N.2 - 2006 - Salute per tutti
Transcript
N.2 - 2006 - Salute per tutti
Periodico dell’Istituto Dermatologico Europeo Supplemento di Scripta M E D I C A , vol. 9, n. 2 - 2006 Direttore Giorgio Belloni Direttone Scientifico Ruggero Caputo Comitato Editoriale Sandra Lorenzi Mauro Barbareschi Silvia Pinelli Daniela Beretta Rossana Schianchi Giuliano Cainelli M. Tretti Clementoni Marcello Innocenti Comitato Scientifico Enzo Berardesca Daniele Innocenzi (Roma) (Roma) Vincenzo Bettoli Giuseppe Micali (Ferrara) (Catania) Giovanni Borroni Paolo Daniele Pigatto (Pavia) (Milano) Tullio Cainelli Marco Romanelli (Bergamo) (Pisa) Carlo Caravaggi Gianluca Tadini (Milano) (Milano) Natale Cascinelli Massimo Signorini (Milano) (Milano) Leonardo Celleno Antonella Tosti (Roma) (Bologna) Carlo Gelmetti Stefano Veraldi (Milano) (Milano) Segreteria Scientifica Federica Basana IDE Istituto Dermatologico Europeo Viale Puglie 15 - 20137 Milano Tel. 02.5492511 - Fax 02.54118174 www.dermatologicoeuropeo.com Responsabile Rapporti con l’IDE Antonio Di Maio Vol. 1; n. 2, 2006 Il trattamento con luce pulsata della rosacea Matteo Tretti Clementoni, Giuliano Cainelli, Patrizia Gilardino, Gabriele F. Muti, Massimo Signorini Sezione Chirurgia e Laser, Istituto Dermatologico Europeo, Milano La rosacea è una entità nosologica di tipo croniLa malattia si manifesta spesso verso la fine delco che secondo alcuni Autori sembra interessala seconda decade di vita o inizio della terza. Pur re dal 5% al 10% della nostra popolazione (1). Aressendo più frequente nelle donne, è più grave nerossamento temporaneo (flushing) o persistente, gli uomini dove assume spesso l’aspetto fimatopapule e pustole e teleangectasie principalmenso. L’etiologia non è nota ed in letteratura esistote concentrate nella parte centrale del volto sono no dati contrastanti sul coinvolgimento di Demoi segni della malattia (Figura 1). L’affezione ha di dex folliculorum e di Helicobacter pylori. In realtà nessolito un andamento caratterizzato da momenti di suno di questi due agenti patogeni sembra responrelativa normalità ad altri di sabile, come del resto altri Rappresentazione grafica riacutizzazione. Si è soliti batteri, dell’insorgenza deldella dislocazione dei segni osservare un peggioramenla malattia, ma sono spesdi rosacea nei due sessi. to del quadro man mano so stati chiamati in causa che gli episodi si susseguoin funzione del successo no. È tipica della razza terapeutico che si può otcaucasica, mentre è invertenere con gli antibiotici tosamente correlata alla pigpici o sistemici nel trattare mentazione della cute (tenle varietà papulose o pude cioè ad essere sempre stolose. Lo stesso vale meno presente man mano per altre condizioni come: che si prendono in esame deficit vitaminici, ipertenpazienti di fototipo sempre sione, ipocloridria e disFigura 1 più alto). pepsia. Vo l . 1 ; n . 2 , 2 0 0 6 Pe r i o d i co d e l l ’ I s t i tu to D e r m ato lo g i co E u ro p e o gole terapie. La terapia di una malattia con ciali irregolari ed iperplasia anche irregolare Secondo alcuni studi alla base della malattia ci aspetti così diversi è assai difficile. Primo delle ghiandole sebacee (se tali condizioni si sarebbe una alterazione della innervazione auprovvedimento da attuare è certamente al naso allora2 si parla di rinofima) 3 tonoma della vascolarizzazione cutanea (1). 1 localizzano 3 xxxxxxxxxxxxxxxxx Alois Mahlknecht , Valentina Pecorari , Astrid Richter quello di evitare tutti quei fattori in grado di Sottotipo 4 - Oculare Nella sua patogenesi sono state prese in con1 1 2 scatenare una esacerbazione della malattia Sottotipo caratterizzato da sensazione di corsiderazione numerosissime molecoleTappeiner; (sostanxxxxxxxxxxxxxxxxx of Urology; Ospedale Dept. 3 (alcol, alcuni cibi, caldo intenso, i raggi UV, po estraneo, secchezza oculare, za P, prostaglandine, citochine, catecolamine, Medicine, Ospedale Tappeiner, Merano, Italyprurito, iperDept. of freddo intenso, situazioni imbarazzanti, etc.). sensibilità alla luce, teleangectasie congiuntiistamina, serotonina, etc.), ma