MWS dicembre 2013 - dna sport consulting
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MWS dicembre 2013 - dna sport consulting
LEI, MASSIMA Valentina Marchei (foto Olycom) di Cesare Monetti In volo sul ghiaccio che scotta Romantica e instancabile, la pattinatrice azzurra si prepara ad affrontare la sfida olimpica di Sochi, un sogno realizzato dopo anni di sacrifici. E l’aiuto di un papà speciale Marchei. Un padre e una figlia. Una campionessa del ghiaccio e un maratoneta olimpico. Lei è la 27enne Valentina, stella del pattinaggio sul ghiaccio, quattro volte campionessa italiana. Lui è Marco, olimpionico di maratona a Mosca 1980 e Los Angeles 1984, oggi direttore delle rivista specializzata Runner’s World. Due discipline diverse, stesso Dna da campioni, ghiaccio o asfalto bollente da dominare con una lama o la gomma sotto i piedi. Un padre e una figlia che, nonostante vivano divisi dall’oceano, sono vicini e si stimano. Come può accadere solo a due fuoriclasse. 12 MASSIMA, dicembre 2013 Papà Marco le ha fatto conoscere lo sport, lei l’ha seguito a modo suo: «Non ho mai amato troppo la corsa, volevo cantare e ballare», puntualizza subito Valentina. «Davanti allo specchio le prove e poi le feste di famiglia il primo palcoscenico. Finché a sette anni quando ero in vacanza nelle Marche ho provato il pattinaggio a rotelle. Ho capito che su quei pattini potevo sfogare la mia voglia di ballare. Piste da pattinaggio a rotelle vicino a casa a Milano non ce n’erano, così ho provato il pattinaggio su ghiaccio». Cinque ore al giorno d’allenamento di cui tre sul ghiaccio e gli studi per laurearsi in Scienze motorie. A Detroit, dove vive, la giornata ha ritmi compressi, ma la sua famiglia è sempre con lei: «Vivo all’estero da sei anni, ma appena posso torno in famiglia per ricaricarmi di coccole e affetto per affrontare i lunghi periodi lontano. Con la mamma ho un rapporto speciale, ci sentiamo mille volte al giorno, i miei piccoli segreti sono per lei. Con il papà ho un rapporto diverso, legato allo sport, al lavoro. Con lui mi confronto quando l’allenamento mi pesa, quando mi assalgono i dubbi su come affrontare i diversi carichi di lavoro o prima delle gare. Lui è perfetto per farmi stare tranquilla e darmi la giusta carica». Non è stato facile diventare “Valentina Marchei”, negli anni adolescenziali conciliare scuola, allenamenti e gare un vero calvario: «Il mio percorso scolastico è sempre stato a ostacoli, perché non ho mai trovato insegnanti disposti ad accettare lo sport agonistico. Ho trovato pace solo negli ultimi tre anni di scientifico ai Licei Civici Serali a Milano, dove i miei compagni di classe erano ragazzi che facevano sport ad alto livello oppure che lavoravano e dove c’erano insegnanti comprensivi che valorizzavano le individualità di ognuno». Ora come allora è sempre lo sport al centro di tutto. «Da quando mi sono trasferita all’estero – prosegue – il rapporto con gli amici e il fidanzato è molto difficile. Non tutti accettano o comprendono la mia passione, il mio impegno totalizzante per raggiungere il sogno olimpico che inseguo da otto anni. Nel mio percorso verso Sochi, vivendo in giro per il mondo tra America, Russia, Lettonia e Francia ho incontrato ragazzi con la mia stessa passione e obiettivi. Loro sono diventati la mia famiglia lontana da casa e le persone su cui poter contare sempre». Solitudini e problemi superati grazie alla famiglia e a uno speciale confronto con papà Marco. «Non c’è mai stata nessuna sfida con lui, è la mia forza. Quando ero all’inizio della carriera sportiva ci divertivamo a vedere chi aveva vinto più titoli o aveva partecipato a eventi importanti. L’ho superato molto presto anche perché il ghiaccio propone Europei o Mondiali tutti gli anni, a differenza dell’atletica che aveva all’epoca grandi eventi a cadenza quadrienna- (foto Giovanni Gallio) Le amiche di lame Un piccolo mondo quello dell’eccellenza di chi pattina sul ghiaccio, difficile individuare il giusto equilibrio tra il trovare amiche o avversarie, ma Valentina Marchei ha le idee chiare: «Ho un carattere solare e buoni rapporti con tutte, avversarie e non. Con Carolina Kostner (cinque volte campionessa europea e oro mondiale nel 2012, ndr) ho un buon rapporto, anche se ci vediamo molto poco, solo in occasione delle gare. Ho un ottimo rapporto con Sarah Meier, l’ex pattinatrice svizzera che si è ritirata dopo la vittoria agli Europei di Berna del 2011. Ci scriviamo, lei è un grande supporto oltre che una delle amiche più care che ho. Ormai, dopo anni di gare in giro per il mondo, non ci sono più le rivalità di una volta, tra noi pattinatrici c’è molta stima e rispetto». ces.mo. MASSIMA, dicembre 2013 13 (foto archivio Marchei) (foto Giovanni Gallio) le. Prima io ero la figlia di Marco Marchei, ora è lui il papà di Valentina...». Un rapporto stretto, viscerale, intenso che sarebbe bene riuscire sfogare magari in un pomeriggio di relax in qualche parco milanese facendo jogging, ma questo non sempre è possibile: «Ho corso con lui poche volte, perché la corsa non è molto amica del pattinaggio. Il terreno sconnesso per chi non è abituato può compromettere ginocchia e caviglie. Io corro tutti i giorni, però in palestra sul tapis-roulant. Mi sono comunque ripromessa a carriera finita di correre una maratona, magari con lui, a New York, nella città in cui lui ha fatto la sua prima 42 chilometri. Siamo uguali in tutto e per tutto: solarità, determinazione nel raggiungimento di determinati obiettivi e grinta da vendere. L’esperienza l’ha portato a essere sempre positivo ed equilibrato, cosa che io devo ancora ottimizzare». 14 MASSIMA, dicembre 2013 Parli con Valentina e la vedi graziosa, elegante, educata, ma se fosse stata un uomo che sport avrebbe praticato? «Forse – ammette – sarei passata dall’a tletica come mio fratello e, avendo la passione per il basket, ci avrei comunque provato nonostante il mio modesto metro e 61 d’altezza. Anche nel pattinaggio c’è una forte componente maschile, tutti i pattinatori devono avere forza e grinta per affrontare i salti. Io non mi sono mai arresa, anche dopo gravi infortuni mi sono sempre rimessa in gioco con grande determinazione. Essendo il mio gruppo di allenamento prevalentemente maschile, con alcuni tra i pattinatori più forti al mondo, mi ritrovo spesso a fare gli stessi lavori sia in palestra sia sul ghiaccio, da loro vengo definita una “bestia”». Valentina è ormai una veterana delle piste e si è adattata ai vari cambiamenti che arrivano continui e imperterriti come in ogni disciplina sportiva. «Da quando gareggio – continua – il pattinaggio si è molto evoluto. Le ragazze propongono elementi tecnici che una volta erano appannaggio solo degli uomini. Ora si cerca la fluidità, la velocità della pattinata e l’interpretazione. Le nuove leve sono più tecniche, noi con esperienza siamo pattinatrici più complete». Per vincere ogni dettaglio deve essere curato, la tecnica e l’interpretazione della musica, l’abbigliamento e il trucco, fino a completare “il pacchetto”, con i costumi di gara da qualche anno affidati a Karisma e alle sapienti idee e mani di Carmela Granito che si ispira agli abiti da sera per realizzare i suoi costumi: «Ha sempre incontrato i miei gusti, soddisfatto i miei desideri e mandato il pubblico in visibilio. Da piccola era mia mamma a ricamarli, ora più luccicano, più mi piacciono, proprio come i miei pattini!». UNA PASSIONE «Una grande passione fin da quando era piccolina - racconta Valentina - è la fotografia. Ho cominciato con le macchinette fotografiche “usa e getta” con cui immortalavo le gite scolastiche, per arrivare a una vera macchina fotografica che mi permette di fissare i momenti più belli dei viaggi che faccio per sport o per diletto. Quotidianamente con il cellulare faccio tantissime foto che posto su Facebook, Instagram o Twitter per immortalare la mia giornata e quella dei miei amici e compagni di allenamento. Ultimamente poi, con una piccola telecamera, regalo di Natale del papà, mi diletto pure a realizzare piccoli filmati, insomma ho imparato a spiare il mondo da un piccolo obiettivo». UN AMORE ghiaccio. Av«Il