sport - La Riviera
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I soliti maligni vanno insinuando che il combattivo sindaco di Caulonia, Ilario Ammendolia, ha proposto come candidato alle Provinciali l'uscente Attilio Tucci onde essere a sua volta confermato dall'egregio assessore a sindaco. Mai insinuazione fu tanto sfasata. Essendo l'assessore Attilio Tucci innamorato dei musei, proporrà certamente un dinosauro. la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 02 3 DOMENICA 20 MARZO 2010 Controcopertina TSUNAMI NAPOLITANO Giorgio Primo re d’Italia LA BALENA BIANCA È RIEMERSA DAGLI ABISSI DI BOTTEGHE OSCURE FRANCESCO LADDARINA lla fine il campione è uscito fuori, come Etò ha sfoderato la zampata e ha portato in vantaggio la sua squadra. Non gioca per se, si porta dietro una classe politica che sembrava ormai ai margini, spazzata via da un nuovo che non è mai avanzato. Tira la volata a un politico di vecchio corso, giovane a sufficienza per prendere in mano i destini della Nazione. Il regista è Giorgio Napolitano, l’uomo assist; il bomber pronto a sfondare è una vecchia volpe, Massimo D’Alema. Hanno scelto il momento giusto per togliersi di dosso la polvere del nulla politico, e hanno vestito i panni di statisti. Sfruttano le congiunture interne e internazionali: lo stallo politico italiano e il dinamismo delle rivoluzioni arabe. Nel mezzo della totale confusione di entrambi gli schieramenti, di un duopolio indistinto, Giorgio Napolitano ha frustato l’orgoglio degli italiani, chiamandoli a sentirsi popolo e a riunirsi attorno alla figura del Presidente della repubblica, quasi fosse il re di una monarchia costituzionale. Contemporaneamente, ha avvertito gli italiani dell’incombenza di decisioni gravi dentro lo scacchiere internazionale:la partecipazione a un’azione militare, ormai in atto, con gli aerei francesi e britannici già sulla rampa di lancio. D’Alema gli è andato subito dietro, chiedendo uno scudo NATO, a protezione dell’Italia, in virtù di un suo certo coinvolgimento nei raid programmati contro la Libia. PD e Polo, scavalcati, non hanno potuto far altro che adeguarsi. Napolitano e D’Alema, padre e figlio, hanno messo il cappello sull’esigenza di una patria comune, di un’unità forte, e di un forte protagonismo italiano in campo internazionale. Si sono legittimati agli occhi degli alleati, e il loro decisionismo ha spiazzato tutti. Saranno loro i punti di riferimento futuri. La discesa in campo decisa, dei due, certifica la prossima fine del cavaliere, i cui ten- A tennamenti, e tardivi proclami, lo hanno allontanato ancor di più da una amministrazione americana che non lo ama, non lo ha mai amato, soprattutto per il suo intrecciare relazioni d’affari basate sui suoi rapporti personali. Troppo stretti i suoi legami, con la Russia, la Libia e altri. Berlusconi si era illuso di poter dare un ruolo forte all’Italia, svincolato dalle scelte degli alleati, e dalla subalternità all’America. Il cavaliere è inviso agli Occidentali, è ormai al tramonto. Napolitano e D’Alema rappresentano invece, o presentano come tale, l’affidabilità della vecchia classe politica, atlantista a oltranza e prona rispetto alle decisioni della casa bianca. Parliamoci chiaro, nessuno dentro al PCI ha mai considerato il Presidente comunista, egli rappresentava dentro il partito i miglioristi: sottovoce, i suoi detrattori, lo consideravano alla stregua di un democristiano . E in fondo con loro due è la democrazia cristiana a risorgere, una DC che non è mai morta, che covava sotto la cenere dei fuochi fatui, e presuntamente nuovi. In tanti si affannavano nel darle nuova vita, tanti si proponevano come novelli De Gasperi o Andreotti, illusi. E invece la Balena Bianca è riemersa dagli abissi dell’oceano di Botteghe Oscure. E’ tornata a galla a riprendere aria, e il cetaceo con la faccia di Napolitano, ha vomitato dalla bocca un falegname con i baffetti, Baffino appunto. E l’incubo di tanti si è materializzato, moriremo democristiani, è inevitabile. Dello scudo crociato ha bisogno l’America, la NATO; ha bisogno l’Italia, per ritagliarsi un ruolo e un tozzo di pane nel nuovo ordine mondiale che la faccia mite, e politicamente corretta, di Obama va stabilendo. E pazienza per Gheddafi, la Libia e i paesi arabi. L’Occidente deve scaricare le sue crisi, deve ricompattarsi, e quale occasione migliore per affermare il bene, della faccia da demonio del colonnello libico, e dei suoi colleghi arabi. 4 A proposito di... Il porto di Gioia Tauro preoccupa Barak Obama Materiale nucleare DOMENICA Tra i file informatici di Wikileaks alcune intercettazioni riguardano il porto di Gioia Tauro. Sembrerebbe che una delle maggiori preoccupazioni dell'America di Obama siano gli scarsi e poco affidabili controlli di uno scalo considerato un buco nero in cui passa di tutto, persino materiale nucleare che potrebbe finire in mano ai terroristi. La Calabria, a quanto pare, starebbe aiutando il terrorismo internazionale a costruire una bomba atomica da trasferire negli Stati Uniti. Sarà vero? 20 MARZO 2010 la settimana NORDICI E SUDICI Immobilità sudicia GIOCCHINO CRIACO Continuiamo ad aspettare il mondo, più che andare a trovarlo. Stiamo nella terra di mezzo, tra il primo e il terzo. Immobili, irretiti da un secolo e mezzo di dominio selvaggio, economico, politico, militare e culturale; moralmente sopraffatti da un padrone che ci nutre con i suoi avanzi. Abbiamo dato braccia e testa all’invasore, che scientificamente ha distrutto ogni nostra cultura, ogni sapere sudicio, riducendoci a bocche da sfamare; si è preso il meglio della nostra terra e ha trasformato i reduci in penitenti dalla mano tesa. Aspettiamo i sussidi a fine mese, e viviamo vite di rimessa nell’eterna attesa di un riscatto. Il mondo è in ebollizione e noi siamo fermi, aspettiamo che l’arrivo della bella stagione sciolga il sangue nelle nostre vene e ci dia la forza d’iniziare la nostra rivoluzione. Parole forti, necessarie per descrivere l’enormità di quello che è stato fatto al sud. I Savoia chiusero per quindici anni le scuole meridionali dopo il 1861, e, unico Stato in Europa, decretarono per ben tre volte lo stato d’assedio al sud. Tutto dopo la gloriosa unificazione, chiesta a gran voce, a loro dire, dai sudici. Si riaprirono le scuole per insegnare una storia diversa, sabauda, che glorificasse gli eroi risorgimentali. Lo stato d’assedio non è mai stato tolto al sud, gli hanno cambiato solo il nome, oggi si chiama emergenza criminalità, il significato è lo stesso: militarizzazione. Noi gioiosamente ci lasciamo dare l’alt ogni pochi chilometri, ci facciamo perquisire le case, lasciamo che ci giudichino leggi speciali. Se ci ribelliamo siamo collusi, e allora abbozziamo. Così il mostro che i Borboni avevano inventato per controllare, dall’interno, un popolo che non amava neanche loro, ha continuato a vivere con i regimi successivi. Dal suo laboratorio reggino si è spostato verso i paesi vicini, e ora va sempre più al nord. Un mostro buono per tenere a bada i sudici. Un mostro che produce il disordine e il sangue necessari a giustificare leggi che conculcano le libertà di tutti. E noi felici ad applaudire ogni giro di vite alla nostra libertà. Il mostro è imperdonabile per tutto quello che fa, nessuno è migliore di altri in virtù di un giuramento, e orrida è l’imposizione dell’uomo sull’uomo. Quello che più è imperdonabile, e che mai sarà perdonato dal popolo calabrese, è il prestarsi al gioco esterno della parte pensante del mostro. Il dare l’alibi a chi ci schiaccia, il farlo per un piccolo potere e qualche soldo, l’illudere gli ingenui e portarli al macello. Sulle lapidi di questa parte pensante, un giorno si andrà a sputarci e non a portare fiori. E noi immobili, anche in movimento, appoggiamo la patente sul cruscotto, che è troppo fastidioso tirarla fuori dal portafoglio a ogni controllo. Invece di alzare la testa, continuiamo ad abbassarla, riveriamo coppole e divise in attesa di uno tsunami estivo che spazzi la nostra terra. I PIAGNONI A GALLA NAVE DEI VELENI: LA BUFALA VERSO L’ARCHIVIAZIONE IAN ZIMIRRI Il quaquaraquà è stato smentito. Le balle del becchino Francesco Fonti sono state sigillate nella bara dalla Direzione distrettuale di Catanzaro che, con la richiesta d'archiviazione, ha spazzato Navi dei Veleni e portato a galla i tazebao dei piagnoni: «L'imbarcazione ritrovata a largo di Cetraro ha le stive vuote, non è la Kunsky e non sono presenti nelle acque circostanti tracce d'inquinamento». Mail carrozzone abbaia ancora, combina a tavolino strategie e accorda nuovi strumenti. Recita i copioni che gli passano e incassa gettoni. I complici del pentito invece di nascondersi marciano lungo nuove praterie, in percorsi itineranti che hanno un unico obiettivo, una costante: paragonare la Calabria a un tugurio e i calabresi a delle belve. Come magnaccia vendono fratelli e sorelle E comunque, mentre tutti svolazzavano intorno alla “Bufala” come avvoltoi sulle carogne, la Riviera che oggi incassa con gioia un importante riscontro giornalistico, nel novembre del 2009, con uno spazio di primo piano, fu l'unico giornale che segnalò l'inattendibilità delle rivelazione del pentito di Bovalino. Questo nostro piccolo giornale di provincia non bevve il sangue di una terra ferita a morte PORTOfranco La cappella in un container A Gioia Tauro portuali e marittimi potranno assistere alla messa anche in porto. L'iniziativa è della missione Cattolica Porto di Gioia Tauro, che si è presa in carico l'onere di raccogliere fondi e realizzare, in un container, una Cappella con locali annessi . La missione si avvale della collaborazione determinante della Protezione Civile, dell'Autorità Portuale, della Capitaneria di Porto, dei Vigili del Fuoco, Calabria Shipping, il gruppo MSC, Agenzia le Navi di Genova, Coopmar e del gruppo MCT. Il progetto mira a garantire alle migliaia di pesone che transitano per lavoro nel porto calabrese, di avere, indipendentemente dalla fede che professano, un luogo di riferimento, che gli permetta di avere un posto di ricovero se, per motivi di salute non si può proseguire il viaggio. Ma anche che offra la possibilità di comunicare, con serenità e calma, con i propri familiari. "Nel Porto di Gioia tauro ci sono i portuali e i marittimi. I portuali, in genere, sostano giusto il tempo di portare a termine il turno lavorativo, ma ci sono alcuni che vi abitano stabilmente", spiega don Natale Ioculano, promotore della Missione. "I marittimi (con una media di circa 3.500 presenze mensili) sono persone che arrivano al Porto e sostano giusto il tempo delle operazioni di scarico-carico della nave. Per i portuali come per i marittimi manca, al Porto, un luogo che permetta loro di incontrarsi e stare serenamente insieme nel tempo del dopo-lavoro, o comunque un luogo, un punto fermo, in cui si sentano accolti e ben voluti", aggiunge il prete. Giuseppe Patamia CENTRALI NUCLEARI POSSIBILI SITI IN CALABRIA E SICILIA A pochi giorni dalla catastrofe che si è verificata in Giappone il ministro dell’ambiente ha ribadito che l’Italia non cambia la sua strategia favorevole al nucleare e che nell’individuazione dei siti saranno esclusi quelli ad elevato rischio sismico. I parlamentari del PD denunciano, tuttavia, che tra i 52 siti in Italia ben 4 sarebbero calabresi e altrettanti siciliani. Nello specifico per quanto riguarda la Calabria sono stati presi in considerazione: l’area costiera di Sibari; la zona costiera ionica vicino alla foce del Neto; la zona costiera ionica in prossimità di Sellia Marina e la zona costiera tra il fiume Nicà e la città di Cosenza. Per quanto riguarda i siti siciliani, Daniela Tranchida, l’assessore al Turismo Regione Sicilia ha fatto sapere che sono stati presi in considerazione le zone costiere vicino a Mazara del Vallo, a Marina di Ragusa, a Gela e a Licata. Alessandra Bevilacqua No alla legge che garantisce doppi incarichi ai consiglieri regionali Servono 60.000 firme per ottenere un referendum con cui si chiede l'abrogazione della norma che toglie il divieto ai consiglieri regionali di assumere altre cariche elettive. Sono 16 i movimenti del comitato, sia di destra che di sinistra, appoggiati dallo stesso governatore Scopelliti. Oltre al referendum, i radicali lanciano una proposta di legge per garantire una maggiore trasparenza e la totale pubblicità della vita istituzionale e amministrativa della Regione Calabria, nonché di enti, aziende, società, agenzie e consorzi controllati dalla Regione. L’EDITORIALE LA DIASPORA SOCIALISTA la Riviera 5 DOMENICA 20 MARZO 2010 IL DIAVOLO NERO La signora della sanità BRUNO GEMELLI ino Formica(foto) è un mito. Per i giornalisti. Chi ha avuto il piacere di intervistarlo non è stato mai deluso. E' uno dei politici più arguti di tutti i tempi. Le sue battute, mai banali, sono, ancor'oggi, alla nitroglicerina. Fior da fiore ricordiamo le sue migliori performance: «la politica è sangue e merda». Riferendosi ai problemi finanziari del Psi, in cui alcuni dirigenti mantenevano uno stile di vita principesco, disse una volta: «il convento è povero, ma i monaci sono ricchi». Altrettanto nota la sua definizione dell'ultima assemblea nazionale del Psi del 1991, vista come una «corte di nani e ballerine». Lucido analista e caustico polemista. Una volta Beniamino Andreatta lo definì «un commercialista di Bari esperto di fallimenti e bancarotte». Risposta sibillina: «Andreatta? Una comare». Perché parlo di Formica? Perché martedì scorso su il Riformista l'84enne uomo politico s'è rivolto ai socialisti del Pdl dicendo loro: «Socialisti del Pdl liberatevi del Cavaliere». Questo il finale del suo appello ai socialisti destrorsi: «Berlusconi quando scoppiò Mani pulite, rinnegò Craxi e si sentì sciolto da ogni vincolo di grati- R tudine. Voi invece, dovete essere riconoscenti per l'ospitalità accordatavi, ma non obbligati a masticare capsule di cianuro, perché ciò che avete dato è molto più di quanto vi è stato concesso. E non voglio ricordare che il Cavaliere spesso ha fatto finta di non conoscervi. Spero di vedervi presto in campo». Poi il consueto Post Scriptum: «Vedo che intorno al Pdl spuntano come funghi velenosi personaggi che in forme truffaldine si richiamano al socialismo. Le precondizioni per una ripresa della migliore tradizione dei socialisti è disfarsi dei Lavitola e del loro verminaio». Formica, alla sua età, fa ancora progetti. Commovente. Ma in Calabria ci sono orecchie socialiste pronte ad ascoltarlo? Qui, a ondate successive, i socialisti calabresi delle due rive hanno tentato, in varie epoche, di mettere in piedi qualcosa che somigliasse a una costituente socialista. Una chimera più che una riunificazione. E tutti i tentativi sono falliti per la semplice ragione che lottare per uno strapuntino era ed è uno sforzo titanico. E in queste elezioni amministrative le varie anime socialiste tentano di arrangiarsi come possono. PILLOLE di Anna Laura Tringali 1 La Calabria festeggia l’Unità d’Italia anche in tavola. Al convegno organizzato dall’Accademia del Peperoncino dal titolo “Il Peperoncino in cucina” tenutosi a Scalea giovedì, gli chef hanno voluto celebrare i 150 anni dell’Italia unita con un piatto tricolore: Spaghetti aglio, olio , peperoncino e basilico. 2 Il Comune di Lametia Terme ha aderito alla XVI Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, organizzata per il 19 marzo a Potenza. L’amministrazione comunale ha inoltre dato la possibilità a tutti i cittadini di prendere parte alla manifestazione , mettendo a disposizione un bus gratuito di 50 posti per tutti coloro avessero voluto partecipare. Il talento calabrese sbarca su Raiuno. La scuola di danza “Real Dance” di Reggio ,che sta rappresentando la nostra terra nelle sfide tra regioni nella trasmissione televisiva "Mattina in famiglia" condotta da Tiberio Timperi e Miriam Leone, dopo la quinta vittoria consecutiva sfiderà domani la Puglia. Un grosso in bocca al lupo ai nostri ballerini e un monito a tutti i calabresi: Televotate, televotate, televotate. 4 E’ stato arrestato venerdì Manuel Iosef, il rumeno ritenuto l’autore della rapina alla gioielleria Versace di Reggio dello scorso 5 febbraio. L’uomo, senza fissa dimora e già pluripregiudicato per reati contro il patrimonio, è stato identificato grazie ai fotogrammi estrapolati dal sistema di videosorveglianza e alla collaborazione del proprietario della gioielleria che ha riconosciuto il malvivente. Il Governatore, che è un buon podista, ha incontrato lunedì 14 marzo a Locri il Presidente dell'AssComuni, dr. Pietro Crinò, e i sindaci che dell'AssoComuni fan parte. Non riteniamo che da quel giorno spunterà la nuova storia dei comuni della Locride . Ci sarà invece una direzione di marcia obbligata per la dottoressa Anna Squillacioti, commissaria straordinaria dell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. Poiché così ha promesso il Governatore ai riuniti sindaci :” Ella sarà tra voi ogni quindici giorni”. Non c'è dubbio che i dirigenti non possono essere diretti, ma questo ha a che vedere con le vertebre della nominata Commissaria. Anche se non è difficile immaginare che, votandosi al bene della provincia di Reggio Calabria come Garibaldi a quella dell'Italia, abbia prontamente detto :”Obbedisco”. Aspetteremo. Ma ella aveva già annunziato il suo prodigioso piano di razionalizzazione, parola mite e dolce che non fa sospettare la scure. E il piano è : a Locri nessuna soppressione di reparti. Restano tutti in piedi, e non ha importanza che non funzionino o non siano messi in condizione di funzionare. L'ospedale di Siderno ha, invece, bisogno d'essere riconvertito: in che cosa non si sa. Ma, per altri versi, e in altro campo, la parola riconversione significa l'anticamera della chiusura. Si può dire tutto tranne che la Signora della Sanità non sia dolce come l'orlo del bicchiere indorato di miele per indurre il bambino ingurgitare la medicina amara. E, infatti, non tema Gerca per la sua struttura ospedaliera: ci sarà un sicuro utilizzo. Queste le parole. E questi uno tra i tanti misfatti: la chiusura del punto nascita dell'ospedale di Melito Porto Salvo, ospedale storico . Bisogna risparmiare. Come no? La dottoressa Rosanna Squillacioti, però, dovrebbe cominciare l'opera di risanamento dal buon esempio: risparmiare sull'affitto. Come mai ne paga uno esoso in quel di Reggio quando ha a disposizione gratuitamente Scilla, Melito e le suite all'ASP di Locri e Polistena? E' quello che non fa. Più facile fare la crocerossina del Governatore. Più facile vendere fumo come il gatto di Trilussa-: “ Conosco più d'un gatto ch'è disposto/ a vende fumo pé magna l'arrosto”. Tsunami Paura Calabra la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 Per affrontare quello che sembra essere diventato per noi uno strano tabù, abbiamo intervistato il dottor Carlo Cassaniti «Lo tsunami del Giappone da noi avrebbe riscritto la storia dello Stretto» L’ “ MARIA G.COGLIANDRO energia della terra sgretola interi paesi come castelli di sabbia, migliaia di uomini cadono come soldatini da collezione. La forza devastante della natura mostra l’essere umano in scala ridotta. Fragile carne in balia degli eventi. È l’incubo del terremoto, l’incubo che si insinua nel sonno e che sempre più spesso distrugge la realtà. Noi calabresi abbiamo provato ad ignorarlo, mandando nell’oblio quell’immane catastrofe che colpì il nostro territorio più di un secolo fa. Un rifiuto forse scaramantico ma soprattutto comodo che ha permesso di continuare a costruire case su case, violando qualsiasi normativa. Un rifiuto che ha relegato il terremoto e con esso il maremoto nell’ambito dei fenomeni del tutto eccezionali, che accadono una tantum, e che colpiscono i paesi in tv, mica noi. La tragedia che ha devastato il Giappone in questi giorni, anziché suscitare paura per gli oscuri presagi Maya sulla fine del mondo, dovrebbe essere l’occasione per riflettere guardando in casa nostra. Imparando da questi uomini con gli occhi a mandorla che in fila, ordinati, sono usciti dai grattacieli senza imprecare contro il cielo, senza piangersi addosso. Uomini che hanno imparato a convivere con queste catastrofi naturali, a costruire le loro case tenendo presente una forza immane sempre pronta a demolirle, tanto che un terremoto come quello in Abruzzo avrebbe fatto crollare a malapena i cornicioni. Per affrontare quello che sembra essere diventato per noi uno strano tabù, abbiamo intervistato il dottor Carlo Cassaniti, vicepresidente dell’Ordine regionale dei geologi di Sicilia. Dottor Cassaniti, se fosse avvenuto sullo Stretto uno tsunami come quello in Giappone, cosa sarebbe rimasto? Avrebbe sicuramente riscritto la storia di questo pezzo di Mediterraneo. Dal punto di vista tettonico che raffronto si potrebbe fare tra il nostro territorio e quello nipponico? Che dimensioni hanno la faglia responsabile del terremoto in Giappone e quella dello Stretto?. Nell’area giapponese secondo alcuni studi preliminari la spaccatura nella crosta terrestre sarebbe lunga più di 700-800 km e larga almeno 200 km: ciò può dare un’idea delle grandi energie in gioco sotto il Pacifico nord-orientale. Lo stretto di Messina, invece, si trova proprio nel centro del Mediterraneo, in una zona molto instabile dal punto di vista tettonico ovvero in un nodo di convergenza di tre placche continentali; ognuna di esse ha un proprio movimento che le porta a scontrarsi formando così un sistema di faglie normali lungo complessivamente 370 km. Questo complesso sistema di faglie, chiamato “Siculo-Calabrian rift zone”, si estende in modo continuo dalle coste tirreniche cala- 6 bresi, prolungandosi attraverso lo stretto di so, accaduto il 6 febbraio 1783: il terremoto Messina, lungo la costa ionica della Sicilia ha provocato il distacco di una grossa parte fino a raggiungere gli Iblei orientali (Sicilia di una montagna a ridosso di Scilla che è sud-orientale). caduta in mare generando un forte mareOltre la spaccatura che corre sul versante moto con onde fino a 9 metri sulla spiaggia reggino, ad aumentare il rischio di terremodi Scilla e causando oltre 1500 vittime. to e maremoto concorre Nel 1908, per esempio, che l’attività dell’Etna e delle altezza hanno raggiunto le Eolie? onde e a che distanza si La complessità geostrutsono spinte dalla coste siciturale di tutta l’area in liana e calabrese? questione porta spesso a All’epoca il terremoto correlare i fenomeni vuldistrusse quasi totalmente canici con gli eventi sismile città di Messina e Reggio ci, tuttavia si tratta di fenoCalabria e molti altri villagmeni che vanno studiati gi vicini ed un violento tsucaso per caso in funzione nami seguì la scossa princidelle diverse strutture tetpale causando ingenti toniche che si attivano. danni e migliaia di vittime, C’è il rischio tsunami nel con onde che si propagaroMediterraneo? Che altezno fino a Malta e raggiunza potrebbero raggiungesero i 13 m di altezza sulle re le onde? coste calabre, precisamenCito dei dati resi noti dall’ te a Pellaro, e 11,70 m a S. INGV e dall’Università di Alessio sulle coste siciliane. Bologna: negli ultimi due Se si verificasse un terremillenni si sono verificati moto come quello del 1908, 72 movimenti anomali del oggi quante case rimarrebmare, di varia intensità, bero in piedi? lungo le coste italiane cosi distribuite: LiguFare delle previsioni è senza dubbio impruria (14 eventi); Stretto di Messidente. Sicuramente dagli anni ’70 na-Sicilia Orientale-Calabria in poi si è edificato seguendo le meridionale tirrenica-Isole Eolie norme antisismiche che, tra l’al(23 eventi); Adriatico (10); tro, negli ultimi anni sono state I n alto lo Stretto nel 1908 Golfo di Napoli (10); Toscana sostanzialmente modificate. Le qui sopra Carlo Cassaniti (3); Sicilia settentrionale (2); aree costiere dello Stretto sono In basso a sinistra un’immagine Sicilia meridionale (2); Calabria caratterizzate, oltre che dall’alto del disastro giapponese settentrionale ionica (1); Lazio rischio sismico, da un elevato a destra le rovine causate (1). rischio idrogeologico che può caudal cataclisma del 1908 Nel 1783-1784, durante una sare danni se innescato da forti forte crisi sismica durata oltre un eventi sismici. Nel 1908 il terreanno, le coste calabresi tirrenimoto con il conseguente mareche furono interessate da 9 evenmoto provocarono circa 80.000 ti di tsunami seguiti ad alcune delle più forti morti; oggi le stesse aree sono abitate da un scosse. Di questi uno è stato il più disastronumero molto più elevato di persone e il territorio risulta meno attenzionato rispetto al passato. Nel Pacifico, esiste un centro responsabile per il monitoraggio dei maremoti, il “Pacific Tsunami Warning Center”. E da noi, invece, esiste un sistema per avvertire la popolazione dell’occorrenza di un maremoto? Fare prevenzione nel caso di maremoto non è impossibile, ma certamente difficile, perché il tempo concesso prima dell’arrivo delle onde di maremoto sulle coste può essere anche brevissimo, se il punto di generazione del fenomeno è molto vicino alla costa. Il tempo a disposizione per allertare la popolazione è di solito estremamente breve, soprattutto in mari come i nostri dove le velocissime onde dello tsunami non hanno migliaia di chilometri prima di arrivare a terra, come spesso accade ad esempio nel Pacifico. Di tale problematica dovrebbe occuparsene la Protezione Civile Nazionale, ma il dato preoccupante è che le aree costiere italiane a rischio tsunami, già individuate da vari studi, ancora non sono tutelate da interventi strutturali preventivi né da attive misure di monitoraggio, di didattica e protezione civile. Quindi, rispetto al resto del mondo, in Italia siamo ancora “all’anno zero”. Passiamo al Ponte sullo Stretto. Il Ponte è commisurato a magnitudo 7,1 Richter, ossia a resistere alla stessa forza del terremoto che ha colpito Reggio e Messina nel 1908. Chi ci assicura che il prossimo terremoto, purtroppo già annunciato, non avrà una potenza distruttiva superiore? Credo che il progetto del Ponte sulle Stretto di Messina sia corredato da studi geologici specialistici che hanno considerato tutti gli scenari sismici possibili per quell’area del Mediterraneo; forse si poteva fare meglio realizzando, prima dello stesso ponte, tutti quegli interventi di messa in sicurezza idrogeologica del territorio in modo da edificare questa mega-futuristica infrastruttura su terreni di fondazione sicuri ed in aree stabili. Le amministrazioni locali e il governo nazionale si stanno muovendo verso misure di prevenzione e attenuazione dei rischi in vista di un eventuale terremoto? Lo hanno capito che probabilmente non ci saranno per un’esibizione mediatica post disastro?! La politica sembra disinteressarsi degli evidenti problemi di fragilità del territorio italiano. Siamo una Nazione che vive questi problemi sull’onda dell’emozione a seguito di una emergenza … appena si spengono i riflettori si va avanti dimenticando tutto. Noi geologi riteniamo con grande convinzione che bisogna necessariamente fare “prevenzione” ed impiegare maggiori fondi per la sicurezza del nostro territorio che abbiamo ereditato dai nostri antenati e che rischiamo di consegnare ancora più fragile ai nostri figli. la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 07 la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 8 LA COPERTINA Editoriale JIM BRUZZESE Ora necessita la Fratelli di sacco Chiusi giovedì 17 marzo i festeggiamenti, la Calabria,in questo inizio del 151esimo anniversario dell'Unità d'Italia, soffre doglie di parità e sventola un pareggio. La periferia come la città, la provincia di Reggio come la capitale delle due Sicilie. La Locride come il Rione Sanità di Napoli. In quei cassonetti verdi della spazzatura, le buste gialle dei discount ci sbattono in faccia stesse povertà e nuovi stenti, mentre altrove si ammainano le bandiere di parata, noi a mezz'asta conosciamo una nuova piaga: i rifiuti. Potenza e nobiltà da Roma in su, tuguri e puzza da Napoli in giù. Un segnale di non speranza che si ferma, quasi castrato, dinanzi ad un buona notizia. I magistrati della Procura di Catanzaro, nel chiedere l'archiviazione dell'inchiesta sulle Navi dei Veleni, allontano una gran paura: la presenza di rifiuti radioattivi nel mare calabrese. E noi felici, quasi all'angolo, incassiamo il male minore. Sembra destino che i calabresi debbano sempre scegliere tra due mali. Ma tra due mali non si sceglie mai, essendo comunque mali. M la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 serietà dei fatti La nostra provincia si avvicina al resto d’Italia, si scopre sempre più simile a Palermo e a Napoli, e non per un fatto di criminalità gemelle. La questione spazzatura, invece di essere affrontata e risolta, viene vissuta come tema di scontro politico o strapaesano I CARMELO CARABETTA ndifferenziati sono gli interessi, quelli di tutti. Quelli dei reggini che vedono i rifiuti trasformarsi in cumuli, riempire i cassonetti, fuoriuscire e invadere le strade. Quelli della gente, che aspira i miasmi della spazzatura, invece di godersi il profumo delle zagare ormai in fiore. La logica dello scontro, dei contrapposti vantaggi, non regge quando è in ballo un bene supremo. Non c’è da strumentalizzare, o parteggiare per qualcuno, o qualcosa, in frangenti di drammaticità estrema. La nostra provincia si avvicina al resto d’Italia, si scopre sempre più simile a Palermo e a Napoli, e non per un fatto di criminalità gemelle. Il reggino si riempie di spazzatura, come le falde del Vesuvio e del monte Pellegrino. Le strade della Locride sono ormai ingombre di rifiuti: la questione spazzatura, invece di essere affrontata e risolta, viene vissuta come tema di scontro politico o strapaesano. Non siamo tecnici del settore, quindi non entriamo nel merito della gestione delle discariche, quella di Casignana in particolare che assorbe ormai l’intero prodotto pattumiero reggino. Il dato di partenza è l’impossibilità di smaltire i rifiuti, le discariche in funzione sono quasi in stallo, da ciò discendono due scelte: aumentare la capacità di smaltimento e ridurre la produzione di pattume. E’ ovvio che non si possono aprire discariche in misura esponenziale rispetto all’aumento dei rifiuti. L’apertura di siti di stoccaggio nuovi, può essere perseguita solo per il superamento delle congiunture emergenziali. La strada seria, e seriamente percorribile, è quella della compressione della produzione di rifiuti, che passa, ovviamente dalla riduzione dei consumi, dall’aumento della raccolta differenziata. E’ chiaro che quanto sopra può apparire una dichiarazione d’intenti, banale, vuota; eppure le idee semplici, quasi sempre, sono le più rivoluzionarie. E la rivoluzione, in questo caso, passa per una responsabilizzazione Essenziale Incalziamo i nostri politici pretendendo di essere uguali a quegli italiani che hanno strade pulite e cassonetti vuoti. La pulizia e la crescita di questo territorio chiama a una responsabilizzazione collettiva della gente. Tutti, compresi noi, devono comprendere che le esigenze, e i vizi, personali, devono fare i conti con l’ambiente circostante. Non possiamo alzare zerbini e nascondere la polvere, dobbiamo educare ed educarci al rispetto dell’ambiente e di noi stessi. Speriamo tutti in un aumento del benessere, non ci tifiamo contro, ma stare bene significa vivere in un ambiente sano. Ognuno di noi deve dare una mano, ognuno deve svolgere al meglio il proprio ruolo. Sacrosanto è il diritto di essere rassicurati sul buon funzionamento dei siti di stoccaggio, e doveroso è l’obbligo di spiegare l’andamento delle discariche. La polemica non serve, necessita la serietà dei fatti. Non ci sono partiti da abbracciare pregiudizialmente, lo sporco infetta tutti, untori compresi. L’interesse di tutti è la salubrità dell’ambiente, la raccolta efficiente. Siamo nella stessa terra, sopra la stessa nave, e il naufragio affoga tutti. Teniamo a galla il bastimento e voghiamo insieme. Diventiamo bravi cittadini, raccogliamo differenziato, educhiamo i nostri figli all’ambiente, riduciamo consumi e rifiuti. Incalziamo la politica verso scelte corrette, sorvegliamo i siti, protestiamo o applaudiamo secondo un corretto funzionamento o meno. Cerchiamo di essere uguali agli italiani, a quelli però che vivono meglio. Fratelli di quelli che hanno strade pulite e cassonetti vuoti, non imitiamo la puzza, emuliamo la pulizia. 