Autore: Micol Rindone La Curcuma, una spezia
Transcript
Autore: Micol Rindone La Curcuma, una spezia
Autore: Micol Rindone La Curcuma, una spezia promettente Sommario Il rizoma della Curcuma Longa Linn (Famiglia delle Zinziberaceae), comunemente denominato turmeric, è ampiamente utilizzato come spezia, colorante alimentare e in alcuni preparati medicinali. Il rizoma secco contiene principalmente curcumina, uno dei composti biologicamente attivi, demetossicurcumina e bis-demetossicurcumina. Gli usi tradizionali del turmeric nella medicina folk sono molteplici, e alcuni degli effetti terapeutici sono stati confermati dalla ricerca scientifica, inclusa la sua attività antiossidante, le proprietà antinfiammatorie, gli effetti anti-carcinogenici e l’attività ipoglicemizzante nell’uomo. Il profilo di safety della Curcuma è stato studiato in diversi modelli animali, ed è oramai chiaro che essa non è tossica nemmeno alle alte dosi nell’animale da laboratorio. La Pianta e il suo utilizzo tradizionale La Curcuma, detta anche zafferano delle Indie, è una pianta erbacea perenne dotata di un rizoma sotterraneo di dimensioni piuttosto importanti; esso può superare infatti i 10 centimetri di diametro. Il suo nome deriva dal sanscrito “Kum-Kuma”. Dal tubero essiccato e macinato si ottiene una polvere di colore arancione chiamata halud (giallo), il colore dell’alba e talvolta definita “polvere d’ala di farfalla”, per la sua consistenza impalpabile e il colore dorato. Originaria dell’Asia Meridionale, India e Indonesia e coltivata soprattutto nel Sud dell’India, essa viene utilizzata da millenni sia nell’alimentazione, sia in medicina che in cosmetica (Govindarajan, 1990), soprattutto per la cura della pelle. Ingrediente principale del curry indiano, si impiega nella medicina Ayurvedica come depurativo generale, come rimedio digestivo, in presenza di febbre e infezioni, dissenteria, artrite, itterizia e vari disturbi epatici. La medicina popolare e la tradizione erboristica occidentale conoscono ed utilizzano il rizoma di questa pianta come coleretico e colagogo. In realtà le proprietà farmacologiche dello stesso, da riferire essenzialmente ai curcuminoidi, sono un’attività antinfiammatoria (Ammon e Wahal, 1991) antiossidante e immunostimolante. La preparazione consigliata a scopo terapeutico è l’estratto secco ottenuto dal rizoma, standardizzato in curcuminoidi, indicato nei disturbi dispeptici e nelle discinesie delle vie biliari, in virtù delle sue proprietà cologoghe e anti-spastiche (monografia Commissione E). Composizione chimica Costituenti tipici sono amidi e fibre, sostanze coloranti denominati curcuminoidi e l’olio essenziale. Ricco di derivati terpenici, quest’ultimo contiene principalmente sesquiterpeni monociclici e derivati ossigenati (turmerone, zingibrene). Abbondanti anche i flavonoidi. Il rizoma contiene dal 3 al 5% di curcuminoidi e olio essenziale al 2-7% (Fintelman e Weiss, 2004). Farmacologia Proprietà antinfiammatorie La Curcumina possiede molteplici attività farmacologiche, tra le quali molto studiate le proprietà antinfiammatorie (Maheshwari et al., 2006). Essa sembra modulare l’attivazione di diversi fattori di trascrizione, tra cui NF-Kappa B (Sarvjeet e Ashok, 2006) e AP-1, il che porta anche a una diminuita sintesi di citochine proinfiammatorie, quali IL-1, IL-2, IL-6 e TNF-α e di alcune molecole di adesione. Inoltre, la curcumina sopprime l’induzione della ciclossigenasi 2 e della NO sintasi. Pertanto, questa molecola può essere utile in tutte le patologie a componente infiammatoria, tra cui l’artrite, la sindrome del colon irritabile e varie malattie neurodegenerative. Il Turmeric è stato utilizzato per secoli nella medicina Ayurvedica nel trattamento dei disordini infiammatori tra cui l’artrite. Sulla base dell’uso tradizionale, integratori alimentari contenenti il rizoma e vari estratti vengono utilizzati anche nel mondo occidentale per il trattamento e la prevenzione dell’artrite. Alcuni Autori (Funk J.L. et al., 2006) hanno saggiato l’efficacia di alcuni estratti titolati in curcuminoidi nella prevenzione e nel trattamento di questa malattia, usando un modello animale ben descritto, quello dell’artrite indotta da parete cellulare streptococcica. I dati ottenuti documentavano l’efficacia di un estratto privo di oli essenziali, soprattutto nella prevenzione dell’infiammazione articolare. Proprietà antiossidanti e citoprotettive L’attività antiossidante della Curcuma è stata evidenziata in vari studi (Maheshari et al., 2006), e in particolare sono stati osservati gli effetti protettivi di curcumina e composti analoghi sulla perossidazione radicalica