L`Ascesso - hi-lux - laboratorio odontotecnico
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L’Ascesso HI-LUX LABORATORIO ODONTOTECNICO di Martello Francesco Via Modena, 191/A – 44122 Ferrara – Italy – Tel 0532771296 – Cell 3483919876 www.hiluxsoluzionidentali.it - [email protected] CCIAA 36269 – REA 131569 – R.I. FE53469 – INPS 18888681YK – INAIL 1879690/40 P.IVA 01101830386 – C.F. MRTFNC64T15E974I – REG.MIN.SALUTE ITCA01026556 HI-LUX Pagina 1 10/03/2011 L'ascesso si forma quando un'area di un tessuto s'infetta e l'organismo si attiva per combattere l'infezione. I leucociti (le cellule che difendono l'organismo da alcuni tipi d'infezione) migrano attraverso i vasi sanguigni nel luogo d'infezione e si accumulano nel tessuto danneggiato. Nel corso del processo difensivo che caratterizza l'ascesso si forma il "pus", che è un accumulo di fluidi, cellule del sangue vive e morte, tessuti in disfacimento e batteri; oltre al materiale che ha dato avvio al processo suppurativo. L'ascesso dentale si previene attraverso la prevenzione della carie dentale e delle malattie gengivali. Evitando cioè la formazione e il ristagno della placca batterica sui denti e sulle gengive, ma anche curando le carie nei primi stadi di sviluppo e le gengiviti. L'ascesso dentario può temporaneamente regredire, o spontaneamente o dopo l'assunzione di antibiotici, ma può guarire solo con l'intervento del dentista. È importante sapere che una terapia antibiotica indiscriminata è assolutamente da evitare in caso di ascessi dentali ricorrenti, perché a fronte di un sollievo temporaneo può instaurare lo sviluppo di resistenze e dismicrobismi del cavo orale, sovente causa di complicanze come la candidosi orale. L'antibiotico, pertanto, andrà riservato alla fase acuta dell'ascesso, essendo solo la terapia causale effettuata dal dentista capace di porre rimedio alle condizioni che lo hanno determinato ed evitarne la ricorrenza. Il dentista, in caso di ascesso periapicale, deve effettuare un'accurata detersione, sagomatura e obliterazione dei canali radicolari del dente, per far si che avvenga la guarigione del processo infiammatorio localizzato al periapice. In caso di ascesso parodontale dovrà stabilire l'entità e la causa della lesione dei tessuti di sostegno, prima di stabilire la terapia adeguata, che a volte potrà essere di tipo chirurgico, con intervento a lembo. Ascesso periapicale È una raccolta di pus che si forma all'inizio intorno all'apice radicolare e che tende a propagarsi ai tessuti circostanti ed esteriorizzare attraverso la gengiva e le parti molli. L'esteriorizzazione provoca la formazione di una fistola, cioè di un'anormale apertura del tessuto gengivale attraverso la quale avviene il drenaggio del materiale purulento. Le cause infettive sono le più frequenti. I materiali settici, contenuti nel canale radicolare, germi e tossine, possono migrare verso i tessuti periapicali e determinare la reazione infiammatoria. La radiografia del dente affetto può evidenziare un area di osteolisi periapicale (rarefazione ossea periapicale). L'ascesso periapicale provoca un mal di denti a carattere spontaneo, gravoso e continuo, a volte molto intenso nelle fasi iniziali di formazione della raccolta ascessuale, localizzato nell'area di diffusione del processo infiammatorio. La pressione masticatoria sui denti interessati ne aumenta l'intensità. I denti vengono spinti verso l'alto dall'essudato infiammatorio, andando prima degli altri ad impattare con i denti corrispettivi dell'arcata antagonista, e ciò aggrava il mal di denti, sommandosi all'infiammazione che circonda l'apice radicolare gli effetti del trauma occlusale. La fistolizzazione o la diffusione nei tessuti circostanti del processo infiammatorio provoca, in genere, una diminuzione della sintomatologia dolorosa. Nella terapia d'urgenza dell'ascesso dentario periapicale il dentista dovrà mirare a favorire il drenaggio del pus attraverso la via del canale radicolare ed eliminare il trauma occlusale. Ascesso parodontale