All`Arner bank il tesoro degli Zummo (di A. Cottone - da
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All`Arner bank il tesoro degli Zummo (di A. Cottone - da
LA REGIA DELLA ARNER BANK La sede amministrativa di Parmalat a Collecchio DIETRO I MOVIMENTI DEL TESORO DI ZUMMO di Andrea Cottone S oldi, soldi, soldi. E un mare di guai. Dopo 30 anni dalle prime inchieste, la famiglia Zummo è ancora al centro della scena per il flusso di denaro che riesce a manovrare attraverso la finanza internazionale. L’ipotesi è che ancora molti altri fondi dovranno essere trovati e l’ultimo sequestro del tribunale di Palermo – di circa 13 milioni – è solo una piccola parte dell’enorme ricchezza accumulata dalla famiglia Zummo. Ora si attendono le rogatorie dal Liechteinstein che potrebbero svelare altre vie attraverso le quali il denaro è passato. Ma a tremare sono i piani alti della finanza italiana. Perché le indagini condotte dalla sezione palermitana della Dia sono entrate dentro i segreti dell’avvocato Paolo Sciumé, un faccendiere presente nei più grossi affari nazionali – fra cui i crac Cirio e Parmalat – che ha fatto conoscere Francesco Zummo e Nicola Bravetti, vicedirettore della svizzera Arner Bank. Perché il “metodo-Bravetti” (uso di nomi fittizi, contatti da cabine telefoniche, invii di fogli in bianco firmati in calce) era uno standard e non l’avrebbero usato solo gli Zummo. Una montagna di carte è partita dagli uffici di viale del Fante di Palermo per giungere nelle procure 18 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA L’ULTIMO SEQUESTRO DA 13 MILIONI SAREBBE SOLO UNA PARTE DELLA RICCHEZZA ACCUMULATA DALLA FAMIGLIA DI COSTRUTTORI PALERMITANI. LE ROGATORIE DAL LIECHTEINSTEIN POTREBBERO SVELARE ALTRE VIE ATTRAVERSO LE QUALI IL FIUME DI DENARO È PASSATO Ignazio Zummo Francesco Zummo di tutta Italia. Ora starà ai magistrati decidere cosa fare di quei documenti ritenuti dagli investigatori “molto interessanti”. COMO Tutto nasce da un’indagine della guardia di finanza di Como che ascoltava il telefono di Nicola Bravetti. Si sente una persona, tale “Moro”, con un pesante accento siciliano. Scoprono che si tratta di Francesco Zummo, nome noto agli archivi di polizia. La pratica passa alla procura di Palermo che delega la Dia del capoluogo siciliano a far luce sui rapporti fra gli Zummo e il vicedirettore della Arner Bank di Lugano. Gli investigatori riascoltano tutti i brogli, li trascrivono nuovamente e ne rileggono i significati. Rapporti telefonici intensi quelli fra Bravetti e “Moro” almeno dall’inizio del 2005 LE INDAGINI DELLA DIA SONO ENTRATE DENTRO I SEGRETI DELL’AVVOCATO PAOLO SCIUMÉ, UN FACCENDIERE PRESENTE NEI PIÙ GROSSI AFFARI NAZIONALI – FRA CUI I CRAC CIRIO E PARMALAT – CHE HA FATTO CONOSCERE FRANCESCO ZUMMO CON NICOLA BRAVETTI, VICEDIRETTORE DELLA BANCA SVIZZERA ARNER in cui si parla di “strutture” finanziarie, “come avevamo detto all’inizio... quando avevamo fatto l’altra cosa” dice Bravetti al telefono. Il riferimento per gli investigatori era ad altre operazioni finanziarie condotte per conto degli Zummo dallo stesso Bravetti. che si tiene in contatto con David Thain, suo referente alla filiale di Nassau (Bahamas) della Arner Bank al quale, man mano va comunicando come procede l’operazione del suo “cliente” che vuole creare un fondo nel paese off-shore. Grazie alla negligenza della segretaria di Bravetti, gli investigatori della Dia, scoprono il nome del fondo. Bravetti è costretto a scoprirsi con la segretaria che non capiva il linguag- gio criptico del banchiere. Si parla di film Disney, del cane, di “3 che diventa uno”, ”comincia con la P”. Bingo: gli investigatori capiscono. Le tre fiduciarie che risalgono a Teresa Macaluso, moglie di Francesco Zummo non erano più sicure per cui si riunisce tutto in un unico fondo, il “Pluto”, alle Bahamas. Se ne ha conferma nelle intercettazioni in cui David Thain dice di aver “ricevuto con il corriere il passaporto per il cliente di Pluto”, “che sono i fondi della signora” aggiunge Bravetti che continua: “I tre conti della società devono sottoscrivere il Fondo Pluto (…) con l’importo totale che Pluto avrà tu comprerai