una reale cascaTali fattori sono estremamente variabili da vali e del margine palpebrale, eritema palpebrata patogenetica non è ancora stata definita. INTRODUCTION soggetto a soggettopatient ma i singoli conoscono le, blefarite, congiuntivite, sino ad arrivare a leLe caratteristiche primarie della rosacea sonodularity. L.H., a 49-year-old presented with Fungal is an uncommon entity perfettamente quali sono le condizioni The test angolari was negative for septic fever recovered in Medicine and che sioni urethral corneali swab o cheratiti no: crisiprostatitis di arrossamento, rossore persistenand only in exceptional cases does it occur Chlamidia Gonococchus. The resultsinon treated withlaDoxiciclyn Co-trimoxazol scatenano malattia e,and istintivamente, tenTutti questiand sottotipi possono presentarsi te, papule, pustole, noduli e teleangectasie. isolated. It is generally secondary to fungus was still pending. for suspected acute prostatitis with multi dono ad evitarli. golarmente ma spesso rappresentano l’evoluTutti questi segni hanno una dislocazione presystemic disease in immunosuppressed Cultures for tubercle bacilli IgG and IgM, resistant Staphilococcus Epidermidis in the La terapia4farmacologia è efficace prevalenzione della malattia nel singolo valentemente centro-facciale. presenza patients, in septic patients, in La those who di for Chlamydia Trachomatis andsoggetto. Pneumonie secretus. days after the dimission, the have major surgical procedures, tementecame nella to fase papulo-pustolosa e si avNational Rosacea Society ha poi proLa stessa uno ohad più di questi segni permette di porre la were negative. patient Hospital for high-grade especially or that have had On transrectal ultrasound the prostate was fever symptoms. On orale hospital vale diwithout farmaciother da assumere per via o tomulgato nel 2004 (3) un semplice schema diagnosi ditransplantation, rosacea. antibiotics, steroids, immunosuppressive measured 31x31x35 mm, the right seminal admission PCR was 14.60 mg/dl (n: <0.5), pici. Trai primi si ricorda la doxiciclina, la mi(Tabella 1) per la stadiazione della malattia A questi segni principali si possono aggiungetherapies. vesicle was enlarged and there were some WBC 10.600/mmc, PSA 3,60 ng/ml (ratio nociclina e le tetracicline (4). Trai farmaci e quindi la valutazione del successo delle sinre ancheinsensazione di bruciore, di ,punture, Already 3 cases (Induhara 1992 Elert micro-abscesses in the left lobes. PSA was 3,3%). Next days we noted a progressionto2000 and Collado 2001 ) edema have been cute secca e desquamata, molle, e se1,28 ng/ml. of infection parameters (PCR 17,90 dann S c h e mthere a d ewas l l a N a t i o n a 18,60). l Rosacea Society described Candida infections of After a new prostatic massage, gni oculari isolated quali bruciore o prurito, iperemia p e r l a s t a d i a z i o n e d e l l a examination r o s a c e a . was negative for sugar the prostate gland without general illness. a positivity for Candida Albicans, without Urine congiuntivele, orzaioli, calazi che però non soEmphysematous prostatitis secondary to positivity for bacteria. and proteins; microscopy revealed some no correlati come gravità alle manifestazioni Primary features Candida Albicans infection has reported in Was initiated therapy with high doses of pus cells and was sterile on culture. Blood Flushing (transient erythema) Absent Mild Moderate Severe cutanee.patients . We present the case of diabetic Fluconazol. Remaining the fever high, a culture war Mild negative Moderate for bacteria. Severe Nontransient erythema Absent a prostatitis due sintomi to Candida In asymptomatic base alla prevalenza di alcuni la NaComputer Rectal examination revealed Papules Tomography and pustules was performed and Absent Mild Moderatea little painful Severe Albicans that caused a sepsis with many revealed numerous abscesses up to 10 prostate, without fluctuations or Severe ha classificato la rotional Rosacea Society (2) Telangiectasia Absent Mild anyModerate diagnostic trouble. L.H., a 