Universo Sicilia 11_98 - Periodico per i siciliani nel mondo
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Universo Sicilia 11_98 - Periodico per i siciliani nel mondo
S UNIVER Anno X - N. 11 NOVEMBRE 1998 Sped. in abb. postale - Art. 2 comma 20/C - Legge 662/96 Autorizzazione Direzione Provinciale E.P.I. - Filiale di Catania Periodico Mensile dell’INPAL per i Siciliani nel Mondo TAXE PERÇUE TASSA RISCOSSA ICILIA Direzione, redazione e Amministrazione: Ufficio Zona INPAL - 95031 Adrano - Piazza Mercato, 72 - Tel. (095) 7692946 - Fax (095) 7602814-7253840 - E-Mail [email protected] Anche Adrano, nel suo piccolo, ripete le contraddizioni del mondo politico italiano, con le sue immoralità e le sue vergogne. Ritenere di essere portatori di valori senza saldi convincimenti ideali è pura illusione o presunzione di basso profilo culturale. Eppure in questi anni gli elettori avevano continuato a sperare in un modo nuovo di fare politica in grado di sconfiggere il vecchio consociativismo , le cosiddette ammucchiate fatte passare per compromesso storico. Adrano ha sperimentato sulla propria pelle il periodo delle larghe intese realizzate fra PCI - DC - PSI nella seconda metà degli anni 80; e neanche quell’esperienza si dimostrò capace di assicurare la stabilità amministrativa, in poco più di due anni furono travolti tre sindaci (uno socialista, uno democristiano, uno comunista) per cui la legislatura venne interrotta dalla nomina di un commissario regionale. Quello che venne dopo è noto anche alle generazioni più giovani, il consiglio comunale fu sciolto con una motivazione gravissima “infiltrazioni mafiose”. Di quel provvedimento ricordiamo tutt’oggi il silenzio assenso di quelle forze che per decenni avevano amministrato questa città. Anche i fatti amministrativi di queste settimane autunnali, di cui è stato dato giusto risalto dal quotidiano “La Sicilia” titolando: “Adra- no - rimpasto e polemiche - quattro assessori nella nuova giunta uno è l’ex rivale del sindaco”, non ci pare abbiano suscitato quell’ondata di indignazione da parte del partito del sindaco e dei suoi alleati palesi ed occulti. Più ampio del previsto, è stato invece, lo sdegno della cittadinanza di fronte alle immagini dei neo-assessori accanto al sindaco Bertolo, trasmesse nel corso del dibattito consiliare. Le scelte di Bertolo in contrapposizione alle forze che lo avevano eletto, hanno riportato i rapporti fra i partiti nel buio; vecchie logiche egemoniche di spartizione clientelare riflettono il modello contorto del vecchio modo di governare di cui Adrano resta un esempio di degrado politico e morale nello stesso tempo. Maggioranza ed opposizione, amici ed avversari si prendono a braccetto e si piazzano nei posti di potere contro la volontà degli elettori. In altri termini questo nuovo modo di fare politica non riteniamo sia un modello da imitare per il futuro. Il vecchio modo di amministrare è perfettamente mascherato da una sorta di innovatori senza idee, senza bandiera e senza onore. Vincenzo Castiglione L’on. Angelo Capodicasa Presidente della Regione L’eletto è un ex comunista con una lunga militanza politica - duro attacco del polo. Palermo - Angelo Capodicasa, segretario regionale del PDS, 49 anni compiuti, è stato eletto con 45 voti su 87 presenti. L’elezione si è resa possibile in quanto i deputati di Rifondazione Comunista si sono assentati. Sul totale di 50 voti di cartello. Capodicasa ha realizzato solo 45 voti essendoci 5 franchi tiratori. Euforici i commenti dei partiti del centro sinistra che hanno valutato l’elezione del neo- presidente come l’unica strada possibile sul cammino delle riforme. Duro il commento dei partiti del polo che hanno giudicato il ribaltone come un autentico golpe. A Torrisi Il neo presidente della Regione Siciliana On. Angelo Capodicasa A pagina 4 la lista degli Assessori Ha 32 anni il Ministro più giovane d’Italia ROMA - Ha 32 anni, gli occhiali spessi ed è il più giovane ministro nella storia dell’Italia repubblicana: Enrico Letta ha infranto un record che apparteneva a Franco Frattini, ministro del governo Berlusconi. Nel leggere il suo nome di fronte alle telecamere, Massimo D’Alema ha avuto un momento di esitazione: “ministro delle politiche comunitarie Onorevole Enrico... scusate, non: è onorevole, ma dottore”. In effetti, nonostante sia già vicepresidente del Partito Popolare (insieme all’altro giovane emergente del partito, Dario Franceschini), Letta non siede in Parlamento. Ugualmente viene considerato un politico di competenze talmente profonde nel campo delle relazioni internazionali da farne quasi un tecnico. Alle problematiche comunitarie ha dedicato non solo la tesi del suo dottorato di ricerca, ma una serie di saggi. Governo D’Alema, l’esecutivo delle “Prime Volte” ROMA - L’Italia ha, dunque, di nuovo un governo. Ancora, come quello di Prodi, di centrosinistra, anche se questa volta a guidarlo è, per la prima volta nella storia della Repubblica, un premier che arriva direttamente dalle fila di quello che fu il Partito Comunista Italiano. Ma il governo D’Alema è il governo della prima volta per molte altre cose. E’ la prima volta, dai tempi in cui Palmiro Togliatti era Guardasigilli, che un comunista viene investito della carica di ministro di Grazia e Giustizia: a raccogliere l’eredità del “compagno Ercoli” è Oliviero Diliberto, giovane (è nato nel ‘56) esponente del Pdci, partito uscito dalla scissione dei Cossuttiani dal Prc dopo il “ribaltone” di Bertinotti. “Mi sembra del tutto prematuro mettersi a fare proclami o grandi affermazioni” ha sostenuto Diliberto lasciando Palazzo Chigi dopo il primo, brevissimo, Consiglio dei ministri. Diliberto, tuttavia una cosa l’ha voluta dire: “Lo stile del nuovo ministro della Giustizia sarà quello di non parlare ma lavorare”. E’ anche la prima volta che la Repubblica italiana ha un ministro giovane come Enrico Letta: il responsabile delle Politiche comunitarie, proveniente dal Partito popolare italiano, ha appena 32 anni. La figura di Giuseppe Saragat, a cento anni dalla sua nascita, è stata ricordata al Senato, giovedì 24 settembre, alla presenza della massime autorità dello Stato: il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il Presidente del Senato Nicola Mancino, il Presidente della Camera Luciano Violante. Alla manifestazione hanno partecipato i parlamentari socialisti democratici italiani con il Presidente del partito Enrico Boselli, il Coordinatore Gianfranco Schietroma, il Presidente della Commissione Antimafia Ottaviano Del Turco ed il Vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera Roberto Villetti. Riportiamo di Gianfranco Schietroma l’articolo pubblicato su “Socialdemocrazia oggi” Cento anni fa nasceva a Torino un uomo al quale questo nostro Paese deve certamente molto. %1 anni or sono fu costretto a dividere la sinistra. Fu osteggiato e combattuto duramente e con lui i suoi seguaci. Era il 1947, i tempi della Russia di Stalin; senza la coraggiosa iniziativa dell’uomo politico di cui sto parlando l’Italia, quasi certamente, avrebbe potuto avere lo stesso destino di fame e miseria dei paesi dell’Est. Eppure il nostro Paese sembra averlo dimenticato, nonostante sia stato il primo presidente dell’Assemblea Costituente nonché Presidente della Repubblica davvero esemplare. Quest’uomo è Giuseppe Sara- Il Presidente del Consiglio Massimo D’Alema È poi la prima volta in Italia che un esecutivo comprende sei donne: e tra queste, è la prima volta al governo per Laura Balbo, ministro per le Pari Opportunità che viene dal movimento dei Verdi, per Katia Bellillo, ministro per gli Affari Regionali scelta tra i cossuttiani, per Giovanna Melandri, dei Ds, che è il nuovo ministro per la Cultura e lo Spettacolo. Ed è la prima volta che una donna, la popolare Rosa Russo Jervolino, ricopre un delicato incarico come quello di ministro degli Interni. Occhiali rossi e completo blu, Salvatore Cardinale, neo ministro Udr delle Poste e Telecomunicazioni, è al suo primo incarico di governo. Emozionato? “No, sono tranquillo per natura” risponde l’ex capogruppo Udr. “Nonostante quello che s’è scritto su di me in questi giorni. Dicono che io sia un panzer di voti, spero di portare anche qualcos’altro. Certo però in democrazia i voti servono e non si tengono in cassaforte...”. Poco più in là un’altra new entry, Ortensio Zecchino (Ppi), Ministro per l’Università e la Ricerca Scientifica. Avrebbe preferito diventare Guardasigilli? “Domanda cattiva - liquida secco e poi aggiunge: “Il Governo è collegiale, parteciperò comunque alle decisioni”. Questa, dunque, la lista dei ministri: Vicepresidente: Sergio MATTARELLA (Ppi) Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: Franco BASSANINI (Ds) Interno: Rosa RUSSO JERVOLINO (Ppi) Tesoro e Bilancio: Carlo AZEGLIO CIAMPI (Ind.) Finanze: Vincenzo VISCO (Ds) Giustizia: Oliviero DILIBERTO (Pdci) Difesa: Carlo SCOGNAMIGLIO (Udr) Sanità: Rosi BINDI (Ppi) Esteri: Lamberto DINI (Ri) Lavoro: Antonio BASSOLINO (Ds) Pubblica Istruzione: Luigi BERLINGUER (Ds) Università Ricerca Scientifica: Ortensio ZECCHINO (Ppi). Industria: Pierluigi BERSANI (Ds) Comunicazioni: Salvatore CARDINALE (Udr) Beni Culturali: Giovanna MELANDRI Funzione Pubblica: Angelo PIAZZA (Sdi) Ambiente: Edo RONCHI (Verdi) Rapporti con il Parlamento: Gianguido FOLLONI (Udr) Commercio Estero: Piero FASSINO (Ds) Trasporti: Tiziano TREU (Ri) Pari Opportunità: Laura BALBO (Verdi) Riforme Istituzionali: Giuliano AMATO (Ind.) Lavori Pubblici: Enrico MICHELI (Ulivo) Politiche Comunitarie: Enrico LETTA (Ppi) Solidarietà Sociale: Livia TURCO (Ds) Risorse Agricole: Paolo DE CASTRO (Ulivo) Affari Regionali: Katia BELLILLO (Pdci) N.C. RICORDATO AL SENATO Giuseppe Saragat Solenne cerimonia presenti le massime autorità dello Stato gat. Uno dei personaggi significativi dell’Italia repubblicana. Uno dei padri fondatori, appartenente a quella generazione che costruì l’Italia delle libere istituzioni, che dobbiamo difendere gelosamente nella chiarezza. senza esitazioni. L’importanza della scelta di Palazzo Barberini forse ancora non è stata percepita dalla più larga arte degli italiani, ma certamente si è trattato di un gesto decisivo per il nostro Paese. Con quel gesto coraggioso, Saragat entrava davvero da protagonista, sul serio e a buon diritto, nella Storia dell’Italia contemporanea. Uomo di grande cultura, sapeva parlare praticamente di tutto, Era un grande conoscitore di libri rari ed eccezionali, capace di leggere in lingua originale Goethe e Marx. Esemplare per equilibrio, correttezza, pulizia. Un protagonista che ha inciso un segno profondo nella nostra storia del momento più pericoloso e decisivo. La sua forte coerenza politica e morale consentì L’On. Giuseppe Saragat di avere il coraggio dell’impopolarità. Le sue scelte furono subito definite definitive e irrinunciabili, con intuizioni al limite della profezia e con una visione della (Continua a pag. 2) L’INPAL regionale in Argentina Palermo - lunedì 2 dicembre una delegazione dell’INPAL capeggiata dai massimi vertice del Patronato, fra cui il Presidente Nazionale Giuseppino Santoianni, il Presidente Regionale Vincenzo Castiglione, il Vicepresidente Regionale Antonino Romano insieme ad alcuni funzionari della Regione siciliana, si recheranno in Argentina per incontrarsi con i nostri conterranei. Ad accogliere la delegazio- ne ci saranno alcuni fra i principali esponenti delle associazioni di siciliani residenti in Argentina e in particolare il cavaliere Antonio Benenati, Presidente dell’AITIF Argentina e della Federazione degli Italiani in America latina. La delegazione dell’INPAL e della Regione siciliana si fermerà in Argentina per una settimana avendo come obbiettivo quello di organizzare alcune conferenze in materia di previdenza fra l’Italia e l’Argen- tina; in particolare la delegazione dell’INPAL si prefigge di valorizzare la sicilianità dei nostri emigrati attraverso una mostra fotografica della Sicilia all’inizio di questo