Il CarneVale
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Il Nome della Casa Mensile di informazione e approfondimento sociale Bologna - www.coopansaloni.it N. 36 Anno 4 - 1 Febbraio 2013 - ¤ 1,00 Primo Piano Manutencoop Intervista al Presidente Claudio Levorato nell’urna, La scelta Presto ci saranno le elezioni. Sento dire da qualcuno: “Non vado più a votare, tanto sono tutti uguali.” Una bella risposta ce la dà Francesco de Gregori con la canzone “La storia siamo noi” del 1985, dove dice: “E poi ti dicono ‘’Tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera’. Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera.” Ma siamo proprio sicuri che non sia possibile distinguere il giusto da quello che è sbagliato? Non sarà un nostro problema, una nostra pigrizia, una nostra incapacità di guardare veramente in faccia la realtà? Certo, la realtà ci dice che il nostro paese è stato governato molto peggio di altri paesi europei, che la corruzione è tra le più alte riscontrabili nei paesi occidentali, che il menefreghismo e l’approssimazione sono spesso la caratteristica principale della pubblica amministrazione, che l’economia e il sistema delle imprese italiane sono da sempre alquanto precari e poco affidabili, ma tutto questo è davvero sufficienti ad impedirci di compiere una scelta? O forse è il contrario? Forse è proprio ora il momento di prendere in esame i governi che si sono succeduti in questi anni 2000 e guardare con serenità chi ha fatto qualcosa di più, potremmo dire anche chi ha fatto meno schifo, se proprio siete così tanto arrabbiati. Si tratta di un esame che dobbiamo fare da soli, senza lasciarci influenzare dagli amici, dai parenti o da tutto ciò che ci circonda, perché se noi guardiamo dentro di noi, seguendo la nostra ragione e i nostri sentimenti, lo sappiamo per chi votare. Anche senza guardare al passato, guardando come forse è più giusto al presente degli schieramenti politici, sappiamo per chi votare. Affidabilità, serietà, coerenza di pensiero, prestigio internazionale, esperienza di governo, visione del futuro: sono queste le variabili a cui guardare per compiere la nostra scelta. D’altra parte, il voto è un diritto conquistato dai nostri padri, con l’impegno, il sudore della fronte e in taluni casi anche col sangue, vogliamo rinunciarci e dare ragione a chi il potere ce l’ha da sempre? Non andando a votare, a chi crediamo di dare un dispiacere? Ai politici, alla casta, a chi non ha bisogno di votare perché gli bastano i soldi che ha? Se volete possiamo scegliere anche il meno peggio, è sempre una scelta. Spero proprio che nessuno vorrà fare come quel marito, che si tagliò gli attributi per fare un dispetto alla moglie. Maurizio Cocchi Speciale il carnevale e dintorni Cinema il ritorno degli spaghetti wastern San valentino nuovi cuori per nuovi tempi Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale 70% - CN BO Buone Notizie Bologna “Sostenibilità e Trasparenza con Cooperativa Edificatrice Ansaloni” 2 Primo Piano BNB 1 Febbraio 2013 presidente di Manutencoop - facility management www.buonenotiziebologna.it I lavori più umili diventano un’eccellenza Chiamo Claudio Levorato, presidente di Manutencoop, tramite Skype, perché gli impegni reciproci ci impediscono di vederci di persona. Conosco Claudio da vecchia data, occorre infatti risalire agli anni 70, e ricordo perfettamente quando lui fu chiamato nel lontano 1984 a risolvere determinati problemi di quella cooperativa. Così gli chiedo: Quando sei entrato in Manutencoop era una cooperativa in crisi, cosa hai fatto per tirarla su? Non era in crisi, era una cooperativa normale, aveva però dei seri problemi finanziari, era indebitata ed era finita a lavorare solo per le banche. Così con i miei collaboratori abbiamo cominciato a sistemare la questione finanziaria e contemporaneamente abbiamo operato per espandere l’impresa. Prima infatti fatturava 16 milioni di euro l’anno, mentre attualmente fattura più di un miliardo. Quindi la dimensione, nei settori in cui opera, è fondamentale? Si. Le economie di scala sono importanti nonostante i costi dei servizi non siano variabili, cioè i costi del lavoro. Ma le economie di scala ci sono: le strutture di marketing, di accesso al mercato, le strutture di ingegnerizzazione, dei servizi e delle attività. Inoltre bisogna tenere conto che essendo servizi prevalentemente a contenuto di manodopera, è importante che chi li fornisce sia in grado di garantire la massima affidabilità al cliente. Ad esempio, in base ad una recente normativa, chi affida un appalto, qualora l’appaltatore non dovesse pagare i costi, i vari contributi in tempo, dovrebbe poi pagarli colui che affida l’appalto. Per cui l’affidabilità per chi gestisce i lavori pubblici è fondamentale e la dimensione dell’impresa offre una misura significativa di serietà e credibilità. Manutencoop ultimamente ha fatto una scelta, puntando sulle pulizie e verde. Vuole quindi diversificarsi oppure no? Non è esatto. Non facciamo pulizie e verde, ma attraverso il facility management ci occupiamo di attività funzionali alla gestione dell’edificio, attività manutentive che garantiscono funzionalità all’interno dell’edificio. Offriamo ai clienti servizi integrati, occupandoci della funzionalità complessiva degli edifici. Abbiamo però abbandonato il settore dei rifiuti perché era un settore in cui era impossibile sopravvivere. Da una parte mancava un vero e proprio mercato libero, dall’altra parte si deve accettare la presenza di imprese di dubbia capacità e serietà, addirittura invischiate con la criminalità. Le grosse imprese tendono ora a globalizzarsi. Voi avete intenzione di espandervi, anche solo in Europa, oppure rimanete in Italia? L’intenzione di espandersi l’abbiamo, però non abbiamo i mezzi. Uno dei nodi che ci troviamo davanti è proprio quello dell’internazionaliz- zazione perché in Italia siamo la prima impresa in questo settore. Ma non ci sono prospettive di crescita qui da noi, quindi dovremmo guardare ad altri Paesi. Tu, un po’ di tempo fa, in occasione del Premio Cresciuti con Bologna, hai avuto modo di dire che la cooperazione in generale dovrebbe avere più coraggio, ma in che senso? Si, bisogna saper rischiare. Alcuni anni fa abbiamo fatto come Manutencoop una specie di “campagna acquisti”, cioè abbiamo acquisito delle imprese con importanti investimenti finalizzati alla crescita e abbiamo operato là dove altri si sono chiusi, dunque abbiamo scelto di crescere. E il tema dell’internazionalizzazione è connesso con la crescita, col fare scelte imprenditorialmente sfidanti che presentano anche delle difficoltà. Passando ora a parlare dei problemi dell’Italia nel suo complesso, sentiamo spesso parlare di politiche della crescita. Tu sei il presidente di un gruppo importante, il primo nel vostro settore, cosa occorre per favorire la crescita, tenendo presente i punti su cui di solito ci si basa: la flessibilità del lavoro, l’accesso al credito e le politiche di incentivazione? Qual è l’aspetto più importante? Va detto che l’economia nel nostro Paese è piena di problemi. Ci vorrebbero delle riforme, ci sarebbe bisogno di liberalizzazioni, ma parliamo di niente. Il problema più drammatico in Italia adesso è la mancanza di domanda interna sia di beni che di servizi. Viviamo una fase di calo della domanda sia per quanto riguarda i consumi, sia degli investimenti, l’unica che regge è la domanda estera, ma un’economia non può reggersi solo sulle esportazioni, c’è appunto bisogno di domanda interna. C’è bisogno di politiche di attivazione della domanda interna, di politiche di incentivazione alla domanda, di politiche fiscali. Tutto il contrario di quello che si è fatto finora. A causa delle politiche di austerità, si è prelevato denaro dalle tasche dei cittadini, dal cosi detto ceto medio, i lavoratori a reddito fisso, che si sono visti con meno soldi in tasca e quindi meno possibilità di spesa per consumi. Le imprese, di conseguenza, non hanno potuto fare investimenti perché mancava la domanda. Il primo vero problema è la domanda. Poi ci sarebbero da fare delle riforme sul versante del mercato del lavoro, anche se non è questo il problema più importante. L’art.18 non è un vero ostacolo all’economia, alla sua crescita. Si potrebbe, ad esempio, cominciare ad intervenire sull’IMU, come suggerito da Bersani, apportando delle modifiche. Ma, soprattutto, bisognerebbe incentivare la spinta ai consumi. Maurizio Cocchi In redazione Valentina Trebbi BNB 3 Primo Piano 1 Febbraio 2013 Donne d’oriente e donne d’occidente violate “Così l’uomo che si innamora della bellezza è assai differente dall’uomo che ama una ragazza e pensa che sia bella e può scorgere ciò che è bello in lei” (Winnicott). La notizia di una studentessa di 23 anni stuprata a New Delhi ha risollevato la questione della violenza sulle donne in tutto il mondo. Secondo un’indagine di un’organizzazione indiana molti uomini accusati di violenza sessuale si sono pure candidati al potere negli ultimi trent’anni. In questi giorni abbiamo assistito alle numerose manifestazioni e a folle che marciavano verso la residenza del presidente Pranab Mukherjee, che ha successivamente esposto la sua intenzione di intervenire su questo gravoso problema. Dopo una settimana il primo ministro Manmohan Singh ha dichiarato la necessità di rendere l’India un posto più sicuro per le donne. Anche la donna più famosa d’India, la presidente del partito del Congresso Sonia Gandhi, sembra ci abbia messo un po’ prima di incontrare gli studenti che volevano esprimere la loro indignazione. E poi, c’è la proposta del governo di Pondicherry, nel sud dell’India, che vorrebbe che le studentesse indossassero un soprabito ‘antistupro’ obbligatorio. (L’idea è del dipartimento dell’istruzione). Sembra un po’ la convinzione di alcuni che se le donne non mettessero la minigonna non verrebbero violentate per strada. In questo scenario culturale ovviamente diverso dal nostro, sembrano esserci tanti punti in comune, tanti stereotipi che ci competono pur non essendo indiani, pur vivendo nella ‘civile’ Europa. Sarebbe confortante distinguere nettamente gli scenari culturali, distinguere le geografie tracciando i percorsi di territori a favore delle donne, ma a parte il Regno delle Amazzoni, che spero sia esistito davvero, io ci vedo solo un unico scenario antropologico dove le donne hanno da sempre dovuto subire ogni tipo di sopraffazione dal sesso opposto. Certo, in India si aggiunge pure il problema delle caste, che è già una forma di discriminazione consentita socialmente, ma come pure il nostro ‘delitto d’onore’ sono forme sociali sì razionalmente arretrate, ma dure a far morire e non le uniche al mondo. È complicato parlare di violenza, di etica, proprio perché sono argomenti a noi contemporanei, in cambiamento continuo, ma si può di certo distinguere quello che potrebbe essere il rispetto dell’altra persona dal non rispetto e quindi la violenza dalla non violenza. Per fortuna il mondo cambia e con esso la sua coscienza; si affina, si modifica, si complica, si migliora. Non siamo più quelli di dieci anni fa e il pensiero dei ventenni di oggi è nettamente diverso dai loro genitori, (per fortuna); stereotipi che cambiano, convinzioni che cadono; ma ancora, si può delineare un aspetto di un’etica valida nel corso del tempo. Lo fece Gesù di Nazareth in fondo, tracciando i confini di valori immutabili, semplici e chiari nella loro sintesi che vedeva nell’uomo, qualsiasi uomo, l’immagine e la somiglianza a Dio. Perciò tutti siamo uguali, in dovere di amare gli altri come noi stessi. Il che vuol dire che non dobbiamo nemmeno porci un gradino al di sotto di chi amiamo, che abbiamo il dovere di amare noi stessi quanto amiamo gli altri, e non è un di più, una nota di merito, è un dovere sociale. Detto questo viene subito da chiedermi che ruolo abbia avuto la donna fino ad adesso e mi passano davanti agli occhi tantissime immagini. Donne col grembiule, donne che cucinano, donne che servono ai mariti. In Sicilia, (ma potrebbe essere anche altrove!) mi ricordo, signore che all’ora di pranzo non si sedevano mai a tavola perché facevano avanti e indietro dalla cucina per servire il marito e i figli maschi. Mi vengono in mente donne che hanno rinunciato a studiare perché dovevano studiare al posto loro i fratelli, mi vengono in mente donne maltrattate, offese, percosse dai compagni alle quali veniva detto di avere pazienza e di sopportare in silenzio. Mi chiedo spesso cosa sia la violenza e ovviamente non è solo fisica, quella è il lato più rozzo e il più gretto, il più visibile. La violenza sta pure nelle parole, nei modi, negli atteggiamenti, nelle leggi sbagliate o mancanti, nell’imposizione di un pensiero, di una religione, di uno stile di vita. La violenza sta nell’imporre un comportamento sessuale o vietarlo, la violenza è delle donne che non sono complici delle altre donne, ma concorrono ad una mentalità maschilista. Il maschilismo è davvero solo degli uomini? Ricordo mia madre quando mi ripeteva: - Non pensare a sposarti, ma a farti una cultura, ad andare all’università, ad essere indipendente- .Mi chiedo se mai sua mamma glielo abbia mai detto, che se era infelice doveva cambiare, andarsene, che non doveva per forza sposarsi, che non doveva rinunciare a tutto. Quante mamme, donne, hanno detto questo alle loro figlie? Alle altre donne? Quante hanno avuto delle amiche alle quali confidarsi delle violenze subite in casa e quante sono state aiutate? Quante invece giudicate dalle stesse donne? - Sei una puttana perché non dovevi innamorarti al di fuori del matrimonio, non dovevi trascurare i figli, non dovevi e basta. C’è in questo modo di pensare una chiara visione della donna come un non-essere umano. Winnicott pubblica nel 1953 il saggio “Oggetti e fenomeni transizionali” scrivendo: “La madre, all’inizio, con un adattamento quasi del cento per cento, fornisce al bambino l’opportunità di un’illusione che il suo seno sia in parte del bambino”. In seguito il bambino indica il suo oggetto transizionale, (come un orsacchiotto), cioè si accaparra di un oggetto a cui dà dei nomi abbastanza significativi, trasferendo quell’idea di possesso. Non è un caso, direbbe Freud, che proprio ora mi vengono in mente queste ‘strane’ teorie sull’essere figlio e madre. Forse mi sto chiedendo: “È ancora così? Non facciamo che trovare degli oggetti transizionali nelle donne? Non facciamo di loro che dei meri oggetti da utilizzare, consumare, violentare ogni giorno?” Senza dubbio il fatto di oggettivizzare la donna in tutto e per tutto non fa che renderci ciechi di fronte all’irriducibilità dell’essere umano, alla sua identità prima che come genere sessuale, come individuo. Scaraventati dentro categorie umane, ci prendiamo la briga di decidere quale vada bene o meno, (vedi la Chiesa e i suoi folli dettami religiosi e morali), ci prendiamo il diritto di far valere la nostra vita più di quella altrui. Una volta un amico alla domanda del perché fossero sempre le donne a lasciare gli uomini, mi rispose: “Una donna fa sempre comodo in casa”. Virginia Woolf dovette ritagliarsi una stanza tutta per sé per poter vivere, per poter lasciare spazio alla sua identità. Eppure non apparteneva ad un basso ceto, non era costretta a lavorare, ma era una donna che aveva un marito, ed era infelice. In Al Faro, il personaggio di Lily ha una veloce visione nell’osservare i signori Ramsay che giocano a palla con i figli: “…Come d’un tratto, senza nessuna ragione, il significato precipita su della gente che esce dalla metropolitana, o suona un campanello, e la rende simbolica, rappresentativa, così ora investì loro, mentre stavano lì, ritti nel crepuscolo, e li trasformò nei simboli del matrimonio, la moglie e il marito assoluti. Ma un istante dopo, il contorno simbolico che trascendeva le figure svanì, e tornarono a essere il signore e la signora Ramsay, che guardavano i propri figli giocare a palla”. I cervelli comuni non sono fatti che per riuscire a svolgere operazioni matematiche non troppo complicate, guardano al mondo come ad un tessuto umanoide incastrato in categorie e sistemi ordinati banalizzandoli. Preferiscono pensare che non ci sia altro oltre a quello che già conosciamo e che le tradizioni ci hanno già insegnato tutto. Per lo più le rispettiamo, le adoriamo a scapito delle nostre capacità critiche, di distinguere il bene dal male, a scapito di vedere le donne come una categoria intoccabile, immutabile, a nostra disposizione. Il fatto di apparire mezze nude in tv non è elasticità mentale o sana trasgressione, anzi. Il fatto di dover passare da un uomo prima di ottenere un posto di lavoro, non è furbizia e