Vermeer
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Vermeer La ragazza alla spinetta e i pittori di Delft Foro Boario Modena aprile luglio 15 2007 COMUNICATO STAMPA Il 15 aprile 2007 si apre, presso il Foro Boario a Modena, la mostra dedicata al capolavoro di Vermeer, La ragazza alla spinetta, prestito prestigioso dalla National Gallery di Londra, che viene esposto per la prima volta in Italia. La mostra è promossa dalla Soprintendenza per il Patrimonio storico artistico e etnoantropologico di Modena e Reggio Emilia, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, dall’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte di Firenze e dallo Stedelijk Museum Het Prinsenhof di Delft. La mostra, curata da Bert W. Meijer, direttore dell’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte di Firenze e cattedratico all’Università di Utrecht, e da Maria Grazia Bernardini, già soprintendente al Patrimonio storico artistico e etnoantropologico di Modena e Reggio Emilia, ha il privilegio di presentare in Italia dopo più di mezzo secolo uno dei momenti d’oro dell’arte olandese, intorno al grande capolavoro del Vermeer. Nel 1632 nacque a Delft Johannes Vermeer, uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, già in vita molto amato e ricercato, e sempre, nel corso dei secoli, apprezzatissimo. Ammirato da Proust, esaltato da William Burger (“Lo splendore, l’energia, la finezza, la varietà, l’imprevisto, la bizzarria, non so che di raro e di seducente, egli possiede tutti codesti doni dei più audaci coloristi, per i quali la luce è una inesauribile maga”) e da Van Gogh, Vermeer è un artista straordinario, che trasforma le raffigurazioni delle scene di genere, che gli altri artisti, con particolari pittoreschi e aneddoti, rendono borghesi e domestiche, in interpretazione lirica della realtà umana, “sogno di realtà perfette” attraverso una composizione essenziale fatta di linee geometriche, attraverso una atmosfera calma e sospesa, priva di ogni agitazione e particolarismo, attraverso un uso sapiente di luce e colore Centro dell’esposizione è dunque La ragazza alla spinetta di Vermeer, eseguita dall’artista verso la fine della sua vita, nei primi anni settanta. Il dipinto raffigura un soggetto amato dal maestro e dai pittori suoi contemporanei, ricco di implicazioni moraleggianti o edificanti e allusive alle tentazioni amorose. Fanno da corona al dipinto di Vermeer gli oggetti che l’artista raffigura nel quadro, due spinette (più precisamente due virginali) prodotte dalla celebre ditta anversese dei Ruckers, provenienti una dal Gemeentemuseum dell’Aia, l’altra dalle collezioni del Castello Sforzesco di Milano, una viola da gamba, il dipinto di Baburen incluso dal Vermeer nella sua tela, importante per la spiegazione del significato allegorico, e le ceramiche di Delft. Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per il Patrimonio storico artistico e etnoantropologico di Modena e Reggio Emilia Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte di Firenze Stedelijk Museum Het Prinsenhof di Delft La mostra si allarga all’ambiente artistico presentando dipinti di pittori contemporanei di Vermeer operanti a Delft, che raggiunsero esiti straordinari nella raffigurazione degli aspetti quotidiani della vita e della realtà, attraverso un sapiente uso della luce e del colore: Pieter De Hooch, Jan Miense Molenaer, Hendrick Cornelisz Vroom, Hendrick Cornelisz van Vliet, Jacob Ochtervelt, Willem van Aeltst, Egbert van der Poel, Paulus Potter, Balthasar van der Ast, Jan van der Heyden, le cui vedute della città di Delft, dei cortili, degli interni di case, dei paesaggi offrono uno spaccato della temperie culturale della società olandese. A seguito del clima spirituale e culturale diffusosi nelle terre olandesi nel corso del Cinque e Seicento, determinato