International Public Sector Accounting Standard 36 XX
Transcript
International Public Sector Accounting Standard 36 XX
IPSASB Principio contabile internazionale (IPSAS) 26 Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari Febbraio 2015 Exposure Draft October 2011 Comments due: February 29, 2012 International Public Sector Accounting Standards Board Principio contabile internazionale per il settore pubblico (IPSAS) 26 Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari TRADUZIONE A CURA DEL CNDCEC DAL TESTO ORIGINALE INGLESE PUBBLICATO DA IPSASB 1 Traduzione dall’inglese Eugenio Virguti, Dottore Commercialista Supervisione della traduzione dall’inglese Mariarita Cafulli (Ufficio traduzioni CNDCEC) Elena Florimo (Ufficio traduzioni CNDCEC) Matteo Pozzoli (Ricercatore CNDCEC) Elisa Sartori (Ricercatore IRDCEC) Consiglieri CNDCEC Delegati Area Internazionale Giovanni Gerardo Parente Ugo Mario Pollice International Federation of Accountants® 529 Fifth Avenue, 6th Floor New York, New York 10017 USA Il presente documento è stato pubblicato dall’International Federation of Accountants (IFAC). L’IFAC è un’organizzazione internazionale al servizio del pubblico interesse, la sua missione è quella di rafforzare la professione contabile in ogni parte del mondo e di contribuire allo sviluppo di economie internazionali forti mediante la definizione e la promozione di standard professionali di elevata qualità, favorendo la convergenza a livello internazionale su tali standard e contribuendo al dibattito sulle questioni di interesse pubblico nelle quali le competenze professionali sono maggiormente rilevanti. È possibile scaricare la pubblicazione in lingua inglese gratuitamente, esclusivamente per uso personale, sul sito dell’IPSASB www.ipsasb.org. International Public Sector Accounting Standards, Exposure Drafts, Consultation Papers, e altre pubblicazioni dell’IPSASB sono pubblicate dall’IFAC cui appartiene il copyright delle stesse. Il testo approvato di tutte le pubblicazioni dell’IFAC è quello pubblicato dall’IFAC nella versione originale inglese. IPSASB e IFAC declinano ogni responsabilità diretta o indiretta per le conseguenze derivanti dall’uso e dall’applicazione della presente pubblicazione, siano esse causate da negligenza o altro. I loghi IPSASB, ‘International Public Sector Accounting Standards Board’, ‘IPSASB’, ‘International Public Sector Accounting Standards’ ‘IPSAS’, i loghi IFAC, ‘International Federation of Accountants’, e ‘IFAC’ sono marchi registrati dell’IFAC. Copyright © giugno 2013 dell’International Federation of Accountants (IFAC). Tutti i diritti riservati. È necessario il permesso di IFAC per riprodurre, custodire o trasmettere il presente documento, eccetto per quanto consentito dalla legge. A tal fine è possibile contattare: [email protected]. ISBN: 978-1-60815-151-6 IPSAS 26 854 Il presente principio “Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari” dell’International Public Sector Accounting Standards Board (IPSASB) è stato pubblicato in lingua inglese dall’International Federation of Accountants (IFAC) all’interno dell’Handbook of International Public Sector Accounting Pronouncements nel giugno 2013. È stato tradotto in italiano dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili nel 2014 e riprodotto con il permesso dell’IFAC. Il processo di traduzione dell’Handbook of International Public Sector Accounting Pronouncements è stato approvato dall’IFAC e la traduzione è stata svolta in conformità al “Policy Statement—Policy for Translating and Reproducing Standards Published by IFAC.” Il testo approvato dell’Handbook of International Public Sector Accounting Pronouncements è quello pubblicato dall’IFAC in lingua inglese. Testo in lingua inglese dell’IPSAS 26 “Impairment of cash-generating assets” © 2013 International Federation of Accountants (IFAC). Tutti i diritti riservati. Testo in lingua italiana dell’IPSAS 26 “Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari” © 2014 International Federation of Accountants (IFAC). Tutti i diritti riservati. Titolo originale IPSAS 26: Impairment of cash-generating assets - ISBN 978-160815-151-6 855 IPSAS 26 IPSAS 26 – RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI Ringraziamenti Il presente Principio contabile internazionale per il settore pubblico (IPSAS) è tratto principalmente dal Principio contabile internazionale IAS 36 Riduzione di valore delle attività, pubblicato dall’International Accounting Standards Board (IASB). Parti dello IAS 36 sono riprodotte in questa pubblicazione dell’International Public Sector Accounting Standards Board (IPSASB) della International Federation of Accountants (IFAC) con il consenso dell’International Financial Reporting Standards (IFRS) Foundation. Il testo approvato degli International Financial Reporting Standards (IFRS) è quello pubblicato dallo IASB in lingua inglese; le copie si possono ottenere direttamente presso l’IFRS Publications Department, primo piano, 30 Cannon Street, Londra EC4M 6XH, Regno Unito. E-mail: [email protected] Sito internet: www.ifrs.org Gli IFRS, gli IAS, le Exposure Draft e le altre pubblicazioni IASB sono protetti da diritti d’autore appartenenti alla IFRS Foundation. “IFRS”, “IAS”, “IASB”, “IFRS Foundation”, “International Accounting Standards” e “International Financial Reporting Standards” sono marchi registrati della IFRS Foundation e non possono essere utilizzati senza il consenso della IFRS Foundation. . IPSAS 26 856 IPSAS 26 – RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI Storia dell’IPSAS La presente versione include i cambiamenti risultanti dagli IPSAS emessi fino al 15 gennaio 2012. L’IPSAS 26 Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari è stato pubblicato a febbraio 2008. Da allora, l’IPSAS 26 è stato modificato dai seguenti IPSAS: Miglioramenti agli IPSAS 2011 (pubblicato a ottobre 2011) Miglioramenti agli IPSAS (pubblicato a gennaio 2010); IPSAS 27 Agricoltura (pubblicato nel dicembre 2009); L’IPSAS 29 Strumenti finanziari: Rilevazione e valutazione (pubblicato a gennaio 2010); IPSAS 31 Attività immateriali (pubblicato a gennaio 2010), Miglioramenti agli IPSAS (pubblicato a novembre 2010) Tabella dei paragrafi modificati nell’IPSAS 26 Paragrafo modificato Tipo di modifica Modificato da Introduzione Eliminato Miglioramenti agli IPSAS ottobre 2011 2 Modificato IPSAS 27 dicembre 2009 IPSAS 29 gennaio 2010 IPSAS 31 gennaio 2010 8 Modificato IPSAS 27 dicembre 2009 IPSAS 29 gennaio 2010 9 Modificato IPSAS 29 gennaio 2010 27 Modificato Miglioramenti agli IPSAS novembre 2010 123 Modificato Miglioramenti agli IPSAS gennaio 2010 126A Nuovo Miglioramenti agli IPSAS gennaio 2010 857 IPSAS 26 Paragrafo modificato Tipo di modifica Modificato da 126B Nuovo Miglioramenti agli IPSAS gennaio 2010 126C Nuovo IPSAS 31 gennaio 2010 IPSAS 26 858 Febbraio 2008 IPSAS 26 – RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI SOMMARIO Paragrafo Finalità ................................................................................................... 1 Ambito di applicazione ........................................................................... 2–12 Definizioni .............................................................................................. 13–20 Attività generatrici di flussi finanziari ............................................. 14–18 Ammortamento ................................................................................ 19 Riduzione di valore .......................................................................... 20 Identificazione di un’attività che può aver subito una riduzione di valore 21–30 Determinazione del valore recuperabile ................................................. 31–70 Determinazione del valore recuperabile di un’attività immateriale con una vita utile indefinita ...................................................... 37 Fair value dedotti i costi di vendita ................................................. 38–42 Valore d’uso .................................................................................... 43–70 Criteri di stima dei flussi finanziari futuri ................................ 46–51 Composizione delle stime dei flussi finanziari futuri ............... 52–66 Flussi finanziari futuri in valuta estera ..................................... 67 Tasso di attualizzazione ............................................................ 68–70 Rilevazione e determinazione di una perdita per riduzione di valore di una singola attività .............................................................................................. 71–75 Unità generatrici di flussi finanziari ....................................................... 76–97 Identificazione dell’unità generatrice di flussi finanziari alla quale un’attività appartiene ........................................................................................ 77–84 Valore recuperabile e valore contabile di un’ unità generatrice di flussi finanziari ................................................. 85–90 Perdita per riduzione di valore di un’unità generatrice di flussi finanziari 91–97 Ripristino di valore ................................................................................. 98–111 Ripristino di valore di una singola attività ....................................... 106–109 859 IPSAS 26 RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI Ripristino di valore per un’unità generatrice di flussi finanziari ..... 110–111 Ridesignazione delle attività ................................................................... 112–113 Informazioni integrative .......................................................................... 114–125 Indicazione delle stime utilizzate per valutare gli importi recuperabili delle unità generatrici di flussi finanziari che contengono attività immateriali dalla vita utile indefinita ......................................................................................... 123–125 Data di entrata in vigore ........................................................................... Appendice A: Guida operativa Appendice B: Modifiche ad altri IPSAS Motivazioni per le conclusioni Albero decisionale illustrativo Guida applicativa Confronto con lo IAS 36 IPSAS 26 860 126–127 Il Principio contabile internazionale per il settore pubblico 26 Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari è illustrato nei paragrafi 1–127. Tutti i paragrafi hanno pari autorità. L’IPSAS 26 deve essere letto nel contesto della sua Finalità, delle Motivazioni per le conclusioni, nonché della Prefazione ai Principi contabili internazionali per il settore pubblico. L’IPSAS 3 Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori fornisce una base per la scelta e l’applicazione di principi contabili in assenza di linee guida specifiche. 861 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI Finalità 1. La finalità del presente Principio è quella di stabilire le procedure che un’entità deve applicare per determinare se un'attività generatrice di flussi finanziari ha subito una riduzione di valore e per assicurare la rilevazione contabile delle perdite per riduzione di valore. Il Principio inoltre specifica quando un’entità dovrebbe stornare una perdita per riduzione di valore e ne prescrive l’informativa. Ambito di applicazione 2. Un’entità che redige e presenta il bilancio in base al principio della competenza economica deve applicare il presente Principio nella contabilizzazione della riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari, fatta eccezione per: a) le rimanenze (vedere IPSAS 12 Rimanenze); b) le attività derivanti da lavori su ordinazione (vedere IPSAS 11 Lavori su ordinazione); c) le attività finanziarie che rientrano nell’ambito di applicazione dell’IPSAS 29 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione; d) gli investimenti immobiliari valutati in base al modello del fair value (vedere IPSAS 16 Investimenti immobiliari); e) gli immobili, impianti e macchinari che generano flussi finanziari e sono valutati ai valori rideterminati (vedere IPSAS 17 Immobili, impianti e macchinari); f) le attività fiscali differite (vedere i principi contabili nazionali e internazionali di riferimento che trattano le attività fiscali differite); g) le attività derivanti da benefici per i dipendenti (vedere IPSAS 25 Benefici per i dipendenti); h) le attività immateriali generatrici di flussi finanziari che sono valutate in base ai valori rideterminati (vedere IPSAS 31 Attività immateriali), i) l’avviamento; j) le attività biologiche connesse all’attività agricola che sono valutate al fair value dedotti i costi di vendita (vedere IPSAS 27 Agricoltura); IPSAS 26 862 k) i costi di acquisizione differiti e le attività immateriali derivanti dai diritti contrattuali dell’assicuratore in contratti assicurativi che rientrano nell’ambito dei principi contabili nazionali o internazionali di riferimento che trattano i contratti assicurativi; l) le attività non correnti (o i gruppi in dismissione) classificate come possedute per la vendita che sono valutate al minore tra valore contabile e fair value, dedotti i costi di vendita, in conformità ai principi contabili nazionali e internazionali di riferimento che trattano le attività non correnti possedute per la vendita e le attività operative cessate, e m) le altre attività generatrici di flussi finanziari le cui disposizioni per contabilizzare una riduzione di valore sono incluse in un altro Principio. 3. Il presente Principio si applica a tutte le entità del settore pubblico diverse dalle Imprese a controllo pubblico. 4. La Prefazione ai Principi contabili internazionali per il settore pubblico pubblicata dall’IPSASB spiega che le imprese a controllo pubblico (ICP) applicano gli IFRS pubblicati dallo IASB. La definizione di ICP è riportata nell’IPSAS 1 Presentazione del bilancio. 5. Le ICP applicano lo IAS 36 Riduzione di valore delle attività, e quindi non sono soggette alle disposizioni del presente Principio. Le entità del settore pubblico, diverse dalle ICP, che possiedono attività non generatrici di flussi finanziari, secondo la definizione del paragrafo 13, applicano a tali attività l'IPSAS 21 Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari. Le entità del settore pubblico, diverse dalle ICP, che possiedono attività generatrici di flussi finanziari applicano le disposizioni del presente Principio. 6. Il presente Principio esclude dal proprio ambito di applicazione le attività immateriali generatrici di flussi finanziari che sono regolarmente rideterminate al fair value. Esso include nel proprio ambito di applicazione tutte le altre attività immateriali generatrici di flussi finanziari (per esempio, quelle riportate al costo al netto dell’eventuale ammortamento accumulato). 7. Il presente Principio esclude l'avviamento dal proprio ambito di applicazione. Le entità devono applicare le disposizioni contenute nei principi contabili nazionali e internazionali di riferimento che trattano la riduzione di valore dell’avviamento, l’allocazione dell’avviamento alle unità generatrici di flussi finanziari e la verifica per riduzione di valore delle unità generatrici di flussi finanziari con avviamento. 8. Il presente Principio non si applica alle rimanenze e alle attività generatrici di flussi finanziari derivanti da lavori su ordinazione, poiché i Principi esistenti applicabili a questi tipi di attività già contengono disposizioni specifiche per la rilevazione e la valutazione di dette attività. Il presente Principio non si 863 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI applica ad attività fiscali differite, ad attività relative a benefici per i dipendenti, né a costi di acquisizione differiti e attività immateriali derivanti dai diritti contrattuali dell’assicuratore in contratti assicurativi. La riduzione di valore di tali attività è trattata nei principi contabili nazionali o internazionali di riferimento. Inoltre, il presente Principio non si applica a) alle attività biologiche connesse all’attività agricola che sono valutate al fair value dedotti i costi di vendita, né b) alle attività non correnti (o gruppi in dismissione) classificate come possedute per la vendita che sono valutate al minore tra il valore contabile e il fair value dedotti i costi di vendita. L’IPSAS 27 sulle attività biologiche connesse all’attività agricola, e il principio contabile nazionale o internazionale di riferimento che tratta le attività non correnti (o i gruppi in dismissione) classificate come possedute per la vendita contengono disposizioni sulla valutazione. 9. Il presente Principio non si applica alle attività finanziarie che rientrano nell’ambito di applicazione dell’IPSAS 28 Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio. La riduzione di valore di tali attività è trattata nell’IPSAS 29. 10. Il presente Principio non richiede l’applicazione di una verifica per riduzione di valore a un investimento immobiliare iscritto al fair value, in conformità a quanto disposto dall’IPSAS 16. Secondo il modello del fair value riportato nell’IPSAS 16, un investimento immobiliare è iscritto al fair value alla data di riferimento del bilancio e pertanto qualsiasi riduzione di valore sarà presa in considerazione all’atto della valutazione. 11. Il presente Principio non richiede l’applicazione di una verifica per riduzione di valore alle attività generatrici di flussi finanziari che sono rilevate ai valori rideterminati secondo il modello della rideterminazione del valore consentito dall'IPSAS 17. Secondo il modello della rideterminazione del valore di cui all’IPSAS 17, le attività saranno rideterminate con regolarità sufficiente ad assicurare che siano rilevate a un valore non sostanzialmente diverso dal proprio fair value alla data di riferimento del bilancio, e che tutte le riduzioni di valore saranno prese in considerazione all’atto della valutazione. 12. Le partecipazioni in: a) entità controllate, secondo la definizione dell’IPSAS 6 Bilancio consolidato e separato; b) società collegate, secondo la definizione dell'IPSAS 7 Partecipazioni in società collegate; e c) joint venture, secondo la definizione dell’IPSAS 8 Partecipazioni in joint venture, sono attività finanziarie escluse dall’ambito di applicazione dell’IPSAS 29. Qualora la natura di tali partecipazioni sia quella di attività generatrici di flussi finanziari, esse sono trattate come indicato dal presente Principio. Qualora tali IPSAS 26 864 attività abbiano la natura di attività non generatrici di flussi finanziari, esse sono trattate in conformità all’IPSAS 21. Definizioni 13. I termini seguenti vengono usati nel presente Principio con i significati indicati: Unità generatrice di flussi finanziari (Cash-generating unit) - Il più piccolo gruppo identificabile di attività detenute con l’obiettivo primario di generare un rendimento che genera flussi finanziari in entrata derivanti da un uso continuativo e che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata generati da altre attività o gruppi di attività. Valore recuperabile (Recoverable amount) - Il maggiore tra il fair value di un’attività o di un’unità generatrice di flussi finanziari dedotti i costi di vendita e il suo valore d’uso. Valore d’uso di un’attività generatrice di flussi finanziari (Value in use) Il valore attuale dei flussi finanziari futuri stimati che ci si attende deriveranno dall’uso continuativo di un’attività e dalla dismissione alla fine della sua vita utile. I termini definiti in altri IPSAS sono utilizzati nel presente Principio con lo stesso significato loro attribuito negli altri Principi, e sono riportati nel Glossario pubblicato separatamente. Attività generatrici di flussi finanziari 14. Le attività generatrici di flussi finanziari sono attività detenute con l’obiettivo primario di generare un rendimento. Un’attività genera un rendimento quando è impiegata con le stesse modalità di un'entità con fini di lucro. Detenere un’attività al fine di generare un “rendimento” indica che l’entità intende a) generare flussi finanziari in entrata positivi da tale attività (o dall'unità generatrice di flussi finanziari di cui l'attività è parte) e b) ottenere un rendimento che rifletta il rischio connesso alla detenzione dell’attività. Un’attività può essere detenuta con l’obiettivo primario di generare un rendimento, anche se essa non raggiunge tale obiettivo in un determinato esercizio. Al contrario, un’attività può non essere generatrice di flussi finanziari anche se raggiunge il livello di pareggio o genera un rendimento in un determinato esercizio. A meno che non sia specificato altrimenti, i riferimenti a “un’attività” o a “delle attività” nei paragrafi seguenti del presente Principio riguardano attività generatrici di flussi finanziari. 