intelligenza perché “tanto il mondo va così”. Ho sentito dire: “Il femminismo è stato un movimento inutile, fatto solo di donne aggressive, contro gli uomini. Donne lesbiche che hanno estromesso gli uomini, oltraggiose, contro la famiglia”. Io invece ringrazio queste donne, e ringrazio ancora chi si batte contro questo tipo di uomini. Il corpo della donna non è a disposizione degli altri, non è un oggetto transizionale a scadenza illimitata; sembra scontato quello che dico, ma non lo è affatto. Vi viene più istintivo dire: “mamma fammi un caffè o papà fammi un caffè?” Io immagino già la maggior parte delle risposte. Per i rimanenti, beh, siete fortunati. Ci sono stati degli esseri umani nella storia vittime di una prepotenza retrograda e primitiva, lo sono stati per etnia, per religione, per appartenenza sociale; le donne lo sono per appartenenza di genere. “Tanti auguri e figli maschi”. Oggi le strutture convogliate all’assistenza delle donne che subiscono violenza sono o troppo poche o chiudono addirittura. Forse lo Stato pensa che non sia una priorità, forse uccidere una donna, violentarla, non è poi ai nostri occhi un atto così tremendo, chissà. È già tanto difficile che una donna ammetta a se stessa che l’uomo che dovrebbe amarla, adorarla, invece la violenta, figuriamoci se non esistono nemmeno strutture, centri, in grado di accogliere dall’inferno queste donne. E mentre scrivo mi stanco a chiamarle donne, le voglio chiamare esseri umani, confondere i generi fino a far scomparire le parole cosicché ad ogni donna ammazzata, stuprata, corrisponderà un essere umano, di cui si parlerà, un essere umano qualunque. Emanuela De Siati emanueladesiati.wordpress.com/ www.buonenotiziebologna.it Né la cultura né la provenienza geografica sembrano arrestare il femminicidio in atto oggi 4 Buone Pratiche BNB 1 Febbraio 2013 www.buonenotiziebologna.it ottavi: “Fare rete per lo sviluppo del terzo settore” Per Mauro Ottavi, già presidente regionale dell’Aics (Associazione italiana cultura e sport, fondatore e dirigente di varie realtà associative culturali e sportive), per un quindicennio dell’Aig (Associazione italiana alberghi per la gioventù), oggi presidente del Cid-Aics e coordinatore Aics Turismo, «oggi più che mai occorre fare rete, massa critica, per lo sviluppo del cosiddetto terzo settore nell’interesse delle varie attività senza scopo di lucro e della stessa collettività». Infatti, come spiega Ottavi, «bisogna dare reale valore alle attività e alle azioni messe in campo da un settore che non è considerato a sufficienza dalle amministrazioni pubbliche come valore sociale». Eppure il terzo settore è riconosciuto sin dalla metà degli anni ’80 dalla legislazione regionale, e anche da quella nazionale. Certamente, ma non adeguatamente valorizzato. Alcuni vedono le onlus come modo per “ottenere” benefici particolari o personali. Mentre invece ce ne sono una miriade dove il volontariato sportivo, culturale, ambientale, eccetera, opera quotidianamente per “fare” iniziative, attività e comunità. Soprattutto per colmare alcune carenze, strutturali o gestionali, delle istituzioni pubbliche. Per questo deve esserci un dialogo, o una comprensione, tra il terzo settore e le istituzioni, anche dal punto di vista partecipativo e nello svolgimento di azioni di utilità sociale. Coordinamento e collaborazione, senza competizioni non equilibrate tra pubblico e privato sociale. In che senso? Non è sufficiente guardare il bilancio economico o “aziendale”. Per valutare il valore aggiunto del volontariato e del terzo settore bisogna analizzarne il “bilancio sociale”. Non è calcolato il valore del “fare”, non remunerato, e il conseguente risultato sociale. Per esempio: per un’attività imprenditoriale l’utile va a beneficio della proprietà ma se una onlus organizza un’attività, economica, la svolge in un’ottica di autofinanziamento. Il valore aggiunto del lavoro volontario, e i risparmi economici, sono riversati in azioni di utilità sociale. Inoltre c’è un altro aspetto molto importante. Il fare socialità, aggregazione, costruire rapporti interpersonali tra soci, volontari, persone. Anche questo un valore aggiunto di grande importanza per una comunità. Ma le onlus non godono di un regime fiscale agevolato? Per modo di dire, e non efficace, se non viene calcolato il “valore” del lavoro volontario. E c’è il problema delle risorse tra l’ente pubblico, che ne ha sempre meno, e dell’associazionismo che si mette in campo, per fare, che chiede sostegni. Aiuti che non sono soltanto il poter disporre, in convenzione, un tetto per lo svolgimento dell’attività, o un impianto sportivo da gestire. Il guaio è che sul terzo settore c’è ancora un grande percorso da sviluppare. Quali sono le maggiori necessità del terzo settore? Ad esempio poter qualificare sempre di più e meglio i propri operatori, dirigenti, tecnici soprattutto se questi hanno a che fare con altre persone. Poi quelle di essere aiutato, formato e informato dai punti di vista fiscale, amministrativo, assicurativo e gestionale. Manca poi un centro servizi che aiuti l’associazionismo, soprattutto le realtà più piccole, nelle contabilità economiche, fiscali e sociali. Con bilanci che tengano conto anche del tempo volontario impiegato e dei risultati ottenuti. Ossia del valore aggiunto creato a favore della collettività. Servono agevolazioni su vari versanti. Un altro esempio è quello dell’Imu con attività del terzo settore tassate per strutture, o locali, che utilizzano ma di cui nella realtà non sono materialmente proprietari. Cosa significa concretamente fare rete? Fare rete vuol dire collaborare mettendo in campo strutture e spazi, o servizi e competenze, nell’interesse generale superando steccati oggi datati ed anacronistici. Così come a San Lazzaro da tempo c’è un Forum del volontariato, che fa da coordinamento alle iniziative delle associazioni volte all’assistenza sociale e sanitaria, si potrebbero mettere in rete anche le associazioni e le attività onlus più rivolte alla ricreazione, alla socializzazione, all’arte, alla cultura e all’ambiente, portando particolare attenzione verso le fasce sociali più deboli. Ci sono esempi di cooperazione fra realtà differenti? L’esempio più significativo è quello dell’azione comune che il terzo settore ha sviluppato per arrivare alle leggi di riferimento sia del volontariato che dell’associazionismo di promozione sociale. Azioni partite ai livelli regionali che dovrebbero diventare un modo di rapportarsi anche a livello territoriale, comunale e di distretto. La cooperazione tra realtà associative deve servire in prima istanza tra le realtà organizzate per comprendere e apprezzare l’azione altrui e le collaborazioni che possono scaturire per fare comunità. Giancarlo Fabbri Cooperazione sociale tra solidarietà e impresa All’Agriverde gli antichi valori si sposano con interventi innovativi La Cooperativa sociale Agriverde opera nel settore del verde sia pubblico che privato da 27 anni, ha sede nel parco di Villa San Camillo a San Lazzaro di Savena dove si trovano anche il vivaio e l’orto con produzioni esclusivamente biologiche e certificate e, essendo cooperativa sociale di tipo B, ha come compito principale l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. A quanto ammonterebbe questo risultato se si potesse monetizzare? Qual è il valore di un giardino realizzato anche con l’apporto di persone con handicap psichico? Per rispondere occorre tener conto del fatto che se non ci fossero le cooperative sociali, queste persone sarebbero, nella migliore delle ipotesi, a carico dei servizi pubblici, oppure si troverebbero a pesare completamente sulle famiglie. Tuttavia, tiene a precisare il presidente Fabrizio Pedretti, ciò che chiedono le cooperative, non è certo di essere assistite, ma che gli Enti Locali prestino attenzione quando affidano degli incarichi, tenendo conto che la logica del massimo ribasso non può essere l’unico parametro adottato nella valutazione di un preventivo. È necessario, prosegue, che le pubbliche amministrazioni si orientino a valorizzare maggiormente queste imprese, perché di vere e proprie imprese si tratta, che tutti i giorni si confrontano con le normali logiche del mercato, utilizzando fino in fondo le opportunità concesse dalla normativa vigente. La cooperativa sociale di tipo B è, infatti, uno dei mezzi migliori per abbattere gli enormi costi dell’esclusione, perché è in grado di ridare piena dignità a cittadini che vivono una posizione di svantaggio e di disagio e trasforma soggetti tradizionalmente assistiti e a carico della collettività, in cittadini a tutti gli effetti, in grado di emanciparsi attraverso il lavoro. E, a proposito di qualità del lavoro e di lavoro di qualità, gli esempi riferibili ad Agriverde potrebbero essere molteplici ma, tra i tanti, sono particolarmente orgogliosi di un intervento realizzato di recente in viale della Repubblica a San Lazzaro di Savena. Si è trattato di prove di trazione controllata, una procedura recente e decisamente innovativa, effettuate su alcuni pini, le cui radici, nel corso del tempo, hanno originato sollevamenti del manto stradale, rappresentando un reale pericolo per i fruitori della strada. L’amministrazione comunale ha dovuto provvedere alla risistemazione dei tratti più sconnessi della superficie asfaltata, dovendo necessariamente recidere le radici che maggiormente avevano danneggiato il manto. È stato necessario, quindi, testare se e in che misura l’intervento avesse influito sulla stabilità degli alberi coinvolti, procedendo alla verifica statica delle piante interessate dai lavori di scavo mediante prove di trazione controllata. L’obiettivo era determinare, con la minore approssimazione possibile, la po- tenzialità al ribaltamento della zolla radicale o la rottura del fusto sottoponendo l’albero ad una sollecitazione di trazione con un apposito strumento denominato “tirfor” e nel misurare la relazione che sussiste fra la forza esercitata e le sollecitazioni indotte sull’albero. Per lo svolgimento di questo lavoro Agriverde si è avvalsa di personale estremamente specializzato, come i dottori forestali Vincenzo Blotta e Luigi Sani unitamente alla squadra di arboricoltori esperti, capace di operare in quota con estrema professionalità e competenza. Maria Chiara Magnani Sede Legale e Amm. - Via Emilia, 369 - 40011 Anzola dell'Emilia (BO) www.uniloggroup.it BNB AUSER 1 Febbraio 2013 5 Città Fragile: chiuso progetto Contrastare la fragilità sociale nella popolazione anziana e promuovere occasioni di incontro e socializzazione. Si è concluso il progetto “La Città fragile”, promosso da Auser di Bologna assieme a numerosi partner e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Attraverso un ampio lavoro di rete il progetto si è posto l’obiettivo di contrastare e prevenire le situazioni di fragilità degli anziani, acuitesi a fronte della crisi e del progressivo disgregarsi dei legami sociali e familiari tradizionali. In particolare nei centri sociali Villa Torchi, Andrea Costa e Casa del Gufo, molto frequentati dagli anziani della zona, sono state attivate alcune azioni concrete, mirate al contrasto diretto della fragilità. Dagli sportelli di tutela legale, alla distribuzione pasti agli indigenti, fino alla promozione di momenti di incontro e formazione. Accanto a queste iniziative sono state promosse molteplici attività di sensibilizzazione, con l’obiettivo di intercettare il bisogno espresso e inespresso; perché spesso, per imbarazzo o mancanza di informazione, le persone anziane in condizione di fragilità tendono a non chiedere aiuto ai servizi. Al centro di questa azione una ricerca, realizzata dal sociologo Alberto Bertocchi, per indagare sul fenomeno delle nuove povertà nel territorio bolognese, con particolare attenzione alla terza età. Sempre con questo obiettivo, e per prevenire il fenomeno, nell’ambito del progetto sono state realizzate anche numerose azioni di comunicazione volte a promuovere prodotti e strumenti informativi con l’obiettivo di prevenire il fenomeno. In particolare l’associazione di comunicazione sociale Bandiera Gialla ha promosso due inchieste mirate ad indagare sulle reti di buon vicinato per contrastare la crisi e il progressivo disgregarsi dei legami famigliari e sul tema del senso di vergogna che spesso provano le persone anziane quando si trovano costrette a dover chiedere aiuti economici. Il tutto arricchito con immagini, fotografie e video. “Per innovare il nostro Welfare e far sì che possa continuare a rispondere ai nuovi e crescenti bisogni è fondamentale prevedere risorse per promuovere azioni mirate a prevenire il disagio e contrastare il crescente fenomeno della povertà e dell’emarginazione, ha sottolineato il presidente del Quartiere Navile Daniele Ara nel convegno di presentazione del progetto, In questo senso progetti come questo sono fondamentali perché, attraverso la coprogettazione e la sinergia tra pubblico e privato sociale danno vita a processi virtuosi che gli consentono di durare nel tempo e innovarsi”. E il prossimo obiettivo della rete promotrice è proprio questo: dar vita a nuove azioni e progettazioni mirate a proseguire le attività e gli importanti servizi fino ad ora realizzati. Le inchieste, i video e tutte le informazioni utili sono disponibili nel blog de “La città fragile”: http://lacittafragile.blogspot.it/ L’8 febbraio Auser Bologna si riunisce a Ca’ Vecchia per il suo Congresso territoriale. Un appuntamento importante, a cui si giunge dopo un percorso che ha coinvolto i soci (più di 4500) nei diversi territori della provincia, chiamati ad eleggere i 150 delegati che comporranno l’assemblea congressuale. L’evento anticipa il Congresso na- zionale, in programma il prossimo marzo, e si va a inserire in una fase estremamente complessa dal punto di vista storico, economico e sociale. Sarà dunque un’occasione importante, in questo contesto così delicato, per promuovere elaborazioni e strategie mirate a riaffermare il ruolo delle organizzazioni di volontariato e del terzo settore quale motore della “ripartenza”. Soggetti chiamati a ricoprire un ruolo fondamentale per riaffermare una visione di welfare, non come mero fattore di costo, ma quale parte integrante e propulsore delle politiche per lo sviluppo. Per informazioni: [email protected] Annalisa Bolognesi buona Piadina IGP IL FABBRO DI FERRARI GIAMPAOLO E FIGLIO Carpenteria Metallica - Cancelli - Inferriate Manutenzione e Vendita Basculanti e Zanzariere Via Volturno, 22 41056 - Savignano sul Panaro (Mo) Tel./Fax +39 059.775135 Cell. 335.8303378 - 333.6287934 [email protected] E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale di protezione nazionale transitoria per la Piadina romagnola Igp. Con questo atto, viene riconosciuta – per ora solo a livello nazionale – la protezione dell’indicazione geografica “piadina romagnola”, e la legittimità del suo uso da parte dei produttori che rispettano il disciplinare disponibile sul sito del Ministero delle Politiche agricole alimentarie forestali. Dopo la presentazione delle prime istanze di registrazione, la procedura era stata infatti sospesa a causa della difficoltà di rendere compatibili in un disciplinare unico i due diversi metodi di presentazione della piadina romagnola, che nel riminese è più sottile, larga e flessibile rispetto alle altre province. Riavviato l’iter di riconoscimento, altre discussioni hanno riguardato l’opportunità o meno di utilizzare i conservanti, di differenziare tramite marchi o diciture la piadina confezionata da quella di pronto consumo, di prevedere ingredienti aggiuntivi oltre a quelli di base. «Come Regione abbiamo contribuito, - ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni - grazie anche alle sollecitazioni provenienti dai sindaci di Cesena e di Ravenna, alla composizione dei problemi che si erano manifestati nel corso della procedura di registrazione – ha aggiunto l’assessore Credo che l’Igp della Piadina romagnola sia un’ottima occasione per riconoscere spazio sui mercati tanto alle imprese più strutturate, che realizzano piadina romagnola per la grande distribuzione e possono raggiungere zone più lontane, quanto ai produttori che tutti conosciamo e vediamo nei chioschi. A questi ultimi va riconosciuto il merito di far conoscere la piadina romagnola ai turisti che frequentano il territorio, e di far loro comprendere il fascino di un prodotto che è tra i più noti non solo della Romagna, ma anche dell’Italia». Il disciplinare di protezione transitoria differenzia le tipologie di piadina romagnola e prevede un’etichettatura specifica per quella alla riminese e per quella ottenuta con lavorazione manuale