9 10 Reggio EUTANASIA PER LA RUOTA DEL PORTO! Inizialmente si resta colpiti dal caloroso benvenuto rivolto ai nostri dirimpettai definiti, per la loro credulità e la loro propensione alle chiacchiere, “Buddaci”. Poi abbassando lo sguardo si scorge abbandonata ed esanime la ruota di uno scooter, “alimentata artificialmente” dal palo del cartello a cui è legata con tanto di catena e lucchettone. Mentre ci prepariamo ad organizzare una fiaccolata in cui invochiamo l'eutanasia per questa povera ruota, consigliamo al proprietario, la prossima volta, di legare lo scooter dal telaio DOMENICA 20 MARZO 2011 Attualità SUL 150° ANNIVERSARIO DELL'UNITÀ D'ITALIA. FESTEGGIARE COSA? TRA REVISIONISMO E MERIDIONALISMO. VALENTINA ELIA “Ninco Nanco deve morire. Perché se campa potrebbe parlare e dire qualcosa di Meridionale”. Che brava gente, la gente del Sud. Modesta, umile, testarda. Ma brava gente. Lo Stato proclama la festa nazionale per celebrare l'Unità d'Italia nel suo 150° anniversario ed ecco che dal Trentino alle Isole è un tripudio di bandierine tricolori, fanfare, marce, attestati di gratitudine immensa all'impresa garibaldina. Tutti, in ogni regione, hanno risposto all'appello proveniente da Roma rendendo onore alla nostra grande Nazione. Ma cosa abbiamo festeggiato, esattamente? È vero che la storia ufficiale, quella che ci viene propinata sin dalla tenera età, viene sempre e comunque scritta dai vincitori. Da sempre è così. Ma c'è anche un'altra storia, un'altra verità, forse scomoda, sicuramente da tenere nei meandri della machiavellica “ragion di Stato”, da archiviare come “effetto collaterale” delle grandi imprese, ma comunque brutalmente reale, le cui ripercussioni si fanno sentire chiaramente anche oggi e, forse, per sempre. Per semplificare il concetto in un'unica frase si potrebbe citare il giornalista Pino Aprile nel suo fortunato libro “Terroni”: "I piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto". Ma non solo. Siamo stati aggrediti, depredati e massacrati come fecero gli americani con i pellerossa, deportati come gli ebrei, vessati come il popolo curdo, marchiati per generazioni con infamanti luoghi comuni in realtà ereditati da un passato tragico che ci ha defraudati di tutto. Sarebbe forse il caso di mettere da parte la retorica di questi giorni che è utile solo a nascondere la verità storica; una triste verità: dall'Unità d'Italia, il Sud è diventato una colonia. C'è ben poco da festeggiare: siamo stati occupati, non liberati. Gli anni di occupazione dell'esercito sabaudo furono segnati col sangue da fucilazioni arbitrarie, saccheggi, feroci rappresaglie (come dimenticare il massacro di Pontelandolfo, in Campania), strupri e barbarie. Il “Risorgimento” non fu quindi, come il termine lascia intendere, uno spontaneo movimento di popolo, ma una lunga serie di cospirazioni e sommosse ordite da movimenti elitari e sfociate in una serie di guerre di conquista combattute e vinte dal Piemonte col solo intento di allargare l'area di controllo sabaudo, col beneplacito degli stati europei alleati. Oltre due milioni di morti, 500 mila prigionieri politici borbonici, le casse del meridione dilapidate per coprire i debiti del Regno Sabaudo e finanziare lo sviluppo agricolo della pianura padana a scapito dell'allora fiorente economia del Sud. Nessun onore per chi combatté, sacrificando magari la propria vita, nessun risarcimento per i nostri morti innocenti, per la spoliazione totale che subimmo e di cui, ancora oggi, paghiamo le conseguenze. Zitti tutti: bandierine tricolore al vento e mano destra sul cuore: l'Italia è stata fatta e il passato non conta più. Il brigante Ninco Nanco è morto e nessun altro oserà mai dire “qualcosa di meridionale”. SIMBOLI I “BRONZI” DEL VIALE EUROPA ANTONIO CORMACI i sono quei monumenti che sono simbolo di una città, che rappresentano la sua fama. I Bronzi di Riace, per esempio, rappresentano Reggio, sono Reggio, e sono l'icona del lato culturale della medaglia reggina. Tuttavia, dove l'occhio del turista non arriva, può arrivare quello di un cittadino comune, che magari abita da 30 anni sul Viale Europa, negli edifici popolari dell'Aterp (Azienda territoriale edilizia residenziale pubblica), e che osserva altri tipi di “bronzi” (non in senso letterale), che sono l'icona dell'altra faccia della medaglia, quella degradata con cui abbiamo a che fare giorno dopo giorno. Lo scenario è sempre il solito. Si sono succedute le amministrazioni, ma la sostanza è rimasta immuta- C IL TRENO DI LEGAMBIENTE A REGGIO CALABRIA (LE CONTRADDIZIONI DEL MINISTERO DELL'AMBIENTE) FRANCESCA RAPPOCCIO Con grande tempismo, dopo lo tsunami giapponese, il Treno Verde di Legambiente attraversa l'intero territorio italiano e dal 17 marzo fino al 19 ha compiuto la sua unità nazionale presso la stazione di Reggio Calabria. Eppure non si tratta della prima volta, ma della 22° edizione che vede il coinvolgimento anche delle Ferrovie dello Stato, del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il fascino di quest'iniziativa non è solo educativa e civile, ma ha lo scopo di far compiere a qualsiasi cittadino un viaggio verso l'ecosostenibilità “alla scoperta di un mondo fatto di città ecologiche, di energia pulita, aria più respirabile e stili di vita virtuosi”. Sul Treno Verde (che ha visto la partecipazione di un gran numero di giovani) si è parlato di buone pratiche e cambiamenti climatici, nell'ambito della campagna Patto dei Sindaci, l'accordo europeo secondo il quale i Comuni si impegnano a realizzare, entro il 2020, piani di azione per rientrare negli obiettivi del 20-20-20. Si è discusso anche di mobilità sostenibile, 11 SE TOM ACCIUFFA JERRY Non uno ma due Tom a pestare a sangue Jerry. Nel ruolo di Jerry una donna di Roghudi sorpresa dai due Tom, titolari di un negozio di frutta e verdura, a rubare una forma di formaggio. E se nei cartoon a rimanere a bocca asciutta era sempre Tom, in questo caso è Jerry che resta a digiuno! Sottratta la caciotta viene direttamente spedita in prognosi riservata. I due autori del pestaggio dopo quattro mesi dall’agghiacciante aggressione sono finalmente finiti in manette. DOMENICA 20 MARZO 2011 A fare da cornice al nuovo ospedale Morelli,due scheletri di edifici dell'ATERP, cimeli di immobilismo da più di 20 anni ta. Quello che appare è un ambiente in pieno degrado, un degrado in pieno centro cittadino, in una zona frequentata e ricca di piccole attività commerciali: parliamo di due plessi incompiuti dai quali spiccano cemento armato e ferraglia arrugginita, due giganti poggiati sull'immondizia, su quella che è ormai diventata una piccola discarica, covo nocivo di rifiuti di ogni genere, quindi di malattie, e luogo dove si riproducono abitualmente animali randagi. Una fittissima boscaglia fa quasi da fossato a queste fortezze di vergogna. Ma non solo: secondo le segnalazioni degli abitanti dei palazzi vicini, uno dei due prefabbricati è sede quasi abituale di un gruppo di extracomunitari che provoca non poca preoccupazione a coloro che abitano nei palazzi limitrofi. Se si astraesse per un attimo l'insieme dall'ambiente circostante, sembrerebbe di essere in uno scenario da guerra, dove quei due mostri di cemento sembrano oggetto di qualche assurdo bombardamento. Ma l'Aterp pare che se la prenda comoda, e sembra anche particolar- analizzando i vantaggi che il trasporto pubblico su ferro può garantire alle città e ai cittadini. La prima carrozza del Treno è dedicata alla mobilità e a come questa può diventare sostenibile. Attraverso un esatto percorso pensato per progettare città migliori, la seconda carrozza spiega, invece, il meccanismo dell'effetto serra e i vantaggi delle energie rinnovabili, temi che conducono direttamente alla terza carrozza, a bordo della quale è allestita una vera e propria casa ecologica che dimostra le novità per risparmiare energia nella salvaguardia dell'ambiente. Come sempre è encomiabile l'azione che da più di trent'anni Legambiente compie nel dialogo perenne con le istituzioni, nelle campagne di sensibilizzazione a tutela del Pianeta e delle sue risorse. Ma vige una contraddizione. In questi giorni terribili, mentre il mondo e l'Europa intera ridiscutono sulla sicurezza del nucleare (Germania in primis), il ministro Prestigiacomo rassicura il popolo italiano e da Bruxelles bacchetta “i malpensanti” tacciati di disseminare allarmismi. Eppure la tanto sbandierata sicurezza sul nucleare, considerato unica fonte di energia possibile per il paese, non esiste. Il Giappone l'ha compreso a sue spese. Dunque, come conciliare posizioni così estreme, non curanti della realtà con la scelta di appoggiare campagne contro il nucleare e sempre a sostegno di una visione ecosostenibile? Ebbene, siamo di fronte all'ennesima incoerenza tutta italiana. mente lontana l'ipotesi di un dialogo con l'amministrazione comunale per iniziare un'operazione di recupero delle strutture. Ma questa è una diatriba che va avanti da anni, e conseguenti sono state le ipotesi di recupero proposte dall'amministrazione di turno. La più singolare, che tuttavia non ha trovato sbocchi pratici, era quella di abbattere gli edifici e di costruirci un parcheggio. Il punto è: perché gli edifici sono là? Tralasciando per un attimo il dopo costruzione, non resta che capire perché sono là da così tanto tempo. Gli edifici facevano parte di quel grande piano di riqualificazione della zona del Viale Europa operata dall'Aterp. Protagonista, però, è stata la proverbiale incapacità gestionale che ha colpito altre infrastrutture della nostra città, nonché la mancanza dei criteri antisismici richiesti. Dunque i lavori non proseguirono, per motivi burocratici ed economici. L'intero viale è costellato. Recentemente, gran parte di questi sono stati riqualificati e ristrutturati dopo essere stati dichiarati pericolosi ed evacuati da famiglie che risiedevano là da 35 anni. Fino a qualche mese fa c'era anche il problema eternit, il quale è stato prontamente rimosso. Ma i due giganti restano ancora lì, indifferenti ai lavori di restauro e recupero delle file vicine. Il progetto “Contratto di quartiere II", interamente finanziato dalla Regione, a cui l'Aterp ha partecipato in partenariato con Comune, dipartimento Patrimonio architettonico e urbanistico (Pau) della "Mediterranea", Associazione industriali, Ance di Reggio e altri attori privati, è la base dalla quale è decollato il progetto di recupero. A questi ultimi soggetti spettava il compito, per convenzione, della demolizione e ricostruzione dei rimanenti scheletri Aterp in analisi, in prossimità dell'ospedale Morelli. La proposta progettuale presentata dall'Aterp, costata circa 3 milioni, ha consentito di immettere sul mercato della locazione a canone sociale, per famiglie a basso reddito, altri 40 nuovi alloggi, recuperati dalle file vicine, ma della demolizione dei rimanenti scheletri non si è più detto niente. Che non si stia pensando ad un'ipotesi di recupero? Il progetto, ideato nel 2004, doveva idealmente concludersi proprio quest'anno ma l'abbattimento (o recupero, chi lo sa) dei due scheletri, che erano quasi il fulcro del progetto, sembra debba aspettare ancora parecchio tempo. Viale Europa e Aterp è un idillio compiuto solo a metà! IL PIANO “INFALLIBILE” Rapina riuscita solo in parte nella notte di mercoledì presso il Banco di Napoli di Viale Zerbi Centro Sportivo Siderno Anno Sociale 2010/2011 Centro Sportivo Siderno Palestra & Piscina Body Building Cardiofitness Rieducaz.Funzionale Step-Gag Aerobica Corpo Libero Spinning Scuola Nuoto Bambini Scuola Nuoto Adulti (anche per i non galleggianti) Corsi per Assistenti bagnanti Gym Hydrobike Rieducazione Funzionale in acqua Attività Agonistica Squadra Nuoto Master Vita Antonio, Foti Carmelo e Foti Mariano (detto “Mariolone”). Non certo nomi noti al mondo della malavita o in qualsiasi altro contesto. Nella notte tra mercoledì e giovedì hanno comunemente deciso di introdursi all’interno del Banco di Napoli al fine di svuotarne la cassaforte in compagnia di un “esperto scassinatore” rom. I tre, si verrà sapere dalle indagini, possedevano il pallino della rapina ormai da qualche mese. Non riuscendo a sbancare il lunario o a fare un bel milioncino al superenalotto, decidono dapprima di rapinare un furgone portavalori, poi, una volta considerato il “colpo” troppo pretenzioso, si limitano a voler introdursi nottetempo all’interno di una delle banche più centrali e situata tra le zone più frequentate dell’intera città. Ma questo è un particolare che non fermerà i quattro. L’appuntamento era fissato per la tarda serata di mercoledì e, a quell’appuntamento, il “Mariolone” si è presentato in compagnia del rom, che poi è salito sull’auto di servizio della guardia giurata di turno quella notte, Vita Antonio, procedendo poi a effettuare il “colpo”. Il giorno dopo il direttore del Banco di Napoli di Viale Zerbi, nel vedere la cassaforte svaligiata, ha immediatamente chiamato i Carabinieri. Le indagini non durano molto. Le porte di accesso non presentavano segni di effrazione. Ciò – hanno dedotto gli investigatori – sta a significare che i ladri avessero un complice che lavorasse all’interno della struttura (il piano inizia a presentare qualche lacuna). Chiaramente ad essere interrogato è il vigilante di turno che, con doti recitative di discreto livello, nega di aver sentito il minimo rumore. “Trattasi di professionisti!” (un po’ di autocompiacimento non fa mai male). Un vero peccato quando, dopo alcune ore, è stato tecnicamente possibile visionare i filmati di videosorveglianza dell’Istituto. I tre complici e la guardia giurata vengono fermati immediatamente. Non è stato decisamente un piano geniale. Mario Labate 12 Piana CINQUEFRONDI VALORIZZA LA CULTURA Si è svolto a Cinquefrondi il terzo concorso letterario nazionale "Una rosa in collina", organizzato dall'associazione di volontariato "Senza frontiere". Tema di quest'anno è stato la famiglia, "increspatura di vissuto che non riguarda solo il nucleo tradizionale ma tutte le unioni presenti nella società che hanno pari diritto di essere rappresentate" ha affermato Angelo Siciliano. Sono stati 28 i racconti che hanno superato la preselezione e che sono stati vagliati dalla giuria composta da Marco Tripodi, assessore provinciale all'associazionismo e al volontariato e primo cittadino di Polistena, Marco Cascarano, sindaco di Cinquefrondi e dalle docenti Nico- DOMENICA 20 MARZO 2011 Attualità Polistena: Operazione “Scacco matto” Si scopre un pentito, un giornalista “condizionato” MARIA BOETI In settimana abbiamo assistito ad un evento che nessuno si aspettava, che nessuno avrebbe mai immaginato, siamo stati tutti colti alla sprovvista e, niente è più dannoso come il panico. I Longo di Polistena mattina di martedì all’ alba venivano arrestati. Tutta la loro crono-storia era in primo piano sulle pagine delle maggiori testate regionali, in articoli on line e, sulle reti televisive. Quasi tutti hanno evidenziato nei titoli di apertura l’ operazione di polizia che gli inquirenti hanno messo a segno, infatti, gli hanno sequestrato beni per un valore di 30 milioni di euro. Polistena, regno del male? La nostra è una cittadina pregna di cultura, dove vivono menti illuminate, penne raffinate, poeti, scrittori, filosofi, storici e, dove gli abitanti si frequentano per rendersi migliori gli uni con gli altri. Democrito diceva: “ una sola persona vale quanto tutto il popolo e tutto il popolo quanto una sola persona” e aggiungerei che mai frase calzò così bene come per Polistena. Per cui, sarebbe bene mantenerci sobri evitando gli estremi senza cadere in ingannevoli trappole. Chi scrive deve rendersi utile al l’umanità, lasciare ai posteri la propria opinione che può anche non coincidere con quella degli altri ma, questa è quella che si dice: non-violenza. La maxi-operazione è stata sicuramente fra le più importanti portata a termine negli ultimi anni, partita da un’ ordinanza di custodia cautelare da gip Tommasina Cotroneo, su richiesta del sostituto Marco Colamonaci. L’ operazione, inoltre, ha visto impegnata tutta la squadra mobile di Reggio e, del commissariato di polizia di Polistena i due funzionari Amati e Giordano. Oltre all’ impegno del procuratore Giuseppe Pignatone, dall’ aggiunto Michele Prestipino, da questore Carmelo Casabona, e dal capo della mobile Renato Cortese. E, le colonne portanti sulle quali si regge l’ inchiesta sui Longo sono le dichiarazioni del pentito Biagio Girolamo Bruzzese che svela i retroscena e riferisce grosse informazioni. Però - anche qui - un dubbio sorge, qualche passaggio sembra non quadrare, c’è l’ impressione che non tutto s’ incastra alla perfezione col resto del mosaico da lui descritto. Infatti, il collaboratore di giustizia ammette:” Loro erano che controllavano i voti chi doveva salire a gestire il comune di Polistena” e, alla domanda del sostituto commissario: ”questo fino al duemila e tre fino a quando?” il giovane risponde: “ fino al duemila e tre e sarà sempre così fino al duemila e tre e non è che adesso è cambiato nulla”. Qualunque cittadino polistenese di fronte a queste dichiarazione Cinquefrondi: Parla il sindaco Marco Cascarano Braccio di ferro tra Sorical e Amministrazione ISABELLA GALIMI MARCO CASCARANO, sindaco di Cinquefrondi La Sorical taglia l'acqua, Cascarano risponde- Cinquefrondi in ginocchio per il braccio di ferro tra l' Amministrazione e Società Sorical Un paese in ginocchio, una comunità senza acqua. Questa la situazione che si è venuta a creare a Cinquefrondi nella giornata di venerdì 11 marzo e, per alcune ore, nei giorni seguenti. Marco Cascarano, sindaco della città, ci illustra la situazione presa ina tto al momento dell'ascesa al suo ruolo, lo scorso aprile: “Abbiamo trovato da parte della Sorical un presunto credito di circa 1.100.000,00 , maturato poi tra il 2010 ed 2011 a circa 1.200.000,00 . La cifra che il Comune ritiene invece di dover dare alla società, sulla base di una contestazione storica, è di circa 153.000 euro annui, ovvero l'impegno di spesa che invece il Comune ritiene di avere sulla base del fabbisogno reale. La contestazione con la Società parte dagli anni 90 ed arriva sino al 2010, prima contro la CasMez e poi contro la Regione Calabria, subentrata a quella, solo in seguito alla Sorical, che si presenta come società pubblico privata. Il sindaco analizza come il braccio di ferro vada avanti dal primo gennaio 2004 tra l'Amministrazione Comunale e la società,e sono molto gli elementi di dubbia natura che caratterizzano la vicenda:”Non esiste in effetti un contratto in essere tra la società ed il comune, i contatori che la Sorical utilizza per fornire i dati all'Ente non sono omologati, i volumi di acqua indicati dalla società non corrispondono a quelli riscontrati dal comune. Si è ora in attesa di giudizio da parte delle autorità competenti, ragion per cui Intanto a S.Giorgio Morgeto c'è l'appoggio alla lista capeggiata da Vincenzo Marrapodi Emilio Ierace e le “sfide” di Generazione Futura “Se qualcuno ci chiede se stiamo con la destra o con la sinistra, risponderò senza infingimenti e senza retorica che Generazione Futura sta con la gente". E' questo l'incipit del discorso di Emilio Ierace, Presidente della Costituente di Generazione Futura, a S.Giorgio Morgeto durante la presentazione dei candidati della lista capeggiata da Vincenzo Marrapodi. Ierace ha condiviso la “struttura” della lista di Marrapodi poiché “composta dall'energia e dall'entusiasmo di tanti giovani, che hanno in comune a Generazione Futura molte idee e molti progetti”. Oltre a ciò, Marrapodi ha voluto porre l'accento su una maniera diversa di gestire la cosa pubblica che deve, innanzitutto, riguardare le fasce più deboli della popolazione (anche attraverso l'istituzione di consulte autonome). Per l'aspirante sindaco, inoltre, la riqualificazione del centro storico, può rappresentare un'occasione per richiamare turisti e creare occupazione. Tra le fila di Marrapodi, vi sono anche i nomi di Stefano Ierace, Vincenzo Pezzano, Roberto Carere (che dovrebbe esercitare, da esterno, la consulenza al turismo), e Laura Venoso. Generazione Futura si pone, dunque, quale importante interlocutore per molti candidati alle prossime elezioni amministrative di maggio. Basti pensare che Emilio Ierace (che abbiamo raggiunto telefonicamente), ci ha detto che sosterrà le candidature di Riccardo Ritorto, a Siderno, e Giovanni Calabrese, a Locri. Ma l'attività del movimento politico non si esaurisce nel semplice interesse per le elezioni. Sono tante, difatti, le iniziative, le proposte e gli interventi che mirano sempre a centrare il cuore dei proble- lina Gioffrè, Rosanna Giovinazzo e Franca Ierinò. Una giornata mirante alla valorizzazione della cultura e della scrittura. L'iniziativa, dopo una serie di interventi, tra cui quello del sindaco Cascarano, che ha dimostrato di apprezzare l'operato dell'associazione e dei volontari che vi lavorano sostenendo che " questa realtà dovrebbe essere considerata un esempio dalle associazioni che non collaborano e avanzano sempre più spesso richieste alla classe politica". In chiusura la premiazione dei partecipanti, al primo posto il racconto "L'albero che modellava i sogni" di Concetto Scandurra di Pescara, ritenuto "un inno al Sud" dalla giuria, al secondo "Lettera dalla memoria" di Franco Fiorini di Veroli e il terzo a "Il ritorno di Anita" di Vittorio Scatizza. 13 DOMENICA 20 MARZO 2011 rimane perplesso, se ciò fosse vero i polistenesi sarebbero sottomessi riguardo i voti, da qui, l’ immagine della colta e sempre attenta Polistena ne uscirebbe davvero compromessa e, antipaticamente retrocessa. Naturalmente i magistrati sono più avvezzi di chi vi scrive e vaglieranno con la dovuta attenzione le dichiarazioni. Io credo non si possa ledere in toto la dignità di un popolo, il quadro che ne esce fuori non onora l’ umanità e, l’ inclinazione al bene, doti naturali – queste – della nostra cittadina. Infine, consapevoli che Polistena è un agglomerato formato da più persone concludiamo che alcuni, per un certo periodo hanno avuto le labbra incollate poi di colpo si sono spogliati dei loro vizi e hanno parlato, altri, si sono da sole aperte la via verso la libertà consapevoli che la vita politica e sociale di una cittadina passa attraverso il pensiero degli intellettuali e, di nessun altro! La maxi-operazione è stata sicuramente fra le più importanti portata a termine negli ultimi anni, il comune non ha proceduto e non intende procedere con il pagamento,tuttavia ci siamo impegnati fornendo con un 40 % solo come titolo di anticipo”. Gia 2 mesi prima delle elezioni amministrative la Sorical fece una diffida nei confronti del comune anche con un manifesto pubblico, situazione che contestata dalla precedente amministrazione, e che causò il deterioramento dei rapporti in essere. ”Il 1 aprile 2010” aggiunge Cascarano,” dopo 24 ore dall'insediamento, mi è arrivata un ulteriore diffida, ma la situazione era migliorata grazie ad un margine di apertura politica. Oggi, il fatto che oggi la società abbia risposto con un atto unilaterale, non fa altro che arrecare tensioni e peggiorare il contesto, mettendo in ginocchio una comunità. Secondo il legale del Comune, la Sorical non avrebbe potuto agire interrompendo il flusso dell'ac- qua, e mentre la Sorical parla di strozzatura, l'amministrazione ha invece riscontrato un interruzione del pubblico servizio. E' comunque in atto un'indagine da parte della Procura della Repubblica” Esiste ora una situazione di apertura, grazie anche all'intervento super partes della prefettura,coinvolta dal sindaco per la delicata mi. Da segnalare, per esempio, che Ierace, pur complimentandosi per l'ultima operazione della Dda di Reggio Calabria guidata da Francesco Pignatone, è critico nei confronti di molti sindaci che oggi si congratulano per le varie azioni anti-mafia, ma negli anni non hanno disdegnato nelle loro liste la presenza di personaggi non proprio immacolati. Oltre alla riqualificazione della cultura e del cinema, quale spinta indispensabile per il rilancio della nostra terra, per il Presidente di Generazione Futura esiste, dunque, anche un “problema giustizia” che va affrontato seriamente ( “visto che ogni giorno c'è un innocente che viene condannato ingiustamente ed un colpevole che riesce a farla franca”). Difatti, “ l'interrogatorio situazione che si era venuta a creare sotto un profilo sanitario e di ordine pubblico al fine di individuare scenari possibili e realizzabili a breve termine, che possano soddisfare tanto le esigenze della Sorical che quelle del Comune,”è necessario che tutti i protagonisti della vicenda facciano un passo indietro, attualmente le pretese della società non possono essere recepite”, ci rivela il giovane Amministratore. Sulla reazione dei cittadini, il sindaco commenta:“ Credo che Cinquefrondi sia oggi arrivata ad un livello culturale molto elevato, è sorto infatti un comitato civico spontaneo che ha protestato con un sit in, capendo le ragioni storiche della vicenda. La politica deve assumersi delle responsabilità, che non sono quelle di affrontare il debito, ma pensare ad un approviggionamento idrico serio, autonomo per il comune. Avessimo avuto una intuizione politica del genere molti anni fa, probabilmente non saremmo arrivati a questo punto, considerando anche la prossimità alla Limina e alle sorgenti. Stiamo ragionando anche su questo e credo che nel giro di un anno, un anno e mezzo, saremo in grado di dare i primi i risultati” di garanzia disciplinato dall'art. 294 del c.p.p. è iniquo, poiché è utile precisare che gli arresti in carcere (meglio definiti: custodia cautelare in carcere) vengono convalidati dal g.i.p. (giudice per le indagini preliminari) su richiesta di un p.m. (pubblico ministero), che a sua volta fa da ponte tra gli inquirenti (carabinieri, polizia, guardia di finanza, ed altri organi inquirenti) e le procure, avvalorando a priori le tesi accusatorie degli inquirenti. Difatti, se il Gip dispone l'arresto oggi, come può il giorno dopo fare marcia indietro? Non sarà invece psicologicamente interessato (perché predisposto, anche in perfetta buona fede) a cogliere di più gli elementi di colpevolezza che quelli d'innocenza?”. Tra le tante cose, poi, vi è in UN WEEK END SAPORITO Cinquefrondi si trasforma in una fiera dei prodotti di nicchia dei Parchi d’Italia Si è conclusa sabato 12 marzo la tre giorni del primo evento nazionale dell’Associazione Italiana Comuni dei Parchi “ I beni enogastronomici ed alimentari e le aziende di trasformazione nelle aree protette”. 50 gli stand dei produttori arrivati da tutti i Parchi d’Italia al fine di promuovere e valorizzare quelli che il Presidente dell’Associazione, Michele Galimi, ha definito come”Il nuovo petrolio”. Dai formaggi dell’Abruzzo ai dolci siciliani, dal liquore della Campania ai vini delle vigne del Lazio, passando attraverso una varietà di prodotti tipici e percorsi di degustazione che hanno intrattenuto e deliziato il pubblico accorso alla mostra-mercato. L’Associazione, nata nel 2002, conta oggi circa 600 comuni e si propone di salvaguardare i piccoli comuni montani, culla dei valori e delle tradizioni del nostro tempo. A differemza di molte altre associazioni, che pongono al centro del loro essere la flora o la fauna, quella dei Comuni dei Parchi pone l’uomo come elemento fondamentale del proprio focus, vedendolo come reale protagonista. Ad aprire il convegno il sindaco di Cinquefrondi, Marco Cascarano, che di è dimostrato entusiasta della portata dell’evento e dell’impegno dell’Associazione, invitando a far divenire l’evento un appuntamento annuale. Ad intervenire anche l’Onorevole Antonio Caridi, Assessore alle attività produttive alla Regione Calabria, il quale ha sottolineato le forti difficoltà di fare impresa in Calabria e il termine dei “finanziamenti pioggia”. Commosso il passaggio del Presidente Michele Galimi, che ha aperto la propria riflessione omaggiando Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, innamorato della sua terra e del suo mare, stroncato dalla malavita organizzata. Tra gli altri relatori Leo Autelitano, Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte e Silvio Larosa, Presidente della Comunità montana della Limina. Sono intervenuti ache Mario Cicero, sindaco di Castelbuono, Federico Curatola, sindaco di Bagaladi,Pietro Molinaro, Presidente della Coldiretti regionale, Pasqualina Maria Zaccaria, dirigente scolastico dell’istituto “Renda” di Polistena e GianFranco Nappi, Presidente dell’Associazione “Oltre il giardino” I.G. progetto un referendum, nelle piazze italiane, per chiedere “un sistema monocamerale con conseguente abolizione del Senato della Repubblica e il necessario snellimento dell'iter legislativo con un'imponente taglio della spesa pubblica per il funzionamento dei palazzi e il mantenimento di inutili parlamentari”. Intanto, con il supporto di esperti del settore, Generazione Futura sta anche studiando i fenomeni legati alla disoccupazione, il “malessere” giovanile ed i problemi dell'ambiente (con particolare riferimento alle nuove forme di energia). Insomma, quella del movimento di Emilio Ierace non è solo una grande sfida politica, ma anche sociale e culturale. DS 14 Locride 48, MORTO CHE PARLA Riassumiamo. Il sindaco di Bovalino, prof. Tommaso Mittiga, qualche tempo fa ha ritirato al dr. Vadalà la delega di vicesindaco e ancor quella di assessore ai Lavori pubblici. Questo dr. Vadalà, a nostro parere, deve pesar molto se il sindaco ha deciso di surrogare le due revocate deleghe , distribuendone ben 44. Se fosse arrivato a 48, avremmo avuto: morto che parla. DOMENICA 20 MARZO 2011 Attualità IL RISORGIMENTO IN MUSICA Canta che ti passa... CRISTINA BRIGUGLIO In una Locride sempre più distratta e sempre più nostalgica, Roccella si conferma essere un'isola felice per la qualità delle sue iniziative culturali. Su richiesta dell'Amministrazione Comunale, la cittadina jonica è stata, infatti, inclusa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri tra le città che, in forma ufficiale, partecipano alle Celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia. Per l'occasione sono state programmate una serie di iniziative (tra cui l'intitolazione dell'Auditorium) che hanno avuto una grande risonanza e una sorprendente partecipazione di pubblico. Colpiscono poi l'entusiasmo, la passione e l'energia dell'instancabile Sisinio Zito, artefice insieme alla Associazione Rumore Mediterranei di un ennesimo grande evento musicale. <<Ci sentiamo onorati di esibirci in Calabria e precisamente in un auditorium intitolato all'Unità d'Italia>>, così il maestro Ambrogio Sparagna, fondatore e direttore dell'orchestra Popolare Italiana del Parco della Musica di Roma, ha aperto, insieme al suo ensamble di voci, organetti, tamburelli, viola e contrabbasso, il concerto del 17 marzo, all'Auditorium di Roccella Jonica. Il concerto dal titolo "Partire partirò" ha riproposto in modo originale alcuni fra i più significativi canti popolari risorgimentali; dal primo canto italiano filonapoleonico (che ha dato il titolo allo spettacolo), ai canti garibaldini, alle bellissime e controverse ballate tradizionali del Sud, che testimoniano le gesta dei briganti meridionali. La scelta dei brani è stata un omaggio alle diversità, anche regionali, che hanno composto e compongono l'identità unitaria del Paese, e all'eroismo di coloro che ne sono stati gli artefici, nonostante i conflitti e le contraddizioni che hanno caratterizzato il nostro Risorgimento e le criticità che il processo di unificazione ha lasciato insolute (come ha ricordato anche il Presidente Napolitano nel suo discorso al Parlamento). Il concerto di Ambrogio Sparagna, che il 16 marzo aveva aperto i festeggiamenti della Notte Tricolore nella Capitale, ha commosso e divertito il pubblico di Roccella, perchè la musica popolare è diretta, immediata, priva di retorica e colpisce al cuore. Dalla sala stracolma si sono levati fragorosi applausi per le ballate tradizionali che testimoniano l'impegno comune di un popolo in lotta. Il pubblico ha ascoltato con attenzione e reverenza il brano che narra le vicende del prete rivoluzionario Ugo Bassi, fucilato a Bologna dagli austriaci nel 1848, si è commosso per il canto di una madre forlivese in cerca del giovane figlio garibaldino ucciso in battaglia, ha seguito, battendo le mani, il ritmo incalzante e sincopato degli stornelli popolari degli emigrati in Brasile di fine Ottocento. Tutto ciò è la conferma di un dato importante: l'intensa e commovente partecipazione di popolo alle varie manifestazioni organizzate in tutta la Nazione. In un periodo così segnato da spinte disgreganti, partecipare, con consapevolezza e orgoglio, alle celebrazioni per il 150° della nascita dello Stato Unitario rappresenta un bel segno di quel patriottismo costituzionale più volte auspicato dal Capo dello Stato. Certamente una rondine non fa primavera così come una bandiera sul tetto non fa una Nazione. Sono però delle primizie importanti. Considerando che l'identità unitaria per molti italiani è ancora tutta da costruire e che paradossalmente, sembra sia stato quasi più facile “fare l'Italia" che non "fare gli italiani", anche esporre una bandiera può diventare un segno di speranza. Un gesto simbolico che può contribuire a spezzare le catene di autoisolamento, per aprirci al respiro nazionale, e sempre di più nel futuro, all'orizzonte europeo. LOCRI ELEZIONI AMMINISTRATIVE La chance più grossa per Lombardo. Macrì legato mani e piedi a Scopelliti GIULIO ROMEO Le menti di Locri sono in movimento. Alacremente al lavoro per affrontare una campagna elettorale che realtà potrebbe essere già decisa. Almeno stando alle vox populi e ai numeri che fino adesso si stanno mettendo in campo. Il favorito, quello che più o meno tutti indicano come unico capace per consenso e curriculum elettorale di imporsi immediatamente al verdetto delle urne, è Pepè Lombardo che l’agio di una lista civica, e che quindi potrebbe mettere nel calderone dai più convinti esponenti della destra sociale ai cattocomunismi degli anni 2000. Tanto la lista è civica. Così il Fli appoggia Lombardo, il Pd appoggia Lombardo, il Pci appoggia Lombardo, insomma tutti stanno con Pepè, che quindi non dovrebbe avere difficoltà a sedere sulla poltrona del major della cittadina locrese. Infatti a contendere il posto da sindaco all’esponente una volta del Pd oggi della civica piazza, ci sarebbe da un lato Sainato, che però ancora non ha sciolto dei dubbi e che sta cercando di capire come comportarsi con la famiglia Laganà, di cui è parente ma che si ritrova, forse, dalla parte di Lombardo, con cui poteva esserci, visto il ponte dei Laganà, più che uno spazio di accordo. Il resto dei grandi numeri dell’elettorato locrese non ci pare possa determinare il rischio che Raffaele Sainato sia in corsa per la vittoria finale, ma l’urna è donna e capricciosa. Più consistente dovrebbe essere l’opportunità di Giovanni Calabrese, che da sempre ha dimostrato di avere un bottino di consensi discreto, forse il più alto a livello personale. Certo l’incoerenza di essere nel Pdl ma non sostenere uno degli uomini più vicini a Scopelliti può destabilizzare l’elettorato berlusconiano. Ma poi un partito così solido, unito e esempio di rettitudine come il Pdl può consentire una così fatta lotta intestina? Bisognerebbe chiederlo al Governatore maximo che da una parte potrebbe essere l’asso della manica di Francesco Macrì, a cui pare abbia promesso incondizionato appoggio. Come fece Berlusconi per i suoi anche l’avvento a Locri del Presidente Scopelliti per spingere Macrì potrebbe essere determinante. Ma, perché un ma c’è, Scopelliti in questo periodo inizia ad avere più problemi di quanto pensasse: dalle inchieste milanesi alle situazioni legate a rifiuti e sanità. L’uomo della provvidenza comincia a scendere con i piedi per terra, e se è volato troppo in alto il tonfo potrebbe fare rumore. E naturalmente incidere sull’esito elettorale di Macrì. I giochi sono aperti. LOCRI ELEZIONI AMMINISTRATIVE Terrore e sospetto condizionano i comportamenti politici ANTONIO TASSONE A meno di due mesi dalle elezioni comunali, mentre nel centro sinistra è venuta fuori una candidatura, quella di Mimmo Panetta, più o meno unitaria ( si parla però ancora di incontri tra la delegazione del PD e quella del movimento Siderno Libera che, lo ricordiamo, ha indicato quale candidato a sindaco Giovanni Lanzafame) nel centro destra a tutt'oggi non si conosce, o conoscono (perché sembra che i candidati potrebbero essere più di uno) i nominativi dell'aspirante sindaco, anche se, come già detto domenica scorsa, in pole-position parte l'attuale vicepresidente del consiglio provinciale Riccardo Ritorto. L'UDC ancora aspetta la definizione delle candidature alla presidenza della Provincia dopo che il presidente Cesa ha deciso di commissariare in provincia di Reggio Calabria il partito dello scudo-crociato. Il commissario Brullo e l'entourage uddiccino stanno lavorando per un accordo interforze ma in caso di scelta autonomista sarebbe pronta la candidatura di Domenico Catalano. Il clima di terrore e di sospetto che le operazioni giudiziarie hanno La mancanza di dialogo e portato in città stanno pesantemente condizionando i coml'incapacità di compiere scelte portamenti politici di moltissiampiamente condivise hanno mi esponenti della politica sicuramente fatto perdere lo locale. Nessuno ne parla, ma il rischio e la paura (usando una smalto che ha permesso al metafora appropriata) è quella centrodestra cittadino di di trovarsi nelle condizioni di un cesto di mele: “con qualche governare per due legislature mela marcia, difficile da individuare, che vada ad intaccare le altre”. Spiace dirlo, ma al momento attuale, si registra la totale assenza di giovani e nessuno sembra avere la forza e la capacità di imporre un vero cambiamento. In tutte le sedi di partito, infatti, non si sta parlando di proposte di sviluppo per la città ma di spartizioni di posti e si fa finta di stilare programmi ambiziosi, che, a parere di chi scrive, non potranno mai essere realizzati soprattut- to per la difficile situazione economica in cui versa il Comune di Siderno. Veniamo agli schieramenti. Il fatto che a sinistra non si sia riusciti a trovare un nome alternativo a Mimmo Panetta dimostra chiaramente le difficoltà di un'intera classe politica che non è riuscita, in nove anni d'opposizione, a formare giovani capaci di spendere le proprie energie per la propria città . Mancano soprattutto le idee, quelle vere, grandi assenti di questa tornata elettorale, che da sole dovrebbero trainare un' intera popolazione al cambiamento ed in questo momento, diciamo noi, Siderno ne avrebbe veramente bisogno. Il clima denigratorio, con il continuo scambio di accuse ( è da venti anni ormai ) ha avvelenato il confronto contribuendo ad allontanare sempre di più i cittadini dalle istituzioni e dalla politica. Spiace dirlo ma la contrapposizione dialettica su un'idea o su un progetto manca dal menù politico sidernese già da troppo tempo e la sinistra ha anche contribuito pesantemente alla causa non riuscendo in nove anni di opposizione ad abbozzare un' idea alternativa ai governi di centrodestra cittadini. Per non essere tacciati di parzialità dobbiamo anche dire, però, che il centrodestra non sta sicuramente meglio. Le troppe defezioni e le lotte intestine stanno indebolendo la coalizione. La mancanza di dialogo e l'incapacità di compiere scelte ampiamente condivise hanno sicuramente fatto perdere lo smalto che ha permesso al centrodestra cittadino di governare per due legislature. Le speranze di vittoria del centrodestra sono legate a doppio filo con la capacità di trovare l'unità di intenti e la serenità perduta, attraverso la messa in campo di forze fresche ma dotate del giusto entusiasmo e qualità per affrontare una campagna elettorale che ad oggi sembra essere tutta in salita anche per la mancata designazione ufficiale del suo candidato (sarà Riccardo Ritorto?) . Intanto registriamo che mentre il candidato del PD Mimmo Panetta ha presentato un progetto di programma, il Popolo delle Libertà non ha inteso organizzare nessuna iniziativa politica e tutto questo accade mentre si avvicina la scadenza elettorale del voto amministrativo previsto per il prossimo 15 e 16 maggio. 