secolo. Interessante sarà il ruolo dei rappresentanti della Regione Siciliana, i quali avranno il compito di soffermarsi sulla bontà dei nostri prodotti agroalimentari, molto apprezzati all’estero per la loro tipicità. Angelo Russano 2 NOVEMBRE 1998 UNIVERSO SICILIA L’Italia vicina al vaccino anti-AIDS SAN MARINO - Si è rivelato efficace nel 71% delle scimmie in cui è stato inoculato, proteggendole dall’infezione, il vaccino antiaids messo a punto nel laboratorio di virologia dell’Istituto Superiore di Sanità dall’equipe coordinata dalla dottoressa Barbara Ensoli. In questo modo, “l’Italia è oggi nel mondo il Paese più vicino al traguardo del vaccino anti-Aids”. Dopo il successo di questo esperimento, bisognerà verificare l’efficacia dello stesso vaccino nell’uomo. I risultati presentati il 23 ottobre rappresentano il primo traguardo di una ricerca che era iniziata due anni fa, finalizzata a contrastare l’azione della proteina Tat, la maggiore alleata del virus Hiv. “Il vaccino italiano, contrariamente ad altri - è stato spiegato dalla Ensoli - colpisce il virus direttamente al cuore ed è oggi l’unico che sollecita la risposta immunitaria usando una proteina biologicamente attiva e allo stato naturale, così come la produce il virus. Non è tossica, quindi non dà effetti collaterali”. “I risultati annunciati dalla dottoressa Barbara Ensoli, sul progetto avviato nel 1996 dall’Istituto Superiore di Sanità, rappresentano grande e incoraggiante successo della ricerca pubblica italiana nella lotta all’Aids” sostiene il ministro della Sanità, Rosy Bindi. “Per la prima volta - prosegue il ministro - la prospettiva di mettere a punto un vaccino efficace anti-hiv appare più vicina e aumenta le speranze di sconfiggere la malattia e fermare la diffusione del virus. Le nuove terapie, pur ritardando notevolmente lo sviluppo dell’infezione, non rappresentano purtroppo ancora una risposta definitiva. Sono molto contenta che questo straordinario risultato sia legato al nome di una giovane ricercatrice italiana e nasca nell’ambito del Programma nazionale per la lotta all’Aids finanziato dal Ministero e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. L’I- talia non solo è in grado di competere alla pari nel panorama della ricerca scientifica mondiale ma dimostra così di poter giocare un ruolo di avanguardia. Il nostro impegno contro l’Aids non si ferma ma anzi trova, oggi, un nuovo e forte impulso al servizio esclusivo dei malati. Ricerca e prevenzione, nuove terapie e nuove forme di assistenza per migliorare la qualità della vita sono i tasselli fondamentali di una strategia complessiva che il ministero - conclude la Bindi - ha da tempo messo in campo con l’Istituto Superiore di Sanità, la Commissione Nazionale Aids, le associazioni di volontariato”. Il 75% della popolazione Italiana vive in periferia ROMA - Circa 43 milioni di italiani, (il 75% della popolazione) vivono in periferia. Lo evidenzia la ricerca realizzata dal Cresme per conto dell’Anci in occasione della XV assemblea dell’Anci che si è tenuta al Lingotto di Torino. Secondo l’indagine, il 15% vive in centro e il 10% nel semicentro. Questa stima considera periferia quella parte di patrimonio costruito dopo il 1946. Prendendo in esame undici grandi città italiane, la classifica (per “peso” di periferia) vede al primo posto Bari, con l’81,2% seguita da Roma, Palermo e Catania. Tutte queste città sono caratterizzate da una percentuale di periferia prossima o superiore al Arancia Rossa di Sicilia 75% del patrimonio esistente. Venezia, Genova e Firenze, registrano invece un peso della città periferica meno importante, dimensionalmente di quello delle altre città e comunque prossimo o superiore al 55%. L’analisi sull’epoca di costruzione del patrimonio delle grandi città evidenzia come la produzione fisica residenziale della città metropolitana italiana si sia ormai arrestata: il patrimonio residenziale è rappresentato, nel complesso delle grandi città, per il 14% dal patrimonio storico, per il 15% da quello realizzato tra le due guerre, mentre la città della ricostruzione degli anni ‘50 è, insieme a quella degli anni ‘60, la città dove vive gran parte della popolazione. Infatti, il 27% delle abitazioni è stato costruito dal 1946 al 1981, men- tre il 27,9% è stato costruito negli anni ‘60. Quindi il 55% delle nostre città metropolitane è stato costruito negli anni ‘50 e ‘60. L’attività di espansione della città negli anni ‘70 si riduce a solo il 10,3% dello stock esistente al 1991, per poi crollare al 5,5% degli anni ‘80. In breve per le 11 città esaminate, la produzione media annua degli anni ‘50 è stata di 70.000 abitazioni all’anno, negli anni ‘60 di 100.mila, negli anni settanta di 40.000 e negli anni ottanta di 20.000. Ma l’analisi della storia della produzione edilizia del nostro paese ci porta a fare i conti con il fatto che la produzione degli anni 50 e 60 è sottoposta oggi, al decadimento del prodotto edilizio dovuto al termine di un ciclo di vita che gli studi di tecnologia collocano fra i 30 e i 40 anni. MOTORIZZAZIONE ED ISCRITTI ALL’AIRE: LA FILEF SCRIVE A DINI Un prodotto ineguagliabile sulle mense di tutta Europa Il disciplinare di produzione dell’Arancia Rossa di Sicilia ha classificato all’art. 3 le aree geografiche protette per ottenere un prodotto di ineguagliabile qualità capace di onorare le mense di tutto il mondo. L’art. 3 del disciplinare recita cosi: “ La zona di produzione del’”Arancia Rossa di Sicilia” comprende il territorio idoneo della Sicilia Orientale per la coltivazione dell’Arancia ed e così individuato: Provincia di Catania - Territorio delimitato in apposita cartografia 1:25.000 dei seguenti Comuni: Catania, Adrano, Belpasso, Biancavilla, Caltagirone, Castel di Iudica, Grammichele, Licodia Eubea, Mazzarone, Militello Val di Catania, Mineo, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Palagonia, Paternò, Ramacca, Santa Maria di Licodia, e Scordia. Provincia di Siracusa - Territorio delimitato in apposita cartografia 1:25.000 dei seguenti comuni: Lentini, Francofonte, Carlentini, Buccheri, Melilli, Augusta, Priolo, Siracusa, Floridia, Solarino, Sortino. Provincia di Enna - Territorio delimitato in apposita cartografia 1:25.000 dei comuni: Centuripe, Regalbuto, Catenanuova. care Non fate man ense dalle vostre m a s s o R a i c n a r A ’ l di Sicilia. i Un prodotto udalità q ineguagliabile ROMA - Gli iscritti all’Aire secondo la motorizzazione civile non hanno diritto a ottenere la patente di guida e immatricolare le auto. Perciò il presidente della Filef, Gaetano Volpe, ha inviato una lettera ai ministri Napolitano e Dini, perché intervengano per correggere tale erroneo indirizzo. “La direzione M.c.t.c. esclude che gli italiani residenti all’estero abbiano diritto a documentare le richieste di patenti o immatricolare veicoli” fa notare la Filef, che agiunge: “Ci si limita, in questa sede, a ricordare che le anagrafi, istituite con legge n. 470 del 27 ottobre 188, tenute presso i Comuni e il ministero dell’Interno, integrano, in nessun caso, le posizioni e i diritti dei cittadini residenti temporaneamente all’estero, i quali fra l’altro, conservano l’iscrizione nelle liste elettorali”. “La Direzione M.c.t.c ha inteso coinvolgere anche l’analogo parere del ministero dell’Interno - prosegue la Filef - Appare urgente, di conseguenza, un intervento presso il ministero interessato per riportare alla piena legalità le posizioni dei suoi diversi organi e direzioni”. Segue dalla 1ª pagina (Giuseppe Saragat) politica che, con la difesa della libertà e della democrazia, doveva realizzare le condizioni materiali della giustizia sociale. Il suo messaggio programmatico (case, scuole, ospedali) ancor oggi è un fondamentale punto di riferimento per il nostro partito che è tuttora impegnato a difendere la casa, la scuola pubblica e a battersi per una sanità davvero efficiente. L’ultima volta che vidi Giuseppe Saragat fu a casa sua. Erano presenti Alessandro Reggiani e mio padre, allora presidenti di gruppi parlamentari del Psdi. Dopo averci illustrato ampiamente e da par suo un libro di Goethe, si rivolse a me: “Caro Gianfranco, tu sei giovane, ricordati che la cosa più importante per un giovane è avere degli ideali” e aggiunse: “Noi della nostra generazione li abbiamo avuti”. Senza il Saragat del 1947, senza le sue orgogliose certezze nei destini del socialismo democratico, senza il suo atlantismo coriaceo e irriducibile, oggi dovremmo misurarci con la realtà diverse e certamente non migliori. Dopo circa vent’anni, nel 1966, volle con forza l’unificazione socialista, che purtroppo fallì. Ed allora mi piace pensare che nel maggio scorso a Fiuggi, superando definitivamente con Boselli e Intini la scissione di Palazzo Barberini, forse gli abbiamo attenuato il cruccio di una dolorosa, ma in quel tempo necessaria, divisione. G. Schietroma GIUBILEO: INIZIA LA FASE DUE ROMA - Mancano “appena” 14 mesi dall’anno 2000, quando scatterà l’ormai attesissimo appuntamento con il Giubileo. Dopo aver pianificato gli interventi strutturali che accompagnano l’evento, oggi prende avvio la seconda fase: quella della gestione del grande evento. A porre sul tappeto la questione è stato il gruppo consiliare capitolino del Partito Democratico della Sinistra nel corso del forum svoltosi nei giorni scorsi a Roma sul tema: “Giubileo, la città prepara il 2000. Le infrastrutture e l’accoglienza”. Un forum, quello promosso dai Democratici di Sinistra, che ha registrato la presenza dei rappresentanti di tutte le istituzioni interessate al Giubileo. Al centro del confronto la gestione della delicata fase che dovrà essere affrontata nei prossimi mesi e cioè chi dovrà amministrare le risorse e coordinare l’anno 2000. Il 2000, infatti, richiederà un coordinamento delle strutture tecniche e un’autorità politica che gestisca il flusso delle presenze e gli avvenimenti giubilari. Al centro del dibattito, quindi, il ruolo dell’attuale commissario straordinario, Francesco Rutelli, e dell’Agenzia per il Giubileo guidata da Luigi Zanda. Incarichi che, finito il complesso periodo della definizione degli interventi strutturali da realizzare, di fatto si esauriscono. “Chi gestirà il 2000?”, è l’interrogativo posto dallo stesso Zanda che allo stato attuale sta per esaurire il suo compito tecnico. Stessa sorte toccherà al Sindaco di Roma, Francesco Rutelli. Al di là poi della definizione delle autorità, nell’ambito del convegno si è posto anche il problema del “con quali risorse?”