tradizionale. Gli ingredienti sono farina, acqua, sale, grassi, lievito, e non è consentito l’uso di conservanti, aromi e altri additivi. L’area di produzione corrisponde al territorio delle province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e, in parte, di Bologna. G.L. www.buonenotiziebologna.it Proseguono le azioni per prevenire le nuove povertà tra gli anziani 6 Economia BNB 1 Febbraio 2013 economie strategiche ai tempi della globalizzazione www.buonenotiziebologna.it L’ottimismo della speranza e il pessimismo della ragione L’UOMO è un animale fondamentalmente razionale ed è talmente convinto della sua possibilità e capacità di superare ogni ostacolo e difficoltà da poter essere considerato un inguaribile ottimista. Ci facciamo guidare costantemente dalla speranza di qualche cosa di migliore nel futuro rispetto al passato o al presente ed interpretando la realtà tumultuosa che ci circonda con categorie logiche fondate sulle nostre aspirazioni ed i nostri desideri e non su di una analisi realistica e razionale della situazione effettiva, finendo così col rischiare di crearci una realtà che non esiste e di vivere, di conseguenza, come in una “bolla” che ci impedisce di vedere, valutare e provvedere di conseguenza in tempo utile. D’altronde è molto logico che l’uomo tenda a difendersi da una realtà troppo dura rifiutandosi di accettarla e di riconoscerla per come effettivamente è, rischiando quindi di non predisporsi ad affrontarla con le armi più adeguate al momento. Quando la situazione peggiora costantemente, le difficoltà aumentano, gli ostacoli si moltiplicano ogni giorno, allora è solo l’“ottimismo della speranza” che ci sorregge e ci aiuta ad andare avanti, facendoci illudere che la soluzione sia dietro l’angolo e che presto tutto tornerà come prima o, addirittura, meglio di prima. Lucio Dalla, seguendo questa struttura logico-mentale umana, da fine conoscitore dell’animo umano, non per nulla scriveva nell’“anno che verrà”: “avremo tre Natali e festa tutto il giorno…” Rimaniamo quindi immobili nell’attesa che gli eventi migliorino, il vento cambi e qualcuno ci tolga le castagne dal fuoco senza che noi dobbiamo fare nulla. Naturalmente col passare del tempo tutto diventa più difficile e la soluzione ieri possibile diventa oggi impraticabile e la nuova soluzione è più complessa, difficile e dolorosa della precedente. Il prezzo da pagare cresce costantemente. Il rifiuto di abbandonare l’ottimi- smo della speranza per accettare invece una visione condizionata dal “pessimismo della ragione” diventa esercizio sempre più costoso ed il conto che tutti, alla fine, saranno comunque costretti a pagare per saldare il conto sarà molto maggiore di quello che si sarebbe avuto qualora si fosse provveduto al momento opportuno senza nascondere la testa sotto la sabbia. La Globalizzazione e le conseguenze da essa indotte, specialmente sulle economie e sugli stati sociali dell’occidente industrializzato, è un esempio eclatante di quanto sopra esposto. Globalizzazione non vuole infatti dire solo mondializzazione dell’economia, ma anche passaggio da un mondo prima bipolare (dalla fine della prima guerra mondiale all’inizio degli anni ’90 con il collasso dell’Unione Sovietica), poi basato su una unica superpotenza egemone che pensava di gestire autonomamente il mondo e di controllarne l’evoluzione, all’attuale fase in cui si vede chiaramente l’avvento di un mondo MULTIPOLARE, in cui si stanno presentando sulla scena attori un tempo di secondaria importanza ma che stanno diventando fondamentali nel contesto mondiale come Cina, India, Brasile, che, inizialmente in sordina e poi in modo sempre più eclatante, hanno cercato il loro spazio a spese degli stessi Stati Uniti e, ancor di più, dell’Europa ancora legata a schemi economico-sociali da secondo dopoguerra. L’Europa ha pensato dapprima, basandosi sull’ottimismo della speranza, che questi nuovi attori fossero meteore che sarebbe scomparse in breve tempo e che l’ordine e l’equilibrio preesistenti sarebbe tornati a dominare la scena senza dover intervenire direttamente. Questo ha fatto sì che si siano persi anni cruciali in discussioni sterili sulla globalizzazione da governare e sugli equilibri da mantenere mentre altri attori acquisivano potere, ricchezza e cominciavano ad erodere alla base la potenza economica europea. In questo frangente l’Europa si è mostrata purtroppo per quella che era (ed in gran parte ancora è), cioè un agglomerato di stati sovrani ciascuno con i propri interessi particolari ed incapace di presentarsi come un singolo forte interlocutore sugli scenari economico-politici mondiali. A questo punto sarebbe stato necessario un colpo di reni decisivo per eliminare i particolarismi nelle aree cruciali: economica, politica, militare, e di essere capaci di spostare il potere in dette aree dai singoli stati nazionali all’Europa stessa, rendendola quindi un interlocutore forte sugli scenari internazionali dove, al giorno d’oggi, le dimensioni sono un fatto cruciale. La mancanza di coesione e di centralizzazione delle decisioni ha di fatto paralizzato l’Europa portandola a diventare da elemento trainante a controparte debole in grado solo di parlare a più voci, flebili e fra loro spesso contrastanti. In questo contesto gli Stati Uniti di Barack Obama hanno decisamente cambiato strada rispetto all’epoca di Bush: hanno cominciato a non voler più essere i guardiani del mondo ma a richiede agli alleati, essenzialmente l’Europa, di assumersi responsabilità e costi in proprio; hanno poi spostato il baricentro della loro attenzione strategica sia dal punto di vista politico che economico che militare verso l’area del Pacifico e dell’Oceano Indiano, marginalizzando così l’Europa stessa. La crisi prima finanziaria e poi industriale scatenatasi nel 2008 partendo proprio dagli Stati Uniti e trasferitasi in Europa in un battibaleno ha poi messo a nudo le debolezze proprie dell’Unione europea, che ne ha quindi subito le principali conseguenze: il PIL americano cresce del 2-3% all’anno, quello dei paesi emergenti come Cina, Brasile, India del 7-9% all’anno, l’Europa è stagnate o cresce al massimo di miseri “zero virgola”. E in un mondo globalizzato chi non cresce a ritmi sostenuto o almeno al pari dei competitori è destinato al declino sempre più rapido. In questo contesto l’Europa ha continuato ad operare con la logica dell’“ottimismo della speranza”, confidando che le cose si sarebbero aggiustate da sole. Ma la crisi del 2011-2012 in Europa, l’EURO attaccato dai mercati, la diversità di robustezza dei vari paesi riuniti nell’Unione europea in maniera raffazzonata e non omogenea e coordinata (pensiamo alle differenze fra la situazione economica, politica, sociale in Germania e nei paesi del nord Europa e quelli del sud come Grecia e Portogallo in primis, ma anche Spagna e Italia) hanno messo a nudo che l’ottimismo della speranza portato avanti in maniera miope per tanto, troppo, tempo era stato assolutamente deleterio e che il conto da pagare a questa miopia sarebbe stato molto più salato che se si fosse intervenuti, per tempo, con un sano “pessimismo della ragione”, mettendo in campo un crudo realismo ed intervenendo di conseguenza. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: stiamo pagando un conto salatissimo e chi sa ancora per quanto. E gli interventi di tamponamento messi in atto sono stati del tutto tardivi e, a tutt’oggi, inadeguati ed insufficienti, mancando ancora del collante principale: la coesione politica ed economica, la visione unitaria dei problemi, il parlare con una voce sola, quella dell’Europa e non di ogni singolo stato; in una parola il presentare l’Europa come “gli Stati uniti d’Europa”, forte, coesa e presente sugli scenari internazionali da protagonista. Il futuro è ancora incerto perché le avvisaglie della volontà di coesione come sopra detto si scontrano ancora con miopi particolarismi ed egoismi retaggio di un passato di guerre e di odi reciproci duri a morire. Solo le nuove generazioni, nate in un’Europa che possano considerare la loro patria comune, potranno renderla di nuovo forte e rispettata a livello globale; basandosi però su un sano “pessimismo della ragione” più che su un vacuo “ottimismo della speranza”. Nei prossimi articoli passerò in rassegna i singoli punti qui sorvolati a volo d’angelo, per poter far meglio capire la situazione attuale e gli scenari che si presenteranno nel futuro prossimo. Gianni Cacchiani [email protected] BNB 7 I Personaggi 1 Febbraio 2013 Città metropolitana. Il parere dei sindaci Nel numero scorso di BNB abbiamo iniziato una serie di articoli sul tema di Bologna come “Città metropolitana”. Un supercomune che dovrà, o dovrebbe, prendere il posto dell’istituzione Provincia, della quale era prevista la scomparsa, salvata dall’ulteriore e indesiderata discesa in campo del Cavaliere. Secondo il decreto, poi non convertito in legge dal disciolto Parlamento, allo scorso 1 gennaio dovevano già scomparire gli assessori provinciali sostituiti, fino alla fine del 2013, dal solo presidente, Beatrice Draghetti, e da tre consiglieri delegati. Con la Città metropolitana che è una cosa (molto) misteriosa per gli stessi amministratori. Per capirne di più sono già stati fatti degli incontri pubblici, e nelle segrete stanze, a vari livelli per definire le linee cardine del futuro Statuto e, soprattutto, le funzioni e i compiti da assegnare a ciascuno dei nuovi, e vecchi, enti di gestione del territorio e delle sue risorse fisiche ed economiche: Regione, Città e Comuni, forse declassati a municipalità consultive, che la formano. Per questo abbiamo avviato una serie di contatti con alcuni dei primi cittadini dei comuni che faranno parte della Città per conoscere il loro parere con la speranza di aiutare poi anche i lettori a comprendere la portata i questa innovazione istituzionale di cui si parla da tempo. Secondo il sindaco di San Lazzaro, Marco Macciantelli, «un conto sono gli auspici un altro le condizioni poste dal legislatore nazionale. Credo sia fuor di dubbio che il contesto bolognese, sin dall’accordo sottoscritto nell’Aula absidale di Santa Lucia nel lontano 1994, abbia dimostrato di guardare con interesse, al progetto metropolitano. Un altro conto sono le condizioni e ora, a livello legislativo, siamo da un lato a una impasse, dall’altro a un intrigo da sciogliere e chiarire. Non c’è dubbio, purtroppo - rileva poi Macciantelli -, che con la mancata conversione del decreto, vi sia stata una brusca battuta d’arresto di un processo già avviato con evidente responsabilità del centrodestra. E il buon senso suggerisce di disporsi a comprendere l’orientamento del futuro Parlamento che dovrà mettere mano alla questione». «Mi dispiace che non si sia proceduto. Evidentemente - osserva poi il sindaco di San Lazzaro - non ci sono state le condizioni e la volontà di farlo. Non escludo che l’indicazione dell’inizio del 2014 per il varo del nuovo ente metropolitano possa rimanere, ed è auspicabile, ma al momento più che certezze ci sono speranze, ipotesi, congetture. Non si dimentichi che la questione metropolitana sta dentro a quella delle province le quali sono tuttora in attesa, a seguito di un ricorso, di una pronuncia della Corte Costituzionale. Insomma la materia è complessa e occorre investire subito la futura maggioranza parlamentare perché affronti il tema dando indirizzi precisi e definitivi. Resta tutta intera la disponibilità, già dimostrata, dell’area metropolitana bolognese alla trasformazione, al di là di un dibattito sacrosanto su tante questioni, anche sui possibili assetti. Per quello che mi riguarda confermo la mia adesione all’innovazione e della semplificazione - ribadisce infine concludendo Marco Macciantelli -, per un progetto di governo che sia più conforme a ciò che oggi serve contro la crisi, per dare più forza, attrattività, capacità competitiva, al nostro sistema territoriale». Giancarlo Fabbri Alessandro Ferretti «Di “Aree metropolitane,” o “Città metropolitane” - ci dichiara il Sindaco di Monghidoro, Alessandro (Ronny) Ferretti -, se ne parla da decenni senza alcun risultato nonostante alcune leggi nazionali che già le prevedevano da tempo. Enti istituzionali che dovranno infine sostituire le attuali province per cui spero che non ne siano poi un doppione ma un qualcosa che vada oltre alla gestione e manutenzione delle strade, e dell’edilizia scolastica per fare alcuni esempi. Spero che la futura “Città”, della quale però non si conosce ancora ruolo e compiti, come per gli stessi attuali comuni - precisa il primo cittadino di Monghidoro -, possa essere ancora più vicina del passato alle municipalità locali, con particolare riguardo a quelle della montagna, nella difesa e valorizzazione del territorio, nella gestione dei rifiuti, nel superamento del “digital divide” e nelle tariffe del trasporto pubblico fondamentale per gli spostamenti delle persone». «In Italia - prosegue la dichiarazione di Ferretti - non abbiamo precedenti esperienze di aree o città metropolitane”. Ben vengano se le loro gestioni si collocano il più possibile vicine alle amministrazioni locali e ai cittadini senza diventare, più in piccolo, dei doppioni delle Regioni. È infine importante, anzi indispensabile, che poi non ci siano territori, unioni o comuni e cittadini di serie A e altri di serie B o C. Territori o cittadini di montagna, di collina o di pianura ma tutti uguali con la “Città” consapevole della necessità di tutelare i territori di pianura - conclude il sindaco - partendo proprio dalla difesa dei versanti e dei corsi d’acqua montani dal dissesto idrogeologico». Giancarlo Fabbri Di Prandini Sergio Valter Villiam S.R.L. OFFERTE SPECIALI valide dal 11 al 23 FEBBRAIO 2013 BOVINO Bistecche ................................................................... Polpa per bollito, stracotto e spezzatino..................... Polpa per roast-beef................................................... Fiorentine con osso ................................................... € € € € 9,95 al kg 6,20 al kg 11,60 al kg 11,80 al kg Per le vostre grosse scorte (prenotate) Coscia di bovino kg. 50 circa (lavorazione compresa)..... € 5,40 SUINO Braciole....................................................................... Braciole di capocollo con osso................................... 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Spezzatino di tacchino................................................ al kg € € € € 4,30 al kg 3,80 al kg 3,50 al kg 5,50 al kg € € € € € € 3,98 al kg 3,98 al kg 2,68 al kg 5,98 al kg 5,36 al kg 4,97 al kg [email protected] www.centrocarnipersicetano.it Iscriviti alla newsletter riceverai le informazioni sulle OFFERTE. ----------------------------Via Crevalcore, 3/c3 - San Giovanni in Persiceto (BO) Tel. 051.822437 www.buonenotiziebologna.it Alla scoperta della cosa misteriosa. Giancarlo Fabbri mette a confronto il parere di due comuni della provincia 8 L’angolo Spinoso BNB 1 Febbraio 2013 w w w.italianoperimmagini.it amministrazioni: Chi rimane da corrompere? La corruzione sembra ormai essere un problema cronico della società italiana, un problema che non presenta una facile e immediata soluzione. Già in auge e oggetto di pubblico dibattito presso i Romani, la corruzione non ha mai smesso di scandire il susseguirsi delle vicende storiche. Già ai tempi di papa Leone X, con la vendita delle indulgenze che provocò la Riforma protestante, la corruzione regnava nel nostro Paese e continuò a manifestarsi attraverso lo scandalo della Banca Romana che travolse il governo Giolitti alla fine dell’Ottocento. Ai giorni nostri quando si parla di corruzione ci si riferisce in genere allo scandalo delle tangenti, indicato dai giornali con il nome di “inchiesta di Mani Pulite” o “Tangentopoli”, che coinvolse numerosi politici e imprenditori causando il declino delle classe dirigente dei primi anni Novanta. La corruzione e la concussione, rispettivamente ai sensi dell’art 318 e 317 del c.p., si classificano come reati contro la Pubblica amministrazione: si configura un’ipotesi di corruzione qualora si offre denaro a un pubblico funzionario per riceverne dei vantaggi, diversamente si configura un’ipotesi di concussione se è il pubblico ufficiale a chiedere una ricompensa in cambio di favori da elargire. Per quali motivi la corruzione, nonostante le severe condanne e i tragici prezzi umani pagati da alcuni inquisiti continua a prosperare, continua a essere la protagonista di numerose dalla classe sociale di appartenenza. Nel nostro Paese contano le frequentazioni, le conoscenze, le parentele: i cervelli migliori e più qualificati sono costretti a emigrare per trovare condizioni di lavoro soddisfacenti e intere generazioni di meritevoli sono tagliate fuori dal mondo produttivo poiché contano le relazioni più delle capacità individuali, le lobby professionali più che le competenze e il talento. I legami attinenti alla vita privata, dunque, prevalgono sull’attribuzione degli incarichi mediante una valutazione sistematica delle capacità. Il ricorso generalizzato alla raccomandazione, la prevalenza degli interessi particolari sugli interessi generali, la scarsa equità delle istituzioni verso i cittadini distruggono il senso civico, rendendo manifeste le “regole del gioco” a cui tutti i cittadini sono soggetti. Per promuovere il senso civico a livello generale è necessario creare società in cui l’individuo può farsi valere per le proprie capacità e non per la sua appartenenza a reti verticali. Il riconoscimento del merito sarebbe un primo passo per rendere la società italiana più giusta e più ricca, mettendo così a disposizione di chi ha più motivazione e talento tutti gli strumenti per sviluppare le proprie potenzialità. A tal fine è necessario combattere la corruzione politica e ammi- nistrativa, anche attraverso una riforma della giustizia, mediante una riduzione del numero di leggi e l’aumento della loro efficacia, una riforma della Pubblica amministrazione che migliori la trasparenza degli atti amministrativi e renda più efficace ed efficiente il lavoro dei funzionari. E’ necessario, soprattutto, che gli italiani riacquistino i valori della responsabilità e del rispetto delle regole nella consapevolezza che occorra perseguire l’interesse generale del nostro Paese ed evitare che si continui a vivere in una società in cui i giochi sono truccati e a vincere non sono i più bravi ma i più furbi. Valentina Ametta Basta una panchina per documentare lo stato di degrado di un giardino pubblico a Rastignano. Nella primavera dell’anno scorso sono state divelte dal terreno, comprese le gettate di cemento, una panchina e un cestino per i rifiu- ti. Alcuni l’hanno considerata opera di teppisti. Altri, invece, che gli arredi erano stati rimossi per consentire lavori di scavo per la posa di una conduttura attraverso il piccolo parco pubblico. In ogni caso sono passati molti mesi ma nessuno ha provveduto con lo stato di degrado, di incuria e di rischi per i frequentatori accentuato da arredi e giochi danneggiati, staccionate malferme e alte erbacce. Giancarlo Fabbri solo caff Catia Bencivenni C B & è no n pagine di giornali dimostrandosi una realtà ancora estremamente diffusa e radicata nel Belpaese? In questi anni numerosi studiosi, sociologi, magistrati ed economisti hanno provato a dare una risposta a questa domanda. Secondo alcuni l’Italia non è ancora una democrazia matura, forte e stabile, secondo altri la causa potrebbe essere ricercata all’interno delle Pubbliche amministrazioni che presentano procedure e modalità di organizzazione degli uffici eccessivamente farraginose e burocratiche che privilegiano la correttezza formale a scapito dei risultati da raggiungere. Un ruolo importante, inoltre, gioca anche l’interpretazione delle leggi e dei regolamenti che spesso, lasciando ampi margini di discrezionalità al singolo funzionario, crea spiragli favorevoli per il dilagare della corruzione. Tuttavia i motivi che favoriscono la corruzione non sono solo di ordine giuridico, ma si ritrovano anche in numerosi fattori sociali e culturali. Ormai il principale segno di distinzione degli italiani è l’arricchimento, l’unica vera fonte di felicità è il denaro perché i soldi facili rappresentano una tentazione a cui è difficile resistere. Questo modo di agire ha creato un Paese in cui anche il potere si conquista con il denaro e non con la competenza o il merito. Una delle più gravi difficoltà della società italiana, infatti, è rappresentata dall’assenza della meritocrazia che riconosce e premia l’eccellenza di un individuo, indipendentemente AR B www.buonenotiziebologna.it Come al solito, a giocare sono i più furbi Colazioni Aperitivi Buffet Via Rocco Stefani, 5 San Giovanni in Persiceto (BO) Tel. 051 7176350 1 Febbraio 2013 l’hockey in carrozzina Il nostro Luca racconta la sua esperienza in questo sport Dopo aver scritto articoli di altri sport, come l’ultimo il rugby in carrozzina, vi volevo raccontare il mio sport. Premetto che a me piace lo sport di qualsiasi genere anche se il calcio è il mio preferito. Faccio hockey in carrozzina da sedici anni, anche se tutto è iniziato per caso. Un giorno mentre mi trovavo in piscina per fare terapia, si avvicina un ragazzo che conoscevo e mi dice se mi sarebbe piaciuto andare a vederlo giocare. L’aver visto l’entusiasmo con il quale me lo ha detto mi ha fatto nascere la curiosità di vedere di cosa si trattasse. La squadra si chiamava Rangers Bologna e giocavano alla polisportiva Antal Pallavicini. Mi ricordo che appena sono arrivato in palestra si è avvicinato quello che sarebbe stato uno dei miei allenatori, mi ha aiutato a scendere dalla macchina e mentre mi portava vicino la panchina per farmi vedere meglio la partita, mi raccontava di come e quando era nata la squadra. Io non ero per niente convinto di quello che avevo visto, ed infatti prima di decidere se iniziare o no questa mia nuova attività sportiva è passato quasi un anno. La decisione di intraprendere questa esperienza è avvenuta per caso, parlandone con i miei genitori, dicendogli che avrei avuto piacere di ritornare a vedere la squadra giocare. Ero in tribuna, mi vide il papà di un ragazzo che era già nella squadra e mi chiese se volevo andare in panchina con gli altri ragazzi, io accettai e da quel giorno non ho più smesso di giocare, era il 1997. Nei Rangers Bologna ho giocato per dodici anni. Esperienza fantastica che mi è servita per conoscere altre realtà, altri luoghi e fare nuove amicizie che a tutt’oggi sono ancora molto forti. Dal 2009 gioco a Spilamberto nel gruppo sportivo sen martin. L’hockey i carrozzina nasce in Olanda durante gli anni ’70 nelle scuole dove gli insegnanti cercavano una attività da fa svolgere ai ragazzi diversamente abili mentre i compagni facevano educazione fisica. Venne l’idea di copiare l’hokcey usando la mazza e al posto di correre usare le carrozzine elettriche. In Italia arriva nei primi anni ’90, quando viene organizzata una dimostrazione di questo sport sul lago di Garda. Da allora iniziano a nascere le squadre: Reggio Emilia, Monza, Milano e 9 Padova sono le prime. Nacque prima la WHL che poi si trasforma in FIWH, Federazione Italiana Wheelchair Hockey, che gestisce il movimento in Italia! Si gioca in 5 contro 5, si pratica in palestra e su superfici piane. 5 atleti in campo, un portiere e 4 esterni. Per permettere di giocare anche a chi ha poca forza nelle braccia (chi ne ha usa una mazza) viene inventato lo stick che viene applicato alla base delle carrozzina (una specie di spatola). In campo il portiere e minimo un altro atleta devono avere lo stick, le mazze possono essere un massimo di tre (ma anche due, una o zero), gli stick come abbiamo detto da un minimo di due fino anche a un massimo di 5! Lo scopo del gioco e fare più gol possibili alla squadra avversaria. Possono giocarvi insieme uomini e donne, bambini, adulti e perfino anziani. Unico requisito è sapere guidare la carrozzina elettrica, con le mani, con la bocca, con la pancia, non ha importanza. Se qualcuno mi chiedesse: che cos’è per te l’hockey? Gli potrei dare tante risposte, ma se parla il mio cuore, la risposta è una sola. L’hockey è un qualcosa che mi è entrato dentro, è quella famiglia che mi tiene caldo quando sento freddo. Per informazioni andare sul sito: www. fiwh.org Luca Mascia www.buonenotiziebologna.it w w w. p ro g e t t o d at a . i t BNB Sport 10 Provincia BNB SPI S ervizi Pr i m a I nfanzia 1 Febbraio 2013 Budrio e castenaso Nido Sistema Integrato per la Gestione delle Anagrafiche e delle Rilevazioni relative ai Servizi per la Prima Infanzia www.virtualcoop.net pianoro www.buonenotiziebologna.it interrare l’ex veneta il 13 fermera’ a rastignano «Assurdo interrare l’ex ferrovia Veneta Bologna-Portomaggiore». Lo dicono all’unisono i consigli comunali di Budrio e Castenaso che lo scorso 21 dicembre hanno approvato quasi all’unanimità (solo quattro astenuti a Castenaso) mozioni simili contrarie all’interramento. Ossia al progetto da 41 milioni di euro, di cui 35,5 finanziati dalla Regione e 5,5 dal Comune di Bologna, per interrare circa 2,3 chilometri (700 metri in galleria, il resto in trincea), da via Larga alla galleria San Vitale. Opera che renderà possibile l’eliminazione di cinque passaggi a livello; quelli sulle vie Larga, Cellini, Rimesse, Libia e Paolo Fabbri. «Tali modifiche - elenca Fer (Ferrovie Emilia-Romagna) del gruppo Tper (Trasporto Passeggeri Emilia-Romagna) - porteranno numerosi vantaggi: maggiore velocità ai treni, agevolazione del traffico urbano e garanzia di una maggiore sicurezza della circolazione ferroviaria». Vantaggi indiscutibili che però si scontrano con le molte perplessità sul progetto così com’è: ossia l’interramento della linea con un solo binario. L’interramento in galleria o in trincea, senza prevedere almeno la predisposizione del secondo binario. Per gli amministratori locali e soprattutto per i pendolari dei territori interessati (Castenaso, Budrio, Molinella e Portomaggiore) l’interramento precluderebbe ogni possibilità di futuro raddoppio. Proprio per questo si stanno impegnando per scongiurare tale idea che non guarda a un futuro potenziamento soprattutto in previsione di una possibile espansione urbanistica in questi comuni. Al contrario la Regione bacchetta Provincia e Comune di Bologna per il loro mancato via libera ai lavori di interramento del tratto urbano della ferrovia. Un progetto approvato, di cui si parla da tempo, con i lavori che - stando alle note sul sito di Fer - dovevano iniziare entro il 2011, per essere completati entro il 2013, ma non ancora iniziati proprio perché l’interramento con un solo binario inibirebbe ogni futuro potenziamento della linea e il cadenzamento delle corse. Infatti anche Bologna ora starebbe valutando se interrare o predisporre un secondo binario ma per Provincia, Regione e Fer, invece, sarebbe chiara l’impossibilità economica e tecnica, di raddoppiare il binario, spingendo per andare avanti con il progetto già finanziato. La mozione approvata dal consiglio di Castenaso chiede piuttosto di «annullare il progetto dirottando i 41 milioni di euro verso interventi infrastrutturali che siano realmente destinati a migliorare il servizio. Come la predisposizione di raddoppi di binari, di treni elettrici più capienti, e più frequenti, incentivando l’utilizzo del treno, e della bici, e non dell’auto privata». Budrio e Castenaso ritengono che l’interramento a un solo binario non porterà alcun beneficio, e che l’interruzione del servizio per un anno, per consentire i lavori porterà disagi alle migliaia di pendolari che utilizzano il treno. Poi che gli autobus sostitutivi, e le prevedibili ulteriori auto dei pendolari, aumenteranno il volume del traffico, i tempi di percorrenza e l’inquinamento dell’area San Vitale. Infine chiedono che venga avviato al più presto un tavolo di discussione con la partecipazione dei pendolari e di tutti i comuni e gli enti interessati. Altair Dopo tante speranze, solleciti e raccolte di firme, con ogni probabilità (salvo imprevisti, ndr) entro il 2014 il capolinea del filobus Tper 13 (già Atc) sarà spostato da via Pavese, al Trappolone, al “Ponte delle oche” a Rastignano di Pianoro. Per i residenti non è un successo da poco se si considera che attualmente la frazione pianorese è servita dalla linea Tper 96, che fa capolinea a Pianoro Vecchio, con una corsa ogni 15-20 minuti mentre il 13 ha una cadenza di 5-8 minuti. Una differenza che si nota molto d’inverno, e quando piove, che dovrebbe disincentivare l’utilizzo dell’auto privata a favore dell’autobus. Con l’auspicio che l’elettrificazione della linea possa infine anche ridurre l’inquinamento atmosferico indotto dalla strozzatura del cosiddetto “Nodo di Rastignano” dal ponte del Paleotto a quello di San Ruffillo. Lo ha assicurato il sindaco di Pianoro, Gabriele Minghetti, ribadendo l’aspirazione «di avere il filobus a Rastignano in tempo per l’inizio del prossimo anno scolastico; ovvero per il settembre 2013. La prossima primavera - ha proseguito Minghetti - ci sarà la demolizione del capannone, di fronte al Ponte delle oche, per la realizzazione della rotatoria. Se poi da Tper hanno detto al giornalista che ci vorranno due anni, per la realizzazione della linea, questo è un altro discorso. Ma non credo che per prolungarla di poco più di un chilometro ci voglia tanto tempo». Infatti il “Carlino” dello scorso 20 dicembre faceva dire al sindaco pianorese di sperare di «poter avere, in tempo per l’inizio dell’anno scolastico 2014-2015, il nuovo filobus per Rastignano». Con la precisazione il sindaco poi ci conferma la firma dell’accordo di progetto svoltasi il 18 dicembre tra Tper, Regione, Provincia e comuni di Bologna, Pianoro e San Lazzaro. Con la firma dell’accordo è stato infine definito il programma che prevede, nel 2013, la conferenza dei servizi che dovrà esprimersi sul prolungamento della linea 13. Con la buona notizia che il problematico incrocio tra le vie Andrea Costa (Sp 65 “della Futa”), De Gasperi (Fondovalle Savena) e Marzabotto sarà finalmente sostituito da una rotatoria. Non ci dovrebbero infine essere problemi sui finanziamenti delle opere che sono già state inserite nella ridestinazione dei fondi della metrotramvia. Tper le finanzierà con 985 mila euro, la Regione con 444 mila e il Comune di Pianoro con altri 300 mila euro. Si spera perciò che abbia ragione Minghetti dato che di prolungare la linea 13 fino a Rastignano se ne parla da trent’anni come ricorda il farmacista di Rastignano, dottor Mauro Nizzi, che anni fa prese l’iniziativa di raccogliere, e conse- gnare, le firme in tal senso. Per onor di cronaca si ritiene opportuno ricordare che già nel dicembre 2009, durante un’assemblea di frazione, fu dato come imminente l’arrivo del 13 a Rastignano. Allora l’idea era di portarlo fino alla chiesa allargando lo spiazzo dove un tempo faceva capolinea il “G”. Col sindaco a riferire che l’intenzione era di andare oltre la ferrovia «ma da Atc ci dicono che il filobus non riesce a passare sotto la ferrovia». Su questo, però, molti hanno dei dubbi ma, comunque, la soluzione della rotonda al Ponte delle oche risolve anche il problema di un incrocio dove succedono frequenti, e gravi, incidenti. Giancarlo Fabbri GIOVANNA L AVANDERIA S TIRERIA Lavori di Sartoria Lavaggio a Secco e Acqua Lavaggio Tende Pulitura Montoni, Pelle e Pellicce Pulitura Tappetti, Trapunte e Piumoni a Febbraio PROMOZIONI Su giubbotti e piumoni TEL. 3386176606 Tel. 3386176606 Via G. Bruno, 20 San Giovanni in Persiceto (BO) BNB www.buonenotiziebologna.it 1 Febbraio 2013 Speciale CarneVale 11 cARNEVALE edizione 2012 "l'uomo dei sogni" www.buonenotiziebologna.it 12 Speciale Carnevale BNB 1 Febbraio 2013 Regala la per Befana l’abbonamento a BNB per Befana l’abbonamento a BNB BNB Speciale Carnevale 1 Febbraio 2013 13 Società OcaGiuliva | 1° premio carnevale 2012 "l'UOMO DEL SOGNI" | San Giovanni in persiceto (BO) Il Carnevale “visto” da chi lo costruisce Intervista a Barbara Albertini, restauratrice e decoratrice Per questo Carnevale BNB ha voluto conocere il lavoro di coloro che fanno di questa festa un'esplosione di colori e fantasia per ironizzare sulla realtà. Barbara racconta a BNB come e da dove nasce questa passione per il Carnevale? Per quanto mi riguarda mi ci sono trovata dentro quasi per forza a causa del lavoro che facevo (la restauratrice e decoratrice)! La prima proposta venne fatta a me e a mio marito, da un nostro amico dei Corsari. Cercavano persone che se la cavassero bene in cantiere e che sapessero fare i più svariati lavori, richiesti in un contesto complesso come quello della costruzione di un carro di carnevale: saldare, fare il carpentiere, dipingere, creare costumi e scenette, cucinare, ma soprattutto saper stare in compagnia e tenere il ritmo delle mangiate e delle bevute (la cosa più difficile!!) Poi varie vicissitudini mi hanno spostata nell’unica società carnevalesca non di san Giovanni, ma che partecipa da sempre a questo unico e poliedrico spettacolo: La società Angeli di Sant’Agata bolognese. Ho abitato là per 15 anni, avevano bisogno di pittori “solo per quell’anno”… e sono rimasta per 5 anni, finché non ha preso il sopravvento la noia. “Basta! Col Carnevale ho chiuso!!!” Un anno sabbatico e il destino mi ha depositata questa volta