15 MARINA DI GIOIOSA PER UNA VOLTA CITTÀ DELL’OZIO Alle manifestazioni per i 150 dell’Unità d’Ialia c’era un grande assente: il comune di Marina di Gioiosa Jonica, uno dei paesi della Locride a non celebrare il 17 marzo. E’ senz’altro lodevole l’iniziativa organizzata dall’Istituto Comprensivo e dalla Dirigente Murdocca per il 19 marzo ed è sicuramente importante coinvolgere le scuole nella ricorrenza. Tuttavia l’Unità Nazionale avrebbe richiesto uno sforzo maggiore di coinvolgimento di tutta la collettività, in una giornata di Festa nazionale che per i cittadini della città del sorriso si è rivelata di puro ozio. SE NON ORA, QUANDO? SE NON NELLA LOCRIDE, DOVE? ILARIO AMMENDOLIA Ci hanno messo le mani al collo e stanno stringendo con tutta la loro forza. Faccio solo qualche esempio: il Comune di Caulonia per il 2011 avrà un taglio ai trasferimenti dello Stato di 340.000 euro. Ancora di più Siderno e Locri, di poco meno Roccella, Bovalino, Gioiosa Jonica e Gioiosa Marina. Solo per citare i Comuni più grandi del nostro comprensorio. Ma questo è solo l'aperitivo. I servizi sociali sono stati tagliati per il 76% per cento. Il fondo della famiglia è stato ridotto di due terzi e precisamente da 185 a 51 milioni. Il decreto mille proroghe ha tagliato per intero tutti i fondi per la non autosufficienza. I tagli si abbattono come uno tsumani sulle popolazioni del Sud . Tanto più un territorio è debole tanto più rischia di esserne travolto. I fendenti si abbattano sulle scuole, sugli uffici postali, i trasporti, sui servizi essenziali conquistati con le lotte degli anni 60 e 70. Eppure l'accetta non si abbatte su tutto. Il messaggio di questo governo è chiaro: noi ci disimpegniamo dalle questioni del Sud, noi eliminiamo dalla nostra agenda la questione sociale meridionale, noi taglieremo i servizi sociali essenziali, mentre terremo salda la tutela dei privilegi consolidati negli anni, delle disuguaglianze , delle rendite finanziarie, degli stipendi e delle pensioni delle varie caste. Anzi, minoranze spregiudicate e tute- La lettera late troveranno il modo di uscire dalla crisi spostando gli equilibri a loro favore. Questo avviene in una Terra dove l'economia è oltre l'agonia.. Solo per fare un esempio, nella settimana scorsa ho pagato a Milano -Hotel Mariott- (dove mi trovavo per un convegno di amministratori,) un succo di albicocche cinque euro , con la stessa somma si comprano in Calabria 25 chili di agrumi ed oltre due litri di puro olio di oliva. Dicono che questo si chiami mercato a me sembra follia! Certo, il federalismo ci darà nuovi poteri. Almeno così dicono. Potere di mettere nuove tasse, nuovi tributi da affiancare a quelli già esistenti, la facoltà di far pagare ai disoccupati, ai pensionati con500 euro al mese, ai non autosufficienti, il prezzo della crisi. La “politica”, la nostra politica o meglio le nostre classi dirigenti sembra non abbiano alcuna consapevolezza di quanto sta accadendo in Calabria. I parlamentari della maggioranza votano proni i provvedimenti contro la loro Terra, i parlamentari dell'opposizione assistono silenti a quanto sta avvenendo. Non ho alcun pregiudizio e vorrei sbagliarmi, ma non mi sembra che la Regione Calabria, -fino a questo momento- abbia messo in campo alcun progetto alternativo- o comunque differenziato- rispetto a quello del governo nazionale. I consiglieri regionali dell'opposizione, in verità, sono impegnati a darsele di santa ragione tra di loro , e quindi non hanno molto tempo.. Nel recente incontro sindaci della Locride- Scopelliti- giunta regionale, ho tentato di parlare di queste cose, di trasmettere questo drammatico messaggio. Non credo di aver avuto molta fortuna. Ci tenterò di nuovo se ne avrò l'opportunità! Ma serve poco parlare. Noi siamo deboli, perché abbiamo una classe “dirigente” diffusa ( non solo i politici in verità) incapace di alzare lo sguardo “oltre” piccole beghe, piccole clientele, piccolissimi interessi paesani e dietro una popolazione che oscilla tra un ribellismo verbale ed una rassegnazione senza fine . Non serve il ribellismo e non serve la rassegnazione. Servirebbe l'impegno, che non sia una fiammata senza domani, serve la proposta, serve il progetto condiviso. Serve il protagonismo sociale. Noi cercheremo di mettere in campo sin dai prossimi giorni un movimento composto, serio, di lunga durata. Cercheremo di non far morire la scintilla accesa a Roccella.. Nei prossimi giorni a Caulonia sarà sciopero generale. Sciopero generale che vorremmo capace di coinvolgere la Locride su una piattaforma di riscatto. Se non ora quando. Se non nella Locride dove? Qui ed ora, di nuovo in piedi, ancora insieme, la nostra “meglio società” per un futuro diverso e migliore.. / Dietro le sbarre ci sono anche innocenti Rimango senza fiato nel prendere fra le mani il giornale di oggi e leggerne il primo titolo: reggio c. - faida di san luca, valanga di scarcerazioni? non vi invio questo “trafiletto” per entrare in merito all' argomento, sebbene potrei farlo essendo laureanda in giurisprudenza, ma solo ed unicamente chiedendovi di dare voce al mio pensiero, che sono sicura sia anche quello di molti giovani come me! Le motivazioni della sentenza d'appello erano state depositate dopo ben 1.700 giorni. e ancora c' e' chi rimane a bocca aperta quando si afferma che la 'ndrangheta comanda lo stato? vergogna, vergogna, vergogna!!! e' una pugnalata al cuore per chi non c' e' piu', per i familiari, e per tutti noi calabresi, vittime di chi decide al posto di ognuno di noi!! l' italia compie 150 anni… invece di festeggiare con fiocchi e gendarmi, ridateci cio' che ci avete tolto! la dignita' di esseri umani, la dignita' di essere uomini pensanti, la liberta' di esprimere la nostra opinione, il diritto di essere tutelati, la concretezza di poter realizzare i nostri sogni, la forza di far sentire la nostra voce! ridatemi tutto cio', per credere ancora di voler diventare un bravo magistrato nella mia terra!!! Enrica Trichilo LA RISPOSTA a ragione da una parte la signora, o signorina Trichilo. Ma, se non leggesse solo i giornali che strillano, e si affidasse ad una informazione più concreta, avrebbe anche letto che nessuna scarcerazione per decorrenza termini è arrivata per il processo “Fehida”. Solo tre concessioni di libertà per motivi legati al tempo pena già scontato per come prevede la legge. Una precisazione è d’obbligo: gli avvocati, anche quelli dei più incalliti criminali, fanno il loro dovere di professionisti per cui sono neppure lautamente pagati, trovano cavilli e norme e li sottopongono all’attenzione dei Giudici. Di par loro i Tribunali se convengono che tutte le leggi sono rispettate non possono fare altro che concedere scarcerazioni o altri vantaggi. La legge è legge nel bene e nel male. Mi creda, la nostra, quella italiana, è complessa, farraginosa, ma tra le più corrette e garantiste al punto giusto. Di errori giudiziari e innocenti dietro le sbarre ce ne sono molti. E’ grave anche il problema del deposito atti in ritardo, ma quando succede, mi creda, chi ha sbagliato paga anche se sta dalla parte della legge. H Scopelliti nell’incontro con i sindaci della Locride I si, i no, tanto futuro e poco presente Si è tenuto a Locri, il 14 marzo, un incontro tra i sindaci della Locride e il governatore della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti. Obbiettivo: dare fiato allo sviluppo della Locride. Sul tavolo delle discussioni argomenti importanti come sanità, istruzione, infrastrutture, depurazione e occupazione. Temi fondamentali che interessano da vicino i cittadini della Locride. Nel corso dell’incontro è stato concordato che ogni assessore dovrà aprire dei tavoli di concertazione a cadenza settimanale, settore per settore, per decretare come impiegare al meglio le risorse elargite, azione che dovrà interessare sia i comuni che l’amministrazione regionale. Scopelliti ha anche fatto sapere che ci sono i soldi per sistemare la galleria di Valico della strada "Jonio-Tirreno". Sono 106 i milioni disponibili per i Progetti integrati di sviluppo locale e il governatore ha incaricato i sindaci ad indicare i progetti. Per la depurazione non ci sono soldi, mentre per i centri storici i finanziamenti saranno resi disponibili appena erogati da Roma. Saranno stanziati soldi per interventi vari nei comuni. Per quanto concerne la Strada statale 106 sarà avviato il tratto da Palizzi a Melito Porto Salvo ed è quasi certo che l’Anas completerà i lavori da Marina di Gioiosa fino a Locri e non più fino ad Ardore perchè mancano le risorse. Sul versante sanità è stato concordato che ogni 15 giorni Rosanna Squillacioti, commissaria dell’Asp, sarà a Locri per incontrare le istituzioni. Infine si è toccato anche il tema DOMENICA 20 MARZO 2011 CORSIVO 12 MAMMOLITI NON È MAOISTA Nello scorso numero de <<la Riviera>> , quanto al corsivo , intitolato “Guardia del corpo o plotone d'esecuzione?”, siamo incorsi in una involontaria omissione, di tipo elencativo: per dir così. Gli illustri politici, radunatisi attorno a Pepé Lombardo, e lo stesso Pepé Lombardo, vi apparivano come personaggi senza autore, a quella medesimezza di volontà portati dal soffio dello Spirito santo che a ciascun parlò in sua lingua. E questo, anche se ne abbiamo dato l'impressione, non possiamo immaginarlo, dato che lo Spirito santo non si interessa di politica e di elezioni amministrative. Orbene, l'autore c'era e c'è. Si tratta del consigliere comunale uscente e responsabile locrese del Pd, Pino Mammoliti, il quale ama Pepé Lombardo, Carmine Barbaro, il casato dei Laganà quanto un bambino ama l'olio di fegato di merluzzo. E, siccome l'Autore- da qui in poi così lo chiameremo- non è un maoista, non ha voglia d'ammazzarne uno per educarne cento. Ha scelto la via di metterli insieme per ammazzarli tutti con una sola raffica. Senza spreco d'energie. dell’elettrificazione della ferrovia Jonica, ma intanto i treni continuano ad essere cancellati. Riepilogando, questi i si e i no che il Governatore ha concesso ai sindaci. Si a incontri programmatici tra Assessori Provinciali e istituzioni rappresentanti della Locride, si alle Borse-lavoro, ai lavori di ammodernamento della galleria della Limina, 106 milioni di euro saranno poi stanziati per i Pisl, i progetti d’integrazione di sviluppo locale. Si potrebbe risolvere anche la situazione dei depuratori se i comuni riescano a prevedere un accorpamento. In fase di blocco anche la legge 24 per gli interventi sui comuni. Niente soldi invece per la Bovalino Bagnara, per la riqualificazione dei centri storici e per i problemi causati dal dissesto idrogeologico. la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 16 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO [email protected] la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 17 RISPONDE Il direttore A proposito di “Accadde a Benestare” Caro Direttore, Accade a Benestare che durante la pausa caffè di domenica scorsa, unico momento di distensione in una giornata compromessa, oltreché dal maltempo, da una lunga e complessa riunione tecnica insieme ai miei collaboratori, ho con sorpresa appreso da una rubrica del Suo giornale di essere stato elevato nientedimenoché ad apostolo della pace. Viste le urgenze e i tanti problemi irrisolti che occupano la mia agenda politica e sui cui abbiamo dovuto lavorare anche nel giorno di nostro Signore, ho avuto modo di rifletterne solo dopo aver congedato i miei compagni di lavoro. Trovo curiose le accuse che mi vengono recapitate rispetto alle mie scelte di campo in occasione delle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale. Fantapolitica! E nient’altro. Ribadisco, a tal proposito, di essere alla guida di una Giunta di centro-sinistra e, come più volte dichiarato - aldilà di strategie occulte che mi vengono arbitrariamente imputate e che di fatto disconosco- sosterremo, come coerenza vuole, le liste del centrosinistra con a capo il Presidente Morabito. Personalmente non ho velleità di candidatura, ma ho solo e nell’interesse della mia parte politica, cercato di contribuire all’unità delle Sinistre scongiurando fughe neocentriste che non ho mai condiviso. Questo è quanto. Concludo, Esimio Direttore, dicendoLe che la mia giovane Amministrazione ripudia, oltreché la guerra, anche atteggiamenti da voltagabbana, perciò non so chi sia questo candidato unico (di centro ufficiosamente mi è stato riferito) cui si fa riferimento e su cui dovrei far confluire non so quale bacino elettorale! Quello che Le posso dire è che chi guida il Comune di Benestare oggi continuerà, fino a quando sarà in possesso di delega popolare, a decidere insieme al popolo sul futuro del nostro paese e sulle scelte d’interesse collettivo. E mai, né sulle dune libiche, né tantomeno sulle splendide colline benestaresi con la meravigliosa gente che le abita (e che oggi potrebbe sentirsi offesa) vi saranno pressioni di cricche politiche per favorire candidati unitari. Non solo perché crediamo nella collegialità popolare, ma soprattutto, perché la nostra idea di pace non corrisponde ad una visione romantico -‘ndranghetistica di controllo del territorio. Continueremo ad operare con la passione di sempre facendo nostre nostre le aspettative e le speranze della nostra gente. Ad maiora. Rosario Rocca S i può negare anche la luce del sole, ed è quel che fa il sindaco di Benestare. Abbiamo scritto e riconfermiamo che la giunta municipale, da lui presieduta, aveva espresso l'unanime volontà di puntare su un candidato unico dell'amministrazione comunale per le provinciali. Egli, però, ci assicura e ci rassicura che così non sarà, E ne siamo felici . Ci sentiremmo, addirittura, beati se Rosario Rocca ci rivelasse chi sia il proprietario e il propalatore della “visione romantico 'ndranghetistica di controllo del territorio”. E forse è lo stato di beatitudine che ci impedisce la piena comprensione del passaggio della lettera del sindaco dove così troviamo scritto: “Ribadisco, a tal proposito, di essere alla guida di una Giunta di centro-sinistra”. Nel sito del Comune abbiamo letto : Lista civica. Il nostro amico sindaco, oltre a ripudiare la guerra e i voltagabbana, dovrebbe ripudiare anche l'arrampicamento sugli specchi. Cosa che non riesce neppure ai gatti. Strade della morte, troppa imprudenza degli automobilisti Caro direttore, sono completamente d'accordo con quanto scrive Cristina Briguglio sul comportamento degli automobilisti dopo gli incidenti sulla “strada della morte”. Avevo già fatto una simile riflessione, qualche tempo fa, sempre su La Riviera, facendo notare anche il modo “qualunquistico”di riportare la notizia di queste sciagure, nel senso che la colpa viene riversata unicamente sulla strada. Scrivevo, infatti, che gli incidenti frequenti anche sulla Napoli-Roma erano diminuiti del 70% dopo il posizionamento dei Tutors. Pertanto un rapporto della Polizia Stradale confermava scientificamente che la causa principale dei sinistri, mortali o no, era ed è ancora la velocità. Ovviamente nessuno è contrario al miglioramento delle condizioni stradali, ma dare la colpa sempre alla strada, deresponsabilizzando gli automobilisti, anche quando le cause sono imputabili alla loro imprudenza (l'incidente in galleria è avvenuto a causa di un sorpasso VIETATO!), significa perpetuare il solito vizio dei calabresi per i quali “la colpa è sempre degli altri”. Giovanni Scarfò DISCARICA DI CASIGNANA Parla il tecnico, “crisi annunciata” Caro direttore, Non avrei proprio voluto azzeccare la previsione … Da tecnico del settore avevo evidenziato nel 2007 sulle pagine de La Riviera la gravità della situazione riguardo lo smaltimento dei rifiuti nella locride, affermando che , se non affrontata per tempo, avrebbe potuto raggiungere livelli di emergenza simili a quelli della Campania. Adesso ci siamo quasi, vi è una sola discarica, quella di Casignana , perfettamente funzionante ma in via di esaurimento e l’impianto di selezione di Siderno che attualmente non riesce a funzionare a regime, mentre l’immondizia fuoriesce dai cassonetti in molti centri importanti della costa. A livello regionale non è stata fatta negli anni una seria programmazione che tenesse conto della specificità dei territori in relazione alla necessaria implementazione degli impianti di trattamento. Nella nostra zona, come in altre parti della Regione, si è assistito spesso a proteste e dinieghi, molte volte strumentali, che hanno determinato l’attuale drammatica situazione.La raccolta differenziata è stata fatta soltanto in pochissimi centri, non si è riusciti a produrre meno rifiuti, con il conseguente esaurimento della capacità di “abbanco” delle discariche presenti sul territorio.A questo punto mi pare ci sia ben poco da fare, aspettiamo che si esaurisca la discarica di Casignana, diciamo circa due/tre mesi ancora e, poi, probabilmente, non ci resterà che andare a scaricare a Crotone o a Catanzaro, con quello che ciò comporterà per i bilanci comunali, già allo stremo. Per quanto riguarda la discarica di Casignana, che ha una funzione essenziale ed un contesto operativo di sicurezza e dove attualmente conferiscono circa venti comuni(quello di Bianco, tanto per dire,da sempre), vede contrapposti a tali dati, altri,superficiali ed irresponsabili. Si rifanno vivi in questi giorni i paladini della disinformazione e dell’allarmismo, incompetenti quanto basta (a proposito, il percolato si smaltisce presso i siti autorizzati, non si “comprime”!) e giustizialisti quanto resta in direzione di disastri ambientali che non ci sono. Sappiamo bene che l’impianto di raccolta del percolato a Casignana funziona , ci sono al momento quattro vasche e dieci pozzi ed il trasporto agli impianti di smaltimento e trattamento della IAM di Gioia Tauro avviene con regolarità e in condizioni di sicurezza. Non vi è stata alcuna disfunzione nemmeno in concomitanza di eventi piovosi particolarmente intensi, che non sono certo mancati in queste ultimi anni. Le polemiche di questi giorni sono legate soltanto al notevole flusso di automezzi in discarica ,in conseguenza della emanazione di Ordinanze da parte dell’Ufficio del Commissario circa il conferimento temporaneo di rifiuti solidi urbani provenienti dalla città di Reggio Calabria o dalla Piana di Gioia Tauro. Immaginiamo che sarà cura dello stesso Ufficio,diretto dal Generale Melandri,sciogliere in via definitiva le questioni e le contraddizioni che provengono dal sindaco di Bianco, la legittimità da parte sua a negare il passaggio dei mezzi di trasporto da una frazione del proprio comune e il no alla soluzione, razionale e definitiva, tesa proprio ad evitare quell’attraversamento. Più complessivamente, poi,è pura fantasia seguire una scia che porterebbe a volere la realizzazione di una pedemontana a servizio di ogni paese interessato dal passaggio dei mezzi che vanno in discarica! Torniamo alla realtà, e la metafora ce lo permette “ La discarica di Casignana ha evitato per anni seri guai ambientali a tutti, adesso è un po’ stanca, si deve riposare; ha subito violenti attacchi, strumentali e malefici,le intemperie del tempo ( a dire il vero le uniche serie dalle quali difendersi!) e ha resistito egregiamente. A chi e a cosa giovano i tentativi di boicottaggio? Ho visitato in questi giorni per motivi professionali un discarica nel centro Italia molto simile a quella di Casignana. Le problematiche sono molto simili e simile deve essere il concetto di “rifiuto” come risorsa e non come danno. Stiamo parlando di approccio culturale, così potremo parlare di ambientalismo serio e responsabile,capace di riconoscere gli sforzi che si fanno e le manovre ostili,alcune delle quali,tuttavia, cesserebbero(come sfacciatamente si dichiara) al prezzo di improbabili benefit. A Mariana, un paesino della provincia di Mantova ( altre volte abbiamo indicato Peccioli, il centro vicino Pisa) la discarica ha risolto i problemi legati allo smaltimento dei rifiuti e sta determinando ricadute economiche importanti per i residenti, per come previsto dalla normativa. Perchè mai si nutre un qualche risentimento e gelosia(istituzionale…) per la analoga situazione di Casignana, comunità tranquilla e consapevole del carico di servizio pubblico che assume senza compromettersi con guai sul piano della salute? La comunità di Casignana è contenta di aver potuto festeggiare in quindici giorni due centenarie e contare una percentuale altissima di ultra settantenni. Segni tangibili di buonumore,anche per dimenticare i pregiudizi che si ascoltano e gli “agguati” che si evitano. Essa non si fa certo deprimere da chi un giorno dichiara che il paese ha solo vantaggi dalla presenza dell’impianto senza subirne le conseguenze e il giorno dopo lancia l’allarme per la presenza di gravi patologie tra i residenti . Antonio Crinò Non siamo tecnici e non entriamo nel discorso tecnico dell'ing. Antonio Crinò. Il problema per noi è di civiltà culturale, e se siamo ancora capaci di civiltà culturale. Insomma, al di là di isterismi, illazioni, campane a morto e a stormo,la questione è: lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani deve pesare solitariamente sulle spalle di un piccolo paese e su quelle della sua Amministrazione comunale? Sciogliamo l'interrogativo. Per noi sta, ed è convinzione inamovibile, che le amministrazioni viciniori devono offrire collaborazione e non il viso delle armi. Il ribellismo, quando è l'ora d'una comune responsabilità, produce danni. GIOIOSA MARINA A proposito di parco urbano Non so se questo mio intervento sul parco urbano di Marina di Gioiosa potrà essere considerato lezioso o demagogico, ma credo che per rendere chiaro e concreto un dibattito debbano essere considerate tutte le posizioni, anche se preventivamente catalogate. Premetto che condivido totalmente quanto scritto da Ercole Macrì sull’ultimo numero della Riviera. Credo che le considerazioni e le idee del prof. Guglielmelli sul parco urbano di Marina e su altri argomenti concernenti lo sviluppo della Locride (Grande Gioiosa, metropolitana di superficie, ecc…) andrebbero sicuramente riprese e tengo ad evidenziare - mi rivolgo a Cristina Briguglio - che la storia raccontata sull’argomento comincia qualche anno prima. All’epoca della proposta dei “quattro ragazzi” ero componente della locale segreteria del PCI che quella scelta contrastò vigorosamente sia come gruppo di opposizione sia come partito. Considerammo quel progetto come la costruzione, al centro del paese, di 700 metri di autostrada con una grande aiuola preposta a dividere le due carreggiate; tuttavia, non ci limitammo soltanto a bocciare quel progetto, ma con la collaborazione di alcuni professionisti locali (Lucio Malgeri, Giorgio Labate e Tito Agostino), organizzammo una manifestazione pubblica presso il boschetto del Miramare all’interno della quale presentammo tre proposte alternative corredate da disegni e planimetrie. Tali elaborati raffiguravano altrettante possibilità di realizzare già da allora un parco urbano che avrebbe consentito con trent’anni di anticipo la fruizione per i cittadini di Marina di Gioiosa e non solo di un’area verde per lo svago, la cultura e lo sport. Ci ritroviamo tutt’oggi - aimè - la suddetta autostrada che è servita solo al transito degli autoveicoli e all’allestimento del mercato settimanale del mercoledì. A dimostrazione dell’inutilità di quell’opera basta pensare che, nel caso della realizzazione del parco, le strade in essa realizzate dovranno essere eliminate. Infine, sempre su questo argomento, vorrei sgomberare il campo da una grande confusione che si ingenera quando si parla di “Parco Antropico” e lo si scambia per il parco urbano di cui sopra. Tale confusione nasce dal fatto che alcuni anni fa, proprio al centro dell’auspicato parco urbano, di fronte al palasport, è stato installato un grande cartello con la scritta “Parco Antropico” il quale illustra un progetto della provincia di Reggio Calabria che individua all’interno del proprio territorio diversi parchi antropici tra i quali il parco antropico “Zaleuco” che oltre a Marina di Gioiosa comprende anche i comuni di Agnana, Gerace, Gioiosa Jonica, Grotteria, Mammola, Martone, Siderno e San Giovanni di Gerace. Per inciso, il termine “antropizzazione” è una teoria molto complessa che può collegarsi a molteplici aspetti della vita. Considerato in riferimento al territorio, possiamo definirlo come l’intervento dell’uomo sull’ambiente naturale al fine di adattarlo ai propri bisogni, valorizzando le specificità del territorio stesso. Tonino Giannotta CARA MILANA Tratto da * [email protected] IL MIO RAGAZZO È MOLTO INSICURO E QUINDI SONO IO APRENDERE TUTTE LE DECISIONI. MAALLORAMEGLIO ESSERE SINGLE? Se questo è l’unico neo del tuo ragazzo, non capisco dov’è il problema. Ci sono difetti molto più fastidiosi dell’insicurezza. Il mondo si divide tra chi ama prendere decisioni e chi è spesso indeciso. E se tu sei così fortunata da sapere sempre qual è la mossa giusta perché non aiuti chi non ne è capace (che per di più è la persona che ami?). È difficile imparare a essere sicuri, ma vivere per tutta la vita accanto a una persona sicura di sé aiuta. Dopo vent’anni passati a osservarti, anche il tuo ragazzo imparerà a prendere le decisioni da solo. Forse lui è cresciuto tra persone insicure oppure i suoi genitori si sono separati: ci sono molte persone insicure che vengono da famiglie separa- te. Per poter prendere delle decisioni abbiamo bisogno di avere fiducia in noi stessi, e questo dipende dalla nostra infanzia: se da piccoli nessuno ci ha trasmesso fiducia, da grandi diventeremo persone che fanno fatica a prendere decisioni e preferiscono che altri le prendano al loro posto. Un modo per migliorare è vivere in coppia, sempre se si ha la fortuna di incontrare il partner giusto. Le storie d’amore che funzionano servono a perfezionarsi reciprocamente. Tutti abbiamo i nostri piccoli difetti. Ti suggerisco di essere più paziente e di insegnare al tuo ragazzo ad avere più fiducia. 18 www.larivieraonline.com [email protected] [email protected] DOMENICA 20 la Riviera Registrazione Tribunale di Locri (RC) n. 1 del 19/06/1998 R.O.C. n°11602 del 02/11/98 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri Direttore responsabile PASQUINO CRUPI In redazione CRISTINA BRIGUGLIO Responsabili Sport GIUSEPPE RITORTO Attualità DOMENICO STRANIERI Art Director PAOLA D’ORSA Impaginazione EUGENIO FIMOGNARI HANNO COLLABORATO Gioacchino Criaco, Filippo Todaro, Anna Laura Tringali, Mara Rechichi, Benjamin Boson, Nik Spatari, Luca Marino, Maria Giovanna Cogliandro, Angelo Letizia, Marilene Bonavita, Francesca Rappoccio, Mario Labate, Franco Crinò, , Ruggero Brizzi, Marco Andronaco, Isabella Galimi, Maria Teresa D’agostino, Giovanna Mangano. MARZO 2011 Note e schermaglie Giornalisti e difensore civico Caro Direttore, osservo con disappunto la scarsa attenzione che la pubblica amministrazione riserva alla tutela dei diritti individuali e quindi alla soddisfazione delle necessità del cittadino, vittima spesso della indifferenza o, peggio, della ostilità della burocrazia. Noi giornalisti siamo investiti da continue sollecitazioni, per denunciare situazioni critiche. Ricordo che qualche anno fa, grazie alla segnalazione di una nostra benemerita cittadina, la farmacista Macrì, sollevai sulla stampa locale il problema dei pessimi pannolini consegnati agli anziani, e per questo mi beccai una querela dalla ditta distributrice. Mi rivolsi personalmente all'allora direttore generale dell'Azienda sanitaria locrese e chiesi anche al difensore civico nominato dal Consiglio comunale sidernese di intervenire, secondo gli obblighi del suo ufficio. Questo per dire quanto i cittadini si affidino speranzosi ai giornalisti, quali destinatari di appelli di ogni genere contro gli abusi, le irregolarità, le manchevolezze, l'arroganza e, qualche volta, la stupidità della burocrazia. Ma qui è il punto. I comuni di Locri e Siderno, i più popolosi del circondario, avevano dotato i cittadini di una figura professionale (adesso annullata dalla legge e facoltativamente sostituita da una figura provinciale) chiamata appunto “difensore civico”, con regolamenti per lo svolgimento della funzione. Annualmente, il difensore civico deve trasmettere al Consiglio comunale una relazione sull'attività svolta, specificando le criticità sociali più diffuse, secondo le richieste individuali, sulle quali aveva richiamato la responsabile attenzione degli enti pubblici e degli enti di servizio. Queste relazioni sono pubbliche. Fino a quando sono stato portavoce del Comune di Siderno, mi sono premurato perché questi documenti, da trasmettere obbligatoriamente al Consiglio alla fine di ogni anno, fossero portati alla conoscenza della pubblica opinione. Non ho dati sulla situazione di Locri, anche se conosco la valida professionista che ha assunto l'incarico di difensore civico. Ma sulla situazione di Siderno, motivato - come altri colleghi - dall'ennesima richiesta di aiuto da parte di concittadini che mi hanno fatto visita per segnalare cronici disagi nel rapporto con enti pubblici o di servizio, mi chiedo se tutto, nella confusione degli ultimi anni, abbia funzionato, o stia funzionando, per il verso giusto. Ecco perché ho chiesto qualche settimana fa personalmente al valido difensore civico di Siderno di rendere, consegnandola al Commissario straordinario che avrà cura di divulgarla agli organi di stampa, l'ultima relazione annuale, come da regolamento. A breve, se il diavolo non ci metterà la coda, si svolgerà una non facile campagna per l'elezione della nuova gestione politico-amministrativa. Conoscere le criticità sociali dall'osservatorio del difensore civico potrebbe portare qualche elemento in più nel dibattito. Francesco D. Caridi I giovani? la vera sconfitta del sud VINCENZO CARROZZA Pur sforzandomi, non riesco a non essere arrabbiato parlando della politica della locride, della Calabria in genere. Proprio non ci riesco. So già che quello che dirò urterà qualche sensibilità. Esprimerò solo opinioni e un sentire personale, che forse nulla ha a che fare con la realtà delle cose. La realtà delle cose, appunto, sempre insolita, sempre differente a seconda delle persone, dell’ora del giorno o della notte in cui viene considerata, degli umori, degli interessi messi in campo, degli appetiti. Ognuno crede a ciò che più gli conviene; alla fine è sempre così! Ma è giusto che sia così ? Qualcuno dice che nella locride, in Calabria esistano dei giovani. Non ci credo, non può essere che ne esistano. Altrove si fanno massacrare per un’idea, certo in regimi dispotici, ma contestano a rischio della vita i regimi, pur di chiarire il loro desiderio/dovere di mutare un destino senza domani, quello proprio, quello della propria terra. Da noi essendo ben diversa la situazione socio-politica, e sia chiaro, non migliore e non auspicando noi la perdita di giovani vite, il bromuro televisivo e famigliare ha fatto stragi di neuroni. In giro solo piccoli e medi yesman e , non dimentichiamolo, piccole e medie yeswoman. Da noi dunque non esistono giovani. Questa è una disgrazia per qualunque territorio, ma per i territori meridionali è una sventura più grande, perché più grandi sono i bisogni, più grandi sono le ingiustizie. In questa colpevole vuoto avanza sempre il vecchio. Senza nemmeno dover lottare. Senza nemmeno dover sudare il consenso. Quel poco di nuovo che sembra apparire all’orizzonte è solo un fuoco fatuo; niente altro che l’espressione del vecchio, che ha gentilmente concesso un’asfittico spazio a qualche figlio di papà, che invece dei giocattoli famigliari, adopera i giocattoli della collettività per il proprio sollazzo. I poteri forti locali mantengono lo status quo, senza che esista un minimo di opposizione, un diverso punto di vista. Così le massonerie, deviate e non,che penso siano la stessa cosa, certa Chiesa, i potentati politici locali, la “ndrangheta, le associazioni, il mondo della cooperazione, certa informazione, che a volte consapevolmente, a volte inconsapevolmente remano dalla stessa parte; sanno che poi un’intesa si troverà sulla musica da suonare con la pelle dell’asino. Cosa sperare allora? E’ lecito sperare che i vari personaggi della politica, quelli buoni per ogni stagione, e altri, apparentemente meno assidui frequentatori dei palazzi, ma non meno coinvolti “con i vecchi regimi di corrotti e corruttori”, facciano, di propria iniziativa, un dignitoso passo indietro, offrendo alla comunità null’altro che il loro silenzio? Ognuno di loro ha dato ciò che poteva dare in termini di idee, di proposte, di azione politica. Non tutte le loro azioni sono state da cartellino rosso, devastanti, anzi qualcuno ha persino una lodevole storia politica alle spalle; che alle spalle dovrebbe restare, appunto, per essere ricordata come dignitosa. Invece si assiste, tristemente, al remake di passate rappresentazioni, nel totale silenzio delle nuove generazioni (ma esistono davvero?), nel totale silenzio dell’associazionismo (quello che altrove sta nelle piazze, anima i cortei, programma il futuro), del cooperativismo (quello che altrove è la spina dorsale dell’economia, del lavoro), della chiesa (a cui osiamo chiedere più impegno per cambiare il destino di questa terra disperata), dell’informazione (a cui chiediamo che faccia da cassa acustica per tutte le opinioni, non solo per le omologate e le paganti), quando non si assiste, cosa peggiore, al totale conformismo sullo stato delle cose. All’accettazione servile, programmata e senza speranza delle solite elite, dai soliti volti. Cosa fare allora? Oserei fare un appello a quelli che soltanto l’anagrafe definisce giovani, in realtà, a mio parere, già