S. aureus
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Scuola di Scienze mediche e Farmaceutiche www.microbiologia.unige.it STHAPHYLOCOCCUS AUREUS Prof. Oliviero E. Varnier 2014 Microbiologia – DISC GENERALITA’ Gli stafilococchi sono cocchi gram-positivi e catalasipositivi, con un diametro di circa 1 u, generalmente disposti in aggregati irregolari, a grappoli . Furono così denominati dal chirurgo scozzese Alexander Ogston, che nel 1881 li osservò al microscopio in un pus. il tedesco Rosenbach riuscì a coltivarli e conferì loro dignità tassonomica riconoscendo il genere Staphylococcus. La sua distinzione fra due specie, caratterizzate una da colonie aurate (S. aureus) e una da colonie bianche o non pigmentate (S. albus), diede l’avvio a una impostazione dualistica della classificazione degli stafilococchi destinata a resistere per molti decenni. 2 di 23 COCCHI GRAM POSITIVI 3 di 23 StIstafilcocchi Quindi 2 specie:: la specie coagulasi-positiva sicuramente patogena, di cui preoccuparsi a livello clinico (S. aureus), una specie coagulasi-negativa commensale (il vecchio S. albus, poi ridenominato S. epidermidis), tendenzialmente trascurata da un punto di vista clinico. Negli ultimi decenni è stata fatta chiarezza sia tassonomica sia clinica, soprattutto per quanto riguarda: gli stafilococchi coagulasi-negativi sono formati da una varietà di specie diverse, alcune delle quali possono anche rendersi responsabili di gravi infezioni sia comunitarie che nosocomiali. 4 di 23 HABITAT 1 L’habitat naturale in degli stafilococchi è costituito dalla cute dei mammiferi (e talora anche di alcuni uccelli). Sono attualmente riconosciute una quarantina di specie stafilococciche, ma il loro numero è molto più elevato. Alcune specie hanno uno spettro d’ospite assai ampio (come S. aureus), altre hanno invece uno spettro d’ospite molto specifico (ad esempio S. epidermidis, sensu stricto, che è una specie esclusivamente umana). Insieme agli altri cocchi gram-positivi e catalasi-positivi, gli stafilococchi sono tradizionalmente considerati parte della famiglia delle Micrococcaceae. 5 di 23 HABITAT 2 La produzione di catalasi distingue classicamente gli stafilococchi da molti altri cocchi gram-positivi di interesse clinico (come streptococchi ed enterococchi), la produzione di coagulasi costituisce la base tradizionale per differenziare lo S. aureus dalle altre specie stafilococciche umane, che sono indicate cumulativamente come “stafilococchi coagulasi-negativi” con l’acronimo CNS, coagulase-negative staphylococci. 6 di 23 CARATTERISTICHE Gli stafilococchi sono aerobi-anaerobi facoltativi e crescono bene nei comuni terreni di coltura. Sono tipicamente alofili, potendo svilupparsi senza problemi in presenza di elevate concentrazioni saline, caratteristica questa sfruttata nell’allestimento dei più comuni terreni selettivi per questi batteri. Oltre che fra i più comuni commensali soprattutto a livello cutaneo, gli stafilococchi sono fra i più frequenti, importanti e ubiquitari patogeni dell’uomo e si sono dimostrati fra i batteri che più hanno saputo sviluppare farmaco-resistenze nel corso dell’era antibiotica. 7 di 23 STAPHYLOCOCCUS AUREUS Lo S. aureus resta del genere Staphylococcus la specie patogena per eccellenza, e in assoluto uno dei più comuni e importanti patogeni dell’uomo in ambito comunitario e in quello ospedaliero. Negli ultimi anni è stato possibile sequenziare l’intero genoma di diversi ceppi di S. aureus, con diverse caratteristiche di patogenicità e di antibiotico-resistenza: da queste nuove conoscenze si spera di trarre nuovi ed efficaci strumenti con cui difenderci da questo patogeno. 8 di 23 Identificazione di Laboratorio L’aspetto delle colonie su un normale terreno solido di coltura (generalmente pigmentate, spesso emolitiche) può indirizzare verso una diagnosi appropriata. L’esame microscopico conferma che si tratta di cocchi grampositivi tipicamente disposti a grappolo. La pigmentazione delle colonie è dovuta alla produzione, nella maggior parte dei ceppi di S. aureus, di un pigmento carotenoide di colore variabile dal giallo oro al giallo all’arancio. 9 di 23 Identificazione di laboratorio Nei casi in cui sia indicato l’uso di un terreno selettivo, si usa di solito l’agar-sale-mannitolo (terreno di Chapman) che, oltre a consentire la crescita soltanto degli stafilococchi per la presenza del 7,5% di NaCl, è anche indicatore per la presenza come unica fonte di carbonio del mannitolo (tipicamente utilizzato da S. aureus, ma non da S. epidermidis e da molti altri CNS). La produzione di coagulasi resta il test di riferimento per l’identificazione dello S. aureus, anche se la situazione è oggi molto cambiata grazie all’ampia disponibilità in commercio di una varietà di sistemi e kit diagnostici alternativi, spesso automatizzati. 