nell’accogliente, folle, incasinato, energetico, amorevole e SFRUTTATORE nido dell’OCAGIULIVA! Non credo che la mia, nei 7 anni passati, fosse vera passione per il Carnevale, quanto più che altro, un voler rendersi utile al paese dove vivevo. Ho fatto del volontariato. Non mi sono mai sentita veramente coinvolta come ora con questi pazzi scatenati! Con l’Ocagiuliva finalmente faccio carnevale a tutto tondo! Si lavora insieme, si fanno le ferie in cantiere, ci si abbuffa coi manicaretti dei nostri chef, ci si riempiono i vestiti di fumo pestilenziale del “fugone” (la stufa a legna (n.d.a.)) e si arriva stanchi morti a casa, ma pieni di adrenalina… è fantastico! Com’è organizzato il vostro gruppo? C’è una vera e propria gerarchia o comunque figure ben definite? La gerarchia c’è, anche se durante i lavori, poi ognuno dice la sua (e spesso viene ascoltato!!), ma più che la classica piramide, la vedo a CLESSIDRA.Dalla prima riunione, il tempo è sotto controllo… A turno, dopo la prima bozza di idee discussa a più voci e rigorosamente con l’ausilio di ottimo vino,lo sceneggiatore, gli scenografi e il tecnico (chiamati spesso con epiteti non riproponibili fuori dal contesto!!!), fanno a turno il loro lavoro: nasce il bozzetto. Da noi “il bozzetto” è la copia perfettamente in scala del carro di 13 metri. Disegnato, costruito in scala, poi ricreato al computer. A questo punto il nostro “Arch.” Con l’Ing. e il Geom., studiano costruendo un disegno a 3D in esploso o a rischio di esplosione, quella che dovrà essere la struttura portante in ferro, i vari complessi movimenti e rendono possibile, ciò che la mente malata dei tre artisti visionari ha meditato. (I carri a San Giovanni si devono completamente trasformare anche due o tre volte!!! N.d.a.) Poi vengono la carpenteria e la pittura, i costumi e Lo Spillo, che è la parte teatrale ed è creatura dello sceneggiatore che fa anche da regista. Le sarte creano altissima moda, essendo la sartoria ai piani superiori! Noi tutti Giulivi dedichiamo molte delle nostre ore extra lavoro al carro (beh non proprio tutti, ma molti!!) e parte delle nostre scarse finanze, essendo il tutto autofinanziato da soci e accoliti! Famiglie intere lavorano alla sua costruzione e anche i bambini vengono messi sotto, ognuno secondo età e predisposizione: abbiamo anche l’angolo morbido per i più piccini… tutti li teniamo d’occhio (è pur sempre un cantiere!) e loro si possono sporcare a piacimento senza essere sgridati! (sfruttati sì, ma sono consenzienti!) Di anno in anno le idee per creare il nuovo carro come nascono? Dall’attualità sociale e politica del paese? O esclusivamente dalla vostra fantasiosa immaginazione? Le due cose vanno assieme: mettere in chiave comica l’attualità, richiede notevoli capacità di immaginazione! Qual è l’obiettivo principale che porta te e i tuoi amici coinvolti nell’ideazione e costruzione di un carro, a lavorare con così tanto impegno per tanti mesi prima della manifestazione? Credo che un po’ lo si sia capito dalle risposte precedenti, ma lo spiegherò più direttamente. Stare insieme in armonia, discutere e prendersi in giro, conoscersi a fondo e scoprire di poter fare cose che Mai avresti creduto di poter fare. Potersi sfogare dopo una giornata di lavoro stressante e fare qualcosa di magico, che durerà due, massimo tre giorni è come un Mantra tibetano: Intendo quei disegni complicatissimi fatti con la sabbia colorata dai monaci tibetani, che appena finiti vengono poi distrutti. (Mantra perché mentre lo creano, con pazienza e precisione, ripetono frasi di preghiera, i mantra appunto! Senza voler essere blasfemi, noi costruiamo questi carri complicatissimi con grande fatica... niente preghiere né durante né dopo, ma tanta passione, quella sì che ce la mettiamo!) Direi che fare Carnevale è catartico! D’altro canto, non è sempre stato questo lo scopo del Carnevale?! di Giusy Carella www.buonenotiziebologna.it la Regala BNB Speciale 14CarneVale San giovanni in Persiceto 3 - 10 Febbraio 1 Febbraio 2013 Imola 10 Febbraio Carnevale dei Fantaveicoli Il Carnevale di Imola, chiamato quest’anno “Carnevale dei Fantaveicoli”, partirà per la prima volta dalla griglia di partenza dell’Autodromo “Enzo e Dino Ferrari” e consisterà in una grande sfilata, la più “verde” d’Italia, caratterizzata da mezzi bizzarri ma ad impatto zero nel pieno rispetto dell’ambiente. Comacchio 3 - 10 Febbraio Carnevale sull’Acqua Il comune di Comacchio propone quest’anno il “Carnevale sull’Acqua” un tuffo nel passato. Ci saranno feste e sfilate domenica 3 e 10 febbraio, a partire dalle ore 14.30. Il filo conduttore sarà le diverse epoche storiche. Domenica 3 Febbraio ore 8.00 Piazza Sassoli 29° Moto Carnevale Persicetano ore 10.00 Parco Pettazzoni Ritrovo dei carri allegorici e delle mascherate ore 11.45 Piazza del Popolo Sua Maestà Re Bertoldo aprirà il Carnevale e pronuncerà il tradizionale “Discorso della Corona” ore 12.00 Corso Mascherato Inizio del 139° Carnevale Persicetano Esecuzione degli Spilli ai quali si potrà assistere dalla tribuna in Piazza del Popolo. ore 17.30 Termine della sfilata Ravenna 3 - 10 Febbraio Carnevale dei Ragazzi Torna il tradizionale Carnevale dei Ragazzi Città di Ravenna, con due appuntamenti: domenica 3 febbraio a Punta Marina Terme e domenica 10 febbraio a Ravenna. Durante la giornata del 10, avverrà l’estrazione dei biglietti della lotteria di beneficenza abbinata al Carnevale. Il ricavato della vendita dei biglietti verrà devoluto al fondo Caritas per le famiglie in difficoltà. San Pietro in Casale 3 - 10 Febbraio Carri 9 Febbraio Carnavale dei Bambini 10 -17-24 Febbraio e 3 Marzo EB B R AI R AIO Sa DOME O 3 69 10 2013 BB DOMENICA 3 FEBBRAIO R AIO SABATO 9 FEBBRAIO Ore 14,30 Ore 20,30 LETTURA DEL TESTAMENTO DI “SANDRON”, dopo il quale verrà bruciata la tradizionale maschera A cura di Teatro dell’Olmo Gobbo - Ferruccio Fava TUTTE LE RAPPRESENTAZIONI SONO GRATUITE. P.zza Giovanni XXIII “I BURATTINI TRADIZIONALI: IL TESORO DI SGANAPINO” Ore 15,30 “WANDA MITO FAMMI SOGNARE “ spettacolo di sputa fuoco, fakirismo ed altro ancora a cura di Wanda Circus In collaborazione con “l’associazione genitori rilassati” Ore 16,30 MERENDA SFILATE CARNEVALESCHE In caso di maltempo la manifestazione sarà rinviata a Domenica 17.02.2013 o Domenica 7 Aprile 2013. Nelle giornate di carnevale è possibile acquistare i biglietti della lotteria con favolosi premi Per maggiori informazioni www.carnevaledisanpietroincasale.it LOTTERIA DI BENEFICENZA Domenica 3 e 10 febbraio 2013 Forlì 10 Febbraio La tradizionale sfilata dei carri allegorici che concorreranno per il Primo Premio Cento Carnevale d’Europa, si svolgerà a partire dalle ore 14.00 e vedrà sfilare, oltre i tradizionali carri, anche un nutrito gruppo di ballerine e percussionisti brasiliani, a suggellare il famoso gemellaggio con la città di Rio de Janeiro. bologna 21 Febbraio 60° Carnevale dei Bambini DOMENICA 10 FEBBRAIO Ore 14,30 SFILATA CONCLUSIVA Carri allegorici e maschere a piedi, con la par- DEI CARRI ALLEGORICI tecipazione della Banda di Anzola dell’Emilia Ore 19,30 BALLO IN PIAZZA Ore 14,30 SFILATA DI APERTURA CON SANDRON “Ballo dei Bambini” www.carnevalecittadiravenna.it 1871 ietro in Casale San P FE Cento MENI F FE BB SABAT òn Spavi NICA DO C a r n ev a l e dr n rò Comune di San Pietro in Casale O ore 13.00 Corso Mascherato Sfilata dei carri e premiazioni. ore 17.00 Piazza del Popolo Chiusura del Carnevale Persicetano con tradizionale “Bruciata di Re Bertoldo” ore 20.30 Bocciofila Persicetana Veglione di fine Carneval n Domenica 10 febbraio CA www.buonenotiziebologna.it [email protected] www.carnevalefantaveicoli.it Tradizionale appuntamento di Carnevale con sfilata di carri e di gruppi in maschera nel centro della cittadina. Il Carnevale, come sempre, propone giornate imperdibili per grandi e piccini. Fino al martedì grasso eventi, mostre, concerti animeranno le giornate di febbraio. Martedì Grasso, fra maschere e coriandoli, torna a Bologna il 60° Carnevale Nazionale dei bambini, con la tradizionale sfilata dei carri allegorici che attraversa le vie del centro, da Piazza VIII Agosto a Piazza Maggiore e ritorno. L'appuntamento: martedì 21 febbraio alle 14.30. INSERIMENTO DATI www.virtualcoop.net Anzola BNB Provincia 1 Febbraio 2013 15 Pieve di cento stile libero Torna la musica live Letture in provincia La Biblioteca Comunale di Anzola Emilia organizza degli incontri con gli autori di libri che si ritiene possano interessare il pubblico. Per il mese di febbraio 2013 sono previsti due incontri con gli autori. Martedì 5 febbraio 2013 Nicola Tassoni presenterà il suo libro intitolato “L’ironia delle bolle di sapone”. Ne parlerà con l’autore Sara Accorsi. Martedì 12 febbraio 2013 Consuelo Camas presenterà il suo libro intitolato “Il controllo politico di Internet in Cina”. Ne parlerà con l’autrice il giornalista Pier Luigi Trombetta. Gli incontri si svolgeranno alle ore 20.30 nei giorni sopra indicati presso la Biblioteca Comunale “Edmondo De Amicis” di Anzola Emilia. Per maggiori informazioni ci si può recare in Piazza Giovanni XXIII ad Anzola. Si può telefonare al numero 051/6502222 Oppure si può inviare una e-mail all’indirizzo: [email protected] www.bibliotecaanzola.it Presso la Biblioteca di Sala Bolognese, Giovanna Degli Esposti leggerà dei racconti per bambini. Sabato 16 febbraio 2013 alle ore 10.30 verrà letto il racconto “Tempi e stagioni”. Giovedì 21 febbraio 2013 alle ore 17.30 verrà letto il racconto “A ciascuno il suo cappello”. L’ingresso è gratuito. Per maggiori informazioni e per le prenotazioni fino ad esaurimento dei posti disponibili ci si può recare presso la Biblioteca Comunale di Sala Bolognese in Piazza Marconi, 5. 051/6822541. Oppure: [email protected] www.comune.sala-bolognese.bo.it Alessandro Legnani 6 Febbraio - THE JEFFERSON Capitanati da Fabio Govoni (leader dei Bluestress) e da Max Mugnani (batterista dei Queentet), propongono un repertorio di brani originali e cover che spaziano dal blues al soul, dal funk alla fusion. Una band decisamente eclettica, che riunisce ottimi musicisti di varia estrazione. 13 Febbraio - LISA MANARA SOUL TRIO Imolese, di soli 20 anni, Lisa è la nuova promessa del Jazz-Blues italiano. Nel 2011 ha vinto il concorso nazionale Voci Nuove Donne Jazz e Blues di Bertinoro (davanti a 70 partecipanti), e nel 2012 ha partecipato ad uno stage sulla voce nella prestigiosa Venice Voice Academy di Los Angeles. Durante la visita allo studio di incisione di Lee Curreri, accompagnata da un suggestivo coro soul, ha registrato un brano il cui video sta impazzando su youtube. Notata da una gior- nalista di Radio RAI all’ultimo MEI di Faenza, è stata invitata a registrare un concerto di 50 minuti negli storici studi di Via Asiago a Roma. 20 Febbraio - RIGO, ROBBY, MEL, MAX e FRANCO from the ROCKING CHAIRS Antonio “Rigo” Righetti, Carmelo “Mel” Previte e Robby “Sanchez” Pellati: per i fans di Luciano Ligabue sono “La Banda” che ha accompagnato il rocker di Correggio negli album “Buon Compleanno Elvis”, “Miss Mondo”, “Radiofreccia” e “Fuori Come Va”. Il loro esordio discografico risale invece al 1986, quando insieme al vocalist Graziano Romani, al sassofonista Max Marmiroli ed all’organista Franco Borghi, pubblicarono il primo LP dei Rocking Chairs (da molti considerati la E Street Band italiana) dal titolo “New Egypt”. Per l’occasione svestiranno i panni di band del Liga (indossati per 15 anni) e torneranno alle origini. 27 Febbraio - SOUL STIRRING SOUND Nati nel 2009, grazie all’impegno della leader Fulvia Gasperini, i Soul Stirring Sound sono un collettivo soul rhythm and blues di dodici elementi con base a Vignola (MO). Dopo un periodo di rodaggio, durante il quale si sono esibiti in numerosi locali in tutta Italia, nel 2011 partecipano per la prima volta al Porretta Soul Festival dove, grazie al notevole riscontro del pubblico, fanno ritorno nel 2012. Sempre nel 2012 danno alle stampe il loro primo lavoro discografico dal titolo “Throwin’ out the blues”. Info e prenotazioni: Gianluca 347/3461563 Alessandro 347/2841692 [email protected] Sito: http://www.stilelibero-live.it Presso Stile Libero Fun Food & Drink a Cento (FE), in via Bologna n.40 TUTTI I CONCERTI SONO AD INGRESSO GRATUITO www.buonenotiziebologna.it Stile libero live - Programma di febbraio 2013 Dopo la pausa per le festività, riprende il consueto appuntamento con la musica live presso lo Stile Libero Fun Food & Drink. Ogni mercoledì blues, Soul, Rock’n’Roll, Roots Rock, Swing e musica d’autore, sempre e rigorosamente ad ingresso gratuito. 16 Almanacco BNB VIRTUALCOOP 1 Febbraio 2013 www.buonenotiziebologna.it ricordando la vita ed il cinema di Alberto Sordi Alberto Sordi è nato a Roma il 15 giugno 1920. Figlio di un direttore d’orchestra e di un’insegnante elementare. È stato un attore, un doppiatore e un regista italiano. Da giovane Alberto Sordi ha studiato canto lirico e ha inciso un disco per bambini. In seguito è partito per Milano e ha studiato recitazione. Per trasferirsi Sordi ha abbandonato gli studi poi si è diplomato in ragioneria. Durante la guerra Alberto Sordi si è arruolato nelle bande musicali. Nel 1937 Sordi è rientrato a Roma e ha esordito in “Scipione l’Africano”. In seguito ha vinto un concorso come doppiatore. La sua voce è presente in “La vita è meravigliosa” e in “Ladri di biciclette”. Sordi è stato un doppiatore fino al 1951. Alberto Sordi è stato un attore teatrale e ha debuttato in “Ma in campagna è un’altra cosa”. Dal 1938 al 1947 l’attore ha interpretato diversi spettacoli teatrali. Nel 1953 con Gran Baraonda” termina il periodo teatrale. Dal 1947 al 1950 Sordi ha lavorato in radio. Nel 1947 esce il film “Il vento m’ha cantato una canzone” di Camillo Mastrocinque dedicato al successo radiofonico dell’attore romano. Nel 1950 esce il film “Mamma mia che impressione” di Vittorio De Sica. L’attore romano era Alberto un giovane innamorato di Margherita. Nel 1952 esce il film “Lo sceicco bianco” di Federico Fellini. Alberto Sordi era l’attore di fotoromanzi Fernando Rivoli che si concedeva delle avventure con le ammiratrici. Nel 1953 esce il film “I vitelloni” di Federico Fellini. L’attore romano era Alberto, un giovane immaturo. In seguito Sordi ha girato dei film con Steno. Nel 1953 e nel 1954 escono i film “Un giorno in pretura” e “Un americano a Roma”. Alberto Sordi era Nando Menconi, un giovane che voleva trasferirsi nel Kansas. Nel 1955 esce il film “Piccola posta”. Sordi era Rodolfo Vanzino, il direttore di una casa di riposo che truffava gli ospiti della struttura. Nel 1955 esce il film “Bravissimo” di Luigi Filippo D’Amico. L’attore romano era Ubaldo Impallato, un insegnante precario. Nel 1956 esce il film “Mi permetta babbo!” di Mario Bonnard. Sordi era Aldo Fabrizi, uno studente di canto che si fa mantenere. Nel 1957 Alberto Sordi si è diplomato come suonatore di mandolino. Nel 1958 esce il film “Venezia la luna e tu” di Dino Risi. Sordi era Bepi, un gondoliere infedele fidanzato con Nina. Nel 1959 esce il film “Il vedovo” di D. Risi. L’attore romano era Alberto Nardi, un industriale sempre indebitato. Nel 1959 esce il film “Il moralista” di Giorgio Bianchi. Sordi era Agostino, un uomo che reclutava le ballerine di un night club. Nel 1959 esce il film “La grande guerra” di Mario Monicelli. Alberto Sordi era Oreste Jacovacci, un soldato della I guerra mondiale. Nel 1960 esce il film “Tutti a casa” di Luigi Comencini. L’attore romano era Alberto Innocenzi, un militare che torna a casa dopo l’8 settembre ’43. Nel 1960 esce il film “Il vigile” di Luigi Zampa. Alberto Sordi era Otello Celletti, un vigile severo e inflessibile. Nel 1961 esce il film “Una vita difficile” di D. Risi. Sordi era Silvio Magnozzi, un antifascista salvato da Elena. In seguito Silvio Magnozzi sarà un giornalista. Nel 1963 esce il film ”Il boom” di V. De Sica. L’attore romano era Giovanni Alberti, un imprenditore che voleva mantenere una vita agiata negli anni del boom economico. Nel 1968 esce il film “Il medico della mutua” di L. Zampa. Il popolare attore era Guido Tersilli. Tersilli era un giovane medico che voleva diventare un primario di ospedale. Nel 1968 esce il film “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico scomparso in Africa?” di Ettore Scola. Alberto Sordi era Fausto di Salvio, un editore che parte alla ricerca del cognato. Nel 1969 esce il film “Il Prof Dott Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste di Roma convenzionata con la mutua”. Sordi era Guido Tersilli, un primario che vuole trasformare la clinica in un centro estetico Nel 1971 esce il film “Detenuto in attesa di giudizio” di Giovanni Loy. Alberto Sordi era Giuseppe Di Noi, un geometra accusato