morti e sepolti. Parlo di quelli tra i venti e trent’anni e anche di quelli un po’ più vecchi, di quelli che si trovano accanto un padre massone, o uno zio prete, o un papà magistrato, giornalista, impresario, insegnante, “ndranghetista, poliziotto, carabiniere, muratore, contadino, politico, specie se disoccupati, o peggio, precari a vita. Voi, si voi! chiedete ai vostri padri se davvero esiste per voi un domani nella vostra terra e, se non esiste, perché non esiste, chiedetegli perché? Chiedete cosa davvero hanno fatto loro, o cosa stanno facendo loro affinché voi abbiate un futuro, una speranza nella vostra terra? Non accontentatevi dei “ non preoccuparti a te ci penso io”, o “ci penserò io a te e magari a tua moglie e ai tuoi figli”, o “finché ci sarò io tu non devi preoccuparti.” Cosa sarete voi domani, giovani già defunti, cosa pensate che sarete? le sanguisughe di domani? gli “dranghetisti di domani?, i detenuti di domani ? i ladri di domani? I truffatori di domani? gli emigranti di domani ? i disoccupati di domani? i furbi di domani? gli schiavi di domani? vi piace questo domani? Dite, vi piace questo domani? Magari non siete mai esistiti, ed io parlo al nulla! In questo dubbio sulla vostra reale esistenza che ha preso stabilmente posto nella mia mente, non posso esimermi dal lanciare un ulteriore appello, questa volta rivolto ai padri. Vorrei chiedere ai padri, agli zii, ai nonni, una tregua, un poco di pietà per i figli, per i nipoti. Voglio chiedere ai magistrati, agli “ndranghetisti, ai massoni, deviati e non, che però secondo me sono la stessa cosa, alla Chiesa, all’informazione, alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine, agli imprenditori, ai negozianti, a tutti quelli che credono di essere parte del nostro sistema sociale, una tregua, una profonda riflessione per i figli. Come nelle battaglie più sanguinarie, abbiamo già massacrato tre o quattro generazioni, chiedo una tregua, affinché si possano seppellire e ricordare i morti di tanta ingiustizia: i senza futuro, gli illusi e delusi, i depressi di una società priva di pietà, i precari a vita, i disoccupati a vita, quelli a cui si sono stati tolti i sogni a forza di cazzate e bugie, che poi son la maggior parte delle donne e degli uomini di questa terra infame. Vorrei chiedere una tregua per provare a salvare il futuro dei figli, per non seppellirli così, subito, senza nemmeno provarci, senza una messa, nel campo grandissimo dei senza volto, dei senza nome, dei senza storia. Una tregua per provare a rinascere attraverso i figli, per non fottergli ancora una volta il futuro, tutta l’esistenza. Credo che, come nelle fiabe, i cattivi possano redimersi con un gesto, con una parola, a metà, alla fine del loro percorso, quando la coscienza rimorde. Questo gesto è semplice: fare un passo indietro. Questa parola è semplice: ci dispiace di avervi fregato per decenni. Ti ricordi “la strage di Stato ANTONIO ORLANDO Gli Italiani non amano la Storia perché sono di memoria corta, dimenticano facilmente, sono inclini al perdonismo (che è ben diverso dal “perdono”), sono ammaliati dalle dietrologie, dal complottismo e dalla “fantastoria”, preferiscono i romanzi presunto-storici ed affidano il compito di raccontare la Storia, quella vera, ai tribunali, alla letteratura, al giornalismo, al cinema e alla televisione. In Italia tutti pretendono di fare Storia, cosa che, invece, viene di fatto negata agli storici, relegati, anzi ghettizzati nelle scuole e nelle università e considerati, tutt'al più, specialmente dai conduttori televisivi, come dei narratori di gustosi e pruriginosi aneddoti. Viene spacciato per storico uno come Bruno Vespa e, prima ancora di lui, Indro Montanelli e Roberto Gervaso perciò possiamo immaginare a che livello ci troviamo: la Storia vista dal buco della serratura, raccontata dalla servetta di turno. La cattiva abitudine di non leggere ci ha portati a dover fare opera di divulgazione della cultura con altri mezzi, sicuramente più potenti, ma meno affidabili e meno controllabili. Mezzi quali il documentario televisivo o il film puntano più sull'emozione che sulla riflessione, tendono a diventare, anche loro malgrado, spettacolo, intrattenimento, curiosità. L'immagine suggestiona immediatamente ed altrettanto velocemente scompare, anzi si dissolve. Non siamo ancora riusciti - e sono passati 150 anni - ad affrontare il grumo dei problemi connessi con il nostro “Risorgimento” e si vede; non siamo riusciti ad affrontare l'eredità del fascismo e ne paghiamo le conseguenze, abbiamo appena cominciato ad intaccare il groviglio della 2° guerra mondiale e della Resistenza e pretendiamo di mettere le mani sul nostro passato prossimo. Già qualche anno addietro il regista Marco Tullio Giordana ci ha provato con un racconto - “La meglio gioventù” affascinante quanto si vuole però fortemente mistificatorio, classificato per quello che era cioè un bel film, un'opera d'arte, ma non di Storia. Ora, a quanto pare, vuole riprovarci affondando le mani in un episodio tra i più terribili, controversi ed ingarbugliati della seconda metà del nostro novecento. La bomba di Piazza Fontana a Milano del 12 dicembre 1969 - la strage di Stato - e gli eventi immediatamente collegati: la caccia agli anarchici, la morte di Giuseppe Pinelli nei locali della questura di Milano, le bombe di Roma, l'incriminazione di Pietro Valpreda, il clima da “caccia alle streghe” di quegli anni, l'assassinio del commissario Calabresi. Fatti che tutt'ora pesano sulla nostra vita e che sono concatenati con tutto quello che segue fino al 1978 ed oltre. Il film, una fiction che è anche documentario, titolo provvisorio “Piazza Fontana”, della durata di oltre sei ore, scritto dagli sceneggiatori Stefano HANNO COLLABORATO Francesco Laddarina, Ian Zimirri, Giuseppe Patamia, Alessandra Bevilacqua,Bruno Gemelli, Carmelo Carabetta, Valentina Elia, Antonio Cormaci, Mario Labate, Antonio Tassone, Giulio Romeo, Ilario Ammendolia, Sara Caccamo, Giuseppe Fiorenza. Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo di “la Riviera Editore” per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili. 19 PUBBLICITÀ Per richieste di pubblicità rivolgersi a:Settore Pubblicità - la Riviera G LI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: De Rose S.r.l. - Montalto U. (CS) DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J. EDITORE - La Riviera S.r.l. 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Che questo sacro monte sia un posto terribile non lo pensano solo i nordici. Anche i sudici devono crederlo, tant'è che raramente salgono su, tranne che nelle domeniche estive per riempirsi la pancia di cose disgustose e scacazzare in giro nei boschi. La montagna è deserta, abbandonata a se stessa, la gente preferisce l'inferno di cemento al paradiso della natura, amano le prigioni cittadine alla libertà montana. Si sono lasciati rinchiudere nelle enclavi lungo la costa, rinunciando agli spazi aperti dei rilievi. Beati loro se sono felici. Ma beati vorremmo essere anche noi, e della loro puzzolente presenza ne faremmo volentieri a meno. Stessero nelle loro case a guardare l'Isola o il Grande Fratello, e le loro porcherie le smaltissero nei loro appartamenti. Non vogliamo intrusi in montagna. Da noi ci venga solo chi la natura la ama e non gli imbecilli che vanno in giro a cercare campo per i cellulari; che il campo non lo troveranno mai, ogni volta che qualcuno sale a montare un ripetitore ci pensa lo sturmgewehr di Kike a fargli cambiare idea. Abbiamo un paradiso privato, visto che tutti ci hanno rinunciato volontariamente, e nonostante l'età lo difenderemo per il tempo che ci resta. L'Aspromonte è ancora come l'idea di Dio lo ha creato. I fratelli del nord africa avranno un letto e un pasto, perché non c'è lembo di terra che non appartenga a tutti. L'erba e il fumo sono abbondanti, e Borghezio ci mandi chi vuole, ma non si sogni di venirci lui. I sudici locali si scordino di venirci a fare le scampagnate, avessero avuto un po' di sale in zucca queste montagne non le avrebbero mai mollate. Lasciate questi tre vecchi nell'inferno aspromontano, continuate a godervi il vostro moderno paradiso. Guardatevi dalla costa, che arrivano turchi e tsunami … e un rifugio non lo avete approntato in montagna. LOQUI E SPROLOQUI Non ragionam di lor, ma guarda e passa (Inf., III, v. 51) FILOMENA CATALDO Quando Virgilio ammonì Dante di proseguire il suo cammino senza ragionar di pusillanimi, lo fece per la salvezza dell'anima. Bisognava giungere in Paradiso. Questo governo, che pur fa suo il virgiliano ammonimento del non ragioniam di lor, ma guarda e passa, non ha certamente come obiettivo una miglior condizione del Paese che rappresenta. O dovrebbe rappresentare. Il condizionale pare d'obbligo. Semmai medesimo disprezzo dantesco spinge i nostri princeps a tracciare per noi - anime sanza 'nfamia e sanza lodo - un felice viaggio all'indietro. Se è possibile verso peggior condizione. E basta passare in rassegna le tante idee dell'Iperuranio berlusconiano per comprendere che ciò parrebbe possibile. Ergo. Ma le anime che attonite comprendono ciò, saranno - forse - ( per rimanere appunto così attonite ) anime sanza 'nfamia e sanza lodo? Rulli e Sandro Petraglia, prodotto dalla Cattleya con RAI Cinema, sarà, probabilmente, presentato al prossimo Festival di Cannes. Quell'episodio che avvia il periodo degli “anni di piombo”, è un crocevia dal quale partono una serie di fili che intersecano tutta la nostra storia recente passando attraverso la rivolta di Reggio Calabria, l'attentato alla stazione di Gioia Tauro del luglio '70, la morte dei cinque anarchici reggini, il movimento dei “Boia chi molla” e la nascita stentata di un ente Regione che non è mai decollato. Senza trascurare il fatto che il più importante processo sull'attentato di Piazza Fontana si è tenuto a Catanzaro e non dimenticando che l'ultimo testimone che vide in vita Pinelli, poco prima che volasse dalla finestra del quarto piano della questura milanese, è il calabrese Pasquale Valitutti, detto “Lello”. Giordana è un grande professionista, un bravissimo regista, un maestro di cinema; i suoi sceneggiatori hanno alle spalle opere significative e riuscite come per esempio “Romanzo criminale”, ma il punto è che su questi avvenimenti le testimonianze, le opinioni, le ricostruzioni, in una parola “le verità” sono tante, troppe e diverse. Basta vedere le due lapidi dedicate a Pinelli. Sposare una tesi e trasformarla in film, quindi in racconto, quindi in ricostruzione storica, significa rischiare di farla assurgere, data la potenza del mezzo, a verità unica ed ufficiale. Tutto il resto scomparirà, inghiottito da un gorgo che, ancora una volta, condannerà gli anarchici, gli studenti, i democratici, gli oppositori. Se poi, secondo le notizie che cominciano a circolare, le fonti sono quelle tratte prevalentemente dal libro di Paolo Cucchiarelli “Il segreto di Piazza Fontana”, allora c'è di che allarmarsi non foss'altro per la disinvolta ricostruzione degli eventi, per la manipolazione dei fatti, per la valorizzazione di testimonianze a senso unico e per la presenza di alcune palesi falsità disseminate nel volume Una per tutti: la testimonianza di Pasquale Valitutti - sulla quale riferirò ampiamente la prossima settimana - non è neanche citata eppure è di importanza decisiva stabilire se il dottore Calabresi (che conosceva Pinelli di persona) era o meno presente al momento del tragico volo dalla finestra. Valitutti da quarant'anni, inascoltato, sostiene che era presente, e lo può dire perché lui stesso c'era, si trovava nella stanza accanto. Particolari che cambiano il quadro complessivo. E' lecito allo scrittore manipolare i fatti a proprio piacimento, non altrettanto può fare il regista se racconta una storia vera. . Come la festa del lavoro Avessi in questi giorni 17 anni e tre mesi, come nel 1961, quando si celebrò il centenario dell’unità d’Italia, sarei probabilmente al centro di qualche manifestazione ufficiale. Coccarda tricolore sul bavero della giacca buona, quella delle grandi occasioni, e il braccio sinistro fasciato da un nastro largo, anch’esso tricolore, sfilerei ancora (come feci) coi miei compagni di Liceo per le vie di Gerace, farei visita commossa al pianoro ricco di cipressi dove furono fucilati i Cinque Martiri e deporrei là, assieme agli altri, la nostra corona d’alloro, comprata allora a nostre spese, rinunciando al panino con la mortadella della colazione del mattino. Ma gli anni ora sono 67 (i mesi sempre tre) e qualche cambiamento in me (sicuramente anche nei miei ex compagni di scuola) è avvenuto. Ho perso (e non solo per l’età) parecchio di quel sincero furore patrio e di quell’entusiasmo che allora ci commuovevano tanto e ci davano l’impressione di partecipare a qualcosa di sacro. Garibaldi, Mazzini, Cavour, Bixio, i Mille, che avevo imparato a conoscere sui libri di scuola, mi entusiasmavano fino alle lacrime e pensavo che se fossi stato loro coetaneo avrei sicuramente condiviso le loro idee e avrei partecipato alle loro azioni audaci e legittime. Mi chiedevo, è vero, come mai nei libri di storia, accanto a loro e alle loro gesta non ci fosse neanche un rigo sugli eroi di casa nostra, ma lo facevo sommessamente, tra me e me, e quasi mi convincevo che i Martiri di Belfiore fossero più importanti di quelli di Gerace. Avevamo tante speranze allora (anche qui: non solo per l’età) e, nonostante le nostre condizioni sociali ed economiche non fossero neanche paragonabili a quelle del resto del Paese, e fossimo costretti ad emigrare, sia per il lavoro che per lo studio, sentivamo di nutrire maggiori aspettative che non oggi. Si arrivava a Milano o a Torino con la valigia di cartone legata con lo spago e… “… non si affitta a Meridionali…”, ma eravamo più fiduciosi. E l’essere uniti al resto della nazione, complici la retorica e l’enfasi dei libri di storia, ci rendeva ottimisti per il futuro. Le celebrazioni di oggi mi suscitano tristezza e malinconia. Le parate, le bandiere, le fanfare, i Bersaglieri, i discorsi, i dibattiti, gli scolaretti con le bandierine in mano, l’inno di Mameli: inquietudine e mestizia. Come per il Primo Maggio, festa del Lavoro. Che festa è se il festeggiato è assente? A che valgono le bandiere e i discorsi e le fanfare se si tratta di fare onore ad un fantasma? Ad un miraggio, un’illusione, un desiderio antico, mai diventato realtà? E che unità d’Italia è mai questa se c’è ancora, a 150 anni dalla sua nascita, tanta differenza economica, sociale e di servizi tra diverse aree di quello che dovrebbe essere un Paese “unito”? Se manca soprattutto un progetto serio e fattibile per mitigare e colmare queste disuguaglianze? Se uomini del Governo di questo cosiddetto Paese unito si rammaricano costantemente della palla al piede che è il Sud e vagheggiano un avvenire migliore per il resto del territorio se solo se ne potesse staccare, qua e là, un qualche lembo? No, questa non è unità d’Italia! Essa rimane un fantasma, un miraggio, un’illusione, un desiderio antico mai diventato realtà. FUEGO di FRANCO CRINÒ Trascuri l’opera e pensi allo spettacolo Sono stato invitato da una televisione di Soverato e in trasmissione sono arrivate alcune telefonate. A ruota libera. Per carità, tutte interessanti, il tema lo consentiva : i 150 anni dell’unità d’Italia, l’orgoglio , la libertà che ripaga e che non dimentica gli eroi, i cuori che si sono avvicinati, la riforma federale che coltiva polemiche. E’ intervenuto un eccellente storico, dissacratore più del solito, per dire, fra l’altro, che il Parlamento è stato inventato per sistemare i quartogeniti senza mestiere delle famiglie ricche. Mi veniva da controbattere, nella discussione priva di scontri personali, “La mia famiglia non è ricca,sono venuto al mondo come terzo figlio,prima di essere eletto ho fatto per venti anni il dipendente regionale , l’amministratore di una struttura sanitaria privata con buoni risultati professionali e finanziari , la gavetta nel modo politico”. Non serviva. Ho suggerito, invece, quando ha classificato anche i comuni come ”idea” e sbocco per i giacobini bramosi di posti, di parlare della attualità della proposta di eliminare le Provincie, punto peraltro compreso nel programma di governo e osteggiato all’interno dalla Lega e dal Pd. Si è andati avanti con una telefonata appassionata, indirizzata a dare un contributo per risolvere il problema del Mezzogiorno con il movimento e la sigla numero centootto(puntualizzazione dello storico,piccata perché gli serviva più spazio per il suo colto argomentare) e con i costi del Federalismo, supposti perché neanche Tremonti se la prende quando gli dicono che lui stesso ha davanti una relazione creativa. Si è parlato del calciatore Marchisio, che ha intro- dotto un verso nuovo nell’Inno di Mameli “Roma ladrona” e della crisi di identità politica che sta avendo chi va avanti e indietro tra la storia socialista e chi l’ha cancellata, dei punti di vista di un imprenditore nelle relazioni con le banche. Un economista ha spiegato quanto è sbagliato parlare di dualismo Nord-Sud inteso come contrapposizione per la quale noi dobbiamo “armarci”, se non altro perché è una partita persa in partenza. Si poteva fare un ragionamento ordinato,concreto : in un comune,in relazione ai servizi,alle potenzialità, ai problemi, al senso civico, alla percentuale ridotta nella riscossione dei tributi, cosa comportano le nuove normative per la casa, il demanio, l’accorpamento delle varie tariffe, la possibilità, se parliamo di un comune della costa o di un centro che ha pregio storico,di poter contare sulla tassa di soggiorno e cosi via analizzando? Non l’abbiamo fatto,non abbiamo aiutato i telespettatori a capirne di più. “Le stesse cose di evidenti utilità”, che si fanno ”per il bene del paese”, si dice più spesso,”noi dell’opposizione le bocciamo senza entrare nel merito …Si, è vero, per il paese il Federalismo è ineludibile,la responsabilità civile dei giudici giusta , le intercettazioni a tappeto una violenza,la eliminazione del nepotismo nelle università doverosa, però se Berlusconi non va via non iniziamo neppure a parlarne …” Abbiamo fatto degli esempi, ma su ogni questione importante della vita civile e da parte di tutti bisogna mettere da parte i pregiudizi : chi pensa di fare parte della classe dirigente deve per questo adoperarsi. La televisione è uno strumento tentatore,più dei giornali, che entrano di meno nelle case,più dei convegni, che a fatica raccolgono poche decine di persone. Vuoi dire la tua, preso da te stesso o da una fede che ti dirotta fuori dall’interesse generale, cerchi lo spettacolo … la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 20 Su la Riviera FB protagonisti i lettori Le strade della Locride sono invase dalla spazzatura. La discarica di Siderno non è sufficiente a coprire la mole di rifiuti prodotti, quella di Casignana, che serve principalmente Reggio Calabria rischia il collasso... La situazione vi preoccupa? Ecco cosa ne pensano i nostri facelettori Gianmarco Nicita secondo me se si facesse qualche pubblicità in più per quanto riguarda la raccolta differenziata come sta incominciando a fare il comune di Roccella la situazione cambierebbe e non di poco... manca la mentalità qui da noi... Lucia Rodi Si potrebbe usare qualche sacco di spazzatura per coprire le buche, anzi i "crateri" delle strade! Ovviamente scherzo...La situazione è preoccupante un po' in tutti i centri. Tra l'altro in questo periodo iniziano ad arrivare i primi turisti nella nostra zona... Certo se si promuovesse un po' di più la raccolta differenziata, in particolare quella porta a porta, la quantità di rifiuti diminuirebbe... Angela Tassone si dice che il pesce puzza dalla testa!!! i primi a non rispettare le regole sono quelli che sono al comune... Carmela Pascale No, non interessa a nessuno, la gente è impegnata ad appendere il tricolore......qui va tutto bene, funziona tutto WELCOME IN CALAFRICA ! Il Brizzolato Orlando Fuda Non solo la spazzatura... le strade sono diventate mulattiere... Alessandra Fragomeni In Italia il problema spazzatura è un problema serio. E' cosa nota che le discariche hanno una sopravvivenza di alcuni anni, ed è il metodo piu' antico x sbarazzarsi dei rifiuti.Occorre l'inserimento nei Comuni della raccolta differenziata, con il sistema della tassazione che chi inquina paga, così come fanno in alcune città con successo visto che mettere i vari bidoni x la raccolta del vetro, della carta.. non e' servito Daniela Oppedisano giuro davvero a volte mi vergogno di essere calabrese...ecco perkè ci kiamano terroni Avv Antonio Fragomeni Angela io mi riferivo ad un discorso molto più ampio. Da Napoli in giù non abbiamo capito che con i rifiuti si fanno i soldi. La carta, plastica, alluminio e vetro possono essere venduti, mentre con l'umido una volta decantato si fanno i pallet, anch'esso vendibile per riscaldamento ecc. Mariarosaria Tino vista la situazione che si è creata dtra spazzatura, strade e quant'altro,cm mai gli ambientalisti x primi e tutti i cittadini non vanno in massa a protestare? quì si è troppo abituati al " vai avanti tu che a me scappa da ridere" io sarei la prima a muovermi, anke xkè l'ho già fatto, ma una maschera nn fa carnevale... di Ruggero Brizzi L’acqua calda Se Ë vero che da qualche anno la musica popolare in Calabria ha monopolizzato piazze, impianti stereo e giornali, con il plauso della maggior parte dei calabresi che ritrovano tracce di un passato che non c'Ë pi˘ nella riproduzione o rielaborazione di sonorit‡ tradizionali, Ë vero altrettanto che la musica ìaltraî (perchË ormai va definito cosÏ tutto il resto che popolore non sia), continua a produrre e a creare alla grande, con successo di dimensioni, perlomeno underground-nazionali. CosÏ, questo vuole essere un articolo di rispetto e di stima per tutta una scena musicale all'avanguardia nel panorama indipendente Italiano con sede in Calabria. Si comincia. » uscito venerdÏ ìAlone in a empty bedî terzo album dei cosentini Camera 237, prodotti da Foolica Records. Hanno pronto un tour in tutta Italia e sono ascoltabili in streaming su Rolling Stones, sito del giornale di musica rock pi˘ importante al mondo. Quindici giorni fa Ë toccato, invece, venire alla luce ad ìInstrumental Jet Setî dei reggini Captain Quentin, prodotti da Scretch Records. Tour in tutta Italia anche per loro e recensioni positive da tutti i siti che trattano musica indipendente. A fine duemiladieci esce ìThe secret Bondî dei Miss Fraulein, anch'essi cosentini, prodotti da Emmekappa Label (etichetta della stessa citt‡ dei Bruzi). Autori del cavallo di battaglia ìCircus of Termitsî. Per molti addetti ai lavori un brano che gli Smashing Pumpkins avrebbero plagiato nella loro ballata ìTarantulaî (http://www.calabriasoundsrock.com/). A dar manforte a tutto questo c'Ë il ìPartyzanî, creato e mandato avanti dal bianchisano Fabio Nirta e premiato al MEI di Faenza per essersi distinto nella promozione di una scena territoriale in ascesa attraverso líorganizzazione di eventi, ma anche campagne di promozione sul web. Una Calabria musicale, dunque, che puÚ renderci orgogliosi a livello nazionale, finalmente, nella rivendicazione di un impulso creativo apprezzato dall'Italia intera. Se a ciÚ aggiungiamo la ribalta pi˘ ìfamosaî la Calabria musicale Ë certamente, anche qui, tra le regioni in costante ascesa. Peppe Voltarelli vince il premio Tenco per il miglior album dialettale ìUltima notte a mala stranaî, Brunori Sas vince il premio Ciampi con il miglior disco d'esordio ìBrunori Sas ñ Vol.1î, i monasteracesi Marvanza Reggae Sound aprono il concertone del Primo Maggio di Roma, il percussionista reggino Dario Zema suona le musiche per le campagne pubblicitarie Hyunday, Massimo Cusato Ë in tour con Paola Turci, ecc. ecc. Una Calabria in ebollizione, almeno dal punto di vista musicale, Ë una realt‡, un orgoglio, una positivit‡ da evidenziare. E appuntate bene questi nomi per i prossimi mesi: Nuju, Scialaruga, Mujura, La Corte di Alice, Nino Tarzia, Toma Halistar. E scusate se ho dimenticato qualcuno. Simona Caricari Se incominciassimo a ribellarci come hanno fatto a Napoli, qualcosa cambierebbe! Ma siamo noi cittadini a non aver voglia di reagire! Le Note Bio Consulenze Calabria Organizzatevi e lasciate la spazzatura davanti alle case degli amministratori o dentro le stanze del comune forse qualcosa si muoverà Ripubblichiamo la nota che domenica scor- un nostro errore di impaginazione, è d i M a r a R e c h i c h i sa,stataperpubblicata incompleta. Chiediamo scusa all’autrice e a tutti i lettori Notte tricolore * Nel nome di Zeus e della Terronia. Nel nome di tutte le vittime della sacra scuola italiana, cadute sotto i colpi della lingua, straniera e domestica. Pei doveri che mi legano alla Terronia, ove Dio m'ha posto e alle sorelle che Dio m'ha date; per l'amore, innato in ogni donna, ai luoghi ove nacque mio padre e dove forse non vivranno i miei figli; per l'odio innato in ogni donna, al male, all'ingiustizia, al sfruttamento, all'arbitrio; pel rossore ch'io sento in faccia ai cittadini di questa metà nazione del non aver uguali diritti di cittadino, né ugual reddito e lavoro, né strade nè ferrovie; per la memoria dell'antica magnificenza; per la coscienza del presente degrado; per le lagrime delle madri terrone; pei figli immolati su' treni e sull'aerei, nei plessi, là in esilio;per la miseria dei milioni. Io, Piccola Maestra,credente nella missione commessa da Zeus alle docenti di Terronia, e nel dovere che ogni donna nata terrona ha di contribuire al sue adempimento, Convinta che dove Zeus ha voluto che fosse Padania, esistono le forze necessarie a indebolirla; che le Docenti Terrone son depositarie di quelle forze; che nel dirigerle coi Docenti sta il segreto della vittoria; Convinta che la virtù sta nell'azione e che la forza sta nell'unione; Do il mio nome alla Giovine Terronia, associazione di docenti donne credenti nella stessa fede, e giuro: Di consacrarmi a condurre con esse la Padania in ignoranza, Una, Sottomessa, Povera, Regredita, Diseconomizzata; Di bocciare con tutti i mezzi, di parola, di scritto, d'azione, l'educazione de' giovani figli padani, all'intento della Giovine Terronia, all'associazione che solo può rendere la conquista durevole; Di uniformarmi alle istruzioni che mi verranno trasmesse, nello spirito della Giovine Terronia, da chi rappresenta con me l'unione delle mie sorelle, e di conservarne, anche a prezzo dell'immissione in ruolo, inviolati i segreti; Di soccorrere coll'opera e col consiglio alle mie sorelle nell'associazione. ORA E SEMPRE. Così giuro, invocando sulla mia testa l'ira di Zeus, la vergogna degli uomini e l'infamia dello spergiuro, s'io tradissi in tutto o in parte il mio giuramento.* Senti, Morfeo caro, è la notte tricolore, la mia Italia unita fa un compleanno importante, caspita 150 saranno pochi ma sono anche tanti!, e tu ti permetti di insinuarti nella mia mente, di farmi credere di essere un'insegnante meridionale membro di un'associazione segreta di migliaia di insegnanti del sud che operano al nord e che ha come obiettivo lo smantellamento economico-culturale del settentrione attraverso il dis-insegnamento, il contravvenire ai doveri contrattuali, l'attentare ai principi costituzionali di democrazia, solidarietà e sussidiarietà? Ma fammi il piacere, vallo a dire a Umberto & C.! 22 la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 22 23 la Riviera DOMENICA 13 MARZO 2011 Eccellenza Serie A 23 Promozione S P O RT L’Inter, cerca di approfittare del Lecce per avvicinarsi al Milan in vista del derby di sabato prossimo Roccella e Bovalinese, due gare fondamentali per i rispettivi obiettivi. Acri e Bocale le avversarie Locri, è tutto finito. La compagine amaranto ritrova la Prima Categoria dopo 40 anni Reggina, esame di maturità Domani il posticipo contro l’Empoli. Servono punti per continuare a sognare L’angolo Ritorto [email protected] GIORNATA 32 Milan - Inter, aspettando il derby Inter e Milan, saranno proprio loro, le due milanesi, a giocarsi lo scudetto 20102011. I primi sono una conferma; da qualche anno ormai frequentano i piani alti, anzi, il primo, un fantastico attivo vista Europa, da cinque stagioni consecutive. I secondi, sono uno stabile ristrutturato, dopo che Berlusconi sembrava avesse gettato la spugna e i propositi di vittoria, quest’anno, grazie a un Babbo Natale molto generoso si sono assicurati tre campioni di primo livello, Ibra, Cassano e Robinho, riuscendo a tornare, sin da subito, anche grazie ad un tecnico preparato, una delle formazioni più forti d’Europa (nonostante l’ingiusta eliminazione dalla Champions ad opera del Tottenham. Per assurdo, sono proprio i nerazzurri, secondi, ad avere più chance di vittoria finale. Leonardo, ha a disposizione una formazione, a differenza dai rossoneri, completa in ogni reparto, una corazzata che ha fatto esperienza da questi anni di vittorie, tanto da aver recuperato punti su punti dall’avvento del brasiliano. Allegri non ha mai vinto nulla, è un allenatore giovane e preparato. Le sue squadre, il Cagliari prima, e il Milan poi, giocano un bel calcio, ma, ovviamente, difetta d’esperienza, a volte dimostrando limiti imbarazzanti. . Sabato prossimo è il giorno del derby. Ci si gioca una grossissima fetta di campionato. Entrambe proveranno a mangiarla; solo una, a fine stagione, diverrà tricolore. Di sicuro le due milanesi, ci hanno regalato il campionato più bello degli ultimi anni. SASSUOLO - MODENA ATALANTA - PIACENZA CITTADELLA - ASCOLI CROTONE - SIENA FROSINONE - TORINO LIVORNO - GROSSETO PESCARA - PADOVA PORTOGRUARO - ALBINOL. TRIESTINA - VARESE VICENZA - NOVARA EMPOLI - REGGINA MARCATORI 1-1 3-0 0-1 1-2 1-0 1-1 0-2 2-1 1-1 1-0 17 RETI CACIA (PIACENZA) 15 RETI SUCCI (PADOVA), CORALLI (EMPOLI), PIOVACCARI (CITTADELLA) 13 RETI BIANCHI (TORINO), BONAZZOLI (REGGINA), ABBRUSCATO (VICENZA) CLASSIFICA ATALANTA SIENA NOVARA VARESE REGGINA VICENZA LIVORNO GROSSETO PESCARA PIACENZA TORINO Mancano undici giornate alla fine del campionato di Serie B e la Reggina, dopo aver ritrovato continuità, può senza dubbio ambire a giocarsi la Serie A nei playoff. Lunedì, visto che gli esami non finiscono mai, soprattutto nel mondo del calcio, gli amaranto faranno visita a un Empoli che, dopo il pareggio nel derby con il più quotato Siena, è all'ultima chiamata per raggiungere le posizioni di vertice. Arbitrerà Massa. In Toscana si parla di salvezza come primo obiettivo, ma i quindici risultati utili consecutivi nel girone d'andata fanno pensare a tutto fuorché a una lotta per non retrocedere. Come se non bastasse, storicamente, il “Castellani” è un campo ostico. Non saranno disponibili lo squalificato Colombo e gli infortunati Tedesco e Barillà. Per l'esterno di Catona, lo strappo subìto con la Triestina dovrebbe tenerlo fuori due mesi. L'ex Catania, invece, ne avrà per circa un mese (distorsione al ginocchio). Viste le assenze, quasi sicuramente sarà la prima dall'inizio insieme, in un campionato professionistico, per i due fratelli Viola. Nicolas è il candidato numero uno a prendere il posto di Tedesco (tant'è che contro gli alabardati gli è subentrato), mentre Alessio è ormai la spalla di Bonazzoli da diverse partite, con buoni risultati. I due hanno giocato insieme, dal 1', solo in qualche gara del campionato Primavera: per tutta la famiglia di Taurianova, una piccola soddisfazione che sta per diventare realtà. Tra le possibile novità, ad oggi (la rifinitura infatti sarà sostenuta solo domenica mattina), sono in ascesa le quotazioni di Costa. A farne le spese potrebbe essere Adejo, con Cosenza dirottato sul centro destra e il difensore emiliano in posizione centrale. Sul centro sinistra, confermatissimo, Francesco Acerbi. Al posto di Colombo, Laverone dovrebbe essere il prescelto. Bernardi non è mai stato convocato, Barillà (schierato talvolta in posizione di esterno destro) è appunto out. A meno di qualche esperimento (Campagnacci o Adejo sulla fascia), quindi, l'esterno toscano partirà dall'inizio. Dall'altra parte, Rizzato. In mezzo, a sostenere Nicolas Viola, si giocano due posti Rizzo, De Rose e Castiglia, con i primi quest'ultimo sfavorito. In avanti, ovviamente, Alessio Viola e Bonazzoli. In questi giorni ha dato spettacolo in allenamento Vincenzo Sarno, trequartista dotato di tecnica sopraffina, finora mai sceso in campo con la prima squadra amaranto. A partita in corso, a Empoli, potrebbe trovare spazio. Simone Vazzana 63 60 55 51 47 45 44 43 42 41 41 PADOVA EMPOLI MODENA SASSUOLO ALBINOLEFFE CITTADELLA CROTONE PORTOGRUARO ASCOLI FROSINONE TRIESTINA 40 40 39 37 36 35 34 33 32 32 29 Gli avversari Aglietti recupera Vinci e Saponara L'Empoli, piano piano, sta vedendo svuotarsi la sua infermeria. Stanno per tornare a disposizione Lazzari, Mchelidze e Foti, le cui assenze hanno gettato nello sconforto una squadra trascinata, in termini realizzativi, dal solo Coralli. Difficile, comunque, che questi tre possano essere a disposizione di Alfredo Aglietti, leggenda amaranto, che sicuramente dovrà rinunciare a Soriano, fermato per un turno dal Giudice Sportivo. Si è fermato anche Gorzegno, la cui presenza contro la Reggina è in forte dubbio per una distorsione patita dal terzino alla caviglia. Arriva però qualche buona notizia. L'esterno basso, Vinci, tenuto a riposo contro il Siena, ritroverà spazio sulla corsia di destra. Anche l'attaccante Saponara sembra aver recuperato dalla contrattura alla coscia. C'è poi il capitolo Valdifiori: il centrocampista, domenica scorsa, è stato trasportato in ospedale per un'intossicazione alimentare dopo aver mangiato una pasta con tartufo. Tra i più pericolosi, Atzori dovrà prestare grande attenzione, come fatto all'andata, nei confronti di Fabbrini. Il giocatore dell'Under 21, che a luglio sarà riscattato dall'Udinese, non sta più incidendo come a inizio anno, manifestando un calo che fa il paio con quello generale della compagine azzurra. 24 la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 24 25 la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 25 Sport Serie A la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 26 Inter, sorteggio fortunato. C’è lo Schalke Sorteggiati gli accoppiamenti dei quarti a Nyon: ancora un'avversaria tedesca per i nerazzurri. In caso di successo, in semifinale troveranno Blues o Red Devils. Gli altri match saranno Real Madrid-Tottenham e Barcellona-Shakhtar Donetsk. "Diciamo che ora sono leggermente rilassato, qualche pericolo sulla carta più forte è stato evitato". Ernesto Paolillo, amministratore delegato dell'Inter, può tirare un sospiro di sollievo dopo il sorteggio dei quarti di Champions che opporrà i nerazzurri allo Schalke, sulla carta la squadra più abbordabile. "C'erano da evitare pericoli come Real Madrid e Barcellona - continua ai microfoni di Sky Sport - ma non dobbiamo rilassarci e stare molto attenti. Una giornata interlocutoria Aspettando la partita delle partite di questo campionato, ovvero l'anticipo di sabato 2 aprile tra Milan e Inter, vedremo se oggi le due milanesi saranno già con la testa al derby (senza il grande ex, Ibra). Impegno semplice per l'Inter, che ospita in casa un Lecce terz'ultimo in classifica. Leonardo dovrà essere bravo ad evitare un calo di attenzione da parte dei suoi, dopo la notte di Monaco. Non ci saranno Milito (mai definitivamente recuperato in questa stagione), Ranocchia affaticato e il difensore colombiano Cordoba squalificato. Secondo Leonardo “le vittorie portano vittorie”, insomma alla Pinetina l'ambiente appare sereno. Nemmeno il tecnico nerazzurro penserà a gestire i diffidati Pazzini, Eto'o, Lucio e Nagatomo, che dovrebbero tutti giocare. Questa potrebbe essere un’ingenuità del tecnico brasiliano che comunque ha tutta la fiducia di Moratti. Questa domenica, inoltre, vedremo se la Juve riuscirà a tirarsi fuori da questo “momentaccio”. Del Neri sembra non pensare al futuro, “il mio compito è pensare al Brescia” ha dichiarato, ed intanto difende la squadra dicendo “fischiate me!”