrene. Hyperbaric oxygenation (HBO). Inclusion criteria 1. 2. 3. 4. 1. Risk factors. Age greater than 50 years, atherosclerosis, burns, cancer or other immunocompromised state, chronic alcoholism, corticosteroid use, diabetes mellitus, Focus on: “The necrotizing soft tissue infections and hyperbaric oxygenation” Simsi 1 06 imp.indd 18 Risk factors Anatomo-clinical forms Indirect signs of muscolar and/or fascial necrosis Organism type Nasole, Di Donato, Tonti 13/06/2006 14.13.56 N. 1 - Marzo 2006 f 19 Medicina Subacquea e Iperbarica hypoalbuminemia, intravenous drug abuse, malnutrition, obesity, postoperative infection, trauma. 2. Anatomo-clinical form. The gold standard for detecting necrotizing soft tissue is tissue biopsy obtained at the time of wound exploration and surgical debridment. The dept of infection can indicate the HBO treatment. Clostridial myonecrosis (gas gangrene). Clostridium Perfringens is not a strict anaerobic; it may grow freely in oxygen tensions of up to 30 mmHg and in a restricted manner in a oxygen tensions up to 70 mmHg(6). Since the acute problem in gas gangrene is not the integrity of the tissue but the rapidity advancing phlegmon caused by alpha-toxin in infected but still viable tissue, it is mandatory to stop alpha toxin production with HBO as soon as possible and to continue therapy until the advance of the disease process has been clearly arrested. A minimum of 3 to 4 HBO treatments is necessary for this response. Treatment starts on the basis of suspected gas gangrene. HBO stop alpha-toxin production and inhibits bacterial growth thus enabling the body to utilize its own host defence mechanisms (7). Necrotizing fasciitis. It is frequently an acute process, but a chronic progressive form may also be found. With careful bacteriologic technique, anaerobes have been found in 50-60% of infections. Most infections involve aerobic and anaerobic germs. For the anaerobic risk and the progression of necrotizing infections due to these organisms, adjuntive HBO is raccomanded. Progressive bacterial gangrene. The infection is more slow then necrotizing fasciitis. In early reports, microaerophilic or anaerobic sptreptococci were isolated from the gangrenous margin of the wound. Treatment with HBO has resulted in clinical improvement when standard measures have failed (7,8,9). 3. Indirect signs of muscolar and/or fascial necrosis Time course. Infection can progress over days to weeks; more often, however, limb-threatening or life-threatening sequelae manifest within only a few hours after the infection begins. It is usefull to value time course with serial photos. Although experience enable the clinician to make a specific diagnosis based on early findings, aggressive and proper treatment of suspected infections remain the priority (10). Physical examination. Seemingly limited infections may result in massive systemic effects, because necrotizing skin infections begin in deep tissue planes, so the epidermis may appear relatively unscathed until late in the course of infection. It is usefull for HBO indication to value tachycardia, polipnea, ansiety, fever, tactile temperature which can rapidely progress in haemolytic anaemia, septic shock, renal and respiratory failure, systemic inflammatory response syndrome, coma and endly in multiple organe failure. Local examination. Severe pain that appears dispropor- tionate to physical findings indicates fascial involvement, such as decreased pain or anestesia at apparent site of infection. Muscolar citonecrosis monitoring. It is usefull early and frequent (every 6 hours) bood examination (CPK, AST, ALT, LDH, leukocyte count, creatinin, glycemia, calcemia, coagulation parameters) and hourly diuresis, blood pressure, cardiac output, respiratory frequency. In the fascial and/or muscle involvement is often found CPK increase and hypocalcemia. Gas production. It is not a typical sign of progressive necrotizing infection and then, as it is