di omicidio colposo. Nel 1971 esce il film “Bello onesto emigrato in Australia sposerebbe compaesana illibata” di L. Zampa. Il popolare attore era Amedeo Battipaglia, un emigrato che cercava moglie. Nel 1972 esce il film “Lo scopone scientifico” di Luigi Comencini. L’attore romano era Peppino, un baraccato che sperava di vincere giocando con la moglie a scopone scientifico. Nel 1977 esce il film “Un borghese piccolo piccolo” di Monicelli. Il popolare attore era Giovanni Vivaldi, un modesto impiegato. Nel 1979 esce il film “Il malato immaginario” di Tonino Cervi. Sordi era Don Argante, un ipocondriaco. Nel 1981 esce il film “Il marchese del Grillo” di Monicelli. Alberto Sordi era Onofrio del Grillo, un nobile che viveva nell’ozio. Nel 1982 esce il film “Lo so che tu sai che lo so”. Sordi era Fabio Bonetti, un tifoso della Roma che trascurava la moglie. Nel 1982 esce il film “In viaggio con papà”. L’attore romano era Armando D’Ambrosi, un affarista. Nel 1983 esce il film “Il tassinaro”. Il popolare attore era Pietro Marchetti, un tassista. Nel 1985 esce il film “Sono un fenomeno paranormale” di Sergio Corbucci. Sordi era Roberto Razzi, il conduttore di “Futuro”. Nel 1986 esce il film “Troppo forte” di Carlo Verdone. Alberto Sordi era l’avvocato Giangiacomo Pigna che difendeva un attore. Nel 1989 l’attore romano era Don Abbondio ne “I Promessi Sposi” di Salvatore Nocita. Tra gli ultimi film girati da Sordi ricordiamo: “Nestore, l’ultima corsa” (1994), “Romanzo di un giovane povero” (1995) e “Incontri proibiti” (1998). Affetto da tumore, Alberto Sordi è morto a Roma il 25 febbraio 2003 all’età di 82 anni. ll 27 febbraio 2003 nella Basilica di San Giovanni in Laterano si sono svolti i funerali davanti a una folla immensa. Alberto Sordi nei suoi film ha impersonato l’italiano medio coi suoi pregi e i suoi difetti. Nel corso della sua carriera Sordi ha ricevuto numerosi riconoscimenti cinematografici Alessandro Legnani l’avv. Francesco Galgano Francesco Galgano è nato a Catania il 31 dicembre 1932 ed è morto a Bologna il 6 febbraio 2012. Trascorre l’infanzia a Catania ma poi si trasferisce con la famiglia prima a Tripoli poi a Roma ed infine a Bologna. Dopo essersi laureato in Giurisprudenza all’Università di Bologna dal 1964 al 1966 diventa professore straordinario di Diritto Commerciale all’Università di Trieste. In seguito viene nominato professore ordinario di Diritto Commerciale della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Bologna fino al 1972. Dal 1972 viene nominato professore ordinario di Diritto Privato della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna. Nel 1975 viene nominato professore ordinario di Diritto Civile della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna. Dal 1967 era iscritto nell’albo professionale degli avvocati e dal 1972 era iscritto nell’albo professionale dei procuratori legali. Tra i suoi clienti figurano il Monte Dei Paschi di Siena, la Fiat e Silvio Berlusconi. A metà degli anni ’80 il Ministro Mino Martinazzoli lo nomina membro della Commissione per la riforma dello statuto dell’impresa. Negli anni ’90 il Ministro Giulio Tremonti lo nomina membro del Comitato per le privatizzazioni e successivamente è stato nominato Presidente del Comitato per la trasparenza finanziaria. Ha partecipato a varie riforme legislative ed è autore di numerosi testi di Diritto Privato, di Diritto Civile e di Diritto Commerciale. Non c’è studente della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna che non si sia imbattuto ne “Il Galgano” cioè il testo di Diritto Privato su cui gli studenti del primo anno della Facoltà di Giurisprudenza preparano l’esame. Il corso di Diritto Civile è un corso biennale e coinvolge gli studenti del secondo e del terzo anno della Facoltà di Giurisprudenza. Diritto Commerciale coinvolge gli studenti del quarto anno di Giurisprudenza. Francesco Galgano è morto a Bologna nel tardo pomeriggio del 6 febbraio 2012 all’età di 79 anni. I funerali si sono svolti l’8 febbraio 2012 alle 11 presso la Chiesa di Santa Maria della Misericordia. L.A. Buone Notizie Bologna Cerchiamo venditori di spazi pubblicitari www.buonenotiziebologna.it [email protected] Tel. 051 533106 / Fax 051 530761 BNB Cultura 1 Febbraio 2013 17 Anche un cimitero, soprattutto quando è definito storico monumentale, come la Certosa di Bologna, può fare, ed in effetti fa, autentica cultura. Non a caso, nella buona stagione, visite guidate notturne e seminotturne all’“altra Città”, quella dei morti, sono sempre più frequenti. Bolognesi e non, scoprono o riscoprono così il valore e la bellezza dell’arte funeraria, sia scultorea che pittorica. Molti vedono così, magari per la prima volta, la “Grande casa dei morti”, come ebbe a definirla Giosuè Carducci, o “Terra della memoria”, secondo un altro grande intellettuale, tuttora vivente, Ezio Raimondi. Purtroppo la somma di cento miliardi di lire, stanziata dal Comune nel 2001, alla vigilia della nascita dell’euro, per un progetto pluriennale di risanamento, finora non ha dato i frutti sperati. Crolli avvenuti, previsti o soltanto temuti, fanno sì che vi siano zone più o meno ampie vietate all’accesso, in questa ultima dimora che da poco più di duecento anni accoglie spoglie mortali di tanti defunti, sempre più spesso ridotte ad impalpabile cenere. Però luoghi visitabili, con o senza cicerone, ve ne sono tanti. A questo cimitero già nel 1998, a cura di Giovanni Pesci, fu dedicata un’opera che non è esagerato definire monumentale, anche se nel tempo andrà soggetta ad inevitabili aggiornamenti. “La Certosa di Bologna, immortalità della memoria”, è il suo titolo. Consta di 400 pagine riccamente illustrate, anche a colori, di opere di tanti pittori (ovvia la presenza di un Carracci) e scultori. Tra questi ultimi anche quel Diego Sarti (1850-1914) del quale sono note soprattutto le sculture del Parco della Montagnola: quelle che esaltano evidenti attributi femminili e quindi la vita e l’amore. Di una bella scultura però bisogna accontentarsi della sola riproduzione fotografica. Si tratta dell’“Eva che stacca il frutto proibito”. Questa opera dell’imolese Cincinnato Baruzzi (1790-1878), allievo del più famoso Canova, collocata sulla tomba della moglie, è stata rubata nell’ormai remoto 1992, senza che nessuno abbia tentato “approfondite indagini”. Furto di appassionati d’arte o di persone indignate dalla inopportuna presenza del simbolo stesso del primo peccato dell’uomo, nel luogo dedicato al culto dei defunti? La domanda è rimasta senza risposta. In un passato non troppo remoto, scultori del marmo e del bronzo, ma anche pittori, hanno lavorato spesso per la committenza funeraria, sapendo che difficilmente altrove avrebbero avuto occasione di esprimere la loro arte. Ma la Certosa offre altre cose meritevoli di essere conosciute. Magari connesse alla più misteriosa delle arti: cioè la musica. Tra le tombe più antiche ricordiamo allora quella del celebre cantante Carlo Brioschi detto il Farinelli (Andria 1705-Bologna 1782), definito “il più completo cantante di tutta la storia dell’opera” perché “vantava una splendida figura scenica e un’educazione musicale d’eccezione”. L’artista è pur ricordato per una non invidiabile vicenda personalissima: era stato evirato! I resti mortali di questo personaggio finirono in questo cimitero nel 1810, a seguito della soppressione del Convento dei Cappuccini (oggi Villa Revedin), dove erano stati conservati per anni. Molti, e non poteva essere altrimenti, i personaggi illustri ospiti di questo luogo. Statisti come Marco Minghetti, scrittori come Riccardo Bacchelli ed industriali come Alfieri Maserati, Edoardo Weber e Nicola Zanichelli. Ad appassionati di storia moderna o addirittura contemporanea vanno segnalati: l’ampia area monumentale dei Caduti della Grande Guerra, il monumento ai partigiani che svetta nel cielo ed ancora opere a ricordo dei caduti di Russia, della Marina e delle vittime dei lager hitleriani. Ai nostalgici della RSI (cioè di quella istituzione mussoliniana di cui nel 2013 ricorre il 70° anniversario della fondazione) ma anche ai semplici curiosi, va rammentato che anche ai caduti di quella repubblica è dedicato un piccolo sacrario. Si trova in un sotterraneo nella zona Est del cimitero. A promuovere le visite guidate di cui si è detto all’inizio di questa non proprio rapida carrellata, è soprattutto l’associazione “Amici della Certosa”. Sorta nel 2009, ha promosso anche un “Cantiere scuola” in collaborazione con l’Istituto Aldrovandi Rubbiani. Grazie a questo, nel 2010 alcuni studenti hanno adottato alcuni monumenti del cimitero. Opportuni interventi di ordinaria manutenzione sono stati effettuati, tra gli altri, alle tombe di Carducci e del suo allievo prediletto ed amico Severino Ferrari. Ma torniamo a chi voglia erudirsi su quella gigantesca raccolta d’arte che è il maggior cimitero petroniano. Oltre al testo di cui abbiamo già riferito, c’è una piccola guida tascabile, intitolata “La Certosa di Bologna”. Pure questa, come la sorella maggiore, è curata da Giovanna Pesci e reca ottimi testi a firma di Cristina Rocchetta e Cristina Zaniboni. La stampa si deve alla tipografia storica della Città ed ora nota come Editrice Compositori. La pubblicazione è stata realizzata col sostegno economico della SO.CREM. Il suo estremo interesse sta anche nei dati relativi alla dislocazione delle varie opere nonché al tempo della nascita e della morte dei loro autori. Ma per concludere, e qui si chiede venia per averla fatta troppo lunga! Una battutella forse un tantino macabra ma (purtroppo!!!) sempre di attualità. È dovuta ad un poeta: “La morte è un tamburo che batte sempre.” Giuliano Vincenti Il 13 gennaio 1993 veniva inaugurato Teatri di Vita. Vent’anni dopo i Teatri di Vita lo festeggiano con le persone che il teatro lo hanno visto crescere, sperimentare, creare. Iniziando la festa con il GRANDE GIOCO DELL’OCA, insieme a tanti ospiti che hanno accompagnato la storia del Teatro. La partecipazione è gratuita e ci sono stati ricchi premi, carnet, abbonamenti, libri, dvd, gadget e la possibilità di conoscere gli artisti protagonisti della storia dei vent’anni di Teatri di Vita; i premi sono anche ricavati da spettacoli che hanno fatto la storia del Teatro e ha consegnarli sono proprio gli attori di quegli spettacoli che hanno debuttato e sono stati fondamentali per la continuità dei Teatri di vita. Tra gli artisti che presenzieranno la serata, partecipando alle attività insieme al pubblico, Eva Robin’s ne sarà in qualche modo la madrina honorem causa. Legata a Teatri di Vita dal 1993, fu proprio da qui che iniziò la sua carriera teatrale con lo spettacolo “La voce umana”. Tra una premiazione e l’altra mini interventi di Stefano Casi che racconta, in maniera ironica, le tappe fondamentali mischiando passato e presente del percorso del Teatro dalla sua fondazione, gli spostamenti, le varie collaborazioni, festival fino hai giorni nostri. Interventi decisi, ironici e con qualche spunto di riflessione per far notare al pubblico stante che Teatri di vita c’è e ci sarà sempre. A seguire, come “biglietto beneaugurale” per la nuova stagione alle porte, lo spettacolo di danza/ physical theatre La Gabbia di Sisina Augusta e l’interpretazione di Lorenzo Meid Pagani, che approda a Bologna dopo aver debuttato alla Biennale Danza di Venezia del 2012. Lo spettacolo, con la coreografia di Sisina Augusta, porta come sottotitolo “Libero spazio di un equilibrista”. E in effetti siamo di fronte a un equilibrismo sia muscolare che tecnico, di lieve eleganza e di profonde ragioni: il performer, attore di se stesso, fa confluire nella costruzione di una struttura di metallo ciò che appartiene alla sua stessa esperienza di vita: visioni, sogni, ideali, emozioni, sofferenze e fallimenti… Una gabbia nascondiglio ma anche una gabbia misura dell’uomo. Al termine della performance, per tutta la notte, presso il Teatro inizia dj-set anni ’90 con Fiandrix, per poi arrivare fino all’alba con bomboloni e cappuccino per i superstiti. Che bello iniziare l’anno con un Teatro che festeggia i vent’anni... Puck www.buonenotiziebologna.it Anche la Certosa fa Cultura Vent’anni di Vita 18 Arte BNB VIRTUAL COOP Cooperativa Sociale ONLUS STAMPA DIGITALE [email protected] 1 Febbraio 2013 a Padova uno dei più grandi pittori dell’800 www.buonenotiziebologna.it La favola di un ragazzo di Barletta che conquista Parigi e Londra “A volte, felice, restavo sotto gli improvvisi acquazzoni. Perché, credetemi, l’atmosfera io la conosco bene; e l’ho dipinta tante volte. Conosco tutti i colori, tutti i segreti dell’aria e del cielo nella loro intima natura. Oh, il cielo! La natura, io le sono così vicino! L’amo! Quante gioie mi ha dato! Mi ha insegnato tutto: amore e generosità. Mi ha svelato la verità che si cela nel mito…” Vita incredibile quella di Giuseppe De Nittis: un’esistenza fulminea capace di condensare in appena 38 anni tali e tanti eventi da portarlo dall’oscura provincia italiana al trionfo nella capitale mondiale della cultura ottocentesca; da renderlo ricco e celebrato e da consegnarlo alla storia come pittore dal talento straordinario. E pensare che la sua infanzia è costellata da difficoltà, ostacoli e lutti. Nato a Barletta nel 1846, a soli 3 anni resta orfano di madre e dopo qualche anno perde anche il padre.È cresciuto dai nonni. Si avvicina alla pittura, prende lezioni da un maestro che intuendone il talento, lo incoraggia ad andare avanti. Sviluppa una ferrea volontà di diventare artista, desiderio che lo porta a scontrarsi con la dura opposizione della famiglia (che sosteneva che con tale attività non si sarebbe guadagnato da vivere!). A 14 anni si trasferisce a Napoli coi fratelli e nonostante la loro avversione, riesce ad andare a scuola di pittura: frequenta l’Accademia di Belle Arti. Ma dopo qualche anno viene espulso, perché insofferente ai metodi d’insegnamento, che giudica vecchi e inadeguati alla sua formazione. Per De Nittis la pittura è e sarà sempre espressione fresca e sincera della propria emotività e lo stile, lontano da ogni esercizio formale fine a se stesso, deve piegarsi ad essa. Libero da ogni vincolo accademico, si immerge nello studio della natura, che diventa la sua insegnante privilegiata e dipinge la campagna e il mare. A 17 anni fonda la Scuola di Portici, in cui viene affermata la predilezione per la pittura en plein air e il paesaggismo. A Firenze si avvicina ai Macchiaioli e ne resta influenzato. È a Parigi a 21 anni e s’innamora della Francia che diverrà la sua seconda patria. Sposa una francese e conquista la piena maturità umana ed artistica, il successo e la stima dei transalpini, il benessere economico. Qui si tratterrà per il resto della sua breve vita, anche se non disdegnerà mai di spostarsi in altre città (notevole per la sua carriera il suo soggiorno londinese, di cui restano bellissimi quadri). A Parigi entra in contatto col movimento degli Impressionisti e partecipa alla loro prima mostra. Pare che in seguito alcuni di loro lo abbiano allontanato dal loro gruppo, perché gelosi del suo successo. Di sicuro bisogna sottolineare l’indipendenza e la fedeltà dell’italiano al suo personalissimo stile, che pur assorbendo influenze macchiaiole e impressioniste, seppe rimanere fedele a se stesso e sostanzialmente esterno a qualsiasi movimento artistico. Il salotto parigino dei coniugi De Nittis ospita la crema della società culturale del tempo, i loro “sabati dell’amicizia” sono rinomati per la cordialità informale e per gli squisiti maccheroni cucinati dall’artista barlettano. Solo per ricordare alcuni nomi di personaggi di spicco, bisogna citare Degas, Manet, Daudet, Zola, Dumas figlio. Il pittore nella sua opera seppe rendersi testimone delle trasformazioni sociali e culturali dell’Europa della seconda metà dell’ottocento, un mondo dinamico, ottimista, in rapida trasformazione sotto la spinta di prodigiosi progressi tecnologici, nuovi stili di vita e idee moderne. E questa potenza innovativa, questo entusiasmo, questa gioia di vivere è resa al meglio nei dipinti che fissano le atmosfere parigine e londinesi, con stile accattivante e percezione originale della realtà rappresentata. La favola di De Nittis, sogno breve e fragile di umana felicità, si spezzò improvvisamente, con la morte improvvisa del Maestro nel 1884, a seguito di un ictus cerebrale. Riposa nella sua adorata Parigi. Oggi Padova ne celebra la grandezza, con una mostra di straordinaria importanza. Ugo De Santis “De Nittis” dal 19 gennaio al 26 maggio 2013 Palazzo Zabarella, via San Francesco, 27 - Padova Orari Mostra: tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 9.30 alle 19.30 