dalla sempre maggiore penetrazione della riforma protestante, che, a parte conseguenze ben più consistenti nella vita sociale, comportò anche la scomparsa delle immagini sacre dagli edifici religiosi, gli artisti olandesi si interessarono alla rappresentazione di soggetti profani, alla vita quotidiana, alle scene familiari o conviviali, al paesaggio, alla natura morta, ai ritratti; per lo più i loro dipinti erano destinati ad un collezionismo privato e pertanto di piccole dimensioni, adatti ad ornare le pareti di abitazioni domestiche. Mai come in questo momento gli edifici religiosi si differenziarono da quelli italiani: nel nostro paese le chiese trionfavano di decorazioni pittoriche e scultoree per esaltare la gloria di Dio, in Olanda gli edifici religiosi erano spogli e severi. Il suggestivo allestimento, curato dal maestro Pier Luigi Pizzi, ricostruisce l’interno in cui è raffigurata la giovane donna seduta alla spinetta (che in realtà è un virginale), per rispondere all’invito della donna che volge lo sguardo verso lo spettatore e lo incoraggia a entrare nella scena. La Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, tra i promotori dell’evento, riprende dopo un anno di sospensione, la consuetudine delle grandi mostre d’arte al Foro Boario: i riflettori fin ora puntati sulle espressioni artistiche del Novecento, si concentrano adesso sul secolo d’oro della pittura olandese, il Seicento, grazie ad uno scambio avvenuto tra la Galleria Estense di Modena, che ha concesso in prestito il ritratto di Francesco I d’ Este del Velàzquez, e la National Gallery di Londra. Per quest’ esposizione la Fondazione ha messo a disposizione della Soprintendenza non solo risorse finanziarie, ma anche un concreto sostegno organizzativo, in forza della proficua collaborazione instaurata tra i due enti nel corso del 2006, che ha consentito di rinnovare l’allestimento della Galleria Estense e di organizzare un ciclo di esposizioni e conferenze sul Rinascimento. L’Ufficio Servizi Educativi della Galleria Estense a cura di Nunzia Lanzetta, presso il laboratorio didattico della mostra, ha previsto la realizzazione di laboratori ludico-artistici gratuiti, fino ad esaurimento dei posti, destinati a bambini, ragazzi e famiglie. La proposta comprende spettacoli di MIMI NELL’ARTE, quali i TABLEAU VIVANT e NATURA RICOMPOSTA, allo scopo di ricreare e far comprendere l’arte fiamminga del ‘600 e la pittura di Johannes Vermeer. Le attività saranno supportate da apparati didattici e da un catalogo per ragazzi curato da Nunzia Lanzetta. Sono infine previsti eventi collaterali, in particolare: - Ri-leggere Vermeer, Rassegna culturale ideata e condotta da Massimiliano Finazzer Flory Tre conferenze - spettacolo in grado di ritmare attraverso il suono e la musica e la voce del teatro il vero volto dell’arte ovvero la creazione di nuovi e sempre diversi interrogativi sul senso del nostro esistere e sul rapporto con il mondo. In ognuno degli incontri, dunque, l’opera d’arte costituirà la base per suscitare una lettura nel quadro un po’ alternativa, forse provocatoria, ma sempre dedicata alla ricerca della verità artistica. - Concerto, di Paola Erdas dal titolo “La Spinetta di Vermeer-L’Europa musicale per spinetta e virginale nel sec. XVII”. L’organizzazione dell’ evento è a cura delle società Civita e Mediagroup. Il catalogo a cura di Bert W. Meijer, con saggi di Michael Latcham, Daniëlle Lokin e Michiel Plomp, è pubblicato dalla casa editrice Giunti GAmm. Ufficio Stampa Sveva Fede [email protected] Soprintendenza, Nunzia Lanzetta [email protected] Civita, Barbara Izzo Tel. 06692050220 fax 0669942202 [email protected] Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Cecilia Lazzeretti Tel. +39 059 239888 Fax +39 059 238966 e-mail: [email protected]
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