49-year-old mm in diameter in the milz. Rx Thorax was nodularity. sacea inpresented alcuni sottotipi: patient with septic fever negative. The urethral swab test was negative for Secondary features Sottotipo 1in– Medicine Eritemato-teleangectasico recovered and treated with Burning orwe stinging Absent Mild Gonococchus. Moderate The result Severeon Thereafter changed the therapy to Chlamidia and Doxiciclyn and Co-trimoxazol for suspected Plaques B with fever -remission and Absent Moderate Severe Sottotipo caratterizzato da flushing o rossore Amhotericin fungus wasMild still pending. Dry appearance Absent acute prostatitis with multi edema resistant improvement of infection parameters. But Cultures forMild tubercle Moderate bacilli IgG and Severe IgM, persistente, teleangectasie, centro-facEdema Absent Mild Moderate Severe Staphilococcus Epidermidis in the after some days serum creatinin has a for Chlamydia Trachomatis and Pneumonie ciale, sensazione di bruciore e di calore conIf present: Acute Chronic secretus. 4 days after the dimission, the progression were negative. If chronic:up to 2,27 mg/dl. Pitting Nonpitting centrati came nella regione centrale del volto, cute patient to Hospital for high-grade TheOcular patient was given oral Itraconazol After a newMild prostatic Moderate massage, thereSevere was Manifestations Absent secca, ruvida e finemente desquamante. fever without other symptoms. On hospital (400mg x2) with normalization of laboratory a positivity Present for Candida Albicans, without Absent Peripheral location admission was 14.60 mg/dl (n: <0.5), Sottotipo 2PCR – Papulo-pustolare findings. positivity for bacteria.Cultures for tubercle If present: List location(s) ng/ml (ratio WBC 10.600/mmc, PSA Phymatous changes Absent Mild IgM, for Moderate Transurethral electro-resection of the bacilli IgG and Chlamydia Severe Sottotipo caratterizzato da3,60 eritema centro-fac3,3%). Next days we noted a progression prostate was carried out. Histopatological Trachomatis and Pneumonie were ciale-persistente, papule(PCR e pustole transitorie Global assessment of infection parameters 17,90 dann examination revealed massive chronic negative. in sede centro-facciale, periorale, perinatale Physician ratings by subtype 18,60). prostatitis with dense mixed inflammatory After a new prostatic massage, there was Subtype 1: Erythematotelangiectatic Absent Mild Moderate Severe Urine examination was negative for sugar e perioculare, sensazione di bruciore e di caexudates. a positivity Mild for Candida Albicans, without Subtype 2: Papulopustular Absent Moderate Severe and proteins; microscopy revealed some AfterSubtype six months’ follow-up the patient is positivity forMild bacteria.Moderate lore centro-facciali. 3: Phymatous Absent Severe pus cells and was sterile on culture. Blood doing well, voided satisfactory and the Rectal examination revealed Subtype 4: Ocular Absent Mild Moderatea little painful Severe Sottotipo 3 – Fitomatosa culture war negative for bacteria. culture of urine negative. prostate, without fluctuations or Severe Patient’s globalare assessment Absent Mild anyModerate Sottotipo caratterizzato da ispessimento cuRectal examination revealed a little painful nodularity. TaCASE b e l l aREPORT 1 taneo prevalente naso, modularità prostate, without al any fluctuations or superfiThe urethral swab test was negative for Sepsis due to asymptomatic candida prostatitis. xxxxx. 2 2 pici (5) hanno ricevuto l’approvazione per il trattamento della fase papulo-pustolosa della rosacea il metronidazolo, l’acido azelaico e la sulfacetamide sodica. Il trattamento del rinofima è esclusivamente chirurgico e trae grossi benefici dall’utilizzo di laser a CO2. La fase eritemato-teleangectasica o sottotipo 1 può, invece, essere efficacemente trattata con sorgenti IPL (6,7,8). Il trattamento prevede 4-5 sedute intervallate da un periodo di circa 30-40 giorni. Nelle prime 2 sedute il trattamento è concentrato sull’aspetto teleangectasico e quindi con cut-off di 590 nm, 570 nm, fluence variabile da 42 a 55 j/cm2, shots