AREA 121 - Architetti nell`Altotevere Libera Associazione
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AREA 121 - Architetti nell`Altotevere Libera Associazione
design focus surface essay II Alfonso Morone VI Paolo Giardiello VIII X XI XII XIII XIV XV XVI XVII object Modultech, design r&s Listotech®/Listotech® Atelier Natural Genius Slide, design Daniele Lago/Listone Giordano Cromie, design r&s Ceramiche Refin/Ceramiche Refin Cartapietra, design r&s Stone Italiana/Stone Italiana Augmented Texture Led, design Elia Nedkov – Ethos™/Neutra Liberty, design r&s Trend/Trend Microtopping, design r&s Ideal Work/Ideal Work Watersuede, design Nadia Dalle Mese/Studioart Crono, design Giugiaro Design/Mosaico+ project XVIII Cottobloc – Faccia Vista Gaiole/Solava XIX Rovere Colli Trevigiani/Itlas XX review factory XXVII Fratelli Mariani II design focus essay ordine e caso: testurizzazione e pavimentazioni order and chaos: texturizing and flooring La natura, ripresa come costante riferimento di segni, diventa fondamento di un nuovo decoro tattile. Nature is thus used as a constant reference of signs that may serve as basis for a new tactile decoration.. text by Alfonso Morone La pavimentazione, assieme alla tessitura muraria rappresenta la prima forma di testurizzazione architettonica operata dall’uomo. Sin dalla antichità si ritrova in tutte le civiltà del Mediterraneo, la pratica di isolare dal fondo e rendere calpestabile il suolo attraverso rivestimenti modulari sotto forma di lastricati e mosaici nelle abitazioni e spessi basolati sulle strade carrabili. Certo si tratta di una texture i cui caratteri di ripetitività, modularità, giustapposizione sono fissati da esigenze strettamente funzionali. La dimensione delle mattonelle, la quantità di giunto che le separa, la geometria del contorno legata ad esigenze di allineamento e complanarità, la modularità e dimensione dei singoli pezzi funzione dei processi produttivi e di posa. Ma proprio questi aspetti fanno sì che la pavimentazione resti un capitolo fondamentale, appunto il primo, per comprendere come logiche, grafiche, geometriche, materiche e costruttive confluiscano in un progetto complesso, come quello della texture, che solo una interpretazione recente e superficiale ha sbrigativamente relegato in una sorta di automatismo, generativo di immagini autoreferenziali e immotivate. Al contrario già le evidenze più antiche, egiziane, persiane, etrusche e poi romane, testimoniano di una funzione narrativa e simbolica, assieme a quella d’uso, attribuita alle varie forme di tessitura pavimentale. Si pensi alla capacità dei romani di realizzare straordinari tessuti marmorei con tozzetti policromi a mosaico, mediante la composizione di rare pietre colorate importate dall’Oriente. Si tratta di una espressione importante della sensibilità decorativa dell’antichità che si esprime attraverso la ricerca di forme di convivenza, certo non semplici, tra ordine e caso, simbologia e funzione, con straordinari risultati illustrati da studi come il fondamentale Marmora Romana di Raniero Gnoli. La medesima aspirazione all’integrazione della funzione celebrativa con quella d’uso, si ritrova, successivamente all’epoca classica, nell’architettura religiosa medievale ed in quella civile rinascimentale. L’impatto scenico della pavimentazione, quella che noi oggi definiremmo come la sua forza comunicativa, coinvolge progressivamente anche gli spazi privati. In questa espansione di varietà cromatiche e materiche possiamo leggere l’affermazione della stessa civiltà industriale. Dal XIX secolo sarà proprio l’industria, infatti, ad adottare quei processi di modularità, serialità e componibilità in una unica tessitura, che le pavimentazioni artigianali avevano già sperimentato da secoli. Con l’inizio della produzione industriale dei materiali da rivestimento si ottiene, al contempo, un sensibile miglioramento nelle condizioni d’uso delle abitazioni e impianti ornamentali che permettono a chiunque di andare oltre lo “stretto necessario”, generando una forma di decorativismo economicamente accessibile e per questo democratico. Con queste necessarie premesse, proviamo ad affacciarci sulla attuale condizione della ricerca progettuale, provando ad estrarre alcuni casi esemplari. La prima reazione che ci assale, nel momento in cui proviamo ad orientarci nella produzione contemporanea, è quella di una incapacità di sintesi dovuta all’eccesso di offerta. Solo un dato, la attuale produzione annua mondiale di piastrelle ceramiche, ruota intorno ai 10 miliardi di mq. Flooring, together with the texture of walls, represent the first form of architectural texturizing created by Man. Ever since antiquity we find, in all civilizations of the Mediterranean, the practice of laying a paving that insulates from the ground below by means of modular flooring elements in the form of paving and mosaics dwellings, and often of flagstones on roads. It is definitely a matter of texture whose characteristics of repetitiveness, modularity and juxtaposition are determined by strictly functional requirements. The dimension of the tiles and of the spacing between them, the geometry of the contours based on the requirements of alignment and coplanarity, the modularity and size of the single pieces are all a function of the processes of production and installation. But it is precisely these aspects that make the flooring so essential, indeed of primary importance, for purposes of understanding how the logical, graphic, geometric, material and constructive aspects converge in an overall design, as that of textures, that only a recent and superficial interpretation has hastily relegated to a kind of automatism that has resulted in self-referential and unmotivated images. On the contrary, testimonials from the remote past - Egyptian, Persian, Etruscan and then Roman, bear witness to a narrative and symbolic function, along with the utilitarian one, attributed to the different forms of texturing of the floor. One may consider the ability of the Romans to realize extraordinary marble texture with polychrome blocks arranged to form mosaics, with rare coloured stones imported from the East. It is a matter of an important expression of the decorative sensibility of antiquity, expressed through the research of anything but simple forms of coexistence between order and chaos, symbology and function, with extraordinary results illustrated by studies as Raniero Gnoli’s fundamental Marmora Romana. The same desire to unite the celebratory function and the utilitarian one can be found, after the classical epoch, in the religious architecture of the Middle Ages and the civil one of Renaissance. The scenic impact of the flooring, what we would today define its communicative force, has gradually also come to involve private spaces. In this widening range of chromatic and material varieties we may read the assertion of an advanced industrial civilization. In fact, as of the 19th century it has been precisely industry that has exploited the possibilities associated with modularity, mass production and the composition of elements in a single texture that craftsmen specialized in flooring have fine-tuned for centuries. The beginning of the industrial production of facing materials has taken place simultaneously witha perceptible improvement of the standard of dwellings and ornamental arrangement that make it possible for anyone to go beyond the “mere necessities”, with the availability of economically accessible, and thus democratic, forms of decoration. With these indispensable premises we will try to take a look at the current state of design research in order to identify some exemplary cases. The first reaction that assails us, in the moment in which we try to get our bearings in the contemporary production, is that it is impossible to summarize due to the enormous amount of available products. Una quantità enorme, cui corrispondono infinite tendenze, offerte, cromatismi. Ma già questa dimensione impone una riflessione generale che è poi, a ben vedere, uno degli obiettivi principali dell’innovazione in questo campo, quella sulla sostenibilità. Il concetto di sostenibilità, non è limitabile al solo ciclo produttivo, ma esso si estende sino a coinvolgere, la complessiva espressione produttiva, generando una nuova sensibilità relativa agli aspetti visibili di finitura, cioè, ancora una volta di texture. Per riportare questo piano generale ad un esempio concreto e attuale, si possono analizzare alcune recenti collezioni. È il caso di Phenomenon di Mutina, in cui il designer giapponese Tokujin Yoshioka, ha lavorato sull’interazione della texture con fenomeni legati all’esperienza della natura, attraverso un sofisticato processo di emulazione e decontestualizzazione dei riferimenti. La collezione integra nel trattamento superficiale situazioni ricorrenti nell’esperienza individuale della natura come il favo delle api, i cristalli di neve, i candelotti di ghiaccio, le cellule delle piante. In questo modo la natura viene ripresa come costante riferimento di segni, che nella loro elaborazione rimandano ad un mondo di memorie, capaci di porsi a fondamento di un nuovo decoro tattile. Tokujin Yoshioka, Collezione Phenomenon by Mutina. Tokujin Yoshioka, Phenomenon collection by Mutina. It suffices to consider one datum: the current annual worldwide production of ceramic tiles amounts to approximately 10 billion square metres. An enormous quantity which corresponds to an infinity of trends, offers and chromatic variants. But this dimension, as such, calls for a general reflection which is, if we consider carefully, one of the main goals of innovation in this field, namely sustainability. The concept of sustainability cannot be limited only to the production process as such; it must be amplified to involve the whole cycle of production and give rise to a new appreciation for the visible aspects of finishing or in other words textures. To return from this general discussion to a concrete and up-to-date example, we may analyse a number of recent collections, as Phenomenon by Mutina, in which the Japanese designer Tokujin Yoshioka has worked on the interaction of the textures with phenomena linked to the experience of nature, through a sophisticated process of emulation and decontextualization of the references. The collection features surface treatments that remind us of our experiences with nature, as for instance honeycombs, snow crystals, icicles or plant cells. Nature is thus used as a constant reference of signs that, in their elaboration, remind of a world of memories that may serve as basis for a new tactile decoration. VI design focus essay trappole sensoriali margini da toccare, spazi da ascoltare sensorial traps touching edges, listening to spaces text by Paolo Giardiello photo by Andrea Andreuccetti La decorazione interagisce con l’uomo, stimola i suoi sensi e lo rende attivo nella decodificazione dell’architettura. Decoration interacts with user, stimulating his senses and and makes it active in decoding architecture. Carlo Scarpa, restauro del Museo di Castelvecchio. Carlo Scarpa, restauration of Museo di Castelvecchio. La decorazione in architettura è in grado di modificare, o di specificare, la percezione che l’uomo ha dello spazio. In particolare la decorazione degli interni determina il carattere stesso dell’architettura, descrivendo minuziosamente i contenuti che essa intende comunicare al fruitore. Questo a partire dal trattamento delle superfici che delimitano l’invaso spaziale, dalla loro consistenza materica, cromatica, grafica, pittorica e quindi dal loro disegno. La decorazione, infatti, interagisce con l’uomo, stimolando i suoi sensi, a partire dalla vista che risulta essere quello maggiormente coinvolto. È la visione che mette in discussione i valori fisici dello spazio, suggerendo nuovi significati che influenzano i comportamenti dell’uomo e la comprensione stessa dei luoghi. La decorazione, inoltre, talvolta emerge dal piano, impone la sua tridimensionalità, interagendo direttamente con lo spazio fisico, rendendo più complessa la visione che viene modificata dai giochi della luce e della prospettiva. In tal modo il “tempo” e il “movimento” intervengono nella comprensione della trama decorativa, rendono attivo il fruitore il quale, operando autonome scelte, supera la fase di contemplazione dei margini e partecipa fisicamente alla decodificazione dei sensi espressi dall’architettura. Oltre la vista, tuttavia, la decorazione è in grado di stimolare anche altri sensi dell’uomo, attraverso i quali capire e usare l’architettura. Il tatto, ad esempio, il rapporto diretto con i margini attraverso l’atto del toccare e dello sfiorare, diventa un ulteriore modo per interagire con il manufatto e ricevere da questi precise indicazioni di comportamento. L’intero corpo infatti riceve informazioni da ciò che lo circonda, inconsapevolmente e a volte senza neanche entrare in relazione diretta con esso in quanto, alcune forme, alcuni trattamenti materici, evocano comunque comportamenti già noti. Inoltre colui che “entra” nell’architettura, non sempre può scegliere cosa toccare e cosa evitare. La trama dei pavimenti ad esempio, la grana e il trattamento delle superfici su cui camminare entrano necessariamente in contatto con il fruitore che, da queste, riceve precisi stimoli. Il passo ora è agevolato ora è impedito, il tragitto viene velocizzato o rallentato, insomma l’architettura non è mai “innocente”, essa suggerisce e impone, invita ed ordina, è partecipe alla costruzione di emozioni e di sensazioni che si accavallano e che, a loro volta, evocano ulteriori memorie ad esse collegate. Non solo il tatto e la vista però intervengono in questo rapporto sensoriale. Anche l’udito può essere stimolato dalle modalità realizzative degli apparati decorativi, grazie ai materiali di rivestimento, i loro spessori, trattamenti e finiture. A partire dal rumore dei passi sulle superfici orizzontali, dall’eco di tale movimento che rimbalza sulle pareti e sui soffitti, fino a diventare un’armonia precisa capace di interagire strettamente con ciò che si vede e si tocca. Il rumore del ghiaietto calpestato, del legno che scricchiola, della pietra o del metallo che tintinna, disposti in sequenze ragionate, rappresentano la colonna sonora di chi si addentra in uno spazio. Tutto questo è stato sapientemente usato dagli architetti nel tempo. Una casa pompeiana come la chiesa di Rochamp, il Partenone come la sistemazione dei percorsi attorno all’acropoli di Pikionis, la piazza del Campidoglio come il cimitero di Stoccolma di Lewerentz costruiscono intorno all’uomo un insieme di sensazioni e di tracce da decodificare, capaci di innalzare il soddisfacimento di una semplice funzione ad un momento di piena partecipazione fisica ed emotiva dell’uomo con l’ambiente intorno a lui, e da lui, costruito. Opera esemplare in tal senso resta quella di Carlo Scarpa, vero regista capace di costruire “trappole sensoriali” in cui il fruitore può ritrovare la ragione più profonda per vivere lo spazio architettonico. Artigiano capace di incidere la materia in modo che essa possa essere letta sia con lo sguardo che con il corpo, compositore in grado di mescolare linguaggi e strumenti, esaltare passaggi insignificanti e rendere chiari concetti complessi. Una passeggiata nei giardini di Castelvecchio a Verona ancora oggi può spiegare, meglio di ogni descrizione, cosa significhi parlare di decorazione tattile, di sistemi decorativi capaci, come auspicava Valéry, di far davvero “cantare” l’architettura. In architecture the decoration can change, or orient, the way we perceive a space. In particular, interior decoration determines the very character of the architecture, meticulously describing the contents it is meant to convey to the user. It does so by means of the crafting of the surfaces that define the space enclosed by the building, through their textural, chromatic, graphic and pictorial consistency and thus their design. In fact, decoration interacts with the user, stimulating his senses, first and foremost sight, which is the one that is most closely involved. It is sight that questions the physical values of the space, suggesting new meanings that influence human behaviour and our very way to understand places. Moreover, decoration sometimes emerges from the flat surface, imposing itself as a three-dimensional element, directly interacting with the physical space and making the visual impact more complex, modifying it by means of plays with light and perspective. “Time” and “movement” thus come to influence our understanding of the decorative arrangement, making the observer play an active role; taking autonomous decisions, he no longer merely contemplates the borders but participates physically in the deciphering of the meanings expressed by the architecture. But beyond sight, decoration is also able to stimulate other human senses, through which we may understand and use architecture. Touch, for instance, a direct relationship with the edges through the acts of touching and grazing, becomes another way to interact with the building and receive precise indications as to our conduct. In fact, the whole body receives information from its surroundings, unconsciously and sometimes without even entering into direct contact with it, since some forms and surface treatments in any case evoke familiar conducts. Moreover, those who “enter” a building cannot always choose what to touch and what to avoid. For instance, we cannot avoid coming into