Informazioni e prenotazioni: 049.875.31.00 BIGLIETTI Intero € 12,00 Ridotto € 9,00 PROGETTI 2012 SEDE c/o Studio legale Russo Valentini, Via Marconi 34 - 41122 Bologna www.annulliamoladistanza.org / [email protected] BNB 1 Febbraio 2013 Spaghetti western... erano e sono Il cinema western italiano è noto con il nome di “spaghetti western” ed è un genere cinematografico che si è sviluppato a partire dalla metà degli anni ’60, fino ai primi anni ’70. Le differenze principali tra i western americani e quelli “nostrani”, le troviamo nelle locations, nelle storie più cruente e, non da ultimo, nel budget decisamente più ridotto. L’eroe tipico di questi film, non è il classico eroe alla John Wayne, ma è un uomo cinico, senza scrupoli, sporco, dotato di un’ironia a volte quasi macabra. Ma come si è sviluppato questo genere in Italia? Quando il cinema mitologico iniziò a non riscuotere più successo, alcuni registi italiani sentirono l’esigenza di far nascere un nuovo genere cinematografico, tra questi registi ricordiamo Sergio Leone, Duccio Tessari e Sergio Corbucci. Il western statunitense viene radicalmente stravolto: niente storie d’amore o chiacchiere di tipo moraleggiante, ma solo violenza e azione spinte agli estremi. La scena è dominata da polvere, vento, cimiteri spettrali, torture, pestaggi: un quadro decisamente più cruento. Solo a partire dagli anni ’70 questo genere subisce una svolta: inizia il filone del comico-western (ricordiamo la serie di “Trinità” e “… continuavano a chiamarlo Trinità”). Non tutti questi film furono dei prodotti buoni, ma ebbero la fortuna di uscire nel momento giusto nelle sale e così riuscirono a riscuotere un discreto successo tra il pubblico. Possiamo dividere le trame di questi film in 3 filoni: uno riconducibile ai film di Leone, caratterizzato da un eroe solitario, senza un passato, veloce con la pistola e quasi sempre in cerca di vendetta o di denaro. C’è poi il western ambientato tra rivoluzionari messicani, alla ricerca di libertà e giustizia. E infine c’è anche un western un po’ più leggero e divertente. Quasi tutti questi film furono girati in Spagna e attori e registi spesso usavano pseudonimi americani per celare le loro origini italianissime. Inoltre, i bassissimi budget imponevano molti sacrifici per poter girare un prodotto credibile. Parlare di western, vuol dire parlare sia di Sergio Leone, ma anche di Clint Eastwood. Tuttavia, oltre a queste due icone, possiamo trovare anche un’altra coppia regista-attore altrettanto cele- Tarantino: Django Unchained Il maestro del Pulp torna facendo rinascere lo spaghetti western Quentin Tarantino o lo si ama, o lo si odia. In un momento nella storia del cinema che individua nel citazionismo un valido aiutante, egli è certamente l’unico autore che fa degli omaggi rivolti al passato una vera e propria forma d’arte. Auspicando che i poco più che cent’anni dalla nascita del dispositivo inventato dai Lumière non siano già sufficienti per segnare la morte delle idee, anche chi si definisce antitarantiniano e per hobby gli avanza ridicole accuse di plagio dovrà arrendersi di fronte all’evidente originalità degli elementi rielaborati in “Django Unchained”. Prima fra tutte, la tematica razzista, mai così esposta prima (per buona pace di Spike Lee, che come al solito non ha esitato di lesinare critiche negative su una questione a lui molto cara). Per il resto, nessun saloon, nessun conteggio a rallenty di passi che precedono la pistola più veloce del west, ma cavalli galoppanti e fiumi di sangue immersi in uno stile visivo elegantemente rock, che nulla ha in comune con l’estetica sporca e sabbiosa tipica del genere. Mai come in questo caso l’amore viscerale nutrito per un film trash, (quel Django violentissimo di Sergio Corbucci, che nel 1966 portò alla ribalta Franco Nero), riprende una storia di sottogenere (lo spaghetti western), nota solo ai cinefili più incalliti e agli spettatori di allora, e la riporta in luce con una nuova veste fiammante. Il remake infatti, prevede talmente tanti stravolgimenti da risultare non una copia, bensì un altro film. A cominciare da Django, che da gringo e cowboy solitario in lotta con schiavisti del nord e messicani, qui si trasforma in schiavo di colore vittima di Cinema soprusi e assetato di vendetta. È ovvio dunque che un’operazione scanzonata di questo tipo, che non usurpa capolavori intoccabili ma film di serie B (quando non Z), se ben fatta, diventa utile e persino necessaria, poiché apre nuovi scenari e contemporaneamente, in modo indiretto, rievoca per il grande pubblico una pellicola di culto altrimenti sepolta dal passare del tempo. Chi difatti correrà in sala al grido dell’ultimo Django, sarà invogliato nel reperire quante più notizie possibili sul cowboy che trascinava con sè una bara di legno contenente una mitragliatrice. Ed ecco che avremo preso due piccioni con una fava. Diffidate però dalla lunga sfilza che sta in mezzo e impropriamente si serve dello stesso nome. Il mito resta il primo e oggi tutti, grazie a Tarantino, possono onorarlo. Paola Gianderico bre: Sergio Corbucci e Franco Nero, che insieme girarono la fortunata serie dei “Django”. Tale film ebbe un così enorme successo da essere riproposto nelle sale in questi giorni. Il regista cult, Quentin Tarantino, ha arruolato un cast di star, tra cui Jamie Foxx, Leonardo di Caprio, Christopher Walz per riportare sullo schermo questa pellicola, rivista e corretta in chiave più moderna, ma sempre con una buona dose di violenza e ironia. Da segnalare il cameo di Franco Nero, il buon vecchio Django. Parlare di cinema western all’italiana, vuol dire citare anche altri registi e attori cult: ricordiamo Giuliano Gemma nei panni di “Ringo”, una serie storica, in cui impersonava un pistolero dal grilletto facile ma con la faccia d’angelo. Egli venne addirittura definito il “Re del western all’italiana” e, questo genere gli portò molta fortuna poiché i suoi film fecero sempre registrare ottimi incassi. Tra gli altri possiamo ricordare “Sella d’argento”, “I lunghi giorni della vendetta”, “Per pochi dollari ancora”. Come non ricordarsi di un altro celebre attore, Lee Van Cleef, il “cattivo” del fa- 19 moso film “Il buono, il brutto, il cattivo”. Tra gli attori italiani, oltre ai già citati Nero e Gemma, non possiamo dimenticarci di Terence Hill in coppia con Bud Spencer in tanti western decisamente più leggeri e, un altro attore più di nicchia come Fabio Testi. Vanno menzionati anche attori come Klaus Kinski e Tomas Milian che hanno quasi sempre ricoperto il ruolo del cattivo. A questo proposito possiamo citare “I quattro dell’Apocalisse” di Lucio Fulci un magnifico western incredibilmente violento con uno straordinario Milian nei panni del cattivo privo di scrupoli. Questo genere di film e, di conseguenza tutti questi attori, non sarebbero esistiti senza i grandi registi che li hanno diretti: non solo Leone o Corbucci, ma anche Sollima, Valerii, Giuseppe Colizzi (quello de “I quattro dell’Ave Maria”), Tessari (che ha diretto film della serie di Ringo), Barboni (suoi i film della serie Trinità), e molti altri che hanno contribuito a creare e sviluppare un genere che, ancora oggi, riscuote un certo successo. Valentina Trebbi www.buonenotiziebologna.it ANLADI Eventi 1 Febbraio 2013 Vir BNB op 20 al Co tu www.virtualcoop.net CORSO di BASE per Personal Computer contattaci Tel. 051 533106 www.buonenotiziebologna.it MOSTRA “New Future” rEINVENTARE LO SPAZIO PUBBLICO Fino al 17 febbraio gli spazi del Museo di Palazzo Poggi accolgono tredici interventi site-specific realizzati da giovani artisti nell’ambito della mostra collettiva “New Future” promossa da Visioni Future, MAMbo e dalla Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo (BJCEM). Il progetto espositivo è stato appositamente prodotto per Art City Bologna, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storicoartistico della città di Bologna attraverso le incursioni dei linguaggi contemporanei. Il Palazzo, che all’inizio del Settecento fu tramutato in un efficientissimo centro di ricerca, produzione e diffusione del sapere scientifico, opere d’arte contemporanea convivono con le preziose collezioni permanenti del Museo costituite da esemplari di minerali, reperti archeologici e strumenti per lo studio delle scienze e dell’anatomia, esposti nelle sale affrescate da alcuni grandi pittori del passato come Pellegrino Tibaldi e Prospero Fontana. L’esposizione presenta i lavori di tredici giovani artisti visivi provenienti dal World Event Young Artist, prestigioso festival svoltosi a Nottingham (UK) nel settembre 2012 che ha celebrato l’incontro di talenti creativi provenienti da tutto il mondo d’età compresa tra i 18 e i 30 anni nell’ambito del programma delle Olimpiadi Culturali. All’interno di un percorso d’indagine e di sostegno alle pratiche artistiche delle nuove generazioni nei paesi del Mediterraneo sviluppato dalla Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo, la curatrice Manuela Valentini ha selezionato per il pubblico italiano tredici artisti promettenti per le arti visive: Akram Al Halabi (Siria), Muna Amareen (Giordania), Igor Bošnjack (Bosnia & Erzegovina), Karmil Cardone (Italia), Fabrizio Cotognini (Italia), Zoe Giabouldaki (Grecia), Tzion Abraham Hazan (Israele), Alexandros Kaklamanos (Grecia), Jessica Lloyd-Jones (UK), Giulia Manfredi (Italia), Laura Skocek (Austria), Moussa Sarr (Francia) e Martin Vongrej (Slovacchia). Seconda tappa del progetto Frontier, dedicato al Writing e alla Street Art: un convegno aperto al pubblico per analizzare insieme a studiosi, esperti e artisti due discipline riconosciute a livello internazionale come forme di espressione tra le più interessanti nel panorama dell’arte contemporanea. Programma: Dopo la completa realizzazione delle tredici grandi facciate nel corso del 2012, il progetto Frontier. La linea dello stile è giunto al secondo passaggio, fondamentale per la riflessione e l’analisi scientifica delle due discipline. L’8 e il 9 febbraio 2013, presso la sala conferenze del MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, si terrà konFRONTIERt. Writing, Street Art e spazio pubblico: ipotesi, ricerche e confronti, un’importante occasione di studio e confronto fra metodologie e professionalità differenti, come testimonianza tangibile di quanto il Writing e la Street Art possano essere osservate, studiate ed esaminate in una prospettiva multi disciplinare. Le due giornate di studio presentano infatti numerose possibilità di lettura e codifica delle svariate anime dei due contesti. L’indagine analitica, grafica e dinamica della lettera (riconosciuta come “anima” del gesto pittorico del Writing) e la lettura del territorio in cui le opere si inseriscono negli interventi di Leonardo Sonnoli, di Andrea Mubi Brighenti, nelle testimonianze dirette di Dado e di Simone Pallotta. La riflessione sullo spazio pubblico è affidata all’esperienza di Ramon Parramon, alle visioni di Lorenzo Bini e di Jane Rendell, alle analisi semiotiche di Francesco Marsciani e agli interrogativi sulla democrazia della comunicazione visiva di Christian Omodeo. VENERDÍ 8 FEBBRAIO 9:00 - saluti/opening session Massimo Mezzetti (Assessore alla Cultura e Sport della Regione EmiliaRomagna); Alberto Ronchi (Assessore alla Cultura, Politiche Giovanili e Rapporti con l’Università del Comune di Bologna); Gianfranco Maraniello (direttore MAMbo) 10:00 - introduzione/intro Claudio Musso e Fabiola Naldi 10:30 - Writing come discpilina Dado (artista) 11:30 - An European Graffiti Collection in the MuCEM, Claire Calogirou (etnologa, dottore in antropologia CNRSIDEMEC, MuCEM) 14:30 - La modifica della percezione spaziale e le trasformazioni del senso vissuto. Una lettura di alcuni interventi Francesco Marsciani (etnosemiologo, Professore associato presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, presidente di CUBE) 15:30 - From Critical Spatial Practice to Site-Writing: Art, Architecture and Urbanism Jane Rendell (critico d’arte e storico dell’architettura, teorico e progettista, professore di Architettura e Arte, Vice Dean of Research presso la Bartlett, University College di Londra) 16:30 - Per una territoriologia del Writing Andrea Mubi Brighenti (teorico sociale presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Trento) 17:30 - Creative Practices, Collective Strategies, Networking and Social Space Ramon Parramon (artista, docente, direttore del ACVIc – Centro per le Arti Contemporanee di Barcellona, direttore e fondatore di Idensitat) 18:30 -chiusura/closure SABATO 9 FEBBRAIO 10:00 - Le mani sulla città Simone Pallotta (direttore artistico di WALLS_contemporary public art, curatore indipendente e storico dell’arte) 11:00 - Analfabeti nello spazio Leonardo Sonnoli (designer grafico, partner dello studio Tassinari/Vetta, docente all’Isia di Urbino e alla Risd di Providence) 12:00 - studio milano - Lorenzo Bini (architetto) 14:30 – Street Art: la frontiera e il diritto Andrea Pizzi (avvocato specializzato in diritto dell’arte, proprietà intellettuale, media) 15:30 – Descent into the Street: Escaping the Institution of Art, Stewart Home (artista, scrittore, teorico) 16:30 – Democrazia visiva e spazio pubblico: controllo e repressione del Writing Christian Omodeo (curatore indipendente, ricercatore presso Université Paris-Sorbonne) 17:30 – chiusura con / final closure with Gianfranco Maraniello (direttore MAMbo) Media partner del convegno: Lepida.tv Frontier – La linea dello stile è il progetto con cui il Comune di Bologna, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, intende valorizzare il Writing e la Street Art, avviando una riflessione approfondita su due discipline riconosciute a livello internazionale come forme di espressione tra le più interessanti nel panorama dell’arte contemporanea. Il progetto, curato da Claudio Musso e Fabiola Naldi, si collega idealmente e storicamente alla mostra Arte di Frontiera. New York Graffiti, organizzata nel 1984 alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, alla quale parteciparono gli esponenti principali del graffitismo newyorkese, tra i quali artisti noti anche al grande pubblico come Jean-Michel Basquiat, Keith Haring e Kenny Scharf. Strutturato come una piattaforma aperta e in evoluzione, Frontier è basato su due fasi operative complementari: una dedicata alla valorizzazione artistica del Writing e della Street Art attraverso la realizzazione di tredici opere murali di dimensione monumentale, e una dedicata all’approfondimento teorico e critico delle due discipline. BNB www.virtualcoop.net ATTIVITÀ EDITORIALE Realizzazione e gestione di strumenti editoriali sia cartacei che on-line. 1 Febbraio 2013 21 A spasso nei parchi A spasso per i Parchi: un febbraio per tutti i gusti, dalle ciaspolate alle fioriture precoci Terra si andrà alla scoperta dei fossili con il gesso e la creta mentre sabato 23 i bambini che parteciperanno al laboratorio si divertiranno moltissimo a preparare gustosi biscotti a forma di fossile e di ammonite. Imperdibili domenica 17 e sabato 23 le ciaspole al chiaro di luna, il ritrovo è al Muse del Bosco di Poranceto per una ciaspolata sulle praterie illuminate dalla luna piena. Il termine previsto è alle ore 24.30 circa, possibilità di cenare in foresteria alle ore 19.15 (per prenotare in foresteria 335.5344413). Costo dell’escursione 10 € per gli adulti e 5 per i minori di 14 anni, eventuale noleggio ciaspole 5 €, bacchetti 2 €. Naturalmente al Parco del Corno alle Scale siamo ancora in pieno pone per domenica 10 alle ore 15 Il bosco a Carnevale, al Centro Visita Villa Torre, Settefonti Ozzano Emilia una divertente attività per bambini dai 6 ai 12 anni. A cura delle GEV. Costo 5€ partecipante. Si prosegue sabato 16 alle ore 15 con una visita guidata all’oasi fluviale del Molino Grande. Si percorrerà il sentiero lungo l’Idice nei pressi di Cà de Mandorli fino al lago dove si potranno effettuare osservazioni ornitologiche. Termine della visita ore 17.30 circa. Il percorso non presenta particolari difficoltà ma, dati possibili tratti di terreno bagnato, si consigliano scarponi o stivali. A cura del WWF, contributo a favore dell’associazione 3€ per i maggiorenni. Informazioni e prenotazioni 3394820205. Il mese si conclude domenica 24 alle ore 9.30 con I colori dell’inverno: visita guidata naturalistica alla scoperta delle fioriture precoci nella Dolina di Gaibola. Nel bosco privo di foglie, con un aspetto invernale, spiccano tra gli altri colori il giallo del corniolo e della primula, il violetto della scilla fino all’insospettabile fioritura bianca della saxifraga. La prenotazione è sempre obbligatoria: Parco del Corno alle Scale tel. 053451761 info.parcocorno@ enteparchi.bo.it Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa tel. 051/6254821 info.parcogessi@ enteparchi.bo.it entro il venerdì precedente la visita Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone tel. 053446712 [email protected] Annalisa Paltrinieri Concludiamo la nostra panoramica scendendo di quota e raggiungendo il Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa che pro- ABBONATI A BNB €15 all’anno (incluso costi di spedizione) 11 numeri di Buone Notizie Con solo Per abbonarsi a BNB potete: Venire presso la nostra casa editrice: Virtual Coop - Viale Lenin, 55 - Bologna Compilare il form che trovate sul sito web del giornale: www.buonenotiziebologna.it nella sezione Abbonamento Andare in un ufficio postale e pagare con un bollettino sul CCP n.