delle LDL umane (Chen W.F., 2006). Inoltre, si è voluto saggiare il suo potenziale utilizzo nella prevenzione delle malattie neurodegenerative, in particolare dell’Alzheimer. Infatti, sia il danno ossidativo che i processi infiammatori sono particolarmente elevati nei cervelli dei pazienti affetti da Alzheimer, suggerendo la possibile utilità di una terapia a lungo termine con un composto dotato appunto di una potente attività antiossidante e antinfiammatoria. In particolare, sono stati condotti alcuni studi sull’eme ossigenasi-1 (HO-1), una proteina inducibile e redox-sensibile dotata di un’attività citoprotettiva nei confronti dello stress ossidativo. Tale proteina degrada l’eme alla molecola vasoattiva monossido di carbonio e all’antiossidante biliverdina. La curcumina induce l’espressione di eme ossigenasi-1 nelle cellule endoteliali vascolari (Motterlini et al., 2000). Questo dato è stato avvalorato da uno studio che dimostrava come il fenil-etil estere dell’acido caffeico (CAPE), un altro derivato fenolico vegetale, aumentava notevolmente l’attività e il contenuto di HO-1 negli astrociti (Scapagnini et al., 2002). L’effetto, non necessariamente dipendente da un meccanismo glutatione-mediato, pareva legato alle strutture chimiche specifiche di curcumina e CAPE, poiché antiossidanti analoghi contenenti solo porzioni di queste molecole si rivelavano completamente inefficaci. Risultati simili venivano riprodotti utilizzando una miscela di curcuminoidi comunemente usata come integratore nutrizionale, il Curcumin-95. Il trattamento degli astrociti con curcumina upregolava l’espressione della proteina HO-1 sia a livello citoplasmatico che nucleare e si osservava un’aumento della chinone reduttasi e della glutatione S transferasi negli astrociti esposti a curcumina 515 micromolare (Scapagnini et al., 2006). Inoltre, gli effetti di tale molecola venivano saggiati anche su neuroni ippocampali in cultura. Si osservava un’espressione elevata di HO-1 dopo 6 ore di incubazione con curcumina 5-25 micromolare. Studi recenti hanno collegato la via dell’eme ossigenasi con i meccanismi protettivi anti-degenerativi che si instaurano nel morbo di Alzheimer. E’ stato infatti dimostrato da alcuni Autori (Butterfield et al., 2002) che l’espressione di HO è fortemente correlata a quella della proteina precursore dell’amiloide (APP). L’induzione di HO, che avviene contestualmente a quella di altre proteine da stress in varie condizioni patofisiologiche, e la conseguente produzione di monossido di carbonio e biliverdina, potrebbero rappresentare un sistema protettivo nei confronti del danno ossidativo cerebrale. Questa scoperta trova riscontri anche in recenti studi epidemiologici che mostrano la bassissima incidenza, rispetto ad altre parti del mondo, di Alzheimer e Parkinson nella popolazione indiana, dove la curcumina è quotidianamente utilizzata nella dieta. Alcuni Autori sottolineano dunque la necessità di studi clinici con curcumina in pazienti affetti da Alzheimer nonchè l’opportunità di valutare gli effetti di tale molecola sui biomarkers della patologia. Proprietà antitumorali Studi in vitro e in vivo hanno provato l’abilità della curcumina di prevenire la carcinogenesi a tre livelli: promozione tumorale, angiogenesi e crescita tumorale (Maheshwari et al., 2006). Studi recenti hanno mostrato che la curcumina ha un effetto chemopreventivo dosedipendente in diversi modelli animali di carcinogenesi orale (colon, duodeno, stomaco, esofago), e la bassa incidenza di tumori intestinali negli indiani è stata attribuita all’utilizzo alimentare della Curcuma (Mohandas, Desai, 1999). La base molecolare dell’attività anti-carcinogenica e chemopreventiva viene attribuita al suo effetto su diversi targets, inclusi vari fattori di trascrizione, regolatori di crescita, molecole di adesione, geni apoptotici, regolatori dell’angiogenesi e molecole di segnale intracellulare (Aggarwal et al., 2003). Nel ratto, la curcumina somministrata per via orale inibiva l’espressione indotta da carcinogeni dei protooncogeni c-Ha-ras e c-fos nei tumori cutanei (Pornngarm et al., 2001). Composti coniugati sono stati saggiati per le loro proprietà apoptotiche sulle cellule tumorali, e la loro attività ben si correlava alla generazione di ROS da parte delle cellule, mentre i livelli di GSH restavano inalterati (Mishra et al., 2005). Lo studio indicava anche una downregolazione di Bcl-2 e la partecipazione della caspasi-3 nella morte apoptotica delle cellule tumorali. Un’attività antiproliferativa e pro-apoptotica è stata anche osservata su cellule di carcinoma ovarico umano (Shi M. et al., 2006). La