. Da qui l’invito al nascente Governo a provvedere, fin dall’attuale Finan- ziaria, a stanziare i fondi necessari. Fondi che dovrebbero aggirarsi, secondo uno studio già effettuato, intorno a qualche centinaio di miliardi. Risorse finanziarie, queste, destinate soprattutto a far fronte alla copertura, ad esempio, degli straordinari che verranno richiesti al personale della Protezione Civile, ai Vigili Urbani, etc. La fase due, “gestione del Giubileo”, è stata ben sintetizzata dal quarto rapporto di previsione degli arrivi dei visitatori a Roma e provincia: venti milioni e 500 mila persone, delle quali 12 milioni e 100 mila italiani e 8 milioni e 400 mila stranieri. A questi poi si devono aggiungere gli arrivi legati agli eventi speciali e cioè altri 5 milioni e 600 mila pellegrini, che fanno salire a 26 milioni e 100 mila l’esercito di persone che nel 2000 verranno nella capitale. Per organizzare poi il coordinamento e la completa realizzazione dei cantieri, l’Amministrazione capitolina e in particolare il presidente della Commissione Giancarlo D’Alessandro, ribadiscono l’esigenza di sottoscrivere un grande “patto sociale” che prevenga conflitti e situazioni di tensione nella città e nei settori nevralgici della vita del Paese. Patto sociale che dovrebbe coinvolgere organizzazioni sindacali locali e nazionali, forze sociali del lavoro autonomo e dell’impresa, Governo ed enti locali. Questo, per scongiurare - ha sottolineato D’Alessandro che si ripeta il disagio che Roma ha subito, ad esempio, per le agitazioni nel settore del trasporto pubblico. Fatti questi che penalizzano la conclusione dei lavori previsti e che non sarebbero sopportabili in un anno delicato come quello del Giubileo. Tarcisio I fatti del Mese Tuona Berlusconi A Montecitorio bocciata la Commissione su tangentopoli Berlusconi tuona: “È una vergogna”, la sinistra teme che si conosca la verità. Il verdetto della Camera è stato il seguente: 256 voti a favore e 262 contro. Fra i favorevoli alla commissione dei partiti della maggioranza hanno votato i Socialisti democratici e i Verdi. Combattere l’evasione fiscale Contro l’evasione fiscale il ministro delle finanze Vincenzo Visco propone l’anagrafe dei conti correnti bancari. Tutti i depositi bancari saranno registrati in una sola banca dati allo scopo di tenere sotto controllo i traffici illeciti. Un provvedimento che in altri paesi è già in funzione. In Francia, in Spagna e negli Stati Uniti ha contribuito a combattere i traffici illeciti. La finanziaria 99 a favore della fasce più deboli Misure a favore delle fasce sociali più deboli sono previste nella finanziaria 1999. Prodi lo aveva annunciato ancor prima di essere sfiduciato. Aumentano le pensioni al minimo; diminuisce il costo del ticket sanitario, ci saranno sconti sulla casa. Leggete e sostenete Universo Sicilia UNIVERSO SICILIA NOVEMBRE 1998 Gli stucchi di Giuseppe Anile: Lavori da salvare e valorizzare ADRANO - Appartengono più all’arte che all’artigianato gli “Stucchi” che Giuseppe Anile ha effetto in chiese, palazzi pubblici e saloni di abitazioni private in tutto il “Catanese”, fra la fine dell’Ottocento e la prima metà del nostro secolo. Il capoluogo etneo, Paternò, Santa Maria di Licodia, Biancavilla e Adrano conservano ancora oggi e in ottimo stato di conservazione gli “STUCCHI” di Anile; però pochi, escluse le persone molto avanzate negli anni, ne hanno notizia; se ne sta perdendo addirittura la memoria. Sugli “STUCCHI” di Giuseppe Anile (nato a S.M. DI Licodia il 20 Aprile 1867 e morto nello stesso centro etneo l’II Dicembre 1943) per prima mi ha parlato la figlia Elena (mia collega, insegnante di educazione fisica, madre di due figli, che sono stati miei alunni nel Liceo Classico di Adrano), la quale mi ha accompagnato, a S.M. di Licodia, nella visita della “CASA ANILE” riccamente decorata con gli stucchi del padre (ciò è avvenuto nei primi anni del 1970). Su Anile e i suoi lavori conserva l’Archivio storico del Castello Normanno una citazione del rev. Antonino La Mela (“LA CASA DEL FANCIULLO” - ed G. Santangelo 1970, due articoli pubblicati da Angelino Cunsolo nel “LA SICILIA” del 1970 (Eccelse nell’arte dello stucco G. Anile di S.M. DI Licodia; Chiesa di S. Francesco, uno dei templi più belli Paternò), alcune foto della chiesa di S. Francesco in Adrano (foto di Agatino Milazzo e “ALBUMMAZZAGLIA” e la tesi di laurea della dottoressa Carmela Reina “STORIA ANTICA E MODERNA DI S.M. DI LICODIA “ (Facoltà di Lettere del Magistero di Catania Anno Accademico 1975 -1976), la quale, fino ad oggi, è da considerarsi il saggio più completo sul laborioso artigiano licodiese. Nello stesso ente culturale si conserva altresì un mio manoscritto egli anni “Settanta” (GLI STUCCHI DI ANILE). C’è molto da cercare e catalogare in territorio etneo, al fine di documentare e valorizzare gli “STUCCHI” di Anile; sono di mia conoscenza, o per visione diretta, o per indiretta informazione, i suoi lavori a: a) BELPASSO - Chiesa Madre, Casa del cav. Leonardi, Casa del sig. Adriano e del dott. Rag. Piccione; b) PATERNO - Chiesa di S. Barbara, di S. Francesco e di S. La Chiesa di San Nicolò Politi. Antonio Abate, Casa del cav. Cutore, del rag. Biscicchia, del preside F. Pulvirenti; c) BIANCAVILLA - Chiesa Madre, Chiesa del Rosario, Casa del cav. Scuderi, Casa Delle “Sorelle Portale”; d) BRONTE - Real College Capizzi; e) ADRANO - Casa Guzzardi (in via Cavour), Circolo Operai, Casa Barone Guzzardi (abitazione dell’insegnante Salv. Bua), Casa Francesco Gulli, Casa cav. Pietro Ciancio, Casa cav. Vito Reale, Casa dott. Vito Miraglia, Casa bar. Ciancio (in via S. Filippo), Casa dott. Nicola Di Giovanni; Chiesa di S. Nicolo Politi, del SS. Rosario, di S. Francesco e di S. Chiara (quest’ultima distrutta dai bombardamenti durante il II conflitto mondiale; però due “TESTE DI ANGELI”, recuperate dall’artigiano fabbro signor Angelo Palermo, si trovano esposte nella Pinacoteca del Castello Normanno). Che alto fece G. Anile in Sicilia, ma particolarmente a Catania e provincia? Forse non lo sapremo mai più! Fortunatamente gli stupendi “STUCCHI” di nostra conoscenza, anche se poco numerosi, documentano una forte personalità (SPECIALMENTE QUELLI DELLA CHIESA DI S. FRANCESCO), sostenuta da una capacità operativa, che nei nostri tempi non ha una degna continuità e che, nel complesso, rimangono lavori di un artista più che di un artigiano. Saro Franco GIUBILEO: VELTRONI, IN ITALIA ALTRO QUADRO DI LEONARDO DA VINCI ROMA - Un altro quadro di Leonardo da Vinci sarà esposto in Italia dopo la “Dama con l’ermellino”. Si tratta del ritratto di Ginevra Benci, attualmente alla National Gallery di Washington. L’annuncio è stato dato dal ministro dei Beni Culturali e Ambientali, Walter Veltroni, durante la cerimonia di commiato con i funzionari del dicastero. Il quadro di Leonardo, cm 42 x 37, arriverà in Italia per il Giubileo anche se non si sa ancora dove sarà esposto. Leonardo da Vinci realizzò il dipinto tra il 1474 e il 1476: è il ritratto della gentildonna fiorentina Ginevra Benci, una giovane donna ai limiti dell’adolescenza dai tratti marcati e severi, su uno sfondo di paesaggio con acque e piante dominato da una grande conifera controluce. La tavoletta è stata tagliata e al dipinto è stato asportato almeno un terzo, alla donna, infatti, mancano le mani. L’identificazione del dipinto di Leonardo da Vinci iniziò nel 1866 ma solo nel 1903 ci fu l’attribuzione definitiva. 3 LA “DAMA CON ERMELLINO” DI LEONARDO IN ITALIA Considerato fra i dipinti più belli di Leonardo Da Vinci e certo fra i meno conosciuti, “La dama con ermellino” è tornato in Italia per essere esposto al pubblico dal prossimo 15 ottobre presso il Palazzo del Quirinale. Ad attenderlo uno splendido allestimento: una sobria vetrina tappezzata di feltro grigioazzurro, una luce bassa e “mirata” e, fra gli occhi del visitatore e la tavola leonardesca, niente, un “niente” che misura diversi millimetri di spessore, antiproiettile e antiriflesso, assolutamente invisibile. Il piccolo ritratto raffigurante probabilmente la poetessa Cecilia Gallerani e commissionato da Ludovico Il Moro, è arrivato con un volo di linea della “Lot” da Cracovia. Rigide le misure di sicurezza al momento dello sbarco, avvenuto solo dopo la discesa di tutti i passeggeri e alla presenza di funzionari del Museo Nazionale di Cracovia. La cornice e il ritratto, (che è stato dipinto da Leonardo tra il 1483 ed il ‘90 a Milano e misura 59 centimetri per 34), chiuse in due casse separate, sono state caricate a bordo di un furgone, che ha lasciato l’aeroporto alla volta del Quirinale sotto la scorta dei carabinieri del comando tutela patrimonio artistico. Il dipinto (in tavola di noce con uno spessore di 5 millimetri) fu acquistato alla fine del ‘700 dal principe polacco Adam Czartoryski ed è attualmente esposto nell’omonimo museo Nazionale di Cracovia. Capelli raccolti, sguardo lievemente interrogativo, morbido e fermo al tempo stesso e una luce piena e invasiva che illumina la bella testa pronta a girarsi di scatto seguendo il richiamo dell’artista che sta per immortalarla. Un’”istantanea” del Rinascimento: così si potrebbe sintetizzare la “Dama con l’ermellino” di Leonardo, la tavola dipinta sul finire del XV secolo, prestata per tre mesi alla madrepatria dal Museo Czartoryscki che la custodisce da quasi due secoli. La “Dama” - che gli appassionati potranno ammirare grazie ad un progetto di scambio tra Italia e Polonia che ha visto partire per Varsavia “la Velata” di Raffaello e la “Venere di Urbino” di Tiziano - è assai meno celebre della “Gioconda”. Ma la poetessa Cecilia Gallerani sembra non temere alcun confronto con la Monna Lisa del Louvre. Sullo sfondo, questa volta, non un morbido paesaggio toscano, ma una campitura che originariamente doveva essere grigio-azzurro ed ora, dopo un restauro ottocentesco, appare di colore nero lasciando risaltare ancor di più la luminosità della figura femminile. Realizzato su una sottilissima tavola di noce, il dipinto fu acquistato dal principe polacco Adam Jerzy Czartoryski durante un viaggio in Italia e donato alla madre Isabella, creatrice proprio in quegli anni del primo nucleo della collezione che avrebbe dato vita al museo nazionale polacco di Pulawy. All’epoca della sua realizzazione, in quell’ultimo decennio del ‘400, Leonardo stava elaborando a Milano, nuove riflessioni teoriche sulla pittura quale “specchio” dell’interiorità. E il movimento della testa femminile, bloccato dal pennello dell’artista quasi a metà di un repentino moto di rotazione, racconta i pensieri segreti, gli affetti nascosti dietro lo sguardo dolce e fermo al tempo stesso, oppure ancora, sotto la pelle deli- La dama con l’ermellino. cata, nel movimento delle mani, lunghe e nervose, che sorreggono il piccolo, candido ermellino e nell’aria che tutto intorno sembra muoversi, spostata dalla veloce rotazione del capo. Muore così, per l’intuizione del genio leonardesco, la fissità della “posa” quattrocentesca e finisce la convenzione della ritrattistica statica. Amica di poeti e letterati, poetessa a sua volta, sguardo limpido e fermo, capelli dai riflessi rossi, la Gallerani era una donna dotata di un fascino straordinario. A quel tempo, intorno al 1490, solo due anni prima che Cristoforo Colombo salpasse per il viaggio più fortunato e foriero di conseguenze nella storia dell’uomo, la “dama con l’ermellino” ritratta da Leonardo, era la giovane donna più amata della corte milanese. Quando il pittore la ritrasse era una fanciulla in fiore, poco più che adolescente, all’inizio di una lunga ed appassionata storia d’amore con Ludovico il Moro. Leonardo era il pittore di corte e fu lo stresso duca di Milano a commissionargli il ritratto della donna che amò per tutta la vita, dalla quale ebbe un figlio e da cui si dovette poi separare per questioni di rango. L’ermellino che Cecilia tiene fra le mani nasconde una complessa simbologia e allude forse a Ludovico stesso, insignito nel 1488 dell’Ordine dell’Ermellino. Il candido manto, nella tradizione antica, è anche simbolo di equità e di giustizia. Il ministro per i Beni Culturali, Valter Veltroni, ha annunciato con parole cariche di entusiasmo il più grande “scambio” del decennio, quello che ha portato in Italia, uno dei più bei dipinti del Rinascimento italiano. “Non vorrei che dalla globalizzazione mondiale importassimo solo la crisi indonesiana ha commentato Veltroni. Credo in una politica di scambi culturali che deve continuare, con rigore e con coraggio. Questa Dama con l’ermellinò la aspettavamo da due secoli”. Nella sede del Collegio Romano, a presentare l’evento, accanto al nostro ministro c’era Joanna Wnuk Nazarowa, ministro della Cultura del governo polacco. Seduto in prima fila, legittimamente orgoglioso, il principe Adam Karol Czartoryscki. “Credo che nel cielo degli artisti, Leonardo sia contento di questo ritorno del suo quadro in Italia”, ha sottolineato la signora Wnuk Nazarowa, ricordando che “anche nei tempi del comunismo la collezione principesca, di cui il dipinto fa parte da due secoli, non fu mai nazionalizzata, tanta è stata sempre la sensibilità della Polonia nei confronti dell’arte”. Anche in Italia alla “Dama” sarà riservato un trattamento di tutto rispetto. Per l’allestimento espositivo sono stati spesi 129 milioni, sostenuti dallo sponsor, il Credito Artigiano. L’onere più cospicuo è quello dell’assicurazione: 100 milioni di dollari. Per la prima volta, però, è stato applicato l’istituto dell’”indemnity”, approvato di recente, che addebita allo Stato i costi delle assicurazioni e fa scendere di molte centinaia di milioni le cifre di queste operazioni. 