absent, it is not an exclusion criterium for HBO treatment. Anaerobic infections not always product gas, so that absence of gas in tissues do not exclude an anaerobic infection. Discernible quantities of gas are produced in most mixed flora infections (pyogenic organism with Enterobatteriacaee, S. aerogenes and Bacteroides). Incomplete oxidation of substrates by facultative and anaerobic bacteria can result in the production of less soluble gases like hydrogen and methane. Then not all the gas producting infections are anaerobic infections; Escherichia Coli, Klebsiella, Pseudomonas are gas producting in aerobiotic condition. 4.Organism type In gas gangrene more then 150 species of clostridium have been recognized but the most commonly isolated is Cl. Perfringens (95%) either alone or in combination with other pathogenic clostridia. The rapid tissue necrosis associated with Cl.Perfringens infection is related to progressive vascular compromise orchestrated by disregulated host cell responces induced by theta-toxin (11). In the necrotizing fasciitis the flora often includes gram negative bacteria and endogenous anaerobic organism. Bacteroides fragilis seemed to be the organism most commenly associated with fatal cases (12). Protochol of HBO treatment In the gas gangrene the raccomanded treatment profile consists of oxygen at 3.0 atmosfere absolute (ATA) pressure for 90 min, 3 times in the first 24 h (Fig. 1) and then twice per day for the next 4-5 days. The decision on treatment depends on the patient’s response to the HBO therapy (Fig. 2). In a series, there was no mortality after the fourth session. If the patient remains toxic, the treatment profil need to be extended. In the necrotizing fasciitis the treatments are given at a pressure of 2.5-2.8 ATA and range from 90 to 120 min, in the initial phase twice daily. Once the patient’s condition has stabilized, treatments may be given only on a day basis. Because of the nature and general progression of this disease and because of the usual type of patient response, it may be necessary to extend the length of treatment to almost 10-15 days. Surgical time. Although a three approach consisting of Focus on: “The necrotizing soft tissue infections and hyperbaric oxygenation” Simsi 1 06 imp.indd 19 Nasole, Di Donato, Tonti 13/06/2006 14.13.56 N. 1 - Marzo 2006 f 20 Medicina Subacquea e Iperbarica HBO, surgery and antibiotics is essential in treatment of gas gangrene. Initial surgery can be restricted to opening of the wound. An initial fasciotomy may be undertaken (Fig. 3), but length and extensive procedures can usually be postponed, depending on how rapidly HBO can be initiated. Debridement of necrotic tissue can be performed between HBO treatment and should be delayed until clear demarcation between dead and viable tissues can be seen. In the necrotizing fasciitis and progressive bacterial gangrene the principal treatment is surgical debridement and systemic antibiotics. HBO is raccomanded as an adjunct only in those settings where mortality and morbidity are expected to be high despite aggressive standard treatment. HBO-antibiotic. It is domonstrated a synergism between HBO and antibiotics according to 3 hypotized models: hyperbaric oxygen modifies chemical drug structure; hyperbaric oxygen modifies bacterial cell wall; hyperbaric oxygen increases oxidation-reduction potential and, then, modifies the drug pharmacolkinetics (13). Side effects HBO is a relatively safe method for approved medical treatments. Complications can be reduced if pressures within the hyperbaric chamber remain below 3 times normal atmospheric pressure and sessions last no longer than two hours. Milder problems associated with HBO include claustrophobia, fatigue and headache. More serious complications include myopia that can last for weeks or months, sinus and middle ear barotrauma, and lung damage. A complication called oxygen toxicity can result in seizures and even respiratory