° 1002171138 Gli operatori del Centro di tutela e ricerca fauna esotica e selvatica Monte Adone sono decisamente soddisfatti, anche se per nulla meravigliati, delle performance della volpe soccorsa e ricoverata presso di loro dopo la brutta avventura occorsale. Recuperata da una tagliola posizionata lo scorso 8 novembre da un cacciatore di frodo (in seguito denunciato per l’utilizzo dell’arma e per maltrattamenti) all’interno del Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa a seguito dell’intervento del Guardiaparco Marco Vasina, la volpe è stata ricoverata al Centro dove le sono state prestate le cure necessarie. Attualmente, benché amputata della zampa, la volpe è estremamente vitale e si muove con disinvoltura, al punto che dal piccolo recinto adatto alle cure quotidiane utilizzato nei primi tempi, è stata trasferita in uno decisamente più grande di 1200 mq. dove corre, scava e si arrampica. Non c’è da stupirsi: la volpe è un animale versatile, capace di un recupero e di un adattamento straordinari ed è per questo che, superato l’inverno, sarà rimessa in libertà probabilmente dotata di un radio collare che consentirà un monitoraggio continuo dei suoi spostamenti e nuove abitudini. Nel frattempo i bambini delle scuole Donini di San Lazzaro di Savena si sono appassionati alla sua vicenda e, dopo averle dato il nome Terry, racconteranno la sua storia in un libretto illustrato. guarda il video https://www.youtube. com/watch?v=sltNfM2eDPg Con bonifico alle seguenti coordinate IBAN: IT-07-I-07601-02400-001002171138 Abbiate cura di riportare chiaramente l’indirizzo dove volete ricevere il giornale e mettere nella causale del versamento: Abbonamento BNB Informazioni: Tel. 051 533106 [email protected] A partire da Dicembre vieni a trovaci in redazione e abbonati a BNB, ti regaleremo la DISAGENDA 2013 www.buonenotiziebologna.it In montagna è ancora pieno inverno, più giù le fioriture precoci sono un anticipo di primavera a voler dimostrare, ancora una volta, la grande varietà di habitat presenti nel sistema delle aree protette della nostra provincia. Cominciamo con il Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone che propone per sabato 2 e domenica3 il Corso sul Lupo al Poranceto. Doppio appuntamento, invece sabato 9 con alle ore 9 una visita guidata al Vivaio delle Cottede e alle ore 21 un trekking/ciaspolata per scoprire i segreti degli animali al chiaro di luna. Domenica 10 alle ore 14 adulti e ragazzi potranno cimentarsi con il laboratorio della lana cotta. Si prosegue sabato 16 con un’interessante attività pensata per i più piccoli, nella Sala della inverno, infatti per tutte le domeniche di febbraio viene proposto Ciaspolando: una passeggiata guidata con le racchette da neve alla scoperta delle tracce animali e dei panorami appenninici. Il ritrovo è alle ore ore 9.30 rientro ore 13.30 circa. Iniziativa organizzata dalla Cooperativa Madreselva e patrocinata dal Parco Corno alle Scale. Non mancano le iniziative rivolte ai bambini come Chi si nasconde nel bosco: gnomi, folletti e….?” in programma sabato 9. Sempre per bambini è la passeggiata nel bosco con le racchette da neve per osservare i segni della presenza degli animali in programma sabato 23 Bambini a spasso con le ciaspole. Ancora sabato 23 Luna piena sul crinale: itinerario serale guidato oltre il limite degli alberi per raggiungere il Rifugio Duca degli Abruzzi situato nei pressi del Lago Scaffaiolo sul crinale appenninico. Ritrovo alle ore 18 e rientro ore 23.30 con sosta e possibilità di cena presso il rifugio. Costo 15,00 compreso il noleggio (esclusa la cena). Al monitoraggio del lupo in inverno è dedicato il week end del 16 e 17: due giorni di snow tracking, trappolaggio fotografico e ricerca dei segni di presenza. Il ritrovo è alle ore 9.30 del sabato. Costi: 15 € per gli adulti e 5 per i minori di 14 anni. www.buonenotiziebologna.it 22 Il Banditore Azienda richiedente SERVIZI FERROVIARI INTEGRATI SRL - Altri servizi di supporto alle imprese nca - Tratto linea ferroviaria Bologna-Piacenza snc 40100 Bologna (BO) Mansione n. 1/2 Operatore macchinista per servizi ferroviari Qualifica ISTAT 7443014 manovratore di carroponte Contesto del lavoro conduzione macchine operatrici specialistiche e loro relativa manutenzione Luogo di lavoro Comune di Bologna (Bo) Italia Centro-Nord Fino ad Abruzzo/Lazio È richiesta esperienza lavorativa età compresa tra 30/50 anni, capacità di lavorare in team, organizzare e di problem solving. Disponibile a fare turni anche notturni e non avere procedimenti penali in corso Conoscenze preferibile diploma tecnico Orario di Lavoro tempo pieno - Vitto e alloggio compreso in trasferta Contattare il numero 0544271048 Inviare CV tramite e-mail a: VIRTUAL COOP Cooperativa Sociale ONLUS 1 Febbraio 2013 offerte di Lavoro Centro per l’impiego di Bologna Via Todaro, 8/a - tel.: 0516598999800286040 fax: 051/6598989 E-mail: [email protected] BNB SITI WEB [email protected] Centro per l’impiego di S. G. in Persiceto Via Modena 66/b tel.: 051.822341800286040 - cimp.persiceto�nts. provincia.bologna.it Cod. 109/2013 valida fino al 21/02/2013 Azienda richiedente Laboratorio Odontotecnico Rovatti Gianluca Mansione Odontotecnico Qualifica ISTAT 3216201 Odontotecnico Contesto del lavoro Odontotecnico Luogo di lavoro Castelfranco Emilia da settembre 2013 si trasferiranno a Crevalcore Formazione e conoscenze Diploma di odontotecnico esperienza nella mansione di almeno 5 anni, conoscenza della lingua inglese, patente b, automunito Contratto da concordare Orario di lavoro Tempo Full Time spesso il sabato mattina Inviare CV a: [email protected] Centro per L’impiego di Zola Predosa Piazza della Repubblica, 1 (c/o Municipio) tel.: 051.6598080 - 800286040 e-mail: cimp.zola�nts.provincia.bologna.it Cod. 76/2013 valida fino al 18/03/2013 Azienda richiedente WELLNESS GOURMET 65 - Via della Chiesa, 65 - 40050 Monteveglio (BO) Mansione Esperto di Marketing e Turismo Qualifica ISTAT 3335000 Tecnici del Marketing Contesto del lavoro Wellness Gourmet gestisce uno dei siti di alimentazione e benessere più visitati d’Italia - www.cibo360.it -, una scuola di cucina che organizza annualmente corsi di cucina nella Provincia di Bologna e Cooking Team Building in tutta Italia. Sta attualmente sviluppando una nuova area per organizzare corsi di cucina e tour enogastronomici. Il/la candidato/a collaborerà alla realizzazione dei pacchetti turistici e alla loro promozione attraverso il contatto con le strutture locali, tour operator, enti pubblici (APT e IAT), ed il sito internet dedicato al progetto Luogo di lavoro Presso sede aziendale o presso domicilio del lavoratore/trice Formazione e conoscenze Laurea oppure Specializzazione Post-Diplo- ma ad indirizzo Marketing/Turismo È richiesta una comprovata esperienza nel ruolo Ottima conoscenza della lingua Inglese scritta e parlata. Possibilmente conoscenza di una seconda lingua, preferibilmente del tedesco Contratto da definire insieme al/ alla candidato/a Inviare CV a: [email protected] Centro per l’impiego di S. Lazzaro di Savena Via Emilia, 107 - tel.: 0516272040800286040 fax: 051 6272246 e-mail: cimp.sanlazzaro@provincia. bologna.it Cod. 36/2013 valida fino al 08/02/2013 Azienda richiedente FRANCO COSIMO PANINI EDITORE S.P.A. - Ozzano dell’Emilia (BO) Mansione Addetto alla contabilità generale Qualifica ISTAT 3312108 Addetto alla contabilità generale Contesto del lavoro Supporto ufficio amministrazione, contabilità clienti/fornitori, funzioni di tesoreria, redazione della reportistica settimanale-mensile-trimestrale; tenuta dei conti della società, registrazione nei conti delle operazioni giornaliere, elaborazione delle in- formazioni contabili e finanziarie dei diversi ambiti aziendali Luogo di lavoro Comune di Ozzano Dell’emilia (BO) Formazione e conoscenze Laurea ed sperienza come indicata in dettaglio Automunito. È indispensabile avere l’esperienza di almeno 1 anno in area finance del software erp microsoft dynamics ax non inviare candidature se non in possesso di questo requisito inglese scolastico. Informatica: Excel Buono - Winword Buono Contratto a tempo determinato di 6 mesi Orario di lavoro Tempo Pieno su due turni (Min: Full Time) Inviare CV via fax al n. 059 344274 oppure: [email protected] Offro seria opportunità come secondo reddito no porta a porta no assunzione per info contattare signora Paola: 340/5181176 Italiano 45enne cerca lavoro come imbianchino, cartongesso, operaio generico, portinaio, tuttofare. Telefonale al: 328/4712774 https://it-it.facebook.com/UnaSceltaConsapevole NTO DI TRAPIAELLULE E E N IO DONAZ I, TESSUTI E C www.saluter.it/trapianti ORGAN Mattioli Giuseppe: nato a Bologna e ivi residente, diplomato Geometra. Esperienze lavorative: tipografo e magazziniere. Attualmente pensionato. Dal 2000 volontario Auser. Dopo il pensionamento nascono come hobby: decoupage e poesia. ATTRAVERSAMENTO 2 Attraverso l’aorta del mare il veto del vento ferma la nave. La terra trema, le note della sera suonano l’ave, l’aratro è in attesa davanti al maso, il trattore si avvicina per trattare con il vomere quale sarà la sua sorte? Comunque qui sento e qui smento che il ratto matto si è reso reo della morte di Eva, là sulla torretta quella notte. Ora il tema, temo, prenda una trama una rete vana verso amene aree senza meta. Il versante del monte raso dagli armenti di trote di orate omertose si vanta e mostra more e rose per ornare e onorare il Vate. C’è però un neo sul naso è un’onta, è una tara che verrà rasata. Il resto serva a sorreggere le travi di questo estratto, esatto ed ermo testo AMEN. 1 Febbraio 2013 23 MANCANZA 12 marzo 2010 Mentre si comincia a pedalare nella zona passata spunta un mattino sereno dove il sole era dentro l’aria era aria le speranze ancora volavano la neve era scherzosa il viaggio eccitava la notte. Pedalando nella zona presente la poesia non è più mia. UNA NOTTE SENZA STELLE Silenzio nel viale. La pioggia s’appoggia timida sulla terra. Un uomo seduto sul marciapiede pesca nei suoi pensieri. Il semaforo s’affloscia all’incrocio solo, con i suoi tre colori. Il cielo ora borbotta, lampeggia non sa più tacere. Rumore di serranda, il bar sta chiudendo. Un gatto bagnato in amore urla disperato. Le stelle dormono fuori questa notte. Giuseppe Mattioli La Dama per tutti! Nela puntata di gennaio abbiamo dato avvio alla pubblicazione di partite famose giocate e analizzate dai più esperti. Proseguiremo ancora sulla “Vigevanese” vedendo altre giocate sempre ricche di sorprese, rispetto alla condotta classica. 23-29, 11-15, 28-23, 10-13, 32-28, 13-17, 19-14, 12-16, 23-19, 8-12, 28-23, 6-11, 21-18, 3-6, 23-20! se 21-17? 10-13, 17x10, 1620, 23x16, 9-13, 18x9, 11x18, 22x13, 5x30 N.V. x, x, x, 12-15, x, x, tiro a tre e N. vin- ce.), x, 25-21, e tiro a due di patta per il B. 25-21, 9-13, x , x, (il N. guadagna momentaneamente un pezzo)1914,diagr 3) 5-10?? ( 6-10 portava alla patta) 9-5!! x, 23-20! x, x e tiro a tre b.v. I 3 problemi che pubblicheremo risolvibili in 3, 4, 5 mosse sono del M° Atzeni Gabriele che di recente ha pubblicato il primo libro interamente dedicato alla Problemistica. Arrivederci a marzo ! Federico Piras http://facebook.com/buonenotiziebolognait https://twitter.com/BNBologna le parole nascoste www.youtube.com/handishow2011 Roswell Here with me Topolsky Buio Max Liz Isabel Maria Michael Evans Parker Guerin De Luca Crashdown Ufocenter Dido Alieni Scuola Alex Destino Agenti Mai Amore Kyle Jeep Cameriera Chiave Visioni Nasedo Diario Fbi Sceriffo Astronave Buone Notizie Bologna mensile. N. 36 distribuito il 1 febbraio 2013 Registrazione c/o Tribunale di Bologna n. 8003 del 01/10/2009 Proprietà: Virtual Coop Cooperativa Sociale ONLUS Viale Lenin, 55 - 40138 Bologna Tel. 051.533106 Fax:051.530761 www.virtualcoop.net Redazione c/o Virtual Coop Direttore Responsabile: Maurizio Cocchi Coordinatore: Giuseppina Carella Ufficio Stampa: Marcello Cominelli Marketing: Maria del Mar Làzaro www.buonenotiziebologna.it [email protected] [email protected] [email protected] Stampa: Galeati Industrie Grafiche s.r.l. Via Selice, 187/189 - 40026 Imola (Bo) www.galeati.it www.buonenotiziebologna.it POESIE dell’AUSER BNB Lo Sfizio La ricetta del mese Faraona in peverada iNGREDIENTI -1 faraona -50 gr di burro -80 gr di olio -50 gr di pancetta a dadini -180 gr di fegatini di faraona o di pollo -1 fetta spessa di soppressa veneta -120 gr di vino bianco secco -1 spicchio d’aglio, privato dell’anima -3-4 filetti d’acciuga -sale e pepe -succo e scorza di 1 limone -prezzemolo tritato a piacere -aceto PROCEDIMENTO Fiammeggiare la faraona, così da eliminare tutte le piume eventualmente residue, lavarla, asciugarla bene e dividerla in 6 parti. In una casseruola scaldare metà dell’olio col burro, rosolarci la pancetta e tutti i pezzi di faraona. Il fuoco dev’essere bello vivace, così che la pelle brunisca. Salare, pepare, sfumare col vino bianco, lasciare evaporare l’alcool ed abbassare la fiamma al mi- nimo portando a cottura e rigirando la carne di tanto in tanto. Intanto tritare la soppressa, le acciughe, i fegatini, l’aglio e la scorza di limone: rosolare nell’olio rimanente, poi aggiungere il succo di limone ed il prezzemolo. Finire con una spruzzata di aceto, regolare di sale, macinare abbondante pepe nero e levare dal fuoco. Una volta pronta la faraona, servirla accompagnata dalla peverada ben calda. Oroscopo di Febbraio Le previsioni del Mago di Durbio ARIETE Non riuscirete a convincere a cambiare idea ad altri; vi conviene lasciarli cuocere nel suo brodo. Venere sconsiglia lo shopping; sono in arrivo spese che non avevate preventivato. TORO Preparatevi ad affrontare una serie di cambiamenti importanti in ambito lavorativo; si tratta di novità che vi porteranno lontano e gratificheranno. Ad I single sono troppo riservati e non riescono a concludere. GEMELLI Niente scelte azzardate in ambito professionale; resistete alle tentazioni marziane ed evitate di ribaltare una situazione. Venere e Urano disarmonici mettono in guardia gli accoppiati. CANCRO Il transito lunare dice che al lavoro dovete subire scelte altrui che non vi piacciono per niente. Saturno vuole i single frettolosi e sfacciatamente intraprendenti. LEONE Luna e Plutone annunciano determinazione, fantasia e una carica energetica galattica. Urano annuncia momenti memorabili per single e coppie; è arrivato il momento di pianificare. VERGINE Saturno dice che il conto in banca si riprende; perché non vi concedete uno sfizio? I single desiderosi di fare incontri devono accettare un invito e uscire. BILANCIA Nettuno e Giove dicono che al lavoro dovete dimostrarvi meno disponibili nei confronti dei colleghi e e sbolognarvi una serie di fastidiose mansioni. Dedicate le vostre energie alla famiglia . SCORPIONE Luna e Mercurio annunciano occasioni da cogliere al volo in ambito professionale; farete conoscenza con soggetti che siedono ai vertici. I single incantano chiunque. SAGITTARIO Al lavoro non avete voglia di farvi coinvolgere più di tanto e preferite gestire le questioni di ordinaria amministrazione; se i colleghi dovessero provocarvi, fate finta di non accorgervene. CAPRICORNO Datevi da fare e cogliete al volo le occasioni che si presenteranno; farete sicuramente centro. Venere e Luna dicono che in ambito sentimentale siete in una botte di ferro. ACQUARIO Avete bisogno di fare chiarezza su una situazione professionale che vi irrita; sentite che un collega sparla alle vostre spalle. Il modo migliore per uscire indenni dall’impasse è quello di fare finta di niente e aspettare che i nodi vengano al pettine. PESCI Sono in arrivo interessanti opportunità professionali da cogliere al volo; resistete ai timori e all’ assurda idea di non essere all’altezza della situazione e buttatevi a capofitto in questa nuova avventura.
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