doppi o tripli, pulse time variabile da 2,4 a 3,6 msec e delay time variabile da 15 a 25 msec si cercherà di fotocoagulare le telengectasie più evidenti in sede perinatale e zigomaticomalare. Nelle successive 3 sedute vengono invece applicati i parametri tipici del fotoringiovanimento (cut-off di 560 nm, fluence di 3140 j/cm2, shots doppi, pulse time di 2, 4 e 4,0 msec e delay time di 15-20 msec) (Figure 2 e 3). Il paziente presenterà un edema ed un eritema della durata di circa 48 ore che gli impone di applicare ripetutamente creme emollienti e di evitare l’esposizione solare. Il trattamento con luce pulsata della rosacea nella sua variante eritemato-teleangectasica ha ricevuto l’approvazione FDA nel giugno 2003. Gli effetti collaterali possono essere ipopigmentazioni transitorie ma soprattutto porpora che si manifesta prevalentemente in sede zigomatica ma che non ha mai una durata superiore ai 15 gg. Comparazione split face di donna di 32 anni pre (A) e post (B) trattamento con IPL. B A 3. Wilkin J, Dahal M, Detmar M, Liang MH, Odom R, Powell F. Standard grading system for Rosacea: report of the National Rosacea Society Expert Committee on tha classification and staging of Rosacea. J Am Acad Dermatol 2004; 50:907 4. Baldwin HE. Oral therapy for Rosacea. J Drugs Dermatol 2006; 5:16 5. Nally JB, Berson DS. Topical therapies for rosacea. J drugs Dermatol 2006; 5:23 6. Schroeter CA, Haaf-von Below S, Neumann HA. Effective treatment of rosacea using intense pulsed light system. Dermatol Surg 2005; 31:1285 7. Ceilley RI.Advances in the topical treatment of acne and rosacea. J Drugs Dermatol 2004; 3:S12 8. Nestor MS. Combination Therapy in clinical and cosmetic dermatology: the marriage of device and drug. J Drugs Dermatol 2004; 3:S4 Figura 2 Eritema persistente in donna di 46 anni pre (A) e post trattamento (B) con IPL. A B BIBLIOGRAFIA 1. Katz AM. Rosacea: epidemiology and pathogenesis. J Cutan Med Surg 1998; 2(Sup): 5 2. Wilkin J, Dahal M, Detmar M, Drake L, Feinstein A, Odom R., Powell F. Standard classification of rosacea: report of the National Rosacea Society Expert Committee on tha classification and staging of Rosacea. J Am Acad Dermatol 2002; 46:584 Figura 3 3 Vo l . 1 ; n . 2 , 2 0 0 6 Pe r i o d i co d e l l ’ I s t i tu to D e r m ato lo g i co E u ro p e o Malattie genetiche in dermatologia Gianluca Tadini Istituto Dermatologico Europeo, Milano Le genodermatosi o malattie cutanee ereditarie costituiscono un numerosissimo gruppo di patologie che riunisce malattie estremamente rare come lo xeroderma pigmentoso (non più di 20 affetti in Italia) e malattie decisamente più frequenti come la neurofibromatosi di tipo 1 (NF1) (1:2000,3000/nati) (Figura 1). In generale le conoscenze tramandate dall'abate Mendel in tema di trasmissione genetica delle malattie valgono anche per le malattie cutanee ereditarie. Tipiche malattie autosomiche dominanti sono l'ittiosi "volgare", che è molto diffusa in Italia anche se non si hanno stime esatte su prevalenza ed incidenza, e alcune epidermolisi bollose [epidermolitiche (Figura 2) e dermolitiche]; le malattie autosomiche dominanti sono caratterizzate da un rischio riproduttivo del 50% ad ogni gravidanza e dalla presenza di una grande percentuale di casi "de novo" o sporadici. Le malattie autosomiche recessive (le epidermolisi bollose giunzionali, le ittiosi lamellari (Figura 3) sono caratterizzate da un rischio riproduttivo del 25% ad ogni gravidanza, dalla presenza di genitori "portatori sani" del tratto genetico trasmissibile e dall'aumentato rischio nei matrimoni consanguinei o tra abitanti di comunità chiuse (piccoli pae- C h i a z z e c a ff è l a t t e i n N F 1 . Figura 1 Epidermolisi bollosa epidermolitica. Figura 2 4 si isolati, tribù etc). Il terzo gruppo di malattie è quello legato al cromosoma X (ittiosi X-linked, la maggior parte delle displasie ectodermiche) ed è caraterizzato dal fatto di avere le femmine "portatrici" e i maschi affetti. Esistono anche casi in cui la malattia è così severa che il tratto trasmesso è letale per i