15. In determinate circostanze le entità del settore pubblico possono detenere alcune attività con l’obiettivo primario di generare un rendimento, nonostante la maggioranza delle attività non sia detenuta a tale scopo. Per esempio, un ospedale può riservare una parte della propria struttura ai pazienti paganti. Le 865 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI attività generatrici di flussi finanziari di un’entità del settore pubblico possono operare indipendentemente dalle attività non generatrici di flussi finanziari dell’entità. Per esempio, l’ufficio atti pubblici può percepire le spese di iscrizione nel registro fondiario indipendentemente dal ministero dell’agricoltura. 16. In alcune circostanze, un’attività può generare flussi finanziari nonostante essa sia posseduta principalmente per fini legati all'erogazione di servizi. Per esempio, un impianto di smaltimento rifiuti viene gestito per garantire lo smaltimento in sicurezza dei rifiuti sanitari prodotti da ospedali pubblici, ma smaltisce su base commerciale anche una piccola quantità di rifiuti sanitari prodotti da altri ospedali privati. Lo smaltimento dei rifiuti sanitari provenienti dagli ospedali privati è connesso alle attività dell’impianto e le attività che generano flussi finanziari non possono essere distinte dalle attività non generatrici di flussi finanziari. 17. In altre circostanze, un’attività può generare flussi finanziari ed essere utilizzata anche per finalità non legate alla generazione di flussi finanziari. Per esempio, un ospedale pubblico ha dieci reparti, nove dei quali sono su base commerciale per i pazienti paganti, mentre un reparto è usato per i pazienti non paganti. I pazienti di entrambe le tipologie di reparto utilizzano altre strutture ospedaliere (per esempio, le strutture chirurgiche). Per stabilire se l'entità debba applicare le disposizioni del presente Principio o quelle dell’IPSAS 21, occorre considerare in quale misura l'attività è posseduta con l'obiettivo di generare un rendimento. Se, come nell’esempio, la componente non generatrice di flussi finanziari è una componente non significativa dell’organizzazione nel suo complesso, l’entità applica il presente Principio piuttosto che l’IPSAS 21. 18. In alcuni casi, può non essere chiaro se l’obiettivo principale del possesso di un'attività sia la generazione di un rendimento. In tali casi, è necessario valutare la significatività dei flussi finanziari. Può risultare complicato stabilire se la misura in cui l’attività genera flussi finanziari è talmente significativa da richiedere l’applicazione del presente Principio piuttosto che dell’IPSAS 21. Per stabilire quale Principio applicare, è necessaria una valutazione soggettiva. L’entità elabora dei criteri propri così da poter formulare tale valutazione in modo uniforme e rispettando la definizione di attività generatrici di flussi finanziari e attività non generatrici di flussi finanziari, nonché le relative linee guida indicate nei paragrafi 14-17. Il paragrafo 114 richiede che l’entità indichi i criteri utilizzati nel formulare tale valutazione. Tuttavia, dati gli obiettivi generali della maggior parte delle entità del settore pubblico diverse dalle ICP, si presume che, in tali circostanze, le attività non siano generatrici di flussi finanziari e, pertanto, si applicherà l’IPSAS 21. IPSAS 26 866 Ammortamento 19. L’ammortamento è la ripartizione sistematica del valore ammortizzabile di un bene lungo il corso della sua vita utile. Nel caso di un’attività immateriale, il termine “amortization” (“ammortamento”) è generalmente usato al posto di “depreciation”. I due termini vengono considerati sinonimi. Riduzione di valore 20. Il presente Principio definisce la “riduzione di valore” come una perdita nei benefici economici futuri o potenziale di servizio di un’attività eccedente la rilevazione sistematica della perdita nei benefici economici futuri o nel potenziale di servizio di un’attività dovuta all’ammortamento. La riduzione di valore di un'attività generatrice di flussi finanziari riflette pertanto una flessione nei benefici economici futuri o nel potenziale di servizio, incorporati in un’attività, per l'entità che la controlla. Per esempio, un’entità può avere un garage comunale che viene utilizzato al 25 per cento della sua capacità. Tale garage è posseduto per fini commerciali e la direzione ha stimato che esso genererà un utile con un utilizzo pari almeno al 75 per cento della sua capacità. La flessione nell’utilizzo non è stata accompagnata da un aumento significativo delle tariffe. Si ritiene che l’attività abbia subito una riduzione di valore quando il suo valore contabile supera il suo valore recuperabile. Identificazione di un’attività che può aver subito una riduzione di valore 21. 22. 23. Un’attività ha subito una riduzione di valore quando il suo valore contabile supera il suo valore recuperabile. I paragrafi 25–27 descrivono alcune situazioni indicative del fatto che può essersi verificata una perdita per riduzione di valore. Se si riscontra qualcuna di queste indicazioni, l’entità deve effettuare una stima formale del valore di servizio recuperabile. Eccetto quanto indicato nel paragrafo 23, il presente Principio non richiede all’entità di effettuare una stima formale del valore recuperabile se non vi sono indicazioni di una perdita per riduzione di valore. L’entità deve valutare a ogni data di riferimento del bilancio se esiste una indicazione di una potenziale riduzione di valore dell’attività. Se esiste una qualsiasi indicazione di ciò, l’entità deve stimare il valore recuperabile dell’attività. Indipendentemente dal fatto che vi sia una qualunque indicazione di riduzione di valore, un’entità deve inoltre verificare annualmente per riduzione di valore un’attività immateriale con una vita utile indefinita o un’attività immateriale che non è ancora disponibile all’uso, confrontando il suo valore contabile con il suo valore recuperabile. Questa verifica per riduzione di valore può essere effettuata in qualsiasi momento durante l’esercizio di riferimento, purché avvenga nello stesso periodo di ogni anno. Attività immateriali differenti possono essere 867 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI sottoposte ad una verifica per riduzione di valore in momenti diversi. Tuttavia, se tale attività immateriale è stata inizialmente rilevata nell’esercizio in corso, deve essere sottoposta a una verifica per riduzione di valore prima della fine dell’esercizio in corso. 24. La capacità di un’attività immateriale di generare benefici economici futuri o potenziale di servizio sufficienti a recuperare il valore contabile è solitamente soggetta a maggiore incertezza prima che l’attività sia disponibile all’uso piuttosto che dopo. Perciò, il presente Principio richiede che l’entità verifichi almeno annualmente se il valore contabile di un’attività immateriale, che non è ancora disponibile per l’uso, abbia subito una riduzione di valore. 25. Nel valutare se esiste un'indicazione che un'attività possa aver subito una riduzione di valore, l'entità deve considerare, come minimo, le seguenti indicazioni: Fonti di informazione esterne a) il valore di mercato di un’attività è diminuito significativamente durante l’esercizio, più di quanto si prevedeva sarebbe accaduto con il passare del tempo o con il normale uso dell’attività in oggetto; b) significativi cambiamenti con effetto negativo sull’entità si sono verificati nel corso dell’esercizio, o si verificheranno nel prossimo futuro, nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o normativo nel quale l’entità opera o nel mercato al quale un’attività è rivolta; c) i tassi di interesse di mercato o altri tassi di rendimento degli investimenti sono aumentati nel corso dell’esercizio, ed è probabile che tali incrementi condizionino il tasso di attualizzazione utilizzato nel calcolo del valore d’uso di un’attività e riducano in maniera significativa il valore recuperabile dell’attività; Fonti di informazione interne d) esistono evidenze sull’obsolescenza o sul deterioramento fisico di un’attività; e) significativi cambiamenti a lungo termine con effetto negativo sull’entità si sono verificati nel corso dell’esercizio, o si verificheranno nel prossimo futuro, riguardo la misura o il modo in cui un’attività viene utilizzata o ci si attende sarà utilizzata. Tali cambiamenti includono casi quali l’attività che diventa inutilizzata, piani di dismissione o di ristrutturazione del settore operativo al quale l’attività appartiene, o piani di dismissione dell’attività prima della data precedentemente prevista, e il ristabilire se la vita utile di un’attività sia definita o indefinita; IPSAS 26 868 eA) la decisione di interrompere la costruzione dell’attività prima che essa sia completata o in condizioni tali da poter essere utilizzata, e f) risulta evidente dall’informativa interna che l’andamento economico di un’attività è, o sarà, peggiore di quanto previsto. 26. L’elenco del paragrafo 25 non è esaustivo. L’entità può individuare altre indicazioni secondo le quali un’attività può avere subito una riduzione di valore e anche queste richiederebbero che l’entità determini il valore recuperabile dell’attività. 27. Indicazioni derivanti dall’informativa interna in grado di rivelare che un’attività può aver subito una riduzione di valore comprendono: a) flussi finanziari connessi all’acquisto di un’attività, o disponibilità liquide che in seguito si rendono necessarie per rendere operativa o conservare l’attività, significativamente superiori a quelli originariamente preventivati; b) i dati consuntivi relativi ai flussi finanziari netti oppure all’avanzo o al disavanzo di gestione conseguenti all'utilizzo dell'attività che si rivelano significativamente peggiori di quelli originariamente preventivati; c) un significativo peggioramento dei flussi finanziari netti o dell’avanzo di gestione preventivati, o un significativo aumento della perdita preventivata relativa all’utilizzo dell’attività, o d) perdite o flussi finanziari netti in uscita connessi all’attività, quando gli importi del periodo in corso vengono aggregati a quelli preventivati per il futuro. 28. Come indicato nel paragrafo 23, il presente Principio richiede che un’attività immateriale con una vita utile indefinita o un’attività immateriale non ancora disponibile all’uso siano sottoposte a una verifica per riduzione di valore almeno annualmente. Eccetto quando si applicano le disposizioni del paragrafo 23, si applica il concetto di rilevanza per stabilire se debba essere stimato l’importo recuperabile di un’attività. Per esempio, se precedenti calcoli mostrano che il valore recuperabile di un’attività è significativamente maggiore rispetto al valore contabile, non occorre che l’entità valuti nuovamente il valore recuperabile dell’attività, se non si è verificato alcun evento che abbia eliminato tale differenza. In maniera analoga, analisi precedenti possono mostrare che il valore recuperabile di un’attività non è condizionato da una (o alcune) delle indicazioni elencate nel paragrafo 25. 29. Come spiegazione del paragrafo 28, se i tassi di interesse presenti nel mercato o altri tassi di rendimento sugli investimenti sono aumentati nel corso dell’esercizio, l’entità non è obbligata a effettuare una stima formale del valore recuperabile di un’attività nei seguenti casi: 869 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI 30. a) se non è probabile che l’aumento dei tassi di mercato incida sul tasso di attualizzazione usato nel calcolo del valore d’uso. Per esempio, incrementi nei tassi di interesse a breve termine possono non avere un effetto rilevante sui tassi di attualizzazione usati per un’attività che ha una lunga vita utile rimanente. b) se è probabile che l’aumento dei tassi di mercato incida sul tasso di attualizzazione usato nel calcolo del valore d’uso ma una precedente analisi di sensitività del valore recuperabile mostra che: i) è improbabile che ci sarà una diminuzione significativa del valore recuperabile poiché è anche probabile che i flussi finanziari futuri aumentino (per esempio, in alcuni casi, un’entità può anche essere in grado di dimostrare di poter modificare i propri proventi, derivanti in prevalenza da scambi, per compensare eventuali aumenti dei tassi di mercato); o ii) è improbabile che la diminuzione del valore recuperabile comporti una rilevante perdita per riduzione di valore. Se esiste un’indicazione che un’attività può aver subito una riduzione di valore, questo può indicare che la vita utile residua, il criterio di ammortamentoo il valore residuo dell’attività necessitano di essere riconsiderati e rettificati secondo le disposizioni contenute nel Principio applicabile a tale attività, anche se non è rilevata alcuna perdita per riduzione di valore della stessa. Determinazione del valore recuperabile 31. Il presente Principio definisce il “valore recuperabile” come il maggiore tra il fair value di un'attività dedotti i costi di vendita e il suo valore d'uso. I paragrafi 32–70 contengono le disposizioni per la determinazione del valore recuperabile. Queste disposizioni fanno uso del termine “un’attività” ma si applicano egualmente sia a una singola attività, sia a un’unità generatrice di flussi finanziari. 32. Non è sempre necessario determinare sia il fair value dedotti i costi di vendita sia il suo valore d’uso. Se uno dei due valori risulta superiore al valore contabile, l’attività non ha subito una riduzione di valore e non è necessario stimare l’altro importo. 33. Può essere possibile determinare il fair value dedotti i costi di vendita, anche se un’attività non è negoziata in un mercato attivo. Tuttavia, alcune volte non sarà possibile determinare il fair value dedotti i costi di vendita poiché non esiste alcun criterio per effettuare una stima attendibile dell’importo ottenibile dalla vendita dell’attività in una libera transazione tra parti consapevoli e IPSAS 26 870 disponibili. In questo caso, l’entità può utilizzare il valore d’uso dell’attività come valore recuperabile. 34. Se non vi è ragione di credere che il valore d’uso di un’attività superi significativamente il suo fair value dedotti i costi di vendita, il fair value dell’attività dedotti i costi di vendita può essere utilizzato come valore recuperabile. Questo si verifica spesso quando un’attività è destinata alla dismissione, in quanto il suo valore d’uso consisterà prevalentemente nelle entrate nette derivanti dalla dismissione, considerato che è probabile che i flussi finanziari futuri derivanti dall’uso continuativo dell’attività sino alla dismissione siano irrilevanti. 35. Il valore recuperabile viene calcolato con riferimento a una singola attività, salvo che essa non sia in grado di generare flussi finanziari in entrata che sono ampiamente indipendenti da quelli derivanti da altre attività o gruppi di attività. In tal caso, il valore recuperabile viene riferito all’unità generatrice di flussi finanziari alla quale l’attività appartiene (vedere paragrafi compresi tra 85 e 90), a meno che: il fair value dell’attività dedotti i costi di vendita sia superiore al valore contabile, o b) l’attività fa parte di un’unità generatrice di flussi finanziari ma è in grado individualmente di generare flussi finanziari, nel qual caso il valore d’uso dell’attività può essere stimato prossimo al suo fair value dedotti i costi di vendita ed è possibile determinare il fair value dedotti i costi di vendita. a) 36. In alcune circostanze, stime, medie e sistemi semplificati di calcolo possono fornire approssimazioni ragionevoli dei calcoli dettagliati, per determinare il fair value dedotti i costi di vendita o il valore d’uso. Determinazione del valore recuperabile di un’attività immateriale con una vita utile indefinita 37. Il paragrafo 23 dispone che una attività immateriale con vita utile indefinita sia sottoposta annualmente a verifica per riduzione di valore confrontando il valore contabile con il valore recuperabile, a prescindere dal fatto che esistano o meno indicazioni che possa aver subito una riduzione di valore. Tuttavia, il calcolo dettagliato più recente del valore recuperabile di tale attività fatto in un periodo precedente può essere utilizzato nella verifica per riduzione di valore per quell’attività nell’esercizio in corso, a condizione che tutti i seguenti criteri siano soddisfatti: a) qualora l’attività immateriale non generi flussi finanziari in entrata derivanti dall’uso continuativo che sono largamente indipendenti da quelli di altre attività o gruppi di attività ed è quindi sottoposta a verifica per riduzione di valore come parte di un’unità generatrice di flussi finanziari cui appartiene, le attività e le passività che 871 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI compongono quell’unità non sono variate significativamente dal più recente calcolo del valore recuperabile; b) il più recente calcolo del valore recuperabile ha avuto come risultato un valore che ha superato il valore contabile dell’attività per un ammontare consistente, e c) sulla base di un’analisi dei fatti intervenuti e delle circostanze modificatesi dal momento del più recente calcolo del valore recuperabile, la probabilità che una nuova determinazione del valore recuperabile sia inferiore al suo valore contabile è remota. Fair value dedotti i costi di vendita 38. La migliore evidenza del fair value dedotti i costi di vendita è il prezzo pattuito in un accordo vincolante di vendita stabilito in una libera transazione, rettificato dei costi incrementali che sarebbero direttamente attribuibili alla dismissione dell’attività. 39. Se non c’è alcun accordo vincolante di vendita, ma un’attività è negoziata in un mercato attivo, il fair value dedotti i costi di vendita corrisponde al prezzo di mercato dell’attività dedotti i costi di dismissione. Il prezzo di mercato appropriato è solitamente il prezzo corrente d’offerta. Quando non sono disponibili i prezzi correnti d’offerta, il prezzo dell’operazione più recente può rappresentare un parametro per stimare il fair value dedotti i costi di vendita, purché, tra la data dell’operazione e quella in cui è effettuata la stima, non siano intervenuti cambiamenti significativi nel contesto economico. . 40. Se per un’attività non esiste alcun accordo vincolante di vendita né alcun mercato attivo, il fair value dedotti i costi di vendita è determinato sulla base delle migliori informazioni disponibili in relazione all’ammontare che l’entità potrebbe ottenere, alla data di riferimento del bilancio, dalla dismissione dell’attività in una libera transazione tra parti consapevoli e disponibili, dopo che siano stati dedotti i costi di dismissione. Nel determinare questo ammontare, l’entità considera il risultato di recenti transazioni per attività similari effettuate all’interno dello stesso settore. Il fair value dedotti i costi di vendita non riflette una vendita forzosa. 