È una raccolta di pus all'interno dei tessuti parodontali. In questo caso processo infettivo può raggiungere il parodonto attraverso il margine gengivale in conseguenza di irritazioni per presenza di tartaro o per lesioni delle papille interdentali oppure in seguito a processi suppurativi che si sviluppano nella profondità di tasche parodontali; ed ancora nel corso dell'eruzione del terzo molare (dente del giudizio). Quando l'infezione si inoltra nel parodonto profondo (parodontite) può dare luogo a suppurazione, provocando l'ipermobilità dell'elemento dentario e un dolore spontaneo e gravativo che si esacerba al minimo contatto pressorio, vieppiù durante la masticazione. Quando questa patologia è generalizzata, e quindi estesa a più denti, si parla di piorrea. Sebbene la piorrea costituisca una malattia diffusa soprattutto in popolazioni con scarsa igiene orale e con deficit HI-LUX Pagina 2 10/03/2011 nutrizionali, come nei prigionieri di guerra, la si riscontra ancora oggi come causa frequente di mal di denti e perdita degli stessi. L'ascesso periapicale può aprirsi una via di drenaggio, chiamata fistola, sulla mucosa orale corrispondente al dente interessato. Più raramente il tragitto fistoloso può prendere sbocco esterno sulla cute delle guance. L'interessamento infiammatorio del tessuto sottocutaneo o interstiziale, in corso di ascesso, si definisce flemmone. Ascesso con fistola che sbocca nella gengiva Ascesso alveolare acuto L’ascesso alveolare acuto è rappresentato da una raccolta di pus localizzata a livello dell’osso alveolare circostante l’apice di un dente la cui polpa è andata in necrosi. Rappresenta la continuazione nel tessuto periradicolare di un’infezione pulpare e la sua causa immediata è rappresentata dall’invasione dei batteri. La sintomatologia a questo punto è cambiata, il dolore diventa localizzato per il graduale accumulo di essudato a livello dello spazio del legamento parodontale e i primi sintomi possono essere rappresentati da un leggero indolenzimento del dente che è diventato sensibile alla percussione o alla masticazione. Il dolore diventa ben presto più forte e martellante e il paziente ha la netta sensazione di un dente allungato. Oltre ai sintomi locali possiamo avere anche sintomi generali rappresentati da febbre e malessere. La diagnosi per il clinico è in genere facile a farsi, in quanto il paziente si presenta alla nostra osservazione indicando il dente responsabile. La raccolta purulenta, quando ha attraversato la corticale ossea, appare evidente, circoscritta e fluttuante e i test negativi di vitalità pulpare confermano l’origine endodontica dell’ascesso. L’esame radiografico è di scarso aiuto nel fare diagnosi, in quanto la zona apicale appare normale o al massimo con un leggero allargamento dello spazio del legamento parodontale. Ciò è dovuto al fatto che la lesione è recente ed è confinata al solo osso spugnoso. Se invece la radiografia mostra una netta radiotrasparenza apicale, in questo caso l’ascesso è la riesacerbazione di un granuloma o cisti di vecchia data chiamata anche ascesso fenice. La terapia d’emergenza dell’ascesso alveolare acuto consiste nel fornire un drenaggio alla raccolta purulenta , il che contribuisce ad alleviare il dolore del paziente ed a migliorare le sue condizioni generali. La via più naturale attraverso la quale dobbiamo cercare un drenaggio è rappresentato dai canali endodontici e quindi la terapia consiste nella preparazione di un’adeguata cavità d’accesso. La prognosi dei denti che hanno avuto un ascesso alveolare acuto è ottima ed in genere con un’adeguata terapia endodontica si ha una completa “restitutio ad integrum” e anche i casi che sembrano molto compromessi per una mobilità molto accentuata dell’elemento dentale possono guarire perfettamente. La distruzione ossea avvenuta per motivi endodontici si ripara completamente a differenza delle distruzioni ossee di origine parodontale. HI-LUX Pagina 3 10/03/2011
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