4 NOVEMBRE 1998 LA TREDICESIMA ENCICLICA: FEDE E RAGIONE Giovanni Paolo II ROMA - L’uomo rinuncia alla sua dignità se rinuncia a pensare: nessuna religione deve implicare questa rinuncia. La crisi delle ideologie non deve far cadere l’uomo di oggi nel rifiuto di ogni riflessione sulla realtà. Per denunciare questo rischio, che sembra caratterizzare di fatto la cultura “postmoderna”, ed esaltare invece il lavoro dei filosofi, anche di quelli non cristiani, Giovanni Paolo II ha scritto “Fides et Ratio”, che è la 13esima e forse la più difficile enciclica del suo pontificato. “La teologia - scrive il Papa - ha sempre avuto e continua ad avere bisogno dell’apporto filosofico: in tutto il suo indagare presuppone ed esige una ragione concettualmente e argomentativamente educata e formata; inoltre ha bisogno della filosofia come interlocutrice per verificarne l’intellegibilità e la verità universale dei suoi assetti”. Punto di partenza del documento sono gli interrogativi iscritti nel cuore di tutti gli uomini, al di là di ogni differenza: “chi sono? Da dove vengo e dove vado? Perché la presenza del male? Cosa ci sarà dopo questa vita?”. Domande alle quali nella storia del pensiero umano sono state date risposte diverse, ognuna delle quali per il Papa contiene un “seme di verità”. “Rifiutare una simile verità - afferma riferendosi in particolare alle filosofie orientali, che invita ad approfondire sarebbe andare contro il disegno provvidenziale di Dio, che conduce la sua Chiesa lungo le strade del tempo e della storia”. Ognuno, sottolinea Wojtyla, “è naturalmente filosofo”. Per questo la religione non può fare a meno di una base razionale. UNIVERSO SICILIA Gli Assessori del Governo della Regione Sicilia Al momento in cui viene chiuso il giornale non conosciamo le deleghe assessoriali che saranno assegnate ai singoli eletti nel Governo presieduto dall’On. Capodicasa. Quello che possiamo dire è che l’elezione dei 12 Assessori è stata travagliata e caratterizzata da colpi di scena dovute al fenomeno dei franchi tiratori, comparsi sin dalla prima elezione del Presidente On. Capodicasa. Al primo scrutinio solo tre dei dodici aspiranti hanno superato la soglia dei 46 voti: Sebastiano Cuf- faro, Vincenzo Lo Giudice e Antonio Papania. I restanti 9 Assessori sono stati eletti dopo un susseguirsi di proteste da parte dell’opposizione che chiedeva le dimissioni del Presidente per lo squallido spettacolo offerto dalla maggioranza, dimostratasi divisa e prigioniera dei franchi tiratori. Nella notte di venerdì 20 e sabato 21 novembre verso le ore 4 del mattino venivano eletti i restanti Assessori con il sistema del ballottaggio. Ecco la lista degli eletti. Salvino Barbagallo (Udr) Gianni Battaglia (Ds) Salvatore Cuffaro (Udr) Carmelo Lo Monte (Ppi) Antonino Papania (Ppi) Domenico Rotella (Ri) Salvatore Morinello (Pdci) Franco Piro (La Rete) Sebastiano Sanzarello (Udr) Giuseppe Castiglione (Udr) Vladimiro Crisafulli (Ds) Vincenzo Lo Giudice (Udr) Istituto Nazionale per l’Assistenza dei Lavoratori I.N.P.A.L. Una struttura sempre pronta a dare risposte concrete ai problemi degli emigrati Gli emigrati, le loro famiglie e quanti volessero indirizzare messaggi, notizie e chiedere informazioni particolari su problemi specifici, possono scrivere a “Universo Sicilia” - Ufficio di redazione - Piazza Mercato, 72, 95031 Adrano, oppure telefonare al numero 095/7692946. AGRIGENTO Sede provinciale - Via Erodoto 9 - Tel. 0922-26449 CALTANISSETTA Sede provinciale - Via Cavour 29 - Tel. 0934-26482 CATANIA Sede provinciale - Piazza S. Maria di Gesù 3 - Tel. 095-310750 ADRANO (CT) Ufficio zona - Piazza Mercato 72 - Tel. 095-7692946 ENNA Sede provinciale - Via Roma 196 - Tel. 0935-25340 PATTI (ME) Sede provinciale - Via Verdi 7 - Tel. 0941-21346 PALERMO Sede provinciale - Via Dante 130 - Tel. 091-583887 RAGUSASede provinciale - Via Mario Leggio 155 Tel. 0932-623605 SIRACUSA Sede provinciale - Largo Empedocle 9 - Tel. 0931-24631 TRAPANI Sede provinciale - Via Buscaino 5 - Tel 0923-24100 PRESIDENZA REGIONALE I.N.P.A.L. Palermo Via Dante 130 - Tel. 091-325353 UNIVERSO SICILIA NOVEMBRE 1998 Prodi alla presidenza della Commissione Europea? ROMA - “Sono favorevole a una candidatura di Romano Prodi alla presidenza della Commissione europea e ne ho discusso con Massimo D’Alema”: lo ha detto il presidente dell’Udr, Francesco Cossiga alla Reuters Television. Cossiga ritiene che Prodi abbia delle buone possibilità di successo, anche se non mancano i concorrenti, il più temuto è il leader dei socialisti portoghesi, Antonio Guterres: “È una candidatura molto forte ma è possibile che Guterres voglia restare a occuparsi della politica portoghese”. Altro concorrente “pericoloso” è l’ex leader socialista Felipe Gonzales. Il presidente uscente, Jacques Santer, il cui mandato scadrà alla fine del ‘99, ha espresso grande apprezzamento per il lavoro portato avanti dal governo dell’Ulivo, che “è stato estremamente efficace e ritengo Prodi una grande personalità politica di livello europeo, può certamente stare sullo stesso piano di tutti gli altri candidati, che sono molti, per le importanti responsabilità comunitarie”. Ma l’ex premier non si è ancora espresso: la Commissione europea sarebbe, certo, un incarico di prestigio, ma il fondatore dell’Ulivo potrebbe anche decidere di dedicarsi anima e corpo al movimento che vinse le elezioni del 21 aprile. Di certo ha fatto sapere che in Parlamento siederà tra le fila dei Popolari di Marini. E nel frattempo ha ricominciato, nella nuova veste di parlamentare, a tessere il dialogo con le altre forze politche. Primo fra tutti, neanche a dirlo, con il suo “Giuda”, Fausto Bertinotti. Quindici minuti di scambio di vedute, pacate, scandite da una mimica misurata da ambo le parti. Alla fine stretta di mano ed ognuno per la sua strada. Quella di Prodi porta ai ‘cassettini’ dove il leader dell’Ulivo ritira la posta in sospeso e sbriga le incombenze da deputato che fino a pochi giorni fa spettavano ai collaboratori. Poi si torna verso l’Aula, stavolta dall’altro lato Romano Prodi. del banco del governo, come avverrà per Napolitano, Micheli e Maccanico, che Prodi incontra in un altro corridoio. Una sorta di riunione dell’ex consiglio dei ministri, che si sposta sui divanetti per una coda di pochi minuti. E poi tutti a votare la fiducia al governo D’Alema. Prodi non parla del futuro con i giornalisti, si diceva. Parla invece Veltroni, che dell’Ulivo dice: “Abbiamo sempre escluso che diventerà un partito: è e rimane una coalizione, forte, che dà un valore aggiunto a quello dei partiti che ne fanno parte e tutto questo deve essere salvaguardato”. Veltroni non ha dubbi: “Ora noi - ha affermato - dobbiamo fare in modo che il nostro partito, i DS, sia forte della sua identità e che possa contribuire al rafforzamento dell’Ulivo. È questa l’ispirazione che viene condivisa praticamente da tutti e che quindi animerà il nostro lavoro nei prossimi mesi”. Veltroni, poi, ha usato toni emozionati nel descrivere il suo rapporto con Romano Prodi. “Il nostro - ha affermato - è un sodalizio d’acciaio. In questi due anni e mezzo, abbiamo passato momenti molto duri e li abbiamo sempre affrontati insieme. Sono molto grato a Prodi per questa esperienza e per la lealtà del nostro rapporto”. Immigrati in Germania: Cittadini per diritto di suolo ROMA - In Germania l’annunciata riforma del diritto di cittadinanza “sarà una svolta di carattere fondamentale: porrà fine a una legge vecchia di 85 anni”. Così Guido Bolaffi, capo del dipartimento Affari Sociali dello stesso ministero giudica l’ipotesi in base alla quale per essere cittadini tedeschi non varrà più solo il diritto di sangue ma, anche, il diritto di suolo. “I tedeschi - prosegue Bolaffi - mettono così fine a una finzione; una delle più singolari finzioni dell’immigrazione moderna. In base alla quale la Germania, per prima cosa non si riconosceva terra di immigrazione e continuava a chiamare ‘ospiti’ i lavoratori stranieri; e, seconda cosa, escludeva dalla cittadinanza piena milioni di immigrati che hanno deciso di vivere e lavorare in Germania e soprattutto i loro figli che sono nati sul suolo tedesco, parlano il tedesco e hanno deciso di essere a tutti gli effetti dei tedeschi”. Sulle possibili ripercussioni che la legge (che dovrà essere sottoposta al nuovo Bundestag), potrebbe avere in Italia, Bolaffi non fa previsioni ma afferma che il fatto che tale proposta sia venuta “dal paese più potente d’Europa, non c’è dubbio che avrà delle conseguenze molto importanti sull’orientamento che l’insieme del vecchio continente ha in tema di immigrazione. E soprattutto sulla necessità, seppur graduale e a determinate regole, di trasformare gli immigrati da stranieri in cittadini”. Per il capo del Dipartimento del ministero degli Affari Sociali “questo è tra l’altro ciò che hanno già fatto nazioni dove è grandissima l’immigrazione. Ciò potrebbe evitare che un numero crescente di immigrati sia vissuto con ansia dai cittadini che pensano di avere a che fare con persone estranee all’interesse collettivo”. Secondo Bolaffi questo modo di vedere potrebbe essere diverso “se gli immigrati diventassero cittadini a tutti gli effetti”. 5 SCUOLA: UN ITALIANO SCRIVE AL PRESIDENTE TEDESCO ROMA - Il recente discorso del presidente federale sulla riforma della scuola tedesca non accenna in alcun punto al tema della presenza dei bambini stranieri. A far notare questa mancanza è una lettera aperta pubblicata sul settimanale italiano edito a Francoforte, “Corriere d’Italia”. “Egregio signor presidente, mi permetto di scriverLe, perchè Ella ha toccato - e tocca sovente nei suoi discorsi - un tema che interessa da vicino noi stranieri che viviamo, lavoriamo e produciamo ricchezza in questo generoso Paese: il tema della formazione. Mi riferisco in particolare al discorso che ha tenuto circa un anno fa, il 5 novembre 1997, a Berlino, dal Titolo `Aufbruch in der Bildunspolitik’”. “È stato un discorso importante - prosegue la lettera - che ha avuto reazioni autorevoli, anche ultimamente, a livello di ministri della cultura: un discorso che diventa attualissimo, signor presidente, in questo cambio di legislatura. Allora mi permetta di intervenire, anche se in ritardo. Siamo d’accordo con Lei, quando dice che Bildungmuss in unserem Land zum `Megathemà werden. Questo tema, però, deve coinvolgere anche gli scolari stranieri”. “Ora, signor presidente, nel suo lungo discorso di Berlino, e nei riferimenti che Ella ha fatto altrove sullo stesso argomento, gli scolari stranieri non sono neppure citati. Questo è un po’ l’argomento della presente lettera. Eppure, signor presidente, in Germania vi sono classi e scuole dove gli scolari stranieri sono la maggioranza”. “Allora come stranieri ci preoccupiamo quando sentiamo che Lei, in un discorso autorevole ed importante che, come dicevo, ci pare preso a modello già da alcu- ni ministri della cultura di Lander grandi e importanti, soprattutto al sud, non ritiene di occuparsi degli scolari stranieri”. “Ci consenta di aggiungere che sono proprio gli stranieri a soffrire del più alto grado di insuccesso scolastico e del più alto grado di disoccupazione in questo Paese. Allora desidereremmo che Ella si occupasse dell’argomento, quando parla di scuola”. “Ella, signor presidente, è stata nominata da elettori tedeschi, e a quelli deve rispondere: sono le regole del gioco. Tuttavia siamo convinti che una riforma del sistema formativo, per avere successo, deve tenere conto che nella scuola non ci sono solo scolari tedeschi; ci sono scolari tedeschi e scolari stranieri, i quali hanno diversi retroterra culturali, ma vivono e vivranno insieme. Questo è il punto”. “Ora, però, signor presidente, intendiamoci: non è soltanto una educazione alla ‘tolleranza’ quella