maschi e le femmine affette hanno quadri molto severi (incontinentia pigmenti, sindrome di Goltz, etc). Alla genetica mendeliana si aggiunge poi la genetica dei mosaici o genetica delle malattie post-zigotiche, in cui sono presenti malattie dermatologiche non ereditate dai genitori ma dovute a mutazioni che si verificano durante la vita embrionale in un embrione formatosi "sano". Le patologie a mosaico sono poco frequenti, ma estremamente importanti da conoscere per la loro potenziale severità e la loro eventuale trasmissibilità alle generazioni successive. Esempi noti sono la sindrome di Sturge-Weber-Klippel-Treanaunay e le sindromi del nevo epidermico e del nevo epidermolitico. Esistono poi alcune malattie come la NF1 e la sclerosi tuberosa (Figura 4) dove la patogenesi di base è autosomica dominante, ma nelle quali la severità del quadro clinico è spesso determinata da una seconda mutazione post-zigotica che si inserisce du- Ittiosi lamellare. Figura 3 Chiazza ipocromica in sclerosi tuberosa. Figura 4 rante il periodo embrionale (vedi i "tumeurs royales" della NF1 o le fibromatosi polmonari della sclerosi tuberosa). Dopo questa introduzione patogenetica, è necessario prendere in considerazione l'impatto socio-sanitario delle genodermatosi. Sul territorio nazionale la NF1 è la più frequente genodermatosi (1:3000 nati), seguita dalle ittiosi, dalle epidermolisi bollose, dalle displasie ectodermiche e dalla sclerosi tuberosa. La Legge Nazionale sulle Malattie Rare del 1999 ha gettato le fondamenta di un nuovo approccio verso i malati di queste patologie definite fino a pochi anni fa come "malattie orfane". La conoscenza dei numeri reali dei malati affetti da una o dall'altra genodermatosi costituisce oggi un presupposto ineluttabile per il loro studio e il loro management. Un esempio su tutti potrebbe essere quello della costituzione del Registro Nazionale delle Epidermolisi Bollose Ereditarie che ha portato alla conoscenza del numero dei malati affetti in Italia da tale patologia, di conoscere quanti malati esistono per ogni sottogruppo e di avere una stima della prevalenza e dell’incidenza, nonchè della mortalità e delle sulle cause. È facile intuire il risvolto pratico di ognuna di queste informazioni, sia a livello puramente medico che socio-saniatrio e di poltica economica sanitaria. La creazione dei Registri Nazionali delle altre genodermatosi fornirà dati imprescindibili anche sulle altre patologie cutanee ereditarie più frequenti. Le genodermatosi vengono studiate ormai 5 in Centri di riferimento ben dislocati sul territorio nazionale che offrono approcci multidisciplinari integrati per ciascuna esigenza del malato e delle loro famiglie. Vengono offerte le modalità diagnostiche tradizionali (clinica, istochimica, ultrastruttura) e quelle più moderne (biologia molecolare), una valutazione clinica costante mediante follow-up spontanei e ad accesso programmato e il supporto socio-sanitario per il rilascio delle esenzioni specifiche per ciacuna malattia rara. Spesso il dermatologo è coinvolto anche nel counseling genetico insieme al genetista medico e al sindromologo e dirige sovente in prima persona il follow-up multidisciplinare di molte patologie ereditarie ed espressione cutanea. Oltre alla consulenza genetica tradizionale sui rischi riproduttivi il dermatologo si occupa della diagnosi prenatale delle malattie letali o potenzialmente letali (epidermolisi bollose giunzionali e dermolitiche recessive) che possono essere svelate mediante biopsia cutanea fetale (XVIII-XXII settimana) o mediante prelievo dei villi coriali (XI-XII settimana). Negli ultimi dieci anni infine il dermatologo è in prima linea nella ricerca riguardante la terapia genica. La ricerca sulle cellule staminali cutanee effettuata in alcuni laboratori italiani ha già portato a risultati estremamente entusiasmanti dal punto di vista puramente scientifico. I decenni futuri mostreranno anche l'assoluto valore terapeutico di questi straordinari esperimenti nella cura dei piccoli pazienti affetti dalle genodrmatosi più gravi. Vo l . 