i titoli e i contanti disponibili sulle tre società”. Un’altra conferma gli investigatori ce l’hanno quando simulano un posto di blocco e fermano Nicola Bravetti. Nella sua borsa vengono trovati i documenti del fondo Pluto. Quel giorno il banchiere aveva un appuntamento con gli Zummo. A loro dirà di aver avuto un incidente. Gli investigatori chiedono informazioni e le autorità bahamensi hanno collaborato ricostruendo l’architettura finanziaria. BAHAMAS Da Nassau rispondono. L’Arner Bank comunica di avere una relazione d’affari con Teresa Macaluso: si tratta del fondo di investimento “The Pluto Investment Fund Limited”, gestito dal 72enne Massimo IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA - S 19 Una veduta delle Bahamas ricevuto solo la delega sulla gestione patrimoniale. Ma la donazione non arriverà mai. IN UN’INTERCETTAZIONE TRA BRAVETTI E IL REFERENTE DELLA FILIALE ARNER ALLE BAHAMAS DAVID THAIN GLI INVESTIGATORI HANNO RICOSTRUITO I GIOCHI FINANZIARI CONDOTTI PER TUTELARE IL TESORO DI ZUMMO Lo Cascio. I primi soldi arrivano nel fondo dal Credit Suisse nel giugno 2003. La Macaluso aveva costituito tre amministrazioni fiduciarie: Saturn, Jupiter e Mercury. Una per ogni figlio. Nell’agosto del 2005, viene costituito “Pluto” per permettere a tutti i beni delle tre amministrazioni fiduciarie di essere gestiti all’interno di una singola struttura e i beni furono trasferiti in un nuovo conto a nome di “Pluto”. Ma nell’agosto del 2006, dopo le richieste delle autorità italiane, all’Arner si accorgono che la Macaluso è la moglie di Zummo e bloccano i conti. SINGAPORE I controlli della banca alle Bahmas mette in allerta Francesco Zummo che, con Nicola Bravetti, cerca un modo per trasferire le somme con complesse architetture finanziarie grazie alle quali far perdere le tracce dei soldi. Zummo chiama Bravetti sempre e solo attraverso cabine telefoniche pubbliche, presentandosi 20 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA sempre come “Moro” e invia la corrispondenza al domicilio privato del banchiere svizzero a Milano e non nel suo ufficio. Questa volta, però, si deve cambiare l’intestatario. La scelta cade su Laura Panno, nipote di Francesco Zummo. Bravetti spiega a David Thain lo stratagemma da utilizzare per passare i fondi dalle Bahamas alla Svizzera: “Piuttosto che trasferire una simile somma di denaro da un conto all’altro è meglio trasferire le azioni e poi il genero sarà liquidato, sarà riscattato, e dopo il riscatto tu liquiderai il fondo che a quel punto sarà svuotato”. I clienti siciliani chiedono infatti a Bravetti di diversificare l’investimento, indirizzandolo verso un’altra banca estera a Hong Kong o Singapore. Il banchiere esegue creando una nuova “company” e chiedendo l’apertura di un conto alla Bnp Paribas di Singapore. Ma la banca lo convoca comunicandogli di aver rifiutato per le vicende di mafia legate a Francesco Zummo. PIANO B A quel punto Bravetti ripiega su un’altra soluzione. “La mia idea – dice Bravetti a Thain - ti ho detto cosa ho in mente, tu hai in mano i documenti per costituire una società per la ragazza. La mia idea è, in questo caso, costituire la compagnia e aprire un conto per questa compagnia…. E quindi noi facciamo la donazione e tu ti procuri i documenti necessari che ti do io, sulla donazione nei quali la signora (Teresa Macaluso, ndr) dona i titoli e le unità del fondo alla ragazza. A quel punto tu metti tutto sul conto della ragazza. Questo è quello che ho in mente. Niente di difficile, immagino…. Sicuramente David quello che tu devi fare prima di agire è cambiare in ogni caso il nome del fondo”. A quel punto il banchiere dalle Bahamas chiede: “Cambiare pure il nome del fondo?”