contact with the pattern of the floor, the grain and treatment of the surfaces on which we walk, and from which we receive certain stimuli. In some points we walk smoothly, in others we are hindered; we are made to walk faster or to slow down as we proceed. In short, architecture is never “innocent”, it suggests and demands, invites and orders, it partakes in the creation of emotions and sensations that build up and that, in their turn, evoke further memories associated with them. But not only touch and sight are involved in this sensory relationship. Also hearing may be stimulated by the way the decoration is realized, thanks to the facing materials, their thicknesses, treatments and crafting. First and foremost, the noise made by our feet as we walk on the horizontal surfaces, the echo produced by these movements that rebound from the walls and ceilings, to the point of becoming a precise harmony capable of interacting closely with what we see and touch. The noise of steps on gravel, the creaking of wood, the clinking of stone or metal, arranged in planned sequences, form the soundtrack of those who explore a space. All this has been skilfully used by architects in the course of time. The houses of Pompeii as well as the Church of Ronchamp, the Parthenon and Pikionis’ plan of the paths around the acropolis, the Campidoglio square as well as Lewerentz’ cemetery in Stockholm, all form a whole set of feelings and traces to decipher, that surround Man, and that are capable of elevating a satisfaction with a simple function to a moment of complete physical and emotional participation with the environment surrounding him, and built by him. The work of Carla Scarpa is exemplary in this sense; he is a true director, capable of building “sensory traps” where we may rediscover the profoundest motive for experiencing an architectural space. A master builder able to cut the material so that it may be read both by the eye and by the body, a composer capable of mixing languages and instruments, to exalt insignificant passages and make complex concepts appear clear. A stroll in the gardens of Castelvecchio in Verona may even today explain, better than any description, what it means to speak about tactile decoration, of decorative systems capable, as Valéry wished, of truly making architecture “sing”. VIII design focus object modultech r&s listotech® azienda Listotech® anno realizzazione prodotto 2011 materiale nucleo in acciaio, rivestimento in Adaxite dimensioni 2000x500x50mm, 1000x1000x50mm firm Listotech® year of realization 2011 material steel core, Adaxite coating dimensions 2000x500x50mm, 1000x1000x50mm Idrorepellente e dotato di finitura tecnica antiscivolo in Classe R12, caratterizzato da elevate prestazioni di sicurezza, resilienza e durata illimitata nel tempo anche in assenza di manutenzione: Listotech® è lo stone-decking di nuova generazione nato per soddisfare le più severe esigenze estetiche e progettuali dell’architettura outdoor. Ideale a pavimento o a parete, Listotech® è da oggi disponibile anche nella versione Modultech, un macro elemento pre-assemblato formato da una struttura metallica autoportante con i listoni già installati, che si caratterizza per la semplicità e rapidità di montaggio. Accostando gli elementi prefiniti, assemblabili come tessere di un puzzle, è possibile infatti realizzare superfici con un notevole risparmio di tempo e fatica. L’Adaxite in ARS che compone matericamente i listoni e la tripla zincatura a caldo della struttura portante in acciaio conferiscono a Modultech la resistenza necessaria a sopportare l’aggressione climatica anche delle zone costiere. Una soluzione dalla connotazione spiccatamente funzionale, in cui la piacevolezza estetica viene sottolineata dalla contemporaneità della palette colori. Water resistant, with a Class R12 non-slip technical finish, offering a high degree of safety, resilience and unlimited durability even without maintenance: Listotech® is a new generation of stone-decking created to meet the strictest aesthetic and design requirements for outdoor architecture. Ideal on the floor or on the wall, even under critical environmental conditions, Listotech® is now also available in a Modultech version consisting of a pre-assembled macro element made up of a freestanding metal structure with strips already installed on it which stands out for its quick, easy assembly. Prefinished elements are simply put together like puzzle pieces, saving time and energy. The ARS Adaxite materially making up the strips and the triple hot galvanisation of the weight-bearing steel structure give Modultech the strength required to bear aggressive climatic factors, even near the sea. A highly practical solution in which aesthetic pleasure is underlined by a contemporary colour palette. Tra passato, presente e futuro: l’essenza della pietra incontra la tecnologia più evoluta in Listotech® Between past, present and future: the essence of the stone meets the most advanced techonology in Listotech® X design focus object atelier natural genius slide daniele lago azienda Listone Giordano – Gruppo Margaritelli anno realizzazione prodotto 2011 materiale rovere dimensioni modulo 1: 56,5mm (base max ) x 33,9mm (base min.) x H56,5mm; modulo 2: 41,3mm (base max) x 21,8mm (base min.) x H60,6mm; modulo 3: 57,1mm (base max) x 6mm (base min.) x H37,1mm firm Listone Giordano – Gruppo Margaritelli year of realization 2011 material oak dimensions module 1: 56,5mm (base max ) x 33,9mm (base min.) x H56,5mm; module 2: 41,3mm (base max) x 21,8mm (base min.) x H60,6mm; module 3: 57,1mm (base max) x 6mm (base min.) x H37,1mm Dall’estro di Daniele Lago e dalla capacità di lavorare il legno di Listone Giordano nasce l’esclusivo parquet Slide. L’idea che sta alla base del concept è il modulo rettangolare tagliato in due da una diagonale che genera due trapezi rettangoli; combinati fra loro in modalità diverse permettono moltissime configurazioni differenti, eleganti e originali. Slide complessivamente si compone di tre elementi trapezoidali, realizzati in frassino termotrattato della collezione Natural Genius firmata Atelier Listone Giordano, definiti semplicemente modulo 1, modulo 2 e modulo 3. Le forme dei tre trapezi, assieme al loro colore e alle venature lignee molto evidenti, sono state progettate con l’intento di generare un insieme equilibrato, ma sempre diverso. L‘associazione dei soli moduli 2 e 3 genera un pavimento aperiodico, percepibile come composto da elementi diversi. Tradizione, ricerca e innovazione si traducono in una collezione dalle geometrie inedite, audace e gioiosa, in grado di conferire identità e movimento alle superfici orizzontali di qualsiasi ambiente, classico o contemporaneo. Daniele Lago’s creativity and Listone Giordano’s experience working with wood have created exclusive Slide wood flooring. The basic idea underlying the concept is a rectangular module cut in two by a diagonal line to generate two trapezoids with right angles, which may then be combined in different ways to generate a large number of different configurations, all elegant and original. Slide includes three trapezoidal elements made of heat-treated beech wood from the Natural Genius collection by Atelier Listone Giordano, simply called module 1, module 2 and module 3. The shapes of the three trapezoids, along with their colour and the prominent veins of the wood, were designed with the intention of generating a balanced but ever-different whole. Simply combining modules 2 and 3 generates an irregular pattern which is perceived as made up of different elements. Tradition, research and innovation take form in a collection featuring bold, playful new geometries that give horizontal surfaces in any room, either classic or contemporary, an identity of their own and create motion. cromie r&s ceramiche refin azienda Ceramiche Refin anno realizzazione prodotto 2011 materiale grès porcellanato dimensioni 600x600mm, 300x600mm firm Ceramiche Refin year of realization 2011 material grès porcelain stoneware dimensions 600x600mm, 300x600mm Il colore è da sempre una componente fondamentale di ogni progetto. La collezione Cromie nasce dall’esigenza di utenti e progettisti di codificare, organizzare e gestire le differenze cromatiche e le possibilità compositive che offrono le loro molteplici combinazioni. La collezione si articola in tre famiglie (Polvere, Terra e Fango), più una dedicata alle Tendenze, ciascuna con una sua identità cromatica. Ogni famiglia presenta nove colori organizzati in una struttura che ne consente di comprendere le qualità cromatiche. Proprio la lettura delle caratteristiche di ogni tonalità avviene in modo preciso e consapevole grazie alle informazioni contenute nella notazione NCS® © che viene fornita per ciascun colore. Il sistema cromatico NCS® © è un sistema logico di ordinamento e descrizione del colore basato sulla nostra percezione. I parametri presi in considerazione dal sistema per descrivere il colore sono la tinta, la componente di cromaticità e quella di nerezza (che esprimono percentualmente la presenza di queste componenti in rapporto all’impressione complessiva del colore). Colour has always been an important component of any design. The Cromie collection is inspired by users’ and designers’ need to codify, organise and manage differences in colour and the compositional possibilities offered by different colour combinations. The collection is divided into three families: Polvere, Terra and Fango (corresponding to the hues of powder, earth and mud), plus Tendenze a line dedicated to trends, each with its own chromatic identity. Each family includes nine colours organised in a structure clearly revealing their chromatic qualities. The characteristics of each hue are precisely and consciously recognised thanks to the information contained in the NCS® © notation provided for each colour. The NCS® © chromatic system logically orders and describes colour on the basis of our perceptions. The parameters the system takes into consideration in describing colour are hue, chromatic component and blackness, expressing the percentage of these components in relation to the overall impression created by the colour. XII design focus object cartapietra r&s stone italiana azienda Stone Italiana anno realizzazione prodotto 2012 materiale quarzo ricomposto dimensioni 300x1200x10mm, 600x600x10mm, 600x1200x10mm, 1200x1200x10mm, 3050x1400x20/30mm firm Stone Italiana year of realization 2012 material recomposed quartz dimensions 300x1200x10mm, 600x600x10mm, 600x1200x10mm, 1200x1200x10mm, 3050x1400x20/30mm Una collezione di non-colore, di materia grezza sulla quale progettisti e architetti possono lavorare tornando alle origini, quando l’uomo si esprimeva segnando e disegnando la pietra della sua casa e lasciava segni, per sé e per il futuro. Grazie a una continua e attenta ricerca, Stone Italiana riesce oggi a soddisfare le esigenze estetiche del “modern design“, che conferisce alla pietra nuovi significati emozionali e concettuali. La collezione Cartapietra, più resistente ed esteticamente contemporanea, diventa mezzo per comunicare l’architettura attraverso finiture di superficie diverse, emozionali e vibranti. Cartapietra annulla il colore e si arricchisce di contenuto materico, altamente “accessibile ai sensi”: sfumature di bianco e di grigio che vengono declinate in tante differenti finiture, pesi e lucentezze diversi, da guardare, da toccare e con le quali esprimere la creatività progettuale. Il bianco è coniugato in sette varianti (gloss, matt, grain, rock face, Jaipur, lunare, oro), mentre il grigio ha una palette di cinque diverse tonalità, ciascuna declinata in tre differenti finiture (matt, grain, rock face), mantenendo però il sapore delle superfici materiche. A non-colour collection, of unfinished material on which designers and architects can work, going back to their roots, to a time when human beings expressed themselves by marking and drawing on the stone of their homes, leaving signs for themselves and for the future. Stone Italiana’s ongoing in-depth research allows the company to meet the aesthetic demands of “modern design“, giving stone new emotional and conceptual significance. The Cartapietra collection, stronger and aesthetically contemporary, becomes a way of communicating architecture through different, emotional and vibrant surfaces. Cartapietra does away with colour, but enriches material content which is highly “accessible to the senses”: different hues of white and grey are expressed in different finishes, weights and glosses, to look at, touch and use to express one’s creativity. White comes in seven varieties (gloss, matt, grain, rock face, Jaipur, lunare, oro), while grey comes in a palette of five different hues, each available with three different finishes (matt, grain, rock face), thus maintaining the flavour of material surfaces. augmented texture led elia nedkov/ethos™ azienda Neutra anno realizzazione prodotto 2011 tipologia 8 pietre naturali dimensioni 500x500mm, 250x1000mm, 250x500mm firm Neutra year of realization 2011 types 8 natural stones dimensions 500x500mm, 250x1000mm, 250x500mm La purezza dell’acqua, l’energia della pietra, il calore del legno: sono gli elementi attraverso i quali Neutra mette in relazione natura e design, adottando un linguaggio innovativo in grado di esprimere raffinatezza ed eleganza in un settore molto articolato come quello dei componenti e superfici per il bagno. Il progetto Augmented Texture supera i confini tra design e architettura attraverso una serie di rivestimenti per pareti che esprime un approccio progettuale originale, non solo per i formati innovativi, ma anche per l’abbinamento tra le superfici in otto varietà di pietra liscia o lavorata con texture particolari e differenti spessori, che consentono di creare effetti 3D. L’aggiunta di inserti in materiali altamente tecnologici accresce la funzionalità e la forza comunicativa della collezione. Nella serie LED, dalla parete in pietra scaturiscono suggestivi fasci di luce che generano morbide luminescenze che sfiorano la texture e la materia. La parete è strutturata da rivestimenti in pietra con spessori variabili che creano giochi di luce e ombre personalizzabili. Augmented Texture LED può essere utilizzata in interni e in esterni con finitura liscia o con la nuova texture Striped. The purity of water, the energy of stone, the warmth of wood: these are the elements through which Neutra brings together nature and design, in an innovative idiom expressing refinement and elegance for the complex market of bathroom components and surfaces. The Augmented Texture project straddles the boundaries between design and architecture with a series of wall coverings expressing an original approach to design, not only in its innovative sizes, but also because of the combination of surfaces in eight different varieties of smooth or worked stone with unusual textures and different thicknesses permitting creation of 3D effects. The addition of inserts made of high-tech materials adds to the collection’s practicality and communicative power. In the LED series, the stone wall gives off evocative beams of light generating a soft luminescence that caresses the texture and material. The wall is structured by stone coverings of variable thicknesses which create effects of light and shadow that may be customised. Augmented Texture LED may be used indoors or outdoors, with a smooth finish or the new Striped texture. un leggero contrasto di luci e ombre, una superficie che si muove, si anima grazie ai riflessi generati dalle sorgenti LED a gentle contrast of light and shadow, a surface which moves and comes alive thanks to the luminescence generated by the LED beams XIV design focus object liberty r&s trend azienda Trend anno realizzazione prodotto 2009 (restyling 2011) materiale mosaico vetroso dimensioni 262x310,3mm; spessore 4mm firm Trend year of realization 2009 (restyling 2011) material glassy mosaic dimensions 262 x 310.3mm; thickness 4mm Un pattern esclusivo e inedito, un alternanza di tasselli lisci e ondulati per comporre texture cromate e cangianti dal sapore post-moderno: Liberty, la nuova collezione di Trend Group, reinterpreta il vetro in una selezione di colori e formati in cui la profondità del materiale diviene l’elemento decorativo più coinvolgente. Il motivo ottenuto componendo tasselli di dimensione diversa celebra con modernità l’omonima corrente artistica, secondo uno stile all’insegna del senso di libertà ed eleganza. Le tessere di vetro Karma tagliato a mano prendono vita grazie ai riflessi di colore decisi e sfumati, esaltati dalla luce e dalla trasparenza del materiale, che genera una vivace luminosità che impreziosisce gli ambienti interni ed esterni. Liberty è disponibile in una gamma di 16 colori a catalogo, a cui si aggiungono possibili composizioni personalizzate. Ogni singolo modulo si caratterizza contenendo tessere di formato diverso dello stesso colore o in toni a contrasto. La collezione, come tutti i materiali Trend, ha inoltre una profonda anima Green: è infatti realizzato utilizzando fino al 75% di vetro riciclato postconsumo e contribuisce al raggiungimento dei crediti LEED. An exclusive new pattern, an alternation of smooth and undulating tiles forming chrome-plated and iridescent textures with a post-modern flavour: Liberty is Trend Group’s new collection reinterpreting glass in a selection of different colours and sizes, in which the depth of the material becomes the principal decorative element. The