1 ; n . 2 , 2 0 0 6 Pe r i o d i co d e l l ’ I s t i tu to D e r m ato lo g i co E u ro p e o La digitalizzazione dei nevi: come, quando e perchè. Silvia Lovati, Giuliano Cainelli, Tullio Cainelli Istituto Dermatologico Europeo, Milano Il melanoma cutaneo è un tumore maligno che origina dai melanociti della cute e delle mucose, dai melanociti che costituiscono i nevi o, molto più raramente, dai melanociti posti in sedi extracutanee (occhio, orecchio interno, meningi, ecc.). Rappresenta circa l’1% di tutti i tumori maligni e il 5% di quelli a sede cutanea (1). Considerato in passato un tumore raro, è oggi in progressivo e continuo aumento. In Italia, l’incidenza attuale è stimata compresa tra i 10 e i 15 casi all’anno ogni 100 000 abitanti con valori più elevati nelle regioni del Nord (2, 3 ). Tassi di incidenza 3-4 volte superiori si osservano in Australia (40 casi annui ogni 100 000 abitanti), negli Stati Uniti ed in alcune popolazioni del Nord-Europa (1, 3). Rarissimo prima della pubertà, il melanoma colpisce prevalentemente soggetti di età compresa tra i 30 e i 60 anni, con un picco intorno ai 40-50 anni (1). La mortalità legata al melanoma è strettamente correlata con il suo livello di invasione cutanea (spessore secondo Breslow), pertanto una diagnosi quanto più precoce possibile al fine di individuare il tumore nella sua fase iniziale, risulta di capitale importanza nel migliorare la prognosi dei pazienti con melanoma cutaneo. Dal punto di vista clinico, le caratteristiche semeiologiche che permettono il sospetto diagnostico sono riassunte nella formula mnemonica dell’ABCDE (Asimmetria; Bordi irregolari, indentati, a carta geografica; Colore nero o policrono con varie tonalità di marrone o coesistenza di rosso o bluastro; Dimensioni uguali o maggiori a 6 Vi d e o d e r m a t o s c o p i o d i g i t a l e . Figura 1 6 mm; Evoluzione). Studi di valutazione sull’accuratezza diagnostica del solo esame clinico, hanno mostrato che il dermatologo è in grado di individuare il melanoma nel 65-80% dei casi (4). Un miglioramento ulteriore nella diagnosi preoperatoria del melanoma si ottiene con l’integrazione, nel contesto della valutazione clinica globale del paziente, della dermatoscopia. La dermatoscopia (definita anche dermoscopia, microscopia ad epiluminescenza, epiluminescenza) è una metodica diagnostica non invasiva che permette di studiare in vivo le lesioni cutanee pigmentate e di visualizzare dettagli non percepibili ad occhio nudo (5). Il dermatoscopio manuale è un apparecchio che integra un oculare, costituito da una lente acromatica di 10X, una fonte di luce incidente che può essere alogena, anulare a LED o, nelle versioni più recenti, polarizzata e un obiettivo a contatto da appoggiare sulla lesione da esplorare, precedentemente umettata con un fluido (gel ecografico o olio incolore) (6). Una recente revisione sistematica della letteratura ha dimostrato che la dermatoscopia è in grado di incrementare la sensibilità diagnostica del melanoma del 10-35% rispetto alla sola osservazione clinica (7). Tale miglioramento diagnostico può essere ottenuto solo se l’osservatore ha un buon livello di esperienza nell’utilizzo della metodica, mentre l’accuratezza della diagnosi dermatoscopica può risultare anche peggiore rispetto alla diagnosi clinica per i non esperti (8). Una evoluzione della dermatoscopia manuale è la dermatoscopia digitale, termine generico che indica tutte le operazioni che vengono effettuate utilizzando un sistema computerizzato per la dermatoscopia. L’immagine dermatoscopica digitale può derivare dall’applicazione del processo di digitalizzazione al segnale video oppure provenire da appropriate macchine digitali (telecamere digitali ad alta risoluzione o macchine fotografiche digitali accoppiate ad appositi adattatori alla dermatoscopia) (3,6). Le telecamere e fotocamere digitali presentano, a parità di caratteristiche video, una migliore qualità perché non necessitano di alcuna conversione (3). L’archiviazione delle immagini delle lesioni pigmentate avviene