. E Bravetti risponde in maniera che, per gli inquirenti, svela la sua partecipazione all’occultamento dei beni di Zummo. “Non voglio sapere il nome del fondo perché penso che il nome è stato sentito al telefono, suppongo. Quindi lo puoi cambiare in ciò che vuoi ma cambia il nome del fondo (…) solo il nome e poi noi muoviamo il fondo nel conto della compagnia della ragazza”. Quindi la creazione di una società intestata a Lala (Laura Panno) che apre un conto alla Arner. La banca avrebbe BRAVETTI PARLA Con l’ordinanza di custodia cautelare emessa nel maggio del 2008, Nicola Bravetti finisce in manette. E parla. Spiegando tutto il sistema finanziario che serviva per allontanare le ricchezze dalla presunta titolarità degli Zummo. E accende la luce sull’avvocato Paolo Sciumé, il “comune amico” come viene chiamato nelle intercettazioni. Una casa a Ispica, docente alla Kore di Enna, e ciellino doc, un personaggio con le mani nei più importanti affari italiani ma, soprattutto, legale di fiducia degli Zummo. Il primo nome che Bravetti tira fuori è quello di Maurizio Carfagna, consigliere di Ubs securities, che mette in contatto Bravetti con Paolo Sciumé. La necessità manifestata dall’avvocato era che qualcuno doveva fare operazioni finanziarie all’estero. I tre si incontrano nel 2003 e l’avvocato chiede la disponibilità di Bravetti alla costituzione di un trust di diritto estero. Poi Bravetti incontra Zummo e la moglie Teresa Macaluso nello studio dell’avvocato. Avevano un trust al Credit Suisse delle Bahamas che volevano cambiare. Bravetti studia una soluzione che presenta ai due alla presenza di Sciumé. Il valore dell’operazione è sui 10 milioni di euro per la costituzione di tre trust, uno per ogni figlio. Con questi si creavano tre “company” (Bloomsville, Bynum e Trailor) collegate ai tre trust e a tre conti bancari all’Arner di Nassau. Poi gli Zummo – secondo l’accusa per sfuggire alle indagini - chiedono la creazione del un nuovo “contenitore”, il “Pluto” gestito dalla “Pluto management Company”: società di diritto bahamense costituita ad hoc, priva di patrimonio, per ricevere le commissioni di gestione pagate dal fondo. Secondo la prassi finanziaria questa società doveva essere separata dai sottoscrittori del fondo. Cosi il mandato a costituire la “Pluto Management” veniva conferito a Massimo Lo Cascio, 74enne palermitano. LA RENDITA In una conversazione del settembre 2007 Bravetti dice a Zummo di aver bisogno di alcuni “autografi”. “Del mio parente…” risponde Zummo. “Come quelli che ho avuto dalla signora li vorrei da lui questa volta” spiega Bravetti. Gli investigatori che ascoltano le conversazioni cercano di capire e intercettano la corrispondenza fra Zummo e Bravetti: fogli bianchi firmati in calce. Sarà poi lo stesso bianchiere a spiegare che era lui (o David Thain) a compilare i moduli. In quel caso dalla Sicilia si reclamavano i rendimenti del fondo “Pluto” da parte della società di gestione, quella intestata a Massimo Lo Cascio. Così la richiesta arriva alle Bahamas nell’ottobre 2007 e, il 9 novembre, 150 mila euro in banconote da 500 euro vengono portati dalla Svizzera a Palermo da uno “spallone”. LIECHTEINSTEIN E OLTRE Ma per gli investigatori c’è ancora da scavare e indagare. Già nel 1998 quando viene arrestato Ignazio, figlio di Francesco Zummo, e genero di Vincenzo Piazza (costruttore e componente della famiglia mafiosa di Uditore a Palermo) per la questione dei “Mulini Virga”, la famiglia aveva fondi multifiduciari. Trenta milioni di euro sono bloccati in conti in Svizzera e a Montecarlo. I fiduciari svizzeri si presentano dai giudici e ammettono quanto non potevano non sapere. Ciò nonostante gli Zummo avevano altri fondi da muovere nei circuiti finanziari attraverso i “trust”, uno strumento Emanuele Leonforte Francesco Pipia NEL MAGGIO DEL 2008, NICOLA BRAVETTI FINISCE IN MANETTE. E PARLA. SPIEGANDO TUTTO IL SISTEMA FINANZIARIO CHE SERVIVA PER ALLONTANARE LE RICCHEZZE DALLA PRESUNTA TITOLARITÀ DEGLI ZUMMO. E ACCENDE LA LUCE SULL’AVVOCATO PAOLO SCIUMÉ, IL “COMUNE AMICO” COME VIENE CHIAMATO NELLE INTERCETTAZIONI finanziario legale ma che consente di rendere poco leggibile i reali intestatari. Gli investigatori, scoprono due fiduciarie nel Liechtenstein, di cui si attendono ancora le rogatorie. Il denaro dalla banca di Lugano, passa dalla città-stato, facendo perdere ogni traccia perché per legge i trasferimenti non sono tracciabili. Gli investigatori ne sono certi: esistono altri fondi. IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA - S 21
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