motif created by putting together tiles of different sizes celebrates the Liberty or Art Nouveau style in the arts in a modern way, on the basis of a style inspired by a sense of freedom and elegance. Karma hand-cut glass tiles come to life with bold and subtle colours underlined by the light and transparency of the material, which generates a bright luminosity to embellish and enhance both interiors and exteriors. Liberty comes in a range of 16 colours in the catalogue and can also be produced in customised combinations. Each individual module may contain tiles of different sizes in the same colour, in different colours or in contrasting hues. The collection, like all Trend materials, has a profound Green identity: it is made using up to 75% postconsumer recycled glass, helping qualify buildings for LEED certification. microtopping r&s ideal work azienda Ideal Work anno realizzazione prodotto 2011 materiale bi-componente cementizio-polimerico dimensioni spessore 3mm firm Ideal Work year of realization 2011 material bi-component polymeric cementitious coating dimensions thickness 3mm Eccellente adesione a vecchie superfici, elevata resistenza al traffico anche intenso, buona protezione dalla penetrazione dell’acqua e dei sali disgelanti, ottima resistenza ai raggi UV e alle sollecitazioni climatiche, basso impatto ambientale: Microtopping è la soluzione ideale per chi desidera una superficie continua (priva di giunzioni), innovativa, materica e sempre raffinata. Dal grande appeal estetico, ma dall’alto contenuto tecnologico, personalizzabile negli effetti e nei colori e facilmente realizzabile: in soli 3mm di spessore consente di rinnovare vecchie pavimentazioni senza necessità di rimuoverle, realizzando superfici continue su supporti già esistenti. Dal punto di vista tecnico, Microtopping è un rivestimento bi-componente cementizio-polimerico, destinato alla rasatura decorativa (spessore 2-4mm) di superfici interne ed esterne. Microtopping è costituito da uno speciale polimero liquido e da una miscela cementizia che viene fornita in due versioni: Base Coat (a granulometria più elevata, per la realizzazione della prima mano di fondo e per fungere da primer) e Finish Coat (a minore granulometria, per la fase di finitura). Excellent adhesion to old surfaces, high resistance to even the most intense traffic, good protection against penetration of water and antifreeze salts, excellent resistance to UV rays and climatic stress, low environmental impact: Microtopping is the perfect solution for anyone wanting an innovative, material, refined joint-free surface adding a unique touch to modern, classic and rustic spaces. Easy to install, with great aesthetic appeal and advanced technology, customisable effects and colours, at only 3mm thick it can be used to renew old flooring without removing it, creating continuous surfaces over an existing substrate. In technical terms, Microtopping is a bi-component polymeric cementitious coating intended for indoor and outdoor decorative finishes (2-4mm thick). Microtopping consists of a special liquid polymer and a cementitious mix supplied in two versions: Base Coat (with a larger granulometry, for use as a base coat and primer) and Finish Coat (with a smaller granulometry, for the finishing stage). XVI design focus object watersuede nadia dalle mese azienda Studioart anno realizzazione prodotto 2012 materiale pelle dimensioni da 25x25mm a 600x600mm, 150x150x150mm, 150x400x75mm firm Studioart year of realization 2012 material leather dimensions from 25x25mm to 600x600mm, 150x150x150mm, 150x400x75mm Rivestimenti per pareti, pensati come piastrelle e minuziosamente lavorati con una cura e sapienza artigianale, accostabili in infinite soluzioni, per un risultato decorativo originale e personalizzato: con il progetto Leatherwall, la pelle diventa protagonista delle superfici dell’architettura contemporanea. Pelli con caratteristiche diverse, lavorate per l’intero ciclo produttivo dalla Conceria Montebello che da oltre 40 anni è punto di riferimento per le aziende che utilizzano pelli pregiate e di cui Studioart è derivazione. L’effetto velour e le sfumature ombreggiate, caratteristiche della pelle scamosciata, identificano la collezione Watersuede, un rivestimento morbido al tatto e alla vista, dal gusto ricercato e di ispirazione classica, ma reinterpretato in chiave contemporanea attraverso forme inedite: triangoli e trapezi sono proposti sia nella finitura piana, sia in quella bombata e vanno ad ampliare le soluzioni quadrate e rettangolari già presenti nella collezione. La posa in versi contrapposti delle varie forme accentua l’effetto vellutato creando un piacevole gioco ottico. Watersuede è disponibile in 42 colori, per un’ampia scala cromatica. Wall coverings designed as tiles, minutely worked with great care and craftsmanship, which may be put together in an infinite range of solutions to produce an original, customised decorative solution: the Leatherwall project covers the surfaces of contemporary architecture with leather. Hides with different features are produced entirely in the Conceria Montebello, a supplier of quality leather for more than 40 years, which established Studioart. The velour effect and shady hues characteristic of suede identify the Watersuede collection of wall coverings, soft to the touch and to the eyes, reinterpreting elegant taste and classical inspiration in a contemporary style featuring unusual shapes: triangles and trapezoids, either flat or padded, have now been added to the squares and rectangles already available in the collection. Laying different shapes in opposite directions accentuates the velvety look to create pleasing optical effects. Watersuede is available in a vast range of colours, 42 different shades, in four shapes. crono giugiaro design azienda Mosaico+ anno realizzazione prodotto 2011 materiale vetro sinterizzato dimensioni modulo Pulsar: 21,5x10,5mm, spessore 6mm; modulo Nova: 38x38mm, spessore 3,5/7mm firm Mosaico+ year of realization 2011 material leather dimensions Pulsar module: 21.5x10.5mm, thickness 6mm; Nova module: 38x38mm, thickness 3.5/7mm Colore, tridimensionalità, alta tecnologia, disegno industriale: l’inedito incontro tra Giugiaro Design e Mosaico+ si concretizza nell’esclusiva e sorprendente collezione Crono. Tutta la bellezza, l’innovazione e l’originalità di un progetto made in Italy che introduce la terza dimensione nel mondo del rivestimento e in particolare del mosaico. Ideale per spazi pubblici e residenziali, Crono è composto da tessere tridimensionali che danno origine a texture sofisticate, generate dalla rifrazione della luce sulle superfici variamente inclinate del mosaico. Le tessere sono realizzate in vetro sinterizzato, un materiale ad altissima resistenza, ottenuto con la macinazione e la compressione di vetro riciclato. Densità di colore, geometria, tridimensionalità e movimento: un design filante e arrotondato caratterizza la forma del modulo base Pulsar con il quale creare traiettorie e morbidi intrecci, mentre le geometrie sfaccettate del modulo Nova suggeriscono piani prospettici differenti. Crono è disponibile in 10 colori a tinta unita e in pattern e geometrie totalmente personalizzabili. Colour, three-dimensionality, advanced technology, industrial design: the encounter of Giugiaro Design and Mosaico+ takes concrete form in the exclusive, surprising Crono collection: all the beauty, innovation and originality of Italian design, introducing the third dimension into the world of cladding and specifically mosaics. Ideal for public and residential spaces alike, Crono is made up of three-dimensional tiles which create sophisticated textures generated by the refraction of light on mosaic surfaces at different angles. The tiles are made of sintered glass, a very strong material created by grinding and compressing recycled glass. Dense colour, geometry, three-dimensionality and motion: a flowing, rounded design characterises the shape of the basic Pulsar module used to create trajectories and soft weaves, while the multi-faceted geometries of the Nova module suggest different planes of perspective. Crono is available in 10 solid colours and in fully customisable patterns and geometries. XVIII design focus project cottobloc / faccia vista gaiole solava progetto Biblioteca San Giorgio luogo Pistoia progetto architettonico Pica Ciamarra Associati anno di realizzazione 2007 project Biblioteca San Giorgio location Pistoia architectural design Pica Ciamarra Associati year of realization 2007 Innovazione, passato e natura per un nuovo modo di intendere la cultura: la biblioteca San Giorgio di Pistoia, progettata dallo Studio Pica Ciamarra Associati, è la più grande della Toscana e tra le maggiori d’Italia. I progettisti hanno scelto il laterizio, un materiale legato alla terra e alla tradizione, ma riproposto in chiave contemporanea sia per l’involucro esterno che per i rivestimenti interni (pavimentazione e superfici verticali). Per il rivestimento dell’involucro è stato scelto il mattone facciavista Gaiole di Solava, mattone forato (dimensioni 25x12x5,5cm), liscio rosato e certificato con marchio CE secondo i criteri stabiliti dalla norma UNI EN 771-1 relativa ai “materiale in laterizio da costruzione”. Per la pavimentazione interna ed esterna è stato scelto il mattone in cotto, CottoBloc Rosato, nel formato 28x7x5,5cm. Nato per l’utilizzo all’esterno, proprio per le sue elevate caratteristiche di resistenza al gelo, resistenza meccanica e a compressione, grazie alla sua versatilità trova ideale collocazione anche all’interno di ambienti pubblici o privati. Innovation, history and nature offer a new interpretation of culture. San Giorgio Library in Pistoia, designed by Studio Pica Ciamarra Associati, is the biggest library in Tuscany and one of the biggest in Italy. The architects chose brick, a material tied to the earth and to local tradition, but interpreted it in a new way, both in the building’s outer cladding and in the wall and floor coverings inside. The building is covered with exposed Gaiole di Solava brick, a hollow brick (measuring 25x12x5.5cm) with a smooth pink finish EC certified on the basis of the criteria set forth in standard UNI EN 771-1 concerning “brick building materials”. The flooring both indoors and outdoors is made of CottoBloc Rosato terra cotta bricks measuring 28x7x5.5cm. Intended for outdoor use thanks to its qualities of frostproofness, mechanical strength and compression strength, the material is versatile enough for use indoors in public and private spaces as well. rovere colli trevigiani itlas progetto abitazione privata e studio luogo Corvara progetto architettonico Emanuel Kostner anno di realizzazione 2011 project private home and studio location Corvara architectural design Emanuel Kostner year of realization 2011 Natura e luce, legno e design: sono gli elementi attorno al quale si sviluppa il progetto di un’abitazione e di uno studio privato a Corvara, nel cuore della Val Badia. Il legno, scelto dall’architetto Emanuel Kostner è quello di Itlas, adottato in due diverse soluzioni, ma nella stessa finitura: il Rovere Colli Trevigiani che regala all’ambiente raffinatezza, calore ed esclusività. Per l’abitazione privata è stata scelta la collezione Tavole del Piave, mentre per lo studio si è preferito alternare le ampie prospettive dell’assito di grandi dimensioni all’esigenza di una pavimentazione bella, ma anche altamente calpestabile. Ottenuta lavorando la superficie del legno con una spazzolatura morbida e una palmatura di patine antichizzanti, Rovere Colli Trevigiani è una finitura priva di alcun intervento di carattere strutturale, resa davvero particolare dalle sue sfumature, che tendono al violaceo. La stessa finitura è stata scelta per arredare una parte della pavimentazione e della boiserie dello studio del professionista, utilizzando in questo caso la linea Legni del Doge Online. Nature and light, wood and design: these are the key elements in the design for a home and private studio in Corvara, in the heart of the Val Badia. Architect Emanuel Kostner has chosen Colli Trevigiani Oak wood from Itlas for the home and studio, using two different solutions with the same finish to infuse the home with an elegant, warm, exclusive atmosphere. The private home features the Tavole del Piave collection, while the studio alternates the vast perspective of large wooden floorboards in response to the need for beautiful but practical flooring. Obtained by working the surfaces of the wood with soft brushing and an antique-effect coating, Rovere Colli Trevigiani is a finish without any structural intervention made truly unusual by its purplish hues. The same finish was chosen for part of the flooring and woodwork in the professional’s studio, using woods from Doge Online’s Legni collection. XX design focus review Rockway 01 ABK design Massimo Bellunato Ispirata alle pietre più conosciute e apprezzate da architetti e designer per la loro omogeneità e la leggera variabilità cromatica, Rockway 01 è la collezione in grès porcellanato proposta in cinque varianti di colore e due superfici, Stone (strutturata) e Satin (liscia) che propongono lo stesso prodotto con il medesimo aspetto, ma con differenti effetti di tridimensionalità e matericità. Inspired by the stones best known and appreciated by architects and designers for their homogeneity and slight chromatic variability, Rockway 01 is a porcelain stoneware collection including five colour variants and two surfaces, Stone (structured) and Satin (smooth) offering the same product with the same look, but different threedimensional and material qualities. ABK Group Industrie Ceramiche spa via San Lorenzo, 24/A – 41034 Finale Emilia (MO) tel 0535 761311 – fax 0535 761320 www.abk.it Arido e Deserto 3D Surface design Romano Zenoni / Jacopo Cecchi Tredici texture formate da elementi che dialogano l’uno con l’altro riproducendo effetti unici, esaltati dalla luce, senza soluzione di continuità. Grazie al design ricercato e all’utilizzo di materiali appositamente sviluppati, come malta ceramizzata fibrorinforzata per interni ed esterni (TRG, TRB), le soluzioni 3D Surface danno vita a superfici che possono essere impiegate in ogni ambiente, indoor o outdoor. Thirteen textures made up of elements which dialogue with one another to create unique uninterrupted looks enhanced by light. Elegant design and use of specially developed materials such as fibre-reinforced ceramic mortar for indoor and outdoor use (TRG, TRB) allow 3D Surface solutions to create surfaces for use in any indoor or outdoor setting. 3D Surface srl via dei Confini, 228 – 50013 Capalle, Campi Bisenzio (FI) tel 055 0123384 www.3dsurface.it – [email protected] Ecoben Wave Bencore Un pannello che integra contenuti di alta tecnologia e funzionalità con caratteristiche estetiche uniche: Ecoben Wave è il nuovo pannello composito con anima in cartone riciclato, rivestito con resina co-poliestere o resina acrilica. Un prodotto green, dall’estetica minimale ma d’impatto e che garantisce ottime performance di impiego, in linea con le tendenze contemporanee dell’interior design e dell’architettura. A panel combining advanced technology and practicality with unique aesthetic properties: Ecoben Wave is a new composite panel with a recycled cardboard core covered with a co-polyester or acrylic resin. A green product with a minimal but high impact look, offering outstanding practical performance, in line with contemporary interior design and architecture trends. Bencore srl via S. Colombano, 9 – 54100 Massa (MS) tel 0585 830129 – fax 0585 835167 www.bencore.it – [email protected] Archimede Bolle Caimi Brevetti Un’avanzata sperimentazione per plasmare il PETG, coniugando la tipicità della stampa tipografica, litografica e serigrafica, per dare vita a un divisorio flessibile, trasparente e dalla texture materica, fortemente ispirata al mondo del tessile: il separé Archimede Bolle ha una sagoma ondulata tridimensionale e una finitura simile all’effetto garza che consente il passaggio della luce. Advanced experimentation in moulding PETG, combining the typical features of typographic, lithographic and screen printing to create a flexible clear divider with a material texture inspired by the world of fabrics. The Archimede Bolle divider has a three-dimensional undulating shape and a gauzy finish which lets light. Caimi Brevetti spa via Brodolini, 25/27 – 20054 Nova Milanese (MI) tel 0362 49101 – fax 0362 491060 www.caimi.com Quarzite Alaska Artesia Luminosa e brillante, dalle performance tecniche ottimali, ideale per la posa in interno, ma performante anche all’esterno, dove l’ardesia a spacco naturale esprime al massimo le sue qualità: Quarzite Alaska è disponibile sia nella versione 30x60 da posare a pavimento che nella versione Murales per il rivestimento di facciata. È resistente agli agenti chimici e atmosferici, rimane inalterata nel tempo. Bright and luminous, offering outstanding technical performance ideal for laying indoors or offering high performance outdoors, where the qualities of naturally hewn slate are best appreciated: Quarzite Alaska is available in a 30x60 version for laying on the floor and a Murales version for covering walls. It is resistant to chemical and atmospheric agents, and is not altered by time. Artesia International Slate Company srl via Pezzonasca, 27 – 16047 Moconesi (GE) tel 0185 935000 – fax 0185 935001 www.slate.it – [email protected] Natura Collection Antolini Design design Domenico De Palo / Alessandro La Spada Un progetto creato per valorizzare la pietra naturale proponendola in modo originale come se fosse un tessuto: con i decori di Natura Collection si danno vita a texture che si sovrappongono a quelle della natura. La superficie si presenta piacevole al tatto, con un’alternanza delle parti lisce e lucide a quelle ruvide e opache. Trame impreziosite da ricami scintillanti, morbidi arabeschi e rilievi floreali. A project created to enhance natural stone by using it in an original way, as if it were a fabric. The ornaments in the Natura Collection create textures which are superimposed over those of nature. Their surface has a pleasant feel, alternating smooth, glossy parts with rough, opaque. The texture is embellished with sparkling embroidery, soft arabesques and floral relief. Antolini Luigi & C via Marconi, 101 – 37010 Sega di Cavaion (VR) tel 045 6836611 – fax 045 6836666 www.antolini.it – [email protected] Art & Work Eiffelgres I nuovi rivestimenti creati da Eiffelgres per l’interior design sono caratterizzati da un’accurata ricerca stilistica in chiave optical: la nuova collezione Art & Work, ottenuta interamente con lavorazioni di taglio a laser o di taglio a idrogetto, propone decori e disegni diversi che impreziosiscono le superfici. La compattezza del grès porcellanato rende possibile un’elevata definizione del segno, senza sbavature o scalfiture. Eiffelgres’s new surfaces for interior design are characterised by in-depth stylistic research into optical effects. The new Art & Work collection, made entirely by the laser cutting and water jet cutting techniques, offers a range of ornaments and designs to enhance the beauty of surfaces. The compactness of porcelain stoneware permits high definition signs without any burr or scratches. Eiffelgres - Graniti Fiandre spa via Ghiarola Nuova, 119 – 41042 Fiorano Modenese (MO) tel 0536 996811 – fax 0536 996825 www.eiffelgres.it Bath Collection by Silestone® Cosentino Con la nuova linea bagno realizzata in Silestone®, materiale dalle straordinarie proprietà batteriostatiche, Cosentino sviluppa il concetto di “grande formato” su misura. Il materiale viene fornito in moduli, creando soluzioni con soli pochi pezzi dello stesso materiale. I pezzi sono di grandi dimensioni e necessitano di un numero ridotto di giunzioni, conferendo all’ambiente maggiore armonia e continuità estetica. With its new bathroom line in Silestone®, a material with outstanding bacteriostatic properties, Cosentino develops the concept of customised “large size” materials. The material is supplied in modules creating solutions with only a few pieces of the same material. The pieces are large and require only a few joints, for a more harmonious, aesthetically continuous. Cosentino Italia srl via Trentino Alto Adige, 69 – 30030 Pianiga (VE) tel 041 5103096 – fax 041 413925 www.silestone.com – [email protected] XXII design focus review Serie 100 GranitiFiandre Utilizzando le più alte percentuali di prodotti di recupero del settore ceramico, Fiandre crea una nuova materia che coniuga pregevolezza estetica e rispetto per l’ambiente: Serie 100 nasce grazie alla nuova linea Extreme. Attraverso una speciale tecnologia, il ciclo produttivo riutilizza materie prime, scarti e residui di lavorazione, garantendo le migliori caratteristiche tecniche. Fiandre has created a new material using the highest percentage of recycled products from the ceramics industry, combining aesthetic value with ecological sustainability: Series 100, created thanks to the new Extreme line. A special technology permits re-use of raw materials, rejects and residues from production processes, offering the best technical properties. GranitiFiandre spa via Radici Nord, 112 – 42014 Castellarano (RE) tel 0536 819611 – fax 0536 858082 www.granitifiandre.com – [email protected] Pedina Kreoo by Decormarmi design Enzo Berti Immagine e nome rimandano immediatamente al gioco degli scacchi: Pedina è un progetto polifunzionale che nasce come sgabello in marmo (Pedina) ma si evolve in un sistema di tavolini d’appoggio (Pedina tavolino e Torre) di diverse misure. Oggetti sinuosi e scultorei, che esaltano la capacità espressiva del marmo creando volumi equilibrati e raffinati giochi di linee dolci, minimal e senza spigoli. The product’s image and name immediately bring to mind associations with the game of chess: Pedina is a multi-purpose project originating with a marble stool (Pedina) which has evolved into a set of coffee tables of different sizes (Pedina and Torre). These sinuous, sculptural objects underline marble’s expressive capacity to create balanced volumes and refined effects of gentle, minimal lines without sharp corners. Kreoo by Decormarmi srl via Duca D’Aosta, 17E – 36072 Chiampo (VI) tel 0444 688311 – fax 0444 688380 www.kreoo.com – [email protected] Wudawood Comfort Liuni Un pavimento in legno protetto da uno strato di PVC trasparente e da una vernice a nanosfere, un rivestimento per pavimentazione che abbina l’elevata resistenza all’eleganza del legno naturale: Wudawood Comfort è espressamente concepito per l’utilizzo alberghiero, per la sua resistenza al traffico elevato e al fuoco, per la sua fonoassorbenza e per il suo aspetto di parquet di legno di alto livello. A wooden floor protected by a layer of clear PVC and a coat of nanosphere varnish: a floor coating combining high resistance with the elegance of natural wood. Wudawood Comfort is expressly designed for use in hotels, because of its resistance to intense traffic and to fire, its ability to absorb sound and its appearance. Liuni spa via G. Stephenson, 43 – 20157 Milano tel 02 30731 – fax 02 3073221 www.liuni.com – [email protected] Perla Beige Margraf All’interno della “Casa degli Sguardi”, l’installazione progettata da Luca Scacchetti allo scorso Made Expo, Margraf ha realizzato le superfici verticali dell’abitazione modello utilizzando il marmo Perla Beige. Proposto nell’esclusiva finitura Velvet, dal caratteristico effetto lievemente rigato, il rivestimento ruvido e molto materico dialoga con le superfici lucide degli altri materiali e degli arredi. In “Casa degli Sguardi”, an installation designed by Luca Scacchetti at last year’s Made Expo, Margraf produced the vertical surfaces of the model home using Perla Beige marble. Available in an exclusive Velvet finish with a characteristic slightly striped effect, this rough, highly material floor dialogues with the glossy surfaces of other materials and furnishings. Margraf spa – Industria Marmi Vicentini via Marmi, 3 – 36072 Chiampo (VI) tel 0444 475900 – fax 0444 475 947 www.margraf.it Tulle Lithos Design design Raffaello Galiotto Tulle è lo stupefacente rivestimento lapideo modulare che fa parte della collezione Drappi di Pietra, un progetto che esalta la capacità dell’azienda nella lavorazione del materiale lapideo. Un percorso di pura matericità che consente di ottenere rivestimenti che assumono la leggerezza e la tridimensionalità tipiche dei drappi di tessuto grazie a un gioco di luce riflessa, chiaro-scuri e ombre. Tulle is an amazing modular stone façade, part of the Drappi di Pietra collection, a project underlining the company’s talent for working with stone. Pure material for creating wall coverings with all the lightness and three-dimensionality typical of fabric drapery thanks to the effects of reflected light, chiaroscuro and shadows. Lithos Design srl via del Motto, 25 – 36070 San Pietro Mussolino (VI) tel 0444 687301 – fax 0444 687398 www.lithosdesign.com – [email protected] Matrici Pieri® Liner Levocell Una soluzione pratica, ideale per le facciate degli edifici o dei muri interni e per ogni altro faccia a vista in calcestruzzo: le matrici elastomeriche Pieri® Liner sono realizzate in poliuretano e forniscono ai progettisti la possibilità di creare motivi specifici per elementi in calcestruzzo prefabbricato o gettato in opera. Le differenti texture previste consentono di animare e dare nuovo aspetto alle superfici. A practical solution perfect for the façades of buildings, for inside walls and for all other exposed concrete surface: Pieri® Liner elastomer matrixes are made of polyurethane and offer architects the freedom to create special motifs for prefabricated or site-cast concrete elements. The different textures offered can be used to animate, add motion and change the appearance of surfaces. Levocell spa via Cinque Prati, 12 – 25014 Castenedolo (BS) tel 030 2130539 – fax 030 2130097 [email protected] – www.levocell.it Robin Table Cemento MDF norament® 926 crossline nora® design Bruno Fattorini & Partners design Lars Conzen Robin Table è l’archetipo del tavolo. La struttura del top sfrutta le proprietà di materiali, assemblati secondo un brevetto di Bruno Fattorini & Partners. Oggi è disponibile nell’inedita finitura in cemento, nella quale il materiale viene applicato manualmente sulla superficie del tavolo e sulle gambe con lo stesso procedimento con cui verrebbero trattate le superfici in architettura. MDF italia spa via Morimondo, 7 – 20143 Milano tel 02 81804100 – fax 02 81804108 www.mdfitalia.it Robin Table is the archetypal table. The structure of the top exploits the properties of materials, assembled according to a system patented by Bruno Fattorini & Partners. It is now also available with a new cement finish in which the material is manually applied to the table surface and legs by the same procedure as is used to treat architectural surfaces. Un’inedita struttura tridimensionale “carving” monocromatica, in grado di creare effetti differenti di luci e ombre. Alla componente estetica, enfatizzata dall’unione di 8 colori scelti tra l’esclusiva gamma colourcourage®, norament® 926 crossline associa eccellenti caratteristiche antincendio, ecocompatibilità Blaue Engel, estrema resistenza all’usura e grande comfort al camminamento e all’appoggio. nora pavimenti srl via Domodossola, 17 – 20147 Milano tel 02 34534138 – fax 02 33104851 www.nora.eu/it/ An unusual monochromatic threedimensional “carving” which creates a variety of different light and shadow effects. In addition to the aesthetic component, emphasised by the union of 8 colours selected from the exclusive colourcourage® range, norament® 926 crossline offers excellent fire resistance, Blaue Engel eco-sustainability, extreme resistance to wear, great comfort of walking and leaning. XXIV design focus review PL01 Invisible Planium Sottile, leggera, economica, tecnologicamente avanzata: PL01 Invisible è la pavimentazione autoposante, un nuovo sistema composto da due sole parti: Piastrella Modulare e Supporti di Aggancio. La sua posa a secco è immediata e successivamente removibile e riassemblabile. Offre un’ampia possibilità di scelta per formati e finiture in spessori minimi a partire da 5mm. Thin, light, economical, technologically advanced: PL01 Invisible is Planium’s self-laying flooring solution a new system made up of only two parts: the Modular Tile and the Hook Support. It can be laid dry immediately and quickly removed and reassembled later on, and offers a great choice of formats and finishes with a minimum thickness of 5 mm. Planium srl via Leone Tolstoj, 27/A – 20098 San Giuliano Milanese (MI) tel 02 9831902 – fax 02 9837570 www.planium.it – [email protected] OKITE®Scultura Okite® by Seyeffe Okite®, il piano composito in lastre di agglomerato di quarzo-resina, poliestere e pigmenti inorganici, presenta la finitura Scultura caratterizzata da una superficie irregolare e disomogenea in grado di ricreare ambienti naturali ed eleganti: Effetto Legno ed Effetto Roccia sono le due texture che rendono ogni lastra un pezzo irripetibile e ogni volta originale. Okite® Scultura ha una garanzia che vale 10 anni. Okite®, a composite surface made of slabs of quartz-resin agglomerate, polyester and inorganic pigments, presents the Scultura finish, with its irregular, uneven surface recreating elegant natural environments: Effetto Legno or wood effect and Effetto Roccia or stone effect are the two textures that make each slab a unique, one-of-a-kind piece. Okite® Scultura is guaranteed for 10 years. Okite® Seieffe Industrie via Appia km 240, 300 – 82013 Bonea (BN) tel 0824 847911 – fax 0824 847999 www.okite.com – [email protected] Onsen Salvatori design Rodolfo Dordoni Un progetto chiavi in mano per l’ambiente bagno realizzato interamente in Lithoverde, l’innovativo materiale lapideo composto per il 99% di scarti del marmo e dall’1% di una resina naturale, che ha ottenuto la prestigiosa certificazione SCS: Onsen è il progetto di un ambiente, è una serie di elementi per la zona bagno che contribuiscono a creare ambienti legati al mondo dell’acqua. A turnkey project for the bathroom made entirely of Lithoverde, an innovative stone material made of 99% marble waste and 1% natural resin which has been granted prestigious SCS certification: Onsen is a room design, a series of elements for the bathroom that help to create associations with water and wellness. Alfredo Salvatori srl via Aurelia, 395/E – 55046 Querceta (LU) tel 0584 769200 www.salvatori.it – [email protected] Compact 20mm Tagina “Compact 20mm” è la piastrella monolitica dallo spessore di 2cm, un formato presente nelle collezioni per interni ed esterni Wire e Woodays. Un materiale ad alto spessore e dall’eccezionale densità materica. Grazie alla tecnologia Compact 20, le nuove collezioni sono adatte a essere posate in modo tradizionale, flottante, su sabbia, ghiaia e direttamente su prato. “Compact 20mm” is a monolithic tile 2 centimetres thick, a size included in the Wire and Woodays indoor and outdoor tile collections. A thick material with exceptional material density. Thanks to Compact 20 technology, the new collections are suitable for traditional or floating installation, for laying on sand, gravel or directly on the lawn. Tagina Ceramiche d’Arte spa via Flaminia, z.i. Nord – 06023 Gualdo Tadino (PG) tel 075 91471 – fax 075 9141375 www.tagina.it – [email protected] fratelli mariani Un tessuto resistente, una trama preziosa, una superficie continua da incidere, tagliare, stirare, una gamma di materiali nobili per soluzioni architettoniche e industriali di alto livello. Nasce sulle sponde del lago di Como la storia di Fratelli Mariani spa. A Veleso i fondatori trovano radicati nel territorio il know how della tessitura e la capacità di lavorazione del filo metallico e ne intuiscono le potenzialità: dal 1929 l’azienda è protagonista della realizzazione di reti metalliche e lamiere stirate. Una storia che continua alle porte di Milano e che vede oggi una realtà dinamica, che guarda al futuro, alle nuove tendenze in edilizia e, attraverso il brand MARIANItech Architectural Solutions, ai nuovi involucri. Nascono superfici esclusive, diaframmi che si animano con la luce, che generano giochi di ombre e riflessi cangianti… prende forma la “nuova pelle” per l’architettura. A strong fabric, a precious weave, a continuous surface to be engraved, cut and expanded, a range of noble materials for top level architectural and industrial solutions. Fratelli Mariani spa’s history begins on the shores of Lake Como. In Veleso the company’s founders imagined the potential of drawing on local know-how in weaving and in working with metal wire: the company began producing wire mesh and expanded metal in 1929. The company’s story continues just outside Milan, in what is now a dynamic forward-looking enterprise mindful of the latest new trends in construction and new wrappers, through the MARIANItech Architectural Solutions trademark. Exclusive new surfaces are created, diaphragms that come to life with light, generating shadows and iridescent reflections… forming a “new skin” for architecture. XXVIII design focus factory marianitech preziosi diaframmi per l’architettura precious diaphragms for architecture text by Davide Cattaneo photo by Ferdinando Sacco “Fino a sette o otto anni fa il 90% della nostra produzione era dedicata al settore industriaIe. Tele metalliche e reti stirate erano impiegate sotto forma diversa come semilavorati dell’industria, grazie alle loro prestazioni tecniche e meccaniche. Venivano principalmente utilizzati come supporto di elementi filtranti e come veri e propri media filtranti per aria, acqua, gas, olio ecc. Da qualche anno qualcosa è cambiato. Architetti e progettisti hanno individuato in questi sistemi la soluzione ideale per il rivestimento e la definizione di nuovi involucri architettonici di edifici nuovi o esistenti, per svolgere funzioni di ombreggiamento e protezione, ma anche per dare un’identità nuova agli edifici”. Così Luca Zanetti, direttore generale di F.lli Mariani spa, ci descrive l’evoluzione dell’attività della sua azienda, focalizzando l’attenzione sull’importanza che ha assunto la progettazione architettonica nell’ultimo periodo. Come abbiamo potuto riscontrare frequentando altre realtà, si tratta di un percorso comune a molti produttori di lamiera stirata e tela metallica, un trend abbastanza consolidato, ma che trova nell’azienda di Cormano una valorizzazione ulteriore anche attraverso la creazione di un marchio ad hoc, MARIANItech, proprio dedicato alle superfici per l’architettura. Un passaggio naturale, che si è tradotto in una trasformazione graduale del processo produttivo, nell’aggiornamento della dotazione tecnologica delle macchine e nella parallela formazione degli operatori. Fratelli Mariani, da sempre attenta a cogliere gli input del mercato nelle sue diverse linee di tendenza, ha deciso di puntare decisamente su questo nuovo obiettivo, senza dimenticare la propria