10 di 23 La tipizzazione degli stipiti di S. aureus si effettua con TIPIZZAZIONEi tecniche molecolari. interesse però continua a rivestire la tradizionale tipizzazione fagica (basata cioè sulla sensibilità ad una serie di fagi specifici), mentre scarso interesse rivestono ormai i metodi di tipizzazione sierologica. La tipizzazione con lo spettrometro di massa consente non solo di differenziare i ceppi, ma consente una caratterizzazione genetica ed epidemiologica 11 di 23 Costituenti Cellulari e Strutturali Lo Staphylococcus aureus possiede: una capsula di natura polisaccaridica, non molto sviluppata, spesso non apprezzabile nelle preparazioni colorate con inchiostro di china, ma dotata di potere antifagocitario. La parete di S. aureus contiene caratteristicamente nel peptidoglicano ponti crociati costituiti da 5-6 residui di glicina, mentre gli acidi teicoici sono formati da poli-ribitol-fosfato (a differenza di molti CNS nei quali si trova poli-glicerol-fosfato). 12 di 23 Costituenti Cellulari e Strutturali Importanti strutture di superficie dello S. aureus sono: 1) la proteina A, che lega il frammento Fc delle immunoglobuline, soprattutto delle IgG; 2) una varietà di adesine, che si legano ad altre proteine dell’ospite; 3) coagulasi vera e propria: coagulasi libera o stafilocoagulasi 4) la maggior parte dei ceppi di S. aureus produce una coagulasi legata (clumping factor), costituita da una proteina superficiale non enzimatica associata alla parete che, interagendo con il fibrinogeno, determina una spiccata tendenza delle cellule a formare aggregati visibili su vetrino in presenza di plasma. 5) Sono state descritte altre sostanze superficiali polisaccaridiche ed enzimi proteolitici capaci di attivare la protrombina simulando la presenza di coagulasi (pseudocoagulasi). 6) il pigmento carotenoide tipicamente prodotto da S. aureus ha proprietà antiossidanti associate ai pigmenti e danneggia i neutrofili e favorire così la virulenza. 13 di 23 Sostanze SOLUBILI: esotossine ed esoenzimi solubili Come è caratteristico di molti cocchi gram-positivi, S. aureus produce una grande varietà e quantità di sostanze solubili (esotossine, esoenzimi) che libera nell’ambiente extracellulare. Le esotossine comprendono: citotossine: emolisine alfa, beta, gamma e delta e leucocidina enterotossina, epidermolisina la tossina dello shock tossico. Gli esoenzimi cmprendono: coagulasi e catalasi, una grande varietà di attività enzimatiche più o meno specifiche: fosfatasi, DNasi, lipasi, proteasi, ialuronidasi, stafilochinasi, enzimi batteriolitici, beta-lattamasi. 14 di 23 Sostanze S: esotossine e esoenzimiolubili L’emolisina alfa o alfa-tossina è: una tossina complessa, dotata di un’ampia gamma di azioni biologiche capace di formare pori nelle membrane di numerosi tipi di cellule di mammiferi, essenzialmente attivando un pathway di morte mitocondriale. di particolare interesse sono la sua azione sulla muscolatura liscia vasale e la sua capacità di indurre apoptosi mononuclea-te del sangue periferico. nelle cellule 15 di 23 DIAGNOSI DI LABORATORIO: Esame colturale: 1. i campioni seminati su piastre di agar sangue danno origine alle tipiche colonie in circa 18 ore, 2. l'emolisi e la pigmentazione richiedono tempi più lunghi. 3. Quando si ricerca lo stafilococco in materiali contaminati da una ricca popolazione batterica accessoria (ad es. feci), si utilizzano piastre di agar addizionato del 7,5% di NaCl (che è ben tollerato dallo S. aureus, mentre inibisce la maggior parte degli altri batteri) con l’aggiunta di mannitolo (che è uno zucchero costantemente fermentato dallo S. aureus, mentre lo è raramente dallo S. epidermidis) e di un indicatore di pH come il rosso fenolo, ossia il terreno di Chapman, dove le colonie di stafilococco sono circondate da un alone giallo. 16 16 di 23 DIAGNOSI DI LABORATORIO Colorazione di Gram, per controllare che le colonie siano formate effettivamente da cocchi Gram-positivi con la disposizione a grappolo colonie emolitiche possono essere formate anche da streptococchi, Escherichia coli, alcuni emofili, etc. (che però sono, di norma, facilmente differenziabili microscopicamente dallo S. aureus), nonché dallo S. epidermidis dal quale lo S. aureus si differenzia con altre prove. e si pr.ocede quindi all’identificazione del batterio. Lo stafilococco patogeno deve essere differenziato da: streptococchi, stafilococchi apatogeni e micrococchi commensali dell’organismo umano. 