41. I costi di dismissione, diversi da quelli già rilevati come passività, sono eliminati contabilmente ai fini della determinazione del fair value dedotti i costi di vendita. Esempi di tali costi sono le spese legali, l’imposta di bollo ed altre imposte simili connesse alla transazione, i costi di rimozione dell’attività, ed i costi incrementali diretti necessari per rendere un’attività pronta alla vendita. Tuttavia, i benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione del rapporto di lavoro e i costi associati alla riduzione o alla riorganizzazione dell’azienda successivi alla dismissione di un’attività non sono costi incrementali diretti per la dismissione della stessa. IPSAS 26 872 42. Talvolta, la dismissione di un’attività richiede che il compratore debba assumersi contestualmente all’attività anche una passività ed è disponibile solo un fair value dedotti i costi di vendita complessivo per l’attività e per la passività. Il paragrafo 89 spiega come trattare tali casi. Valore d’uso 43. 44. 45. I seguenti elementi devono essere riflessi nel calcolo del valore d’uso di un’attività: a) una stima dei flussi finanziari futuri che l’entità si aspetta di ottenere dall’attività; b) le aspettative in merito a possibili variazioni del valore o nei tempi di tali flussi finanziari futuri; c) il valore temporale del denaro, rappresentato dall’attuale tasso di interesse di mercato privo di rischio; d) il prezzo di assumersi l’incertezza implicita nell’attività, e e) altri fattori, quali la mancanza di liquidità, che gli operatori di mercato rifletterebbero nel determinare il prezzo dei flussi finanziari futuri che l’entità si aspetta di ottenere dall’attività. La stima del valore d’uso di un’attività comporta le seguenti operazioni: a) stimare i flussi finanziari futuri in entrata e in uscita che deriveranno dall’uso continuativo dell’attività e dalla sua dismissione finale, e b) applicare il tasso di attualizzazione appropriato a tali flussi finanziari futuri. Gli elementi identificati nel paragrafo 43 b), d) ed e) possono essere riflessi come rettifiche dei flussi finanziari futuri o come rettifiche al tasso di attualizzazione. Qualunque sia l’approccio adottato da un’entità per riflettere le aspettative sulle possibili variazioni del valore o nella tempistica dei flussi finanziari futuri, il risultato deve riflettere il valore attuale atteso dei flussi finanziari futuri, ossia la media ponderata di tutti i risultati possibili. La Guida operativa fornisce una guida aggiuntiva sull’uso delle tecniche del valore attuale nella determinazione del valore d’uso dell’attività. Criteri di stima dei flussi finanziari futuri 46. Nella valutazione del valore d’uso, un’entità deve: a) basare le proiezioni dei flussi finanziari su presupposti ragionevoli e dimostrabili in grado di rappresentare la migliore stima effettuabile da parte della direzione di una serie di condizioni economiche che esisteranno lungo la 873 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI restante vita utile dell’attività. Maggior peso deve essere attribuito alle evidenze provenienti dall’esterno; b) basare le proiezioni dei flussi finanziari sul più recente bilancio preventivo/le previsioni approvati dalla direzione, ma deve escludere eventuali flussi finanziari in entrata o in uscita futuri che si stima derivino da future ristrutturazioni o miglioramenti o incrementi dell’andamento della resa dell’attività. Le proiezioni fondate su questi bilanci preventivi/previsioni devono coprire un periodo massimo di cinque anni, tranne laddove sia giustificabile un arco temporale superiore, e c) stimare le proiezioni dei flussi finanziari per un periodo più ampio rispetto a quello coperto dai più recenti bilanci preventivi/previsioni tramite estrapolazione delle proiezioni fondate su bilanci preventivi/previsioni facendo uso per gli anni successivi di un tasso di crescita stabile o in diminuzione, tranne laddove sia giustificabile l’uso di un tasso crescente. Questo tasso di crescita non deve eccedere il tasso medio di crescita a lungo termine della produzione, dei settori, del Paese o dei Paesi in cui l’entità opera, o dei mercati nei quali l’attività è utilizzata, tranne laddove sia giustificabile l’uso di un tasso superiore. 47. La direzione valuta la ragionevolezza delle ipotesi su cui si basano le attuali proiezioni di flussi finanziari esaminando le cause delle differenze tra le proiezioni dei flussi finanziari passati e i flussi finanziari attuali. La direzione deve assicurare che le ipotesi su cui si basano le attuali proiezioni di flussi finanziari siano coerenti con i risultati effettivi passati, a condizione che gli effetti degli eventi successivi o di circostanze che non esistevano quando tali flussi finanziari attuali sono stati generati lo rendano appropriato. 48. Generalmente non sono disponibili bilanci preventivi/previsioni dettagliati, espliciti e attendibili di flussi finanziari futuri per archi temporali superiori ai cinque anni. Per questo motivo, le stime dei flussi finanziari futuri effettuate dalla direzione sono fondate sui più recenti bilanci preventivi/previsioni per un periodo massimo di cinque anni. La direzione può fare uso di proiezioni di flussi finanziari fondate su bilanci preventivi/previsioni per un periodo superiore ai cinque anni se ha motivo di ritenere che tali proiezioni siano attendibili e può dimostrare la propria capacità, fondata sulle passate esperienze, di prevedere accuratamente flussi finanziari per un periodo più lungo. 49. Le proiezioni dei flussi finanziari sino alla fine della vita utile di un’attività sono stimate tramite l’estrapolazione di proiezioni di flussi finanziari basati su bilanci preventivi/previsioni utilizzando un tasso di crescita per gli anni successivi. Questo tasso è stabile o in diminuzione, a meno che un aumento IPSAS 26 874 del tasso sia in linea con informazioni oggettive di crescita nell’ambito del ciclo di vita di un prodotto o di un settore. Se appropriato, il tasso di crescita può essere pari a zero o può anche essere negativo. 50. Se le condizioni sono favorevoli, è probabile che altri concorrenti entrino nel mercato e riducano i tassi di crescita. Perciò, le entità avranno difficoltà nel lungo periodo (per esempio, venti anni) a superare il tasso medio di crescita storico della produzione, dei settori, del Paese o dei Paesi in cui l’entità opera, o del mercato nel quale l’attività è utilizzata. 51. Nel fare uso di informazioni contenute in bilanci preventivi/previsioni finanziari, l’entità valuta se l’informazione si basa su presupposti ragionevoli e dimostrabili ed esprime la migliore stima effettuata dalla direzione sull’insieme delle condizioni economiche che esisteranno per la restante vita utile dell’attività. Composizione delle stime dei flussi finanziari futuri 52. Le stime dei flussi finanziari futuri devono includere: a) le proiezioni dei flussi finanziari in entrata generati dall’uso continuativo dell’attività; b) le proiezioni dei flussi finanziari in uscita che si verificano necessariamente per generare flussi finanziari in entrata dall’uso continuativo dell’attività (inclusi i flussi finanziari in uscita per rendere l’attività utilizzabile) e che possono essere direttamente attribuiti o ripartiti all’attività in base a un criterio ragionevole e uniforme, e c) i flussi finanziari netti, qualora esistano, che saranno ricevuti (o pagati) per la dismissione dell’attività alla fine della sua vita utile. 53. Le stime dei flussi finanziari futuri e il tasso di attualizzazione riflettono presupposti coerenti in merito agli aumenti dei prezzi imputabili all’inflazione generale. Perciò, se il tasso di attualizzazione include l’effetto degli aumenti dei prezzi imputabili all’inflazione generale, i flussi finanziari futuri sono stimati al loro valore nominale. Se il tasso di attualizzazione esclude l’effetto degli aumenti dei prezzi imputabili all’inflazione generale, i flussi finanziari futuri sono stimati al loro valore reale (ma includono specifici aumenti o diminuzioni dei prezzi futuri). 54. Le proiezioni di flussi finanziari in uscita includono quelli per la manutenzione ordinaria dell’attività e per le spese generali future che possono essere attribuibili direttamente, o ripartite secondo un criterio ragionevole e uniforme, all’uso dell’attività. 55. Quando il valore contabile dell’attività non include ancora tutti i flussi finanziari in uscita che si manifesteranno prima che questa sia pronta per 875 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI essere usata o venduta, la stima dei flussi finanziari futuri in uscita include una stima di qualsiasi ulteriore flusso finanziario in uscita che si suppone si verifichi prima che l’attività sia pronta per l’uso o per la vendita. Per esempio, questo è il caso di un edificio in costruzione o di un progetto di sviluppo non ancora completato. 56. 57. 58. Al fine di evitare un doppio conteggio, le stime di flussi finanziari futuri non includono: a) flussi finanziari in entrata derivanti da attività che generano flussi finanziari in entrata che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata delle attività in oggetto (per esempio, attività finanziarie quali crediti), e b) flussi finanziari in uscita connessi a obbligazioni rilevate tra le passività (per esempio, debiti, pensioni o accantonamenti). I flussi finanziari futuri delle attività devono essere stimati facendo riferimento alle loro condizioni attuali. Le stime dei flussi finanziari futuri non devono includere flussi finanziari futuri stimati in entrata o in uscita che si suppone debbano derivare da: a) una ristrutturazione futura per la quale l’entità non si è ancora impegnata, o b) il miglioramento o l’incremento della resa dell’attività. Poiché i flussi finanziari futuri dell’attività sono stimati in funzione della sua condizione attuale, il valore d’uso non riflette: a) i flussi finanziari futuri in uscita, o i connessi risparmi di costo (ad esempio, le riduzioni sui costi del personale) o i benefici che si suppone deriveranno da una futura ristrutturazione per la quale l’entità non si è ancora impegnata, o b) i flussi finanziari in uscita che miglioreranno o incrementeranno la resa dell’attività o i relativi flussi finanziari in entrata che ci si attende deriveranno da tali flussi finanziari in uscita. 59. Una ristrutturazione è un programma a) pianificato e controllato dalla direzione che b) modifica in maniera rilevante l’oggetto dell’attività intrapresa da un’entità o il modo in cui l’attività è condotta. L’IPSAS 19 Accantonamenti, passività e attività potenziali fornisce indicazioni che aiutano a chiarire quando l’entità è impegnata in una ristrutturazione. 60. Quando l’entità si impegna in una ristrutturazione, è probabile che alcune attività siano interessate da questa ristrutturazione. Una volta che l’entità si è impegnata nella ristrutturazione: a) IPSAS 26 le stime dei flussi finanziari futuri in entrata e in uscita al fine di determinare il valore d’uso riflettono i risparmi di costo e gli altri 876 benefici derivanti dalla ristrutturazione (in funzione del più recente bilancio preventivo/previsioni approvato dalla direzione), e b) le stime dei flussi finanziari in uscita per la ristrutturazione sono incluse in un accantonamento per spese di ristrutturazione secondo quanto previsto dall’IPSAS 19. 61. Fino a che un’entità sostiene flussi finanziari in uscita che migliorano o incrementano la resa dell’attività, le stime di flussi finanziari futuri non includono le stime dei futuri flussi finanziari in entrata che si prevede derivino dall’aumento dei benefici economici associati ai flussi finanziari in uscita. 62. Le stime di flussi finanziari futuri includono i futuri flussi finanziari in uscita necessari a mantenere il livello dei benefici economici che ci si attende derivino dall’attività nella sua condizione attuale. Quando un’unità consiste di attività con stimate vite utili differenti, le quali sono tutte essenziali per il normale funzionamento dell’unità, la sostituzione delle attività con vite più brevi è considerata essere parte della manutenzione ordinaria dell’unità nello stimare i flussi finanziari futuri associati all’unità. Similarmente, quando un’attività singola include componenti con stimate vite utili differenti, la sostituzione dei componenti con vite utili più brevi è considerata essere parte della manutenzione ordinaria dell’attività quando si stimano i futuri flussi finanziari generati dall’attività. 63. Le stime dei flussi finanziari futuri non devono includere: a) i flussi finanziari in entrata o in uscita derivanti da attività di finanziamento, o b) pagamenti o rimborsi fiscali. 64. I flussi finanziari futuri stimati riflettono presupposti che sono coerenti con il criterio con cui è determinato il tasso di attualizzazione. Altrimenti, l’effetto collegato ad alcuni presupposti sarebbe calcolato due volte oppure ignorato. Poiché il valore temporale del denaro è considerato nell’attualizzazione dei flussi finanziari futuri stimati, questi flussi finanziari escludono i flussi finanziari in entrata o in uscita derivanti da attività di finanziamento. Analogamente, considerato che il tasso di attualizzazione è determinato al lordo delle imposte, anche i flussi finanziari futuri sono determinati al lordo degli effetti fiscali. 65. La stima dei flussi finanziari netti da ricevere (o da pagare) per la dismissione di un’attività alla fine della sua vita utile deve essere pari all’ammontare che l’entità si aspetta di ottenere dalla dismissione dell’attività in una libera transazione tra parti consapevoli e disponibili, dopo aver dedotto i costi stimati di dismissione. 66. La stima dei flussi finanziari netti che saranno ricevuti (o pagati) per la dismissione di un’attività alla fine della sua vita utile è determinata in modo 877 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI similare al fair value dell’attività dedotti i costi di vendita, con la differenza che, nella stima dei flussi finanziari netti: a) l’entità usa i prezzi in vigore alla data della stima per attività similari che hanno completato il proprio ciclo di vita utile e che sono state utilizzate in condizioni similari a quelle in cui l’attività sarà usata, e b) l’entità rettifica questi prezzi per effetto sia di aumenti futuri dei prezzi dovuti all’inflazione generale che di specifici aumenti o diminuzioni futuri dei prezzi. Tuttavia, se le stime di flussi finanziari futuri derivanti dall’uso continuativo dell’attività e il tasso di attualizzazione escludono l’effetto dell’inflazione generale, l’entità esclude anche questo effetto dalla stima dei flussi finanziari netti relativi alla dismissione. Flussi finanziari futuri in valuta estera 67. I flussi finanziari futuri sono stimati nella valuta nella quale essi saranno generati e, quindi, attualizzati facendo uso di un tasso appropriato a quella stessa valuta. L’entità converte il valore attuale utilizzando il tasso di cambio a pronti alla data del calcolo del valore d’uso. Tasso di attualizzazione 68. Il tasso di attualizzazione deve essere determinato al lordo delle imposte e deve essere tale da riflettere le valutazioni correnti di mercato: a) del valore temporale del denaro, rappresentato dal tasso corrente di interesse privo di rischio, e b) dei rischi specifici dell’attività per i quali le stime dei flussi finanziari futuri non sono state rettificate. 69. Un tasso che riflette le valutazioni correnti del mercato del valore temporale del denaro e dei rischi specifici dell’attività corrisponde al rendimento che gli investitori richiederebbero se si trovassero nella situazione di dover scegliere un investimento che generi flussi finanziari di importi, tempistica e rischio equivalenti a quelli che l’entità si aspetta derivino dall’attività in oggetto. Questo tasso è stimato attraverso il tasso implicito utilizzato per attività similari nelle contrattazioni correntemente presenti nel mercato. Tuttavia, il(i) tasso(i) di sconto utilizzato(i) per valutare il valore d’uso di un’attività non riflette(ono) i rischi per i quali le stime dei flussi finanziari futuri sono state rettificate. Altrimenti, gli effetti connessi ad alcuni presupposti potrebbero essere calcolati due volte. 70. Se il tasso specifico di un’attività non è reperibile direttamente sul mercato, l’entità usa altre tecniche per stimarne il tasso di attualizzazione. La Guida operativa fornisce una guida aggiuntiva sulla stima del tasso di attualizzazione in tali circostanze. IPSAS 26 878 Rilevazione e determinazione di una perdita per riduzione di valore di una singola attività 71. I paragrafi 72–75 contengono le disposizioni per la rilevazione e determinazione delle perdite per riduzione di valore di una singola attività. La rilevazione e la determinazione delle perdite per riduzione di valore delle unità generatrici di flussi finanziari sono trattate nei paragrafi 76–97. 72. Se, e solo se, il valore recuperabile di un’attività è inferiore al valore contabile, quest’ultimo deve essere ridotto al suo valore recuperabile. Tale riduzione costituisce una perdita per riduzione di valore. 73. Una perdita per riduzione di valore deve essere immediatamente rilevata nell’avanzo o disavanzo di gestione. 74. Quando la perdita per riduzione di valore è stimata per un importo superiore al valore contabile dell’attività cui si riferisce, l’entità deve rilevare una passività se, e solo se, ciò è richiesto da un altro Principio. 75. Dopo che la perdita per riduzione di valore è stata rilevata, la quota di ammortamento (svalutazione) dell’attività deve essere rettificata negli esercizi futuri per poter ripartire il nuovo valore contabile dell’attività, detratto il suo valore residuo (qualora esista), sistematicamente lungo la sua restante vita utile. Unità generatrici di flussi finanziari 76. I paragrafi 77–97 contengono le disposizioni per identificare l’unità generatrice di flussi finanziari cui un’attività appartiene, per determinare il valore contabile e rilevare le perdite per riduzione di valore dell’unità generatrice di flussi finanziari. Identificazione dell’unità generatrice di flussi finanziari alla quale un’attività appartiene 77. Se esiste un’indicazione che un’attività può avere subito una riduzione di valore, deve essere stimato il valore recuperabile della singola attività. Se ciò non è possibile, l’entità deve determinare il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi finanziari alla quale l’attività appartiene (unità generatrice di flussi finanziari dell’attività). 78. Il valore recuperabile di una singola attività non può essere determinato se: a) il valore d’uso dell’attività non è stimato essere prossimo al proprio fair value dedotti i costi di vendita (ad esempio, quando non è possibile stimare che i flussi finanziari futuri derivanti dall’uso permanente dell’attività siano irrilevanti), e 879 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI b) l’attività non genera flussi finanziari in entrata ampiamente indipendenti da quelli derivanti da altre attività e non è in grado di generare flussi finanziari individualmente. In tali circostanze, il valore d’uso e, perciò, il valore recuperabile, possono essere determinati solo con riferimento all’unità generatrice di flussi finanziari dell’attività. 79. Come definito nel paragrafo 13, l’unità generatrice di flussi finanziari di un’attività è il più piccolo gruppo di attività che a) comprende l’attività e b) genera flussi finanziari in entrata che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti dalle altre attività o gruppi di attività. L’identificazione di un’unità generatrice di flussi finanziari di un’attività implica un giudizio soggettivo. Se il valore recuperabile di una singola attività non può essere determinato, l’entità identifica la più piccola aggregazione di attività che genera flussi finanziari in entrata ampiamente indipendenti. 