identità, le proprie caratteristiche specifiche, la forte componente industriale della sua produzione. Proprio per questo ha messo a punto un processo industriale che fa della qualità il filo conduttore di tutte le fasi operative e progettuali, un ciclo virtuoso completamente interno all’azienda sin dallo sviluppo e dalla realizzazione degli utensili in acciaio, gli strumenti operativi che serviranno per lavorare la lamiera. Alluminio, acciaio inox, acciaio zincato, ferro, rame, ottone: le lamiere stirate trovano oggi ampio spazio in architettura sotto varie forme grazie alla loro versatilità, alle qualità estetiche, alle performance tecniche e al costo ancora contenuto. Sono sempre più numerose le realizzazioni di pregio a livello internazionale che impiegano la lamiera stirata per definire diaframmi verticali o orizzontali, che svolgono il ruolo funzionale di protezione e ombreggiamento delle superfici esterne, ma finiscono poi per definire la forma e l’immagine stessa dell’involucro. La capacità di Fratelli Mariani di dialogare con progettisti e architetti per venir incontro a esigenze specifiche di ciascun progetto consente di soddisfare parametri e condizioni anche tra loro molto diverse, in ogni singolo campo di applicazione, per qualsiasi tipologia di edificio. Il grado di personalizzazione che l’azienda è in grado di proporre è massimo e coinvolge le dimensioni, il disegno, il colore e la finitura superficiale della lamiera. Proprio per le sempre diverse condizioni d’impiego, grande attenzione deve essere rivolta in fase progettuale alla verifica continua delle soluzioni adottate. Fratelli Mariani dispone di un sistema di simulazione in laboratorio che consente di ricreare, attraverso l’illuminazione artificiale, la luce del sole e la sua variazione nell’arco della giornata con l’obiettivo di monitorare il mutare delle condizioni di irraggiamento e il conseguente ombreggiamento garantito dalla superficie forata. La lamiera stirata è una superficie leggera, versatile e facilmente lavorabile e offre l’indubbio vantaggio di trasformare una lastra bidimensionali in un diaframma tridimensionale dalla texture ricercata, più o meno pronunciata ed evidente. L’alluminio, per le sue caratteristiche estetiche e di leggerezza, risulta perfetto per questo tipo di applicazioni. Anche l’acciaio trova ampio impiego, così come l’ottone e il rame, per i quali risulta decisiva la capacità di modificare il proprio aspetto nel corso del tempo sotto l’azione degli agenti atmosferici. Nel nuovo stabilimento, nel quale è da poco confluita tutta l’attività produttiva dell’azienda, arrivano coils e fogli di lamiera di spessore, dimensione e materiale differente che andranno lavorati secondo le specifiche progettuali per ottenere il disegno della superficie prestabilito. I coils vengono caricati automaticamente sugli svolgitori e immessi nella macchina che incide la lamiera e la stira avvalendosi di un piano obliquo la cui inclinazione viene opportunamente calibrata per ottenere il risultato richiesto. La lamiera viene poi tagliata nelle dimensioni corrette e preparata per le successive lavorazioni. Il dimensionamento corretto dei fogli può avvenire alternativamente tramite taglio laser, all’acqua o a pantografo. Tutte le lastre possono essere sottoposte a trattamenti superficiali propri dei metalli: dalla verniciatura (tutti i colori RAL all’anodizzazione naturale e colorata, dalla satinatura alla zincatura, solo per citarne alcune. Parallelamente all’impianto per la produzione della lamiera, all’interno dello stabilimento si inserisce la catena produttiva delle reti metalliche, anch’esse realizzate in materiali selezionati di altissima qualità: acciaio inox AISI 316/304, rame, ottone, bronzo, alluminio fibre sintetiche ad alta resistenza. I telai per la lavorazione delle reti metalliche hanno caratteristiche proprie dei telai per tessuti e riproducono lo stesso principio di funzionamento. La materia prima arriva sotto forma di rocchetti di fili di diverso diametro e materiale. Dopo una fase preliminare di controllo e verifica delle caratteristiche richieste, i rocchetti di filo preparano l’ordito del tessuto, attraverso una lavorazione tipica delle aziende tessili ma appositamente calibrata e modificata per la lavorazione dei metalli; successivamente all’infilatura, si procede alla vera e propria fase di tessitura ricreando le specifiche tecniche ed estetiche richieste dal cliente. La tipologia di telaio da utilizzare e la velocità della lavorazione vengono determinati in base alle esigenze progettuali, alla quantità di prodotto da realizzare, alle dimensioni e caratteristiche della rete. Dai telai escono reti preziose, soluzioni leggere e delicate quanto resistenti e performanti, trame avvolgenti che permetteranno di “disegnare” e dare forma a volumi suggestivi e inediti. ® Fratelli Mariani spa viene fondata nel 1929 a Erno di Veleso. Nel corso degli anni vengono poi avviati gli stabilimenti di Lezzeno per le tele metalliche e di Bresso per le lamiere stirate, mentre la sede amministrativa viene trasferita a Milano. Nel 2003 nasce la nuova sede centrale a Cormano, che si estende su 17.000m2 e che comprende l’area commerciale, logistica e amministrativa, impiegando 120 persone. Fratelli Mariani spa coglie l’esigenza del mercato di colmare non solo gli aspetti funzionali del prodotto, ma anche quelli decorativi creando così il brand registrato MARIANItech® Architectural Solutions attraverso il quale diventa l’unica azienda nel panorama europea che può vantare la produzione di lamiere stirate e tessuti metallici. Fratelli Mariani spa was founded in 1929 in Erno di Veleso. Over the years plants were opened in Lezzeno for working with wire mesh and in Bresso for producing expanded metals, while the company’s administrative headquarters were moved to Milan. In 2003 it opened a new plant in Cormano, extending over 17,000 square metres and including marketing, logistics and administrative offices with 120 employees. Fratelli Mariani spa has always been aware of the importance of keeping up with socio-economic change all over the world, responding to demand on the market not only to adapt the product’s functional qualities, but also its decorative properties, creating the registered MARIANItech® Architectural Solutions brand as the only European company to make expanded metal and wire mesh fabrics. Fratelli Mariani spa via Cadorna, 34 20032 Cormano (MI) tel 02 6103441 fax 02 61034499 www.marianitech.com – [email protected] XXX design focus factory Come per la lamiera stirata anche nel caso delle reti metalliche la capacità di lavorazione dell’azienda associata a un processo versatile consente di produrre tessuti metallici su qualsiasi disegno, anche in quantità ridotte. L’attività di Fratelli Mariani e in particolare di MARIANItech non si limita alla lavorazione e alla fornitura del materiale. Grande attenzione viene dedicata all’intero progetto, al rapporto approfondito con la sottostruttura della facciata e con i sistemi di ancoraggio, alla definizione di un pacchetto facciata “chiavi in mano” compreso di posa e servizi aggiuntivi. Una capacità progettuale molto apprezzata anche all’estero (dove le soluzioni in lamiera stirata e reti metalliche stanno avendo grande riscontro), come testimoniano le prestigiose realizzazioni internazionali e le commesse ottenute dall’azienda. Particolare attenzione merita la fornitura per l’ampliamento del Carnegie Pavillon, lo stadio del Cricket realizzato su progetto dello Alsop Sparch a Leeds. In particolare, Fratelli Mariani ha progettato il rivestimento in lamiera stirata della tribuna principale. Una soluzione che permette di schermare e proteggere le sedute, lasciando comunque filtrare aria e luce. Un guscio leggero formato da una serie di triangoli in lamiera o in vetro, assemblati attraverso una sottostruttura in acciaio anch’esse triangolare. La tonalità verde della lamiera, verniciata con polvere di alluminio, contribuisce a mitigare l’impatto visivo con il paesaggio circostante e gli alberi presenti nelle strade limitrofe. La leggera differenza cromatica delle campiture contribuisce a generare una sensazione di movimento all’involucro, determinando, anche grazie alla diversa inclinazione dei triangoli, riflessi cangianti al variare della luce lungo l’arco della giornata. L’inedita geometria del guscio metallico conferma la capacità dell’azienda di soddisfare esigenze progettuali specifiche grazie alla collaborazione continua con i progettisti della sottostruttura. “Until 7 or 8 years ago, 90% of our production was for industry. Wire mesh and expanded metals were semi-products used in industry in a variety of ways thanks to their high technical and mechanical performance. They were primarily used as a support of filtering elements and as real filtering media for air, water, gas, oil and so on. But something has changed in the past few years. Architects and designers now consider these systems the ideal solution for covering buildings and creating new architectural wrappers on new and old buildings, providing shade and protection and creating a new identity for the buildings”. This is how F.lli Mariani spa general manager Luca Zanetti describes the evolution of his company’s work, focusing attention on the importance of architectural design in recent years. The Cormano-based company has added to the value of this established trend shared by many makers of expanded metals and wire mesh, by creating its own trademark for architectural surfaces, MARIANItech. This natural transition has required gradual transformation of the productive process, updating of the technologies used in the machinery and operator training. Fratelli Mariani, which has always been responsive to input from the market in its many trendsetting product lines, has decided to place its bets on this new goal without forgetting its own identity and specific features or the strong industrial component of its production. In order to do this it has fine-tuned an industrial process which makes quality the common thread running through all stages in planning and operations, a virtuous cycle conducted entirely in-house, starting with development and production of steel tools, the operative implements used to work with metal. Aluminium, stainless steel, galvanised steel, iron, copper, brass: expanded metals are now used in various ways in architecture thanks to their versatility, aesthetic quality, technical performance and low cost. More and more prestigious projects all over the world are using expanded metals to define vertical or horizontal diaphragms, playing a key role providing protection and shade for outdoor surfaces while defining the shape and image of a building’s wrapper. Fratelli Mariani’s ability to dialogue with designers and architects in response to the specific requirements of each project allows the company to satisfy very different requirements and conditions in all fields of application, for all kinds of buildings. The company offers maximum customisation in terms of dimensions, design, colour and surface finish of the metal. Because these products are used in so many different ways, it is important to continue verifying the solutions adopted during the planning stage. Fratelli Mariani has a laboratory simulation system permitting recreation of sunlight and the way it varies over the course of the day using artificial light, in order to monitor changing irradiation and therefore the amount of shade offered by the perforated surface. Expanded metal is a light, versatile surface which is easy to work with and offers the undoubted benefit of transforming two-dimensional sheet metal into a three-dimensional diaphragm with an elegant texture, which may be more or less pronounced and evident. Aluminium’s aesthetic properties and light weight make it perfect for this type of application. Steel is also commonly used, as are I prodotti della linea MARIANItech® forniscono soluzioni architettoniche nell’intervento di recupero di fabbricati attraverso innovative coperture di facciate o nella realizzazione di nuovi edifici, modificando l’aspetto delle costruzioni con progetti che regalano nuova “luce” agli edifici civili e industriali. The products in the MARIANItech® line offer architectural solutions for renovating buildings with innovative façades and constructing new buildings, changing the look of constructions with designs that shed new “light” on civil and industrial buildings. Una nuova “pelle” per il Carnegie Pavilion, Headingley Cricket Ground a Leeds. Un guscio metallico dalla geometria complessa realizzato in lamiera stirata, che avvolge e protegge la tribuna principale dello stadio, conferendo al complesso architettonico nuova identità formale. A new “skin” for the Carnegie Pavilion, Headingley Cricket Ground, Leeds. A metal shell with complex geometry, made of expanded metal, wraps around and protects the stadium’s main stands, giving the architectural complex a new formal identity. brass and copper, metals with the important quality of changing their appearance over time due to the effect of atmospheric agents. Coils and sheets of metal come to the new plant where the company has concentrated all its production in different thicknesses, dimensions and materials, which are processed according to the project specifications to create the desired surface design. Coils are automatically loaded onto the streamers and enter the machine, which engraves the sheet metal and expands it on an oblique surface at an inclination calibrated to obtain the desired result. The sheet is then cut to the right size and prepared for further processing. The sheets may be cut to the right size by laser, water jet or pantograph cutting. All sheets may then be subjected to surface treatments specifically for metals: from painting (in all RAL colours) to natural and coloured anodisation, satin finishes or galvanisation, to mention only a few. Parallel to the sheet metal production line in the plant is a wire mesh production line, which also works with selected top quality materials: AISI 316/304 stainless steel, copper, brass, bronze, aluminium and strong synthetic fibres. The looms used for working with metal wire are just like looms for fabrics and work in the same way. Raw materials arrive in the form of spools of wire of different diameters and materials. After a preliminary check to ensure that they have all the required properties, the wire coils prepare the fabric warp, through the typical manufacturing of textile companies, but specially calibrated and modified for the metal working; after the threading, there is the weaving stage, recreating the technical and aesthetic features requested by the customer. The type of loom used and the speed of weaving depend on the requirements of the project, the amount of product to be produced and the mesh dimensions and features. The mesh coming off the looms is a precious material which is lightweight, delicate yet strong and high performance, an enclosing weave that makes it possible to “draw” and give form to evocative new kinds of volumes. Just like expanded metals, the company's wire mesh working capacity and versatile production process make it possible to produce metal mesh fabrics to any design, even in small quantities. Fratelli Mariani and MARIANItech do not just produce and supply materials. The company dedicates great attention to the entire project, to the details of how the material interacts with the façade and anchorage systems, creating a “turnkey” façade package that includes installation and additional services. The company’s talent for design is much appreciated in Italy and abroad (where expanded metals and wire mesh are becoming very popular), as revealed by the company’s prestigious international projects. One particularly interesting project is the expansion of Carnegie Pavillon, a cricket stadium designed by Alsop Sparch in Leeds. Fratelli Mariani designed the expanded metal cladding for the main stands, a solution which provides screening and shelter for the seats while letting air and light through. A light shell made up of a series of sheet metal or glass triangles is held together by a steel sub-structure which is also triangular. The green hues of the metal painted with aluminium powder help mitigate visual impact on the surrounding landscape and the trees along the streets near the stadium. The slight differences in the background colours help create a sensation of motion in the cladding, which, reinforced by the different angles of the triangles, creates iridescent reflections as the light changes during the day. The unusual geometry of the metal shell confirms the company’s ability to meet specific design requirements thanks to ongoing collaboration with the designers of the sub-structure. rivista di architettura e arti del progetto in collaborazione con dal 17 al 22 aprile 2012 Spazio Emporio – via Tortona 31, Milano ore 10.00 – 21.00 Ouverture 2012 - design on/off La mostra è il risultato di una ricerca condotta nell’ambito dell’industrial design su una selezione di oggetti - casi studio - che esplicitano il loro valore e significato nell’apertura, nel disvelamento, nella metamorfosi. Con il contributo scientifico di Vittorio Marchis e l’indagine cinematografica di Dimitris Kozaris, l’evento esplora in termini culturali, progettuali e tecnologici il tema del movimento, dell’aprire e del chiudere. a cura di Marco Casamonti ufficio stampa Gruppo 24 ORE [email protected] Rodex – Otto [email protected] sponsor tecnici direttore responsabile editor Marco Casamonti vicedirettore deputy editor Laura Andreini Philipp Meuser comitato di direzione editorial commitee Alessandro Anselmi Augusto Romano Burelli Aurelio Cortesi Claudio D’Amato Giangiacomo D’Ardia Nicola Pagliara Franz Prati Franco Stella comitato di redazione editorial committee Maria Argenti Laura P. Bertolaccini Davide Cattaneo Isotta Cortesi Nicola Flora Paolo Giardiello Maura Manzelle Alessandro Massarente Efisio Pitzalis Giovanni Polazzi Gennaro Postiglione 121 area n°121 anno XXIII 2012 marzo/aprile rivista bimestrale bimonthly magazine registrazione Tribunale di Milano n. 306 del 1981 08 08 R.O.C. n° 6553 del 10 dicembre 2001 spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. 