. Il tecnico dei bianconeri continua quindi a dire che il rapporto con la società ed i giocatori è positivo. Ma la cosa negativa per la Juve continua ad essere la situazione degli infortunati. Stagione finita per Iaquinta, in attacco giocheranno Matri, l’uomo più in forma dei bianconeri e Del Piero. Con Felipe Melo assente, è stato convocato il giovanissimo Boniperti che partirà dalla panchina. Una partita molto interessante dovrebbe essere Fiorentina Roma. I giallorossi a quota 49 in classifica puntano diritti al 4° posto, anche se la Lazio, ieri, ha battuto il Cesena portandosi a più cinque sui giallorossi, che dovranno guardarsi anche dalla sorprendente Udinese che, sempre in casa, affronterà il Catania. Montella avrà Cassetti indisponibile e Vucinic squalificato, per il resto potrà contare sull'intera rosa. Il Napoli aspetta il Cagliari al S.Paolo e sogna ancora lo scudetto. Sono 6 i punti che separano gli uomini di Mazzarri dal Milan e uno, invece, quello di distacco dall'Inter. Una curiosità: Morgan De Sanctis è a 20' dal record di imbattibilità interna firmato due volte da Castellini, rispettivamente con 748' e 763' nelle stagioni 1983-'84 e 1981-'82, dato che rispecchia l’andamento dei partenopei che quest’anno si sono dimostrati praticamente imbattibili. Un'altra gara interessante, in chiave salvezza, è Sampdoria Parma. Chi perde rischia grosso! I l Rompipallone Bella festa alla Pinetina per l'Unità d'Italia. I giocatori italiani dell'Inter si sono riuniti per brindare dentro l'ascensore Aspettando il derby di sabato prossimo, l’Inter prova a far paura ai rossoneri nella sfida contro il Lecce L’anticipo Alla Lazio basta Zarate, battuto il Cesena La Lazio si riprende il momentaneo 4° posto grazie alla rete realizzata da Zarate, a soli 2' dall'inizio della partita, che sfrutta al meglio un cross di Mauri. La squadra di Reja non ha certo entusiasmato ma si è dimostrata molto pratica, portando a casa il massimo risultato con il minimo sforzo. Il Cesena, difatti, pur tentando di reagire allo svantaggio, non è mai veramente incisivo. I biancoazzurri, invece, privi di una vera punta, schierano un volenteroso Sculli a fare coppia con l'autore del goal. Nel Cesena c’è Malonga al posto dello squalificato Giaccherini. Ma si delinea una partita con poche azioni pericolose, tanto che Antonioli è impensierito solo alla fine del primo tempo, da un colpo di testa di Biava e, a inizio ripresa, dallo stesso Sculli. Da segnalare, la buona prova di Santon, schierato a destra. Per la Lazio, oltre a Zarate, sono oltre la sufficienza le prestazioni di Matuzalem e Mauri. MARCATORI GIORNATA 30 LAZIO - CESENA PALERMO - MILAN FIORENTINA - ROMA BARI - CHIEVO BOLOGNA - GENOA INTER - LECCE JUVENTUS - BRESCIA SAMPDORIA - PARMA UDINESE - CATANIA NAPOLI - CAGLIARI 1-0 24 RETI DI NATALE (UDINESE) 20 RETI CAVANI (NAPOLI) 19 RETI ETO ‘O (INTER) 17 RETI DI VAIO (BOLOGNA) 16 RETI MATRI (JUVENTUS) 14 RETI IBRAHIMOVIC (MILAN) CLASSIFICA MILAN INTER NAPOLI LAZIO* UDINESE ROMA JUVENTUS FIORENTINA PALERMO CAGLIARI 62 57 56 54 53 49 42 40 40 39 BOLOGNA GENOA CHIEVO CATANIA SAMPDORIA PARMA CESENA* LECCE BRESCIA BARI 39 38 32 32 31 29 29 28 26 17 25 la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 27 28 Sport CND la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 Hinterreggio, contro la Turris decide il proprio futuro Se si vogliono i Play Off, oggi serve necessariamente una vittoria Rimane alto l’interesse per la zona play off, con la lotta per il titolo che, ormai, vede l’Ebolitana una spanna più in alto di tutte le altre, e soprattutto senza nessuna compagine calabrese che possa ambire al primo posto. Come dicevamo, più intricata la lotta per i play off, che vede ben tre delle nostre formazioni in lotta, Sambiase, Valle Grecanica e Hinterreggio, che ormai occupa stabilmente i quartieri alti della classifica. Oggi, due di queste, giocano in casa, Hinterreggio e Sambiase. I reggini, probabilmente si giocheranno tutte le ambizioni nello scontro con- Eccellenza tro la forte Turris. Il Sambiase invece ha uno scontro più semplice, anche se il Marsala lotta per evitare gli spareggi retrocessione. Trasferta invece per la Valle Grecanica, che scenderà in Sicilia per fare visita all’Acireale. CLASSIFICA GIORNATA 32 ACIREALE - VALLE GREC. HINTERREGGIO - TURRIS INTERPIANA - ATL. NOLA MAZARA - EBOLITANA MODICA - MESSINA NISSA - F. E CORAGGIO REAL NOCERA - NOTO ROSSANESE - SAPRI SAMBIASE - MARSALA RIPOSA: CASERTANA 28 EBOLITANA FORZA E CORAGGIO CASERTANA TURRIS NISSA SAMBIASE VALLE GRECANICA HINTERREGGIO SAPRI MESSINA 71 65 63 49 49 49 46 44 43 42 REAL NOCERA NOTO INTERPIANA MARSALA ACIREALE MODICA MAZARA ROSSANESE ATLETICO NOLA 38 36 31 31 30 29 23 23 6 Roccella, spareggio play off I crotonesi, con un punto in meno del Roccella, restano l’unica squadra che potrebbe insediare il posto play off agli amaranto Si giocherà oggi nel massimo torneo dilettantistico regionale la dodicesima giornata del girone di ritorno. Il Roccella affronterà l'Isola Capo Rizzuto, incontro che si disputerà al Ninetto Muscolo a porte chiuse. Questo per decisione del giudice sportivo territoriale dopo la gara persa immeritatamente a Rende. Ovviamente la notizia ha colto tutti di sorpresa, e la società del presidente Licandro non ha voluto commentare l'accaduto essendo in silenzio stampa. Comunque siamo certi che il terreno di Viale degli ulivi per questo importante e decisivo match in chiave play off avrebbe regi- strato il tutto esaurito. Amaranto che dopo due trasferte tornano a giocare in casa per inaugurare l'ultimo ciclo di partite, con quella odierna sono quattro quelle che mancano alla conclusione della regular season, che potrebbe chiudere il discorso quanto meno sulla conquista del quinto posto, ultimo utile per poter giocare l'appendice tanta desiderata, spareggi promozione al torneo superiore. Infatti la formazione di mister Figliomeni può vantare un punto di vantaggio su quella del collega Caligiuri, che in caso di vittoria porterebbe a quattro il distacco. Ma per farlo la squadra dovrà proseguire la marcia con il ritmo delle gare precedenti alle ultime due (Palmi e Rende), quelle che hanno interrotto una piccola scia di risultati positivi iniziata col pareggio a Bovalino e proseguita con tre vittorie di fila, anche se per la verità onestamente non meritava di uscire in entrambe le occasioni sconfitta, oltre tutto in tutte e due le gare col minimo scarto e su due calci di rigore ai più apparsi dubbi. Niente di grave beninteso perché la truppa tanto cara al patron Giannitti anche se sconfitta ha dimostrato capacità di produrre gioco e siamo sicuri che lo ribadirà oggi sollecitata da un avversario, l'Isola Capo Rizzuto, squadra briosa e battagliera. All'andata fu pareggio, 1 a 1, con i locali che nella prima frazione sprecarono un calcio di rigore con El Aoudì.. Al goal di Saffioti replicò in pieno recupero il catanzarese Rotundo che batté Tropepi con un tocco sotto misura dopo una mischia in piena area piccola. Squadra prettamente casalinga quella affidata da Pasqualino Arena per il secondo anno consecutivo a Caligiuri, infatti ben trentuno punti dei quaranta, sono stati conquistati sul terreno amico, dove sono stati realizzati ben Bovalinese ventotto goal dei trentadue totali. Quindi in trasferta nove i punti dopo dodici gare, e le reti messe a segno sono appunto solo quattro realizzate in tre gare e che hanno fruttato cinque punti. I rimanenti quattro punti sono scaturiti da altrettanti 0 a 0. Da evidenziare che l'unica vittoria esterna l'ha ottenuta sul difficile terreno dello Scalea, mentre uno dei quattro 0 a 0 si è verificato a Montalto, senza dimenticare dell' 1 a 1 ottenuto al Baldassarre Sinopoli di Soverato. Tre formazioni di alta classifica, un trio che salvo clamorosi inconvenienti, disputerà i play off. Una partita che vale un’intera stagione Una gara quella che giocherà oggi al Cartisano che può valere una stagione per la Bovalinese opposta all'Isolab Bocale. Al momento le due formazioni quando mancano solo quattro giornate alla conclusione della stagione regolare, quasi matematicamente sono condannate a disputare gli spareggi per non retrocedere. Ancora piccolissima percentuale per evitarli per gli amaranto dovendo disputare una gara in più, dopo che il match di sette giorni fa a Sersale non si è disputato a causa della nebbia. La formazione del presidente Ferrigno occupa il quartultimo posto con ventidue punti, quella dei fratello Cogliandro il terzultimo con venti. Di conseguenza gli uomini di mister Panarello non potranno sbagliare, i tre punti sono di fondamentale importanza. Male che vada (partecipazione ai play out), questi verranno di conseguenza affrontati da Milano e compagni in condizioni di vantaggio, gara di ritorno fra le mura amiche, oltre al fatto che in caso di parità di punti e di goal dopo il doppio confronto a mantenere la categoria sarà la formazione meglio posizionata in classifica. La formazione di Giovinazzo verrebbe allontanata di cinque lunghezze, sei se si considera il vantaggio negli scontri diretti, all'andata la Bovalinese riuscì a vincere in trasferta. Infatti nel caso le due formazioni dovessero concludere al quartultimo posto a pari punti sarebbe considerata tredicesima in graduatoria appunto la squadra della locride. Salterebbe tutto se a vincere fosse proprio la squadra del popoloso rione reggino. Solo qualche ora e sapremo come è andata. CLASSIFICA GIORNATA 27 BOVALINESE - BOCALE CASTROVILLARI - ACRI CUTRO - RENDE PALMESE - MONTALTO ROCCELLA - ISOLA C.R. SCALEA - REAL SERSALE SERSALE - GUARDAVALLE SOVERATO - N. GIOIESE ACRI MONTALTO SOVERATO SCALEA ROCCELLA ISOLA C.R. SERSALE GUARDAVALLE 56 55 46 44 41 40 36 35 N. GIOIESE RENDE PALMESE CASTROVILLARI BOVALINESE BOCALE REAL SERSALE CUTRO 34 33 32 27 22 20 17 15 la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 Promozione 29 Locri, è tutto finito! A quattro giornate dalla conclusione del torneo, e otto punti dalla penultima è retrocessione certa. Di chi la colpa? Il calcio calabrese perde una delle piazze più blasonate della provincia di Reggio Siamo alle ultime battute della stagione 2010/11 del campionato di Promozione, ma sembra che per il Locri il campionato possa ormai considerarsi chiuso. A cinque partite dalla fine la situazione amaranto è quanto meno drammatica. La sconfitta esterna di Cittanova, secondo molti ha scritto la parola fine a questa annata disgraziata che ha portato il Locri dall'inizio alla fine sempre in ultima posizione. I punti di distacco dalla penultima ipiazza sono ben otto, anche se destinati a diventare sei, visto che molto probabilmente il giudice sportivo ne riassegnerà due che erano stati tolti, ma a quattro giornate dalla fine sembra comunque una distanza incolmabile. Le ultime giornate saranno solo un mesto saluto alla promozione, categoria che lo ha visto vivacchiare per parecchi anni escludendo l'anno della finale play off contro il roccella. Difficile stabilire di chi sia la colpa principale di questa ulteriore retrocessione. Per una piazza come quella locrese è sempre stata stretta la promozione, figuriamoci adesso che si farà la prima categoria. I vari Pezzimenti, Sainato, D'ettore, e Minniti susseguitesi in questi anni hanno portato prima l'entusiasmo iniziale e poi subito delusioni fino a rassegnazione. Ogni anno si è assistito a belle parole belle promesse e belle intenzioni per poi assistere ad un anno più deludente dell'altro con questo che potrebbe considerarsi come l'apoteosi finale. Siamo alla fine dell'amaro ciclo di promozione. Si spera sia solo un arrivederci. Ma ormai chi ci crede? Vito Iervasi Riceviamo e pubblichiamo MARINA DI GIOIOSA Compagine da record Un lettore ci scrive per denunciare la situazione di abbandono in cui versa la squadra giallorossa lasciata sola dalla propria tifoseria E' proprio così, l'A.S.D. Marina di Gioiosa è al momento la squadra che ha totalizzato ben tredici risultati utili consecutivi, la prima compagine calabrese ad avere raggiunto tali risultati nel girone B del campionato di promozione 2010/2011. Nessuno avrebbe immaginato questi straordinari risultati, o scommesso un cent su questa squadra, visto l'inizio con ripetute sconfitte; ma al di sopra di ogni opinione c'è chi ha sempre creduto in questo gruppo e nel loro trainer, oltre al team dirigenziale, quelle poche pochissime persone di Gioiosa M.na che seguono costantemente la squadra. Nemmeno questi record riescono a far avvicinare i gioiosani alla loro squadra! In fondo è la squadra del paese, formata da 7/11 da ragazzi del posto. Non contano più i colori sociali, o la passione per la squadra del proprio paese? Beh non per guardare in casa d'altri, ma nei paesi limitrofi primi o ultimi in classifica c'è sempre un pubblico a sostenere la propria squadra. Gli "animi invincibili" dell'A.S.D. di Marina di Gioiosa hanno continuato a lavorare ogni sera, dopo una giornata di lavoro per la maggior parte di loro, nonostante le sconfitte, nonostante lo stadio e gli spogliatoi siano in condizioni precarie, tenuti ancora in piedi dalla piccola manutenzione che i dirigenti riescono a fare, nonostante manchino delle figure e mezzi comunque necessari ad ogni squadra (il medico, il direttore sportivo, il pulman per le trasferte) e nonostante questa squadra si ritrovi senza pubblico o quasi. Loro sono andati avanti, a volte sconfortati, è vero, perchè quando lavori sodo e non ottieni risultati positivi succede, con la loro forza d'animo a dispetto di tutto e tutti e sono arrivati dove volevano e dove meritavano di essere. Questo a dimostrazione che essere "squadra" non significa avere società, allenatore e giocatori blasonati, non basta essere preparati, ma ci vuole sempre e comunque infinita passione per il calcio, in questo caso, e per il gruppo che si ha a disposizione cercando di tirare fuori il meglio di ognuno di loro. Questo è stato l'obiettivo di mister Silvano da quando ha cambiato ruolo, da giocatore ha deciso di diventare allenatore, raggiungendo, negli ultimi anni, traguardi senza pari nella nostra zona, e chiunque provi a dimostrarmi il contrario! Non me ne voglia nessuno, anche se si può credere che il mio pensiero sia di parte, sento di dover fare un grande plauso a quest'uomo modesto, semplice, e pur sicuro della sua forza, ai suoi straordinari ragazzi, nonchè ai suoi inseparabili collaboratori e ai suoi dirigenti fedelissimi che l'hanno sempre sostenuti ed elogiati. AD MAJORA SEMPER !!!! M.G.N. CLASSIFICA BRANCALEONE SIDERNO REGGIO SUD CATONA TAURIANOVESE M. DI GIOIOSA MAMERTRESELICESE DAVOLI 61 55 47 44 43 42 33 32 MONTEPAONE BAGNARESE N. RIZZICONESE CITTANOVESE SAN LUCA GALLICESE AFRICO LOCRI GIORNATA 27 31 29 28 27 27 25 24 16 AFRICO - M. DI GIOIOSA BRANCALEONE - MONTEPAONE GALLICESE - REGGIO SUD LOCRI - BAGNARESE MAMER - SIDERNO RIZZICONESE - CITTANOVESE DAVOLI - SAN LUCA TAURIANOVESE - CATONA qualcuno nutriva ancoSiderno, ra Sesperanze di aggancio, il pareggio interno di domeniallenamenti canesescorsaha contro la Rizzicodefinitivamente ogni residua fiammelin vista dei spento la. è condannato ai Play Off playIl Siderno off, dolce condanna, se si guarda quanto fatto dai cugini locresi, ma allo stesso tempo, una piccola delusione, per aver commesso qualche errore di troppo, errori che potevano essere evitati. La seconda piazza, i play off, non segnano un anno fallimentare, anzi, dobbiamo ricordare che il Siderno è una società formata ex novo, e un limite di tolleranza agli errori è anche giusto concederlo. Certo, dispiace vedere che la macchina perfetta creata da Gianni Fiorenza nel girone di andata sia diventata, un’utilitaria con le ruote sgonfie. Si deve partire proprio da questo per cercare di ricreare le condizioni per disputare i Play Off con serenità, cosa che oggi sembra mancare. Oggi intanto il Siderno sarà impegnato nella trasferta di Oppido dove affronterà la Mamertreselicese, una gara che può essere considerata un ottimo allenamento in vista degli spareggi promozione. Peppe Rit 30 Sport la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 30 Il Bianco prova a spaventare il Gioiosa Termina a reti bianche, invece, il derby tra Antonimina e Mammola che rimangono appaiate in classifica Il Bianco di mister Sandro Stivala si sveglia da capolista. Ancora una netta vittoria ieri la terza consecutiva 5 -1 contro l'ultima della classe i Falchi Maropati che conferma la forza della squadra del presidente Mario Carone. Il Gioiosa Jonica in attesa di recuperare la gara di Fiumara di Muro contro il San Roberto, oggi al comunale i ragazzi di mister Rocco Logozzo ospitano l'ostico Lazzaro in lotta per un posto play off, gara che certamente nasconde delle insidie. L'imperativo però in casa biancorossa è vincere per riprendersi la vetta della classifica . La squadra del giorno è il Bianco che dopo l'avvento di Sti- vala in panchina non perde colpi segnando tantissimo e mettendo in mostra un gioco spettacolare grazie alle super prove di Maldonado, Commisso e Leveque tutti giocatori che potrebbero giocare in categoria superiore. A questo punto per biancocelesti di Stivala possono crederci fino alla fine del campionato per cercare di agganciare il Gioiosa , tutto questo non è certamente vietato visto che la squadra si esprime a buoni livelli. Il Gioiosa Jonica dal canto suo in questo campionato ha confermato la bontà del gruppo egregiamente guidato da Rocco Logozzo che è riuscito in pochissimo tempo ha CLASSIFICA BIANCO GIOIOSA J. MAMMOLA ANTONIMINA POLISTENA N. DELIESE MOTTA S.G. LAZZARO 51 50 42 42 41 41 40 39 GIORNATA 25 36 SANGIORGESE BENESTARNATILESE 34 29 CAULONIA 25 REAL 24 SAN ROBERTO 20 S. CRISTINA 15 ACCIARELLO FALCHI MAROPATI 11 ACCIARELLO - SAN ROBERTO ANTONIMINA - MAMMOLA BIANCO - FALCHI M. CAULONIA - POLISTENA GIOIOSA J. - LAZZARO MOTTA S.G. - N. DELIESE REAL - BENESTARNATILESE S. CRISTINA - SANGIORGESE 1-1 0-0 5-1 2-1 0-1 dare una identità precisa ai biancorossi che grazie a una serie di risultati utili consecutivi e al gioco di squadra fino a questo momento ha fatto la differenza meritandosi il posto di capolista. Ieri il derby tra Antonimina e Mammola è terminato 0-0 un risultato che accontenta entrambe le squadre che rimangono appaiate in classifica è vicini al traguardi play off che ampiamente per quello dimostrato fin qui meritano. La partitissima di ieri è stata molto equilibrata con la squadra di casa che spesso ha messo in difficoltà la retroguardia mammolese che ha retto fino alla fine confermandosi molto attenta. Oggi pomeriggio tutta da seguire la sfida del Dicone di Caulonia dove la squadra di mister Scigliano reduce da due sconfitte di fila ospita il Polistena che come al Caulonia sta attraversando un periodo di crisi. Gli amaranto dopo oltre un mese recuperano il forte difensore Nicolò e si affidano in avanti al goleador Antonio Roccisano per cercare di ritrovare una vittoria che manca da oltre un mese, un risultato positivo oggi pomeriggio toglierebbe definitivamente il Caulonia dalla zona rischio play aut. Nicodemo Barillaro CONCORSO N 14 Regolamento - Le schedine possono essere convalidate GRATUITAMENTE, a fronte di un acquisto minimo solo presso il bar tabaccheria Rescigno di Gioiosa Jonica - Le giocate devono pervenire entro le ore 12.00 del sabato che precede le gare - In Caso di più 14 e 14 +1 il premio verrà estratto tra chi ne ha diritto (i pronosticatori non estratti avranno diritto a caffè per una settimana) I premi 14+1: Cellulare Nokia C3 14 pronostici: Buono da E 60,00 spendibile presso Pneumatici Rescigno 13 pronostici: Cappuccino + Cornetto per una settimana 12 pronostici: 2 Aperitivi (Crodino) 11 pronostici: 1 Aperitivo (Crodino) Da 6 a 10 pronostici: 1 Caffè Gare del 26 e 27 Marzo 1) N. GIOIESE - BOVALINESE 2) GUARDAVALLE - PALMESE 3) ACRI - SERSALE 4) MONTALTO - ROCCELLA 5) SIDERNO - DAVOLI 6) SAN LUCA - TAURIANOVESE 7) MONTEPAONE - LOCRI 8) M. DI GIOIOSA - BRANCALEONE 9) GALLICESE - AFRICO 10) SANGIORGESE - POLISTENA 11) N. DELIESE - BIANCO 12) MAMMOLA - S. CRISTINA 13) FALCHI M. - CAULONIA 14) LAZZARO - POLISTENA 14 + 1) GIOIOSA J. - ACCIARELLO(RIS.ESATTO) Viale delle Rimembranze, 160 Gioiosa Jonica (Rc) Convalid 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 14 + 1) a Calcio Giovanile Under 18, ottimo esordio del Roccella nella fase regionale E' entrata nel vivo martedì scorso la stagione per dodici formazioni della juniores regionale (under 18), cha a conclusione della regular season hanno guadagnato il diritto di partecipare alla fase regionale. Al torneo hanno partecipato cinquantasette squadre, suddivise in sei gironi, ricordiamo che le sedici di Eccellenza e le trentadue dei due gironi di Promozione da regolamento sono obbligate a prendere parte. Delle formazioni che si sono classificate, due a raggruppamento, otto sono di Eccellenza e quattro di Promozione. Dette squadre si incontrano tra di loro in un doppio confronto secondo i sei accoppiamenti già in precedenza delineati. Le gare di andata appunto si sono giocate cinque giorni fa. A giocare per prime in casa le formazioni che hanno concluso al secondo posto nel proprio girone, in trasferta le sei che hanno vinto il girone. La gara di ritorno martedì prossimo 22 marzo sempre allo stesso orario, ovviamente a campi invertiti. Le sei formazioni che accederanno alle gare del secondo turno della fase regionale verranno suddivise in due triangolari stabiliti secondo il criterio della vicinorietà. Nel primo triangolare le vincenti il primo, il secondo e il terzo accoppiamento, e molto probabilmente dopo le gare di andata dovrebbe essere formato dall'Amantea, dal Rende-Amantea 2 -5 San Lucido-C. Montalto 5 - 1 Real Sersale-Soverato 1 - 3 Guardavalle- Cutro 0 - 0; Brancaleone-Catona 3 - 1; Isolab Bocale-Roccella 1 - 2 San Lucido e dal Soverato; nel secondo più incerto, le vincenti il quarto, quinto e sesto accoppiamento, anche se il Roccella dopo la vittoria in trasferta ha buone possibilità di andare avanti. La squadra che prima giocherà in casa verrà stabilita dopo sorteggio in calendario il 25 marzo. Prima gara martedì 29 marzo, la seconda il 5 aprile, la terza il 12 dello stesso mese. Le vincenti i due triangolari si affronteranno in finale che si giocherà il 3 maggio ore 15,30 in campo neutro, ovviamente tenendo conto della distanza chilometrica fra le due finaliste. L'anno scorso a prevalere fu il Bocale, attuale Isolab Bocale, che nella finale regionale ebbe la meglio sul Popilbianco. Poi la formazione cara al duo CampoloCogliandro superò il primo turno della fase nazionale avendo avuto la meglio sull'Audace città di Monreale, formazione siciliana. Agli ottavi però venne battuta dall'Arzanese, squadra di Arzano (NA), ed i sogni di gloria svanirono. Gb P 31 Sport [email protected] la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 31 Calcio e sociale L’Africo sbanca il trofeo “Città di Gioiosa” I pulcini di Peppe Moio hanno la meglio su quelli del Cspr aggiucandosi la coppa E’ stata un’autentica festa dello sport, la festa dei bambini, il torneo, organizzato dalla Scuola Calcio Us Gioiosa Jonica, e che ha visto la partecipazione di 18 scuole calcio provenienti da tutta la provincia di Reggio Calabria. Una festa, perchè oltre al calcio giocato, la manifestazione ha visto 400 bambini giocare, lottare, competere, ma soprattutto divertirsi, com’era nelle intenzioni di Domenico Rescigno, organizzatore insieme all’Us Gioiosa Jonica dell’evento. Il torneo, che si è concluso giovedì, ha visto trionfare l’Africo che ha avuto la meglio, dopo i calci di rigore sul C.S.P.R., terzo posto per il Roccella, e quarto, infine per la Bovalinese. Oltre ai risultati conseguiti sul campo, tutti contenti per aver passato una splendida giornata nella quale i bambini, anche quelli che hanno giocato meno, si sono divertiti... Ce lo confermano i responsabili delle squadre classificatesi nei primi quattro posti, come Pietro Pucci, respon- sabile del Cspr "Ci siamo trovati benissimo, perchè l’organizzazione è stata perfetta, e perchè Gioiosa Jonica non ci ha fatto mancare il supporto e il calore". Per Francesco Maviglia, istruttore dei pulcini della Bovalinese, "Abbiamo preso parte a una manifestazione organizzata benissimo. Siamo stati accolti meravigliosamente dal Gioiosa e da Domenico Rescigno che ha organizzato tutto. Competizioni del genere andrebbero organizzate più spesso”. A trionfare è stato l’Africo di Peppe Moio, “Abbiamo trovato un ambiente splendido, una manifestazione organizzata alla perfezione. Devo dire che i bambini si sono divertiti tantissimo, e anche chi ha giocato meno, a fine giornata era contentissimo, contento per aver partecipato a un’autentica festa”. Infine sentiamo chi la manifestazione l’ha organizzata, Domenico Rescigno, responsabile della Scuola Calcio Us Gioiosa che ci corregge… “Non è corretto dire che ho organizzato tutto io, ho avuto un idea, un progetto, che abbia- La Coppa del Sud Italia arriva nella locride Le città di Polistena, Siderno e Caulonia, in provincia di Reggio Calabria, ospiteranno la Coppa Sud Italia di arti marziale vietnamite e di kickjitsu e lotta a terra, nonché lo stage del Mediterraneo di arti marziali e kickboxing. A dirigere le storiche e importanti manifestazioni sarà il professore Giuseppe Cavallo, responsabile nazionale FIKBMS del settore giovanile lotta a terra, e coordinatore del settore vietnamita della FIWUK e della WTKA per tutto il Meridione d'Italia. La FIWUK e la FIKBMS, sono le uniche federazioni riconosciute dal CONI per il wushu kung fu, la kickboxing, savate, muay thai, shoot boxe, kickjitsu e arti marziali affini. I migliori atleti del Mezzogiorno, fra i quali gli allievi del maestro Cavallo, membri della nazionale italiana, si contenderanno i titoli prestigiosi messi in palio e l'ambito posto, anche per il 2011 in maglia azzurra. Le iniziative sportive prenderanno il via a Polistena, domenica 3 aprile, per poi proseguire a Siderno e Caulonia, nei prossimi mesi, fino a luglio, con lo stage del Mediterraneo, al quale prenderà parte il grande maestro marco Guarneri, direttore tecnico nazionale del settore vietnamita della FIWUK e della WTKA. Sempre nei prossimi mesi è previsto l'avvio del corso di difesa personale femminile, che sarà curato dal maestro Cavallo, specialista a livello internazionale, con l'ausilio del proprio staff tecnico, a cominciare dagli insegnanti tecnici Nicola Geranio, Vicenzo Coluccio, Maria Spanò, Rocco e Franco Garelli, Rosanna Fuda. Intanto, presso l'istituto comprensivo di Caulonia centro, il professore Cavallo, con l'ausilio dell'insegnante tecnico federale Maria Spanò, avvierà, sabato, il progetto CONI “A Scuola di Giocosport” avviato in varie scuole della provincia grazie all'impegno del presidente provinciale, professor Giovanni Filocamo e dei fiduciari di zona, a cominciare dal professore Salvatore Papa. Da evidenziare, infine, che il maestro Giuseppe Cavallo, che è cintura nera 8° DAN di difesa personale, 6° di kickboxing e kung fu, 5° di karate della FIJLKAM (federazione italiana CONI di judo, lotta, karate e arti marziali) e jujitsu, si sta occupando, nella sua qualità di membro della commissione tecnica mondiale dei grandi maestri di arti marziali e sports da combattimento, a livello internazionale, del progetto di addestramento antiterrorismo, riservato a personale delle forze di sicurezza. Un grande prestigio per lui, la sua scuola ma, soprattutto, per tutta la Calabria. mo realizzato insieme allo staff dell’Us Gioiosa. L’ottima riuscita si ha avuta grazie alla sinergia creata tra le scuole Calcio, all’Us Gioiosa, al suo presidente Celestino Rossi che mi è sempre stato vicino, all’ importante supporto delle Istituzioni, con Mario Mazza, il sindaco di Gioiosa, Attilio Tucci, Rocco Agrippo, Salvatore Scali, grazie allo staff arbitrale disponibilisimo, a Luciano Racco che ha offerto il pranzo ai 400 bambini. A premiare tante personalità del mondo della politica, avvicinatisi al torneo vista l’importanza, ma soprattutto il risvolto sociale della manifestazione, il sindaco di Gioiosa Mario Mazza, l’Assessore Provinciale allo Sport Attilio Tucci, Franco Candia, l’assessore allo Sport del comune di Gioiosa Elio Napoli che hanno consegnato le borse di studio alle prime tre formazioni classicate, e ai piccoli atleti che hanno vinto i premi. Miglior portiere è andato al giovanissimo portiere dello Sporting Locri, miglior difensore per Domenico Favasuli dell’Africo, miglior centrocampista Antonio Gerace del Roccella, miglior attaccante Santoro Favasuli, sempre dell’Africo, mentre miglior giocatore è stato il piccolo atleta del Cspr Alessandro Carrozza. Premi anche per le due migliori giocatrici Rebecca Laface e Marilina Maisano, entrambe del Melito. Premiato anche l’allenatore dell’Africo Peppe Moio. Domani, poi, a partire dalle ore 17,00, presso l’Auditorium delle Scuole Medie di Gioiosa Jonica la conferenza stampa per la presentazione del progetto che assegnerà altre 100 borse di studio ai bambini delle Scuole Calcio. Giuseppe Ritorto Pesca A Salvatore Pellegrino la prima vittoria del 2011 A distanza di tre mesi dall'ultima gara in programma l'anno precedente, la ripresa delle gare organizzate dall'Associazione Sportiva Dilettantistica “Sport Fishing” di Siderno di cui si sentono onorati di far parte. Domenica 6 Marzo in una giornata tipicamente invernale, fredda e ventilata, e con mare molto mosso si è dato inizio alla stagione 2011 dello Sport Fishing. La prima gara valevole per il Campionato Sport Fishing 2011 si è tenuta a Roccella Jonica ed ha visto la partecipazione di 32 soci Erano le 07.00 quando i giudici hanno dato il via alla gara che si è protratta per tre ore e mezza ed ognuno dei concorrenti si è impegnato dimostrando il meglio di sé cercando di assicurarsi i primi posti. Non sono mancate le emozioni, infatti, sono state tante le catture che nonostante le condizioni del mare si sono verificate, diverse le prede pescate, dalle mormore alle triglie, dai saraghi alle spigole. Al termine della gara tutti i concorrenti si sono diretti al box pesatura prede e si è stilata la classifica che ha visto salire sul podio il Vice Presidente dell'associazione Salvatore Pellegrino, seguito al secondo posto da Panetta Cosimo e al terzo posto si è piazzato Tonino Pasqualino. Essendo stata la prima gara dell'anno si è passati successivamente a stilare la classifica provvisoria del tor- neo “Sport Fishing” riservato ai tesserati dell'associazione che di seguito viene riportata: 1)Pellegrino Salvatore 15 punti 2)Panetta Cosimo 12 punti 3)Pasqualino Tonino 9 punti 4)Arceri Giuseppe 7 punti 5)Giordano Giovanni 6 punti 6)Pellegrino Domenico 5 punti 7)Callea Marco 4 punti 8)Lamanna Davide 3 punti 9)Tassone Giovanni 2 punti 10)Marcianò Natale 1 punto Era nelle previsioni la riconferma di un successo, dopo i risultati positivi dell'annata precedente, sia dal punto di vista partecipativo che di presenza di pubblico e dei tanti curiosi che hanno assistito con attenzione all'evolversi della giornata sportiva. C'è da dire che l'associazione di pesca sportiva dilettantistica “Sport Fishing” di Siderno, è nata da un gruppo di amici cinque anni fa, ed è ormai diventata una realtà importante per l'intero comprensorio della provincia di Reggio Calabria. Lo dimostrano, senza alcun dubbio, i risultati ottenuti le scorse stagioni, Un messaggio l'associazione lo rivolge a tutti gli appassionati di pesca invitandoli ad iscriversi per diventare soci di una realtà in continua crescita e partecipare alle varie competizioni in uno splendido clima di amicizia ed armonia. Arti Marziali Csk, trionfi anche in Coppa Sicilia Buona prestazione degli atleti del CENTRO STUDI KARATE alla “COPPA SICILIA 2011”, organizzata dalla World Martial Kombat Federation in collaborazione con l' A.I.C.S.-C.O.N.I. ed il Patrocinio della Regione Sicilia; si è svolta a Montelepre (PA) presso il Palaz- zetto dello sport, dove si sono affrontati atleti provenienti da tutta la Sicilia. Tante medaglie importanti per gli atleti del M° Vincenzo Ursino, sia a squadre che individuali. Nella specialità KARATE POINT si sono imposti i fratelli sidernesi Tomma- so e Vincenzo Figliomeni, un secondo posto per il locrese Eros Oliveto ed una medaglia di bronzo per Domenico Macrì. Strepitoso successo del CENTRO STUDI KARATE nella specialità SELF DEFENCE dove il club calabrese conquista il podio più alto nelle due categorie esistenti con le formazioni ANGILLETTA-FIGLIOMENI-GALLUCCIO (soprannominato il trio delle meraviglie, per le straordinarie prestazioni acrobatiche inserite nella prova), e CORDI'-MACRI'-SCRUCI. “E' stata una bella giornata all'insegna delle arti marziali, ma soprattutto all'insegna dello sport ha detto il M° Vincenzo Ursino - il karate, come tutte le discipline sportive, oltre alla componente meramente atletica, aiuta i giovani nella crescita e infonde i valori sani della vita, come il rispetto verso gli altri e verso se stessi”. 