80 I flussi finanziari in entrata sono flussi in entrata di disponibilità liquide e di mezzi equivalenti ricevuti da parti esterne all’entità. Nell’identificare se i flussi finanziari in entrata derivanti da un’attività (o da un gruppo di attività) siano ampiamente indipendenti da quelli derivanti da altre attività (o gruppi di attività), l’entità considera diversi fattori, fra i quali il modo in cui la direzione controlla l’operatività dell’entità (per esempio, per linee di prodotto, per settore, per collocazione geografica, per area distrettuale o regionale) o come la direzione prende decisioni in merito al fatto di mantenere operativi o dismettere i beni e le attività dell’entità. La Guida applicativa fornisce un esempio dell’identificazione di un’unità generatrice di flussi finanziari. 81. Se esiste un mercato attivo per il prodotto di un’attività o di un gruppo di attività, tale attività o gruppo di attività deve essere identificato come un’unità generatrice di flussi finanziari, anche se alcuni o tutti i prodotti sono usati internamente. Se i flussi finanziari generati da una qualsiasi delle attività o unità generatrice di flussi finanziari sono influenzati da prezzi di trasferimento interno, un’entità deve utilizzare la miglior stima della direzione per il/i prezzo/i futuro/i che potrebbe(ro) essere ottenuto(i) in libere transazioni nello stimare: 82. a) i flussi finanziari futuri in entrata utilizzati per determinare il valore d’uso dell’attività o dell’unità generatrice di flussi finanziari, e b) i flussi finanziari futuri in uscita utilizzati per determinare il valore d’uso di ogni altra attività o unità generatrice di flussi finanziari che sono influenzati da prezzi di trasferimento interno. Anche se parte o tutto il prodotto di un’attività o di un gruppo di attività è usato da altre unità appartenenti all’entità che redige il bilancio (per esempio, prodotti a uno stadio intermedio del processo di produzione), questa attività o IPSAS 26 880 gruppo di attività forma un’unità generatrice di flussi finanziari distinta se l’entità può vendere questo prodotto in un mercato attivo. Questo perché l’attività o il gruppo di attività può generare flussi finanziari in entrata che sarebbero ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti da altre attività o altri gruppi di attività. Nell’utilizzare le informazioni basate su bilanci preventivi/previsioni che fanno riferimento a tale unità generatrice di flussi finanziari, o a un’eventuale altra attività o unità generatrice di flussi finanziari influenzata da prezzi di trasferimento interno, un’entità rettifica questa informazione se i prezzi di trasferimento interno non riflettono la miglior stima della direzione di prezzi futuri che potrebbero essere ottenuti in libere transazioni. 83. Le unità generatrici di flussi finanziari della stessa attività o delle stesse tipologie di attività devono essere identificate con criteri uniformi da esercizio a esercizio, tranne se il cambiamento possa essere giustificato. 84. Se l’entità ritiene che un’attività appartiene a un’unità generatrice di flussi finanziari diversa rispetto a quella dei precedenti esercizi, o che le tipologie di attività aggregate dell’unità generatrice di flussi finanziari dell’attività sono cambiate, il paragrafo 120 richiede che debbano essere fornite informazioni integrative sulle unità generatrici di flussi finanziari, se una perdita per riduzione di valore viene rilevata o stornata per l’unità generatrice di flussi finanziari. Valore recuperabile e valore contabile di un’unità generatrice di flussi finanziari 85. Il valore recuperabile di un’unità generatrice di flussi finanziari è il maggiore tra il fair value dedotti i costi di vendita e il valore d’uso della stessa. Per la determinazione del valore recuperabile di un’unità generatrice di flussi finanziari, qualsiasi riferimento contenuto nei paragrafi 31-70 a un’attività deve essere letto come riferimento a un’unità generatrice di flussi finanziari. 86. Il valore contabile di un’unità generatrice di flussi finanziari deve essere determinato in maniera coerente con il criterio con cui è determinato il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi finanziari. 87. Il valore contabile di un’unità generatrice di flussi finanziari: a) include il valore contabile delle sole attività che possono essere attribuite direttamente, o ripartite secondo un criterio ragionevole e uniforme, all’unità generatrice di flussi finanziari e che genereranno flussi finanziari futuri in entrata utilizzati nel determinare il valore d’uso dell’unità generatrice di flussi finanziari, e b) non include il valore contabile di nessuna passività rilevata, a meno che il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi finanziari non possa essere determinato senza tenere conto di questa passività. 881 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI Ciò è dovuto al fatto che il fair value dedotti i costi di vendita e il valore d’uso di un’unità generatrice di flussi finanziari sono determinati escludendo i flussi finanziari relativi ad attività che non sono parte dell’unità generatrice di flussi finanziari e a passività che sono state rilevate (vedere paragrafi 41 e 56). 88. Quando le attività sono raggruppate per valutarne la recuperabilità, è importante includere nell’unità generatrice di flussi finanziari tutte le attività che generano, o sono usate per generare, flussi finanziari in entrata. Altrimenti, l’unità generatrice di flussi finanziari può apparire totalmente recuperabile mentre in realtà si è verificata una perdita per riduzione di valore. L’albero delle decisioni illustrato fornisce un diagramma di flusso che illustra il trattamento di attività individuali che appartengono alle unità generatrici di flussi finanziari. 89. Può essere necessario tener conto di alcune passività già rilevate al fine di misurare il valore recuperabile di un’unità generatrice di flussi finanziari. Ciò si può verificare se la dismissione di un’unità generatrice di flussi finanziari richiede che il compratore si accolli una passività. In tale circostanza, il fair value dedotti i costi di vendita (o il flusso finanziario stimato derivante dalla dismissione finale) dell’unità generatrice di flussi finanziari equivale al prezzo netto di vendita stimato delle attività dell’unità generatrice di flussi finanziari e della passività nel loro insieme, detratti i costi di dismissione. Per effettuare una comparazione che abbia senso tra valore contabile dell’unità generatrice di flussi finanziari e valore recuperabile, il valore contabile della passività è detratto sia nella determinazione del valore d’uso sia del valore contabile dell’unità generatrice di flussi finanziari. 90. Per motivi pratici, il valore recuperabile di un’unità generatrice di flussi finanziari è talvolta determinato dopo aver tenuto conto anche di a) attività che non fanno parte dell’unità generatrice di flussi finanziari (per esempio, crediti o altre attività finanziarie) o b) passività che sono state rilevate (per esempio, debiti, indennità e altri accantonamenti). In tali circostanze, il valore contabile dell’unità generatrice di flussi finanziari è accresciuto dal valore contabile di tali attività e passività. Perdita per riduzione di valore di un’unità generatrice di flussi finanziari 91. Una perdita per riduzione di valore deve essere rilevata per una unità generatrice di flussi finanziari se, e soltanto se, il valore recuperabile dell’unità è inferiore al valore contabile dell’unità. La perdita per riduzione di valore deve essere imputata a riduzione del valore contabile delle attività generatrici di flussi finanziari dell’unità, in maniera proporzionale, in base al valore contabile di ciascuna attività nell’unità. Tali riduzioni dei valori contabili devono essere trattate come perdite per riduzione di valore delle singole attività e rilevate in conformità alle disposizioni contenute nel paragrafo 73. IPSAS 26 882 92. Nell’attribuire una perdita per riduzione di valore secondo quanto previsto dal paragrafo 91, un’entità non deve ridurre il valore contabile di un’attività al di sotto del maggior valore tra: a) il fair value dedotti i costi di vendita (se determinabile); b) il valore d’uso (se determinabile), e c) zero. L’ammontare della perdita per riduzione di valore che sarebbe stata altrimenti imputata all’attività deve essere allocata proporzionalmente alle altre attività generatrici di flussi finanziari dell’unità. 93. Qualora un’attività non generatrice di flussi finanziari contribuisca a un’unità generatrice di flussi finanziari, una quota parte del valore contabile di tale attività non generatrice di flussi finanziari dovrà essere attribuita al valore contabile dell'unità generatrice di flussi finanziari prima che venga stimato il valore recuperabile dell'unità generatrice di flussi finanziari. Il valore contabile dell’attività non generatrice di flussi finanziari dovrà riflettere tutte le perdite per riduzione di valore alla data di riferimento del bilancio, determinate secondo le disposizioni dell’IPSAS 21. 94. Se il valore recuperabile di una singola attività non può essere determinato (vedere paragrafo 78): 95. a) una perdita per riduzione di valore dell’attività è rilevata se il valore contabile di tale attività è più elevato del maggiore tra il fair value dedotti i costi di vendita e i risultati delle procedure di ripartizione descritte nei paragrafi 91–93, e b) nessuna perdita di valore dell’attività è rilevata se la connessa unità generatrice di flussi finanziari non ha subito una perdita di valore. Questo si applica anche se il fair value dedotti i costi di vendita dell’attività è inferiore al valore contabile. In alcuni casi, le attività non generatrici di flussi finanziari contribuiscono alle unità generatrici di flussi finanziari. Il presente Principio richiede che, qualora un’unità generatrice di flussi finanziari sottoposta a una verifica per riduzione di valore contenga un’attività non generatrice di flussi finanziari, tale attività non generatrice di flussi finanziari venga sottoposta a verifica per riduzione di valore in conformità alle disposizioni dell’IPSAS 21. A seguito di tale verifica per riduzione di valore, una quota parte del valore contabile di tale attività non generatrice di flussi finanziari è inclusa nel valore contabile dell'unità generatrice di flussi finanziari. La quota parte riflette la misura in cui il potenziale di servizio di un’attività non generatrice di flussi finanziari contribuiscono all’unità generatrice di flussi finanziari. La ripartizione delle perdite per riduzione di valore dell’unità generatrice di flussi finanziari viene 883 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI effettuata in modo proporzionale per tutte le attività generatrici di flussi finanziari presenti nell’unità generatrice di flussi finanziari, tenendo conto delle limitazioni poste nel paragrafo 92. L’attività non generatrice di flussi finanziari non è sottoposta a ulteriori perdite per riduzione di valore in aggiunta a quella determinata in conformità all’IPSAS 21. 96. Quando un’attività genera potenziale di servizio per una o più attività generatrici di flussi finanziari, ma non per le attività non generatrici di flussi finanziari, le entità fanno riferimento ai principi contabili nazionali e internazionali di riferimento che trattano tali circostanze. 97. Dopo aver applicato le disposizioni contenute nei paragrafi 91-93, deve essere rilevata una passività per qualsiasi importo residuo di una perdita per riduzione di valore dell’unità generatrice di flussi finanziari se, e soltanto se, ciò è richiesto da un altro Principio. Ripristino di valore 98. I paragrafi 99-105 contengono le disposizioni relative al ripristino di valore di un’attività o di un’unità generatrice di flussi finanziari che ha subito una perdita per riduzione di valore rilevata in esercizi precedenti. Queste disposizioni fanno uso del termine “un’attività” ma si applicano egualmente a una singola attività come a un’unità generatrice di flussi finanziari. Disposizioni aggiuntive sono previste per le singole attività indicate nei paragrafi compresi tra 106 e 109 e, per un’unità generatrice di flussi finanziari, nei paragrafi 110 e 111. 99. Ad ogni data di riferimento del bilancio, l’entità deve valutare se vi è indicazione che una perdita per riduzione di valore di un’attività rilevata negli anni precedenti possa non esistere più o possa essersi ridotta. Se esiste una qualsiasi indicazione di ciò, l’entità deve stimare il valore recuperabile di tale attività. 100. Nel valutare se vi è una qualche indicazione che una perdita per riduzione di valore di un’attività rilevata negli esercizi precedenti per un’attività possa non esistere più o possa essersi ridotta, l’entità deve considerare, come minimo, le seguenti indicazioni: Fonti esterne di informazione a) b) c) IPSAS 26 Il valore di mercato dell’attività è aumentato in maniera significativa nel corso dell’esercizio; significativi cambiamenti con effetto favorevole per l’entità hanno avuto luogo nel corso dell’esercizio, o avranno luogo nel futuro prossimo, nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale nel quale l’entità opera o nel mercato al quale l’attività è rivolta; i tassi di interesse di mercato o altri tassi di rendimento degli investimenti sono diminuiti nel corso dell’esercizio, e tali 884 diminuzioni probabilmente condizionano il tasso di attualizzazione utilizzato nel calcolo del valore d’uso dell’attività e incrementano in maniera rilevante il valore recuperabile dell’attività; Fonti interne di informazione d) dA) e) cambiamenti significativi con effetto favorevole per l’entità hanno avuto luogo durante l’esercizio, o si suppone che si verificheranno nel futuro prossimo, riguardo la misura o il modo in cui l’attività è usata o si suppone venga usata. Questi cambiamenti includono i costi sostenuti durante il periodo per migliorare o incrementare la resa dell’attività o ristrutturare l’assetto operativo in cui si colloca l’attività; la decisione di riprendere la costruzione del bene, interrotta prima che questo fosse completato o in condizioni tali da poter essere utilizzato, e le evidenze fornite dal sistema informativo interno che la resa dell’attività è, o sarà, migliore di quanto previsto. 101. Le indicazioni di una potenziale diminuzione di una perdita per riduzione di valore fornite nel paragrafo 100 corrispondono sostanzialmente a quelle previste per l’individuazione di una perdita per riduzione di valore contenute nel paragrafo 25. 102. Se vi è una indicazione che una perdita per riduzione di valore rilevata per un’attività possa non esistere più o possa essersi ridotta, ciò può essere indicativo del fatto che è necessario riconsiderare o rettificare a) la restante vita utile, b) il metodo di ammortamento (di svalutazione) o c) il valore residuo in conformità al Principio applicabile a tale attività, persino se non vi è stato alcun ripristino di valore dell’attività. 103. Una perdita per riduzione di valore di un’attività rilevata negli esercizi precedenti deve essere stornata se, e solo se, vi è stato un cambiamento nelle stime utilizzate per determinare il valore recuperabile dell’attività da quando è stata rilevata l’ultima perdita per riduzione di valore. In tal caso, il valore contabile dell’attività deve essere aumentato sino al valore recuperabile. Tale incremento è un ripristino di valore. 104. Un ripristino di valore riflette un aumento nella stima del servizio potenzialmente offerto da un’attività, sia dal suo utilizzo sia dalla sua vendita, intercorso dalla data in cui l’entità ha rilevato per l’ultima volta una perdita per riduzione di valore di quell’attività. Un’entità è tenuta ad identificare il cambiamento nelle stime che è all'origine dell'aumento nella stima del servizio potenzialmente offerto. Esempi di cambiamenti nelle stime includono: a) un cambiamento nel criterio utilizzato per calcolare il valore recuperabile (ossia, se il valore di servizio recuperabile è basato sul fair value dedotti i costi di vendita ovvero sul valore d’uso); 885 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI b) se il valore recuperabile si basava sul valore d’uso, un cambiamento nel valore o nei tempi dei flussi finanziari futuri stimati o nel tasso di attualizzazione, o c) se il valore recuperabile si basava sul fair value dedotti i costi di vendita, un cambiamento nella stima dei componenti del fair value dedotti i costi di vendita. 105. Il valore d’uso di un’attività può diventare maggiore del valore contabile dell’attività semplicemente perché il valore attuale dei futuri flussi finanziari in entrata aumenta allorché i flussi si avvicinano nel tempo. Tuttavia, il servizio potenzialmente offerto dall’attività non è aumentato. Di conseguenza, una perdita per riduzione di valore non viene ripristinata a seguito del passare del tempo (alcune volte chiamato smontamento o unwinding dell’attualizzazione), anche se il valore recuperabile dell’attività diviene maggiore rispetto al valore contabile. Ripristino di valore di una singola attività 106. L’accresciuto valore contabile di un’attività attribuibile a un ripristino di valore non deve eccedere il valore contabile che sarebbe stato determinato (al netto di svalutazione o ammortamento) se non si fosse rilevata alcuna perdita per riduzione di valore dell’attività negli anni precedenti. 107. Qualsiasi incremento nel valore contabile di un’attività che lo renda maggiore di quanto sarebbe stato (al netto di svalutazione o ammortamento) nel caso in cui non fosse stata rilevata alcuna perdita per riduzione di valore dell’attività negli anni precedenti è una rivalutazione. Per contabilizzare tale rivalutazione, l’entità utilizza il Principio applicabile a tale attività. 108. Un ripristino di valore per un’attività deve immediatamente nell’avanzo o disavanzo di gestione. essere rilevato 109. Dopo aver rilevato un ripristino di valore, la quota di ammortamento dell’attività deve essere rettificata nei periodi futuri per ripartire il valore contabile modificato dell’attività, detratto il valore residuo (qualora esista), sistematicamente lungo la restante vita utile. Ripristino di valore per un’unità generatrice di flussi finanziari 110. Un ripristino di valore per un’unità generatrice di flussi finanziari deve essere allocato alle attività dell’unità proporzionalmente ai valori contabili di tali attività. Tali incrementi dei valori contabili devono essere trattati come ripristini di valore di singole attività e rilevati in conformità alle disposizioni del paragrafo 110. L’ammontare di tale ripristino di valore non deve essere attribuito a un’attività non generatrice di flussi finanziari che genera potenziale di servizio per un'unità generatrice di flussi finanziari. IPSAS 26 886 111. Nell’allocare l’importo derivante da un ripristino di valore di un’unità generatrice di flussi finanziari, secondo quanto previsto dal paragrafo 110, il valore contabile di un’attività non può essere superiore al più basso tra: a) il valore recuperabile (qualora determinabile), e b) il valore contabile che si sarebbe determinato (al netto dell’ammortamento) se negli esercizi precedenti non fosse stata rilevata alcuna perdita per riduzione di valore dell’attività. L’ammontare del ripristino di valore che sarebbe stato altrimenti imputato all’attività deve essere allocato in base ad un criterio proporzionale alle altre attività dell’unità. Ridesignazione delle attività 112. La ridesignazione di un’attività da attività generatrice di flussi finanziari ad attività non generatrice di flussi finanziari o da attività non generatrice di flussi finanziari ad attività generatrice di flussi finanziari è possibile solo nel caso in cui risulta evidente che tale ridesignazione è appropriata. La ridesignazione, di per sé, non comporta necessariamente una verifica per riduzione di valore o un ripristino di valore. Alla data di riferimento del bilancio successiva a una ridesignazione, l’entità deve considerare, almeno, le indicazione riportate al paragrafo 25. 