27/02/2004 n°46) art.1 comma 1, DCB Bologna abbonamenti Italia: abbonamento annuo € 77,00 una copia € 12,00 Foreign subscription by priority mail: €114,00 customer service tel +39 02 30225480 fax +39 02 30225402/30225406 www.shopping24.it amministrazione vendite fax +39 02-06 30225402-5406 associato a cover: Perfetti Van Melle Factory, photo by Pietro Savorelli consulenti consultants Luca Basso Peressut Antonio D’Auria Aldo De Poli Sergio Polano corrispondenti corrispondents Cristiano Bianchi, Londra Annegret Burg, Berlino Jorge Carvalho, Porto Galina Kim, Taschkent Cristiana Mazzoni, Parigi Thomas Mc Kay, New York Philippe Meier, Ginevra Antonio Pizza, Barcellona Yoshio Sakurai, Tokio Jamal Shafiq A. 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Epopee of the industrial building: from spinning mill to museum testo Laura Andreini scenari di architettura/architectural scenario Il Sole 24 ORE spa sede legale: Via Monte Rosa, 91 20149 Milano presidente: Architecture for industry testo Marco Casamonti 104 Bebin & Saxton Architects Aonni mineral water plant 110 el dorado Hodgdon Powder Company 116 MGP Arquitectura y Urbanismo Argos 126 Brückner & Brückner architekten Power and heat supply plant letture critiche/critical lectures 134 The interior, the exterior, the vague Leonardo Chiesi, Fabio Ciaravella fotografia/photography 142 Albano Guatti Industrial still and motion blur 152 industrial buildings bibliographical journey itinerario contemporaneo/contemporary itinerary 154 Valencia itinerary 164 esiti concorsi/competitions 170 recensioni mostre e libri/ exhibition and book reviews 176 new media Epopee of the industrial building: from spinning mill to museum 4 Laura Andreini Epopea dell’edificio industriale: dalla filanda al museo. Secondo il Dizionario enciclopedico di architettura e urbanistica diretto da Paolo Portoghesi per architettura industriale “si intende (…) la tipologia architettonica riguardante quegli edifici destinati a “contenere” un impianto di produzione (...).” Si tratta di manufatti edilizi realizzati per racchiudere aree di lavoro, pertanto pensati in funzione della logistica e delle esigenze produttive, dove il tema dell’abitare e dell’abitabilità dello spazio e della fruibilità delle condizioni ambientali dei lavoratori non è, purtroppo, sempre centrale rispetto al progetto più spesso condizionato dalle esigenze delle macchine cui l’edificio deve consentire il funzionamento. Analogamente, salvo rari casi degni nota, la fabbrica, forte della sua necessità, si mostra, indifferente rispetto al paesaggio e, nonostante le dimensioni sovente gigantesche della propria struttura volumetrica, incapace di costruirne di nuovi; complessi che nella maggior parte dei casi palesano l’anonimato più deludente e squalificante per l’ambiente circostante, se non addirittura una minaccia per effetto delle emissioni e l’utilizzo delle risorse naturali. Viceversa proprio per l’impatto territoriale e geografico che l’architettura industriale mette in scena, questi edifici, scrigno di cultura tecnologica e costruttiva, esempi del grado di sviluppo di un paese quanto dell’intera società di cui sono parte integrante nel ciclo dei consumi e quindi dei costumi, dovrebbero essere progettati con una cura e un’attenzione superiore a qualsiasi altro manufatto consci del proprio ruolo e della potenza di condizionamento che esercitano sul contesto. Tuttavia va sottolineato come, rispetto ad altre tipologie edilizie, l’edificio industriale possa contare su una storia e una tradizione relativamente recente; si tratta di “costruzioni” che si sviluppano con la rivoluzione industriale e che contano poco più di tre secoli nei paesi più avanzati, recentissime, l’inizio del secolo scorso, nei paesi con una più longeva struttura economica incentrata sull’agricoltura e il lavoro nei campi. Conseguentemente un’attenta riflessione ed evoluzione sull’idea di fabbrica deve essere portata ancora a compimento e, probabilmente, se compresa nella sua dimensione d’interazione con il paesaggio, produrre effetti di estremo interesse in relazione al territorio che la accoglie. According to the Encyclopaedic Dictionary of architecture and town planning edited by Paolo Portoghesi, the term industrial architecture “is used to indicate (…) the architectural typology of buildings intended to “contain” a production plant (…).” It is a matter of structures built to contain work spaces, and whose design is therefore determined by the logistics and the production requirements, while the theme of the living conditions and inhabitability of the space and the enjoyability of the environmental conditions of the workers is unfortunately seldom a central priority in the architectural design, which is usually conditioned by the requirements of the machines. It is to allow the latter to function that the building has been erected in the first place. Analogously, the factory – with few exceptions worthy of notice – appears impervious to the landscape around it and proves, despite the often gigantic dimensions of its own volumetric structure, incapable of building new ones. These complexes usually distinguish themselves by their absolute anonymity, which is a source of disillusionment and humiliation to the surroundings in the best cases, while they also represent a threat due to the emissions and waste of natural resources in the worst. Vice versa, precisely due to the territorial and geographic impact wielded by industrial architecture these buildings, caskets of technology and construction culture, examples of the level of development of a country on the same level as the society in which they play an essential role in the cycle of consumption and thus of costumes, should be designed more carefully and attentively than any other building, due to their role and potential influence on the context. 6 Non si tratta di affidare a questi manufatti la visione ingenua e totalizzante offerta, particolarmente in Italia all’inizio del secolo scorso, con l’esperienza del futurismo. Anche se, giova ricordarlo, alcune sperimentazioni costruttive e formali nella realizzazione di queste “speciali opere”, sognate da Chiattone e Sant’Elia e portate a compimento dall’Ingegnere Mattè Trucco nel 1922 con l’esempio della Fabbrica Fiat al Lingotto di Torino, costituiscono esempi fondamentali che vanno a condizionare l’intera produzione architettonica del tempo. L’edificio industriale d’altronde, come dimostra il caso della fabbrica dell’AEG progettata da Peter Behrens tra il 1909 e il 1911 a Berlino o dell’Opificio Fagus ad Alfeld an der Leine, in Germania, progettato da Walter Gropius e Hannes Meyer in quegli stessi anni, aveva già rappresentato compiutamente il proprio potere demiurgico e mediatico divenendo icona del moderno e di quell’estetica/etica del funzionamento che guida e conquista completamente le ipotesi teoriche e pratiche delle avanguardie storiche. Purtroppo quell’eroica e perduta visione del lavoro e del capitalismo, cui fanno seguito pochissimi esempi d’eccezione, come la sede della Johnson Wax a Racine di Frank Lloyd Wright del 1936 (si tratta però del corpo uffici e non della fabbrica vera e propria), o più compiutamente la straordinaria esperienza di Adriano Olivetti e del suo omonimo e articolato complesso industriale di Ivrea, in cui operarono, attraverso progetti-manifesto, le menti più lucide e fervide del periodo che va dagli anni ’20 al dopoguerra, non realizza quegli auspicati effetti generali sulla costruzione dell’edificio per il lavoro che nella maggioranza dei casi subisce le logiche economiche e pauperistiche di “strumento” per il lavoro, producendo, e siamo all’attualità, una moltitudine di anonimi contenitori, definiti appunto “capannoni”; volumi dispersi sul territorio in modo utilitaristico e privo di qualsiasi riferimento o considerazione architettonica. In effetti -ed è questo l’aspetto più preoccupante- l’edificio per il lavoro subisce in ogni luogo lo stesso destino che subisce l’idea stessa di lavoro e di lavoratore poiché quando a questi ultimi viene negato lo status di persona, e quindi l’idea di abitare e di un’esistenza incentrata sulla necessità e dignità del lavoro uniformando ogni attività umana alla logica utilitaristica del puro strumento per la produzione dei beni, analogamente l’edificio che li accoglie cessa di essere un luogo abitabile, un’architettura, per diventare un semplice carter di protezione dagli agenti atmosferici delle macchine e dei processi produttivi in esso contenuti. It must however be stressed that, as compared to other types of edifices, industrial buildings can count on a relatively recent history and tradition; it is a matter of “constructions” that have been developed with the industrial revolution and that vaunt little more than three centuries in the most advanced countries, and a very recent past as of last century in countries where an economy based on agriculture and fieldwork has survived longer. An attentive reflection and evolution on the idea of the factory has therefore yet to be brought to accomplishment, and this would probably – if the extent of its interaction with the landscape were to be appreciated – produce extremely interesting effects in relation to the territory surrounding it. It is not a matter of attributing, to these buildings, the ingenuous and totalizing vision associated with the experience of Futurism, especially in Italy in the early years of last century. Even if it would be worthwhile to remember some constructive and formal experiments with the realization of these “special works” envisioned by Chiattone and Sant’Elia and realized by the engineer Mattè Trucco in 1922 with the example of Fiat’s factory at the Lingotto in Turin; it is a matter of fundamental examples that have influenced the entire architectural production of the period. On the other hand, the industrial building, as the case of Peter Behrens’ AEG factory designed between 1909 and 1911 or the Fagus factory at Alfeld an der Leine in Germany designed by Walter Gropius and Hannes Meyer in the same years, had already demonstrated its demiurgic and mediatic power, becoming icons of Modernism and of that functionalistic aesthetics/ ethics that has oriented and completely conquered the theoretic and practical hypotheses of the historical avant-gardes. In the previous, in this and in the following pages: AEG’s Turbine factory, Alfeld on the Leine, by Peter Behrens, 1908-1909. Photo by Roland Halbe. I muri “smettono” di essere muri sostituiti da pannelli in calcestruzzo, le finestre scompaiono e con esse il rapporto con l’esterno, i tetti divengono semplici coperture di un involucro di cui è percepibile solo il volume e non la forma, la struttura un componente standardizzato che si acquista in “scatola di montaggio”. Conseguentemente la fabbrica perde lo status di “opificio” e con esso quella iniziale ma ammirata ingenuità che oggi riconosciamo alle studiate e protette “archeologie industriali”. Edifici che mantenevano la loro dicotomia tra l’immagine esterna del “palazzo”, caratterizzato spesso da un povero ma dignitoso paramento ammattonato, e lo spazio interno attraversato da strutture tipicamente “nuove”, con grandi luci ottenute mediante l’uso di materiali leggeri come la ghisa per le colonne o l’acciaio per le travature composte giuntate tramite chiodatura; profili che altro non sono se non la trasposizione di ciò che Gustav Eiffel mostrò, come possibile, con la sua costruzione simbolo per l’Esposizione Universale del 1889. Lo spazio interno nella “fabbrica moderna” assume, grazie all’impiego di queste nuove tecnologie costruttive, dimensioni inusuali e dilatate rispetto ad altre tipologie edilizie realizzando spazi che consentivano una massima libertà di gestione, organizzazione e distribuzione delle macchine permettendo quindi una più ampia ottimizzazione del ciclo produttivo e della logistica di produzione. Si tratta di una fase pionieristica che assume una propria espressione formale, una propria identità e un proprio potenziale comunicativo segnato dalla macchina a vapore e con esso dalla presenza delle ciminiere. Attualmente quelle fabbriche costruite nella prima fase dello sviluppo industriale nelle immediate vicinanze della città, non lontane dalle zone più tipicamente residenziali, a seguito dell’impetuosa crescita urbana del secondo dopoguerra, a partire dagli anni settanta/ottanta del XX secolo, realizzano un fenomeno significativo e ineluttabile nella storia dei manufatti produttivi, cui è imposta, funzionalmente, la riconversione e la rigenerazione architettonica. 8 9 editoriale editorial La quasi totalità dei complessi industriali insediati ai margini urbani nella prima metà del novecento sono sopraffatti dallo sviluppo delle città che inglobandoli ne trasformano immediatamente le condizioni d’uso rendendo, le originali, incongrue e incompatibili rispetto al tessuto circostante. Conseguentemente il fabbricato industriale diviene edificio storico di seconda generazione e si trasforma in luoghi e complessi destinati a funzioni diversificate compatibili con le grandi dimensioni; centri espositivi, musei, scuole, palestre, spazi commerciali e altre attività quando l’immagine architettonica mantiene la memoria del lavoro e della società di un tempo, destinati alla demolizione quando il manufatto, concepito nella seconda fase del suo sviluppo storico-tipologico, non presenta nessuna delle caratteristiche edilizie sopraricordate per aderire all’idea indifferente e anonima della scatola, del semplice contenitore. Purtroppo in questa seconda fase che potremmo definire postindustriale, l’edificio per la produzione, espulso dalla città, si disperde nel territorio o viene “recluso” in confinate aree industriali dove è possibile perpetrare ipotesi costruttive a basso costo ma, con la povertà dell’investimento architettonico in termini non solo economici ma soprattutto culturali, ad altissimo impatto ambientale. Tale condizione, nella fase attuale, modifica ulteriormente l’edificio industriale dal punto di vista tipologico e morfologico portando alla realizzazione di complessi industriali di terza e quarta generazione che, coerentemente con le necessità imposte da una condizione sociale e di mercato dominata dal potere dell’informazione, ricercano nell’immagine architettonica l’opportunità per comunicare all’esterno un’auspicata qualità che si estende dal prodotto ai luoghi di produzione. Ovviamente tale fenomeno, fortunatamente per il paesaggio e per l’ambiente, si mostra in rapidissima espansione coinvolgendo da prima quei settori a più alto valore aggiunto come la moda, il settore dell’industrial design, o della produzione agroalimentare -sono famose e celebrate le nuove cantine progettate dalle archistars internazionalifino a raggiungere adesso anche l’industria metalmeccanica, in primis le case automobilistiche impegnate in una colossale opera di persuasione della clientela rispetto ai temi della tutela dell’ambiente e della sostenibilità. Unfortunately, that heroic and lost vision of work and capitalism, followed by very few exceptional examples as the head office of Johnson Wax in Racine by Frank Lloyd Wright from 1936 (even if this is a case of an office building and not a factory in the strict sense of the term) or, in a more accomplished manner, the extraordinary experience of Adriano Olivetti and his homonymous and articulated industrial complex in Ivrea, where the brightest and most acute minds of the period operated through design-manifestos in the period between the Twenties and the postwar years, failed to realize the hoped-for general effects on the building of work spaces which, in most cases, became victims to the economic and pauperistic logics of work “instruments”, producing, and we have reached the present time, a multitude of anonymous containers, defined precisely “sheds”: volumes scattered across the territory according to necessity and without any architectural reference or consideration. In actual fact – and this is the most alarming aspect – buildings for work suffer the same fate, everywhere, as the very idea of work and worker does, because when the latter is denied the status of person, and thus the idea of inhabiting and an existence centred on the necessity and dignity of work, and all human activity is subjected to the utilitarian logic of pure instrument for the production of goods, then it follows by analogy that the building housing him ceases to be a place for living, instead becoming a mere means of protecting the machines and the relative manufacturing processes from adverse climatic conditions. The walls “cease” to be walls, to be replaced by concrete panels, the windows disappear and with them the relationship with the outdoor environment, the roofs become mere covers of a shell