che richiediamo. Come straniero, Le posso dire che ci si stanca molto presto di ‘essere tollerati’ come probabilmente ci si stanca molto presto anche di ‘tollerare’. La questione va vista diversamente”. “Gli scolari devono imparare ad approfittare l’un l’altro delle reciproche differenze, intese come chance di arricchimento, altrimenti, quando non avranno più voglia di tollerarsi, cominceranno a vedersi l’un l’altro come nemici”. “La scuola tedesca, signor presidente, non è affare solo degli scolari, dei maestri, dei genitori tedeschi - conclude la lettera - È affare nostro come loro, e anche noi siamo portatori di grandi ricchezze culturali, che possono diventare materia di ragionamento”. Viagra in Farmacia, ma non è boom di richieste MA -Sono oltre 3 milioni gli italiani che soffrono di disturbi “sotto le lenzuola”, ma soltanto 300 mila sono quelli diagnosticati e che già potranno usufruire del viagra, la pillola blu finalmente in farmacia anche in Italia da mercoledì 14 ottobre al prezzo di 11,77 dollari americani pari a 20.875 lire italiane l’una. Eppure l’atteso “assalto” ai banchi del farmacista, nei primi giorni di vendita, non c’è stato, forse perchè gli italiani sono stati convinti dai numerosi appelli alla cautela lanciati da più parti, ultimo in ordine di tempo dal direttore del dipartimento farmaci del ministero della sanità Nello Martini. “Non è un afrodisiaco - ha precisato Martini - e non c’è stata un’accelerazione della registrazione del farmaco che può presentare effetti collaterali anche gravi”. Per i farmacisti le scarse vendite sono legate al costo della pil- lola. “Forse hanno sostenuto alcuni farmacisti del centro di Roma stanno aspettando il giorno dello stipendio o della pensione per poter acquistare il medicinale”. I distributori di medicinali non sembrano però preoccupati: l’ADF (l’associazione dei distributori farmaceutici) ha già esaurito le scorte di capsule da 25 mg e ha già distribuito oltre il 50% di quelle da 100 mg. dal magazzino. Ancora in parte invendute, invece, le capsule di Viagra da 50 mg. Naturalmente si sono verificati “alti e bassi” di vendite anche se molti chiedevano soltanto la reale disponibilità del farmaco prima di farsi prescrivere dal proprio medico il viagra. Anche qualche connazionale residente all’estero ha approfittato di una “capatina” in Italia per “fare provvista”. Nel primo giorno di vendita in farmacia del viagra, infatti, un curioso episodio ha interessato proprio un signore italiano di origi- ni piemontesi che era in procinto di lasciare la Penisola, dopo una breve visita, per fare ritorno nel paese di residenza, l’Argentina. “A River Plate, dove vivo, la pillola non è ancora arrivata: sono curioso di provarne gli effetti” ha dichiarato, per nulla imbarazzato, l’emigrante piemontese di 60 anni, prima di far rientro a Buenos Aires. L’acquirente è stato “pizzicato” dal giornalista in una delle farmacie aeroportuali di Fiumicino dove la pillola che promette meraviglie è disponibile: il “curioso” compratore è stato il primo acquirente di viagra in quella farmacia. L’uomo si è presentato alle 13 in bottega con una ricetta prescritta da un medico-chirurgo di Cuneo con la richiesta di una confezione di 4 compresse da 50 milligrammi, pagata 83.500 lire. Nel complesso, si può comunque dire che è andata meglio al Nord che al Sud, anche se i dati sono ancora troppo esigui per fare un primo bilancio che la Federfarma redigerà a fine mese. La pillola non è miracolosa, non è un afrodisiaco - avvertono i medici - e non funziona in assenza di desiderio. Per far comprendere a tutti come si assume, quando, in che dosi e per chi può essere prescritta e chi no, oggi è possibile prendere “lezioni di viagra”. A Roma, infatti, presso il centro diagnostico è stata istituita una scuola con tre incontri settimanali con un cardiologo e un andrologo. Alle lezioni possono partecipare non solo i pazienti ma anche i farmacisti e i medici di base. Gli incontri sono gratuiti e sono tenuti dai professor Giuseppe Tritto, andrologo direttore del dipartimento di chirurgia e urologia dell’ospedale San Carlo di Nancy e dal professor Filippo Milazzotto, primario cardiologo emerito ospedale San Camillo di Roma. Cicala Associazione Regionalle Sicilgrano - Catania 95124 - CATANIA Piazza S. Maria di Gesù n. 3 Uffici zonali sono aperti a: — Maniace — Bronte — Grammichele — Raddusa — Castel di Iudica — San Cono Tutte le sedi di cui sopra sono ubicate presso le sedi comunali dell’A.I.C. Per una puntuale assistenza tecnica in grado di garantire uno sviluppo adeguato alle nuove tecniche di produzione rivolgetevi all Associazione Regionale Sicilgrano. 6 NOVEMBRE 1998 UNIVERSO SICILIA Con il patrocinio del Comune Karaté: uno sport per tutti BRONTE - Quaranta giovani e giovanissimi atleti hanno aperto nella piazza principale di Bronte la Manifestazione “karatè - Uno sport per tutti”, con il patrocinio del comune. Il sincronismo dei movimenti di tutto il gruppo, coordinato dal maestro Salvatore Tirendi, cintura nera 3° Dan e direttore del “Centro” ha raccolta continui applausi da parte del numeroso pubblico presente. Con il maestro Tirendi hanno collaborato le cinture nere 1° Dan Antonio Messina, Giusy Marullo, Giuseppe Amore, Tanino Musarra, Antonio Caserta e Samuele Amore. IL gruppo che si è esibito era composte da Nunzio Favatello, Paolo Orefice, Sebastiano Aleo, Concita Caserta, Fabio Schilirò, Nunzia Sinagra, Maria Tirendi, Maria Meli, Giuseppe Meli, Elga Leanza, Ambra Leanza, Marco Calà Campana, Cristiano Catania, Alfio Bonsignore, Federico Bonina, Giuseppe Schilirò, Giuseppe Prestianni, Adriana Reale, Domenico Militello, Davide Gambino, Mario Meli Renato Musarra, Giuseppe Favatello, Antonio Bellitto, Pietro Bellitto, Gaspare Aleo, Angelo Aleo, Antonio Gangi, Beatrice Cairone, Emanuele Scarlata, Giuseppe Gorgone, Mario Zingale, Alfredo Corica. Fra gli ospiti d’onore il maestro Alfio Liotta, cintura nera VII° Dan, responsabile per la regione Sicilia e direttore nazionale della Federazione Europea Karatè e Disciplina Associate, oltre che il sindaco Zappia e l’assessore allo sport Melo salvia. La manifestazione si è svolta con la esecuzione di una serie di esercizi, sempre più impegnativi. All’inizio alcune teciche di base (Kion), seguite da vari tipi di combattimento, da quello prestabilito (Goon, Sam, Bon, Kion, Ippon) fino ad arrivare a quello libero. Successivamente sono state eseguite alcune sequenze di forme (Katà), dopo di che il maestro Tirendi, con alcuni atleti, ha dato un saggio di combattimento con le armi. Particolare interesse nel pubblico ha suscitato una manifestazione di difesa personale eseguita da Nunzio Sinagra e Giuseppe Amore, mentre sempre il maestro Tirendi ha mostrato alcune tecniche di difesa contro il coltello ed il bastone. È stata sottolineata da frequenti applausi la parte finale dove il maestro, dopo avere contemporaneamente quattro avversari, completava il combattimento con un piccolissimo atleta di sei anni, dal quale veniva simbolicamente battuto. Ha concluso questa panoramica di arti marziali, un intervento del sindaco Zappia, il quale a nome del comune di Bronte, ha consegnato a tutti i partecipanti una targa ricordo. Il sindaco ha avuto anche parole di elogio per il centro Shotokan, palestra di formazione sportiva e morale per i giovani, ringraziando il maestro Salvatore Tirendi per quanto ha realizzato ed il maestro Alfio Liotta, che con la sua presenza ed i suoi suggerimenti ha qualificato questa prima esibizione per Bronte di Arti Marziali. Paternità: Arriva il test per accertarla “Mater semper certa est, pater numquam”: da oggi non è più così. In Italia è infatti arrivato il test “fai da te” che stabilisce, ma senza valore legale, la paternità o maternità di un figlio. Basta un campione di saliva, di urine o un capello e mediante lo studio del Dna delle cellule, estratto dai linfociti del sangue periferico dei campioni in particolari sequenze, dette microsatelliti trasmesse dai genitori ai figli, si ottiene la risposta sulla compatibilità biologica tra i soggetti a confronto, cioè la reale parentela. L’esame (“self paternity test”) è stato presentato dal prof. Claudio Giorlandino ginecologo dell’associazione Artemisia. È un test anonimo per quanto riguarda i campioni, segue un’etichettatura alfabetica: A per il padre, B per il figlio oppure A per la madre e B per il figlio. Il test costa circa 2 milioni di lire e chi lo compera all’associazione deve però dichiarare le proprie generalità. “Il test non ha nessun valore dal punto di vista legale - ha precisato Giorlandino - ma solo informativo e si può correre il pericolo sull’uso indiscriminato del test”. Il test apre un dibattito etico, giuridico e legale. Vattani in una lettera pubblicata dal periodico “Il Borghese” del 15 ottobre scorso e nella quale si ricorda la figura del tenente colonnello Carmine Calò, assassinato a Kabul il 17 settembre scorso da un commando di Taliban mentre si trovava impegnato in operazioni di pace delle Nazioni Unite. Per promuovere l’istituzione del Libro d’Onore “siamo intervenuti ai più alti livelli delle oltre 150 richieste al giorno mentre nell’Illinois, dove 1 figlio su 40 non è considerato legittimo da uno dei due genitori, ci sono 330.000 procedimenti legali per accertamenti di paternità il primo laboratorio. Secondo l’esperto anche il Garante della Privacy non potrà intervenire. “Perché il test è anonimo e perché ormai siamo in villaggio globale - ha concluso Giorlandino - e se ciò fosse vietato in Italia l’interessato potrà recarsi all’estero o spedire il test in un altro laboratorio europeo con il solo aggravio di costi e tempi”. Taità Sei italiani su dieci sognano il matrimonio ROMA - Diminuiscono i matrimoni, aumentano le convivenze, ma sposarsi ed avere dei figli continua ad essere un ideale di vita per sei italiani su dieci: l’80% ritiene che il matrimonio sia un atto d’amore e il 34% lo giudica l’unica forma moralmente accettabile di vita in comune tra uomo e donna. Sono solo alcune delle indicazioni emerse dalla ricerca sulle opinioni e gli atteggiamenti degli italiani verso le tendenze demografiche in atto nel Paese condotta dall’Istituto di ricerche sulla popolazione del CNR (Centro Nazionale Ricerche). La ricerca - presentata nel corso di una conferenza stampa da due degli autori, Rossella Palomba e Giuseppe Gesano fa giustizia di molti luoghi comu- ni e racchiude non poche sorprese. A cominciare dalla scarsa consapevolezza collettiva di “quanti siamo”: meno di un terzo del campione (1.500 persone di età compresa tra i 20 e i 49 anni) sa infatti indicare con buona approssimazione il numero degli abitanti dell’Italia, ma il 49% vorrebbe comunque che nei prossimi anni questo numero restasse stabile e solo il 14% desidererebbe che diminuisse. A preoccupare il 70% degli intervistati è soprattutto il calo del numero dei giovani sotto i 20 anni - scesi dai 15 milioni del 1987 agli 11,8 milioni dell’anno passato mentre i più guardano con indifferenza, ed in parte con favore, all’invecchiamento medio della popolazione. UN LIBRO D’ONORE PER GLI ITALIANI CADUTI IN MISSIONE DI PACE ROMA - Istituire un Libro d’Onore nel Palazzo della Farnesina alla memoria dei nostri connazionali deceduti nelle operazioni di pace nel mondo: è la richiesta avanzata dal ministero degli Affari Esteri, e di cui dà notizia il Segretario Generale, ambasciatore Umberto Vattani. “Purtroppo sono molti gli italiani che hanno perso la vita nell’esercizio delle loro funzioni all’estero” scrive l’ambasciatore Oggi il nuovo esame può essere utile alla donna che ha fatto ricorso alla fertilizzazione in vitro per sapere se il patrimonio genetico del figlio è in parte suo, oppure risalire alla paternità di un bimbo nato dopo una violenza subita da una donna. O infine in caso di rapporti plurimi. “Non c’è bisogno di una legislazione in materia - ha sottolineato il ginecologo - ma un dibattito da parte dell’opinione pubblica con regole