tramite un opportuno archivio (database), in grado di associare all’anamnesi del paziente le foto delle lesioni acquisite in dermatoscopia digitale complete di descrizione. Una delle applicazioni più interessanti offerta dalla dermatoscopia digitale è proprio la possibilità di monitorare le lesioni melanocitarie in soggetti portatori di numerosi nevi atipici, la cui asportazione contemporanea sarebbe praticamente impossibile (6, 9-12). In questi casi, l’acquisizione delle immagini dermatoscopiche delle singole lesioni ed il loro controllo periodico permettono di rilevare eventuali modificazioni morfologiche, evocative di evolutività della lesione (6). Inoltre la dermatoscopia digitale risulta utile per monitorare nel tempo quei soggetti che presentano significativi fattori di rischio per lo sviluppo di un melanoma e per osservare l’evoluzione nel tempo di singole lesioni melanocitiche moderatamente atipiche, ma non tali da sospettare un melanoma (9). Nell’effettuare un follow-up di lesioni atipiche vi sono, comunque, alcuni rischi da non sottovalutare (9). Il ricorso indiscriminato al monitoraggio dermoscopico non è raccomandabile, in quanto la sua efficacia clinica dipende dall’esperienza dell’osservatore e soprattutto dalla compliance del paziente e dalla sua adesione Nevo melanocitico: immagine clinica (A) e dermatoscopica (B). A B Figura 2 al programma di monitoraggio nel tempo (9,13). Infatti, circa il 30% dei pazienti non effettuano il controllo, venendo persi al follow-up (5). Il monitoraggio digitale consente di ridurre il numero di “exeresi cautelative”, ma non deve né ridurre l’impegno a formulare una diagnosi, né essere utilizzato per rinviare una decisione diagnostica dubbia o difficile (5). In generale, le lesioni che possono essere sottoposte a un monitoraggio digitale nel tempo sono quelle lievemente atipiche, piane e non rilevate e non devono avere una storia di modificazioni morfologiche né presentare criteri melanoma specifici (9). Il follow-up non dovrebbe mai essere eseguito nelle lesioni nodulari o esofitiche di dubbia interpretazione, per le quali, data l’impossibilità di escludere con certezza un melanoma nodulare, sarebbe opportuna una decisione in sede di prima osservazione (5, 9). Altro campo di applicazione della dermatoscopia digitale è nel follow-up dei nevi congeniti, allo scopo di individuare precocemente l’eventuale comparsa di caratteri atipici (9, 14). 7 Uno dei vantaggi del dominio digitale è costituito dal fatto che la sua intrinseca natura permette di operare con numeri e, quindi, di definire formule e operazioni di trasformazioni algoritmiche in grado di analizzare oggettivamente un’immagine relativa a una neoformazione pigmentata cutanea (3). I dati oggettivi, intesi come numerici, possono inoltre permettere una standardizzazione del processo diagnostico. Su tali basi si sono sviluppati negli ultimi anni opportuni software che permettono, oltre alla tradizionale documentazione delle immagini, anche una loro valutazione strumentale (3, 15, 16). Appositi programmi riescono quindi a misurare un certo numero di variabili relative a geometrie, colori e distribuzione del colore internamente alla lesione in esame oppure ad evidenziare, tramite opportuni filtri, pattern altrimenti non visibili (3). In questo modo è possibile da parte dell’ingegneria biomedica, offrire al clinico esperto un determinato numero di variabili significative per la diagnosi e in alcuni strumenti più evoluti, fornire un suggerimento dia- Vo l . 1 ; n . 