failure. People with severe congestive heart failure may have their symptoms worsened by HBO. Patients with certain types of lung disease may be at higher risk of air embolism during HBO. Pregnant women should be treated with HBO only when there are no other options. For this the patients are always examined before hyperbaric therapy for detecting some conditions considered absolute or relative contraindications to HBO therapy. HBO treatment and outcome Although there are no randomized trials of HBO in these infections, in vitro data and meta-analysis of clinical cases strongly support the use of HBO (14) in gas gangrene. HBO therapy has been used to treat clostridial infections in animals. The greatest reduction in mortality in dogs was archieved by a combination of HBO, surgery and antibiotics(15). Major clinical studies indicate that the lowest morbidity and mortality are archived with initial conservative surgery and rapid initiation of HBO. Result decline progressively when HBO is delayed. Early aggressive surgery and delayed HBO lead to a significantly higher mortality and morbility when HBO is administred promptly (16-17). In the work by Brummelkamp (18) uptated by Bakker (5) totalling 409 cases of clostridial gas gangrene showed a mortality directly related to the clostridial infection of 11,7%; Desola(19) reports a mortality of 12,9% (in this series there was no death in traumatic cases) and Korhonen a mortality of 22,6% in 53 cases (20). HBO also greatly reduced the amputation rate: only 16,5-18% required amputation post-HBO vs, 50-55% following primary surgery (5,16,19). In necrotizing fasciitis, Gozal and coworkers (21), using combined HBO, radical surgery and antibiotic, reduced mortality rate from expected 38% to 12,5; in the series of Escobar et al. the mortality was 11,9% and morbidity 0% (no amputation vs, expected 50% in patients treated with standard care). The average number of surgical debridements was 2.8 per patient; 1.25 performed prior to the start of HBO. The infectious process was controlled after an average of 7 HBO treatments administered to en- Figure 1, 2 e 3. Focus on: “The necrotizing soft tissue infections and hyperbaric oxygenation” Simsi 1 06 imp.indd 20 Nasole, Di Donato, Tonti 13/06/2006 14.13.56 N. 1 - Marzo 2006 f 21 Medicina Subacquea e Iperbarica sure successful wound closure(22); in the work of Riseman and coworkers (23) an average of only 1.2 debridements was required in HBO group to achieve wound control vs. 3.3 debridements in the control group (p<0.03). An excellent critique of HBO therapy in gas gangrene is provided by Pierce (24) who concludes that the modern treatment of gas gangrene involves the simultaneous use of antibiotics, surgical debridement and hyperbaric oxygen. He also believes “it would be unethical to carry out a randomized clinical study to compare these three modalities”. Riassunto Il lavoro riassume i criteri di inclusione alla ossigenoterapia iperbarica del paziente affetto da infezione necrosante progressiva e puntualizza il protocollo di trattamento e la prognosi del paziente quando sottoposto a tale terapia. Parole chiave: Infezione necrotizzante dei tessuti molli, ossigenoterapia iperbarica. Bibliography 1) Van Unnik AJM, Inhibition of toxin production in clostridium perfringens in vitro by hyperbaric oxygen, antonie Leeuwenhoek Microbiol 1965;131: 181186. 2) Hill GB, Osterhout S. Experimental effects of hyperbaric oxygen on selected clostridial species. II. In-vitro studies in mice. 