17 di 23 DIAGNOSI DI LABORATORIO Test della catalasi: una goccia di soluzione al 3% di perossido di idrogeno viene posta su un vetrino a una piccola quantità della colonia sospetta viena aggiunta alla soluzione. La formazione di bolle (rilascio di ossigeno) indica la positività del test. La soluzione di perossido di idrogeno può essere versata direttamente su una colonia isolata. I batteri produttori di catalasi causano la liberazione di ossigeno che svolgendosi in forma gassosa provoca la formazione di una schiuma evidente intorno e sulla patina batterica. Streptococchi e pneumococchi sono catalasi negativi. 18 di 23 DIAGNOSI DI LABORATORIO La ricerca dell’attività coagulasica legata alle cellule si esegue emulsionando un’ansata di patina batterica in una goccia di plasma su di un vetrino portaoggetto: La presenza di coagulasi si evidenzia in pochi minuti per la formazione di una serie di fiocchetti di plasma coagulato. Molto più sensibile e positiva in tutti i ceppi dello S. aureus è la reazione per la coagulasi solubile, che rappresenta il test di elezione per l’identificazione degli stafilococchi patogeni. Si mescola, in una provetta, una piccola quantità (0,5 ml) di una brodocoltura dello stafilococco in esame con 1 o 2 ml di plasma citratato e si incuba a 37°C; nel caso di stafilococchi patogeni, entro 3 ore si produce un evidente coagulo, mentre gli stafilococchi apatogeni lasciano inalterata la fluidità della miscela. 19 di 23 DIAGNOSI DI LABORATORIO Test della DNAsi: Di simile utilità per l’identificazione dello S. aureus è la ricerca dell’attività DNAsica, che è correlata con la patogenicità del batterio. Le colture vengono inoculate su una piastra di agarnutritivo che incorpora una certa quantità di DNA, che opacizza il terreno. Intorno alle colture di batteri con attività DNAsica si produce un alone chiaro per la depolimerizzazione del DNA. Antibiogramma: La prova di sensibilità agli antibiotici deve essere eseguita su tutti i ceppi di S. aureus identificati. 20 di 23 STAPHYLOCOCCUS AUREUS Il nome deriva da un caratteristico pigmento giallo oro che sovente presenta sulle colture in terreno solido. Lo S. aureus è largamente diffuso in molte specie animali, benché i vari stipiti isolabili da queste rappresentino delle distinte popolazioni. L’uomo è continuamente esposto al rischio di un’infezione stafilococcica in quanto la maggioranza degli individui adulti ospita stafilococchi potenzialmente patogeni sulla cute e a livello del naso faringe. 21 di 23 STAPHYLOCOCCUS AUREUS Lo stato di portatore può essere transitorio o intermittente, benché sia stato dimostrato che vi sono degli individui che ospitano questi microrganismi continuamente o per periodi assai lunghi. Le infezioni stafilococciche sono alla base di diversi quadri patologici che si differenziano a seconda della sede del processo infettivo e delle sue modalità di diffusione per contiguità, diffusione metastatica ematogena, ecc.. 22 di 23 STAPHYLOCOCCUS AUREUS Importanti sono le infezioni stafilococciche acquisite in ambiente ospedaliero, causate in genere da ceppi resistenti a vari chemio-antibiotici e che si manifestano sovente in forma epidemica. L’insorgere di queste epidemie in particolari reparti (ad es. prematuri, ustionati) può rappresentare un evento di particolare gravità che pone seri problemi profilattici e terapeutici. 23 di 23 Staphylococcus epidermidis La specie Staphylococcus epidermidis è una delle tante specie stafilococciche dell’uomo (ospite esclusivo), è di gran lunga quella più comune e la più rappresentata a livello della cute. E’ un comune opportunista, frequentemente coinvolto in infezioni ospedaliere di varia natura, soprattutto in pazienti immunocompromessi, favorite da antibiotico resistenza paragonabile a quella dello S. aureus (meticillino resistenza e ridotta sensibilità ai glicopeptidi. Sono infezioni spesso associate a colonizzazione di cateteri vascolari. Contamina facilmente materiali patologici con problemi interpretativi. 24 di 23 Staphylococcus hsemolyticus È secondo come frequenza solo a S. epidermidis fra gli isolati diCNS. E’ un importante patogeno nosocomiale con particolare tendenza a sviluppare resistenze multiple. È stato il promo G+ a dimostrare resistenza acquisita ai glicopeptidi. 25 di 23 STAPHYLOCOCCUS SAPHROPHITICUS • Non presenta la tendenza a sviluppare farmacoresistnza. • È coinvolto in infezioni urinarie comunitarie per una particore capacità adesiva alle cellule uroteliali. • L’infezione acuta,sintomatica, spesso ricorrente e limitata alle basse vie urinarie colpisce spesso donne in età fertile. 26 di 23 27 di 23
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