I paesi sulla strada del Muraglione “Il cammino è appena iniziato”

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I paesi sulla strada del Muraglione “Il cammino è appena iniziato”
visita pastorale
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21 aprile 2016
Visita Pastorale (14)
La bellezza delle “piccole comunità”
Imparare ad ascoltare
e scoprire il volto di Dio
“Nelle piccole
comunità di Rocca
San Casciano abbiamo imparato ad
ascoltare gli altri,
nei quali abbiamo
scoperto il volto di
Dio”. Lo sostiene
Annalisa Pentoli,
insegnante di matematica nella scuola media del paese
e responsabile di una piccola comunità, che ha presentato al vescovo Pizzi questa realtà pastorale.
Quando sono sorte le piccole comunità?
Ben 17 anni fa, ma il cammino di “Nuova immagine di
famiglia” è stato intrapreso da 10 anni, con una ventina
di piccoli gruppi, ognuno composto da una decina di
persone.
Dopo dieci anni quanti siete rimasti?
Dieci piccole comunità con un centinaio di persone,
quasi tutte di 45-50 anni in su.
Che cosa fate?
Ci incontriamo una volta al mese, e il responsabile di
ogni gruppo va dal parroco don Tedaldo che ci dà una
scheda da lui preparata, sulla quale riflettere e discutere.
Per esempio?
Quest’anno del Giubileo il tema è la Misericordia, da
sviluppare ogni mese su un’opera di misericordia corporale o spirituale.
Un bilancio dopo 10 anni?
Si è approfondita la conoscenza fra noi ed è cresciuta
l’amicizia. Conosciamo meglio la Parola di Dio. E, per
chi arriva da fuori, è stato un modo per entrare più facilmente nella vita ecclesiale della parrocchia e in quella
sociale del paese.
Alta Acquacheta
I paesi sulla strada del Muraglione
“
L’attività pastorale a Rocca San Casciano, Portico, Bocconi e San Benedetto
Il primo incontro
del vescovo Lino
Pizzi con le cinque parrocchie dell’unità pastorale
dell’Alta Acquacheta
(Rocca San Casciano, San
Donnino, Portico, Bocconi e
San Benedetto in Alpe) si è
svolto lunedì 4 aprile nella
casa parrocchiale di Rocca.
L’incontro, molto cordiale e
costruttivo, fra una trentina
di partecipanti dei quattro
consigli pastorali parrocchiali, si è tenuto davanti
al vescovo Pizzi, al vicario
generale don Pietro Fabbri,
al parroco don Tedaldo
Naldi e al collaboratore
parrocchiale boliviano don
Rudy Viscarra Villanueva.
La parrocchia di Rocca San
Casciano è stata presentata
da Stefano Fabbrica, che
ha ricordato la diminuzione
della popolazione (1910
abitanti), la bella realtà
delle piccole comunità (una
decina) che si ritrovano
periodicamente in varie famiglie “per approfondire la
vita di comunità”, l’attività
educativa del gruppo scout
(oltre 50) e la partecipazione sostenuta della gente alla
vita liturgica e alla messa
domenicale. Per Portico ha
parlato Quinto Cappelli,
che ha messo in evidenza
il “disagio dei 400 abitanti
che dal 1994 non hanno più
il prete residente e, quindi,
avvertono la necessità di
una formazione spirituale,
con la presenza del prete
alcune volte l’anno, al di là
dell’omelia domenicale”.
La comunità comunque è
viva, ci tiene al mantenimento delle tradizioni, alla
cura delle due chiese (c’è un
custode volontario) e della
liturgia, compresa l’animazione della messa domenicale e del canto (“cantano
uomini e donne”). Fra i
“Il cammino è appena iniziato”
Intervista al moderatore dell’U.P. dell’Alta Acquacheta don Tedaldo Naldi
Don Tedaldo Naldi, da
18 anni parroco di Rocca
San Casciano, è il moderatore dell’unità pastorale
dell’Alta Acquacheta.
Un territorio vasto e poco
abitato, dove le distanze fanno la differenza
e incidono sui tempi e
modi della stessa attività
pastorale.
Per due settimane (dal 4 al
17 aprile) ha accompagnato il vescovo Lino Pizzi
nella visita pastorale. Al
termine di questo viaggio,
faticoso ma molto stimolante, gli abbiamo posto
alcune domande.
A che punto è il cammino dell’unità pastorale?
Il cammino di presa di
coscienza è appena iniziato. La gente ne parla, noi
sacerdoti lo stiamo pian
piano assimilando, ma è
un percorso nuovo per
tutti, lungo e difficile e ha
bisogno di tanto tempo e
tanta pazienza.
Le distanze che peso
hanno nell’attività pastorale?