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Il dr Emanuele Nasole, il dr Ferruccio Di Donato e il dr Pier Paolo Cavazzuti ringraziano i moderatori, i relatori, gli sponsor e i partecipanti tutti che hanno reso possibile l’evento che, come documentato dalle immagini, ha avuto grande partecipazione di pubblico e buon riscontro tra gli addetti ai lavori. Simsi 1 06 imp.indd 22 13/06/2006 14.13.57 Simsi 1 06 imp.indd 23 13/06/2006 14.14.01 Società Italiana di Medicina Subacquea ed Iperbarica XVII Congresso Nell’ambito dei locali congressuali è previsto uno spazio espositivo per gli stands. La lingua ufficiale del Congresso sarà l’italiano. Sarà effettuato un servizio di traduzione simultanea. È prevista la pubblicazione degli atti congressuali. Deadline per la presentazione degli abstract: 31 luglio 2006 Gli stessi dovranno essere inviati esclusivamente in formato elettronico (Word 97 e successivi) al seguente indirizzo e-mail: [email protected] QUOTE DI ISCRIZIONE: e 200,00 e 150,00 Iscritti SIMSI - SIAARTI - AAROI e 50,00 Infermieri, Tecnici Gratuito per specializzandi e studenti in Medicina. La quota comprende: Nazionale S.I.M.S.I. Livorno Accademia Navale il kit congressuale, i coffee break, la colazione di lavoro. È stata avanzata la richiesta per l’accreditamento ECM dell’intero evento. 23 > 25 novembre 2006 Sono state stipulate convenzioni con alberghi situati nelle vicinanze della sede congressuale. Segreteria Organizzativa Claim snc via Solimena, 139 | 80129 Napoli Tel. 081 2298426 | fax 081 2204733 e-mail: [email protected] XVII Congresso Nazionale S.I.M.S.I. Simsi 1 06 imp.indd 24 Società Italiana di Medicina Subacquea ed Iperbarica Primo Annuncio 13/06/2006 14.14.05 Nazionale S.I.M.S.I. XVII Congresso Presidenti del Congresso Prof. Rosario Marco Infascelli Dott. Marco Brauzzi Comitato Scientifico Aprea Gianfranco Costanzo Corrado D'Alicandro Giovanni Della Torre Paolo De Martino Giovanni Favaro Francesco Faralli Fabio Garbo Domenico Lamorgese Antonio Longobardi Pasquale Moroni Renato Nasole Emanuele Vezzani Giuliano Vigliano Rodolfo Venerdì 24 novembre 2006 9.00 - 11.00 • Problematiche del trattamento delle lesioni cutanee 11.00 - 13.00 • Il trattamento del piede diabetico 15.00 - 17.00 • Il trattamento delle patologie ortopediche 17.00 - 19.00 • Il trattamento delle patologie Orl e lesioni da radioterapia 19.00 - 20.00 Assemblea dei soci SIMSI 15.00 - 19.00 Sessione infermieristica Segreteria Scientifica Dott. Giuseppe De Iaco U.O. Anestesia Rianimazione Terapia Iperbarica A.O.U. Pisana Ospedale Santa Chiara | 56100 Pisa|Tel. 050 992738 Dott. Marco Brauzzi U.O.S. Medicina Subacquea ed Iperbarica Ospedale Misericordia | ASL 9 Grosseto Via Senese | 58100 Grosseto | Tel. 0564 485126 | Fax 0564 485446 Dott. Vincenzo Sebastio Capo Dip. del Corpo Sanitario Accademia Navale Dott. Aldo Ciufo Dip. del Corpo Sanitario Accademia Navale Giovedì 23 novembre 2006 ore 15.30 - 19.00 • Saluto dell’Ammiraglio Comandante l’Accademia Navale, C. Bettini • Saluto delle Autorità • Problematiche assistenziali in medicina subacquea ed iperbarica • Analisi della casistica nazionale di MDD secondo le statistiche • Organizzazione della risposta sanitaria alla emergenza subacquea: esperienze a confronto • Indicazioni alla ossigenoterapia iperbarica: linee guida nazionali e regionali Simsi 1 06 imp.indd 25 Sabato 25 novembre 2006 ore 9.00 - 14.00 • Il danno da ischemia/riperfusione in Medicina Subacquea ed Iperbarica • Update sull'Apnea • L’immersione subacquea tecnica ricreativa e professionale • Update sulla sicurezza in camera iperbarica • Il rischio clinico in Medicina Iperbarica • Sessione parallela di comunicazioni libere Nazionale S.I.M.S.I. XVII Congresso 13/06/2006 14.14.10 Medicina Subacquea e Iperbarica Lunga permanenza in volo e rischio tromboembolico I lunghi voli in aereo non aumentano il rischio di trombosi. Uno studio pubblicato sull’autorevole Journal of American Medicine Association (JAMA) interviene nel dibattito scientifico sul fatto che molte ore di volo possano provocare trombosi venose profonde o superficiali o embolie polmonari. Fino a oggi si pensava che questi eventi fossero legati alla lunga sedentarietà o all’ambiente tipico presente in aereo che caratterizzato da minore pressione atmosferica e quindi lieve diminuzione dei livelli di ossigeno ematico (ipossia). Gli esperti inglesi dell’università di Leicester hanno