conseguenti”. Il test è già conosciuto e praticato all’estero: a Boston, il primo laboratorio molecolare di questo genere riceve Nazioni Unite e continueremo a intervenire affinchè piena luce sia fatta su ciascuna delle circostanze che hanno visto coinvolti militari italiani e i colpevoli siano assicurati alla giustizia” scrive Vattani. Una prima reazione è giunta da Bruno Zoratto, consigliere del Cgie di Stoccarda, il quale, esprimendo apprezzamento per l’iniziativa del ministero degli Esteri, aggiunge che “il Libro d’Onore Associazione Siciliana Produttori Olivicoli È l’Associazione capace di assicurare la necessaria assistenza per una: — corretta coltivazione olivicola; — buona conoscenza delle tecniche di produzione dell’olio; — professionalità per la conservazione dell’olio prodotto; — migliore resa nella commercializzazione dei prodotti olivicoli. Per tutto questo l’ASPO conta una capillare rete di uffici sempre a disposizione dei produttori. Per informazioni rivolgersi all’ASPO - Piazza Mercato 72 - 95031 ADRANO deve essere aperto anche a chi con il sangue ha pagato il proprio sacrificio sul lavoro, come i 136 italiani divorati dalla miniera a Marcinelle l’8 agosto 1956. Oppure i marinai trucidati in Algeria e che troppo frettolosamente sono stati assurdamente dimenticati”. “Due esempi - conclude Zoratto - che confermano la necessità che il Libro d’Onore deve essere aperto anche agli eroi del lavoro italiano all’estero”. Elementi contraddittori arrivano dal fronte dell’immigrazione. Il 61% degli italiani crede che gli stranieri siano troppi e il 49,7% ritiene che la loro presenza possa favorire una escalation del terrorismo e della criminalità, ma il 73% assicura che non avrebbe problemi nell’avere come vicini di casa degli immigrati e il 62,3% auspica che a questi ultimi venga concesso diritto di voto almeno nelle elezioni comunali. Tanta approssimazione - suggerisce la ricerca - potrebbe venire dalla cattiva conoscenza del fenomeno: se il 97% del campione è pronto a giurare che il numero degli immigrati sia salito negli ultimi anni, due intervistati su cinque stimano questo numero superiore ai 3 milioni. Confusi e imprecisi sui grandi trend demografici, gli italiani dimostrano però di avere idee molto più chiare in fatto di vita familiare: le nozze, come detto, sono ancora un traguardo per molti, ed il calo del numero dei sì viene spiegato con il reddito insufficiente (89%) e con le difficoltà a trovare casa (82%). E se il 38% del campione vede con favore la crescita delle coppie che vivono insieme senza sposarsi, l’81% dichiara che avere attorno dei bambini è in ogni caso garanzia di felicità; per il 78% quello con i figli è in ogni caso il legame affettivo più stretto che si possa avere nella vita. Ma se è vero che il 70% delle persone è preoccupato dalla contrazione delle nascite, perché il 44% confessa di non voler mette- re al mondo dei figli nei prossimi anni? Gli ostacoli maggiori sono indicati nelle preoccupazioni per il futuro (62%), nei problemi economici (42%), nell’eccessiva anzianità della coppia (27%). Tra i genitori in pectore, il 54% ritiene che il numero ideale di bambini sia quello di due per coppia, mentre il 29% di quanti reclamano più assegni familiari e più agevolazioni per le donne che lavorano ammettono che anche in presenza di questi benefit non si decidererebbero al gran passo. Significativo, infine, il 24% di uomini e donne convinti che un figlio sia diostacolo alla carriera. Tradizionalismi e stereotipi duri a morire emergono anche nei confronti del lavoro. Un intervistato su quattro crede che per la donna sia importante rendersi autonoma, ma il 33% pensa che, se è il marito a lavorare, la moglie può anche starsene a casa. Nel menage familiare, tutte le decisioni importanti devono essere prese in comune, così come comune dovrebbe essere la gestione delle entrate: per il 49% dei maschi e il 55% delle femmine anche le faccende domestiche andrebbero divise tra i coniugi. Ultimo dato, quello sui cosiddetti “lavori di cura”: solo il 6% degli intervistati ammette che, in caso di difficoltà, non avrebbe nemmeno un amico o un parente su cui contare. Per tutti gli altri il primo a cui chiedere una mano è il partner (49%) o un parente (37%), più raramente un amico (12%). Scop-Tach Donne italiane: La carriera prima dei figli ROMA - Una donna italiana su quattro dichiara di pensare prima a fare progressi nella carriera lavorativa, ponendo solo in un secondo momento l’eventuale nascita di figli. Ed al desiderio di emergere nella professione talora si accoppia la paura di far nascere, e vivere, le proprie creature nel mondo di oggi. Intanto i dati sulla scarsa natalità e sull’aumento della popolazione anziana in Italia non accennano a mostrare inversioni di tendenza: mentre una donna su due di figli non ne vuole affatto, il tasso di natalità si è dimezzato, tant’è che dal 1961 ad oggi ci sono oltre 400 mila nati in meno, passando da 930.000 a 500.000. Il dato emerge da un’indagine del mensile ‘Noi Donne’, condotta su un campione di 520 ragazze, fra i 16 ed i 24 anni. E dall’inchiesta spunta anche che per le giovani italiane sono preferibili i genitori gay alle coppie miste, mentre c’è grande consenso all’adozione di figli da parte di single. Alla domanda ‘pensi di avere figli un giorno?’, il 52% delle potenziali giovani madri ha risposto un secco no; meno di una giovane su 5 ha detto, invece, un chiaro si. Incerto rimane il 29% delle ragazze che ha replicato con un ‘non saprei’. Ed è per il 26% delle interpellate, pari ad una donna su quattro, che la nascita di un figlio ‘sarebbe un impedimento alla realizzazione professionale’. Non vuole fare figli perché non vuole ‘farli vivere in un mondo come questo’ il 24% delle ragazze sentite, mentre il 17% ritiene che sia una responsabilità troppo grossa. Ed è l’8% ad avere paura del parto. ‘Non mi piacciono i bambini’ è, invece, quanto afferma il 5% delle intervistate. Dice sì all’adozione di figli per le coppie gay il 53% delle intervistate; mentre solo il 19% è favorevole alle situazione con figli nati da coppie miste. È, infatti, il 55% a segnalare ‘problemi per i figli nati da genitori di razza diversa’. Alla domanda ‘che cosa pensi dei figli frutto di matrimoni misti?’ Il 21% del campione risponde: ‘in Italia non è ancora il momento’. Ed il 18% arriva ad affermare ‘io non lo farei mai’. Il 50% delle interpellate, poi, si dice d’accordo all’adozione di figli da parte di single. Non solo: il 40% non esclude di comportarsi come Madonna (il 19% ha replicato con un ‘si, perché no’, mentre il 21% con un combattuto ‘forse’). Più consensi vanno alla scelta dell’inseminazione artificiale voluta da single: il 43% delle giovani donne del campione non esclude questa possibilità . A.C. UNIVERSO SICILIA NOVEMBRE 1998 CLANDESTINI: È DI NUOVO ALLARME ROSSO Tra emergenza ed integrazione: l’Italia è sempre più in gara con se stessa per fare fronte allo sbarco continuo di extracomunitari clandestini, provenienti non solo dall’Albania, ma anche dalla regione del Kosovo in guerra con la Serbia e dal Kurdistan. Per quanto riguarda la fetta “regolare” del fenomeno, l’ultimo monitoraggio dell’Istat (Istituto nazionale di Statistica) è stato pubblicato lunedì 26 ottobre. Secondo questo studio, gli stanieri regolarmente presenti in Italia al 1° gennaio 1998, in base ai permessi di soggiorno in vigore, sono 1.022.896, in crescita rispetto al 1997 del 3,7%. Anche gli stranieri residenti continuano ad aumentare: sono 992.566 i cittadini stranieri iscritti all’anagrafe all’1 gennaio ‘98 con un incremento del 12,2% rispetto al 1997 e con un’incidenza sul totale della popolazione residente in Italia pari all’1,7%. Rispetto alle aree di provenienza maggiormente frequenti sono: Europa CentroOrientale (22,1%) e Africa settentrionale (19,6%). Tra i motivi per cui vengono concessi i permessi si segnala, è quanto ancora rileva l’Istat, l’aumento di quelli familiari: per lo più si tratta di donne e bambini che giungono in Italia per ricongiungersi con il marito o il padre. E l’immigrazione ha anche una sua geografia: le quote più elevate di stranieri residenti si registrano nelle regioni nordoccidentali e centrali (rispettivamente 31,9% e 29,9% del totale), seguite dal Nord-Est (20,7%) e dal Mezzogiorno che raccoglie il 17,5% della popolazione straniera. Rispetto al totale della popolazione residente - conclude lo studio Istat - l’incidenza degli stranieri ha raggiunto un peso percentuale pari all’1,7%, un valore nazionale che nasconde livelli territoriali differenziati: si va dal 2,7% del Centro allo 0,7% nel Sud. In complesso, dunque, in cinque anni l’incidenza è cresciuta: al 1° gennaio 1993 era pari all’1%. Questo, come si diceva, è quello che appare dal monitoraggio del fenomeno emerso, quello regolare. Ma è proprio di questi ultimissimi giorni il riacquisirsi dell’emergenza per quel che riguarda gli arrivi di irregolari. Soprattutto in Puglia, gli episodi di criminalità legati all’immigrazione clandestina sono sem- pre più feroci: nelle ultime settimane si sono verificati diversi casi di clandestini derubati e gettati in mare dai loro traghettatori, che ormai si sentono troppo braccati per avvicinarsi troppo alla costa italiana, e preferiscono “disfarsi del fardello” dei passeggeri quando i “gommoni della speranza” provenienti dall’Albania sono ancora in alto mare. Questa terribile logica non risparmia nemmeno donne e bambini, anche piccolissimi. Intanto in Puglia i centri di accoglienza registrano da tempo il “tutto esaurito”, eppure la popolazione locale è molto attiva nell’affiancare la chiesa per dare un rifugio, almeno momentaneo, ai tanti diseredati. Il presidente della Regione Puglia, Salvatore Distaso, ha chiesto in una lettera al neo presidente del Consiglio, Massimo D’Alema, di riconoscere la Puglia “Regione di frontiera”. “Il complesso di questioni relative alla vocazione geografica della nostra terra di ponte-frontiera verso i Balcani e l’Est mediterraneo scrive Distaso - con tanti drammatici risvolti, sta determinando alla Puglia un ruolo diverso e particolare rispetto alle altre realtà regionali ed europee”. P.T. Lotterie: L’Italia alle prese con la febbre dell’oro ROMA - La febbre da lotteria divampa ormai anche in Italia, complici le megavincite del Superenalotto: eppure le ingenti somme distribuite dai giochi di Stato rischiano di mettere in crisi l’armonia di mariti e mogli e la tranquillità delle famiglie italiane. Lo rivela un sondaggio promosso dalla rivista di pubblicità e comunicazione Advertiser e condotto da Ims (Istituto di marketing sociale) su 500 coppie di sposati. Sull’eventuale vittoria, si dividono radicalmente i desideri e i sogni di mariti e di mogli. Ma quale “follia” farebbero i mariti una volta raggiunta la super sicurezza economica grazie alla lotteria? Il 39% degli intervistati, per esempio, se vincesse una somma “astronomica”, si darebbe alla “classica fuga nei Caraibi con una bellona”. Uno su quattro (25%) ammette che con una grossa cifra “la tentazione di comprarsi l’amore di una giovane procace sarebbe fortissima”. Il 16% degli uomini - con i miliardi della lotteria - si comprerebbe subito una Ferrari. Per un altro 10% la follia da fare con i miliardi della lotteria sarebbe “aprire un locale o un ristorante di lusso”. Un 5% di intervistati “si comprerebbe una villa con parco e spiaggia privata in Sardegna”. Ed il 4% dei mariti intervistati sarebbe felice “di comprare la squadra di calcio del cuore” (“per farla andare come dico io”). Solo l’1% non risponde. Ma come cambierebbe realisticamente la vita quotidiana del marito che vince alla lotteria? Il 45% smetterebbe immediatamente di lavorare, il 22% penserebbe subito al miglioramento della qualità della vita dei propri figli, facendosi in quattro per garantire loro un futuro roseo e di successo. Il 19% invece ammette placidamente che “dormirebbe molte più ore, svegliandosi nella tarda mattinata”, mentre il 12% si “sentirebbe finalmente libero di dire ciò che pensa al proprio datore di lavoro” e grazie alla sicurezza finanziaria “lo farebbe senza alcuno scrupolo”. Il 2% non risponde. Diversa è l’opinione delle donne circa i desideri folli da soddisfare grazie alla vincita miliardaria delle lotterie: più di una donna su tre (32%) “sogna di comprarsi uno spazio in tv come conduttrice, per far vedere alle amiche di essere importante e famosa”. Il 25% delle intervistate “l’acquisto di un enorme appartamento - nel centro storico di una città - arredato con il massimo della qualità e del comfort e dotato di personale di servizio”; per il 19% delle mogli intervistate “ricca follia” sarebbe “acquistare una maison di moda per fare la stilista a tempo perso ed avere tutti i vestiti che desidera”. Per il 10% delle donne la vera follia sarebbe “comprarsi la compagnia di un personaggio famoso”, desiderio che i mariti non hanno neppure accennato. E come cambierebbe realisticamente la vita quotidiana della moglie che vince alla lotteria? Il 35% “dedicherebbe assai più tempo allo shopping quotidiano”. Il 29% delle intervistate assai più generose dei loro consorti - “si dedicherebbe al miglioramento della vita dei propri figli aiutandoli concretamente”. Il 17% non vedrebbe l’ora “di andare al cinema, in discoteca, a teatro, in palestra” e grazie al denaro sicuro potrebbe permettersi il tempo e i costi di questi svaghi. Solo il 10% delle donne sogna “di smettere completamente di lavorare” contro il 45% degli uomini. Ed infine il 7% “si metterebbe a scrivere o a dipingere come ha sempre voluto fare”. Solo il 3% è incerto o non risponde. Un dato conclusivo che a dir poco fa riflettere sul grado di attenzione sociale degli italiani: l’indagine ha chiesto agli intervistati “se sarebbero disposti a dare ai poveri una parte dei soldi vinti grazie alla lotteria”. Il 65% risponde seccamente di no, il 25% dichiara che lo farebbe certamente ed il 10% è incerto o non sa come rispondere. Ma quale motivo spinge mariti e mogli a giocare sempre più assiduamente alle varie lotterie di Stato? Il 26% del campione complessivo dichiara di giocare “perché la vita quotidiana fa schifo”. Il 19% con i soldi vinti vuole “poter esaudire tutti i sogni e i desideri piccoli e grandi”. Il 15% si dà alla lotteria “perché con i soldi ci si può assicurare le cure più avanzate per la salute”. L’11% con le vincite alla lotteria spera “di non aver più problemi nel pagare le tasse allo Stato”. L’8% con i soldi “pensa che potrà essere libero da molte leggi ingiuste” ed il 7% gioca perché “disoccupato o non guadagna abbastanza”. Solo il 2% gioca “per puro divertimento o perché non sa cosa fare”. Infine, una curiosità: il 28% delle intervistate (soprattutto casalinghe) si comprerebbe un programma televisivo per condurlo personalmente per diventare conduttrici famose e desiderate. Fra gli spazi Tv più ambiti c’è “Carramba Che Fortuna” (19%). Taità 7 Una informazione AUTO: di ritorno È crisi del mercato per conoscere mondiale l’altra Italia FIAT: Nonostante le comunità che vivono all’estero abbiano una gran voglia di parlare di se stesse, di farsi conoscere dagli italiani rimasti in patria e di partecipare alle cose del paese Italia, la loro “voce” non trova riscontro nella opinione pubblica italiana. Le ragioni sono da ricercare nella mancanza di una cultura di ascolto e quindi di una cultura di rapporti e di reciproca conoscenza tra le due Italie. È mancato fino ad ora un disegno pur minimo di politica culturale in questa direzione. Basta ricordare che in nessuna università italiana esiste un corso accademico sulla storia della emigrazione e sulle sue modificazioni e che, nello stesso insegnamento dell’obbligo, il fenomeno viene quasi del tutto ignorato. Eppure si tratta di una pagina di storia che ha lacerato per oltre un secolo la cita degli italiani e dell’intero Paese e che oggi è divenuta di grande attualità per il nuovo quadro socio economico rappresentato dalle nostre comunità all’estero. Non parliamo del silenzio della grande stampa e della informazione nazionale, tutta concentrata sulla cronaca che fa cassetta e sulla esigenze di mercato e di accesa concorrenza. Manca in realtà una corretta ed adeguata informazione di ritorno che faccia comprendere cosa significa effettivamente la presenza e la dimensione degli italiani nel mondo, chi sono, come vivono, quale peso hanno nella società di accoglienza. Da più parti si parla degli italiani all’estero come di “una risorsa” ma l’affermazione rimane generica, priva di riferimenti precisi e di supporti operativi. Il problema viene riproposto con forza dagli attuali processi di globalizzazione che investono e coinvolgono le società di tutti i continenti. Il mondo è diventato più piccolo e la comunicazione globale ci fa percorrere in tempo reale tutto quello che accade nel nostro pianeta. L’Italia è l’unico paese al mondo che si presenta nel panorama internazionale con un’altra Italia, ancora più numerosa, sparsa in maniera capillare in tutti gli angoli della terra. La comunicazione globale in tempo reale facilita la conoscenza tra le due Italie ma rende difficoltosa la sua lettura. Fino ad oggi la comunicazione è stata in senso unico, cioè che si sceglieva cosa comunicare. Ora non è più così. La globalizzazione, per la sua facilità di accesso, porta in arrivo una informazione sempre più frequente e convulsa che ha bisogno di essere letta, recepita ed interpretata. Certamente gli Italiani all’estero non sono quelli dei vecchi stereotipi sugli emigranti, né quelli che si vedono nelle telecronache sportive e nelle trasmissioni televisive che banalizzano storie, incontri e costumi distorcendo la vera immagine di una realtà diametralmente diversa. È solo attraverso un’informazione di ritorno seria, responsabile e capace di suscitare interesse che è possibile conoscere davvero l’altra Italia e tutto quello che è interessante nella vita delle comunità italiane. Ma anche dall’estero deve partire un’informazione di qualità. Prezioso fino ad oggi è stato il lavoro tenace dei giornali delle associazioni e delle piccole testate di emigrazione per il loro ruolo di servizio e di informazione. Una corretta intestazione di informazioni e di rapporti tra le due Italie sul piano culturale, economico, politico e degli scambi conferirebbe al nostro paese una posizione di primo piano negli assetti internazionali e rinsalderebbe i vincoli di appartenenza. Le nostre comunità all’estero sono una forte risorsa ed il mondo intero è pieno di studiosi, managers, imprenditori, politici e docenti italiani o di origine italiana. Sulla strada della globalizzazione lo stesso business ormai largamente diffuso tra le due Italie ha bisogno di una informazione adeguata per favorire l’aggregazione e la diffusione della cultura e della lingua italiana. È certamente compito delle istituzioni, a partire dagli Enti Locali, fare conoscere la vera faccia dell’altra Italia. Ma occorre anche l’impegno delle associazioni e degli operatori sociali e politici con iniziative e programmi culturali in grado di coinvolgere l’opinione pubblica e la grande stampa, suscitare l’interesse della gente, stimolare i contatti umani, la conoscenza reciproca ed il dialogo tra le due Italie. Costruire una cultura in questa direzione significa lavorare per il Paese Italia. Mimmo Azzia “non rinunciamo all’espansione”. ROMA - Le ultime stime degli economisti sul mercato mondiale dell’automobile parlano chiaro: nel ‘98 la produzione subirà un calo netto del 4%, ed i primi sei mesi del ‘99 saranno quelli della resa dei conti in termini occupazionali. È uno degli effetti di quella recessione mondiale paventata, se non annunciata, dal Fondo Monetario Internazionale nella sua ultima relazione. I motivi di tanto allarme hanno nomi ben precisi: non solo la crisi delle Tigri asiatiche, ma anche la tempesta che si è abbattuta sul rublo, la mancata “esplosione” economica dei Paesi del Mercosur, soprattutto la frenata repentina del mercato brasiliano. Alla fine, anche le borse occidentali non sono riuscite a tenersi sopra la mischia, e la debolezza del dollaro degli ultimi giorni parla per tutti. Ma il principale polo produttivo d’Italia, la casa automobilistica Fiat, assicura che la crisi mondiale non cambierà i suoi piani: la Fiat non intende modificare la propria linea di espansione nei mercati strategici, sebbene questi siano “aree economiche che sentono pesantemente i contraccolpi della crisi finanziaria e di fiducia che si è diffusa a macchia d’olio dal Sudest asiatico”. Lo ha affermato alcune settimane fa a Madrid, dove era per la presentazione della nuova Alfa 166, l’amministratore delegato della casa automobilistica torinese, Roberto Testore. “Fiat Auto - ha detto Testore nel suo intervento - ha fatto una scelta ben precisa, decidendo di concentrare una parte rilevante dei propri sforzi industriali e commerciali in Paesi come Brasile, Argentina, Polonia, Russia, Turchia, India e Cina. Investire in questi mercati significa investire nel futuro”. Testore ha citato “tutte le più aggiornate ricerche”, che “continuano a dirci che in America Latina, Europa Orientale, India e Cina, nel 2007 le vendite saranno superiori del 50%, rispetto allo scorso anno”. All’inizio di ottobre Fiat Auto era a Teheran, dove i manager del Lingotto hanno esaminato forme di collaborazione industriale con la Pars Khodro, per la produzione di auto di media cilindrata. Ed è del 14 ottobre scorso la visita dei vertici Fiat a Mosca, dove il primo ministro russo, Evgheny Primakov, ha cercato di rassicurare sull’impegno del nuovo governo russo a mantenere aperta l’economia agli investimenti stranieri. “La Russia - ha detto Primakov - vuole essere un’economia aperta e non chiudersi al mondo”. Il presidente onorario, Giovanni Agnelli, l’amministratore delegato, Paolo Cantarella, e il rappresentante a Mosca, de Pahlen, hanno confermato a Primakov gli impegni del gruppo in Russia, in particolare la joint venture con la casa automobilistica Gaz. “La Fiat è importante per i russi - ha detto Primakov - quanto lo è per l’economia italiana”. Primakov ha quindi annunciato con la Fiat “un nuovo livello di relazioni e di cooperazione industriale”. Anzi, in controtendenza rispetto al comportamento di tanti investitori stranieri che sono fuggiti dalla Russia in preda al panico, i dirigenti della Fiat hanno concordato con Primakov di accelerare i lavori per il lancio della joint-venture che produrrà fino a 150.000 autovetture all’anno nella fabbrica di Nizhny Novgorod, 400 chilometri a est di Mosca. Secondo l’agenzia di informazione russa ITAR-TASS il gruppo torinese sarebbe in procinto di investire 850 milioni di dollari nella fabbrica, che attualmente costituisce il più grande investimento di una società straniera in Russia. Ottimismo forzato? I dati sull’occupazione non sono altrettanto allettanti, dal momento che, proprio mentre Agnelli si trovava a Mosca, la Fiat annunciava un periodo di cassa integrazione tra l’inizio del prossimo mese di novembre e quello di dicembre, nei suoi stabilimenti, che servirà ad adeguare la produzione alla richiesta di mercato. Nel periodo compreso tra il 2 novembre ed il 6 dicembre prossimi, saranno ‘tagliate’ complessivamente, 28 mila vetture. La cassa integrazione interesserà da un minimo di 6.300 lavoratori nella settimana che va dal 9 al 15 novembre ad un massimo di 24.500 addetti, nel periodo compreso tra il 23 ed il 29 novembre. Nella settimana a cavallo tra il 30 novembre ed il 6 dicembre, i dipendenti interessati alla Cig saranno 3.700. Altri 16.500 nella settimana precedente, dal 16 al 22 novembre. Gli stabilimenti interessati al provvedimento sono quelli di Arese (linea dello Spider e GTV Alfa Romeo); di Cassino, (linea Bravo e Brava); Pomigliano (“145” e “146”), Rivalta (linea Delta) e Termini Imerese (Punto). Negli stessi periodi, sospenderanno l’attività anche le lavorazioni collegate. N.C. 8 NOVEMBRE 1998 EUROPEE ’99: UN’INTERROGAZIONE