Solo chi vive in questo
territorio si rende conto
che peso hanno le distanze e quale impegno
richiedano nei sacerdoti e
nei laici. Incontrarsi non
è mai facile e scontato
per nessuno, nel territorio
delle nostre parrocchie
è una scelta che costa e
per questo va apprezzata
ancora di più.
Come procede l’esperienza delle piccole
comunità, sulla quale
tanto ha investito in
questi anni?
Il grande entusiasmo
Pagine a cura di Quinto Cappelli
e il fervore dell’inizio,
col tempo, si sono un
po’ affievoliti. Dei venti
gruppi iniziali solo poco
più della metà continuano
a incontrarsi; ma questa esperienza, in chi la
pratica, ha generato tante
forme di partecipazione
e di servizio. La visita
agli anziani, il servizio al
Centro di Ascolto Caritas,
la manutenzione e pulizia
degli ambienti parrocchiali, la cura della liturgia,
i messaggeri mensili...
manifestano una comunità
sempre più viva e responsabile.
Lei è stato missionario
in Argentina e ha conosciuto papa Francesco.
La gente comune cosa
dice di questo Papa?
Se lo sente vicino, perché
è semplice nel parlare e
Don Tedaldo Naldi
coerente in quel che dice e
fa. Papa Francesco, anche
in Argentina, ha sempre
portato nel cuore i poveri
e i loro bisogni, e questo
la gente comune lo sente
immediatamente ed è
spinta a fare di più.
primi gesti di vita dell’Unità
pastorale si avanza una proposta: ogni parrocchia indichi una festa annuale cui
debbano partecipare anche
le altre parrocchie. Portico
propone la processione del
Venerdì Santo. Per Bocconi
Alberto Manni indica le esigenze dei 100 parrocchiani,
“che concentrano molta
dell’attività parrocchiale nel
mese di agosto, con le feste
patronali di San Lorenzo (il
10) e della Madonna la domenica successiva”. Questo
perché “d’estate la popolazione raddoppia e si celebra
anche la messa al cimitero
al posto del 2 novembre,
“
quando i parrocchiani
sarebbero pochi”. Maria
Nannetti ha presentato la
parrocchia di San Benedetto, “ridotta ormai a 200 abitanti, in gran parte anziani”.
La comunità cura la chiesa
e la liturgia, animando le
letture della messa e i canti.
Al Vescovo, che chiedeva
se fosse possibile celebrare
alcune iniziative in una sola
parrocchia, a Rocca, per
esempio per la cresima o
la prima comunione, quasi
tutti i consiglieri hanno
risposto che per ora le singole parrocchie non sono
disposte e rinunciare alla
propria identità.
Si è conclusa la visita alle parrocchie dell’unità
pastorale di Rocca San Casciano, Portico,
Bocconi, San Benedetto in Alpe e San Donnino,
servite da don Tedaldo Naldi e da don Rudi, suo
collaboratore. Centro spirituale di importanza storica
è l’Abbazia di San Benedetto in Alpe, nella quale
ha avuto luogo l’assemblea comunitaria. Abbiamo
incontrato i rappresentanti delle varie parrocchie, i
consigli per gli affari economici, i gruppi Caritas, dei
migranti e delle missioni, i ragazzi nelle scuole e al
catechismo. Abbiamo visitato anziani nelle famiglie
e nelle case protette. Molto partecipati gli incontri con
i genitori dei ragazzi del catechismo e con le “piccole
comunità”: una singolare iniziativa di catechesi degli
adulti, che coinvolge un centinaio di persone. Gli
incontri con i Consigli comunali hanno fatto emergere
le difficoltà dovute alla mancanza di lavoro e alla
diminuzione degli abitanti. Si avvertono difficoltà
dovute alle distanze e al calo dei giovani, per cui
risulta difficile programmare attività con e
per loro; per questo ho elogiato il coro dei
giovani di Portico e il gruppo degli scout
presente a Rocca, per il loro servizio e
per la possibilità di aggregazione,
che offrono ai ragazzi e ai giovani.
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Alta Acquacheta
Visita Pastorale (14)
I laici possono fare molto di più
“
Nell’antica abbazia benedettina si è svolta l’assemblea generale delle 5 parrocchie
“Fino a poco
tempo fa sotto ogni
campanile c’era un prete.
Ora non è più così.
Allora dobbiamo trovare
insieme una soluzione che
è l’unità pastorale di più
parrocchie e i laici devono
fare la loro parte, specialmente nell’educazione
alla fede dei figli, incominciando dalla famiglia
e proseguendo in parrocchia”. Lo ha sostenuto
il vescovo Lino Pizzi,
aprendo l’assemblea generale della visita pastorale
all’unità pastorale dell’Alta Acquacheta, svoltasi
domenica pomeriggio 10
aprile nell’abbazia di San
Benedetto in Alpe, dopo
un’introduzione storica
all’importanza del monastero benedettino che
ospitò San Romualdo
prima e Dante Alighieri
poi, durante il suo primo
esilio.