analizzato 73 volontari sani con l’uso di una camera ipobarica dove per 8 ore i soggetti sono stati lasciati in posizione seduta al fine di riprodurre l’ambiente classico dell’aereo. Successivamente gli sperimentatori hanno fatto uso di una camera “normobarica” per approfondire l’effetto della sedentarietà. Dalle indagini effettuate non sono emersi dati che confermino che le condizioni esaminate creino alterazioni sulla cascata della coagulazione, sull’endotelio, sulle piastrine. Riportiamo l’abstract del lavoro. Toff WD, Jones CI, Ford I, Pearse RJ, Watson HG, Watt SJ, Ross JA, Gradwell DP, Batchelor AJ, Abrams KR, Meijers JC, Goodall AH, Greaves M, Effect of hypobaric hypoxia, simulating conditions during long-haul air travel, on coagulation, fibrinolysis, platelet function, and endothelial activation. JAMA. 2006 May 17;295(19):2251-61. CONTEXT: The link between long-haul air travel and venous thromboembolism is the subject of continuing de- N. 1 - Marzo 2006 f 26 bate. It remains unclear whether the reduced cabin pressure and oxygen tension in the airplane cabin create an increased risk compared with seated immobility at ground level. OBJECTIVE: To determine whether hypobaric hypoxia, which may be encountered during air travel, activates hemostasis. DESIGN, SETTING, AND PARTICIPANTS: A singleblind, crossover study, performed in a hypobaric chamber, to assess the effect of an 8-hour seated exposure to hypobaric hypoxia on hemostasis in 73 healthy volunteers, which was conducted in the United Kingdom from September 2003 to November 2005. Participants were screened for factor V Leiden G1691A and prothrombin G20210A mutation and were excluded if they tested positive. Blood was drawn before and after exposure to assess activation of hemostasis. INTERVENTIONS: Individuals were exposed alternately (> or =1 week apart) to hypobaric hypoxia, similar to the conditions of reduced cabin pressure during commercial air travel (equivalent to atmospheric pressure at an altitude of 2438 m), and normobaric normoxia (control condition; equivalent to atmospheric conditions at ground level, circa 70 m above sea level). MAIN OUTCOME MEASURES: Comparative changes in markers of coagulation activation, fibrinolysis, platelet activation, and endothelial cell activation. RESULTS: Changes were observed in some hemostatic markers during the normobaric exposure, attributed to prolonged sitting and circadian variation. However, there were no significant differences between the changes in the hypobaric and the normobaric exposures. For example, Notizie Simsi 1 06 imp.indd 26 13/06/2006 14.14.11 N. 1 - Marzo 2006 f 27 Medicina Subacquea e Iperbarica the median difference in change between the hypobaric and normobaric exposure was 0 ng/mL for thrombin-antithrombin complex (95% CI, -0.30 to 0.30 ng/mL); -0.20 nmol/L for prothrombin fragment 1 + 2 (95% CI, -0.03 to 0.01 nmol/L); 1.38 ng/mL for D-dimer (95% CI, -3.63 to 9.72 ng/mL); and -2.00% for endogenous thrombin potential (95% CI, -4.00% to 1.00%). CONCLUSION: Our findings do not support the hypothesis that hypobaric hypoxia, of the degree that might be encountered during long-haul air travel, is associated with prothrombotic alterations in the hemostatic system in healthy individuals at low risk of venous thromboembolism. Ossigenoterapia iperbarica e cellule staminali Riceviamo dal dr Gerardo Bosco segnalazione di una vivace discussione soprattutto negli Stati Uniti sul ruolo dell’ossigenoterapia iperbarica sulle cellule staminali. L’argomento è affascinante ed attuale. Pertanto, pubblichiamo interamente l’abstract del lavoro di S. Thom recentemente pubblicato sull’Am J Physiol Heart Circ Physiol. Sperando di suscitare interesse e discussione anche fra i soci. Thom SR, Bhopale VM, Velazquez OC, Goldstein LJ, Thom LH, Buerk DG. Stem cell mobilization by hyperbaric oxygen. Am J Physiol Heart Circ Physiol. 