DI TREMAGLIA ROMA - In una recente interrogazione ai ministri degli Esteri e dell’Interno, gli on. Tremaglia, Zacchera, Rallo, Trantino, Morselli e Amoruso fanno notare, in vista, nel prossimo mese di giugno, delle elezioni del Parlamento europeo, e ricordando le passate “carenze nell’approntamento delle liste elettorali concernenti gli italiani residenti nei diversi paesi europei che hanno acquisito il diritto di votare per il Parlamento europeo direttamente nei luoghi di residenza all’estero nei vari paesi della comunità”, che “si impone una decisa azione del Governo per intervenire su questa situazione, data anche l’assoluta necessità di rendere operativo il diritto-dovere al voto comunitario da parte di tutti i cittadini italiani”. Per questo è stato chiesto “quali iniziative intenda intraprendere od abbia intrapreso il Governo al fine di L’On. Tremaglia assicurare la regolarizzazione, la completezza e la veridicità dei dati contenuti nelle liste elettorali all’estero in vista delle elezioni europee; quali problemi si frappongano eventualmente alla predetta verifica e quale sia, ad oggi, esattamente la situazione in ciascun paese della Unione europea da questo punto di vista”. Riapre la base italiana in Antartide ROMA - La Base italiana in Antartide è stata riaperta con l’arrivo a Baia Terra Nova di un primo contingente di tecnici e personale logistico, che ha avuto il compito di rendere operativa la Base e di realizzare la pista su ghiaccio marino per l’atterraggio di un aereo C-130 dell’Aeronautica Militare che trasporterà a fine mese ricercatori, attrezzature e mezzi. Insolitamente clemente la temperatura al suolo: attorno a zero gradi nelle ore più calde della giornata, laddove di UNIVERSO SICILIA FORUM DS: IL VIAGGIO DI LOMBARDI IN AMERICA LATINA ROMA - È rientrato da alcuni giorni da un viaggio in America latina il coordinatore del Forum degli italiani nel mondo dei Democratici di Sinistra, Norberto Lombardi. Un viaggio ricco di incontri e denso di impegni, nato dall’esigenza di verificare le esigenze e l’attività dei vari Forum sorti in tutto il mondo: “Il Forum è nato alla fine di novembre del ‘97, ed in pochi mesi ha avuto una rispondenza immediata: sono nati i Forum di Australia, Argentina, Uruguay, Brasile, Canada, New York, e di molti paesi europei”. Qual’è il “segreto” di questo successo? “Il Forum corrisponde ad esigenze reali per sua stessa natura: non è infatti un organizzazione centralistica, sul modello “romano”, per intenderci. Il Forum è un luogo di apertura al dialogo, di relazione e ricerca, non ha una struttra rigida ma si adatta, luogo per luogo, alle esigenze di ciascuna comunità. Il Forum inoltre non risponde a noi, ma alla comunità stessa, che si dà un suo statuto e le sue regole e solo se crede aderisce a quello romano. Insomma, il Forum è un sistema a rete che crea canali di comunicazione telematica in andata ed in ritorno (alle varie sedi viene anche fornito un sito internet)”. Quale situazione ha trovato nei vari paesi che ha visitato? “A Buenos Aires il Forum esiste ma va ristrutturato; sempre in Argentina, a Rosario ci sono le condizioni per una prossima attivazione. A Montevideo abbiamo tenuto una riunione di presentazione con l’impegno ad attivare il Forum proprio in questi giorni. A San Paolo del Brasile c’è stata una riunione piuttosto ampia di presentazione del Forum, che è in fase di avvio, alla presenza di molte personalità della locale comunità; a Rio si è deciso di aiutare il rilancio di una iniziativa editoriale per gli italiani del posto; A Caracas gli incontri avuti sono stati molto utili per conoscere la difficile situazione della città ed abbiamo vagliato le possibilità di avviare il lavoro in futuro, mettendo in rilievo l’esigenza di nuove iniziative culturali”. Quali i principali temi discussi? “Innanzitutto quello della tutela sociale: in America Latin ci sono condizioni molto serie a cui fare fronte. Innanzitutto quella di mol- norma in questo periodo si registrano temperature di -20 gradi centigradi. La motonave Italica, con cui verrà effettuata una campagna oceanografica, salperà invece dal porto di Ravenna il prossimo 28 novembre per raggiungere l’Antartide dopo 40 giorni. La spedizione, che è giunta alla sua XIV edizione, coinvolge complessivamente 240 persone, di cui circa 150 ricercatori. Il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, che ha come ente attuatore l’Enea, che provvede inoltre alla definizione dei contenuti tecnologici del Programma, darà quest’anno priorità agli impegni internazionali e alle attività di ricerca in campo biologico. In particolare sono previsti l’esecuzione del secondo carotaggio di sedimento marino nell’area di Cape Roberts per la ricostruzione della storia climatica e tettonica dell’Antartide nell’intervallo tra 30 e 100 milioni di anni fa. Nell’ambito della collaborazione italo-francese, a Dome C verrà proseguita la perforazione profonda del ghiaccio, che attualmente ha raggiunto 358 metri, finalizzata alla ricostruzione delle variazioni climatiche nel tempo. Verrà effettuata una “traversa” (percorso effettuato con mezzi cingolati trainanti moduli abitativi e di ricerca) da Baia Terra Nova a Dome C (circa 1.100 km), con l’obiettivo di eseguire studi e campionamenti tesi allo studio della calotta antartica e delle sue variazioni climatiche, atmosferiche e di superficie negli ultimi 200 anni. Ancora, verranno anche portati avanti il Programma Internazionale Biotas, che prevede studi nell’ambito dell’ecologia delle alghe e dei microrganismi, con un approccio per le connessioni con i cambiamenti climatici globali, la collaborazione con ricercatori australiani per il monitoraggio della colonia di pinguini Adelia ad Edmonson Point ed altro . U.S. tissimi anziani, ma anche quella di persone giovani con livelli salariali bassi. Le cose si aggravano se si pensa che l’assistenza sanitaria è privata. La cosa da fare subito è opporsi nettamente all’approvazione dell’articolo 26 del collegato alla Finanziaria, che prevede l’abolizione dell’integrazione al minimo della pensione. Noi siamo fermamente contrari a questa ipotesi, per vari motivi: perchè sarebbe un provvedimento frutto di calcoli sbagliati, dato che lo Stato italiano risparmierebbe si e no un terzo di quanto indicato per il primo anno; perchè è un provvedimento altamente ingiusto, dal momento che lede il diritto di parità tra i cittadini. Sono convinto che il governo dovrebbe piuttosto dedicare un’attenzione molto vigile alla situazione dei connazionali in Sud America, anche sui giovani, con progetti di formazione a distanza, per esempio”. Avrete certamente parlato anche della questione del voto... “Purtroppo la crisi di governo mette in discussione anche questo aspetto. Resta intatto il nostro impegno a riparare quanto prima all’errore del 29 luglio”. Quali considerazioni sono state fatte in merito ai temi della cultura e della lingua italiana? “Le richieste principali di intervento che ho raccolto nascono dall’esigenza di usare la cultura per riorganizzare i rapporti tra Ita- lia e Sud America. Un apporto essenziale è quello dei corsi di lingua italiana organizzati grazie al forte impegno del personale delle Ambasciate e dei Consolati, e fecondo è anche il ricorso all’associazionismo. Noi siamo per l’utilizzo dello strumento della legge quadro, che permette di creare progetti che si adattano Continente per Continente, senza rigidità. In questo senso è importante avere una proiezione della cultura italiana non solo nel senso umanistico, ma anche, ad esempio, come cultura d’impresa, trovando partner come le nostre Università”. Il punto su comunicazione e informazione? “Rai International ha fatto un gigantesco sforzo quantitativo, concedendo ampi spazi anche la bilinguismo per ampliare la piattaforma di ascolto. Dagli incontri avuti è emerso che alcuni programmi vanno messi a punto meglio. Il nostro impegno è di farlo presente alla dirigenza Rai, consapevoli anche che moltissimo c’è da fare in tema di informazione di ritorno”. Qual è la situazione della stampa italiana all’estero? “Abbiamo confermato il nostro impegno per l’aumento dei finanziamenti e la continuazione della fornitura dei servizi, che nel giro di colloqui avuti hanno raccolto qualche critica ma soprattutto moltissimi consensi”. U.S. SULLA RISERVATEZZA DEI DATI PERSONALI Ai sensi della legge n. 675/96 il trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione sono utilizzati al solo fine della spedizione in abbonamento postale di Universo Sicilia. Ai sensi dell’art. 13 della stessa legge i destinatari possono richiedere l’aggiornamento o la rettifica dei dati, salvo il diritto per motivi legittimi di opporsi a tale utilizzo dandone comunicazione. La redazione UNIVERSO SICILIA Direttore responsabile:Vincenzo Castiglione Vice Direttore: Nunzio Nasca Hanno collaborato: Mimmo Azzia - Anna Costanzo - Saro Franco Gabriella La Mela - Nunzio Lombardo - Angelo Russano Alfredo Torrisi Chiuso in redazione il 30 novembre 1998 Amministratore: Piero Trovato A Caracas i premi “Italia nel mondo” 1998 CARACAS - Prosegue con successo a Caracas l’edizione 1998 dei premi “Italia nel Mondo”. Quest’anno la manifestazione, organizzata sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica e col patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero degli Esteri, vede la premiazione di illustri protagonisti del mondo della cultura, dello spettacolo, delle istituzioni e del volontariato che hanno dato prestigio al nostro Paese attraverso la loro opera in Sud America e, in particolare, in Venezuela. Tra i premiati figurano Suor Felicita, che da anni è dedita alla guida di una importante missione nella foresta Amazzonica; Eddo Polesel, economista e consulente economico del Governo venezuelano; Gaetano Bafile, direttore de La voce d’Italia; il ministro Asdru- bal Aguiar Aranguren, per la particolare attenzione che egli ha sempre dedicato alla cultura italiana; Raffaella Rossellini, figlia del grande regista ed apprezzata coreografa in Venezuela; il cantante Luca Barbarossa; il soprano Emanuela Salucci; il regista Giuseppe Ferrara, per il film “Narcos” girato in Venezuela. Il premio speciale “Italia nel Mondo” al Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro quale ideale ambasciatore dell’Italia nel mondo. L’appuntamento, che avviene con il contributo di importanti aziende quali Alitalia e Barilla e delle regioni Piemonte, Friuli, Lombardia, Abruzzo, Lazio, Sardegna e Calabria, riveste un significato del tutto particolare in quanto coincide con il cinquecentesimo anno della scoperta del Venezuela. ABBONAMENTO ANNUALE A “UNIVERSO SICILIA” — per l’Italia L. 20.000 — per l’Europa L. 25.000 — per le Americhe e l’Australia L. 30.000 Quote benemerite di sostegno alla pubblicazione: — sottoscrittore Onorario L. 200.000 — sottoscrittore Benemerito L. 150.000 — sottoscrittore Sostenitore L. 100.000 Per le inserzioni di ricorrenze ed annunci basta contattare la redazione telefonando allo 095/7692946 o inviando un fax al 095/310750. “Universo Sicilia” periodicamente raggiunge un numero ragguardevole di nostri conterranei e concittadini residenti nei cinque continenti. In atto viene spedito in: Australia, Argentina, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Spagna, Gran Bretagna, Irlanda, Ungheria, Brasile, Stati Uniti, Luxembourg, Venezuela. Associato al FUSIE Federazione Unitaria della Stampa Italiani all’estero Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana Stampa: Tipo-Lito Placido Dell’Erba 95033 Biancavilla (CT) - Via Imperia, 15 - Tel. (095) 982608 Segreteria editoriale: 95124 Catania - Piazza S. Maria di Gesù, 3 Tel. (095) 311547 - Fax (095) 310750 Abbonamento e sottoscrizioni volontarie di sostegno: Versamento C.C.P. N. 14577951 intestato a ”Universo Sicilia” - Adrano - Tel. (095) 769.29.46 Iscrizione al N° 748 del registro stampa del Tribunale di Catania del 28/3/1989
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