113. Vi sono delle circostanze in cui le entità del settore pubblico possono decidere che sia appropriato ridesignare un’attività generatrice di flussi finanziari come attività non generatrice di flussi finanziari. Per esempio, un impianto di trattamento degli effluenti è stato costruito principalmente per trattare gli effluenti industriali di un’unità di edilizia popolare, attività per la quale non vengono addebitate spese. L’impianto industriale è stato chiuso di recente e, in futuro, il sito sarà ristrutturato per scopi di edilizia popolare. Alla luce della chiusura dell’impianto, l’entità del settore pubblico decide di ridesignare l’impianto di trattamento degli effluenti come un’attività non generatrice di flussi finanziari. Informazioni integrative 114. Un’entità deve indicare i criteri che ha elaborato per distinguere le attività generatrici di flussi finanziari dalle attività non generatrici di flussi finanziari. 115. L’entità deve indicare per ciascuna classe di attività: a) l’ammontare delle perdite per riduzione di valore rilevate nell’avanzo o disavanzo di gestione durante l’esercizio e la voce del 887 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI prospetto del risultato economico nella quale sono incluse tali perdite per riduzione di valore, e b) l’ammontare dei ripristini di valore rilevati nell’avanzo o disavanzo di gestione durante l’esercizio e la voce/le voci del prospetto del risultato economico in cui sono eliminate tali perdite per riduzione di valore. 116. In alcuni casi, può non essere chiaro se l’obiettivo principale del possesso di un'attività è la generazione di un rendimento. È necessaria una valutazione soggettiva per determinare se applicare il presente Principio o l’IPSAS 21. Il paragrafo 114 richiede l’indicazione dei criteri adottati per distinguere tra attività generatrici di flussi finanziari e attività non generatrici di flussi finanziari. 117. Una classe di attività è un gruppo di attività similari per natura e utilizzo nell’attività operativa dell'entità che è mostrata come componente singola ai fini dell’esposizione in bilancio. 118. L’informazione richiesta nel paragrafo 115 può essere esposta congiuntamente ad altra informativa prevista per la classe di attività. Per esempio, questa informazione può essere inclusa in una riconciliazione del valore contabile di immobili, impianti e macchinari, all’inizio e alla fine dell’esercizio, come disposto dall’IPSAS 17. 119. Un’entità che riporta l’informativa di settore in conformità all’IPSAS 18 Informativa di settore, deve indicare quanto segue per ciascun settore oggetto di informativa, basandosi sullo schema di riferimento dell’entità: a) l’ammontare delle perdite per riduzione di valore rilevate nell'avanzo o disavanzo di gestione durante l'esercizio, e b) l’ammontare dei ripristini di valore rilevati nell’avanzo o disavanzo di gestione durante l’esercizio. 120. Un’entità deve indicare quanto segue per ogni perdita per riduzione di valore significativa rilevata o eliminata durante l’esercizio per un’attività generatrice di flussi finanziari o un’unità generatrice di flussi finanziari: a) i fatti e le circostanze che hanno portato alla rilevazione o alla eliminazione della perdita per riduzione di valore; b) l’ammontare della perdita per riduzione di valore rilevata o eliminata; c) Per un’attività generatrice di flussi finanziari: IPSAS 26 i) la natura dell’attività, e ii) se l’entità presenta l’informativa di settore secondo quanto previsto dall’IPSAS 18, il settore oggetto di informativa a cui 888 appartiene l’attività, secondo lo schema di riferimento dell’entità. d) Per un’unità generatrice di flussi finanziari: i) una descrizione dell’unità generatrice di flussi finanziari (come, per esempio, se sia una linea di prodotto, un impianto, un settore di attività, un settore geografico, o un settore oggetto di informativa); ii) l’ammontare della perdita per riduzione di valore rilevata o eliminata per classe di attività e, se l’entità presenta l’informativa di settore secondo quanto previsto dall’IPSAS 18, per settore oggetto di informativa secondo lo schema di riferimento dell’entità, e iii) se l’aggregazione di attività utilizzate per identificare l’unità generatrice di flussi finanziari è cambiata dall’ultima stima del valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi finanziari (qualora esista), una descrizione della metodologia corrente e precedente di aggregazione delle attività e le ragioni per cui è cambiato il criterio con cui l’unità generatrice di flussi finanziari è stata identificata. e) se il valore recuperabile dell’attività è il fair value dedotti i costi di vendita o il valore d’uso; f) se il valore recuperabile corrisponde al fair value dedotti i costi di vendita, la base utilizzata per determinare il fair value dedotti i costi di vendita (ovvero se il fair value era stato determinato facendo riferimento a un mercato attivo), e g) se il valore recuperabile è il valore d’uso, il tasso (i tassi) di attualizzazione utilizzato/i nella stima attuale del valore d’uso e in quelle precedenti (qualora esistano). 121. L’entità deve presentare la seguente informativa per il valore complessivo delle perdite per riduzione di valore e dei ripristini di valore rilevati durante l’esercizio che non sono stati oggetto di informativa secondo quanto previsto dal paragrafo 120: 122. a) le classi principali di attività interessate dalle perdite per riduzione di valore (e le classi principali di attività interessate dai ripristini di valore), e b) i fatti e le circostanze principali che hanno portato alla rilevazione di tali perdite per riduzione di valore e dei ripristini di valore. Si incoraggiano le entità a indicare i presupposti utilizzati per determinare il valore recuperabile delle attività nel corso dell’esercizio. Tuttavia, il 889 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI paragrafo 123 prevede che un’entità fornisca informativa sulle stime utilizzate per valutare il valore recuperabile di un’unità generatrice di flussi finanziari quando un’attività immateriale dalla vita utile indefinita è inclusa nel valore contabile di tale unità. Indicazione delle stime utilizzate per valutare gli importi recuperabili delle unità generatrici di flussi finanziari che contengono attività immateriali dalla vita utile indefinita. 123. Un’entità deve fornire le informazioni richieste dalle lettere a) fino a e) inclusa per ogni unità generatrice di flussi finanziari per la quale il valore contabile delle attività immateriali con vita utile indefinita attribuito a tali unità è significativo rispetto al valore contabile totale delle attività immateriali con vita utile indefinita dell’entità: a) il valore contabile delle attività immateriali con vita utile indefinita attribuito all’unità; b) il criterio utilizzato per determinare il valore recuperabile dell’unità (ossia il valore d’uso o fair value dedotti i costi di vendita); c) se il valore recuperabile dell’unità si basa sul valore d’uso: IPSAS 26 i) una descrizione di ciascun assunto di base su cui la direzione ha fondato le proiezioni dei flussi finanziari per il periodo oggetto di bilanci preventivi/previsioni più recenti. Gli assunti di base sono quelli a cui il valore recuperabile dell’unità è più sensibile; ii) una descrizione dell’approccio della direzione per determinare i valori assegnati a ogni assunto di base, se tali valori riflettono esperienze passate o, se appropriato, sono coerenti con le fonti esterne di informazione, e, se no, come e perché differiscono dalle esperienze passate o fonti esterne di informazione; iii) l’esercizio su cui la direzione ha proiettato i flussi finanziari basati sui più recenti bilanci preventivi/previsioni e, se è utilizzato un periodo più lungo di cinque anni, per un’unità generatrice di flussi finanziari, una spiegazione del perché è giustificato tale più lungo periodo; iv) il tasso di crescita utilizzato per estrapolare le proiezioni di flussi finanziari oltre il periodo dei bilanci preventivi/previsioni più recenti, e la giustificazione per l’utilizzo di un eventuale tasso di crescita superiore al tasso medio di crescita a lungo termine della produzione, settori 890 industriali, Paese o Paesi in cui l’entità opera, o per il mercato a cui l’unità è rivolta, e v) d) il(i) tasso(i) di attualizzazione applicato(i) alle proiezioni di flussi finanziari. se il valore recuperabile dell’unità si basa sul fair value dedotti i costi di vendita, la metodologia utilizzata per determinare il fair value dedotti i costi di vendita. Qualora il fair value dedotti i costi di vendita non sia determinato utilizzando un prezzo di mercato osservabile per l’unità, devono inoltre essere indicate le seguenti informazioni: i) una descrizione di ogni assunto di base su cui la direzione ha fondato la sua determinazione del fair value dedotti i costi di vendita. Gli assunti di base sono quelli a cui il valore recuperabile dell’unità è più sensibile, e ii) una descrizione dell’approccio della direzione per determinare i valori assegnati a ogni assunto di base, sono coerenti con le fonti esterne di informazione, e, se no, come e perché differiscono dalle esperienze passate o fonti esterne di informazione. Qualora il fair value dedotti i costi di vendita sia determinato utilizzando proiezioni di flussi finanziari attualizzati, devono inoltre essere indicate le seguenti informazioni: e) iii) il periodo su cui la direzione ha proiettato i flussi finanziari; iv) il tasso di crescita utilizzato per estrapolare le proiezioni di flussi finanziari, e v) il(i) tasso(i) di attualizzazione applicato(i) alle proiezioni di flussi finanziari. se un cambiamento ragionevolmente possibile in un assunto di base su cui la direzione ha fondato la determinazione del valore recuperabile dell’unità potrebbe far sì che il valore contabile dell’unità superi il suo valore recuperabile: i) l’eccedenza del valore recuperabile dell’unità rispetto al valore contabile; ii) il valore assegnato agli assunti di base, e iii) l’importo a cui il valore assegnato agli assunti di base deve rettificarsi, dopo avere assorbito eventuali effetti conseguenti a tale cambiamento sulle altre variabili utilizzate per misurare il valore recuperabile, affinché il valore recuperabile dell’unità sia pari al valore contabile. 891 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI 124. Se parte o tutto il valore contabile di attività immateriali dalla vita utile indefinita è allocato a una molteplicità di unità generatrici di flussi finanziari, e l’importo così attribuito a ogni unità non è significativo rispetto al valore contabile totale delle attività immateriali dalla vita utile indefinita dell’entità, tale fatto deve essere illustrato, insieme al valore contabile complessivo delle attività immateriali dalla vita utile indefinita attribuito a tali unità. Inoltre, se a) i valori recuperabili di tali unità si basano sugli stessi assunti di base e b) il valore contabile complessivo delle attività immateriali con vita utile indefinita loro attribuito è rilevante rispetto al valore contabile totale delle attività immateriali dalla vita utile indefinita dell’entità, questa deve indicare tale fatto unitamente a: 125. a) il valore contabile complessivo delle attività immateriali con vita utile indefinita attribuito a tali unità; b) una descrizione dell’assunto (o degli assunti) di base; c) una descrizione dell’approccio utilizzato dalla direzione per determinare i valori assegnati agli assunti di base, se tali valori riflettono esperienze passate o, se appropriato, sono coerenti con le fonti esterne di informazione, e, se no, come e perché differiscono dalle esperienze passate o fonti esterne di informazione; d) se un cambiamento ragionevolmente possibile negli assunti di base potrebbe far sì che i valori contabili complessivi delle unità superino il totale dei valori recuperabili: i) l’eccedenza del totale dei valori recuperabili delle unità rispetto al totale dei valori contabili; ii) i valori assegnati agli assunti di base, e iii) l’importo a cui i valori assegnati agli assunti di base devono rettificarsi, dopo avere assorbito eventuali effetti conseguenti a tale cambiamento sulle altre variabili utilizzate per misurare il valore recuperabile, affinché il valore complessivo recuperabile delle unità sia pari al loro valore contabile complessivo. Secondo quanto previsto dal paragrafo 37, il calcolo dettagliato più recente effettuato in un periodo precedente dell’importo recuperabile di un’unità generatrice di flussi finanziari può essere rilevato e utilizzato nella verifica per riduzione di valore per quell’unità nell’esercizio corrente, a condizione che siano soddisfatti i criteri specificati. Quando ciò si verifica, le informazioni per tale unità che sono incluse nelle indicazioni richieste dai paragrafi 123 e 124 fanno riferimento al calcolo del valore recuperabile portato a nuovo IPSAS 26 892 Data di entrata in vigore 126. Un’entità deve applicare il presente Principio a partire dai bilanci degli esercizi che hanno inizio dal 1° aprile 2009 o da data successiva. Si consiglia un’applicazione anticipata. Se l’entità applica il presente Principio per un esercizio che ha inizio prima del 1° aprile 2009, tale fatto deve essere indicato. 126A. I paragrafi 25 e 100 sono stati modificati dai Miglioramenti agli IPSAS pubblicati a gennaio 2010. Un’entità deve applicare tali modifiche prospetticamente, per i bilanci degli esercizi che hanno inizio dal 1° gennaio 2011 o da data successiva. Si consiglia un’applicazione anticipata se un’entità applica anche contestualmente le modifiche ai paragrafi 12, 13, 29, 40, 57, 59, 62, 62A, 62B, 63, 66 e 101A dell’IPSAS 16. Se l’entità applica tali modifiche per un esercizio che ha inizio prima del 1° gennaio 2011, tale fatto deve essere indicato. 126B. Il paragrafo 123 è stato modificato dai Miglioramenti agli IPSAS pubblicati nel gennaio 2010. L’entità deve applicare tali modifiche a partire dagli esercizi che hanno inizio dal 1° gennaio 2011 o da data successiva. Si consiglia un’applicazione anticipata. Se l’entità applica tali modifiche per un esercizio che ha inizio prima del 1° gennaio 2011, tale fatto deve essere indicato. 126C. L’IPSAS 31 ha modificato il paragrafo 2(h). L'entità deve applicare le modifiche a partire dagli esercizi che hanno inizio dal 1° aprile 2011 o da data successiva. Se l’entità applica l’IPSAS 31 a partire da un esercizio antecedente il 1° aprile 2011, le modifiche devono essere applicate anche per quell’esercizio precedente. 127. Quando, ai fini del bilancio, un'entità adotta il principio della competenza economica definito dagli IPSAS successivamente a tale data di entrata in vigore, il presente Principio si applica ai bilanci degli esercizi che hanno inizio dalla data di adozione o da data successiva. 893 IPSAS 26 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI Appendice A Guida operativa La presente Appendice costituisce parte integrante dell’IPSAS 26. Utilizzo delle tecniche di attualizzazione per la determinazione del valore d’uso La guida utilizza il termine “attività” ma si applica ugualmente a un gruppo di attività che formano un'unità generatrice di flussi finanziari. Gli elementi di una determinazione del valore attuale AG1. AG2. L’insieme dei seguenti elementi misura le differenze economiche tra le attività: a) una stima dei flussi finanziari futuri, o in casi più complessi, della serie di flussi finanziari futuri che l’entità prevede deriveranno dall’attività; b) le aspettative di possibili variazioni dell’ammontare o della tempistica di tali flussi finanziari; c) il valore temporale del denaro, rappresentato dal tasso corrente di interesse privo di rischio di mercato; d) il prezzo di assumersi l’incertezza implicita nell’attività, e e) altri fattori, a volte non identificabili (quali la mancanza di liquidità), che gli operatori di mercato rifletterebbero nella misurazione dei flussi finanziari futuri che l’entità prevede di ottenere dall’attività. Questa appendice contrappone due approcci di calcolo del valore attuale, ciascuno dei quali può essere utilizzato per stimare il valore d’uso di un’attività, a seconda delle circostanze. Secondo l’approccio tradizionale, le rettifiche per i fattori da b) fino a e) descritti nel paragrafo A1 sono implicite nel tasso di attualizzazione. Secondo l’approccio dei flussi finanziari attesi, i fattori b), d) ed e) causano rettifiche nel calcolare i flussi finanziari attesi rettificati per il rischio. Qualsiasi approccio adotti un’entità per riflettere le aspettative di possibili variazioni dell’ammontare o della tempistica dei flussi finanziari futuri, il risultato dovrebbe riflettere il valore attuale atteso dei flussi finanziari futuri, ossia la media ponderata di tutti i risultati possibili. Principi generali AG3. Le tecniche utilizzate per stimare i futuri flussi finanziari e i tassi di interesse varieranno da una situazione a un’altra a seconda delle circostanze che riguardano l’attività in questione. Tuttavia, i seguenti principi generali IPSAS 26 GUIDA OPERATIVA 894 disciplinano ogni applicazione delle tecniche attuariali nella valutazione delle attività: a) i tassi di interesse utilizzati per attualizzare i flussi finanziari dovrebbero riflettere assunti coerenti con quelle dei flussi finanziari stimati. Altrimenti, gli effetti connessi ad alcuni presupposti potrebbero essere calcolati due volte oppure ignorati. Per esempio, un tasso di attualizzazione del 12 per cento potrebbe essere applicato a flussi finanziari contrattuali di un finanziamento effettuato. Tale tasso riflette le previsioni di inadempimenti futuri su finanziamenti con caratteristiche particolari. Il medesimo tasso del 12 per cento non dovrebbe essere utilizzato per attualizzare i flussi finanziari attesi perché quei flussi finanziari riflettono già ipotesi di future inadempimenti; b) i flussi finanziari stimati e i tassi di attualizzazione dovrebbero essere privi di distorsioni e di fattori non correlati all’attività in questione. Per esempio, sottostimare volutamente i flussi finanziari netti stimati, per migliorare l’apparente redditività futura di un’attività, introduce un effetto distorsivo nella valutazione; c) i flussi finanziari stimati o i tassi di attualizzazione dovrebbero riflettere l’intervallo di risultati possibili piuttosto che un unico valore probabile, minimo o massimo. Approccio tradizionale e approccio dei flussi finanziari attesi nella attualizzazione Approccio tradizionale AG4. Le applicazioni contabili dell’attualizzazione hanno tradizionalmente utilizzato una singola serie di flussi finanziari stimati e un singolo tasso di attualizzazione, spesso descritto come tasso commisurato al rischio. In sostanza, l’approccio tradizionale assume che un singolo tasso di attualizzazione convenzionale può raccogliere tutte le previsioni sui flussi finanziari futuri e un premio appropriato per il rischio. Quindi, l’approccio tradizionale si concentra sulla scelta del tasso di attualizzazione. AG5. In alcune circostanze, come quelle in cui sul mercato si possono osservare attività comparabili, l’approccio tradizionale è relativamente facile da applicare. Per le attività con flussi finanziari contrattuali, è coerente con le modalità con cui gli operatori di