2006 Apr;290(4): H1378-86. We hypothesized that exposure to hyperbaric oxygen (HBO(2)) would mobilize stem/progenitor cells from the bone marrow by a nitric oxide (*NO) -dependent mechanism. The population of CD34(+) cells in the peripheral circulation of humans doubled in response to a single exposure to 2.0 atmospheres absolute (ATA) O(2) for 2 h. Over a course of 20 treatments, circulating CD34(+) cells increased eightfold, although the overall circulating white cell count was not significantly increased. The number of colony-forming cells (CFCs) increased from 16 +/- 2 to 26 +/- 3 CFCs/100,000 monocytes plated. Elevations in CFCs were entirely due to the CD34(+) subpopulation, but increased cell growth only occurred in samples obtained immediately posttreatment. A high proportion of progeny cells express receptors for vascular endothelial growth factor-2 and for stromal-derived growth factor. In mice, HBO(2) increased circulating stem cell factor by 50%, increased the number of circulating cells expressing stem cell antigen-1 and CD34 by 3.4-fold, and doubled the number of CFCs. Bone marrow *NO concentration increased by 1,008 +/- 255 nM in association with HBO(2). Stem cell mobilization did not occur in knockout mice lacking genes for endothelial *NO synthase. Moreover, pretreatment of wild-type mice with a *NO synthase inhibitor prevented the HBO(2)-induced elevation in stem cell factor and circulating stem cells. We conclude that HBO(2) mobilizes stem/progenitor cells by stimulating *NO synthesis. CEN 127: Criteri costruttivi delle camere iperbariche Nel Gennaio 2006 si è conclusa, con la redazione del Final Draft, il Progetto europeo CEN 127 sui criteri costruttivi delle camere iperbariche che ha visto l’ANCIP, nella figura del Presidente Dr. Paolo Binda Zane, come partecipante italiano. Tale Final Draft diverrà Standard Europeo e quindi potrà essere adottato dagli Stati membri, dopo l’approvazione e ratifica da parte degli Organi preposti della Comunità Europea. Notizie Simsi 1 06 imp.indd 27 13/06/2006 14.14.11 OTOVENT il palloncino per OTITE MEDIA CON EFFUSIONE OSSIGENO TERAPIA IPERBARICA GINNASTICA TUBARICA DISTURBI DELLA COMPENSAZIONE Lofarma per la Compensazione 9LDOH&DVVDOD0LODQR 7HO )D[FRPPHU#ORIDUPDLWZZZORIDUPDLW Vacanze al mare? Pensiamo alle orecchie! Il metodo Otovent, uno speciale palloncino calibrato da gonfiare con il naso, studiato per compensare e normalizzare la ventilazione dell’orecchio medio e assicurare il buon funzionamento del sistema di trasmissione timpano-ossiculare, è stato presentato al primo Convegno Nazionale Monotematico della Società Italiana di Medicina Subacquea ed Iperbarica, presieduto dal Prof. Laudadio e organizzato dai Dr. Nasole e Dr. Di Donato del Centro Iperbarico di Bologna, in collaborazione con il Dr.Cavazzuti, dell’equipe del Prof.Laudadio, dell’Unità Ospedaliera di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Maggiore di Bologna. Gli argomenti hanno spaziato dalla fisiologia dell’apparato uditivo alla patologia otologica da immersione – otiti, barotraumi, embolie, vertigini alternobariche, patologie da decompressione oto-vestibolare – al trattamento chirurgico o clinico in camera iperbarica, fino alla prevenzione. La prevenzione, in particolare, ha suscitato notevole interesse, proprio per la possibilità di svolgere l’attività acquatica - nuoto, tuffi, immersioni anche a pelo d’acqua - nella massima sicurezza e tranquillità. La prevenzione della patologia otologica da immersione si attua con la valutazione dell’idoneità all’attività subacquea e con le metodiche di compensazione e ginnastica tubarica. La ginnastica tubarica, con indicazioni, scopi e metodi, è stata presentata dalla Dottoressa Strologo che ha sottolineato l’effica- Simsi 1 06 imp.indd 28 cia del metodo Otovent per allenare la Tuba di Eustachio a compensare e ventilare adeguatamente la cassa del timpano prima e dopo l’immersione. Parlando di patologia otologica e della sua prevenzione, come non evidenziare anche il ruolo della camera