Per il Vescovo “i laici
possono fare molte altre
cose anche senza il prete,
fra cui il catechismo ai
ragazzi, l’animazione della
liturgia e la formazione
ai ministeri”. Anche don
Marcello Vandi, sacerdote
fidei donum in Venezuela
da oltre trent’anni come
missionario, ha ribadito
l’importanza del ruolo
dei laici in ogni comunità
cristiana, “perché ogni
battezzato è missionario,
specialmente nella famiglia”. E se falliscono tanti
matrimoni, “il motivo
fondamentale è che si è
messo Dio fuori di casa”.
Dall’assemblea, formata
da una cinquantina di
persone, fra cui anche la
missionaria rocchigiana
Caterina Savini, sono
state poste al vescovo
alcune domande. Romano
Moretti di San Benedetto
ha espresso di nuovo la
preoccupazione del paese
senza prete residente,
mentre Marcella Cappelli
di Portico ha chiesto quale
sia il ruolo dei laici, e in
particolare delle donne,
nella Chiesa. Pina Biserni di San Benedetto ha
chiesto al vescovo che la
statua della Madonna, portata nella chiesa di Molino,
sia riportata nella chiesa
dell’abbazia.
Il Vescovo ha ribadito il
ruolo dei laici anche in
una comunità senza prete
o solo col prete per la
messa festiva, assicurando
gli abitanti di San Benedetto “che l’abbazia passerà
dal Demanio al Comune
e che, in quell’occasione,
bisognerà chiarire con il
sindaco sull’uso della chiesa, che resta anche la sede
della parrocchia”.
È seguita la concelebrazione dell’eucaristia per oltre
duecento persone, animata
dal coro di Portico.
Durante la visita pastorale il
Coro di Portico ha animato
la messa del vescovo sia a
Portico sia a San Benedetto
in Alpe per l’assemblea delle
cinque parrocchie. Formato
da una trentina di persone
(ragazzi, giovani e adulti),
tutti di Portico, il gruppo ha
eseguito canti non solo a una
voce, ma anche a più voci. Il
vescovo Pizzi lo ha elogiato
come esempio d’impegno dei
laici nella chiesa, chiedendo
che l’esperienza si allarghi
anche all’unità pastorale, “per
animare le maggiori feste e
solennità anche nelle altre
parrocchie”.
Il Coro di Portico
visita pastorale
Caritas e gruppo missionario
L’aiuto ad un centinaio
di persone bisognose
Su una popolazione di 2700 abitanti delle cinque
parrocchie dell’unità pastorale Alta Acquacheta, oltre
cento sono seguite dalla Caritas che opera a Rocca
San Casciano, con un gruppo di volontari molto
organizzato, e a Portico, in contatto con la Caritas
diocesana di Forlì. All’incontro presieduto dal vescovo
Pizzi lunedì sera 11 aprile a Portico erano presenti
una trentina di delegati, che hanno ascoltato anche la
relazione del direttore diocesano, Sauro Bandi. Presso
il Conad di Rocca è operante anche il “Baule della
Solidarietà”, dove chi va a fare la spesa può lasciare
pagati generi alimentari comuni. Il gruppo di Portico,
animato da sei volontari, distribuisce pacchi alimentari
a 30 persone, italiani e stranieri. Nello stesso incontro
si è parlato dell’aiuto alle missioni. Erano presenti don
Marcello Vandi, missionario in Venezuela e Caterina Savini, ora in Italia, che ha lasciato il lebbrosario
dello Zimbabwe “in mano ad alcune suore che hanno
bisogno di aiuti”. Per quanto riguarda la situazione dei
migranti a Rocca le suore della Sacra Famiglia accolgono 4 ragazze africane profughe e una non profuga.
A Portico e San Benedetto 40 profughi sono accolti
dal Comune e gestiti dalla cooperativa “Acquacheta”:
32 a San Benedetto nell’albergo Alpe e 8 a Portico,
dei quali 6 inseriti nel lavoro. “La carità e l’accoglienza - ha commentato il Vescovo - sono fondamentali
perché una comunità cristiana resti viva. E anche il
nostro territorio è zona di missione”.
Visita alla Bipres
Durante la visita pastorale il Vescovo ha incontrato i responsabili e i
dipendenti della Bipres, azienda di stampaggio di lamiere, che nelle
due sedi di Rocca e Portico occupa 125 dipendenti, 13 dei quali assunti
a tempo indeterminato lo scorso gennaio.
BIPRES SpA
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