mercato descrivono le attività, come ad esempio obbligazione al 12 per cento. AG6. Tuttavia, l’approccio tradizionale può non affrontare adeguatamente alcuni problemi di valutazione complessi, quali la valutazione di attività non finanziarie per le quali non esiste un mercato per l’elemento in esame, né un elemento paragonabile. Un’adeguata ricerca dell’attuale tasso commisurato al rischio richiede l’analisi di almeno due elementi: un’attività presente sul 895 IPSAS 26 GUIDA OPERATIVA SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI mercato che ha un tasso di interesse noto e l’attività da valutare. Il tasso di attualizzazione appropriato per i flussi finanziari da valutare deve essere desunto dal tasso di interesse osservabile in quest’altra attività. Per consentire tale inferenza, le caratteristiche dei flussi finanziari dell’altra attività devono essere similari a quelle dell’attività da valutare. Quindi, chi effettua la valutazione deve: a) identificare la serie di flussi finanziari da attualizzare; b) identificare un’altra attività sul mercato che mostri caratteristiche similari con riferimento ai flussi finanziari; c) confrontare le serie di flussi finanziari dei due elementi per accertare che siano similari (per esempio, entrambe le serie sono relative a flussi finanziari contrattuali, oppure uno è un flusso finanziario contrattuale e l’altro è stimato?); d) valutare se una voce contenga un elemento non presente nell’altra (per esempio, se una voce è meno liquida dell’altra), e e) valutare se è possibile che entrambe le serie di flussi finanziari possano comportarsi (cioè variare) in modo similare al cambiare delle condizioni economiche. Approccio dei flussi finanziari attesi AG7. L’approccio dei flussi finanziari attesi, è, in alcune situazioni, uno strumento di valutazione più efficiente rispetto all’approccio tradizionale. Nell’elaborare la valutazione, l’approccio dei flussi finanziari attesi utilizza tutte le previsioni sui possibili flussi finanziari invece di un flusso finanziario singolo maggiormente probabile. Per esempio, un flusso finanziario può essere UM100, 1 UM200 o UM300, con probabilità pari, rispettivamente, al 10 per cento, 60 per cento e 30 per cento. Il flusso finanziario atteso è UM220. L’approccio dei flussi finanziari attesi quindi differisce dall’approccio tradizionale concentrandosi sull’analisi diretta dei flussi finanziari in questione e su dichiarazioni più esplicite in merito agli assunti utilizzati nella valutazione. AG8. L’approccio dei flussi finanziari attesi permette inoltre, di utilizzare le tecniche di attualizzazione quando la tempistica dei flussi finanziari è incerta. Per esempio, un flusso finanziario di UM1.000 può essere monetizzato in un anno, due anni o tre anni con probabilità rispettivamente del 10 per cento, 60 per cento e 30 per cento. L’esempio che segue mostra il calcolo del valore attuale atteso in tale situazione. Valore attuale di UM1.000 in 1 anno al 5% 1 UM952,38 In questo e altri esempi gli importi monetari sono denominati in unità di moneta (UM). IPSAS 26 GUIDA OPERATIVA 896 Probabilità 10 % Valore attuale di UM1.000 in 2 anni al 5,25% Probabilità Probabilità UM541,64 UM851,61 30.% UM255,48 UM892,36 Valore attuale atteso AG9. UM902,73 60 % Valore attuale di UM1.000 in 3 anni al 5,50% UM95,24 Il valore attuale atteso di UM892,36 differisce dalla nozione tradizionale della miglior stima, pari a UM902,73 (la probabilità del 60 per cento). Un calcolo tradizionale del valore attuale applicato a questo esempio richiede di scegliere quali possibili tempistiche dei flussi finanziari utilizzare e, di conseguenza, non riflette le probabilità delle altre tempistiche. Ciò perché il tasso di attualizzazione in un calcolo tradizionale del valore attuale non può riflettere incertezze nei tempi. AG10. L’utilizzo delle probabilità è elemento essenziale dell’approccio dei flussi finanziari attesi. Alcuni si chiedono se l’assegnazione di probabilità a stime altamente soggettive suggerisca una precisione maggiore di quanto in realtà sia. Tuttavia, la corretta applicazione dell’approccio tradizionale (come descritto nel paragrafo A6) rende necessari le stesse stime e lo stesso grado di soggettività senza fornire la trasparenza di calcolo dell’approccio dei flussi finanziari attesi. AG11. Molte stime elaborate nella prassi corrente contengono già informalmente gli elementi dei flussi finanziari attesi. Inoltre, gli addetti alla contabilità spesso debbono valutare un’attività utilizzando informazioni limitate sulle probabilità di accadimento di possibili flussi finanziari. Per esempio, un contabile può trovarsi di fronte alle seguenti situazioni: a) l’importo stimato è compreso tra UM50 e UM250, ma nessun importo nell’intervallo di valori ha più probabilità di un altro. Sulla base di tali informazioni limitate, il flusso finanziario atteso stimato è UM150 [(50+250)/2]; b) l’importo stimato è compreso tra UM50 e UM250, e l’importo più probabile è UM100. Tuttavia, le probabilità di ogni importo sono sconosciute. Sulla base di tali informazioni limitate, il flusso finanziario atteso stimato è UM133,33 [(50+100+250)/3], o c) l’importo stimato sarà UM50 (probabilità del 10 per cento), UM250 (probabilità del 30 per cento), o UM100 (probabilità del 60 per cento). Sulla base di tali informazioni limitate, il flusso finanziario atteso stimato è UM140 [(50 × 0,10)+(250 × 0,30)+(100 × 0,60)]. 897 IPSAS 26 GUIDA OPERATIVA SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI In ogni caso, è probabile che il flusso finanziario atteso stimato fornisca una stima migliore del valore d’uso rispetto al valore minimo più probabile, o a quello massimo considerati individualmente. AG12. L’applicazione dell’approccio dei flussi finanziari attesi ha un limite nel rapporto costi/benefici. In alcuni casi, un’entità può disporre di una gran quantità di dati ed essere in grado di sviluppare diversi scenari di flussi finanziari. In altri casi, un’entità può essere in grado di sviluppare solo delle indicazioni generali sulla variabilità dei flussi finanziari senza sostenere costi rilevanti. L’entità deve poter bilanciare il costo sostenuto per ottenere informazioni aggiuntive con la maggiore attendibilità che le informazioni apporteranno alla valutazione. AG13. Alcuni affermano che le tecniche dei flussi finanziari attesi sono inadeguate per valutare una voce singola o una voce con un numero limitato di possibili risultati. Citano ad esempio un’attività con due possibili risultati: una probabilità del 90 per cento che il flusso finanziario sarà UM10 e un 10 per cento di probabilità che il flusso finanziario sarà UM1.000. Osservano che il flusso finanziario atteso in tale esempio è UM109 e criticano tale risultato poiché non rappresenta nessuno degli importi che possono effettivamente essere pagati. AG14. Affermazioni come quella appena illustrata esprimono un disaccordo di fondo con l’obiettivo della valutazione. Se l’obiettivo è l’accumulo dei costi da sostenere, i flussi finanziari attesi possono non produrre una stima fedelmente rappresentativa dei costi attesi. Tuttavia, il presente Principio riguarda la valutazione del valore recuperabile di un’attività. In questo esempio, è improbabile che il valore recuperabile dell’attività sia UM10, anche se quello è il flusso finanziario più probabile. Ciò in quanto la valutazione di UM10 non tiene conto dell’incertezza del flusso finanziario nel valutare l’attività. Al contrario, il flusso finanziario incerto è presentato come se fosse certo. Nessun soggetto razionale venderebbe un’attività con queste caratteristiche per UM10. Tasso di attualizzazione AG15. A prescindere dall’approccio adottato da un’entità per determinare il valore d’uso di un’attività, i tassi di interesse utilizzati per attualizzare i flussi finanziari non dovrebbero riflettere i rischi per tener conto dei quali i flussi finanziari stimati sono stati rettificati. Altrimenti, gli effetti connessi ad alcuni assunti potrebbero essere duplicati. AG16. Se il tasso specifico di un’attività non è reperibile direttamente sul mercato, l’entità usa altri parametri per stimarne il tasso di attualizzazione. La finalità è stimare, per quanto possibile, una valutazione di mercato: a) del valore temporale del denaro per gli esercizi che vanno sino alla fine della vita utile dell’attività, e IPSAS 26 GUIDA OPERATIVA 898 b) dei fattori b), d) ed e) descritti nel paragrafo AG1, nella misura in cui tali fattori non hanno causato rettifiche nel calcolare i flussi finanziari stimati. AG17. Come punto di partenza per tale stima, l’entità potrebbe prendere in considerazione i seguenti tassi: a) il costo medio ponderato del capitale per l’entità determinato facendo uso di tecniche valutative quale il Capital Asset Pricing Model; b) il tasso di finanziamento marginale dell’entità, e c) altri tassi di finanziamento reperibili sul mercato. AG18. Tuttavia, questi tassi devono essere rettificati: a) per riflettere il modo in cui il mercato valuterebbe i rischi specifici associati ai flussi finanziari stimati dell’attività, e b) per escludere rischi che non sono pertinenti ai flussi finanziari stimati dell’attività o per tener conto dei quali i flussi finanziari stimati sono stati rettificati. Si dovrebbero tenere in considerazione rischi quali quelli legati al paese, alla valuta e al prezzo. AG19. Il tasso di attualizzazione è indipendente dalla struttura del capitale di un’entità e dal modo in cui l’entità ha finanziato l’acquisto dell’attività, poiché i flussi finanziari futuri che ci si attende deriveranno da un’attività non dipendono dal modo in cui l’entità ha finanziato l’acquisto dell’attività. AG20. Il paragrafo 68 dispone che il tasso di attualizzazione utilizzato sia al lordo delle imposte. Quindi, quando il criterio utilizzato per stimare il tasso di attualizzazione è al netto degli effetti fiscali, esso è rettificato per riflettere un tasso al lordo delle imposte. AG21. L’entità usa generalmente un unico tasso di attualizzazione per la stima del valore d’uso di un’attività. Tuttavia, l’entità usa tassi di attualizzazione distinti per esercizi successivi differenti quando il valore d’uso riflette una differenza di rischio per i diversi esercizi o condizioni differenti nella struttura dei tassi di interesse. 899 IPSAS 26 GUIDA OPERATIVA SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI Appendice B Modifiche ad altri IPSAS L’IPSAS 21 Riduzione di valore delle attività non generatrici di flussi finanziari è modificato come segue (il testo eliminato è barrato e il testo nuovo è sottolineato) I paragrafi 5 e 6 sono modificati: 5. Le entità del settore pubblico che possiedono attività generatrici di flussi finanziari, secondo la definizione del paragrafo 14, devono applicare a tali attività l’International Accounting Standard IAS 36 Riduzione di valore delle attività IPSAS 26 Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari. Le entità del settore pubblico che possiedono attività non generatrici di flussi finanziari devono applicare a tali attività le disposizioni del presente Principio. 6. Il presente Principio esclude dal proprio ambito di applicazione la riduzione di valore delle attività trattate in un altro Principio contabile internazionale per il settore pubblico. Le ICP applicano lo IAS 36 Riduzione di valore delle attività, e quindi non sono soggette alle disposizioni del presente Principio. Le entità del settore pubblico diverse dalle ICP applicano lo IAS 36 l’IPSAS 26 alle proprie attività generatrici di flussi finanziari e applicano il presente Principio alle proprie attività non generatrici di flussi finanziari. I paragrafi da 6 a 13 spiegano più nel dettaglio l’ambito di applicazione del presente Principio. Il paragrafo 14 è modificato: Le attività generatrici di flussi finanziari sono attività possedute per generare con l’obiettivo principale di generare un rendimento. Il paragrafo 16 è eliminato: 16. Le attività generatrici di flussi finanziari sono quelle attività possedute per generare un rendimento. Un’attività genera un rendimento quando è impiegata con modalità simili a quelle di un'entità con fini di lucro. Il possesso di un’attività finalizzato alla generazione di un “rendimento” indica che l’entità intende generare flussi finanziari in entrata positivi da tale attività (o dall'unità generatrice di flussi finanziari di cui l'attività è parte) e ottenere un rendimento che rifletta il rischio connesso alla detenzione dell’attività. Sono aggiunti i seguenti paragrafi: 16. Le attività generatrici di flussi finanziari sono attività possedute con l’obiettivo primario di generare un rendimento. Un’attività genera un rendimento quando è impiegata con modalità simili a quelle di un'entità con fini di lucro. Il possesso di un’attività finalizzato alla generazione di un IPSAS 26 APPENDICE B 900 “rendimento” indica che l’entità intende generare flussi finanziari in entrata positivi da tale attività (o dall'unità generatrice di flussi finanziari di cui l'attività è parte) e ottenere un rendimento che rifletta il rischio connesso al possesso dell’attività. Un’attività può essere posseduta con l’obiettivo primario di generare un rendimento, anche se essa non raggiunge tale obiettivo in un determinato esercizio. Al contrario, un’attività può non essere generatrice di flussi finanziari anche se raggiunge il livello di pareggio o genera un rendimento in un determinato esercizio. A meno che non sia specificato altrimenti, i riferimenti a “un’attività” o a “delle attività” nei paragrafi seguenti del presente Principio riguardano “attività non generatrici di flussi finanziari”. 17. In determinate circostanze le entità del settore pubblico possono detenere alcune attività con l’obiettivo primario di generare un rendimento, nonostante la maggioranza delle attività non sia posseduta a tale scopo. Per esempio, un ospedale può destinare un edificio ad accogliere pazienti paganti. Le attività generatrici di flussi finanziari di un’entità del settore pubblico possono operare indipendentemente dalle attività non generatrici di flussi finanziari dell’entità. Per esempio, l’ufficio atti pubblici può percepire le spese di iscrizione nel registro fondiario indipendentemente dal ministero dell’agricoltura. 18. In alcune circostanze, un’attività può generare flussi finanziari nonostante essa sia posseduta principalmente per fini legati all'erogazione di servizi. Per esempio, un impianto di smaltimento rifiuti viene gestito per garantire lo smaltimento in sicurezza dei rifiuti sanitari prodotti da ospedali pubblici, ma smaltisce su base commerciale anche una piccola quantità di rifiuti sanitari prodotti da altri ospedali privati. Lo smaltimento dei rifiuti sanitari provenienti dagli ospedali privati è connesso alle attività dell’impianto e le attività che generano flussi finanziari non possono essere distinte dalle attività non generatrici di flussi finanziari. 19. In altre circostanze, un’attività può generare flussi finanziari ed essere utilizzata anche per finalità non legate alla generazione di flussi finanziari. Per esempio, un ospedale pubblico ha dieci reparti, nove dei quali sono gestiti su base commerciale per i pazienti paganti, mentre un reparto è usato per i pazienti non paganti. I pazienti di entrambe le tipologie di reparto utilizzano altre strutture ospedaliere (per esempio, le strutture chirurgiche). Per stabilire se l'entità debba applicare le disposizioni del presente Principio o dell’IPSAS 26 Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari, occorre considerare in quale misura l'attività è posseduta con l'obiettivo di generare un rendimento. Se, come nell’esempio, la componente non generatrice di flussi finanziari è una componente non significativa dell’organizzazione nel suo complesso, l’entità applica l’IPSAS 26 e non il presente Principio. 20. In alcuni casi, può non essere chiaro se l’obiettivo principale del possesso di un'attività è la generazione di un rendimento. In tali casi, è necessario valutare 901 IPSAS 26 APPENDICE B SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI la significatività dei flussi finanziari. Può risultare difficile stabilire se la misura in cui l’attività genera flussi finanziari sia talmente significativa da richiedere l’applicazione del presente Principio invece dell’IPSAS 26. Per stabilire quale Principio applicare è necessaria una valutazione soggettiva. L’entità elabora dei criteri propri così da poter formulare tale valutazione in modo uniforme con la definizione di attività generatrici di flussi finanziari e attività non generatrici di flussi finanziari, nonché con le relative linee guida indicate nei paragrafi 16A-16E.Il paragrafo 67B richiede che l’entità indichi i criteri utilizzati nel formulare tale valutazione Tuttavia, dati gli obiettivi generali della maggior parte delle entità del settore pubblico diverse dalle ICP, si presume che le attività non siano generatrici di flussi finanziari e, pertanto, si applicherà l’IPSAS 21. IPSAS 26 APPENDICE B 902 Il paragrafo 71 è riformattato in grassetto: 71. La ridesignazione delle attività da attività generatrici di flussi finanziari ad attività non generatrici di flussi finanziari o viceversa è possibile solo nel caso in cui risulta evidente che tale ridesignazione è appropriata. La ridesignazione, di per sé, non comporta necessariamente una verifica per riduzione di valore o un ripristino di valore. Al contrario, l’indicazione di una verifica per riduzione di valore o di un ripristino di valore deriva, quanto meno dalle indicazioni elencate applicabili all'attività dopo la ridesignazione. Sono aggiunti i seguenti paragrafi: 72. Vi sono delle circostanze in cui le entità del settore pubblico possono decidere che sia appropriato ridesignare un’attività non generatrice di flussi finanziari come attività generatrice di flussi finanziari. Per esempio, un impianto per il trattamento degli effluenti è stato costruito principalmente per trattare gli effluenti industriali di un’unità di edilizia popolare, attività per la quale non vengono addebitate spese. L’unità di edilizia popolare è stata demolita e il sito sarà ristrutturato per scopi industriali e commerciali. Si conviene che, in futuro, l’impianto sarà utilizzato per trattare gli effluenti industriali a tariffe di mercato. Alla luce di questa decisione, l’entità del settore pubblico decide di ridesignare l’impianto di trattamento degli effluenti come un’attività generatrice di flussi finanziari. 