curcumina possiede inoltre anche proprietà anti-angiogeniche, riducendo l’espressione di geni pro-angiogenici come VEGF (Vascular endothelial growth factor) e di alcune metalloproteasi (Sarvjeet e Ashok., 2006). Safety, studi clinici e farmacocinetica La safety di curcumina è stata valutata esaurientemente sull’animale e anche sull’uomo con alcuni studi clinici in cui si evidenziava l’assenza di tossicità in presenza di dosi di curcumina piuttosto elevate. In uno studio di fase I, nessuna tossicità veniva osservata con dosi pari a 8 g/die (Cheng et al., 2001) e il dato veniva confermato, con dosaggi che arrivavano a 10 g/die, da altri studi clinici che sottolineavano l’enorme potenziale della pianta nella prevenzione e nella terapia del cancro (Aggarwall et al., 2003). Parecchi studi di fase II sono stati condotti su pazienti affetti da sindrome del colon irritabile e nella prevenzione dell’ulcera peptica. Tuttavia, mancano in letteratura informazioni conclusive riguardanti la biodisponibilità della curcumina, che sembra essere piuttosto bassa. Il metabolismo di questa molecola e dei suoi derivati nell’uomo non è chiaro, mentre studi nel roditore hanno identificato la principale via metabolica che procede tramite riduzioni successive e coniugazioni con acido glucuronico (Sarvjeet e Ashok, 2006). Sembra che la biotrasformazione intestinale ed epatica portino ad una inattivazione del principio attivo, poiché tutti gli intermedi metabolici della curcumina presentano un’attività biologica ridotta. Tuttavia, altri Autori (Sharma et al., 2005) sottolineavano la necessità di studi clinici di fase II per la valutazione dell’utilità della molecola, somministrata per via orale, nelle lesioni non invasive e invasive del tratto gastrointestinale, dove la curcumina raggiunge concentrazioni biologicamente attive. Tutti questi fattori devono essere dunque considerati prima di identificare una dose dietetica chemiopreventiva e neuroprotettiva. BIBLIOGRAFIA Aggarwal B.B. et al., Anticancer potential of curcumin: preclinical and clinical studies, Anticancer Res. 23 (1A): 363-98, 2003 Ammon H.P.T., Wahal M.A., Pharmacology of Curcuma longa, Planta Med. 57: 1-7, 1991 Butterfield D.A. et al., Nutritional approaches to combat oxidative stress in Alzheimer’s disease, J. Nutr. Biochem. 13: 444-61, 2002 Chen W.F., Curcumin and ites analogues as potent inhibitors of low density lipoprotein oxidation, Free Rad. Biol. Med. 40 (3): 526-35, 2006 Cheng A.L. et al., Phase I clinical trial of curcumin, a chemopreventive agent, in patients with high-risk or pre-malignant lesions, Anticancer Res. 21(4B): 2895-900, 2001 Fintelman V., Weiss R.F., Manuel pratique de Phytotherapie, Vigot, 2004 Funk J.L. et al., Turmeric extracts containing curcuminoids prevent experimental rheumatoid arthritis, J. Nat. Prod. 69 (3) : 351-5, 2006 Govindarajan V.S., Turmeric: Chemistry, technology and quality, CRC Crit. Rev. Food Sci. Nutr. 12: 199-301, 1990 Maheshwari R.K. et al., Multiple biological activities of curcumin: a short review, Life Sci. 78: 2081-87, 2006 Mishra S. et al., Differential apoptotic and redox regulatory activities of curcumin and its derivatives, Free Rad. Biol. Med. 38 (10) : 1353-60, 2005 Mohandas K.M., Desai D.C., Epidemiology of digestive tract cancers in India, Indian J. Gastroenterol. 18 (3) : 118-21 Motterlini R. et al., Curcumin, an antioxidant and anti-inflammatory agent, induces heme oxygenase-1 and protects endothelial cells against oxidative stress, Free Radic. Biol. Med. 28 (8) : 1303-12, 2000 Pornngarm L. Et al., Inhibition of carcinogen induced c-Ha-ras and c-fos protooncogenes expression by dietary curcumin, BMC cancer 1: 1-7, 2001 Sarvjeet S., Ashok K. Biological effects of curcumin and its role in cancer chemoprevention and therapy, Anti-cancer Agents in medicinal Chemistry 6: 259-70, 2006 Scapagnini G. et al., Caffeic acid phenethyl ester and curcumin : a novel class of heme oxygenase-1 inducers, Molecular Pharmacol. 61 (3): 554-61, 2002 Scapagnini G. et al., Curcumin activates difensive genes and protects neurons against oxidative stress, Antiox. Redox Signal. 8 (3-4): 395-403, Mar-Apr 2006 Sharma R.A. et al., Curcumin: the story so far, European J. Of Cancer chemoprevention 41 (13): 1955-68, 2005 Shi M. et al., Antiproliferation and apoptosis induced by curcumin in human ovarian cancer cells, Cell Biology International, 30 (3): 221-226, Mar 2006
Documenti analoghi
Dr PAOLO BARON
ottenuta misurando la concentrazione nel circolo sanguigno per un tempo
determinato dopo la somministrazione orale.
La biodisponibilità può essere influenzata da fattori intrinseci all’alimento e
a...