mio amore è il o, scivolare vertire il suo profum o, sentirmi con il vento sul vis a che mi una farfalla, è qualcos il mondo. mette in pace con lla propria È raro poter fare de lavoro, sono passione il proprio la possibilifortunata perché ho i sogni ogni tà di vivere dei mie volta che singolo giorno, ogni iaccio». metto i piedi sul gh Valentina Marchei Nata a Milano il 23 maggio 1986, dal 2008 vive a Detroit (Usa) Pattinatrice artistica su ghiaccio Club: Sesto Ice Skate Allenatori: Jason Dungjen e Yuka Sato Coreografo: Pasquale Camerlengo Campionati italiani: 4 titoli (2004, 2008, 2010, 2012) Miglior risultato agli Europei: quinta nel 2007 Miglior risultato ai Mondiali: ottava nel 2012 Hobby: Lettura, cinema, internet, fotografia, collezionare tazze (foto Giovanni Gallio) Sito internet: www.valentina-marchei.com Twitter: @valemarchei14 Instagram: valemarchei14 MASSIMA, dicembre 2013 15 Il sogno olimpico e la vita in Usa I l sogno a cinque cerchi si raggiunge con tanto sacrificio, soprattutto se il talento non è la tua dote migliore. «Non ho mai pensato di averne. Lo puoi costruire ma lo devi allenare», ci tiene a precisare la nostra campionessa che vive all’estero dal 2008. Una scelta di vita arrivata quasi per caso: «Sono partita per uno stage e ho scoperto un altro mondo, un altro modo di allenarsi e di rapportarsi con l’allenatore. Ero in una situazione di stallo, e nell’estate 2008 decisi che avrei smesso di pattinare se non avessi trovato nuovi stimoli. Nikolai Morozov, l’allenatore russo di grandi campioni a cui mi ero affidata, mi ha acceso una luce e da lì ho continuato a migliorare. Ora questa luce è ancora più viva grazie a Jason Dungjen e Yuka Sato, i miei attuali allenatori a Detroit. In Italia, quando sono partita, non tutti i coach erano disposti a mettersi in gioco e a confrontarsi con i colleghi esteri. Ora Franca Bianconi, la mia tecnica italiana, viene spesso in America da Jason per poter collaborare al meglio nella mia preparazione. In Italia mancano le strutture per potersi allenare al meglio». Da lì, o forse da molto prima è partita la sua “Road to Sochi”, come ama definirla. Anni di impegno, anche se in questi mesi, prima dei fatidici 19 e 20 febbraio, giorni di gara e verità, affronterà Universiadi ed Europei: «Mi posso togliere delle soddisfazioni prima della grande sfida Olimpica!». Due giorni per giocarsi una carriera, si rischia di arrivare tesi, nervosi: «Il mio reale obbiettivo per Sochi è entrare nelle prime dieci facendo un esercizio pulito che mi gratifichi. Sto lavorando da molto tempo per essere pronta in quel momento. I miei programmi saranno sulle note di Torna a Surriento, un omaggio all’Italia di cui rappresento i colori da tanti anni, e Nahya, un flamenco molto elegante e sensuale. Due volti di Vale, romantica e sognatrice nel primo, donna sensuale nel secondo». ces.mo. Gli ultimi pattini brillantinati di Valentina, un suo classico “marchio di fabbrica” (foto archivio Marchei) (foto Giovanni Gallio) 16 MASSIMA, dicembre 2013 (Valentina con la mamma Elisabetta foto archivio Marchei) (foto Giovanni Gallio) Valentina con il papà Marco, ex maratoneta azzurro (foto archivio Marchei) Sempre in viaggio Come tante atlete del suo livello,Valentina Marchei è una vera e propria girovaga, in pista con mille piroette e sugli aerei che la portano spesso dall’altra parte del mondo. «Durante i miei viaggi per gare – racconta – non ho molto tempo per visitare i luoghi in cui soggiorno, però mi è capitato lo scorso novembre di andare in Giappone con qualche giorno di anticipo e sono stata ospite alla Chukyo University di Nagoya, un’esperienza indimenticabile. Aver vissuto in posti come Russia e Lettonia mi ha messo di fronte ad abitudini e culture totalmente differenti dalla nostra, è bello poterle vivere, è bello poter assaporare qualcosa di diverso e conoscere persone nuove. In fondo lo sport è una straordinaria esperienza di vita!». Una vita a cinque cerchi, come quella di papà. ces.mo. MASSIMA, dicembre 2013 17
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