72A. Un’entità deve indicare i criteri che ha elaborato per distinguere le attività non generatrici di flussi finanziari dalle attività generatrici di flussi finanziari. Nelle Motivazioni per le conclusioni, sono stati modificati i seguenti paragrafi: BC5. Lo IAS 36 richiede a un’entità di determinare il valore d’uso come il valore attuale dei flussi finanziari futuri che si prevede di percepire a) dall’uso continuativo dell’attività o dell’unità generatrice di flussi finanziari e b) dalla sua dismissione al termine della sua vita utile. Il potenziale di servizio delle attività generatrici di flussi finanziari si riflettono nella loro capacità di generare flussi finanziari futuri. L’IPSAS 26 è basato sullo IAS 36. Le disposizioni dello IAS 36 dell'IPSAS 26 possono essere applicate alle attività generatrici di flussi finanziari possedute da entità del settore pubblico. Il presente Principio richiede alle entità di applicare lo IAS 36 l’IPSAS 26 per contabilizzare le riduzioni di valore delle attività generatrici di flussi finanziari nel settore pubblico. Nelle Motivazioni per le conclusioni, il seguente paragrafo è stato eliminato: C20 Il presente Principio richiede che la riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari venga trattata conformemente allo IAS 36. Lo IAS 36 si applica a immobili, impianti e macchinari rilevati ai valori contabili rideterminati. Quindi, il presente Principio non esenta da una verifica per 903 IPSAS 26 APPENDICE B SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI riduzione di valore gli immobili, impianti e macchinari che generano flussi finanziari e sono rilevati ai loro valori rideterminati. IPSAS 26 APPENDICE B 904 Motivazioni per le conclusioni Le presenti Motivazioni per le conclusioni sono allegate all’IPSAS 26, ma non ne costituiscono parte integrante. Elaborazione dell’IPSAS 26 sulla base della versione rivista nella sostanza dello IAS 36 dello IASB, pubblicato nel 2004 Introduzione BC1. Il Programma di Convergenza con gli IFRS dell’IPSASB è un elemento importante del programma di lavoro dell’IPSASB. La politica dell’IPSASB mira a far convergere gli IPSAS redatti secondo il principio di competenza economica con gli IFRS pubblicati dallo IASB, laddove se ne riscontri l'appropriatezza, per le entità del settore pubblico. BC2. L’IPSASB ha pubblicato l’IPSAS 21 Riduzione di valore di attività non generatrici di flussi finanziari nel dicembre 2004. L’IPSAS 21 stabilisce le procedure che un'entità deve applicare per determinare se un'attività non generatrice di flussi finanziari abbia subito una riduzione di valore, e indica come rilevare e valutare la riduzione di valore. La maggioranza delle attività del settore pubblico non genera flussi finanziari e le disposizioni per la rilevazione e la valutazione elaborate hanno comportato una serie di differenze tra l'IPSAS 21 e l’International Accounting Standard, IAS 36 Riduzione di valore delle attività. La necessità del presente Principio BC3. L’IPSAS 21 invitava i lettori a fare riferimento allo IAS 36 a) per stabilire se le attività generatrici di flussi finanziari hanno subito una riduzione di valore e b) per contabilizzare la rilevazione e la valutazione di qualsiasi riduzione di valore. L’inserimento di disposizioni e di indicazioni sulla riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari nell’ambito di un IPSAS, in modo che le entità del settore pubblico non debbano necessariamente fare riferimento allo IAS 36 nel caso in cui un'entità abbia attività generatrici di flussi finanziari, comporta dei vantaggi. Inoltre, la riduzione di valore riguarda diverse questioni specifiche del settore pubblico. Esse includono: a) se gli immobili, impianti e macchinari che generano flussi finanziari rilevati in base al modello della rideterminazione del valore consentito dall'IPSAS 17 Immobili, impianti e macchinari debbano rientrare nell’ambito di applicazione; b) la distinzione tra attività generatrici di flussi finanziari e attività non generatrici di flussi finanziari; c) la riclassificazione da attività generatrici di flussi finanziari ad attività non generatrici di flussi finanziari e viceversa, e 905 IPSAS 26 MOTIVAZIONI PER LE CONCLUSIONI SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI d) il trattamento contabile delle attività non generatrici di flussi finanziari presenti nelle unità generatrici di flussi finanziari ai fini della riduzione di valore . Esclusione dall’ambito di applicazione di immobili, impianti e macchinari rilevati al loro valore rideterminato e di attività immateriali regolarmente rivalutate al fair value BC4. L’ambito di applicazione dell’IPSAS 21 esclude gli immobili, impianti e macchinari che non generano flussi finanziari e che sono rilevati ai loro importi rivalutati in base al modello della rideterminazione del valore consentito dall’IPSAS 17. Le Motivazioni per le conclusioni incluse nell’IPSAS 21 affermano che l’IPSASB ritiene che le attività rilevate in base ai loro importi rivalutati in conformità al modello della rideterminazione del valore consentito dall’IPSAS 17, saranno rideterminati con regolarità sufficiente ad assicurare a) che siano rilevati a un valore non sostanzialmente diverso dal proprio fair value alla data di riferimento del bilancio e b) che qualsiasi riduzione di valore sarà presa in considerazione all’atto della valutazione. L’IPSASB ha quindi considerato se il presente Principio dovesse prevedere tale esclusione dall’ambito di applicazione. BC5. L’IPSASB ha riconosciuto che gli immobili, impianti e macchinari posseduti in base al modello della rideterminazione del valore rientrano nell’ambito di applicazione dello IAS 36, e ha valutato l’opinione secondo cui le indicazioni sulla determinazione delle perdite per riduzione di valore di tali attività siano appropriate per le entità del settore pubblico che possiedono attività rilevate in base al modello della rideterminazione del valore. L’IPSASB ha osservato che nello IAS 36, nei casi in cui il fair value di un elemento di immobili, impianti e macchinari è il suo valore di mercato, l’importo massimo di una perdita per riduzione di valore è pari ai costi di dismissione. Nelle Motivazioni per le conclusioni per l’IPSAS 21, si afferma che “l'IPSASB ritiene che, nella maggioranza dei casi, tali costi non saranno rilevanti e che, da un punto di vista pratico, non è necessario valutare il valore di servizio recuperabile di un'attività e rilevare una perdita per riduzione di valore per i costi di dismissione di un'attività non generatrice di flussi finanziari”. L’IPSASB ha considerato che è probabile che i costi di dismissione non siano rilevanti per le attività generatrici di flussi finanziari. BC6. Per le attività generatrici di flussi finanziari specialistiche, il cui fair value non deriva dal valore di mercato, lo IAS 36 richiede che la recuperabilità sia stimata in base al valore d’uso. Poiché il valore d’uso è basato sulla proiezione dei flussi finanziari, esso potrebbe essere significativamente maggiore o minore del valore contabile. Quest’analisi è rilevante anche nel settore pubblico. Tuttavia, è opinabile che le entità del settore pubblico IPSAS 26 MOTIVAZIONI PER LE CONCLUSIONI 906 possiedono attività specialistiche che soddisfano la definizione di attività generatrici di flussi finanziari esposta nel presente Principio. BC7. L’IPSASB rimane dell’opinione che sarebbe oneroso imporre un ulteriore obbligo di verifica per riduzione di valore oltre a quello previsto da IPSAS 17; in altre parole, il valore delle attività sarà rideterminato con regolarità tale da assicurare che esse siano rilevate per un importo non significativamente diverso dal loro fair value alla data di riferimento del bilancio. Pertanto, nel complesso, l'IPSASB ha concluso che la coerenza con l’IPSAS 21 dovesse prevalere rispetto alla convergenza con lo IAS 36, e che gli immobili, impianti e macchinari rilevati secondo il modello della rideterminazione del valore dell'IPSAS 17 dovessero essere esclusi dall’ambito di applicazione del presente Principio. In linea con l’approccio previsto per immobili, impianti e macchinari, anche le attività immateriali regolarmente rideterminate al fair value sono escluse dall’ambito di applicazione. Esclusione dell’avviamento dall’ambito di applicazione BC8. Lo IAS 36 contiene disposizioni e indicazioni complete a) sulla riduzione di valore dell'avviamento, b) sull’imputazione dell’avviamento alle unità generatrici di flussi finanziari, e c) sulla verifica per riduzione di valore delle unità generatrici di flussi finanziari con avviamento. L’IPSASB ha valutato se l’avviamento dovesse rientrare nell’ambito di applicazione del presente Principio. L’IPSASB non ha ancora pubblicato un IPSAS che tratti le aggregazioni tra entità e ritiene probabile che il verificarsi di aggregazioni tra entità del settore pubblico darà luogo ad alcune problematiche specifiche di tale settore. In particolare, se, nelle aggregazioni tra entità del settore pubblico, sia sempre possibile identificare l'acquirente.. L’IPSASB ha concluso che l’avviamento non debba rientrare nell’ambito di applicazione del presente Principio. In conformità alla gerarchia stabilita nell’IPSAS 3 Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori, si invitano gli utilizzatori a fare riferimento alle disposizioni dei principi contabili nazionali e internazionali di riferimento che trattano la riduzione di valore dell’avviamento, l’imputazione dell’avviamento alle unità generatrici di flussi finanziari e la verifica per riduzione di valore delle unità generatrici di flussi finanziari con avviamento. Distinzione tra attività generatrici di flussi finanziari e attività non generatrici di flussi finanziari BC9. L’IPSASB ha osservato che alcune attività hanno le caratteristiche di entrambe le attività generatrici e non generatrici di flussi finanziari. L’IPSASB ha valutato se adottare un approccio basato sulle componenti che identificasse le componenti generatrici e non generatrici di flussi finanziari delle attività, sottoponendole a trattamenti diversi. L’IPSASB ha respinto 907 IPSAS 26 MOTIVAZIONI PER LE CONCLUSIONI SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI tale approccio per motivazioni relative al rapporto costi/benefici. L’IPSASB ha concluso che, nel settore pubblico, generalmente le attività non sono generatrici di flussi finanziari e che l’analisi del loro potenziale di servizio è il criterio preferito per determinare la riduzione di valore. Il paragrafo 18 del presente Principio contiene pertanto una presunzione relativa secondo cui le attività che sono sia generatrici, sia non generatrici di flussi finanziari, debbano essere trattate come attività non generatrici di flussi finanziari. Indicazioni di riduzione di valore: capitalizzazione di mercato BC10. L’IPSASB ha valutato se le indicazioni di riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari possedute da entità del settore pubblico – fonti di informazione esterne e interne – siano simili a quelle dello IAS 36. Ha concluso che le indicazioni di cui allo IAS 36 sono pertinenti, a eccezione di quella secondo cui il valore contabile delle attività nette delle entità è superiore alla sua capitalizzazione di mercato. L’IPSASB ritiene che saranno pochissime le entità del settore pubblico che emetteranno strumenti rappresentativi di capitale negoziati su mercati liquidi e attivi e che non sono ICP, e che tale indicazione sarà pertanto pertinente soltanto in sede di consolidamento delle ICP. Fair value dedotti i costi di vendita e vendite forzose BC11. Nei commenti alla definizione di “fair value dedotti i costi di vendita”, lo IAS 36 sancisce che il “fair value dedotti i costi di vendita non riflette una vendita forzosa”, ma contiene una condizione: “a meno che la direzione sia costretta a vendere immediatamente”. L’IPSAS 26 non contiene questa condizione nel paragrafo 40 perché sono estremamente rare le circostanze in cui le entità del settore pubblico che non sono ICP sono costrette a vendere immediatamente per poter continuare l’attività. Ridesignazione delle attività BC12. Le attività generatrici di flussi finanziari possono diventare attività non generatrici di flussi finanziari e viceversa. L’IPSASB ha considerato in quali circostanze consentire la ridesignazione di un’attività da generatrice di flussi finanziari come attività non generatrice di flussi finanziari e viceversa. L’IPSASB ha concluso che una ridesignazione può verificarsi soltanto se la sua appropriatezza risulta evidente. L’IPSASB ha inoltre concluso che, di per sé, una ridesignazione non innesca una verifica per riduzione di valore, né un ripristino di valore. Al contrario, alla successiva data di riferimento del bilancio, un'entità deve valutare gli opportuni indicatori successivamente alla ridesignazione per stabilire se è necessaria una verifica. Tali requisiti sono stabiliti nel paragrafo 112. IPSAS 26 MOTIVAZIONI PER LE CONCLUSIONI 908 Unità generatrici di flussi finanziari BC13. Come nello IAS 36, laddove non sia possibile determinare il valore recuperabile di una singola attività, si determinerà il valore recuperabile dell'unità generatrice di flussi finanziari (CGU) dell'attività. La CGU è il più piccolo gruppo identificabile di attività che a) genera flussi finanziari in entrata che derivano dall’uso continuativo e b) sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata generati da altre attività o gruppi di attività. L’IPSASB ha concluso che la nozione di CGU è appropriata per le attività generatrici di flussi finanziari nel contesto del settore pubblico. Beni destinati ad attività ausiliarie e comuni (corporate assets) BC14. Lo IAS 36 contiene disposizioni concernenti i beni destinati ad attività ausiliarie e comuni (corporate assets). Nello IAS 36, i beni destinati ad attività ausiliarie e comuni sono “tutte le attività, escluso l'avviamento, che contribuiscono ai flussi finanziari futuri sia dell’unità generatrice di flussi finanziari in oggetto sia delle altre unità generatrici di flussi finanziari” – ovvero, un bene destinato ad attività ausiliarie e comuni contribuisce solo alle CGU e non alle attività non generatrici di flussi finanziari. L’IPSASB ha considerato se questo Principio dovesse contenere delle disposizioni per i beni destinati ad attività ausiliarie e comuni definiti nello IAS 36. BC15. Lo scopo principale delle entità del settore pubblico diverse dalle ICP non consiste nel generare un rendimento. Pertanto, l'IPSASB ritiene che vi saranno ben poche occasioni in cui un’attività condivisa tra diverse attività operative (come una sede amministrativa) apporti potenziale di servizio alle CGU senza apportare potenziale di servizio anche alle attività operative non generatrici di flussi finanziari. Si è quindi deciso che, nel presente Principio, non è necessario fornire una definizione dei beni destinati ad attività ausiliarie e comuni, né disposizioni a essi relative. Il paragrafo 96 rimanda le entità ai principi contabili nazionali e internazionali di riferimento che trattano le attività che non generano flussi finanziari indipendentemente da altre attività e fanno parte di più unità generatrici di flussi finanziari, ma non apportano potenziale di servizio alle attività operative non generatrici di flussi finanziari. Trattamento contabile di attività non generatrici di flussi finanziari appartenenti a unità generatrici di flussi finanziari BC16. Probabilmente vi saranno dei casi in cui le entità del settore pubblico possiedono attività non generatrici di flussi finanziari che apportano alla GCU potenziale di servizio aggiuntivo rispetto alle attività non generatrici di flussi finanziari. L’IPSASB ha valutato quale approccio adottare per il trattamento di tali attività non generatrici di flussi finanziari nelle CGU. In particolare, l’IPSASB ha valutato se, successivamente alle verifiche per riduzione di valore contemplate dall’IPSAS 21, fosse opportuno includere 909 IPSAS 26 MOTIVAZIONI PER LE CONCLUSIONI SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI una quota parte del valore contabile di un’attività non generatrice di flussi finanziari nel valore contabile della CGU nel momento in cui si confronta il valore contabile di tale CGU con il suo valore recuperabile. BC17. L’IPSASB ha concluso che nel valore contabile della CGU debba essere inclusa una quota parte del valore contabile di tale attività non generatrice di flussi finanziari. Tale quota parte dovrebbe essere determinata proporzionalmente al potenziale di servizio che tale attività apporta alla CGU. Se si ignora l’attività non generatrice di flussi finanziari, il valore contabile della CGU potrebbe essere sottostimato e le perdite per riduzione di valore potrebbero non essere rilevate. Tuttavia, poiché le riduzioni di valore dell'attività non generatrice di flussi finanziari saranno state determinate in conformità all'IPSAS 21, l'attività non generatrice di flussi finanziari sarà stata svalutata fino a concorrenza del suo valore di servizio recuperabile. Pertanto, all’attività non generatrice di flussi finanziari non saranno imputate ulteriori perdite per riduzione di valore relative alla CGU. Le perdite per riduzione di valore sono imputate proporzionalmente alle attività generatrici di flussi finanziari della CGU, in base ai valori contabili, tenendo conto delle limitazioni poste nel paragrafo 92. Tale approccio è riportato nel paragrafo 95. Revisione dell’IPSAS 26 sulla base dei Miglioramenti agli IFRS dello IASB pubblicati nel 2008 BC18. L’IPSASB ha esaminato le revisioni allo IAS 36 incluse nei Miglioramenti agli IFRS pubblicati dallo IASB nel maggio 2008 e, in linea generale, concorda con le ragioni dello IASB nel rivedere nella sostanza il Principio. L’IPSASB ha concluso che non sussistevano ragioni specifiche del settore pubblico per non adottare le modifiche. IPSAS 26 MOTIVAZIONI PER LE CONCLUSIONI 910 Albero decisionale illustrativo Il presente albero decisionale è allegato all’IPSAS 26, ma non ne costituisce parte integrante. Per semplicità e chiarezza, il seguente diagramma di flusso ipotizza che qualsiasi attività appartenente a una CGU apporti anche potenziale di servizio alle attività non generatrici di flussi finanziari. Quando un’attività apporta potenziale di servizio soltanto a una o più CGU, ma non alle attività che non generano flussi finanziari, le entità fanno riferimento ai principi contabili nazionali e internazionali di riferimento che trattano tali circostanze in conformità al paragrafo 96. È possibile stimare singolarmente il valore recuperabile dell’attività o del servizio dell’attività? No Sì Sì L’attività è un’attività generatrice di flussi finanziari? Applicare il presente Principio e modificare il valore contabile in caso di perdita per riduzione di valore No Applicare l’IPSAS 21 e modificare il valore contabile in caso di perdita per riduzione di valore L’attività è parte di un’unità generatrice di flussi finanziari? No Sì Includere il valore contabile o l’allocazione di una quota parte del valore contabile dell’attività nella CGU Non sono necessarie ulteriori azioni Il valore recuperabile della CGU è maggiore o uguale al suo valore contabile? Sì No La perdita per riduzione di valore è imputata alle attività generatrici di flussi finanziari nella CGU proporzionalmente al valore contabile, con le limitazioni di cui al paragrafo 92 911 Non vi sono perdite per riduzione di valore attribuibili alla CGU IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI Guida applicativa La presente Guida applicativa è allegata all'IPSAS 26, ma non ne costituisce parte integrante. La maggior parte delle attività possedute da entità del settore pubblico è costituita da attività non generatrici di flussi finanziari e la contabilizzazione della loro riduzione di valore deve essere conforme all'IPSAS 21. Nei casi in cui un’attività posseduta da un’entità del settore pubblico è detenuta con l’obiettivo di generare un rendimento, occorre rispettare le disposizioni del presente Principio. La maggior parte delle attività generatrici di flussi finanziari deriva da attività imprenditoriali gestite da agenzie che non soddisfano la definizione di ICP. Un esempio è un’unità produttrice di sementi gestita su base commerciale che appartiene a un’entità di ricerca agricola. Nel contesto degli esempi che seguono, entità del settore pubblico diverse dalle ICP svolgono attività commerciali. Identificazione di unità generatrici di flussi finanziari Lo scopo di questo esempio è: a) fornire una indicazione di come le unità generatrici di flussi finanziari sono identificate in circostanze differenti, e mettere in evidenza alcuni fattori che un’entità può considerare nell’identificazione dell’unità generatrice di flussi finanziari alla quale un’attività appartiene. A – Riduzione della domanda relativa a un’unità mono-prodotto b) Contesto IG1. L’azienda ha due generatori a turbina in un unico impianto elettrico. Nell’esercizio corrente, un importante stabilimento di produzione presente nella zona ha chiuso, determinando un significativo calo della domanda di energia