32 Società CONTRO RACKET E USURA QUALI SOLUZIONI NELLA LOCRIDE? II 18 marzo 2011, alle ore 18,30 nel sala della Caritas diocesana di Locri si è svolta la presentazione del libro “L'uomo d'onore non paga il pizzo” del giornalista Roberto Mazzarella, edito da Città Nuova. La presentazione è stata affidata al prof. Antonio Scordino, uno dei responsabili della Commissione Giustizia e Pace diocesana e attuale sindaco di Bianco, e all'avv. Antonio Cavo, componente di rilievo della Fondazione Antiusura. Di ottimo spessore l'intervento di entrambi i relatori che da anni sono impegnati in ambito sociale e diocesano per promuovere iniziative che favoriscano percorsi di crescita socio-culturale del territorio. DOMENICA 20 MARZO 2011 Attualità GIORNATA DELL’ACQUA A LOCRI A Locri, lunedì 21 marzo, alle 9.30, nell’Auditorium del Liceo Linguistico e delle Scienze Umane (ex Istituto Magistrale) in un interessante convegno dal titolo ” Le problematiche della gestione e dell’utilizzazione della risorsa idrica per uno sviluppo sostenibile del ter- A Bovalino, Pasquino Crupi celebra i 150 anni dell’Unità con una prolusione su “Il Risorgimento nella poesia dialettale calabrese”. Da sinistra Mimmo Agostini, Pasquino Crupi, Nino Gemelli, presidente nazionale dell’Unlla, Luigi Giugno, consigliere provinciale zioni locali, organizzazioni pubbliche e private, banche, associazioni e comunità di tutto il mondo, ad attivarsi nei confronti di problemi quali le risorse idriche e i rifiuti _in ambienti urbani. Si vuole sensibilizzare il mondo sulle avverse condizioni globali riguardanti la gestione delle acque Il Risorgimento fallito ritorio calabrese”, amministratori locali, funzionari di enti preposti alla tutela dell’acqua, esperti del settore, studenti e docenti cercheranno di fare luce, sulla base di conoscenze professionali e dati concreti, su un argomento che da qualche anno è diventato fondamentale nei dibattiti delle società mondiali. In un parte dell’opinione pubblica italiana si è andata affermando la consapevolezza che l’acqua debba essere una risorsa condivisa, piuttosto che un bene economico monetizzabile attraverso la privatizzazione. “ Contro il decreto di privatizzazione si è attivata una rete di movimenti sociali e ambientalisti, sindacati, associazioni di cittadini e consumatori; più di cento consigli comunali e provinciali hanno approvato delibere che affermano il principio dell’acqua come bene comune e che chiedono la gestione pubblica dei servizi idrici”. Nel referendum del 12 giugno saremo chiamati a decidere se abrogare o no tale decreto. La GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA istituita nel 1992 dalla Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite, rappresenta ogni anno un’occasione per focalizzare l’attenzione su uno specifico aspetto della critica questione dell’acqua dolce, con particolare riguardo alle prospettive di accessibilità e sostenibilità delle risorse di questo bene; “Acqua per le Citta’: come rispondere alle sfide dell’urbanizzazione”_ è il tema scelto per il 2011 e vuole essere un’opportunità per incentivare governi, amministra- e incoraggiare chi e’ investito di potere decisionale a cogliere le opportunità per affrontare tali sfide. Mostrando, inoltre, alcuni casi di buon governo si tenta di incoraggiare i decisori ad intraprendere e sostenere riforme ed approcci che guardino al futuro. Le organizzatrici Liliana Ielasi e Marò D’Agostino Ha scelto un modo originale Pasquino Crupi per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia. L’ha fatto, cioè, percorrendo il dispiegarsi dello stato unitario nel Mezzogiorno attrevarso i testi dialettali dei poeti dell’Otto- Novecento e del nostro tempo. Luogo dell’incontro: l’elegante sala del ristorante Orchidea di Sebastiano Primerano, munifico cavaliere di cortesia rinascimentale, che ha sorretto l’iniziativa di Mimmo Agostini, delegato regionale dell’Unlla e della stessa responsabile locale. Hanno portato il saluto il sindaco di Bovalino, Tommaso Mitiga, e Luigi Giugno, presidente della Commissione bilancio alla Provincia. All’incontro di Bovalino, non è voluto mancare Nino Gemelli, già deputato europarlamentare e Presidente Nazionale dell’Unlla., che ha sottolineato il bisogno di cultura di cui la Calabria necessita. “In un mondo che corre veloce il particolare va evidenziato – ha detto Gemelli – e nel linguaggio globale il particolare è rappresentato dal dialetto. Perché il nostro linguaggio è la nostra memoria, la nostra radice, la nostra identità L’esordio di Pasquino Crupi è di netta e chiara impronta meridionalista : “ Ci siamo nutriti di pensiero meridionalista, siamo ancora nutriti di pensiero meridionalista. Non c’ dubbio il nostro valore comune rimane la difesa del Mezzogiorno dentro l’Unità d’Italia, che non si tocca, come non la toccarono i grandi meridionalisti, e alla quale in questo ultracentenario della sua nascita è però legittimo e necessario guardare con spirito critico. Ciò che è già avvenuto. E questo spirito è già, fin dal formarsi dello stato unitario, nella poesia dialettale dell’Ottocento”. “ E questa nostra poesia dialettale, dai guasconi della cultura impellicciata considerata come poesia marginale che non sa alzare la testa verso i grandi temi , si salda subito con la cultura letteraria nazionale e con il pensiero meridionalista, avendo in comune la delusione storica, manifestatasi subito dopo l’unità d’Italia. Tali sono i contenuti della poesia dell’abate Antonio Martino, di Costantino Jaccini, di Antonio Marasco, di Mastro Bruno”. “ Questo nell’Ottocento. Se volgiamo ora lo sguardo alla poesia dialettale del Novecento, ci avvediamo che tutti i temi, sollevati dai grandi meridionalisti- da Villari a Luigi Sturzo- che, insomma, tutti problemi, che configurandola perdurante questione meridionale, confluiscono nei poeti dialettali del primo e secondo Novecento, ENDOMETRIOSI CONOSCERLA PER CONOSCERSI In occasione della Settimana Europea della consapevolezza dell'endometriosi, l'Associazione Culturale “Il Nodo di Ipazia” in collaborazione con l'Associazione Italiana Endometriosi, ha voluto creare un momento di incontro, di dialogo, di riflessione, ma soprattutto di informazione su una patologia molto diffusa nell'universo femminile, ma ancora oggi sotto molti aspetti poco conosciuta. L'Incontro dibattito sul tema Endometriosi: conoscerla per conoscersi si è svolto nella cornice liberty della Biblioteca Comunale “De Nava”. Nell'introdurre i lavori, la moderatrice dell'incontro Tina Ferrera ha sottolineato l'importanza di definire una giusta diagnosi della malattia; in tal senso, la necessità di una maggiore informazione da parte dei medici di base che di concerto con altre figure professionali ( farmacista, psicologo, ginecologo, omeopata, gastroenterologo, fisiatra), dovrebbero svolgere una azione di indirizzo e di “ascolto dei sintomi”. Sul tema sono intervenuti il Dott. Rosario Idotta (Responsabile Reparto Ginecologia e Ostetricia Casa di Cura Villa Aurora e Centro Endometriosi dello Stretto), la Dott.ssa Eva Gerace ( Dottore di Ricerca in temi di Prevenzione in Psicanalisi), Margherita Iellamo (Responsabile Calabria e Sardegna e Consigliere A.I.E.), e Rosamaria Malafarina (Presidente Associazione Culturale “Il Nodo di Ipazia”). Con una attenta analisi medico scientifica, il Dott. Idotta ha illustrato il percorso diagnostico e terapeutico nell'endometriosi. “L'endometriosi è una patologia complessa che deriva da un disordine genetico, multifattoriale. Si comporta come un tumore con più metastasi”. Le moltissime donne e soprattutto adolescenti colpite da tale malattia (solo 3 milioni in Italia) devono combattere con una “belva feroce” che si insinua lentamente e progressivamente nel loro corpo e nella loro mente. Molti sono oggi gli strumenti diagnostici per individuare l'endometriosi: visita ginecologica, laparoscopia, ecografia, esame istologico, DA ROMAA GERACE PER L’UNITÀ D’ITALIA la Riviera E’ Gerace l’incantevole cittadina antistante il Mar Jonio il luogo in cui si sono recati gli studenti dell’Istituto Alberghiero “ Dea Persefone”, in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, per visitare la mostra documentaria- fotografica “Il Risorgimento calabrese: personaggi luoghi e fatti”, curata dalla Soprintendenza Archivistica per la Calabria e allestita nel salone di Palazzo Tribuna sede del Museo Civico della cittadina Questo appuntamento segue una visita precedente a Roma presso l’ Altare della Patria, ove gli studenti hanno visitato la mostra sul Risorgimento, reperti esposti per la prima volta in occasione del 150° anniversario dell’ Unità d’ Italia. e di questo terzo millennio: l’emigrazione, la mancanza di lavoro, la rivendicazione della purezza delle classi analfabete, la ndrangheta, il federalismo. Tali i contenuti della poesia dialettale di Giuseppe Morabito, Mario Vincenzo Careri, Luigi Campagna, Giuseppe Coniglio, Rocco Ritorto,Vincenzo Guerrisi, Antonio Zurzolo, Pasquale Favasuli, Franco Blefari, Bruno Lucisano, Vincenzo Cordì, Totò Mediati. I quali tutti sono l’esempio fattuale di come la poesia dialettale, in coniugazione con il pensiero meridionalista di cui rappresentano la narrazione in versi, si alza a poesia nazionale”. “Non è all’ordine dl giorno della Calabria la poesia dialettale , non è all’ordine del giorno del Paese la questione meridionalem, che, nella più oscena delle ipotesi, viene tenuta presente come questione criminale. Ma il nostro problema è il malessere delle cose, non il malessere dell’essere”. “L’unità non si tocca – ha continuato Crupi . Questo è un punto fermo, ma non ci piacciono i cavalieri in camicia verde che saranno pure senza macchia e senza paura ma sono anche senza memoria. Poiché l’Unità è stata un vantaggio esclusivamente per il nord. Lo aveva capito Benedetto Croce, quando rifletteva che in un fatto nuovo (l’Unità) ci sono vantaggi e svantaggi e si sporgeva pure verso un elogio della poesia in dialetto, della poesia popolare. La quale è la parte più alta della poesia calabrese. Lbera, autonoma, originale. Soprattutto voce del popolo senza del quale nulla vi sarebbe stato di ciò che di alto ed elevato nella nostra epoca: una società di soli scienziato è destinata a perire”. Una bella fatica questo percorso storico-culturale. E, infine, Pasquino Crupi, visibilmente commosso ha concluso così: “ Consentitemi che da questa tribuna d’onorata cultura, insieme a tutti voi, io mandi un saluto di riconoscenza a Rosario Villari, che ci ha mossi allo studio del Mezzogiorno e che ha il merito ineguagliabile di avere riscegliato la coscienza meridionalista con quel formidabile studio, che s’intitola Il Sud nella storia d’Italia”. La serata è stata, poi completata dalla pregevole lettura della poesie di poeti calabresi quali Jaccini, Creazzo, Morabito, Guerrisi ecc.... L’ultima parte della manifestazione è stata impreziosita dall’esibizione di poeti dialettali come Franco Blefari, Pasquale Favasuli, Vincenzo Cordì, Salvatore Luccisano ,Totò Mediati, Antonio Zurzolo, ai quali è stato consegnato un attestato per la loro attività altamente meritoria in difesa della lingua dialettale in versi. Giovanna Mangano risonanza magnetica, esami di laboratorio. “Negli ultimi 10 anni, ha precisato il Dott. Idotta sono migliorate le tecniche terapeutiche e quindi la cura dell'endometriosi. Si è altresì ridefinito il rapporto medico paziente in una forma empatica. Le donne affette da tale patologia fanno spesso un uso - abuso di analgesici e antinfiammatori; da qui la necessità di seguire una giusta terapia medica (progestinici, pillola contraccettiva, gravidanza), o in taluni casi una terapia alternativa (magnesio, paracetanolo, fitoestrogeni). Per convivere quotidianamente con una malattia “insidiosa”, le donne devono modificare il proprio stile di vita, i rapporti sociali e lavorativi, le abitudini alimentari. Sotto il profilo psicoterapeutico, la Dott.ssa Gerace ha ricordato il peso della “giubba” (cioè della malattia), che le donne affette da endometriosi devono indossare: il vestito di una sofferenza silente che mortifica la femminilità nella sua essenza. 33 DOMENICA 20 MARZO 2011 REDAZIONE IN PIAZZA 3° APPUNTAMENTO Domani lavori in corso a Locri In alto il primo incontro in piazza Nassiriya a Locri. In basso il secondo incontro al 5th Avenue di Siderno “La donna si arma e si protegge: compie un doppio movimento. Si infarina la faccia per nascondere le sofferenze che la patologia porta con sé. Inventa una grammatica della lesione per riscoprire la propria femminilità come desiderio e non solo come dolore”. Lunedì, artisti, scrittori, poeti, musicisti e appassionati di Calabria si incontrano per il terzo appuntamento con “Redazione aperta”, che per l’occasione diventa “Under Costruction - Lavori in Corso”. Uno spazio di incontro e di discussione sui problemi del nostro territorio, un’occasione per proporre soluzioni alternative e originali… Un laboratorio di idee aperto a chiunque voglia esercitare il proprio diritto-dovere alla partecipazione, per migliorare, partendo dal piccolo, il nostro territorio. La discussion toccherà diversi temi, quali: Situazione Politica; Vento del Sud (Rivoluzioni Mediterranea); Lo stato della Cultura nella Locride; Reti di collaborazione culturale Margherita Iellamo ha posto invece l'accento sui significativi progressi compiuti dal 1999 ad oggi dall'Associazione Italiana Endometriosi. “Un movimento partito dal basso, che coinvolge oltre 20.000 donne. Tante gocce che hanno formato un oceano”. La filosofia di auto-aiuto, di condivisione della stessa esperienza, di scambio informativo, su cui si fonda l'attività dell'A.I.E., vuole offrire a tutte le donne nuovi strumenti di sostegno e di supporto psicoterapeutico. Per Rosamaria Malafarina si deve cercare di vedere “oltre la malattia” nel cuore di tutte le donne non più sole nella battaglia per la vita. “Un grande atto d'amore, di amicizia, di unione, una promessa di impegno per ritrovarsi uguali e pur unicamente diverse”. L'endometriosi è una malattia sociale, invalidante per moltissime donne. Il Consigliere Regionale Antonio Rappoccio, presente all'incontro, ha sottolineato la necessità di continuare a parlare di endometriosi, soprattutto a livello regionale nelle opportune sedi istituzionali. “Una proposta di legge che tuteli le donne affette da tale patologia, garantendole il diritto all'assistenza, alla cura, alla vita”. Lr 34 Società ITALIA UNITA... DALLA SPAZZATURA Forse sarebbe più corretto dire Locride, viste le condizioni indecorose in cui si trovano le nostra strade. E la fatalità, o forse qualche buontempone lungimirante ha perfettamente coniugato il meglio della settimana. L’unità d’Italia e la crisi spazzatura... In foto, per l’occasione, un cassonetto tricolore... DOMENICA 20 MARZO 2011 Attualità ITALIA, BUON COMPLEANNO! Siderno, all' Istituto Ipsia si è appena concluso l'iter formativo commemorante il 150 anniversario dell' unità d' Italia. Un' occasione fondamentale, per le nuove generazioni, per sottolineare soprattutto l'impronta del Sud durante il Risorgimento. Molti sono stati, infatti, i conterranei ricordati, tra i quali Michele Bello, Paolo Pellicano, Rocco Verduci, Gaetano Ruffo, e tanti altri. Uomini che cercavano la Libertà, la realizzazione di sogni e nobili ideali, per i quali erano pronti a morire. Gente che amava la propria terra, ricca non solo di Valori ma anche dal punto di vista economico. Dati che non possono essere camuffati, come sottolineato da D. Geria, esperto di storia risorgimentale, sono infatti: i 443 milioni d' oro presenti nelle banche del nostro Regno, la terza flotta militare più grande al mondo e la prima marina mercantile in Italia. “Vittorie” che la storiografia tende a trascurare come emerso dall'intervento, al quale si aggiunge il ponderoso lavoro del professor Vincenzo Cataldo che allarga la visuale al sistema fiscale del Regno e alla politica attuata dai diversi sovrani. Una società permeata anche dal potere clericale che intravedeva in ogni accenno alle idee di libertà un attentato al potere costituito. Importante è stato, in riguardo, il convegno tenuto dal docente E. Agostino che ha saputo riassumere la nostra Storia. Un passato in cui anche le donne hanno contribuito, e che il dirigente scolastico, Mariolina Spadaro ha descritto come simboli, il cui impegno è stato frutto di una “decisa maturazione culturale e spirituale con la partecipazione piena alla dimensione civile del vivere.” Temi che rivalutano la Calabria, da sempre considerata “terra selvaggia e primitiva”. L'augurio è, dunque, che questi convegni risollevino le coscienze affinchè l'unità d'Italia venga “costruita” ogni giorno con impegno e responsabilità. Come ricordava un film, anche noi, ora vogliamo terminare questo intervento con una domanda importante: L'Italia si è formata, quando si formeranno gli italiani? L'augurio sorge spontaneo dai nostri cuori verdi, bianchi e rossi. Sara Caccamo "Zalex il Normal'eroe delle Regole " sceneggiatura Naic Pezz disegni Mattia Papp per EnergiECalabr ia-Movimento Creativo LA CALABRIA SOTTO SOPRA SERATA D’ ONORE PER NINO AMADORE S MARILENE BONAVITA erata d’onore alla libreria Mondadori di Roberta Strangio per il giornalista Nino Amadore, autore del saggio La Calabria sottosopra, edito dalla Rubbettino. Presentatori di lusso: Giocchino Criaco,scrittore; Maria Teresa D’Agostino, Pasquale Violi, Ercole Macrì, Antonio Tassone, giornalisti, e Rosario Condarcuri, editore de la Riviera. Il libro è un’inchiesta sulla Calabria e sui calabresi che l’autore ha ben conosciuto durante il suo periodo universitario a Messina, sulla situazione e sulle responsabilità della società calabrese. Un atto di gratitudine nei confronti di un popolo capace ed orgoglioso che si divide in due, gli onesti ed i disonesti. La Calabria di oggi rappresenta la scommessa che gli onesti devono vincere sui disonesti: “solo da ciò sarà possibile capire quanto sia ricostruttibile il tessuto connettivo dell’intero paese”, dice Nino Amadore. Ma chi sono gli onesti? E dov’è la verità? Non è un problema di politica, di destra o di sinistra, ma di cultura, dove la vittima, come argomenta Criaco, è la Calabria e l’intera comunità calabrese. Entra il tema che non manca mai: la ndrangheta, e come combatterla. Osserva ErcoleMacrì: “ Dal delitto Fortugno varie le associazioni ed i movimenti antimafia creati, ma tutte con pochissima partecipazione, la gente è sempre la stessa e spesso mancano proprio quelli della locride, solo in pochi si assumono le proprie responsabilità”. Ma incalza ancora Nino Amadore: “Per cogliere l’identità del popolo calabrese bisogna affacciarsi in quella che i messinesi chiamano passeggiata a mare, osservare i luoghi che questo popolo ha formato e cercare di capire il perché del fallimento della classe dirigente. Non è possibile più tollerare, bisogna fare qualcosa che sia una provocazione, bisogna avviare dei discorsi, parlare, non fare evangelizzazione, ma affermare il proprio punto di vista”. Per il giornalista Violi : “il libro di Amadore si presenta con un taglio diverso rispetto ad altri volumi perchè non si limita a riportare semplicemente le ordinanze ma va ad approfondire i rapporti della ormai nota “zona grigia” dove la ndrangheta si è infilrata. Infine, per il nostro giornale è intervenuto l’editore Rosario Condarcuri, illustrando che da anni la Riviera esprime il disagio e denuncia la situazione esistente, con piglio originale, senza casco coloniale, come nel caso del quindicenne di Taurianova. In altre parole : “Anche se il futuro è una parola pesante in una regione come questa, è arrivato il momento di cominciare a parlarne seriamente per avviare un percorso di crescita culturale, umana ed economica affinchè non sia più una regione sottosopra”. ConvegnodelLionsClubdiLocri L'unificazione dell'Italia e le contrastate verità storiche Grazie ai Lions, distretto 198Y di Locri, presidente, l'ing. Macrì Correale, ed al patrocinio del Comune di Locri, presso il Palazzo della Cultura, giorno 12 marzo, alla luce di analisi a posteriori più dettagliate e non di come ci è sempre stato riportato dai testi scolastici, si è ripercorso il modo in cui fu in effetti compiuta quest'unificazione, che ha portato,in soli nove mesi, con lo sbarco garibaldino e l'invasione dell'esercito piemontese, all'annessione, o meglio alla conquista dell'Italia del sud a quasi tutta la penisola. In effetti, come riportato da uno dei relatori, lo storico e scrittore dr. Bruno Zappone, grande conoscitore ed appassionato di Garibaldi, l'unità all'epoca non fu completa visto che mancava il Veneto e lo Stato Pontificio.Tra gli altri relatori: Digi Di Fiore, storico e giornalista del Mattino e l' avv. Domenico Romeo, storico sidernese. Finalmente, un' occasione affinchè i giovani, possano conoscere e comprendere la vera realtà storica della tanto sbandierata Unità d'Italia. Giusta conclusione con un insegnamento dato ai giovani delle scuole del comprensorio presenti e, finalmente coinvolti, dell' on. avv. Armando Veneto, Parlamentare europeo, Past Lions Governatore distrettuale 108Y: “Non si deve combattere solo per la libertà, ma per la dignità” Marilene Bonavita 35 la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 35 UNICEF E INNER WHEEL INTERNATIONAL AREGGIO CALABRIAPER LADIFESADEI DIRITTI Due forze, un solo obiettivo. L'Unicef e l'Inner Wheel International, la più grande organizzazione femminile di service al mondo, uniti per il progresso. Domenica 13 marzo, a Reggio Calabria, presso la Villa Zerbi, una grande prova di forza. Debellare il tetano neonatale, assicurare il diritto all'istruzione per le donne boliviane, tutelare l'infanzia. Un incontro che suggella la già ampia collaborazione a livello internazionale. Per Pietro Marino, presidente del comitato provinciale Unicef, e Maria Rosa Mafrica Smorto, presidentessa reggina dell'Inner Wheel International, non è mai tardi. Sottolineano, a una sola voce, la volontà di rilancio e la necessità di credere nei propri intenti e nelle proprie aspettative Simbolo della manifestazione le Pigotte, bambole di stoffa distribuite in cambio di un contributo apparentemente irrisorio, ma che in realtà fornisce a decine di bambini africani un kit salvavita, fondamentale per la sopravvivenza nei primi cinque anni di vita. (Giovanna Cento) 35 DOMENICA 20 MARZO 2011 L’Officina delle stelle segna il debutto letterario per l’avvocato di Caulonia Pietro Alvaro, l’uomo che cura le stelle L'officina delle Stelle segna l'esordio di Pietro Alvaro, avvocato con la passione della scrittura, che dopo una vita di romanzi scritti solo per diletto, ma mai pubblicati, viene convinto dai tanti attestati di stima che riceve dai pochi fortunati che erano riusciti, privatamente, a leggerlo, diventando, quindi, la sua prima vera fatica letteraria. L'autore parte dell'idea delle stelle che cadono, come se fossero stelle malate, che finiscono, nel momento della caduta, la propria vita, spegnendosi definitivamente. L'officina è la sua personalissima cura, il modo grazie al quale l'autore riesce a ridare vita a quegli astri che cadendo avrebbero abbandonato, definitivamente, l'immensità dell'universo. Il libro inizia con un dialogo tra l’autore e una stellina, è proprio il battito del cuore del narratore che riesce a darle forza, a ridarle la vita che andava spegnendosi. Le stelle, sono solo la metafora delle donne della vita dell'autore, in un rapporto non sempre amoroso, ma anche amichevole; infatti come si denota dalle pagine del libro, l’amicizia ha un ruolo fondamentale, un sentimento anche più forte e intenso dello stesso amore. Il romanzo, si rivela sicuramente in controtendenza con le tante pubblicazioni made in Calabria, dove spesso in primo piano appaiono i nostri lati peggiori, ndrangheta e criminalità; questo è un libro ricco di passione, che mette in evidenza un importante aspetto della nostra cultura di oggi, ma soprattutto di ieri, la nostra voglia di socializzazione, di come si stia purtroppo perdendo. L'autore, grazie al percorso effettuato nella stesura del libro, ritrova se stesso, forse le risposte che cercava dalla sua vita. Il libro evidenza come l'uomo sia più sognatore della donna, che viene messa in rilievo per la sua maggiore razionalità. Due mondi diversi che si incontrano e si scontrano, il sentimento, maggiore nell'uomo e la praticità spiccata nella donna. Questo libro è a tutti gli effetti un inno al buo- numore, un tentativo di ribellarsi ai sentimenti negativi che spesso ci attanagliano... l'autore infatti ne fa una specie di inno all'ottimismo. L'officina delle stelle sarà presentato il 2 Aprile a Roma presso la sede della casa editrice Albatros, mentre il 13 sbarcherà a Siderno, dove sarà presentato presso la libreria Mondadori del Centro Commerciale La Gru. Il 18 Marzo la giornata mondiale del sonno Anche in Italia, venerdì 18 marzo l'A.I.M.S. Associazione Italiana Medicina del Sonno, con il patrocinio a livello mondiale di WASM (World Association of Sleep Medicine), a ed in concomitanza con la giornata mondiale del sonno, ha celebrato l'undicesima edizione della giornata mondiale del dormire sano. Come per le precedenti edizioni, anche quest'anno ci si poteva collegare al sito e ricevere in tempo reale il consiglio di uno specialista dell' A.I.M.S e scambiare esperienze e opinioni sul sonno e l'insonnia con altre persone che fanno fatica a dormire. Alcune sindromi che influenzano la durata e la qualità del sonno emergono, infatti, solo tramite appositi esami. In tutt'Italia vi sono più di sedici specialistici, i Centri di Medicina del sonno, interamente dedicati a questo tipo di disturbo, dove poter effettuare esami specifici e sedute di terapia e dove la guida esperta di uno specialista conduce il paziente verso una corretta analisi del suo disturbo. Il sonno è quel periodo di tempo durante il quale il nostro organismo si riposa,si rigenera e permette al cervello di rielaborare le esperienze vissute durante la giornata. In genere il sonno si ripete periodicamente, ed è uno stato in cui l’organismo è incosciente, non è in attività e rallenta le funzioni metaboliche. Allo stato di sonno si accompagnano altri cambiamenti fisici: rallentano i battiti del cuore e il ritmo del respiro, cala la pressione del sangue e si riduce il tono muscolare. Scientificamente, il sonno si può suddividere in due stati neurofisiologici diversi: • Il primo (che, a sua volta, si ripartisce in quattro stadi) è caratterizzato da un progressivo “addormentamento” del cervello: all’esame dell’elettroencefalogramma si presenta sotto forma di onde ampie e a bassa frequenza. Il secondo stato (detto sonno REM o paradosso) si può ripartire in due stadi: fasico e tonico. I nostri ritmi di vita ci spingono a sottovalutare le conseguenze delle molte notti insonni che trascoriamo. Ma se questo stato perdura per più notti, si parla di insonnia “cronica”, uno stato che và affrontato, diagnosticato e curato per non avere effetti negativi sulla salute. Le cause del deterioramento del sonno possono essere diverse. Spesso esistono chiare correlazioni con disturbi o patologie già presenti, altre volte si tratta di forme di insonnia specifiche o difficilmente indagabili. Rivolgendosi al proprio medico curante, sarà possibile farsi indirizzare verso il centro più vicino al proprio domicilio,dove il paziente verrà abituato alla corretta igiene del sonno, a rispettare orari precisi di addormentamento e risveglio, ad evitare tutti quei comportamenti che alterano durata e qualità del riposo. (Marilene Bonavita) Virtual Games, 10 anni di successi Giovedì 24 Marzo sarà il giorno della festa per Virtual Game. Infatti il celebre negozio di videogames e pc, situato sul Corso Garibaldi a Siderno, in questi 10 anni è divenuto un vero e proprio punto di ritrovo per i tutti i videogiocatori e per gli appassionati di Computer e Tecnologia della zona. Gennaro Ciminiello, proprietario e gestore dell’attività, e Sergio Sergi, fido braccio destro, e spalla infaticabile, hanno a loro vantaggio l’arma in più; la passione per il lavoro che fanno. Cerco lavoro Virtual Games infatti non vende semplicemente videogiochi, quasi li disegna addosso ai propri clienti che sono sempre informati sulle ultime novità del momento, sia per consolle che per pc. Se vi dovesse capitare di entrare non è raro trovarli a sfidarsi (invece di lavorare), proprio il modo giusto per coinvolgere la gente, appassionare e stupire. Passione quindi, ma anche competenza e assistenza, sono questi i punti che ne hanno fatto il punto vendita più fornito per il genere, fornito e sempre aggiornato con tutte le novità del momento. Giovedì 24 si festeggeranno, quindi, 10 di successi, ma anche di sorrisi, di partite vinte e perse. 10 anni di Virtuale Games, insomma... Bravi, continuate così. Peppe Rit Ricerca personale Ragazza straniera cerca lavoro come colf/badante in famiglia Cercasi parrucchiere con esperienza e massima serietà per info. 328.7270911 INFO. 3807945209 CINEMA & MUSICA la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 Facebook, polemica tra musicisti! Quando, tramite Facebook, sulla bacheca de “La Riviera”, abbiamo posto la domanda :” Paola Turci a Locri, Frassica a Siderno, sabato Cristicchi a Gioiosa Jonica. La rinascita della Locride passa da qui?”, non pensavamo che la discussione si sarebbe prolungata quasi fino ad oggi. Le reazioni alla questione sollevata sono stati sia di approvazione (..”qualsiasi iniziativa stimoli interesse, partecipazione ben venga nella nostra terra”) che di contrarietà ( “.....parlare di rinascita mi sembra azzardato!). Ma il dibattito si è infuocato quando ognuno ha cercato di manifestare la propria idea di musica. A riguardo, i diversi modi di “sentire” un’arte, tutti ugualmente plausibili ma contrapposti, hanno dato vita alle polemiche. E’ Emanuele Sanci ad accendere la miccia, scrivendo, in riferimento alla Turci e a Cristicchi, “se volete fare un discorso approfondito sulla musica io penso di essere il primo a sovrastare questi personaggi”. Nei suoi commenti, infatti, Emanuele si dimostra fiero della sua “cultura” musicale, non debitamente apprezzata (sempre secondo lui) nella nostra terra. Gli risponde Ruggero Brizzi, per il quale la musica è anche “originalità”, che ognuno si costruisce con diverse esperienze. “Credi che la musica sia solo la didattica?”, dice Ruggero ad Emanuele, il quale, però, non desiste e replica: “la didattica è alla base di tutto. Perchè gli “autodidatti” a meno che non siano fenomeni non hanno strada lunga”. Di seguito, è sempre Emanuele ad alzare il tono del dibattito: “io penso che nessuno di voi è mai stato a teatro ad ascoltare qualcosa di diverso e penso che mai ci andrà perché non penso che riuscite a capire se un do di petto è afono o meno ! Eppure state ad ascoltare i Rokkettari gridare alla luna ..quello è più semplice.Basta urlare e non importa se la voce stona ..” A questo punto della controversia, subentra un altro artista, Fabio Nirta, che scrive: “Emanuele ci sono due scuole di pensiero: la prima quella dei puristi che se ne fregano. La seconda quella di parlare di cose basse utilizzando tecniche o linguaggi alti”. Dopo qualche schermaglia, è sempre Emanuele ad animare il confronto “Bene, dimmi la trama di Tosca o Boheme o qualsiasi opera di Puccini e senza copiare da Wikipedia ... “. Fabio, però, non ha problemi a confessare di non essersi mai occupato di queste opere: “ovvio che copio da Wikipedia per chi mi hai preso..” Ed ecco che, inaspettatamente, si pronuncia anche Francesco Sgambelluri: “caro Fabio Nirta vorrei solo dirti che la musica che ascolti tu è addirittura più indietro di quella che ha postato Emanuele ma purtroppo il vostro giudizio è influenzato dalla sonorità e non dall’analisi degli elementi strut- Vinci il Cinema Vinci un biglietto per il film “Il cigno nero” rispondendo alla nostra domanda [email protected] Saranno premiate con un biglietto gratis le prime due mail con la risposta corretta CINEMA IN CALABRIA Parla Franco Stalteri, presidente Agis Calabria, e gestore di due cinema nella locride “Non è tutto rose e fiori” L MARILENE BONAVITA turali, armonici , dinamici e architettonici coinvolti. Infatti Bach viene considerato il primo jazzista”. Ma Fabio ribatte: “infatti hai ragione Francesco. Dovevano chiudere i rubinetti della musica dopo la classica non ne serviva altra e anche castrarci chimicamente..... vi e’ mai sfiorata l‘idea che la rivoluzione passi dai suoni e non dalle armonie e che questo possa interessare maggiormente molte persone, dato che di scrivibile e di scritto c’è già stato tutto?”a che la rivoluzione passi dai suoni e non dalle armonie e che questo possa interessare maggiormente molte persone, dato che di scrivibile e di scritto c’e’ gia’ statoa che la rivoluzione passi dai suoni e non dalle armonie e che questo possa interessare maggiormente molte persone, dato che di scrivibile e di scritto c’e’ gia’ stato tutto? Quasi come un lampo, anche Massimo Cusato si “affaccia” su Facebook e laconico afferma: ”?...leggo solo ora alcuni commenti...non ho parole...” E non basta Domenico Stranieri a mediare tra le varie posizioni: “trovo molto triste quanto scritto fino ad ora da persone che in quanto musicisti dovrebbero essere un esempio di tolleranza e di solidarietà in un clima arido. E’ proprio questo, credo, che alimenta continuamente gli asti: l’aridità del territorio. Il problema non è il solito putiferio inutile tra musiche colte e non colte o di tradizione orale, bensì problematiche di carattere emotivo legate alle poche opportunità concesse ai musicisti sul territorio. Questo purtroppo porta a chiudersi nel proprio recinto musicale e sentirsi come emarginati...”