of which we only perceive the volume and not the form, the structure a standardized component bought in an “assembly kit”. The factory consequently loses its status as “mill” and thereby the initial but admirable ingenuity which we today recognize the studied and protected “industrial archaeologies”. These buildings retained the dichotomy between their outward appearance of large “mansion”, often characterized by a poor but dignified brick façade, and the space within that is often structured according to typically “new” systems, with large spans made possible by light materials as cast iron columns and steel beams that are riveted together; these profiles are nothing but a transposition of what Gustav Eiffel had proved to be possible with the construction that became the symbol of Universal Exposition of 1889. The use of these new construction techniques has made it possible to give the interior of the “modern factory” unusual dimensions, much larger than other building types, and to create spaces that allow great freedom of management, organization and distribution of the machines and thus improved production cycles and logistics. It is a matter of a pioneering phase, that has assumed an own formal expression, identity and communicative potential, characterized by the steam engine and with it, the presence of smokestacks. Today these factories, that were built just outside cities, not far from more typically residential areas, during the first phase of the industrial development, are – as a result of the rapid urban growth registered in the years after World War II, as of the Seventies and Eighties of the 20th century – undergoing a significant and inevitable phenomenon in the history of factories; they are being renovated and turned to new uses. Almost all industrial complexes built on the edges of cities in the first half of the Twentieth century have been surrounded by the developing cities. In these and in the previous page: Lingotto FIAT factory, Turin, by Giacomo Mattè-Trucco, 1915. Photo by Gabriele Basilico. The latter, incorporating them, have immediately transformed their operational conditions, making the original structures incongruous and incompatible with respect to the surrounding tissue. The industrial building consequently becomes a second-generation historical edifice, and is transformed into places and aggregates used for a variety of purposes that are compatible with its large dimensions - exhibition centres, museums, schools, gyms, shopping centres and other facilities - when the architectural image remains a testimonial of the work and society of the past, and demolished when the building, conceived during the second phase of its historicaltypological development, fails to feature any of the aforementioned constructive characteristics, and instead belongs to the indistinct and anonymous category of the box, the simple container. Unfortunately, in this second phase that we may define post-industrial, the manufacturing building, having been expelled from the city, is dispersed in the territory or “confined” to dedicated industrial areas where it is possible to perpetrate building hypotheses at a low cost but, due to the negligible architectural investment in not only economic but above all cultural terms, a very high environmental impact. This condition has in the current phase led to further changes in typology and morphology which have in their turn resulted in the realization of third- and fourth-generation industrial complexes that, coherently with the necessities imposed by a social and commercial situation dominated by the power of information, see architecture as an opportunity to communicate a desired quality, that is extended from the product to the places of production and to the world. Obviously, this phenomenon, fortunately for the landscape and the environment, is registering a very rapid expansion, first involving sectors with high added value as fashion, industrial design or the agrifood production – the new wineries designed by international starchitects are famous and celebrated examples – and now also the metal-mechanic industry, above all car manufacturers attempting the gargantuan task of persuading their clientele on issues of environmental protection and sustainability. 11 editoriale editorial Questa forma di pubblicità e comunicazione indiretta è finalizzata a persuadere il cliente della raggiunta qualità totale perseguita dall’azienda, non solo in termini di prodotto, ma anche e soprattutto di ciclo produttivo e condizioni di lavoro; condizioni che sempre più spesso sono mostrate con orgoglio attraverso il progressivo fenomeno delle visite e quindi, implicitamente, dei controlli della clientela anche delle aree produttive. Con tali finalità e obiettivi, sempre più spesso, grandi aziende realizzano nelle immediate vicinanze delle aree di produzione strutture museali per celebrare la storia e il Know-how tecnologico e costruttivo ritenuto elemento indispensabile di ogni “brand” di successo “obbligato” a dichiarare pubblicamente: chi siamo, da dove veniamo, come produciamo. Se con la fine del secolo scorso e l’inizio del nuovo (pensiamo al caso Vitra, Benetton, Ferrari, ecc.) una committenza vigile e attenta decide di assegnare all’edificio di produzione una nuova connotazione di luogo d’invenzione e rappresentazione semantica della propria casa madre, oggi, a pochi anni di distanza dalle prime riuscitissime e fortunate esemplificazioni, si è passati a una vera e propria tendenza che ricerca anche attraverso l’architettura l’affermazione di un modus operandi che vuole segnare un differenziale tangibile tra i prodotti provenienti da un comparto industriale maturo ed efficiente e prodotti provenienti da aree e zone del pianeta ancora in via di sviluppo. 12 14 La fabbrica contemporanea si caratterizza pertanto quale strumento funzionale all’affermazione del marchio attraverso un’orgogliosa “esibizione” dell’eccezionalità raggiunta nella costruzione del proprio luogo di produzione e delle condizioni di lavoro in cui si realizza un determinato prodotto; è il risultato coerente dell’applicazione di una teoria attraverso la quale l’edificio industriale si manifesta come parte integrante di una più generale strategia di marketing. Sempre più spesso figure metonimiche e allegoriche disegnano e caratterizzano l’impianto, e in particolare, l’impatto architettonico generatore di nuove fabbriche che fanno della ricerca formale, dell’impiego di materiali naturali ed ecocompatibili, della sperimentazione di tecnologie costruttive in grado di generare e manifestare una produzione architettonica stimolante e creativa, l’espressione più convinta e politically correct del proprio modus operandi. Molti esempi tratti delle nuove configurazioni dei luoghi di produzione si mostrano come vere e propri spazi della rappresentazione; soffermandosi sulla lettura delle piante e delle sezioni di molte delle più “aggiornate” fabbriche contemporanee gli spazi interni a servizio del ciclo produttivo acquistano sempre più la connotazione di teatri della produzione. Passerelle e balconi panoramici – dove con il panorama ci si riferisce e si celebrano le linee di montaggio e produzione- atri scenografici e sale per i visitatori che spesso sorvolano ampi spazi destinati alle zone di lavoro dove la ricerca incessante per la creazione di un ambiente che offra condizioni ottimali per il benessere dell’uomo si sovrappone alla contemporanea e attuale richiesta di rispondenza alle norme sull’efficienza energetica degli edifici e la loro certificata sostenibilità. Il lungo nastro rosso costruito all’interno del precedente edificio destinato alla produzione della Nestlè a San Paolo accompagna i visitatori attraverso un articolato percorso sospeso studiato per conoscere e ammirare l’intero ciclo produttivo secondo una rappresentazione scenografica disneyana; sempre rosso il chilometro di rivestimento che la Brembo, attraverso la mano di Jean Nouvel, mostra all’esterno del proprio complesso industriale segnando la propria presenza territoriale sull’autostrada A4 presso Bergamo; gelatinose e vitree le facciate che avvolgono l’antico stabilimento Perfetti Van Melle di Lainate ristrutturato da Archea con l’intento di stabilire una rinnovata armonia tra fabbrica e contesto urbano circostante, solo per citare alcuni casi-studio a conferma di una più generale e convinta evoluzione tipo-morfologica che caratterizza l’edificio industriale contemporaneo. This form of indirect advertising and communication is aimed at convincing the client that the company has attained its goal of total quality, not only with regard to the product, but also and above all to the production cycle and work conditions; these achievements are increasingly frequently demonstrated with pride through the growing phenomenon of visits at – and thus implicitly inspections of – the production areas on the part of the customers. With these aims and objectives, large corporations are more and more often creating museums nearby their production areas in order to celebrate its history the technological and constructive know-how, aspects considered an indispensable element of every successful “brand” which is “forced” to tell the public who it is, where it comes from and how it produces. If, with the end of last century and the beginning of the new one (we are thinking of the case of Vitra, Benetton, Ferrari etc.) an observant and attentive clientele has decided to associate the factory with a new role as place of invention and semantic representation of its own parent company, today, a few years after the first, highly successful and fortunate examples, we witness a true fashion, where architecture is considered as one of the means of asserting a modus operandi aimed at marking a tangible difference between the products of a mature and efficient industrial section, and products coming from areas and zones of the planet that are still developing. The contemporary factory thus becomes a means of asserting the brand through a proud “exhibition” of the exceptionality achieved in the building of the company’s own plant and the working conditions with which a certain product is realized; it is the coherent result of the application of a theory according to which the industrial building is manifested as an integral part of a more general marketing strategy. Metonymic and allegorical figures more and more often design and characterize production sites, and in particular the architectural impact generating new factories, that make formal research, the use of natural and environmentally friendly materials, the experimentation with building technologies capable of generating and manifesting a stimulating and creative architectural production become the most convinced and politically correct expression of a company’s specific modus operandi. Many examples taken from the new configurations of production sites appear as true representative spaces; if we reflect on the reading of the plans and sections of many of the most “up-to-date” contemporary factories, the internal spaces at the service of the production cycle are to an increasing extent taking on the connotation of theatres of production. Catwalks and panoramic galleries – where the word panorama refers to and celebrates the assembly and production lines – scenic halls and rooms for visitors that often overlook large spaces dedicated to work activities, where an ongoing research aimed at creating an environment capable of offering ideal conditions for human wellbeing is superimposed on the contemporary and topical demand for compliance with regulations on energy efficiency and certified sustainability of buildings. The long red band built inside the old Nestlé plant in San Paolo accompanies the visitors through an articulated suspended path, designed to allow them to familiarize with and admire the whole production cycle according to a Disney-style scenic representation. Red is also the colour chosen for the kilometrelong façade designed by Jean Nouvel for Brembo, used by the latter to accentuate the exterior of its industrial complex and mark its presence in the territory by the A4 motorway near Bergamo. The fronts surrounding the old Perfetti Van Melle plant in Lainate, redesigned by Archea in order to create more harmonious relations between the factory and the surrounding urban tissue, is on the contrary gelatinous and vitreous. Olivetti factory, Ivrea, by Luigi Figini and Gino Pollini, 1935. Ovviamente le facciate, le fronti verso l’esterno e il rapporto tra l’interno e il contesto urbano risultano gli elementi più sollecitati in questa vorticosa e repentina opera di “ripensamento”, viceversa, almeno per le zone strettamente produttive, l’assetto planimetrico costruisce un’invariante che difficilmente prescinde dal rettangolo e dall’estrema razionalità dell’involucro che appare costante anche nella sezione che quasi mai, come facilmente intuibile, prescinde dal mono piano anche se di differente altezza. La copertura è nella generalità delle applicazioni sempre più uno strumento di diffusione della luce mentre dal punto di vista costruttivo la ricerca spinge costantemente verso l’allargamento delle campate strutturale e della limitazioni dei sostegni verticali. These are only a few examples that confirm a more general and convinced typology and morphologic evolution that characterizes the contemporary industrial building. The facades, the fronts to the world outside and the relationship between the interior and the urban context are obviously the elements that are most critical in this dizzying and sudden “rethinking”. Vice versa, at least for areas strictly dedicated to production, the planimetric arrangement forms an invariant that is unlikely to depart from a rectangular plan and an extremely rational shell. Also the section appears to be a constant; as one may easily guess, it never has more than one floor, even if the ceiling height may differ. 16 Tuttavia gli esempi più interessanti ed efficaci prescindono da una marcata distinzione tra zona uffici e zona produttiva tentando una necessaria quanto ricercata integrazione tra pensiero e azione, tra forma e funzione, tra tute blu e colletti bianchi; una divisione ancien regime, classista che male si coniuga con l’espressione di un pervicace raggiungimento della qualità assoluta in tutte le fasi, in tutte le parti, senza distinzioni di sorta. The roof is generally considered first and foremost a means of diffusing light, while research in the field of construction is oriented towards widening the structural spans and limiting the number of vertical supports. However, the most interesting and efficient examples feature no clear distinction between office area and production area, pursuing an equally necessary and desired integration between thought and action, between form and function and between blue-collar and white-colour workers, as this ancien regime and classoriented division clashes with an expression of a determined attainment of total quality in every phase, every section, without any kind of distinction. Johnson Wax Racine, USA, by Frank Lloyd Wright, 1947. Photo by Johnson Wax Racine. 17 editoriale editorial Perfetti Van Melle Factory Archea Associati Lainate, Italy location: Lainate, Milan client: Perfetti Van Melle – Italia s.r.l. architect: Archea Associati Laura Andreini, Marco Casamonti, Silvia Fabi, Giovanni Polazzi project manager: Massimiliano Giberti, Mattia Mugnaini collaborators: Niccolò Balestri, Alessia Bergamini, Domenico Cacciapaglia, Domenico Dimichino, Federica Doglio, Alessio Forlano, Federica Poggio, Camilla Rossi, Davide Servente cost: 15.000.000,00 euro built area: 12.985 sqm total volume: 94.571 mc design: 2005 completion: 2011 text by Massimiliano Giberti photo by Pietro Savorelli 18 www.archea.it Nel 2004 la Perfetti Van Melle, un’importante azienda italiana tra i primi produttori al mondo di chewing gum e caramelle, decide di ampliare il primo storico stabilimento di Lainate, pochi chilometri a nord di Milano. L’evoluzione delle tecnologie e il grande incremento produttivo impongono il ripensamento di tutto il complesso industriale cresciuto negli anni per giustapposizione di parti, senza tuttavia una vera e propria regia complessiva. L’idea è quella di realizzare un nuovo magazzino centrale per lo stoccaggio di tutti i prodotti realizzati in questo comparto, riorganizzando anche i reparti direzionali che sarebbero stati concentrati in un nuovo edificio per uffici. L’area a disposizione per questa espansione è quella a nord dello stabilimento esistente, tradizionalmente considerata il retro di tutto il complesso. Il progetto di ampliamento e riassetto generale prevede di ruotare di 180 gradi tutto il complesso industriale, spostando il baricentro dell’insieme modificando gli ingressi del personale e dei mezzi di trasporto e ripensando integralmente le modalità di gestione e stoccaggio dei prodotti finiti. Il risultato è molto più della semplice risoluzione di un problema tecnico e funzionale: i nuovi volumi realizzati diventano il simbolo dell’azienda, identificando il brand non più solo con i suoi prodotti, ma anche con la propria sede storica che finalmente si affaccia verso quella città che l’ha da sempre ospitata. Il tema cardine è stato quello della traduzione dei valori aziendali come la qualità, il rispetto per l’ambiente e per il lavoro e l’innovazione tecnologica, in un complesso architettonico che rispondesse alle esigenze tecniche e produttive, ma che allo stesso tempo rappresentasse appieno questi valori. In 2004 Perfetti van Melle, an important Italian private capital corporation and one of the world’s leading chewing gum and candy manufacturers, decided to expand its first historical plant in Lainate, a few kilometres north of Milan. The technological evolution and the substantial increase of the production made it necessary to redesign the whole industrial compound, which had grown over the years by juxtaposition of parts, but without a true overall plan. The idea has been to build a new central warehouse for the stocking of all products made in this section, as well as to organize the management offices by concentrating them in a new office building. The area available for this expansion has been the one north of the existing plant, traditionally considered to represent the rear side of the compound. The plan for the expansion and general reorganization therefore entailed a 180-degree rotation of the whole manufacturing system and a relocation of the barycentre of the industrial complex and the consequent move of the entrance for personnel and vehicles and a complete redesign of the way in which the finished products are managed and stored. The result is much more than a mere solution to a technical and functional problem: the new buildings have become the symbol of the company, identifying the brand not only with its products but also with its historical headquarters, which finally face the city they have always belonged to. The significance of the project therefore goes beyond the borders of the plant, both in terms of the size of the project and of the social and economic values that tie Perfetti van Melle to the town of Lainate. The central issue tackled by Archea has consisted of translating certain corporate values as quality, respect for the environment and for work and technological innovation into an architectural aggregate that satisfy the technical and productive requirements to the greatest possible degree, but that at the same time reflected these values. 