elettrica. Di conseguenza, l’amministrazione pubblica ha spento uno dei generatori. Analisi IG2. I singoli generatori a turbina non generano di per sé flussi finanziari.: Pertanto, l’unità generatrice di flussi finanziari che deve essere utilizzata per determinare una perdita per riduzione di valore è l’impianto elettrico nel suo complesso. B – Aeromobile noleggiato da un’unità di trasporto aereo pubblica Contesto IG3. M è l’unità di trasporto aereo di un’entità pubblica. Essa gestisce tre aeromobili, una pista di atterraggio e una serie di hangar e altri edifici, tra cui IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA 912 le strutture dove vengono effettuati la manutenzione e il rifornimento. A causa della contrazione della domanda dei suoi servizi, M noleggia un aeromobile a un’impresa privata per un periodo di cinque anni. Le condizioni del noleggio prevedono che M debba consentire al conduttore di usare la pista di atterraggio e sia responsabile della manutenzione dell’aeromobile. Analisi IG4. Viste le condizioni del noleggio, non si può ritenere che l'aeromobile noleggiato generi flussi finanziari in entrata ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata generati da M nel suo complesso. Quindi, è probabile che l’unità generatrice di flussi finanziari a cui l’aeromobile appartiene sia M nel suo complesso. C – Impianto di frantumazione in un’entità di smaltimento rifiuti Contesto IG5. Un Comune gestisce un’entità di smaltimento rifiuti che possiede un impianto di frantumazione per sostenere le sue attività di smaltimento. L’impianto di frantumazione non genera flussi finanziari in entrata ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata generati dalle altre attività di smaltimento rifiuti dell'entità. Analisi IG6. Non è possibile stimare il valore recuperabile dell’impianto di frantumazione perché il suo valore d’uso non può essere determinato ed è probabilmente differente dal valore di rottame. Perciò, l’entità stima il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi finanziari cui l’impianto di frantumazione appartiene, ossia l’entità di smaltimento rifiuti nel suo complesso. D – Percorsi offerti da una società di autobus Contesto IG7. Una società di autobus statale fornisce per contratto servizi a un Comune, il quale richiede un servizio minimo su ciascuno di cinque distinti percorsi. Le attività impiegate in ciascun percorso e i flussi finanziari derivanti da ciascun percorso possono essere identificati separatamente. Uno di questi percorsi opera in perdita, in modo significativo. Analisi IG8. Poiché l’entità non ha la facoltà di chiudere uno qualsiasi dei percorsi degli autobus, il livello più basso di flussi finanziari in entrata identificabili, che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti dalle altre attività o gruppi di attività, è il flusso finanziario in entrata generato dai cinque percorsi insieme. L’unità generatrice di flussi finanziari è la società di autobus nel suo complesso. 913 IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI Calcolo del valore d’uso e rilevamento di una perdita per riduzione di valore Premessa e calcolo del valore d’uso IG9. Agli inizi del 20X0, l’amministrazione pubblica R, attraverso il Dipartimento dell'Energia, ha messo in servizio un impianto di produzione di energia che aveva costruito al costo di UM 250 milioni. IG10. Agli inizi del 20X4, vengono messi in servizio gli impianti di produzione di energia costruiti dai concorrenti, determinando una riduzione dei proventi prodotti dall’impianto dell’Amministrazione pubblica R. Le riduzioni dei proventi si verificano perché il volume dell’elettricità generata è inferiore alle aspettative, e anche perché i prezzi dell’elettricità e la capacità in stand-by sono inferiori alle aspettative. IG11. La riduzione dei proventi evidenzia che il rendimento dell’attività è peggiore di quanto previsto. Di conseguenza, l’Amministrazione pubblica R deve determinare il valore recuperabile dell’attività. IG12. L’Amministrazione pubblica R adotta l’ammortamento a quote costanti per i vent'anni di vita dell'impianto e non prevede alcun valore residuo. IG13. Non è possibile determinare il fair value dedotti i costi di vendita dell’impianto di produzione di energia. Pertanto, la recuperabilità può essere determinata solo attraverso il calcolo del valore d’uso. Per determinare il valore d’uso dell’impianto di produzione di energia (vedere Prospetto 1), l’Amministrazione pubblica R: a) prepara le previsioni dei flussi finanziari estrapolate dai più recenti bilanci preventivi/previsioni finanziarie per i prossimi cinque anni (anni 20X5-20X9) approvati dalla direzione; b) stima i flussi finanziari successivi (anno 20Y0–20Y9) basandosi sui tassi di crescita decrescenti compresi tra il -6 e il -3 per cento annuo, e c) sceglie un tasso di attualizzazione del 6 per cento, che rappresenta un tasso che riflette valutazioni correnti del mercato in merito al valore temporale del denaro e ai rischi specifici dell’impianto di produzione di energia dell’Amministrazione pubblica R. Rilevazione e determinazione della perdita per riduzione di valore IG14. Il valore recuperabile dell’impianto di produzione dell’Amministrazione pubblica R è di UM 121,1 milioni. di energia IG15. L’Amministrazione pubblica R confronta il valore recuperabile dell'impianto di produzione di energia con il suo valore contabile (vedere Prospetto 2). IG16. Poiché il valore contabile è maggiore dell’importo recuperabile di UM78,9 milioni, si rileva immediatamente nell’avanzo o disavanzo di esercizio una perdita per riduzione di valore di U78,9 milioni. IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA 914 Prospetto 1―Calcolo del valore d’uso dell’impianto di produzione di energia dell'amministrazione pubblica R alla fine del 20X4 Anno Tassi di crescita di lungo periodo Flussi finanziari futuri Valore attuale fattoriale ad un tasso di attualizzazione del 6%§ Flussi finanziari futuri attualizzati (milioni di UM) 20X5 (n=1) 16.8 * 0.94340 15.8 20X6 14.4 * 0.89000 12.8 20X7 14.2 * 0.83962 11.9 20X8 14.1 * 0.79209 11.2 20X9 13.9 * 0.74726 10.4 † 20Y0 (6%) 13.1 0.70496 9.2 20Y1 (6%) 12.3 † 0.66506 8.2 20Y2 (6%) 11.6 † 0.62741 7.3 20Y3 (5%) 11.0 † 0.59190 6.5 20Y4 (5%) 10.5 † 0.55839 5.9 (5%) 10.0 † 0.52679 5.3 † 20Y5 20Y6 (4%) 9.6 0.49697 4.8 20Y7 (4%) 9.2 † 0.46884 4.3 20Y8 (3%) 8.9 † 0.44230 3.9 20Y9 (3%) 8.6 † 0.41727 3.6 Valore d’uso * 121.1 Basato sulla migliore stima dei flussi finanziari netti previsti effettuata dalla direzione. † Basato su una estrapolazione dai flussi finanziari dell’anno precedente utilizzando tassi di crescita decrescenti. § Il fattore valore attuale è calcolato dalla formula k=1/1(+a)n, dove a = tasso di attualizzazione e n = periodo di attualizzazione. Prospetto 2―Calcolo della perdita per riduzione di valore dell'impianto di produzione di energia dell'Amministrazione pubblica R all'inizio del 20X5 Totale UM(in milioni) Inizio del 20X5 Costo storico 250.0 Ammortamento accumulato (20X4) (50.0) Valore contabile 200.0 Valore contabile dopo la perdita per riduzione di valore 121.1 Perdita per riduzione di valore (78.9) 915 IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI Ripristino di valore Il presente esempio è basato sui dati per l'amministrazione pubblica R presentati nell’esempio 2, cui sono state aggiunte le informazioni fornite in quest'esempio. In questo esempio non vengono considerati gli effetti fiscali. Contesto IG17. Nel 20X6 alcuni concorrenti hanno chiuso gli impianti di produzione di energia e, pertanto, l'impatto negativo sui proventi dell'Amministrazione pubblica R è stato inferiore a quanto previsto a fine 2004. A seguito di questo cambiamento favorevole, il governo deve stimare di nuovo il valore recuperabile dell’impianto di produzione di energia. IG18. Calcoli analoghi a quelli riportati nell’esempio 2 indicano che adesso il valore recuperabile dell’impianto di produzione di energia è di UM157,7 milioni. Ripristino di valore IG19. L’Amministrazione pubblica R confronta il valore recuperabile e il valore contabile netto dell'impianto di produzione di energia e storna una parte della perdita per riduzione di valore precedentemente rilevata nell'esempio 2. Attività non generatrice di flussi finanziari che contribuisce a un’unità generatrice di flussi finanziari Contesto IG20. Un ospedale pubblico possiede e gestisce uno scanner per l’imaging a risonanza magnetica (MRI) utilizzato essenzialmente dai reparti per i pazienti non paganti. Tuttavia, il 20% del suo utilizzo è destinato al trattamento di pazienti paganti. I pazienti paganti sono alloggiati e trattati in un edificio separato comprendente i reparti, una sala operatoria e numerosi beni strumentali usati unicamente per i pazienti paganti. Al 31 dicembre 20X6, il valore contabile dell’edificio e dei beni strumentali è di CU30.000. Non è possibile stimare separatamente il valore recuperabile dell’edificio e dei beni strumentali. Pertanto, l’edificio e i beni strumentali sono considerati un’unità generatrice di flussi finanziari (CGU). Al 1° gennaio 20X6 lo scanner MRI aveva un valore contabile di UM 3.000. Al 31 dicembre 20X6, per lo scanner MRI viene rilevato un ammortamento di UM 600. Considerato che il settore è stato interessato da importanti progressi tecnologici, lo scanner MRI è stato sottoposto a verifica per riduzione di valore il 31 dicembre 20X6, determinando una perdita per riduzione di valore di UM400. Pertanto, al 31 dicembre 20X6, il valore contabile dello scanner MRI è UM2.000. Determinazione del valore recuperabile di un'unità generatrice di flussi finanziari IG21. Durante l’anno, l’ospedale aveva subito una significativa riduzione del numero di pazienti paganti. La CGU viene quindi sottoposta a verifica per IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA 916 riduzione di valore. Il valore recuperabile della CGU, basato sul suo valore d’uso, è stimato pari a UM 27.400. Il 20% del valore contabile rivisto dello scanner MRI (UM4.000) è attribuito al valore contabile della CGU prima di determinare la perdita per riduzione di valore (UM3.000). La perdita per riduzione di valore è ripartita proporzionalmente tra l’edificio e i beni strumentali, in base ai rispettivi valori contabili. Allo scanner MRI non sono attribuite ulteriori perdite per riduzione di valore, in quanto è già stata determinata una perdita per riduzione di valore ai sensi dell'IPSAS 21 Riduzione di valore di attività non generatrici di flussi finanziari. Inclusione delle attività rilevate nel calcolo del valore recuperabile di un’unità generatrice di flussi finanziari Contesto IG22. Un Comune gestisce un sito di smaltimento rifiuti e deve ripristinare il sito al termine delle operazioni. Il costo di ripristino comprende la sostituzione dello strato superficiale, che deve essere rimosso prima che abbiano inizio le operazioni di smaltimento rifiuti. All’atto della rimozione dello strato superficiale è stato rilevato un accantonamento pari al costo di sostituzione. L’importo fornito è stato rilevato come parte del costo del sito e viene ammortizzato per tutta la vita utile del sito. Il valore contabile del fondo per i costi di ripristino è di UM500, pari al valore attuale dei costi di ripristino. Verifica per riduzione di valore IG23. Il Comune sta verificando se il sito ha subito una riduzione di valore. L’unità generatrice di flussi finanziari è rappresentata dal sito nel suo insieme. L’amministrazione pubblica ha ricevuto diverse offerte di acquisto del sito al prezzo di circa UM800. Questo prezzo riflette il fatto che l’acquirente si accollerà l’obbligo di ripristinare lo strato superficiale. I costi di dismissione del sito sono irrilevanti. Il valore d’uso del sito è valutato approssimativamente in UM1.200, esclusi i costi di ripristino. Il valore contabile del sito di smaltimento rifiuti è UM1.000. IG24. Il fair value dell’unità generatrice di flussi finanziari meno i costi di vendita è pari a UM800. Tale importo è comprensivo dei costi di ripristino già accantonati. Di conseguenza, il valore d’uso dell’unità generatrice di flussi finanziari è calcolato dopo la valutazione dei costi di ripristino ed è stimato pari a UM700 (UM1.200 meno UM500). Il valore contabile dell’unità generatrice di flussi finanziari è UM500, che è il risultato del valore contabile del sito (UM1.000) meno il valore contabile dell’accantonamento per i costi di ripristino (UM500). Quindi l’importo recuperabile dell’unità generatrice di flussi finanziari supera il suo valore contabile. 917 IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI Trattamento contabile di una singola attività in un’unità generatrice di flussi finanziari dipendente dalla possibilità di determinare il valore recuperabile Contesto IG25. Un serbatoio ha subito un danno ma è ancora funzionante, sebbene non come prima che si danneggiasse. Il fair value del serbatoio dedotti i costi di vendita è inferiore al valore contabile. Il serbatoio non genera flussi finanziari indipendenti in entrata. Il più piccolo gruppo identificabile di attività che comprende il serbatoio e che genera flussi finanziari in entrata ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti da altre attività è l’impianto al quale il serbatoio appartiene. Il valore recuperabile dell’impianto indica che quest’ultimo, considerato nel suo complesso, non ha subito alcuna riduzione di valore. Non è possibile determinare il valore recuperabile del serbatoio IG26. Assunto 1: i bilanci preventivi/le previsioni approvati dalla direzione non riflettono alcun impegno preso dalla direzione stessa per rimpiazzare il serbatoio. IG27. Il valore recuperabile del solo serbatoio non può essere stimato perché il valore d’uso del serbatoio: a) può differire dal suo fair value dedotti i costi di vendita, e b) può essere determinato solamente con riferimento all’unità generatrice di flussi finanziari alla quale il serbatoio appartiene (l’impianto di depurazione dell’acqua). L’impianto non subisce una riduzione di valore. Quindi, non viene rilevata alcuna perdita per riduzione di valore per il serbatoio. Tuttavia, l’entità può aver bisogno di rivedere il periodo o il criterio di ammortamento del serbatoio. Forse, può essere necessario un periodo di ammortamento più corto o un metodo di ammortamento più rapido per riflettere la restante vita utile attesa del serbatoio o il consumo atteso dei benefici economici da parte dell’entità. È possibile determinare il valore recuperabile del serbatoio IG28. Assunto 2: i bilanci preventivi/le previsioni approvati dalla direzione riflettono un impegno assunto da parte della stessa per rimpiazzare il serbatoio di raccolta e venderlo nel futuro prossimo. I flussi finanziari derivanti dall’uso continuativo del serbatoio di raccolta sino alla sua dismissione sono ritenuti irrilevanti. IG29. Il valore d’uso del serbatoio può essere stimato pressoché equivalente al suo fair value dedotti i costi di vendita. Perciò, è possibile stimare il valore recuperabile del serbatoio mentre non viene presa in considerazione l’unità generatrice di flussi finanziari alla quale il serbatoio appartiene (ossia la linea di produzione). In considerazione del fatto che il fair value dedotti i costi di IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA 918 vendita del serbatoio è inferiore al suo valore contabile, viene rilevata una perdita per riduzione di valore del serbatoio. 919 IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI Confronto con lo IAS 36 L’IPSAS 26 Riduzione di valore di attività generatrici di flussi finanziari riguarda la riduzione di valore di attività generatrici di flussi finanziari del settore pubblico, e contiene una modifica apportata allo IAS 36 (2004) Riduzione di valore delle attività nell’ambito dei Miglioramenti agli IFRS pubblicati a maggio 2008, Le principali differenze tra l'IPSAS 26 e lo IAS 36 sono le seguenti: l’IPSAS 26 non si applica alle attività generatrici di flussi finanziari iscritte a valori rideterminati, alla data di riferimento del bilancio, sulla base del modello della rideterminazione del valore contenuto nell’IPSAS 17 Immobili, impianti e macchinari. Lo IAS 36 non esclude dal proprio ambito di applicazione gli immobili, impianti e macchinari generatori di flussi finanziari e iscritti a valori rideterminati alla data di riferimento del bilancio; l’IPSAS 26 non si applica alle attività immateriali che sono regolarmente rideterminate al fair value. Lo IAS 36 non esclude dal proprio ambito di applicazione le attività immateriali che sono regolarmente rideterminate al fair value; l’avviamento non rientra nell’ambito di applicazione dell’IPSAS 26. Lo IAS 36 contiene disposizioni e indicazioni complete sulla riduzione di valore dell’avviamento, la ripartizione dell’avviamento tra le unità generatrici di flussi finanziari e la verifica per riduzione di valore delle unità generatrici di flussi finanziari con avviamento; l’IPSAS 26 definisce le attività generatrici di flussi finanziari e contiene dei commenti aggiuntivi per distinguere tra attività generatrici di flussi finanziari e attività non generatrici di flussi finanziari; La definizione di unità generatrice di flussi finanziari contenuta nell’IPSAS 26 è stata modificata rispetto a quella dello IAS 36; l’IPSAS 26 non contiene una definizione di beni destinati ad attività ausiliari e comuni, né disposizioni relative a tali beni. Lo IAS 36 contiene una definizione dei beni destinati ad attività ausiliarie e comuni e disposizioni, nonché indicazioni sul loro trattamento contabile; l’IPSAS 26 non considera la circostanza in cui il valore contabile delle attività nette di un’entità sia maggiore della capitalizzazione di mercato dell’entità come fatto che indica una riduzione di valore. Il fatto che il valore contabile delle attività nette sia superiore alla capitalizzazione di mercato dell’entità è trattato dallo IAS 36 come parte della serie minima di indicazioni di una riduzione di valore; nell’IPSAS 26, una vendita forzata non riflette il fair value dedotti i costi di vendita. Nello IAS 36, una vendita forzata riflette il fair value dedotti i costi di vendita se la direzione è obbligata a vendere immediatamente; IPSAS 26 CONFRONTO CON LO IAS 36 920 l’IPSAS 26 contiene disposizioni e indicazioni sul trattamento delle attività non generatrici di flussi finanziari che contribuiscono alle unità generatrici di flussi finanziari e anche alle attività non generatrici di flussi finanziari. Lo IAS 36 non tratta le attività non generatrici di flussi finanziari che contribuiscono a unità generatrici di flussi finanziari e ad attività non generatrici di flussi finanziari; l’IPSAS 26 include disposizioni e indicazioni inerenti alla ridesignazione delle attività da generatrici di flussi finanziari a non generatrici di flussi finanziari e viceversa, L’IPSAS 26 richiede inoltre alle entità di indicare i criteri elaborati per distinguere tra attività generatrici di flussi finanziari e attività non generatrici di flussi finanziari. Lo IAS 36 non contiene disposizioni equivalenti; l'IPSAS 26 utilizza, in certe occasioni, una terminologia diversa rispetto allo IAS 36. Gli esempi più significativi riguardano l'uso dei termini “provento” (“revenue”) e “prospetto del risultato economico” (“statement of financial performance”). Nello IAS 36, i termini equivalenti sono “ricavo,” “conto economico”(income statement). 921 IPSAS 26 COMPARISON WITH IAS 36 SETTORE PUBBLICO RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI IPSAS 26 CONFRONTO CON LO IAS 36 922
Documenti analoghi
International Accounting Standard 41
I loghi IPSASB, ‘International Public Sector Accounting Standards Board’,
‘IPSASB’, ‘International Public Sector Accounting Standards’ ‘IPSAS’, i loghi
IFAC, ‘International Federation of Accountant...