. Alla fine, dunque, ancora una volta, ha vinto l’idea di Arthur Rubinstein che, senza troppi giri di parole, un giorno pare sentenziò: “La musica sono io”. SUNSET BOULEVARD e interviste a Vittorio Zannino, e Vincenzo Mammoliti pubblicate domenica scorsa hanno diradato le nebbie che volevano il cinema, nella zona della Locride, e in tutta la provincia di Reggio in ripresa, una controtendenza ai numerosi cinema, sempre più spesso vuoti. In merito abbiamo sentito Franco Stalteri, sidernese, presidente dell’Agis Calabria, l’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, per chiedere conferma della rinascita dei cinema in Calabria Lei è giunto al terzo mandato in qualità di Presidente dell'Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, che idea si è fatto della situazione del cinema in Calabria? Purtroppo, a malincuore, devo ammettere che non è solo la situazione cinema in Calabria a non funzionare, ma in generale è tutto il contesto socio-culturale, e parliamo a livello nazionale. Si avverte la necessità di un impegno più forte per un cambiamento di tendenza, bisogna educare, soprattutto i giovani, alla cultura per il cinema, teatro, musica etc. etc. La scuola, che dovrebbe avere un ruolo fondamentale, non si interessa di utilizzare questi mezzi di espressione culturale. Ciò sarebbe un contributo fondamentalealla crescita della personalità, alla formazione di identità che poi avranno bisogno di cinema, teatro e non solo di stare del tempo davanti allo schermo di un computer o di un televisore . Essendo anche il gestore di due cinema nella locride, il Golden a Roccella ed il Cinemax Arena a Siderno, ci conferma che la situazione attuale del cinema nella locride è fiorente? Direi che non tutto è rose e fiori. Non bisogna creare illusioni, il cinema va bene solo in determinati periodi dell'anno. Quando la gente è incuriosita dalla pubblicità per determinate opere cinematografiche. Ma sono solo momenti occasionali; dire che il cinema va bene significa garantire il pubblico per tutti i di Antonio Falcone Gli uomini preferiscono le bionde (1953) G Quale premio ha ricevuto Natalie Portman per l’interpretazione di questo film? 36 TITOLO ORIGINALE : GENTLEMEN PREFER BLONDES entlemen Prefer Blondes è un' opera per certi versi minore rispetto ad altre commedie di Howard Hawks, ma può sempre fare affidamento, oggi come ieri, sulla spettacolarità, esaltata dalla fotografia in technicolor di H.Wild, e sul fare sardonico proprio del regista, il quale conferisce inedita connotazione al tema dell'amicizia femminile, incrociandolo con la tematica a lui cara del “conflitto tra i sessi”; il risultato è un felice punto d'incontro tra piglio autoriale e divismo allo stato puro, rappresentato dalle due splendide attrici Jane Russell, scomparsa nelle scorse settimane, e Marilyn Monroe: entrambe dotate di un fascino e di una presenza scenica tali da farle risultare convincenti anche con la semplice apparizione sullo schermo, offrono il meglio di sé, con brio elegante e vagamente ammiccante, cantando e ballando, affidando alla storia del cinema i loro numeri musicali. Loreley Lee (Monroe) e Dorothy Shaw (Russell), l'una bionda, l'altra bruna, cantanti e ballerine, si imbarcano su una nave diretta in Francia, dove la prima spera di poter convolare a nozze con il suo innamorato Gus Esmond (Tommy Noonan), lontano dal ricco padre di questi, che non vede di buon occhio la procace fanciulla, tanto da assumere un investigatore privato, Ernie Malone (Elliot Reid), perché ne segua le mosse durante il viaggio. Dorothy appare più propensa a cercare l'amore in sé, mentre Loreley ad una sicura sistemazione economica e così se la prima trova appagamento nella visione dei componenti della squadra olimpionica presente a bordo e stringe amicizia con Ernie, la seconda civetta con Sir Beekman (Charles Coburn), proprietario di una miniera di diamanti. Le avances del vecchio ganimede e il dono di un diadema appartenente alla moglie, saranno l'inizio di una serie di guai, sino all'inevitabile lieto fine. Con una sceneggiatura (Charles Lederer) plasmata sulle due protagoniste (dall'omonima commedia musicale, '49, di J. Fields e A. Loos, a sua volta ispirata al romanzo di quest'ultima, '25, già oggetto di un film nel '28), tanto lieve da sfiorare l'inconsistenza, passando per un umorismo tutto sommato tradizionale ed eccentrità manieristiche, Hawks entra nel genere, il musical, sovvertendone i consueti canoni se non da un punto di vista propriamente formale comunque della narrazione in sé, visto che i vari numeri musicali ne fanno sì parte, ma senza esserne propriamente ed essenzialmente la struttura portante, ma dei quadri a sé stanti, che si alternano con il suo svolgimento. Dando poi rilievo alle due donne, ben delineate nelle rispettive psicologie, rispetto ai protagonisti maschili, piuttosto scialbi, ai quali si presentano, specie Loreley/Marylin, come loro vogliono che siano, candidi stereotipi, per poi rivelarsi tutt'altro, il sopra citato conflitto dei sessi le vede alla fine vittoriose, riducendo noi maschietti a semplici burattini, destinati a scomparire letteralmente dalla scena, come in quella finale del matrimonio a 4, quando l'inquadratura, sino alla sovraesposizione del classico The end, è tutta al femminile, caustica firma hawksiana. CURIOSITÀ S I “MOSTRI” DEL CINEMA: DIVENTANO DONNE.. CINEMA & MUSICA Andiamo al Cinema ul sito Cineblog.it, portale dedicato al cinema, l’otto marzo è stato dedicato uno speciale alle donne più terrificanti della settima arte, il cinema, non solo dal punto di vista fisico, ma anche caratteriale e psicologico. Eccone le prime cinque: 1. Annie Wilkes (Kathy Bates) - Misery 2. Mallory Knox (Juliette Lewis) - Natural Born Killers 3. Alex Forrest (Glenn Close) - Attrazione Fatale 4. Asami (Eihi Shiina) - Audition 5. Baby Jane Hudson (Bette Davis) - Che fine ha fatto Baby Jane MULTISALA LUMIERE Reggio Calabria, info: 0965/ 51036 SALA DE CURTIS giorni della settimana e per tutte le opere e non solo quando si tratta di commedie frivole, ma in special modo per le opere di contenuto o cinema di qualità. Parliamo di film come i vari Vacanze di Natale? Sinceramente ormai neppure questi films attirano; assistiamo al fallimento di commedie che fino a qualche anno fa andavano per la maggiore, come ad esempio Manuale d'Amore. Solo film con importanti novità come Avatar destano interesse reale, o ultimamente i film di Zalone e Albanese. Non esiste più la cultura del tempo libero, dell'aggregazione, del contatto sociale, della piacevolezza di confrontarsi. Per tempo libero intende tutto ciò che è spettacolo? Anche, lo spettacolo comprende non solo il cinema, ma il teatro, la musica, danza, la lettura di un buon libro. Significa che ogni persona dovrebbe sentire la necessità di trascinare lo spirito ad alti livelli, invece assistiamo al vuoto; e come si colma il vuoto? Qualche volta nei Pub o paninoteche ad ascoltare “musica” consumando alcool o altro. Non viene vissuta certamenteuna delle tante espressioni culturali o di spettacolo. Per aggregazione intende non solo gruppi di ragazzi , amici, ma anche i nuclei familiari? Certamente. Infatti si è persa anche la buona abitudine di accompagnare i figli piccoli al cinema a vedere le opere di Walt Disney, o un prodotto similare, la piacevolezza di stare in compagnia dei propri figli. Naturalmente a questo punto non parliamo di spettacolo nella società, ma della società dello spettacolo. Personalmente non riesco ad intravedere quali siano i percorsi della famiglia nell’ interesse di ogni membro che la compone. C'è internet e si crea la condizione dell' esser solo assieme agli altri solo virtualmente. Ci stiamo disumanizzando. Ho l’ impressione che tutti i valori stanno venendo meno. E dunque in questo contesto cosa proporrebbe a livello di spettacolo? Fare cinema significa, per me, offrire un servizio sociale; la lettura delle immagini ha un ruolo fondamentale, non ultimo aiuta al linguaggio, migliora la dizione (migliora la musicalità della voce). Inoltre deve essere anche la scuola, ad educare i giovani alla visione di buoni film. Stimolare la curiosità. Aiutare i giovani a ritrovarsi, realizzare dibattiti e altro. In questo contesto, cosa pensa del 3D? Ultimamente l’ esercente di Locri ha installato un impinto 3D, presto anche Roccella offrirà un’ evoluta tecnologia per vedere i film in 3D. In effetti oggi stiamo assistendo alla consuetudine di scaricare i film per vederli comodamente a casa. Pensa che magari in tutto questo possa aver influito il fatto di non trovare un ambiente accogliente all'interno dei nostri cinema? Per come vanno gli incassi negli ultimi anni. E non avendo finnziamenti governativi, nè agevolazioni particolari e sopratutto, mancando i presupposti culturali, diviene molto oneroso poter intraprendere delle spese importanti, un rischio d'impresa, per l'imprenditore, direi fallimentare. In ogni caso non trascuriamo gli aggiornamenti tecnologici e le spese per garantire in’ ottima programmazione del meglio della cinematografia e ciò avviene in tutta la nostra zona. Spesso nella locride però vi sono stati film molto pubblicizzati in uscita contemporanea nazionale... Nel momento in cui si sceglie di effettuare una programmazione in uscita nazionale, si rischia. Se il pubblico non accetta la nostra scelta, non ci sono garanzie: la sala resterà vuotae i costi restano elevati. Secondo Lei la creazione di un multisala potrebbe aiutare? In progetto esiste già, il multisala all'interno del Centro Commerciale La Gru, ma proprio per evitare questi grossi rischi si è ritardata la realizzazione. Anche se son convinto che verrà alla luce al più presto proprio nell'intento di creare l'aggregazione e l'interesse di cui si parlava prima. Cosa pensa che sia necessario per riprendere produttivamente il settore? E’ essenziale trovare intese per una giusta collaborazione con gli istituti scolastici, individuare tutte le possibilità per coinvolgere la famiglia, mantenendo sempre un’ offerta di qualità; attuare una giusta politica dei prezzi,; coinvolgere i mass-media a divulgare sempre più il settore dello spettacolo. LA RECENSIONE Peppe Voltarelli non si ferma più Reduce di Targa Tenco 2010 per la categoria dischi in dialetto con l’album “Ultima Notte a Malà Strana“, Peppe Voltarelli (primo calabrese ad aggiudicarsi l’importante riconoscimento che nel passato fu di Fabrizio De Andrè, Enzo Jannacci, Pino Daniele e Teresa De Sio) continua il suo lungo tour per raccontare le sue esperienze attraverso la musica. Infatti, si è appena concluso il tour canadese il quale ha promosso la distribuzione, anche oltreoceano, della sua ultima fatica musicale: “Ultim a notte a Malà Strana“che è stato pubblicato anche in Argentina e Messico. Un gran successo che sembra continuare per il cantante che ormai si è affermato nel panorama della musica internazion a l e . Gnomeo e Juliet/ 17.00 - 18.45 - 20.30 Dylan Dog / 22.00 SALA SORDI Nessuno mi può giudicare/18.30 - 20.30-22.30 Infatti grazie al tour canadese e alla pubblicazione dell’ album, Peppe Voltarelli è stato invitato ad esibirsi dalle direzioni artistiche del FrancoFolies di Montreal e del Luminato di Toronto, ovvero due dei maggiori festival musicali mondiali, che si terranno il prossimo 11 giugno a Toronto e il 12 e 13 a Montreal. Voltarelli è poi reduce dal concerto della Notte Tricolore di Torino. Sul palco, oltre a Voltarelli, anche Roberto Vecchioni, Davide Van De Sfroos, Syria Irene Fornaciari e Lou Dalfin, poi anche Nidi d'Arac Luca Morino e Tinturia a rappresentare idealmete ogni regione della penisola. L'artista calabrese ha aperto lo spettacolo in Piazza Vittorio Veneto con quattro canzoni in dialetto. Poi Voltarelli partirà per la Spagna, dove lo aspettano al Barnasantes Festival di Barcellona per poi giungere con la sua chitarra in Germania per esibirsi davanti al pubblico tedesco in due concerti a Berlino e Francoforte. Dopo la Germania sarà la volta della Repubblica Ceca, per gli otto concerti che concluderanno questo lungo tour tra vecchio e nuovo continente. di Antonio Falcone Unknown- Senza identità A eroporto di Berlino. Il dottor Martin Harris (Liam Neeson), professore americano di botanica, è appena giunto nella capitale tedesca, insieme all' affascinante consorte Elisabeth (January Jones), per presiedere ad una importante conferenza. Salgono su un taxi diretti al loro albergo e una volta a destinazione Harris si accorge della mancanza tra i bagagli della sua valigetta: senza dire nulla alla moglie, prende un altro taxi per tornare indietro, ma resta coinvolto in un terribile incidente, salvandosi solo grazie all'intraprendenza della taxista. Risvegliatosi in ospedale dopo 4 giorni di coma, privo di documenti, Harris è confuso, i ricordi si affastellano nella mente, si rammenta della conferenza, ma una volta rientrato in albergo ecco l'amara sorpresa di non essere riconosciuto da Elisabeth e vedere al suo fianco un tale (Aidan Quinn) che sostiene di essere lui Martin Harris; solo e braccato, senza un'identità, gli saranno d'aiuto nel venire a capo della sconvolgente verità la sua salvatrice, Greta (Diane Kruger), immigrata clandestina, Ernst Jurgen (Bruno Ganz), ex agente della Stasi ed ora investigatore privato, l'amico, e collega, Rodney Cole (Frank Langella), precipitatosi in Germania dopo aver ricevuto il suo messaggio d'aiuto… Tratto dal romanzo di Didier van Cauwelaert Fuori di me (ora edito da Dalai Editore col titolo del film), premio Goncourt, sceneggiato da Oliver Butcher e Stephen Cornwell, diretto con buona mano da Jaume Collet-Serra (Orphan ), Unknown - Senza identità è strutturato, efficacemente, come un classico thriller, giocando sul tema del doppio: ognuno dei protagonisti si rivelerà diverso da come appare, comprendendo nel novero la stessa Berlino, visivamente divisa tra zona ovest e zona est; le varie scene d'azione, inseguimenti compresi, appaiono coinvolgenti e funzionali al plot narrativo, per quanto a volte possano apparire eccessivamente concitate e confuse. L'aggettivo “classico” però in tal caso sta a significare, essenzialmente, che Collet-Serra attinge, cinematograficamente parlando, a semplice livello d'ispirazione, un po' dappertutto, dal caro vecchio Hitchcock al Polanski di Frantic, '89, passando per Intrigo a Stoccolma, '63, di M. Robson e senza dimenticare un pizzico della saga di Bourne ed anche de Il fuggitivo, Andrew Davis,'93, mescolando il tutto con sicuro mestiere ma accumulando troppi colpi di scena, evidenziando il limite primario della credibilità, conferendo in sostanza la patina della plausibilità esclusivamente, facile ironia, al sottotitolo italiano del film. Valide le prove interpretative, Jones e Kruger in testa, con una menzione particolare per la caratterizzazione di Ganz, mentre Neeson mi è sembrato esprimere più una sorta di allucinatorio spaesamento che propriamente l'angoscia di chi non sa più chi diavolo possa essere, trasferendola probabilmente, visti i citati rimandi filmici, a regista e sceneggiatori. SALA MASTROIANNI Il Rito 20.45 Rango/ 18.10 sab. e dom. anche 16.00 SALA DE SICA Dylan Dog / 17.30 - 19.45 Il Rito/ 23.00 CINEMA NUOVA PERGOLA Reggio Calabria, info: 0965/ 21515 Amici miei- come tutto ebbe inizio/ 18.00 20.00-22.30 CINEMA ODEON Reggio Calabria, info: 0965/ 898168 La vita facile / 18:00-20:00-22:00 CINEMA AURORA Reggio Calabria, info: 0965/ 45373 Streetdance 3D/ 18.10 - 20.20 - 22.30 CINEMA GARIBALDI Polistena, info: 0966/ 932622 Manuale d’amore 3 / 16.00 - 19.15 - 21.30 CINEMA POLITEAMA Gioia Tauro, info: 0966/ 51498 Manuale d’amore 3 / 18.00 - 21.00 CINEMA MODERNO Vibo Valentia, info: 0963/ 41173 Dylan Dog / 17.00 - 19.15 - 21.30 CINEMA NUOVO Siderno, info: 0964/ 342776 Nessuno mi può giudicare / 16.00 - 18.0020.00 - 22.00 CINEMA GOLDEN Roccella J. info: 0964/ 85409 - 333/7672151 Il cigno nero / 18.00 - 20.00 - 22.00 CINEMA VITTORIA Locri, info: 339/7153696 Amici miei-come tutto ebbe inizio / 16.00 18.00 - 20.00- 22.00 Box office La classifica dei film più visti al cinema questa settimana 1 Rang o € 1.966.795,00 di Gore Verbinski con Johnny Depp , 2 Isla Fisher, Abigail Breslin Il Rito € 1.228.959,00 di Mikael Hafstrom con Anthony Hopkins, 3 Colin O’ Donoghue, Alice Braga La vita facile € 755.084,00 di Lucio Pellegrini con PierFrancesco Favino, Stefano Accorsi, Vittori Puccini la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 38 39 la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 39 la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 40 CULTURA STORIA MERIDIONALISTA DELLA LETERATURA CALABRESE/X TOMMASO CAMPANELLA precursore del socialismo scientifico? PASQUINO CRUPI Per i lettori che mi hanno fin qui seguito la domanda era: merita il Campanella il titolo di precursore del socialismo, come amò proclamare la letteratura socialista dell’Ottocento, che aveva estremo bisogno di trovare anticipatori? Ritengo di no. C’è uno scarto formidabile tra il socialismo utopistico di Tommaso Campanella e il socialismo scientifico di Marx. Il Grande Monaco individua la possibilità della società socialistica nella già realizzata comunità dei monaci dove tutto è di tutti, Marx, invro e invece, nella lotta di classe. Inoltre- ma questo è già stato detto- ne La Città del Sole ognuno è ricompensato secondo il proprio lavoro, invece e invero, nella società, divisata da Marx, ad ognuno viene dato secondo il proprio lavoro e secondo le proprie necessità, intimamente connessi. E altra domanda incalza ancora: prendeva slancio l’utopia campanelliana dalla realtà circostante? Certamente, anche ne La Città del Sole no v’è una critica organica della società e i riferimenti a situazioni concrete sono appena due. Il primo allude alle grandi disuguaglianze sociali di Napoli. Qui, diversamente che nell’isola di Tropabana, “son da trecento milia anime, e non faticano cinquanta milia; e questi patiscono fatica assai e si struggono; e l’oziosi si perdono anche per l’ozio. Avarizia, lascivia ed usura, e molta1.gente guastano tenendoli in servizi e povertà” Il secondo riguarda la scoperta dell’America verso la quale gli Spagnoli “vanno per avarizia di denari” 2. La costruzione teorica ha peso ben maggiore che gli elementi realistici della Città del Sole, ma non li annebbia e non li cancella, né occupano uno spazio accidentale e inutile. Nessuna utopia, per quando voli in alto, perde il contatto con la terra. E l’utopia socialistica di Tommaso Campanella non è un sogno che scoppia, frantumandolo, nel buio di un carcere sotterraneo. Quel sogno, prima di trovarsi nell’operetta e assumere la forma dura e risplendente del diamante, tentò di prendere forma nella congiura del 1599, e si può dire che la Città del Sole è un estratto di quel che pensarono e poi dichiararono i congiurati e rovinarono, coprendosi vicendevolmente di accuse. Né la forza di quel sogno è ridotta dalla comune osservazione che l’idea d’ una grande riforma morale, sociale, religiosa era al centro del pensiero dei grandi pensatori del Rinascimento. Questo vuol dire soltanto che Tommaso Campanella seppe e volle trovarsi in buona compagnia. E in compagnia del grande fervore scientifico che accendeva il Seicento. UTOPIA CONTADINA Il Campanella non solo scrisse una Apologia di Galileo, ma legò la sua utopia alla scienza e al progresso della scienza. Nella Città del Sole la svalutazione dell’Umanesimo è massima; e massima è l’indicazione per una educazione scientifica dei giovani. Onnicomprensivo è l’occhio del Campanella. Ricomprende la totalità delle manifestazioni del secolo, che si apre con le grandi scoperte geografiche, e non è per nulla – intuizione assai feconda – secolo di decadenza, contenendo “più istoria in cento anni che non ebbe il mondo in quattro mila; e più libri si fecero in questi cento che in cinque mila; e dell’invenzioni stupende della calamita e stampe e archibugi” 3. “L’opera si conclude – scrive Giorgio Spini – con una esaltazione vibrante della civiltà moderna; e forse proprio in questo sta il contributo più originale del Campanella rispetto alla letteratura utopistica precedente. Fra’ Tommaso avverte A sinistra Tommaso Campanella, a destra Karl Marx con lucidità e commozione insieme il salto qualitativo che hanno portato nella storia umana le grandi scoperte geografiche e le invenzioni della stampa e delle armi da fuoco. Di questo clima di portenti fanno parte – secondo la sua visione – segni astrali grandiosi e novità singolari, come la presenza di regine sui vari troni europei. Ma soprattutto ne sono culmine il dramma religioso della battaglia tra Riforma e Controriforma e l’espansione del cristianesimo nel Nuovo Mondo”4. Un’esaltazione vibrante ne La Città del Sole Tommaso Campanella riserva, in primo luogo, alla campagna, fonte di ricchezza e di salute. Scrive il Campanella che “l’agricoltura è in gran stima: non ci è palmo di terra che non frutti” per mezzo dei contadini, che sanno di lavorare la loro terra, finalmente di proprietà di chi la lavora. Possiamo allora, senza scandalo e per la prima volta, dire che l’utopia campanelliana è utopia contadina, la terra liberata dallo sfruttamento e dagli sfruttatori. Così aveva pensato anche Gioacchino da Fiore. E questa utopia si riverbererà, dopo secoli, nella letteratura calabrese, letteratura della terra: in Francesco Perri, in Corrado Alvaro, in Leonida Rèpaci, in Fortunato Seminara, nel primo Saverio Strati. Non si avverò questa utopia contadina in Tommaso Campanella, né si avverò negli scrittori poc’anzi citati, che con quel fallimento hanno raccontato il disfacimento della società e della civiltà contadina. E a conclusione di questo mio discorrere intorno a La Città del Sole vorrei richiamare la attenzione sulla prosa scientifica di cui si avvale il Campanella per scrivere la grandiosa opera. Il Seicento è stato enfatico anche nella prosa, soprattutto nella prosa religiosa. Il Campanella ha da tutto ciò una grande distanza.Va dato merito a Galileo Galilei di avere osato scrivere le sue opere – non tutte – in lingua volgare e di essere stato, dunque, il fondatore della prosa scientifica. La quale, però, non circola solo nell’opera sua e negli scienziati che l’assunsero a modello. Un buon esempio di prosa scientifica è rappresentato da La Città del sole, caratterizzata da un linguaggio in cui la parola si qualifica nel suo rapporto immediato con la cosa che deve essere descritta. E fuori dal verbalismo esagerato del Seicento si colloca anche la poesia di Tommaso Campanella. Possiamo, senza scandalo e per la prima volta, dire che l'utopia campanelliana è utopia contadina, la terra liberata dallo sfruttamento e dagli sfruttatori POESIA RADICATA NELLE COSE Nella Poetica in lingua volgare del 1596 e nella Poetica in lingua latina del 1613, inclusa, unitamente alla Dialectica, Rethorica, Grammatica, Historiographia, nella Philosophia rationalis, Tommaso Campanella ragiona intorno alla funzione della poesia. Il poeta non può essere altro dal filosofo e la poesia non è cosa diversa dalla magia. La poesia è profetismo e il poeta ha l’alto ufficio di stenebrare le menti umane con la luce della ragione. La lirica petrarchesca – ma anche lo stesso morbido e ammobiliato Petrarca – e il Barocco sono oltrepassati. Dante, che era stato dispregiato e dimenticato, è l’autore-nume al quale Campanella si volge. Incarna, meglio di ogni altri, l’idea della poesia come profezia e come ansia di rigenerazione sociale. Il programma politico di Dante, che vuole ridurre il mondo ad unum a mezzo della Chiesa e dell’Impero, nuovamente principi universali, è il programma di Tommaso Campanella, che assegna alla Chiesa, purificata dai suoi abusi, e alla monarchia spagnola, liberata dalle sue avidità, il compito di unificare l’umanità. Si rifà a Dante il frate di Stilo anche dal punto di vista linguistico. Nella Scelta d’alcune poesie filosofiche di Settimontano Squilla, pubblicate in Germania nel 1622, per interessamento dell’amico Tobia Adami, ricorrono frequenti fonemi danteschi, come morta gora; si smaga; Ch’io m’intuassi; come tu t’immii; perdute genti. Non più un autore, ma un libro, il libro dei libri, le Sacre Scritture, costituiscono il secondo puntuale riferimento del Campanella poeta. Indiscusso il valore profetico e poetico della Bibbia. Anche in questa direzione i richiami scritturali non mancano, così come non mancano le presenze di Lucrezio, Giovenale e Orazio. IL TRADIMENTO DEI CHIERICI Tutta la poesia di Tommaso Campanella marcia in un’unica direzione: la grande riforma morale del mondo, che trova ostacolo nelle seconde scuole che “non da Dio nella Natura imparano, ma da’ libri degli uomini, parlanti come opinanti di proprio capriccio e non come testimonianti di quello che imparano nella scuola di Dio”. Ed egli, nato dall’Intelligenza e dalla Saggezza, che sa bene guardare nel libro della Natura, si erge per richiamare “il mondo vaneggiante a se ribello” al “latte della madre” sua Sofia, che lo nutre, lo trasfonde “dentro ogni tutto, ed antico e novello, / perché conoscitor e fabbro” sia. La poesia, dunque, che è profezia, cioè conoscenza, è nel contempo azione. Ad essa vien domandato di creare una “nuova progenie” affrancata da “tirannide, sofismi, ipocrisia”, da “carestie, guerre, pesti, invi- dia, inganno / ingiustizia, lussuria, accidia, sdegno”, e dai preti che tentano di soffocare d’incenso Cristo: I tuo’ seguaci, a chi ti crocifisse, più che a te crocifisso, somiglianti, son oggi, o buon Gesù, del tutto erranti da’ costumi che ‘elle tuo senno prescrisse. Lussurie, ingiurie, tradimenti e risse Van procacciando i più stimati santi. Alle radici dei grandi mali del mondo opera, furtiva e attiva, l’ignoranza, l’ignoranza calcolata e costruita dal tradimento dei chierici, degli intellettuali con la tonsura e senza la tonsura, che hanno smesso ogni rapporto con la realtà e si sono ritirati dalla battaglia per il trionfo dei valori spirituali. Costoro hanno trasformato la virtù in altezzosità, la santità in ipocrita sacco penitenziale, la cortesia in belle maniere, l’intelligenza in acute sottigliezza, l’amore in zelo, la bellezza in belletto, e hanno recepito il mondo di “finti eroi, infami ardor, bugie e sciocchezze”. Né si tratta puramente di una scelta di poesia e di estetica. Hanno scelto di stare nel campo del Potere. Sono “sonatori pagati” che “raddolcirono il sonno infame” di vaste plebi, immerse nella più squallida ignoranza di che cosa potesse e non dovesse essere più la loro vita. A questa specie perniciosa di chierici che hanno tradito, il Campanella oppone la missione del dotto cui incombe di debellare l’ignoranza e di accendere un lume sulla spietata condizione umana, su questa “gabbia di matti” che è il mondo. E premio al dotto che così si impegna, sono persecuzioni, carcerazioni, financo l’annientamento, se Dio non soccorre. PENSIERO POETANTE, OSSIA POESIA PENSANTE Più motivi tematici trascorrono nella poesia pensante o nel pensiero poetante di Tommaso Campanella. L’aspra condizione del giusto, ingiustamente condannato, la polemica contro le sozzure della società, la Grande riforma, annunciata dal ritorno del Cristo armato sulla terra, Dio imperscrutabile, che spiega il temporaneo ordine storto delle cose, il mondo “animal grande e perfetto”, il rapporto tra l’uomo e l’universo in cui è immerso. Ma non sono tutti questi motivi tematici che gli affluenti di un fiume solo. Una forte organicità di rapporti e di corrispondenze interne regge la poesia del frate di Stilo. La poesia del frate di Stilo non prende avvio dalla sua afflitta condizione di carcerato; ed è evidente che ciò che viene dopo non può animare ciò che viene prima. Ciò che anima l’intera raccolta è l’idea della poesia come profezia, del poeta come conoscitore e fabbro: questa meravigliosa avventura, tentata fin là solo da Dante, conosce prezzi pesanti e tutti pagati sino all’ultimo. Incidenti di un percorso che questi incidenti non riescono a modificare, com’è sottolineato dalle conclusive Tre elegie fatte con misura latina in cui il Campanella sa per lui e per gli altri che il “suo strazio è necessario, il suo rifugio è solo nel vero, in questo cielo che s’apre nella terra stessa” 5 . La lirica petrarchesca, ma anche lo stesso morbido e ammobiliato Petrarca e il barocco sono oltrepassati da Tommaso Campanella. NOTE 1 Ivi, pp. 47-48. 2 Ivi, p. 77. 3 Ivi, pp. 77-78. 4 G. Spini, Le origini del socialismo. Da Utopia alla bandiera rossa (Einaudi, Torino 1992), p. 91. 5 B. Croce, La letteratura italiana, a cura di M. Sansone, I (Laterza, Bari 1969) p. 526. 39 la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 41 CULTURA ESOPO REDIVIVO CANTAMI O DIVA Il mondo poetico di Cecè Guerrisi (MA IN DIALETTO) ‘NASULABANDERA GIANNI CARTERI Ho un ricordo sempre vivo di Cecè Guerrisi, instancabile poeta dialettale che incontravo talvolta sulla sua vecchia Legnano, piena di fascino e di storia,sulla via marina. Guardava il mare di Ulisse e fissandomi con aria da artista consumato ripeteva alcuni versi dedicati al suo paese: “ O Bovalino, Bovalino mia, / chi surgi tra Careri e Pintammati, / u foresteri ti guarda e si ricria, / ti guarda c’u ‘ddu’ occhj ‘nnamurati. / ’Stu mari, chi ti basa e ti’ccarizza,/ forti diventa e non ti sconza mai,/ u scrusciu chi ti faci è cuntentizza, / ti voli beni chi tu mancu sai.” Tirava fuori dalla tasca della giacca l’ultima sua creazione e la declamava aspettando il mio giudizio . Spesso mi interrompeva ripetendo le sue espressioni ricorrenti ( “ cu ‘ndavi figghj ‘ndavi patruni), l’incipit delle sue poesie più conosciute, i proverbi degli antichi, le espressioni ormai cadute in disuso e che lui riportava con tenacia a nuova dignità letteraria. Declamava, a suggello dei suoi ragionamenti , alcuni versi di una poesia di Salvatore Filocamo, che apre la raccolta Ricchi e Povari: “Pecchì ‘u dialettu esti com’o pani / chi facenu ‘na vota, pani veru./’i sulu ranu, senza corpi strani, / ‘u dialettu esti semprici e sinceru./ E’ sinceru pecchì tutti ‘i palori/ chi nescinu d’i labbra, boni e mali,/ venunu ddritti’nta d’u cori/ e sunnu veri, puri, naturali”. In un mondo che correva verso la modernità , spesso screanzata e invadente, Guerrisi ha avuto la forza di non adattarsi alle mode , sempre labili , volgari e superficiali,ma di contrapporre la sua lingua materna che considerava un territorio privilegiato che resiste alle trasformazioni ed in grado di rivelare l’essere nascosto. Riabilitazione della memoria quindi e della storia etnica di un popolo errante ,come elemento vitale dell’identità personale. La modernità mandava in crisi vecchi valori, antichi modelli di comportamento e non restava che rivolgersi, descrivendolo ed interrogandolo, a quel passato che in fretta ci eravamo illusi di dimenticare. Particolarismo etnico e linguistico a fronte del policentrismo endemico della tradizione italiana. Bisogno di ritorno al paese ( tema ricorrente nella letteratura italiana , Alvaro , Pavese , Vittorini),di appaesamento, che è sicurezza di fronte alla frenesia del quotidiano, della modernità che genera insicurezza e fragilità. L’ancoraggio ed il ritorno al dialetto assume in sé un ulteriore atto di coraggio di fronte all’imporsi dell’inglese o dell’appiattito linguaggio narcotizzante e ripetitivo imposto dai mass-media. Il dialetto è una lingua sostanzialmente introversa ma è lingua della realtà nella quale affluiscono i valori e i miti, i costumi e il sentire popolare della quotidianità. La poesia dialettale è figlia naturale del modello epigrammatico, topos imbevuto di una galleria di personaggi che raccontano la propria storia. Quando saranno pubblicati i Caratteri di Cecè Guerrisi , misteriosamente ancora nel cassetto, verrà fuori tutto un piccolo mondo antico, in cui ognuno di noi ritroverà le sue vere radici, miticamente felici,riscoprirà il paese dell’anima e i suoi personaggi, la rusticità e la povertà del vivere. Tutti intorno a quel “braseri” che il poeta descrive come un personaggio di Spoon River: “ I cotrari , ‘ccitti,’ccitti, / tutti chjni i fantasia / arricchjavanu ‘gli cunti / standi sempi ‘intornu a mia…/ e passavanu i sirati / ‘nta’nu lampu, com’a nenti/,’nzemi ananna, gli cotrari/ si curcavanu contenti./ Fici beniquantu potti, /cardiandu tutta a casa, / ora nugliu ‘gghjù mi cerca, / nugliu veni mi mi scasa./ […] Accenditimi ‘na vota/ coma a nanna mi ‘ccendia/ e cogghjtivi ‘nu pocu/ tutti quanti’ntornu a mia, Stando ‘ccitti com’a tandu, / ‘glià, ‘nta casa, o stessu puntu…/ mimi passunu i penzeri, /’ncuminciatimi ‘nu cuntu!”. Il dialetto che usa Guerrisi è difficile apprenderlo dai vocabolari, viene da molto lontano, ha un’eco e radici classiche. Le sue pennellate sono degne della migliore tradizione magno-greca. Ecco Filomena che viene rappresenatata dal poeta in tutta la sua forza dirompente e che si riverbera in versi davvero intensi e carnali, in un crescendo ritmico che trascina il lettore : “ Facia a magara, ‘na fimminazza/ saputa i tutti …di bona ‘rrazza./ ‘nd’avia ‘na casa chjna , ‘ncugnata/ i tanta ‘rrobba o postu conzata:/ stuppa , linusa , hjuri i sambucu/ carti cu’ ‘ncenzu ‘nta ‘ccocchj bucu/ e po’ padegli c’u cassalori / a ‘mmenzu a ‘rrami c’u pipalori, / riganu e mazzi i stincu ‘mpisi/ e spogghj i serpi c’u ossa misi./ A magaria po’ preparava/ era ‘nu ‘mburnu chi cunsignava/’Rrivava genti i tutti i cuntrati,fimmani schjetti e maritati, / tutti volianu sulu m’u sannu/ cu’ facia beni cu’ facia dannu […]/ Godia ‘glia genti, tornava ancora, / pecchì d’i guai non’era fora […] /A sorti mina e a leva para…/ chiglia chi vinci è sempi a magara!” . Ed altrettanta incisa nella nostra memoria rimane Donna Cuncetta,levatrice di professione che amava raccontare quando fu chiamata d’urgenza in campagna per aiutare nu cotraregliu a venire alla vita. La vicenda si tinge di aspetti pirandelliani : “ Com’era ‘gliani ‘ntisi ‘nu ‘ngusciu / chi era forti , attru ca scrusciu:/”Chi succediu? Cu si lamenta?”/ S’i dissi chigliu nomm’a spaventa:”/ Esti a sumera chi ‘nd’avi i sgrava…/ chistu discurzu no’m’u spettava!”/”Bonu-si dissi –‘ddonna Cuncetta-/jutamu puru’ssa poveretta!”/’Glià, ‘nt’a capanna, quandu’rrivaru,/ ajutu tantu po’ si dunaru/e’nt’e doluri, cu’ l’occhj i vitru,/ chiglia sumera ‘nd’eppi u puglitru./A finitoria, pe’ chigliu chi fici,/qual era u cuntu si dissiru i dici./S’u fici e dissi:” Siti contenti/ ca p’a sumera non vorzi nenti ?”/ I tandu ‘mpoi si vitti ‘nta furia/,”Ddonna sumera” ‘nd’eppi pe’ ‘ngiuria!”. Era questa la poesia di Guerrisi che si esprimeva in versi che appaiono come l’accorata nostalgia di un esiliato e di un reduce. Il suo struggente dialetto è musica, nicchia di un altrove che si trasforma in rifugio naturale .Il dialetto è rassicurante riparo che si materializza nel paese , nei personaggi che l’hanno reso vivo e umano e che fanno dire al nostro: “ U tempu passa e quando a notti fini, /u jornu arriva e tuttu si risbigghja, u mundu , com’è fattu, i rosi e spini, / s’è notti o jornu, è sempi meravigghia !”. Sono i versi finali della poesia Notti, di un lirismo forte , espressione della vita che fu. Guerrisi è guidato da una sorta di componente magica che lo rendono ad un tempo poeta e musico. Squarci “ UN ANNO FA, IL 16 MARZO , MORIVAVINCENZO GUERRISI PARLÀ. ERANATO ABOVALINO IL 16 AGOSTO 1924. FU ALTACATTEDRA DI MORALITÀ NELLAVITAE NELLAPAROLAPOETICA, DESTINATA, COME È STATO, ARIVOLUZIONARE LA LETTERATURADELLA FAVOLA, PER SUANATURA SDEGNOSAD'OGNI INNOVAZIONE. LUI CI È RIUSCITO. IL NOSTRO DOVERE È QUELLO DI MANTENERE PERPETUALA SUAMEMORIA. improvvisi di descrizioni paesaggistiche, intrisi della meraviglia della creazione e dell’esistere. Il vizio della memoria in Guerrisi è instancabile, la religione contadina del cristianesimo popolare , intriso di reminiscenze paganeggianti, nutre i suoi versi , imbevuti di squisitezza letteraria e trasfigurazione poetica. “Appena a luna spunta, meravigghia!” .Quell’appena all’inizio del verso rammenta certi versi di Mario Luzi, senti una cantabilità trasognata. C’è un’espressione di esclamativo trattenuto che si snoda nella seconda parte del verso con quel “ meravigghia”. Quasi un’apertura di sipario ai movimenti che seguono , alla vita che d’improvviso si anima. Inizia appunto una scena, descritta quasi da un abbaino con accorata nostalgia. El vero Cristo operaio , di pasoliniana memoria diviene in Guerrisi “ U cricifissu chi cu u vidia , prima mi prega prestu ciangia”. Versi della poesia A ‘Gnura Giusa, vecchia centenaria , che a chi le chiedeva il segreto della sua longevità rispondeva sorridendo : “Non avi a nuglia ‘cchjù megghju i mia, / mangiu ligumi, erba chi trovu/ e , quasi o spissu mi pigghju ‘n’ovu, / i pummadora ‘nd’haju ‘mpenduti / chi mi piacinu sempi ‘rrustuti/e, com’o solitu, mi mangiu u pani / fattu i farina, fattu ch’i mani […]. /’Ddu casci rustichi’ndavia ‘nt’e lati/ sulu pe’ schiocchi e fica ‘mpurnati/ chi tenia fitti ,i ‘ll’oru cchjù cari/ mi si rigala a tutti i contrari”. Per Guerrisi il paese diventa la geografia totalizzante del proprio spirito. Ecco perché i vari “ Mussu i pistoni” , ‘Ntoni, Mastru Lunardu”, ecc., in simbiosi permanente con la natura e gli stessi animali ( in primis l’asino , vero protagonista della poesia del Guerrisi) contribuiscono a scatenare nel poeta e in chi lo legge una cascata di emozioni forti, intrise di pudore e rimpianto. Purezza e primitività, elementi caratterizzanti della civiltà contadina e che è la molla primaria dell’ispirazione del Guerrisi. Man mano che egli esplora la sua terra , la nostra terra , il verso si scioglie in musicalità perché è voce di natura, voce di poesia , di innocenza e di semplicità che lo fa approdare ad una sorta di pace prenatale. Talvolta c’è un atteggiamento contemplativo ed estetizzante nel quale Guerrisi si crogiola compiaciuto e che mette in evidenza l’aspetto visivo-iconico del suo mondo poetico. Poeta della nostalgia , raccontatore di favole alla maniera di Esopo e Fedro e per dirla con Pasquino Crupi la capacità davvero nuova nel contesto della poesia dialettale di trasformare la favola in romanzo. Una nuova visione d’insieme che scarta con coraggio l’episodicità, dando una continuità al narrare poetico. Una sorta di viaggio odissiaco, nostos, rigeneratore alla propria isola per distruggere i mostri che ognuno di noi si porta dentro .Un viaggio che è volontà di parlare a nome del popolo, di farsi voce della ormai muta civiltà contadina, che vive solo nei ricordi. Per questo poesia dialettale e poesia popolare in Guerrisi coincidono. Per dirla con Calvino, Guerrisi ha raggiunto attraverso la poesia un’amara serenità pur con sobbalzi di lacerante nostalgia, dettati dai drammi di questo mondo sempre più incapace di affetti veri . Nel momento in cui il mondo sembra inesorabilmente condannato alla pesantezza del vivere, la leggerezza dei versi del Guerrisi apre forse una via per poter cambiare la nostra immagine del mondo. Coi suoi versi il poeta cattura con rapidità le eterne contraddizioni dell’uomo: “Puru co mundu prova guerri e paci, chigliu chi si facia , sempi si faci”. Integrato da un’altra perla di saggezza: “Nto mundu com’è fattu e com’è misu./ nugliu è senza doluri e senza pisu!”