22 23 scenari di architettura architectural scenario contemporary itinerary: Valencia 01. 02. 03. 04. Palacio de Congresos, Foster & Partners Centro de educacion infantil Nuno Nono, Jorge Girod/José Luis Anton Guarderia Pio Baroja, Rstudio Parque de Cabecera, Arancha Muñoz, Eduardo de Miguel, Vicente Corell y Joaquín Monfort 05. Museo de Historia de Valencia, Juan José Garrido Ibañez 06. Ciudad Ros Casares, Vara de Quart 07. Parque de la Rambleta, Carmel Gradalì i Martinez, Arturo Sanz Martinez. Taller de Jardineria Babilonia SL 08. Nuevo Hospital Universitario La Fe, Ramon Esteve Estudio de Arquitectura 09. Conjunto residencial de 68 viviendas “Quatre Carreres”, AICequip 10. Centro de Investigacion Principe Felipe, Ramon Esteve Estudio de Arquitectura 11. Oceanografico, Félix Candela 12. Agora, Santiago Calatrava 13. Puente l’Assut de l’Or, Santiago Calatrava 14. Umbracle, Santiago Calatrava 15. Museo de las Ciencias Principe Felipe, Santiago Calatrava 16. Hemisfèric, Santiago Calatrava 17. Palau de les Arts, Santiago Calatrava 18. Palacio de la Musica, Eduardo de Miguel 19. Alameda bridge, Santiago Calatrava 20. Metro Alameda, Santiago Calatrava 21. Edificio de 28 viviendas y oficinas “Porta de la Mar”, AICequip 22. Oficinas Paseo Ruzafa, Ramon Esteve Estudio de Arquitectura 23. Colegio de Abogados, Ignacio Bosch Reig, Carlos Campos, Vicente Corell, Vicente Mas Llorens 24. Museo de Bellas Artes San Pio V, Manuel Portaceli Roig, Salvador Vila Ferer 25. Restaurante Arrop, Francesc Rifé studio 26. Plaça Almoina, José Maria Herrera Garcia 27. Fundación Chirivella-Soriano, Carles Dolç Soriano 28. Edificio de Viviendas para Realojo II, Alfredo Paya Benedito 29. MuVim, Guillermo Vàzquez Consuegra 30. Nuova Sede Camara de Commercio de Valencia, Mdm arquitectos 31. IVAM, Emilio Giménez, Carlos Salvadores, Julián Esteban edited by Katia Carlucci 32. Jardines de las Hespérides, Antonio Gallud, Carlos Campos, Miguel Rey 33. Complejo la Petxina, Carlos Campos, Carlos Payá Tenorio 34. Estacion del metro Alboraya-Palmaret, Rstudio 35. Escuela de telecomunicaciones UPV, Corell, Monfort, Palacio arquitectos 36. Escuela universitaria de magisterio “Ausias March”, AICequip 37. Biblioteca universitaria, Giorgio Grassi 38. Ciudad Politecnica de la Innovacion, Luís Manuel Ferrer Obanos 39. Templo religioso, Mas Millet arquitectos 40. Teatro “El Musical”, Eduardo de Miguel 41. Edificio para Oficinas, Ruíz-Larrea & Associates 42. Base Equipo Luna Rossa, Renzo Piano 43. Veles e Vents, David Chipperfield Architects 44. Casa PML, MCP arquitectura 45. Casa AAG, MCP arquitectura 46. Casa LGS, MCP arquitectura 47. Centro de convenciones Myrtus, Ramon Esteve Estudio de Arquitectura 48. Casa Esculpida, Silvestre Navarro Arquitecto 49. Casa Para un Carpintero, Silvestre Navarro Arquitecto 50. Geber 88 viviendas protegidas, AICequip 51. Ciutat de la Pilota, Santatecla Arquitecto 52. Escuela infantil “La Rambleta”, Antonio Altarriba Comes 53. Ampliación colegio en Moncada, Virai Arquitectos 54. J House, BBLab architecture 55. Casa del Atrio, Fran Silvestre Arquitectos 56. Residencia tercera edad y capilla San José, Peñin arquitectos 57. Residencia de Ancianos, Peñin arquitectos 58. Nueva sede del Colegio Oficial de Farmacéuticos de Valencia, mdm arquitectos 59. Feria de Valencia, Tomas Llavador arquitectos + ingenieros 60. Casa JLI, MCP arquitectura 61. Aeropuerto de Valencia, Francisco Benitez (efebearquitectura) 62. Metro de Torrent, Vicente Gonzales Mostolez 63. Edificio de vivienda social Nova Porta, OAB + Peñin arquitectos 64. Colegio educacion infantil y comedor, Pablo Ribera Pons, Joséan Vilar Pons 47 PUÇOL 48 49 de ad em uz 50 60 MASSALFASSAR 53 F LA CANYADA 46 51 52 5 S.ANTONIO DE BENAGEBER L’ELIANA ALBUIXECH MONCADA 54 45 44 ROCAFORT 55 58 59 56 57 AT TE A PATERNA cv-5 0 E autovia v-21 cv-5 0 au tov ia o áne terr edi el m d via auto BURJASSOT MANISES MAR MEDITERRÁNEO 61 autovia del este 0 v-3 ia tov au autovia de torrente 62 auto pista del sale r TORRENT cv-5 0 63 via to au o ne rrá ite ed lm de G 64 08 14 paseo maritimo c/de luis peixò dò m in e jo sé c/ de ld oc to rj ua n ca or en m de c/ 15 40 c/de mariano cuber bale ares 13 12 11 dis ran fer o i ton an 41 paseo maritimo c/d e alb ora ya carrasco franc ia L DE E C AU IA C TUR 16 rts co ’en td fon la de c/ de av. r cto l’a av. de EX 17 utia urr ral ene el g c/d h arc sm sia au de av. ur ls de ar lev bu 0 V-3 ia tov au 07 av. del pianis ta martinez c/de josé maria haro card ena l be nlloc h av. de av. d e 38 c/del rosario con stit uci ón ro ale yv ta pla 39 av. del pue rto eda alam valen cia los nar anjo s c/de la se rreria c/d e ra mon llull arag on nte ave ben into jac 18 RIA PARQUE DE LA RAMBLETA 37 av. b lasc o ib añez e la eo d pas de av. ta rge gio ar ces de av. reino de R al caj av. d el TU ria l tu de ués q r ma av. de 19 EX c/ jes ús c/q ue ved o 20 09 B av. de 36 ris pe de av. TU de ia nv gra D 24 21 22 35 re ig V la de av. RIO o ev nu ces cru tres las 0 V-3 ia tov au no mi ca ña ca pi de av. is rem eg le d cal 06 29 30 av. de tres forques av. de tres forques 26 25 2 23 27 28 34 a luñ ata ec d c/d . e ve av ra da me ala la de EL ED seo UC pa CA IA PARQUE DEL OESTE C ruzafa paseo de cid J JARDIN 32BOTANICO BO B O y on ram de ia nv gra av. d el z ldo ga rez pe de av. av. del cid c/d eb lan qu eri as JARDINES DEL REAL la de da ciu la de seo pa 32 a pechin de la paseo valen cia c/ de sa np io av .d el pr im ad o plaza d de tetuán av. c ampa nar baro ja a av. p io e falla nuel d de ma ir hu lfa a e .d av ord on ric rife pe E ED UC CA RIA EX TU c/guillem de castro co toli l ca oe nd na fer ia nv gra L PARQUE DE CABECERA av. al pid ez nd é n a me hin de pec av. e la d seo 31 pa r gaspa A 05 PARQUE DE MARCHALENES beato c/del XII pio de av. ilés av ral ne e lg de av. av. d’a usias m arch ar lev bu fa za ru 02 04 calle de dre ixan et ale r pes to c o av. d . av av. de la de o rig rod 03 XIII an X de ju eo as ian enc val tes cor las de av. stro ae lm de av. c/d el p adro barr anco 01 mac had o c/del engin yer fausto eli o PICASSENT n ra ata rm o t in lp de c/ PARQUE NATURAL DE ALBUFERA 10 c/de las au to pi sta de ls al er more ras 42 43 01 02 A project tipology architect realization address A Palacio de Congresos congress centre Foster & Partners 1998 Avda. Cortes Valencianas, 60 05 A project Museo de Historia de Valencia tipology museum architect Juan José Garrido Ibañez realization 2000-2003 address Camino de Valencia, 42 A A project Centro de educación infantil Nuno Nono tipology primary school architect Jorge Girod/ José Luis Anton realization 2010 address Calle Alzines, 4 project tipology architect realization address 06 07 Guarderia Pio Baroja primary school Rstudio 2010 Avenida Pio Baroja, s/n B A project tipology architect realization address 04 03 Ciudad Ros Casares office Reid & Fenwick 2005 Vara de Quart project tipology architect Parque de la Rambleta park Carmel Gradalì i Martinez, Arturo Sanz Martinez. Taller de Jardineria Babilonia SL realization 1999-2002 address C/Pio IX, Bulevar Sur project tipology architect Parque de Cabecera park Arancha Muñoz, Eduardo de Miguel, Vicente Corell y Joaquín Monfort realization 2002-2004 address Antiguo Cauce del Rio Turia 08 B project Nuevo Hospital Universitario La Fe tipology hospital architect Ramon Esteve Estudio de Arquitectura realization 2003-2010 address Avenida del Pianista Martinez Carrasco, Bulevar Sur 09 10 B B Conjunto residencial de 68 viviendas “Quatre Carreres” tipology housing architect AICequip realization 2009 address Calle General Urrutia, Bulevar Sur project Centro de Investigación Principe Felipe tipology clinic, laboratorium architect Ramon Esteve Estudio de Arquitectura realization 2004 address Avda. Autopista del Saler, 16 project tipology architect realization address 13 14 15 B project tipology architect realization address Oceanografico museum, aquarium Félix Candela 2002 Camino de las Moreras B B Puente l’Assut de l’Or bridge Santiago Calatrava 2010 Camino de las Moreras B B project project tipology architect realization address 12 11 Umbracle garden, promenade Santiago Calatrava 2002 Avda. Autopista del Saler, 5 project Museo de las Ciencias Principe Felipe tipology museum architect Santiago Calatrava realization 2000 address Avda. Autopista del Saler, 7 project tipology architect realization address Agora sport Santiago Calatrava 2010 Camino de las Moreras 16 B project tipology architect realization address Hemisfèric auditorium, planetarium Santiago Calatrava 1998 Avda. Autopista del Saler, 3 17 18 C B B project tipology architect realization address Palau de les Arts music theatre, opera Santiago Calatrava 2004 Pont de Monteolivet, 1 21 C project 19 Edificio de 28 viviendas y oficinas “Porta de la Mar” tipology housing, office architect AICequip realization 2011 address Calle de la Justicia, s/n project tipology architect realization address C Palacio de la Msica music theatre, opera Eduardo de Miguel 2001-2003 Paseo de la Alameda, 30 22 realization address project tipology architect realization address C Alameda bridge bridge Santiago Calatrava 1995 Paseo de la Alameda 23 C project tipology architect 20 C Oficinas Paseo Ruzafa commercial, office Ramon Esteve Estudio de Arquitectura 2005-2009 Paseo Ruzafa, s/n project tipology architect Colegio de Abogados office Ignacio Bosch Reig, Carlos Campos, Vicente Corell, Vicente Mas Llorens realization 1997-2002 address Plaza Tetuan, 16 project tipology architect realization address Metro Alameda subway station Santiago Calatrava 1995 Paseo de la Alameda 24 C project tipology architect realization address Museo de Bellas Artes San Pio V museum Manuel Portaceli Roig, Salvador Vila Ferer 2006-2007 C/San Pio V, 9 26 C project tipology architect realization address C Restaurante Arrop restaurant Francesc Rifé studio 2010 Calle Almirante, 14 29 C project tipology architect realization address C C project tipology architect Plaça Almoina museum, public José Maria Herrera Garcia realization 2005 address C/Almudin, C/Harina project Fundacion ChirivellaSoriano tipology museum architect Carles Dolç Soriano realization 2002-2005 address C/Valeriola, 13 project 30 31 32 C MuVim museum Guillermo Vàzquez Consuegra 2001 C/Quevedo, 10 28 27 project Nuova Sede Camara de Comercio de Valencia tipology office architect Mdm arquitectos realization 2008 address Calle de Jesús, 19 C project tipology architect realization address Edificio de Viviendas para Realojo II tipology housing architect Alfredo Paya Benedito realization 1999-2002 address C/Guillem Sorolla, 3 C IVAM museum Emilio Giménez, Carlos Salvadores, Julián Esteban 1998-2000 Calle Guillem de Castro, 118 project Jardines de las Hespérides tipology garden architect Antonio Gallud, Carlos Campos, Miguel Rey realization 2000 address Calle del Beato Gaspar Bono, s/n 159 itinerario contemporaneo: valencia contemporary itinerary: valencia 25 33 34 C D 36 35 D D Complejo la Petxina sport Carlos Campos, Carlos Payá Tenorio realization 2004 address Paseo de la Petxina, 42 project Estacion del metro Alboraya-Palmaret tipology subway station architect Rstudio realization 2010 address Avenida de l'Orxata, s/n project Escuela de telecomunicaciones UPV tipology university architect Corell, Monfort, Palacio arquitectos realization 2006 address Camino de Vera, s/n project 37 38 39 40 project tipology architect D project tipology architect realization address D Biblioteca universitaria library Giorgio Grassi 1998 Av. Tarongers s/n project Ciudad Politecnica de la Innovación tipology education, laboratorium architect Luís Manuel Ferrer Obanos realization 2007 address Camino de Vera S/N, Edificio 8G D project tipology architect realization address tipology architect realization address Escuela universitaria de magisterio “Ausias March” university AICequip 2010 Av. Tarongers, s/n D Templo religioso church Mas Millet arquitectos 2001-2002 Plaza del Mestre Ripoll project tipology architect realization address Teatro “El Musical” theatre Eduardo de Miguel 2005 Plaza del Rosario, 3. El Cabanyal 41 42 D C D project tipology architect Edificio para oficinas office Ruíz-Larrea & Associates realization 2008 address C/Mariano Cuber, 1 project tipology architect realization address 45 46 E project tipology architect realization address 43 D Base Equipo Luna Rossa boat house, workshop Renzo Piano 2006 C/del Doctor Juan José Dòmine, s/n E Casa AAG single family house MCP arquitectura 2003-2007 Calle Jesús, 13. Albuixech project tipology architect realization address E project tipology architect Veles e Vents exposition space David Chipperfield Architects realization 2006 address Port America’s Cup, 1 project tipology architect realization address 47 48 E Casa LGS single family house MCP arquitectura 2003-2007 c/Forn, Massalfassar 44 project Centro de convenciones Myrtus tipology convention centre architect Ramon Esteve Estudio de Arquitectura realization 2006 address Puçol Casa PML single family house MCP arquitectura 2000-2003 Camì Valencia, Albuixech F project tipology architect Casa Esculpida single family house Silvestre Navarro arquitecto realization 2010 address La Eliana 49 50 F 51 C F F project Casa Para un Carpintero tipology single family house architect Silvestre Navarro Arquitecto realization 2011 address La Eliana project Geber 88 viviendas protegidas tipology housing architect AICequip realization 2010 address San Antonio de Benagéber project tipology architect realization address 53 54 55 F project tipology architect realization address F Ampliación colegio en Moncada school Virai Arquitectos 2004-2007 Moncada project tipology architect realization address 52 F Ciutat de la Pilota sport Santatecla Arquitectos 2010 Moncada F J House single family house BBLab architecture 2006 Rocafort project tipology architect Casa del Atrio single family house Fran Silvestre arquitectos realization 2010 address Urbanizacion Santa Barbara, Godella project Escuela infantil “La Rambleta” tipology school architect Antonio Altarriba Comes realization 2007-2009 address Moncada 56 F project tipology architect realization address Residencia tercera edad y capilla San José church, hospital Peñin arquitectos 2009 C/Valencia, 34. Burjassot 58 F project tipology architect realization address F Residencia de ancianos hospital Peñin arquitectos 2009 Burjassot 61 F project tipology architect 59 Aeropuerto de Valencia airport Francisco Benitez (efebearquitectura) realization 2007 address Ctra del Aeropuerto. Manises F 60 F project Nueva sede del Colegio Oficial de Farmacéuticos tipology office architect mdm arquitectos realization 2008 address Calle Alexander Graham Bell, 4. Paterna project tipology architect Feria de Valencia convention centre Tomas Llavador arquitectos + ingenieros realization 2001-2003 address Avda. de las Ferias. Paterna project tipology architect realization address 62 63 64 G project tipology architect realization address G Metro de Torrent subway station Vicente Gonzales Mostolez 2006 Torrent project Edificio de vivienda social Nova Porta tipology housing architect OAB + Peñin arquitectos realization 2010 address Torrent Casa JLI single family house MCP arquitectura 2004-2006 La Cañada G project Colegio educacion infantil y comedor tipology school architect Pablo Ribera Pons, Joséan Vilar Pons realization 2006-2008 address C/morera, 5. Picassent 163 itinerario contemporaneo: valencia contemporary itinerary: valencia 57
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