iperbarica? La proposta di utilizzare il metodo Otovent per far compensare pazienti sottoposti a ossigenoterapia in camera iperbarica, è stata illustrata dal Dr.Bolognini e colleghi del Centro Iperbarico Sassarese. In questo tipo di trattamento terapeutico, il metodo Otovent è indicato quando vi sia difficoltà ad equilibrare la pressione della cavità endotimpanica. Questa difficoltà si manifesta con ovattamento auricolare, autofonia, acufeni, dolore acuto. In questi casi Otovent si è rivelato utile a ridurrre tali disturbi, evitando l’interruzione del trattamento e abbassando di conseguenza i costi di gestione dei pazienti sottoposti a ossigenoterapia iperbarica. www.lofarma.it 13/06/2006 14.14.11 Calendario Congressi 2006 AGOSTO 2006 23/26 f BERGEN (Norvegia) 2nd Annual Scientific Meeting of the European Underwater and Baromedical Society on Diving and Hyperbaric Medicine Organised by EUBS in collaboration with Norwegian Baromedical Society and Centre for Hyperbaric Medical Research Info: www.eubs.org OTTOBRE 2006 10/13 f BASTIA UMBRA (PG) 60° Congresso SIAARTI Info: ION Comunicazione s.r.l. - Tel. 051 270225 www.siaarti.it - [email protected] 27/28 f RAVENNA VIII ECHM Consensus Conference (Ossigeno e Riparazione Tissutale) Info: dr Pasquale Longobardi, sig.ra Claudia Assirelli - Tel. 0544 500152 [email protected] NOVEMBRE 2006 8/11 f NAPOLI 5° Congresso Nazionale AIUC Mostra d’Oltremare Info: CLAIM s.n.c. - Tel. 081 2298426 - [email protected] CCI 011 2446911 - [email protected] 12/16 f ROMA 91° Congresso SIOT - Riunione GISTIO Entofyt - via Brunelleschi 5 - 20146 Milano - Tel. 02 42958688 Info: www.gistio.it 23/25 f LIVORNO XVII Congresso Nazionale SIMSI Accademia Navale Info: CLAIM s.n.c. - Tel. 081 2298426 - [email protected] Calendario Congressi 2006 Simsi 1 06 imp.indd 29 13/06/2006 14.14.13 Sei un subacqueo? è la tua rivista Sei un sommozzatore? è la tua rivista Ami il mare e la profondità? è la tua rivista Abbonati a Visiterai con noi le profondità del mare, viaggerai sulle rotte più esotiche, giocherai con le creature nell’acqua cristallina, discuterai di tecnica con altri appassionati, potrai avere informazioni direttamente dalle “pagine azzurre” della FIPSAS, scambierai esperienze su nuove immersioni, sarai subacqueo fra subacquei ABBONATI A DEEP e fai conoscere la rivista anche ad altri. L’abbonamento ad un anno (sei numeri) ha un costo davvero contenuto: potrai abbonarti versando e 13.00 sul c.c. postale n. 18195404 ed inviando la ricevuta a Editrice La Mandragora Via Selice n. 92 - 40026 Imola (BO), tel. 0542/642747 Abbonandoti potrai, con poco, aiutare e sostenere DEEP per proseguire insieme la nostra avventura profonda. Simsi 1 06 imp.indd 30 13/06/2006 14.14.13 Come iscriversi alla SIMSI La SIMSI – Società Italiana Medicina Subacquea ed Iperbarica – è un’associazione non a scopo di lucro, nata nel 1977 per promuovere l’acquisizione e lo scambio dei dati scientifici nel campo delle attività subacquee e delle applicazioni dell’iperbarismo attraverso ricerche, pubblicazioni ed incontri. La SIMSI è riconosciuta, a livello internazionale, tra le più attive società scientifiche impegnate nella ricerca sulle modificazioni fisiopatologiche dell’uomo sott’acqua e sugli effetti dell’ossigeno iperbarico sull’organismo, in condizioni normali e patologiche. La maggioranza dei soci SIMSI è costituita da medici specialisti in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee e in Anestesia e Rianimazione, nonché da ricercatori e studiosi interessati allo sviluppo delle conoscenze sia nel settore subacqueo sia in quello iperbarico. I medici della SIMSI che gestiscono gran parte dei centri iperbarici presenti sul territorio nazionale forniscono, nell’ambito della Medicina Subacquea ed Iperbarica, assistenza e consulenza in termini di prevenzione, sicurezza, cura e gestione delle emergenze. Gli scopi e le finalità dell’Associazione sono contenute nello Statuto Associativo comprendente anche