2 , 2 0 0 6 Pe r i o d i co d e l l ’ I s t i tu to D e r m ato lo g i co E u ro p e o Melanoma: immagine clinica (A) e dermatoscopica (B). A 6. Gasparini S, Giovene GL, Ferrani G. Trattato di dermoscopia. Sprinter-Verlag Italia, Milano 2003 B 7. Kittler H, Pehamberger H, Wolff K, Binder M. Diagnostic accuracy of dermoscopy. Lancet Oncol 2002; 3:159 8. Binder M, Schwarz M, Winkler A. Epiluminescence microscopy. A useful tool for the diagnosis of pigmented skin lesions for formally trained dermatologists. Arch Dermatol 1995; 131:286 9. Chimenti S, Argenziano G, Di Stefani A, Andreassi L, Carli P, De Giorgi V et al. Guidelines in dermoscopy. G Ital Dermatol Venereol 2005; 140:329 10. Argenziano G, Soyer HP. Dermoscopy of pigmented skin lesions-a valuable tool for early diagnosis of melanoma. Lancet Oncol 2001; 2:443 Figura 3 gnostico in vivo basato sul confronto dell’immagine in esame con quelle inserite in un database di conoscenza basato su migliaia di lesioni, ciascuna correlata da istologia (diagnosi automatica o computer assisted diagnosis, effettuata dal medico coadiuvato dalla tecnologia digitale) (3, 17). Per chiarire meglio il concetto, diciamo che la macchina deve procedere in tre fasi: individuare la lesione, identificando il bordo della lesione in esame, misurare le variabili morfo-cromatiche predefinite, fornire il suggerimento diagnostico (6). In conclusione, al giorno d’oggi, il dermatologo esperto ha a disposizione una vasta gamma di apparecchiature sofisticate e computerizzate in grado di assisterlo nella sua diagnosi, ma resta l’unica figura professionale in grado di integrare nella propria mente le informazioni ricevute dalla clinica, dalla dermatoscopia, dall’analisi dermoscopica digitale al fine di formulare una decisione finale: asportazione chirurgica con esame istologico o controllo periodico. I medici diventano sempre più abili nel diagnosticare il melanoma in fasi sempre più precoci, grazie all’esperienza del singolo medico e all’eredità di conoscenze trasferite tra medici. Pertanto la tecnologia digitale e i sistemi dia- gnostici dei computers dovranno perpetuamente competere con i miglioramenti della diagnosi clinica-dermatoscopica in un reciproco e continuo progresso al fine di ottenere diagnosi sempre più precoci. BIBLIOGRAFIA 1. Rosina P, Pugliarello S, Mozzo S, Chieregato C, Barba A. Factors related to the early diagnosis of cutaneous melanoma.G Ital Dermatol Venereol 2005; 140:97 2. Boi S, Cristofolini M, Micciolo R, Polla E, Dalla Palma P. Epidemiology of skin tumors: data from the cutaneous cancer registry in Trentino, Italy. J Cutan Med Surg 2003; 7:300 3. Andreassi L, Rubegni P, Burroni M, Dell’Eva G, Fimiani M. Digital technology in dermatoscopy. G Ital Dermatol Venereol 2004; 139:449 4. Wolf IH, Smolle J, Soyer HP, Kerl H. Sensitività in the clinical diagnosis of malignant melanoma. Moma Res. 1998; 8:425 5. Broganelli P, Chiaretta A, Sacerdote C, Pippione M. The epiluminescence microscopy in the ambulatory clinical practice: diagnostic accuracy and usefulness of videodermatoscopic monitoring. G Ital Dermatol Venereol 2005;140:15 8 8 11. Malvehy J, Puig S. Follow-up of melanocytic skin lesions with digital total-body photography and digital dermoscopy: a two-step method. Clin Dermatol 2002; 20:297 12. Robinson JK, Nickoloff BJ. Digital epiluminescence microscopy monitoring of high-risk patients. Arch Dermatol 2004; 140:49 13. Kittler H, Binder M. Risks and benefits of sequential imaging of melanocytic skin lesions in patients with multiple atypical nevi. Arch Dermatol 2001; 137:1590 14. Braun RP, Calza AM, Krischer J, Saurat JH. The use of digital dermoscopy for the follow-up of congenital nevi: a pilot study. Pediatr Dermatol 2001; 18:277 15. Elbaum M, Kopf AW, Robinovitz HS, Langley RG, Kamino H, Mihm MC Jr et al. Automatic differentiation of melanoma from melanocytic nevi with multispectral digital dermoscopy: a feasibility study. J Am Acad Dermatol 2001; 44:207 16. Rubegni P, Cevenini G, Burroni M, Perotti R, Dell’Eva G, Sbano P et al. Automated diagnosis of pigmented skin lesions. It J Cancer 2002; 101:576 17. Bauer P, Cristofolini P, Boi S, Burroni M, Dell’Eva G, Micciolo R et al. Digital epiluminescence microscopy: usefulness in the differential diagnosis of cutaneous pigmentary lesions. A statistical comparison between visual and computer inspection: Melanoma Res 2000;10:345
Documenti analoghi
Rosacea: sintomi e rimedi
componenti acidi (in caso di dubbio rivolgersi al proprio farmacista, prima dell’acquisto). Applicare creme
per pelli inclini a manifestazioni di rosacea.