. Vero e proprio diario lirico i versi del Guerrisi, il diario di un uomo dolente e quasi indifeso che riesce ad acquietarsi solo davanti alla meraviglia del creato. Ecco perché la scelta della rima nei suoi versi non è mai fine a se stessa ma è unità tra dire e sentire. La verità della parola è inscindibile dalla compiutezza metrica dei versi, respiro dell’uomo , energia vitale che rompe l’inerzia del tempo e lo consegna all’eternità della poesia: “ U mundu è fattu e com’è fattu resta, / mi piaci sempi, senti chi ti dicu, / diventa mundu bellu, mundi i festa/ quand’unu ‘ndavi o cantu ‘ccocchj amicu./U tempu passa prestu …si’ndi vaj…/ ora chi’nci si tu non passa mai !”. TOTÒ MEDIATI Pe’ storia pe’ arti e curtura era giardinu du mundu ed ora, cchiù senza misura, staci toccandu lu fundu… senza russuri no’ scornu ‘mbrogghianu tutti li carti chiddhu c’a spogghja ogni jornu e chiddhu chi vvoli ma sparti: u primu, ‘mparatu mi sbagghja, voli i cridimu a befana, l’attru, fissatu ma tagghja, si vanta ch’è figghju i…padana e mentri si spartinu a torta, nui si pagamu li spisi… non sai cchiù s’è viva o s’è morta, si esti burdellu o paisi st’Italia, ‘nto mari sdraiata, chi senti luntana e vicina, cchiù brutta i ‘na vecchia sciancata, cchiù bella i ‘na statua divina, st’Italia chi dormi e ssi nzonna ‘na luci chi brilla ‘nto scuru, ‘na mamma chi prega a Madonna, ‘nu figghju chi cerca lavuru; l’Italia chi llotta e cchi spera mi ndavi ‘nu pocu i futuru, mi torna da novu com’era, no’ m’è cchiù chi spaddhi ‘nto muru, spogghiata di tutti i diritti, st’Italia chi ciangi e cchi prega, ch’è stanca i hjastimi e minditti di quattru bovari da’ lega; l’Italia chi llotta e cchi spera, chi chjama, chi grida e cchi bbussa, chi vvoli ‘na sula bandera m’è virdi, m’è ianca, m’è rrussa… di tri culuri ma unita, pecchì unita non mori comu a ccu’ detti a so’ vita mi porta vivi nto cori ‘sta terra e chista bandera chi s’arza, chi canta e cchi cunta ch’è senza confini e frontera da parti cchiù arta a’ so’ punta e vvoli ‘na sula canzuna pe’ terra, pe’ mmari e ppe’celi: dill’Arpi a Sicilia tutt’una l’Italia cull’Innu i Mameli! 42 la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 Blob 43 of the week Potete inviare al nostro account facebook le vostre foto. Selezioneremo le più interessanti, pubblicandole settimanalmente su questo spazio Ciccio Lascala al campo... ...il ritorno di un MITO I TRE LIETI CALICI Per te, l'augurio che ogni piccola e grande cosa che il tuo cuore desidera possa realizzarsi. buon compleanno!!! ti amo a.r. TANTI AUGURI NATALIA, per i tuoi 18 anni, di vero cuore dalle tue amiche… Federica, Mariagiulia, Marianna e Roberta !!! In tempo di elezioni i leoni scendono in piazza Per fortuna ora abbiamo un “amico” a Campidoglio Un saluto all’arci pesca di Locri SEPARATI ALLA NASCITA Uniti per la pelle Il quartetto del "Fifth"... La televisione presente La classe non è acqua, ma avana7 REGGIO E DINTORNI Una mano lava l’altra e tutti e due, organizzano una serata di buona musica Calciomercato: Avolte è davvero deludente 44 la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 44 BIBLIOTECA MERIDIONALISTA GIUSTINO FORTUNATO L a povertà naturale del Mezzogiorno: è questa la scoperta fondamentale di Giustino Fortunato. Ed è questa povertà naturale del suolo, inviperita dall’infausto clima, che spiega l’inferiorità del Mezzogiorno. Ma c’entra anche il malgoverno della borghesia. Nell’orizzonte di Giustino Fortunato non c’é posto per l’industrializzazione del Mezzogiorno. Posto non c’è neanche per i lavori pubblici come leva fondamentale di riscatto dell’inferiorità del Mezzogiorno. Gli assi ordinatori del pensiero di Giustino Fortunato stanno tutti nella soluzione del problema agrario e nella riforma del sistema tributario. Non vi è altra via, e solo danno potrà recare l’istituzione delle regioni contro cui si levò alla Camera dei deputati nella tornata del 3 luglio 1896. Né alleviamento dei suoi gravi problemi il Mezzogiorno potrà attendersi dalla “inconcludente panacea delle famose «leggi speciali», per lo più di uno di un altro lavoro pubblico, poi che siffatta politica meravigliosamente […] aiuta [ il governo] ad eludere la necessità e il dovere di attuare riforme organiche, e gli costituiscono un alibi alla inguaribile sterilità ne’ riguardi del Mezzogiorno”. Ritenne dal principio della sua battaglia il Fortunato che il buongoverno della borghesia italiana avrebbe operato perché la differenza tra Nord e Sud cessasse e, insieme ad essa, la sperequazione tributaria tra Nord e Sud. Assistette, invece, al processo contrario: all’aumento di quella differenza e all’aumento di quella sperequazione. Liberale in politica, liberista in economia, Giustino Fortunato bevve fino all’ultima goccia l’amaro calice della sconfitta delle sue idee. Non ci furono liberali veri e non ci fu una borghesia liberista nella Storia d’Italia sulla quale assai pesante è il giudizio del Grande Meridionalista. Il riscatto non poteva venire certamente dalle classi popolari, ma su queste il Fortunato calò parola di affetto e di rispetto, dicendosi convinto che queste “ analfabete, o non, hanno un sentimento morale più vero e sincero di quello che ispira le classi dirigenti, colte e censite”. Né il Fortunato sentiva la possibilità di un risorgimento dal lato dei partiti, i quali “ tanto i vecchi quanto i nuovi (e già i nuovi non meno asmatici de’ vecchi) sono ciechi e la loro corsa verso l’ignoto pare irrefrenabile” . Eppure, continuava a illudersi che dalla miseria economica e dalla miseria morale il Mezzogiorno poteva essere redento “dall’unità politica, mossa dal sentimento nazionale della comune difesa” Da non dimenticare mai l’opera fortunatiana , Il Mezzogiorno e lo stato italiano, Voll. 2 (Laterza, Bari 1911) P.C. PARVE AL SUD DI AVER PERDUTO TUTTO* […] Un funesto pregiudizio, che invano tutti i tempi si affaticarono a smentire, regnò sovrano a’ suoi danni [del Mezzogiorno]. Era un paese che clima e suolo, da un lato, e configurazione topografica, dall’altro, rendevano essenzialmente povero, – ed esso fu creduto e si credette eccezionalmente ricco. Tutta la sua economia si racchiudeva in un’agricoltura meramente estensiva, – e quella fu pure più stremata da una finanza cieca e rapace, che insieme col maggiore costo della vita, mantenne alto il costo della produzione. Il suo popolo, come tutti i popoli dell’Oriente, che vivono del solo reddito agrario, si raggirava in un circolo vizioso di stenti, – e la più sordida legislazione doganale pesò ognora su di esso, non mai permettendogli di chiudere le sue annate con avanzi, che scemando il prezzo del danaro, favorissero il lavoro ed accrescessero il pubblico risparmio. Gravose imposte e più gravi dazi, se appena tollerabili in regioni dove l’arte de’ campi è praticata unitamente con l’industria e il commercio, sono causa inevitabile di esaurimento in quelle obbligate a sostentarsi della sola agricoltura, perché – esposte alle maggiori precarietà di fronte alle crisi dei raccolti, assai frequenti nelle zone semi-tropicali – esse non possono giovarsi di alcun altro reddito e ricadono, ogni volta, nel più duro bisogno, sempre impotenti ad accrescere il capitale circolante, sempre incapaci di elevare il grado medio di civiltà così dell’uomo individuo come dell’uomo collettivo. Perenne squilibrio tra popolazione e ricchezza, tra ricchezza e tributi: questa la formula a cui si ridusse, nel passato, la vita sociale del Mezzogiorno; squilibrio ancora enorme, ma ignoto agli altri e neppure avvertito da noi stessi, nel felice giorno del patrio riscatto…. Se mai una rivoluzione politica fu intessuta di illusioni e di speranze, o eccessive o del tutto infondate, quella fu certamente la nostra. Nessuna precisa nozione del passato, nessuna vera conoscenza del presente; tutta Italia credemmo fatta ad una immagine e similitudine, e il Mezzogiorno, se mai, in condizioni di natura assai più favorevoli, che solo ingiuria e incuria di uomini avevano danneggiato: non era qui sorta, nella Magna L'Italia non potrà saggiamente risolvere alcun problema legislativo di ordine generale, senza tener conto, principalmente, della grande disuguaglianza di condizioni non accidentali, che persiste tra il Mezzogiorno e il Settentrione della penisola. Grecia, la prima splendida civiltà? non erano qui nate, in Palermo e nelle Puglie, al tempo di Federico II, la letteratura e l’arte nazionale? non era sempre questo l’incantato paese «dove fiorisce l’arancio»?. Tutti credevano che la terra promessa, colma di tutti i doni celesti, a’ quali male aveva solo corrisposto la fiacchezza degli abitanti, fosse appunto il Mezzogiorno, «fosse favorito dalla natura», secondo il Borghi , «eccezionalmente cospicuo», a detta del Sella, «singolarmente ricco», per bocca del Depretis, «il più bello, il più fertile paese di Europa», a giudizio del Minghetti[…]. Chi mai avrebbe osato dire che mezza Italia, – poco difforme dalla Turchia ad essa così prossima, – fosse chiamata a viaggiare con l’altra come un vaso di terracotta accanto ad uni di ferro? che infinitamente ardui, per ciò, ci si presentassero i dati di proporzionalità e di stabilità, nell’assegnare i termini del nuovo consorzio, i mutui rapporti di produzione e di scambio, i comuni pesi, tutto quanto potesse creare un migliore progressivo accordo? che, insomma, la più alta affermazione della terza Italia e le sue sorti avvenire dovessero consistere nella resurrezione del Mezzogiorno? Grande, senza dubbio, il compito, ma non impossibile a raggiungere, perché il Mezzogiorno, se molto impari di forze alla rimanente Italia, ha pur tanto da tenerle dietro e perché da secoli assuefatto alle più dure vigilie, forse anche da gareggiare con essa affrettando il giorno della sospirata equazione storica nelle due parti della penisola, solo che arte e sapienza di governo gli assicurino, innanzi tutto, ciò che mai non ebbe dacché è memoria de’ fatti umani: ossia, il pieno esercizio della scarsa, faticosa, lenta sua capacità economica. Niente di più micidiale ad esso, niente per esso di più insolvibile, quanto una politica troppo costosa, troppo sproporzionata al povero naturale suo stato. Tutto un periodo si è chiuso nella storia millenaria d’I- talia, un altro è incominciato; e questo segnerà certo la restaurazione del Mezzogiorno, ma a patto che governo e paese acquistino il senso della vastità e della molteplicità del problema, e l’uno e l’altro operino, in tutto, conformemente ad esso. Più difficile del volere è il sapere, dice il proverbio; ed è legge di natura, – soggiunge il Gioberti , – che, in politica, solo al sapere sia proporzionato il potere! Non appena caddero le prime bende, parve al nord di essersi accompagnato con un corpo morto, al sud di avere troppo perduto nel far getto della sua autonomia; per molti anni quello credette di pagare esso solo per tutti, questo sospettò di essere considerato non altrimenti che una terra di conquista; superbo sino alla insolenza il primo, irrequieto e loquace il secondo. Poi le cose cambiarono alquanto: al nord fu forza riconoscere, che pure essendo più ricco, era proporzionalmente molto meno gravato, al sud, che qualunque sacrificio valeva bene il prezzo d’entrata nel mondo della civiltà. Oggi, fortunatamente, il così detto «regionalismo» non ha più in Italia alcun carattere anti-unitario: dovunque è sempre più chiaro, che vi è conflitto, non contraddizione d’interessi, differenze, non opposizioni di eredità, di educazione, di cultura; e tutti ormai presentono, che una imprescindibile fatalità alla separazione non esiste per nessuno, che alla salda coesistenza del paese importa solo una sua gran parte non sia più afflitta da atrofia, che l’unità politica può e deve significare un’alterna vicenda di utilità per tutti, e il federalismo, sia quello della Svizzera od anche quello dell’Austria-Ungheria, nessun male scemerebbe e molti beni trarrebbe via con sé. Qualsisia attenuazione del vincolo unitario segnerebbe l’inizio della comune perdizione; né i danni della presente sperequazione contributiva tanto nelle imposte quanto ne’ dazi di confine – di cui è strano non ancora si dolga abbastanza il Mezzogiorno, – sono irreparabili: basterà che esso, per il primo, ne abbia intera la coscienza, e reclami da ora in poi atti di giustizia, non concessioni di favore o, peggio ancora, inutile spreco di danaro…. Senza dubbio, ben altre mutazioni, ben altre conversioni dovranno avvenire nello spirito pubblico, affinché all’unità politica risponda, adeguatamente, l’unità morale della patria. Per prima e principal cosa, fra tanto, occorrerà il giovine Stato cambi rotta nella sua politica generale, troppo dispendiosa, perché troppo grandiosa in tutto, ed esso non ignori di avere, nella questione meridionale, il maggiore de’ suoi doveri di politica interna da compiere: una questione, non certo «esclusivamente», ma certo «soprattutto» economica. Perché fino a tanto il sostrato economico di essa rimarrà quello che è, con tanta sproporzione fra il capi- GIUSTINO FORTUNATO ( Rionero in Vulture, Potenza, 4 settembre 1848- Napoli 23 luglio 1932. Di antica e nobile famiglia , studia giurisprudenza a Napoli dove la famiglia si era spostata nel 1862. Gli è compagno di studi il fratello Ernesto. Si laureano ambedue in giurisprudenza.. Ernesto si dedicherà alla conduzione e amministrazione delle terre della famiglia. E Giustino alle aule dei tribunali preferirà il campo degli studi sociali, segnatamente lo studio della Questione meridionale. Entra alla Camera dei Deputati nel dal 1879 e ne esce nel 1909. tale produttivo e la popolazione, e sul Mezzogiorno peserà, in una misura senza confronto meno equa, la doppia soma di un carico tributario enorme e di un regime doganale assai più proibitivo che protettore; fino a tanto una trasformazione sociale, oggi appena iniziata, non avrà notevolmente accresciuto il numero de’ benestanti e sensibilmente diminuito quello della piccola borghesia «senz’arte né parte»: sarà vano credere, più vano sperare una profonda riscossa anche negli ordini più elevati della politica, dell’amministrazione e della morale […]. Quasi tutti i paesi di Europa, quantunque in proporzioni meno gravi che presso il nostro, ebbero dinnanzi il difficile increscioso problema di una notevole disuguaglianza nella produzione della ricchezza, di una maggiore povertà e, quindi, di un minor grado di civiltà in alcuna parte del territorio, ciò che essi giustamente considerarono causa suprema di debolezza nella compagine de’ propri Stati; e quasi tutti o lo risolsero o son vicini a risolverlo. Perché non dovremmo riuscirci anche noi, a forza di studio e di buona volontà? Tanto ci costa averne prima un concetto limpido e vero, una idea un po’ distinta e ordinata, poi il fermo proposito di agire in conformità di essa? Perché dormicchiarvi sopra in una sterile inquietudine, e mostrare di avvedercene sol quando ci balza fuori all’improvviso, senza un disegno generale, senza un disegno ne’ particolari, e noi, rabbuiandolo sempre più, solo allora lo prendiamo a futile pretesto di lotte elettorali o di contese parlamentari? […]. La inferiorità del Mezzogiorno, determinata principalmente da cause naturali, avrebbe da sé sola dovuto imporre al nuovo regime unitario, se anche la rimanente Italia fosse stata assai più prospera che in realtà non era, una pratica di raccoglimento e di modestia, che insieme con la resurrezione economica, avesse a quello assicurato un sollecito elevamento civile. Non leggi di favore né provvidenze speciali, ma neppure ostacoli od ingiustizie a suo danno; il carico dei pesi commisurato alla minore sua capacità, e i traffici, tanto con l’interno quanto con l’estero, lasciati del tutto liberi: questo il punto da cui muovere nella comune opera Sembrò al nord di essersi accompagnato con un corpo morto, al sud di avere troppo perduto nel far getto della sua autonomia; per molti anni quello credette di pagare esso solo per tutti, questo sospettò di essere considerato non altrimenti che una terra di conquista. governativa. Invece il bisogno fu scambiato col desiderio e il desiderio con i mezzi, ognora sedotti dalla facile illusione, che per accrescere i mezzi fosse dato proteggere, artificialmente, la ricchezza ne’ vari suoi modi di produzione e di scambio: quanto sarebbe stato meglio, dopo tanta così dolorosa esperienza, non arrestarla né per una via né per l’altra! Se è vero che la generazione politica del 1860, – come or ora ha detto il Tivaroni, commemorando a Rovigo Cesare Parendo , – «fu la più equilibrata» tra quante si successero in Italia da oltre un millennio, è pur vero che anch’essa non ebbe una idea precisa della realtà, né più delle altre mosse sicura i primi passi, perché anch’essa, ignara del profondo divario che corre tra il nord e il sud della penisola […]. Spetta alla generazione venuta su dopo il 1876, la prima dopo quella cui dobbiamo l’unità nazionale, il singolare merito di avere iniziato indagini e distinzioni, sempre più accurate e legittime, che oggi conducono a parlare liberamente, non più a mezza voce e senza discernimento, di una questione meridionale. La quale non è dubbio sia destinata ad avere una importanza sempre più decisiva nella politica generale del nostro paese, se è vero un assioma già enunciato dal deputato Alessio– in cui tanti ormai consentono – che, da ora in poi, e forse per tre o quattro generazioni, l’Italia non potrà saggiamente risolvere alcun problema legislativo di ordine generale, senza tener conto, principalmente, della grande disuguaglianza di condizioni non accidentali, che persiste tra il Mezzogiorno e il Settentrione della penisola. [G. FORTUNATO, La questione meridionale e la riforma tributaria, in G. Fortunato, Il mezzogiorno e lo stato italianio, cit., pp. 317-327]. * Titolo redazionale la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 45 BIBLIOTECA MERIDIONALISTA Una (croni)storia della Calabria attraverso i “forestieri” L’uso perverso dell’aggettivo “Calabrese” GIUSEPPE FIORENZA Abbiamo più volte, nei numeri precedenti, rimarcato la perversa abitudine di giornali e media in genere di accostare l’aggettivo calabrese a situazioni a dir poco imbarazzanti se non moralmente e socialmente inaccettabili. Nella semiologia il carattere di un segno linguistico, nel caso nostro, di una parola, può essere di tipo denotativo o connotativo. Il primo è quello che si chiama livello di significato immediato, il secondo quello più profondo. Una parola può contenere tutti e due i significati oppure può avere bisogno di un’altra per esplicare quello più profondo. La parola uomo indica l’uomo in quanto tale ma contiene anche altri livelli di significato, come ad esempio che è un animale razionale ecc. Ma non ne contiene altri: per sapere se l’uomo è alto, dobbiamo dire uomo alto. Nel caso dell’aggettivo “calabrese” stiamo passivamente assistendo a una contaminazione affatto negativa del termine: pare che “calabrese” ormai non indichi più una persona o una cosa della regione Calabria ma qualcosa di più profondo o…diverso. Certo, continua a circoscrivere la determinazione territoriale ma si aggiunge un significato negativo: mal che vada il riferimento è a qualcosa di comico oppure a qualcosa di illegale e malavitoso. Nella maggior parte dei casi viene associato a una natura maligna, propensa a delinquere, elemento di una razza di lombrosiana memoria. L’aggettivo viene dimenticato in toto quando la notizia riferisce di storie di successo o ha un carattere positivo, in questo caso si usa l’aggettivo “italiano”. Succede spesso ma per non essere tacciati di manie di persecuzione citiamo tre casi: il primo è del 1997, il secondo del 1991, il terzo del 1981. 1. La Repubblica del 2 gennaio 1997 utilizza il termine italiano per designare una famiglia di emigranti che ha fatto fortuna in Argentina. Il titolo è infatti: “I ricchi d’Argentina una storia di Italiani”. Soltanto nel testo dell’articolo si scopre che uno di questi ricchi è originario di Polistena, in Calabria. 2. In occasione del ragazzo ucciso nella guerra del Golfo del 1991, l’unico soldato della nazione caduto, La Repubblica del 15 gennaio 1991 titola: “Assassinato un marinaio italiano”, ma non dice che è calabrese, soltanto nell’occhiello riporta la sua origine: Siderno Superiore, Calabria. 3. Un esempio significativo di ciò che fanno i media nel discorso che stiamo affrontando è la rassegna stampa relativa all’ascesa e caduta del discusso psicanalista Armando Verdiglione, calabrese residente in Lombardia. Nei momenti di gloria, veniva chiamato “il Gatsby dei Navigli, allievo di Lacan, santone dell’inconscio, eminenza grigia della psicanalisi italiana”. Quando iniziano le sue traversie giudiziarie il Gatsby dei Navigli diventa il Gatsby calabrese, lo psicanalista “lacaniano-calabro”, il Guru di Caulonia, mentre si era già iniziato a connotarlo con i peggiori stereotipi del meridionale mafioso. (Panorama 9 febbraio 1981: “Pedigree assolutamente non d’eccezione, è nato a Caulonia, provincia di Reggio Calabria; Epoca del 2 maggio 1981: “Si veste come un capofamiglia di Cosa Nostra...e quei capelli di un intenso nero meridionale che Robert De Niro potrebbe invidiargli per i suoi ruoli di ita- liano di Broccolino”; Paese Sera del 3 maggio 1981: “Il suo abito rigatone, stile Padrino.” Come si vede: se la notizia è negativa si accosta l’aggettivo, se è positiva no. Ma non basta. Abbiamo esaminato gli archivi di alcuni fra i più importanti giornali nazionali e i risultati che sono venuti che spesso produce dei dossier o delle inchieste, cosa che rende spesso difficile non localizzare il territorio o i residenti nell’articolo in questione, incomprensibile appare il 36,10 della Stampa e il 25,59 della Repubblica. Dire ‘ndrangheta calabrese è una inutile ripetizione, in grammatica è una figura retorica che si chiama accumulazione, in quanto già il sostantivo contiene il significato che l’aggettivo dovrebbe dargli. E’ come dire il samurai giapponese, dove la specificazione è inutile in quanto il samurai è giapponese per definizione. Allo stesso modo dire ‘ndrangheta definisce già la criminalità organizzata calabrese. È una parola che connota e denota insieme. Allora? Ci chiediamo: qual è il recondito motivo per il quale si accosta quell’aggettivo a quel sostantivo? Siamo maliziosi? Siamo noi stessi perseguitati dal pregiudizio su noi stessi (e ci scusino i lettori per …l’accumulazione)? Crediamo invece che così facendo si compia un’operazione truffaldina, in quanto si tende a connotare la parola di un significato improprio, che poi la caratterizza negativamente. Sarà difficile poi per il lettore discostare l’aggettivo, quando ne sentirà o ne leggerà, da quel sostantivo dandogli una connotazione non positiva. Nel periodo dei sequestri di persona, alla fine degli anni ottanta, i giornali parlavano di “Anonima calabrese”, allora calabrese diventò sinonimo di sequestratore e l’Italia assistette muta e indifferente alla vergogna delle Lettera a San Luca (delle quali parleremo in un altro articolo). Nel caso del sequestro della piccola Patrizia Tacchella, però, dato che non ma residente nella Bassa”. Il killer che uccide una fidanzata virtuale per gelosia è: “D.I, 52 anni, calabrese ma residente nel piacentino” (Repubblica Bari 14 luglio 2010). Altro killer per gelosia è sempre “un camionista di origine calabrese” (Repubblica Milano 7 marzo 2010). Un uomo che muore in auto per overdose di eroina è “L.I. di origini calabresi ma residente a Viadana” (Repubblica Parma 5 giugno 2010). L’accostamento che fa lo stesso giornale, parlando di una gang dei portavalori sgominata è un virtuosismo giornalistico: nel gruppo mafioso mentre il componente pugliese è un imprenditore, quello calabrese è un pregiudicato. Questo è niente in confronto a quello che faceva la Stampa negli anni sessanta. L’aggettivo associato a delitti lo metteva nel titolo. Ma si era nel periodo della grande migrazione interna, quando le città del nord erano invase dalle orde meridionali. Bisognava perciò mettere in guardia i residenti del pericolo! Molti sono d’accordo nel ritenere che questa strategia che abbiamo delineato risponde all’esigenza di “far notare come esiste uno specifico calabrese che ha bisogno di essere separato dal resto e curato a parte. Il messaggio é: la regione non é in grado di provvedere da sola, le sue risorse le amministriamo noi, la sua democrazia la tuteliamo noi. A livello locale vi é risposta nello stesso tono, anche se opposta nei fini: abbiamo bisogno di più risorse per risolvere i problemi; esistono tanti calabresi buoni; i cattivi sono pochi e isolati. Entrambe queste posizioni pur sollevando giuste considerazioni sono funzionali ad una cultura della separazione: i forti fuori sono sorprendenti. La tabella seguente ci aiuta a capire qualcosa di più. Gli articoli della Stampa sono tanti perché si riferiscono a un giornale che ha archiviato tutti gli articoli dalla sua fondazione, cosa che non ha fatto il Corriere. Quelli della Repubblica si riferiscono agli articoli dal 1984 ad oggi, quelli de L’Espresso sono di meno perché si tratta di un periodico. I numeri della prima colonna si riferiscono agli articoli che contengono al loro interno la parola ‘ndrangheta, i numeri della seconda a quelli che contengono sia la parola ‘ndrangheta sia la parola calabresi o Calabria. Come si vede, le percentuali sono molto significative e inducono a una analisi interessante del fenomeno. Se il 35 % de L’Espresso può essere spiegato (ma non giustificato) col fatto che si tratta di un settimanale, si trattava dell’Anonima calabrese” (!), non si riuscì, dai titoli dei giornali, ad individuare la provenienza regionale degli rapitori (erano piemontesi). La Repubblica del 18 aprile 1990, infatti, pubblicava un articolo in prima pagina (titolo:”Hanno liberato Patrizia”; occhiello: “A rapire la Tacchella non è stata l’Anonima ma un gruppo di piccoli industriali) e altri cinque articoli in seconda e terza pagina. Orbene, nei titoli, occhielli e sommari di tutti e cinque gli articoli non si diceva la provenienza dei sequestratori. Ma non è solo l’accostamento alla ‘ndrangheta. La stampa ne profonde a piene mani con gli episodi di cronaca nera. La Repubblica di Parma del 12 luglio 2010, parlando di uno stalker condannato a un anno e tre mesi per resistenza, dice: “F.P. è di origini calabresi contro i deboli, gli ordinati contro i disordinati, gli onesti contro i disonesti, i produttori contro gli assistiti. Tutti tendono a scaricarsi delle loro responsabilità, come se nessuno avesse colpa. Il nord contro il Sud, una parte del mezzogiorno contro l’altra, i cosentini contro i reggini, i reggini contro i locresi, Locri contro San Luca ecc” ( Calabria, n.77 dicembre 1991, pag.58.) Non è tutto vero ciò. Crediamo che il fattore decisivo sia costituito dall’assenza totale di una economia calabrese, che traina quella sociale, culturale e territoriale, la quale non avendo peso nazionale viene lasciata al suo destino. D’altronde i tentativi passati di risollevarla si sono rivelati sempre un fallimento. E allora che li sosteniamo a fare? Sono calabresi! (5 – continua) 46 la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 46 Curiosità "Il mio doppio matrimonio con Totti e le Iene" Da 6 anni è la signora Totti, da 5 la signora della tv irriverente. Ilary Blasi, primadonna delle Iene, vive in perfetto equilibrio le sue "doppie nozze", con la valigia sempre pronta per fare la spola tra Cologno Monzese - dove registra il programma con Luca & Paolo - e Roma, dove invece fa una vita normale e va allo stadio a tifare Roma insieme ai figli Chanel e Cristian. E ammette: "Sono una privilegiata". ZonaCesarini di Benjamin Boson LA PROFEZIA DI GIUDA on vi preoccupate non ci sono ricascato, ma nelle vene mi è passata tanta di quella roba che ogni tanto qualche molecola residua mi rientra in circolo e arriva al cervello con effetti devastanti. Quando succede do i numeri. E oggi appunto quello faccio. 11 settembre, 11 marzo, 11 marzo: America, Spagna, Giappone. Pure coincidenze, mica si può sostenere che tutto sia stato architettato con cura, e se anche le bombe spagnole e americane fossero state programmate, mica si può provocare un terremoto? Nonostante l'assurdità della cosa qualcuno lo crede, anch'io quando il cervello mi va in pappa. Anche il pastorello (quello che scrive sulle prime pagine della Riviera) deve usare qualche acido andato a male o un vino portentoso, però ha anticipato di un anno le rivoluzioni nordafricane, le bombe di Reggio e ha anticipato di una settimana il tema del nucleare. Non male per un capraio. Appunto a lui parlo, e sono in condizioni mentali stupefacenti, lo anticipo. Ti vorrei dire delle rivoluzioni. Non era difficile prevederle, perché erano previste e programmate da tempo. In Tunisia ed Egitto le pance vuote hanno permesso che il fuoco occidentale incendiasse subito la secca paglia araba. I libici, sudditi e oppressi al pari dei fratelli vicini, hanno però le pance piene; da loro la rivolta non ha attecchito. La rivoluzione libica è una balla colossale, gli incendiari esterni hanno coinvolto poca gente. Tant'è che non ci sono immagini, se non le poche che girano in continuazione mostrando gente che alza le dita a v, spara in aria, e facendo vedere qualche colonna di fumo. Non ci sono migliaia di morti perché non c'è una guerra se non mediatica. Una rivolta pompata sui massmedia mondiali per giustificare una prossima invasione. La rivolta libica è analoga alle armi di distruzione di massa dell'Iraq. C'è un riassetto degli equilibri mondiali. L'Occidente in crisi ha la necessità di controllare totalmente le materie prime, tra le quali il petrolio occupa il posto di testa. Francia e Inghilterra sono pronte a una nuova guerra di colonizzazione. L'orologio del tempo è tornato indietro, e siamo di nuovo agli imperi. Caro pastore questo sono le rivolte arabe, l'alibi a un invasione programmata. Probabilmente il terremoto al Giappone l'ha mandato il destino, ma il pericolo del nucleare verrà smisuratamente gonfiato, quanto i costi per lo sviluppo delle energie compatibili con la natura. Il mondo sarà illuminato ancora per molto tempo dal petrolio, e i pozzi continueranno a essere appannaggio dell'Occidente. E non ho bisogno di sostanze strane per prevedere il futuro … è il solito film yankee. Con te abbiamo diverse cose in comune: una pallottola in testa, un paio di visite nell'oltre e la data di nascita, 3 marzo, 3-3, se vuoi 33. Se sommi i tre 11 di sopra, anche lì c'è un 33. La conosci la profezia dell'apocalisse di Giuda? "33 anni al Cristo, 33 giorni al Cataro e 33 anni al terzo millennio". N Roccella Questa, Piazza Stazione a Roccella, oggi. Una bellisima fontana, e tre indecorosi gazebo, a coprirla da tutti i lati possibili. I Gazebo, spazio aperto di tre locali che si affacciano sulla piazza sono abbandonati, sporchi, assolutamente antiestetici. Il modello Tropea, per non andare molto lontano, è tutt’altra storia. Le attività devono lavorare, siamo daccordo, ma tenendo fermo il non detupare le (poche) bellezze artistiche. 47 DOMENICA 20 MARZO 2010 L’OROSCOPO ARIETE Prestate la giusta attenzione a tutto quello che accadrà intorno a voi e avrete la giusta prospettiva di tutte le situazioni rimaste in sospeso ed alle quali non riuscivate a dare un nome. In amore Non siate troppo pretenziosi ma nemmeno troppo accondiscendenti TORO Essere sinceri e comportarsi con un'etica cristallina è una politica che alla lunga vince, perché non ha la miopia suicida della cattiveria, né la scarsissima lungimiranza dell'avidità. Ne sarete premiati. In amore ricordate che sbagliare è umano, perseverare è diabolico…fate attenzione alle vostre scelte. GEMELLI Ogni guerra passa per una battaglia. Ok voi le avete perse tutte, ma l’importante è ancora avere fiducia nel futuro, anche se, all’orizzonte, le nubi sono nerissime. Nella settimana dell’Unità d’Italia sposate i propositi di Bossi, il vostro essere in controtendenza vi distingue. Tra guardie e ladri, rimarrete, al massimo, il secondino. CANCRO Guardarsi intorno vi servirà a mantenere le giuste distanze e a piazzare dei paletti molto importanti, soprattutto con i clienti che vorranno spingersi oltre e che pretenderanno lo stesso da voi. In amore confidate nel vostro partner o in una persona speciale che vi fa vibrare il cuore LEONE Gli astri aiutano il segno, costringendovi a fare piani finanziari quinquennali e a termine lunghissimo. Assecondateli: non potete far altro. In amore le vostre doti vi aiuteranno ad affrontare al meglio piccoli nervosismi e situazioni che necessitano di calma e comprensione. VERGINE Vi sentirete un tantino spossati e qualcuno potrebbe accusare dei malanni. E' il vostro umore che comunque vi rende un tantino malinconici e non sopporterete molto la presenza delle altre persone, soprattutto di quelle che vi parleranno di argomenti futili. In amore cercate un po di equilibrio e tutto ritornerà come prima. BILANCIA Certi modelli e certi punti di riferimento sono un tantino obsoleti per la realtà che state comunque vivendo. Occorrerà adoperarsi per renderli attuali e aderenti alle circostanze del momento e dell'avvenire. In amore occorre un po di pazienza che per il momento vacilla ma cercate di recuperarla al più presto. SCORPIONE I vostri programmi sono troppo pesanti e non realizzabili. Senza ritoccarli eccessivamente, cercate di renderli più blandi e di dilazionarne i tempi di esecuzione. In amore mettete da parte nervosismo e stress e regalatevi dei momenti di assoluto relax di coppia. SAGITTARIO Certi ostacoli sono caduti e le questioni legate ai sentimenti e alla loro realizzazione non trovano barriere nella loro immediata concretezza: la felicità è finalmente a portata di mano! Non lasciatevela sfuggire. Un piccolo consiglio confidate nelle vostre forze. CAPRICORNO Arriva il 2° CD degli Scialaruga È prevista per la prossima settimana l’uscita del cd degli SCIALARUGA. La band, capitanata da Fabio Macagnino è alla sua seconda pubblicazione, dopo la colonna sonora del Film “Liberarsi. Figli di una rivoluzione minore” in uscita nel 2008 per la Loading Production. Gli ScialaRuga ormai completamente liberi da qualsiasi preoccupazione di adesione ad una tradizione o appartenenza “etnica”, producono il loro secondo CD cercando di colmare quel gap che esiste tra la musica che deriva dalla cultura contadina tipica calabrese e la musica popolare contemporanea. Maggiori informazioni sul cd verranno rese note la prossima settimana. Dovreste fare qualcosa di inaspettato e di molto divertente poiché vi siete un pochino appassiti e c'è bisogno di riprendere vigore. Anche le persone intorno a voi ve lo faranno notare e vi spingeranno ad agire in questo senso proponendovi qualcosa di simpatico da fare insieme! ACQUARIO In questo periodo le vostre ambizioni riprenderanno quota tuttavia dovrete prima stabilire delle condizioni e soprattutto calcolare se siate fisicamente in grado di affrontare certi sforzi. Se non lo siete, rimandate per tempi migliori, in quanto è molto meglio non sforzare troppo il fisico! PESCI Le vostre energie saranno sicuramente tutte incentrate su ciò che in questo periodo potrebbe fruttarvi più soddisfazione e quindi potrà essere il lavoro così come potrà essere l'amore!Avete il cinquanta per cento delle possibilità, quindi scegliete accuratamente. 48
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