i principi di comportamento ai quali gli Associati debbono attenersi. La SIMSI è presente su tutto il territorio nazionale attraverso Rappresentanti Regionali e Gruppi di Studio. Essere soci dà diritto a… Form Il/la sottoscritto/a • Ricevere Medicina Subacquea ed Iperbarica, rivista ufficiale della Società e il bollettino “SIMSInforma” pubblicati con periodicità trimestrale. • Sconto sulla quota di iscrizione ai Congressi SIMSI. • Essere ammessi ai Corsi teorico-pratici SIMSI. • Partecipare ai gruppi di studio della SIMSI. • Ricevere i premi attribuiti nei congressi SIMSI. Per iscriversi basta… • • • Simsi 1 06 imp.indd 31 Compilare il form allegato e/o scaricare dal sito (www.simsi. org) il modulo d’iscrizione in formato word e spedirlo a: SIMSI Società Italiana di Medicina Subacquea ed Iperbarica Via Mario Fiore, 6 c/o Ospedale Santobono 80129 Napoli Entrambi i moduli dovranno essere debitamente compilati in ogni loro parte. Una commissione valuterà l’accettazione della richiesta che sarà resa effettiva alla ricezione del pagamento della quota associativa per l’anno in corso. Provvedere al pagamento della quota associativa di euro 50, tramite: Assegno Bancario non trasferibile intestato alla SIMSI da inviare al tesoriere dr Gianfranco Aprea - Via C. Cattaneo, 78 - 80128 Napoli, oppure Bonifico Bancario intestato alla SIMSI Credito Italiano ag. 14 - P.zza Medaglie d’Oro, 32 - Napoli C.C. 4370296 - ABI 02008 CAB 03414 IBAN IT46L completo dei dati identificativi del versante. Per i Soci basta procedere solo al pagamento della quota associativa ed indicare nella causale RINNOVO SIMSI e aggiungere l’anno. (SCRIVERE IN STAMPATELLO) Nome .......................................................................................... Cognome .................................................................................... Nato/a a ...................................................................................... il .................................................................................................. Residente a ................................................................................ Prov. ...................................................... Cap ............................. In Via .................................................................... n° ................. Tel. e fax...................................................................................... e-mail .......................................................................................... Codice fiscale ............................................................................. Partita IVA................................................................................... Specializzazione ........................................................................ Dati attività professionale: Ambulatorio USL Libera professione Clinica universitaria Ospedale Casa di cura Altra attività professionale Attività pratica in Medicina Subacquea Iperbarica ..................... .................................................................................................... .................................................................................................... Chiede di essere iscritto alla Società Italiana di Medicina Subacquea ed Iperbarica con qualifica di Socio Ordinario, a norma di statuto. Firma ............................................................................................................. data ....................................... Si informa che i dati di cui alla presente fanno parte di un archivio finalizzato alla gestione ottimale della Società Italiana Medicina Subacquea ed Iperbarica. Tale archivio è gestito direttamente dal direttivo della SIMSI, ai sensi della legge 196/2003, che garantisce l’uso dei dati esclusivamente per la finalità sopra evidenziata. 13/06/2006 14.14.14 Simsi 1 06 imp.indd 32 13/06/2006 14.14.15
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